cap2
Capitolo 2
Paine Miller
Oh, no! Proprio ora doveva suonare quel maledetto
telefono! All’inizio Kate fu tentata di non rispondere ma quello continuava a
squillare incessantemente, e alla fine si arrese e alzò la cornetta.
“Pronto.” dalla sua bocca uscì una voce che non
assomigliava lontanamente alla sua, una voce di stanchezza, frustrazione e
stress.
“Ciao Kate, sono Paine. Ma si può sapere cos’hai? Hai una
voce che mette i brividi, ti senti bene?”
Paine Miller. La più grande amica di Kate fin dai tempi
della scuola. Sebbene fossero così diverse nei gusti avevano tutte e due una
cosa in comune: una vita difficile. Si ricordava ancora quando lei, durante
l’intervallo, si metteva a piangere e le raccontava della sua difficile situazione
familiare. I genitori di Paine si erano separati da poco tempo, e Kate
ricordava ancora come lei la guardava con occhi pieni di terrore quando le
raccontava del loro litigio. Inoltre diceva che erano completamente cambiati
dall’ultima volta che l’aveva visti insieme: sua madre era diventata paranoica
e si era chiusa in sé stessa, mentre il marito diventava sempre più
intrattabile e aggressivo. Un giorno la madre di Paine decise che lei non
avrebbe più dovuto rivedere il padre, e tagliò definitivamente ogni contatto
con lui cambiando perfino casa. A quel tempo Paine era troppo piccola per
comprendere il gesto di sua madre e finì per odiarla con tutta sé stessa;
ancora adesso faceva fatica ad accettarla. Comunque Kate sapeva perché la madre
aveva isolato la figlia: per proteggerla dal padre. Infatti lui aveva qualcosa
che gli si leggeva negli occhi, una specie di lampo maligno, una luce nera che
ti faceva capire che quell’uomo non avrebbe esitato a uccidere se avesse
potuto. Kate aveva tentato più e più volte di farglielo capire all’amica, ma
lei si ostinava a non crederle; diceva che era suo padre e lei non poteva
permettersi di fare commenti su di lui. Da quel momento Kate aveva lasciato
perdere, anche se era convinta che Paine, nel profondo di sé stessa, le dava
ragione, ma non voleva farglielo capire. Però, purtroppo per Paine, un episodio
venne incontro alla teoria della ragazza. Nonostante tutti i tentativi della
madre di allontanare Paine dal padre, questi le trovò comunque, e minacciò la
madre che se non le avesse dato la figlia lui l’avrebbe perseguitata per tutta
la vita. Lei scese per tentare di ragionarci, ma lui le diede uno schiaffo in
pieno viso che le fece sanguinare la guancia. Paine, vedendo sua madre in
quelle condizioni, chiamò la polizia (a quel tempo Derkun non aveva ancora
preso il potere), e solo quando sentì la sirena della polizia, lasciò in pace
la madre di Paine e scappò via. Da quel giorno non si era più rivisto. Così
Paine era cresciuta con la diffidenza e l’insicurezza verso la gente. È stato
solo grazie a Kate se è riuscita a ritornare la solita simpatica e gioviale
Paine di una volta. Per questo motivo loro due erano grandissime amiche, si
trattavano come sorelle; e secondo Kate, Paine avrebbe dato anche la vita per
salvare la sua amica. Perciò lei non voleva farla stare in ansia comunicandole
la notizia, d’altra parte però non aveva altra scelta. Cercò in tutti i modi di
trovare una frase che l’avrebbe rassicurata, che le avrebbe fatto capire che
lei stava bene, che era tutto a posto. Non la trovò. Anche perché sarebbe stato
tutto inutile: la sua voce tradiva le parole. Dopo averci riflettuto per un
momento disse: “ Ho rotto con Mark.”
Dall’altro capo del filo ci fu un silenzio che parve
interminabile. Kate si chiese se aveva fatto male a darle la notizia di botto.
“Cosa?!”
“Senti Paine, non cercare di portarla alle lunghe va
bene?! Qui la situazione è seria. Ti ho detto “ho rotto con Mark!”
Pensava che parlandole con un tono arrabbiato avrebbe
capito che non voleva essere disturbata. Invece lei:” Cos’è successo?” chiese
con tono preoccupato.
“Niente di che…”
“Kate!”
“Ok, Ok, è successo qualcosa. È solo che al momento sono
stanca e…… non mi va di parlarne.” Alla fine gliela aveva detto in faccia.
“Kate, lo sai che quando ti accade qualcosa di brutto mi
preoccupo per te, e se non mi dici niente mi farai stare ancora più in ansia! E
il giuramento? L’hai dimenticato per caso?”
Il giuramento. Come poteva dimenticarselo? L’avevano fatto
quando Paine si era trasferita ed aveva abbandonato il quartiere. Consisteva
nel raccontare all’altra tutti i fatti spiacevoli che le erano accaduti.
“No, non me lo sono dimenticato, però…”
Che avrebbe fatto? Se la sentiva di raccontare a Paine
delle sue emozioni? O non ce l’avrebbe fatta? Alla fine prese la sua decisione:
“E va bene. Hai vinto tu, ti racconterò ogni cosa.”
“Finalmente!”
E così le raccontò di quello che le aveva fatto Mark, del
loro litigio e di quello che aveva provato quando si erano lasciati. Alla fine
del racconto Paine esclamò: “Non ci posso credere! Davvero ti ha tradito con
quella lì?! Appena la vedo la faccio a pezzettini, le spappolo il cervello e le
farò implorare pietà finché…!”
Dall’altro capo del telefono si sentì un rumore come se
qualcuno stesse strangolando qualcun altro (A proposito: il telefono di Paine
gliela aveva comprato l’amica. Le era costato un sacco di soldi, ma si sa: tra
sorelle ci si aiuta). Kate conosceva le reazioni isteriche di Paine, e così
cercò di zittirla:” Va bene, va bene… però adesso calmati.”
Nonostante tutto a Kate piacevano: davano sfogo ai suoi
pensieri. Era quello che avrebbe voluto fare lei a Margaret (così si chiamava
la danzatrice), ma non si sarebbe mai sognata di dirlo! Su questo, bisogna
ammetterlo, Paine era molto più impulsiva.
“Bah! Comunque se lo merita!”
Già, avrebbe voluto dire Kate, ma non lo disse.
“Senti, comunque qual è il vero motivo per cui mi hai
chiamata?” Si era completamente dimenticata di chiederglielo.
“Oh, niente di che…” disse Paine imitando la voce
dell’amica: si divertiva un sacco a farlo. Poi aggiunse:
“Volevo solo sapere come stavi, una visita di controllo,
sai…”
“Ah…Ok. Senti Paine, mi ha fatto molto piacere questa tua
telefonata, ma ora voglio stare un po’ da sola.”
“Mi prometti che non darai di matto appena riattacco il
telefono?”
“Sì, te lo prometto.”
“E che non andrai in qualche bar a ubriacarti?”
“Sì.”
“E che non andrai a commettere qualche omicidio o non so
cosa?”
“Sì, ti prometto anche questo.”
“Ok… allora ciao!”
“Ciao.”
Riattaccò. Aveva tenuto le dita incrociate per tutto il
tempo dei “prometto”. Con un sorrisetto, prese la sua vecchia borsa di stoffa,
se la mise a tracolla e si avviò verso la porta. Lo sapeva bene che avrebbe
fatto un dispiacere a Paine, ma del resto stava per disubbidire a solo una delle
tre promesse. Sì, era una buona idea. Andiamo a farci un goccietto. Si
disse Kate, e si richiuse la porta alle spalle.
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