Happy End

di Shannonwriter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dreaming of a happy end ***
Capitolo 2: *** Dark eyes ***
Capitolo 3: *** Savior ***
Capitolo 4: *** Mr. Gold ***
Capitolo 5: *** I remember ***



Capitolo 1
*** Dreaming of a happy end ***


Contare i giorni trascorsi tra queste quattro mura sarebbe impossibile, ma credo che siano trascorsi degli anni. Si, decisamente tanti anni. Non ho un orologio qui e nessuno a cui chiedere informazioni ma sento che potrebbero esserne passati anche venti da quando sono stata rinchiusa qui. Però non ho rughe sulle mie mani per confermare questa teoria ed è qui che mi confondo. Dovrei essere invecchiata ma mi sento ancora giovane, la mia pelle è ancora giovane. E allora perché non...? Oh, forse sto impazzendo alla fine? In un manicomio sarebbe l'unica cosa che ha senso. Ormai questi pensieri non mi fanno nemmeno più piangere e sbattere i pugni contro la porta perennemente chiusa. Quello che mi permette di conservare un briciolo di sanità mentale è una fantasia piccola e probabilmente sciocca per chiunque la sentisse. Ma è la mia fantasia. Faccio questi sogni da che mi ricordo; sogno di un tempo lontano, di un uomo dal volto poco umano a dire il vero ma con degli occhi pieni di tenerezza che rivolge sempre su di me. Quando sono accanto a lui sono felice, sorrido e mi sento a casa. Non finisce mai bene però. All'improvviso luci e colori sono sostituiti da ombre e oscurità, vedo quell'uomo gentile adirarsi, diventare quasi pazzo distruggendo tutto quello che gli capita sottomano, fermandosi solo per salvare una piccola tazzina da tè sbeccata. Poi mi sveglio. Quante volte mi sono aggrappata al mio sogno chiedendomi che cosa significasse e perché quell'uomo si fosse arrabbiato tanto. Ma soprattutto anno dopo anno mi ero ritrovata a domandarmi se per caso ci fosse qualcosa di reale. E se qualcuno mi stesse aspettando là fuori? Forse quella persona mi sta cercando e mi salverà. Non sono pazza, non lo sono. Voglio solo rivedere il sole e i colori del mondo. Vorrei solo sapere se esiste un lieto fine per me. E se...se lui venisse a prendermi proprio oggi?

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Capitolo 2
*** Dark eyes ***


Il momento che odio di più è arrivato un'altra volta. Come un'ulteriore punizione per non so quale reato, la mia carceriera apre lo spiraglio nella porta che usa per tenermi d'occhio. La cosa buffa (per lei lo è di sicuro) è che lo sappiamo entrambe che da qui non potrei mai riuscire ad evadere. Pareti imbottite che non mi permettono di fare uscire un suono e un'unica piccola finestra di un vetro infrangibile rendono impossibile anche solo pensare a una fuga. In più sono totalmente disarmata. Eppure lei deve trovare molto divertente venire a fissarmi attraverso quell'apertura mentre mi rannicchio spaventata sul letto. Si, non posso farci niente, mi fa paura. I suoi occhi sono tutto quello che riesco a scorgere di lei ed è già abbastanza. So che è stata lei a rinchiudermi qui dentro, vedo nel suo sguardo che si compiace nell'avermi sotto chiave. Non so per quale motivo ma devo averle dato fastidio, suppongo. Certe volte ho paura che entri e mi uccida perché forse si è stancata di questo gioco e non le servo più a nulla. Ma non è ancora successo, invece si limita a fissarmi con quegli occhi freddi, cattivi, totalmente privi d'amore che penetrano nelle mie deboli difese come coltelli affilati. Per quanto ancora andrà avanti così? Per quanto dovrò aspettare il mio salvatore? Chiudo gli occhi e prego che quella donna se ne vada e poi con la mente chiamo lui, perché mi trovi in fretta.

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Capitolo 3
*** Savior ***


Un'altra giornata perfettamente identica alla precedente si prospetta davanti a me quando apro gli occhi. Quanto ho dormito? Dev'essere mattina tardi, oppure anche pomeriggio a giudicare dalla luce intensa che entra dalla finestrella della mia cella. A volte rimango addormentata più a lungo del solito perché quando sento che potrei svegliarmi preferisco continuare a sognare. Amo il mio sogno e penso che più vi rimango dentro più dettagli riuscirò a ricordare durante il giorno, così mi distrarrò da questa vita vuota. Ultimamente ho notato una ruota. O meglio, un arcolaio di quelli vecchi con la ruota che gira. L'uomo gentile la usa tutto concentrato e io ne sono ipnotizzata. Fa girare quella ruota di continuo, ancora e ancora senza mai stancarsi. Come vorrei non dovermi svegliare e rimanere con lui, impedire che si arrabbi e distrugga tutto quello che possiede. Ma è inevitabile, il sogno comincia a svanire, apro gli occhi e mi ritrovo di nuovo qui da sola. Si, un'altra giornata uguale a quella precedente mi si prospetta davanti...ma sorprendentemente succede qualcosa. Sento dei rumori alla porta, qualcuno gira la chiave nella serratura. È strano, non è ora di cena. Quando la porta si spalanca vedo un uomo che non ho mai visto prima, non è l'inserviente. Non riesco a far rallentare il mio cuore, prende a battere all'impazzata; è lui? È il mio salvatore? Finalmente è arrivato allora! Si avvicina a me e mi tende la mano. “Vieni con me” dice.
Io accetto la sua mano e lo vedo bene in faccia. È giovane, alto e sono un po' delusa perché non è l'uomo che abita nei miei sogni, lo sento. “Chi sei tu?” gli chiedo. “Perché fai questo?”
Mi guarda dritto negli occhi quando mi risponde “Il mio nome è Jefferson e ho bisogno del tuo aiuto per qualcosa che io non posso fare. C'è un uomo, il suo nome è Mr. Gold. Trovalo. Tutto quello che devi fare è dirgli dove sei stata e che Regina ti ha tenuta prigioniera.”
Regina. Allora è questo il nome di quella donna dagli occhi freddi e cattivi. Ma sono ancora confusa. “Cosa?”
“è molto importante! Mr. Gold ti proteggerà ma devi dirgli che Regina ti ha tenuta prigioniera. Lui saprà cosa fare. Hai capito?”
“Si, devo trovare Mr. Gold” gli rispondo. Non so chi sia quest'uomo che è tanto importante che io trovi né perché il ragazzo davanti a me ci tenga tanto ma ha detto che mi proteggerà e mi serve solo questo. Una persona là fuori che pensa a me...e se fosse quell'uomo gentile?

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Capitolo 4
*** Mr. Gold ***


Ho chiesto a un passante se conoscesse un certo Mr. Gold e lui mi ha guardata come se fossi pazza. Ho subito pensato che fosse per i miei capelli arruffati e le mie scarpe da ospedale. Mi ha indicato la via per un negozio di antiquariato e ci sono arrivata senza sforzi. Eccomi qua. Prendo un respiro profondo poggiando la mia mano sul pomello della porta. Chi troverò all'interno? Sarò davvero al sicuro come Jefferson mi ha detto? L'unico modo per scoprirlo è procedere. Così giro il pomello ed entro. Il movimento fa suonare un campanello attaccato alla porta. Il negozio è pieno di cose di ogni genere, dev'essere un posto molto famoso in città e forse è per questo che l'uomo a cui avevo chiesto informazioni mi aveva guardata strano. Giocattoli, statuette, orologi a cucù, c'è di tutto qui. Devo dire che ne sono affascinata. Chissà quante storie hanno da raccontare questi oggetti. Non vedo nessuno all'entrata e attraverso la tenda che porta a un'altra stanza. Qui c'è ancora più roba ma soprattutto dietro al bancone c'è un uomo voltato di spalle. Mi faccio coraggio. “Mi scusi, è lei Mr. Gold?”
“Si sono io ma temo che il negozio sia chiuso-” risponde voltandosi ma si interrompe non appena mi vede in faccia. Rimane a bocca aperta.
Avanzo verso di lui, devo spiegargli. “Mi hanno detto di trovarla e di dirle che Regina mi ha tenuta prigioniera” gli dico senza riuscire a nascondere il disprezzo per quella donna che ha rubato così tanti anni della mia vita. Intanto lui mi raggiunge aiutandosi con un bastone. “Questo significa qualcosa per lei?” gli chiedo.
Ora è accanto a me, l'espressione incredula sul suo viso non se n'è ancora andata. Con la mano tocca la mia spalla. “Sei reale. Sei viva!” dice più a sé stesso che a me. “Lei ti ha fatto questo?” mi domanda notando per la prima volta in che stato sono.
Mi sento un po' diffidente e non so come interpretare la sua reazione ma riesco a vedere che almeno gli importa di me così gli rispondo “Mi hanno detto che mi avrebbe protetta”.
A queste parole il suo sguardo si intenerisce e scorgo delle lacrime mentre mi abbraccia come se fossi tutto ciò che conta a questo mondo per lui. Da che ricordi non sono mai stata abbracciata così. “Si, certo che ti proteggerò!” dice con voce tremante ma anche...lieta? È bello ma molto strano.
Non posso fare a meno di chiedergli. “Mi scusi, la conosco?”
Lui termina l'abbraccio e torna a guardarmi, l'emozione sul suo volto. “No, ma mi conoscerai” promette.
È vero, non so chi sia ma allo stesso tempo sento che posso fidarmi di lui e che si, mi proteggerà come Jefferson aveva detto. C'è qualcosa di così familiare in lui...


Note: Grazie a tutti quelli che hanno messo la mia storia tra le preferite e le seguite e a chi ha letto fin qui, c'è ancora un capitolo =)

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Capitolo 5
*** I remember ***


Mr. Gold mi ha chiesto di seguirlo in un posto e ora ci troviamo nel bosco. Lui va avanti, io lo seguo qualche passo indietro. Non so perché mi sto fidando di questa persona sconosciuta ma ho forse scelta? Non ho paura di lui, non potrei mai avere paura di nessuno come ne avevo di Regina e dei suoi occhi di ghiaccio. Solo pensare al suo nome mi fa venire i brividi. Mr. Gold invece mi fa sentire al sicuro, come se improvvisamente mi trovassi esattamente dove dovrei essere. È una specie di déjà vu. Camminiamo da un po' ormai e a essere sincera inizio a sentirmi un po' stanca, è stata la giornata più piena che ho avuto da anni. Sto per chiedergli di fermarsi un attimo quando una strana sensazione mi blocca e mi percorre come un fulmine piombato dritto sulla mia testa. Di punto in bianco tutto ha un senso e i pezzi del puzzle si uniscono mostrandomi la verità; quell'uomo gentile che mi faceva ridere, incuriosire, che girava la ruota dell'arcolaio di continuo trasformando la paglia in oro, la tazza che ho fatto cadere e che lui ha tenuto nonostante fosse rovinata, un bacio, la sua furia che distrugge tutto, anche quello che avevamo costruito...e Regina che mi porta via. Sono ricordi. Ora so chi sono veramente e perché ho passato la vita rinchiusa tra quattro mura imbottite. Guardo davanti a me. “Aspetta” lo chiamo.
“No, no siamo quasi arrivati” mi risponde senza accennare a una sosta.
“Rumplestiltskin aspetta!” riprovo chiamandolo col suo vero nome stavolta. È così strano pensare di essermelo scordato e di non averlo pronunciato per così tanto tempo.
Questa volta si ferma di colpo e io non esito a raggiungerlo. Si volta e ora riconosco il suo viso. Era sempre stato lui a tenermi aggrappata a ciò che è reale per tutti questi anni nei miei sogni. “Mi ricordo” gli dico sorridendo. “Ti amo” aggiungo.
Anche lui mi sorride sollevato che io abbia ricordato e ci abbracciamo. “Si e ti amo anch'io” risponde tra i miei capelli. Quanto avevo desiderato di sentire quelle parole da lui in quella terra lontana e troppo a lungo dimenticata, quanto avevo sperato che mi promettesse che avremmo avuto tempo per noi, per tutto. Ora abbiamo il nostro lieto fine o meglio, un nuovo inizio. Non è più solo un sogno.


Note: ancora grazie a tutti quelli che hanno seguito questa raccolta e a chi ha recensito, spero che vi sia piaciuta.

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