Once upon a school

di parveth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** tutti a scuola! ***
Capitolo 2: *** i prof rivali ***
Capitolo 3: *** l'incarico ***
Capitolo 4: *** Tale as old as time ***
Capitolo 5: *** I love it when a plan comes togheter ***
Capitolo 6: *** Un pessimo incontro ***
Capitolo 7: *** In gita ***
Capitolo 8: *** un giorno di ordinaria follia ***
Capitolo 9: *** I've seen things you people wouldn't believe ***
Capitolo 10: *** The boogeyman ***
Capitolo 11: *** Lo stage ***
Capitolo 12: *** the summer is crazy ***
Capitolo 13: *** a glass of tea ***
Capitolo 14: *** do you hear the people sing? ***
Capitolo 15: *** let's make a deal dearie? ***
Capitolo 16: *** when all is said and done ***



Capitolo 1
*** tutti a scuola! ***


"Allora, che ne dite della mia guida ragazze?" chiesi alle mie amiche mentre ero al volante della Punto di mia madre.

Era il 15 settembre, primo giorno di scuola ed io, fresca di patente ottenuta due mesi prima avevo convinto mia mamma a lasciarci la macchina ma credo abbia accettato solo perche' siamo tutte insieme, peccato che in quattro anni le sia sempre sfuggito un piccolo particolare:

Se solo volessimo replicheremmo alla perfezione la famosa scena de "il Gladiatore": "al mio segnale scatenate l'inferno".

Seppur con dinamiche e modalita' diverse oltre che epoca ed abbigliamento, s'intende.

Mi chiamo Perla Gentile, ho 18 anni e, come le mie amiche Miriam, Lavinia e Rebecca vivo a  Milano, il nostro e' un liceo cosiddetto "sperimentale" fondato da un tizio americano circa venticinque anni fa: i nostri insegnanti infatti sono tutti stranieri pur vivendo in Italia da parecchi anni, le lezioni dunque si svolgono in italiano a parte, dallo scorso anno, quelle d'inglese francese e tedesco. Non che i prof non ci abbiano pensato a farcele in lingua o meta' in inglese e meta' in italiano ma la maggior parte dei genitori gli si e' rivoltata contro, peccato, per una volta nella vita mi sarei sentita di dar ragione a quell'arpia della preside.

"Eccola li" penso svoltando a destra: Regina Mills in tailleur e tacchi alti, preside nonche' prof di matematica fisica e scienze, autoritaria e viscida, crede di essere la padrona dell'istituto e comanda tutti a bacchetta, per dire: non ha mai dato del tu agli insegnanti, tranne che a Connor Graham, vicepreside e prof d'informatica, l'anno scorso si vociferava che i due fossero amanti ma nessuno ne era certo,  "poveraccio"  avevo commentato io la prima volta  "come fai a portarti a letto una cosi?"  "mica e' brutta la preside" aveva commentato Miriam,  "no, ma e' una  stronza con la patente, e per me uno puo' essere il piu' figo del mondo ma se e' stronzo e' meglio che sparisca" avevo ribattuto.

"Perla, ma a quanto stai andando?" mi chiese Lavinia "80/h perche'?"  sapevo che in centro non si potevano superare i 50 tuttavia andavo piu' veloce per allenarmi con le marce, d'improvviso accellero sul ponticello che c'e' appena prima del nostro liceo facendolo in quarta, dovevo scalare ma me lo sono dimenticata cosi' quando mi fermo per parcheggiare le altre sono tutte aggrappate alla maniglia in alto con gli occhi fuori dalle orbite,  "ma tu sei pazza" disse Rebecca scendendo  "oh quante storie, in fondo ho accellerato giusto adesso" sbuffo io prendendomi lo zaino.

Entrando nell'ingresso vedo arrivare Richard Gold, il prof di diritto,  la prima volta che lo vidi ricordo che pensai: "cazzo, questo e' il campione del mondo degli stronzi: se appena respiriamo un po' piu forte ci mena"  era magro, piuttosto alto, con lunghi capelli castani, occhi scuri e uno sguardo triste e malinconico, questo quando era di buonumore, altrimenti da arrabbiato...beh non voglio neanche pensarci.  Sempre elegantissimo in completi scuri, camminava appoggiandosi ad un bastone a causa di un incidente di gioventu', non che fosse vecchio: aveva appena quarant'anni.  Chiamava tutte le ragazze "dearie"  e i ragazzi "caro", all'inizio quel modo di rivolgersi un po' m'infastidiva, sembrava una presa in giro ma col tempo ci feci l'abitudine cosi come al sarcasmo col quale punzecchiava tutti noi, raramente l'avevamo visto sorridere: noi quattro eravamo fortunate essendo tutte brave nella sua materia non ha mai avuto molte occasioni per rimproverarci, a parte quando chiaccheriamo ma chi non lo fa? e obbiettivamente noi eravamo il meno peggio li' dentro visto che eravamo tra i pochissimi che studiavano e s'impegnavano: c'e' da dire che lui emanava una tale autorevolezza da mantenere senza sforzo l'ordine in classe, ricordo la mia prima verifica: mi chiamo' alla cattedra e mi disse "bel lavoro dearie" mentre mi consegnava il foglio corretto abbozzando un sorriso che solo per quello rimasi stupefatta, avevo preso sette e mezzo ma fu l'unica volta che lo vidi sorridere.

Entrammo in classe e ci sedemmo in ultima fila: io e Lavinia poi Miriam e Rebecca, in quel momento pensai a come ci eravamo conosciute: il primo anno ci eravamo sedute vicine da subito ma per giorni quasi non ci siamo rivolte la parola, nemmeno io con Lavinia, giusto un ciao all'entrata e all'uscita, poi all'inizio di ottobre essendo arrivata presto avevo tirato fuori il libro che stavo leggendo in quel periodo suscitando risatine e commenti maligni negli altri miei compagni, stavo per rispondere per le rime quando avevo sentito la voce della mia compagna di banco: "lasciali perdere, sono loro a sbagliare non tu" l'avevo guardata stupita: in anni e anni che leggevo quasi tutti avevano denigrato quella mia passione ed era la prima volta che qualcuno mi "difendeva"  pubblicamente.

Cosi' avevamo rotto il ghiaccio e nell'intervallo avevamo anche parlato con Miriam e Rebecca, in quel momento entro' la prof Blanchard, l'insegnante di letteratura italiana e storia: lo scorso anno era venuto fuori che stava insieme a David Nolan, uno dei bidelli e a quanto pareva, la preside aveva fatto una scenata dicendo che "cosi si distraevano dal lavoro".

"Neanche stessero a sbaciucchiarsi tutto il tempo"  aveva commentato Rebecca quel giorno mentre eravamo a pranzo al bar,  al massimo li avevamo visti parlare a ricreazione ma nulla piu'
"e poi scusate: lei e graham si e gli altri no? ma chi si crede di essere?"  aveva commentato Lavinia indignata.

Quando a casa avevo parlato dell'atteggiamento della preside, senza pero' dire nulla su quella storia mia madre aveva detto: "strano, quando ci parlo io mi sembra molto gentile, severa forse ma cortese"   certo, capisco che negli ultimi anni fare l'insegnante sia difficile: una volta su venti alunni potevi mettere in conto che un paio avessero i genitori che li difendevano sempre anche quando non studiavano, ora la maggior parte e' cosi, compresa come dicevo la nostra classe: c'e' un'ignoranza tale che se fossi io una prof ne prenderei qualcuno a sberle per le stronzate che spara.

Guardando in giro vedo che Marta e Olivia si sono sedute vicine: quelle due stronze antipatiche, siccome i genitori sono piuttosto benestanti credono che tutto gli sia dovuto, arrivano vestite strafirmate dalla testa ai piedi e durante l'intervallo son sempre li' con I-pad e I-phone  "ma cos'avranno sempre da digitare che e' gia tanto se san mettere in fila quattro parole" aveva commentato acidamente Lavinia sfogliando una rivista,  infatti era gia' un miracolo che a fine anno avessero la sufficienza in tutte le materie...copiando naturalmente, quelle col cavolo che si abbassavano a studiare: eran sempre in giro, pomeriggio e sera, e se ne vantavano pure, oddio quasi tutti i nostri compagni a dire il vero: anche noi uscivamo ma solo il venerdi e il sabato sera o la domenica pomeriggio,  i nostri non ci avrebbero mai fatto uscire in settimana figuriamoci, con la scuola di mezzo, i miei poi...

Gli unici su cui possiamo in qualche modo contare li' dentro sono Tommaso e Sara seduti in seconda fila: sono sempre stati gentili con noi e ci han sempre rispettato senza canzonarci o altro, per cui non potevamo che ricambiare.

Alla seconda e terza ora (essendo il primo giorno finiamo presto) abbiamo filosofia con la prof Swan: e' giovane, e' qui solo dallo scorso anno, e non e' nelle grazie della preside, come nessuno del corpo docente d'altronde,  e' brava e ha un bel carattere ma sa essere severa quando serve.

A parte lei e Gold tutti chinano la testa quando quella comincia a sentenziare manco facesse parte del Csm: odio quando qualcuno tenta di prevaricare il prossimo perche' purtroppo e' capitato anche a me ma cosa posso dire io? loro giustamente han paura di essere licenziati se alzano troppo la voce.

Quanto a Gold ricordo quel giorno del primo anno: era primavera e lei era entrata dicendogli di uscire, la sentimmo dire che siccome il giorno prima non c'era aveva dovuto sostituirlo lei in una quinta, ma che comunque doveva avvisare,  lui senza perdere la calma le aveva spiegato che l'aveva comunicato ai bidelli, come da prassi visto che non c'erano ne lei ne Graham, lei asseriva di no, finche' non chiamarono David e Leroy che gli diedero ragione e la Mills dovette pure chiedergli scusa.  

Nel vederlo rientrare e riprendere la lezione come se nulla fosse noi quattro ci guardammo e da allora non avemmo che ammirazione e rispetto per il nostro all'apparenza freddo e scorbutico insegnante di diritto.

Suono' la campana ed uscimmo: sarebbe stato un lungo anno.


angolo autrice: eccomi con l'ennesima demenzialita'!  e' la mia prima AU quindi siate clementi, ho pensato come se la sarebbero cavata i "nostri" come insegnanti in un liceo italiano.  le quattro amiche sono ispirate a persone reali: nella fattispecie Perla sono io  Miriam e' jarmione  Rebecca e' Nimel  e Lavinia e' un'altra amica che pero' qui non c'e' e che in realta' si chiama Benedetta.  Spero apprezzerete. a presto

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Capitolo 2
*** i prof rivali ***


i prof rivali Alla meta' di ottobre e dopo infiniti cambi, sostituzioni ecc. finalmente avevamo l'orario definitivo:  "Era ora, non ci stavo capendo piu' niente"  commento' Miriam sedendosi al banco  "nemmeno io: temevo di portarmi dietro i libri sbagliati"  aggiunsi io tirando fuori i libri di francese.  "Buongiorno" saluto' la professoressa entrando in aula: Annabelle French era una bella ragazza di trent'anni con lunghi capelli castani ed occhi azzurri, alta all'incirca come me: la prima volta che mia madre la vide all'uscita mentre era in macchina mi chiese se era una mia compagna.

In effetti ha l'aria giovane e ingenua, e anche indifesa...o almeno cosi avevamo creduto, infatti dopo qualche mese di assoluto casino durante le sue lezioni si era giustamente rotta le scatole e aveva urlato un "ADESSO BASTA" tale da immobilizzare tutti quanti, a me lei piace e con il francese ne' io ne' Lavinia abbiam problemi, Miriam e Rebecca invece fanno un po fatica ma non hanno mai preso un'insufficenza e noi cerchiamo di aiutarle il piu' possibile.

Alla seconda ora abbiamo sociologia: il prof e' lo stesso che l'anno scorso ci faceva psicologia e si chiama Archibald Hopper: un tipo occhialuto con i capelli ricci e rossi, buffo e simpatico, ma ha qualche problema a farsi rispettare dai miei compagni temo, beh delle persone troppo calme non bisogna mai fidarsi troppo: prima o poi esplodono e allora si che saranno cazzi.

Dieci minuti d'intervallo e poi storia dell'arte: Winifred Lucas e' un'anziana signora dall'aria materna, molto paziente ma le poche volte che si e' arrabbiata apriti cielo: Ruby la piu' giovane dei bidelli, una ragazza poco piu' vecchia di noi e' sua nipote e ci e' capitato di assistere a scaramucce tra le due: credo che abbia perso i genitori da piccola e abbia sempre vissuto con lei, a noi piace perche' spesso si schiera dalla nostra parte contro la preside: anche se quei miei compagni che fumano ogni cambio d'ora stanno tirando un po' troppo la corda secondo me e un giorno finira' per denunciarli.

Due ore di tedesco: anche qui la prof e' giovane, credo abbia meno di trent'anni, Ashley Boyd non e' tedesca ma e' vissuta a lungo in germania ed e' molto brava anche se il tedesco non e' certo facile da imparare, specie per noi italiani essendo una lingua germanica,  anche l'inglese lo e' certo ma tutto sommato l'ho sempre preferito negli anni mi sembra piu' musicale.

Infine geografia: il prof Jones e' un gran bel ragazzo nessuno si sogna di negarlo ed e' un bravo insegnante, tuttavia quel suo atteggiamento un po' sbruffone non l'ho mai gradito particolarmente la materia per fortuna mi e' sempre piaciuta.  In realta' lui l'odiavo proprio e non per ragioni scolastiche.

Quando eravamo al secondo anno un giorno nel cambio d'ora tra lui e Gold avevo notato che quest'ultimo lo aveva guardato come se volesse incenerirlo vivo  "avete visto oggi come Gold ha guardato Jones? per un attimo ho temuto che lo prendesse a bastonate"  avevo detto alle ragazze a pranzo (all'epoca andavamo al bar solo una volta a settimana)  "se lo dici tu: io mi addormento appena quello entra"  commento' Lavinia bevendo la sua Coca   "certo che e' un gran figo" sospirava Rebecca  l'arcano venne svelato pochi giorni dopo: andando in presidenza a comunicare che sarei uscita prima della fine delle lezioni per via di una visita colsi qualche brandello di conversazione tra la prof Swan e la Blanchard.

"Ora capisco perche' quei due non si possono vedere"  avevo detto a ricreazione  "di chi parli?"  chiese Miriam  "Jones e Gold: ho sentito la Swan e la Blanchard che ne parlavano"   "sentiamo"  disse Lavinia disponendosi all'ascolto.

"Beh: pare che Gold anni fa fosse sposato e avesse un figlio: ma quando il bambino ebbe sei anni la moglie scappo' con un altro e lui poco dopo scopri' che era Jones"

"Ma che troia!"  commento' Rebecca indignata

"Lui naturalmente ando' in tribunale: l'abbandono del tetto coniugale e' abbastanza grave da chiedere il divorzio, che lui ottenne insieme all'affidamento esclusivo del piccolo"

"Grande!"  salto' su Miriam entusiasta

"Purtroppo pochi anni dopo il bambino spari' mentre giocava davanti a casa: dapprima pensarono alla madre ma dopo molti mesi d'indagini venne fuori che non l'aveva rapito lei ne' tantomeno nascosto: e gli rinfaccio' pure che avrebbe dovuto sorvegliarlo di piu' e che se invece fosse stato con lei non sarebbe successo nulla"

"Cioe' fammi capire: tu prima vai con un altro e l'abbandoni e poi ti lamenti? ma allora sei proprio zoccola al cubo!"  fece Lavinia indignata

"Certo che per Jones ci farei anche io un pensierino" sospiro' Miriam

"Capita d'innamorarsi di qualcun altro ma diamine, avevano un figlio! questa e' crudelta' bella e buona"  dissi io cosi incazzata da strizzare il mio brik di the' freddo per fortuna vuoto prima di buttarlo nel cestino.

"Ora capisco perche' Gold ha sempre quell'aria da funerale: chi puo' biasimarlo? prima perde la moglie e poi il figlio e per di piu' si ritrova il rivale come collega: certo che se si presenta la sua ex finisce a botte"  rincaro' Lavinia mentre suonava la campanella.

"Mah, onestamente non ce lo vedo a picchiare nessuno"  disse Rebecca

"La rabbia e la disperazione insieme sono letali credimi e per di piu' lui ha l'aria di uno che non lascia sfogare troppo le sue emozioni con quell'aria da azzeccagarbugli dei poveri, quindi elevando tutto cio' al cubo beh credo che la bomba H sia niente in confronto"  avevo concluso io tirando fuori i libri.


"Per fortuna non si e' mai verificato niente del genere"  pensai io mentre chiudevo lo zaino con rabbia,  tutti sapevano che non sopportavo le ingiustizie di alcun tipo.

"Se quella dovesse presentarsi Gold non farebbe in tempo ad alzare il bastone che ci ho gia' pensato io a rispedirla a casa sua a calci in culo, questo se e' fortunata"

Credo che poco dopo la mia scoperta questa si venne a sapere in tutto l'istituto: non so cosa ne pensassero i nostri compagni, certo la maggior parte delle ragazze sbavavano dietro a Jones, io se all'inizio ci avevo pensato, lo ammetto, da quel momento cominciai a nutrire un sordo rancore nei suoi confronti e con me le altre.

Ora capivamo il perche' di quegli sguardi pieni d'odio e non potevamo che solidarizzare con Gold cosi' ingiustamente bistrattato dalla vita, speravamo che prima o poi si sarebbe preso una qualche rivincita.



angolo autrice: secondo capitolo random XD ora conosciamo quasi tutti i professori e ho voluto tener buona la storia di Milah e Bae, se ora le nostre quattro amiche si limitano a raccontare ed "osservare" i fatti vedrete che presto ci sara' tempo per l'azione.

un grazie a Nimel, Jarmione, Dora93 e Samirina ^_^

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Capitolo 3
*** l'incarico ***


L'incarico Ho sempre avuto dei gusti poco ortodossi sui vestiti se cosi si puo' dire.

Alle volte jeans e maglioni altre gonna e vestiti in inverno, d'estate magliette, pantaloncini o gonne e/o vestitini.

Altre volte ancora uscirei con le prime cose che trovo nell'armadio senza neanche truccarmi.

In classe, e piu' in generale nella scuola pare si sia stabilito una sorta di tacito accordo secondo il quale a scuola si viene vestiti "in un certo modo" ovvero: jeans e maglioni e/o felpe, magliette.

Gia' se ti presenti con gli stivali ti guardan male e non mi riferisco ai professori.

Di noi quattro l'unica che non ho mai visto in gonna era Miriam noialtre ci sbizzarrivamo quasi ogni giorno, fossi stata da sola mi sarei forse fatta piu' problemi, ma insieme ci spalleggiavamo a vicenda.

L'anno precedente avendo deciso di sconvolgere tutti, mi ero presentata il primo giorno dell'ultima settimana di scuola prima dell'estate in total black: maglietta aderentina a maniche corte, leggins, gonnellina a balze, guanti di pizzo al gomito e persino ombretto e lucidalabbra con l'eccezione delle infradito color argento, non vi dico le facce degli altri quando entrai in aula, indimenticabile fu il commento di Gold:

"Non sapevo stessero girando un film di Tim Burton qui vicino"

disse entrando in classe, onestamente non seppi come prenderlo visto che con lui non sai mai se scherza o se e' serio pero' non notai una volonta' maligna in quelle parole anzi, mi sembro' di notare un lampo di divertimento nei suoi occhi, al che replicai senza nemmeno pensarci:

"si, mi han scelto come protagonista"

per poi pentirmene immediatamente.

Pensai, nell'ordine:

1) ora mi spedisce dalla preside
2) ora mi mette la nota sul registro
3)no, me la mette sul diario
4) mi spedisce dalla preside dopo aver fatto entrambe le cose
5) fara' chiamare i miei
6) no, prima mi mena
7)  zitta tu mai eh???!

Non solo non fece niente delle cose sopraelencate ma mi sorrise persino, roba da segnarselo sul calendario, l'unica altra volta che l'avevo visto sorridere dopo la prima verifica.

Fu in quel momento che capii che le sue punzecchiature erano provocazioni, le diceva a tutti certo ma in qualche modo VOLEVA che gli si rispondesse, in effetti a parte noi quattro e pochi altri eran tutti delle tali amebe che proprio torto non l'aveva.

Per completare il quadretto qualche settimana prima mi ero pure fatta rossa: da piccola ero bionda poi mi si sono scuriti e ho cominciato coi colpi di sole, peccato tornassi dal mare con tre colori in testa, cosi chiesi consiglio alla mia parrucchiera ed optai per il rosso.

"Lasciali perdere: sembri la tizia di X-files, stai bene sul serio"  si affretto' a dire Lavinia vedendo i miei occhi dardeggiare pericolosamente  all'indirizzo dei miei compagni.

Tornando al presente, eravamo al secondo intervallo, quello delle 11.50 quando andai in bagno e sentii due ragazze piu' piccole parlare davanti allo specchio:

"oh sai l'altro giorno ho visto un vecchio film"

" davvero? quale?"

"profondo rosso"

"e di quanti anni fa e'?"

"mah...inizio anni 90 credo"

Iniz...anni...90...

Ora.  Se c'e' una cosa che detesto e' l'ignoranza: ok che queste avranno quindici anni ma santo cielo, non sei nemmeno capace di leggere una data su un dvd?  o di cercartelo su internet? 1-9-7-5  non mi sembra cosi difficile!

"Perla calmati!" mi dicono le altre vedendo che comincia a girarmi la testa di 365 gradi come Regan ma anche Rebecca ha uno sguardo che le fulmina all'istante essendo horrorofila come me.

Torniamo in classe, lezione di francese prima di cominciare pero' la prof esordisce cosi: " come sapete io sono la responsabile della biblioteca scolastica e cerco due volontari che se ne occupino una volta la settimana: dovrete fare in modo che i vostri compagni leggano e che i libri siano restituiti in fretta".

"Tze, dice niente prof! qui la maggior parte della gente piuttosto che leggere qualcosa che non sia Twilight si taglierebbe un braccio"  pensai  alzando la mano insieme alle ragazze,  la prof scelse me e Rebecca dicendoci di fermarci dopo le lezioni che ci avrebbe spiegato quali sarebbero stati i nostri compiti.

Quando suono' la campana chiamai i miei spiegandogli che sarei rincasata piu' tardi dopodiche' mi recai in biblioteca con Rebecca: era piuttosto grande e c'era molta varieta' di scelta per essere di una scuola io pero' c'ero stata poche volte fortuna che ora avevo il tempo di rimediare.

La prof ci spiego' come catalogare i libri sul computer e come ordinarli sugli scaffali, circa una volta al mese ne sarebbero arrivati di nuovi e avremmo dovuto sistemarli.

"Non preoccupatevi: ci saro' anche io con voi specialmente i primi tempi, vi daro' una mano.  Immagino che vi piaccia leggere: qual'e' il vostro libro preferito?" ci chiese

"1984, George Orwell" risposi

"il fantasma dell'opera di Leroux" disse Rebecca

"Pero'! complimenti" si congratulo' la French

"Ho sempre amato leggere, sin da bambina: eppure la maggior parte della gente mi chiedeva e mi chiede tuttora come faccia a leggere di continuo, ormai saranno dodici anni che me lo dicono: non e' mai stato facile difendere il mio hobby"  dico accomodandomi su una sedia

"E' vero: in Italia quando dici che ti piace leggere ti guardano come se fossi un marziano, ma d'altronde se alla gente piace essere ignorante..." ribatte' Rebecca sedendosi accanto a me, la prof annuisce mentre io continuo "una volta in libreria sfogliai un volume scritto da una professoressa universitaria: diceva che in molti non leggono semplicemente perche' non sanno farlo poiche' evidentemente a scuola si e' stati abituati a testi troppo elementari senza contare che spesso si legge solo per diritto di nascita ovvero se in famiglia gia lo fanno e cosi..."

"...il massimo che molti sarebbero in grado di leggere sono i libriccini che i neonati mettono in acqua"  aggiunse Rebecca facendoci ridere tutte e tre.

"Almeno non c'e' Twilight, son proprio curiosa di vedere cosa e se verranno a scegliere i nostri compagni"  commentai mentre tornavamo a casa.

"Pare che sia stata la Mills a vietare che ci fosse"  disse Rebecca

"Una volta tanto ci prende anche lei"  sospirai, non sapevo perche' ma avevo la sensazione che ci saremmo divertite.


angolo autrice: il libro che cito e' "l'italia dell'ignoranza"  di Graziella Priulla  e una volta mi sono davvero vestita come dico ma non al liceo, se l'avessi fatto mi avrebbero linciato: ci sono andata all'universita' cosi, idem per i capelli rossi.

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Capitolo 4
*** Tale as old as time ***


Tale as old as time Ultima ora del giovedi, lezione di ginnastica: il vantaggio e' che alla fine ce ne possiamo andare a casa e lavarci, lo svantaggio che, ok ti sgranchisci le gambe ma dopo cinque ore sei talmente fuso che solo il giro di corsa della palestra ti pare la maratona di New York.

"Sapete che Graham e la Mills si sono mollati?" bisbiglio' Miriam affiancandomi

"Bene! spero l'abbia lasciata lui e anche mandata affanculo" ribattei io soddisfatta: evidentemente il prof si era accorto di aver preso una solenne cantonata

"Se e' cosi' puoi giurarci che lei si vendichera': quella non lascia correre su niente" disse Lavinia che con Rebecca correva davanti a noi.

"Basta chiacchere! su ragazzi, ancora cinque giri e potete andare"  Albert Jefferson, il nostro prof di ginnastica non e' male, ma alle volte pare che abbia la luna storta e ci fa trascorrere la lezione piu a correre che altro: e' vero che a parte un paio di spalliere e la rete di pallavolo non e' che ci sia poi molto da utilizzare e poi non amo molto giocare a pallavolo, ma neanche correre per quasi un'ora di fila e' cosi divertente.

"Intanto che siamo in tema: avete notato come Gold guarda la French ultimamente?"  chiese Rebecca mentre entravamo nello spogliatoio.

"In effetti li ho beccati un paio di volte a parlare insieme a ricreazione ma non vuol dire niente: tra colleghi si chiacchera no?"  disse Lavinia.

"Puo' darsi: ma lui non mi e' mai sembrato di molte parole quindi, stando cosi' le cose e se due piu' due fa quattro..."  cominciai io a mo' di spiegazione mentre mi vestivo.

"Dici che si piacciono? magari, sarebbero una splendida coppia"  disse Miriam in tono sognante.

"Scusate, non vorrei fare la guastafeste ma non e' che in realta' vorrebbe solo ehm..."  comincio' Rebecca

"...portarsela a letto? no, non credo: Gold avra' tanti difetti ma mi sembra uno che le donne le rispetta"  completai io mentre cercavamo di rimanere vicine nonostante la folla dell'ingresso.

Appena uscita vidi una bimba sui nove anni con un giubbotto blu appoggiata al muro con in mano uno zainetto, li per li pensai che fosse la sorellina di qualcuno, non era la prima volta che la vedevo   "Ciao, aspetti qualcuno?"  le chiesi sorridendo  "si, il mio papa'" mi rispose

"tra poco arrivera' sicuramente: come si chiama?"  le chiese Miriam

"Albert" rispose la piccola,  noi quattro ci guardammo "ah ho capito: sei la figlia del prof Jefferson?"  chiese Lavinia,  la bambina annui'.

"Noi siamo delle alunne del tuo papa'"  le dissi chinandomi verso di lei   "Oh eccoti qui: salve ragazze"  senza che ce ne accorgessimo il prof era arrivato alle nostre spalle  "dobbiamo andare, saluta le signorine Grace"    "ciao"  disse lei mentre si allontanavano   "com'e' carina quella bimba: somiglia molto a suo padre"  commentai.

Entrammo al solito bar e una volta fatte le ordinazioni dissi:  "certo che, per quanto riguarda Gold e la French se la Mills lo viene a sapere quei due son fritti"    "adesso che si e' lasciata con Graham poi, stai sicura che non perdera' occasione pur di mettergli i bastoni tra le ruote"  disse Miriam,   "puoi dirlo forte: guarda solamente che casino ha messo su per David e la Blanchard"  convenne Lavinia,  io non dicevo niente ma non ero affatto tranquilla: se le nostre supposizioni si fossero rivelate esatte sarebbero stati guai seri per i nostri insegnanti.

Nei giorni seguenti  ad ogni buon conto cercammo, con la massima discrezione di tenere d'occhio i due anche se non avremmo potuto fare niente, e poi se anche fosse successo qualcosa meglio per loro no? Certo che con la Mills in giro...

"Ma secondo me lui non prendera' mai l'iniziativa: non penso che sia timido ma sai, lei e' piu giovane e lui..."  aveva iniziato Lavinia durante un cambio d'ora

"hanno dieci anni di differenza e' vero, ma diamine trenta e quarant'anni non sono quindici e venticinque! dici che e' per via del bastone?"  dissi io prendendo il libro di storia dallo zaino

"Secondo me lui non fara' niente perche' e' persuaso che se vorra' stare con lui e' perche' gli fa pena ed orgoglioso com'e'..."  aveva continuato lei.

"Non vi sembra la storia della Bella e la Bestia in un certo senso?"  ridacchio' Miriam

"Gold non e' un mostro"  obietto' Rebecca

"il guaio e' che pensa di esserlo"  sentenziai io sottovoce mentre entrava la prof Blanchard.


Il primo di dicembre come ogni venerdi dopo pranzo io e Rebecca ci trovammo in biblioteca,  erano arrivati dei libri da sistemare e c'eravamo solo noi:  devo dire che ero rimasta piacevolmente sorpresa era venuta molta piu gente di quanto credessi certo, nessuno della mia classe ma non potevamo lamentarci anche se con l'avvicinarsi delle vacanze di natale sfiora ad entrambe il dubbio che vengano a prendersi i libri per la scuola e non per piacere personale.

"Quanti ne abbiamo ancora?"  chiedo a Rebecca riponendo altri tre libri  "due scatole"  mi risponde lei,   "ma cavolo, proprio oggi la prof doveva mollarci qui sole? grazie della fiducia ma..."  faccio io,  "ti va qualcosa da bere?"  le chiedo  "si grazie, una limonata andra' bene"  mi risponde dandomi la moneta per la macchinetta io la prendo e attraverso la biblioteca di corsa quando sento dei rumori,  "strano che ci sia ancora qualcuno"  penso avviciandomi piano alla porta che da' sul corridoio rimanendo pero' dietro uno scaffale e cio' che vedo mi fa restare di sale.

Gold e la French che si baciavano!


"Allora avevamo ragione, che belli che sono insieme: son proprio contenta per loro"  penso intenerita e commossa pur sentendo una fitta di paura dentro di me pensando a quante ne avrebbero dovute passare se fosse giunto agli occhi o alle orecchie della preside.

Evidentemente persi la cognizione del tempo perche' dopo un po' vidi Rebecca a poca distanza da me e le feci segno di non fare rumore,  quando li vide fece tanto d'occhi  io la presi per mano e ci allontanammo in silenzio.

"SI BACIAVANO???"  circa mezzora dopo avevamo finito di sistemare i libri e ci eravamo trovate nonostante il freddo nella piazzetta davanti a casa mia insieme a Miriam e Lavinia che avevano quasi urlato in coro quelle parole.

"Certo che almeno una foto col cellulare potevamo farla" sbuffo' Rebecca

"Ma dai, non siamo mica stalkers"  avevo ribattuto io

"Ma con la lingua o senza?"  chiese Miriam in tono malizioso

"Ma che ne so! saranno affari loro no?? comunque non mi pare" dissi io.

"Sono proprio una bella coppia: ce li vedo benissimo insieme" aggiunse Lavinia

"Anche io ma ho paura per loro: quanto credete che ci mettera' la Mills  a scoprirlo? quella pare avere occhi ed orecchie dappertutto e quando succedera' saran casini vedrete" dissi alzandomi per buttare il bicchiere di carta da cui avevo bevuto il caffe' in un cestino poco distante.

Con una del genere come prof e preside bisognava stare in campana sempre e comunque ventiquattrore su ventiquattro, per quanto ne potesse dire mia madre sembrava proprio il tipo di persona che godeva nel far soffrire il prossimo.

"Ma troverai pane per i tuoi denti!"  pensai io con stizza.



angolo autrice: ed ecco introdotto anche Jefferson, dato che in ouat di famiglie sventurate c'e' ne sono fin troppe almeno qui ho voluto farlo vivere tranquillo con la figlia.

Molti di voi aspettavano la Rumbelle ed eccovi accontentate (detto cosi pare un cognome vero e proprio) purtroppo i nostri amici non avranno vita facile ma tutto si risolvera' per il meglio vedrete.

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Capitolo 5
*** I love it when a plan comes togheter ***


i love it when a plan comes togheter Le vacanze di Natale arrivarono e passarono, noi quattro dopo aver passato quei due-tre giorni canonici ognuna con la propria famiglia strafogandosi di ogni ben di dio ci ritrovammo per Capodanno in un locale: negli ultimi giorni avevamo attuato una stretta sorveglianza nei confronti di Gold, della French e della preside senza farcene accorgere ovviamente: purtroppo pero' accadde l'inevitabile, durante un intervallo vidi la preside che li scrutava mentre parlavano  "li guarda come un serpente velenoso guarda la sua vittima"  pensai.

"Dite quello che volete ma scommetterei cinquecento euro sul fatto che appena torniamo la preside fara' vedere i sorci verdi a quei poveretti" dissi mentre sorseggiavo il mio Long Island


"Ma anche l'ultimo dell'anno dobbiamo pensare alla Mills?"  sbuffo' Miriam

"Su, pensiamo a divertirci per adesso" disse Lavinia poggiando il suo Cuba libre sul tavolo.

Aveva ragione, era inutile lambiccarsi il cervello in quel momento, tantopiu' che ancora non sapevamo se avesse delle intenzioni in tal senso e quali fossero, decisi di pensare a divertirmi per il momento.

Le lezioni ricominciarono e sfortunatamente ci avevo visto giusto dato che un venerdi' Miriam entro' in classe sconvolta: "Non ci crederete ma Perla ci aveva preso in pieno: salendo sono passata davanti alla presidenza e ho sentito la Mills parlare con qualcuno al telefono di una lettera di trasferimento, ho aspettato nascosta in un angolo e poco dopo ha riattaccato e sono arrivati Gold, la French, la Blanchard e David: avevano una faccia..."

"Non puo' trasferirli tutti! che scusa s'inventera'? e poi con la crisi che c'e' trovali tu altri tre insegnanti a meta' anno scolastico"  s'indigno' Rebecca

"Infatti nella telefonata parlava solo della French e della Blanchard, ho sentito che diceva: "cosi capirete chi comanda qui"  e dovevate vedere che sorriso vittorioso aveva!"  continuo' Rebecca sedendosi  "quando sono usciti ha richiamato quello o quella con cui parlava prima e l'ho sentita blaterare qualcosa a proposito di quella lettera ..."

"QUELLA LURIDA TROIA, PUTTANA ARPIA VIGLIACCA!!!"  fortuna che eravamo arrivate presto e c'eravamo solo noi perche' poco ci manco' che le ragazze mi saltassero addosso per calmarmi: parevo posseduta tanto ero arrabbiata.

"Non la passera' liscia, ci penseremo noi!"  dissi cominciando a calmarmi e lasciando fluire liberamente le idee

"Noi?? e come? dico, non vorrai mica andare a frugare in presidenza in cerca di quella lettera vero?" mi chiese Lavinia allarmata.

"Certo che no: ma qualcosa mi verra' in mente"  dissi mentre cominciavano ad arrivare i nostri compagni

"Oh no, sta avendo un attacco di jazz"  disse Rebecca.

Uno dei nostri sopprannomi era "l'a-team" e pare che io fossi stata paragonata ad Hannibal, il leader del gruppo il quale, quando aveva delle idee per i suoi piani nelle varie missioni i suoi compagni definivano quel momento con le parole della mia amica.

Quando all'ultima ora arrivo' Gold notai che aveva un'aria strana, diversa dal solito: lo guardai bene negli occhi,  erano molto arrossati come se avesse...

"...pianto"  mi bisbiglio' Lavinia  "magari e' solo stanco ma io non credo alle coincidenze"  replicai io.  Povero prof! non se lo meritava per niente quel trattamento, giuro che avrei voluto abbracciarlo.

Alla fine delle lezioni venne a prendermi mia madre: "ciao, prima e' uscita la tua preside e mi ha salutato, sara' severa ma a me sembra simpatica"  disse quando entrai in macchina.

"Quanto un cactus nel culo certo " completai mentalmente.

Nei giorni seguenti passai molto tempo su internet a cercare informazioni e contemporaneamente a rimuginare su come agire:

"Tu hai visto troppi telefilm cara mia! come puo' venirti in mente una cosa del genere?? e' un reato lo sai??"

"Sara', ma e' l'unico modo."  conclusi tra me e me.

Per colmo di disgrazia qualche giorno dopo ci avvisarono che il 29 del mese sarebbe arrivato l'ispettore scolastico.  Decisi che a pranzo avrei parlato del mio piano alle ragazze, ormai non c'era piu tempo per pensare, bisognava agire.

"Ragazze, dobbiamo darci una mossa: non solo quella lettera deve sparire ma dobbiamo fare anche in modo che la Mills non parli mai con l'ispettore, altrimenti l'effetto sarebbe il medesimo"  esordii dopo aver bevuto un sorso d'acqua.

"Ok, ma che possiamo fare, rapirla forse?" mi chiese Rebecca perplessa.

"Innanzitutto non agiremo a scuola e non tutte e quattro assieme: e' troppo rischioso,  lo faremo solo noi"  dissi indicando me stessa e Lavinia

"ma dove?? e come??" mi chiese lei.

"Tu non abiti poco distante dalla preside?"  le chiesi e lei annui'.

"Bene, mi sono informata: simili documenti hanno valore legale solo se cartacei e spediti al ministero per posta  ergo non c'e' pericolo che utilizzi la mail, poi dovrebbero essere firmati non solo dalla preside ma anche dalla French e dalla Blanchard..."

"E che problema c'e'? tanto non firmeranno mai"  disse Miriam

"Non essere ingenua! Le avra' sicuramente ricattate dicendo che se non lo fanno le licenziera' e fara' in modo che non possano piu' insegnare, oppure avra' falsificato la firma"   Odiavo fare la parte della sotutto ma con certa gente non si poteva limitarsi a pensare le cose possibili, era necessario pensare anche l'impossibile.

"Ma e' un reato no? e se la denunciassimo?"  interloqui' Rebecca.

Alzai gli occhi al cielo:  "allora, dato che qui quella fissata coi telefilm sono io ti spiego subito una cosa:  quando in un telefilm gente che ha meno di vent'anni va dalla polizia a denunciare cose simili e' parecchio improbabile che venga creduta a meno che non porti prove inoppugnabili, e questo in America.  Se lo fai in Italia e hai meno di trentacinque anni devi portare prove piu' che inoppugnabili senno' ti dicono di tornare a giocare con le bambole!"   dissi tutto d'un fiato.

"E se lo dicessimo ai nostri genitori?"  chiese Miriam.

Sospirai   "Ok, allora immaginati stasera a cena mentre dici ai tuoi: mamma, papa' io e le altre abbiamo scoperto che la preside vuol cacciare la prof di letteratura e di francese perche' non le sta bene che abbiano una relazione col bidello e col prof di diritto, per farlo ha falsificato le loro firme su una lettera di trasferimento che spedira' entro pochi giorni e poi parlera' con l'ispettore scolastico che tanto non cambia niente.  Pensi sul serio che ti crederanno?  Se anche gli dicessi che l'hai sentita sicuramente diranno che hai capito male o che ci sara' altro sotto perche' non esistono cose del genere,  evidentemente non hanno idea di cosa sia il mobbing. Mia madre potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi che non mi sia inventata niente forse e sottolineo forse se le portassi la registrazione con la voce della Mills mentre lo dice."  

Mentre le altre mi guardavano riflettendo io continuai:  "No, e' inutile: possiamo contare sulle nostre forze e gia' che siamo in tema a casa non dite niente, comportatevi normalmente che se s'impicciano va tutto a monte,  "stavo dicendo: in quel quartiere davanti alla cassetta della posta c'e' la libreria, ci son stata qualche volta e ho notato una scala antincendio fuori dalla finestra del bagno,  siccome stanno facendo dei lavori non e' mai chiusa come si deve e non c'e' allarme, non dovremmo fare altro che  andarci, nasconderci in bagno aspettando la chiusura e quando non ci sara' nessuno uscire e prenderci quella dannata lettera"

"Cambia spacciatore"  mi disse Lavinia in tono scettico

"E mentre voi andate a giocare a guardie e ladri noi due che facciamo, le belle statuine?"  chiese  Rebecca

"Posso venire da te a dormire martedi?" chiesi a Lavinia

"ma certo, tanto i miei saranno fuori tutta la settimana per lavoro"  annui' lei

"Miriam, credi sia un problema per te quel giorno andare a dormire da Rebecca?"  chiesi

"No, si puo' fare"  mi rispose

"Ottimo, cosi' non dovremmo preoccuparci dei nostri genitori, i miei se anche mi chiamassero lo farebbero sul cellulare e avremo via libera"  dissi in tono pratico.

Era giovedi' e non vi nascondo che quei quattro giorni fui tesa come una corda di violino, certo era una pazzia e rischiavamo anche l'arresto se ci avessero scoperte ma era proprio l'ultima spiaggia.  

"E se l'avesse gia' spedita?"  mi chiese Miriam la domenica quando uscimmo tutte insieme.

"No, se l'avesse fatto lo sapremmo credimi: la Mills non e' una che tiene per se' le sue malefatte, una che ama cosi tanto far fare figuracce in pubblico alla gente...l'avrebbe gia' spiattellato ai quattro venti"  dissi io sistemandomi il cappello in testa.

Fortuna che ne' i miei genitori ne' i suoi fecero storie per farci dormire fuori, cosi quel giorno oltre alla cartella avevo una borsa con tutta la mia roba, e uscendo da scuola dicemmo alle altre che appena finito le avremmo avvisate e ci apprestammo a seguire la preside, tanto facevamo la stessa strada.

"Dici che la spedisce subito?"  mi chiese Lavinia mentre ci sedevamo al bar proprio di fronte alla vietta dove c'era la buca delle lettere.

"Non credo ci tocchera' attendere molto: forse un'oretta, andra' pure a casa a mangiare col figlio no?"  risposi leggendo il menu

Difatti circa quaranta minuti dopo la vedemmo ricomparire e imbucare una busta bianca, giuro che feci una fatica assurda per evitare di correre dall'altra parte della strada e buttarla sotto una macchina, ma mi trattenni: ancora poche ore e quella storia sarebbe finita.

Dopo aver gironzolato un po' c'infilammo nella libreria tenendoci il piu' possibile vicino ai bagni dove sgattaiolammo pochi minuti prima della chiusura,  alle 19 si spensero le luci ed uscimmo.

" Ho sempre sognato una roba del genere"  dissi in estasi mentre rientravamo nell'ingresso totalmente nell'oscurita'   "E dobbiamo starcene qui al buio per quanto?"  ribadi' Lavinia.

Sorridendo tirai fuori due torce elettriche dalla borsa "no, non al buio...beh direi almeno fino a mezzanotte cosi siam sicure che in giro non ci sara' nessuno"

"MA SEI IMPAZZITA?? cinque ore al freddo e senza mangiare??"   quasi urlo' la mia amica

"In effetti per il freddo non posso fare nulla... ma per il mangiare si"  e tirai fuori due panini di quelli che vendono confezionati al supermercato.  

Mentre mangiavamo mandai un sms a Rebecca dicendole che per ora andava tutto bene e prendemmo un caffe' alla macchinetta e trascorremmo il tempo leggendo qualcosa qua e la'.

Quando fu mezzanotte e dieci sbirciai tra le imposte per controllare che non passasse nessuno e feci segno a Lavinia di seguirmi in bagno: dentro uno dei gabinetti c'era una finestra, per nostra fortuna non altissima da cui raggiungere la scala ed uscire.

"Aspetta: prima mettiti questa"  le dissi mostrandole due parrucche che tenevo in borsa una nera riccia e l'altra bionda e liscia.

"si, e poi?"  ribadi' lei ironica  " ascolta: non passa nessuno e' vero: ma se qualcuno ci vedesse almeno lo trarremmo in inganno, non so se ti e' sfuggito ma se ci beccano rischiamo la galera" insistetti io   "e va bene!"  sbuffo' lei infilandosela mentre io l'imitavo.

Si arrampico' Lavinia per prima e quando fu fuori le passai borsa e zaino  "accidenti che freddo! ma se voleva fare questa porcheria non poteva aspettare aprile-maggio la preside?? doveva proprio farla durante i giorni della merla?"  sbotto' mentre mi dava una mano ad uscire.

"No, perche' dopo la prima settimana di febbraio non si puo' far trasferire piu' nessuno per legge"  risposi cercando di tenermi salda ma rabbrividendo dal freddo,  quando finalmente raggiunsi la finestra praticamente le finii addosso: "sei proprio un impiastro" mi redargui' Lavinia ridendo  "oh senti, non sono mai stata un granche' come atleta e poi siam giuste no? io la mente e tu il braccio"  ribattei rialzandomi.

Corremmo giu' per la scala facendo ben attenzione a che non passasse nessuno e raggiungemmo la cassetta,  "Non mi dirai che hai anche un cacciavite o roba simile per scassinarla..." disse Lavinia mentre l'illuminavamo con le torce.

"Esagerata, no mi limito a questa"  dissi estraendo una chiave dalla tasca anteriore della borsa.
lei mi lancio' uno sguardo dubbioso.

"Mia zia e' la direttrice dell'ufficio postale qui vicino ed e' capitato che al venerdi' passassi da lei perche' a mia madre non piace che torni col buio, quindi mentre aspettavo mio padre le sbrigavo delle commissioni: nel suo ufficio ci sono tutte le chiavi attaccate al muro ognuna col numero della cassetta ed il nome della via,  cosi' mentre mi mandava in giro a farle la spesa ho preso questa e l'ho fatta duplicare dal ferramenta, roba da un'oretta, l'originale gliel'ho lasciata e mi son tenuta la copia"  spiegai mentre cercavo la serratura.

"Ma sei diabolica! se fossi vissuta all'epoca del fascismo avrebbero faticato non poco con te"  disse la mia amica meravigliata e aggiunse " ricordami di non farti mai arrabbiare".

"E' a fin di bene"  risposi armeggiando con la chiave  "lo dicevano anche i nazisti"    "si, ma loro non dovevano aiutare i loro insegnanti alle prese con una preside sociopatica" .

La serratura scatto' e un'ottantina di lettere uscirono dall'apertura, scovare quella giusta non fu semplice ma dopo qualche minuto la trovammo:  "Eccola!"  esultai io.  "dai rimettiamo tutto dentro e torniamocene a casa prima che qualcuno se ne accorga"  ribadi' Lavinia.

Mentre tornavamo a casa mi disse: "e se domani la preside parla con l'ispettore?"  camminando svoltai a destra e guardai in giro, faceva freddo ed eravamo le uniche per strada: "quella non ti sembra la macchina della Mills?"  le chiesi indicando una Volvo nera.  "eh si, e' quella, ma che vuoi fare?"   "ho letto sul giornale che in questi giorni nel quartiere ci son stati molti casi di auto con le gomme tagliate, volevo aggiungerne una alla lista"  dissi ghignando e togliendomi dalla tasca un coltellino svizzero che mio padre teneva nel cassetto senza usare mai.

"Aspetta un attimo: ma domani non c'e' sciopero dei mezzi?"  mi chiese Lavinia, ma sapevo che aveva capito tutto  "esatto: quindi tempo che la Mills arriva e' passata un'ora, l'ispettore sara' gia li alle nove e per spiegargli come funzionano le cose la' dentro Graham basta ed avanza"  dissi mentre tagliavo tutte e quattro le gomme in modo che rimanessero a terra.

"Fantastico, quindi e' tutto a posto: ma di quella che ne facciamo?"  mi chiese una volta a casa sua  "la mostriamo alle prof: e' giusto che lo sappiano"  risposi svestendomi.

Una volta in pigiama chiamai Rebecca: "sai come diceva Hannibal? "i love it when a plan comes togheter: vado pazzo per i piani ben riusciti"  dissi appena sentii la sua voce

"Non ci credo, ce l'avete fatta??"  disse sorpresa.

"Si, anche se per quella parrucca se passava qualcuno ci scambiava per trans"  disse Lavinia ad alta voce mentre dall'altra parte sentii un tonfo  "che e' successo?"  chiesi  "no, e' che Miriam e' caduta dal letto dalle risate"   "oh scusa"  dissi io  "e poi si son mai viste due trans struccate e in  tuta? vabbe' ci vediam domani, notte"  aggiunsi riattaccando.

Il mattino dopo alle 7.45 eravamo gia' in classe e avevo mostrato alle altre la lettera: per prudenza me l'ero nascosta sotto i vestiti,  la preside, come previsto non arrivo' prima delle 9.20 quando l'ispettore se n'era andato da un pezzo dopo aver trascorso col vicepreside meno di un'ora.  Vi lascio immaginare la sua faccia quando l'incrociai a ricreazione: credo che nemmeno Napoleone avesse quell'espressione dopo la sconfitta a Waterloo.

"Alla fine delle lezioni rimanete in classe voi quattro"  ci disse Gold in un tono che non prometteva niente di buono.

"Che abbia capito qualcosa?? ma come diamine avra' fatto?? cos'e', lavora per il Sismi? ha del Pentothal nella valigetta?"  pensai stupefatta, poi pero' mi dissi che data la nostra reputazione come gruppo, e il disprezzo che avevamo per la preside forse non era cosi difficile da intuire...

"Dunque, la preside voleva trasferire le professoresse mediante una lettera, oggi doveva venire l'ispettore e lei era assente, perche' pare che le abbiano tagliato tutte le gomme della macchina, non so perche' ma penso che voi c'entriate qualcosa"  esordii Gold mentre sia noi quattro che tutti gli altri interessati eravamo soli in aula.

"Vi spiegheremo ogni cosa ma non qui,  andiamo al bar di fronte"  risposi io in tono grave.

Il bar a quell'ora era piuttosto affollato ma il barista ci diede una saletta dove poter stare tranquilli, cosi mentre ordinavamo ci ritrovammo a spiegare ai prof e a David tutta quella faccenda sotto i loro sguardi attoniti,  quando venne fuori la storia delle parrucche tutti risero di cuore, a Gold usci' persino di bocca l'acqua che stava bevendo finendo tutta addosso al bidello e facendo triplicare le risate.

"Ma e' una follia! vi rendete conto di quanto avete rischiato?"  proruppe la Blanchard indignata.

Pensai che solo per essere li a ridere con loro l'avrei rifatto non una ma altre mille volte.

"Sappiamo perfettamente di aver rischiato grosso ma nella nostra scuola ci sono poche cose belle e voi che vi volete bene e' una di queste"  spiegai tranquillamente.

"Voi non potevate fare nulla perche' rischiavate il licenziamento, cosi abbiamo deciso di pensarci noi"  aggiunse Miriam.

"Non crediate signorine che questo vi garantira' buoni voti"  sentenzio' la French in tono severo.

"Non l'abbiamo fatto per quello, e comunque fino all'anno prossimo la preside non potra' fare piu niente"  dissi estraendo la famosa lettera.

Rimasero tutti sbalorditi:  "ma io non ho mai firmato niente del genere!"  "nemmeno io!"  vidi Gold scrutare quel foglio come neanche aveva scrutato Jones.

"Io direi di distruggerla e di non dire niente, se mai dovesse succedere qualcos'altro la denunceremo tutti insieme"  propose David e tutti approvammo.

"Facciamo cosi: tutta questa faccenda rimarra' tra noi ma voi dovete prometterci che non farete piu niente del genere, intesi?"  disse la prof Blanchard mentre tutti ci stringevamo le mani e noi giuravamo.

Mentre tornavo a casa pensai che forse qualche similitudine tra telefilm e vita reale c'era: se si rimaneva uniti nessuno avrebbe potuto sconfiggerci.


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Capitolo 6
*** Un pessimo incontro ***


un pessimo incontro Dopo qualche giorno era chiaro ormai che la storia della lettera era diventata di pubblico dominio almeno nel corpo docenti, per fortuna erano stati molto attenti a non farsi scappare nulla ne' con la preside ne con i compagni.

Ci sembrava inoltre che ci guardassero in modo diverso ma nei fatti non era cambiato nulla: la French continuava ad essere buona e gentile e Gold ad essere, all'apparenza, gelido e severo con quel suo sarcasmo cui ormai eravamo abituate.


"Non so voi ma io sto godendo di brutto"  sogghigno' Lavinia un giorno a ricreazione mentre la preside guardava i due come se volesse spellarli vivi, noi annuimmo: era una tale soddisfazione vederla tremare di rabbia senza che potesse fare nulla per cambiare le cose!

Ancora non lo sapevamo ma presto ci saremmo ritrovate ad affrontare tutt'altro tipo di problemi...

Un giorno vedemmo arrivare la French a lezione con una faccia molto strana.

"forse e' solo stanca"  pensai quella volta

Giorni dopo stessa situazione,  "dite che ha litigato con Gold?"  ipotizzo' Lavinia

"non credo, li ho visti parlare prima delle lezioni" intervenne Miriam.

Alla terza volta che la vedemmo con quello sguardo capimmo che doveva per forza esserci sotto qualcosa ma non facemmo in tempo a parlarne che durante l'intervallo li vedemmo discutere ma non afferrammo subito se stessero litigando o meno, pareva anzi che lei non volesse dirgli qualcosa, c'interrogammo con lo sguardo senza sapere cosa dirci.

"Accidenti, dev'essere successo qualcosa di serio"  borbotto' Rebecca all'uscita

"forse, ma stavolta direi di lasciarli nel loro brodo a meno che la cosa non riguardi la preside" ribatto io mentre loro mi guardan male  "non vorrei ci prendessero per impiccione" mi affretto ad aggiungere.

Camminando prendiamo una vietta solitamente poco frequentata che utilizziamo come scorciatoia quando ci sembra di sentire delle urla dal fondo della via,  ci avviciniamo e vediamo un uomo piuttosto grasso che inveiva contro due figure familiari:

"sta' lontano da mia figlia porco!"  urlava

"Adesso basta papa'! vattene!!!" lo rimbecco' una voce femminile

"Ma non sono Gold e la French quelli?"  disse Miriam mentre ci nascondevamo dietro un palazzo

"La faccia finita, sua figlia e' un'adulta e ha diritto di fare quello che le pare" gli ringhio' il prof, il suo tono di voce era calmo ma non lasciava presagire niente di buono.

Noi osservavamo la scena a bocca aperta senza sapere cosa fare quando l'uomo afferro' la figlia per un polso tentando di trascinarla via ma Gold l'anticipo' sferrandogli una bastonata allo stomaco.

"Questa me la paghi bastardo!"  rantolo' scagliandosi di nuovo verso di loro ma io mi ero chinata ed avevo afferrato un grosso sasso: dato che stavano rimettendo a posto la strada ve n'erano parecchi sconnessi, mi ero avvicinata e gliel'avevo lanciato contro colpendolo alla spalla.

"E' sordo per caso?? non mi pare che sia gradito qui percio' alzi i tacchi"  dissi ad alta voce mentre i nostri insegnanti erano ammutoliti dallo stupore.

"Tu di cosa t'impicci mocciosa??"  mi disse avvicinandosi minacciosamente quando lo raggiunse un'altra raffica di sassi anche se non tutti andarono a segno.

"Sapete, credo che il signore qui voglia finire la giornata al pronto soccorso, voi che ne dite ragazze?"  disse Miriam in un tono a meta' tra l'ironico ed il bellicoso mentre ci preparavamo a tirargliene ancora,  l'uomo tento' qualche altro passo ma un grosso ciottolo scagliato da Rebecca lo colpi' dritto in fronte procurandogli un taglio sanguinante e solo allora continuando ad urlarci contro se ne ando'.

"Tutto a posto prof?" chiese Lavinia mentre li raggiungevamo

"si, ma voi non avete altro da fare che seguirci?"  ribadi' Gold severamente

"giuro che non vi stavamo seguendo: e' che e' la via piu veloce per tornare a casa per noi" precisai.

Vedendo la French ancora sotto shock Rebecca le si avvicino' e poggiandole una mano sulla spalla le chiese: "volete venire a mangiare con noi cosi si calma?"  annuirono entrambi e andammo al solito bar.

Ci accomodammo ad un tavolo e fatte le ordinazioni spronammo la prof a confidarsi:  "Come avrete capito quello era mio padre, ho sempre vissuto con lui dalla morte di mia madre avvenuta quando avevo solo sei anni, purtroppo e' sempre stato un violento e da quando mia mamma se ne ando' comincio' a bere"  disse asciugandosi gli occhi.

"Ma non ha mai provato a farsi aiutare..."  comincio' Miriam

la prof sospiro':  "no, e' sempre stato un gran testardo e ha sempre rifiutato qualsiasi tipo d'aiuto: io per colpa sua non ho mai avuto relazioni serie,  quando ero ragazzina pensavo avesse ragione lui e che io non riuscissi a trovare l'uomo giusto: solo piu' tardi ho capito che non mi avrebbe mai permesso di stare con altri all'infuori di lui, cosi tre anni fa andai ad abitare altrove, nella casa lasciatami da una zia materna....scusate se vi ho coinvolte nei miei problemi"

"Non si preoccupi, anzi, fa bene a sfogarsi"  la rassicurai io sfiorandole la mano.

"Vuoi venire a stare da me per un po' Annabelle? non vorrei ti aspettasse sotto casa..."  propose Gold

"No, tranquillo Richard: il portinaio lo conosce e sa che se dovesse presentarsi deve chiamare immediatamente la polizia" gli rispose lei.

Noi quattro ci guardammo e scoppiammo a ridere

"beh? che c'e' da ridere?" ci chiese Gold in tono irritato.

"Scusate, non volevamo mancarvi di rispetto"  rispose Lavinia tra le lacrime.

"e' solo che...v'immaginate la faccia della Mills se lo venisse a sapere?"  aggiunse Miriam che era praticamente sdraiata sul tavolo,  i nostri insegnanti fecero un risolino.

"Per carita'! le verrebbe un colpo"  ridacchio' la French ormai senza piu' lacrime

"Io glielo direi proprio per farglielo venire, un colpo" disse Rebecca facendoci tutti scoppiare in una tale risata che temetti ci buttassero fuori.

Era incredibilmente piacevole parlare con quei due, ormai erano quasi piu' nostri amici che nostri prof.

"Si, cosi quella s'inventa di nuovo qualcos'altro e queste e' la volta buona che le arrestano dopo che intervengono di nuovo: io a farvi lezione in carcere non ci vengo"  disse Gold facendosi serio all'improvviso.

"Stia tranquillo prof, ormai credo che ci abbia perduto le speranze"  dissi io

"Non sottovalutarla Perla, lo sai com'e' la preside..."  mi disse Lavinia in tono d'avvertimento.

" Si, si lo so: ha la mente di Tetsuya ma tutto il resto fa da se'"  ghignai mentre gli altri scoppiavano a ridere nuovamente.

"Oggi andro' a denunciarlo, non voglio piu' vivere cosi'"  annuncio' la French e Gold disse che l'avrebbe certamente accompagnata.

Mentre arrivava quello che avevamo ordinato pensai che se eravamo davvero una specie di a-team quello che stavo provando io in quel momento era ben piu' appagante di qualsiasi somma di denaro.

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Capitolo 7
*** In gita ***


in gita Con l'arrivo di marzo si comincio' a parlare di possibili mete per la gita scolastica: essendo quell'anno Pasqua alla fine di aprile si opto' per l'ultima settimana del mese.

Si decise di andare a Roma in pullman ma ancora non sapevamo chi ci avrebbe accompagnato

"Speriamo siano Gold e la French: allora si che ci divertiremo"  commento' Miriam

"eh davvero! e magari li becchiamo mentre..."  aggiunse Rebecca ridacchiando.

"ma li becchiamo mentre cosa?? ok che sono innamorati ma son mica ragazzini" la rimbeccai ma ridevo anche io.

"Beata lei, vorrei essere al suo posto"  sospiro' Lavinia,  da tempo lei e le altre discettavano sulla bellezza del prof,  non che io pensassi che fosse brutto anzi, ero convinta che avesse fascino da vendere e un'eleganza innata ma per lui provo solo tanta stima ed affetto.

"De gustibus, io onestamente preferisco Graham e Jefferson" dissi bevendo un sorso di succo d'albicocca  

Giorni dopo, durante una lezione  la preside si schiari' la voce e disse: "dunque ragazzi: si e' deciso di portarvi in gita a Roma, saremo io e la professoressa Swan ad accompagnarvi",

Noi quattro a quelle parole ci sentimmo crollare il mondo addosso: non che pensassimo davvero di essere cosi fortunate da avere davvero Gold e la French ma neanche la Mills porca miseria!

"La cosa buona e' che se rompe possiamo vendicarci in mille modi" commento' Lavinia.

Ma alle volte come si suol dire, la fortuna aiuta gli audaci, perche' non ci crederete ma circa una settimana dopo all'ultima ora del venerdi la preside si presento' in classe con un grosso collare dicendoci che il giorno prima l'avevano tamponata e quindi non sarebbe potuta venire con noi.

"Vi accompagneranno la prof Swan e il prof Gold"  disse.

"oh. porca. puttana.!"  fu il nostro pensiero comune mentre Gold ci squadrava con uno sguardo come a dire  "vedete di comportarvi come si deve altrimenti vi mangio vive"

"Dio santo non ci posso credere! che botta di culo abbiamo avuto!" fu il mio commento al suono della campana, fortuna che il prof era gia uscito.

"Ho come l'impressione che ci divertiremo"  disse Miriam sibillina.


Quel giorno a pranzo quando raccontai la novita' mia madre disse: "accidenti che sfiga, passi per la Swan che mi sembra molto dolce ma lui dev'essere un rompipalle...la Mills e' piu' simpatica."  non sprecai neanche fiato a risponderle limitando a pensare  "e' proprio vero che l'apparenza inganna: lui che sembrava il piu' bastardo alla fine e' anche una persona piacevole mentre la preside che sembra gentile e disponibile e' piu' pericolosa di una bomba H"

Finalmente arrivo' il momento di partire:  alle sette meno un quarto di mattina gia c'eravamo tutti, e i prof ci stavano contando prima di farci salire sul pullman,  quando Gold si avvicino' e in inglese ci disse: "ascoltatemi bene voi quattro: comportatevi come si deve, siamo intesi?"  raramente i prof usavano quella lingua per comunicare con noi e quando lo facevano o si trattava di qualcosa di molto serio o di molto grave, che lo facesse lui era ancora piu' preoccupante.   "ma certo"  lo rassicurammo prima di salire.

Il viaggio fu abbastanza tranquillo, ci fermammo appena dopo Bologna e poi ripartimmo,  era quasi mezzogiorno quando il pullman ci scarico' davanti all'albergo "Domidea": a prima vista non faceva affatto schifo,  noi quattro ci affrettammo a raccogliere i nostri bagagli,  una volta risolti i convenevoli alla reception fu il momento di decidere le stanze:   "le camere sono tutte da due e da tre, da quattro c'e' n'e' solo una"  esordi' Gold cominciando a smistare tutti,  ovviamente noi chiedemmo subito quella da quattro  "assolutamente no! tu Gentile starai insieme a Visconti  e tu D'elia con Volturi"  disse indicandoci le porte  "per favore prof, faremo le brave"  quasi lo supplica Rebecca a mani giunte  "perche' no Richard? non mi sembra una cattiva idea..."  interviene la Swan facendoci riaccendere la speranza  "sei pazza?? se lo faccio ci cacceranno sicuramente, hai idea di cosa possono fare queste tutte insieme?"  ribadisce lui alquanto agitato

"Ma se siamo degli angioletti" dissi io in tono innocente"     "con le corna, certo"  risponde  il prof ,   "mica abbiamo i bazooka in valigia"  replica Lavinia  "Non e' questo il punto e sapete benissimo cosa intendo"   dice Gold cercando di darsi un contegno  "preferiresti dare la camera a Parodi, Morando, Galiano e Barone allora?"  sospiro' la prof : in quel momento potei quasi vedere gl'ingranaggi del cervello di Gold mettersi all'opera, in effetti mettere insieme quattro femmine e' meglio di quattro maschi anche se  due di quelle quattro femmine son state nascoste cinque ore al freddo di una libreria per evitare che tu e la tua collega foste separati...

"E  va bene! ma vi avverto: se succede qualcosa vi cambiamo di stanza intesi?"  ci avverti'  noi dopo averlo ringraziato ci precipitammo dentro,  la stanza era piuttosto grande con due letti singoli ed un matrimoniale il quale ce lo accalappiammo io e Lavinia.

Nel pomeriggio prime visite guidate al Colosseo e a Piazza di Spagna, devo dire che non fu affatto male, credevo peggio,  tornammo in albergo verso le 17 e ci dissero di prepararci per cena alle 19, quasi tutti i nostri compagni volevano farsi portare in un locale dopo mangiato a noi invece non andava molto, non con loro almeno.  Piuttosto, volevamo andare in un cinema vicino dove replicavano "Amarcord"  di Fellini, dopo averlo fatto presente ai prof  (ed esserci sorbite una sorta di predica dalla Swan sul fatto che in gita si sta tutti assieme) decisero che lei sarebbe andata al locale mentre lui sarebbe venuta con noi.

Eravamo cosi felici che io tirai fuori I-pod e casse mettendo "Fame"  a tutto volume saltando sul letto: dopotutto erano appena le 17 e di certo in albergo alla fine di marzo non c'e' cosi tanta gente da disturbare no?  Cominciai a saltare sul letto matrimoniale a tempo di musica peccato che dopo qualche minuto entro' la prof a dirci di abbassare.

Una volta uscita lei lo feci, purtroppo alcune canzoni erano gia' "alte" quando le scaricai quindi per quanto abbassassi si sentivano comunque,  ripresi a saltare e a lanciare cuscini insieme alle altre, passarono circa altri venti minuti quando senza volerlo scagliai il cuscino all'indietro, in quel momento mi accorsi che, canzone a parte era calato un improvviso silenzio, mi voltai per capirne il motivo e vidi Gold in piedi accanto al letto che mi guardava con la sua solita aria impassibile.

"Cazzo, ma perche' siam sempre cosi cretine?? chiudere a chiave no eh?? che figuraccia!"

Si, perche' a quel punto la canzone non faceva piu': "FAME!!! I'M GONNA LIVE FOREVER!!!  I'M GONNA LEARN HOW TO FLY!!!"

che volendo sarebbe anche stata accettabile.


Bensi'....


"SONO LE TAGLIATELLE DI NONNA PINA!!! UN PIENO D'ENERGIA EFFETTO VITAMINA!!!"

Io  mi lasciai cadere sul letto mentre le altre trattenevano a malapena le risate, corsi ad abbassare il volume scusandomi.

"Allora: a me non interessa se vi mangiate le tagliatelle di nonna Pina o lo stracchino di nonno Nanni, basta che teniate basso il volume e non fatemelo ripetere, intesi?" ci disse guardandoci negli occhi una ad una in un tono che voleva essere serio ma che tradiva una nota divertita

"Sissignore" replicammo noi quasi all'unisono, fu mentre il prof usciva io lanciai nuovamente il cuscino contro Lavinia ma sbagliai mira e colpii lui alla schiena  "oh mi scusi, non volevo mirare a lei davvero"  dissi mentre le ragazze trattenevano il fiato: in quel momento eravamo tutte convintissime che ci avrebbe messo la nota sul registro o che si sarebbe messo ad urlare minimo.

Nessuna di noi era preparata a quello che accadde in seguito.

Ma giuro sul mio onore che fece a cuscinate con noi, restando fermo e con una mano sola e' vero, quel maledetto ginocchio  gl'impediva di muoversi piu' di tanto ma credo si sia divertito comunque e noi con lui.

Anzi, non lo credo: ne sono certa.

Quando usci' abbassammo finalmente il volume ad un livello accettabile ma la canzone che seguiva era pure peggio visti i commenti delle ragazze:

"Voglia di stringersi e poi...vino bianco fiori e vecchie canzoni..."


"Ma cos'e' sta roba?? ma ti prego!!"  quasi urlo' Lavinia

"Il vino bianco te lo sarai scolato a colazione per mettere su sta canzone"  aggiunse Miriam.

"Che imbroglio era, maledetta primavera, che resta di un sogno erotico se, al risveglio e' diventato un poeta"

"eh si vede che ci sono andati giu' di brutto, e non solo col bianco evidentemente, oppure era scaduto"  commento'  Rebecca  "potremmo provarci col prof"  aggiunse maliziosa

"REBECCA!!!" esclamai io asciugandomi le lacrime.


Dopodiche' facemmo un breve check su cosa mettere quella sera, io avevo gia deciso di mettere un vestito nero lungo poco sotto al ginocchio con delle scarpe rosse con tacco e laccio alla caviglia,  Lavinia era tutta in verde, di diverse tonalita' con una gonna leggermente pieghettata e lunga al ginocchio e scarpe taccate nere dalla punta tonda, Miriam pur essendo la piu sportiva tra noi era molto elegante in jeans e camicia neri con stivali coordinati, Rebecca invece indossava un abito viola e nero completo di leggins e scarpe alte.

Io avevo fatto in fretta, dovevo solo truccarmi e mancavano ancora venti minuti alla cena cosi dopo una rapida scorsa alla borsa per vedere di non dimenticare niente aprii la porta per controllare se gli altri fossero gia' pronti e mi trovai davanti a Gold anche lui gia' vestito di tutto punto con una giacca piu' chiara del solito, lo salutai ma non feci in tempo ad aggiungere altro perche' i nostri compagni cominciavano ad arrivare dal fondo del corridoio: probabilmente il loro abbigliamento erano quello che loro ritenevano "da discoteca" ma per me era piu' un incrocio tra quello di "Uomini e donne"  e il "Rocky horror picture show": i maschi sembravano dei gran tamarri e le ragazze, per la maggior parte parevano fare a gara a chi si scopriva e truccava di piu', per capirci: Lady Gaga al confronto e' la monaca di Monza.

Guardai in faccia il prof che aveva un'espressione a meta' tra lo sconcertato e il disgustato tale che per non scoppiargli a ridere in faccia mi voltai rapidamente per rientrare in camera...finendo  dritta contro la porta che qualcuno aveva avuto la bella pensata di chiudere! La riaprii e rientrai chiudendomela alle spalle mentre scoppiavo a ridere  "e ora che c'e'?"  mi chiese Rebecca pettinandosi  "hahahahahaahahahah i nostri compagni...pwhahahaah....si son vestiti e truccati al buiohohoohhohoho... e Gold....mwhahahahahhaha"  biascicai meta' sdraiata sul mio letto.

"Che??!" mi chiese Lavinia mettendo la testa fuori dal bagno, io ridevo cosi tanto che mi mancava il respiro ma riuscii comunque a riacquistare il controllo e finire di truccarmi.

Quando uscimmo i nostri compagni stavano gia' scendendo le scale, ci apprestammo a seguirli quando sentimmo una voce alle nostre spalle: "fortuna che abbiamo anche qualcuno che sa ancora essere elegante" era Gold che soppraggiungeva in quel momento seguito dalla Swan,  arrossii, il nostro prof di diritto non era certo facile ai complimenti ma quella frase per quanto bizzarra mi piacque molto "hai ragione Richard: state molto bene cosi ragazze"  disse lei, noi la ringraziammo.

La cena non presento' particolari problemi ed una volta finita i nostri compagni si diressero verso il locale dove volevano andare (era un pub dove si ballava poiche' le discoteche aprono molto piu tardi e di certo non ci avrebbero mai portati) con la prof  mentre noi cinque percorremmo un paio di viette fino ad arrivare al cinema,  non c'era molta gente ma era prevedibile: fosse stato un cinema all'aperto d'estate forse saremmo stati di piu'  ma in quella serata primaverile piuttosto fresca non saremmo stati piu' di una cinquantina di persone.
Ci mettemmo in fila per il biglietto lasciando il prof per ultimo:  "son tutte figlie sue?"  gli chiese il bigliettaio, noi ridacchiammo,  " per carita'! sono il loro insegnante io e la mia collega ce li siam divisi"  rispose lui pagando  "ci ha voluto perche' noi siamo le migliori"  disse Miriam a voce alta  "pensi un po' come sono gli altri"  fece lui sarcasticamente venendo verso di noi.

In sala ci disse di metterci dove volevamo che lui sarebbe stato due file dietro: apprezzai molto la sua discrezione in genere gl'insegnanti in gita tendono a trattare tutti come se avessero cinque anni, il fatto che ci lasciasse un margine di liberta' senza starci sul collo significava che per quanto ne dicesse  si fidava di noi.

Quando uscimmo l'aria era piuttosto frizzante e mi strinsi nel giubbotto, giunti in prossimita' dell'albergo ci fermammo ad un baracchino e comprammo dell'acqua e delle bibite mentre il prof si fece fare un caffe'  "glielo pago io prof"  si offri' Miriam forse per scusarsi della battutaccia di poco prima ma dovette insistere parecchio prima che lui accettasse.

Prima di andare io rimasi indietro un attimo e comprai una bottiglietta di birra: di solito non bevo moltissimo ma quella sera ne avevo voglia, in fondo ero maggiorenne e se non mi diverto in gita scolastica quando lo faccio?

Ne bevetti un po' camminando facendo attenzione a non farmi vedere dal prof : non credo ne sarebbe stato molto contento.  Prima di entrare in albergo la misi in borsa ma cominciai a sentirmi strana: mi sentivo la testa pesante, avevo un gran sonno e una gran voglia di ridere assieme,  "oddio, questi sono gli effetti dell'alcool" pensai salendo le scale e pregando che i prof non se ne accorgessero, anche i nostri compagni e la Swan erano tornati cosi ci augurammo la buonanotte a vicenda e andammo ognuno nelle nostre camere.

Una volta struccata ed in pigiama bevetti tutta la birra a piccoli sorsi e misi la bottiglia sotto la scrivania peccato che appena sotto le coperte mi prese un attacco irrefrenabile di risa, si doveva sentirmi anche in corridoio perche' poco dopo sentimmo bussare.

Lavinia ando' ad aprire: era Gold "la finite di fare rumore? dormite che domani ci sara' da camminare"  ci redargui' lui.

"La scusi, e' che e' caduta dal seggiolone da piccola..." disse seria lei mentre io premevo il viso contro il cuscino per calmarmi

"Buonanotte" replico' lui freddamente e se ne ando'.

Per qualche minuto sembro' che mi fossi calmata ma mi prese un attacco di risate silenziose: ridevo "di pancia" facendo tremare il letto e svegliando Lavinia e le altre "vuoi farla finita? se tornano i prof ti meno"  mi disse Rebecca accendendo la lampada sul suo comodino.

"E quella che cos'e'?" disse Lavinia adocchiando la bottiglia vuota  "Oddio, ha bevuto ora si spiega tutto"  disse Miriam battendosi una mano sulla fronte.

"Ma ero a stomaco pieno, mi pare strano che mi faccia quest'effetto, e poi non ho nausea o altro"  replicai io.

"Intanto quella bisogna farla sparire: se te la trovano sei fregata"  disse Lavinia alzandosi.

"Ci sono dei bidoni in strada magari puoi scendere" propose Rebecca

"No, il portone e' chiuso a quest'ora. ma forse..."  fece Lavinia pensosa uscendo sul terrazzino

"Ma che fai?"  le chiesi seguendola, faceva piuttosto fresco ma non era una brutta nottata,  vidi che c'erano davvero i bidoni del vetro al di la' della strada ma come avevo detto sarebbe stato impossibile raggiungerli fino al mattino seguente.

"Domattina mi alzo presto e vado a buttarla prima di colazione"  proposi io e feci per rientrare quando mi accorsi che la mia amica aveva alzato il braccio con la bottiglia vuota, non feci in tempo a fermarla che l'aveva gia' scagliata giu' e, incredibile a dirsi, aveva centrato in pieno il bidone aperto!

"Bene, ci siam levati il problema"  disse lei rientrando,  io scoppiai a ridere cosi forte che battei la testa contro il bordo del terrazzo ma, forse per l'alcool non sentii molto dolore.

"Oh fantastico: adesso sara' pure piu scema di prima" disse Miriam che aveva visto tutto anche lei.

M'infilai sotto le coperte: se questo era l'inizio chissa' come sarebbe finito quel viaggio d'istruzione.

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Capitolo 8
*** un giorno di ordinaria follia ***


un giorno di ordinaria follia La mattina dopo stavo benissimo, non avevo ne' mal di testa ne' nausea: in fondo era solo una birra e devo dire che, pur non essendo abituata a bere non mi sono mai presa una sbronza "seria"  dove si vomita ecc, le altre volte che e' successo fu come quella in gita.

Scendemmo a fare colazione e accanto a noi si sedette Sara "spero vi siate divertite almeno voi: no perche' a me ballare piace pero' a tutto c'e' un limite"    "in che senso?"  chiese Lavinia

"Le solite Marta ed Olivia si son messe a far le sceme, ho detto tutto"  rispose Sara

Noi ci limitammo ad alzare gli occhi al cielo: conoscevamo fin troppo bene le nostre compagne e potevamo immaginare cosa poteva essere successo, sperai solo che la Swan se ne fosse accorta e avesse fatto ad entrambe un mazzo tanto.

Poco dopo andammo sul pullman e la mattinata trascorse relativamente tranquilla tra il Colosseo e l'Altare della Patria,  dopo pranzo pero' i nostri compagni avanzarono la richiesta di gironzolare per via del Corso,  noi quattro ci guardammo: personalmente sono un po'  "allergica"  alla roba firmata, le poche volte che mi e' capitato di girare per simili posti mi e' presa l'ansia non so perche', cosi noi chiedemmo se potevamo tornare in albergo, i prof accettarono: la Swan e i nostri compagni sarebbero tornati in pullman mentre noi e Gold avremmo preso la metro.

Arrivati in albergo il prof sedette ad un tavolino del bar ordinando un the' con latte,  ci disse di fare quello che ci pareva basta che non uscivamo da li'.

Rebecca accompagno' Miriam in bagno ma io avevo gia' una mezza idea su come trascorrere il resto del pomeriggio e putroppo per Gold  non era "andare in camera a vedere la televisione".

Nel nostro hotel c'erano varie attivita' ricreative e tra queste vi era anche il tiro al bersaglio, ma non con l'arco o le freccette bensi' con la pistola (caricata a pallini ovviamente).

Io e Lavinia andammo a chiedere e ci dissero che se eravamo maggiorenni potevamo fare dieci tiri omaggio e poi eventualmente pagare per farne altri.

Entrammo nell'apposita area e mettendoci ciascuna ad una "pista"  diversa cominciammo: devo dire che non ando' poi malissimo per essere la prima volta,  feci tre centri quasi perfetti.

Nel frattempo il prof si era stancato di starsene al bar e ci stava cercando,  arrivo' davanti alla vetrata che dava sull'area del tiro al bersaglio senza vederci quando incrocio' Rebecca e Miriam alle quali chiese:  "ma le vostre amiche dove sono? e' un po' che non le vedo"   Rebecca si strinse nelle spalle, "non saprei, io son stata in bagno con lei finora".

Peccato che in quell'istante uscii' dalla mia pista tutta gasata dicendo "eh ha visto che brava prof?  ho centrato il punto piu' difficile quattro volte!"   "tze, io cinque"  preciso' Lavinia raggiungendoci mentre Gold e le ragazze rimanevano sulla soglia e lui ci guardava con gli occhi sbarrati  "sentitemi bene cowgirls: mettete giu' subito quelle cose, cosa vi e' venuto in mente si puo' sapere??"   "ma dai prof, che crede, che sian caricate a proiettili veri?"  ridacchiai io


PUM!!!


Risuono' alto e forte e noi ci guardammo attorno pensando che uno degli altri tiratori avesse sbagliato mira: purtroppo non era cosi e vedendo la faccia del prof prima e la mia pistola dopo capii tutto.

Mi era accidentalmente partito un colpo che per fortuna aveva preso la bottiglietta d'acqua che teneva in mano.

"Vuoi azzopparmi anche all'altra gamba Gentile?"  mi disse con una calma innaturale

"Certo che neanche Pecos Bill..." tentai di scherzare io  mentre Rebecca era piegata in due e biascicava un  "scusate io vado in bagno altrimenti me la faccio addosso"

"Posala e andate in camera, ora!"  disse Gold uscendo, noi obbedimmo ma quando tornarono i nostri compagni lo sentimmo parlare con la Swan  "Ma siamo in gita o all' OK Corral?? ancora un po' e mi sparano addosso, quelle quattro mi faranno impazzire me lo sento!!"   "ma dai, non han mica fatto apposta, ti pare??"   rispondeva lei ridendo a piu' non posso.

"Stia tranquillo che non le faremmo mai del male prof"  disse Lavinia una volta tornate in camera

"Certo se ci fosse stata la Mills io un pensierino ce l'avrei anche fatto"  aggiunse Miriam 

"Sicuro, ma a lei la bottiglietta d'acqua col cazzo che gliela ricompravo"  ghignai io  subito imitata dalle altre.

Avevo ragione: sarebbe stata una luuuunga settimana.

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Capitolo 9
*** I've seen things you people wouldn't believe ***


i've seen things you people would't believe Quel mercoledi mattina avevamo in programma la visita alla Cappella Sistina e a S. Pietro, non so voi quante e quali gite abbiate fatto a scuola ma vi assicuro che gia' visitare una chiesa e' pesante figurarsi due nella stessa mattinata, specie quando si e' in un gruppo dove se tenti di ascoltare la guida fai una fatica immane dal casino che c'e'.

Comunque sia, ci levammo pure quei due monumenti e all'una eravamo tutti a pranzare in un bar, quando mi ricordai che poco distante da li' c'era il negozio di "Profondo Rosso"  fondato da Dario argento e lo dissi alle altre.

Il guaio era che io e Rebecca ci avremmo fatto un salto all'istante mentre Lavinia e Miriam non erano molto dell'idea ma come lo spieghi ai prof?

O meglio, come lo spieghi a Gold?

Si perche' i nostri compagni volevano andare all'Hard rock cafe' ma noi c'eravamo gia state in altre citta' e diciamocelo, alla fine son tutti uguali no?

Quindi una volta che i nostri compagni si avviarono insieme alla prof noi andammo da Gold per proporgli la nostra idea:

"Cosa?? non se ne parla neanche, da sole no"  si rifiuto' appena cominciammo a parlare

"Ma prof, siamo maggiorenni"  ribattei io calma

"Non m'interessa! siete sotto la mia responsabilita' e se vi succede qualcosa ci vado di mezzo io con la preside e con i vostri genitori"  ci disse severamente.

Ci volle del bello e del buono ma alla fine riuscimmo non so come a convincerlo a patto pero' che saremmo tornate entro le 18 ovvero prima degli altri.

Guardai l'orologio: erano appena le 14.30 saremmo riuscite ad andare e tornare tre volte.

Prima d'incamminarci presi sottobraccio Lavinia e Miriam che sarebbero tornate in albergo con Gold,  "Mi raccomando: non voglio sentire cose strane chiaro?" dissi guardandole negli occhi

"Senti chi parla" mi canzono' Miriam.

Cosi' ci separammo, noi con la metro arrivammo al museo in poco piu' di mezz'ora e lo visitammo fermandoci anche nello shop dove comprammo io due magliette e Rebecca una maglia ed un portachiavi dopodiche' siccome era ancora presto gironzolammo li' intorno andando prima al bar e poi in libreria.

Immagino vi starete chiedendo: "ma come, proprio loro due che a scuola erano anche responsabili della biblioteca? ma non si stufano a vedere libri?"

La risposta ovvia e' NO.

Che posso farci, io adoro i libri li adorerei pure se non sapessi la lingua in cui son scritti e piu' ne vedo piu' son felice idem per Rebecca.

Il guaio e' che chiunque venga per librerie con noi lo fa a suo rischio e pericolo perche'  ci passiam le ore anche senza comprar niente.

Verso le 17 ci decidemmo ad uscirne ma mentre scendevamo in metropolitana ci dissero che da quell'ora si era in sciopero fino al giorno dopo  "e ora?"  mi chiese Rebecca con la voce piena di panico  " aspetta, non agitarti"  le risposi anche se ero ancora piu' impanicata di lei guardandomi attorno: eravamo a Roma accidenti, possibile che non ci fosse un tram o un autobus...

C'informammo ma putroppo i miei peggiori sospetti vennero confermati: niente mezzi pubblici fino al giorno dopo,  "fantastico! e a piedi non possiamo certo tornare"  pensai, ci avremmo messo due ore minimo altro che tornare per le 18...  improvvisamente gli occhi mi caddero su un autonoleggio e afferrata la mano della mia amica ce la trascinai.

"Ma che vuoi fare?"  mi disse incredula  "senti, questa e' un'emergenza" le risposi risoluta avviandomi  verso il banco: c'era un uomo di colore piuttosto giovane al quale chiesi quanto mi sarebbe costato noleggiare una macchina fino al giorno dopo,  mi disse quaranta euro e io sospirai pensando che almeno quando eravamo in giro ne spendevo al massimo tre per il mangiare.  Ci guido' nel garage a fianco dove mi consegno' le chiavi di un bel maggiolone beetle verde  "che figata, m'e' sempre piaciuta questa macchina"  dissi entusiasta mentre mi accomodavo al posto di guida,  "va bene ma per favore vai piano"  mi disse Rebecca allacciandosi la cintura.

Cominciai a guidare segnandomi su un foglio i nomi delle vie per ricordarmi il percorso (la macchina era da riconsegnare per le 10 del mattino dopo)  quando squillo' il mio cellulare e chiesi alla mia amica di rispondere  "Reby? ma dove siete? c'e' Gold qui che e' un fascio di nervi  "  sentii dire Miram in tono molto preoccupato  "ehm e' una lunga storia, Perla non puo' parlare perche' sta guidando"    "COSA STA FACENDO??"  sentii quasi urlare la nostra amica  "Ok ora glielo passo: ti vuole il prof"  disse Rebecca porgendomi il cellulare.

Fortuna che eravam ferme ad un semaforo: "pronto?" dissi in tono innocente   "Si puo' sapere dove diamine siete finite?? venite subito qui!!"  mi urlo' all'orecchio  "stia tranquillo prof, venti minuti al massimo e saremo li"  lo rassicurai mentre guardavo l'ora: erano le 17.15   "Ma come venti minuti?? non e' possibile, io dico che meno di mezzora non ci mettiamo"  disse Rebecca.

"Io invece dico di si" ribattei risoluta mentre, con lo scatto del verde premevo tutto il piede sull'accelleratore.

Ok non avrei dovuto farlo ma come avevo detto alla mia amica era un'emergenza e poi non e' che andavo COSI' forte e i segnali li rispettavo tutti eh?  non saltavo semafori o roba simile.

"Perla vai piano! mi viene da vomitare"  disse Rebecca facendosi sempre piu pallida in volto

"e allora abbassa il finestrino, altrimenti pulisci tu!" la rimbeccai svoltando a sinistra e pregando di ricordarmi la strada il giorno dopo.

Arrivate nella nostra via notai da lontano Gold che camminava avanti e indietro sul marciapiede fumando una sigaretta e seguito a ruota da Lavinia e Miriam,  finalmente parcheggiai li' davanti e scesi recuperando le borse dietro.

Il prof era verde di rabbia e aveva gli occhi fuori dalla testa

"Ma non avete l'orologio voi due?? e poi quella da dove spunta??" disse arrabbiatissimo

Io cercai di spiegargli dello sciopero e che mi era sembrata la cosa piu' ovvia da fare.

"Noleggiare un'auto ma come vi viene in mente?? e quando gliela riportate??"  continuo' infuriato parlando in inglese

"Ora mi picchia"  pensai.

Tutto sommato capivo cosa provava: responsabilita' per la nostra assenza a parte, credo si sentisse parecchio in colpa per la storia della lettera, in fondo eravamo due ragazzine in giro di notte a cui poteva accadere qualsiasi cosa... nessuno ci aveva obbligato certo ma se ci fosse qualcosa sarebbe stata indirettamente colpa sua e di Annabelle  anche se di certo lui non l'avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura.

"La riportero' domattina presto: la prof neanche se ne accorgera'"  dissi io con fermezza.

"Che sta facendo D'elia?"  mi disse guardando un punto sopra la mia testa,  ecco un'altra sua caratteristica: non ci aveva mai chiamato per nome, sempre e solo cognome, credo fosse un modo per mantenere le distanze in un certo senso specie da quando eravamo cosi "coinvolte"  con lui e la French.

Mi voltai e vidi Rebecca che con mio gran stupore aveva vomitato sull'angolo sinistro della macchina,   "stai bene?"  dissi correndole accanto per sorreggerla.   "insomma"  biascico' lei

Ora dovevamo anche pulire, ma come?

Riflettei e dopo aver parcheggiato la macchina in un vicoletto li accanto andammo al supermercato e comprammo dei detersivi e dell'acqua minerale, certo sarebbe stato meglio che so, farci prestare tutto da quelli delle pulizie dell'albergo ma anzitutto a quell'ora dubitavo che li avremmo trovati e in secondo luogo dovevamo sbrigarci prima che tornassero gli altri.

Non ci volle molto, a parte il piccolo contrattempo della telefonata di mia madre  ("si mamma siamo in camera ora, sai e' stata una lunga giornata abbiam camminato tanto...ok ciao"  mica potevo dirle "sai stiamo pulendo la macchina che ho noleggiato per tornare in albergo dopo che Rebecca ci ha vomitato sopra")   "E ringrazia pure che non hai vomitato addosso al prof altrimenti il piatto del giorno sarebbe stato Rebecca all'arancia con contorno di patate"  commentai io   "Magari la prossima volta puoi andare piu' piano cara la mia Schumacher"  mi rimbecco' Rebecca , stavo per replicare quando sentii una voce dietro di me  "certo che siete proprio brave, se volete potete pulire anche la mia quando torniamo"   mi voltai: dietro di noi c'era una finestrella che dava sul piano terra a cui era affacciato Gold con un sorrisetto maligno stampato in faccia  "che fa prof, sfotte?  quando vuole basta che paga"  risposi asciugando il fanale   " si si, pensate a pulire piuttosto che tra poco tornano tutti"  disse serio  "allora e' vero che gli scozzesi son tirchi"  ghignai osservando la spugna: se solo fossimo stati in giugno l'avrei riempita d'acqua e gliel'avrei lanciata contro,  "Sbrigatevi che e' meglio"  disse ridendo mentre chiudeva la finestra.   "Proprio lui che non ride mai"  osservo' Rebecca   "Gia' e onestamente rifarei tutto daccapo solo per poterlo rivedere cosi: tu no?"  risposi io con un sorriso


La nostra fortuna fu che gli altri arrivarono non prima delle 18.30 a causa del traffico, noi avevamo finito e lasciammo la macchina nel vicolo perche' asciugasse.


Cena e serata  trascorsero tranquille rimanemmo ognuno nelle nostre stanze e al momento di coricarmi io puntai la sveglia alle 5.45 per poter riportare la macchina all'autonoleggio: apriva alle 7 ma poteva anche esserci traffico per quel che ne sapevo.

Non ho mai avuto un gran senso dell'orientamento e quegli appunti presi all'andata mi furono di grande aiuto, siccome finii in fretta mi fermai ad un bar a comprare delle brioches.

Tornata in albergo presi un sacchetto e ne misi una davanti alla camera di Gold con un biglietto che diceva: "Rifaremmo volentieri tutto se il prezzo e' vederla star bene come ieri".

Mi pareva piu' che adeguata come ricompensa.

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Capitolo 10
*** The boogeyman ***


Il ritorno "Ma dove le avro' messe..."  anche se avevamo appena divorato le mie brioches  scendemmo lo stesso con gli altri per la colazione anche se probabilmente avremmo solo bevuto qualcosa, non eravamo ancora arrivate alle scale che ci era giunta la voce di Gold dal fondo del corridoio.

"Cos'ha?"  chiesi io alla Swan che giungeva in quel momento  "Niente, dice che gli avanzavano due sigarette ma non le trova piu'"  mi rispose con noncuranza.

"Beh, ieri mentre vi aspettavamo ne ha fumate un po', forse le ha finite e non se lo ricorda"  mi bisbiglio' Miriam

A quel punto Lavinia lascio' che la prof ci precedesse e poi estrasse due sigarette dalla tasca facendoci rimanere basite:

"Ma cosa...."  disse Rebecca.

Una volta sedute al tavolo del ristorante, Miriam e Lavinia ci fecero la cronistoria di quanto accadde il giorno prima.


Tornati in albergo andarono ciascuno nella propria stanza dove le ragazze stettero a rilassarsi un po',  verso le 17 passate Gold busso' alla porta chiedendo se eravamo tornate, loro dissero di no e lui disse che sarebbe sceso al bar per controllare che non tornassero prima gli altri e per poterci eventualmente coprire.

"Non voglio crederci"  dissi io sbigottita

"Si, beh, l'ultima frase in realta' l'ho pensata io anche perche' dubito che la Swan sarebbe corsa a controllare se eravate in stanza o meno, piu' probabilmente era per farvi una lavata di testa coi fiocchi"  ghigno' Miriam.


Dopo venti minuti decisero di raggiungerlo e lo trovarono fuori sul marciapiede nel panico piu' totale che fumava una sigaretta dopo l'altra borbottando tra i denti.

"Gold impanicato? non ci credo manco se lo vedo"  rise Rebecca.

"Ti giuro che e' cosi: roba da filmare e mettere su youtube, lui che andava avanti e indietro dicendo cose tipo:  "lo sapevo io che non dovevo lasciarle sole"    o  "se rinasco giuro che cambio mestiere"  oppure ancora  "ma il prossimo anno lascio che ci venga la Blanchard"

"No fermati un attimo: come sarebbe lascio che ci venga la Blanchard?"  l'interruppi io.

"Ma che ne so, forse mi sono sbagliata, e comunque non ti abbiamo ancora raccontato la parte piu interessante"  disse Miriam

Io finii il caffe' e stetti ad ascoltare il proseguo.


Riprese Lavinia:  "proprio in quel momento gli squillo' il cellulare: non ci crederai ma era la Mills e dovevi vederlo, pur tremando come una foglia riusci' ad inanellare una sfilza colossale di balle: tipo che stavamo andando a prendere il pullman per tornare, ci ha persino chiesto di fingere di far casino per rimproverarci"

"Oddio, l'han sostituito con un Changeling, l'han rapito gli alieni"  commento io con la faccia tra le mani.

"The truth is out there"  ride Rebecca.


"Riaggancio' e mi chiese di chiamarti: io per fortuna mi sono allontanata perche' se sentiva che stavi guidando sarebbe svenuto"  aggiunse Miriam.

"Poco dopo gli squilla il cellulare di nuovo: ma stavolta era Graham cui confido' parzialmente la situazione,  a quanto pare lui gli disse di non agitarsi tanto che sicuramente avevate avuto un contrattempo ma che sareste arrivate. In quel momento ha poggiato il pacchetto sul davanzale e gliele ho fregate"  ghigno' Lavinia.

Risata generale, quando lo vedo comparire: "ma come siamo allegre stamattina: che state tramando?"  chiede sospettoso  "Niente" dico io con voce innocente.  "Bel tentativo Gentile: tanto non mi lascio corrompere da una brioche, non l'ho neanche toccata, hai visto mai"  aggiunse serio.  "Guardi che era alla crema mica all'arsenico, e comunque visto che non l'ha toccata come dice, cosa sarebbe quella roba bianca che ha sulla bocca? Ha fatto un salto al Mulino bianco a fare il pane con Banderas per caso?"  faccio io sarcasticamente mentre Gold spalanca gli occhi e si ripulisce in fretta col dorso della mano.

Saliamo sul pullman diretti alle terme di Caracalla dove passeremo tutta la giornata: devo dire che in quei giorni fummo davvero fortunati col tempo, eran sempre delle gran belle giornate non sempre particolarmente calde ma piu' che da noi di sicuro.

Girammo li' intorno per ore, quasi non mi sentivo piu' i piedi e dire che non sono certo una disabituata al camminare, finalmente verso le 15 si decise di tornare anche perche' poteva esserci traffico da li all'albergo, prima di tornare sul pullman ci avviammo tutti verso il baracchino dove noi quattro comprammo un Bacardi a testa tanto e' talmente poco alcolico che di certo i prof non ci diranno niente.

Oddio, in effetti parlare non han parlato ma ci han squadrato entrambi manco uscissimo tutte dagli Alcolisti Anonimi:  "Non preoccupatevi: con questo al massimo ci si ubriacano i tredicenni"  rispondo al loro sguardo  "Ah certo perche' voi invece con cinque anni in piu' sulle spalle siete delle persone mature"  dice Gold sarcastico  "Beh di sicuro il nostro organismo ora lo sopporta meglio"  ribatte Miriam anche se noto che le si cominciano a dilatarsi le pupille.  Pessimo segno: potrebbe voler dire o che e' un po' brilla (ed essendo tra noi quella praticamente astemia non ci mette poi tanto a farle effetto anche una cosa leggera come il Bacardi) o un'altra cosa che di certo non sto qui a spiegarvi ma francamente spero si tratti della prima...

Quella sera dopo cena decidiamo di andare nella saletta dell'albergo dove si possono vedere i dvd presi da uno scaffale,  "D'accordo ma con voi rimango io"  replica il prof  "e perche' scusi?"  dice Rebecca un po' seccata,  "Hai pure il coraggio di domandarmelo D'elia? decidete: o sto con voi o mi faccio dare le chiavi e vi chiudo dentro finche' non avete finito, non sto scherzando"  ci disse severamente, io lo guardai: purtroppo temevo l'avrebbe fatto davvero, diamine dovevamo veramente aver esagerato il giorno prima,  "guardi che non scappiamo dalla finestra, anche perche' non ce n'e'"  scherzo' Lavinia.

Stavolta non ci fu verso di fargli cambiare idea ci tocco' averlo li' tipo avvoltoio sulla preda.


Pensando ad una parziale vendetta scelsi solo horror, come ho gia detto le appassionate eravamo io e Rebecca le ragazze tutto sommato li guardarono volentieri anche se Miriam si lascio' sfuggire un mezzo urlo quando in Suspiria ci fu la scena dei vermi dal soffitto.  Una volta riaccese le luci anche Lavinia getto' un urletto,  "che c'e' ora?"  chiesi io.  "Scusi prof e' che mi sembrava l'uomo nero"  rispose e giuro che dovetti far appello a tutto il mio autocontrollo per non ridere  "Ma che uomo nero!  l'uomo IN nero semmai, prof scusi se glielo dico ma ogni tanto dovrebbe vestirsi di chiaro, le stava bene la giacca grigia l'altro giorno"  commentai.

"E allora scusa se te lo dico ma dovresti farti gli affari tuoi"  ribatte' e io gli chiesi scusa

"Ma come fa?? voglio dire, i tubi di alluminio in ditta da mio padre sono piu' espressivi"  bisbigliai mentre tornavamo in camera con lui che per fortuna era rimasto indietro.

Non facemmo in tempo ad entrare che lo sentimmo rivolgersi a qualcuno, dapprima pensammo fosse la Swan ma quando lo sentimmo dire:  "Eh si guarda, non so se l'anno prossimo mi offro di nuovo di accompagnarli...non ricordavo che le gite fossero cosi' faticose...anche io... buona notte dearie".

Ci guardammo tutte negli occhi:

"Offerto volontario???"

Non volevo crederci, ora a parte il bastone: mi pareva impossibile una cosa del genere da parte sua: chi sarebbe dovuto venire al suo posto? e poi ecco, gia' a volte sembrava sopportarci tutti a stento durante le lezioni perche' avrebbe dovuto offrirsi?

Ma sopprattutto...

"anche io? dearie?"

Come vi ho gia detto li' in mezzo l'unica che se la cavava in matematica era Rebecca ma non ci voleva Einstein per far due piu' due.

"La prof French"  dicemmo in coro scoppiando a ridere: avevamo sempre avuto il dubbio che si chiamassero in quei giorni e che lui le raccontasse come stava andando ma non ne avevamo avuto le prove fino a quella sera,  in quel momento ci passo' davanti:  "buonanotte prof"  dissi io.

"Era la prof French?"  chiese Miriam in tono innocente.

"Si, e le ho detto che se non la finite vi beccate una nota"  disse lui con un ghigno avviandosi verso camera sua.

Il venerdi fu dedicato ad un paio di musei e quella sera tornammo a casa: non e' male farsi cinque ore di pullman di notte anche se non e' certo il massimo della comodita',  verso le 23.30 chiusi gli occhi per riaprirli verso le 2  quando ci fermammo ad un autogrill ma non scesi,  quando i prof mi passarono a fianco feci loro un piccolo cenno con la mano e giurerei che mi avessero sorriso entrambi anche se non ne ero sicura al 100%.

Tra una cosa e l'altra arrivammo davanti scuola alle sette del mattino, vidi un gruppetto di genitori fra cui c'erano mia madre e mia zia, poi il vicepreside e...la prof French.

Non ero molto distante da Gold e potei vederlo animarsi appena i loro sguardi s'incontrarono: non fece niente di particolare, anzi fece di tutto per trattenersi ma i suoi occhi avevano una luce che non gli avevo mai visto in nessun altra occasione,  eppure quando scese si salutarono come se niente fosse e nel passargli accanto per salutarlo ci guardo' quasi con aria di sfida.

"L'ha fatto apposta!"  bisbigliai

"Cosa?"  chiese Rebecca un po' intontita

"Lui sapeva che noi ci aspettavamo si baciassero, cosi' si son salutati come due vecchi amici, non hai visto come ci ha guardato?"  le risposi

"Secondo me ti fai troppi film mentali"  disse Miriam sbadigliando.

Certo che eran proprio due bravi attori quei due: non credo si vergognassero ma apprezzai la loro riservatezza.

Salutai il vicepreside e captai qualche stralcio della conversazione che ebbe con la Swan:  era la  Blanchard che avrebbe dovuto accompagnarci, ma si era offerto Gold. perche? per lo stipendio piu' alto?  eppure...eppure...

No, non poteva essere!

Mi confrontai con le altre intanto che raggiungevamo i parenti: la storia della lettera, l'impedirci di stare insieme in camera...che avesse voluto tenerci d'occhio? Questo spiegava perche' due giorni prima fosse andato al bar dell'hotel: avrebbe potuto fregarsene e se ci beccava la Swan pazienza, invece era rimasto li' ad aspettarci...

Quasi quasi mi spiaceva averlo fatto preoccupare cosi tanto.

Raggiunsi mia madre e mia zia e le salutai.

"Ma il tuo prof di diritto e quella di francese stanno insieme?"  mi chiese mia madre

"Mah...non saprei...non credo"  mentii io spudoratamente con una noncuranza da far impallidire chiunque.

Nel guardare le altre capii che avevamo tutte lo stesso motivetto in testa in quel momento.

E  faceva...


"E' una storia sai..."

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Capitolo 11
*** Lo stage ***


lo stage "Che vi e' successo ragazze? come mai nessuna fiata?" ci chiese la Blanchard alla penultima ora di quel venerdi: in effetti avevamo chiaccherato meno del solito anche se durante le sue lezioni in genere stiamo attente.

"No ti prego Mary -Margaret, non rovinare il momento piu' bello della mia vita: D'Artagnan e i tre moschettieri che stanno zitte"  commento' Gold appena arrivato per farci lezione.

Era il cambio d'ora del venerdi'  e in effetti noi quattro avevamo delle facce che neanche i superstiti dell'uragano Katrina, certo era pur sempre l'ultima ora dell'ultimo giorno...

Ma facciamo un passo indietro.


Il giorno prima mio padre era dovuto andar via per lavoro e mia madre l'aveva seguito: "Staremo via fino a lunedi: invita le tue amiche qui a dormire, almeno non sarai sola"  aveva detto.

"I tuoi vi lasciano la casa? io al massimo vi lasciavo nel bunker"  commento' Gold

"Ma se siam state in camera insieme in albergo"  osservo' Miriam

"Infatti ogni sera andavo a dormire col terrore di svegliarmi in piena notte e trovarvi a ballare sul balcone, e questa era la visione ottimistica"  rispose lui.

"Siamo liete di sapere che siamo l'ultima cosa cui pensa prima di addormentarsi prof"  ghigno' Lavinia.

"Oddio, la penultima, perche' l'ultima sicuramente e'..." disse Rebecca in tono allusivo ma dopo una nostra occhiataccia si zitti' all'istante.

"Meglio che non sappia quello che e' successo davvero sul balcone altrimenti altro che addormentarsi terrorizzato: non dormirebbe proprio piu'"  pensai.


Proseguii' dicendo che alla fine delle lezioni erano venute da me portandosi tutto il necessario per la notte e che il resto della giornata trascorse tutto sommato tranquillo.

Ordinammo delle pizze per cena e cominciammo ad organizzarci: casa mia non e' grande, quindi

per dormire c'erano: il mio letto, quello dei miei e il divano.

"Cosi,  io e lei abbiam dormito nel letto dei suoi"  prosegue Lavinia mentre a Gold escono letteralmente gli occhi dalle orbite.

"Beh? che faccia fa prof? non la pensavo cosi bigotto"  ghigno  e rivolgendomi a Lavinia: "amooooreeeee!"  

"Ti prego Visconti: dimmi che almeno la notte sta zitta"  disse il prof ignorandomi, la mia amica si limito' ad un cenno di diniego.

L'idea iniziale era che Miriam dormisse sul divano e Rebecca nel mio letto.

Ma tra il dire e il fare...


"Abbiam dormito tutte nella stessa stanza"  li informo' quest'ultima


Gold si porta le mani ai capelli neanche gli avessimo detto che spacciamo in centro e la Blanchard nel vederlo cosi si mette a ridacchiare.

"Si, perche' i genii qui han portato i sacchi a pelo e han dormito per terra: e' andato tutto bene, non siamo andate a letto tardi solo che io circa alle due mi sono alzata per andare in bagno e sono inciampata...finendo addosso a Miriam che si e' pure svegliata e mi ha guardato, io le ho chiesto scusa ma mentre mi alzavo le ho dato una testata"  spiego mentre la Blanchard e' praticamente piegata in due dal ridere e Gold fa di tutto per trattenersi.

"Digli che e' successo la mattina"  incalza Rebecca

 
A casa mia abbiamo tre barattoli: quello col caffe' ha una mela disegnata sopra, quello dello zucchero delle ciliege e quello col sale un limone,  e la sera prima per evitare danni l'ho detto a tutte...

"Mica ho fatto apposta" protesto' Miriam.

"...ma la signorina ha messo il sale nel caffe': avevo notato che era chiaro ma ho pensato avessero messo il latte: di solito lo prendo senza ma ho pensato di lasciar perdere, non vi dico le nostre facce"  continuai.

"Poi le viene un'espressione come di chi ricorda qualcosa improvvisamente e dice: "mi fa male la testa: ho sognato di ricevere una testata colossale e ho visto una luce"  interviene Lavinia mentre noi tre scoppiamo a ridere.

"si, hai visto la luce dei defunti ed hai desiderato farne parte" ride Rebecca citando It

Torniamo ai nostri posti ma prima che Gold cominci a far lezione entra la Mills e ci annuncia che sono pronte le "mete"  per i nostri stages: a giugno e luglio per due volte alla settimana  ognuno di noi svolgera' una mansione diversa: io e Rebecca rimaniamo in biblioteca perche' nel periodo estivo e' aperta anche agli esterni mentre Lavinia e Miriam andranno ad aiutare nel bar di fronte.

Una volta a casa telefonai ai miei per comunicargli la notizia:  "beh almeno farai qualcosa invece di stare a ciondolare tutto il giorno per casa"  fu il commento di mia madre.

"Tipico: i genitori pensano sempre che siccome loro lavorano e noi no allora siamo dei pigri nati: come se stare seduti sei ore ad ascoltare gente che parla e concentrarsi fosse riposante" disse Lavinia.

"Vi diro': io sono contenta di questa possibilita', cosi almeno facciamo davvero qualcosa di diverso, ma quasi quasi m'informo con quelli piu' grandi"  aggiunsi io connentendomi a facebook dove conoscevo un paio di ragazze della quinta.

"Cosa dovremo fare secondo voi? non e' che ci fan pulire il pavimento o cose simili vero?"  chiese Miriam preoccupata.

"Ma no: ormai per queste cose bar e ristoranti si affidano ad imprese  di pulizie esterne: e poi Milena e Alessandro non mi sembrano di quelli che pretendono piu di tanto"  si affretto' a consolarla Rebecca:  Milena e Alessandro erano i gestori del bar, entrambi sulla quarantina, che ci conoscevano sin dal nostro primo anno di liceo ed erano sempre stati molto gentili e disponibili con noi, sinceramente non mi sembravano affatto di quelli che se la prendono con le stagiste perche' non gli riesce di fare il caffe' o di servire il gelato dopo solo due volte, le ragazze erano state davvero fortunate a parer mio.

"Marta e Olivia son finite in una gelateria: vorrei esserci, quelle sanno a malapena distinguere il cono dalla coppetta"  ghigno' Lavinia.

"E poi poverine dovranno mettersi le divise rinunciando ai loro adorati abiti firmati"  rise Miriam  facendomi pensare che almeno per una volta quelle due oche avrebbero dovuto abbassare la cresta: se tutto andava bene avremmo ottenuto dei crediti per la maturita' ma se ci fossimo comportate male ce ne avrebbero tolti e di brutto anche.

"Buone notizie Reby: pare che d'estate la Mills non si faccia vedere perche' parte subito col figlio per nonsodove ha la casa, ci sarebbe Graham ma sta quasi sempre barricato nel suo ufficio, rimangono i bidelli e due prof che a turno stanno li nei paraggi in caso avessimo bisogno"  dissi tornando verso di loro, e tirando un sospiro di sollievo: e' vero che noi a differenza degli altri sapevamo gia cosa fare ma avevo creduto molto peggio.

"E almeno lei ce la siamo levata dai coglioni: non vedo l'ora di cominciare, certo che se un giorno malauguratamente ci capitano Gold e la French si salvi chi puo'"  disse Rebecca.

"Eccerto! per loro pero'!"  commentai io mentre ci davamo tutte un "cinque"  contemporaneamente.

Probabilmente in quel momento erano al telefono o a pranzo insieme e lui le stava dicendo: "Non e' che conosci qualcuno nella Protezione Civile dearie? perche' credo che tra qualche settimana ne avremo un gran bisogno..."


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Capitolo 12
*** the summer is crazy ***


the summer is crazy Giovedi' 15 giugno, le lezioni sono finite il venerdi precedente e da due giorni abbiamo iniziato gli stages: la ragazza di quinta aveva ragione riguardo al nostro, io e Rebecca siamo state davvero fortunate e non solo perche' facciamo qualcosa che amiamo e che sappiamo gia' fare ma anche perche':

1) Siamo impegnate due volte alla settimana dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18, ci sono Graham e due prof a turno piu' i bidelli ma il vicepreside quasi non lo vediamo, ufficialmente sta nel suo ufficio a riguardare la contabilita', ufficiosamente se ne sta la' dentro a farsi i cazzi suoi anche perche' conoscendo la nostra preside figuriamoci se non ha gia fatto tutto lei

2) i bidelli aprono alle 8.30 e la mattina puliscono mentre dall'ora di pranzo in poi se ne stanno nel loro stanzino presumibilmente a giocare a carte: d'altronde quando hai pulito i pavimenti e dato una passata ai banchi che altro vuoi fare in una scuola a giugno?

3) Di gente, almeno finora, se n'e' vista poca: qualche nostro compagno e' venuto ma nel pomeriggio, figurarsi se dopo 9 mesi passati ad alzarsi presto questi non dormono fino alle 10 o piu' almeno nei giorni in cui non hanno i loro di stages: quanto alle persone "di fuori"  secondo voi, presupponendo che almeno fino a luglio un sacco di gente lavora, quanti in una citta' come Milano si avventura fuori di casa prima delle 16?

Ergo: questo non e' uno stage, ma una pacchia travestita da stage.

Con noi ci sono anche Miriam e Lavinia: a differenza nostra pero', che siam fisse il martedi e il giovedi' ogni settimana hanno un turno diverso per mezza giornata, ma quando capitiamo insieme o loro finiscono prima stanno li' con noi, magari prendono un libro e leggono sedute ad un tavolo mentre noi sistemiamo i nuovi arrivi e poi torniamo a casa insieme,  pare che anche a loro non vada male al bar, certo e' solo la prima settimana e hanno piu' da fare rispetto a noi ma se la stanno cavando.

Al mattino oltre a Graham abbiamo avuto la Swan ma ora tutti i nostri prof sono riuniti in sala insegnanti: credo stiano facendo il consiglio di classe per quelli di quinta, ora sono le 14.30 e noi stiamo annoiandoci.

"Perche' non andiamo in cortile?"  proposi io

"Col sole che picchia? e a fare che?" mi chiese Miriam

"Scendiamo in palestra e vi faccio vedere"  risposi uscendo.

Nella palestra c'era un armadio con attrezzi: palle, tappetini e birilli ma a parte a volte i tappetini per gli addominali non usavamo nient'altro a lezione, dato che era chiuso ma non a chiave, presi una palla da tennis e un birillo ed uscii in cortile.

Il sole picchiava e' vero, ma non particolarmente forte e poi c'era anche una bella zona d'ombra cosi decidemmo di giocare a baseball o qualcosa del genere: a turno una di noi tirava la palla e l'altra cercava di colpirla usando il birillo come mazza: non avevamo paura di farci scoprire, anzitutto eravamo dall'altra parte rispetto alla sala professori e poi nessuno aveva mai detto che NON dovevamo fare qualcosa...questo non voleva certo dire che potevamo fare TUTTO quello che ci veniva in mente certo ma all'idea di dover stare altre due ore al chiuso senza fare niente...

Continuammo cosi' per un po', quando arrivo' il mio turno come battitore presi posizione ma una voce da dietro le mie spalle mi fece improvvisamente gelare nonostante i quasi trenta gradi.

"Che state facendo?"  era Gold e quasi dovetti trattenere una risata: indossava pantaloni di lino sempre neri e scarpe chiuse ma aveva una camicia blu a maniche corte senza giacca ne cravatta, mi fece strano vederlo cosi.

"Scusi prof, e' che ci annoiavamo..."  disse Rebecca a mo' di spiegazione.

"Vuole far piovere? guardi che noi domenica dobbiamo andare in piscina..."  ghigno' Lavinia.

"La tua ironia non mi tange dearie: ho caldo anche io sai, forza, dai qua"  disse accennando a me, io impaurita da una punizione o da una decurtazione del punteggio nello stage mi affrettai a porgergli il birillo "non verra' nessuno fino alle quattro almeno." provai a spiegargli, non mi sembrava davvero di aver fatto qualcosa di male, e se fosse entrato qualcuno per i libri sicuramente i bidelli sarebbero corsi a chiamarci.

Ma invece di farsi dare subito la palla il prof disse a Miriam "coraggio, tirala"

Lei, perplessa esegui' ed io pensai che l'avrebbe afferrata con la mano invece la colpi' col birillo e cosi forte che non solo usci' dal cancello ma colpi' il parabrezza di una macchina parcheggiata proprio li' di fronte: non lo ruppe ma si produssero molte scheggiature a ragnatela.

"Oddio..." dissi io shockata.

"Non e' la macchina del prof di geografia quella?"  chiese Rebecca.

Proprio poche ore prima, quando arrivo' per la riunione avevamo sentito dalle scale (la sala insegnanti era al primo piano e noi al secondo) Jones che si vantava della sua macchina nuova di zecca: a quanto pareva ce l'aveva da pochi giorni e da come ne parlava lui sembrava qualcosa di fantasmagorico dotata di ogni comfort...neanche fosse arrivato in Lamborghini...

"E' meglio che ce la filiamo"  dissi dirigendomi verso la porta che dava sulle scale,  mi feci dare palla e birillo e suggerii alle ragazze di tornare in biblioteca mentre io mi scapicollavo in palestra per rimetterle a posto, una volta tornata indietro mi fermai alle macchinette: se fossero passati i prof avrei potuto dire di voler prendere qualcosa da bere.

"Tutto a posto?"  chiesi affacciandomi alla porta: Miriam e Lavinia avevano preso un libro e stavano leggendo ad un tavolo, Rebecca era tornata dietro il bancone e controllava il cellulare.

"Si, pare non si siano accorti di nulla"  rispose Miriam, Gold evidentemente era tornato in sala insegnanti.  "Come fara' a non ridergli in faccia..."  pensai prendendo anche io un libro.

La riunione fini' che erano le 16.45  e mentre i prof scendevano vidi i bidelli correre da loro: probabilmente se n'erano accorti del danno al parabrezza dato che sentimmo Jones imprecare mentre ci spenzolavamo dal piano di sopra per origliare e cercavamo di non ridere, quando passo' Gold guardo' in alto fissandoci per un attimo negli occhi: non sorrise ne altro ma la sua espressione fu sufficente a farmi inghiottire la coca cola...e a farmela uscire dal naso per il gran ridere, tant'e' che dovetti correre in bagno seguita dalle altre per riprendermi.

Quella sera a cena sperai che non ci toccassero mai insieme Gold e Jones: e' pur vero che si sarebbero solo incrociati visto che uno doveva stare al mattino e l'altro nel pomeriggio ma visti i precedenti...

"Allora, come va lo stage?"  chiese mia madre.

(Splendidamente mamma! sai, siamo andate in cortile a giocare a baseball poi e' arrivato il prof di diritto che ha tirato una cannonata cosi forte da rompere il parabrezza della macchina nuova a quello di geografia perche' anni fa sua moglie l'ha mollato per lui) "bene, non viene molta gente ma tutto sommato per ora va bene cosi"  risposi.

Il guaio e' che se quello era il "va bene cosi'" avevo paura a pensare come sarebbe potuto essere lo  "stiamo andando alla grande!"


Il che probabilmente si sarebbe verificato di li' a qualche giorno, voglio dire: piu' passavano i giorni piu' avremmo svolto meglio le nostre mansioni...e piu'  era possibile che ne succedessero altre di cose...ma per noi erano come i guai per Harry potter: non li cercava erano loro a trovarlo!

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Capitolo 13
*** a glass of tea ***


a glass of tea Era davvero una fortuna che avessi un paio di conoscenti nella quinta: se non fosse stato per loro e per facebook non avrei mai saputo che s'era rotta la macchinetta delle bibite a scuola prima della settimana successiva, cosi potei informare anche Rebecca.

Capite anche voi che avere il distributore rotto alla fine di giugno non era proprio il massimo della vita quindi decisi di portarmi qualcosa da casa, certo, sarei potuta andare al bar e comprare dell'acqua o del the' freddo ma non avevo voglia di spendere soldi e poi in casa avevo gia' del the' al limone, il guaio era dove metterlo per portarmelo dietro visto che non potevo certo ficcarmi in borsa la bottiglia da un litro per quanto io adori le borse enormi.


Purtroppo in casa non avevamo thermos o anche solo una bottiglia di plastica piccola, solo una borraccia da  bicicletta ma che facevo, andavo in giro con quella? certo che no, cosi dovetti ricorrere ad un sistema un po' piu' complicato.

Mio padre ha un armadietto in salotto dove conserva grappe e liquori, in genere li offre ai nostri ospiti e proprio due giorni prima avevano terminato una bottiglia di whisky che era ancora in cucina in attesa di essere buttata: cosi la sera l'avevo lavata, riempita di the' e messa in freezer tanto i miei non se ne sarebbero accorti (pur facendo lo stage mi alzavo dopo di loro).

La mattina la presi e andai a scuola, sul portone incrociai Rebecca "sai, venendo qui sono passata vicino alle medie in fondo alla via: non so te ma io 5-6 anni fa non parlavo cosi"  mi disse mentre salivamo in biblioteca: non potei che darle ragione, anche io quando mi capitava di vedere in giro ragazzini di quell'eta' ammutolivo per come parlavano e per cosa dicevano: non ero molto piu vecchia certo ma diamine a distanza di pochi anni sembrava di aver fatto un salto spazio temporale di decenni: ora capivo il termine "gap generazionale"

"Son tutti un: bella di zio..." dissi mentre sistemavamo i libri lasciati sulla scrivania, alcuni erano particolarmente grossi e fu piuttosto faticoso metterli sui  ripiani piu alti.

"Pensa dire: bella di zio a Gold, minimo gli rompe tutti i denti"  ridacchio' Rebecca.

La guardai per qualche secondo negli occhi...e scoppiai a ridere lasciando cadere il libro sui suoi piedi, calzava sandali ma per fortuna il libro cadde piatto senza farle male.

"Ehi attenta!"  esclama senza smettere di ridere.

"Buongiorno ragazze"  la prof French era comparsa sulla soglia: avremmo avuto lei quella mattina.

"Salve prof"  la salutammo con calore: indossava maglia e gonna blu lunga fino alle ginocchia e un bel paio di ciabatte con la zeppa, aveva i capelli raccolti in una coda e masticava una gomma americana.


"Cos'e' successo l'altro giorno?"  ci domando' in tono indagatore

"Niente"  risposi io perplessa chiedendomi cosa diamine volesse dire...

"Ascoltatemi bene: se qualcuno fa dei colpi di testa non dovete dargli sempre corda...neanche se e' un vostro insegnante"  ci disse portandosi le mani sui fianchi.

Sta a vedere che adesso e' colpa nostra...

"Prof, a dire il vero noi ci aspettavamo un rimprovero o una punizione, mica leggiamo nel pensiero, come potevamo immaginare cos'avrebbe fatto?" protesto' Rebecca.

"E poi, con tutto il rispetto: a lei da' retta?"  le chiesi

"A volte"  rispose lei asciutta.

"Ecco, ed e' la sua compagna: si figuri se da' retta a noi che siamo solo le sue alunne"  proseguii io impilando dei libri da sistemare sullo scaffale.

Ma era poi vero? in tutti quei mesi con quello che era successo avevo l'impressione che il rapporto tra noi sei fosse cambiato, da tempo non eravamo piu' sul piano "alunno-insegnante" vero e' che in classe erano in un modo e fuori in un altro ma come avremmo dovuto considerarli allora? come dei parenti? degli amici?  Ancora non avevo una risposta.

La prof rimase con noi tutta la mattina e a mezzogiorno se ne ando': nel pomeriggio sarebbe venuto Jefferson.

"Ah, ma non ti ho detto una cosa"  disse Rebecca.

"Cosa?"  le chiesi sorseggiando la mia coca mentre aspettavamo che il cameriere ci portasse i panini.

Il giorno prima si era alzata e aveva deciso di andare a far colazione al bar sotto casa sua, dal tavolino aveva scorto Marta ed Olivia, dato che la gelateria dove facevano lo stage era poco distante da li' non lo trovo' strano.

"Che palle"  aveva detto Olivia

"Pure d'estate dobbiamo alzarci presto ma pensa te..."  si lamentava Marta.

"Beh ma che il quarto e il quinto anno si facesse lo stage lo sappiamo da una vita, e poi cosa credevano, che fosse come a scuola dove possono fare, nel limite del possibile quello che gli pare e i genitori le difendono"  replicai io.

"Gia, e la loro capa e' parecchio tosta a quanto ho capito"  ghigno' Rebecca.

"Comunque sia", prosegui'  "dicevano che Gold poteva anche mettergli sei in pagella, cosi adesso devono darsi da fare di piu' per alzarsi la media"  nella nostra scuola vi era infatti la regola secondo la quale se, durante gli ultimi due anni alla fine si avevano insufficenze le si potevano recuperare con lo stage: questo voleva pero' dire che bisognava rigare piu' che dritto altrimenti si rischiava la bocciatura e onestamente non mi sarebbe dispiaciuto non vedere piu' quelle due.

"Ma se durante le sue lezioni si davano lo smalto"  commentai io

"E noi chiaccheravamo"  osservo' Rebecca.

"Si ma abbiamo otto in diritto, mica cinque"  puntualizzai io  "anzi, conoscendo Gold sara' gia' stato tanto quel cinque, io gli avrei messo due senza tanti complimenti"

"Insomma, alla fine han cominciato ad insultarlo, io non ci ho visto piu' cosi le ho raggiunte e gli ho versato in testa il frappe'"  concluse addentando il suo panino mentre  io posavo il mio per non farlo cadere mentre ridevo.

Tornammo a scuola e io tirai fuori la bottiglia dalla borsa "vuoi?"  chiesi alla mia amica che ovviamente fece tanto d'occhi "E' the' al limone: era l'unica bottiglia non gigante che avevo in casa" mi affrettai a precisare  "Tu non sei normale: e se Jefferson ti vede?"  "Gli dimostrero' che non e' quello che sembra" replicai.

"Ma certo! la prossima volta perche' non metti l'acqua nella bottiglia della vodka??"  mi disse lei.

In quel momento arrivo' Jefferson e si puo' immaginare la sua espressione nel vedere la bottiglia:  "e questa?"  prima che avessi tempo di replicare aveva gia' preso il bicchiere di plastica dov'era rimasto un po' di the': "Sa di the' al limone"  disse annusandolo  "E' the' al limone! scusi prof ma le pare che e' davvero whisky? se cosi fosse sarei sdraiata sul tavolo a questo punto: a casa avevo solo bottiglie grandi, cosi' ho dovuto travasarlo" risposi, lui alzo' gli occhi al cielo "e la prossima volta cosa porterai? le tic-tac nella scatola delle anfetamine?" scherzo'.  

"Ma certo! perche' non ci ho pensato prima"  dissi battendomi una mano in fronte e fingendo di telefonare a qualcuno  "Pronto Abdul?, e' il mio spacciatore"  dico a Rebecca e al prof che, molto elegantemente scuotono la testa.

Fortunatamente nel pomeriggio sono venuti i tecnici e il guasto e' stato riparato, cosi non avrei piu' dovuto architettare stratagemmi per portarmi in giro da bere.  

"E comunque io non ho uno spacciatore: faccio tutto da sola"  sentenziai mentre tornavamo a casa.

"Ora capisco tante cose"  replico' Rebecca ed entrambe scoppiammo a ridere.

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Capitolo 14
*** do you hear the people sing? ***


les miserables Eravamo ormai ai primi di luglio e notavamo con soddisfazione che cominciava a venire piu' gente, sia  della scuola sia di fuori: non si puo' dire che avessimo la biblioteca piena tutto il giorno ma di certo avevamo piu' da fare.

Quella mattina avremmo avuto Jones: cio' significava che ci saremmo divertite quanto nel farci piantare dei chiodi nelle gambe anche se appena se ne fosse andato in sala insegnanti avremmo cominciato a dirgliene di ogni pur sapendo benissimo che era come sparare sul Tg4.

"Buongiorno ragazze"  ci saluto' lui

"Salve"  rispondemmo noi a denti stretti: col cazzo che gli davamo confidenza! ci saremmo fatte strappare i denti uno ad uno piuttosto.

"Ah, io alle 11.30 devo andarmene: mi sostituira' la professoressa Wood"  disse mentre salivamo le scale

"L'ha poi riparata la macchina?"  chiede Rebecca evitando di guardarmi per non scoppiargli a ridere in faccia

"Proprio per questo devo andare via prima: il vetro e' a posto ma devo andare da quelli dell'assicurazione perche' pensavo di aver fatto la polizza cristalli e loro dicono no: cosi mi tocchera' sganciare 450 euro, se pesco chi e' stato..." sospira.

"(Ma ringrazia che si e' limitato a romperti il parabrezza! la testa doveva romperti stronzo!!)

 Che  vuol farci prof, col fatto che abbiamo anche le medie qui vicino...e' vero che una volta era normale giocare a pallone in strada anche a Milano ma quarant'anni fa c'erano anzitutto meno macchine e poi in genere succedeva in periferia non in pieno centro..."  commento io con noncuranza alzando le spalle.

La mattinata procedette tranquillamente, ed alle 11.30 sentimmo Jones salutare il vicepreside ed uscire,  mentre stavo registrando sul computer dei nuovi arrivi sentii una voce dire "Salve, come mai Jones se n'e' andato prima?"   ma non era la Wood.

Era Gold.

"Pare dovesse andare dalla sua compagnia d'assicurazione per la macchina"  rispose Rebecca cercando di dissimulare una risata.

"Scusi prof, ma non doveva venire la Wood?"  chiesi io.

"Michelle ha chiamato Graham dicendole che era imbottigliata nel traffico e cosi sono venuto io"  mi rispose con una smorfia  "io non ti vado bene forse?"

Ma perche' non chiudo mai la bocca accidenti!

"Non intendevo dire questo"  rispondo io arrossendo

"In ogni caso non doveva lasciarvi sole"  sentenzia

"Ma non abbiamo tre anni"  protesta Rebecca

"E poi ci sono i bidelli, il vicepreside..."  continuo io.

"Si, ma se sai che devi fare una cosa avvisi almeno il giorno prima, non all'ultimo momento"  conclude andandosene.

Ormai era ora di pranzo e noi ci affrettammo verso il bar dove ci attendevano Lavinia e Miriam: quel giorno erano di turno solo al mattino.

"Cos'e', pensava che avremmo distrutto la scuola forse?"  dico io irritata.

"Per me la questione e' molto piu' semplice"  commenta Rebecca.

"Cioe'?"  chiedo.

"Graham avra' telefonato mentre lui e la French..."  risponde in tono allusivo.

"Ma falla finita!!"  dico io ridendo.

Nel pomeriggio non viene nessuno cosi noi quattro possiamo starcene a chiaccherare tranquillamente: avevo la netta sensazione che sapesse della bottiglia, altrimenti non ci avrebbe detto niente.

Ancora una volta ci stavamo annoiando, cosi approfittando del fatto che avevamo internet a disposizione decidemmo di andare su youtube e sentire qualche canzone.

Circa due mesi prima della fine della scuola la French ci aveva portato a vedere "les Miserables" poiche' avevamo da poco concluso quel periodo storico in letteratura, ci era piaciuto tantissimo, in particolare a me piaceva la canzone "Do you hear the people sing"  cantata dalla gente in piazza, cosi la cercammo e alzammo il volume al massimo, tanto la sala insegnanti era al piano di sotto.

Canzoni di quel tipo mi esaltano MA sono stonata come tre campane da morto.

E chissene!

"Do you hear the people sing, singing the song of angry men? it is the music of a people who will not be slaves again.  When the beating of your heart, echoes the beating of the drums, there's a life about to start when tomorrow comes"

Comincio posando un piede sulla sedia con le altre che mi seguono cantando.

Peccato che al secondo ritornello la mia esaltazione abbia raggiunto la megalomania e sia in piedi sul bancone, che in realta' non e' come quello di una vera e propria biblioteca o libreria ma una specie di tavolone di legno allungato: in quanto a stile non brilliamo particolarmente, anche i tavoli sono quasi tutti diversi li', ma d'altronde tocca arrangiarsi...

Mentre io sono sul tavolo Lavinia e' in piedi sulla sedia, se fossimo vissute a quei tempi avremmo fatto una strage vista la passione che ci stiamo mettendo e lei canta molto meglio di me grazie al cielo.


La canzone sta finendo quando lo sguardo mi cade sulla porta alla mia destra che si apre e appaiono Gold e la Wood: sarebbe la nostra prof d'inglese, si vede che alla fine e' arrivata e ha deciso di rimanere, tanto niente e nessuno glielo vieta.

Giuro di non aver mai visto il nostro prof di diritto cosi sconvolto, neanche quando gli raccontammo della lettera o ci trovo' a saltare sul letto in gita aveva quella faccia.

Mi affretto a scendere e a raggiungerli per scusarmi, ma mentre lei sta ridendo come una matta lui si volta e se ne va, quando raggiungo la soglia neanche lo vedo piu' nel corridoio.

"Ma dov'e' andato?"  mi chiede perplessa Miriam

"Che ne so"  faccio io pensando che stavolta dovevamo veramente aver esagerato.

Lo trovammo due aule piu' in la'

"Mi scusi prof, lo so che ho esagerato"  mi feci avanti io con gli occhi bassi.

Vidi che aveva una strana espressione ma non sembrava particolarmente sconvolto.

"Cos'e', si vergogna di ridere davanti a noi prof?"  disse Rebecca.

"No, e' che non trovavo piu' il cellulare e ho pensato di averlo lasciato da qualche parte"  rispose guardandosi attorno.

Lo guardammo tutte come per dirgli: "mapperfavoooooreeee!!!"

"Cosa sono quelle facce? guardate che ce l'ho, non sono mica un troglodita come pensate"  replico'.

"Mai detta una cosa simile"  dichiaro' Lavinia.

"Parla di quello smartphone con cui armeggiava gli ultimi giorni?"  ridacchio' Miriam.

"Era nuovo Volturi: immagino che invece voi sappiate subito come si utilizzano tutti i comandi"  rispose alzando gli occhi al cielo.

"No, ma sappiamo o almeno crediamo che sia venuto qui per non farsi vedere mentre rideva"  dissi guardandolo negli occhi.

"Non dire stupidaggini Gentile, anzi se vuoi proprio saperlo io l'avevo detto a Belle che non doveva farvi vedere quel film"  

Insomma: prima che lei ci portasse l'avevano visto insieme e le era venuta l'idea, solo che lui le aveva detto che era meglio di no, perche' "conoscendo quelle quattro..."

"In effetti ho sempre avuto l'anima rivoluzionaria"  dichiaro io con aria ispirata.

"E probabilmente l'avrai venduta al diavolo cara la mia liberte', egalite' fraternite'"  ghigna lui.

Non faccio in tempo a replicare che sento le altre dire: "ohhhh adesso e' Belle..."  in tono scherzoso ma non offensivo peccato che lui ci rivolga uno sguardo tale da zittirci all'istante.

Comunque se proprio volete sapere la mia modesta opinione: se non e' andato in quell'aula per non farsi vedere mentre rideva io sono Cosette.


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Capitolo 15
*** let's make a deal dearie? ***


let's make a deal dearie? Il caldo in quei giorni era opprimente anzi piu' che il caldo l'umidita' ma d'altronde era anche normale vivendo in citta': onestamente non ho mai capito perche' i giornalisti dicano ogni giorno  "caldo mai visto, umidita' alle stelle" e via delirando, e' luglio accidenti! Si sa che in questa zona il clima e' quello che e' solo che cosi facendo mandano la gente nel panico: stamane mentre uscivo di casa ho incontrato mia zia, la quale mi ha detto di mettere il cappello se non tornavo entro mezzogiorno.

Hai voglia spiegarle che prima delle 18 non ci sono e che soppratutto NON sto sotto il sole in piazza Duomo.

Miriam e Lavinia avevano il turno il giorno dopo quindi c'eravamo tutte e quattro, la mattina a controllare che tutto procedesse a dovere c'era la Boyd la quale stette anche ad aiutarci mentre eravamo occupate con quelli che venivano, al pomeriggio c'era Gold.

Di nuovo.


"Ma non ha proprio nient'altro da fare?? voglio dire ora ha un mucchio di tempo libero..."  comincio' Miriam io, capendo benissimo dove volesse andare a parare le feci cenno di tacere, hai visto mai che si aggira nei dintorni: quello e' capacissimo di arrivarci alle spalle senza che ce ne accorgiamo.

Come ho gia' detto il caldo soffocante il piu' delle volte scoraggia la gente ad uscire e di conseguenza non c'e' nessuno anche il traffico e' diminuito quindi oggi sono in macchina: personalmente ho sempre amato piu' l'estate che l'inverno, certo l'umidita' a volte da' fastidio ma preferisco girare in maglietta pantaloncini e ciabatte piuttosto che con due maglioni e il piumino.

Oggi in realta' non e' una bellissima giornata: il cielo e' nuvoloso e cio' m'induce ad indossare i leggins neri con la maglia di profondo rosso acquistata in gita e sandali neri purtroppo pero' la cappa d'umidita' rimane e contando che a scuola di certo non abbiamo l'aria condizionata non e' il massimo.

"Che caldo infernale! ma come fate voi a starvene cosi?"  dice Gold apparendo sulla soglia come dal nulla: nonostante sia anche stavolta in camicia a maniche corte sembra che la temperatura non gli dia tregua.

Io alzo le spalle: non e' che possiamo fare molto per rinfrescarci a parte bere litri d'acqua delle macchinette o bibite varie e di certo non possiamo andare a fare a gavettoni in cortile....

Oddio, a dire il vero l'idea mi solletica non poco ma temo che in tal caso qualcuno non tornera' a casa vivo stasera.

Il guaio e' che non so se sara' una di noi o il prof e non voglio neanche saperlo!

Vedo il prof che mi guarda la maglietta con una faccia mezzo sconvolta e mezzo disgustata.

"Beh, che c'e'? mai vista una bambola impiccata?" dico con sussiego.

"Certo, certo" fa lui sedendosi ad un tavolo.

"O forse pensa che gli horror non siano roba da donne?"  dice Rebecca registrando sul computer i libri che ci hanno riportato.

"Mai detto questo"  dice portandosi le mani dietro la nuca.


"Reby li hai portati i pattini?"  chiedo alla mia amica con noncuranza.

" Eh? ah si si"  mi risponde continuando a scrivere i titoli sulla tastiera.

"Bene: ho proprio voglia di farmi un paio di piroette in corridoio e giu' per il corrimano"  aggiungo io aprendo un libro,   sto scherzando naturalmente ma andrei avanti ore solamente per vedere le facce di Gold,  non so cosa mi trattiene dal filmarlo col cellulare.

Forse la paura di tornare a casa col telefonino polverizzato se tutto va bene.


"Prof ma stiamo scherzando! non si faccia venire un infarto per colpa nostra suvvia"  dico alzandomi.

"Ma senti queste..."  ribatte lui scuotendo la testa.

"Ci facciamo una partita a Uno?"  propone Lavinia  "anche lei se vuole prof"

"Quello che volete ma prima voglio trovare il modo di rinfrescarmi"  ribatte lui

"Se ci prendessimo un gelato?"  salta su Rebecca.

Ci diciamo tutti d'accordo e scendiamo al bar dove ci prendiamo una vaschetta da nove gusti dividendo la spesa, una volta tornati ci sediamo ad un tavolo e cominciamo la partita alla quale si unisce anche Ruby.

Evidentemente Gold aveva accettato perche' pensava che tutto sommato una partita a carte e' un'attivita' innocua che non ci avrebbe fornito pretesti per fare cose strane o potenzialmente pericolose.

Io non amo i giochi di carte a parte quello, non so se ci abbiate mai giocato ma vi assicuro che puo' finire male: non come nei film dove si vede quello che perde a poker buttare il tavolo gambe all'aria certo ma qualche parolaccia vola eccome.

E questo solo tra amici chiaramente: figuratevi cosa puo' succedere giocando tra alunne, bidella e professore.

Mettemmo la vaschetta al centro di un tavolo, andammo a prendere i cucchiaini alla macchinetta del caffe' e cominciammo a giocare anche se non era facile tenere in mano le carte e contemporaneamente staccare col cucchiaio di plastica pezzi di gelato: e' vero che faceva molto caldo ma mica si scioglie subito o si ammorbisce immediatamente giusto?

Per le prime cinque-sei partite ando' tutto bene, si vinceva e si perdeva senza grossi traumi poi cominciarono i dolori poiche' si susseguirono carte "+2"  e "+4" per un bel po'.

Quando mi ritrovai per la terza volta di fila a dover pescare sei carte sbottai con un: "ECCHECCAZZO!!! MA SEMPRE IO DEVO PESCARE QUI??" tale che mentre infilzavo il gelato al cioccolato per prendermene un po' mi si spezzo' il cucchiaio a meta' con la parte superiore incastrata nel gelato tra le risate di tutti e dovetti andarmene a prendere un altro.

Non ero seria sia chiaro: non sono certo io quella competitiva che vuol vincere ad ogni costo ma si sa: certi momenti ti fanno tirar fuori lati di te che nessuno conosce, te stessa inclusa naturalmente.

"Questo e' uno di quelli che mantiene il sangue freddo anche durante un terremoto al decimo grado della scala Richter"  pensai guardando Gold che nonostante la mia uscita non ha fatto un verso, tutto sommato l'invidio: al contrario di lui io sono sempre stata troppo emotiva.

"+ 4" mette giu' Lavinia.

Tocca a Rebecca ed e' un altro "+4"

"Pensavate di fregarmi e di farmi pescare 8 carte eh?? beh mi spiace rompervi le uova nel paniere"  dico trionfante aggiungendone un'altra.

Peccato che alla mia sinistra ci sia Gold al quale tocca pescare ben 12 carte: noialtre cerchiamo di trattenerci dal ridergli in faccia.

"Che vuole farci prof, il gioco e' cosi: vuole?" dico estraendo una scatoletta

"Cosa sono?" mi chiede

"Cristalli di crack!  caramelle alla frutta no?"  sbuffo, possibile che intelligente com'e' non capisce quando scherziamo e quando no?  Ok ne abbiamo combinate di ogni ma cio' non vuol dire che faccio tutto quello che penso.

Molte partite si susseguono  finche' Miriam domanda: "che ore sono ragazze?".

"le sei e mezza"  rispondo io.

LE SEI E MEZZA???!!


"Cazzo! ma e' tardissimo"  dico io saltando in piedi e buttando via la vaschetta ormai vuota mentre le altre radunano le loro cose,  dovevamo sbrigarci, mio padre poteva tornare da un momento all'altro:  e' vero che potevo dire che abbiamo avuto da fare, pero'...

All'improvviso squilla un cellulare, ma non essendo il mio non me ne preoccupo,  mi giro e vedo Gold parlare al suo, e lo vedo stranamente agitato:

"Si, tra poco sono a casa: certo che ho preso l'occorrente per la macedonia dearie, ok a dopo: qualcuna mi consiglia un buon supermercato qui vicino?"  ci chiede dopo aver riattaccato e stavolta non riesco a trattenere un risolino.

"Purtroppo qui vicino non credo ci siano Esselunga o simili: pero' qui dietro c'e' un bel negozio potrebbe provare li"  interviene Miriam.

"Lei cucina prof?"  chiedo io cercando di non ridere mentre mi si profila davanti la visione di lui in giacca e cravatta col grembiule con scritto "chef"

"E' capitato, ma qui non si tratta di me: dobbiamo andare da amici domenica e quindi portiamo la macedonia"  spiega lui mentre scendiamo le scale,  Graham non c'e', se n'e' andato da un pezzo insieme ai bidelli: noi, Ruby e Gold siamo gli unici rimasti, per fortuna il prof ha le chiavi.

"Che ne dice di una scommessa?  per l'ultimo giorno io e lei facciamo una torta, la portiamo qui la mangiamo tutti insieme e decidiamo qual'e' la migliore"  dico d'impulso.

Oddio, il caldo deve proprio avermi dato alla testa: che mi viene in mente??

"E quali sarebbero i termini della scommessa?"  mi chiede lui serio.

"Se vinco io...lei ci chiamera' per nome"  dico tendendogli la mano.

"Se invece vinco io...raccontero' ai vostri genitori tutto quello che avete fatto dalla lettera alla gita"  mi dice con un ghigno malvagio.

D'istinto ritraggo la mano  "non puo' farlo!" protesto vivacemente, non oso immaginare cosa ci accadrebbe se venissero a sapere tutto.

"Oh si che posso, ma e' facile impedirmelo: basta che fai una torta migliore della mia" ribatte fissandomi negli occhi, io pur avendo una fifa blu in quel momento gli stringo la mano.

Mentre usciamo le ragazze alzano un coro di commenti:  

"Oddio ci avveleneranno tutti!"

"Qual'e' il numero dei Nas? Giusto per ogni evenienza eh"

"Ti rendi conto che se non fai una torta piu' che decente quello va a dire tutto ai nostri? E' capacissimo di farlo, lo sai"

"Seh abbiamo la nipote di Cracco qui"

"Che se tutto va bene ha per rivale il fratello suonato di Gordon Ramsey: e' stato un piacere conoscervi ragazze"


"Grazie per la fiducia eh! parliamoci chiaro: voi avete mai mangiato qualcosa fatto da me?"  chiedo azzittendole.

Si guardano l'un l'altra:  "beh, no..."

"Appunto: quindi di che vi lamentate? e poi non dira' niente credete a me, se avesse voluto davvero farlo gliel'avrebbe detto da un pezzo: e' solo che non aveva niente su cui scommettere"   rispondo avviandomi verso la macchina.   "Vuoi un passaggio?"  chiedo a Miriam

"No grazie prendo la metro"  mi risponde concitata.

"Dai che ti faccio risparmiare i soldi del biglietto"  dico praticamente spingendola in macchina.

Mi metto alla guida e percorro lentamente la strada, quando devo svoltare al  primo incrocio al momento di svoltare vengo superata da una grossa macchina scura.

"Stronzo!"  urlo io, nonostante abbia la patente da pochi mesi mi rendo conto che molti san guidare peggio di me e guidano da molti anni piu' di me e' questo il bello, fossero miei coetanei pazienza....

Mentre sto per ripartire vedo il tizio al volante abbassare il finestrino, potete immaginare la mia espressione quando lo sento dire:  "Gentile di nome e di fatto eh?"

Era Gold e subito sento la pressione calarmi di botto mentre Miriam e' praticamente per terra dal ridere.

"Scusi prof, non dicevo a lei"  rispondo io non sapendo che altro dire.

"Ah no? e a chi allora?"  mi chiede.

"Ad uno stronzo che non sa guidare"  ribatto.

Lui per tutta risposta ci saluta con un cenno della mano e Miriam nel frattempo si e' un po' ripresa e mi guarda orripilata.

"Ma secondo te mi ero accorta che era lui?? e comunque non si puo' superare cosi"  ribatto.

Era davvero il caso che facessi bella figura con la torta altrimenti ci rimaneva solo la "soluzione divi del rock"  per dirla con Max Pezzali, ossia  "molliamo tutto e ce ne andiamo a New York".




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Capitolo 16
*** when all is said and done ***


la prova del cuoco Ci misi un pomeriggio intero ma vincendo la resistenza dei miei per i quali accendere il forno d'estate dovrebbe essere punito per legge (promisi di lavorare con la finestra aperta, cosa che detestavo vista la mia idea fissa che la gente mi guardasse in casa nonostante io abiti al terzo piano) riuscii a sfornare la mia torta di ciliege: l'avevo gia fatta per un pranzo coi parenti percio' ero sicura del fatto mio.

Approfittando del fatto che la "gara" tra me e Gold si sarebbe svolta l'ultimo giorno di stage decidemmo di organizzare un piccolo rinfresco: ognuno di noi, prof compresi porto' qualcosa: limonata, aranciata, chinotto, coca-cola, tramezzini, pizzette...In tutto eravamo 15: noi quattro, Gold, la Blanchard, la Wood, la Boyd, Graham, la Swan, Jefferson, i tre bidelli e Hopper, mancavano la Lucas e la Mills perche' erano entrambe al mare (Ruby avrebbe raggiunto la nonna entro due giorni) quando chiedemmo a Gold il motivo dell'assenza della French ci disse che era molto dispiaciuta di non poter venire perche' era in visita da una sua amica a Monza "non si vedevano da tanto e cosi'..."  disse a mo' di spiegazione.

Certo, ne eravamo dispiaciute ma capivamo benissimo,  "e Killian? avevo capito che partiva ai primi d'agosto"  chiese la Swan  "Infatti e' cosi: solo che doveva far fare la revisione alla barca" rispose Graham  "speriamo affondi"  ghigno' Gold beccandosi un'occhiataccia dai colleghi e un "ma prof!"  da parte nostra, questo a voce, perche' con gli occhi dicevamo "magari..."

"Allora speriamo che vada addosso ad un'altra barca, certo mi dispiacerebbe molto..." riprese Gold  "...per quelli dell'altra barca certo" disse Rebecca a mezza voce in modo da farsi sentire solo da lui e da noi,  "a parte che se ci fossero stati anche Jones e la Mills avrei aggiunto del topicida alla torta" dissi aiutando le prof a sistemare le cibarie: avevamo unito due tavoli tra i piu' lunghi della biblioteca, essendo l'ultimo giorno ed avendo organizzato il rinfresco non c'era ragione di fare "due prof la mattina e due il pomeriggio" come in precedenza cosi' al mattino, oltre a noi quattro (Lavinia e Miriam avevano finito il loro stage il giorno prima entrambe con un ottimo punteggio) c'erano solamente Graham, Ruby, Leroy e David, tutti gli altri arrivavano dopo pranzo.  Di comune accordo avevamo deciso di cominciare a mangiare verso le 15.30 anche se cosi rischiavamo di saltare la cena vista la quantita' di roba che c'era.

Gold si era presentato con una bella torta al limone ripiena di crema aromatizzata  "sembra buona"  disse Lavinia adocchiandola  "secondo me c'e' lo zampino della French"  bisbiglio' Miriam in un momento in cui il prof era uscito  "su, diamogli un po' di fiducia" dissi io.

Cominciammo a mangiare ed effettivamente quella torta fu molto buona, anche la mia venne molto apprezzata, pochi minuti dopo avvertii un leggero capogiro ma li per li non gli detti peso, almeno fin quando non mi prese la nausea  "che succede? hai una faccia"  mi disse Rebecca avvicinandosi  "non lo so" risposi ma un attimo dopo mi stavo gia precipitando verso il bagno, con la coda dell'occhio notai che Gold mi stava seguendo verde in faccia, in poche parole ci ritrovammo a vomitare praticamente l'uno in fianco all'altra: a differenza dei piani inferiori al terzo quando si entra nel bagno si trova un lungo lavandino con lo specchio e solo due gabinetti uno per gli uomini e uno per le donne.

"Ma che diamine ci sta succedendo?" dissi uscendo da quello a sinistra.

"Che ne so, si vede che la tua torta era piu' buona del previsto" commento' Gold che nel frattempo era uscito anche lui, evidentemente avevo di nuovo cambiato faccia perche' mi disse "prova a vomitarmi addosso e ti stacco le dita una ad una" prima di afferrarmi alle spalle e spingermi dentro al gabinetto per permettermi di vomitare nuovamente, peccato abbia anche lui un altro attacco e debba catapultarsi anche lui nel bagno accanto.

"Comunque la sua torta non era male prof"  dissi appena finito ma senza uscire.

"Anche la tua era buona...Perla" rispose lui

"Era ora"  pensai, si era deciso finalmente di abbattere quell'ultima barriera.

Decisi che era meglio cambiare argomento

"Non sapevo che il prof Jones avesse una barca"  dissi dopo aver ripreso fiato.

"Infatti non e' sua bensi' del padre: la sua famiglia e' molto ricca ma ti pare il momento adatto?" ribatte' il prof

"In effetti abbiamo gia' vomitato abbastanza e onestamente non fatico ad immaginarmi Jones come un Briatore di trent'anni piu' giovane"  ghignai io.

"Non avrei detto niente ai vostri genitori..."  comincio' Gold

"Lo so"  dissi piano

"E come??" fece lui stupito

"Diciamo che non ci avrei messo la mano sul fuoco ma ho pensato che se davvero avesse voluto l'avrebbe fatto appena saputo della lettera o dopo la gita"  ribattei

"A proposito della lettera: come si fa a svegliarsi una mattina e..."

"Non mi sono svegliata una mattina prof! Ci ho pensato a lungo anzi..."

"Tanto per la reputazione di cui godo" m'interruppe lui

A quelle parole sussultai: "pensa di esserci antipatico prof? non e' affatto cosi, l'abbiamo sempre stimata molto anzi,  fin dal primo anno perche' teneva testa alla preside"

"Meno male, e se vi ero antipatico che facevate in gita? vi calavate dal balcone col lenzuolo?"  chiede in tono sarcastico

"Se e' per questo io mi sono ubriacata"  faccio con noncuranza.

Credo che se non gli facesse male il ginocchio salirebbe sul water per guardarmi dall'altra parte del muro.

"Prego??!"

"Tranquillo prof, scherzavo".

Poco dopo entrano Graham, la Blanchard e Lavinia  "Tutto bene voi due? devo chiamare un medico?"  ci chiede il vicepreside,   in quel momento usciamo  "no, credo sia solo dovuto al caldo: probabilmente ci han fatto male le bibite fredde"  rispondo io  "Mi sa che serve per Miriam: e' da mezzora che e' mezza sdraiata sul tavolo dal ridere"  commenta Lavinia  

"Ma e' vero che s'e' ubriacata in gita?" le chiede Gold rimanendo indietro per non farsi sentire da Graham  "no"  risponde lei con noncuranza  e lo vedo tirare un sospiro di sollievo,  "ma allora di chi era la bottiglia di birra vuota che ho lanciato dal balcone centrando direttamente il bidone del vetro?"  chiede con finta perplessita'.

Io trattengo a malapena le risate mentre il prof e' talmente sconvolto che lascia cadere il bastone a terra,  glielo raccolgo mentre lui riesce a malapena a balbettare "voi...voi..."  

Sospiro  "...noi facciamo le sceme a volte prof ma non per cattiveria nei confronti suoi o di chiunque altro, a parte la Mills, e' solo il nostro carattere"

"Sono avanzate due fette di torta una per tipo: potrebbe portarle alla prof French"  suggeri' Lavinia.

Quella giornata infine termino', la sera non dissi nulla del mio malessere ai miei genitori era stata proprio una cosa passeggera,  io e Rebecca scoprimmo poi di aver ottenuto il punteggio massimo per lo stage nonostante finto the' e cori varii...


19 settembre...



Chissa' come mai noi siamo tra i pochi licei che cominciano a fine mese come al sud, non che ci faccia schifo...

Mentre saliamo le scale ho una morsa allo stomaco: nelle ultime settimane ho il dubbio atroce che la Mills ne abbia fatta un'altra delle sue: so che non e' possibile pero'...

"Andate avanti voi e ditemi chi c'e' in classe" le supplico correndo in bagno attanagliata dall'angoscia.

"Tutto a posto"  mi fa cenno Miriam con un sorriso.

Infilo la testa nell'aula e sento tutto il mio corpo rilassarsi: ad aspettarci c'erano Gold e la French

"Salve ragazze: come sono andate le vacanze?"  ci chiede lei sorridendo

"Tutto bene e voi?"  chiede Rebecca.

"Bene anche se abbiamo avuto un po' da fare..." dice Gold aprendo la valigetta.

Li guardiamo interrogative

"Conviviamo da due mesi"  risponde la French radiosa

"Fantastico"  gioisce Lavinia.

Tuttavia mentre la guardo noto che ha qualcosa di diverso...

Mi cadono gli occhi sulla sua pancia e poco ci manca che mi scendano le lacrime dalla gioia.

"Prof...lei...voi..." riesco a malapena a dire.

"Si ragazze: aspettiamo un bambino"   risponde Gold

"Beh, di sicuro non verra' male: speriamo solo che il naso lo prenda dalla mamm...ahia! volevo dire: congratulazioni!"  la mia frase viene interrotta da Miriam che mi pesta un piede,  "Lei sta bene prof? sapete gia' se e' maschio o femmina?"  chiede Rebecca.

"Io sto benissimo e proprio due giorni fa abbiamo saputo che sara' una bambina"  risponde lei

"Bene! avete pensato al nome?"  chiede Lavinia.

"Si chiamera' Roselyn"  risponde il prof.

"ottima scelta, e col suo cognome sta molto bene, vabbe' che e' uno di quelli che va bene con qualsiasi nome"  dice Miriam.

A quel punto a turno baciamo ed abbracciamo la prof,  io sono stata la prima e guardo Gold senza sapere cosa fare, alla fine gli tendo la mano poco convinta, lui me la stringe e tra lo stupore generale mi attira in un abbraccio cui le altre si uniscono.

"Quanto avrei voluto vedere la faccia della Mills"  sospira Lavinia.

"Beh, appena l'abbiamo detto in sala insegnanti s'e' versata il caffe' sul suo tailleur di Prada e poi s'e' congratulata con la stessa faccia di chi ha appena inghiottito un limone"  risponde Gold come se stesse parlando del tempo e facendoci scoppiare tutte a ridere.

"Quest'anno andra' tutto bene" penso.


Quest'anno sara' tutto diverso.



FINE.

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