Fallen Angel

di Tinkerbell92
(/viewuser.php?uid=236997)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mi offro volontaria all'ultima Mietitura ***
Capitolo 3: *** Vengo smascherata un po' troppo presto ***
Capitolo 4: *** Conosciamo il nostro Giudice di Gara ***
Capitolo 5: *** Un'avversaria pericolosa esce allo scoperto ***
Capitolo 6: *** Cominciano i giochi! ***
Capitolo 7: *** Ci troviamo un paio di alleati ***
Capitolo 8: *** Per tutta la vita... e oltre ***
Capitolo 9: *** Una vecchia conoscenza inaspettata si fa viva all'improvviso ***
Capitolo 10: *** Mi rendo contro che esistono cose peggiori degli Ibridi ***
Capitolo 11: *** Facciamo a botte con gli ex tributi nel deserto ***
Capitolo 12: *** Capisco che a volte è meglio essere uccisi ***
Capitolo 13: *** Otteniamo un prigioniero poco desiderato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.

Image and video hosting by TinyPic

Avevano detto che quello sarebbe stato l’ultimo Hunger Games.
Avevano detto che la nostra libertà non sarebbe più stata vincolata al sangue.
Avevano detto che gli ultimi giochi sarebbero stati meno violenti.
A volte mi sorprendo ancora della rapidità con cui le persone cambiano idea.
Eppure, avrebbe dovuto servirmi di lezione il fatto che ben tre promesse furono infrante in una volta sola.
Ma io sono fatta così. Continuo scioccamente a sperare.
Mi hanno sempre detto che il mio problema più grande sta nelle illusioni che mi faccio continuamente.
E’ vero, io mi illudo. Mi sono sempre illusa.
Mi illudevo di poter sempre risolvere tutto da sola.
Mi illudevo di poter proteggere da tutto coloro che amo.
Mi illudevo nella speranza che di un Futuro migliore.
Il mio nome è Rhyan Seabell e vengo dal Distretto Quattro.
La storia che sto per raccontare non è solamente la mia storia, come molti penseranno, ma è la storia di più persone e più cose.
E’ la storia dei Settantasettesimi Hunger Games, di ragazzi costretti a trucidarsi tra loro per rivedere le proprie famiglie, di ragazze disperate disposte a tutto per amore, di Angeli Custodi incapaci, di fiori recisi da una falce mortale e di promesse infrante, disperse nel vento.
Ma, soprattutto, questa è la storia di una ragazza straordinaria di nome Rory Burgess.
 
***
 
Angolo dell’Autrice: Questa è la primissima volta che scrivo qualcosa su Hunger Games, dato che mi sono appassionata da poco, così come è la primissima volta che pubblico una fan fiction su una storia d’amore omosessuale.
Premetto che il linguaggio della protagonista sarà abbastanza volgare. Immagino che nessuno si scandalizzerà, però io avviso lo stesso :D
Detto questo, con il prossimo capitolo conosceremo le due protagoniste principali ed assisteremo alla nuova Mietitura.
Spero di non deludervi.
Un bacio,
Tinkerbell92

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mi offro volontaria all'ultima Mietitura ***


Era da un po’ di tempo che uno sciame caotico di decoratori pullulava per le strade del Distretto Quattro.
Ovunque volgessi lo sguardo, vedevo solo enormi striscioni e bandiere con il nostro stemma, oltre a tutti i graffiti temporanei e le varie decorazioni che infestavano i muri delle case.
Tutti quei festoni, visti dalla mia finestra, mi davano un po’ i nervi e mi sembravano un’esagerazione, ma d’altra parte non potevo aspettarmi altro.
Dopotutto, quello sarebbe stato il giorno dell’ultima Mietitura, cioè l’ultima volta in cui due dei miei compagni sarebbero stati estratti per partecipare agli Hunger Games.
Dopo le varie vicende accadute nell’ultimo anno, il nuovo Presidente, la cui identità era ancora un mistero, era riuscito ad ottenere di arrivare al Settantasettesimo Hunger Games, a patto che i tornei diventassero meno cruenti e disumani.
Non vedevo come fosse possibile una cosa del genere, comunque mi sembrava carino provare a dargli un’ultima possibilità.
Erano le sette di mattina, la Mietitura sarebbe iniziata alle otto.
Di solito, la mia famiglia –una delle più potenti del Distretto – si teneva lontana da quella cerimonia  dal tempo del Sessantanovesimo Hunger Games, al quale partecipò mia sorella Nym, tornando vittoriosa.
Parte del prestigio che abbiamo accumulato nel tempo è stato anche grazie a lei.
Non per niente, mio padre fu nominato, poco tempo dopo, Capitano della Flotta di Panem, e mia madre, da semplice assistente di rotta, fu promossa al titolo di Tenente.
Nym, dal canto suo, divenne un pezzo grosso all’interno del Governo di Panem.
Nessuno di loro tre passava molto tempo a casa, ma non potevo lamentarmi.
Dopotutto, avevo altre quattro sorelle maggiori, un maggiordomo, una governante che facevo impazzire ogni giorno con le mie bambinate, due cameriere espressive come un ferro da stiro e un sacco di animali da compagnia
Ma, soprattutto, non mi sentivo mai sola perché avevo Lei.
Uscii di casa senza fare rumore, cercando di non svegliare nessuno, e decisi di fare due passi nel nostro grande giardino.
Passeggiai distrattamente per qualche minuto, gettando un rapido sguardo al cielo terso che mi sovrastava, quando udii una flebile voce cantare una canzoncina che ben conoscevo.
Sorrisi, seguendo quel suono così soave, fino a quando non giunsi nei pressi del nostro laghetto artificiale.
Ai piedi di un grosso salice, sedeva la creatura più bella su cui avessi mai posato lo sguardo.
Piccola, esile, pallida.
Un semplice colpo d’aria avrebbe potuto portarla via.
I lunghi capelli color biondo miele, delicatamente arricciati, si muovevano in armonia col vento che soffiava, mentre le piccole mani affusolate lavoravano pazientemente una corona di edera intrecciata.
Restai per un po’ a fissarla da lontano, come se temessi di ferirla con uno sguardo troppo intenso, poi, mi avvicinai lentamente.
Era talmente concentrata sulla sua coroncina di edera che si accorse di me solamente quando mi sedetti accanto a lei.
- Rhyan!
Oh, che suono meraviglioso!
La sua voce, così dolce e armoniosa, gentile come una carezza e tanto flebile da apparire quasi un sussurro, bastava a far calmare persino uno spirito ribelle come il mio.
La abbracciai, facendo attenzione a non stringerla troppo, e le baciai la testina bionda, affondando il viso nei suoi capelli: - Ciao, Rory.
Lei mi guardò sorridendo, i suoi occhi chiarissimi puntati nei miei: - Sei sveglia da tanto?
- Da un po’…
- Sei riuscita a dormire?
A quel punto abbassai lo sguardo con aria colpevole.
D’accordo, le avevo promesso che non ci sarebbero state bugie o segreti tra di noi, ma come potevo dirle che quella notte non avevo fatto altro che rigirarmi nel letto pensando a quello che poteva succederle?
- Ray?
La sua mano leggera si posò sulla mia spalla, e a quel punto non potei più ignorarla.
Alzai lo sguardo con un sospiro e scossi la testa.
Rory assunse un’aria di comprensione: - Sei preoccupata per me?
Piegai le labbra in un sorriso amaro: - Beh… sì…
Rory restò un attimo in silenzio, poi sorrise, prendendomi le mani nelle sue: - Hai paura che mi estraggano, vero?
Guardai per un po’ le sue mani, che contenevano a fatica le mie, molto più grandi, e annuii: - Non voglio che ti costringano ad andare in quel posto. Non sopporterei mai l’idea di perderti.
Rory si strinse nelle spalle, ampliando il sorriso: - Non mi perderai. Se mai dovessero estrarmi, io farò di tutto per tornare a casa da te.
Mi venne un po’ da ridere al pensiero di lei, piccola e gracile, che tornava come vincitrice dell’ultimo Hunger Games, e la guardai con amore: - Se ti estraessero, andrei al posto tuo.
Rory scosse la testa, senza smettere di sorridere: - Non si possono fare scambi… ora chi viene estratto è costretto a partecipare…
- Allora ti seguirò, anche se dovessi travestirmi da uomo…
Rory iniziò a ridere, con le guance che diventavano rosse, mentre io replicai con aria da finta offesa: - Guarda che li ingannerei facilmente, sai? Sono una specie di armadio di quasi un metro e ottanta, senza curve e con il nome neutro! Con un po’ di attenzione passerei facilmente per un ragazzo…
- Non sei un armadio- commentò lei divertita – Sei proporzionata alla tua altezza…
- Forse- replicai – Ma ciò non toglie che potrei affrontare un cinghiale a mani nude!
- Lo so.
Rory mi guardò negli occhi, con quell’espressione lusingata che tanto amavo: - Tu faresti davvero questo per me? Mi seguiresti fino a Capitol City, Rhyan? Metteresti la tua vita a repentaglio per una semplice domestica?
Le baciai una mano, senza distogliere lo sguardo: - Questo e altro per te, Principessa. E credimi, una semplice domestica come te vale cento volte di più di tutti i nobili di Panem messi assieme. Ai miei occhi, una regina è una nullità in confronto a te.
Rory arrossì visibilmente, dando un’occhiata alle nuvole in cielo: - Sarà meglio iniziare a prepararsi. La mietitura inizierà tra circa mezz’ora.
Annuii e la aiutai ad alzarsi.
Prima di andare, Rory mi mise la coroncina di edera in testa e mi guardò per un po’: - In barba a chi dice che sei rozza…
Mi lasciai sfuggire una risata e le baciai la fronte: - Non sarò mai rozza con la mia Venere…
 
 
Gli aspiranti tributi si riunirono in piazza alle otto precise.
Non dissi a nessuno dei miei familiari che avrei accompagnato Rory alla Mietitura, mi limitai semplicemente ad uscire di casa senza dare una spiegazione.
Eravamo sicuramente una strana coppia.
Lei era graziosa e leggera, con i capelli dorati lunghi e morbidi, la pelle liscia come marmo e gli occhi dello stesso colore del ghiaccio. Indossava un abito bianco, con le maniche a palloncino, il corsetto ben attillato e la gonna che scendeva fino ai suoi polpacci sottili.
In poche parole, un metro e cinquantasei di bellezza e perfezione.
Io, al contrario, ero una spilungona in abiti maschili neri e pieni di borchie.
I miei capelli avrebbero potuto essere invidiabili, avendo ereditato la tonalità color rame tipica della mia famiglia, ma erano sempre acconciati in un taglio mascolino e non mi arrivavano mai oltre le spalle.
Lo stesso discordo valeva per i miei occhi: azzurri, con una leggera sfumatura di violetto, ma costantemente accesi di una luce folle, tipica delle persone più spiritate.
Se si aggiungeva il fatto che ero decisamente brava a fare a botte e usare le armi, era facile capire perché molti ragazzi avessero un po’ paura di me.
Era solo grazie alla presenza di Rory se riuscivo a tenere a bada il mio spirito ribelle e battagliero.
Con la mano stretta nella sua, seguimmo lo sciame di ragazzi fino in piazza, dove era stato allestito un grosso palco.
Non era più necessario lasciare un campione di sangue prima dell’estrazione, così, ci fermammo in fondo alla folla di persone, dando un’occhiata nervosa al palco ancora deserto.
- Ci siamo.
Rory mi guardò per un po’, cercando di sorridere, ma era evidente il suo stato di agitazione.
Le baciai la fronte, cercando di non farmi contagiare dal nervosismo, e mi limitai a sussurrarle: - Andrà tutto bene. Io sarò qui con te.
Lei annuì e mi sorrise, poi si unì alla folla di ragazze intente a mettersi in riga.
Con un sospiro, mi sistemai tra le ultime file dei ragazzi, fissando con insistenza il palco vuoto.
Di tanto in tanto, uno dei miei compagni si girava a guardarmi, senza darmi più di tanto peso.
Ormai, tutto il Distretto era a conoscenza delle mie stranezze.
Alle otto e un quarto, finalmente, qualcuno si degnò di salire sul palco.
Era una donna piuttosto giovane, sui venticinque anni, con i capelli viola chiaro e truccata così pesantemente da sembrare una maschera di Carnevale.
Portava un grande cappello lilla, adornato da gigantesche piume, ed il suo vestito, dello stesso colore dei capelli, era a dir poco osceno: senza maniche, così attillato da far venire la claustrofobia solo a guardarlo e con una scollatura munita di push-up che, a mio modesto avviso, era totalmente superflua.
Parecchi maschi, non appena la videro, iniziarono a fischiare e fare commenti idioti.
Yohan Elwood, uno dei miei vicini di casa, mi diede una piccola gomitata e commentò: - Che schianto, vero, Seabell?
- Uh… sì, un vero schianto..- replicai annoiata, senza confessare che le “ragazze facili” non erano decisamente il mio tipo.
Faccia di Cipria si esibì in un sorriso smagliante, catturando con successo l’attenzione del pubblico maschile, ed iniziò a parlare con una vocetta acuta e snervante: - Buongiooono caaari ragaaazzi! Non trovate che sia una spleeendida giornata per deciiidere i nostri futuuuri volontaaariii?
Mi morsi il labbro, notando con fastidio la sua brutta mania di accentuare le vocali, allungandole come fossero state di gomma.
Rory si voltò a guardarmi trattenendo a stento un sorriso ed io alzai gli occhi al cielo con una smorfia, facendole scappare una risatina.
Faccia di Cipria sorrise di nuovo, distendendo le sue labbra dal colore acceso: - Beeene! Io sono Kaatry Greenlaw e sarà mio coompito estraaarre i nooomi dei coraggiooosi volontaaari. Putroooppo non c’è teeempo per farvi vedere il solito filmaaato, ma sono sicuuura che saprete già tuuutto! Naturalmeeente, coloooro che saranno estraaatti non pooossono venir sostituiiiti! Duunque, iniziamo con l’estraziooone! Prima la signooore!
Infilò la mano guantata dentro una grande ampolla trasparente, mischiando un po’, poi, estrasse un bigliettino bianco ripiegato.
Lo mostrò a tutti, con un gesto plateale, ed iniziò ad aprirlo: - Vediaaamo un po’…
La tensione era palpabile.
Le ragazze iniziarono a bisbigliare tra loro, alcune avevano la faccia di un brutto colorito verdastro e sembrava che stessero per vomitare da un momento all’altro.
Rory continuava a fare dei respiri profondi, anche se tremava dalla testa ai piedi.
Ancora un secondo. Poi, per tutte, eccetto una, l’incubo sarebbe finito.
Katry Greenlaw gettò un altro sorriso smagliante alla folla, per poi alzare il bigliettino davanti ai propri occhi.
Improvvisamente, iniziai a sentirmi nervosa, senza saperne il motivo.
Finalmente, Katry si decise a leggere il nome. La sua voce risuonò per tutta la piazza.
- Aurooora Burgess!
Ebbi giusto il tempo di elaborare la situazione, di far risuonare nel cervello il nome appena pronunciato.
Poi, per un attimo, sentii il mio cuore fermarsi.
Aurora Burgess.
Rory.
Un mormorio si diffuse nella piazza, mentre il gelo calava su di me, avvolgendomi come una fredda e soffocante cotre oscura.
Non poteva essere, no.
Non poteva aver davvero sorteggiato Rory, la mia Rory!
Doveva trattarsi certamente di un incubo. Un terribile, atroce incubo.
La folla di ragazze iniziò ad aprirsi, mentre vedevo la mia piccola, la mia principessina, guardarsi attorno spaesata, più pallida che mai.
Lo sguardo che mi lanciò, prima che qualcuno le desse una spintarella di incoraggiamento, mi fece avvertire una morsa al cuore così forte che capii, finalmente, che quello non era un incubo.
Ero sveglia ed era reale. Rory avrebbe partecipato agli Hunger Games.
Katry Greenlaw le rivolse uno dei suoi odiosi sorrisi, invitandola a raggiungerla: - Coraaaggio, caaara, vieeeni!
Rory fu scossa da un brivido e, stringendo al petto le mani tremanti, si incamminò verso il palco, con gli occhi spenti che guardavano a terra.
Il tempo attorno a me sembrò rallentare.
I suoni si fecero ovattati.
Sentivo una sola voce dentro di me, una voce che si opponeva, che gridava: - No! Non manderanno il mio agnellino al macello! Non starò qui a guardare!
Improvvisamente, però, lo sconforto venne sostituito da un flebile barlume di speranza.
Cosa le avevo promesso, quando sedevamo sotto il salice?
Le nostre parole risuonarono insistentemente nella mia testa:
- Tu faresti davvero questo per me? Mi seguiresti fino a Capitol City, Rhyan? Metteresti la tua vita a repentaglio per una semplice domestica?
- Questo e altro per te, Principessa.
Certo, cazzo, questo e altro! Maledizione, non sarebbe andata a morire, neanche per sogno!
Almeno, non sarebbe andata a morire da sola.
Non ascoltai nemmeno il discorso, certamente idiota, che stava facendo Miss Greenlaw e, con una mossa repentina, sfilai il cappello di Yohan Elwood, sistemandomelo in testa.
- Hey, che cavolo fai?- protestò Yohan, guardandomi come se fossi pazza.
Lo fulminai con lo sguardo, nascondendo bene i capelli: - Credimi, mi ringrazierai! Non dovrai mai abbandonare la tua famiglia…
Yohan aggrottò la fronte con aria confusa, ma io non gli diedi retta.
Mi sfilai il cinturone dai pantaloni, avvolgendolo stretto attorno al seno, poi, mi misi la giacca e chiusi i bottoni fino al collo.
Non era un granché, come travestimento, ma almeno per il momento poteva bastare.
La voce squillante di Katry mi riportò alla realtà: - Beeene, congratulazioooni Aurora! Scegliaaamo adeeesso il prooossimo tribuuuto!
Si avvicinò all’ampolla contenente tutti i nomi dei miei compagni maschi, gettandoci un’ultima occhiata: - A meno che, non ci sia un volontaaario!
 Presi un bel respiro, poi, alzando la mano, urlai con la voce più maschile che riuscii a fare: - IO!
I ragazzi che mi circondarono mi fissarono ad occhi spalancati.
- Io voglio partecipare! Mi offro volontario!
 Yohan mi gettò un’occhiataccia: - Ma che fai, Rhyan, sei impazzita?
- Zitto, idiota!- lo rimbeccò Crucis Galloway, un altro dei miei vicini – Ci sta salvando il culo!
Katry Greenlaw mi sorrise animatamente, alzandosi sui tacchi per vedere meglio in fondo alla fila: - Ma che ragaaazzo coraggioooso! Vieni puuure, caaro, complimeeenti!
Iniziai a farmi largo tra la folla, mentre uno dei ragazzi, uno sbarbatello sui quattordici anni, commentò stupito: - Ma che cavolo stai facendo? Tu sei una ragazza!
Lo fulminai con un’occhiataccia: - Vuoi andare al posto mio?
Il ragazzino abbassò lo sguardo, zittendosi di colpo, e, finalmente, tutti quanti si decisero a farmi passare.
Salii le scale che portavano al palco con un sorrisone a trentadue denti, la visiera del cappello di Yohan ben calata davanti agli occhi.
Rory mi guardò con un’espressione allucinata.
Ringraziai il cielo che fosse troppo sconvolta per parlare, così come tutti gli altri, e cercai di mostrarmi cortese con Faccia di Cipria, che mi squadrava ancheggiando.
Osservandola da vicino, notai che i suoi occhi erano di un bellissimo colore verde chiaro, ed il suo volto, sotto l’incredibile strato di trucco, era decisamente grazioso.
Le sopracciglia sottili dalla tonalità singolare mi fecero intuire che doveva avere, in realtà, i capelli color bronzo.
Mi posò una mano sulla spalla, sbattendo le lunghe ciglia con aria civettuola: - Duunque, coraggioooso ragaaazzo, come ti chiaaami?
- Rhyan!- risposi, sempre con voce grossa – Rhyan Seabell!
- Seabeeell?- ripeté lei stupita – Sei forse imparentaaato con Nym Seabeeell?
- Oh, sì!- dissi con tono allegro, cercando di non pensare al fatto che mi stava praticamente premendo i suoi enormi meloni contro il braccio – E’ mia sorella.
- Oh!- replicò colpita Katry – E vuoi comuuunque partecipaaare?
“Perché mi sarei offerta sennò, maggiorata dei miei stivali?” pensai acidamente, gettando una rapida occhiata verso i miei compagni, con uno sguardo che diceva: “Se parlate vi uccido”
 - Beh, diciamo che… vorrei riconfermare la vittoria!
Miss Katry-ti-sbatto-i-meloni-sotto-il-naso assunse un’espressione interessata: - Beh, creeedo che il tuo geeesto non vaaada contro il nuooovo regolameeento, dato che ti sei offeeerto sponteneameeente, quiiindi potrai partecipaaare!
- Fantastico!- esclamai, invitando i miei compagni ad applaudire tramite un’occhiataccia.
Quelli, dopo un attimo di esitazione, iniziarono a battere le mani, prima timidamente, poi sempre più forte.
Katry sorrise a me e Rory: - Beeene, giooovani tribuuuti! Sono ceeerta che riempireeete d’orgoooglio il vostro Distreeetto! Duunque, Rhyaaan Seeeabell e Auroora Burgess, stringeeetevi la maaano!
Sorrisi a Rory, prendendo la sua piccola mano nella mia, e le sorrisi da sotto la visiera del cappello.
Lei mi si avvicinò, sussurrandomi all’orecchio: - Che stai facendo? Sei pazza?
Mi lasciai inebriare dal suo profumo e risposi semplicemente: - Te l’avevo promesso. Ti seguirò anche in capo al mondo. Nulla potrà fermarmi.
Rory arrossì leggermente, sapendo bene che, anche se avesse detto la verità, sarebbe stato tutto inutile, perché non avrei retto un giorno senza di lei, e si limitò a ricevere gli applausi con un’espressione più serena.
Katry Greenlaw mi lanciò un’occhiata maliziosa, per poi trillare al microfono: - Ooora che abbiaaamo i tribuuuti, non vi farò peeerdere teeempo con discooorsi noiooosi e cose vaaarie!
Uno scroscio di applausi seguì questa affermazione, e Katry non potè fare altro che sorridere più apertamente, spalancando le braccia in un gesto teatrale: - Feliiici Hunger Gaaames! E possa la buona sooorte essere seempre a vooostro favooore!
 
***
Angolo dell’Autrice: Ok, ecco qua il primo capitolo della mia storia.
Spero non risulti troppo noioso, purtroppo serviva principalmente a introdurre i nuovi personaggi e la loro situazione.
E, naturalmente, spero che le due protagoniste siano di vostro gradimento. In caso contrario, ditemi pure se qualcosa non va o non vi piace, che cercherò subito di rimediare.
Grazie per aver letto, pubblicherò il prossimo capitolo il prima possibile.
Tinkerbell92

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Vengo smascherata un po' troppo presto ***


Nell’istante in cui mi offrii come volontario maschile del Distretto Quattro, pensavo che la parte difficile avrebbe consistito semplicemente nell’ingannare la maggiorata in viola e convincere i miei compagni a non parlare.
Non avevo tenuto conto della visita dei familiari prima di lasciare i Distretto.
Ero sola, in una piccola stanza del Palazzo di Giustizia –probabilmente più dignitosa solo dello sgabuzzino delle scope- a mordicchiarmi nervosamente le labbra nell’attesa di venire travolta dai miei parenti ansiosi di una spiegazione.
Un insistente chiacchiericcio in avvicinamento non fece altro che aumentare il mio nervosismo.
La porta si spalancò e, in meno di un secondo, fui letteralmente travolta dalle mie sorelle: quattro ragazze, tutte molto carine, di età compresa tra i diciotto e i ventidue anni, con i capelli lunghi color rame e gli occhi sul violetto, che mi fissavano sconvolte, come un unico grande occhio spalancato.
- Rhyan!- strillarono in coro – Che cosa è successo? Perché ti hanno estratta? Come ha fatto il tuo nome a finire nell’ampolla?
- Ragazze, calmatevi..- balbettai imbarazzata, totalmente incapace di dare una spiegazione – Non… non c’è stato nessun errore…
Eireen, la seconda per età tra di noi, fece un cenno alle altre, calmandole all’istante.
Ora che Nym si era trasferita a Capitol City, toccava a lei fare le veci della sorella maggiore.
- Suvvia, ragazze, non abbiamo molto tempo- volse lo sguardo verso di me, domandandomi in tono calmo – Rhyan, hai per caso messo il tuo nome nell’ampolla?
- No- risposi, senza alzare lo sguardo.
- E allora ci spieghi come mai sei in partenza?
Mi morsi il labbro inferiore, ormai gonfio: - Io mi sono offerta…
- Perché?- strillò Mitah, la terza per età – Come ti è saltato in mente?
- Io… ho dovuto…
- E chi è l’altro tributo, Rhyan?- mi interruppe Vera, la gemella di Mitah, con uno sguardo inquisitore.
Sospirai, guardando in basso: - E’ Rory.
- COSA?
Eireen mi guardò stranita: - Com’è possibile? Due tributi femmina? Non è mai successo prima d’ora!
- Infatti…- la interruppi arrossendo – Il fatto è che… ho detto loro che sono un maschio…
L’urlo che lanciarono mi fece perdere un po’ di sensibilità alle orecchie.
Vera mi afferrò per le spalle, fulminandomi con lo sguardo: - Come hai potuto fare un’idiozia del genere? Hai idea di cosa faranno a Capitol City, non appena ti scopriranno?
- Non mi interessa!- sbottai, liberandomi dalla sua presa – Io non lascerò andare Rory là da sola!
Vera scosse la testa, facendo un cenno alle altre: - Adesso andiamo a dire la verità a Katry, così rifaranno l’estrazione!
- Sì- replicai con tono di sfida- così magari potrebbero venire fuori… che so, Martial o Ovidius…
Nel sentire i nomi dei fidanzati, Eireen e Mitah si irrigidirono.
Presi le mani di Levy, la penultima per età tra di noi, che aveva solamente un anno più di me.
Lei non aveva ancora parlato, si era limitata a fissarmi con tristezza.
Il suo carattere pacato non le consentiva di esporsi più di tanto.
-Levy- le sussurrai – Se venisse estratto Gunner, tu non faresti di tutto per seguirlo?
Lei annuì lentamente, abbassando lo sguardo: - Sì, credo di sì…
Le sorrisi, per poi alzare lo sguardo verso le altre: - Se mi impedirete di seguire Rory, io non ve lo perdonerò mai.
- Potresti morire, Rhyan!- replicò Eireen con tono supplichevole – Vivremo con l’incubo di non vederti tornare! Già sette anni fa, quando Nym partì, non riuscivamo a dormire la notte per paura che venisse uccisa! Ti ricordi, vero, quello che abbiamo passato? Vuoi farci rivivere quelle settimane piene d’angoscia?
- Mettiamola così- dissi in tono calmo – Se voi mi impedirete di partire, io mi suiciderò non appena Rory perderà la vita nell’Arena. Morirò comunque, la sola differenza sta nel rimorso che vi perseguiterà. Perché se Rory morirà, mentre io sono qui, il mio suicidio avverrà solo per colpa vostra. Sarebbe come se mi aveste uccisa voi!
Ero stata dura e ingiusta. Ma non c’era altro modo.
Eireen mi abbracciò, con le lacrime che le rigavano il viso: - Ci sentiremo in colpa comunque!
- No, perché se partirò, sarà solamente per mia scelta. Ragazze, state tranquille! Nym mi ha insegnato parecchie cose, sono brava a fare a botte e a usare le armi, ho una buona mira e l’unica persona in tutto il Distretto che può battermi a nuoto è Annie Cresta. Ho buone possibilità, davvero!
Cercai di mostrarmi ottimista e sicura, ma le mie sorelle non parvero molto convinte.
Probabilmente volevano aggiungere qualcosa, ma il tempo a disposizione stava per scadere.
Persuase dal fatto che non avrei mai ceduto, si limitarono ad abbracciarmi a turno, piangendo, raccomandandomi di stare attenta.
Stavo ancora stringendo a me Levy, quando i nuovi Pacificatori – ossia quelli eletti dal misterioso presidente- ci avvisarono che era ora di dare il cambio ai prossimi visitatori.
Feci appena in tempo a sussurrarle di aiutare le altre a superare una mia eventuale uccisione, che i Pacificatori me la strapparono dalle braccia, trasportandola fuori in malo modo.
Da quel punto di vista, le cose non erano cambiate affatto.
Ricordavo benissimo il giorno in cui salutammo Nym prima che partisse per gli Hunger Games.
Avevo solo dieci anni e mi venne quasi una crisi isterica, quando mi trascinarono a forza fuori dalla stanza.
L’unica differenza tra i Pacificatori vecchi e quelli nuovi, stava nel modo di vestire.
Dopo le mie sorelle, mi fecero visita i restanti membri della casa, ossia maggiordomo, cameriere e governante, e qualche mio amico del Distretto – per fortuna, i miei genitori erano via, altrimenti avrebbero piantato su un putiferio- e, circa mezz’ora dopo, mi trovavo già sul treno che mi avrebbe portata a Capitol City.
Rory sedeva compostamente accanto al finestrino ormai da parecchi minuti, lanciando occhiate nervose al paesaggio che scorreva velocemente.
Il nostro scompartimento era incredibilmente lussuoso, perfettamente pulito e con i tavolini pieni di viveri e bevande.
Rory, tuttavia, non aveva ancora toccato cibo.
Mi guardai per un po’ in uno degli specchi attaccati alle pareti del vagone, sistemando, di tanto in tanto, un ciuffo di capelli ribelle sotto il cappello, e controllando che la fasciatura stretta attorno al mio petto non si notasse attraverso la camicia scura di mio padre che stavo indossando.
Mi sedetti infine accanto a Rory, circondandole le spalle con un braccio.
Lei si appoggiò alla mia spalla con un sospiro.
- Hey, piccola, qualcosa non va?
Rory sospirò di nuovo, guardandomi con aria triste: - Sai bene che almeno una di noi due non ritornerà a casa…
Annuii seriamente: - Sì, tesoro, lo so.
- E se noi fossimo gli ultimi due tributi rimasti in vita?- ebbe una specie di brivido – Non accetteranno di nuovo due vincitori… una di noi sarebbe costretta ad uccidere l’altra…
Sorrisi leggermente, scuotendo la testa: - No, amore mio. In caso restassimo solo io e te…- stavo per dirle che mi sarei tolta la vita e l’avrei fatta vincere, cosa che avevo in mente fin dall’inizio, ma sapevo che una risposta del genere non le sarebbe piaciuta. Così, mi limitai ad alzare le spalle: - In caso accadesse una cosa del genere, escogiterò qualcosa.
Rory scosse la testa: - Tu la fai sempre troppo facile… non hai pensato, poi, che a Capitol City scopriranno subito che non sei un maschio? Da quello che so, prima o poi ci dovremo denudare davanti agli stilisti e i truccatori…
Merda!
Per un momento mi venne male a pensare che, in effetti, per quanto poco femminile fosse il mio corpo, non disponevo degli attributi necessari per ingannare coloro che mi avrebbero vista nuda.
- Potrei…- dissi con un po’ di esitazione – Potrei frugare nei cassetti di Faccia di Cipria per vedere se ha un giochino erotico di gomma che faccia a caso mio… sai, i cosiddetti caz…
- Rhyan!- mi rimproverò lei, senza trattenere un sorriso.
Alzai le mani in segno di resa: - Okay, okay… era solo un’idea…
Rory cercò di fissarmi severamente, ma era chiaro che stava per scoppiare a ridere: - Tu sei pazza…
- Oh, questo è certo- sussurrai, baciandole una tempia – Pazza di te. Comunque, credo che, anche se mi scoprissero, ormai sarebbe troppo tardi per mandarmi indietro e fare un altro sorteggio. Non so perché, ma mi sembra quasi che quest’anno abbiano fretta di iniziare…
- In effetti, è parso anche a me…- mormorò Rory, appoggiando la testa contro la mia spalla – Chissà che cos’hanno in mente…
Chiuse gli occhi, evidentemente vinta dalla stanchezza e dallo stress della mattinata, e si addormentò nel giro di pochi minuti.
La fissai per un po’, pensando che un angelo al confronto non valeva niente, e, stringendola più forte a me, mi addormentai a mia volta.
- Io non ti abbandonerò, piccola. Mai.
 
- Ragaaaazziiiiii!
Una fastidiosa vocetta acuta trillò nelle mie orecchie, perforandomi i timpani.
- Ma che caz…
Aprii gli occhi lentamente, mettendo a fuoco la faccia incipriata di Katry Greenlaw.
Le sue labbra color prugna erano piegate in un sorriso allegro: - Svegliaaatevi, siamo quaaasi arrivaaati!
Rory sbattè le palpebre stordita, mentre io, imprecando silenziosamente, gettai un occhio fuori dal finestrino.
La stazione di Capitol City era ormai vicina, e riuscivo a scorgere nitidamente il Palazzo dei Tributi, interamente ristrutturato, e qualche importante costruzione mezza distrutta.
Ero già stata una volta in quella città, sette anni prima, quando Nym fu incoronata vincitrice ed i miei genitori ebbero la tanto sospirata promozione all’interno della flotta.
Capitol City recava ancora qualche segno della rivolta, ma il nuovo presidente, in qualche modo, era riuscito a farla ritornare quasi identica a prima.
Anche le persone che l’abitavano, bene o male, non erano più di tanto cambiate.
La folla che ci accolse, non appena il treno arrivò in stazione, non era poi così differente da quella che avevo visto a dieci anni in televisione, mentre pregavo per la vita di mia sorella.
Il presidente aveva davvero riportato tutto alla normalità. O quasi.
Katry Greenlaw diede un’occhiata soddisfatta fuori dal finestrino e sorrise animatamente: - Vi piaaace il vostro puuublico, ragaaazzi? Coraaaggio, siate corteeesi, salutaaate!
Rory mi guardò arrossendo – era tremendamente timida- ma io le rivolsi uno sguardo di incoraggiamento ed iniziai ad agitare la mano sinistra in segno di saluto, convincendola a fare lo stesso.
Non nutrivo simpatia per gli abitanti della capitale, ma sapevo bene che fare una buona impressione era fondamentale.
Dopotutto, il discorso degli Sponsor era ancora uno dei punti forti degli Hunger Games.
Mi voltai verso Katry, che mi fissava il viso in modo strano, e, per deviare la sua attenzione, le rivolsi un bel sorriso, indicando le mie guance lisce: - Mi sono fatto la barba!
- Sì, ho hai fatto beeene- replicò lei, distrattamente – Così i truccatooori avranno meno lavoro da faaare.
Il treno si fermò, mentre una voce femminile annunciava l’arrivo in stazione.
Strinsi forte la mano di Rory nella mia e, con un sospiro, ci avviammo verso l’uscita.
 
Il Palazzo dei Tributi era esattamente come lo ricordavo.
Il nuovo presidente aveva riservato un trattamento molto particolare alla struttura, cosa che mi sembrava un tantino ingiusta, dato che Capitol City possedeva anche degli edifici storici molto più importanti.
Katry Greenlaw ci condusse lungo gli ampi corridoi del palazzo, continuando a chiacchierare di cose inutili che sapevamo già, tipo che le nuove regole prevedevano un incontro con i Mentori solamente dopo l’arrivo – per evitare che discutessimo di strategie anche in treno- che ai Mentori non era consentito sapere subito chi era stato estratto, e che, dopo aver conosciuto i nostri istruttori, saremmo stati immediatamente preparati per la Parata dei Tributi.
- Il Presideeente vuole accelerare un po’ i teeempi- ci spiegò sorridendo – Pertaaanto, già staseeera sfilereeete davaaanti al puuubblico!
Io e Rory ci scambiammo un’occhiata complice, quando all’improvviso Katry annunciò felice: - Oh, ecco il vooostro Meeentore!
Alzai lo sguardo curiosa, e, per un istante, cessai di respirare.
No, non poteva essere!
Una donna sui ventitré anni, alta più o meno come me, con i capelli ricci color rame ed abbigliata con una tuta aderente blu, veniva verso di noi con aria autoritaria ma accogliente.
- Oh, merda…
Rory mi fissò con un’espressione disperata, mentre Katry salutava allegramente la donna in uniforme.
- Nym! Che piaceeere rivedeeerti, caaara!
Nym Seabell, alias mia sorella maggiore, sorrise a sua volta, rispondendo con aria cortese: - Ciao, Katry. Fatto buon viaggio?
Faccia di Cipria sospirò drammatica: - Oh, è stata un po’ duuura per il mio mal di treeeno, ma, per fortuuuna, siamo arrivaaati- indicò platealmente me e Rory – Sorpreeesa! Ecco i tuoi allieeevi! Uno di loooro- mi strizzò l’occhio – lo riconosceraaai sicurameeente!
Nym ci sorrise, avanzando verso di noi: - Beh, salve ragazzi! Immagino che dovremmo… Rory?- esclamò stupita, non appena vide la mia ragazza – Oh, cielo, hanno estratto te, allora!
Rory annuì debolmente, mentre io tenevo lo sguardo rivolto verso il basso.
Nym si morse un labbro con aria dispiaciuta: - Beh, ti insegnerò tutto quello che so, in modo che tu possa sopravvivere il più a lungo possibile. E per quanto riguarda l’altro tributo…
Si bloccò all’istante, facendo scorrere lo sguardo sulla camicia di papà, poi, mi tolse il cappello con veemenza, facendo cadere i miei capelli rossi sulle mie spalle.
L’urlo che lanciò si sentì, probabilmente, in tutto il palazzo: - RHYAN ALTHEA SEABELL!
Alzai lo sguardo con un mezzo sorriso: - Ehm… ciao Nym, che bello rivederti…
Gli occhi color ametista di mia sorella lampeggiarono pericolosamente: - Si può sapere che diavolo ci fai qui?
- Io…- guardai Rory un po’ incerta – Mi sono offerta come tributo… maschile…
Per un attimo, credetti che Nym sarebbe esplosa.
Lo sguardo che aveva trasudava puro veleno, era un qualcosa di davvero spaventoso.
Nemmeno nostra madre, quando si arrabbiava, faceva così paura.
Si voltò verso Katry, che mi fissava alquanto allucinata, e le domandò con un sibilo: - Vuoi spiegarmi la faccenda, cortesemente?
Faccia di Cipria abbassò lo sguardo, evidentemente imbarazzata: - Io… pensaaavo fosse un ragaaazzo… cioè… un po’ effemminaaato ma… non aveeevo ideeea…
Nym annuì freddamente, capendo che l’unica con cui doveva prendersela ero io, e si rivolse di nuovo a me con tono gelido: - Le altre lo sanno?
Con le altre, si riferiva, naturalmente, alle nostre sorelle.
Io annuii impacciata: - Sì… ma le ho convinte a non…
Un pensiero, improvvisamente, mi balenò in testa: possibile che sapessero già che sarebbe stata Nym uno dei nostri Mentori? Possibile che non mi avessero fermata perché consapevoli che mi avrebbe scoperta?
- Brutte vipere…- sibilai, mentre Nym, probabilmente colta dalla mia stessa intuizione, si limitò ad annuire: - Parlerò dopo con Eireen… comunque, non so come hai fatto a far tacere gli altri ragazzi, Rhyan, ma ti assicuro che sei in un mare di guai! Adesso andrò a parlare con il Presidente e ti farò immediatamente rispedire a casa!
- NO!- gridai con quanto fiato avevo in corpo – Io non lascerò Rory qui da sola!- strinsi forte la mano della mia ragazza, che non osava quasi respirare – Dovrete uccidermi prima!
- Piantala di fare la ragazzina!- sbottò Nym – Mi dispiace per Rory, ma non posso permetterti di partecipare!
- NON PUOI FARMI QUESTO!- gridai furibonda, mentre lei girava i tacchi, dirette verso l’ufficio del Presidente.
Con uno scatto, Nym mi raggiunse, afferrandomi per la camicia.
I suoi occhi viola, fissi nei miei, esprimevano un insieme di emozioni.
Rabbia, per la scarsa intelligenza del mio gesto.
Stizza, per il modo in cui mi ero rivolta a lei.
Dolore, perché, in fondo, ero sua sorella e sapeva che mi avrebbe fatto del male, seppur con l’intenzione di proteggermi.
La sua voce sembrò tremare per un istante: - Io non ho vinto, sette anni fa, per niente. Ho ucciso e rischiato di essere uccisa perché le mie sorelle non fossero più costrette a partecipare in futuro ad una nefandezza simile.
Le parole mi si bloccarono in gola.
Nym sospirò, lasciandomi andare, e fece un gesto a Katry con la testa, invitandola a seguirla.
Faccia di Cipria mi rivolse uno sguardo triste, mormorando qualcosa così piano che dovetti guardarle le labbra per capire quello che mi aveva detto: - Mi dispiace…
Guardai le due che si allontanavano con un tremendo senso di impotenza e disperazione.
Avrei potuto cercare di fermare Nym, ma con tutti i Pacificatori che sorvegliavano il corridoio, non avrei fatto altro che scatenare una rissa.
Rory mi abbracciò, forse per tirarmi su il morale, ed io, stringendola forte a me, non potei fare a meno di farmi sfuggire una lacrima.
- Non voglio lasciarti, Principessa, non voglio… non mi riporteranno a casa…
Lei sorrise leggermente: - Non importa… non potevi immaginare che fosse proprio Nym, il nostro Mentore… e comunque, era inevitabile.
Restammo ferme in quel corridoio per un tempo che mi parve interminabile.
Volevo escogitare qualcosa, un qualsiasi modo per evitare di abbandonare Rory, ma il mio cervello era completamente annebbiato.
Dopo un bel po’, sentii finalmente dei passi femminili in avvicinamento.
Ricordo che strinsi forte la mano di Rory, mentre vedevo mia sorella e Katry venire verso di noi, e, con un singulto doloroso, pensai soltanto ad una cosa: “E’ finita.”
 
***
Angolo dell’Autrice: Ecco qua il secondo capitolo. Non sarò sempre veloce ad aggiornare, ma per il momento sono ispirata.
Purtroppo, non sono ancora arrivata alla parte interessante, ma, già dal prossimo, penso che la faccenda inizierà ad essere più coinvolgente, perché si entrerà nel vivo della preparazione agli Hunger Games, con il ritorno, tra l’altro, di un personaggio principale della saga.
Chissà che cosa ha deciso il Presidente riguardo a Rhyan? La faranno comunque partecipare o dovrà pensare ad un modo per non tornare a casa?
Grazie per aver letto :)
Un bacio, Tinkerbell92

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Conosciamo il nostro Giudice di Gara ***


Nym sembrava furiosa. Ancora più di prima.
Circondai le spalle di Rory con il braccio, progettando mentalmente un piano di fuga, quando Faccia di Cipria, con un mezzo sorriso, mi posò una mano sulla spalla: - Hanno deciiiso.
Guardai Nym con apprensione: - E…?
Mia sorella diede una rapida occhiata a Rory, poi a Katry, per poi tornare a me.
Le sue labbra si piegarono in una smorfia: - Tu… puoi restare. Ti faranno partecipare lo stesso.
Per un attimo fui scossa da un lieve capogiro.
Potevo restare?
Cercando di cogliere l’ironia nella sue parole, domandai con un filo di voce: - Stai… scherzando?
- Ovviamente no- sbottò mia sorella, visibilmente contrariata – Il Presidente, a quanto pare, ha trovato la tua mossa stupida un’incredibile trovata pubblicitaria. Pensa che un colpo di scena simile sia proprio quello che ci vuole per l’ultimo Hunger Games. E poi non hanno tempo di fare un altro sorteggio- fece una smorfia di disappunto – Ti hanno perfino iniziato a dare dei soprannomi, cara Lady Oscar.
Aggrottai la fronte, un po’ indecisa se amare o odiare il mio nomignolo, e strinsi forte la mano di Rory: - Quindi è deciso…- un sorriso mi si dipinse sul volto – io parteciperò agli Hunger Games!
Nym mi fulminò con uno sguardo gelido: - Mamma e papà sono furiosi con te, signorina. E anche io. Comunque, ora ho da fare, ci vediamo alla Sfilata.
Girò i tacchi e se ne andò con aria imbronciata, borbottando tra sé colorite imprecazioni.
Katry aspettò che si fosse allontanata, poi si voltò sorridendomi: - Le passerà, creeedo. Se pooosso, però, io ho trovaaato il tuo geeesto molto coraggioooso e romaaantico. Nessuuuno avrebbe mai fatto taaanto per me.
Ricambiai il sorriso, questa volta senza sforzarmi, e baciai Rory sulla fronte: - Adesso nulla potrà più separarci, amore mio. Saremo insieme fino alla fine.
Lei arrossì, appoggiando il viso contro la mia spalla: - Sarò egoista, ma sono felice che tu sia qui con me.
Katry ci fissò con tenerezza, poi guardò l’orologio: - Oh, credo che dobbiaaate andare a preparaaarvi! Gli stiliiisti stanno aspettaaando!
Annuii e la seguimmo fino al cosiddetto Salone di Bellezza, dove un centinaio di estetisti e stilisti correvano da una parte all’altra della sala come incalzati da cento diavoli.
Credo che il fatto di accelerare i tempi non fosse una cosa tanto comoda per loro.
Individuai alcune ragazze in accappatoio bianco, tutte di età compresa tra i dodici e i diciotto anni, che dovevano essere certamente le nostre avversarie.
Nelle edizioni precedenti, ai tributi era concesso di vedere chi fosse stato estratto negli altri Distretti già durante il viaggio in treno.
Una delle nuove regole, tuttavia, prevedeva che i tributi si conoscessero solamente una volta arrivati a Capitol City, in pratica la stessa cosa che valeva per i Mentori.
Un gruppo di giovani estetiste ci raggiunse immediatamente.
Ci squadrarono dall’alto in basso, poi, si divisero in due gruppi uguali, facendo cenno a me di seguire il gruppo a sinistra e a Rory quello a destra.
Baciai la mano della mia piccola, raccomandandomi con il suo gruppo: - Non fatele male.
Quelle alzarono un sopracciglio in sincronia e, senza dire una parola, la condussero via.
Il capofila delle mie estetiste mi fece un cenno con la testa, così mi limitai a seguirle senza fare storie.
Mentre mi facevano spogliare, notai, poco distante da me, una ragazza sui diciotto anni che mi fissò per qualche secondo.
Indossava l’accappatoio bianco dei tributi femminili, che si contrapponeva al colore ambrato della sua carnagione, ed il suo sguardo aveva un che di magnetico.
Era un più alta rispetto alle altre, aveva lunghi capelli scuri, ancora umidi per via del recente lavaggio, labbra perfettamente disegnate, occhi leggermente a mandorla di un bellissimo colore a metà tra il verde e il nocciola, un fisico assolutamente privo di imperfezioni e lineamenti tipici degli originari dell’America Latina.
Senza dubbio, era una delle ragazze più belle che avessi mai visto, anche se il suo sguardo profondo mi provocava una certa inquietudine.
- Signorina?
La voce di una delle estetiste mi riportò alla realtà. Ah, quindi sapevano parlare!
- Ehm… sì?
- Dovrebbe togliersi anche l’intimo…
- Oh.
Srotolai velocemente la fascia che mi stringeva il seno e, un po’ riluttante, mi levai anche gli slip.
Subito, mi fu dato un accappatoio bianco, con ricamato sopra il numero Quattro.
- Mi segua, signorina- ordinò la tipa che mi aveva fatta spogliare.
Mentre mi avviavo verso le docce, gettai un ultimo sguardo alla ragazza misteriosa, la quale, però, non sembrò nemmeno accorgersi che la stavo guardando.
 
Mentirei se dicessi che il trattamento che subii fu una passeggiata.
Potevo anche accettare che mi facessero la ceretta alle gambe dopo la doccia –non avevo tanti peli da eliminare- ma fu piuttosto tragico quando iniziarono a trafficare con le mie sopracciglia tramite un’odiosissima pinzetta.
Basti pensare che, una volta portata in una stanzetta del Centro Immagine in attesa dello stilista, avevo già esaurito il mio vasto repertorio di parolacce e insulti, senza contare che avvertivo ancora bruciore nella zona in cui avevano passato la pinzetta.
Per distrarmi, gettai un’occhiata al tavolino di cristallo che si trovava in centro alla stanza, e notai con gioia che avevano sistemato su di esso un vassoio pieno di caramelle.
Ne presi una manciata ed iniziai a scartarle rapidamente, riempiendomi la bocca il più possibile.
Dopo alcuni minuti che stavo là ad aspettare, un ragazzo molto giovane, poco più che ventenne, entrò nella stanzetta con un sorriso cordiale stampato sulle labbra.
Era alto, almeno cinque centimetri più di me, abbastanza magro ma muscoloso ed abbigliato con un elegante completo blu elettrico.
Aveva i capelli castani a spazzola, dipinti di blu sulle punte, luminosi occhi celesti e sulle guance si intravedeva appena un sottile strato di barbetta.
Mi ci volle un po’ per riconoscerlo, ma alla fine riuscii ad identificarlo: - Colt Fingermann?
- Ciao, Rhyan!- mi rispose allegro – E’ da tanto che non ci si vede! L’ultima volta che ci siamo incontrati non avevi neanche dieci anni!
- Sì, lo so- replicai un po’ scioccata, nascondendo sotto la mia poltroncina le carte di caramelle.
Colt Fingermann, del Distretto Otto, era stato il vincitore del Sessantottesimo Hunger Games e, già l’anno seguente, quando Nym fu portata a Capitol come Tributo, era entrato a far parte della guardia personale del Presidente Snow. 
Non riuscivo a capire cosa ci facesse in veste di stilista.
Evidentemente intuì la mia domanda dall’espressione ebete che avevo stampata sul volto, così, mi sorrise nuovamente e si affrettò a spiegare: - Il nuovo presidente ha preferito rimuovere gran parte della vecchia guardia. Sai, la sua opera di ristrutturazione ha incontrato parecchie proteste, così ha preferito circondarsi solamente con persone di cui si fida ciecamente. Per fortuna- aggiunse con allegria – mia madre era una stilista e mi ha insegnato parecchie cose. Almeno non ho perso completamente il lavoro.
- Scusa, Colt- lo interruppi un po’ frastornata – Ma questo nuovo presidente, chi cavolo è?
Lui alzò le spalle con aria dubbiosa: - Non lo so. Non l’ho mai visto in faccia, non so nemmeno come si chiami. Comunque, adesso, direi di parlare del vestito – il suo tono tornò improvvisamente allegro – Ci vuole qualcosa di davvero speciale. E’ la prima volta che si presentano due tributi femmina agli Hunger Games ed il tema dell’eroina che si traveste da uomo non è ancora passato di moda. Credo proprio di sapere che cosa faccia a caso vostro…
 
L’ora della sfilata arrivò prima di quanto pensassi.
Colt e l’altra stilista, una biondina magrissima di nome Chelie, erano piuttosto elettrizzati.
Ci attendevano davanti al nostro carro, una specie di enorme conchiglia trainata da un paio di cavalli bianchi dalla criniera celeste.
Nym non si vedeva da nessuna parte.
Strinsi la mano di Rory, cercando di ignorare gli altri tributi che ci passavano di fianco, e le sorrisi con aria incoraggiante: - Sei pronta?
Lei ricambiò il sorriso con entusiasmo: - Pronta.
Sicuramente, i nostri costumi erano davvero spettacolari. 
Il mio era una specie di armatura leggera che richiamava lo stile greco.
Indossavo un corsetto di metallo azzurro, che mandava mille sfumature se colpito dalla luce, una coppia di spalline fatte dello stesso materiale, una collare azzurro con attaccati dei pendagli che richiamavano il tema del mare, un mantello leggero che scendeva fino ai piedi e, da sotto il cinturino dell’armatura, partiva una lunga gonna blu, modellata in modo che sembrasse la coda di una sirena. Persino le squame disegnate sopra parevano vere.
Mi avevano pettinato i capelli all’indietro con il gel ed avevano posto sulla mia testa una corona di corallo celeste.
Per finire, dopo avermi truccata con eye-liner nero, cipria bianca, ombretto acquamarina e rossetto turchese, avevano completato l’opera spruzzandomi dei brillantini azzurri in tutto il corpo.
Per quanto riguarda Rory, indossava un lungo vestito blu senza maniche né spalline, con la gonna uguale alla mia, con la differenza che le squame ai lati erano color verde acqua.
Al collo, portava una collana di perle, abbinata agli orecchini che indossava e, al posto del mantello, le avevano dato uno scialle di tulle che rifletteva le sfumature dell’oceano.
I suoi lunghi capelli biondi erano stati lasciati sciolti, ad eccezione dei due ciuffi ai lati della testa, legati dietro in un’elegante treccia.
Alcune ciocche dei suoi capelli erano state tinte di azzurro, lo stesso colore dei brillantini che aveva sul corpo, e tra i capelli spuntavano due piccoli cornetti verdi a forma di conchiglia a spirale.
Il trucco era molto simile al mio, solo che, al lato dell’occhio destro, le avevano disegnato un bellissimo motivo floreale.
Dato che il nostro Distretto si occupava principalmente del commercio ittico, i nostri stilisti sceglievano sempre degli abiti a tema marino.
Quell’anno, avremmo dovuto rappresentare Poseidone e Anfitrite, ma poi, per via del mio recente smascheramento, si pensò di cambiare i personaggi: Amazzone e Principessa dell’Oceano.
Colt ci salutò calorosamente, ammirandoci con un sorriso: - State benissimo, ragazze. Manca solo il tocco finale- fece un cenno a Chelie, la quale mi porse un grande tridente d’argento.
Lo fissai a lungo, immaginando che dovesse far parte del costume di Poseidone, e, per un momento, avvertii un piccolo senso di nostalgia.
Colt se ne accorse e mi fissò preoccupato: - Qualcosa non va, Rhyan?
Mi rigirai il tridente tra le mani, mormorando a bassa voce: - No… mi è solo venuto in mente che un mio amico… un mio caro amico… possedeva questa arma… cioè, possedeva un tridente…
Rory abbassò lo sguardo, ma cercai di non far cadere in depressione anche lei: - Beh, non importa… saliamo sul carro, và… mia sorella non c’è?
Colt scosse la testa con un sorriso, arrossendo un po’: - No, Nym si trova già sugli spalti, insieme agli altri Mentori. Nuova regola del presidente.
- Ah, ok.
Certo che quel presidente non si stancava mai di introdurre nuove regole!
Mi sentii comunque piuttosto sollevata dal fatto che non avrei dovuto affrontare Nym anche in quel momento – perché, di sicuro, la sfuria non le era ancora passata- e salii sul carro tenendo Rory per mano.
Chelie si avvicinò e sussurrò piano, come se temesse di far sentire agli altri stilisti un segreto altamente professionale: - Ricordatevi dell’Effetto Fontana.
Annuimmo, per poi scambiarci un’occhiata preoccupata.
Ci avevano promesso che non ci saremmo ritrovate fradice fino all’osso, ma, si sa, a volte un qualsiasi imprevisto può scatenare un putiferio.
Una voce maschile, che proveniva dall’Anfiteatro cittadino, annunciò l’inizio della sfilata.
Rory si morse il labbro, per nulla abituata ad esibirsi in pubblico, ma io le baciai la mano e le sussurrai all’orecchio: - Stai tranquilla, tesoro, sono sempre accanto a te.
I portoni che ci separavano dall’anfiteatro si aprirono lentamente.
Diedi un rapido sguardo dietro di me, prendendo quasi un colpo quando vidi la ragazza latina che avevo incontrato nelle docce.
Dunque, veniva dal Distretto Cinque!
Il costume sembrava fatto apposta per risaltare il suo corpo perfetto: top a fascia, minigonna, stivali lunghi e vari accessori che le adornavano le braccia e i collo, tutti fatti di uno stranissimo materiale argentato che sembrava assorbire e riflettere ogni singolo fascio di luce.
Il loro Distretto si occupava della produzione di energia elettrica, quindi non mi stupii del grande pannello fotovoltaico che le avevano attaccato dietro la schiena.
Si accorse per un secondo del mio sguardo, ma non mi diede troppo peso, essendo impegnata a parlare di chissà cosa con il suo compagno, un ragazzino smunto sui quindici anni, dai capelli scuri e l’espressione cupa.
Rory mi toccò il braccio, appena in tempo per farmi rendere conto che il carro del Distretto Tre era già partito.
Strinsi forte il tridente nella mano sinistra, scambiando un sorriso di incoraggiamento con Rory.
Il nostro carro partì.
Devo ammettere che mi sentii piuttosto spaesata sulle prime, non appena fummo accolte da un’incredibile folla che ci incitava con grida e applausi.
Rory sbiancò visibilmente, dalla sua faccia si capiva che avrebbe preferito mille volte trovarsi già nell’Arena, piuttosto che in mezzo a quel casino.
Intrecciai le dita nelle sue e le baciai la mano per infonderle coraggio.
Lei mi sorrise riconoscente, mentre un boato d’incitamento scoppiò tra il pubblico.
Alcuni iniziarono a gridare il soprannome che mi avevano affibbiato, altri guardarono me e Rory come fossimo state una coppia di teneri gattini.
- Si emozionano facilmente qui a Capitol City…- osservò lei, con una punta di sarcasmo.
Diedi alcuni colpetti alla base del carro con la punta del tridente e sussurrai: - Aspetta che vedano il resto.
Eravamo giunte a metà strada, quando, dalle estremità della nostra conchiglia, iniziarono a fuoriuscire degli eleganti spruzzi d’acqua salata, che disegnarono un arco sopra le nostre teste, facendoci apparire al centro di una grande fontana.
Il pubblico andò in visibilio.
Non appena raggiungemmo il centro dell’Anfiteatro, gli spruzzi d’acqua cessarono lentamente, ed il nostro carro si dispose in semicerchio assieme agli altri, proprio sotto il balconcino a cui si sarebbe affacciato il Presidente.
Negli spalti alla mia destra, notai Nym e Katry, insieme ad altri Mentori e Accompagnatori, che guardavano impassibili in direzione del balconcino.
Le imitai, restando piuttosto colpita quando vidi colui che si era affacciato.
Sembrava abbastanza alto, anche se non potevo dire di più sul suo aspetto: era infatti completamente coperto da un ampio mantello scuro e, sul volto, portava una lucidissima maschera d’argento.
Un mormorio si diffuse tra la folla, in particolare tra noi Tributi, ma la voce squillante dell’uomo mascherato ruppe il silenzio: - Benvenuti, cittadini e Tributi, alla Settantasettesima nonché ultima edizione degli Hunger Games! Ebbene sì, finalmente, dopo settantasette anni, questi giochi avranno una conclusione! Mi auguro con tutto il cuore che questa conclusione sia davvero spettacolare!
Un caloroso applauso accompagnò le ultime parole del presidente, il quale alzò una mano per chiedere silenzio: - Vi ringrazio per il vostro entusiasmo. Tuttavia, prima di congedare i nostri ventisei tributi, vorrei parlarvi del programma che abbiamo revisionato di recente, al fine di rendere i giochi meno cruenti.
Domani inizierà l’addestramento dei giovani tributi. Questo durerà tre giorni, così strutturati: durante i primi due, i tributi si alleneranno esclusivamente con i propri Mentori; la mattina del terzo giorno, i tributi potranno esercitarsi insieme, nell’apposita palestra che abbiamo modernizzato ed ampliato, dato che, dall’anno precedente, si è unito ai giochi anche il Distretto Tredici.
Al pomeriggio, i tributi si sottoporranno al consueto esame che assegnerà loro un punteggio di partenza, che, come da tradizione, andrà da uno a dodici, e, dopo aver ricevuto i punteggi, i tributi saranno preparati per la loro ultima apparizione in pubblico.
Dopo cena, infatti, concluderanno la giornata con la tradizionale intervista condotta da Caesar Flickerman. Il quarto giorno segnerà l’inizio degli Hunger Games!
I cittadini di Capitol City ricominciarono ad applaudire.
Noi Tributi, invece, ci guardammo piuttosto sconvolti.
- Abbiamo solo altri tre giorni da passare qui?- borbottai scioccata – Va bene che dobbiamo accelerare i tempi, però mi sembra un tantino eccessivo…
- In questo modo anche il tempo all’interno dell’Arena sarà accelerato- osservò Rory – Hai idea della disparità che ci sarà tra i Favoriti dell’Uno e del Due e gli altri?
- Ho visto gli elementi che fanno parte dell’Uno e del Due- risposi sempre a bassa voce – Non promettono nulla di buono…
In effetti, il ragazzo del Distretto Uno era una specie di armadio dal collo taurino, mentre la ragazza del Due, l’unica femmina più alta di me, sembrava un palo della luce incattivito con le gambe.
Rory sorrise amaramente: - Noi due non sembriamo affatto Favorite…
Sogghignai, accarezzandole la mano col pollice: - Aspetta e vedrai, tesoro…
Il Presidente attese che tornasse il silenzio, poi parlò con voce squillante: - Bene, prima di congedare i Tributi, ho un ultimo annuncio da fare! Come ben sapete, ho negoziato quest’ultima edizione di Hunger Games con i Distretti con la promessa di renderli meno violenti. Ebbene, per illustrarvi il nuovo regolamento, chiamo qui, accanto a me, una persona che già conoscete, la quale avrà una funzione molto speciale durante quest’ultimo Hunger Games. Facciamo dunque un bell’applauso a Katniss Everdeen!
Ammetto che fu un vero colpo di scena anche per me, non appena vidi una ragazza molto carina dai capelli scuri affiancare l’Uomo in Maschera, tra gli schiamazzi e gli applausi del pubblico estasiato.
Katniss Everdeen! La Ragazza in Fiamme!
Perfino Rory non riuscì a trattenere un gemito di sorpresa.
Katniss si schiarì la voce e, con aria impassibile, srotolò una piccola pergamena ed iniziò a parlare: - Buonasera a tutti – dal suo tono, era evidente che non le piaceva molto la situazione in cui si trovava - Immagino vi starete chiedendo che cosa ci faccio qui. Ebbene, una nuova parte del Regolamento prevede che le vicende all’interno dell’Arena vengano controllate da un Giudice, il quale dovrà apporre una firma alla fine dei giochi, per garantire che l’accordo coi Distretti non è stato infranto. L’anno scorso, un ruolo simile è stato svolto da Johanna Mason, Distretto Sette, la quale ha seguito il percorso dei Tributi tramite uno speciale monitor. Quest’anno, il nuovo Giudice, che sarò io, si recherà di persona all’interno dell’Arena, in modo da testare anche le condizioni del luogo in cui si svolgono i giochi. Le nuove regole stillate sono le seguenti:
- Punto Primo: E’ assolutamente vietato attaccare il Giudice di Gara.
- Punto Secondo: Il Giudice di Gara è un elemento neutrale, le cui funzioni si limitano alla semplice verifica. Pertanto, non dovrà in alcun modo interferire negli scontri o aiutare i tributi in difficoltà.
- Punto Terzo: Gli Strateghi avranno un ruolo molto limitato rispetto alle precedenti edizioni. Potranno cambiare il clima del luogo ed inserire al massimo due razze di bestie pericolose, con un numero non superiore a tre elementi per branco. Non sarà consentito provocare frane, terremoti o qualsiasi tipo di catastrofe ambientale, a meno che non sia strettamente necessario ai fini del gioco. In questo caso, i tributi verranno avvisati con almeno un quarto d’ora d’anticipo, in modo da avere maggiori possibilità di salvezza.
Punto Quarto: E’ severamente vietato torturare gli avversari. Gli scontri dovranno avvenire nel modo più corretto e sportivo possibile, pertanto, è consigliabile evitare l’attacco in massa ai danni di un singolo concorrente, in particolar modo se disarmato o incapace di difendersi.
Punto Quinto: Il gioco prevede un solo vincitore, senza alcun tipo di eccezione.
Detto questo, lascio la parola al Presidente.-
Un fragoroso applauso seguì la lettura delle nuove regole, ma Katniss storse il naso, chiudendo la pergamena con una smorfia.
Era evidente che trovava l’intera situazione una buffonata e che non le piaceva dover recitare una simile parte, tuttavia, dal modo in cui abbassò lo sguardo, mi fece intuire che non poteva comportarsi altrimenti. Come se fosse costretta da qualcosa…
Il presidente spalancò le braccia in un gesto teatrale e  annunciò solenne: - Bene! Non intendo annoiarvi un minuto di più. Vi ringrazio per la vostra partecipazione e mi congratulo con gli stilisti e gli organizzatori di questa magnifica parata!
Miei giovani tributi, vi auguro con tutto il cuore Felici Hunger Games! E possa la fortuna essere sempre dalla vostra parte!-
Le grida e gli applausi giunsero alle mie orecchie come colpi di cannone, mentre il nostro carro si allontanava insieme agli altri dalla folla scatenata.
Gettai uno sguardo interrogativo a Nym, la quale mi rispose con un cenno sbrigativo, così sospirai e mi lasciai abbracciare da Rory, alla quale tremavano un po’ le gambe.
Le nuove regole sembravano davvero più “umane”, ma c’era qualcosa che non mi convinceva.
Mi voltai, guardando con insistenza Katniss Everdeen, in attesa di cogliere una qualsiasi reazione da parte sua.
Stranamente, per un attimo, mi sembrò che il suo sguardo avesse incontrato il mio, anche se il carro si trovava già distante dal balconcino.
I portoni dietro di noi si richiusero lentamente.
 
***
Angolo dell’Autrice: Beh, credo che anche questo capitolo sia stato un po’ noioso, tante descrizioni lunghe e nuove regole da imparare.
Spero che il prossimo sia più interessante: ci saranno alcuni accenni all’allenamento, i punteggi dati ad ogni tributo e, in teoria, anche l’intervista di Flickerman, se riuscirò a non tirarla troppo per le lunghe.
Personalmente, io non vedo l’ora di entrare nel vivo dei giochi, all’interno dell’Arena.
Piccola nota: il cognome di Colt Fingermann l’ho preso “in prestito” da un personaggio immaginario della bellissima fan fiction “Melodia” di Remiel (sezione: Percy Jackson), perché mi sembrava che suonasse bene.
Bene, chiudo qui il mio Angolo Autrice, vi ringrazio per aver letto, ci vediamo col prossimo capitolo.
Baci :) Tinkerbell92

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Un'avversaria pericolosa esce allo scoperto ***


- Per quanto ancora hai intenzione di non parlarmi?
Incrociai le braccia, squadrando Nym con aria severa, mentre le mie parole riecheggiavano per tutta la palestra.
Mia sorella disse a Rory di provare a esercitarsi con la parete di arrampicata, poi mi fulminò con lo sguardo: - Credimi, ci vorrà un bel po’ prima che dimentichi la cazzata che hai fatto.
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando: - Non è che se resti arrabbiata mi rimandano a casa. Ormai sono qui, tanto vale fare le cose per bene e senza tenere il broncio, no?
- Tu non vuoi proprio capire!
Nym sospirò, gettando uno sguardo distratto a Rory, che sembrava, per il momento, non aver bisogno di aiuto: - Rhyan, questi giochi sono una barbarie. Non mi interessa se vogliono renderli meno violenti, venticinque persone moriranno comunque e, di sicuro, non in modi piacevoli. Sono un militare e, quando uccido, lo faccio perché ce n’è veramente bisogno. Gli omicidi che avvengono in quell’Arena non sono mai giustificati. Per quanto orribili siano certi tributi che partecipano, non significa che meritino di morire. Io mi sogno ancora tutti quelli che ho ucciso, otto anni fa. Tu non hai idea di quanto sia orribile vedere le proprie mani macchiate del sangue degli altri. Mi aiutava solamente il pensiero che le mie sorelline non avrebbero mai dovuto rivivere il mio stesso incubo.
Mi fissò con tristezza, gli occhi viola leggermente umidi: - Io non sopporterei mai di vederti uccisa, Rhyan. E non voglio che tu debba portare lo stesso fardello che grava sulle mie spalle da otto anni. 
Abbassai lo sguardo, sfiorando la punta della freccia che mi stavo rigirando tra le mani: - Lo so. Ma ormai sono qui. E poi, quest’anno dovrebbe essere meno dura, no? E avremo Katniss come giudice! Anche se alcune nuove regole non mi convincono granché…
Nym diventò seria all’improvviso: - A dirla tutta, io credo che ci sia qualcosa sotto.
- Hai idea di chi sia il presidente?- domandai con una punta di speranza –Non ha un nome?
Nym scosse la testa: - No. Credo che solo un paio di eletti lo sappiano. Noi lo chiamiamo semplicemente Masked.
- Masked?- ripetei, notando con malizia la smorfia che aveva appena fatto – Però, fa tanto “Bel Tenebroso”… mi sembra che non ti fidi tanto di lui, giusto?
Nym drizzò la schiena con aria altezzosa: - Io non mi fido a priori di quelli che non hanno la decenza di mostrare la propria faccia.
- Oh, quello l’avevo capito – replicai sorridendo – Tu sei sospettosa di natura. Piuttosto, mi piacerebbe sapere come mai sei il nostro unico Mentore…
Nym abbassò lo sguardo: - Beh… in teoria l’altra doveva essere Annie, ma per ovvie ragioni non ha potuto partecipare…
- Capisco.   
Rory si voltò verso di noi con aria esasperata: - Nym… credo di essermi bloccata…
- Arrivo!
Prima di raggiungerla, Nym si voltò verso di me: - Comunque erano belli i costumi di ieri sera. Colt ha fatto un ottimo lavoro. E’ una bella persona, vero?
- Il tuo ragazzo?- risposi, con aria maliziosa – Sì, è davvero simpatico.
Nym mi fulminò, mettendomi un arco in mano e sospingendomi verso il Poligono di Tiro: - Va’ ad allenarti a tirare, che è meglio.
 
Fu un vero sollievo constatare che Rory non era poi così negata durante l’addestramento.
Forse non era un granché se si trattava di fare sforzi fisici, ma era comunque piuttosto agile e veloce, anche grazie alla sua corporatura minuta, e se la cavava discretamente a colpire le cose da lontano e a maneggiare dei pugnali.
Nym si occupò principalmente di lei in quei due giorni di allenamento individuale e, in fondo, mi andò più che bene. Di sicuro, se avessimo passato troppo tempo assieme durante giornate così stressate, avremmo finito per scannarci a vicenda.
Lo stress raggiunse livelli insostenibili a partire dalla nostra terza mattina a Capitol City, ossia la mattina in cui ci saremmo allenate insieme agli altri tributi.
Mi specchiai a lungo nello specchio del nostro alloggio, un gigantesco e lussuoso appartamento dotato di confort degni di un palazzo reale. Niente a cui non fossi già abituata, insomma.
Storsi il naso con una smorfia, mentre cercavo in tutti i modi di farmi piacere la tuta attillata che mi avevano fatto indossare.
Non era niente di osceno, ma, non incontrava affatto il mio stile.
Rory uscì dallo spogliatoio, con un mezzo sorriso. A lei, sia la tuta sia i capelli tirati su stavano benissimo.
- Non sei a tuo agio senza borchie?
Scossi al testa, alzando gli occhi al cielo: - Decisamente no. E con la coda alta sembro un ananas.
Rory rise, prendendomi per mano: - Non credo che ci faranno caso. Saranno troppo spaventati vedendoti fare a pezzi i manichini per le esercitazioni.
- Aha, lo spero- replicai ironica.
Una senza-voce aprì la porta dell’appartamento, facendoci cenno di seguirla.
Rory si alzò in punta di piedi, dandomi un bacio sulla guancia, poi, ci avviammo insieme verso la palestra.
Dovetti ammettere che i ristrutturatori avevano fatto davvero un buon lavoro.
Per ogni sezione di addestramento, al posto degli istruttori, c’erano dei sofisticatissimi computer che, una volta attivati, spiegavano nei minimi dettagli i vari passi dell’esercitazione, dando, peraltro, la possibilità ai tributi di rivedere quello che non avevano capito.
I manichini mobili, che stringevano tra le mani diversi tipi di armi, sembravano quasi ansiosi di essere attivati; i vari bersagli posti per gli arcieri e, in generale, per i tiratori di armi, erano stati sistemati a distanze graduali dalla piattaforma di tiro; giganteschi sacchi da boxe e lunghe corde per l’arrampicata pendevano dal luminoso soffitto bianco.
Rory si guardò attorno a bocca spalancata e devo ammettere che anche io restai piuttosto meravigliata.
Alcuni tributi stavano già gironzolando per la palestra.
Dovemmo aspettare almeno cinque minuti prima di poter cominciare, dato che alcuni ragazzi ci misero parecchio ad arrivare.
Finalmente, dopo che una voce femminile piuttosto metallica ricordò alcune regole – come quella di non combattere tra di noi- un assordante fischio decretò l’inizio dell’addestramento.
Rory mi sorrise e si avviò verso una delle corde per l’arrampicata.
Iniziò a salire su con una velocità impressionante, più agile di un gatto, tanto che non potei fare a meno di sentirmi fiera di lei.
Presi una balestra tra le armi a disposizione ed iniziai a provare qualche tiro al Poligono.
Una ragazzina dai capelli neri e dalla carnagione olivastra mi si affiancò, usando il bersaglio accanto al mio per esercitarsi con una lunga lancia.
Ci scambiammo una rapida occhiata, decisamente poco amichevole, ma decisi di ignorarla e concentrarmi sul mio bersaglio.
Dopo aver ottenuto un punteggio più che soddisfacente, iniziai ad esercitarmi con una spada, combattendo contro uno dei manichini mobili.
Improvvisamente, però, dei bisbigli poco simpatici giunsero al mio orecchio.
Mi fermai, dando un’occhiata al gruppo di Favoriti che ridacchiavano tra loro, suggerendosi a vicenda dei progetti per eliminare subito i tributi più deboli.
Il ragazzo dell’Uno, il gigante coi capelli scuri e dal collo taurino, indicava il tributo maschile del Tredici, una specie di scheletrico dodicenne su cui non avrei scommesso un capello, mentre la sua compagna, una tipetta abbronzata, piuttosto bassa e tarchiata, rideva additando i due tributi del Dieci, un altro paio di casi persi che, insieme, non superavano i settanta chili di peso.
Mi domandai perché diamine i loro compagni di Distretto non si fossero offerti prima.
Feci scorrere lo sguardo sulla spilungona del Due, riuscendo per la prima volta a vederla bene: i suoi capelli color paglia erano tagliati molto corti, ancora più dei miei, e resi appuntiti dal gel, mentre i suoi occhi verdi brillavano di una luce crudele sotto le sopracciglia chiare dall’angolatura rivolta verso il basso, che le conferiva un’espressione sempre accigliata.
Lei e il suo compagno, un ragazzo magro con gli occhi sporgenti e la faccia poco sveglia, stavano osservando con interesse Rory, che si muoveva su attrezzi ginnici sospesi, facendo commenti sulle sue gambette gracili e, sicuramente, più facili da rompere di uno stuzzicadenti.
Mi morsi il labbro, trattenendo l’impulso di stampare ad entrambi un bel pugno in faccia, e, mollando la spada a terra, mi diressi a grandi passi verso uno dei sacchi da box appesi al soffitto.
“Volete puntare Rory, eh?” pensai avvampando di rabbia “Vi faccio vedere io a cosa andate incontro.”
Mi avvolsi le mani con delle bende e, quando fui certa di avere la loro attenzione, mandai un bacio a Rory ed iniziai a colpire il sacco con tutta la mia furia, immaginando di colpire le loro facce da culo sogghignanti.
Forse a Nym non sarebbe piaciuta come mossa, ma non potevo assolutamente permettere loro di pensare che Rory fosse un bersaglio facile.
Non mi fermai finché il sacco non cadde a terra con un frastuono assordante.
Mi voltai verso il gruppo dei Favoriti con aria a metà tra il tronfio e minaccioso, venendo ricambiata da sguardi pieni di collera ma anche di allarme e stupore.
Mi tolsi le bende dalle mani, incrociando involontariamente lo sguardo con la ragazza del Cinque.
I suoi capelli scuri erano legati in una treccia, mentre il suo corpo stupendo era fasciato alla perfezione dalla tuta sportiva che indossava.
Mi domandai come avessi fatto a dimenticarmi di lei, quando realizzai che non aveva praticamente fatto esercizio con nessuna delle armi, limitandosi a muoversi sugli attrezzi da ginnastica e a dare dei consigli al suo giovane compagno, che cercava ormai da ore di disarmare il manichino avversario.
Un campanello d’allarme si accese nella mia testa, mentre incontravo i suoi occhi da gatta: “Non vuole mostrare quello di cui è capace. Sa il fatto suo. Di sicuro mi darà del filo da torcere.”
La sensazione che provavo guardandola era diversa da quella che provavo quando osservavo gli altri tributi: il gigante dell’Uno e la stangona del Due, oltre alla forza fisica, non sembravano possedere una tecnica precisa, insomma, erano un po’ i classici Favoriti violenti che basavano tutto sull’attacco.
Ma quella ragazza… beh, lei di sicuro non era un'avversaria sprovveduta, né prevedibile. Era sicura, attenta e, di certo, aveva una strategia ben precisa. Se non più di una.
Ci permisero di occupare la palestra per circa quattro ore, poi, una signorina conciata peggio di Katry venne ad avvisarci di prepararci per l’esibizione davanti ai giudici.
Posai con un sospiro l’arco che stavo usando e cercai con lo sguardo Rory, che mi raggiunse saltellando. Si attaccò al mio braccio e, con un sussurro quasi impercettibile, mi disse semplicemente: - Grazie di essere qui.
 
Non mi sentivo per nulla agitata prima dell’esibizione.
Prima di tutto, ce la saremo cavata in fretta, facendo parte di uno dei primi Distretti, poi, da quello che mi aveva riportato Nym, i cosiddetti esaminatori ti filavano sì e no per qualche secondo e molti punteggi erano assegnati un po’ alla cazzo di cane.
Rory veniva prima di me.
A differenza mia, era piuttosto pallida e sudaticcia: qualunque tipo di esibizione la mandava nel pallone.
Non appena vide uscire il ragazzo del Distretto Tre, ebbe una specie di sussulto, così, la abbracciai da dietro, baciandola sul collo e sussurrandole appena: - Non ti preoccupare, non ti baderanno nemmeno. Fa vedere quanto sei agile e non pensare a nient’altro. Stasera rideremo dei punteggi da schifo che ci daranno.
Rory mi sorrise, accarezzandomi le braccia serrate attorno al suo busto, poi, quando la chiamarono, fece un profondo respiro e si avviò verso le grandi porte socchiuse che la aspettavano.
Mi guardò un’ultima volta, poi, entrò con passo più deciso.
Le porte si chiusero.
Mi voltai verso gli altri tributi, cercando di evitare lo sguardo della ragazza del Cinque che mi stava proprio dietro, ed iniziai a giocherellare con il mio bracciale borchiato, quello che mi aveva regalato Rory al mio compleanno.
L’esibizione non durò più di cinque minuti e, quando uscì, Rory mi sembrava visibilmente più tranquilla.
Mi si avvicinò con un sorriso e mi sussurrò all’orecchio: - Avevi ragione, pochi di loro ti prestano attenzione. Comunque, cerca di far bella figura, perché c’è anche Katniss tra loro.
Restai un pochino sorpresa quando udii le sue parole, ma la cosa non mi infastidì, anzi.
- Almeno non tirerò tre frecce per niente- risposi, sempre senza farmi sentire dagli altri.
La solita voce femminile, che iniziava a darmi i nervi, annunciò il mio turno.
- Ci vediamo dopo- mormorò Rory sorridendo, e si avviò velocemente verso gli spogliatoi.
Diedi una scrollata di spalle ed entrai nel salone degli esaminatori.
La stanza era molto simile alla Palestra dei Tributi, solo che in miniatura, e con una grande terrazza che si affacciava su di essa.
Un gruppo di capitolini ben vestiti stava discutendo animatamente proprio su quella terrazza, mentre due o tre persone appena, tra i quali Katniss Everdeen, erano appoggiati alla ringhiera, guardandomi con curiosità.
Presi la balestra che avevano sistemato su un grande tavolo, insieme ad altre armi, e, dopo aver scelto tre lunghe frecce di metallo, mi schiarii la voce annunciando: - Rhyan Seabell, Distretto Quattro!
Circa metà degli esaminatori interruppe la conversazione, gettandomi delle occhiate annoiate.
Katniss, invece, mi rivolse un lieve sorriso incoraggiante: - Prego.
Mi posizionai davanti a tre bersagli mobili dalla sagoma umana, caricando la prima freccia sulla balestra.
Bastò premere un singolo pulsante del grande computer posto accanto al poligono che subito i tre bersagli iniziarono a muoversi rapidamente in più direzioni.
Aspettai circa un secondo per mirare, poi scoccai la freccia e, senza nemmeno aspettare il colpo, caricai immediatamente la seconda.
Ripetei l’operazione anche con l’ultima freccia, che, non appena andò a segno, bloccò il meccanismo di movimento dei bersagli.
Ero andata bene: la prima freccia aveva colpito il bersaglio al cuore, la seconda al collo e la terza al centro della testa.
Se fossero stati avversari reali, sarebbero di certo morti sul colpo.
Mi voltai verso Katniss, sapendo che era una dei pochi ad aver seguito tutta l’esibizione, e lei mi sorrise annuendo: - Va bene, grazie, puoi andare.
Posai la balestra sul tavolo ed uscii a passo trionfante dalla stanza.
 
Mancava veramente poco all’ultimo ostacolo della giornata, ossia l’intervista con Flickerman.
Nym e Katry accesero il grande schermo che si trovava nel salotto dell’appartamento e si sintonizzarono sul nuovissimo canale, Capitol News, dove avrebbero annunciato i punteggi dei Tributi.
Colt mi diede un’ultima occhiata, chiedendomi di fare un giro su me stessa, mentre i truccatori mi davano gli ultimi ritocchi.
Tra l’annuncio dei punteggi e l’intervista non sarebbe passata più di mezz’ora, così, gli stilisti avevano pensato bene di vestirci già per la nostra ultima apparizione in pubblico.
Colt mi sorrise e mi portò davanti allo specchio: - Guarda.
Il vestito che indossavo era di un intenso colore blu scuro e fatto di un tessuto morbidissimo, molto simile alla seta.
Aveva delle spalline sottilissime, la scollatura a forma di cuore, un nastrino di seta stretto a mo di cintura e la gonna divisa in due da un ampio spacco a destra, che diventava più lunga man mano che si allontanava da esso.
Per scarpe, mi erano stati dati un paio di sandali argento, simili a quelli dei gladiatori romani, con un tacco abbastanza basso, sia per via della mia scarsa confidenza con i tacchi alti, sia per il fatto che, se li avessi indossati, avrei sovrastato Flickerman in modo abbastanza spaventoso.
Anche per quell’occasione, mi avevano pettinato i capelli all’indietro, con la differenza che li avevano cotonati un po’ al centro della testa, lasciando i lati più scoperti.
Fui piuttosto grata a Colt quando disse di truccarmi con l’eye-liner nero e con un rossetto color vinaccia, che creava un fortissimo contrasto tra le mie labbra e la mia pelle chiara.
Mi spruzzarono addosso un po’ di brillantini, mi legarono al collo un nastro blu scuro e completarono l’opera con un paio di orecchini a forma di conchiglia, vari braccialetti d’argento, oltre a quello che mi aveva regalato Rory, ed una leggera passata di ombretto scuro brillantinato.
Colt mi diede un’ultima occhiata, poi mi sorrise e mi offrì il braccio, portandomi in salotto.
Quasi contemporaneamente, Rory e Chelie uscirono dalla stanza opposta.
La mia piccola era bellissima nel suo vestitino verde acqua, con la gonna ampia che le arrivava al ginocchio. La parte superiore del vestito era una semplice fascia, che avvolgeva alla perfezione il suo busto esile, mentre la sua vita sottile era stretta da un grande nastro che si chiudeva dietro in un ampio fiocco. Indossava delle ballerine verdi col tacco, che le facevano guadagnare qualche centimetro in più e rendevano le sue gambe ancora più armoniose.
I capelli biondi erano stati raccolti in una lunga treccia, che le ricadeva davanti la spalla sinistra, mentre, al collo, le avevano fatto indossare una collana di perle molto piccole.
I suoi orecchini erano dei semplici pendagli a forma di delfino.
Ci guardammo sorridendo e, prendendola per mano, le sussurrai: - Sei bellissima.
Rory arrossì, mentre la voce trillante di Katry giunse alle nostre orecchie: - Ragaaaazze! Sta per iniziaaare!
Ci dirigemmo rapidamente in salotto, venendo accolte da un trillò estasiato di Katry: - Oh, ma siete belliiiissime!
Nym ci sorrise leggermente, facendoci cenno di sederci sul divanetto davanti allo schermo: - Presto, è importante che vediate anche i risultati degli altri.
Ci accomodammo facendo attenzione a non rovinare i vestiti, la mano di Rory stretta tra le mie.
Dopo qualche istante, sullo schermo apparve il volto austero di Katniss, la quale sedeva ad una scrivania con un foglio stretto tra le mani.
- Buonasera a tutti. In qualità di Giudice di Gara, sarà mio compito leggere i punteggi di quest’anno. Partiamo dal Distretto Uno… Balthor Stark, diciotto anni, punteggio: Nove.
E… Jewel Nemes, diciotto anni, punteggio: Dieci.
Distretto Due: Duke Flyman, diciassette anni, punteggio: Otto, ed Heles Erwin, diciotto anni, punteggio: Nove –
I ragazzi del Tre ottennero entrambi come punteggio Sette. Poi, fu la volta mia e di Rory.
- Distretto Quattro: Rhyan Seabell, diciassette anni, punteggio: Dieci, e Aurora Burgess, sedici anni, punteggio: Otto.
Lo strillo di gioia di Katry ci perforò i timpani: - Complimeeenti ragaaazze!
Nym ci sorrise, ma le fece cenno di tacere: - Ascoltiamo anche gli altri.
La voce di Katniss proseguì impassibile: - Distretto Cinque: Yules Jardine, quindici anni, punteggio: Sette.
Una strana ansia si impadronì di me non appena comparve il volto della ragazza dai tratti latini.
- E Megan Allardyce-Rodriguez, diciotto anni. Punteggio: Dodici.
Un momento di gelo calò nella stanza.
Riuscii a malapena a sentire i punteggi di qualcun altro, come dei ragazzi del Sei, probabilmente gemelli, che ottennero entrambi Otto e dello strano tributo del Distretto Sette, che totalizzò Nove, poi, nessuno degli altri salì sopra al punteggio di Sette. 
Ma non ci feci caso.
Pensavo con apprensione al Dodici di Megan, a quell’incredibile punteggio che aveva ruotato per un po’ attorno alla foto della misteriosa ragazza.
Katry borbottò qualcosa, tipo: “E’ incrediiibile… nessuuuno ha quasi mai totalizzato Dooodici… già Nym aveva avuto Uuundici…” ma la sua vocetta mi sembrò piuttosto ovattata e poco percepibile.
Fu quando Nym mi posò una mano sulla spalla che ritornai alla realtà: - Dovete iniziare a prepararvi… ne parleremo più tardi…
Mi alzai dal divano un po’ in trance, ancorata alla realtà dalla sola stretta di mano di Rory.
 
Il frastuono che ci martellava le orecchie era a dir poco insopportabile, mentre ci facevano accomodare su delle poltroncine poste in semicerchio dietro due grandi poltrone, destinate a Caesar Flickerman e al tributo intervistato.
Il sipario che ci divideva dal pubblico in delirio era ancora calato e, probabilmente, non faceva altro che accrescere la tensione dei più emotivi.
Gettai un rapido sguardo ai miei futuri avversari vestiti a festa, soffermandomi per un po’ su colei che mi ossessionava tanto.
I suoi lunghi capelli scuri erano stati raccolti completamente dietro la nuca con un grande fermaglio di diamanti, in modo che fossero ben visibili i suoi stupendi lineamenti latini.
Indossava un abito da sera nero dalla profonda scollatura, lungo fino ai piedi, abbastanza attillato ma morbido, in modo da non ostacolarle i movimenti.
I suoi grandi orecchini a cerchio brillavano sinistramente nella penombra.
Rory posò la mano sulla mia ed io le sorrisi con fare incoraggiante, cercando di farle passare l’ansia che la stava attanagliando.
Improvvisamente, il sipario iniziò ad alzarsi, facendo aumentare il chiasso del pubblico, che giunse al culmine non appena Caesar Flickerman fece il suo ingresso sul palco.
Quell’anno, i suoi capelli erano color acquamarina, lo stesso colore del vestito di Rory, ed erano intonati al resto del suo abbigliamento.
- Buonasera a tutti!
L’eccitamento del pubblico era alle stelle, tanto che molti si misero a battere i piedi per terra.
Rory mi gettò un’occhiata ansiosa, mentre Caesar introduceva brevemente l’intervista con un paio di battutine.
Le sorrisi, mimandole con le labbra: “Andrà tutto bene”.
Rory annuì, trattenendo il respiro non appena Flickerman chiamò la ragazza del Distretto Uno accanto a sé.
Non ascoltai le cavolate che spararono i Favoriti, anche perché sapevo che mi sarebbe venuto il nervoso, mentre non mi persi una sola parola dell’intervista di Rory.
Dopo aver scherzato sul fatto che fossero cromaticamente in sintonia, Flickerman le chiese di raccontare un po’ della propria vita, insistendo in particolar modo sul nostro rapporto.
Rory fu abbastanza evasiva per quanto riguardava la propria storia – non le piaceva molto farla sapere in giro – mentre, quando arrivò a parlare di me, dopo avermi gettato uno sguardo molto dolce, disse semplicemente: - So che molti trovano Rhyan un po’ strana, alcuni, addirittura, dicono che è pazza. Ma se si provasse a guardare oltre la maschera da dura che porta, si scoprirebbe una persona straordinaria, capace di sacrificare sé stessa per quelli che ama. Lei non si tira mai indietro quando le viene chiesto aiuto e, piuttosto che pugnalare alle spalle, preferirebbe pugnalare sé stessa. Non ha esitato un secondo ad offrirsi come Tributo per seguirmi, per proteggermi, andando contro tutta la sua famiglia e contro tutte le regole. Se per pazza intendiamo una persona capace di morire per una semplice domestica come me, capace di amare una persona di rango inferiore e dello stesso sesso, senza preoccuparsi dei pregiudizi degli altri, beh, allora devo dire di sì: lei è pazza da legare. Ed io non potrei chiedere di meglio.
Un grande applauso scoppio nella sala, molti dei presenti avevano gli occhi lucidi.
Flickerman si portò una mano sul cuore, estasiato, e mormorò dolcemente: - Qualunque cosa accada, sono certo che Panem non vi dimenticherà mai. Facciamo un applauso a Rory Burgess!
Un’ovazione seguì l’uscita di scena della mia piccola, che venne a sedersi accanto a me con un sorriso.
Le baciai la mano, cercando di nascondere la commozione, e, quando Flickerman annunciò il mio turno, le strizzai l’occhio e mi avviai con passo sicuro verso la poltrona di velluto.
Inutile dire che fui accolta da un grande applauso.
Diedi un’occhiata generale al pubblico, ricordandomi quello che mi aveva suggerito Colt, ossia di giocare sull’ironia, che era un mio punto forte.
Flickerman si sedette accanto a me con un sorriso: - Allora, ecco qui l’altra metà della mela. Come ti senti, Rhyan? Un po’ di agitazione per l’avvicinarsi del grande giorno?
- A dire la verità no- risposi con fare allegro – Credo che, dopo aver affrontato mia sorella arrabbiata, nulla potrà più spaventarmi là fuori! Giusto, Nym?
Il pubblico iniziò a ridere, mentre agitavo la mano in direzione di mia sorella, che mi fissava cercando di trattenere un sorriso. Accanto a lei, Colt Fingermann alzò il pollice in segno di incoraggiamento.
Flickerman allargò il sorriso: - Oh, sappiamo bene di cosa è capace la nostra Nym. Comunque, hai ottenuto un buon punteggio d’inizio e alla parata ha fatto una bellissima impressione ai nostri migliori Sponsor. Quella fontana è stata davvero spettacolare. La domanda è: se potessi scegliere in anticipo un regalo da parte degli Sponsor, che cosa chiederesti?
- Domanda originale-  commentai con un sorriso – Comunque, non faccio mai la difficile riguardo ai regali. Mi basta solo che non mi regaliate un paio di scarpe col tacco, a meno che non vogliate vedermi sbattere la testa di continuo contro i rami degli alberi.
Altra risata generale.
- Santo cielo, spero proprio di no!- rispose Flickerman ridendo – Ti piace fare battute, a quanto vedo. E’ una cosa che abbiamo in comune, sto iniziando a sentirmi molto in sintonia con te.
- Ah, cerca di fare attenzione!- lo avvertii – Potresti uscirne pazzo.
Quando le risate cessarono, Flickerman assunse un tono più dolce: - Parlando di cose serie, invece, devo dire che il tuo gesto, quello di travestirti da uomo per seguire Rory in una situazione così pericolosa, ha fatto breccia nel mio cuore e in quello di tutta Panem. Puoi dirci che cosa hai provato, quando Rory è stata estratta?
Mi morsi il labbro, esitando un attimo: - Non so se si può descrivere così su due piedi. Il mondo sembra crollarti addosso e non riesci a capire più a che scoglio attaccarti. In un attimo, ti senti avvolto dall’oscurità, precipiti in un baratro senza fondo. E allora ti rendi conto che anche la più tenue e folle speranza può essere un aiuto prezioso. Io amo Rory più di me stesse e la proteggerò ad ogni costo. Dovesse essere l’ultima cosa che faccio.
Il silenzio che calò nella sala rese l’atmosfera parecchio deprimente, così, Flickerman ruppe la tensione parlandomi dolcemente: - Sei una ragazza coraggiosa, Rory è fortunata ad averti con sé. Ti auguro con tutto il cuore di riuscire nel tuo intento.
- Grazie- risposi, con un filo di voce.
Flickerman tornò improvvisamente allegro e, dopo avermi presa per mano, mi fece alzare il braccio in aria: - Un applauso a Rhyan Seabell, la nostra Lady Oscar!
Il pubblicò applaudì rumorosamente, smettendo solo quando, una volta che ebbi raggiunto gli altri, Flickerman annunciò il tributo successivo.
- Ed ora, avremo l’onore di conoscere l’unica ragazza in grado di totalizzare il punteggio massimo all’esame post-allenamento. Voglio sentire i vostri applausi salire al cielo… ecco a voi, Megan Allardyce!
Il tempo sembrò rallentare quando lei, l’unica in grado di intimorirmi tra tutti i Tributi, raggiunse l’intervistatore, camminando con una grazia al di fuori di ogni limite umano.
Flickerman sganciò alcune battute, anche se si zittì non appena la ragazza iniziò a parlare.
Aveva un forte accento ispanico, un timbro di voce limpido e sensuale ed una parlata sicura e sciolta. Era impossibile non restarne incantati.
Parlò un po’ di sé, della propria famiglia, e del fatto che si fosse offerta volontaria per dare maggiori possibilità al suo Distretto di avere un vincitore.
Rimasi talmente colpita da lei che, non appena finì l’intervista, le sue ultime parole mi rimbombavano ancora nella testa.
“Yo sono qui per vincere.”
 
***
Angolo dell’Autrice: Finalmente, riesco a pubblicare questo capitolo piuttosto lungo, scritto ascoltando a manetta tutta la discografia di Cyndi Lauper, arrivando alla fine della parte precedente ai giochi.
Sinceramente, non vedo l’ora di iniziare a raccontare delle vicende nell’Arena, sono davvero felice di poterlo fare già dal prossimo capitolo. Sono un po’ indecisa se passare, per descrivere le vicende dei giochi, alla narrazione al presente, come nel libro, oppure continuare con il tempo passato. Boh, ci penserò un po’ su.
Spero che questo capitolo non sia troppo pesante, purtroppo, era indispensabile per finire i cosiddetti “preliminari”.
Vabbè, che ne dite? Vi è piaciuto? Non vi è piaciuto?
Se vi va, fatemi sapere.
Grazie per aver letto, un bacio :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cominciano i giochi! ***


L’ora fatidica arrivò prima del previsto. Prima ancora di rendermene conto, mi trovavo già nella Camera di Lancio, con Colt che mi dava gli ultimi ritocchi all’abbigliamento.
Sembrava piuttosto nervoso, forse anche più di me, e gli tremavano le mani così tanto che dovetti aiutarlo io ad abbottonarmi la giacca nera termica che stavo indossando.
I vestiti che avevano scelto per me andavano piuttosto bene: t-shirt nera attillata, pantaloni mimetici scuri, stivaletti neri e mezzi guanti abbinati di finta pelle. Ovviamente, non poteva mancare il braccialetto che mi aveva regalato Rory.
Colt mi diede un ultimo sguardo e sorrise: - Ho… ho aggiunto delle borchie sulla giacca… so che ti piacciono e, anche se non è molto, io…
Lo abbracciai prima che riuscisse a finire la frase: - Grazie, Colt.
Lui ricambiò l’abbraccio, mentre cercava di trattenere le lacrime, poi si scostò, guardandomi con i suoi occhi azzurri leggermente umidi: - Devo… devo andare, hai un’ultima visita prima di entrare nell’Arena…
- Un’ultima visita?
Prima che potessi chiedere spiegazioni, Nym entrò nella camera a passo spedito.
Colt mi abbracciò un’ultima volta, poi, cercando di sorridermi, si allontanò, con una lacrima che gli correva lungo la guancia: - Ciao, Rhyan.
Nym gli accarezzò il braccio, ricevendo un timido sorriso come risposta, poi, quando fu uscito, mi guardò con aria seria.
Alzai un sopracciglio, incerta se rompere il ghiaccio o no, poi, domandai: - Come mai sei qui? Pensavo che i Mentori non potessero accompagnarci…
Lei mi si avvicinò, alzando le spalle: - Diciamo che il mio nome, qui, ha ancora un certo peso… volevo… salutarti come si deve.
- E per farmi delle raccomandazioni, giusto?
Non me la dava mai a bere, il suo sguardo era un libro aperto.
Nym sospirò e mi prese le mani nelle sue: - Rhyan… finché non ci sente nessuno, voglio metterti in guardia. Per prima cosa, vorrei chiederti di non perdere troppo tempo nel Bagno di Sangue iniziale. So che puoi benissimo affrontarlo, ma, per favore, evita di passarci troppo tempo. Prendi qualche arma utile, uno zaino e poi allontanati e raggiungi Rory con l’Alfabeto Musicale. Le Ghiandaie Imitatrici sono ormai una mascotte degli Hunger Games, ci saranno di sicuro, qualunque sia il luogo in cui vi trovate.
- D’accordo, cercherò di non perdere tempo- promisi – Ho tutto il tempo che voglio per distruggere quei fottuti Favoriti…
- Non è dei Favoriti che mi preoccupo- mi interruppe, con uno sguardo così severo che intuii all’istante che cosa avesse in mente. O meglio, chi avesse in mente.
- L-La ragazza del Cinque?      
Le mani di Nym si serrarono sulle mie spalle: - Ho visto il video, quello della sua esibizione. Ti assicuro, Ray, il Dodici l’ha meritato pienamente.
- Che cosa ha fatto?- domandai con un filo di voce.
Gli occhi viola di Nym diventarono sottilissime fessure: - Le hanno attivato un manichino, di quelli che si muovono, parano i colpi e rispondono. L’ha distrutto in meno di cinque secondi a colpi di arti marziali.
Spalancai gli occhi per lo stupore: - Stai scherzando?
Nym serrò le labbra, scuotendo la testa: - Ti giuro, Rhyan, non avevo mai visto una cosa del genere prima d’ora. Il modo in cui si muoveva, la sua velocità, la sua precisione… stentavo a credere ai miei stessi occhi.
- Che cosa mi suggerisci di fare, allora?
Nym si morse un labbro, poi mi guardò negli occhi con un’espressione indefinibile: - Non andare a cercarla. Non scontrarti direttamente con lei, a meno che non sia strettamente necessario. Credo che se sette anni fa avessi avuto un’avversaria del genere, la mia vittoria non sarebbe stata poi così certa.
Aggrottai la fronte: - Dio mio… ma è veramente così mostruosa? Così crudele e spietata?
Mia sorella ci pensò su, poi, scosse la testa: - No, non credo che sia cattiva. Ma, di sicuro, è determinata. Glielo leggi nello sguardo: lei è qui solo per vincere. Non può permettersi di soccombere e abbandonare la propria famiglia. Non sono degli straccioni, da quello che ho sentito, ma hanno comunque bisogno di lei. Quando qualcuno combatte per le persone che ama, è difficile riuscire a fermarlo. Io sono tornata a casa grazie al pensiero della nostra famiglia.
- Io combatto per Rory- risposi decisa – Combatto per la ragazza che amo.
- E allora resta aggrappata a questo, quando sarai nell’Arena – disse Nym, prendendo il mio viso tra le mani – Forse potrà essere la tua ancora di salvezza. Almeno, se non arriverete alla fine solamente voi due…
- Ho già pensato a quello- mormorai, evitando di incrociare il suo sguardo – Tu, piuttosto, dovresti tornare a casa un po’ più spesso. Tutti quanti sentono la tua mancanza, Nym.
- Certo.
La solita voce femminile ordinò ai tributi di entrare nelle capsule di vetro sistemate al centro della camera entro trenta secondi.
Obbedii con un sospiro, salendo sulla piattaforma metallica di forma circolare.
Nym mi prese una mano, poi mi abbracciò, posandomi un bacio sulla fronte: - Buona fortuna, sorellina.
Restai ferma più che potei, approfittando di quegli ultimi istanti di calore famigliare.
Poi, la capsula di vetro iniziò a chiudersi. Iniziò il conto alla rovescia.
Guardai mia sorella negli occhi, quei suoi bellissimi occhi color ametista che stavano diventando un pochino arrossati e, con un sorriso, mormorai: - Sono contenta di vedere che non sei cambiata.
Lei annuì, con le labbra che tremavano.
Cercai di ignorare il nodo alla gola che mi stava torturando ed alzai la mano in segno di saluto, che lei imitò al’istante: - Ciao, Nym.
La capsula incominciò a salire, portandomi in un tunnel oscuro.
L’ultima immagine che vidi, fu Nym che mi fissava, con le lacrime che scendevano sulle sue guance.
E poi, per alcuni secondi, il buio.
 
Non appena giunsi a destinazione, un forte fascio di luce mi costrinse a chiudere gli occhi per un istante.
Il cilindro di vetro era scomparso e mi ritrovai ben presto in un grande spiazzo erboso, inserita in un semicerchio di ventisei tributi.
A circa cinquanta metri da noi, si ergeva maestosa la Cornucopia, fatta interamente di cristallo, che scintillava sotto i raggi del sole riempiendo di riflessi il bottino contenuto al suo interno ed il paesaggio circostante.
Mancavano sessanta secondi all’inizio del gioco.
Mi diedi una rapida occhiata intorno, senza ascoltare la voce del presentatore, Claudius Templesmith, e notai, per prima cosa, che lo spiazzo in cui ci trovavamo era perfettamente circolare.
Spiegandomi meglio: il prato al cui centro stava la Cornucopia, era circondato da un recinto di alberi sempreverdi, che si chiudevano formando un grande cerchio attorno a noi.
Non si vedeva nulla oltre quella grande barriera naturale.
Riuscii ad individuare Rory, che si trovava su una piattaforma abbastanza vicina al bosco, e la cosa mi rassicurò un po’.
Il nostro piano prevedeva che lei scappasse subito lontano dal Bagno di Sangue al suono del gong, mentre io, dopo aver raccolto qualcosa di utile, l’avrei raggiunta tramite il nostro Alfabeto Musicale, che le Ghiandaie Imitatrici avrebbero riprodotto.
Rory mi fissò con aria ansiosa, indicando preoccupata il Tributo dell’Uno che stava poco distante da me.
Le strizzai l’occhio con fare incoraggiante, poi alzai il pollice, per farle capire che andava tutto bene.
Mi voltai poi verso la Cornucopia, quando restai piuttosto sorpresa non appena vidi Katniss Everdeen che ci osservava sulla cima di essa.
Teneva le braccia incrociate e muoveva la testa da destra a sinistra, lentamente, in modo da studiare la situazione già dal principio.
Mancavano dieci secondi.
Mi preparai alla partenza, tendendo i muscoli delle gambe al massimo, individuando due o tre oggetti che avrebbero potuto servirci.
Otto secondi.
Girai un attimo lo sguardo, notando la ragazza del Cinque che, come me, stava puntando dritto verso la Cornucopia.
Sette secondi.
Sentivo la tensione crescere attorno e dentro di me. Serrai i pugni, per scaricare il nervoso.
Cinque secondi.
Gettai un ultimo sguardo a Rory. Non l’avrei vista per un po’. Pregai con tutto il cuore che riuscisse a cavarsela da sola per qualche minuto.
Tre secondi.
Chissà se ce l’avrei fatta. Forse mi stavo sopravvalutando. Forse mi avrebbero uccisa.
Due secondi.
No, non potevo dubitare. Ero davvero pronta.
Un secondo.
Un ultimo pensiero a Nym, ai miei amici e alla mia famiglia. Poi, i miei pensieri si fermarono.
Infine, il gong.
Le mie gambe scattarono all’istante, muovendosi ad una velocità che mai prima di allora erano riuscite a raggiungere.
Con la coda dell’occhio, vidi Rory raccogliere uno zaino per terra, poco distante dalle piattaforme, e sfrecciare rapidamente verso il bosco. Per il momento, era fuori pericolo.
Raggiunsi in poco tempo la Cornucopia, afferrando un coltello da terra ed iniziando a selezionare rapidamente ciò che mi serviva.
Presi uno zaino mimetico bello pieno e la balestra che avevo già individuato quando mi trovavo sulla piattaforma, poi, mi voltai all’istante, appena in tempo per schivare l’attacco di un avversario che aveva cercato di colpirmi con un machete.
Con la mano destra libera, afferrai una mazza di legno che si trovava poco distante da me e, senza dargli il tempo di tentare un secondo affondo, lo colpii violentemente sul viso.
Il ragazzo cadde a terra, con il sangue che scendeva copiosamente dal naso rotto, e, roteando la mazza, con un balzo lo sorpassai, colpendo, mentre ero ancora in volo, la ragazza del Distretto Uno dritta sui denti.
Un grido acuto uscì dalla sua bocca sanguinante.
Il suo compagno corse verso di me, ma io gli passai la mazza con un lancio, in modo da trovare il tempo di allontanarmi da lui mentre l’afferrava stupito.
Mi sistemai meglio lo zaino sulle spalle, stringendo in mano il pugnale e riparandomi la nuca con la mia nuova stupenda balestra.
Sfrecciai dietro la ragazza del Due, impegnata a massacrare un tributo con una pesante catena d’acciaio, ed evitai per un pelo lo shuriken che mi aveva appena lanciato la ragazzina del Sei, quella offertasi volontaria assieme al fratello gemello.
Aggirai la Cornucopia, pronta ad allontanarmi dalla mischia, quando notai il ragazzino del Cinque che, standosene a distanza di sicurezza, raccoglieva un grosso zaino rosso da terra.
Con grandissimo stupore, lo vidi, poi, correre verso la sua compagna che, dopo aver raccolto dalla bocca della Cornucopia parecchie cose piuttosto utili, si avvicinava a lui con un coltello affilato in mano, già macchiato di sangue fresco.
La prima cosa che pensai fu: “E’ pazzo, adesso lo ammazza!”
Cosa cavolo gli passava per la testa, non aveva notato la simpatica arma con cui l’avrebbe potuto smembrare all’istante?
Tuttavia, restai davvero sorpresa non appena lei, dopo averlo raggiunto, gli posò una mano sulla spalla, incitandolo a correre in direzione opposta, verso il bosco.
Gli disse qualcosa tipo: “Vamos! Vamos!” poi, li vidi sparire nella boscaglia.
Mi voltai per un secondo, vedendo già parecchi tributi a terra e Katniss Everdeen che fissava impassibile dall’alto della sua postazione, e, ormai sicura di essere fuori dalla portata di chiunque, mi inoltrai nella foresta, lasciandomi alle spalle il sangue e le urla strazianti.
Non appena fui certa di essere abbastanza ben nascosta, mi legai la balestra al braccio e appesi il pugnale alla cintura.
Il cinguettio degli uccelli sopra di me mi costrinse ad alzare la testa.
Una piccola Ghiandaia Imitatrice mi volò vicino, cosa che succedeva molto raramente, e, non so perché, un sorriso mi affiorò spontaneo sulle labbra.
Mi sedetti contro il tronco di un albero ed iniziai ad esaminare il contenuto dello zaino.
L’avevo preso da dentro la Cornucopia, quindi doveva contenere un equipaggiamento piuttosto utile.
Trovai una lunga corda, un borsellino con qualche benda e medicina all’interno, una borraccia vuota, diverse fiale di tintura di iodio, tre confezioni di gallette, una di carne essiccata, una coppia di coltelli ben lucidati, uno spago resistente, probabilmente per tendere delle trappole, un tubo contenente una piccola tenda da campeggio, un telo isolante, una bussola perfettamente funzionante ed una simpatica mela avvolta nella carta stagnola.
Un’incredibile euforia si impadronì di me non appena strinsi la bussola tra le mani: era esattamente ciò di cui avevo bisogno per rintracciare Rory con l’Alfabeto Musicale.
In pratica, il nostro cosiddetto alfabeto prevedeva l’uso delle prime quattro note associate ad ognuno dei quattro punti cardinali. Nord era Do, Ovest era Re, Sud era Mi ed Est era Fa.
In caso poi ci trovassimo, per esempio, a Sud-Ovest di una determinata zona, ci bastava unire le due note che corrispondevano ai punti: Mi-Re. E così via.
Osservai l’ago della bussola muoversi a scatti, fino a quando non si fermò in direzione Nord.
- Bene, quindi mi trovo più o meno a Nord-Est del bosco- mormorai tra me, guardandomi attorno circospetta.
Non mi preoccupai del fatto che Rory potesse non disporre di una bussola: lei era in grado di orientarsi molto meglio di me, era un talento innato che aveva mostrato sin da piccola, quando, lo stesso giorno in cui papà la portò a casa, imparò immediatamente a girare per la nostra enorme villa senza perdersi.
Alzai lo sguardo verso i rami più alti degli alberi, dove di sicuro le Ghiandaie Imitatrici stavano allegramente appollaiate, e fischiai forte le note Do-Fa.
Subito, le Ghiandaie riprodussero il suono alla perfezione, facendolo divulgare in buona parte della foresta. 
Attesi la risposta con un filo d’ansia, quando, all’improvviso, udii un fruscio alle mie spalle.
Mi nascosi immediatamente dietro il tronco dell’albero, vedendo sbucare fuori dai cespugli un ragazzo più o meno della mia età, con i capelli castani, le labbra piuttosto grosse ed un lungo coltello in mano.
Si guardava intorno con aria circospetta, anche se era evidente che stava solo cercando di fare il duro, e mi passò accanto senza nemmeno accorgersi di me.
Potevo ucciderlo con facilità da un momento all’altro. Per un attimo, fui tentata di farlo.
Insomma, dopotutto, quel ragazzo era pur sempre una minaccia, risparmiarlo avrebbe potuto crearmi problemi più avanti.
Ma poi, decisi di lasciar perdere.
Non era un tipo sveglio, già il fatto che non avesse nemmeno uno zaino sulle spalle mi faceva pensare che fosse scampato al Bagno di Sangue per miracolo. E poi, di sicuro a Rory non sarebbe piaciuto un simile gesto, dopotutto, il tizio non mi aveva nemmeno notata!
Scossi la testa, guardandolo aggirarsi torvamente tra gli alberi, quando sentii che le Ghiandaie avevano cambiato improvvisamente melodia.
Mi concentrai, ascoltando attentamente le note emesse, anzi la nota: in un primo momento era piuttosto flebile e incerta, come se arrivasse da lontano, poi, diventò più nitida e chiara: Re.
Bene, Re. Rory si trovava ad Ovest.
Diedi un’occhiata piuttosto compassionevole all’idiota che faceva il furtivo a qualche metro da me, senza vedere a un palmo dal naso, e, avvicinandomi di soppiatto, gli diedi un colpo dietro la nuca, facendolo svenire.
- Questo è il risultato di due giorni e mezzo appena di addestramento- borbottai, sorpassando il babbeo con fare svogliato.
Diedi un’occhiata alla bussola, dirigendomi velocemente verso Ovest, quando, all’improvviso, un rumore assordante, tipo quello di un fuoco d’artificio, mi fece sobbalzare.
Il colpo si ripeté e capii che si trattava del classico colpo di cannone che segnava la morte di uno dei tributi.
Mi fermai un secondo ad ascoltare e ne contai otto in tutto.
Otto tributi erano morti nel Bagno di Sangue, ne restavano ancora diciotto, comprese me e Rory. Non era un risultato malvagio, considerando che eravamo due in più del solito e che, molto spesso, almeno la metà dei tributi non superava la mattina.
Ma, in fondo, c’era ancora tempo e dubitavo che avremmo resistito tutti e diciotto fino a sera.
Mi incamminai a lungo per il bosco, gettando delle occhiate qua e là alla ricerca di qualche segno di umidità. Intanto che cercavo Rory, sarebbe stato meglio rimediare un po’ d’acqua, in caso non ci fossimo trovate entro sera.
Il clima non era troppo caldo, oserei dire che si stava quasi bene, però era meglio non abbassare la guardia. Dopotutto, il gioco era appena iniziato.
Dopo qualche ora, riuscii a scorgere delle tracce di muschio sulle piccole rocce che spuntavano qua e là nel bosco. Il terreno iniziava a farsi più verde e fangoso e, pochi istanti dopo, udii l’inconfondibile rumore dell’acqua corrente.
Facendo attenzione a non incappare in brutti incontri, seguii quel suono melodioso che significava salvezza certa e, dopo pochi minuti, giunsi nei pressi di un minuscolo ma limpido ruscello, largo circa cinquanta centimetri.
Era piuttosto basso, l’acqua non mi sarebbe arrivata nemmeno al ginocchio se avessi immerso una gamba dentro, e si vedeva con chiarezza il fondo ricoperto di sassi.
“Caspita!” pensai “Non sembra neanche naturale!”
Un improvviso campanello di allarme risuonò nella mia testa: possibile che fosse così facile trovare un po’ d’acqua? Dopo appena cinque ore dall’inizio dei giochi? Un’acqua così pulita e invitante?
No, doveva esserci qualcosa sotto.
Infatti, non mi ci volle molto ad individuare un movimento sospetto che mi fece indietreggiare di un passo.
Ben nascosta contro la parete del ruscello su cui mi trovavo, una piccola biscia biancastra, lunga non più di un metro, attendeva pazientemente che qualche sventurato immergesse la mano in acqua.
La riconobbi all’istante: era una specie geneticamente modificata di Vipera Acquatica, un rettile velenosissimo che si nascondeva sul fondo dei torrenti, guizzando sulle ignare prede che le passavano vicino, avvelenandole e uccidendole in meno di qualche secondo.
- Ma guarda- mormorai con un ghigno – Pensavano davvero che fossi così idiota? Non hanno fatto i conti con le conoscenze del Distretto Quattro riguardo la fauna acquatica…
Presi da terra un lungo bastone ricurvo, poi legai la borraccia blu allo spago che tenevo arrotolato nello zaino.
Con nonchalance, infilai il bastone nello stagno, proprio vicino alla testa della vipera.
Subito, il rettile scattò in avanti, mordendo l’estremità del pezzo di legno e restando attaccato in attesa della morte della preda.
Sapevo che non si sarebbe staccata fino a quando l’avversario non fosse morto, così continuai a muovere il bastone con movimenti circolari del polso, mentre con l’altra mano immergevo la borraccia nel torrente, tenendola per lo spago.
Non appena la borraccia fu piena, la tirai su velocemente, mollando di scatto la presa sul bastone.
La vipera lo esaminò per qualche secondo, poi, capendo che non si trattava di qualcosa di commestibile, se ne tornò placida al proprio nascondiglio, in attesa di nuove vittime da assassinare.
Purificai l’acqua nella borraccia con una dose generosa di tintura di iodio e, con un salto, superai il torrente, raggiungendo la zona Nord-Ovest del bosco.
Rory non doveva essere lontana.
Improvvisamente, udii un urlo agghiacciante alle mie spalle, che mi fece voltare immediatamente.
Vidi il ragazzo che avevo steso qualche ora prima, che si contorceva stringendosi il polso in prossimità del ruscello.
Non mi fu difficile immaginare che il tranello della vipera avesse funzionato bene con lui.
Ebbe uno spasmo, poi un altro, infine, cadde in avanti, immergendo la faccia nell’acqua.
Non si mosse più.
Un colpo di cannone, poi, alcuni istanti dopo, la sagoma di un hovercraft fece la sua comparsa nel cielo, sollevando il corpo del ragazzo caduto e trasportandolo lontano.
Scossi la testa con aria rassegnata: un tipo come quello era già segnato in partenza.
Misi la borraccia nello zaino e mi avviai spedita verso il cuore della boscaglia, rabbrividendo ogni volta che sentivo un colpo di cannone.
Non feci alcun tipo di incontro interessante, probabilmente gli Strateghi erano impegnati a mostrare un interessante duello da qualche parte nell’Arena e, quando scese la sera, decisi di trovare un buon nascondiglio per passare la notte.
Iniziavo a sentirmi abbastanza nervosa: sebbene avessi un buon equipaggiamento, non potevo fare a meno di pensare che quella situazione tranquilla non sarebbe durata abbastanza a lungo.
Non avevo ancora trovato Rory e, da quando il ragazzo babbeo era stato portato via dall’hovercraft, il colpo di cannone aveva tuonato altre tre volte.
Eravamo rimasti in quattordici. E mi faceva impazzire il dubbio che Rory potesse non rientrare nella categoria dei sopravvissuti.
Diedi una rapida occhiata ai robusti rami di pino che pendevano sopra la mia testa: potevo arrampicarmi e dormire legata al tronco, era una strategia piuttosto comune e, di certo, la più sicura.
Sistemai la balestra nello zaino ed afferrai uno dei rami più bassi, alzandomi appena sulle punte dei piedi e facendo forza per tirarmi su.
Tuttavia, un rumore sospetto mi fece bloccare all’istante.
Presi velocemente la balestra e la puntai in direzione del fruscio.
Forse avrei dovuto arrampicarmi sull’albero e nascondermi, ma si sarebbe rivelata una mossa a doppio taglio: se chiunque stesse arrivando mi avesse vista, il mio nascondiglio si sarebbe rivelato una trappola.
Ricordavo bene l’esperienza di Katniss, intrappolata dai Favoriti su un albero e salvatasi per miracolo grazie ad un nido di Aghi Inseguitori. Dubitavo che avrei avuto la stessa fortuna.
E poi, preferivo mille volte morire combattendo, piuttosto che rintanata su un albero come un topolino in trappola, vittima della fame e della sete.
Appoggiai la schiena al tronco dell’albero, tendendo i muscoli al massimo, attenta ad ogni minimo movimento sospetto attraverso il fogliame.
Il fruscio si avvicinava sempre di più.
Mi inginocchiai lentamente, pronta a scoccare la prima freccia.
Poi, qualcuno uscì dai cespugli, facendomi abbassare di colpo l’arma. Due grandi occhi color ghiaccio mi fissarono in un misto di incredulità e sollievo.
- Rory!
Un sorriso si dipinse sulle sue labbra, mentre io lasciavo cadere a terra la balestra e correvo ad abbracciarla: - Piccola mia!
Sentii le sue braccia sottili circondarmi il busto: - Ray… iniziavo a dubitare che ti avrei ritrovata…
Non le lasciai nemmeno finire la frase e la baciai sulle labbra, con le lacrime che scendevano lungo le mie guance: - Piccola… piccola mia… avevo così paura di averti persa… ogni volta che sentivo un colpo di cannone tremavo…
Rory alzò le spalle, arrossendo un po’: - Per fortuna che sono così piccola, altrimenti non riuscirei a nascondermi bene… è stato tanto difficile per te arrivare fin qui?
- A dir la verità no- risposi, cercando di riprendere il controllo – Avevi paura, tesoro?
Rory scosse la testa con un sorriso: - No. Sapevo che non mi avrebbero presa tanto facilmente e sapevo che non erano per te quei colpi di cannone…
- E come facevi a saperlo?- domandai, con le dita che formicolavano un po’ per l’emozione.
Rory appoggiò la testa sulla mia spalla, chiudendo gli occhi: - Perché non avvertivo una stretta al cuore.
La strinsi forte a me, baciandola sulla fronte, poi gettai un’occhiata all’albero alle nostre spalle: - Sarà meglio sistemarsi lassù per la notte. Non mi fido a restare a terra quando fa buio.
Salimmo velocemente fino ai rami più alti, poi, dopo aver trovato una biforcazione abbastanza grande da contenerci entrambe, usai la corda che avevo nello zaino per ancorarci bene al tronco e avvolsi attorno a noi il telo isolante.
Rory si appoggiò a me, sospirando: - E così, il primo giorno è andato… e siamo entrambe ancora vive…
- Sì- mormorai, accarezzandole la lunga treccia.
Gli occhi di Rory scrutarono attentamente il cielo: - Tra un po’ vedremo i caduti… se non sbaglio, ne sono morti dodici oggi, vero?
Annuii silenziosamente, notando che era diventata seria all’improvviso: - Cosa c’è, piccola?
Rory mi fissò con uno sguardo preoccupato: - Ma tu… quanti ne hai uccisi?
Restai un attimo in silenzio, poi sorrisi: - Nessuno. Almeno, non direttamente.
La udii sospirare di sollievo.
Diedi una rapida occhiata al suo zaino blu scuro: - Che cos’hai là dentro?
Lei lo aprì, mostrandomi il contenuto: - Non molto. Corda, un paio di bottigliette, tintura di iodio, un panino ed una torcia. Oh, e un coltellino svizzero nella tasca anteriore.
- Beh, non è male- osservai, mostrando il contenuto del mio – Vedo che hai già trovato l’acqua.
- Sì, anche tu, vedo- mi sorrise – Io l’ho presa da uno stagno.
- Io da un ruscello- risposi, trattenendo una risatina – Avevano messo una Vipera Acquatica nascosta sotto il bordo, credendo di fregarmi. Ho usato il vecchio trucco del bastone per raggirarla. Il ragazzo che è arrivato dopo di me, invece, c’è cascato in pieno.
- Dev’essere stato orribile- commentò lei, stringendosi di più contro di me.
- Sì, un po’.
In quel momento, l’inno di Panem risuonò per l’Arena e, subito dopo, il sigillo di Capitol City brillò nel cielo.
- Stanno per fare il riepilogo dei morti- rabbrividì Rory.
La strinsi forte a me, guardando con attenzione i volti che comparivano nel cielo notturno.
Il primo fu il ragazzo del Distretto Tre, quello che avevo colpito in faccia con la mazza durante il Bagno di Sangue. La seconda fu la ragazza del Sette. Dall’Otto all’Undici fu un’ecatombe: tutti e due i tributi erano già stati eliminati. Ma la cosa non mi sorprese: quell’anno, il divario tra Favoriti e non si era accentuato maggiormente. Il ragazzo morso dalla vipera veniva dal Distretto Nove. Infine, comparvero i volti del Tributo femmina del Dodici e di quello Maschile del Tredici.
Il sigillo di Capitol sparì, accompagnato da un breve sottofondo musicale.
Rory sospirò tristemente: - Dovevamo aspettarcelo. Sono rimasti quasi tutti i più pericolosi.
- Già- risposi, mordendomi il labbro.
Tutti noi Favoriti eravamo rimasti in vita, insieme allo strano ragazzo del Sette, ossia quello che se ne andava in giro con una maschera di pelle sul volto, e a Lei.
Lei, l’incredibile ragazza del Cinque, dalla bellezza sovraumana e dalle tecniche letali.
Lei, che era riuscita a distruggere un manichino di alta tecnologia in pochi secondi e a mani nude.
Lei, che continuava ad ossessionarmi, a torturarmi come un pungente chiodo ficcato nel cervello.
- Rhyan?
La vocina di Rory mi riportò lentamente alla realtà: - Tutto bene?
- Ehm… sì- mi affrettai a rispondere - credo che sia meglio dormire. Domani non sarà di certo una giornata facile.
Rory annuì, accoccolandosi contro di me e, con il viso premuto contro i suoi capelli, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare nel mondo dei sogni.
Ma il sonno fu solo un breve distacco dai pensieri che mi assillavano la mente con insistenza.
 
***
Angolo dell’Autrice: Finalmente sono iniziati gli Hunger Games!
Forse non è ancora successo nulla di eclatante, ma nei prossimi capitoli ci sarà certamente più movimento.
I Favoriti partiranno alla ricerca dei tributi più deboli e ci saranno degli incontri parecchio interessanti per le nostre ragazze.
Non è da escludere che qualche personaggio originale dei libri, anche il più inaspettato, faccia la sua comparsa.
Anche Katniss avrà un ruolo più consistente e per lei il compito di non interagire nei giochi si rivelerà parecchio difficile.
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto, se vi va, fatemi sapere che cosa ne pensate.
Un bacio :)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Ci troviamo un paio di alleati ***


Fui svegliata all’improvviso da un colpo di cannone.
Mi guardai attorno, cercando di individuare dei possibili pericoli, ma tutto pareva calmo.
Rory fece scorrere qua e là lo sguardo spaesata, la sua mano serrata attorno a un lembo della mia giacca: - Già un colpo di cannone?
Mi morsi un labbro, appoggiando il mento sulla sua testa: - La giornata inizia con un omicidio. Di sicuro non sarà la prima volta che succede… e non sarà neanche l’ultima. Mi domando chi possa essere la vittima…
Rory rabbrividì, stringendosi più forte a me: - Un’altra famiglia che piangerà la perdita di un figlio.
Annuii, cercando di non farmi prendere dall’angoscia, e slegai le corde che ci tenevano ancorate all’albero: - Direi che è ora di scendere, passerotto mio… prima che agli Strateghi venga una brillante idea per prendere a badilate la nostra quiete.
Scesi per prima, controllando che non ci fossero pericoli, poi, permisi a Rory di raggiungermi.
- Bene- mormorai – E adesso, dove andiamo?
Rory ci pensò su, poi, indicò un punto alla nostra destra: - Laggiù c’è un fiume, a circa un centinaio di metri da qui. Penso che dovremmo tenerci vicino ai corsi d’acqua per avere un certo vantaggio. Dubito che qualcuno sappia nuotare bene come noi…
- Giusto- sorrisi, circondandole le spalle con il braccio – Se vediamo le brutte, potremmo sempre tagliare la corda a nuoto.
Camminammo cautamente attraverso la vegetazione che diventava, man mano, sempre più fitta.
La mia balestra era carica e pronta a scattare.
Dopo un po’ di tempo, iniziammo a sentire il rumore familiare dell’acqua corrente, così accelerammo il passo, facendo attenzione a non scivolare sul terreno che si faceva sempre più fangoso.
- Hai capito, più o meno, com’è strutturata l’Arena?- domandai sovrappensiero a Rory – Cioè, pensi che sia una semplice foresta oppure c’è qualcosa sotto?
Rory si strinse nelle spalle: - Ancora non ne ho idea. Ma penso che ci sia qualcosa sotto. E’ strano che ci abbiano sistemati in una comunissima foresta, insomma, risulterebbe ripetitivo, no? Hanno già usato una foresta durante i Settantaquattresimi Hunger Games. Penso che avranno aggiunto qualcosa in più alla nostra Arena…
- Lo credo anch’io- sussurrai, non senza sentirmi orgogliosa della mia Rory: si era già abituata a pensare come un Tributo, non mi sembrava nemmeno più così fragile e insicura. Il suo sguardo sembrava più determinato che mai.
La vegetazione si interrompeva bruscamente, lasciando spazio ad una piccola spiaggia di sassi divisa in due da un fiume largo circa una decina di metri.
Non sembrava molto profondo, eppure, le acque limpide e scintillanti correvano ad una velocità abbastanza pericolosa per chiunque fosse stato tanto sprovveduto da avventurarvisi senza una adeguata preparazione.
Avanzai lentamente, tenendo la balestra ben puntata, attenta al minimo rumore.
Uscii allo scoperto senza smettere di guardarmi attorno. Non sembrava ci fosse anima viva, eppure, avevo come la sensazione di essere osservata. E non solo dalle telecamere di Capitol…
Udii un sibilo acuto proveniente da destra e feci appena in tempo a scansarmi che qualcosa di metallico e affilato mi sfrecciò sopra la testa.
- Rory, stà giù!- gridai, evitando per miracolo il secondo shuriken, che mi sfiorò la guancia destra.
Sentii un urlo selvaggio e, un istante dopo, qualcuno sbucò da dietro uno dei grandi massi che si trovavano sparsi per la spiaggetta.
Una ragazzina piuttosto minuta corse verso di me con il volto acceso da un furore bellico.
Mi lanciò contro un terzo shuriken, che deviai centrandolo con una freccia e, non appena la tipa selvaggia mi fu abbastanza vicina, aspettai che mi balzasse addosso, per poi afferrarla al volo per il collo e sbatterla a terra.
Quella emise un gemito, ma sembrava più un singulto furioso che un espressione di dolore.
La immobilizzai a terra, sfilandole dalla cintura uno dei suoi amati shuriken, e glielo puntai alla gola: - Presa, stronza!
Quella mi guardò con uno sguardo carico d’odio e solo allora la riconobbi: capelli lunghi e neri raccolti in una treccia, occhi scurissimi e iniettati di sangue, carnagione olivastra. Era la tipa del Distretto Sei.
Digrignò i denti in modo quasi animalesco, sfidandomi con voce carica di disprezzo: - Forza, finiscimi, Spilungona!
- Rhyan, no!
Rory mi posò una mano sulla spalla, fissandomi con aria supplicante: - Non vorrai davvero ucciderla?
Strinsi le labbra, mordendole: - Rory… lei avrebbe ucciso noi… e ci riproverà se la lascio andare…
- Infatti!- affermò con orgoglio la ragazzina – Finiscimi, è meglio!
Improvvisamente, qualcuno sbucò dagli alberi, urlando: - No, vi prego! Non fatelo! Non fatelo!
Alzai lo sguardo sconvolta, notando un ragazzino, pressoché identico alla selvaggia che tenevo immobilizzata a terra, che arrivava correndo verso di noi: - Vi supplico, non fate del male a mia sorella!
Rory indietreggiò di un passo, mentre la ragazzina rabbiosa sibilò rivolta al fratello: - Sparisci, idiota, non sono affari che ti riguardano!
Quello arrivò a pochi passi da me, con le mani alzate in segno di resa: - Vi propongo una tregua! Potrete usufruire del fiume come noi, ma vi scongiuro, lasciate andare mia sorella!
Rory lo guardò a lungo, poi si rivolse cautamente a me: - E se accettassimo la sua proposta?
Scossi la testa: - Chi ci assicura che non ci sta ingannando? Magari, se la lascio, dopo saranno in due ad attaccarci…
- Avete la mia parola, non sto mentendo!- giurò lui, inginocchiandosi a terra- Per favore, non le fate del male!
- Rhyan…
Gettai un rapido sguardo alla mia avversaria, poi a Rory che mi guardava titubante e, infine, al ragazzino che si stava praticamente prostrando sui sassi.
Forse non mentiva.
Sospirai e, dopo aver sfilato la cintura con gli shuriken alla ragazza, mi alzai cautamente, allentando gradualmente la presa.
La ragazzina ringhiò, alzandosi in piedi di scatto, assestando un bel ceffone al fratello che le si era appena avvicinato: - Idiota! Noi non supplichiamo né chiediamo pietà! Cosa ti è saltato in mente?
Lui abbassò lo sguardo, premendosi una mano sulla guancia: -Scusa, Meyer, ma non avrei potuto sopportare che ti uccidessero… non sarei riuscito a salvarti combattendo, erano in due e una è il doppio di me…
- Così adesso ci tocca allearci con queste due idiote e dividere il posto!
Mi intromisi leggermente incerta: - Scusate, ma non è necessario dividere il fiume. Possiamo disputarcelo in combattimento o, se non ci attaccherete, io e Rory possiamo trovare un’altra sistemazione…
La ragazza, che avevo capito chiamarsi Meyer, mi fulminò con lo sguardo: - Fosse per me, vi ucciderei all’istante, così non dovrei dividere il fiume con nessuno. Sfortunatamente, la mia famiglia è una delle più antiche del Distretto Sei e, per questo motivo, abbiamo una regola fondamentale che distingue la nostra famiglia dalle altre. Tu sei una Seabell, dovresti sapere queste cose, dato che anche voi avete un motto…
- Lealtà alla Famiglia- annuii, restando sempre in posizione di guardia davanti a Rory.
- Quello che è- sbuffò la tipa, spolverandosi la giacca con delle manate vigorose – La nostra famiglia è quella dei Wishart, abbiamo costruito la maggior parte delle ferrovie di Panem. Immagino avrai sentito parlare di noi e del nostro motto…
Ci pensai un attimo su, ma Rory mi precedette: - Onore ai patti?
- Già.
Meyer grugnì, con un’espressione di disgusto: - Per un’assurda ragione, chiunque non mantenga fede ad un patto è considerato fonte di disonore per la famiglia. Quindi, per colpa di questo idiota- diede uno scappellotto al fratello – sono costretta a tener fede al patto. Fino a quando non avrò modo di ricambiare il debito con voi, siamo obbligati ad esservi alleati.
Gettai un rapido sguardo a Rory, che sembrava parecchio perplessa, poi mi rivolsi cautamente a Meyer: - Dobbiamo proprio… allearci?
La ragazza sputò per terra in modo mooolto signorile: - Non necessariamente. Ma finché starete qui al fiume, non potrò uccidervi né intralciarvi. Ora che lo sai, posso riavere i miei shuriken?
Diedi una rapida occhiata alla cintura che tenevo in mano, poi, dopo aver ricevuto un cenno di assenso da parte di Rory, gliela riconsegnai.
Meyer se la legò di nuovo in vita e, dopo averci gettato uno sguardo di disprezzo, si allontanò verso il bosco: - Vado a cercare qualcosa da mangiare.
Il fratello annuì, poi, quando si fu allontanata, rivolse a me e Rory un bel sorriso: - Vi ringrazio davvero per averla risparmiata. Io sarei perso senza di lei.
Alzai un sopracciglio con aria dubbiosa: - A me non sembra che lei ricambi il sentimento di affetto fraterno…
- Lo so- rispose lui, stringendosi nelle spalle – Ma io le voglio bene lo stesso.
Si scompigliò i capelli scuri con aria timida, poi, si ricordò improvvisamente di non essersi presentato: - Oh, a proposito, io mi chiamo Mizar.
- Rhyan- risposi, stringendogli la mano – E lei è Rory.
- Piacere.
Nonostante la somiglianza fisica impressionante, Mizar aveva delle caratteristiche che lo differenziavano dalla sorella in maniera abbastanza influente: i suoi occhi, ad esempio, erano limpidi e color verde scuro, invece che neri e iniettati di sangue; non aveva i canini sporgenti, anzi, i suoi denti erano drittissimi e regolari e, tanto per concludere, lui dimostrava esattamente quattordici anni, mentre l’altra sembrava ben più grande.
Vorrei aggiungere dicendo che lui sembrava un essere umano mentre la sorella sembrava più una strana bestia rabbiosa, ma penso che quello fosse sottinteso.
Io e Rory poggiammo gli zaini vicino ad uno dei massi e, mentre lei si lavava il viso, io restai seduta a fare la guardia alle nostre cose.
Va bene, eravamo alleati, ma non fidarsi troppo era meglio.
Mizar mi chiese se poteva sistemare il suo equipaggiamento accanto al nostro ed io acconsentii, osservandolo con attenzione mentre andava a controllare l’esca che aveva sistemato in riva al fiume.
Non doveva essere andato molto vicino alla Cornucopia, dato che tutti i suoi beni consistevano in un unico zainetto contenente un panino, una corda e una torcia. La sua unica arma era un pugnale dalla lama lunga e sottile, che probabilmente gli aveva procurato la sorella durante il Bagno di Sangue.
- E’ tutto qui quello che avete?- domandai, facendolo sobbalzare per la sorpresa.
- Sì- balbettò, con un sorriso – Meyer ha preso solo le armi. Io le avevo detto di prendere anche una sacca dalla Cornucopia, ma lei non mi ha dato retta.
- Scusami ma mi sembra un pochino stupida, da questo punto di vista- azzardò Rory, legandosi la giacca in vita – Insomma, non discuto siano importanti le armi, però non si può mica mangiare gli shuriken…
Mizar alzò le spalle: - Ma no, non è stupida. E’ solo un tantino impulsiva. Le brucia un po’ il fatto di non essere una Favorita. Sai, avrebbe voluto tanto unirsi a loro, ma non l’hanno accettata perché ha quattordici anni e, secondo loro, è troppo magra. Ora che ci penso- mi squadrò rapidamente – Voi due venite dal Distretto Quattro, giusto? Siete delle Favorite anche voi! Perché non avete fatto gruppo insieme a quelli dell’Uno e del Due?
Rory trattenne una risatina ed io risposi accarezzando la punta di una delle mie frecce: - Semplicemente perché non siamo delle guerrafondaie senza cervello. Lo so che non tutti i tributi Favoriti sono così, ma gli elementi di quest’anno mi hanno fatto una pessima impressione. Insomma, lo Scimmione Inferocito, la Nana Malefica, il Lampione con le gambe e Occhi di Triglia non sono il mio tipo di compagni ideali.
Mizar non trattenne una risata e riposizionò l’esca vuota nel fiume: - In effetti, nemmeno a me piacevano molto…
Rory lo raggiunse, sistemando meglio il nodo: - Così dovrebbe funzionare meglio.
- Oh- sorrise lui – Grazie.
- Figurati.
Rory mi lanciò un sorriso, poi si rivolse al nuovo compagno: - Per caso sai chi è morto stamattina?
Mizar annuì: - Il ragazzo del Dodici. L’hanno ucciso i Favoriti dell’Uno.
- La Nane e lo Scimmione…- mormorai assorta.
Mizar annuì nuovamente, poi, diede un’occhiata alla fitta vegetazione alle nostre spalle: - Spero che mia sorella non stia via molto…
Con sommo sollievo del fratello, la Rabbiosa tornò pochi minuti dopo, pestando i piedi e sbuffando come una locomotiva.
Mizar si illuminò, accogliendola con un ampio sorriso: - Allora, sorellina? Come è andata la caccia?
Lei gli rispose con un grugnito, gettando un mazzo di foglie e radici commestibili dentro il loro zaino: - Erbe. Solo stupide e insignificanti erbe! Manco un maledetto animale! Spero che a quell’altra sia andata meglio…
- Quell’altra?- domandai stupita – Ce n’è un’altra nel gruppo?
Meyer emise un ringhio cupo e andò a lavarsi le mani nel torrente, mentre Mizar rispose tranquillamente: - Abbiamo trovato un’alleata ieri sera. Si chiama Prine e viene dal Distretto Tredici. Il suo compagno è stato ucciso dai Favoriti durante il Bagno di Sangue e lei ha accettato di unirsi a noi in cambio di spartire il suo bottino. Lei è bravissima a cacciare, in un solo pomeriggio si è procurata due fagiani e una lepre usando solo delle trappole ed una cerbottana. Pensati che è partita dalla Cornucopia con un pezzo di corda ed uno spago. E’ riuscita a rubare la cerbottana dal corpo della ragazza del Sette, morta a causa di un fungo velenoso, poco prima che l’hovercraft la portasse via.
- E quand’è che questa Prine tornerà da noi?- domandò Rory, spazzolandosi i pantaloncini con le mani. Mizar fece un rapido conto mentale: - Dovrebbe tornare più o meno nel pomeriggio. Lo spero, perché mi sta venendo davvero fame!
- L’ingrata si è portata dietro la selvaggina che aveva cacciato ieri sera- grugnì Meyer, asciugandosi la faccia con un gesto brusco – Pensava che saremmo scappati con la carne mentre era via… ridicola malfidente!
- Beh, io non la definirei ridicola – risposi con molta flemma – Dato il tuo modo di fare rassicurante, sarebbe già stato un miracolo se vi avesse lasciato qui un paio di scarpe…
Meyer si voltò di scatto verso di me, con un’espressione furente sul volto: - Bada a come parli, Spilungona! Ricordati che, anche se non posso ucciderti, ho pur sempre la possibilità di spaccarti quelle gambe da fenicottero!
Trattenni una risata, commentando svogliatamente: - Devi solo provarci…
- Mi stai sfidando?
Meyer fece un passo verso di me, ma venne bloccata prontamente dal fratello: - Mey, calmati!
Quella emise un grugnito rabbioso, poi, si voltò e si incamminò a testa alta verso il bosco: - Vado a fare un altro giro.
- Meglio.
Rory mi lanciò un’occhiataccia, ma le risposi con una linguaccia.
Una cosa era certa: Mizar sembrava un bravo ragazzo e la tipa che ci aveva nominato, Prine, pareva un’ottima alleata, anche se non l’avevamo ancora vista. Tuttavia, non riuscivo proprio a fidarmi di Meyer. Era troppo rabbiosa, isterica, impulsiva. Saltava su per un nonnulla. Di sicuro, un’alleata del genere poteva rivelarsi più uno svantaggio che altro.
- Vi va di aiutarmi a sistemare un mini-accampamento?- domandò Mizar, scuotendomi dai miei pensieri.
Rory annuì subito con un sorriso, mentre io mi limitai ad alzarmi dal masso e borbottare: - Mh, sì, va bene…
Pensai che sarebbe stato stupido usare subito la tenda da campeggio, anche perché non avremmo potuto restare a lungo in quel posto, gli Strateghi non ce l’avrebbero mai permesso.
Ci limitammo a creare un pavimento di foglie, al centro del quale sistemammo un mucchio di pietre nere dalla forma circolare. Non le avevo mai viste prima, ma Mizar spiegò che, con quelle pietre, Prine poteva arrostire la carne senza il bisogno di creare un fuoco.
- Basta lasciarle tutto il giorno alla luce del sole- disse sorridendo – E alla sera saranno così roventi che scalderanno meglio di qualunque focolare.
Annuii, restando piuttosto sorpresa quando lo vidi sedersi accanto al masso con un sospiro.
- Scusate, ragazze- mormorò, asciugandosi la fronte – E’ che non abbiamo tintura di iodio e quindi non possiamo bere l’acqua del fiume… chissà quali porcherie ci hanno infilato dentro gli Strateghi… datemi un secondo di pausa.
Diedi un’occhiata al sole che brillava sopra di noi. In effetti, iniziava a fare piuttosto caldo, tanto che mi ero tolta la giacca da un bel po’.
Rory corse subito agli zaini, tirando fuori una delle sue bottigliette e mettendola in mano a Mizar: - Potevi dirlo subito che non avevate da bere! Prendi questa.
- Oh, ma figurati- sorrise lui, scuotendo la testa – E’ la vostra acqua, non mi sembrerebbe giusto…
- Bevi- gli intimò dolcemente Rory – Qui di acqua e di tintura ne abbiamo a sufficienza. Io ho un’altra bottiglietta piena in zaino e Rhyan ha una borraccia enorme.
- Grazie Rory, ma…
- Te la regalo. Siamo alleati, è giusto così. Ora bevi.
Mizar le rivolse uno dei suoi bei sorrisi e mormorò: - Grazie.
Lei gli diede una leggera pacca sulla spalla e tornò a sistemare il mini-accampamento.
Mi lasciai sfuggire un sorriso. Rory non si smentiva mai.
La Rabbiosa si fece rivedere solo all’ora di pranzo, quando io e Rory stavamo dividendo il nostro cibo in modo da poterlo offrire anche ai nuovi alleati.
Ci lanciò uno sguardo di sufficienza, storcendo il naso non appena vide il mini-accampamento.
- Oh, Meyer!- sorrise Mizar, andandole incontro – Finalmente sei qui, stavamo per metterci a mangiare! Hai trovato qualcosa?
- Nulla!- sbottò lei, gettando uno shiriken a terra – Quei maledetti animali scappano subito non appena mi vedono arrivare! Si allontanano, così non posso colpirli con gli shuriken. Maledetti!
- Beh- mormorai tra me – Ci mancherebbe solo che gli animali ti corressero incontro gridando: “Uccidimi!”
Rory mi sentì e trattenne a stento una risata.
Meyer diede un’occhiataccia al nostro pranzo e sbuffò: - Gallette, carne essiccata e erbe? Oh, certo, l’ideale per sopravvivere!
- Per ora è tutto quello che abbiamo- tentò di calmarla Mizar – Vedrai che stasera mangeremo di più.
- Sempre che quella vipera ritorni!- sibilò lei, guardandoci per storto – Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche essere già lontana.
- Prine tornerà di sicuro- affermò convinto Mizar, abbassando lo sguardo e arrossendo un po’ – Lo farà, ne sono certo…
- Lo spero per lei…
- Vuoi un po’ d’acqua, sorellina?
Meyer guardò con sospetto la bottiglietta che le stava porgendo il fratello: - Dove l’hai presa?
- Me l’ha data Rory.
Meyer ci fulminò con lo sguardo e, dalla sua espressione, sembrava che avrebbe gettato volentieri la bottiglietta nel fiume. Ma, a quanto pare, la sete ebbe il sopravvento.
In meno di cinque secondi, svuotò la bottiglietta, tirando un poderoso rutto non appena terminò.
La riconsegnò poi nelle mani del fratello, andando a sedersi su uno dei massi: - Sono stanca, ho girato per il bosco anche troppo, stamattina. Non mi disturbate per le prossime ore.
- Tranquilla, dolcezza- risposi con voce melliflua – Ce la caveremo benissimo anche da soli.
Lei mi fulminò con lo sguardo ma, per una qualche misteriosa ragione, preferì non replicare.
- E’ strano, però- commentò Mizar, senza farsi sentire – Di solito Meyer ha una buona mira… non capisco come sia possibile che non abbia preso neanche un animale.
- Forse è un po’ troppo rumorosa- suggerii, dando un morso a metà della mia mela – Insomma, cammina pestando i piedi e grugnisce ogni tre secondi…
Mizar sorrise, scuotendo la testa: - Ieri, quando è andata a caccia, ha preso senza problemi uno strano piccolo rettile nella foresta. Mi sembra strano che, tutt’un tratto, non riesca più a prendere nulla…
- Magari non è la giornata giusta- commentò Rory – Magari gli Strateghi hanno pensato ad un’altra diavoleria per impedirle di prendere qualcosa…
- Forse- rispose lui, ma era evidente che non pareva molto convinto. Si alzò, con aria quasi nervosa, ma cercò di mantenere il suo solito atteggiamento sorridente – Vado a controllare le mie trappole, chissà che non abbia finalmente preso qualcosa!
Annuii, quando un colpo di cannone ci fece sobbalzare.
Mizar si guardò intorno, visibilmente agitato. La sua faccia sembrava quasi la mia quando stavo in pensiero per Rory.
- Datti una calmata- gli intimò Meyer – Non mi sembra il caso di spaventarsi ogni volta che muore qualcuno.
Lui annuì, cercando di mostrarsi allegro, ma restò piuttosto silenzioso e rabbuiato fino al tardo pomeriggio.
 
Saranno state circa le cinque o le sei del pomeriggio, perché il sole iniziava a calare.
Rory stava spiegando pazientemente a Mizar come sistemare una trappola corretta, mentre Meyer era andata a farsi un altro giro nel bosco.
Stavo passeggiando su e giù lungo la riva del fiume, con la balestra carica ed uno strano senso di inquietudine.
Era tutto troppo tranquillo, tutto troppo facile. Non avevamo avuto alcun tipo di problema quel giorno, a parte il caldo, e la cosa mi allarmava non poco.
Improvvisamente, un flebile fruscio attirò la mia attenzione.
Mi voltai di scatto verso il bosco, tendendo la balestra e attendendo il minimo movimento.
Qualunque cosa avesse provocato quel rumore non aveva di certo nulla a che fare con la Rabbiosa.
Era troppo flebile e quasi impercettibile.
Qualcosa si mosse tra i cespugli e, mentre aspettavo a vedere cosa fosse per prendere la mira, uscì allo scoperto una ragazzina dall’aria familiare.
Ci guardammo stupite a lungo.
Aveva i capelli mossi color castano dorato, lasciati quasi tutti sciolti, fatta eccezione per una treccia che partiva da sopra l’orecchio sinistro, annodata verso la fine da un pezzo di stoffa rosso.
Dimostrava all’incirca dodici o tredici anni ed aveva un fisico simile a quello di Rory, anche se più atletico e con le curve più accentuate.
Aveva le labbra piene e gli occhi color verde chiaro, ed indossava una canottiera bianca che le lasciava scoperta la pancia piatta, un paio di pantaloncini color verde militare e degli stivaletti neri leggermente macchiati di fango. In vita aveva legato un cinturone di cuoio, a cui era appesa una cerbottana di legno ben lavorato e, appeso in spalla, portava un bel carico di selvaggina appena cacciata.
Prima che potessi aprire bocca, Mizar si illuminò, esibendosi in uno dei suoi migliori sorrisi: - Prine!
Lei gli sorrise leggermente, senza perdermi di vista: - Ciao, Miz.
- Oh, sono così felice che tu sia qui! Ero così preoccupato!
- Non ne avevi ragione- replicò calma lei, indicando me e Rory con un cenno – Loro chi sono?
Mizar si voltò, annunciando con aria quasi eccitata: - Loro sono le nostre nuove alleate, Rory e Rhyan!
- Sono quelle del Quattro, giusto?
La ragazzina mi tese la mano destra: - In questo caso, piacere, Prine Thorn, Distretto Tredici.
- Ehm, il piacere è mio- mormorai, mettendo la sicura alla balestra.
Prine si voltò di nuovo verso Mizar, parlandogli con voce vellutata: - Hai preparato le pietre per cuocere la carne?
- Oh, sì!- rispose lui zelante – Guarda, sono lì! E abbiamo anche costruito un mini-accampamento! Vuoi iniziare a cucinare qualcosa?
Lei si lasciò sfuggire un sorriso, guardandosi intorno: - Tua sorella?
- Oh, tornerà presto- rispose lui – Ma possiamo iniziare già adesso.
Lei annuì, gettando una smorfia di disgusto verso la foresta. Chissà perché, mi dava l’impressione di sopportare Meyer tanto quanto me…
Posò la selvaggina sul nostro tappeto di foglie e Rory spalancò gli occhi: - Caspita!
Anche io rimasi sorpresa: oltre agli animali del giorno prima, Prine aveva procurato una lepre, un altro paio di grossi uccelli ed uno strano roditore dai denti affilati.
La cena era quasi pronta quando la Rabbiosa tornò.
Era di nuovo a mani vuote, anche se si era procurata, chissà come, un bel livido sulla fronte.
- Mey, sei tornata! Stavamo giusto per metterci a mangiare!- annunciò Mizar allegramente.
Meyer lo degnò appena di uno sguardo e gettò un’occhiata di sufficienza a Prine: - E così non sei scappata…
- Non ne avevo motivo- replicò Prine tranquillamente.
Meyer diede un’alzata di spalle e, prendendo un pezzo di fagiano, si mise a mangiare seduta da una parte.
La cosa sembrò non dispiacere a nessuno, nemmeno a Mizar, che in quel momento era troppo impegnato a tenere per mano Prine.
Circondai le spalle di Rory con un braccio, alzando lo sguardo verso il cielo.
Un'altra giornata nell’Arena era passata, eravamo vive ed eravamo insieme.
Mi chiesi per quanto tempo sarebbe durato.
Furono due i volti dei tributi ad illuminare il cielo dell’Arena quella notte.
Il primo era quello della ragazza del Tre, svelando quindi colei per la quale era risuonato il colpo di cannone nel pomeriggio, il secondo fu quello del ragazzo del Dodici, ucciso la mattina dai Favoriti.
Restavamo in dodici. Nessun Favorito era ancora stato ucciso, ed erano ancora a piede libro il tipo strano del Sette e la ragazza del Cinque, insieme al suo compagno.
Già, Megan!
La giornata era passata così tranquillamente che mi ero completamente dimenticata di lei.
Mi domandai se, magari, si fosse unita ai Favoriti, ma scartai subito questa opzione. Non era possibile, lei non mi sembrava proprio il tipo da fare una cosa del genere e, di sicuro, in caso contrario sarebbe stata costretta a lasciare il suo giovane compagno. Sarebbe stata un po’ incoerente, dato il modo in cui l’aveva protetto alla Cornucopia.
Però non era impossibile che fosse stata proprio lei ad uccidere la ragazza del Tre.
Insomma, dopotutto, oltre ai Favoriti era lei quella più pericolosa. E, magari, gli stessi Favoriti avevano paura di lei.
Meyer, che non aveva fiatato per quasi tutta la sera, stabilì che fossero Mizar e Prine a montare il primo turno di guardia, e, dopo di loro, sarebbe toccato a me e Rory.
Mi sembrava stupido dormire all’aperto, ma non avevo voglia di protestare, anche perché Rory pareva veramente stanca.
Mi sistemai sul tappeto di foglie accanto a lei, volgendo le spalle al masso più vicino, ed iniziai a riflettere su quello che avremmo potuto fare il giorno seguente.
Mizar e Prine parlottavano tra loro a voce bassa. Lei sedeva con le ginocchia strette al petto, lui le stava di fianco, leggermente proteso verso di lei.
Sembravano abbastanza intimi.
Non avevo sonno, così fui praticamente costretta ad avere sotto gli occhi una sequenza di scenette romantiche leggermente sdolcinata.
Mizar sussurrava spesso qualcosa all’orecchio di Prine, che reagiva ridacchiando oppure rispondendogli qualcos’altro con dolcezza.
Dopo circa un’ora finalmente, il sonno ebbe il sopravvento su di me, dandomi però il tempo di assistere ad un’altra scena amorosa.
Prine si voltò a guardare il compagno, gli prese il viso tra le mani e, dopo essersi avvicinati con i rispettivi volti, si scambiarono un bacio sulle labbra.
Mi lasciai sfuggire un sorriso, domandandomi come fosse saltato in testa a due ragazzini di innamorarsi proprio durante gli ultimi Hunger Games.
Mi addormentai stringendo forte Rory, certa che sarebbero stati Mizar e Prine a svegliarci per darci il cambio per il turno di guardia.
Invece, fui svegliata da un frastuono piuttosto inquietante.
 
***
Angolo dell’Autrice: Finalmente riesco ad aggiornare!
Scusate davvero il ritardo, colpa degli esami universitari.
Comunque, sono entrati in scena degli altri personaggi e la situazione sembrava abbastanza tranquilla. Però, qualcosa, alla fine, ha turbato il sonno di Rhyan.
Cosa sarà?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, in caso contrario vi autorizzo ad imprecarmi contro.
Scusate ancora per il ritardo.
Un bacio
Tinkerbell92

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Per tutta la vita... e oltre ***


Non so esattamente cosa fu a svegliarmi. Forse delle grida.
So solo che quando aprii gli occhi fui pervasa da un senso di agitazione che mi costrinse a balzare in piedi, caricando immediatamente la balestra.
Mizar e Prine puntavano le proprie armi in direzione di due figure che si stagliavano davanti a noi.
Una era bassa e tarchiata, l’altra alta e magra.
Mi ci volle un istante per identificarli: - Maledizione, i babbei Favoriti!
Rory mi afferrò istintivamente il braccio, guardandoli ad occhi spalancati: - No! Come hanno fatto a trovarci? Fino a stamattina si trovavano quasi dalla parte opposta dell’Arena!
- Evidentemente l’Arena stessa deve avere un meccanismo nascosto- rispose Prine, senza perdere di vista i suoi avversari – Oppure qualcuno ha fatto la spia…
Jewel, la tappetta dell’Uno, sghignazzò sguaiatamente: - Oh, pensavate forse di nascondervi qui in eterno? Che cosa carina!
Il suo compagno, il ragazzo del Due con gli occhi da triglia, ridacchiò: - Volevano stare qui in eterno!
- L’ho già detto io, idiota!- lo rimbeccò l’altra – Comunque, siamo qui per accontentarvi! Non lascerete vivi questo posto!
- Questo è da vedere!- rispose sfrontata Prine.
Jewel ghignò, mettendo in mostra una bella fila di denti rotti e mancanti.
- Che sorriso smagliante!- commentai con fare strafottente, beccandomi un’occhiataccia velenosa: - Ho un conto in sospeso con te, spilungona! Te la farò pagare cara per quello che mi hai fatto!
- Oh, sto tremando di paura, una sdentata mi minaccia, aiuto!
Jewel ringhiò e sfoderò una coppia di piccole spade dalla lama molto sottile, ma il suo compagno la trattenne: - Ma sei sicura che non ci faranno fuori?
Lei gli lanciò un’occhiata furente: - Duke, razza di babbeo! Cosa vuoi che ci possano fare tre mocciosi ed una sbruffona troppo cresciuta?
- Lei ci ha detto di fare attenzione…
-Lei?- si intromise Prine – Chi sarebbe Lei?
Capii la situazione ancora prima che Mizar domandasse: - Dov’è Mey?
Ancora prima di vedere la serpe dai capelli neri sbucare dagli alberi con aria tronfia: - Sono io “Lei”. Io li ho portati fin qui.
Non so cosa mi trattenne, a quel punto, dal saltarle addosso e ficcarle tutti i suoi fottuti shuriken in bocca e farglieli ingoiare.
Mizar spalancò gli occhi con un’espressione di dolore dipinta sul volto: - N-Non è possibile…
La sua voce, tuttavia, lasciava trasparire una lieve nota di rassegnazione, come se, in un certo senso, non fosse poi così tanto sorpreso.
Le labbra di Rory tremavano: - E’per questo che si allontanava a caccia e tornava a mani vuote…
Prine serrò la mano attorno alla cerbottana, con uno sguardo furente: - Tu, lurida traditrice! Hai avuto il coraggio di vendere tuo fratello ai Favoriti!
- Oh, taci, mocciosetta!- la interruppe con un ghigno Meyer – Io faccio parte dei Favoriti, non sono semplicemente la loro spia…
- Su questo avrei da discutere- sibilò Jewel, senza perdermi di vista.
Gli occhi di Meyer si spalancarono per lo stupore: - Co-come?
- Tu non sei una Favorita- replicò la ragazza bassa – Hai appena quattordici anni e vieni da un distretto sfigato. Non puoi minimamente competere con noi. Ti siamo grati della soffiata, ma non di più… e poi, chi ci assicura che non ci tradirai come hai tradito loro? Ora ti conviene sparire, se non vuoi che uccidiamo anche te.
L’espressione sul volto di Meyer era un misto di indignazione, sorpresa e rabbia. Dalle sua labbra contratte usciva solo un debole sibilo.
I suoi occhi serpentini si ridussero a fessure e, dopo aver scoccato un’occhiataccia a Prine, che la guardava trionfante, soffiò in direzione della ragazza dell’Uno: - Non finisce qui!
Si voltò e corse come un fulmine verso il bosco.
- Che inutile essere- commentò Jewel con un sorriso malvagio – Ora a noi, sfigatelli. Preparatevi a morire!
Feci appena in tempo a gridare a Rory di scappare, di raggiungere la riva opposta, poi, i due Favoriti si lanciarono contro di noi.
- Miz, attraversa il fiume con Rory! Usa le rocce che spuntano dall’acqua!- urlò Prine, evitando per un soffio il colpo di accetta che aveva appena sferrato Duke.
Mizar la guardò con un’espressione dolorosa, ma l’occhiata furente che gli rivolse Prine bastò a farlo obbedire.
Con la coda dell’occhio, osservai Mizar e Rory iniziare a saltare da un masso all’altro, attenti a non scivolare, e fu un miracolo se schivai il colpo di spada diretto alla mia gola.
- Te la farò pagare, spilungona!- urlò Jewel, menando un altro fendente – Te la farò pagare per quello che hai fatto ai miei denti!
Parai il colpo con un coltello e risposi lasciandole un lieve taglio sulla gamba: - In realtà, i denti rotti sono nulla in confronto a quello che ti farò passare!
Jewel ringhiò, cercando di colpirmi di nuovo.
Il fatto che fosse bassa era un problema per me. Dovevo attaccare restando leggermente chinata, il che non mi aiutava affatto a mantenere la concentrazione e i muscoli perfettamente scattanti.
Più di una volta rischiai di finire infilzata come uno spiedino.
Di sicuro Prine se la stava cavando meglio di me: a colpi di corda e cerbottana, era riuscita a mettere in difficoltà il ragazzo del Due.
- Prine!
Il grido di Mizar significò che sia lui che Rory erano riusciti a raggiungere l’altra sponda illesi. Bene.
La ragazzina legò Duke con la corda, lasciandolo a terra a divincolarsi come un pesce fuor d’acqua, e corse verso il fiume: - Rhyan, per di qua!
Sferrai un calcio violento, colpendo Jewel a un fianco e facendola cadere a terra, e corsi come un razzo in direzione di Prine.
Se fossimo riuscite ad attraversare il fiume, si sicuro avremmo avuto maggiori possibilità di salvezza. Potevo colpire Duke e Jewel con le mie frecce in caso avessero cercato di raggiungerci.
Tirai su il mio zaino, l’unico che Rory non era riuscita a trasportare dall’altra parte, e mi preparai a balzare sul primo masso.
Un sibilo acuto attirò la mia attenzione.
- Rhyan!
Vidi una delle spade di Jewel roteare verso di me e, prima che riuscissi a fare qualcosa, la sentii sfrecciare ad un millimetro dalla mia gamba. Prine non ebbe la stessa fortuna, infatti la spada la ferì al fianco, lasciandole un taglio abbastanza profondo.
- Oh cazzo, Prine!- gridai, con gli occhi spalancati.
Anche Mizar e Rory gridarono qualcosa e la ragazzina mi fissò con una smorfia: - Non è niente, andiamo via prima che ci raggiungano…
Non era affatto niente. Il taglio sanguinava abbondantemente e Prine stava impallidendo a vista d’occhio.
Prima che potesse protestare, la presi in braccio e saltai sul primo masso.
- Che cavolo fai?
Non le diedi ascolto e balzai su secondo, ringraziando il cielo per avere le gambe lunghe, e, evitando di nuovo la spada rotante di Jewel, raggiunsi il terzo masso.
Ero circa a metà strada quando la mia inseguitrice decise di arrischiarsi ad attraversare il fiume.
Il fatto che le sue gambe fossero corte mi dava un certo vantaggio, ma pregai ardentemente che non decidesse di tirarmi qualcos’altro dietro.
Prine si strinse il taglio sul fianco con un brivido: - Fa-fammi scendere, Rhyan… posso proseguire da sola…
Risposi con una specie di grugnito di dissenso e mi apprestai a superare gli ultimi tre massi, quando una freccia si impiantò nel mio zaino, sbilanciandomi per circa un secondo.
Mi voltai: Jewel era ancora indietro, ma il suo compagno, in qualche modo, era riuscito a liberarsi dalle corde ed aveva deciso di sfoggiare le proprie abilità di arciere.
- Merda! Non sapevo che avesse anche un arco!
Prine serrò le labbra, ma non rispose. A pochi metri da me, Mizar agitava le braccia quasi convulsivamente: - Coraggio, siete quasi arrivate!
Rory stava trafficando con il kit del pronto soccorso e, non appena posai il piede a riva, passai Prine a Mizar, giusto il tempo di evitare che la seconda freccia di Duke andasse a segno.
- A loro ci penso io, voi cercate di salvare Prine!
Mizar annuì ed io mi voltai immediatamente, caricando la balestra: - Ve la faccio vedere io, fottuti tributi!
Scoccai la prima freccia, che colpì Jewel alla spalla, facendole quasi perdere l’equilibrio, anche se, dopo aver lanciato un urlo di battaglia, la Favorita estrasse il dardo con un colpo secco, gettandolo in acqua.
Duke rispose scoccando una freccia a sua volta, anche se stavolta non riuscì a raggiungere la sponda opposta del fiume.
Mirai di nuovo a Jewel e azionai di nuovo il meccanismo, ma, proprio mentre stavo per colpirla, la freccia di Duke deviò la mia, giusto a pochi centimetri dalla faccia della ragazza.
Provai di nuovo, e lui mandò a monte il mio intendo alla stessa maniera. Lo stesso accadde quando cercai di colpire lui. Mi stava facendo sprecare frecce per niente.
Jewel si avvicinava sempre di più.
- Mizar!- gridai – Mi sa che ci toccherà combattere anche qui! Duke la sta coprendo!
Il ragazzino annuì e sfoderò il proprio coltello, lasciando a malincuore la mano di Prine, stesa a terra.
Rory continuava a disinfettarle la ferita, anche se leggevo una lieve nota di contrarietà nel suo sguardo.
- Ok, Miz, tu sta indietro e intervieni solo se necessario… cercherò di intrattenerla il più possibile…
Lui annuì, gettando delle occhiate nervose alle proprie spalle.
Capivo benissimo quello che provava: dovevamo entrambi proteggere la ragazza che amavamo.
Jewel balzò a riva ringhiando. Inutile dire che con i denti rotti sembrava veramente imbecille.
- Siete morti.
Mi si gettò contro, cercando di colpirmi con l’accetta che Duke le aveva gentilmente prestato, dato che aveva mandato le sue due spade a farsi fottere. Una, probabilmente, si trovava sull’altra riva, l’altra doveva essere a qualche metro da noi.
La fortuna era che l’accetta era abbastanza pesante e la sbilanciava leggermente quando tentava di colpirmi. La afferrai per il manico e, con un violento strattone, gliela tolsi di mano.
Jewel mi guardò disorientata, ma non le diedi il tempo di protestare, colpendola con un violento pugno in faccia che le fece perdere i sensi.
Mi rigirai l’accetta tra le mani, poi mi voltai verso Mizar, che stava ancora guardando Jewel con gli occhi spalancati: - Credo che starà buona per un po’…
Lui alzò le spalle e annuì, poi si voltò verso Rory e Prine. Ma un’ombra gli attraversò il volto, portandolo a gettarsi in ginocchio accanto a loro.
Lo imitai, colta da un orrendo presentimento.
Prine non aveva una bella cera: era pallida e aveva le labbra viola.
Rory aveva la fronte grondante di sudore e continuava ad affannarsi cercando di salvarla. Tuttavia, dopo un po’, Prine la prese per mano e scosse la testa: - E’ tutto inutile…
- Prine?- ansimò Mizar, tremando.
La ragazzina si voltò con un mezzo sorriso, guardandolo negli occhi: - La lama era avvelenata, Miz.
- N-No!
Quelle parole furono un vero colpo per tutti.
Mi gettai convulsivamente a frugare nello zaino: - Ci dev’essere qualcosa… un antidoto, una fottutissima cura contro i veleni…
- No, Rhyan- mi bloccò lei, con un sussurro – Gli unici antidoti che puoi trovare… sono quelli per guarire… dai veleni naturali… n-non erano previste armi avvelenate in questa edizione…
Lo stupore che seguì a questa affermazione fu sostituito presto da una rabbia cieca.
Non erano previste armi avvelenate? E allora cosa cazzo ci faceva Jewel con due spade velenose?
Rory mi guardò con aria leggermente turbata, sapendo che ero ormai sul punto di esplodere, e mormorò appena: - Non… non può averle avvelenate Jewel dopo averle prese?
Prine scosse la testa: - E’ il tipo di acciaio ad essere velenoso… è un… un nuovo metallo modificato…- parlava sempre più a fatica e, stavolta, la sua frase fu interrotta da un colpo di tosse.
Mizar aveva le lacrime agli occhi: - Non si può fare niente?
Prine gli sorrise, scuotendo la testa: - E’ letale, Miz.
Lui ebbe un sussulto e la sollevò delicatamente, appoggiandola alla propria spalla: - No, Prine…
Mi inginocchiai accanto a lei: - E’ stata colpa mia, Prine… forse potevo deviare il colpo…
- No, la colpa è mia!- intervenne Mizar, ormai scosso dai singulti – Se non ti avessi lasciata…
- Per accompagnare me!- gemette Rory con le lacrime agli occhi – Se avessi portato da sola gli zaini…
- Ora basta!- ci interruppe Prine, tossendo di nuovo – Non è colpa di nessuno… io… mi sono lasciata cogliere di sorpresa…
Era così ingiusto. Così… sbagliato.
- Se c’è una colpevole- mormorai, travolta da un’ondata di rabbia – Quella è Meyer…
Nessuno mi sentì, ma credo che fossero tutti d’accordo su questo punto. Perché se la stronza non avesse portato i Favoriti da noi, tutto quel casino non sarebbe successo.
Giurai a me stessa che, non appena fossi riuscita a mettere le mani su quella maledetta troia, l’avrei fatta fuori nel modo più brutale e doloroso possibile.
Strinsi i pugni, guardando con un groppo alla gola Mizar che si chinava piangendo su Prine.
- Mi dispiace…
La ragazza sorrise e gli sfiorò una guancia con la mano tremante: - Anche se per poco… è stato bello, Miz…
Lui appoggiò la propria fronte a quella di lei, bagnandole il viso con le lacrime.
- Hey… dai, Miz, non fare così… mi vuoi dire addio piangendo?
Lui cercò di asciugarsi le lacrime e mormorò: - Non è un addio, Prine…
- No, certo…
Rory mi abbracciò, piangendo disperatamente, ed io, sebbene cercassi di trattenere le lacrime, mi resi conto che avevo già le guance bagnate.
Prine voltò gli occhi quasi spenti verso di me e mi raccomandò semplicemente: - Rhyan… non permettere che quelli di Capitol la passino liscia…
- No, certo- promisi, con voce rotta – La pagheranno cara. Te lo prometto.
Lei annuì, poi volse di nuovo lo sguardo verso Mizar, che cercava inutilmente di trattenere le lacrime: - Ti amo, Prine…
Lei sorrise, permettendogli di avvicinarsi con le labbra alle sue: - Ti amo anch’io, Miz…
Si presero per mano e lei interruppe il bacio per un secondo, giusto il tempo di mormorare: - Non ti lascerò mai, Miz… e ti aspetterò…
- Sì- rispose lui, ormai sconvolto dalle lacrime – Tornerò da te, Prine… e allora saremo insieme… per sempre…
- Sì- mormorò lei, ormai con un filo di voce – Per sempre…
Unirono le labbra un’altra volta. L’ultima.
Poi, vidi le dita di Prine schiudersi lentamente, in modo automatico, mollando la stretta attorno alla mano di Mizar.
- Prine?- sussurrò lui, scuotendola leggermente – Prine!
Lei non poteva più sentirlo. Aveva chiuso gli occhi, abbandonando la testa sulla sua spalla.
Sul volto aveva un’espressione serena.
Un colpo di cannone.
- Prine!
Credo che mai in vita mia avevo assistito ad una scena più straziante.
Mizar era scosso dai singulti, l’espressione contratta dal dolore. Gridava il nome della ragazza stretta tra le sue braccia, senza avere alcuna risposta.
Mi accorsi che tremavo.
Rory si staccò lentamente da me, asciugandosi le guance, senza troppi risultai, e mormorò semplicemente: - Prine…
Mi alzai, voltando le spalle a quella scena terribile e… lanciai un’imprecazione sonorissima.
- MERDA!
Duke, del quale mi ero completamente dimenticata, stava attraversando silenziosamente il fiume, saltando da una roccia all’altra.
Le sue gambe erano molto più lunghe e agili di quelle della sua compagna ancora svenuta a terra, e ormai aveva quasi raggiunto la nostra sponda.
Anche Rory balzò in piedi, con un’espressione allarmata in volto: - No!
Duke ci guardò ad occhi spalancati, vedendo il suo piano così brutalmente sventato, ma cercò di non perdere tempo.
Facendo attenzione a non scivolare, si sporse verso il fiume e diede una forte manata all’acqua corrente, producendo schizzi dalla gittata abbastanza potente da raggiungere la nostra sponda: - Jewel!
- Cazzo!
Voleva che la sua compagna si svegliasse per poterci attaccare su due fronti.
Mi voltai per prendere la balestra, tenendo d’occhio i due Favoriti. Duke aveva già incoccato la prima freccia e continuava a schizzare verso Jewel con il piede: - Svegliati Je!
Parai il dardo con la balestra e mi parai davanti ai ragazzini: - Rory, Miz, andate via da qui!
Rory iniziò a raccogliere gli zaini, ma Mizar non si staccò dal corpo freddo di Prine.
- Mizar!
Il ragazzino scosse la testa, con un sorriso: - Andate… io resterò qua con Prine fino alla fine.
- Non dire sciocchezze! Vuoi che Prine sia morta invano?- ringhiai con voce tremante, ma lui si limitò a stringere la ragazzina ancora più forte.
- Rory, convincilo e allontanatevi!
Riuscii appena in tempo a vedere Rory che si inginocchiava davanti a Mizar per parlargli, quando una delle frecce di Duke mi ferì di striscio alla mano: - Merda!
Mi avvicinai alla sponda del fiume, cercando di non essere un bersaglio troppo facile e presi la mira.
Qualcosa di piccolo e bagnato mi colpì a un fianco, sbilanciandomi e facendo andare a vuoto il mio tiro.
Imprecai di brutto, vedendo Jewel, ormai fradicia, che mi fissava ghignando: - Ora sono DUE i conti da saldare…
Duke caricò l’arco una terza volta.
Cercai di colpire Jewel in testa con il legno della balestra, ma lei schivò facilmente il colpo e mi colpì con un calcio al ginocchio che mi fece vacillare. Un dardo si impianto ad un centimetro dal mio piede.
Non potevo farcela da sola. Ma come potevo chiedere a Rory e Mizar di aiutarmi?
Rory non aveva armi e Mizar era sconvolto… come potevo invitarli ad un così sicuro suicidio?
Potevo pure farmi massacrare per dai Favoriti il tempo di permettere ai due ragazzini di scappare, ma se Mizar non si fosse deciso ad andarsene? Se non avessero corso abbastanza in fretta? Non potevo sopportare il pensiero di Rory uccisa come un cane.
Allontanai Jewel con un calcio e presi di nuovo la mira contro Duke, che però deviò la mia freccia
con una delle sue. Era maledettamente bravo.
Jewel ripartì alla carica e, questa volta, mentre la facevo cadere a terra con una spinta, uno dei dardi di Duke mi si conficcò dritto nella mano destra.
Fui scossa da un brivido, con la testa ormai sempre più in confusione.
Jewel mi colpì con un calcio dietro il ginocchio, facendomi crollare a terra carponi. Il peso improvviso sulla mano destra trafitta mi fece gemere di dolore.
Jewel raccolse l’accetta da terra e mi fissò con aria trionfante: - A quanto pare… anche i giganti possono cadere…
Mi afferrò per i capelli, costringendomi a scoprire il collo.
Non potevo fare più nulla. Certo, avrei potuto atterrarla di nuovo, ma ero troppo esposta alla mira di Duke. In ogni caso, sarei morta lo stesso.
- Rory…- mormorai, stringendo i denti – Cazzo, scappate…
- NO!
La voce delicata della mia piccola mi fece avvertire un terribile brivido lungo la schiena.
- Rory, non fare cazzate!
Non mi ascoltò. Me ne resi conto non appena Jewel strillò di sorpresa, cercando di scrollarsi di dosso la ragazzina attaccata alla propria schiena: - Vattene microbo! Dopo di lei sarà il tuo turno!
- Rory!
Mi alzai di scatto, ma Duke mi bloccò piantando una freccia davanti ai miei piedi: - Tu non vai da nessuna parte!
Ringhiai e presi la mira.
- Brava, brava! Uccidi me, mentre Je massacra la tua compagna!
Udii un gemito alle mie spalle e, con orrore, vidi che Jewel era riuscita a scagliare Rory a terra.
Si voltò poi, verso di me, gridando rivolta al suo compagno: - Duke, lei è mia, occupati della mocciosa!
Si gettò verso di me e la colpii ad una gamba con una freccia, facendola inciampare, ma Duke aveva già preso la mira.
- NO!
Rory evitò la prima freccia e corse rapida verso gli zaini, ma la seconda le colpì lo stivaletto, facendola cadere.
- Rory!
Feci per raggiungerla, ma Jewel mi balzò sulle spalle, stringendomi le braccia attorno al collo.
Duke scoccò la terza freccia.
Gettai Jewel a terra, ma ormai era troppo tardi.
Rory chiuse gli occhi istintivamente, preparandosi a ricevere il colpo, quando qualcosa, anzi, qualcuno, sfrecciò nella sua direzione.
Un gemito soffocato, poi, un urlo.
- MIZAR!
Il ragazzino barcollò, pallido in volto, con la freccia di Duke che gli spuntava dal petto.
- NO!
Rory lo sostenne mentre cadeva boccheggiando: - Mizar!
Un’ondata di rabbia, più potente della prima, mi travolse.
Mi voltai verso Duke, che si stava preparando a tirare di nuovo, ghignando, e, prima che potesse fare qualcosa, caricai la balestra, centrandolo alla spalla.
Lui ebbe un sussulto, ma non abbandonò la postazione.
Jewel mi si avvinghiò alla gamba, mordendomi con i denti spaccati, ma con un calcio la scostai.
Lei afferrò l’accetta e si preparò a colpirmi, ma non mi importava: ormai la mia preda era il ragazzo con l’arco.
Presi di nuovo la mira, attendendo a cuor leggero il colpo che mi avrebbe inflitto la ragazza, ma, all’improvviso, qualcosa sfrecciò davanti a me, colpendo Jewel ad una mano.
La ragazza lasciò cadere a terra l’accetta con un urlo, guardando con orrore la lama di un coltellino svizzero conficcata nella propria carne.
Mi voltai verso Duke: aveva gli occhi sporgenti spalancati ed un’espressione di terrore stampata sul volto. Mi ci volle poco per capire, ancora prima di girare lo sguardo e vederla.
Poco distante da noi, con un’espressione incredibilmente neutrale sul volto, c’era Lei.
Lei, la bellissima ragazza latina che aveva distrutto un manichino a mani nude.
Megan Allardyce-Rodriguez, la ragazza del Cinque, l’avversario più temibile all’interno dell’Arena era là, statuaria ed inflessibile.
Accanto a lei, il suo giovane compagno di Distretto.
Jewel arretrò di diversi passi, sibilando tra i denti rotti: - N-Non è possibile… che cosa ci fa lei qui?
Megan la fissò con aria di sufficienza, poi sussurrò qualcosa al suo compagno, che annuì e corse verso Rory e Mizar. Nessuno lo badò, eravamo tutti impegnati a fissare lei ad occhi spalancati.
Ci furono attimi di snervante silenzio, poi, lei parlò: - Bene bene… ssiembra che ogni anno sia ssiempre la medessima estoria
La sua voce dall’accento ispanico aveva un che di ipnotico. Era calda, ma tagliente, musicale ma pericolosa. Arrotondava certe consonanti in maniera dolce e armoniosa.
- Che cosa ci fai tu qui?- gridò Jewel, con voce tremante – Tu dovresti stare con noi, non difendere i babbei!
Megan avanzò con passo lento e sinuoso, senza distogliere lo sguardo dalla sua nuova preda: - Ssai, Jewel Nemess… esta es la… diciottessima edissione de Hungerr Games de mi vida… y voi Favoritti non avete ancora smesso de… naussearmi…
Duke provò a colpirla con una freccia, ma lei la evitò con facilità.
Mi passò accanto, mormorando semplicemente: - Occupatti dell’arciere…
Annuii ancora in trance, sentendo i gemiti terrorizzati di Jewel, impotente davanti all’avversaria in avvicinamento.
Duke caricò rapidamente l’arco, ma era chiaramente distratto dalla ragazza del Cinque e il colpo andò a vuoto. Fu la mia volta di tirare e, finalmente, la freccia andò a segno.
Lo centrai ad una gamba, facendolo barcollare e, cadendo, sbatté la testa contro una delle rocce aguzze che spuntavano dall’acqua.
Senza perdere tempo, corsi subito ad inginocchiarmi accanto a Mizar, mentre il colpo di cannone annunciava la morte del mio avversario.
Mizar era ancora vivo, ma i suoi occhi sembravano già guardare oltre i confini della vita.
Rory continuava a piangere, mormorando parole di incoraggiamento, ma il ragazzino del Cinque scuoteva la testa: - E’ inutile… è troppo tardi per salvarlo… la freccia ha colpito punti vitali…
Mi chinai sul coraggioso ragazzino del Sei e gli accarezzai la testa: - Che cosa ti è saltato in mente?
Mizar mi sorrise: - E’… brutto, perdere la persona che ami… non… non meritavi di soffrire come me, Rhyan…
Feci per rispondere qualcosa, ma mi uscì solo un gemito strozzato.
Mizar posò la mano sulla mia: - Io non ho rimpianti… senza Prine… che senso ha la mia vita?
- Se solo quella vipera di tua sorella non avesse spifferato tutto ai Favoriti…- iniziai con rabbia, ma lui mi interruppe: - Io non ce l’ho con Meyer… la colpa non è sua, ma del suo complesso di inferiorità… spero solo che sia felice della strada che ha scelto, anche se è quella sbagliata… ne dubito, però… lei non troverà mai amore… per questo un po’ la compatisco…
Volevo protestare, ma non ci riuscii.
Mizar estrasse lentamente il proprio coltello dal fodero e lo porse verso Rory: - T-Tieni… voglio che lo tenga tu… prendete anche la cerbottana…
Rory annuì, senza riuscire a rispondere nulla, e prese il coltello con mano tremante.
Mizar mi guardò sorridendo: - Rhyan, potresti farmi un favore?
Annuii, cercando di trattenere le lacrime: - Dimmi…
Lui voltò la testa lentamente: - Portami vicino a Prine… l’hovercraft non l’ha ancora portata via.
Con un groppo alla gola, lo sollevai lentamente per esaudire il suo ultimo desiderio.
Ogni passo che facevo sembrava pesare una tonnellata.
Con la coda dell’occhio vidi Megan e Jewel combattere sulle rocce che spuntavano dal fiume, la ragazza dell’Uno continuava a indietreggiare, pur cercando di mostrarsi minacciosa.
Ma la superiorità dell’avversaria era palese.
Mi inginocchiai davanti al corpo di Prine e adagiai Mizar sull’erba ruvida.
Lui guardò con amore la ragazzina amata, la prese per mano e sorrise: - Forse è strano… ma sono felice di essere qui… di essermi offerto… non l’avrei mai conosciuta altrimenti…
Rory soffocò un singhiozzo. Ormai ogni tentativo di mostrarmi forte era miseramente fallito.
Mizar alzò gli occhi verso il cielo e, con il sorriso sulle labbra, mormorò semplicemente: - Sto arrivando, Prine…
Il suo respiro cessò lentamente, si spense come la fiamma debole di una candela.
Sentii il mio cuore spezzarsi in due, mentre mi chinavo per chiudergli completamente gli occhi e posare un bacio sulla fronte sua e di Prine.
Il colpo di cannone sembrò quasi capace di squarciarmi il petto.
Mi voltai, con le lacrime agli occhi, giusto il tempo di vedere Megan colpire Jewel al fianco con un calcio, facendola cadere in acqua.
Non passò molto prima che il nuovo colpo di cannone decretasse la morte della ragazza.
Megan ci raggiunse lentamente, con il suo solito passo sensuale, e Yules, il suo giovane compagno, corse ad abbracciarla.
Lei diede un’occhiata ai due ragazzini morti e, con aria grave, mormorò: - Dovette allontanarrvi… l’hoverrcraft sarrà qui a momenti…
Annuii e mi alzai, ma vidi Rory che si era chinata sui corpi dei due tributi: - Rory?
Lei prese la cerbottana di Prine, poi mise un fiore in mano ad entrambi.
Si alzò, asciugandosi le lacrime, e mormorò raggiungendomi: - Ecco, ora sono a posto.
Annuii, abbracciandola, e ci allontanammo di qualche passo.
Gli hovercraft non tardarono ad arrivare.
Uno ci oltrepassò, seguendo il corso del fiume, l’altro si fermò poco distante da noi, raccogliendo il corpo di Duke e, infine, gli ultimi due afferrarono i corpi di Mizar e Prine.
Li guardammo alzarsi in volo, con gli occhi che bruciavano, e mormorammo con dolore il nostro addio.
La cosa che mi fece sorridere, fu vedere che, nonostante fossero stati sollevati da due diversi hovercraft, le loro mani non si divisero.
Rimasero così, uniti, fino a quando non sparirono dalla nostra vista.
Sospirai a fondo.
Credo di non aver mai pianto tanto come quel giorno.
Sistemai meglio la balestra sul braccio, senza nemmeno curarmi di Megan, che stava giusto dietro di me, e circondando con un braccio le spalle di Rory, alzai lo sguardo al cielo.
Chissà se, tra quelle nuvole, Mizar e Prine si stavano riabbracciando?
Mi augurai proprio di sì. Forse si sarebbero ritrovati. Forse sarebbero stati insieme, lassù, in quello che molti chiamano Paradiso. Forse avrebbero vissuto insieme, tra le nuvole, tenendosi per mano.
Per sempre.
 
***
Angolo dell’Autrice: Ok, dopo questa credo che la mia speranza di far piacere la storia sia definitivamente naufragata. L’unica cosa che mi consola è che di sicuro non potrete odiarmi più di quanto io odi me stessa in questo momento.
Se c’è una cosa che non sopporto è proprio quella di far morire i personaggi. Mi viene quasi da piangere al pensiero di aver perso Mizar e Prine.
Vabbè, le vicende di Rhyan non sono finite, quindi spero vogliate ancora seguirle.
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.
Grazie per aver letto, baci.
Tinkerbell92

ps: se vi va, nel prologo ho messo un'immagine di "copertina".

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Una vecchia conoscenza inaspettata si fa viva all'improvviso ***


Il momento più inquietante della mia vita fu certamente quando gli hovercraft sparirono e le nostre lacrime si esaurirono, mentre il sole sorgeva lentamente.
Un piccolo problemino ci si parava davanti: come si sarebbe comportata la ragazza del Cinque ora che due Favoriti erano stati tolti di mezzo? Avrebbe attaccato anche me e Rory?
Avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per farlo: non eravamo alleati, eravamo facilmente attaccabili e venivamo da un distretto favorito, cosa che non sembrava piacerle molto.
Le lanciai un’occhiata sospettosa e lei ricambiò: sembrava avere lo stesso dubbio.
Fu il suo giovane compagno a rompere il silenzio: - Che cosa facciamo adesso, Meg?
Lei fece scorrere lo sguardo da me a Rory. I suoi capelli, raccolti in una strettissima coda, contribuivano a metterle in risalto il viso, probabilmente quella era una delle strategie dei suoi stilisti per farle ottenere più sponsor.
Insomma, con persone tipo il mio amico Finnick, esaltare al massimo la bellezza del tributo aveva funzionato in precedenza.
Dopo aver riflettuto un istante, Megan diede un’occhiata ai nostri averi, che comprendevano anche gli zaini di Mizar e Prine, e un lieve luccichio attraversò i suoi occhi: - Le loro provvisste sono allettanti, non lo nego. Anche se attacarrle adesso sarebbe un poquito messchino… te la sienti de offrirre un altro bello spetaccolo a quelli de Capitol, Chica del Cuatro?
Mi morsi il labbro, parandomi istintivamente davanti a Rory: - Prima ci salvi e poi decidi di attaccarci? Sei davvero il massimo della coerenza, Dolcezza.
I suoi occhi felini divennero fessure: - Yo agissco como me garba, claro, chica? Y el fatto de averrve aiutatte coi Favoritti non me obliga ad esserrvi amica. Sei potenzialmente pericolossa y tieni un bottino muy interessante. La tue fortuna es que no soy una codarrda y que preferirei evitare uno scontro con un tributo indebolitto como ti. Con quella mano non farai molta strada…
Strinsi i denti per il nervoso, gettando un’occhiata rabbiosa alla mano ferita: la freccia di Duke aveva lasciato un bel foro e dovevo cercare di curarla il prima possibile, altrimenti avrei rischiato di perderla!
Aprii la bocca per ribattere, quando Rory mi precedette: - Non si potrebbe fare una tregua?
- O un’alleanza?- suggerì Yules.
Sia io che Megan li guardammo come se avessero appena parlato in cinese. Un’alleanza?
- Rory… non credo proprio sia il caso, tesoro… anche perché hai visto come è andata a finire la nostra ultima alleanza…- borbottai, stringendo tra le dita la cerbottana di Prine.
- Io invece credo che potrebbe funzionare- aggiunse Yules – Insomma… voi non siete interessate a far del male agli altri tributi, no? Non siete le solite Favorite…
Ora che lo guardavo da vicino, dovevo ammettere che era davvero un ragazzino adorabile, nonostante l’espressione poco espansiva: aveva gli occhi di un bel colore grigio azzurro, una leggera spruzzata di lentiggini sul naso e le labbra ben disegnate.
Scossi la testa, senza perdere d’occhio Megan: - A me interessa solo proteggere Rory. Se vuoi combattere contro di me fatti avanti, ma non azzardarti a toccarla.
La ragazza del Cinque mi fissò a lungo, senza dire nulla, poi, però si lasciò sfuggire un mezzo sorriso: - Como te ho detto, non sono una vigliacca. L’idea de un’alleansa no me gusta mucho però potrebbe essere conveniente… in fondo, non siamo rimassti in molti.
- Rhyan, ci conviene!- insistette Rory – Loro due potrebbero essere gli ultimi tributi ragionevoli rimasti! Non sappiamo nulla di quello del Sette e con Balthor ed Heles a piede libero non mi sento affatto tranquilla. Per non parlare poi di quella psicopatica di Meyer!
- Rory…
Stavo per dirle che non ci conveniva comunque fidarci, anche perché alla fine ci saremmo comunque ritrovati a combattere tra noi, ma le sue parole mi fecero bloccare il respiro.
- Mizar è morto per salvarmi… non voglio che il suo sacrificio sia stato vano! Io… se c’è anche una singola e flebile possibilità di onorarlo, io la voglio sfruttare!
Mi morsi la lingua, cercando di ignorare le fitte alla mano trafitta, mentre Megan, sistemandosi lo zaino in spalla, indicò con un cenno della testa una zona alle mie spalle: - Bene, allora. Da quella parrte c’è una zona con delle grotte, pienso che dovremmo stansiarci là, fino a quando non saremo pronti por lo scontro con gli ultimi Favoritti.
- Quanto ci vorrà per arrivarci?- domandai con un sospiro.
- Non più de un’ora- rispose lei – Ma prima creo que tu debba sistemarti quella mano, chica. Spostiamoci verso il boschetto, qui siamo troppo espossti.
Con la mano avvolta in un fazzoletto, trascinai svogliatamente i piedi fino ai margini del bosco, dove Megan ci fece fermare per darmi il tempo di curarmi.
- Como siete messe, coi farrmaci?
Rory diede una controllata al nostro bagaglio: - Beh… abbiamo un kit abbastanza rifornito, credo che riuscirò a cavarmela…
- Dammi qua, me ne occupo io- le ordinò Megan, facendomi alzare un sopracciglio con aria corrucciata: - Prego?
La ragazza del Cinque mi ignorò e si fece consegnare il kit medico senza troppi complimenti: - Tu y Yules mettettevi de guardia, siete abbastansa piccoli da passare inosservati.
- Ehi, da quando in qua dai tu gli ordini, Dolcezza?- domandai brusca, gettando un’occhiata verso Rory. Ma la piccola alzò le spalle: - Forse ha ragione, lei è troppo alta per fare la guardia, la scoprirebbero subito…
Sbuffai e mi sedetti di peso su un masso, srotolando il fazzoletto insanguinato e permettendo a Miss Comando-Yo di trafficare sulla ferita con pomate e unguenti.
Distolsi lo sguardo, facendolo vagare sulle fronde degli alberi e sulla vegetazione circostante, poi indicai con un cenno una specie di tubo di metallo che usciva dallo zaino della ragazza: - Quello cos’è?
Megan lo guardò e sorrise: - Yules, falle vedere.
Il ragazzino obbedì ed estrasse dallo zaino una serie di piccoli tubi metallici, che unì uno dietro l’altro fino a formare un lungo bastone.
Megan sbatté le ciglia soddisfatta: - Non è magnifico? Era sprecatto nelle mani de quella chica del Tre…
- La ragazza del Tre?- mi allarmai – Allora l’hai uccisa tu!
- Cerrto che l’ho uccissa io!- rispose lei, un po’ stupita dalla mia reazione.
Mi sentii montare la rabbia: - Perché l’hai fatto?
I suoi occhi mi fissarono con severità: - Por què nel caso tu non l’abbia ancorra notato, questo sono gli Hungerr Games, Dolcezza!- rispose brusca, marcando volutamente l’ultima parola che di solito rivolgevo io a lei – Y quello che importa es sopravvivere.  E poi, quella chica non era uno stinco de ssanta. Ha lasciato a Yules un bel segno…
Il ragazzino srotolò velocemente una fasciatura che gli copriva il braccio sinistro, mostrandomi un taglio dall’aria dolorosa.
- Y poi- aggiunse, mentre iniziava a bendarmi la mano – Nemmeno tu ssei innocente, mi amor. Vogliamo parrlare del chico que ho dovuto finirre por qué tu gli avevo rotto il nasso y l’avevi lasciato a terra agonisante?
- Di che stai parlando?- domandai stupita, stringendo involontariamente il pugno.
I suoi occhi nocciola mi fissarono severamente: - Estoy hablando del chico del Tre, quello che hai colpito con la mazza sul visso alla Corrnucopia. Il setto nassale gli era rientratto nel cranio y provocatto un’emorragia. Io l’ho finito, ma è sstato como se l’avessi uccisso tu.
Mi ricordai improvvisamente di quella scena al Bagno di Sangue: il ragazzo del Tre prova a colpirmi con un machete, ma io afferro una mazza e gliela sbatto con violenza sul viso.
Era accaduto tutto in fretta, non mi ero nemmeno resa conto di quello che stava succedendo. In quel momento avevo solo il pensiero che Rory si salvasse e di riuscire a raggiungerla. Punto.
E poi, non mi pareva che fosse così grave…
- E’ stato un incidente, non avevo intenzione di ucciderlo. Pensala pure come vuoi.
Megan alzò le mani in segno di resa: - Como te pare. Non sta a me giudicarrti.
- Appunto.
Wow, la prima volta che eravamo d’accordo per qualcosa! 
Ignorai il fatto che, tra le righe, la frase significasse: “E non sta nemmeno a te giudicare me”, e mi alzai dal masso sistemando la balestra in spalla: - Okay, direi che possiamo andare.
Rory mi sorrise, lasciandosi circondare le spalle dal mio braccio, e si rivolse a Megan con aria riconoscente: - Grazie per averla guarita.
Sorsi il naso, mentre la Ragazza del Cinque rispondeva semplicemente: - De nada.
- Tu quoque, amore?- sussurrai, mentre riprendevamo il cammino. Rory mi fissò severamente: - Il fatto che l’abbia ringraziata non significa che straveda per lei. Anche perché ha già ucciso quattro tributi in pochi giorni, cinque con la Ragazza dell’Uno. Me l’ha detto Yules. Non si comporta molto diversamente da una Favorita, anche se non lo ammetterà mai…
- E allora mi spieghi perché hai scelto di allearti con lei? Non ti sarai mica presa una cotta per Yules, eh?- punzecchiai in tono malizioso.
Rory mi gettò un’occhiataccia: - Io credo che una così sia meglio averla come amica, piuttosto che come nemica. Non lo so, mi sento più tranquilla ad avere degli alleati di cui perfino i Favoriti hanno paura. Se fossimo solo noi due contro Balthor ed Heles, non penso che dureremmo a lungo. Di sicuro mi prenderebbero in mezzo per farti perdere il controllo. Sanno che sono io il tuo Punto Debole.
Sbuffai, stringendola più forte: - Tu non sei un Punto Debole. Non devi considerarti così.
- In questo caso è così invece!- mi interruppe lei, con severità – Rhyan, hai visto cos’è successo contro Duke e Jewel! Non eri in te mentre combattevi! Eri distratta, ansiosa, continuavi a voltarti verso di me. Non riuscivi a concentrarti sugli avversari perché pensavi a me. A me fa piacere il fatto di essere così importante per te, ma in una situazione come questa il tuo amore può rivelarsi la tua rovina! Cosa credi, anche Megan vuole bene a Yules e ci tiene a farlo sopravvivere, ma quando combatte non pensa a lui!
- Perché Megan non è innamorata di Yules- risposi sottovoce, gettando uno sguardo furtivo alle mie spalle – Almeno credo.
Rory alzò gli occhi al cielo: - Ma insomma, non vuoi proprio capire!
- Scusa- mormorai, trattenendo una risata – Volevo solo punzecchiare…
Rory aprì la bocca per rispondere, poi, però, si lasciò sfuggire un sorriso: - Sei incredibile…
Osservai distrattamente una farfalla che svolazzò a pochi centimetri da noi e domandai: - Chi ti dice che Miss Mundo non ci tradirà come ha fatto Meyer?
Rory diede una scrollata di spalle: - Megan è calcolatrice, egocentrica e anche un po’…
- Stronza- conclusi, senza preoccuparmi di abbassare troppo la voce.
Rory sorrise: - Okay, diciamo anche stronza. Ma nonostante tutti i difetti, è anche una persona orgogliosa che detesta la vigliaccheria. Il tradimento è una cosa che disprezza e non si abbasserebbe mai ad un’azione del genere. Yules mi ha detto che il suo odio per i Favoriti deriva proprio da questo: durante la Settantatreesima Edizione di Hunger Games, un’amica di Megan, Light, si offrì volontaria per partecipare. Era forte ed i Favoriti le permisero di unirsi a loro, nonostante fosse del Cinque. Poi, però, quando mancavano pochi giorni alla fine dei giochi, rendendosi conto che restavano pochi tributi da eliminare, il Ragazzo dell’Uno la strangolò, uccidendo poi anche il nostro amico Crab, il Ragazzo del Due e, per finire, perfino la propria compagna. Te lo ricordi, vero? Risparmiò solo Shell* e la Ragazza del Due, ritenendole le più utili. La cosa buffa fu che nemmeno lui sopravvisse a quell’Edizione per via del clima rigido, ma ti lascio immaginare quale magra consolazione fosse per Megan. Per questo penso non ci tradirebbe mai. Sarebbe un insulto alla memoria di Light.
Mi gettai uno sguardo furtivo alle spalle e sussurrai: - Spero tu abbia ragione allora.
Megan si accorse che la stavo guardando e mi fissò con un’espressione interrogativa, così che mi giustificai con un: - Quanto manca per arrivare?
- Non molto- rispose piuttosto distaccata.
Improvvisamente, uno strano fruscio tra i cespugli attirò la nostra attenzione.
Puntai immediatamente la balestra, ignorando la fitta alla mano, e mi parai istintivamente davanti a Rory. Anche Megan si era sistemata in posizione di difesa, con il bastone di metallo stretto tra le mani.
Un secondo fruscio fece aumentare l’adrenalina, però abbassai subito la balestra con uno scatto imbarazzato non appena vidi la ragazza dalla treccia scura che si fermò a pochi passi da noi.
I suoi severi occhi grigi ci squadrarono con fare impassibile, mentre un arco dall’aria familiare faceva capolino da dietro la sua spalla.
- Katniss Everdeen?- mormorò Rory, sorpresa almeno quanto me.
Megan fece un passo avanti, abbassando la guardia cautamente: - Che cossa ci fai qui?
Katniss ci osservò ancora per un po’, poi parlò con voce annoiata: - Volevo vedere come proseguiva la gara. Ma considerando che in appena tre giorni siete rimasti in otto non credo che il mio compito durerà ancora per molto.
- Hai… ehm… già fatto visita agli altri tributi?
Katniss scosse la testa: - Sono riuscita solo ad avvicinarmi ai due Favoriti rimasti. Il Ragazzo del Sette e la Ragazzina del Sei non li ho ancora trovati.
- Quello è l’arco di Duke?- domandò Rory, indicando l’arma del nostro Giudice.
- Era l’arco di Duke- la corresse Katniss – Ho pensato che sarebbe stato meglio recuperarlo, questa edizione è un po’ troppo sospetta per i miei gusti.
- In che senso? Sai forse qualcosa che noi non sappiamo?
Katniss aprì la bocca per rispondere, ma una voce maschile risuonò nell’Arena, interrompendola.
- Buongiorno, Tributi e Giudice di Gara. Perdonate l’interruzione, ma devo riferirvi alcuni annunci.
Il sigillo di Capitol brillò nel cielo e, pochi istanti dopo, comparve la figura di un uomo mascherato.
In un primo momento pensai che fosse il Presidente, poi, però, mi resi conto che la voce era molto diversa e che colui al quale apparteneva non poteva essere altro che un ragazzo.
Una specie di cappa azzurrina con il cappuccio gli copriva il capo, in modo che fosse visibile solamente la maschera di metallo che celava la sua identità.
- E questo chi cazzo è?- domandai con una voce insolitamente acuta.
Katniss rispose distrattamente: - E’ il Braccio Destro del Presidente, Silver Razor, del Distretto Due.
Un altro a cui non piace mostrare il proprio viso…
Silver, o come cavolo si chiamava, fece una pausa nel discorso, forse per catturare l’attenzione, poi proseguì: - Siete rimasti solamente in otto nel giro di pochi giorni, e, come primo annuncio, il Presidente vuole fare i complimenti ai superstiti, augurando ad ognuno di loro Buona Fortuna.
Il secondo annuncio riguarda una slavina che gli Strateghi provocheranno sul fronte Occidentale dell’Arena tra esattamente quindici minuti. Chiunque si trovi in zona, è autorizzato ad allontanarsi.
Il terzo annuncio riguarda il Festino tradizionale che si svolge in ogni edizione alla Cornucopia. Questo avrà luogo solamente quando i tributi rimasti saranno in sei. Mi duole quindi darvi la notizia che due di voi non potranno parteciparvi.
 Per quanto riguarda il quarto ed ultimo annuncio, è mio compito avvisarvi del fatto che, nonostante i giochi si stiano svolgendo molto rapidamente, per via di problemi tecnici gli Strateghi dovranno inviare gli Ibridi nell’Arena entro il pomeriggio. Vi avviso già che gli Ibridi, se si possono chiamare così, di questa edizione saranno decisamente diversi dal solito e che tutti saranno molto sorpresi nel vederli. Detto questo, vi porgo i miei saluti ed i miei più sinceri auguri. A stasera con il riepilogo della giornata.
L’immagine tremò e scomparve in un flash di luce.
Ci guardammo tutti con aria sorpresa, per poi volgere lo sguardo a Katniss, che sembrava a corto di parole quasi quanto noi.
- Che significa?- mormorò Megan, con un filo di voce.
La Ragazza in Fiamme gettò un’occhiata al punto in cui era sparita l’immagine e scosse la testa: - Vi giuro, non ne ho idea. Ne so quanto voi di quello che hanno in mente gli Strateghi e il Presidente.
- Ma manderanno gli Ibridi!- esclamò Rory allarmata – Hanno intenzione di sguinzagliarci dietro delle bestie sanguinarie entro oggi pomeriggio!
- Ragazzi, non so davvero che dire, vi assicuro che sono sorpresa almeno quanto voi!- mormorò Katniss, visibilmente sconvolta – Non so davvero come aiutarvi…
- Tu non ci devi aiutare, sei il Giudice di Gara!- le ricordò Yules – Potrebbero punirti per aver fatto dei favoritismi!
- Tanto ormai questa edizione sta andando a rotoli- lo interruppe Katniss – Niente segue le regole…
Stava per dire qualcos’altro, ma un’idea improvvisa mi balenò nella mente: - Beh, se farai un pezzo di strada con noi senza interferire non penso che ti accuseranno di favoritismo. Nulla impedisce al Giudice di Gara di fare una semplice chiacchierata con i tributi mentre questi cercano di salvarsi il culo, no?
Katniss ci pensò su, poi sospirò: - Dove siete diretti?
- Alle grotte- rispose Megan – Pienso que qualcuna di quelle potrebbe essere un buon nasscondiglio.
- Va bene, allora, andiamo alle grotte. Speriamo di non incontrare qualche ibrido.
 
Il silenzio era calato su di noi da almeno mezz’ora. A momenti perfino i nostri passi sul fogliame non producevano alcun suono.
Di tanto in tanto lanciavo delle occhiate imbarazzate a Katniss, distogliendo lo sguardo ogni volta che lei se ne accorgeva.
Un inquietante pensiero mi martellava la testa: se due tributi avrebbero dovuto morire perché si tenesse il festino alla Cornucopia, non avrebbe avuto Megan dei buoni motivi per eliminare me e Rory? Dopotutto eravamo in due e, a meno che gli Ibridi non facessero fuori due dei restanti, alla fine l’idea poteva mostrarsi allettante per una dalla mente così calcolatrice.
Non mi fidavo molto: insomma, un conto era essere leali, un altro essere stupidi. E, se le provviste avessero iniziato a scarseggiare o fosse mancato un medicinale utile a lei e Yules, sarebbe stato proprio da stupidi preferire la lealtà alla sopravvivenza. Almeno, per una mentalità come la sua.
Scavalcai un tronco d’albero caduto in maniera piuttosto distratta, quando uno strano scintillio rosso attirò la mia attenzione. Proveniva da dietro un cespuglio poco distante da noi.
- Aspettate- mormorai, avvicinandomi con cautela.
Sentii Rory irrigidirsi, così caricai la balestra, ignorando Megan che mi veniva dietro silenziosamente.
Sentii Yules mormorare: - Speriamo non sia quello che penso- e, con il cuore in gola, mi fermai a pochi centimetri dal cespuglio.
- Katniss- sussurrai, in modo abbastanza forte perché potesse udirmi – Per favore, allontanati lentamente con Rory e Yules.
La Ragazza in Fiamme fece per obbedire, quando la punta del bastone di Megan si infilò lentamente tra le fronde del cespuglio, fino a toccare qualcosa di solido.
Un movimento brusco, come uno scatto, ci fece sobbalzare, e puntai immediatamente la balestra contro ciò che era appena saltato fuori dalla parte opposta.
Ma mi fermai non appena vidi il volto sconvolto di una ragazza più o meno della mia età, forse un anno in più, con i capelli rossi come fiamme, gli occhi grandi e verdi ed i lineamenti volpini.
- Ma che cazzo…
Scartando quasi immediatamente l’idea che fosse uno dei tributi - né Meyer né Heles avevano i capelli rossi- mi sentii vagamente inquietata dal fatto che mi sembrasse di conoscerla.
Ci arrivai giusto un secondo dopo che Megan ebbe mormorato: - Impossibile…
Lasciai cadere la balestra a terra, mentre Katniss, l’unica evidentemente a cui non si era annodata la lingua, mormorò con voce tremante: - Faccia di Volpe?
 
 
*Crab e Shell sono i nomi che ho inventato per i Ragazzi del Quattro di quell’edizione.
 
***
 
Angolo dell’Autrice: Ok, dopo di questa penso che almeno la metà di voi mi bestemmierà dietro e lancerà il computer dalla finestra. L’altra metà immagino mi stia già cercando.
Scommetto che nessuno se l’aspettava, eh? E vi dirò di più: le sorprese non sono ancora finite!
Nel prossimo capitolo, ovviamente chiarirò la presenza di Faccia di Volpe nell’Arena (a proposito, io AMO quella ragazza!) e svelerò una parte del complotto di quelli di Capitol, che hanno fatto veramente una bella schifezza.
Bene, spero abbiate ancora voglia di seguire, altrimenti siete autorizzati ad insultarmi e gettare la mia fan fiction nel dimenticatoio.
Per farmi perdonare, metto alcune immagini che ho preparato. Ok, non posso comprarvi così, non è mia intenzione, ma da quando ho scoperto come mettere le immagini nei capitoli ho deciso di pubblicarne a manetta.
Detto questo, grazie per aver letto e alla prossima! (per chi ancora mi vuol seguire)
Un bacio
Tinkerbell92

Immagini dei tributi!

Image and video hosting by TinyPic
Image and video hosting by TinyPic
Image and video hosting by TinyPic
Nym e Colt al tempo dei loro Hunger Games! :D
Image and video hosting by TinyPic
e per finire, tutti quanti insieme! /creati con Lunaii Dollmaker) :D
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Mi rendo contro che esistono cose peggiori degli Ibridi ***


Alcuni istanti di silenzio seguirono l’esclamazione di Katniss.
Un gran turbinio di idee confuse iniziò a tormentarmi, mentre continuavo a fissare incredula una ragazza che avrebbe dovuto essere morta.
Perché Faccia di Volpe, o come si chiamava, era morta tre anni prima, durante i Settantaquattresimi Hunger Games. Si era suicidata mangiando delle bacche velenose, l’avevamo visto tutti. Il cannone aveva sparato ed il suo corpo era stato trasportato via dall’hovercraft. Non c’era alcun dubbio.
E allora perché in quel momento si trovava davanti a noi, più fresca e viva che mai? Possibile che si fosse nascosta per tre anni, facendo perdere le proprie tracce? Con il localizzatore di Capitol impiantato nel braccio? O forse erano stati proprio quelli di Capitol a nasconderla?
Prima che potessi ragionare su almeno una di queste domande, Megan fece un passo verso la ragazzina, mormorando con aria incerta: - Finch… sei veramente tu, Finch?
Faccia di Volpe la fissò in silenzio per un secondo, poi annuì: - Sì, sono io.
Si interruppe con un gemito non appena Megan la abbracciò a tradimento: - Oh, Finch, que lindo vederrti, amor! Ma dov’eri? Pensavo che tu fossi…
- Infatti lo ero- la interruppe la rossa – Ero morta tre anni fa, nell’Arena. Mi sono tolta la vita mangiando i Morsi della Notte.
- Ma allora non è stato un incidente?- domandò confusa Katniss, che probabilmente ci stava capendo tanto quanto me.
Finch – ecco qual’era il suo nome!- scosse la testa e rispose: - No, ho scelto io di morire. Pensi che non conoscessi quelle bacche? Pensavi che fossi disperata per la fame e il caldo e mi fossi fidata ciecamente di quello che il tuo compagno aveva messo tra le provviste?- un sorriso volpino si dipinse sul suo volto – No, Ragazza in Fiamme. Era tutto previsto. Tutto calcolato. Non avevo armi con me e presto avrei incontrato te o il ragazzo del Due, se non gli ibridi. Per quanto ne sapevo, avreste potuto uccidermi in maniera dolorosa e sinceramente affrontare una morte violenta non mi andava, non dopo tutto quello che avevo passato nell’Arena. E poi, quello è stato anche un po’ il mio modo di ribellarmi, di far capire a tutti che io non ci stavo. Non si sarebbero mai divertiti per merito mio, e visto che non avevo speranze di vittoria, ho scelto di morire da sola, in maniera per nulla eccitante o plateale. Ecco com’è andata veramente.
Katniss annuì: - In effetti, mi sembrava un po’ strano che fossi morta per sbaglio. Mi hai risolto un grande mistero…
- Sì, ma non ha risolto quello ancora più grande!- mi intromisi, un po’ brutalmente – Perché sei qui?
- Le persone non tornano in vita…- aggiunse timidamente Rory – Mi sbaglio?
Finch sospirò, fissandoci poi in maniera inquietante: - Lo credevo anch’io. Ma a quanto pare non è così. Pare che uno scienziato di Capitol sia riuscito a scoprire il modo per riportare in vita determinate persone. Ci hanno impiantato dei cuori artificiali, che funzionano esattamente come quelli normali. Non ci hanno mai rispediti a casa, le nostre bare erano vuote. Ci hanno tenuti in un laboratorio sotterraneo affinché non ci decomponessimo.
- Ci?- ripeté Megan con un brivido – Tu y chi altro, Finch?
Faccia di Volpe abbassò lo sguardo: - Io e alcuni dei tributi della Settantaquattresima Edizione. Non so perché noi, ma ho ascoltato parecchi discorsi da quando sono tornata in vita e pare ci sia qualcosa di grosso a Capitol. So che c’è stata una rivolta e l’instaurazione di un nuovo Governo. Poi, non si sa perché, la presidentessa… Paylor mi sembra… ha dato le dimissioni in favore di Masked ed è sparita insieme a Plutarch Heavensbee…
- Oh, quindi nemmeno tu sai che fine abbiano fatto- mormorò tristemente Katniss.
Finch scosse la testa: - No, nessuno del governo l’ha accennato. Comunque, ho seguito un po’ questa edizione e ci sono parecchie cose che non quadrano…
- Sì, l’abbiamo notato… in meno di tre giorni siamo rimasti in otto, più o meno come nella Settantacinquesima Edizione…- borbottò Yules, tenendosi a distanza di sicurezza.
Megan gli sorrise e gli circondò le spalle con un braccio: - Finch, te ricorrdi Yules? Ha avuto una cotta para ti por un sacco de tiempo…
- Meg, non è vero!- sbottò Yules, arrossendo.
- Oh, che c’è di male? Non vergognarrti- replicò la ragazza, trattenendo a stento le risate.
- Beh, e tu cosa dovresti dire, che ti piaceva l’armadio biondo del Due- rispose il ragazzino, incrociando le braccia con aria imbronciata.
Meg alzò gli occhi al cielo: - Disparates!  Non mi piaceva el chico del Due, ho solo detto che aveva un bell’asspetto.
- Sì, come no- ribatté Yules ironico. Finch lo fissò un po’ e poi mormorò: - Oh, sì, mi ricordo di Yules…
Il ragazzino arrossì, mentre Katniss alzò un sopracciglio rivolta verso Megan: - Ti piaceva Cato?
La ragazza emise una risatina di circostanza: - Non in quel sensso… solo el suo aspetto fisico me gustava un poquito… ma non potrei mai innamorarrmi de un Favoritto! Yo odio i ragazzi violenti.
- Scusate, potremmo mettere da parte per un po’ il discorso del “Chi ti piace?” e concentrarci su un problema un tantino più urgente?- si intromise Rory – Gli ibridi saranno qui a momenti!
- A meno che…
Un’illuminazione improvvisa e piuttosto inquietante mi colse mentre davo un’occhiata a Faccia di Volpe. No, non poteva essere…
- Siete voi gli ibridi?
In un primo momento credetti che non mi avesse sentita, da quando piano l’avevo sussurrato, invece, la ragazza rossa mi fissò e rispose: - Ho paura di sì… credo sia questo il vero motivo per cui siamo qui…
Un gelo improvviso calò sul gruppo. Qualcuno si schiarì la voce, senza sapere cosa dire, fino a quando non fu Yules a balbettare: - Razor aveva detto che non sarebbero stati ibridi normali… loro… loro saranno peggio degli ibridi…
Portai istintivamente una mano alla balestra: - Devi attaccarci?          
Finch restò un attimo in silenzio, poi scosse la testa: - Dovrei ma non lo farò. Gli scienziati hanno eseguito il lavoro troppo bene. Non siamo degli zombie, siamo esseri umani con un cuore artificiale, che però hanno conservato ricordi, ideali ed emozioni. Forse volevano renderci dei morti viventi senza cervello, ma non ci sono riusciti.
Vidi Megan tirare un sospiro di sollievo – dopotutto, non sarebbe stato carino per lei combattere contro una ragazza del suo stesso distretto- ma Katniss spalancò gli occhi con aria allarmata: - Finch… chi c’è oltre a te in giro?
Faccia di Volpe si guardò attorno circospetta, poi ebbe un sussulto: - Maledizione, dobbiamo spostarci subito da qui! E’ il primo posto in cui vi verranno a cercare!
- Chi?- insistette Katniss con voce insolitamente acuta.
- I Favoriti! I ragazzi dell’Uno e del Due non avranno problemi ad uccidervi per obbedire agli ordini degli Strateghi! Cercano sangue e vendetta! Seguitemi!
Iniziò a correre e noi, dopo un attimo di stupore, la inseguimmo a passo svelto. Non ero sicura di potermi fidare di lei, ma dubitavo che ci avrebbe portati dagli ex tributi sanguinari. Qualcosa mi faceva sospettare che avrebbero potuto uccidere anche lei…
- Finch!- gridò Meg, tenendo stretto in mano il suo bastone di metallo – Dove ci stai portando?
- Nella zona Ovest, dove c’è uno spiazzo erboso! Da lì potrete raggiungere facilmente un luogo più sicuro, pieno di grotte!
- Le grotte sono dalla parte opposta allora!- urlò Rory di rimando – Stiamo andando nella direzione sbagliata!
- No!- replicò Finch, voltandosi appena – Fidatevi, dobbiamo andare per di qua!
Non so per quanto corremmo, so solo che, una volta usciti dal bosco, ci ritrovammo un una zona scoperta, in mezzo ad un prato che si allungava a destra e sinistra e terminava ad una trentina di metri davanti a noi, al confine con una zona boscosa.
Faccia di Volpe si fermò, guardandosi attorno, poi si voltò verso di noi: - Per il momento non dovremmo essere in pericolo. Devo solo cercare di ricordarmi il verso del…
- Il verso del…?- ripetei, ansimando – Che accidenti stai dicendo?
Scorsi una leggera nota di preoccupazione nei suoi occhi, anche se cercò di nasconderlo: - Oh, nulla… tra qualche secondo dovrei riuscire ad orientarmi di nuovo…
- Finch- la interruppe Megan, guardandola con severità – Che cossa c’è che ti preoccupa?
La rossa assunse un’espressione disperata, iniziando ad ansimare: - Io… io non so se…
- Ci hai condotti in questa zona, anche se le grotte dovrebbero essere da un’altra parte- si intromise Rory – Per favore, noi ci siamo fidati di te, ma devi spiegarci che cosa succede!
Faccia di Volpe sospirò, dopodiché cedette: - L’Arena. L’Arena non è una semplice foresta. C’è un meccanismo che fa spostare le zone in cui è stata suddivisa in modo ciclico. I movimenti sono impercettibili ed è praticamente impossibile accorgersene…
Un pensiero improvviso mi balenò in testa: - Ecco come ha fatto Meyer a trovare Duke e Jewel che stavano dalla parte opposta dell’Arena! Deve aver capito come funziona il meccanismo!
- Se è così siamo spacciati- mormorò tristemente Rory – Se lei sa come muoversi potrà raggiungerci in qualsiasi momento! E magari portare con sé altri avversari! Magari ha stretto un’Alleanza con quello del Sette o con i restanti Favoriti!
- Non mi sorprenderei del contrario- replicai, mentre Katniss volgeva lo sguardo verso Foxface: - Finch, tu sapresti dirci come funziona l’Arena?
- Sì- rispose la ragazza – E’ stata costruita su modello di una città leggendaria. C’è una forma geometrica precisa che una volta identificata vi renderà le cose molto più semplici. Vedete, l’Arena è a forma di…
Uno strano rumore interruppe la nostra conversazione.
Alzai gli occhi al cielo e vidi un hovercraft di Capitol avanzare sopra di noi. Finch indietreggiò terrorizzata: - Ho detto troppo…
- Finch che succede?- gridò Megan, per sovrastare il rumore del mezzo.
La ragazza rossa indietreggiò sempre più velocemente, con un’espressione di terrore sul volto: - Andate a Sud! Ha cambiato di nuovo, dovete andare  a Sud! Sempre a Sud!
- Finch che significa?
Una specie di bocca circolare si aprì sul fondo dell’hovercraft, scatenando un risucchio fortissimo.
Gli occhi verdi di Finch si spostarono su Katniss: - Portali via! Andate a Sud, subito! Lì troverete Thresh! Lui è dalla vostra parte!
- Thresh?- ripeté Katniss – C’è anche lui?
- Sbrigatevi!- gridò la rossa, mentre l’hovercraft si avvicinava pericolosamente. Megan fece un passo verso di lei, ma Finch la fermò: - No! Non pensare a me, scappate!
- Finch!- gridò Yules, cercando di correre verso di lei – Finch cosa ti faranno?
- Cercate Thresh!- urlò la ragazza – Lui vi terrà al sicuro!
Fu questione di pochi istanti, dopodiché, Faccia di Volpe venne sparata in aria, scomparendo all’interno dell’hovercraft. La bocca circolare si richiuse ed il veicolo sfrecciò verso Nord, portando il proprio rumore assordante con sé.
Yules cadde a terra in ginocchio, gridando, le lacrime scendevano copiose lungo le sue guance. Anche Megan sembrava parecchio sconvolta.
Abbracciai Rory, che tremava, e mi scambiai uno sguardo interrogativo con Katniss: - Ci capisco sempre meno.
La ragazza annuì, ma indicò con un cenno in direzione Sud: - A questo punto credo che dovremmo proseguire. Non voglio avere uno scontro ravvicinato con i miei ex nemici…
- Dov’è Finch?- singhiozzò Yules – Che cosa le faranno?
Megan lo aiutò ad alzarsi, con un’espressione avvilita: - Non lo so, Yules. Espero que la sua furbizia la aiuti a scappare…
- Lo spero tanto anch’io- replicò Katniss – Ma non possiamo restare qui a pensarci. Per quanto mi addolori sapere che Finch è nelle mani del Governo, mi preme molto di più che voi siate al sicuro. Dobbiamo andare da Thresh, come ci ha detto lei. Mi sento un po’ sollevata a sapere che c’è anche lui, almeno avremo un alleato potente.
- Sempre che quelli di Capitol non portino via anche lui- borbottò Rory, stringendosi nella sua giacca color verde militare.
- In questo caso dobbiamo sbrigarci- rispose spiccia Katniss.
La afferrai per un braccio, fermandola: - Aspetta, lo sai che in questo modo ci stai aiutando? Stai assumendo il comando del gruppo e cercando di metterci in salvo. Ti è proibito fare una cosa del genere…
I suoi occhi grigi mi squadrarono severamente: - Io non ho più intenzione di stare agli ordini di qualcuno che ha riportato in vita dei ragazzi affinché prendano il posto degli ibridi. Hai idea di che shock sarà per i famigliari di quei tributi? Ti rendi conto che qualcuno potrebbe assistere per la seconda volta alla morte del proprio figlio? Come se una volta non fosse già abbastanza?
Lasciai andare la presa e lei sospirò: - Non pensavo che si potesse scendere così in basso. Se questa cosa l’ha iniziata Snow tre anni fa, allora colui che l’ha portata avanti non è diverso da lui. Chissà cos’avranno fatto alla Paylor e a Heavensbee, non oso nemmeno pensarci. Se questi Hunger Games dovevano essere meno violenti, beh, evidentemente qualcuno ha sbagliato i calcoli – si sistemò meglio l’arco di Duke in spalla e si incamminò a falcate verso la direzione indicata da Foxface – E ora sbrighiamoci, prima che l’Arena cambi di nuovo…
Sospirai, seguendola a passo svelto, tenendo Rory per mano. Megan e Yules stavano dietro di noi, la ragazza si premurava di asciugare le lacrime al proprio compagno e rassicurarlo.
Forse non era poi così stronza… ehi, ho detto forse!
Camminammo per almeno mezz’ora, tenendo il bosco alla nostra destra e facendo attenzione al minimo rumore.
I Favoriti della Settantaquattresima potevano anche essere distanti, ma chi ci assicurava che i nostri Favoriti non sarebbero sbucati fuori all’improvviso?
Senza contare che anche Meyer era a piede libero e che, dato che non avevamo ancora sentito un colpo di cannone, anche quello del Sette si nascondeva da qualche parte.
Al momento era quello che mi preoccupava di più: non sapevamo niente su di lui, non ricordavo nemmeno il suo nome, sapevo solo che portava una maschera di cuoio sul viso e che era abbastanza gigantesco, forse ancora più di Balthor ed Heles. Ero talmente ossessionata da Megan che non avevo quasi mai fatto caso a lui e in quel momento me ne pentivo amaramente, perché rappresentava la più grande incognita all’interno dei giochi.
Era dalla parte dei Favoriti? Si era unito a Meyer? Era un solitario? Ci stava dando la caccia?
Non sapevo nemmeno che tipo di armi usasse.
Serrai la stretta sulla mano di Rory, gettando occhiate nervose alla mia balestra, quando Katniss ci fece fermare all’improvviso.
- Che succede?
La ragazza si guardò attorno, con aria corrucciata, poi, all’improvviso, ci fissò preoccupata e gridò: - Correte!
Ci condusse all’interno del bosco, sfrecciando tra gli alberi come un fulmine.
- Katniss!- gridai, con la voce mezza soffocata dal vento – Perché abbiamo deviato?
- Rhyan- mi interruppe Rory, afferrandomi un braccio e mostrandomi la sua bussola – Guarda!
Con mio sommo stupore, constatai che il Sud si trovava esattamente nella direzione in cui stavamo correndo, invece che in quella che avevamo preso prima. Possibile che Foxface si fosse sbagliata?
- L’Arrena cambia- mi ricordò Megan, senza interrompere la corsa – Ci sono zone que cambiano ciclicamiente. Se ssolo conoscessimo la forrma
Ero talmente occupata a cercare di riordinarmi le idee che per poco non andai a sbattere contro Katniss che si era fermata all’improvviso.
- Perché ti fermi di nuovo?- ansimai – E’ rischioso venire investiti da me…
Lei mi fece cenno di stare zitta e indicò un punto innanzi a noi. A circa una decina di metri, una forte luce indicava la fine della foresta e l’inizio di un nuovo spiazzo aperto.
Chissà che cosa ci avremmo trovato.
Avanzammo cautamente, pregando di non incappare in brutti incontri e, quando arrivammo al limite della foresta, un’ampia zona rocciosa si estese davanti al nostro sguardo.
Sarà stata larga circa un kilometro e, come il prato di prima, terminava al limite con un altro boschetto.
Affiancai Katniss con gli occhi spalancati per lo stupore e le domandai con un filo di voce: - Come hai fatto a capire che il Sud non si trovava più nella direzione che stavamo prendendo?
Lei alzò lo sguardo verso il cielo con volto impassibile: - Mi sono orientata con il sole. Ho dovuto tenerlo d’occhio, non è bene fidarsi troppo dei propri sensi quando qualcun altro manipola il paesaggio.
- Oh, giusto.
Arrossii un po’ e cercai di nascondere il mio imbarazzo voltandomi verso Rory: - Che ne pensi, piccola?
Rory alzò le spalle, osservando la distesa rocciosa innanzi a noi: - Penso che più andiamo avanti e più le cose si fanno complicate. Da quando l’Arena ha iniziato a cambiare? Se non avessimo incontrato Finch di sicuro ci saremmo persi.
Sentii Yules sussultare al nome della rossa: - Finch… chissà dove sarà adesso…
Megan lo abbracciò in maniera protettiva: - Sono sicura que  riuscirà a trovarre el modo de salvarrsi.
Il ragazzino annuì, asciugandosi una lacrima, poi commentò: - E adesso? Dobbiamo avventurarci tra quelle rocce bianche? Sembra una specie di mini-deserto…
- Infatti credo che lo sia- rispose Katniss sovrappensiero – Ma se Thresh si trova là allora ci conviene proseguire. Non mi pare che vi manchino acqua o provviste…
Facemmo cenno di no, così lei ordinò: - Bene, allora, in marcia!
Non era molto facile attraversare quella zona.
Il terreno sembrava leggermente in pendenza ed era tremendamente irregolare. I piccoli sentieri di ghiaia che passavano in mezzo alle rocce di tanto in tanto si interrompevano bruscamente, costringendoci a scavalcare. Non era certo il massimo, soprattutto per il pensiero che avremmo potuto scontrarci con qualche avversario da un momento all’altro. Eravamo esposti ed i nostri movimenti abbastanza intralciati.
La cosa positiva, almeno per me, era che Rory non si trovava affatto in difficoltà e, invece di camminare lungo gli stretti sentierini, saltava agilmente da una roccia all’altra. Avrei potuto imitarla, se non fosse stato per il fatto di essere facilmente individuabile. A parte il fattore altezza, avevo il problema dei capelli: il color rosso rame acceso sotto la luce del sole era peggio di un enorme cartello luminoso con su scritto: “Sono qui!”
Era ormai l’una quando raggiungemmo la metà del deserto.
Ci sedemmo esausti su una roccia, dando un’occhiata alle provviste: avevamo cibo e acqua a sufficienza, ma considerando che la temperatura aumentava sempre di più, iniziammo a provare un lieve senso di sconforto.
Quel kilometro in mezzo alle rocce e al caldo sembrava una distanza infinita. Inizia a pensare che gli Strateghi avessero iniziato a metterci lo zampino, dato che non si udivano colpi di cannone da troppo tempo per i loro gusti.
- Secondo te ci vorrà ancora tanto per arrivare? Magari verso il pomeriggio la temperatura scenderà un po’…- ansimò Rory, sedendosi di peso accanto a me.
Diedi un’alzata di spalle, passandole la mia borraccia: - Non lo so, tesoro. Qui niente è naturale, controllano tutto gli Strateghi. Invece che diminuire, la temperatura potrebbe anche aumentare…
- Senza contare che, anche se riuscissimo a raggiungere il bosco, potremmo trovare Balthor, o Heles o gli altri ad attenderci- soggiunse Yules.
- Siempre a patto che gli Strateghi non modifichino l’Arrena una otra vez…- osservò Megan, dando occhiate dubbiose al terreno sotto di sé.
- Di questo ne dubito, a meno che non abbiano dei validi motivi per farlo- disse una voce maschile alle nostre spalle, facendoci sobbalzare tutti.
Saltai subito in piedi, con una mano sulla sicura della balestra, quando Katniss esclamò sollevata: - Thresh, grazie al cielo!
Fissai ad occhi spalancati l’enorme ragazzone dalla pelle scura che ci fissava, maestoso come una montagna.
I suoi capelli neri erano tagliati molto corti, aveva due labbra belle piene, lineamenti virili ma molto gradevoli, uno sguardo stoico e fiero e profondi occhi color cioccolato fondente.
Indossava una semplice giacca color verde militare sopra ad una t-shirt bianca, pantaloni abbinati e stivali stringati in cuoio nero. Mi superava in altezza di almeno una ventina di centimetri ed il suo fisico muscoloso lo faceva sembrare ancora più imponente.
Thresh Morrowson, l’orgoglioso tributo del Distretto Undici della Settantaquattresima Edizione di Hunger Games, si ergeva innanzi al nostro sguardo incredulo.
 
***                                 
Angolo dell’Autrice: E così pare che i ragazzi abbiano trovato un nuovo Alleato.
L’Arena si è rivelata diversa da come si aspettavano e Foxface ha dato loro anche delle informazioni su quello che hanno combinato a Capitol. Premetto che io mi sono sempre immaginata che lei sia morta suicida e non per errore, perché era troppo intelligente per morire in modo così stupido.
Lo so che la ff inizia a diventare un casino, spero tanto che non mi odierete per l’idea che mi è venuta di riportare alcuni tributi morti nell’Arena. Il fatto è che mi sono affezionata moltissimo a loro mentre leggevo il libro e volevo in qualche modo inserirli nella mia storia, invece che scriverne una sui 74esimi Hunger Games, dato che ce ne sono migliaia in giro.
Vabbè, in caso l’idea non vi piaccia fatemi sapere.
Grazie per aver letto.
Un bacio
Tinkerbell92
 
Qui alcune immagini!
 
Prima di tutto, grazie a Remiel per avermi mandato il suo disegno di Rhyan e Rory alla Parata :3

Image and video hosting by TinyPic

e qui abbiamo Katry (senza parrucca XD) e Chelie! :D

Image and video hosting by TinyPic

Image and video hosting by TinyPic

Prestavolti: Kat Dennings (Katry) Clemence Poesy (Chelie)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Facciamo a botte con gli ex tributi nel deserto ***


Okay, lo ammetto: trovarsi davanti Thresh di persona era decisamente più impressionante che vederlo attraverso uno schermo.
I suoi occhi scuri ci scrutarono ancora per qualche secondo, poi si rivolse a Katniss con voce profonda ma tranquilla: - Devo ammettere che non sono affatto sorpreso di rivederti viva, anche se non posso dire la stessa cosa per il tuo compagno… ho saputo che lui è sopravvissuto come te a ben due edizioni!
- Oh, Peeta- rispose Katniss, abbassando lo sguardo – Lui… lui è più forte di quanto sembri.
Non capii perché si fosse rabbuiata all’improvviso, ma non ebbi il tempo per domandarlo, dato che Thresh si rivolse a noi:- Quattro e Cinque, giusto?
- Ehm…- risposi un po’ incerta – Sì, siamo i tributi del Quattro e del Cinque.
- Rhyan, Rory, Megan e Yules- aggiunse Katniss, indicandoci uno ad uno – E poi sono ancora in giro i maschi dell’Uno e del Sette e le ragazze del Due e del Sei.
- D’accordo.
Thresh si tolse la giacca e se la annodò in vita: - Direi che sia meglio spostarci da qui. Immagino abbiate notato che la temperatura aumenta gradualmente in questa zona dell’Arena…
- In effetti- rispose Megan, imitandolo – Comincia a diventarr un poquito inssoporrtabile…
- Sai come uscirne, Thresh?- domandò Katniss, guardandosi intorno con un filo di apprensione.
- Sì, ma dobbiamo sbrigarci- disse il ragazzo, facendoci strada – Immagino sappiate che all’Arena piace cambiare.
- Manco fosse come le scale di Hogwarts…- borbottai, ricordando un successo letterario di parecchi anni prima che faceva impazzire Rory.
Seguimmo Thresh attraverso il deserto, senza porre domande né fiatare.
Yules, di tanto in tanto, scrutava ansiosamente il cielo, come se sperasse di veder comparire l’hovercraft che aveva portato via Finch. Non osavo nemmeno pensare cos’avrebbero fatto a quella povera ragazza.
Grazie all’aiuto del ragazzo dell’Undici, in meno di un’ora avevamo già percorso tre quarti della zona rocciosa e, per il momento, non sembrava ci fossero intoppi.
Mi voltai per dire qualcosa a Rory, quando, all’improvviso, un rumore sordo ci fece scattare sull’attenti.
Inizialmente pensai si trattasse di un colpo di cannone, ma poi lo schermo di Capitol comparve nel cielo, mentre la voce di Templesmith risuonava per l’Arena: - Buon Pomeriggio, tributi. Cogliamo l’occasione per farvi fare una piccola pausa e spiegare quello che sta succedendo. Come alcuni di voi avranno capito, al posto di veri ibridi in questa edizione dovrete affrontare gli ex tributi della Settantaquattresima Edizione.
Mentre il presentatore continuava a blaterare qualcosa riguardo ad una strana idea del Presidente, al posto del sigillo di Capitol comparve nel cielo l’immagine di una folla in una grande piazza dal suolo dorato.
- Il Distretto Uno?- mormorai – Cosa c’entra il Distretto Uno?
L’inquadratura si spostò, puntando verso un gruppo di persone: un uomo biondo sulla quarantina fissava a bocca spalancata qualcosa avanti a sé; una donna, anch’ella bionda e sua coetanea, piangeva disperata sulla spalla di una signora dai capelli castani, più vecchia di almeno cinque anni; un uomo vicino alla cinquantina scuoteva la testa con aria visibilmente sconvolta e, davanti a lui, una ragazzina tredicenne fece un paio di passi avanti, come si trovasse in una sorta di trance.
Aveva lunghi capelli biondi e mossi, con meches nere, e vestiva con uno stile decisamente punk.
- Chi cavolo sono quelli?- domandai – Stanno guardando in diretta i giochi, no? Cosa c’è di tanto sconvolgente oltre alle solite cose?
Vidi Katniss trasalire e, non appena provai a chiederle spiegazioni, lei mormorò: - Non è possibile… perché i parenti? Come si può fare una cosa del genere?
- Katniss?
Lei mi guardò sconvolta e indicò le persone inquadrate: - Sono le famiglie… la donna che piange è la madre di Glimmer e quello vicino suo marito… gli altri due più vecchi sono i genitori di Marvel e la ragazzina è sua sorella…
- Perché?- domandò Thresh, con un tono leggermente alterato – Perché fanno questo? Perché devono mostrarci il dolore di quelle famiglie?
-Perché sono dei mostri- sussurrò Rory, con gli occhi lucidi -Perché voi ex tributi possiate vedere cosa succede a casa vostra… è… disumano…
Mi morsi il labbro con forza quando guardai per la seconda volta la madre di Glimmer in lacrime, che non pareva trovare conforto nelle parole d’incoraggiamento della madre di Marvel.
L’inquadratura cambiò, mostrando un luogo molto più spartano dello sfavillante Distretto Uno.
Un gigantesco uomo biondo e barbuto fissava lo schermo con le braccia conserte ed un’espressione corrucciata. Era visibilmente sconvolto, ma cercava di non darlo a vedere.
-Il padre di Cato…- mormorò Katniss, anche se l’avevo intuito, dato che pareva la versione quarantenne del giovane del Due.
La scena si spostò, inquadrando una donna dall’aria severa, un uomo leggermente più giovane con i capelli neri ed una ragazza poco più che ventenne con i capelli lisci e castani, adornati di colpi di sole color rosso acceso. Quest’ultima aveva una mano premuta sulla bocca, come per soffocare dei gemiti, e scuoteva la testa con le guance rigate dalle lacrime.
- E la famiglia di Clove- concluse il nostro Giudice, mentre Thresh abbassava lo sguardo con aria colpevole.
La madre di Clove strinse i pugni e gridò rivolta alla telecamera: - Toglierceli una volta non è stato abbastanza? Quanto ancora avete intenzione di torturarci, bastardi figli di…
L’inquadratura si offuscò, bloccando gli insulti della donna rivolti ai Capitolini, e la scena si spostò al Distretto Quattro.
Avvertii una morsa allo stomaco non appena vidi le navi, il porto, la piazza principale… ogni singolo volto delle persone inquadrate mi faceva avvertire nostalgia di casa.
- Rhyan, guarda!- mormorò Rory, indicando tremante le tre persone su cui si posò la telecamera: un uomo abbronzato dai lineamenti duri, una donna dai lunghi capelli neri ed un ragazzo sui venticinque anni alto e robusto. Ebbi un fremito: - No… anche Marina qui…
Come gli altri tributi resuscitati, anche Marina aveva partecipato ai Settantaquattresimi Hunger Games: era una ragazza tosta e determinata, che però non era riuscita a superare gli Aghi Inseguitori che Katniss aveva rovesciato in testa ai Favoriti.
Purtroppo la conoscevo molto bene: era la migliore amica di mia sorella Mitah.
- Non so se riuscirò ad affrontarla…- sussurrai, mentre l’inquadratura della telecamera si spostava al Distretto Cinque.
Un uomo muscoloso e attraente, con i capelli ramati ed il volto giovane, teneva le mani serrate attorno ai manici di una carrozzella, sulla quale stava seduta una donna smunta e pallida. I lunghi capelli color rosso chiaro cadevano scompostamente davanti al suo volto sciupato, mentre gli occhi vitrei vagavano qua e là, senza vedere realmente cosa succedeva.
Una bambina sui dieci anni teneva stretta la mano della donna, mentre, ai lati della carrozzella, c’erano un sedicenne slanciato ed una ragazza diciottenne dal volto incredibilmente bello.
Yules ebbe un sussulto ed iniziò a singhiozzare, mente Megan commentava tristemente: - La famiglia de Finch…
- La donna anziana è sua madre?- esclamai stupita – Ma come ha fatto a ridursi così?
- Guarda que quella donna no es anziana como siembra – rispose Megan con aria grave – Ha meno de quarant’anni… la pazzia y el dolor l’hanno ridotta assì. E’ impazzita dopo che Finch ha mangiatto i Morsi de la Noche. La cossa terribile es que… una volta era una delle donne più belle de el Distretto…
Yules annuì, tirando su col naso, e commentò con voce un po’ rotta: - Se Finch vedesse sua madre in quelle condizioni gliela farebbe pagare cara a quei bastardi.
- Viene voglia a me di ammazzarli tutti per aver ridotto una donna in quello stato- annuì Thresh – Anche se non è una mia parente. Sembra proprio che al Presidente non dia fastidio il pensiero di una possibile nuova rivolta.
- O è troppo sicuro di sé- commentò acida Katniss.
Lo schermo cambiò immagine di nuovo, questa volta portandoci al Distretto Otto. Supposi che la donna inquadrata fosse la madre di uno dei due ex tributi, cosa che Katniss confermò: - Credo si tratti del maschio, quello che si era azzoppato e che Marvel uccise al Bagno di Sangue.
E poi, arrivò il momento che Thresh temeva, quello più doloroso.
L’immagine del Distretto Undici, con i suoi agricoltori ed i suoi campi, comparve nel cielo.
La telecamera fece un rapido giro sopra la folla, per fermarsi davanti a tre donne: una era molto anziana e faticava un po’ a reggersi in piedi; una era una ragazza alta e robusta che assomigliava in modo impressionante a Thresh; per finire, l’ultima era una ragazza giovane dalla carnagione più chiara rispetto alle altre. Aveva i capelli lunghi e castani, grandi occhi azzurri – cosa piuttosto inusuale all’interno del Distretto Undici – ed un volto incredibilmente grazioso ma segnato dal dolore e dalla preoccupazione.
Thresh abbassò lo sguardo con un doloroso sospiro e mormorò semplicemente:- Meadow…
Katniss lo guardò con aria interrogativa e lui, cercando di non cedere alle lacrime, spiegò: - Sono mia nonna, mia sorella e la mia ragazza, Meadow. Io e lei… dovevamo sposarci tre anni fa… a Luglio, il giorno del suo compleanno… poi sono stato estratto e…- si passò una mano sugli occhi ed alzò le spalle – Beh, poi si sa com’è andata. Le avevo promesso che se fossi riuscito a tornare ci saremmo sposati nel preciso istante in cui avessi messo piede fuori dal treno. Purtroppo, non ne abbiamo avuto occasione.
- Forse l’occasione l’avrai quando uscirai da qui- suggerì speranzosa Rory – Forse avrete una seconda possibilità…
- Io non credo che ci abbiano messi qua dentro per darci opportunità di tornare- rispose Thresh, scuotendo la testa.
Alzò lo sguardo verso lo schermo e la ragazza fece un passo avanti, mormorando il suo nome.
Thresh sorrise appena, dicendo con dolcezza: - Ti amo, Meadow.
Lei ebbe un singulto ed iniziò a piangere, mentre la sorella del ragazzo cercava di farle coraggio, cingendole le spalle con le grosse mani. La donna anziana unì indice, medio e anulare, come si soleva fare nel saluto di Panem, se le portò davanti alle labbra raggrinzite e poi sollevò la mano un po’ tremante verso l’alto, con uno sguardo fiero sul volto.
Era un chiaro messaggio per il nipote: “Fatti forza, noi siamo con te!”
L’immagine del Distretto tremolò, per mostrare poi il volto di Templesmith. Cercava di apparire naturale e tranquillo, anche se era evidente il suo imbarazzo:- Bene, ehm… chiudiamo qui la comunicazione, ci sentiamo stasera insieme al signor Razor per il riepilogo della giornata. Buona Fortuna a tutti.
Il sigillo di Capitol sostituì l’immagine del commentatore, brillò per un attimo nel cielo e poi scomparve.
- Thresh?- mormorò Katniss, notando quanto il volto del giovane si fosse rabbuiato.
Thresh si diede una scrollata e sospirò: - Sto bene. Direi di allontanarci in fretta da qui, abbiamo perso fin troppo tempo…
- Maledizione è vero!- imprecai sonoramente – Fa anche più caldo rispetto a prima!
- Che sia stata una strategia per farci restare indietro?- suggerì Yules, attaccandosi al braccio di Megan.
- Strategia o no, questo non è il posto adatto in cui fare una pausa- incalzò spiccio Thresh – Sbrighiamoci, non manca molto per arrivare al bosco!
Feci appena in tempo a fare un passo in avanti che delle risate sguaiate giunsero alle nostre orecchie, trasportate dal lieve filo di vento caldo che soffiava su di noi.
Notai un lampo di orrore negli occhi di Katniss e, prima ancora che Thresh ci urlasse di correre, mi caricai Rory sulle spalle e le mie gambe cominciarono a muoversi da sole.
Le voci degli ex nemici dei nostri nuovi alleati si avvicinavano sempre di più.
- E’ inutile correre!- diceva una voce maschile con fare beffardo – Non andrete lontano!
- Ormai siete nostri!- fece eco un’altra voce di ragazzo, un po’ più profonda della prima.
-Dove stai scappando Thresh?- gridò una ragazza, che identificai subito come Clove – Io e te abbiamo un conto in sospeso, ricordi?
Mi voltai per un istante e vidi con stupore che Katniss si era fermata. Caricò l’arco, tendendolo al massimo, e, non appena le figure degli ex Favoriti furono abbastanza vicine, scoccò il dardo. La ragazza bionda dell’Uno, che si trovava più avanti rispetto agli altri, cadde di lato con un grido, la freccia impiantata nella spalla sinistra.
- Glimmer!
Marvel, il ragazzo alto dell’Uno, si inginocchiò tempestivamente accanto a lei, estraendo la freccia con un movimento rapido e deciso che fece strillare ancora più forte la giovane.
Clove, una ragazzina dall’aria feroce, saltò con agilità la compagna caduta e si lanciò con un urlo di battaglia verso Thresh, mentre Marvel, dopo aver portato Glimmer al riparo, attaccò Katniss, sfilandole l’arco di mano e spingendola a terra.
Posai Rory a terra e mi sistemai la balestra sul braccio: - Tu e Yules andate avanti, veloci!
Scambiai un rapido sguardo con Megan e corsi verso di Katniss, scoccando una freccia che si impiantò tra lei e Marvel, che stava per colpirla con la lancia. Il ragazzo si bloccò sorpreso e gli saltai addosso, spingendolo lontano da lei e rotolando tra i massi.
Non lo volevo uccidere, non dopo aver visto la sua famiglia e la sua sorellina sconvolti davanti alle telecamere. Però dovevo impedirgli di fare fuori una delle nostre possibili vie di fuga.
Cercai di tenerlo immobilizzato a terra, alzando lo sguardo per controllare la situazione: Katniss aveva recuperato l’arco e stava correndo verso Rory e Yules, obbedendo all’ordine di Thresh di accompagnarli. Il ragazzone era impegnato in un duello contro la sua ex avversaria e Megan, dopo aver tirato fuori il proprio bastone, fece un paio di passi verso di loro, venendo però bloccata da una specie di armadio sbucato fuori da dietro una roccia.
Era un ragazzo alto quasi quanto Thresh, con i capelli biondi e la muscolatura decisamente sviluppata.
- Vai da qualche parte?- domandò in tono beffardo alla mia alleata, che lo fissò ad occhi spalancati.
- Ehi Megan, è arrivata anche la tua cotta!- gridai, mentre lottavo per tenere fermo Marvel.
Lo sguardo assassino che mi lanciò avrebbe potuto incenerire: - Chiudi el beco, Rhyan…- sibilò minacciosa, puntando il bastone contro Cato.
Il ragazzo del Due la fissò con aria leggermente interrogativa, poi però sfoderò la spada e sorrise con fare sadico: - Come vuoi…
Per qualche minuto il deserto roccioso era diventato probabilmente il luogo più movimentato di tutta l’Arena: io continuavo a placcare Marvel, lui si liberava e placcava me, Clove, munita di due coltelli, cercava in tutti i modi di pugnalare Thresh, che bloccava tempestivamente i suoi attacchi, e, per finire, Cato e Megan erano impegnati in un’accesa danza mortale.
- La vuoi piantare di dimenarti?- gridai rivolta a Marvel, non appena riuscii di nuovo a bloccarlo con la faccia a terra – Sto cercando in tutti i modi di non ucciderti, ma così mi rendi le cose difficili!
Lui girò appena la testa, cercando di guardarmi: - Ma che… questo non ha alcun senso!- rispose stupito, con un tono di voce leggermente più acuto.
Udii un gemito e, voltandomi, vidi che Cato aveva atterrato Megan e cercava di tenerla ancorata a terra col proprio peso, puntandole la spada alla tempia: - Fine dei giochi, Bellezza.
D’istinto feci per alzarmi e correre verso di lei, ma mi fermai notando il lampo sadico che attraversò i suoi occhi: - Yo non credo…
Non so come, riuscì a dare una ginocchiata nelle palle dell’avversario e rotolò di lato, ribaltando le posizioni - … mi amor- concluse con un sibilo feroce.
Cato, ancorato a terra di schiena, spalancò gli occhi azzurri fissandola sbigottito: - Ma che cavolo…
- Cato!- gridò Marvel, bloccando il pugno che stavo per sferrargli – E’ una gabbia di matti questa qui!
- E la vostra amichetta si trova benissimo a suo agio!- gridò di rimando Thresh, che aveva immobilizzato Clove, sollevandola per le braccia.
- FORZA, FINISCIMI!- gridò la ragazza – Per la seconda volta! Forza Thresh, fai vedere alla tua fidanzatina il mostro che sei! Dai alla mia famiglia un motivo per odiarti ancora di più!
- Ragazzi…-ansimò una voce femminile da dietro una roccia.
Sussultai, rendendomi conto di essermi dimenticata di Glimmer, ma non appena voltai la testa per individuarla, un brivido mi corse lungo la schiena.
Qualcosa oscurò la luce del sole, qualcosa di imponente, minaccioso… qualcosa, anzi, qualcuno che speravo proprio di non incontrare.
Thresh lasciò la presa su Clove ed arretrò di alcuni passi: - Andiamo via di qui…
Megan si alzò tempestivamente in piedi e, dopo aver scoccato uno strano sguardo a Cato ancora per terra – uno sguardo che non riuscii a capire cosa volesse esprimere – strinse forte il bastone nella mano e si allontanò: - Rhyan…
Mi alzai un po’ tentennante, tenendo d’occhio Marvel. Tuttavia, il mio avversario non era affatto interessato a me: continuava a fissare ad occhi e bocca spalancati l’imponente figura che si stagliava a pochi passi da lui.
Salopette marrone e logora, t-shirt bianca ormai tendente al grigio, enorme ascia stretta tra le mani e maschera di cuoio, ormai rovinato, per celare il viso.
Il tributo maschile del Sette. Il gigante misterioso. L’Incognita.
Abbassò lentamente lo sguardo su Glimmer, seduta contro una roccia, che lo fissava terrorizzata, stringendosi la spalla sanguinante. L’ascia si sollevò quasi meccanicamente.
- GLIMMER!
Vidi Cato sfrecciare verso il gigante, con la spada in mano, mentre uno dei coltelli di Clove si impiantava nel polso del tributo, che però, dopo un attimo di stupore, se lo tolse con un grugnito.
- Rhyan!
La voce di Megan giunse alle mie orecchie, ma ero come incantata ad osservare il duello tra il ragazzo del Sette e i Favoriti.
Il gigantesco tributo – che di sicuro superava perfino Thresh in altezza- osservava con fare calmo e quasi incuriosito i giovani del Due che cercavano di allontanarlo dalla ragazza ferita.
- Marvel, porta via Glimmer!- ordinò Cato all’altro, che, senza replicare, prese in braccio la compagna e si allontanò verso Est.
- RHYAN!
Questa volta, la voce di Megan era troppo insistente e severa per venire ignorata.
Gettandomi di tanto in tanto delle occhiate veloci alle spalle, corsi dietro lei e Thresh verso il boschetto, con la tremenda visione del ragazzo mascherato fissa nella testa.
Non so dire per quanto corremmo, so solo che, una volta giunti, finalmente, al riparo, sotto la protettiva e ombrosa chioma degli alberi, crollai in ginocchio esausta.
Katniss ci aspettava insieme a Yules e Rory, che corse subito ad abbracciarmi: - Avevo paura… avevo paura di non vederti tornare…
La strinsi forte a me, ansimando, mentre il nostro giudice tirava un sospiro di sollievo: - Spero che quel bestione terrà a bada Cato e gli altri almeno per un po’…
- Dite che li ucciderà?- domandò Yules con una punta di speranza nella voce.
- Non lo so…- mormorò Megan, gettando delle occhiate pensierose verso il deserto. Avrei quasi osato dire che l’idea del gigante che faceva a pezzi i Favoriti non le andasse molto.
- Bene, direi che un problema, al momento, è risolto- borbottò Thresh – Ora dobbiamo solo raggiungere le grotte…
Mi alzai in piedi, senza smettere di stringere Rory, e feci un passo in avanti, quando qualcosa mi bloccò.
Un sibilo acuto ci fece sobbalzare, poi, Katniss lanciò un grido, mentre uno shuriken d’argento le feriva leggermente un braccio.
- Merda!- gridai.
Un secondo sibilo mi fece voltare, questa volta, però, appena in tempo per vedere qualcosa dirigersi verso di me. Spinsi Rory da una parte, mentre una strana fitta, simile ad una puntura, mi fece tremare la gamba destra.
Abbassai lo sguardo, estraendo incredula la strana freccetta dai colori sgargianti, il cui ago, abbastanza spesso, era macchiato del mio sangue.
- Rhyan!
Uno strano calore iniziò ad irradiarsi dalla coscia fino al ginocchio, facendomi imprecare pesantemente.
La risata psicopatica di Meyer riecheggiò tra gli alberi.

***

Angolo dell’Autrice: Ok, credo dovrò punirmi da sola per avervi fatto aspettare così tanto.
Comunque: abbiamo incontrato gli ex Favoriti e fatto la conoscenza, seppur breve, del ragazzo del Sette. Chissà se si rivelerà un amico oppure una minaccia per Rhyan & Co?
Per quanto riguarda il personaggio di Meadow, è stato creato come controparte dell’autrice darkangel98, che mi sta recensendo a raffica e che io adoro! XD
Come si deduce dall’ultimo pezzo, Meyer è tornata e ha lanciato una strana freccetta contro Rhyan. Di cosa sarà impregnato l’ago? Accetto scommesse e speriamo bene per la nostra protagonista XD
Ah sì, Rory è una Potterhead! XD
Bene, spero il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capisco che a volte è meglio essere uccisi ***


Avvertimento: Questo capitolo contiene una scena abbastanza “spinta” (= violenza sessuale). Naturalmente ho cercato di renderla meno esplicita possibile (anche per evitare di mettere il rating rosso), ma mi sembra comunque giusto avvisarvi in anticipo. Spero di non turbare nessuno XD

Cercai di afferrare la balestra, ma la gamba cedette sotto il mio peso e crollai a terra in ginocchio.
-Che cazzo succede?- ansimai, mentre sentivo l’arto perdere sensibilità e irrigidirsi. Rory mi fissò preoccupata, portando la punta della freccetta vicino al naso.
Megan si guardò attorno, cercando di individuare da dove provenisse la risata, imitata da Katniss e Thresh, anche se mi sembravano tutti e tre in difficoltà.
- Temo sia avvelenata- osservò Yules, indicando la freccetta che Rory teneva in mano.
- Infatti è così- rispose la mia ragazza con voce tremante – E’ un veleno paralizzante… attacca i muscoli e le articolazioni…- frugò nervosamente negli zaini, alla ricerca di una possibile cura, ma dopo un po’ gettò a terra l’ultimo zaino con un gesto di stizza – Maledizione non abbiamo un antidoto!
- Quanto mi rimane?- domandai ansimante, mentre sentivo il veleno passare alla gamba sana.
- Il mio veleno agisce completamente in un’ora- rispose la voce di Meyer, risuonando tra gli alberi – In trenta minuti ti immobilizzerà completamente. Dopodiché, inizierà ad attaccare le tue funzioni vitali. Considerando la tua stazza potresti anche avere la fortuna che l’effetto tardi di qualche minuto, ma se non trovi l’antidoto giusto sei comunque spacciata!
Katniss scoccò una freccia, ma la risatina della nostra nemica fece capire che il dardo non era andato a segno. Improvvisamente, però, udimmo Meyer imprecare e, pochi istanti dopo, due voci poco rassicuranti ci fecero gelare il sangue nelle vene.
- Balthor ed Heles!- gridò allarmato Yules – E adesso cosa facciamo?
Thresh si guardò rapidamente intorno, poi costrinse Katniss ad abbassare l’arco: - Andate.
- Cosa?- si stupì il nostro Giudice di Gara – Thresh che stai…
- Ho detto andate!- insistette lui – Aiutate Rhyan a camminare e scappate. Siete troppo provate dal passaggio nel deserto per affrontarli. Li terrò occupati io.
Cercammo di protestare, ma il ragazzo fu irremovibile: - Sbrigatevi, non c’è tempo!
Katniss sospirò, poi, aiutata da Megan, mi fece alzare in piedi e mettere un braccio attorno alle sue spalle: - Dio, quanto pesi…
Rory gettò uno sguardo triste a Thresh, il quale, dopo essersi illuminato, tirò fuori una catenina d’oro con un ciondolo e gliela porse: - Per favore, se riesci a sopravvivere, dallo a Meadow.
Rory annuì, con le lacrime agli occhi, poi, dopo essersi messa in tasca la catenina, iniziò a correre insieme a Yules attraverso gli alberi. Cercando di andare il più veloce possibile, li seguii, appoggiata a Katniss e Megan.
Ebbi il tempo di girarmi per guardare un’ultima volta Thresh, che veniva raggiunto dai due Favoriti, poi il rumore secco delle armi mi costrinse a voltarmi e proseguire.
Una decina di minuti dopo, un cannone sparò.

Ci volle almeno un quarto d’ora prima di arrivare alle tanto sospirate grotte. Quando ne raggiungemmo una sufficientemente nascosta, avevo entrambe le gambe immobilizzate.
- Andate a sistemare gli zaini dentro- ordinò Katniss a Rory e Yules – Noi vediamo di trovare qualcosa di utile per il veleno.
Lei e Megan mi fecero sedere, appoggiandomi con la schiena contro la parete esterna della grotta. Erano entrambe sudate e ansimanti.
- Non me siento più le sspalle!- si lamentò Megan, stirandosi con una smorfia – E’ stato anche peggio de attraverrsare el desserto!
- Beh, scusa tanto- borbottai offesa – Cosa ti aspettavi, una persona di un metro e ottanta non può essere una piuma!
Megan mi lanciò un’occhiataccia e Rory, uscita dalla caverna, mormorò in tono di rimprovero: - Però potresti almeno ringraziare, Rhyan.
Alzai gli occhi al cielo, poi dissi semplicemente: - Grazie, Katniss.
- A la mierda!- sibilò Megan, voltandosi offesa verso il bosco che ci circondava.
Rory scosse la testa, poi si rivolse a Katniss, intenta ad ispezionare il terreno: - Dovresti curarti quel taglio. Potresti fare infezione.
La ragazza si osservò distrattamente il braccio e diede un’alzata di spalle, ma Rory fu irremovibile.
Yules portò fuori il kit di Pronto Soccorso e Katniss, dopo aver sorriso, iniziò a medicarsi da sola.
Gettai un’occhiata scocciata alle mie gambe paralizzate e tolsi la fasciatura con la quale avevo cercato di contenere la diffusione del veleno. Non era servita a nulla.
- Dobbiamo dividerci i compiti- disse il nostro giudice, una volta che ebbe finito di bendarsi il braccio – Io proverò a dare un’occhiata in giro, cercando di tenere lontani eventuali nemici.
- Vengo con te- decise Yules, prima che Megan potesse protestare – Sono stufo di star qui con le mani in mano.
- Bene- rispose Katniss – Megan e Rory, una di voi potrebbe cercare delle erbe che riescano perlomeno a rallentare l’avvelenamento. L’altra è meglio che resti qui.
- D’accordo- rispose Rory, dirigendosi verso un punto in cui la vegetazione era più fitta – Ho letto alcune cose utili prima di entrare nell’Arena. Spero solo di trovare quello che cerco…
Voleva mostrarsi tranquilla, anche se le tremava la voce. Non sarebbe mai riuscita a stare ferma accanto a me mentre agonizzavo e, forse, non si fidava ancora del tutto della nostra alleata, che avrebbe benissimo potuto cogliere l’occasione per abbandonarci. E poi doveva essere sconvolta per la faccenda di Thresh. Chissà per chi era suonato il colpo di cannone?  
Megan sbuffò e sedette su una pietra poco distante da me, osservandomi con la coda dell’occhio, un po’ accigliata.
Forse avrei dovuto scusarmi per prima, ma ero troppo impegnata ad imprecare per via del veleno, che stava lentamente superando il mio bacino.
Una decina di minuti dopo, Rory era appena ripartita alla ricerca di altre erbe mediche, dopo aver provato a coprirmi la puntura con una foglia, e non avevamo ancora notizie di Katniss e Yules.
La cosa positiva era che non si erano più sentiti colpi di cannone, anche se non avevo nemmeno la forza per rassicurarmi.
Il mio corpo era completamente paralizzato dalla testa ai piedi, riuscivo a malapena a parlare e battere le ciglia. Per di più, avevo iniziato ad essere scossa dai brividi, il che significava che mi stava salendo la febbre.
Megan si inginocchiò accanto a me, mi posò la mano sulla fronte e si morse il labbro inferiore con aria poco rassicurante.
Biascicai qualcosa di incomprensibile e lei, dopo essersi guardata attorno, sospirò: - Quell’erba non serve a nulla. Te ssierve uno ssponsor.
La fissai con aria interrogativa, mentre si toglieva la giacca e la posava a terra.
- Co…sa…fa…i?- sillabai a fatica.
Lei evitò il mio sguardo e fece un respiro profondo: - Torrno ssubito. Vado… vado un ssecondo alla cascatta…
Si sfiorò nervosamente la spallina della canotta nera che indossava e solo allora intuii che cosa volesse fare: - Me…gan?
- Torno ssubito- mormorò con voce rotta. Pareva che fosse sul punto di mettersi a piangere.
Con uno sforzo immane, provai ad afferrarle la mano, ma riuscii appena a muovere le dita: - No…
I suoi occhi nocciola si spostarono di scatto verso di me. Erano lucidi.
- Vuoi quello ssponsor o no?- domandò con veemenza, cercando di mascherare un po’ la voce incrinata con un tono aggressivo. Mi guardò poi con aria supplicante, mormorando appena: - Non renderrmi le cosse più difficili…
Emisi un gemito, mentre la gola mi si bloccava, e non potei far altro che osservarla allontanarsi, mentre la testa cominciava a girarmi forte. In quegli infernali cinque minuti ebbi allucinazioni di ogni tipo, fino a quando due occhi- che mi ricordavano vagamente quelli di Rory- comparvero all’interno della mia visuale. Un istante dopo persi i sensi.

Quando ripresi conoscenza, mi ritrovai adagiata su un fianco, nel punto esatto in cui ero svenuta.
- Si sta riprendendo!
Cercai a fatica di individuare la persona che aveva parlato e, subito dopo, le labbra di Rory si posarono sulla mia fronte: - Rhyan, mi senti?
Con un grugnito provai ad alzarmi, ma fu necessario l’intervento di Katniss –ehi, da dove era spuntata fuori?- per rimettermi seduta.
Emisi un profondo respiro e mi guardai attorno: il nostro Giudice mi teneva ferma per le spalle, impedendomi di cadere, accanto a lei Rory mi fissava sorridendo.
- Cos’è successo?
Rory mi abbracciò e mostrò un piccolo paracadute d’argento, che riconobbi all’istante come uno sponsor: - Abbiamo almeno tre siringhe di antidoto a disposizione. Nym ci ha anche scritto un bigliettino con le istruzioni. Perché il veleno venga completamente neutralizzato ci vogliono due giorni, ma almeno ora sei fuori pericolo. L’unica cosa: non dovrai assolutamente agitarti. I nervi tesi ti provocheranno la paralisi immediata, è uno degli effetti della tossina. Fino a quando non l’avrai completamente smaltita dovrai restare assolutamente calma. Oh, ed evita di appoggiarti troppo alla gamba punta.
Niente agitazione? Mmmh, ero nei guai…
- Dov’è Yules?-domandai.
Katniss si guardò attorno: - E’ appena ripartito in esplorazione. Comunque non abbiamo ancora trovato pericoli qua in giro.
Annuii, alzando poi lo sguardo e vedendo Megan che mi fissava in silenzio, in piedi e a braccia conserte. I suoi capelli erano visibilmente umidi.
Katniss mi aiutò ad alzarmi e mi portò all’interno della grotta: - E’ meglio che stai qui dentro e ti riposi. Io e Rory andremo in avanscoperta per la prossima mezz’ora. Poi si darà il cambio con Megan.
Sbuffai un po’ dentro di me, al pensiero di ritrovarmi da sola con lei, ma poi pensai a quello che aveva fatto e mi sentii un po’ in colpa. Non mi sarei mai aspettata che si spingesse a tanto per aiutarmi, forse l’avevo giudicata male.
Mi sedetti su un masso e sospirai. Rory mi abbracciò di nuovo, mi baciò ed uscì dalla caverna insieme a Katniss. Megan mi lanciò un’occhiata torva e si mise a camminare avanti e indietro nervosamente.
Passammo diversi minuti in silenzio, durante i quali mi scervellai per trovare un argomento di conversazione. Infine, non riuscii più a trattenermi e sparai la domanda che più mi assillava: - L’hai fatto davvero?
Lei mi guardò appena, con la testa bassa: - Fatto cosa?
- Ma dai, che tono poco convincente!- esclamai, beccandomi un’occhiataccia- Sai bene cosa intendo.
Le sue mani si serrarono istintivamente sulle maniche della sua giacca nera: - Io… ssarei stata una vigliacca sse non avessi fatto nulla… io… tu avevi bissogno de lo ssponsor… era un giusto sscambio. Il prezzo… il pagamiento era equo. Quando non hai più arrmi a disposizione, un bel corpo puede ser una potentissima arrma… y ho pensatto que tra el pubblico doveva esserrci per forza qualcuno che avrebbe… apprezzato uno… un’esibissione…
Ebbe un singulto, mentre si passava nervosamente i palmi delle mani sulle braccia.
Mi sentii uno schifo: okay, non era proprio il massimo della simpatia e dava parecchio sui nervi con quel suo modo di fare altezzoso. Però… ciò che aveva fatto per me era davvero tanto, troppo, per passarci sopra. Ed io non avrei di sicuro mai fatto la stessa cosa per lei…
- Megan, io…- cominciai, ma lei mi zittì con un cenno. Tendendo l’orecchio.
La imitai, ma, in un primo istante, non sentii nulla. Poi, però, uno strano ronzio mi fece insospettire: - Che cosa…
Un oggetto tondo venne lanciato dentro la grotta. Accadde tutto in un attimo.
Megan fece appena in tempo a spingermi da parte che una violenta esplosione fece tremare le pareti della caverna.
L’onda d’urto, unita alla spinta di Megan, mi fece fare un bel volo, che terminò con un ruzzolone dietro ad un gruppo di massi.
Alzai la faccia dal terreno, sputando quella che pareva ghiaia, e misi a fuoco a fatica quello che avevo davanti.
Delle voci poco rassicuranti giunsero alle mie orecchie e, attraverso la fessura che si trovava tra i due massi accanto alla mia testa, riuscii a scorgere l’imponente figura dell’ex Favorito del Due. Una voce femminile, che mi sembrò appartenere a Glimmer, trillò entusiasta: - Wow, che botto! Questi piccoli esplosivi sono incredibili!
Provai ad alzarmi, anche se mi resi conto, con orrore, che l’agitazione mi aveva letteralmente paralizzata, esattamente come aveva detto Rory.
Imprecai pesantemente, anche se non riuscii a muovere le labbra, e mi preparai al peggio. Tuttavia, mi accorsi presto che gli ex Favoriti non mi avevano ancora vista. E, cosa più importante, non riuscivo a capire dove fosse finita Megan.
Con uno sforzo immane riuscii a strisciare qualche centimetro più avanti, trovando un punto in cui la visuale era migliore: Cato ed il suo allegro gruppetto stavano sghignazzando beatamente. Il sangue mi si gelò nelle vene: Megan era accasciata contro una roccia, evidentemente stordita, e, tenuto ben stretto da Glimmer, Yules fissava ad occhi spalancati la compagna a terra.
- MEGAN!- gridò, singhiozzando – NO! MEGAN!
- Chiudi il becco!- lo zittì Clove, puntandogli un coltello alla gola – Stupido moccioso!
Yules cercò di dimenarsi, ma Glimmer gli diede un brusco spintone, gettandolo contro una delle pareti rocciose della grotta. Sembrava essersi ripresa bene dalla ferita alla spalla.
Yules emise un gemito, poi cadde a terra privo di sensi.
Percepii un brontolio cupo e capii che proveniva da Megan. Bene, quindi era ancora viva… anche se, vista la situazione, lo sarebbe stato ancora per poco. Ed io non potevo fare niente per impedirlo.
- Me…gan…
Non riuscivo a calmarmi e quindi, presto, anche le mie corde vocali si bloccarono. Maledetto veleno!
Il ragazzo di nome Marvel si guardò attorno, poi si rivolse ai suoi compagni: - Non dovrebbero esserci anche altre ragazze? Oltre alla Everdeen c’erano due Favorite del Quattro…
- Chi se ne importa!- rispose spiccia Clove – Abbiamo tutto il tempo per trovarle! Nel frattempo, occupiamoci di lei!
Fece un passo verso Megan, con il coltello sguainato, ma Cato la precedette: - Guarda un po’ che bella sorpresa! La ragazza sexy a terra e incapace di difendersi! Si può chiedere di meglio?
I suoi compagni scoppiarono a ridere e lui si inginocchiò accanto a Megan, alzandole il mento con le dita: - Ho apprezzato molto il tuo spogliarello alla cascata, lo sai?
- Altroché!- fece eco Marvel – Ora, per ottenere sponsor, ci si può anche spogliare davanti a tutti! Se l’avessimo saputo l’avremmo fatto anche noi tre anni fa, giusto, ragazze?
- Oh, piantala, Marvel!- rispose Clove, anche se, dal ghigno che aveva sulla faccia, era evidente che le veniva da ridere.
Glimmer si avvicinò a Cato e sfoderò un lungo pugnale: - Facciamola fuori e poi andiamo a cercare gli altri. Chissà che questa buffonata finisca presto, voglio tornare a casa.
- Un momento- rispose il ragazzo con un tono decisamente troppo basso e tranquillo per i miei gusti. Riuscii, nella penombra, a notare lo scintillio dei suoi occhi celesti: - Perché solo il pubblico si deve divertire? Voglio divertirmi anch’io un po’, prima di finire il lavoro.
- Oooh!- fece Marvel, con aria maliziosa – Lo spogliarello ti ha un tantino gasato?
Cato gli strizzò l’occhio, poi fissò Megan con aria sadica: - Sì, direi che me lo merito un pochino di divertimento…
Clove scosse la testa e Glimmer indietreggiò di qualche passo: - D’accordo, ma non metterci troppo.
Provai a muovere un dito, cercando di impormi di stare calma, ma senza risultato. Sentirmi inutile non fece altro che aumentare il mio nervosismo.
Con una delicatezza quasi tagliente, Cato girò Megan sulla schiena ed iniziò ad armeggiare con la sua cintura.
- N-no…
Un gemito soffocato uscì dalle labbra della ragazza, mentre un rivolo di sangue le colava da un taglio sulla fronte.
- Oh, non ti preoccupare- le sussurrò Cato in tono suadente, mentre le abbassava la cerniera dei pantaloni- Piacerà ad entrambi.
Fece scorrere più volte le mani sul corpo di Megan, baciandola di tanto in tanto sul collo, poi, quando si sentì soddisfatto, si abbassò la cerniera dei jeans e si alzò in piedi, sollevando la ragazza senza alcuno sforzo e reggendola per le gambe, in modo da avere i bacini attaccati tra loro.
Marvel lo incitava sghignazzando, Clove sfotteva Megan con frasi sconce e Glimmer si limitava ad osservare con un sorrisino sadico stampato sulla faccia.
Il mio nervosismo era alle stelle, così come i livelli della mia paralisi. Non riuscivo nemmeno a piangere: ero così furiosa che di sicuro ci avrei messo parecchi minuti prima di riacquistare la mobilità.
Cato sussurrò qualcosa all’orecchio di Megan, che teneva la testa appoggiata alla sua spalla, troppo debole per reagire. Poi, diede un violento colpo di reni. Un gemito soffocato uscì dalle labbra della mia amica. Poi un altro colpo, e un altro ancora.
Non riuscivo a girare la testa e la visione di ognuno di quei colpi era come una pugnalata per me. Pensai di chiudere gli occhi, ma non ce la feci. Non sarebbe cambiato nulla: i grugniti di piacere del bestione e le grida soffocate di Megan bastavano a farmi gelare il sangue. Di tanto in tanto, Cato le sussurrava qualcosa all’orecchio, probabilmente commenti idioti e sadici.
Non potei fare altro che guardare, impotente, furiosa, distrutta. Mai nella vita avevo assistito ad uno spettacolo più orribile.
-Guarda il lato positivo, Dolcezza!- urlò Clove con un sorriso a trentadue denti – Se fossi riuscita a vincere avresti ne passate di peggio!
- Com’è sentirsi di pubblico dominio?- fece eco Glimmer, con un tono leggermente incrinato. Dal modo in cui guardava la scena, sembrava quasi sapere cosa significasse subire violenza e, forse, si sentiva appagata nel vedere qualcuno incastrato in una situazione in cui poteva essersi trovata lei stessa in passato.
Marvel non faceva altro che ridere e incoraggiare l’amico: - Bravo, divertiti anche per me, che non posso fare queste cose con mia sorella che guarda!
La testa iniziò a girarmi. Non riuscivo nemmeno più a pensare. Avevo le guance rigate dalle lacrime, anche se non ce la facevo a piangere come avrei voluto.
Finalmente, con un ultimo, doloroso affondo, il bestione biondo pose fine allo spettacolo. Appoggiò Megan contro una roccia, si tirò su la cerniera dei pantaloni e si voltò soddisfatto verso i compagni: - Penso che quelli di Capitol si siano goduti lo spettacolo, che ne dite?
Marvel annuì con entusiasmo e Clove si fece avanti con aria impaziente: - Sì, d’accordo, ma ora uccidiamola. Può darsi che i suoi compagni siano nelle vicinanze.
- Va bene, me ne occupo io- tagliò corto Cato – Voi andate a cercare la Everdeen, che non vedo l’ora di sistemare a dovere. Magari le urla della sua amichetta l’hanno attirata qui.
- D’accordo- rispose Clove, facendo un cenno a Marvel – Anche io vorrei trovarla.
- Raggiungici quando hai finito, Cato- fece eco il ragazzo dell’Uno, strizzando l’occhio all’amico.
Non appena furono usciti dalla caverna, Glimmer si avvicinò a Megan con il pugnale sguainato, ma Cato la fermò: - Dallo a me- le disse in tono convincente – Me ne occupo io.
- Sicuro?-domandò lei, gettando un’occhiata sprezzante alla mia amica.
- Sì, sì, tu và pure con Marvel e Clove a cercare Katniss. Se la trovate, ve la lascerò uccidere come preferite.
Glimmer sorrise e gli diede il pugnale in mano:- Ci vediamo più tardi.
Cato la osservò trotterellare fuori dalla grotta, dopodiché si inginocchiò davanti a Megan.
“Ci siamo” pensai, con una morsa allo stomaco “E’ finita. E’ finita e io non posso fare niente”
Mi sentii in colpa, disperata, furiosa. Non potevo muovermi per aiutarla e non l’avevo ancora ringraziata per avermi procurato le medicine. Non avrei mai più potuto farlo e questo mi provocò un doloroso singulto.
Con gli occhi appannati dalle lacrime, riuscii appena a vedere Cato che le chiudeva la cerniera dei pantaloni. Poi alzò il braccio, pronto a colpire.
“Addio Megan” pensai “Mi dispiace tanto. Giuro che ti vendicherò!”
Il pugnale si abbassò rapidamente, fino a quando non incontrò un bersaglio. Ci fu un gemito, un fiotto di sangue. E poi il silenzio.
Avevo gli occhi sbarrati, il respiro corto. Non riuscivo a credere a quello che avevo appena visto.
Pensavo che Cato avrebbe piantato il pugnale nella gola di Megan, e, invece, si colpì il braccio destro, poco sotto la spalla.
Avvertii un singulto soffocato da parte di Megan, che doveva essere ancora più sorpresa di me, e vidi la faccia del ragazzo contrarsi in una smorfia di dolore.
Cato inspirò a fondo, cercando di non urlare, poi estrasse la lama dalla propria carne, stringendo i denti. Trasse altri profondi sospiri, poi posò il pugnale a terra e si premette la mano sinistra contro la ferita.
Non appena ebbe regolarizzato un po’ il respiro, si osservò il palmo macchiato di sangue, dopodiché iniziò a strofinare le dita contro il collo di Megan, lasciandole dei segni rossi decisamente realistici.
Andò avanti così per un po’, fino a quando la gola della ragazza non fu completamente insanguinata, poi, sempre col fiato corto, si tolse la giacca e si strinse un fazzoletto di seta attorno al braccio ferito.
Sospirò di nuovo, poi, una volta che si fu rimesso la giacca, si chinò verso Megan e le disse semplicemente: - Non muoverti.
Lei si limitò a fissarlo, probabilmente non c’era bisogno di una simile raccomandazione, dato che era ancora stordita, ed emise un cupo brontolio.
- Cato?
La testa bionda di Glimmer fece capolino sulla soglia della grotta – Hai finito?
Il ragazzo si alzò in piedi e, col pugnale in mano, indicò il collo di Megan: - Sì, è stato anche troppo facile. Ormai era già andata.
La Favorita gli sorrise e lui la raggiunse come se tutto fosse nella norma, anche se era chiaro che cercava di muovere il braccio destro il meno possibile. Si voltò un’ultima volta a guardare Megan a terra, poi uscì dalla caverna.
Ero scioccata, furibonda, confusa.
Che cavolo si era fumato quel bestione? Dopo averla violentata davanti a tutta Panem, invece che finirla la salvava?
Provai di nuovo a muovermi, ma ero ancora troppo innervosita. Megan non si muoveva e Yules era letteralmente sparito. Pregai che fosse sgattaiolato via durante lo stupro e che non l’avessero portato fuori Clove e Marvel per finirlo. Non avevo sentito cannoni, ma tutto quel frastuono avrebbe potuto benissimo coprire qualsiasi altro rumore esterno.
Dopo minuti che parvero eterni, Katniss e Rory entrarono di corsa nella grotta.
Un’espressione di sgomento si dipinse nei loro volti, mentre vedevano il macello provocato dall’esplosione.
-Megan! Rhyan!
Katniss corse ad inginocchiarsi accanto alla mia amica, inorridita dal sangue che le bagnava la gola. Rory iniziò a singhiozzare, quando, all’improvviso, mi tornò un filo di voce e la chiamai: - Ro…ry…
I suoi occhi azzurri mi cercarono ansiosi, fino a quando non riuscirono ad individuarmi: - E’ lì! Dietro i massi!
Katniss la aiutò a trascinarmi verso la soglia della caverna. Gli occhi di Rory erano gonfi per le lacrime: - Oh, Rhyan, è orribile! La povera Megan…
- E’… viva- balbettai, con una voce orribilmente rauca – Almeno… credo…
Katniss spalancò gli occhi e si fiondò a controllare. Premette le dita contro la parte sinistra della gola della ragazza e sussultò: - E’ viva! Com’è possibile?
- Il… sangue… non è… suo…
Rory mi sedette contro un masso e mi aiutò a bere un sorso d’acqua e, una volta che mi fui calmata, riuscii piano a riacquistare la sensibilità alle mani e al viso.
- Sono arrivati qui gli ex Favoriti- spiegai, raccontando loro come erano andate le cose.
I volti delle due ragazze passarono da preoccupati a inorriditi a confusi. Evidentemente, avevano capito meno di me la situazione.
- Che senso ha?- brontolò Katniss, controllando le ferite di Megan, ancora priva di sensi – Cato che salva un’avversaria? Non mi sembra nel suo stile…
- Dopo averla violentata, per giunta- borbottai, mordendomi la lingua per la rabbia al ricordo di quella terribile visione.
- Non penso sia nel suo stile nemmeno questo.  
Rory mi abbracciò con fare comprensivo: - Non posso nemmeno immaginare cosa abbiate passato in questi ultimi minuti! Lei stuprata e tu costretta a guardare! Oh, se fossimo arrivate prima!
- Probabilmente vi avrebbero uccise- conclusi, cercando un po’ di consolarla.
- O forse avremmo risparmiato a Megan uno shock tremendo- mormorò Katniss, indicandomi una strana chiazza sui jeans della ragazza svenuta, una chiazza che pareva sangue.
Aggrottai la fronte, poi, un brivido mi corse lungo la schiena: - Era vergine…
-Già- annuì Katniss – Immagino che sia stato tremendamente doloroso per lei.
Strinsi il pugno, controllando a malapena la rabbia. Non mi importava più che Cato l’avesse salvata, il primo gesto contava di più per me e giurai che l’avrebbe pagata cara.
- Si riprenderà?- domandò Rory con fare apprensivo.
- Penso di sì- rispose Katniss abbastanza convinta – Fisicamente è forte. Speriamo solo che non ne esca pazza. Comunque, non è più conveniente stare qui. Non appena riuscirai a muoverti, Rhyan, dovremmo trovare un posto più sicuro. E magari cercare Yules…
Uno strano rumore proveniente dall’esterno attirò la nostra attenzione.
- Cos’è stato?- mi allarmai, cercando di dare un’identità al suono.
Katniss scattò in piedi e si avvicinò rapidamente alla soglia della grotta: - E’ la trappola per umani che abbiamo piazzato io e Rory poco fa!- esclamò, voltandosi poi verso di noi – Abbiamo preso qualcosa!

***
Angolo dell’Autrice: Dopo secoli di ritardo pubblico questo capitolo un po’… crudo.
Vi dirò la verità: era da prima di iniziare a scrivere la storia che mi ero immaginata questa scena e non vedevo l’ora di scriverla. Lo so, suona sadico, ma mi piace mettermi alla prova anche descrivendo situazioni cruente come questa. Spero di non avervi traumatizzati XD
Comunque, siamo giunti a un punto cruciale della storia: cosa accadrà alle nostre ragazze? Cosa o chi hanno catturato? Dov’è finito Yules? Perché Cato ha fatto quel che ha fatto?
Spero di non metterci troppo ad aggiornare,
Grazie per aver letto, kisses! <3
Tinkerbell92

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Otteniamo un prigioniero poco desiderato ***


Colta da un’insolita scarica di adrenalina, balzai in piedi, ignorando i giramenti di testa, e mi caricai Megan sulle spalle. Katniss e Rory mi fissarono sbalordite.
- Che stai facendo? Mettiti subito seduta!- strillò Rory in tono severo.
Scossi la testa, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro: - Sto bene, davvero. Oh, se sto bene!- ormai il mio sorriso era diventato un ghigno – Non sono rimaste molte persone nell’Arena… e se quello che penso è corretto…
Le due si scambiarono una veloce occhiata confusa ed io, senza aspettarle, mi avviai spedita verso l’uscita della grotta.
In un primo momento i raggi del sole mi fecero venire la nausea, ma poi, facendomi forza, drizzai la schiena e chiamai le mie compagne: - Dove avete messo la trappola?
Le ragazze mi raggiunsero e Katniss indicò con un sospiro un punto impreciso davanti a noi: - Vieni, faccio strada.
Rory mi lanciò un’occhiataccia e mi passò davanti con aria stizzita. Odiava quando facevo l’irresponsabile, soprattutto nei momenti in cui la mia salute era precaria.
Katniss spostò lentamente i rami di un cespuglio e, dopo aver dato una sbirciata, trattenne a stento un’esclamazione. La cosa mi provocò un insolito senso di soddisfazione: la maggior parte di coloro che potevano essere rimasti intrappolati rientrava nella mia lista nera.
Meyer, Balthor, Heles, … e, perché no, uno dei nostri cari ex Favoriti!
In alternativa, avremmo potuto trovare anche Yules, il che sarebbe stata una cosa positiva. Le uniche persone che speravo di non trovare erano Marina, il ragazzo dell’Otto – del quale non mi importava granché - e il Gigante del Sette. Ma, chissà perché, mi sentivo piuttosto ottimista in quel momento.
Non appena mi sporsi per vedere oltre la spalla di Katniss, un ghigno malefico si stampò sul mio volto: a qualche metro da noi, Marvel e Clove erano inginocchiati a terra, cercando di rompere la rete con dei coltelli, mentre Glimmer, in piedi dietro di loro, continuava a guardarsi intorno ansiosamente.
Dentro la trappola, Cato lo Scimmione, il primo della mia Black List, tentava invano di tagliare i fili con la spada, bloccato a terra e parecchio intralciato nei movimenti.
Non potevo chiedere di meglio!
- Rory- sussurrai, posando a terra Megan e senza distogliere lo sguardo dai quattro ragazzi – Passami la balestra, tesoro…
Le voci degli ex Favoriti giungevano alle nostre orecchie distintamente, facendo trasparire nervosismo e ansietà.
- Merda, perché non si rompe?- imprecava Clove, che stava praticamente massacrando la lama del proprio coltello – Marvel, perché ti sei fermato?
- Mi sono tagliato!- protestò l’altro – Di che accidenti sono fatti questi dannati fili?
- Sembra quasi una specie di metallo elastico- osservò Cato, visibilmente furioso – Uno stramaledettissimo metallo che non ho mai visto prima…
- Perché infatti è stato prodotto solo l’anno scorso- intervenne Katniss con calma, uscendo allo scoperto, l’arco teso – L’ha inventato Beetee. E’ un metallo con memoria tattile: solo chi ha costruito la trappola può disattivarla, con un semplice tocco.
Marvel scattò in piedi, lasciando cadere il coltello che stava usando e facendosi passare la lancia da Glimmer: - Maledizione!
La bionda sfoderò in fretta il proprio lungo pugnale, mentre Clove, in preda ad un attacco di nervi, iniziò a mordere rabbiosamente i fili della rete, procurandosi dei bei tagli sulle labbra.
Affiancai Katniss, con la balestra carica: - Presi, stronzi.
Marvel si parò istintivamente davanti ai suoi compagni, fissandoci con aria di sfida: - Molto ingegnoso, davvero. Ma se pensate che questo basti a…
- Marvel- lo interruppe Cato – Andatevene.
- Cosa?
Il ragazzo dell’Uno sgranò gli occhi stupito: - Cato possiamo batterle! Basterà uccidere la Everdeen, tagliarle la mano e appoggiarla ai fili…
- Mi hai sentito- replicò fermamente l’altro – Non fate idiozie, loro hanno arco e balestra. E poi state perdendo tempo.
Fece passare la mano attraverso i fili della rete, serrando delicatamente la presa sulla mascella di Clove, ancora intenta ad azzannare la rete: - Clove, basta…- sussurrò.
La ragazza lo fissò ad occhi spalancati, fermandosi con un gemito di protesta e disperazione. Labbra e mento erano completamente insanguinati.
Gettai un’occhiata annoiata a Katniss, sfiorando la sicura della balestra: - Quando vuoi, eh. Chiudiamo questa storia, prima che sia tardi.
Tuttavia, lei non rispose e restò ferma immobile, in posizione di tiro, come assorta nei propri pensieri.
Cato approfittò del nostro momento di stallo per ordinare ai suoi compagni di andarsene, questa volta con maggior fermezza: - Maledizione sbrigatevi!
- Dovremmo lasciarti qui?- strillò Glimmer – Non se ne parla!
Fece un passo verso di noi, col pugnale alzato, ma la voce severa di Cato la fermò: - Vuoi tornare a casa o no?
A queste parole, anche Marvel e Clove trasalirono. Puntai la balestra, stufa di tutte quelle chiacchiere, ma la mano di Katniss mi costrinse ad abbassare l’arma.
- Mi spieghi che cazzo stai facendo?- soffiai inviperita – Dobbiamo ucciderli!
Marvel ci lanciò un’occhiata esitante, per poi voltarsi verso Cato. Il ragazzo biondo sorrise leggermente: - Vai, porta via le ragazze e finite il compito. Così vi faranno tornare a casa.
Il giovane dell’Uno sospirò, poi fece alzare Clove, la quale ci gettò un’occhiata furente ed iniziò a correre verso la parte interna del bosco.
- Glimmer- sussurrò poi, posando una mano sulla spalla della compagna – Andiamo.
Lei abbassò lentamente la mano stretta attorno al manico del pugnale e, dopo aver gettato uno sguardo sofferente a Cato, con gli occhi lucidi, si voltò e seguì di corsa il compagno verso la direzione presa da Clove. Avrei giurato che in quel momento stesse singhiozzando.
Mi sentii ribollire di rabbia, mentre osservavo Katniss fare un paio di passi verso Cato.
- Si può sapere che ti è preso?- strillai furibonda – Li hai lasciati scappare!
In tutta risposta, lei mi lanciò un’occhiataccia che non ammetteva repliche.
Sbuffai, voltandomi verso Rory, che aveva iniziato a trascinare Megan verso di noi: - Li ha lasciati scappare! Roba da matti!
Rory diede un’alzata di spalle, appoggiando delicatamente Megan contro un masso: - Valla a capire quella là.
Scossi la testa con un grugnito e, mettendo di nuovo la sicura, camminai a passo spedito verso il nostro Giudice, fermandomi dietro di lei.
Dall’interno della rete, Cato ci fissava con aria beffarda: - Allora, Dolcezze?- ghignò strafottente – Siete pronte a riempirmi di frecce?
- Chiudi il becco- sibilò minacciosa Katniss, sfiorando la piuma della freccia incoccata con il pollice – Non sei nella posizione adatta per far lo spiritoso.
Cato scoppiò a ridere, ma si interruppe non appena uno dei miei dardi si conficcò nel terreno, ad un millimetro dalla sua mano.
- Stupido scimmione!- ruggii – Te la farò pagare cara per quello che hai fatto a Megan!
Caricai nuovamente l’arma e la puntai dritta verso il suo cuore. Questa volta, Katniss non si oppose.
- Sei finito!- sibilai con un ghigno di trionfo. Stavo per scoccare la seconda freccia, quando un gemito alle mie spalle mi bloccò.
Mi voltai di scatto: Megan sbatteva le palpebre con veemenza, cercando di mettermi a fuoco. Mormorò qualcosa, che però non riuscii a capire.
- Come, scusa?- dissi, avvicinandomi a lei.
La ragazza ebbe un fremito, poi, cercò di scandire meglio: - N-no…
Rory la fissò con aria interrogativa: - No? No cosa, Megan?
Con un debole cenno del capo, la giovane indicò Cato, avvolto nella rete. Aggrottai la fronte, poi mi illuminai: - Oh, capisco! Ma certo, Meg, hai ragione!
Posai la balestra a terra e la presi in braccio: - Scusami, non ci avevo pensato. E’ giusto che sia tu ad ucciderlo, così potrai vendicarti.
Lei gemette di nuovo, ma interpretai il suo debole mugugno come una conferma.
La feci inginocchiare a pochi passi dalla rete, a distanza di sicurezza dal bestione che avrebbe potuto colpirci con la spada, e le misi un coltellino in mano: - Ti aiuto a lanciarlo, va bene?
Lei osservò la piccola arma per qualche secondo, continuando a sfiorarla con le dita. Poi, inaspettatamente, scosse la testa e la fece cadere a terra: - No.
- Non capisco…- mormorai confusa – Se tu non… oh… oh, ti prego dimmi che non vuoi risparmiarlo!
Megan alzò gli occhi felini su di me. Il suo sguardo non lasciava alcun dubbio.
- Risparmiarlo?- si stupì Katniss – Megan, sei sicura? Ho lasciato scappare gli altri apposta per permetterti di farlo, senza far sapere che sei ancora viva!
Rory si avvicinò di corsa a noi con una borraccia in mano. Aiutò Megan a bere alcuni sorsi, poi la ragazza latina si sforzò di parlare: - Non… voglio… ucciderlo… non… non voglio che muoia…
 Cercai di mantenere la calma: - Dopo quello che ti ha fatto?
- Sono cazzi miei!- sibilò lei, soffocando un attacco di tosse – Gli devo la vitta…
- Quindi cosa ne facciamo di lui?- sospirò Katniss, che pareva improvvisamente molto stanca.
Megan voltò piano la testa verso il bestione, poi sussurrò: - Teniamolo… come… osstaggio…
Mi morsi la lingua per non bestemmiare e, quando cercai di replicare, lei mi fulminò con lo sguardo: - Ssono io ad aver ssubito violensa… me siembra giussto poter decidere…
Rory aggrottò la fronte dubbiosa, mentre Katniss, dopo aver dato un’alzata di spalle, puntò di nuovo l’arco contro Cato: - La spada- ordinò - Falla passare attraverso la rete. Niente scherzi.
Il ragazzo iniziò a ridere, ma il nostro Giudice lo zittì all’istante: - Ho detto: la spada.
Cato emise uno sbuffo irrisorio, poi obbedì. Katniss posò immediatamente il piede sulla lama, poi si rivolse a Rory: - Liberalo.
Avvertii una stretta al cuore mentre la mia piccola si accingeva a far scattare il meccanismo.
- Ti avverto, Cato- continuò la ragazza del Dodici – Se provi a scappare o a fare una mossa falsa ti faccio diventare un puntaspilli!
Lui rispose con un grugnito, mentre i fili della trappola si ritiravano rapidamente. Mi avvicinai tempestivamente allo scimmione e, prima che potesse fare qualcosa, gli legai rapidamente le mani con una corda.
Non gli sarebbe stato difficile scappare se non fosse stato per Katniss che lo teneva sotto tiro.
- Quindi sono prigioniero- disse, con il suo solito sorrisetto beffardo.
Strinsi con forza il nodo della corda e sibilai velenosa: - Ringrazia la tua vittima.
Cato gettò un rapido sguardo a Megan, che si stava rialzando lentamente, aiutata da Rory, poi diede un’alzata di spalle: - Esattamente che programmi avreste ora? Volete dare la caccia agli altri oppure continuare a nascondervi?
Katniss lo ignorò e si voltò verso di me: - Che dici?
Aprii la bocca per rispondere, ma Megan mi interruppe: - Vorrei cercare Yuless… y farmi un bagno…
- Credo sia una buona idea- concordò Rory – Spero tanto che a Yules non sia successo niente di male.
- In caso, lo scopriremo stasera- sospirai, caricando la balestra – Andiamo alla cascata allora. Tu cammina davanti a me e Katniss- dissi poi rivolta a Cato – E niente scherzi.
 
Non pensavo ci volesse tanto ad arrivare alla cascata, probabilmente gli Strateghi avevano iniziato a movimentare le cose.
Dopo circa mezz’ora di cammino riuscimmo a raggiungere la sospirata méta, mentre il cielo cominciava ad imbrunire.
Slegai con riluttanza le mani di Cato – tenuto costantemente sotto tiro – e tirai fuori il filo speciale, quello con cui Katniss e Rory avevano creato la trappola. Lo annodai alla mano sinistra del bestione e poi l’assicurai all’albero più vicino al laghetto.
Stranamente, non provò nemmeno a opporre resistenza. Iniziai a sospettare che non fosse la freccia puntata di Katniss a renderlo così mansueto. Probabilmente c’era sotto qualcosa.
- Bene, Dolcezza- sussurrai velenosamente – Noi ne approfittiamo per lavarci un po’. Non ti azzardare a fare mosse false.
- D’accordo, d’accordo- rispose spiccio lui – Mi farò un sonnellino.
- Bene.
Lo osservai sospettosa, mentre si metteva seduto, con un odioso sorrisino stampato sulle labbra.
Megan mi passò vicino e, per un attimo, si scambiarono una breve occhiata.
- Vuoi fargli compagnia?- le dissi sarcastica. Lei alzò gli occhi al cielo e, togliendosi la giacca, si inginocchiò sulle rive del laghetto, iniziando a lavarsi via il sangue dalla faccia e dal collo.
Katniss si sistemò l’arco in spalla e la raggiunse, imitata da Rory. Io esitai.
Il bestione era disteso di schiena sul prato ed aveva appena chiuso gli occhi. Mi sembrava impossibile che fosse così tranquillo e non potevo fare a meno di sentirmi inquieta.
Poi, però, il piacevole rumore della cascata e le voci delle mie amiche mi distolsero da quei pensieri, anche perché la voglia matta di darmi una ripulita era diventata troppo forte.
Non appena immersi le mani nell’acqua fredda cominciai subito a sentirmi meglio. Mi bagnai il viso, le braccia, il collo, insomma, qualsiasi punto del mio corpo che non fosse coperto dai vestiti.
Avrei voluto tuffarmi e nuotare un po’, ma la sera si avvicinava e, per quanto ne sapevo, la temperatura avrebbe potuto abbassarsi bruscamente da un momento all’altro.
Mi diedi una leggera scompigliatina ai capelli e mi voltai verso Rory. Sedeva su un masso adiacente alla riva, con i piedi in acqua.
Sorrisi e mi avvicinai a lei lentamente: - Ci voleva, eh?
- Già- sussurrò, guardando dritta avanti a sé – Non ci allontaneremo troppo da qui, giusto?
- Beh… sarà meglio cercarsi un’altra grotta- osservai tristemente – E l’Arena cambia. Non so se domani troveremo più questo posto.
Rory abbassò lo sguardo e sospirò: - Giusto.
- Dispiace anche a me, amore- mormorai, sedendomi accanto a lei e cingendole le spalle con il braccio – Mi piace questo posto.
- Sì è molto bello- rispose lei, appoggiando la testa alla mia spalla – E’ tranquillo, solitario. E poi c’è l’acqua. Mi ricorda un po’ casa.
Avvertii una fitta di nostalgia, ma tentai di reprimerla: - Torneremo presto.
Lei esitò un attimo, ma poi preferì continuare il mio sogno a occhi aperti: - Sì… troveremo tutti lì ad aspettarci.
Le posai un bacio sulla tempia, poi mi alzai e raggiunsi Katniss, intenta a sistemare gli zaini.
- Che facciamo?- domandai, passandomi una mano tra i capelli umidi. Lei alzò lo sguardo verso il cielo, dubbiosa: - Mh, io direi di cercare un riparo più sicuro… tra poco sarà buio.
- D’accordo.
Mi caricai la balestra in spalla e raggiunsi l’albero a cui avevo legato Cato.
Lo scimmione continuava a sonnecchiare imperterrito, come se non ci fosse nulla che potesse disturbarlo. Megan sedeva accanto a lui, giocherellando distrattamente con i propri capelli. Non indossava la giacca e, “casualmente”, una giacca in pelle nera era magicamente comparsa per coprire il bestione dormiente.
Scossi la testa, mi avvicinai a lui e gli allungai un calcetto per svegliarlo, colpendolo al braccio destro: - Sveglia, Scimmione! Dobbiamo proseguire!
Cato si scosse con un gemito, strizzando gli occhi con aria confusa.
Megan mi fulminò: - Che sstai facendo?
- Oh, scusa- risposi in tono sarcastico – Volevi forse svegliarlo tu con un bacio?
I suoi occhi color nocciola saettarono di rabbia: - Chiudi el beco, Rhyan…- sibilò.
Cato gemette di nuovo, portandosi una mano sul punto in cui l’avevo colpito e reprimendo a stento una smorfia di dolore.
- Oh che esagerazione!- esclamai – Adesso questo si lamenta per un piccolo calcio!
Megan si sporse su di lui con aria seria, poi mi fulminò: - Razza d’idiota!
- Che succede?- domandò Katniss raggiungendoci – Perché questo trambusto?
Megan mi guardò malissimo, poi indicò Cato: - E’ ferito.
Aggrottai la fronte confusa, quando mi ricordai di un piccolo dettaglio: nella caverna, poco dopo aver violentato la ragazza, l’ex Favorito si era ferito da solo il braccio con il coltello di Glimmer. Lo stesso braccio – e, probabilmente, lo stesso punto – che avevo appena colpito. Ops.
- Vado a prendere il kit- sbuffai – Non sia mai che l’innamorata dia di matto…
- YO NON SSONO INNAMORATTA!- protestò con forza Megan.
Con un cenno annoiato, indicai la giacca in pelle che copriva il gigantesco ragazzo – E’ tua quella?
Lei spalancò gli occhi, arrossendo violentemente: - Ehm… no.
Scossi la testa, dirigendomi a falcate verso gli zaini. Rory, intenta a rimettersi gli stivaletti, mi guardò con aria interrogativa.
- Le piace ma non lo ammette- confidai ad alta voce, assicurandomi che Megan potesse sentire.
Lei non disse niente, anche se il suo nervosismo era lampante, soprattutto quando mi strappò brutalmente di mano la valigetta del Pronto Soccorso.
Mi sedetti su un masso accanto a Katniss, osservando con un sorrisetto idiota la nostra amica latina che aiutava il biondo a sedersi e a togliersi la giacca rossa. Sotto di quella, indossava solo un’attillata canotta nera, che gli lasciava scoperte le braccia muscolose.
- Dieci a uno che la Chica sviene- mormorai, mentre Katniss reprimeva a stento una risatina.
Megan ci lanciò delle occhiate assassine e sussurrò qualcosa a Cato, che si limitò ad annuire.
Il fazzoletto che si era avvolto attorno al braccio era completamente insanguinato.
- Dev’essere colpa del sangue che ha perso se è così tranquillo- osservò Katniss con un sussurro – Forse potremmo farne uscire ancora un po’…
Trattenemmo a stento una risata e, mentre Megan ci fissava sospettosa, sogghignai: - Non sarebbe male come idea…
Rory si avvicinò alla ragazza del Cinque, tenendosi a distanza di sicurezza da Cato, e domandò un po’ esitante: - Serve… ehm… una mano?
Megan scosse la testa, mentre incominciava a bendare il braccio del biondo: - No, ho quassi finito…
Stranamente, Rory non protestò, anzi, si limitò a raggiungere me e Katniss con un’espressione di sollievo sul volto. Era chiaro che non si fidava neanche un po’ del bestione e faceva bene: piccola com’era, avrebbe potuto stritolarla in un istante.
Non appena Megan terminò il suo lavoretto di crocerossina sexy, mi alzai dal masso e caricai la balestra: - Possiamo riprendere il cammino, giusto?
La ragazza mi guardò male e, senza dire nulla, chiuse la valigetta medica e andò a sistemarla nel proprio zaino. Cato la osservò allontanarsi, poi si voltò verso di me con un sorrisetto: - Essere belli è un’enorme vantaggio, sai? Guarda me, ad esempio: pensavo sarei morto una seconda volta, invece ho addirittura qualcuno pronto a curarmi.
- Tu morto avresti dovuto restarci e basta- sibilai, mentre le dita mi prudevano dalla voglia di piantargli una freccia in testa – Stupido scimmione.
Lui allargò il ghigno. Era chiaro che voleva farmi innervosire e ci stava riuscendo benissimo.
- La tua amica carina non sembra della tua stessa opinione- continuò, alludendo a Megan – Dopo quello che le ho fatto ha deciso comunque di risparmiarmi… significa che ha un debole per me e che ne so, magari ha pure apprezzato il nostro incontro nella grotta!
- Il motivo per cui ssei vivo- soffiò Megan, alle sue spalle – Es porque me ssientivo in debito con te!
Il ghigno sparì dalla faccia del bestione, che si zittì all’istante.
Megan lo fulminò con lo sguardo e continuò: - Tu hai ssalvatto la mia vitta. Io ho ssalvatto la tua. Ssolo per regolare i conti. Ora que ssiamo pari, te consiglio de far meno lo spiritosso. Y no- aggiunse furiosa – Non mi è piaciutto.
Cato sbuffò con aria irrisoria, ma era evidente che non si aspettava di fare una figura di merda simile, né di poter essere tanto stupido: facendo arrabbiare l’unica del gruppo alla quale importasse qualcosa di lui, si ritrovava completamente solo ed esposto. Da quel momento in poi, avrebbe dovuto fare attenzione.
- Rimettiamoci in marcia- sospirò Katniss, avviandosi verso Ovest – E speriamo di non perderci.
Feci cenno a Rory di camminare insieme a lei, poi mi voltai verso il nostro prigioniero, slegando il nodo che lo teneva ancorato all’albero.
- Muoviti- gli ordinai, puntandogli la balestra contro.
Cato alzò le spalle e fece qualche passò avanti, poi si fermò: - Ehi, Cinque!
Megan, che si era appena messa lo zaino in spalla, si voltò, squadrandolo con aria fredda: - Ssì?
Il ragazzo sorrise appena, poi le lanciò la giacca nera con cui l’aveva coperto prima: - Grazie.
Megan afferrò l’indumento al volo e lo fissò per alcuni secondi. Poi, alzò lo sguardo verso Cato per un istante e diede un’alzata di spalle. Le sue guance avevano assunto una tonalità parecchio vivace.
Farfugliò qualcosa che non riuscii a capire e si incamminò a testa alta dietro Katniss e Rory.
Lentamente, scese la sera.
 
***
Angolo dell’Autrice: Mmmh, forse il capitolo è un po’ noioso e non succede granché.
Spero comunque di non aver deluso nessuno, cercherò di rendere migliori i prossimi capitoli.
Allora, abbiamo Cato prigioniero, ma tutto il resto della combriccola è a piede libero. Di sicuro ne accadranno delle belle, anche perché il comportamento del ragazzo del Due è un tantino sospetto… ok, basta spoilerare! XD
Ah, ci terrei a precisare che, nonostante a Rhyan stiano sulle palle gli ex Favoriti (che vede come ostacoli alla salvezza di Rory), io li amo alla follia, soprattutto il nostro Cato che sto maltrattando parecchio XD
Ultima precisazione inutile: il nome di Prine si legge “Prin” (e non “Prain”), quello di Rhyan “Raian”, quello di Yules “Iuls”. Qualcuno me l’aveva chiesto, così rispondo in questo angolino inutile XD Se mi vengono in mente altre pronunce ambigue ve le scriverò.
Bene, finisco il mio monologo idiota e ringrazio coloro che hanno letto.
Alla prossima! :)
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1529681