Because I love you.

di Beatrice___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You are everywhere. ***
Capitolo 2: *** Give me a possibility. ***
Capitolo 3: *** Harry Edward Styles ***



Capitolo 1
*** You are everywhere. ***


I caldi raggi del sole entravano dalla finestra, illuminando la stanza. Aprii gli occhi. Era domenica. Scesi le scale ed andai in cucina. Vivevo da sola. I miei genitori erano spesso lontano per lavoro, praticamente tutto l'anno, così mi avevano preso una casetta tutta per me. Aprii il frigo alla ricerca di qualcosa da mangiare ma, con mia amarezza, lo trovai praticamente vuoto. Corsi in camera a vestirmi. Era fine maggio, e a Holmes Chapel faceva abbastanza caldo, così misi degli shorts, una maglietta larga e le mie immancabili All star. Presi infine la borsa e dei soldi ed uscii di casa. Direzione: bar. Quando arrivai ordinai una brioche e un capuccino e mi sedetti su un tavolino fuori, attendendo la mia colazione. C'erano mamme con i bambini nel passeggino, altri gironzolavano qua e là. Nel parco tanti giocavano. C'era poi qualche coppietta di ragazzi che passeggiavano mano nella mano. Era una scena alquanto lieta. Finalmente arrivò la mia colazione. Stavo per addentare la mia brioche, per completare quel quadretto di tranquillità e beatitudine che avevo dipinto  guardandomi in giro e avendo quella sensazione di calma che ti invade quando è domenica, che ti rende felice, che un ragazzo con i ricci e gli occhi verdi mi si piazzò davanti e si sedette nella sedia davanti alla mia. Harry Styles. Era il ragazzo più ambito della scuola. Tutte gli morivano dietro. E, da quel che ho capito, lui ricambiava. Per cui non era il genre di ragazzo con cui avrei trascorso volentieri del tempo, peggio ancora a colazione, che per me era un rito sacro. 
-Buongiorno bellissima, come va?- disse lui, facendo un sorrisino la cui traduzione era 'oh, guarda che belle gambe che abbiamo qui'. Nonostante io mi reputassi sempre e costantemente brutta, ero in effetti una bella ragazza. Avevo i capelli ramati e gli occhi azzurri, tendenti al verde, che posavano su una chiara pelle. Ero formosa al punto giusto e alta all'incirca sull'1.65. Ah, e, dimenticavo, il mio nome è Amber.
-Sinceramente, andava meglio prima.- gli risposi, guardando poi da tutt'altra parte.
-Cosa fai questo pomeriggio, bellissima?- continuò lui.
-Niente che ti possa interessare. E poi smettila di chiamarmi bellissima! Non sono tua sorella!- risposi alquanto innervosita.
-Posso stare qui a gardarti??- 
-Devi andare avanti ancora per molto a fare quest'interrogatorio?-
A questo punto lui si mise comodo sulla sedia, allungando i piedi sotto al tavolo che arrivarono a toccare i miei, i quali, prontamente, tirarono un bel calcio.  E si mise ad osservarmi.
-Ne hai per molto?-
-Ho tutto il giorno, tranquilla.-
-Vai a rompere a qualcun'altra Harry. Guarda, c'è una bella tipa laggiù, e anche laggiù. Perchè non vai a torturare loro, che magari ci stanno anche?-
-E perchè non posso stare qua ad ammirare questa bellezza?-
-E perchè non porti le tue auree terga da qualche altra parte?-
-Perchè la mie 'auree terga' non hanno voglia di muoversi da qui.-
-Sappi che se non lo fanno loro, lo farò io. Quindi.. ciao!-, dissi, concludendo con un sorrisino.
-Ma..- iniziò lui, che venne subito interrotto.
-vattene ho detto!- dissi guardandolo negli occhi cercando di esprimere più tranquillità possibile, nonstante avrei tanto voluto mandarlo via a calci nel sedere.
Detto ciò, si alzò e se ne andò. Prima però si girò ed ammiccò un sorriso. Idiota.
Iniziai finalmente a mangiare la mia brioche in santa pace e, una volta finita questa e il cappuccino, mi alzai ed andai a fare un giro al parchetto prima di recarmi al supermercato. Presi un carrello ed iniziai a girare tra gli scaffali, alla ricerca di quello che dovevo comprare. Mancava solo la pasta solo che era troppo in alto e non ci arrivavo. Per cui toccai con un dito un ragazzo che avevo a fianco per farlo girare chiedendogli se poteva prendermela lui, ma la mia frase si bloccò a -scusa, potresti prender.- queando si girò. Indovinate un po' chi era quel ragazzo? Harry!  Sembra logico. 
-la pasta vuoi?- chiese, completando la mia frase.
-Ehm.. si grazie...- dissi alquanto imbarazzata. Me la passò ed io ringraziai, prendendo la ia roba per dirigermi alla cassa, sperando che non mi seguisse, ma giustamente non fu così.
-Sei sicura di non essere libera questo pomeriggio?- mi chiese.
-Sicurissima guarda.- risposi io. 
-Neanche cinque minuti?- mi sussurrò all'orecchio circonandomi le spalle con un braccio. Da quant'era che un ragazzo non mi sussurrava nell'orecchio? Per un attimo la sua voce mi inebriò i sensi, poi tornai in me stessa.
-Harry, lasciami in pace, ok? Con quante ragazze hai fatto così. E con quale scopo? Ah, no, non voglio saperlo. Tu non prendi in giro, ok? Io non sono una delle tante, nè voglio esserlo per nessuno! Quindi levati dai piedi!- 
allora lui si scansò, con un'espressione alquanto delusa, o per meglio dire, ferita. Si girò ed iniziò a camminare. Allora mi dispiacque per ciò che avevo detto. Forse avevo esagerato. Provai a chiamarlo, ma lui non mi sentì. O forse non volle sentirmi. Pagai in fretta alla cassa ed uscii sperando che fosse ancora lì. Ma lui era sparito. Per quanto io lo odiassi, in quel momento mi sentivo in colpa per quanto detto. Le parole se usate male fanno altrettanto male, ed io non sapevo come le avessi realmente usate. Perchè, in fondo, ciò che avevo detto lo pensavo davvero, solo sarebbe stato meglio se lo avessi tenuto per me. 






Spazio per me:
questo è il primo capitolo della mia storia, spero vi piaccia c: 
-Bea xx

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Capitolo 2
*** Give me a possibility. ***


La sveglia suonò puntuale la mattina successiva sulle note di 'Lego house'. Amavo quella canzone. La spensi e mi preparai per andare a scuola. Presi la cartella ed uscii di casa, aspettando che venisse a prendermi in macchina la mia migliore amica, Meredith, la quale arrivò con la sua cinquecento beje con la musica a palla ed un sorriso visibile a chilometri di distanza. Salii in auto ed allacciai lai cintura, dopodichè mi voltai verso Mer per darle un bacio sulla guancia. 
"Come stai bellezza?", mi chiese.
"Bene, grazie. Tu invece? Sei raggiante! Cosa è successo?", domandai immaginando c'entrasse qualcosa il suo ragazzo, Zayn.
"Allora... MI HA CHIESTO DI TRASFERIRMI A CASA SUA!!" disse tutto di un fiato. Meredith era più grande di me di un anno, era qualche centimetro più bassa di me, ma aveva un corpo perfetto, le labbra carnose e due occhi marroni come il cioccolato. I suoi capelli erano mossi e castani. E, cosa che mi stupiva ogni giorno sempre di più, era sempre solare. Lei non aveva avuto un passato tanto felice: sua madre era morta dandola alla luce e suo padre era stato rinchiuso in galera per spaccio di droga. Viveva con la zia, che era diventata per lei una sorta di mamma. 
"Sono molto felice per te!", dissi entusiasta anche io. Lei era molto innamorata di Zayn ed andava in estasi ad ogni cosa che lui le diceva, figuriamoci con una proposta del genere!
Il viaggio continuò con noi protagoniste come cantanti. D'altronde, trasmettono alla radio 'Starships' di Nicky Minaj e vuoi non cantarla?!? ahah Quando arrivammo a scuola ci salutammo ed io mi diressi verso l'aula di greco. Che bello avere greco alla prima ora!! ._. Voltai a sinistra, imboccando il corridoio ed eccolo lì. Tuta grigia con una felpa blu e cappello. Era davanti ai bagni, che parlava con un ragazzo.. Io mi avvicinai, dovevo fare una cosa.
"ehm... ciao, Harry", dissi con un filo di voce e guardando per terra. Il ragazzo ci lasciò soli. Harry non credo avesse voglia di salutarmi. Stava lì a guardarmi. 
"Io.. volevo chiederti scusa.. per.. be'.. l'altro giorno.. non avrei dovuto dirti quelle cose..", dissi con tono sommesso. Lui girò il viso da un'altra parte. 
"occhei, sei arrabbiato a morte con me. Va bene." dissi con voce pacata, facendo dei forti respiri. Me ne stavo per andare quando lui mi fermò per un braccio ed io volai tra le sue braccia. Alzai  lo sguardo e lo guardai negli occhi, ma lo abbassai subito. Lui non voleva lasciarmi andare, anzi, mi alzò il viso con un dito e fece combaciare le sue labbra con le mie, ma mi ritrassi subito, irritata.
"Ti ho chiesto di perdonarmi, non di baciarmi"
"E se per me significassero  la stessa cosa?"
"Allora non ti toglierebbe il titolo di 'puttaniere', se per te  è la stessa cosa."
"Ancora con 'sta storia?!? Dimmi, spiegami... perchè io avrei questo alter ego 'puttaniere'?". Mi lasciò andare.
"Dai Harry, stai sempre con tutte e l'unica cosa che guardi in loro sono le tette e il culo" dissi con un sorriso ironico.
"E non pensi potesse essere  una via di fuga?"
"E da cosa?", chiesi perplessa ed anche ironica.
"Da te". Da me? Cosa c'entravo io?!? 
"da.. da me?"
"Sì, perchè è da quando ti ho visto per la prima volta che sono innamorato di te. Perchè tu sei diversa, tu hai qualcosa che le altre non hanno. Sei l'unica che mi ha respinto. Sei l'unica che io vedo come una meta irraggiungibile. Ed ogni volta che ti vedevo in fondo al corridoio mi voltavo alla ricerca di qualche ragazza sempliciotta da attirare. Ma ad ogni bacio che davo alle altre io vedevo te. E sapevo che tu meriti di meglio, che io non sono adatto ad una ragazza così perfetta quale tu sei. Anche se ho sperato di poterlo diventare, di poter essere importante per te esattamente come tu lo sei per me, di essere quello che tu cercavi. E lo spero tuttora, per cui ti chiedo: dammi una possibilità, per favore."



YOLOOOOOOO ho aggiornato!! ahahha spero vi piaccia :))
Bea

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Capitolo 3
*** Harry Edward Styles ***


Una chance? Harry Styles mi ha appena chiesto di dargli una chance? Cosa dovevo fare? Non ne avevo la minima idea. Ferire nuovamente il ragazzo che tanto odiavo andando avanti ad odiarlo, o illuderlo che poteva funzionare?
"O-ok", echeggiò la mia voce dopo svariati attimi di silenzio. "Fantastico Amber, ottima scelta. Illudi il ragazzo che odi. Fagli credere che ti possa interessare. Distruggilo completamente" continuava a dire la mia vocina. 
Harry, sentita la mia risposta, fece un sorriso a 3012 denti. Diamine... le sue labbra. No, Amber, riprenditi! Non avevi mica detto di odiarlo? Si, lo odi per cui rimettiti in pista. 
"Ti.. ti andrebbe di uscire stasera?"
"Va bene." dissi cercando di essere abbastanza convincente.
"Ti passo a prendere alle sette!"
"ok, ti aspetto!", risposi e lui se ne andò. Io mi apoggiai al muro. Che cosa stavo facendo? Perchè stavo facendo quello che più odiavo negli altri? Perchè lo stavo prendendo in giro? Ma forse la domanda era, chi stavo prendendo in giro?


Erano le sei e mezza, e iniziai a prepararmi. Misi dei jeans attillati, una maglietta larga beije ed i miei stivaletti col tacco marroni. Alle sette Harry suonò il citofono. Puntuale. Mi maledissi un'ultima volta e scesi le scale per poi uscire di casa. Lui era davanti al cancelletto ad aspettarmi. Era... bellissimo. Jeans, camicia e All Star. Stava molto bene. Mi accolse con un sorrise e un 'ciao'. Strano, di solito mi salutava con frasi tipo 'guarda chi c'è qua..' o 'eilà bellezza!' e guardandomi dall'alto in basso, tipo con i raggi x. Ma questavolta fu diverso. Il suo 'ciao' fu il ciao più doce che le mie orecchie avessero potuto sentire. Il suo sguardo non era sceso più in basso dei miei occhi. Io ero abbastanza imbarazzata. Mi aprii la portiera ed io salii mugugnando un "non ti disturbare, so aprirla da sola". Lui fece una smorfia e si mise alla guida.
"Dove mi porti?", chiesi per allentare un po' la tensione.
"Ad un ristorantino. Ti va bene?"
"Si si".
Il silenzio calò nuovamente. Allungai la mano per accendere un po' di musica e sfiorai la sua, intenta a fare lo stesso gesto. Così  ritrassi la mia e iniziai a guardare fuori dal finestrino, e la macchina ricadde in un profondo silenzio. Dopo un po' arrivammo e lui scese dalla macchina e passò dalla mia parte, intenzionato ad aprirmi la portira, ma il mio sguardo bastò a fargli capire di non esagerare. Fece un sorriso ed alzò le mani, come in segno di arresa. Sorrisi anch'io. 
Il ristorante era carino. Non era molto grosso, c'era della musica di sottofondo. Per fortuna non erano i lenti o altre cose sdolcinate di questo genere perchè se no mi sarei davvero sparata. I muri erano rosini ed il pavimento faceva tanto all'antica. Mi piaceva. 
"Ti.. ti piace?", mi chiese titubante.
"Si, tranquillo!", cercai di rassicurarlo io. 
Era strano averlo davanti. Due giorni prima lo consideravo un puttaniere ed oggi.. be', eccoci qua, seduti a tavola insieme. 
"Posso chiederti una cosa?"
"Ehm.. certo.."
"Davvero pensi che io sia un puttaniere?"
"Be', io.. io... non lo so Harry. Fino a due giorni fa eri catalogato così. Ora... Non lo so Harry", dissi abbassando lo sguardo.
"E perchè sei uscita con cosiddetto puttaniere?"
"Me l'hai chiesto". Cattivo passo Amber. Molto cattivo.
"Ah, quindi tu hai accettato perchè ti facevo pena?"
"No no Harry. E' che.. occhey, non lo so perchè ho accettato in realtà."
"Non ci siamo conosciuti meglio in questi due giorni, cosa ti ha spinto ad accettare?"
"Io..", sospirai. "Io non ti conosco davvero Harry. Io. Ho pensato di essermi sbagliata sul tuo conto. Sto solo cercando conferma." Ah  ah.. Questa era abbastanza convincente, Amber.
Sorrise. Mi prese una mano e la strinse e, non so perchè, io feci lo stesso.
Quella sera ci ritrovammo a scherzare, a sparare cazzate su cazzate e scoprii che aveamo molte cose in comune. Era un ragazzo simpatico. Semplice. E per tutta la serata non guardò il mio corpo, ma guardò me, guardò quela che ero realmente. Finito di cenare mi portò a fare un giro, e le battute continuavano ad uscire imperterrite. Il silenzio che si era creatò all'andata svanì, tant'è che in macchina passammo il viaggio a cantare a squarciagola, come due amici che si conoscono da sempre. E quel muro freddo, congelato che avevo costruito buttandoci sopra chili e chili di odio e disprezzo si sgretolò, facendomi capire di aver giudicato senza conoscere. Di aver sempre e solo nominato Harry Styles, non Harry Edward Styles, non quello che era in lui realmente. E più lo vedevo ridere, più io mi innamoravo del suo sorriso. Più lo sentivo cantare e parlare, più mi innamoravo della sua voce. Ed ogni volta che guardavo i suoi occhi, mi perdevo nel verde che li colorava. 
Mi riaccompagnò a casa. 
"Mi sono divertito", disse.
"Anche io", risposi sincera. "Mi ha fatto piacere passare una serata con te"
Lui mi guardò incredulo al suono delle mie parole. "Lo pensi davvero o è solo per farmi felice?"
"No, lo penso davvero", dissi annuendo. Sorrise.
"Anche a me ha fatto piacere".
Non sapevo che cosa dire, ma lui si avvicinò pericolosamente. La mia mente pensò 'non essere puttaniere, non baciarmi adesso. ti prego. so che non lo sei, non deludermi'. Era ad un palmo del mio naso, e mi stava iniziando a girare la testa, sentivo il suo inebriante profumo e nello stomaco dei pterodattili presero vita. Ma non mi baciò. Mi guardò intensamente neglio occhi e mi abbracciò. Lo strinsi forte a me, come se avessi la paura di perderlo da un momento all'altro. Poi mi lasciò e salii in macchina, accese il motore e partì.
Entrai in casa e mi fiondai in camera mia, buttandomi sul letto. Lui mi aveva abbracciata. Harry Styles mi aveva solo abbracciata.




Tadaaaaaaaaaa aggiornato!! In pratica non avevo voglia di studiare greco e mi sono messa a scrivere! ahah che ve ne pare? Spero vi piaccia. recensite se volete <3 
Bea

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