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Sì, lo avrebbe ucciso.
Proprio ora, senza dilungarsi, lo avrebbe ucciso.
Perché è così che doveva finire. Avrebbe superato la
paura. Non erano necessarie parole, bastava un gesto
della mano.
Uccidere era non facile. Ma prima o poi bisognava imparare, anche se aveva solo 16 anni.
Doveva decidersi. L’odio e il disgusto dovevano superare la compassione.
Doveva farlo per i suoi amici. Ora era il momento per vincere la debolezza.
Uccidere.
- Uccidilo, Ron! – gridò Harry e lo riportò alla realtà. Un
solo, rapido movimento e il ragno rimase schiacciato
sotto il volume di Storia della Magia.
Lo specchio Erised, dimenticato da anni nella stanza delle
necessità, era sporco e annoiato
Lo specchio Erised, dimenticato da anni nella stanza delle
necessità, era sporco e annoiato. Niente sarebbe cambiato se quel giorno
Severus Piton non ci fosse inciampato uscendo.
Piton si fermò,
indeciso se guardare o no.
Passò una mano sulla superficie impolverata e rimase immobile.
Questa volta era qualcosa di nuovo… un campo, la nebbia, alberi qua
e là, un cimitero. Un’infinità di monumenti di marmo, fiori
appassiti vicino alle lapidi. Ed ecco ne una, la
più desiderata, una lapide nera con la scritta cupa “Severus
Piton”.
Il professore sorrise appena
e si diresse verso l’uscita. E verso il suo sogno.
Dopo tanti anni Hermione non era ancora in grado di scegliere
Dopo tanti anni Hermione non
era ancora in grado di scegliere. Entrambi le erano cari a modo loro. E come
poteva rifiutare uno di loro, mandarlo via per sempre? Contando che i due rivali combattevano ogni giorno per ogni briciola del
suo amore.
A questo punto lei poteva
sperare solo…
– Hermione! Il tuo orribile
gatto ha di nuovo fatto pipi nelle mie ciabatte! Giuro che uno di questi giorni
ne avrò abbastanza e lo strozzo!
…in una risoluzione tra di loro, per stabilire una volta per tutte chi dei due era
il padrone in casa, il gatto o il marito.
Для Леди
Малфой,
которая
заказал
Люценарси в
любом виде
– Narcissa cara,
smetti di guardare il sedere di Krum in quel modo. E’ indecente, tutti sanno
che non capisci niente di quiddich! Dovresti annoiarti e sbadigliare ogni tanto
per salvare le apparenze.
– Per te invece fissare le scollature delle signore è assolutamente
decente, visto che te ne intendi così bene!
– Ma la scollatura che sto fissando è tua, cara.
– Non è mica
colpa mia che tu non metti mai pantaloni così attillati!
– Papà, guarda
che fisico ha Krum! E quando tu giocavi a quiddich,
papà, le ragazze ti hanno mai…
– No!
– Non essere
modesto, Lucius. E non solo le ragazze…
– E tu vorresti dire che quella roba lì è ancora più forte di una scopa
– E tu vorresti
dire che quella roba lì è ancora più forte di una scopa?
Lily lo guardo
negli occhi e sorrise maliziosamente.
– Lo vediamo
subito. Oppure hai paura?
– Io non ho
paura! – disse James visibilmente teso. Fu subito evidente che non era affatto a
proprio agio. Quando si chiusero le protezioni di sicurezza, impallidì
leggermente. Lily si morse la lingua per non ridere.
– E’ tutto qui?
– disse James rilassandosi quando la carrozza cominciò a salire con un rumore
sinistro. – Ho volato mille volte più in alto di così-a-a-a-a-a-a-a!!!
Gli uccellini
del parco, in teoria abituati a tutto, smisero di cinguettare e guardarono
increduli l’enorme costruzione delle montagne russe dalle quali provenivano le grida
strazianti di James.
– A-a-a!!!
Stop… basta! Merlino, a testa in giù no-o-o-o-o-o! Evans ti odio-o-o-o-o-o!
Questa volta gi
uccellini non sentirono il dolce sussurro di Lily.
– Potter, caro.
Sono Lily Potter. E’ ora che ti abitui.
Era bellissima. Harry la guardava senza riuscire a distogliere lo sguardo. Era
grande e rossa, decorata con dei draghi dorati. Le altre palline sull’albero
luccicavano graziosamente, ma nessuna era di oscurare la bellezza della nuova
arrivata. Zia Petunia non l’aveva fatta toccare neanche a Dudley.
Harry si guardò in torno timoroso e allungò la mano per toccare la superficie
lucida.
Il filo dorato che la reggeva
scivolo dal ramo e…
Tzlink!
La pallina cadde e si
disintegrò in minuscoli frammenti luminosi. Harry
sentì i passi di zia Petunia avvicinarsi. Chiuse gli occhi e si
irrigidì aspettando l’inevitabile sfuriata.
I passi si avvicinavano
sempre più.
– Beh, cosa stai li impalato? – zia Petunia sembrava seccata, ma non
infuriata. – Sparisci da qui. Ci mancherebbe solo che rovinassi l’albero!
Harry aprì gli occhi. La pallina luccicava al suo posto. La
guardò incredulo e sorrise con sollievo. A Natale la
magia visitava anche casa Drusley.
– Voi siete indubbiamente la migliore! Sono rapito dall’indiscutibile
talento giornalistico che traspare da ogni Vostro articolo. Avete un dono che Vi
mette al di sopra di ogni collega ed è palese che il
direttore della “Gazzetta del Profeta” muore di invidia pensando alle Vostre
capacità. La Vostra intuizione e professionalità sono i più potenti strumenti
al servizio dell’informazione nel mondo magico e solo Voi riuscite a rivelare i
pettegolezzi più piccanti addirittura prima che accadano. Vi posso assicurare che
i lettori Vi venerano e io personalmente posso definirmi il Vostro ammiratore
più entusiasta. Ecco.
– Ottimo, – Rita Skeeter sorrise e fece un’altra crocetta sul suo taccuino. – Sei su dieci. Ancora quattro volte, MrWeasley, e nessuno saprà mai
niente delle sue avventure notturne con Miss Granger nella
Torre di Astronomia. Allora, continuiamo?
Ron distolse lo sguardo dal sorriso compiaciuto di Rita, strinse
i pugni e cominciò:
– Sei in ritardo.
– Narcissa gli versò il te senza guardarlo.
– L’Oscuro
Signore ci ha convocato… – cominciò Lucius.
– E c’era anche Bella? – chiese Narcissa con fredda
indifferenza. Ma la mano che reggeva la tazzina tremò
leggermente.
– Certo. – Lucius
lascio cadere il cucchiaino con un gesto di stizza. Era davvero troppo. – Esco
a prendere un po’ d’aria, – disse e usci dalla stanza prima che lei avesse tempo di replicare.
– E poi sono io il marito geloso… – pensò Lucius camminando
nervosamente tra gli alberi. Cominciò a sentire freddo e si girò per rientrare
in casa.
All’improvviso da
dietro una siepe sbucò una sagoma scura. Un dissennatore.
– Expe… – Lucius cercò di ricordare l’incantesimo. La voce
gli tremava. Lanciò un’occhiata speranzosa verso il casello. Narcissa era alla
finestra e lo stava guardando. Si senti più calmo.
– Expecto
patronum! – disse infine. Una pallida luce argentata e il dissennatore era scomparso.
– Lucius! –
Narcissa correva verso di lui.
Sembrava
agitata.E ci
mancherebbe. Avrà visto il dissennatore dalla finestra e si sarà preoccupata
per Lucius.
– Chi era quella
donna in nero, Lucius, quella con cui parlavi poco fa?
Ho sforato anche le 150 parole, mi perdoni
il committente.
Grazie a tutti quelli che hanno commentato,
soprattutto a spongye
aReaderNotViewer. Grazie, grazie davvero.
La pioggia batteva sulla finestra con un rumore sinistro
La pioggia
batteva sulla finestra con un rumore sinistro. Gli spifferi gelidi facevano
tremare la fiamma della candela e i quattro ragazzi seduti per terra.
Tra i tanti
vantaggi di essere un mago, il libero arbitrio non è compreso.
Fu Sirius ad
accorgersi per primo che qualsiasi loro azione era parte di un copione già
scritto. Ma i Malandrini non erano tipi da accettare
la volontà altrui senza reagire.
Per questo
nell’oscurità del dormitorio dei Grifondoro, con l’aiuto del “Manuale di Arti Oscure” stavano ora per eseguire il più pericoloso
degli incantesimi: l’evocazione della dea capricciosa che teneva le redini
della loro vita.
La dea Joanne però non fu clemente con le creature che osarono
sfidare la sua autorità. All’inizio l’incidente parve dimenticato. Le conseguenze
di quella notte si concretizzarono in tutta la loro perfidia solo molti anni
più tardi, sotto forma di quattro destini, estremamente
diversi e altrettanto crudeli.
!50 esatte.
Per caith_rikku
che aveva chiesto un drabble sui Malandrini.
Il titolo, che secondo la mia beta non c’entra
una beneamata mazza con il resto, voleva essere una citazione colta. Ho anche diviso
la drabble in quattro atti… Sigh:(
– Professore, – Draco Malfoy, seduto nel laboratorio di Severus Piton
stava pigramente tritando le foglie di valeriana, – perc
– Professore, –
Draco Malfoy, seduto nel laboratorio di Severus Piton
stava pigramente tritando le foglie di valeriana, – perché il simbolo dei Grifondoroè un leone?
– Perché il leone, Malfoy, – rispose
pazientemente Piton, – è un animale possente e maestoso, ed è il simbolo del
più alto livello della ricerca alchemica.
– E perché l’arma dei Grifondoro è
una spada, e non qualcos’altro?
–
Perché la spada è un’arma antica e nobile, da sempre prediletta dai re e dai
cavalieri. – Questa
volta il tono fu più secco.
– Ma tutta questa maestosa nobiltà, insomma, non è proprio roba
da Grifondoro. Per quale motivo…
– Per lo stesso
motivo, – lo interruppe Piton, – per cui voi non siete
velenoso e non parlate serpentese, Malfoy. Sono simboli che i fondatori hanno scelto,
rappresentano un modello. L’obiettivo da raggiungere. Ma
come avete saggiamente notato, i Grifondoro sono
ancora ben lontani dal loro.
Draco continuò
il suo lavoro in silenzio, sorridendo compiaciuto.
– Allora, Malfoy, – Severus Piton camminava pigramente per il suo
laboratorio, – qual'è la cosa più importante che dovete aver
– Allora, Malfoy, – Severus Piton camminava pigramente per il suo
laboratorio, – qual'è la cosa più importante che
dovete avere per preparare una buona pozione?
– Il calderone,
signore, – rispose Draco, guardando entusiasmato il professore.
– Sbagliato, –
rispose Piton irritato. – Prima di tutto dovete avere un cervello!
– E il
calderone , signore?
– Il calderone,
Malfoy, serve semplicemente per preparare una
pozione. Per preparare una buona
pozione ci vuole un cervello.
– Di chi,
signore?
– Il vostro
tanto per cominciare! Portatelo a lezione la prossima volta! – disse Piton
secco.
– E lo devo mettere nel calderone? – chiese innocentemente
Draco.
“ Merlino… così
giovane e già una testa di legno. Come il padre d’altronde. – pensò Piton. – Ma
se proprio devo perdere tempo a insegnare preferisco
questa testa di legno a …” Al pensiero di Potter fece una smorfia di disgusto.
“ Non nel
calderone, a quanto pare… ”, – pensò il piccolo Draco
vedendo l’espressione schifata del professore.
Per anaizz, nella speranza di liberarmi per sempre delle sue
commissioni.
– ...
e Bella e Rodolphus penetreranno nella scuola dai cancelli ad est! Lo
prenderemo! Avete capito tutti?
– Ma
mio Signore, vi rendete conto che abbiamo problemi più urgenti da risolvere
ora? Gli auror ci stanno alle calcagna... E al diavolo Potter a questo punto! – disse all'improvviso Piton.
Voldemort si
girò lentamente verso di lui. Severus ebbe paura di aver esagerato questa
volta. Cominciò velocemente a spiegare.
–
Intendevo dire, mio Signore, non possiamo permetterci di perdere in battaglia
altri fedeli segua...
–
Severus, ma ti rendi conto di quello che hai detto? – chiese Voldemort, calmo.
–
Io...
– Hai
capito cosa hai appena proposto?
Gli altri
mangiamorte si allontanarono velocemente da Piton.
–
Come ha fatto a venirti in mente un’idea simile? Un’idea così geniale! –
Voldemort sorrise sognante.
–
Eh?!
– Ma
certo! Mandare Potter all’inferno promettendo la sua anima al demonio! Cosa può
esserci di più semplice! Bellatrix, gli ordini sono annullati! Devo preparami
al Rituale!
Voldemort
scomparve dissolvendosi nell’aria.
Severus
ricominciò a respirare regolarmente. Bella gli lanciò uno sguardo di puro odio.
–Io odio Draco
Malfoy, –
sussurrò Hermione fissando l’oscurità della stanza. In risposta, solo il
silenzio. Le sembrò di non aver gustato a fondo il suono di quelle parole,
perciò disse un po’ più forte:
–Io odio
Draco Malfoy.
Il suono le
piacque decisamente. Valeva la pena di ripeterlo ancora.
–
Io odio Draco Malfoy!...
Vicino a lei si
mosse qualcosa, un ammasso di capelli biondi emerse da sotto le coperte, e due
occhi grigi e assonnati la fissarono.
–
Granger, cosa stai borbottando? Un altro incubo?
–
E’ tutto a posto, Draco. Dormi, –sorrise
lei.
Poi, quando senti
il respiro di Draco di nuovo regolare accanto a se, disse:
–
Io odio Draco Malfoy.
Ma l’atmosfera
era completamente guasta ora. La realtà stessa aveva confutato le sue parole.
Questa è per canfly che ha chiesto una Draco/Hermione.
– Va bene. Cosa facciamo? Sono sempre più debole, sto perdendo le forze!
– Dobbiamo agire sul ragazzo. Mandargli dei sogni premonitori...
– Sì, forse è l'unico modo di influenzarlo.
– Harry agisce sempre diversamente da come ci aspettiamo.
– Non tutto è perduto, mi fido di te.
– Dobbiamo agire insieme. Tu continua a fissarlo intensamente.
Io gli sussurrerò all'orecchio le parole giuste. Nel sonno le prenderà per
pensieri propri. E quando sarà sotto il nostro controllo
lo costringeremo a darti più cibo, Edvige. Tieni duro.
La civetta annuì in silenzio. Grattastinchi corse a realizzare
il piano.