L'ultima ruota del carro

di Harleen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap 1 ***
Capitolo 3: *** Cap 2 ***
Capitolo 4: *** Cap 3 ***
Capitolo 5: *** Cap 4 ***
Capitolo 6: *** Cap 5 ***
Capitolo 7: *** Cap 6 ***
Capitolo 8: *** Cap 7 ***
Capitolo 9: *** Cap 8 ***
Capitolo 10: *** Cap 9 ***
Capitolo 11: *** Cap 10 ***
Capitolo 12: *** Omake ***
Capitolo 13: *** Cap 11 ***
Capitolo 14: *** Cap 12a ***
Capitolo 15: *** Cap 12b ***
Capitolo 16: *** Cap 13 ***
Capitolo 17: *** Omake II ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


L'ultima ruota del carro

L'ultima ruota del carro

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PROLOGO

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Samantha Perkins è una strega. Una strega abbastanza anonima, tra l’altro.

No, non è una coraggiosa e fiera Grifondoro, con lunghi capelli castani ed occhi color del miele.

No, non è nemmeno una perfida e subdola Serpeverde, crudele quanto bella, capace di far girare la testa a tutti con il suo fascino da maledetta.

No, non stiamo parlando di una Corvonero, una seria, studiosa, intelligentissima Corvonero che sotto un’aria da secchiona nasconde un corpo mozzafiato.

E’ una Tassorosso. E questa, se permettete, è sfortuna bella e buona.

Perché se già di norma i Tassorosso – o Puzzolerosse, a seconda del capobanda a cui preferite dare retta – non godono di grande stima e considerazione, appartenere a quella disgraziatissima casa negli anni d’oro dei Malandrini è un po’ come passare l’inferno in terra.

Tutti parlano di Grifondoro. Sembra non esistere altra casa.

E’ ovvio che poi ti si presentino primini convinti di andare tutti a Grifondoro. Altrettanto ovvio è che il Cappello Parlante, il saggio Cappello Parlante appartenuto a Godric Grifondoro, inizia a smistarli un po’ ovunque. E poi ti trovi il mocciosetto che ti guarda stizzito e ti chiede che razza di schifo sia la casata di Tassorosso.

E’ un po’ avvilente, sapete.

.

Samantha Perkins, in quanto Tassorosso, non può beneficiare di connotati da Veela. Non è alta, non è bionda, non ha i capelli color ala di corvo con riflessi blu/viola/cosaneso, non ha i capelli rosso fuoco, non ha curve mozzafiato, non ha occhi di un improponibile color viola/rosso/rosa/verdesmeraldoilluminatodalprimoraggiodisoledell’albadell’equinoziodiprimavera/blumareintempestanellenottiincuibrillasolounagigantescalunapiena o cose del genere.

Ha i capelli castani, leggermente rossicci. Ha gli occhi castani anch’essi.

Ed è pallida.

Ma non ha la pelle che sembra di porcellana.

E’ pallida nel senso che sembra un cadavere. Quando nacque, la madre, credendo di non vedere il torace che pian pianino incamerava ossigeno per i suoi poveri polmoncini, la credette morta. Sapete cosa si prova a sentirsi raccontare tra le risate che avete dormito per un paio di giorni in una bara all’obitorio?

Non è piacevole, eh.

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Samantha Perkins gioca a Quidditch.

No, non è una cercatrice.

Come già detto, siamo nell’epoca d’oro di James Potter. Tutti vogliono fare i cercatori per cercare di umiliare Potter.

Illusi.

Lui è bravo, lui ha classe, lui è un Grifondoro. Insomma, signori, ancora non ci siamo rassegnati al nostro ruolo?

Samantha Perkins fa la battitrice. Ed è anche piuttosto brava, suvvia, siamo onesti. Ma è una Tassorosso.

Le partite di Tassorosso si concludono dopo pochi minuti, con il cercatore della squadra avversaria che tiene saldamente tra le mani il boccino.

Cosa vi aspettavate, partite epiche in cui la casa del Frate Grasso trionfa?

Lo ripeto: illusi.

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Samantha Perkins non può vantare un gran giro di amicizie, ne’ tantomeno una lista di pretendenti. Lei ha solo qualche conoscenza, e non ha mai avuto un ragazzo. Il motivo di entrambe le cose?

Samantha Perkins è il pessimismo fatto persona. Lei non vede grigio, lei vede tutto, sempre, senza nessuna eccezione, nero. Qualche sfumatura più scuro, se possibile. E’ la classica persona che, se vede qualcuno attraversare la strada di corsa, lo vede già a terra, in una pozza di sangue, la testa mozzata dalla ruota di una carrozza ed il corpo gravemente devastato a causa dei Thestral che immancabilmente gli camminerebbero sopra e proverebbero a cibarsi delle sue carni immediatamente dopo.

Ed essere una Tassorosso convinta che moriremo tutti di una terribile – credetemi, terribile – morte, non è esattamente un mix efficace per essere la ragazza più popolare della scuola.

Non è nemmeno la più odiata, capiamoci.

E’ semplicemente invisibile.

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Mhm…Suppongo che un paio di spiegazioni a fine capitolo siano dovute XD

Anzitutto, ho cercato di non creare una MarySue. Ci sarò riuscita? Boh, ora come ora non so proprio dirlo. Semmai basta avvisare, e le faccio venire una paresi facciale, un attacco di acne o qualcosa del genere XD

Seconda cosa: il titolo. Di norma l’ultima ruota del carro si usa per definire un nuovo arrivato che non conta niente, in questo caso…Beh, non mi verrete a dire che i Tassorosso godono di stima e rispetto come tutte le altre case, vero? XD

Bien, credo di aver detto tutto ^^

Commenti graditi, of course.

Vostra,

Vedova Black

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Capitolo 2
*** Cap 1 ***


CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

OMG, what I’ve done?!

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- Sam! Prendi! –

Si volta di scatto, tirando una mazzata al nulla e venendo successivamente beccata sulla spalla da un bolide. Questo non è esattamente il massimo, per un pomeriggio di allenamenti.

- Ma ti ho detto di-

- Non mi hai detto dove! –

Strepita scendendo a terra, stringendosi spasmodicamente la parte lesa. Il capitano le si avvicina, aiutandola a sistemarsi l’osso.

Ormai sono abitudinari, di spalle lussate.

- Ce la fai? –

Annuisce, ancora concentrata sulla parte dolorante.

- Male che vada morirò, no? –

- Mhm, che bello trovarsi a parlare con te, uno è certo di migliorarsi la giornata. –

Sbuffa, facendogli una smorfia ed alzandosi nuovamente in volo.

- Sam! –

- Cosa? –

Il ragazzo le si avvicina, ridacchiando.

- Guarda chi c’è sugli spalti. –

E nel voltarsi verso il punto indicatole, Samantha può provare le gioie di essere colta da un mezzo infarto.

- …E’ Potter, quello laggiù? –

- Proprio lui, con tutti gli amici al seguito. –

- Perché già non ci copriamo abbastanza di ridicolo quando abbiamo dei compagni di casa come spettatori, vero? –

.

- Prongs? –

- Mh-hm? –

- Illuminami: che ci facciamo qua? –

Osserva Remus assumendo sempre più un’espressione allibita.

- Ma come! Io, in quanto capitano della squadra di Quidditch, ho l’obbligo morale di venire ad osservare il nemico mentre si all-

- James. –

Il tono di avvertimento nella voce di Sirius è palese. Tuttavia, l’esimio signor Potter decide di poter tirare ancora un po’ la corda, benchè sia ad un passo dallo spezzarsi.

- Allena, di modo da evitare colpi bassi nel corso delle part-

- James. Basta. –

Si arrende, lasciandosi scappare una risata.

- Ok, la smetto. –

- Perché ci hai portati in questo posto dimenticato da Dio? –

Anche Peter non sembra così entusiasta di essere stato trascinato lontano dalle morbide poltrone della calda ed accogliente Sala Comune, in favore di uno scomodo sgabello di legno, esposto al vento, al freddo e a qualsiasi altro fastidioso fenomeno atmosferico tipicamente inglese.

- Guardali, non ti fanno tenerezza? –

Indica con l’indice i giocatori che, in aria, cercano di destreggiarsi tra bolidi e pluffe. Senza contare il cercatore, di diverse taglie troppo grosso, che ogni tanto non manca di andare a spiaccicarsi contro uno degli anelli. Trascinando in tutta la baraonda anche il portiere, ovviamente, creando il ben noto effetto “a panino”.

- Sono comici, James. –

- Sì, anche questo. –

- Non sta bene ridere delle disgrazie altrui, lo sai? –

- Ma loro sono Tassorosso, ormai ci sono abituati. –

- …Oh, beh, è vero. –

Conviene Sirius, sdraiandosi sugli spalti deserti per godersi lo spettacolo senza rischiare il torcicollo. Remus scrolla le spalle, prima di emularlo, seguito in breve anche da Peter e James.

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Avete presente quando volete una cosa talmente tanto, con così tanta determinazione, da essere sicuri di poterla ottenere con la semplice forza del pensiero?

Capita a tutti.

Con i maghi è un po’ diverso perché…Beh, per loro è così. Se sono molto arrabbiati, o spaventati, o provano un sentimento molto intenso, può veramente verificarsi quello che desiderano. E’ semplice magia, non comprensibile ne’ spiegabile.

Nel vedere James Potter sdraiato lungo le scalinate del campo di Quidditch, le mani tenute dietro la testa in una bassa imitazione di un cuscino, Samantha non può fare a meno di innervosirsi. Giusto un po’, eh.

Ok, sono abituati ad essere gli zimbelli della scuola, ma comportarsi così è veramente meschino.

- Vorrei solo che si cancellasse quel maledetto sorrisetto dalla faccia… -

Biascica a mezza bocca, respingendo per l’ennesima volta il bolide e dirottandolo verso l’altro battitore.

Ma è un attimo.

Ed in quell’attimo, la ragazza si rende conto di aver involontariamente generato un problemino di portata biblica. Il bolide si blocca a mezz’aria, e, semplicemente, prende un’altra direzione.

Purtroppo nessuno dei giocatori ha la prontezza di spirito di andarlo a bloccare. Purtoppo nemmeno lei riesce a capire che cosa stia succedendo finchè non vede il pallone di cuoio affondare con insolita violenza nello stomaco di Potter, allontanarsi di poco e ri-affondare, ‘sta volta in piena faccia, per poi cadere esanime al suolo.

- Oh Gesù. –

Bisbiglia, avvicinandosi lentamente ai ragazzi che formano capannello attorno all’amico.

- Prongs? Prongs? Svegliati. –

Sente il tono concitato di Black, vede Minus che alza i piedi di Potter, in un tentativo di fargli fluire più sangue al cervello, e può scorgere Lupin che corre a chiamare Madama Chips.

- James, dannazione, apri quei maledetti occhi! –

Si guarda nuovamente attorno, spaesata. Ha la testa che le gira ed un senso di nausea che difficilmente passerà.

- …Ho…Ho ucciso James Potter. –

.

.

Uh, uh, uh XD

Capitolo postato a velocità lampo perché era già bello e scritto. Felici? Su, esultate. Ecco, bravi. XD

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…Che dire? Boh, graSSie a tutti per i commenti, riempiono il mio cuoricino di gioia e gonfiano enormemente il mio ego *-*

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Sinceramente vostra,

Christine Black

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Capitolo 3
*** Cap 2 ***


CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

Not a normal day #1:

Madama Chips – Medical Division

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L’infermeria è uno di quei posti dove non ci sono regole scritte a cui attenersi, ma che tutti conoscono e alle quali non osano sgarrare.

Come il parlar piano, classico degli ospedali. Nessuno ha mai intimato agli sudenti di abbassare di un’ottava il tono di voce, eppure tutti, senza nessuna eccezione, lo fanno. E’ matematico, entri nel regno di madama Chips e non puoi – non devi, se ci tieni alla salute – fare certe cose.

- James? James? –

Peter lo scuote leggermente per la spalla, facendogli finalmente aprire gli occhi.

- Buongiorno principessa! –

- …Sirius… -

Biascica con un tono di voce sepolcrale guardandolo malissimo.

- Cosa è successo? –

Chiede massaggiandosi la testa dolorante. Remus si lascia scappare un sorrisetto.

- Un piccolo incidente. –

I sorrisetti di Remus Lupin sono sempre decifrabili. Tutti quanti si possono rendere conto se si tratta di un sorriso di circostanza, un sorriso di accondiscendenza o – il peggiore di tutti – un sorriso sfuggito nonostante il rigido ordine di non ridere impartito dal cervello.

Adesso, Remus si sta trattenendo con le unghie e con i denti per non sghignazzargli apertamente in viso.

- Moony, sei ufficialmente disconosciuto come fratello, destituito dal tuo ruolo di “cervello del gruppo” e declassato da amico a banale conoscente da ignorare se incontrato per i corridoi. Peter, da adesso in poi rivestirai tu il ruolo di coscienza collettiva. Appena mi rimetterò in forze ti incoroneremo. E cancelleremo Remus dal ritratto dei Malandrini. –

- Peter, mi daresti quello specchio? –

Il ragazzo passa l’oggetto desiderato a Lupin, che successivamente lo piazza davanti il volto di Potter.

- Oddiochemostromettiloviamettiloviamettilovia!! –

- Ai suoi ordini. –

- Ma cos’è successo al mio bel visino?! –

Ulula ad un passo dalle lacrime, tastandosi il naso notevolmente più gonfio del dovuto e leggermente violaceo, come ha potuto notare in quei pochi secondi di tortura.

- Un bolide impazzito. Ma tranquillo, Madama Chips ha detto che entro domani sarai come nuovo. –

- Il mio bel visino…Deturpato in quel modo…Chi è stato?! –

Uno schiarirsi di voce all’entrata dell’infermeria distrae James dal suo sproloquio.

- Sì, cara? –

Chiosa con un tono da vecchia comare rivolto alla ragazza che si sta avvicinando al suo letto.

- Eh…I-io… -

- …Come, scusa? –

Apre la bocca, pronta a parlare. Poi rinuncia. China la testa, prende una gran boccata d’aria, alza leggermente la mano sinistra, come a rispondere ad un appello, e inizia a borbottare qualche scusa.

- E-ecco, no, è che io…Mi-mi dispiace… -

Fa un sorrisino timido, ricevendo in risposta lo sguardo più interrogativo che James Potter abbia mai elargito a qualche ragazza. Di norma si riserva quell’espressione da beota per i professori.

- Potresti spiegarti? –

- Il…Naso… –

- Il mio naso? –

Inizia finalmente a capire.

- …Opera mia. –

Lo osserva da dietro gli occhiali, con un sorrisetto di scuse e le guance color rosso porpora. L’espressione di Potter muta, da interrogativa passa a incredula, poi a sbalordita, successivamente a inorridita ed infine ad inferocita.

- Tu… -

Dice in un bisbiglio spettrale, indicandola con una mano e cercando di liberarsi dalle coperte con l’altra.

- Tu sei… -

Oddio, fa’ che non si ricordi.

- …La battitrice delle Puzzolerosse! –

GRAZIE.

- Io – uh – sì? –

- Assassina! –

- Senti, mi dispiace, non volevo… -

- Ti ha pagato Piton, vero?! Ammettilo! Sicario! –

Ok, è una situazione abbastanza demenziale.

- Jimmy boy, fa’ il favore di calmarti prima che arrivi la Chips, ok? –

- Non chiamarmi Jimmy Boy!! –

Samantha si porta una mano al cuore, seriamente spaventata nel vedere James tenuto da Remus e Peter che si sporge cercando di strangolare Sirius.

- Sarà meglio che vada. –

Annuncia più a se stessa che agli altri, facendo velocemente dietro-front ed uscendo dallo stanzone poco prima che Madama Chips faccia irruzione al suo interno, sbraitando che non è questo il modo di comportarsi, che Potter deve riposare e che voialtri nullafacenti fareste meglio ad andarvene se non volete passare guai.

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Devo proprio dirlo, che in meno di due minuti Lupin, Minus e Black fanno il loro ingresso trionfale nel corridoio?

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…No, non ne sento il bisogno. Tanto è ovvio.

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Dicevamo. Lupin, Minus e Black compaiono nel corridoio, cadendo nell’ordine in cui li ho nominati uno sopra l’altro e creando una coreografica colonnina umana ai piedi di Samantha.

Sirius alza lo sguardo verso la ragazza, verso i suoi ben poco poetici capelli spaghettosi che coprono in parte anche gli occhi. Il momento dovrebbe essere magico, sapete, quando il protagonista guarda la sua bella e ne resta folgorato. Sempre secondo copione il ragazzo dovrebbe alzarsi in piedi, presentarsi e con un leggero inchino farle il baciamano.

Sirius, per contro, la osserva con la stessa concentrazione con cui si potrebbe osservare un sasso trovato per strada, e poco dopo inizia a sbiancare.

Perché Remus Lupin, in un tentativo di liberarsi dalla presenza soffocante dei suoi amici, ha iniziato a tirare gomitate.

- I…Io…Mi…Manca…Fiato… -

Dice in un bisbiglio, poco prima di rotolare giù dagli altri due e rannicchiarsi in posizione fetale sul pavimento con le mani tenute sui gioielli di famiglia. Tiene gli occhi serrati, tanto per evitare lacrime uscite a tradimento, ed ha il respiro affannoso.

Probabilmente adesso una persona con un minimo di presenza di spirito avrebbe già chiamato Madama Chips. O forse una persona con grandi cognizioni in materia di magia avrebbe già provveduto con qualche incantesimo ad alleviare se pur in minima parte il dolore (a partire da un più azzeccato incantesimo per anestetizzare ad un meno adatto schiantesimo sparato su una mano, tanto per far concentrare il giovane Black su un altro punto dolente).

O forse una persona con un po’ di astio covato nei confronti dell’ideatore di una buona parte dei cori e prese in giro varie ai danni della propria casa si limiterebbe semlicemente a godersi lo spettacolo, impastoiando i degni compari del povero disgraziato per impedire a priori l’arrivo di soccorsi.

Ma non stiamo parlando di una persona che brilla per acume, velocità di pensiero/azione o sadismo.

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Infatti, Samantha Perkins, atterrita dallo spettacolo che si sta svolgendo sotto i suoi occhi, sceglie di fare un mezzo giro su se stessa e di abbandonare il più velocemente possibile quello scenario apocalittico, in favore di un bagno.

Perché Samantha Perkins è la classica ragazza che di fronte situazioni che esulano dalla routine, ha sempre la mossa vincente che le permette di levarsi di torno prima che le cose possano degenerare ulteriormente.

Perché Samantha Perkins è incredibilmente delicata di stomaco.

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- Permesso, per piacere… -

Riesce a bisbigliare per l’ultima volta prima di doversi schiacciare una mano sulla bocca e doversi quindi fare strada a spallate. Spallate, poi, non esageriamo. Diciamo che si limita a battere due dita sulla spalla della ragazza di fronte a lei, il colorito verdognolo che è solita prendere fa il resto.

- Oddio che schifo! –

Sente distintamente l’urletto acuto di qualche studentessa, in risposta alla sua uscita dal gabinetto. Ok, magari non è esattamente un bello spettacolo, con i capelli attaccati alle tempie dal sudore, le lacrime che le rigano il volto e lo sguardo spiritato, ma una reazione del genere non è esattamente il massimo. Riesce a fare mente locale due secondi, senza troppo curarsi delle uniformi delle ragazze attorno a lei e l’atroce fetore di sigarette spente da poco. Quello è il quarto piano. E quello è il bagno di Serpeverde.

Dannazione.

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Ok, vediamo di precisare due o tre cosette: a partire dai prossimi capitoli c’è una vaga probabilità che compaiano le tanto “amate” Mary Sue, ovviamente analizzate dal punto di vista di Sam che non è vittima dell’ormonite come qualsiasi essere di sesso maschile presente ad Hogwarts.

Quindi, ficwriter, attente a voi XD

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Ovviamente grazie a chi legge e recensisce ^_-

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Capitolo 4
*** Cap 3 ***


CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

Not a normal day #2:

A very lucky girl

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Quando e come esattamente sia avvenuta la suddivisione dei bagni è un mistero per tutti. Probabilmente è dovuto al fatto che le donne si sono sempre mosse in branco, per andare a sbrigare i prori bisogni, ed è universalmente riconosciuto che solo qualche Grifondoro si abbassa a socializzare con persone di altre case. I Corvonero si ritengono troppo intelligenti, i Serpeverde si vedono come delle divinità scese in terra…I Tassorosso si rassegnano al loro destino e fanno fronte comune per sopportare le altre case.

Ma non è questo il punto.

Le ragazze si muovono in massa per andare in bagno, quindi si creano gruppi di ragazze della stessa casa nello stesso bagno. La cosa va avanti per giorni, settimane, mesi. Alla fine si creano date distinzioni, è matematico.

L’unica cosa non esattamente piacevole, in tutto questo discorso, è che a poco a poco sgarrare ed infilarsi in un bagno di dominio di altre case è diventato un crimine contro l’umanità.

- Oddio, una Puzzolarossa! –

Samantha chiude gli occhi, apre il rubinetto dell’acqua fredda e si sciacqua la faccia. Tempo pochi secondi e potrà uscire da quella fumeria, deve solo avere pazienza e cercare in tutti i modi di non morire soffocata.

Una mano sulla spalla la distoglie dal suo nobile piano, facendola concentrare su una ragazzina di – a dire tanto – quattordici anni, che la osserva schifata con una sigaretta penzoloni dalle labbra. Deve fare appello a tutta la sua pazienza, per non scoppiarle a ridere in faccia.

Ha notevolmente accorciato la gonna della divisa, che adesso serve unicamente a mostrare il pizzo delle autoreggenti, visto che il resto è messo in bella mostra. La camicetta è più stretta di diverse taglie, e servirebbe a marcare il seno. L’unico intoppo è che è stretta, ok, ma anche sulle maniche. Le braccia sembrano due salsicciotti, la stoffa sembra ad un passo dallo spaccarsi e i bottoni minacciano di saltare da un minuto all’altro, con evidente rischio per gli occhi del malcapitato che se la trova davanti.

E la sigaretta, che dovrebbe darle un’aria da ragazzaccia dark, contribuisce ulteriormente a farla sembrare una prostituta di bassa lega.

- Scusa…Se mi lasciassi potrei anche andarmene. –

- Ma tu lo sai chi sono io?! –

Sbraita con voce un po’ troppo acuta e tenuta ad un volume troppo alto, per non attirare l’attenzione delle presenti. Qualcuna borbotta “Ecco che ci risiamo…” con tono scocciato, qualcun’altra si limita ad alzare gli occhi al cielo, con un’espressione sofferente sul viso.

- No-non esattamente… -

Bisbiglia costernata, facendosi piccola piccola ed illudendosi di poter scomparire alla vista delle presenti. Una Tassorosso nella tana delle eredi di Salazar?

Questo è un suicidio.

- Allora mi presenterò, sudicia mezzosangue, ma spera per te che questa sia l’ultima volta che mi debba trovare a farlo. –

China ulteriormente il capo, sconfitta ed assolutamente rassegnata al suo ruolo di sudditanza.

- Sì. –

Una voce nella sua testa le ordina di reagire. Qualsiasi cosa andrà bene, basta che esuli dal classico porsi un gradino sotto gli altri semplicemente perché migliori. Per quale motivo, poi? Sono persone esattamente come lei.

Perché umiliarsi sempre?

Perché è giusto così, semplicemente.

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Seguono venti minuti di presentazione, conditi con insulti ed improperi vari.

- Tutto chiaro, deficiente? –

- Cristallino. –

Risponde con una nota di fastidio nella voce, osservando da sotto la frangia la ragazza. La stessa che si sente in diritto di afferrarla per la cravatta della divisa scolastica, strattonandola.

- Come hai detto, scusa? –

- Ho detto che ho capito. –

Biascica a mezza bocca, notando a malapena una mano che si posa sulla spalla dell’aspirante bulletta.

- Adesso basta, Alys. –

La voce di quella che identifica come una sua coetanea le appare come un sogno. La quattordicenne si volta, trovandosi faccia a faccia con una Serpeverde doc: alta, capelli corvini, occhi celesti che trasmettono tanto calore quanto potrebbe farlo un iceberg e sopracciglio alzato come massima esternazione di stupore.

Questa è una persona che potrebbe potenzialmente farti passare il quarto d’ora più brutto della tua vita.

- Come ti permetti, Dolohov?! –

Strilla stizzita Alys, cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa della ragazza con vani risultati.

- Anzitutto, Donovan, vedi di portarmi rispetto. Secondo, prima di fare cretinate come andare a terrorizzare una Tassorosso senza motivo, conta fino a mille. E poi, se il tuo cervellino bacato insiste per farti agire, non farlo lo stesso. –

- Ma-

- Forse non sono stata chiara? –

Il suo sibilare è mille volte più inquietante di qualsiasi urlo o minaccia di morte. La Tassorosso deglutisce rumorosamente, atterrita.

- Non costringermi a ripetermi, mocciosa. E tu, - dice rivolta a Samantha – via. –

Le indica con una mano la porta, come se ce ne fosse bisogno. Ci vogliono due secondi netti perché Sam riesca a guadagnare l’uscita e a catapultarsi nel corridoio.

E mentre strilli di disappunto provenienti dal bagno si diffondono chiaramente udibili in ogni parte dell’etere, la ragazza si concede il lusso di sciogliersi il nodo della cravatta per rifarselo.

- Però, - borbotta tra se e se, respirando a pieni polmoni l’aria finalmente pura – da quel che mi risulta, fumare è proibito, ad Hogwarts. –

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E in meno di mezzo minuto Minerva McGranitt fa la sua comparsa nei corridoi, camminando a passo svelto e armata di bacchetta.

- Signorine! –

Strepita aprendo la porta e fiondandosi all’interno del bagno.

- Signorine! Vi pare questo il modo?! Fumare nei bagni! Tutte in punizione! E centocinquanta punti in meno a Serpeverde!! E vergognatevi! –

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Samantha sbarra gli occhi, seriamente indecisa se ridere o scappare. Probabilmente ridere scappando sarebbe una giusta sintesi dei suoi propositi.

- Tu sei… -

Oh Cristo.

Si volta di scatto, trovandosi davanti Sirius Black, mollemente appoggiato ad una colonna che la osserva con un ghignetto malizioso.

- …Tu sei la persona più fortunata che io abbia mai incontrato. –

Le scappa una risatina. Grazie al cielo non ha fatto mente locale.

- Io? –

- Proprio tu. –

Fa un gran respiro, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa di sensato da dire.

- Tu…Non sai cosa stai dicendo, Black. –

- Ah no? Vuoi dirmi che non sei fortunata? –

Oh, certo, una Puzzolarossa che viene tiranneggiata da quattordicenni in calore, Dio che fortuna stratosferica.

- Potresti illuminarmi? –

Non sarà mai così stupido da…

- Lumos. –

Ok, è sufficientemente cretino da farlo.

- Quando hai finito di fare il deficiente avvisami. –

- Scherzavo… -

- Ho potuto notare. Perché sarei tanto fortunata? –

Riporta la sua attenzione sul discorso iniziale, osservandolo sinceramente interessata.

- Non te ne sei accorta? –

- Di cosa? –

- Sei uscita dall’infermeria poco prima che entrasse Madama Chips, per cui ti sei evitata il predicozzo…E allo stesso modo sei uscita dai bagni un minuto prima dell’arrivo della McGranitt, quindi…Hai evitato la punizione. –

- E’ solo un caso. –

Scrolla le spalle, e con un vago cenno di saluto si decide a tornare nei dormitori di Tassorosso, prima di ficcarsi in ulteriori guai.

- E poi… -

Dice Black raggiungendola in un paio di falcate e piazzandosi di fronte a lei, sbarrandole la strada. Le sorride allegro, sbracciandosi ad indicare lo spazio attorno a loro.

- …Avrai la fortuna di essere accompagnata da Sirius Black in giro per la scuola per il resto del pomeriggio. –

- Grazie, no. –

.

- COS’HAI FATTO?!? –

Si nasconde dietro un libro, seriamente terrorizzata. Abigail Rush è una Tassorosso atipica. Alta, mossi e lucenti capelli color dell’ebano ed occhi verdi come gli smeraldi più belli illuminati dalla migliore illuminazione possibie.

E soprattutto, fegato a sufficienza da essere anche troppo, per una sola persona.

- Ho gentilmente rifiutato la su-

- TU SEI PAZZA!! –

Si decide a poggiare il libro sulla poltrona accanto la quale dove è seduta, osservando la compagna di dormitorio con gli occhi lucidi.

- Gail, ti prego, calmati. Lo sai che mi inquieti quando fai così. –

.

.

Oh, oh, ma grazie gente, ho notato or’ora che ho 16 preferenze alla mia ff *-* Grazie! *-*

Per il resto…Mhm…Boh, grazie sentitamente per i commenti, fanno sempre piacere ^///^

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Devotamente vostra,

Christine Black

(altresì conosciuta come “inconsolabile vedova Black”)

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Capitolo 5
*** Cap 4 ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

Can you explain? #1:

Richieste di appuntamenti, ripetizioni ed hobbies

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- Peeeerkiiiins? –

- Sì, Black? –

Gli sorride gentilmente, cercando di suonare affabile ed ignorando il battito pressocchè raddoppiato.

L’effetto di Black sulle ragazze è qualcosa di universale ed incontestabile. Basta un suo sorriso indirizzato a te, ed inizi ad avere le palpitazioni. Se si avvicina ad una studentessa, omaggiandola di – udite udite – un’apprezzamento più o meno volgare, poco ci manca che questa svenga. Non parliamo di ricevere un formale invito ad uscire ad Hogsmeade (ci sono ragazze che hanno avuto bisogno dei sali due o tre volte di fila nel giro di mezz’ora) o essere direttamente baciate.

Qualcuna debole di cuore potrebbe anche non arrivare a raccontarlo, sapete?

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Stiamo parlando di Sirius Black, signori miei. Sirius Black, quello dei Malandrini, quello capace di urlare ad un’allibita McGranitt “Minnie, zucchero, quando ti degni di uscire con me? Prometto che ti faccio divertire!”. Beccandosi successivamente un numero improponibile di ore di punizione. Ovvio.

Insomma. Sirius Black è la classica persona che, se tirasse una pacca sul sedere di una ragazza, riceverebbe in risposta al massimo una risatina divertita ed un “Ma dai, scemino!”.

E’ già successo, non credete.

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Ma non è questo il punto.

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Samantha Perkins non è esattamente una studentessa atipica, sotto questo punto di vista.

Lei ha le palpitazioni, le mani iniziano a sudare, deve fare appello a tutto il suo autocontrollo per evitare reazioni idiote e, soprattutto, nove volte su dieci inizia a balbettare. Come chiunque ragazza, quando entra in contatto con Black.

E non è piacevole.

.

- Samantha, unica fonte di gioia in questa mia cupa e vuota esistenza da rinnegato, quando ti degnerai di uscire con me? –

- Quando gli asini voleranno, Sirius. –

- Ma lo fanno già! Guarda James! –

- Ehy! –

- Io dico asini veri, sai, quelli che fanno “iiii-ooo” –

- James, raglia! –

- Sirius, ti sgozzerei volentieri con la bacchetta, ma temo che la mia aguzzina possa rimanerci traumatizzata. Per cui lo farò più tardi. Adesso vieni via, se è no, è no. –

- Proprio tu lo dici, brutto pusillanime? –

- Oh, sta’ zitto e muoviti. –

- Ok, ok…A dopo bellezza! –

China lo sguardo, arrossendo come un pomodoro in meno di mezzo secondo.

.

- Sirius? –

- Si, zucchero? –

Si volta con un sorrisone. Samantha tossichia, mezza imbarazzata e mezza divertita.

- I…I miei libri. Mi servirebbero, sai. –

- Libri? Dove? –

Dice sinceramente incuriosito, voltandosi a destra e a sinistra alquanto spaesato. Con la tracolla della ragazza tenuta con una mano, la cinghia arrotolata sul polso e poggiata sulla spalla.

Ecco. Idiota.

- Sulla tua spalla. –

- Spalla? Io non vedo nulla. –

- L’altra. –

- Ooooh, questa… -

- Sì. Mi ridaresti i libri? –

- Dove devi andare? –

- In Biblioteca. Mi ridai i libri? –

- Andiamo! –

Socchiude gli occhi, sconfitta sul piano “ultima parola”, sfibrata nell’animo e sufficientemente rossa da sembrare fosforescente.

.

- Samanthaaa? –

- Cosaaaa? –

Risponde con lo stesso tono da bambina piccola usato da Sirius, venendo colta letteralmente in contropiede dal ragazzo che le mette un braccio attorno alla spalla – un metro e ottantasei contro uno e settanta per essere generosi, non c’è storia – e le sorride divertito.

L’infarto è ad un passo.

- Esci con me, un giorno? –

- …Siamo arrivati! –

Dice con la voce un po’ più acuta del normale, arraffando la borsa e catapultandosi al tavolo dove Lilian Evans la sta aspettando da qualche minuto.

E può distintamente sentire alle sue spalle il rumore di un paio di dita schioccate ed uno sbuffo di disappunto.

- Scusa per il ritardo. –

.

Lilian Evans è la cassica persona che, dovunque messa, fa la sua maledetta, porca figura. E’ bellissima, ha un caratterino con il quale è riuscita a “domare” Potter, ed ha un cervello che vale per dieci persone.

E’ la classica persona capace di umiliarti con una parola, e di farsi ugualmente voler bene come se fosse tua sorella.

- Allora: la Pozione Polisucco… -

E’ anche la classica persona che se non avesse un futuro da Auror quasi assicurato potrebbe andare a fare l’insegnante di sostegno per Tassorosso idioti.

Un po’ come sta facendo adesso.

Samantha viene interrotta nuovamente nella lettura del libro di Pozioni dall’ennesimo sbuffo da parte della ragazza.

- …Evans, potrei sapere che succede? –

- …Tu! Poh! Con Black! Oooh! –

- Evans, mi sento sufficientemente idiota di mio, se non mi articoli una frase con soggetto, complemento oggetto e predicato vuol dire che ti diverti ad infierire. –

Scuote la testa, qualche ciocca dei setosi capelli rossi che le scivola davanti il volto leggermente imbronciato.

- Te la intendi con Black! –

- Non è vero. –

- Ma i libri… -

- Me li aveva presi in ostaggio. Non so perché, quel maledetto ragazzo si diverte a darmi il tormento. –

- …Vuole uscire con te? –

- Certamente. E poi mi chiederà di sposarlo, metteremo su famiglia in barba alla sua ed al fatto che sono poco più di una sanguesporco, avremo taaaaanti bambini ed io diventerò ministro della magia. –

- Oddio, suona apocalittico. –

- Grazie per il sostegno. –

- Non dico tu ministro, dico i pargoli di Black. Oddio, tanti piccoli Sirius…Questo sarebbe un incubo. –

- Sì, ma non è questo il punto. –

- …Dovremmo procedere alla castrazione chimica… -

- Evans, non è questo il punto. –

- Oppure uno schiantesimo a tradimento… -

- Evans. –

- …Mhm…Magari un anestetico babbano, prima dell’ “operazione”… –

- Evans, ti prego… –

- …E poi un viaggio pagato a Casablanca. Magari decide di cambiare sponda… -

- Evans, porca miseria, smettila di parlare di come asportare il pacco di Sirius Black! –

…Magari non avrebbe dovuto urlarlo.

- Beh?! Ognuno ha i suoi hobbies! –

Dimenticavo. Lilian Evans è anche una persona capace di cadere in piedi, qualsiasi cosa succeda.

Perché lei, cosa si provi a fare brutta figura, non riesce nemmeno a figurarselo.

- E poi. –

Chioccia con un tono a dir poco malizioso, sbattendo gli occhi come una principessina innocente.

- Mi domando perché ti preoccupi tanto che il pacco di Black resti lì dov’è… -

- Evaaaans!! –

Mugola disperata, mettendosi le mani nei capelli e sbattendo la testa contro il libro poggiato sul tavolo di fronte a loro.

- Aha! Lo dicevo io! Gatta ci cova. Tu te la intendi con Black! –

- Taci. –

Le sibila minacciosa, arrossendo suo malgrado. Evans sogghigna, iniziando a tartassarla di domande quali “ma non è imbarazzante osservarlo tornare da Hogsmeade con più alcool in corpo che sangue?”.

- Evans. Due piccole precisazioni. Punto primo: io NON sto con Sirius Black. Non ci sono mai nemmeno uscita e non intendo farlo. Punto secondo: il tuo ragazzo è mille volte peggio. Perché lui non ha la maledetta scusante di essere cresciuto in una famiglia come quella di Black. E’ venuto su stupido per vocazione. –

- Ehy! –

- “Ehy” cosa? Lo chiami stupido pure tu! –

- Ma io ce lo chiamo affettuosamente. –

- Oh, sì, come quando ti ha spaccato la finestra con la scopa per farti un’improvvisata romantica. –

- E tu come… -

- Ti si è sentita urlare “stupidissimo Potter” fino nei sotterranei. –

Alza gli occhi al cielo, sconfitta su tutti i fronti.

- E adesso, signorina Evans, si degni di aiutarmi coi compiti di Pozioni, che non ho la più pallida idea di dove mettere le mani. –

.

.

Ok, fornisco spiegazioni XD

Ho suddiviso anche questo capitolo in due parti in quanto era un po’ troppo lunghetto per i miei gusti se lasciato intero. Vogliate scusare, appena trovo un’anima disposta a betarmi anche l’altro lo posto (Maaaariiii!! Mimmmanchiii ç_ç) U_U

Ringraziamenti sentiti a chi recensisce, iuppyyy!! *_*

.

Devotamente Vostra,

Christine Black

:*

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Capitolo 6
*** Cap 5 ***


CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

Can you explain? #2:

Smells

.

- Padfoot? –

- Mh-hm? –

- Quando ti rassegnerai? –

Rotea gli occhi, sbuffa, schiaccia la mano aperta sul grugno di James spingendolo lontano da lui e si prepara ad un quarto d’ora d’incubo.

- Non mi dire… -

- Sirius! –

Tra Peter e Remus non si sa chi sia più insopportabile. Forse Minus riesce a ledergli il sistema nervoso sghignazzandogli apertamente in faccia quando viene a sapere dei suoi fallimenti, ma Lupin…Le sue prediche sul non importunare le giovani pulzelle sono veramente qualcosa di nocivo per il suo già precario equilibrio psichico.

- Zitti tutti e due! –

- E-ehm… -

- …E tu, piccolo traditore vigliacco…Come osi dirmi di desistere quando hai dato il tormento a quella pover’anima della Evans per anni?! –

- Due idioti! Ecco cosa siete! –

- Remus!! –

- Pfff…Mehehehe… -

- Peter, giuro che ti azzanno la giugulare, se continui. –

- Scuhuhusa… -

E in un attimo il coretto di deficienti ammutolisce, nel vedere i denti del rampollo di casa Black diventare particolarmente appuntiti ed il colore degli occhi passare dal grigio al nero.

.

Ok, è seriamente arrabbiato.

.

- …Non riesci nemmeno a conquistare una Puzzolarossa…Eh, Sirius, il tuo fascino sta andando in malora! –

E infierire non è mai stato così divertente.

.

Se c’è una regola, nel gruppo dei Malandrini, è quella del cosiddetto “diritto allo scherzo”.

Semplicemente, la vittima di turno deve essere capace di non arrabbiarsi quando gli amici infieriscono su un tasto sufficientemente dolente.

E l’orgoglio di Sirius è un tasto dolente.

.

- Siete un branco di bastardi. –

- Non peggio di quanto lo sei stato tu. –

Risponde semplicemente James, andandosi a sdraiare sul letto di Remus dove già sono seduti il proprietario e Peter.

Questa divisione, con Sirius in pieni o al massimo seduto sul letto di Potter, a qualche metro di distanza dai suoi aguzzini, significa una cosa sola.

Lo spettacolo deve ancora iniziare. E per Black si prospetta un pomeriggio di prese in giro, sghignazzamenti vari e prediche.

- Sirius… -

Inizia stancamente Remus.

Stanco di cosa, poi, è un mistero. Non deve nemmeno scervellarsi ad inventare discorsi, deve solo recitare quelli che propinava a James tempo fa, basta che cambi il nome del destinatario.

- Sì, sì, Moony. Non è possibile che io dia il tormento ad una ragazza semplicemente perché ha offeso il mio ego smisurato. Anzi, dovrei apprendere da questa situazione e dare una ridimensionata al mio complesso di superiorità. –

- Detto da te non suona bene come lo direi io… -

- Il succo è quello. Peter, smetti di far comunella con James, se continuate a ridere in quel modo morirete soffocati. –

Osserva con un sopracciglio alzato i due loschi figuri che si ostinano a spacciarsi per suoi amici. Sono sdraiati sul letto di Remus, rossi in viso da far paura, in apnea a furia di ridere.

Amici di merda.

- Eheheddai…E’ divehertehente… -

Biascica tra le risate Potter, asciugandosi gli occhi che grondano lacrime.

- E’ una Puzzolarossa! E tu non le interessi! Oddio, potrei morire! –

Si ribalta nuovamente sul letto, ricongiungendosi a Peter. Sembrano due tartarughe incapaci di voltarsi a pancia in sotto.

- Su questo ti sbagli, Prongs. –

Dice con un’alzata di spalle, sdraiandosi sul letto del già nominato amico. Osserva con finto interesse le tende appese alla finestra, contando mentalmente.

3

2

1…

- Che intendi? –

Fa un sorrisone.

- Che io so di piacerle. –

- Padfoot, non puoi veramente essere convinto di piacere a qualsiasi essere di sesso femminile di questa scuola! Sei davvero egocentrico! –

- Ma io non mi baso su supposizioni… -

Si gratta istintivamente il naso, osservando di sottecchi i tre ragazzi.

- Cioè? –

- Mi trasformo in un cane, no? Ho l’olfatto sviluppato. E lei, quando le vado a parlare…Beh, si capisce che le interesso. –

- Sì, ma io non capisco perché lei interessi a te. –

Ci pensa un po’ su.

Fisicamente non è nulla di speciale, anzi, ce ne sono a frotte, meglio di lei. Caratterialmente…Ha un senso dell’umorismo macabro, che poco si adatta alle sue corde.

Allora?

- …Odora di buono. –

Commenta con una vaga alzata di spalle. E’ vero. L’unica cosa che lo spinge ad andarle a parlare è quello strano odore che percepisce nell’aria. Non è vero e proprio profumo – le ragazze che escono con lui hanno il tassativo ordine di non esagerare con quelle cose mefitiche. Dopo l’ultima schizoide che aveva fatto il bagno nell’essenza alla fragola ha imparato la lezione. –, ma non è nemmeno l’odore della sua pelle. E’ qualcosa. Qualcosa che non gli suona esattamente nuovo, ma allo stesso tempo non ricorda di aver mai sentito.

- Oddio, sei veramente uno stupido cane. –

.

.

Uhuhuhu! *-*

Sono tornata alla carica dopo nemmeno 24 ore! Ma quanto sono asfissiante? XD

Cmq U_U ecco il seguito del capitolo, spero vi piaccia *w*

.

Commenti sempre graditi, of course ^.^

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Devotamente Vostra,

Christine Black

(e grazie per i complimenti!)

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Capitolo 7
*** Cap 6 ***


CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

Reazioni “imprevedibili”, pettegolezzi e qualche rimpianto

.

Seduto all’ombra di una quercia, nel gigantesco parco sottostante il castello di Hogwarts, Sirius Black osserva pensieroso i gruppetti di persone che gli passano davanti per dirigersi alle serre, in qualche aula puzzolente o verso i propri dormitori.

Il vento che soffia leggero gli fa finire i capelli negli occhi ad intervalli regolari. Sono così lunghi che – come gli ricorda sempre James – “Non mi stupirebbe nemmeno un po’ se un giorno qualcuno ti palpasse il sedere, scambiandoti per la sua ragazza”.

Scuote la testa, guardandosi nuovamente attorno. La solita sensazione, il solito odore. E in pochi istanti si trova a sorridere come gli capita sempre, prima di combinare una prodezza degna della sua fama e di quella dei Malandrini.

.

- Oddio. –

Borbotta, aprendo di scatto gli occhi, alzandosi a sedere composta con uno scatto di reni impressionante e venendo accecata dal sole che splende in cielo. Si è quasi addormentata.

E questo non è bene, con il diploma alle porte.

Si decide a leggere un altro paragrafo di Pozioni, fermamente convinta che, sì, quelle due ore che sta dedicando alla materia di Lumacorno possano valergli un recupero miracoloso, fino a farla uscire con voti da far impallidire Piton.

Scorre con gli occhi un paio di righe, arretrando meglio fino a sedersi contro il tronco dell’albero sotto le cui fronde si è appostata – sdraiarsi e pretendere di rimanere sveglia, cielo, questa sì che è una mossa furba –, di modo da avere gli occhi protetti dai raggi malefici.

Sbadiglia.

Socchiude gli occhi.

Ed in un secondo sta già dormendo.

.

Trotterella verso di lei, senza troppo badare alle ragazze che ridacchiano nel vederlo passare. Qualcuna cerca di attirare la sua attenzione, ma nulla.

Le arriva finalmente accanto, cercando di non fare il minimo rumore. La osserva dormire placidamente, scansa il libro deposto sulle sue gambe con una bottarella, si fa spazio tra le mani della ragazza e poggia la testa sul grembo di Samantha, sorridendo beato e godendosi pienamente il momento di pace.

.

Apre gli occhi, sentendo un peso strano che le preme poco sotto lo stomaco. Ed è anche stranamente tiepido.

Abbassa la testa, trovandosi ad osservare il muso di un cane nero di gigantesche dimensioni, mollemente addormentato addosso a lei.

Prende fiato.

Le pupille le si dilatano, mentre, con una lentezza snervante, porta le mani al petto.

E Sirius si sveglia immediatamente dopo, percependo una cosa tanto conosciuta quanto apprezzata, almeno da lui.

Adrenalina.

Alza lo sguardo verso Samantha, trovandola con lo sguardo vitreo, la bocca leggermente aperta e la cassa toracica stranamente immobile.

E’ in apnea, e con tutta probabilità non se n’è nemmeno resa conto.

- …Bau? –

Abbaia a volume relativamente basso, suonando interrogativo. Se avesse le sopracciglia, ne terrebbe uno alzato in segno di smarrimento.

Sam rilascia piano piano l’ossigeno incamerato.

Può sentirla chiaramente prendere aria dalla bocca.

E poi, dopo quelli che sembrano secoli, Samantha Perkins si lascia sfuggire dalle labbra l’urlo più acuto che Sirius abbia mai sentito nel corso della sua vita.

.

James lo osserva ghignando apertamente. Peter ridacchia, nascondendosi dietro una mano e diversi colpi di tosse. Remus è incredulo.

- Una cinofoba. –

Dice, seriamente indeciso se ridere tanto da fracassarsi la cassa toracica o fracassare quella di Sirius, tanto per dargli una lezione.

- Tra tutte le ragazze di questa scuola, e come penso tu sappia bene non ce ne sono poche, tu sei andato a trovare l’unica che, nel vederti trasformato, è stata presa da un attacco di panico. –

Alza un sopracciglio, tossisce leggermente, e poi opta per lo scoppiargli a ridere in faccia, ribaltandosi sul letto, le braccia a tenere saldamente lo stomaco.

.

- Tu sei scema. –

- No. –

Biascica stancamente, accasciandosi su una poltrona della Sala Comune. Abigail si siede sul tappeto a gambe incrociate di fronte a lei, assomigliando ad un capo idiano sul piede di guerra.

- Tu sei realmente scema, Samantha. –

- Gail, tappati quella cloaca, non ci tengo nemmeno un po’ a sentirti. Devo studiare. –

- Puoi almeno spiegarmi perché non vuoi uscire con Black? –

- …Ma una mappatella di cavoli tuoi? –

- Questi sono cavoli miei! –

Alza gli occhi sulla ragazza, le sopracciglia piazzate a metà fronte in segno di incredulità.

- Siamo amiche! –

Rotea gli occhi, sbuffa, chiude il libro di scatto e si alza, dirigendosi verso il quadro che chiude l’entrata.

- Dove vai? –

- Dove non avrò il tuo maledetto fiato sul collo. Impicciona, pettegola e rompipalle. –

Detto in una parola? Tassorosso.

.

I Tassorosso sono la razza di persone più ficcanaso che abbiano mai calpestato il suolo inglese da diversi secoli a questa parte. Il motivo è, ahimé, sufficientemente logico.

Non hanno una vita emozionante – secondo i più maligni non hanno proprio una vita –, è ovvio e matematico che debbano impicciarsi in quella altrui, per divertirsi un po’.

Tanto per avere qualcosa con cui impegnare i pomeriggi.

Quando poi c’è da parlare del misterioso comportamento di una di loro, che dopo quasi un mese di ininterrotti tentativi da parte di Black si ostina a non volerci uscire, sguazzano nella notizia come tanti bei pesciolini rossi in una pozza d’acqua cristallina e piena di plancton con cui strafogarsi.

Perché i Tassorosso tra di loro non parlano, non coversano, loro ciarlano.

Esiste una sostanziale differenza tra queste tre nobili attività, che credete, non è che avevo semplicemente voglia di abbondare con i sinonimi per dimostrare la mia bravura.

Le persone parlano quando si trovano tra estranei, e devono mantenere un certo decoro. Un esempio lampante?

Durante le interrogazioni, gli studenti parlano con i professori.

La gente, invece, conversa quando c’è già una conoscenza un po’ meno superficiale del caso già presentato. Altro esempio: i Corvonero ed i Grifondoro conversano. Non sono amici intimi, ma non sono nemmeno totali estranei.

L’ultimo caso è il più fastidioso, quando si è l’argomento preso in esame. Perché quelli che ciarlano non sono matematicamente tutti amici intimi, ma hanno una profonda e morbosa voglia di farsi i fattacci altrui. La ciarla è il pettegolezzo tra il pettegolezzo, è un qualcosa di eccelso a cui solo pochi eletti possono partecipare, è il guardarsi ed iniziare a ridacchiare in sincrono. E’ lo sparlare elevato all’ennesima potenza, è qualcosa di cui nessun’altro in tutta Hogwarts, tranne un Tassorosso, è esperto.

Perché questo è il loro cavallo di battaglia.

I Grifondoro sono coraggiosi, i Corvonero sono intelligenti, i Serpeverde sono ambiziosi…Le Puzzolerosse sono impiccione.

Ma ci diventano con gli anni, non sia mai che si diffonda la voce che il Cappello Parlante smisti i ragazzi in base alla lunghezza della loro lingua.

.

E alla sua entrata in biblioteca, Samantha Perkins non può fare altro che chinare la testa e piagnucolare un po’ sul posto, rassegnata al suo destino ormai segnato.

La gente ormai ha capito quale volto associare alla deficiente che rifiuta la corte di Black con tanta insistenza e perseveranza. E ormai non è più invisibile.

.

Samantha si va a sedere ad un tavolo il più lontano possibile dalle finestre e dai gruppetti di persone che la guardano e parlottano, e rimpiange i bei tempi ormai andati.

.

.

.

Ohohoho, son tornata! XD

Mhm…Ma che dovrei scrivere qualche nota di fine capitolo? ._. Oddei, mica c’ho voglia… XD

*pigrizia imperat*

.

Come al solito graSSie mille a tutta la gente che commenta, a chi ha messo st’aborto di ff nei preferiti (sorbole, siamo a quota 33 *////*) e anche a chi legge e basta XD

Alla prossima!

.

Devotamente Vostra,

Christine Black

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Capitolo 8
*** Cap 7 ***


CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

Prelude of a disaster.

And a disaster, of course

.

- Oh, Samantha! –

- Oh, Gesù! –

Strepita, facendo una strisciata fenomenale sulla pergamena da presentare alla McGranitt per il giorno dopo.

Osserva sconfortata il suo tema così gravemente deturpato. Osserva Sirius, che si siede di fronte a lei con un salto, senza nemmeno bisogno di spostare la sedia. Osserva il tomo di Trasfigurazione che stava consultando fino a poco fa che viene chiuso e lasciato cadere con un vago ponf di protesta su un’altra sedia da Black.

Scuote la testa, e si decide finalmente a – come dice sempre Abigail – dimostrare di essere in possesso di una spina dorsale.

- Sirius Black! –

Dice con una vocetta stridula che trema leggermente, puntandogli contro l’indice della mano sinistra, macchiata di inchiostro sul dorso.

- T-tu, scansafatiche vigliacco…Devi smetterla di darmi il torm-

Si blocca, paralizzata, incapace di proferire una singola parola e con la salivazione azzerata.

Perché Sirius Black, mollemente appoggiato alla sedia con un braccio poggiato sullo schienale e la mano che gioca con una ciocca di capelli sulla nuca, il busto sporgente e il fondoschiena sul bordo della sedia, ad un passo dallo scivolare in terra, le dita dell’altra mano che tamburellano ritmicamente sul tavolo, la sta osservando con un sorrisetto malizioso, qualche ciocca di capelli di fronte agli occhi, la testa leggermente reclinata verso destra.

E questo non è bene, per i suoi deboli nervi.

- …Continua, ti stavo ascoltando. –

- S-sì. E-ecco. I-io…O…O meglio…T-tu…Aaaah! –

Strepita agitando in aria le mani per qualche istante, prima di schiacciarsele contro le tempie, infilare le dita tra i capelli e tirare leggermente. Tanto quanto basta per farsi un po’ male e capire che non è tutto un incubo, ma non a sufficienza per rimanere calva.

Bene.

Qualcosa di simile ad un latrato la distrae, facendola concentrare su Sirius, che con una mano sulla bocca sta cercando di ridere più silenziosamente possibile, senza riuscirci.

Ancora meglio.

- Black, sei un essere detestabile. –

- Non è vero, in realtà mi ami alla follia. –

- Ovvio. –

Cerca di parlare con tono sicuro, fallendo miseramente. E grazie a Dio è seduta, se Black le riservasse un’occhiata ed un sorriso del genere a tradimento, mentre cammina per i corridoi, correrebbe il rischio di afflosciarsi in terra come se non avesse un singolo osso in tutto il corpo.

Tanto, la spina dorsale è già stato assodato che le manca.

- Samantha. –

Le dice in un bisbiglio, sporgendosi pericolosamente verso di lei.

- Usciamo insieme? –

- Sirius. –

Si appoggia sul tavolo con i palmi, imitando perfettamente Sirius nei modi e nel parlare.

- Sì? –

- Definisci “uscire insieme”. –

Si schiarisce la voce, ormai ad un passo dalla vittoria.

- Uhm…Vediamo…Io e te che gironzoliamo per il parco di Hogwarts? –

Sbarra gli occhi.

- Black, ci ho visto un cane randagio grosso come una casa, cattivo e potenzialmente carnivoro, in quel posto dimenticato da Dio. Non intendo metterci mai più piede. Nemmeno se ne andasse della mia salvezza. –

- Nemmeno se ti difendessi io? –

Forse l’averla terrorizzata può tornargli utile.

- Tu non potresti difendermi da una bestia satanica assetata di sangue. –

- Potrei offrire il mio corpo e darti il tempo di fuggire, però. –

- Beh… -

E’ seriamente allettata all’idea. Sì, Sirius Black gravemente mutilato per causa sua. Organi ed appendici più o meno importanti sparsi per il prato.

Sì, potrebbe rivelarsi un bel pomeriggio.

- …Dopo prometti che mi lascerai in pace? –

Alza due dita della mano destra e si pone quella sinistra sul cuore. Non è esattamente sicuro che si faccia così, ma finchè non viene corretto tutto fa brodo.

- Parola di Giovane Marmotta! –

- Vai a cagare, Sirius. –

- Ai suoi ordini! –

.

- James? James?! JAMES?! –

Il ragazzo alza a fatica la testa dal proprio letto, una mano di Lily che cerca di tirarlo nuovamente giù per la cravatta.

- Cosa?! –

Strilla, fulminando con lo sguardo Sirius.

- Tie’! Ci ho messo un mese scarso! –

Rotea gli occhi, osservando il calendario e facendo un breve calcolo mentale.

- Sono passate sei settimane, Padfoot. –

- Di sicuro ci ho impiegato meno di te! –

Alza il braccio destro, mettendo la mano sinistra nella curvatura del gomito con uno schiocco, dovuto alla forza con cui ha gentilmente invitato l’amico a recarsi in un posto che non sembra essere Londra.

.

Se c’è una cosa che Sirius odia ferocemente, dei tanti aspetti canini che ha assimilato da qualche anno a questa parte, è l’udito maledettamente sviluppato.

Ha da sempre un’insofferenza a certi rumori che lo porta ad essere quasi maniacale, nel voler evitare di sottoporsi a quella che lui vede come una tortura.

Figurarsi poi cosa sia diventato da quando sente quasi il decuplo di un essere umano normale. Remus, James e Peter sono seriamente tentati di soffocarlo nel sonno, tanto per mettere fine alle sue sofferenze. Li frena unicamente la certezza matematica di trovarsi diversi oggetti contundenti inseriti dove non batte il sole prima ancora di potersi avvicinare di qualche metro al letto dove riposa il canide. Causa super-udito, ovviamente.

Ma per rimanere sul discorso “suoni molesti”, penso sia opportuno precisare cosa, Sirius Black, detesti tanto.

Odia il rumore generato dalle posate che sfregano contro la ceramica. Una volta è stato capace di minacciare James con un coltello su una mano e la bacchetta nell’altra. E visto lo sguardo spiritato di Padfoot, il giovane Potter non seppe da cosa essere maggiormente terrorizzato.

Odia il rumore che fa la gente quando si scrocchia qualsiasi osso che esuli da quelli che compongono le mani. Lo odia, lo detesta, lo fa rabbrividire…E’ una cosa che non riesce a sopportare.

Ed è bene informare l’incauto lettore che Samantha Perkins è molto impietosamente chiamata – almeno in casa – “Campanellino”.

Non esiste un singolo osso, nel corpo di Samantha, che lei non sappia far scrocchiare.

La cosa più assurda è che le capita a sproposito. Rizzando la schiena dopo un po’ che stava curva su un tavolo, allungando un braccio per richiamare l’attenzione di una persona di fronte a lei, stendendo leggermente la gamba per poi accavallarla sopra l’altra…Sono movimenti normali. Che però lei non riesce ad eseguire senza fastidiosi e quantomai inopportuni schiocchi.

E’ imbarazzante, capite?

.

- Ok, smettila. –

Osserva sinceramente incuriosita Sirius, le sopracciglia alzate come a dirgli di spiegarsi meglio.

- Smettila di emettere tutti quei rumori. Sono…Ewh. –

- …Prego? –

Chiede mentre il ginocchio decide di essere troppo silenzioso, e di dover dimostrare al mondo di esistere anche lui su questa terra. Black rabbrividisce visibilmente, stringendosi nelle spalle ed emettendo un “eeeeeeewh!” di puro terrore. Si sposta visibilmente dalla ragazza, continuando tuttavia a camminarle accanto.

- Sei raccapricciante. Non puoi evitare quella…Roba? –

La indica con la mano che trema leggermente, allo stesso modo con cui potrebbe indicare un cadavere in via di putrefazione.

- Cosa? –

- Quei rumori. –

Un lampo di sadismo attraversa gli occhi di Samantha. Si blocca nel mezzo del parco di Hogwarts, la caviglia leggermente piegata verso l’esterno, poggiando il peso sul dorso del piede.

- Ti riferisci a cose del genere? –

Chiede torcendo ulteriormente l’osso e facendo rabbrividire il ragazzo. Annuisce sinceramente orripilato, portandosi le mani alla bocca.

- Sarà meglio che ci sediamo. –

Dicono contemporaneamente, Samantha mossa a compassione dalla sofferenza di Sirius, il giovane Black guidato da una pia illusione che, se ferme, le ossa possano smettere di cigolare ed emettere rumori molesti.

.

- Oddio, ti supplico, smettila, potrei morire. –

Lo guarda, con un sopracciglio alzato. La tentazione di torturarlo ancora un po’ è forte, ma alla fine vince la bontà Tassorosso. Si butta all’indietro sull’erba, allargando le braccia a stella marina.

- Posso…? –

Sirius la guarda dubbioso, con un sorrisino timido talmente convincente da essere palesemente fittizio.

- Come vuoi. –

Gli dice con uno sbuffo divertito e sentendo il leggero peso del capo del ragazzo posarsi sul suo grembo poco dopo. E’ incredibilmente infantile, in certi momenti.

.

- Samantha? –

- Mh-hm? –

Sirius si alza, sdraiandosi accanto a lei e guardandola seriamente negli occhi. Alza nuovamente la testa, osservando verso la foresta proibita.

- Mi pare di sentire…Qualcosa. –

- Cosa? –

Chiede in un soffio, il panico che inizia a paralizzarle i movimenti.

- Come un ululato… -

Bisbiglia avvicinandosi sempre più a lei. Guarda di poco sopra la sua spalla, sbarrando gli occhi e prendendo fiato.

- Oddio. –

.

E il massimo che può fare Sam, con la certezza matematica di avere una bestia feroce alle spalle pronta a sbranarla, è appallottolarsi sul prato, è stringersi spasmodicamente addosso a Sirius e serrare gli occhi, in attesa di un susseguirsi interminabile di morsi che la faranno morire tra atroci spasmi.

.

Che – molto semplicemente – non arrivano.

.

In compenso, nel silenzio del parco di Hogwarts, con il vento gelido di novembre che le gela le gambe ed il cuore che batte all’impazzata, si diffonde la risata simile ad un latrato di Sirius Black.

.

- Tu…Lurido… -

Inizia a spingere per allontanarsi, con vani risultati.

- Eddai, era solo uno scherzetto… -

- UN CORNO! SIA MALEDETTO IL TUO NOME!! –

Gli strilla in un timpano, ignorando totalmente di averlo rincretinito dieci volte più che un’altra qualsiasi persona.

.

- Allora, com’è andata? –

- ZITTI! –

Sirius si butta a peso morto sul letto con vestiti e scarpe, si copre con la trapunta e si schiaccia un cuscino sopra la testa, cercando di addormentarsi e di ignorare il martellante mal di testa.

.

- Allora, com’è andata? –

- FATTI I CAVOLACCI TUOI!! –

Una scarpa attraversa l’etere, andando a sbattere contro il muro della stanza, a pochi centimetri dalla testa di Abigail.

- …Sam? –

- Ne vuoi un’altra? Questa volta non sbaglierò per metterti semplicemente paura. –

Vantaggi dell’essere battitrice, pensa, dopo appena qualche allenamento sviluppi una mira che nemmeno un killer di professione.

.

.

.

Uhuh XD Son tornata alla carica! XD

Come mi fece notare una geniale ragaSSa (<333), penso sia d’obbligo spiegare come faccia Sirius a conoscere le Giovani Marmotte.

Sono partita dal presupposto che per me Remus, tra i tanti dizionari e libri pregni di cultura, si è portato ad Hogwarts anche qualche fumetto (no, malpensanti, non intendo fumetti porno). Tra i tanti Dylan Dog (che è un fumetto italiano, ma soprassediamo, ve ne prego) e Diabolik (idem), ci sarà pur stato qualche Topolino, no?

Da là ad apprendere cosa sono le GM il passo mi pare sufficientemente breve, tanto che anche un decerebrato come Padfoot può aver tranquillamente fatto 2 + 2.

Ecco.

Felici? XD

.

Devotamente Vostra,

Christine Black

(…Ah, i preferiti sono saliti a 41. Grazie!!)

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Capitolo 9
*** Cap 8 ***


Tossico

CAPITOLO 8

Something to learn

.

Tossico.

.

E’ tutto maledettamente tossico.

Quei movimenti leggermente impacciati, quegli occhi perennemente puntati sul pavimento, quella voce incerta e tremolante, quella risata che ancora non ha sentito, ma è certo sia argentina, un po’ stridula, ma comunque piacevole da ascoltare.

.

Tossico.

.

Tutto odiosamente tossico.

Quella sua insicurezza ed umiltà ingiustificata, quel suo servilismo continuo, quel suo non rispondere alle provocazioni ma dirigere gli occhi altrove, segno inequivocabile di una risposta secca, velenosa, pronta ad essere usata ma che viene sempre taciuta.

.

Tossico.

.

Tutto così…Tossico, non c’è altro modo per descriverlo.

Quel suo profumo. Quel suo profumo che suona nuovo e conosciuto allo stesso tempo.

.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato, in tutto questo.

.

- Remus? –

- Mh-hm? –

- Mi insegni qualcosa? –

Il licantropo alza gli occhi dal libro che stava leggendo fino a poco prima, osservando dubbioso Sirius.

- Cosa dovrei insegnarti, Padfoot? –

- …Andiamo, lo sai. –

.

Remus Lupin è forse uno dei ragazzi meno attraenti di tutta la scuola, fisicamente parlando. E’ magrolino, ha una carnagione pallida tendente al giallo itterico, è di costituzione debole, va in giro vestito quasi sempre con vestiti più grandi di diverse taglie… Non è esattamente un ragazzo che potrebbe reggere il confronto con i fratelli Black – perché, per quanto Sirius neghi l’evidenza, tra lui e Regulus non passa quasi nessuna differenza, per la gioia delle studentesse di Hogwarts – insomma.

Una cosa che però poche persone sanno, è che contrariamente ad ogni logica Remus Lupin ha una lista di pretendenti con la quale potrebbe reggere tranquillamente il confronto con i già nominati fratelli Black. Umiliandoli, con tutta probabilità.

.

E’ incredibile quante ragazze si facciano incantare da un sorrisino timido ed un paio di frasi prese da qualche libro.

.

- Sirius, seriamente, non mi viene in mente cosa insegnarti. –

Il ragazzo alza un sopracciglio.

- Remus, tu sei un fine dicitore. Ed io ho un disperato bisogno di un discorso precotto da propinare ad una tizia. –

- …Chi? –

Chiede con sincero interesse e un lampo di divertimento ad illuminare gli occhi stanchi.

- Beh…Poniamo per ipotesi, ma solo per ipotesi, eh. –

- Unicamente in piano teorico. –

Lo rassicura il mannaro alzando leggermente le mani.

- Beh, ecco. Diciamo che ci sarebbe questa ragazza – puramente immaginaria – che si è arrabbiata a morte con me perché nonsastareaglischerziediohobisognodiunmaledettoqualcosaperfarmiperdonare. –

Il ragazzo sbarra gli occhi, osservando Sirius prendere fiato.

- …Ci credi se ti dico che non ci ho capito nulla? –

- Non ne dubitavo. –

- Sarà meglio che tu… -

- …Sì, te lo spiego lentamente. Allora. Lei non sa stare agli scherzi ed io ho bisogno di un maledetto qualcosa per farmi – ugh, detesto doverlo dire – perdonare. –

Il solito sorrisetto discreto, a testimoniare un divertimento quanto mai inopportuno.

- Fammi indovinare. –

- No… -

Sirius emette un gemito sofferente, accasciandosi sul tappeto ai piedi della poltrona dov’è seduto Remus in posa da cane bastonato.

Gli riesce preoccupantemente bene, deve ammettere il mannaro, per un secondo è quasi tentato di lasciar perdere.

Ma una crepa, nell’impenetrabile muro di sicurezza ed egocentrismo che l’amico si è costruito attorno, è da sfruttare.

Non capita mai – o quasi – che una ragazza lo mandi cordialmente al diavolo dopo una delle sue trovate. Di norma reagiscono – come precedentemente detto – con una risatina ed uno “scemino” strepitato con voce acuta poco prima di essere baciate.

- Fammi indovinare, Paddy. E’ la cinofoba di sicuro, perché da quando sei uscito con lei ogni volta che qualcuno prova ad informarsi tu per poco non gli azzanni un braccio. Ed essendo la cinofoba… Devi aver combinato qualcosa facendo leva sul suo sacro terrore per i cani. Diciamo che l’hai presa in giro? –

- Remus! –

Lo osserva seriamente offeso. Il ragazzo si scusa con un cenno della mano, ricominciando il suo ragionamento ad alta voce.

- Allora…Se sei troppo cavaliere per averla presa in giro… - un’idea malsana gli balena in mente – Tu non le hai detto di essere anche Padfoot, vero? –

- Sono scemo, per caso? –

- Sì. Ma sei anche fedele, per cui escluderei una tua shockante rivelazione che ti costerebbe la castrazione. Bravo Fido. –

Gli da un paio di pacche in testa in segno di affetto, facendogli qualche grattino dietro le orecchie. Sirius sorride estasiato, ignorando totalmente le ultime parole di Remus, che di norma servono unicamente a mandarlo in bestia.

- Comunque. Escludendo le prese in giro… Padfoot. - lo chiama con tono apocalittico – Tu non le hai messo paura dicendole che ti aveva alle spalle in forma canina per poi ridere come un cretino della sua reazione o magari approfittare del momento e con la scusa di consolarla infilarle la lingua in gola. Vero? –

- Ehm. –

- Vero?

- Uh. Io. Ehm. –

- SIRIUS!! –

Il ragazzo scatta in piedi, letteralmente sull’attenti, mimando il saluto militare con la mano sinistra.

Stesso discorso, finché non viene corretto tutto fa brodo.

- …E’ la mano destra, imbecille. –

Come volevasi dimostrare. Con uno sbuffo cambia mano, l’impatto visivo ormai devastato dalla pignoleria di Remus.

- Ti fai sempre fregare da queste cose… Vedi le cose sui fumetti e non ragioni un attimo che sia uno su quale mano usare. Idiota. –

Sospira, convinto ormai di aver sviato il discorso e di potersi evitare la predica.

- E comunque, piccolo mentecatto, non credere che il tuo patetico teatrino mi abbia fatto dimenticare di quella povera ragazza! –

- Eddai, era uno scherzetto innocente… -

- Va’ al diavolo! Non intendo aiutarti! –

- Ma… Ma… Ma come!! –

Lo osserva con gli occhioni colmi di lacrime, talmente spalancati da sembrare due cerchi perfetti, ed il labbro inferiore che trema leggermente.

- Ormai sono settimane che non le ronzi attorno, continua così, trovati un’altra vittima da torturare e lascia perdere. –

Dice con tono categorico, sistemandosi con maggiore cura il libro sulle gambe e ricominciando a leggere.

- Reeemuuus… -

Mugola giungendo le mani al petto e sfoderando la migliore occhiata da cucciolo indifeso che il ragazzo abbia mai visto.

E’ inutile dire che Remus Lupin è forse il ragazzo più buono di tutta la scuola. Muoverlo a compassione è un gioco da ragazzi.

Figurarsi per Sirius, che di norma deve sciogliere il gelido cuore della McGranitt per evitare punizioni sempre più feroci e crudeli.

- Oddio, quanto ti detesto. –

Mugugna, chiudendo di scatto il tomo ed avvicinandosi a Padfoot, per poi sussurrargli qualcosa nell’orecchio con fare cospiratorio.

.

.

.

…Allora.

Allora.

Uhm.

Suppongo di dovermi giustificare ._.

Non so cosa mi sia preso, per l’introduzione, chiedo venia ._.

.

Devotamente (e vergognosamente) Vostra,

Christine Black

(45 preferiti, ma siete proprio dei tessssssori <3)

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Capitolo 10
*** Cap 9 ***


CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

Apologises

.

- Ma non c’è un modo più veloce? –

- Sì. –

- Cioè? –

- Scusati. –

- COSA?! SEI MATTO?! GIAMMAI! –

- Va bene, va bene…Ascoltami molto attentamente, allora. –

.

Punto primo: mettila di buon umore.

- Cioè? –

- Falla ridere, cretino. –

.

- Prooooof! –

Remus si schiaccia una mano sugli occhi, disperato, e scuote la testa.

Succederà qualcosa. Qualcosa di orrendamente imbarazzante. Ne è matematicamente certo.

- Sì, Black? –

Lumacorno sorride affabile al ragazzo, avvicinandosi al suo calderone senza troppe remore. Se c’è una cosa che ha imparato in sette anni di convivenza forzata con l’uragano Black, è che per quanto il suo fattore distruttivo sia pericolosamente elevato, se si tratta di pozioni fatte per conto proprio potrebbe gareggiare tranquillamente con Evans o Piton.

Ha un cervello eccezionale, quel ragazzo.

Che poi si diverta ad infilare calzini putrescenti nei calderoni altrui è tutt’altro discorso, insomma, nessuno è perfetto, e finora non ha ancora ammazzato nessuno.

Credo.

- Prof, la mia pozione ha uno strano colore. –

L’uomo si affaccia sul paiolo, osservando guardingo il liquido ambrato. Effettivamente, tra quello ed una polisucco verde vomito come da consegna, di differenza ne passa.

- Forse qualche ingrediente dosato male? –

Suggerisce, in apnea. Meno esala miasmi di esperimenti usciti male, più è sicuro di arrivare a raccontarlo. Sirius lo osserva, quasi dispiaciuto.

- Non so, se vuole provare a controllare lei… -

Gli porge un mestolo di legno pericolosamente simile a quelli usati nelle cucine dagli elfi.

E già un uomo scaltro avrebbe intuito qualcosa.

Horace mescola un po’ il liquido all’interno del calderone, trovandolo alquanto grumoso.

Si sporge ulteriormente, decidendosi, suo malgrado, ad annusare l’intruglio per capire cosa non vada. Odora. Assume un’aria pensosa. Odora di nuovo. Si decide a prendere una mestolata e ad accostarsela alle labbra, assaggiando titubante.

Poi inizia ad assumere curiose tonalità tendenti al violaceo.

- BLACK!! –

- Sissignore! –

- QUESTO E’ BRASATO! –

Risate a profusione.

Remus ha appena capito di aver generato un mostro.

.

Punto secondo: falle capire che non sei così idiota come sembri.

- Cioè? –

- Imitami, cretino. –

.

- Moony! Aspettami! –

- Sirius, va’ via! Tu non sei iscritto agli stessi corsi che frequento io! –

- Ma tu hai detto… -

- Ho detto che devi fingerti intellettuale, non che devi pedinarmi! –

- Ma… -

- Signor Black. Per quanto mi riempia di gioia venire a sapere in anticipo rispetto al resto della scuola della sua relazione con il signor Lupin*, devo chiederle cortesemente di seguirmi nell’aula di Trasfigurazione dove lei dovrà passare le sue prossime due ore. –

- Ma io… -

- Signor Black, venga immediatamente con me.

- Remus… -

- SIRIUS BLACK, IMMEDIATAMENTE A TRASFIGURAZIONE!!

Remus ha appena deciso che ucciderà chiunque gli chieda, in futuro, una mano con una ragazza.

.

Punto terzo: falla sentire protetta.

- Cioè? –

- Cioè James e Peter faranno il lavoro sporco, a te starà apparire e prendere le sue difese, cretino. –

.

- Ehy, Perkins! –

- Oddio… -

Biascica stancamente, roteando gli occhi e abbandonando tutti i nobili propositi di studiare. James Potter e Peter Minus la osservano con un ghignetto malevolo.

A dire il vero quella di Potter sembra una paresi.

E quella di Peter è una smorfia senza il minimo senso.

- Cosa volete? –

- E’ vero che hai paura dei cani? –

- Un terrore cieco. Perché? –

- …Beh…E’ ridicolo! –

Annaspa il quattrocchi, non sapendo cosa inventarsi. Evidentemente si aspettava un’energica smentita, o qualcosa del genere.

- E…Beh…Bau! –

Il tentativo di James di offenderla o umiliarla è grottesco. E ridicolo, tanto che deve mordersi l’interno delle guance per non scoppiargli a ridere in faccia.

Poi, non si sa bene in virtù di cosa, Minus connette il cervello, e trova – forse a fortuna, o forse riesce a capirlo – il fianco su cui andare a pungolarla.

- James? Ti ricordi i loro allenamenti? –

Samantha si irrigidisce un po’ troppo vistosamente per passare inosservata agli occhi di un torturatore esperto come Potter.

- Oh, sì, Wormtail…Ricordo soprattutto le prodezze di Perkins sulla scopa… -

Un urlo abominevole e disumano risuona per i corridoi fino a raggiungere le orecchie della ragazza, lasciandola a dir poco terrorizzata.

- FERMI, VOI DUE!! –

Il colpevole dell’attentato ai suoi timpani le compare di fronte, in tutta la sua baldanzosa idiozia.

Sirius Black, una mano sul fianco e l’altra ad indicare i due amici, ha forse intenzione di rendersi più ridicolo del solito?

- Padfoot, cosa vuoi? –

Strepita Peter guardandolo in – passatemi il termine senza sghignazzare – cagnesco. Sirius si concede una risata con voce cavernosa ed impostata, riuscendo a sembrare ancora più idiota. Che è difficile, ma a lui riesce.

- Come osate prendere in giro questa povera ragazza! Solo perché ha paura dei cani! Bestie! Mostri! Dovrei schiantarvi tutti! –

- Veramente noi stavamo parlando degli allenamenti dei Tassorosso. –

- Oh, davvero? –

Chiede, i propositi bellicosi magicamente spariti.

- Sì, James stava imitando Perkins a cavallo della scopa. –

- Sembrava una scimmia sotto Imperius! –

Silenzio. Agghiacciante silenzio. Potter è sicuro di trovarsi a breve l’arcata dentale superiore totalmente sbriciolata a pugni dal suo miglior amico, per cui serra gli occhi aspettandosi il primo di tanti, tanti cazzotti.

- Oddio, è vero! –

Risate. Risate di Black.

Dio, questo ragazzo è allucinantemente idiota. E’ andato là per salvare la sua bella dalle prese in giro di quei buzzurri dei suoi amici, ed in breve si ritrova ad escogitare nuovi spunti di risate, per la gioia degli amici e dei presenti tutti.

Remus deve essere bloccato da Evans, prima di scagliare un Sectumsempra sull’amico. E’ meglio farle a mano certe cose, che divertimento c’è sennò?

.

Punto quarto: lasciala senza fiato.

- Cioè? –

- Cioè…Questo lo sai fare solo tu, Sirius, non posso spiegartelo. –

.

E’ vero.

Se c’è una cosa che riesce benissimo a Sirius – e solo a lui, sia ben chiaro – è l’inventarsi numeri sempre più assurdi, con i quali conquista le ragazze.

E’ facile, per lui, ha uno spirito d’improvvisazione che fa paura. Ed ogni volta che si inventa qualcosa, per quanto assurda o idiota, riesce sempre a renderla unica e sensazionale. Semplicemente perché è lui, a metterla in atto.

- Prof! –

La Sprite sobbalza, sinceramente spaventata da quell’incursione nel mezzo della lezione.

- Black. –

Sibila, guardandolo malissimo.

Lei odia lui. E lui odia lei. Vanno perfettamente d’accordo, nel non sopportarsi a vicenda.

- Dovrei…Ehm…La McGranitt mi ha mandato a chiamare Perkins. –

Risatine da parte delle alunne presenti nella serra, Samantha che si nasconde dietro un libro dalla copertina consunta e sporca di terriccio.

- Ne siamo sicuri, Black?! –

Chiede con un tono da Santa Inquisizione ed una voce leggermente nasale dovuta ad un raffreddore incipiente. Sirius si avvicina a lei, imitandola a specchio nella sua posa da vecchia chioccia scorbutica.

- Ne siamo sicuri, prof! –

Strepita alla stessa maniera della donna, schiaffandole successivamente una lettera sotto al naso. C’è un sigillo di ceralacca color blu scuro, chiaramente incantato di modo da non poter essere aperto da nessun altro eccetto dalla Capocasa di Tassorosso. Ma questo la inorgoglisce fino ad un certo punto.

Se la McGranitt manda a chiamare uno studente in questo modo, significa solo una cosa. Guai. Tanti guai.

- Perkins. –

Dice con voce ferma, leggermente più bassa del solito. La ragazza rabbrividisce, spaventata da quello che la professoressa sta per dirle.

- Vada con Black, le firmerò una giustificazione per l’intera giornata. –

.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato, in tutto questo.

.

- Black, si può sapere cosa vuole la McGranitt? –

Sirius muove una mano in aria, continuando a camminare a passo spedito verso il castello.

- Mi vuoi rispondere?! –

Gli urla spazientita, fermandosi nel mezzo del parco con le braccia incrociate sul petto ed un’espressione a dir poco inviperita. Il ragazzo si volta, la guarda negli occhi per un po’, fa un paio di falcate e le arriva a pochi centimetri dalla faccia.

Samantha sbarra gli occhi, il cervello che sta iniziando a fornirle una rosa di opzioni sul possibile seguito della giornata assieme a Sirius. Una peggio dell’altra.

E’ costretta a chiudere gli occhi per qualche istante ed a respirare a pieni polmoni, per non arrossire come un’idiota.

Il ragazzo le mette le mani sulle spalle, avvicinandosi ulteriormente al suo viso e piegando leggermente il volto di lato. A Samantha si gela il sangue nelle vene.

Poi, quando il momento dovrebbe essere magico, Sirius le da una spintarella sulla spalla destra, tirando quella sinistra verso di se. La fa girare, appoggiando poi la fronte sulla sua nuca, facendo un passo indietro e fermandosi.

Respira anche lui a fondo, dandosi mentalmente dell’idiota. Si sporge oltre la spalla di Samantha, indicandole il campo di Quidditch con una mano.

- Do…Dobbiamo andare là. –

Le dice con voce incerta, assestandole una leggera spintarella alla schiena per farla muovere.

.

Il campo di Quidditch è deserto, eccezion fatta per un paio di scope abbandonate sull’erba.

- Cosa…? –

Sirius si piega, afferrando i due manici e passando alla ragazza quello più nuovo. Ad una più accurata analisi, si rivela essere una Nimbus 1500. La migliore scopa attualmente sul mercato.

- …E’ di James, ho dovuto sedarlo, corromperlo e fargli un paio di Confundus, per convincerlo a prestarmela. –

Samantha lo osserva, nera in viso.

- Cosa ci facciamo qua? –

Chiede in un sibilo, la mascella serrata per impedirsi di urlargli addosso i peggiori improperi.

- Io…Ti sto dando modo di prenderti una rivincita. –

- Credi che sia divertente? –

Gli fa cadere ai piedi la scopa di Potter, con un sorrisetto tirato sul volto. Nonostante l’evidente nervosismo riesce a mantenere un tono pacato, al limite del mormorio.

- Black, tu non hai capito niente. Tu non puoi arrivare da un momento all’altro, partire svantaggiato e pretendere che io me ne compiaccia. Quella che vorresti usare è una schifezza che non reggerebbe il confronto nemmeno con una ramazza per pulire il pavimento. E tu credi veramente che facendo così io ne sia felice? Non voglio batterti per tua gentile concessione, non voglio gareggiare con te e non voglio perdermi un’intera giornata di lezioni con un idiota che mi considera troppo impedita per stracciarlo ad armi pari. Grazie, me ne torno in classe. –

- Perkins… -

La chiama a bassa voce, venendo ignorato alla grande. La ragazza è quasi arrivata all’uscita del capo, quando si sente nuovamente chiamare. Sirius la raggiunge, sorridendole divertito.

- Samantha, c’è una cosa che non hai capito. Io non voglio fare una gara di velocità con te, mi sento male solo al pensiero. –

- Prego? –

- Io soffro di vertigini. –

Il cuore le manca un battito, nel vedere Sirius Black sorriderle imbarazzato. Come si chiama quella sensazione che mescola senso di colpa e sollievo?

- Vedi, ti ho preso in giro come un cretino perché tu hai paura dei cani, volevo solo – uhm – darti l’occasione di farti quattro risate sulla mia pelle. Tutto qua. –

Imbarazzo, probabilmente.

- Oh. Io – ehm – uh…Ops? –

.

- Soffri di vertigini, allora? –

Sirius annuisce, incapace di muoversi ne’ spiccicare una singola parola. E’ ad appena mezzo metro da terra, ma si sente come se tra lui ed il terreno ci fossero chilometri di distanza.

Samantha gli passa accanto velocemente, godendosi fino in fondo l’espressione di raccapriccio che passa negli occhi del ragazzo nel vederla sospesa almeno quindici metri più in alto di lui.

- Dai, vieni! –

Gli sorride rassicurante, facendogli cenno con una mano di raggiungerla.

- No! E tieniti con entrambe le mani! –

- Perché? –

Chiede ridacchiando, continuando a sventolare un braccio in aria.

- Pericoloso! –

Riesce a strepitare con quanto fiato ha in gola, suonando pericolosamente simile a Remus.

Pericolosamente, sì, avete letto bene.

Perché quando Remus ammonisce che fare una cosa sarebbe potenzialmente mortale, lo fa in modo tale che chiunque lo stia ascoltando è spinto a disobbedirgli.

E così fa Samantha, sbracciandosi con entrambi gli arti superiori e ridendo della sua reazione angosciata.

- Non farlo! –

- Perché? E’ divertente! –

Gli urla in risposta, scavalcando il manico con una gamba e restandoci seduta di lato, alla maniera delle principesse sui film babbani, quando salgono su un cavallo.

- Samantha, cazzo, siediti composta! –

- Non ne ho voglia! –

Sorride, socchiude gli occhi e si gode il vento fresco che le accarezza leggermente il viso.

Poi una folata, si sente quasi spinta all’indietro, il baricentro finisce nel vuoto.

Sgrana gli occhi, cerca di aggrapparsi alla scopa con entrambe le mani. Afferra il manico con le dita della mano sinistra.

Poi però scivola ugualmente.

.

.

* = Sì, donna, questo è fanservice. Tutto per teh <333

.

Allora XD

Anzitutto, è d’obbligo dire che l’idea per il tentativo di mettere di buon umore Samantha mi è venuta leggendo una meravigliosa one-shot di Nykyo, titolo “La punizione”, che trovate http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=111720&i=1 qua. Vi consiglio di leggerla, perché merita *.*

.

La parte riguardante il fanservice non so quanta gente potrà capirla, nel dubbio voi fate finta di nulla XD

.

Ovviamente grazie per i commenti, son sempre più orgogliossssssah *-*!!

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Devotamente Vostra,

Christine Black

(48 preferiti, yuppiiih! <3)

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Capitolo 11
*** Cap 10 ***


CAPITOLO 10

CAPITOLO 10

Salvataggi in extremis & urli vari

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Quando le cose iniziano ad andare male, il tempo non subisce un notevole rallentamento come cercano di insegnarci i film ed i libri. A dire il vero, tutto sembra muoversi a velocità – se possibile – raddoppiata. Il cervello va in pappa in meno di un secondo, le mani iniziano a sudare e l’adrenalina entra in circolo, calando il carico su una situazione già disastrata di suo.

Ed è la stessa cosa che accade a Samantha, con l’aria come unica cosa alla quale aggrapparsi ed il panico che le ottenebra sempre più la mente.

Perché in questi casi, ricordarsi di essere una strega e di potersi quindi salvare la vita con relativa facilità, è chiedere un po’ troppo.

Cristo.

Pensa nel vedere gli spalti dove siedono di solito i professori, segno che il suolo è maledettamente vicino.

.

Poi, stranamente, le cose iniziano a susseguirsi con una lentezza esasperante. Sgrana gli occhi, sentendo un dolore sordo nel centro della colonna vertebrale che va in crescendo, dipanandosi per il resto degli arti, e la costringe ad inarcare la schiena verso l’alto in un vano tentativo di attutire la sensazione. Le gambe le fanno altrettanto male, può quasi sentire le ossa che vanno molto vicine alla rottura.

Poi nient’altro.

.

- Deficiente. –

Apre gli occhi, accorgendosi di sentire molto meno dolore di quanto se ne aspettasse. Poi si accorge anche che Sirius la sta tenendo in braccio.

- Io… -

- Sei una totale deficiente. –

Annuisce, ancora terrorizzata. Il ragazzo le parla in sibili, tanto è arrabbiato. Non lo ha mai visto così.

- Giura che non lo farai mai più. –

Nuovamente un cenno affermativo.

- Dillo. –

- Giuro. –

Tiene le labbra serrate, allo stesso modo della McGranitt. Ed una persona con un po’ di spirito di osservazione potrebbe notare il pallore quasi spettrale e qualche goccia di sudore che gli imperla la fronte.

- Adesso sali sulla scopa. –

Scuote il capo con tale vigore che i capelli le frustano le guance.

- Samantha, non intendo ripetertelo. Sali su quella cazzo di scopa immediatamente. –

La deposita a terra, tenendola per il polso e trascinandola quasi di peso verso il manico che usava lui fino a poco prima, aiutandola a salirci.

- Perché…? –

Sirius si massaggia le tempie con una mano, socchiudendo gli occhi ed ignorando la ragazza. Il ricordo di Regulus quando cadde da cavallo da piccolo gli è tornato in mente. Il panico generale, e l’istruttore che lo costrinse a salire in sella al più imponente purosangue della stalla. Aveva pensato fosse stato un grandissimo stronzo. Era tortura psicologica e nulla più, nella sua ottica.

Poi, con la dovuta calma, il signor Black aveva spiegato al primogenito il motivo di quel comportamento, di quella reazione fulminea tanto deprecabile ai suoi occhi.

Regulus è caduto perché ha esagerato, Sirius, si è spaventato a morte quando è scivolato. Non si è fatto nulla, ringraziando il cielo, ma comunque è rimasto terrorizzato. Se non l’avessero messo a viva forza in sella a quel cavallo subito dopo, non ci sarebbe salito mai più.

- Io…Sirius, sto male. –

La guarda. E’ giallastra, in faccia. Si avvicina alla ragazza, sospesa a poco più di trenta centimetri da terra, facendole cenno di scendere in braccio a lui.

- Andiamo. –

Scende, impacciatissima, venendo tenuta saldamente per le gambe e per la schiena. Esattamente nei punti dove ha sentito maggior dolore.

- Mi hai preso mentre cadevo? –

- Ne parliamo quando ti riprendi. –

.

- REMUS LUPIN! –

Urla Sirius.

- SIRIUS BLACK! –

Urla James.

- JAMES POTTER! –

Urla Lily.

.

Situazione di stasi, si bloccano tutti in attesa che qualcuno faccia la prima mossa.

.

Poi, dopo diversi minuti, qualcuno si decide a spezzare l’innaturale silenzio.

.

- TU E LE TUE IDIOTISSIME TROVATE!! –

Sirius si avvicina pericolosamente a Remus, piegandosi leggermente sulle gambe fino a far quasi combaciare i loro profili. Poi afferra il mannaro per la collottola, ed inizia a shakerarlo con inaudita violenza.

- SAMANTHA STAVA PER FINIRE SPALMATA AL SUOLO!! PER TERRA, MI CAPISCI?! –

- Ma cosa… -

- SAREBBE STATO DOLOROSO, IDIOTA! E POTENZIALMENTE MORTALE! –

E con questa geniale uscita, preferiamo soprassedere al dialogo tra Sirius e Remus, in favore di quello svoltosi immediatamente dopo tra Potter e il giovane Black.

.

- MALEDETTO CANIDE! –

James inizia a spintonarlo, facendolo arretrare ad oltranza.

- LA MIA SCOPA!! LA MIA PREZIOSISSIMA SCOPA! MI SONO SVEGLIATO E LEI, PUFF!, NON C’ERA! DOV’E’?! –

Possiamo facilmente immaginare il seguito di questo ben poco edificante teatrino.

.

Direi di passare allo scontro Evans vs Potter.

.

- JAMES POTTER!! –

- Sì, tesoro? –

- MALEDETTA SIA LA TUA STIRPE!! –

Sbarra gli occhi, sentendosi tirare per un orecchio con quanta forza possiede la rossa.

- Cos…Che è successo?! –

- IL MIO LIBRO! IL LIBRO DI TRASFIGURAZIONE!! –

- …Hai trovato il mio regalino? –

- CIOCCOLATA TRA LE PAGINE! NON SI LEGGE PIÚ NIENTE! SEI SCEMO O COSA?!? –

- No, è che io… -

- IDIOTA! CRETINO! ESONDATO NEL CRANIO!! –

- Ma io ti ho lasciato le Cioccorane sul libro aperto, sei tu che fai le cose senza ragionarci su…Eh, cerca di starci più attenta, la prossima volta… -

- VA’ AL DIAVOLO!! –

.

E da tutt’altra parte, nel secolare castello di Hogwarts, qualche Corvonero sogghigna nel sentire i soavi toni di Lilian Evans echeggiare fino nei sotterranei. Qualche Tassorosso inizia a sparlare su una possibile rottura tra i due, messo a tacere in fretta e furia da qualcuno più informato che conosce i propositi di James Potter. Qualche Serpeverde benedice il cielo ed il Cappello Parlante per aver mandato quella cornacchia urlante dalla parte esattamente opposta alla loro. Qualche Grifondoro prende in seria considerazione l’opzione di asportare le corde vocali a Lilian.

Una Tassorosso approfitta del momento di pace per rimettere l’anima in un anonimo bagno del quinto piano.

Ed un Grifondoro aspetta, mollemente appoggiato ad una porta di un anonimo bagno del quinto piano, che una Tassorosso esca, per poterla accompagnare a prendere una boccata d’aria.

.

.

.

Sono iperattiva. Lo sapevate? Beh, penso sia sufficientemente ovvio. XD

.

Per il resto, signorine, sono orgogliosa di annunciarvi che grazie al vostro contributo la sottoscritta si è guadagnata una pizza. Ergo, GRAZIE! ^.^

.

P.S. = Suppongo che il fanservice sia palese, qua, donnah. Senza bisogno che io te lo evidenzi. Sei così perspicace che ci arrivera da sola <3

.

Devotamente Vostra,

Christine Black

(52 preferiti, oooh! <3)

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Capitolo 12
*** Omake ***


OMAKE

OMAKE GROSSO COME UNA CASA

ATTO UNICAMENTE ALLA DIMOSTRAZIONE

DEL MIO NON AVVENUTO DECESSO

.

Sono le dieci di sera di un gelido e potenzialmente nevoso venerdì sera, e tutta Hogwarts pregusta il primo week-end dell’anno scolastico in cui gli studenti potranno andare in gita ad Hogsmeade, chi alla ricerca di un regalo di Natale da presentare ai propri parenti, chi semplicemente desideroso di prendere una boccata d’aria fresca.

.

Nella torre di Grifondoro quattro ragazzi ormai alle porte del diploma stanno facendo i deficienti come loro solito.

- Attento, Padfoot! –

James si getta addosso a Sirius, facendolo cadere di spalle sul pavimento e bloccandogli ogni possibile movimento con il proprio corpo. Sorride famelico, senza dare segno di volersi muovere.

- Prongs, levati. –

Black sorride affabile, ricevendo un cenno negativo in risposta. Alza un sopracciglio. Il sorriso diventa ghigno, trasformandosi successivamente in una smorfia non identificabile.

Il petto del ragazzo inizia ad alzarsi e ad abbassarsi sempre più velocemente.

Il ragazzo si morde il labbro inferiore, rovesciando il capo all’indietro con un’espressione estasiata.

Poi il ragazzo inizia ad ansimare e a gemere.

- Oh, sì…Continua… -

James assume diverse tonalità tendenti tutte al cianotico, prima di schizzare in piedi e mettere diversi metri di distanza tra di loro.

- Cristo, Sirius, sei osceno! –

Il giovane Black rotola su un fianco, incapace di parlare, tenendosi lo stomaco con entrambe le mani, in apnea da quanto sta ridendo.

Si passa una mano sugli occhi per asciugare le lacrime, perseverando tuttavia nel suo attacco di idozia/ridarella acuta.

- Ragazzi, quando avrete finito con questo teatrino da film porno avvisate, eh. –

- Tu cosa ne sai di film porno, Moony? –

Chiede Sirius con un sogghigno, alzandosi finalmente da terra per andare a sedere accanto al ragazzo. Remus scuote la testa, visibilmente imbarazzato, avvicinando ulteriormene il volto alle pagine del libro che stava leggendo fino a poco fa. Black gli scompiglia i capelli, gli mette un braccio attorno alle spalle ed inizia ad ondeggiare come se fosse malamente ubriaco.

Ad un’attenta analisi del soggetto, ed un’accurata annusata al suo alito, Remus non si stupisce poi tanto nel considerare che è un’ipotesi plausibile.

.

- Padfoot, puzzi come una distilleria, si può sapere quanto hai bevuto? –

- Non tanto! Jimmy, diglielo anche tu! –

Potter annuisce, ridacchiando subito dopo.

- Oddio, sembra di stare in un’osteria… -

Si lascia scappare, prima di rendersi conto dell’enorme errore appena commesso. I due ragazzi sogghignano, prima che il quattrocchi incameri una dose considerevole di fiato ed inizi a cantare a squarciagola.

- OSTERIA NUMERO ZERO! –

L'urlo feroce di James si alza per i dormitori maschili, fino a raggiungere la Sala Comune. Un vago "paraponziponzipò" echeggia nell'aere.

.

- Lily, è il tuo ragazzo? -

Chiede una sparuta bimbetta ad Evans, interrompendo le ripetizioni di Trasfigurazione che le stava elargendo fino a poco prima.

- No, non può essere James. –

- A me pare proprio lui... –

- Non è così idiota, andiamo. Certamente sono i suoi deficientissimi amici…Ma lui no. –

- OSTERIA NUMERO MILLE! –

- Paraponziponzipò! –

Lily sbianca. Si alza in piedi, sguaina la bacchetta e si avvia con incedere da generale delle SS verso la stanza dove il suo ragazzo sta dando spettacolo.

.

Questa notte scorrerà del sangue.

.

- FA SCINTILLE SULLA LEGNA,

FIGURIAMOCI NELLA F–

- JAMES POTTER! –

- Lily! Tesoro! –

Il ragazzo scivola a sedere sul letto dove si stava molleggiando fino a poco prima con una mossa fluida, alzandosi immediatamente dopo ed avvicinandosi con le braccia spalancate verso la sua anima gemella.

- Cucciola! Fatti abbr- AHIO!! –

L’urlo stridulo di James le perfora un timpano. Tuttavia continua, come se niente fosse, a stringere il pugno contro la sua nuca, tirando i capelli e quasi conficcandogli le unghie nella carne.

- Idiota! –

Gli sibila velenosamente, trascinandolo a viva forza giù in Sala Comune, per poterlo controllare ed impedirgli quindi di commettere altre cretinate.

.

La serata si conclude immediatamente dopo.

.

Immediatamente dopo il ritorno di Evans nei dormitori che, con un ringhio, ha predetto le loro morti previa impalatura sul platano picchiatore in caso di reiterati attacchi di demenza, of course.

.

- Samantha! –

La ragazza si volta, vedendosi arrivare incontro di corsa Sirius. Gli sorride dolcemente, aprendo le braccia per abbracciarlo.

- Samantha, mi sono accorto di amarti follemente! –

- Sirius, anch’io! –

- Oh, Samantha! –

- Oh, Sirius! –

Si guardano fisso negli occhi, prima che il moro le metta una mano dietro la nuca per avvicinarla a se e baciarla, un suggestivo tramonto alle loro spalle e diverse ragazze commosse ad osservarli.

.

…Ci avete creduto, neh?

E invece no.

.

Direi di presentare i fatti come si sono susseguiti realmente.

.

- Samantha! –

Fa un salto sul posto non indifferente, voltandosi con altrettata velocità. Sirius le sta correndo incontro con la stessa grazia bovina di una mandria di bufali impazziti. Tutti i bufali, se non ci siamo capiti.

Non riesce a scostarsi in tempo, venendo quindi beccata in pieno naso dal buf- ehm, ragazzo.

Cade in terra di sedere, il setto nasale tenuto nascosto da entrambe le mani ed un’espressione sofferente in viso.

- Oddio. –

Biascica Sirius, chinandosi su di lei ed osservandola pensieroso. Lei apre un occhio, furente.

- Sei un idiota. –

- Scusa. –

- Totale. –

- Scusa di nuovo. –

- Ti soffocherò nel sonno. –

Sirius ghigna.

- Prima dovrai entrare nei dormitori maschili. –

Arrossisce.

- E farmi stancare a sufficienza per farmi addormentare. –

Se possibile assume tinte ancora più accese di rosso, facendo ridacchiare ulteriormente il ragazzo.

- Smettila di dire cose imbarazzanti. Sono…Imbarazzanti. –

- Acuta deduzione, sei veramente un piccolo genietto. Adesso andiamo? –

Le porge entrambe le mani, facendola alzare in piedi con una facilità sorprendente. Samantha sorride suo malgrado, prendendo la mano che il ragazzo le porge e seguendolo docilmente fuori dal castello, in direzione delle carrozze per Hogsmeade.

.

.

.

Bhe, sì, sono viva. Sono reduce da una vacanza distruttiva dei miei genitori, ergo non ho scritto una cosa che una. Sì, sono anche una bestiaccia, per questo. Scusate >_<

.

Poi, poi, poi…E’ un omake, non ha logica e non intende averne, serve unicamente a riempire lo spazio abissale tra il precedente capitolo ed il prossimo, che – lo sento – mi serviranno secoli per finire di scrivere.

Che altro dire, è una cosa idiota che avevo scritto parecchio tempo fa, e lo so che i maghi inglesi degli anni ’70 non conoscevano le osterie, ma l’idea di Potter che si rende ulteriormente idiota mi piaceva. Dunque questa resta. U_U

.

Ah, mi hanno fatto notare che Lily non è il diminutivo di Lilian: ringrazio molto per l’informazione, ma uso Lilian perché mi piace di più (un po’ come la gente che anziché chiamarla “Ginevra”, chiama Ginny “Virginia”). Ma grazie comunque ^*^

.

Devotamente Vostra,

Christine Black

(59 preferiti, signori miei, vi adoro :*)

.

PS= Spero che il piccolo teatrino demenziale tra James e Sirius non ti abbia dato fastidio, Yasmin, se cosi fosse, sappi che non è stato fatto apposta e che mi dispiace.

.

PPS= Noi sappiamo come si sono svolte realmente le cose, vero ammoreh? <3 *sogghigno malefico*

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Capitolo 13
*** Cap 11 ***


CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

Plutonedì

.

- Puzzola? –

- Non mi ci chiamare. –

Sirius le sorride, divertito.

- Perché? E’ carino. –

- E’ offensivo. –

- Non peggio di altre mie trovate. –

Samantha e costretta suo malgrado a convenire.

- Che vuoi? –

- Posso… ? –

Il ragazzo si siede accanto a lei sulla panca, indicandola all’altezza del ventre. Per un folle attimo un’idea di tutt’altro genere passa nella testa della Tassorosso, facendole sbarrare gli occhi. Poi, finalmente, il cervello le suggerisce un’opzione ben più innocente.

- … Oh. Fa’ come vuoi. –

Sorride trionfante, sdraiandosi ed appoggiando la testa sul suo grembo. Samantha si morde il labbro inferiore seriamente indecisa se parlare o meno.

- … Sirius? –

- Mh-hm? –

Biascica con gli occhi socchiusi, già ad un passo dall’addormentarsi.

- Ti darebbe tanto fastidio se – uh – inciacciassi un po’ sui tuoi capelli? –

- Inciacciare? –

Apre un occhio, osservandola interrogativamente.

- Uh, sì… Inciacciare… Giocare, pettinare, arruffare… Cose del genere. –

Batte un po’ le manine, alla stessa maniera di una bambina piccola che dal seggiolone osserva un giocattolino nuovo, scalciando con le gambette paffute nel vuoto e con gli occhioni che le brillano.

Sirius, si liscia il mento con l’indice ed il pollice della mano sinistra, meditabondo. Poco dopo si mette entrambe le mani sulla nuca, all’attaccatura dei capelli, spostandoli verso l’alto come fa quando deve tirarli fuori dal colletto della camicia.

- Accomodati. –

Borbotta, tradendo una certa apprensione. Samantha si lascia sfuggire uno “yay!” di pura gioia, prima di mettersi a pettinare i capelli di Black con le dita.

.

- Mhm… Si sta benissimo, sai? –

Annuisce, guardandosi attorno.

Le aule del terzo piano sono in totale disuso da qualche anno a questa parte, in giro si trovano unicamente coppiette in cerca di intimità – puntualmente scoperte da Gazza, che proprio scemo totale non è – o studenti che devono copiare compiti, o studiare in assoluto silenzio.

Alle cinque del pomeriggio, poi, con le lezioni della giornata concluse e tutti gli studenti nel parco a godersi la neve caduta di recente, c’è un silenzio quasi spettrale ed una pace innaturale, per una scuola.

- … Suppongo che questo rientri di diritto nelle cose create il plutonedì. –

- Come, scusa? –

Si rende conto di aver parlato ad alta voce solo quando si trova Sirius che la osserva con lo stesso sguardo che riserverebbe ad un pazzo.

- Uhm…Tu…Non penso tu voglia sapere. –

Parla lentamente, cercando di suonare convincente. Con scarsissimi risultati, visto che tempo mezzo minuto si trova sommersa di domande.

- Gesù santo, calmati! –

Strepita con voce leggermente stridula, schiacciando una mano sulla bocca di Sirius.

- Ok, sta‘ zitto e fammi spiegare. –

Annuisce felice, tornando nella posizione originaria con uno scatto.

- … Allora, il plutonedì… -

Prende tempo, non avendo la più pallida idea di come iniziare.

- Uhm… Vediamo… Secondo diverse teorie Dio, o chi per lui, ha creato il mondo in sei giorni. Ed il settimo si è riposato. Ma non è questo il punto. Se ci fai caso, è partito da lunedì, giorno in cui ha semplicemente diviso la terra e l’acqua, fino ad arrivare al sabato, giorno in cui ha creato l’uomo, che è la cosa migliore che gli sia riuscito di creare. Se la analizzi da questo punto di vista, ha fatto pratica. Il sesto giorno aveva preso talmente bene la mano da riuscire a generare qualcuno a sua immagine e somiglianza, e po-

- Ma che c’entra il plutonedì? –

- … Ci stavo arrivando, prima che tu mi interrompessi. Diciamo che… Il plutonedì teoricamente è l’ottavo giorno. E’ un giorno che gli uomini non conoscono perché è perfetto. E, in questo ipotetico ottavo giorno, sono state create le cose migliori che possano esistere. –

- Uh? –

Gli sorride, sinceramente divertita. Sirius sa assomigliare ad un bambino piccolo, con certi suoi atteggiamenti.

- Cosa ne so… La cioccolata calda quando è inverno ed il gelato quando è estate, ad esempio. Quelli sono stati indubbiamente creati il plutonedì. –

- … Le sciarpe? –

Annuisce.

- … E le felpe. Quelle larghe, però. –

.

… Inutile dire che in breve finiscono ad elencare cose, oggetti o avvenimenti con la stessa infantile foga di due bambini con pochi anni a carico. Ci manca solo che si mettano a cantare tutti insieme appassionatamente.

.

- La menta. –

- Le gommose alla frutta. –

- Le sigarette! –

- Ho i miei dubbi. –

- Lascia perdere. Tocca a te. –

- Mhm… Quando Lumacorno non può fare lezione. –

- Una “E” presa senza studiare. –

- Saltare un’interrogazione quando non sono preparata. –

- Tu. –

Sbarra gli occhi. Sirius la osserva, le labbra increspate in un sorrisetto, ancora placidamente sdraiato addosso a lei.

- Io… Io devo andare. –

Si alza così di scatto che il ragazzo fa a malapena in tempo ad evitare di cadere.

- Ma-

- Vado. –

Dice in tono perentorio, abbandonando i corridoi a passo di carica. Sirius la osserva allontanarsi. Si guarda attorno. Emette un mugolio di frustrazione e si getta di schianto sulla panca, un braccio a coprire gli occhi.

Non mi pareva fosse una cosa così sbagliata, da dire.

.

- Mooooonyyyyy!! –

Si butta addosso all’amico, beccandolo in pieno stomaco.

- Sirius, stupidissimo canide… Che vuoi? –

Dice in un bisbiglio, cercando di riprendere fiato.

- Moony, ho bisogno di te! –

Gli strilla in un orecchio con voce acuta e piagnucolosa. Remus si porta una mano a coprire gli occhi, capendo che questa ormai è una partita persa in partenza.

C’è da chiedersi se ci sia mai stata una sola occasione in cui il mannaro abbia avuto la possibilità di spuntarla.

- … Dimmi che ti serve, vediamo cosa si può fare. –

.

E mentre Sirius Black espone il suo machiavellico e geniale piano all’amico, dall’altra parte del castello una Tassorosso può sentire un brivido gelido percorrerle la spina dorsale.

Avverto un fremito nella forza.

E questo non è bene.

.

.

.

…Allora. Non avete aspettato poi molto. Contente? Spero di sì, io non lo sono per nulla ._. Il capitolo è venuto un po’ troppo fluff per me. E non c’è nemmeno un po’ di sano fanservice! Dio, che donna fuffa che sono! >_<

.

Chiedo scusa ._.

.

Poi, piccole notine di fine capitolo: la storia del plutonedì è tutta roba mia, il nome del giorno è preso dai Griffin e la citazione a “tutti insieme appassionatamente” è assolutamente NON voluta. Rileggendo il capitolo non ho potuto fare a meno di aggiungere quella frase, era troppo una scena simile XD

La citazione finale è presa da “Guerre Stellari”, non ho idea quale episodio. Odio quel film, la frase è solo servita allo scopo. ù_ù

E…Lo so che “inciacciare” non è italiano. Ma rende l’idea quindi, per favore, passatemi il termine XD

.

Bien…Commenti graditi, of course XD

Devotamente Vostra,

Christine Black

(63 preferiti. Signori, vi amo. <3)

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Capitolo 14
*** Cap 12a ***


CAPITOLO 12a

CAPITOLO 12a

Un diversivo, uno scherzo di cattivo gusto

ed un colloquio interessante

.

Che gli studenti di Hogwarts non riescano a vedere lo stesso professore di Difesa Contro le Arti Oscure varcare i portoni della scuola per due anni di fila, è fatto tristemente noto.

Fatto ugualmente noto, è che da cinque anni a questa parte il motivo unico per cui tutti questi professori gettino la spugna è da addossare ai quattro ragazzi più popolari dell’istituto.

E’ uno sport, per loro. Un bel diversivo attuabile durante le ore in cui – teoricamente – dovrebbe svolgersi la lezione.

.

Le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure non assomigliano a delle normali lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure.

Normalmente gli studenti parlano tra loro, si distraggono, giocano a battaglia navale… Ognuno si fa i fatti propri, insomma, e l’insegnante spiega per quelle due o tre persone interessate.

Da quando è arrivata questa, però, gli alunni stanno in silenzio. Seduti composti ai propri banchi. In muta adorazione.

… O forse semplicemente in attesa.

- Prooooof! –

L’ululato di Sirius fa sobbalzare la professoressa Honey, che rivolge un sorriso stentato e timoroso al ragazzo.

- S-sì, Black? –

James ghigna. Peter osserva estasiato la scena. Remus seppellisce la testa nel libro, preparandosi qualche appunto da passare successivamente ai suoi amici.

Il primogenito di casa Black si alza in piedi, lentamente, tenendosi stretto all’altezza del cuore.

- Prof… -

Sussurra, prima di cacciare un gemito strozzato e di accasciarsi in terra, nel bel mezzo dell’aula.

- Oddio! Black! –

La signorina corre verso di lui, incespicando notevolmente sui tacchi. Gli si accovaccia accanto, scrollandolo per una spalla. Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, si decide a voltarlo. E un urlo atroce squarcia il silenzio carico di tensione venutosi a creare.

- OMMIODDIOBLACKE’MORTO!! –

La ragazza si porta le mani ai lati del viso, in una riuscitissima imitazione de “L’urlo” di Munch, pallida come un cencio lavato con troppa candeggina, ad un passo dallo svenimento.

Effettivamente è uno spettacolo raccapricciante, su, siamo onesti.

C’è un buchetto relativamente piccolo, sulla camicia di Sirius. E c’è un altro buchetto relativamente piccolo, questa volta sul petto, di Sirius. E c’è un coltello dentro il buco.

Il sangue esce copioso, la professoressa non ha idea di cosa fare.

E’ nel pallone.

.

Non avendo nulla di meglio da fare, dunque, la signorina Susan Honey cerca di farsi piccola piccola, terrorizzata, atterrita e con gli occhi lucidi di pianto.

- Su, su, professoressa… -

Le dice una voce calda e sensuale, subito seguita da un braccio che, con fare protettivo, le circonda le spalle.

- M-ma… I-io… -

- Non è colpa sua… Non si preoccupi, tutto andrà per il meglio. –

- M-ma… -

- Shh… -

Una mano le accarezza dolcemente la testa, seguendo il contorno dei boccoli biondi come l’oro e – come dire – macchiandoli, leggermente, di quello che sembra sangue.

.

Le risate dei presenti nell’aula fanno capire alla giovane insegnante che qualcosa non va.

.

Dov’è il cadavere? Perché nessuno piange o reagisce terrorizzato? Perché tutti, invece, ridono? Perché qualcuno applaude?

Perché un ragazzo con un coltello da macellaio piantato nel cuore la sta abbracciando e consolando, sfruttando il momento per palparle con una certa discrezione il seno?

.

- B-B-Black! –

Strilla con voce acuta, puntando l’indice della curatissima mano destra contro Sirius.

E Sirius, in tutta questa baraonda, cosa può fare?

.

Si alza in piedi con un saltello, fa un breve inchino e, dopo aver mandato un bacio a distanza alla professoressa, corre fuori dall’aula a velocità impressionante.

.

- Sirius Black.

La legge del contrappasso è una cosa infida e malefica.

La legge del contrappasso applicata ai professori è molto, molto, male.

Perché, per un professore che ha la stessa autorità di un banco, c’è sempre quell’insegnante che con uno sguardo riesce ad annientarti.

In questo caso, per essere più specifici, per ogni Susan Honey deve esserci una Minerva McGranitt.

Perché, se Susan Honey urla urla ma alla fine non fa del male nemmeno ad una mosca, Minerva McGranitt non urla. In compenso lei può metterti in punizione a vita con una tranquillità invidiabile.

.

Ma non divaghiamo.

Dov’ero?

.

Ah, sì.

.

- Sirius Black.

Il ragazzo rabbrividisce visibilmente, nel sentirsi appoggiare una mano sulla spalla, segno inequivocabile che non può azzardarsi a scappare. Nemmeno a provarci.

- Professoressa… -

Volta la testa lentamente, illudendosi che guardandola dritta in faccia la McGranitt possa abbandonare i suoi propositi punitivi.

Illuso.

- Sirius Black, mi aiuti a capire. Vuole? –

- Ma certo! –

Dice ostentando un sorrisone allegro. La donna alza un sopracciglio, seriamente incuriosita.

O Black sta facendo lo gnorri – e se è così, Giusto Cielo, deve riconoscere che gli riesce meravigliosamente bene – oppure è veramente stupido come un pezzo di legno.

E, stranamente, la seconda ipotesi le sembra la più plausibile.

- … Dicevo. Mi potrebbe cortesemente dire perché la professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure è chiusa da una buona mezz’ora in classe, in preda ad un’imponente crisi di pianto, mentre continua a ripetere “è il figlio di Satana, è il figlio di Satana”? –

- Non ne ho la più pallida idea, prof! –

Ok, è veramente stupido come un pezzo di legno.

- Black, voglio aiutarla ulteriormente. Perché un coltello da macellaio sporge dal suo petto? E perché lei non è morto, a seguito di questa presunta coltellata? –

- Perché… Uhm… Ho qualche santo che mi protegge? –

- Santa Rita? –

Propone ad un passo dall’arrendersi e prendere direttamente a ceffoni il ragazzo, anziché mandarlo dal preside come intendeva fare.

- Santa chi? –

- Black. In. Presidenza. Ora. –

Alza il braccio libero, indicando la strada a Sirius. E appena il ragazzo si allontana, Minerva McGranitt non può fare a meno di ridacchiare tra se e se.

Così conciato Black risulta molto più che convincente, potrebbe indurre in inganno anche lei, se colta in contropiede. Ma lei, che è una donna saggia, non potrebbe mai essere colta in contropiede da Black.

Semplicemente perché lui è Sirius Black. E lei Minerva McGranitt.

Sono come cane e gatto.

.

- Signor Black, torna di nuovo a farmi visita? –

Sirius sorride, sedendosi compostamente sulla sedia che il preside gli indica con la mano. Nessuno – nessuno – può mancare di rispetto ad Albus Silente. Al massimo ci si può scherzare un po’, ma solo finché lui lo consente.

- Sa, signor preside, le voglio tanto bene… Cerco ogni scusa possibile per venirla a trovare. -

- Per quanto mi faccia piacere sapere di essere così benvoluto, spero che non voglia traumatizzare eccessivamente la professoressa Honey unicamente per farmi un salutino ogni tanto. –

Il ragazzo sorride furbescamente, nel notare gli occhi dell’uomo brillare di divertimento e – forse – un po’ di ammirazione.

- Devo però ammettere che il suo – come dire – travestimento è di pregevole fattura. L’ha aiutata il signor Potter a realizzarlo? –

- Signor preside, non pretenderà mica che mi abbassi a qualcosa di subdolo ed infido come fare la spia, vero? –

L’uomo alza entrambe le mani, assecondando il gioco di Black con visibile divertimento.

- Non sia mai… Queste sono innocue chiacchiere tra – uhm… - possiamo definirci due affezionati conoscenti? –

Si osservano. Gli occhi celesti di Silente scintillano oltre gli occhiali a mezzaluna, gli occhi grigi del ragazzo vagano, accarezzando con lo sguardo ogni soprammobile presente nello studio. Sta pensando, il preside può quasi sentire le rotelle che cigolano dentro la testolina capelluta di Black. Sta decidendo se può fidarsi o no, sta cercando di capire se è più impellente il bisogno di elogiare i suoi compagni di avventure, tessendone le lodi per l’inventiva, o se è meglio tacere, farsi carico di ogni trovata e pregare Dio che tutto vada per il meglio.

- Beh, diciamo che non sapevo dove trovare il sangue finto. –

- Chi se n’è occupato? –

- Peter. –

- Il signor Minus? –

Gli scappa una risatina, allo sguardo stupito del preside.

- Proprio lui. Non so cos’abbia usato, ma è vischioso come sangue, ha il colore del sangue… E stranamente non ha odore. –

- … Una pozione. –

- Probabile, Peter prova un divertimento immenso nel preparare intrugli. –

- Il signor Minus… Oh, ma è sensazionale. Ed il coltello? –

- Se n’è occupato Remus. –

- E’ un trucco babbano, vero? Ho visto alcuni di loro fingere di morire alla stessa maniera, in una rappresentazione teatrale. La lama dovrebbe rientrare dentro il manico quando pressata contro il corpo dell’altro. –

- No no, è un coltello vero. L’ha preso James dalle cucine. –

- … Prego? –

- Guardi. –

E tenendo l’oggetto per il manico, lo sfila dal cuore con una facilità estrema, per poi pulirlo discretamente con la manica della camicia e porgerlo all’uomo.

- Lo provi, su. –

Silente osserva la lama. Anche se leggermente sporca di quello che sembra sangue, appare chiaramente come autentica.

- Mi fiderò signor Black. Potrebbe spiegarmi come ha fatto a non morire conficcandosela in pieno petto? –

- Le ho detto, ci ha pensato Remus. L’ha stregata, di preciso non so che incantesimo ha usato. Ma se prova a colpire una persona viva e vegeta questa scompare. Guardi. –

Si riappropria dell’oggetto, tirandosi una coltellata alla mano. Il coltello appare come se fosse conficcato, c’è anche la punta della lama che sporge dal palmo. Ma niente sangue, niente dolore, niente di niente.

- Geniale. Semplicemente geniale. Signor Black, riferisca ai suoi amici che sono orgoglioso di sapere che Hogwarts ospita delle menti così brillanti. Certo, se fossero applicate a qualcosa di più costruttivo… -

China la testa istintivamente, preparandosi alla predica.

.

- Ora vada a lavarsi, successivamente dovrà andare a porgere le sue scuse alla professoressa Honey. E spero che non sia vostra intenzione farle venire un esaurimento nervoso ad appena quattro mesi dall’inizio della scuola. –

Sirius è sicuro che il continuo della frase sia un “c’è ancora tempo”. Ne è sicuro dal sorriso e dallo sguardo di Silente.

- Sì preside. –

Si alza, raggiunge la porta in un paio di passi, e quando si è quasi del tutto chiuso la porta alle spalle la voce dell’uomo lo richiama.

- Ah, Black… -

- Sì? –

- Quaranta punti in meno a Grifondoro, lei è in punizione da ‘sta sera fino alla prossima luna piena… E venti punti assegnati a Grifondoro per la destrezza dimostrata da Remus Lupin e Peter Minus. Alle nove in sala trofei. Puntuale. –

- Sì signor preside. –

.

Tuttavia Sirius non può fare a meno di sorridere.

Perché qualcun altro, da qualche parte nella scuola, gli sta facendo un gran favore.

.

.

.

Gahahaha! Sono tornata! ^w^

Allora. Dal finale dell’altro capitolo forse non vi aspettavate questo XD Ma – c’è sempre un “ma” – c’è un motivo U_U

Che ancora non so nemmeno io, ma un motivo c’è di sicuro XD

.

No, scherzi a parte, se c’è una “a” accanto al numero del capitolo è perché ci saranno due versioni di questa giornata. Titolo uguale, svolgimento diverso. Yay! Non so nemmeno io come farò, ma l’idea di entusiasmava tanto! ^.^

*ormai Gedeone ha gettato la spugna*

.

Per il resto… Uhm… Commenti sempre graditi, of course XD

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Devotamente (e demenzialmente) Vostra,

Christine Black

(71 preferiti… Oh, come vi amo <3)

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PS= lllloveh… <3 Prometto che al prossimo capitolo farò un po’ di fanservice ._.

.

PPS= Santa Rita è la patrona delle cause perse, eh XD

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Capitolo 15
*** Cap 12b ***


CAPITOLO 12b

CAPITOLO 12b

Un diversivo, uno scherzo di cattivo gusto

ed un colloquio interessante

.

- Oh, ma guarda chi abbiamo qua… -

Samantha scrolla la testa, aumentando il passo. L’aula di Trasfigurazione non è mai stata così lontana come ora.

- Perkins, cos’è questa fretta? –

James Potter le si para davanti, le braccia incrociate sul petto ed un ghignetto malefico a completare il quadro.

Solo che non assomiglia ad un demone, o ad un lussurioso diavolo tentatore… Al massimo potrebbe essere scambiato per un satiro con evidenti problemi di miopia.

La visione di Potter con zoccoletti da capra che rincorre le ninfe le solleva il morale più del dovuto, facendola ridacchiare sommessamente.

- Cosa ridi? –

E’ infastidito. Ed è anche evidentemente paranoico, visto che il motivo primo di una rissa firmata Potter è quasi sempre un sorrisetto di troppo sul volto del malcapitato.

- Oh, nulla, figurati. Che vuoi? –

Abbandona tutti i propositi bellicosi, in favore del ghignetto di poco prima. Le circonda le spalle con un braccio, alzando notevolmente il tono di voce.

- Non posso fare un saluto alla ragazza del mio migliore amico? –

- Io non sto con Sirius Black. –

Afferma con un sorriso cordiale, liberandosi dalla presa del ragazzo con insospettabile facilità e dirigendosi finalmente verso l’aula della McGranitt.

- …Singolare. –

La voce di James la induce a fermarsi, in attesa di un chiarimento.

- …Singolare davvero, sai, Perkins? –

- Perché? –

Un brutto presentimento le fa scorrere un brivido gelido lungo la colonna vertebrale.

- A me ha detto che state insieme… -

Sbarra gli occhi, il cuore le si ferma per qualche istante e l’ossigeno le abbandona i polmoni senza dare segno di volerci tornare.

- …A dire la verità lo ha detto a tutta la scuola. –

.

I bagni.

Esiste un posto più familiare, più accogliente e confortevole di un bagno?

La ceramica bianca, le piastrelle, quel candore e quella pulizia che fanno sembrare gli stanzoni parti integranti del San Mungo. Quell’odore tipico che hanno i pavimenti lavati di fresco.

.

Essere accolta in questo modo, fa sentire Samantha più a suo agio ogni qualvolta si trovi in ginocchio a dimostrare il suo affetto alla tazza, abbracciandola con uno slancio ed un trasporto innaturali.

.

Rumori ben poco poetici raggiungono le orecchie delle altre presenti, convincendole che la ragazza chiusa dentro il cubicolo stia morendo, o che qualcosa dal suo interno si stia facendo strada per uscire, un qualcosa tipo “alien” o “blob, il fluido che uccide”.

O una gravidanza inattesa, per chi preferisce attenersi a versioni più terra-terra.

.

Esce dai bagni con il dorso della mano destra tenuto sulle labbra, la faccia bagnata ed un colorito verdognolo che a poco a poco sta sbiadendo.

.

E Remus Lupin sente una piccola fitta di rimorso, nel dirigersi a passo lento verso Samantha, con studiata calma.

.

- Io… Io non mi sento tanto bene. –

Biascica con un fil di voce, prima di perdere l’equilibrio e sbilanciarsi in dietro.

- …Al volo! –

Dice il ragazzo, afferrandola per le spalle prima che questa si spalmi in terra. Si mette in piedi, seppur a fatica, voltandosi con la chiara intenzione di ringraziarlo.

- Oh, Lupin, gr–

Fa un gran respiro, prima di socchiudere gli occhi e perdere nuovamente l’equilibrio.

Questa volta assieme alla propria stabilità perde anche i sensi.

.

- Samantha? Samantha. –

Apre lentamente gli occhi, guardandosi attorno spaesata.

- Sei in infermeria, ti ci ho accompagnato io. –

Lupin le sorride gentilmente, rispondendo alla muta domanda che le svolazzava nel cranio in attesa di essere dirottata verso la bocca.

- Grazie. Co… Cos’è successo? –

- Un piccolo calo di zuccheri. Bevi questa, dovrebbe aiutarti. –

Le porge un calice pieno fin quasi all’orlo di una pozione violacea, che Sam preferisce bere tutta in un fiato, quasi certa dell’orrido sapore che ha.

- …Buona. –

Dice stranita, evidentemente abituata allo schifo che la Chips le propina ogni volta che si rompe un osso. Cosa che capita con allucinante frequenza.

Remus le sorride incoraggiante, prendendole il bicchiere dalla mano e poggiandolo con ben poca grazia sul tavolino.

- Mi… Credo sia meglio se andiamo a fare una passeggiata. Un po’ d’aria ti farà solo bene. –

- Ma la Chips… -

- Oh, tranquilla, ho il suo benestare. Andiamo? –

Si alza in piedi, sorretta dal mannaro, venendo trascinata con poca grazia verso la porta.

Da quando in infermeria c’è un portone di legno massiccio?

…E da quando l’infermeria è al settimo piano?

Bah, sarò solo un po’ confusa.

.

- Allora, come ti senti? –

Respira a pieni polmoni l’aria gelida, sorridendo verso Remus.

- Molto meglio, grazie. –

- Figurati. –

Si sorridono per diversi minuti, sentendosi sempre più cretini ad ogni secondo che passa.

Forse qualcuno dovrebbe fare qualcosa.

- Ahm… Dunque… Eh… Allora… Oddio, quanto odio queste cose. Diciamo… Diciamo che un mio amico mi ha fatto una testa a palla per sapere cosa diamine ti frulli in testa. –

- …Prego? –

Le spalle gli scendono, mentre decide di andare al punto senza troppi giri di parole.

- Sirius mi ha mandato in spedizione per scoprire per qualche arcano motivo tu reagisca in modo così assurdo se ti fa un complimento. Come qualche giorno fa, vorrebbe sapere perché sei scappata. –

.

Ah! Assurdo! E pretende anche che io glielo dica! Illuso!

.

- Perché gli sarei saltata volentieri addosso, ma non l’ho considerata una mossa furba. –

Sbarra gli occhi, si porta una mano alla bocca con uno scatto fulmineo e si guarda attorno terrorizzata.

Dopo pochissimo punta gli occhi addosso a Remus, divaricando leggermente le dita di modo da poter parlare.

- Cosa… Cosa mi hai dato da bere? –

Non è stupida come sembra, allora.

Prima di capirlo, James ci ha messo un’ora grassa e diverse figuracce.

Lupin china il capo, imbarazzato.

- Scusami, Perkins, io no-

- Cos’era? –

- E’ che non sapevo co-

- Cosa. Diavolo. Era?

Si passa una mano sul volto, preparandosi psicologicamente al peggio.

- Veritaserum. –

- Tu… Voi… Io… Ho bisogno di sedermi. –

.

- Come avete fatto? –

Chiede, visibilmente provata. Anche troppo, per potersi permettere una schiassata in grande stile.

- James ti ha distratto con una cavolata a caso e ti ha scagliato un confundus per farti svenire. Ti abbiamo portato nella Stanza delle Necessità al settimo piano, facendola arredare come l’Infermeria, e là è stato il mio turno. –

- Ma-ma era viola! Ed era dolce! Il veritaserum è trasparente! E insapore! –

- …E infatti quello… Beh, Peter non era molto in forma. –

Il sorriso stentato di Remus la convince della sua ormai imminente morte.

- Oddio. Morirò. Morirò avvelenata per colpa vostra. Dannati assassini, mi avrete sulla coscienza! –

Samantha si scappotta sull’erba, fingendo di singhiozzare. Remus non può fare a meno di sentirsi quantomeno offeso.

- Ci hai preso per incoscienti totali? –

- Non lo siete?! –

- No! L’abbiamo provata su James, prima. –

- E funziona come veritaserum? –

- Beh, sì… Circa. –

- Circa? –

- Ha… Beh… Non ci saranno grandi ripercussioni, se restiamo qua finché non svanisce l’effetto. –

- Che vuol dire “circa”?! –

Lo afferra per il collo della camicia, shakerandolo con tutta la forza che ha in corpo.

- …Piccole… Variazioni. A livello caratteriale. Facci caso, di norma non sei così aggressiva. –

Allenta immediatamente la presa, come se si fosse scottata.

Dannazione. Dannazione. DANNAZIONE.

Remus Lupin ha pienamente ragione.

Ha un desiderio insostenibile di strozzarlo, di fare a pezzi le sue stupide ossa e polverizzare il suo inutile cranio.

Sente mille emozioni diverse annebbiarle il cervello, metterle in ordine i pensieri per qualche istante e scombinarli come – e peggio – di prima.

E’ arrabbiata, euforica, allegra, innervosita… Sentimenti contrastanti che si giostrano con una precisione da far girare la testa.

- Ma non ti preoccupare, passerà tra qualche oretta… Poi tornerai come prima! –

- Lo spero per te. –

Gli dice in un ringhio, fulminandolo con un’occhiata.

Sì, è inquietante.

.

- Allooooora… Che ne dici di fare due chiacchiere? –

- Ho scelta? –

Borbotta, mentalmente rassegnata al peggio. Remus le sorride per infonderle coraggio, un luccichio sinistro sui canini che rende vano ogni suo tentativo di sembrare amichevole.

- Beh, partiamo da cose basilari: come ti chiami? –

- Samantha Agata Perkins. –

- Agata? –

- Se lo racconti in giro ti sodomizzo con la bacchetta di quel demente di Black. –

L’immagine che gli si palesa davanti agli occhi non è delle migliori. Rabbrividisce sensibilmente, pensando a qualche altra domanda sciocca da porre alla ragazza, tanto per verificare che il veritaserum abbia fatto il suo effetto.

- Mhm… Professore preferito? –

- McGranitt. –

- Professore odiato? –

- Lumacorno. –

- Sport preferito? –

- Quidditch. –

- In che ruolo giochi? –

- Battitrice. –

- Dove ti piacerebbe giocare? –

- Cercatrice. –

- Ti piace la cioccolata? –

- Sì. –

- Ti piace il caffé? –

- Sì. –

- Ti piace Sirius? –

- Sì. –

Socchiude gli occhi.

Fregata in pieno, idiota.

- Riprendiamo, vuoi? –

- No. –

- Ma non hai scelta. Allora. Adesso andiamo un po’ con l’associazione di idee, io ti dico una cosa e tu mi dici il primo aggettivo che ti viene in mente. –

- …Dopo mi farai anche il test delle macchie d’inchiostro? –

- Scema. Mhm… Lily Evans. –

- Caposcuola. –

- James Potter. –

- Beota. –

- Minerva McGranitt. –

- Genio. –

- Peter Minus. –

- Ruota di scorta. –

- Albus Silente. –

- Nonno ideale. –

- Remus Lupin. –

- Meschino vigliacco. –

- Horace Lumacorno. –

- Viscido. –

- Sirius Black. –

- Sesso che cammi… E PORCA VACCA! –

.

Samantha ha quasi la certezza che Remus non smetterà più di ridere. Fino alla fine dei suoi giorni, in preda alla ridarella.

L’idea la conforta.

Almeno non potrà articolare un discorso di senso compiuto di fronte agli amichetti.

.

.

Cucù! ^.^

…Oddio, ma quant’è passato dallo scorso aggiornamento? ._. Chiedo venia, la scuola e tutto il resto mi hanno rallentato notevolmente ._.

.

Poi, poi, poi… Et voillà! Titolo uguale, svolgimento diverso! ^^

Il diversivo è James che delira per i corridoi, lo scherzo di pessimo gusto è il veritaserum… E il colloquio interessante penso sia palese XD

E ci ho anche inserito un po’ di fanservice, che non mi si accusi di insensibilità! ù_ù

.

Mhm… Che altro? Boh, commenti graditi, of course! ^_-

.

Devotamente vostra,

Christine Black

(78 preferiti. OMG, sono così feliiiiceeeh *-*)

.

P.S.= Ho notato che qualcuno non sa cosa sia il fanservice. Bwaha! XD

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Capitolo 16
*** Cap 13 ***


CAPITOLO 13

CAPITOLO 13

Inattesi sviluppi di un atteso sclero

.

Le costole gli fanno male a tal punto da fargli dubitare seriamente di averne almeno una integra. E le lacrime, Dio, vede tutto sfocato ed ha le guance zuppe.

- Va’ al diavolo, Lupin. –

E quando si rende conto di cosa gli è stato detto, è troppo tardi per fermare Samantha.

- Ma dove…? –

Chiede ad alta voce, rispondendosi immediatamente dopo.

Sirius.

.

Cammina a passo spedito, i pugni stretti lungo i fianchi ed un prurito incessante all’avambraccio sinistro.

Non è il momento. Non è il luogo.

- Cerco Sirius. –

Annuncia ad un gruppetto di Grifondoro.

Sguardi smarriti, nessuno sa risponderle.

- Merda. –

Mugugna, allontanandosi quasi di corsa dai ragazzini senza nemmeno un saluto o una risposta. Cammina voltata in dietro, sperando di vedere da qualche parte Black. Ed ogni volta che torna a guardare avanti, fa sempre a malapena in tempo prima di sbattere contro qualcosa o qualcuno.

Il veritaserum non le ha elargito superpoteri, ma le ha acuito i sensi.

Ed inizia quasi a credere che non sia stato così male berne un bicchiere di tale portata.

Fa giusto in tempo a scattare a destra, evitando di sbattere contro un Corvonero. Per finire dritta sul piede di una Serpeverde.

- Maledetta idiota, sta’ attenta a dove vai! –

Alza gli occhi al cielo, fa un saltello indietro e prova a scartare la ragazzina per riprendere la sua ricerca.

- Non così in fretta, sai! –

Una mano della ragazzina le stringe malamente il braccio destro, impedendole di procedere.

E’ troppo.

Senza nemmeno pensarci mette una mano sulla gola della ragazza, stringendo quel tanto che basta a farle capire che NON è uno scherzo, ed iniziando a spingerla senza troppo riguardo contro un muro.

Con la mano, nuovamente libera dalla presa, tira fuori la bacchetta, puntandola sulla croce degli occhi di quella che – dopo un po’ c’è finalmente arrivata – altri non è se non la piccola, altezzosa mocciosa dei bagni.

- Non voglio perdere tempo con te. –

Le dice con tono asciutto, allentando la presa.

- Questa me la paghi. –

Evidentemente, non è stata sufficientemente chiara.

- Piccola mocciosa irriverente, lascia che ti spieghi una cosa. Sono di tre anni più grande di te, ed ho alle spalle sette anni di incantesimi. Potrei farti cose che non immagineresti mai, nemmeno nei tuoi peggiori incubi. E sono maledettamente arrabbiata. Pensi che sia il momento più adatto, per venire a darmi fastidio? –

Sgrana gli occhi, sinceramente preoccupata.

Perché i Tassorosso sono pacioccosi e non se la prendono mai.

Perché far arrabbiare un Tassorosso vuol dire passare il limite.

Perché nessuno sa cosa voglia dire far arrabbiare un Tassorosso.

Mai e poi mai, far arrabbiare una persona calma. Non sai mai cosa possa combinarti.

.

- Sam! –

Sirius è sconcertato.

Perché svoltare un angolo e sentirsi dire che Samantha Perkins ha chiesto di lui, è già un duro colpo.

Ma vedere la già citata Samantha Perkins tenere al muro una Serpeverde, è roba da fantascienza.

- Sirius. –

La ragazzina viene mollata immediatamente. C’è un bagliore sinistro, negli occhi della Tassorosso.

E il giovane Black capisce, finalmente, tutti i discorsi di James su quanto sia eccitante vedere Lily imbestialita e pronta a dar battaglia. Ha l’effetto di una droga, sente l’adrenalina che scorre a mille nelle sue vene, gli da alla testa.

Sorride a mezza bocca, porgendole una mano.

- Mi cercavi? –

La Tassorosso annuisce, raggiungendolo in un paio di falcate e dandogli uno spintone da record.

- Dobbiamo fare quattro chiacchiere. –

.

Cammina a passo spedito, trascinandolo per un polso attraverso i corridoi del quinto piano. Tira pugni alle porte semi-chiuse, accertandosi che nessuno sia nei paraggi.

- …Cos’hai detto che dobbiamo fare? –

Samantha lo incenerisce con un’occhiata, decidendosi finalmente ad entrare in un’aula deserta. Spinge malamente Sirius, facendolo arretrare.

E poi inizia a passeggiare su e giù, visibilmente livida di rabbia.

- Perché l’hai fatto? –

Sbotta ad un certo punto, cogliendo totalmente impreparato Sirius.

- …Prego? –

- Hai sentito. –

- Ma non ho capito la domanda. –

Prende fiato a denti stretti, fermandosi ad un passo dal prendere a sberle il giovane Black.

- Ti ho chiesto perché l’hai fatto. –

- Fatto… Cosa? –

.

Finalmente, Samantha Perkins decide di poter urlare.

.

- Sei un deficiente! –

- Ma che ho fatto? –

- “Che ho fatto”? “Che ho fatto”?! Mi hai torturato! Per mesi! Non un attimo di pace, non un attimo di respiro! Mi hai reso la vita un inferno!! E per cosa?! Per niente, ecco per cosa! Sei un totale idiota, un esondato nel cranio, un neurolabile! E non ho nemmeno il coraggio di chiederti perché tu abbia deciso di darmi il tormento, perché forse non capiresti nemmeno la domanda! –

E’ livida di rabbia.

- Vacci piano… -

Borbotta, leggermente offeso.

Samantha prende fiato.

Forse l’effetto di quella broda sta svanendo.

- Allora rispondimi. Perché l’hai fatto? –

E Sirius deglutisce rumorosamente, non sapendo dove andare a parare.

.

Dirle che è bellissima e si è innamorato di lei al primo sguardo?

Schifoso materialista, conta più il mio aspetto di quella che sono realmente?!

.

Dirle che è rimasto colpito dalla sua intelligenza?

…Ma mi credi totalmente scema?! Sono una Tassorosso, se volevi un genio potevi andare a cercartelo tra i Corvonero!!

.

Dirle che hanno un sacco di cose in comune?

Brutto deficiente che altro non sei, non abbiamo mai parlato per più di cinque minuti in croce! Si può sapere in base a cosa pretendi di conoscermi?!

.

…E allora?

.

- Hai… Hai un buon profumo. –

Sbarra gli occhi, spalancando la bocca inorridita.

- Profumo? –

Annuisce.

- Profumo?! –

Nuovamente un cenno di assenso.

- PROFUMO?! –

Arretra, seriamente spaventato.

- Sei… Sei… SEI UN IDIOTA! TOTALE! PER DEL PROFUMO! IO… TU… NON PROVARE AD AVVICINARTI MAI PIU’ A ME! –

- Andiamo, capisco che è una motivazione cretina… Ma non penso sia saggio optare per una soluzione così drastica… -

- STA’ ZITTO! NON VOGLIO PIU’ VEDERTI, NEMMENO IN CARTOLINA, NEMMENO PER SBAGLIO! –

Si avvicina a lui, dandogli una botta alla spalla sinistra ed osservandolo con gli occhi che lanciano lampi.

E, forse un po’ per tutti i discorsi di James che ormai lo hanno traviato, forse perché Samantha così repellente non lo è mai stata… O forse in virtù del solito, maledetto, tossico odore che percepisce, Sirius non riesce a fare a meno di afferrarla per le braccia, studiando minuziosamente il suo volto.

- Cosa dia-

- Ti voglio baciare. –

- EH?! –

Ha uno sguardo da invasato, molto inquietante.

- Voglio baciarti. –

E Samantha, che di certo non brilla per spina dorsale, già inizia a calmarsi, pensando che in fin dei conti è solo un bacio, no? Posso ammazzarlo benissimo pure dopo.

- Perché? –

…Ma sai che sei proprio demente, Sammy, tesoro?

- Perché io ti piaccio, e con questo maledetto profumo mi stordisci, e mi mandi su di giri. E il fatto che tu sia furente rende le cose più divertenti, sì. –

Sbianca, arrossisce, il cuore le salta diversi battiti ed inizia ad avere le palpitazioni.

Tutto contemporaneamente.

- Io non credo che sia il momento più indicato. –

La osserva stranito, come si potrebbe osservare uno scienziato che, di fronte ad un’assemblea di premi nobel, afferma candidamente che la terra è piatta.

La osserva come si osserverebbe un idiota, in parole povere.

- Non me ne frega assolutamente nulla, voglio baciarti e lo farò. –

- …E se io non volessi? –

Adesso la sta guardando come se fosse totalmente folle.

Peggio mi sento.

- Sam, cuore di mamma tua, non diciamoci balle. Io ti piaccio, ogni volta che parliamo vai in palla perché ti imbarazzo. Ed adesso non verrai a dirmi che stai tremando perché ti faccio paura, vero? –

Vorrebbe annuire. Dio, quanto vorrebbe potergli dire che la sta terrorizzando.

Ma il veritaserum non le permette di inventarsi bugie di tale portata.

Per cui, seppur a fatica, seppur riluttante, fa cenno di no con la testa.

- Appunto. Vedi, il corpo umano secerne determinati ormoni, in reazione a stimoli esterni. Se io ti terrorizzassi, avresti l’adrenalina a mille, nel sangue. E intendo solo quella. Tu invece oltre all’adrenalina emani feromoni. Sai cosa sono? –

Nuovamente un cenno negativo.

- Sono gli ormoni femminili. Le femmine dei mammiferi li secernono quando – uhm, come dire – sono attratte da un maschio della loro stessa specie. –

Sirius usa un tono sereno, nel parlare. Se non fossero ancora in una posizione alquanto imbarazzante, Samantha potrebbe trovare una spiegazione del genere interessante. Potrebbe anche essere invogliata a chiedere lui cosa cavolo ne sappia di queste cose, e come faccia ad avere un olfatto così sviluppato.

- Sei sotto effetto di veritaserum? –

- Mh-hm. –

Lui la guarda, chinandosi ulteriormente verso di lei.

- Vuoi che ti baci? –

Lo bisbiglia a malapena, facendole solletico sul viso. Lei lo guarda, smarrita.

Magari sta svanendo l’effetto…

O magari posso riuscire a ribellarmi.

Magari…

- Sì. –

…Magari era solo questo, che aspettavi. Poter addossare la colpa ad altre persone, uscendone illesa; anzi, come vittima.

Il giovane Black sorride, poco prima di poggiare leggermente le sue labbra su quelle della ragazza.

.

A Samantha tornano in mente le parole di Remus.

- Ci saranno solo piccole… Variazioni. A livello caratteriale. –

.

Perché di norma, non afferrerebbe con una mano un lembo della camicia del ragazzo, per tenerlo più stretto a se.

Non gli circonderebbe la vita con l’altra mano libera, accarezzandogli quella piccola fascia di pelle estremamente sensibile. Non abbandonerebbe l’orlo della camicia per andare ad accarezzargli il volto e a calcare leggermente con il pollice sul mento di lui per fargli capire che ok, baciarsi a stampo è tanto tenero e puccioso, ma sarebbe carino anche considerare l’ipotesi di rendere l’esperienza un tantino più interessante.

.

Infatti, non lo fa nemmeno ‘sta volta. Ci pensa Sirius.

.

E lei, imbarazzatissima, riesce solo ad arrossire come un semaforo quando si allontanano. Vorrebbe scappare, allontanarsi per andare a seppellirsi da qualche parte.

Non trova nulla di meglio da fare che abbassare la testa, nascondendosi tra le braccia di lui, col suo mento che le punta leggermente sulla nuca.

- Sai, James ha ragione. –

- Cosa? –

Borbotta, ancora stordita.

- Mi ha sempre detto che baciare una ragazza arrabbiata è il modo migliore per farla calmare. –

…Oh, vero.

Dovresti essere arrabbiata.

ARRABBIATI! UCCIDILO!

- Di’ a James che novantanove volte su cento quella che ti ha proposto è una missione suicida. –

- E quell’unica volta? –

Sospira.

- Ci trovi una deficiente come me che, non solo riesci a calmarla, ma riesci anche a renderla instabile sulle gambe. –

Si scosta leggermente, osservandola con attenzione. E’ rossa in viso, visibilmente incapace di auto-imporsi un battito regolare… Ed effettivamente si sta tenendo a lui con insolita tenacia.

- Instabile? –

Annuisce.

- Se mi lasci cado. –

- Non intendo farlo. –

Le sorride, poco prima di chinarsi leggermente, fino ad arrivare con la faccia all’altezza del suo seno.

- Cosa… Che hai intenzione di fare?! –

Chiede con voce allarmata. Sirius ridacchia.

- Porto la principessa dovunque mi ordini. –

Si volta di scatto, le afferra le cosce e la issa sulle spalle, tenendola a cavalluccio.

- Dove vuole andare, madame? –

Samantha ci pensa un po’, prima di sogghignare.

- Nei sotterranei, fido destriero. –

- Ma… Ma! Ci sono sei piani da fare! Tutte scale! E alle scale piace cambiare! Roba da impazzire! –

- Ti pare che non lo sappia? Su, su, che dopo dovremo andare nella torre di Astronomia, e poi nel parco, e poi in guferia… Eh, quanta strada abbiamo da fare! –

- Intendi farmi fare su e giù per Hogwarts per tutto il giorno? –

- Anche due o tre di fila, mio caro. Ti ricordi? Hai diversi mesi di torture e sfinimenti da farti perdonare. –

Chiosa con tono affabile Samantha, tirandogli un leggero calcetto allo stomaco come se fosse veramente a cavallo e dovesse spronare un puledro particolarmente ostinato.

Sirius sbuffa, decidendosi a partire.

- Aspetta, che ho paura di non tenerti bene… -

Fa un saltello sul posto, allacciando le mani sulla schiena coi palmi rivolti verso l’alto, in diretta coincidenza con le terga della Tassorosso.

- Ehy! –

- “Ehy” tu, semmai! Vuoi per caso cadere? –

- No, ma-

- Ma un corno. Su, l’hai detto tu che abbiamo un bel po’ di posti da visitare… -

Il giovane Black fa un altro saltello, partendo a passo di marcia per i corridoi.

E nel vederli passare, più di un professore resta basito a vedere la scena.

Remus Lupin, poi, alla disperata ricerca dell’amico che – quasi sicuramente – dev’essere rimasto ucciso nella furia devastatrice di Samantha, può provare le gioie di un embolo, nel vedere sfrecciare il suo compagno di casa, dormitorio e talvolta letto – quando James ha bisogno del letto per stare con Lily, l’inquilino del piano di sopra è costretto a dormire in giacigli non suoi, con conseguenti maledizioni lanciate un po’ a lui ed un po’ a Potter – con a cavalluccio sopra la suddetta furia devastatrice, che ridono come schizoidi per il parco di Hogwarts.

.

.

Gaha! Sono tornaaataaaah!! *w*

Le vacanze natalizie sono estremamente proficue, sìsì! Gioisci, mondo! *.*

Capitolo lunghetto, svolgimento abbastanza demente, ma sorvoliamo. U////U Mi vergogno come una ladra per l’ultima parte, non so descrivere certe sceneh! *Chris corre a nascondersi*

.

Per il resto.

Piccole note, tanto per fugare possibili dubbi: non abituatevi a Samantha così spigliata, dai prossimi (pochi, lo giuro! ç_ç) capitoli tornerà la piccola ameba che amo tanto e sulla quale adoro accanirmi;

poi, donneh, il fanservice è una nobilissima attività… Ma vedete di scoprire per conto vostro cosa sia! XD

.

Commenti sempre graditi, of course.

.

Devotamente Vostra,

Christine Black

(91 preferiti, 91 preferiti!

*Chris fa danza del vampiro*)

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Capitolo 17
*** Omake II ***


OMAKE II

OMAKE II

Perché quando ci si mette,

l’autrice sa essere bastarda.

.

Samantha non sa dire se lei e Sirius stanno insieme. Non ne ha la più pallida idea perché le uniche cose che credeva di sapere sul mondo riguardavano la sua totale inconiugabilità con qualsiasi altro essere di sesso maschile.

Eppure.

Eppure, ogni mattina sa di poter trovare il giovane Black nascosto dietro un anfratto random dei corridoi che separano la Sala Comune di Tassorosso dalla Sala Grande, che la afferra per un polso e la trascina dietro un’armatura o un arazzo o un quadro o qualsiasi cosa che possa coprire loro due ed i tentativi poco cavallereschi del ragazzo di sfilarle i vestiti in meno tempo possibile. C’è da dire che grazie a Dio fin’ora è riuscito a sfilarle solo la cravatta, con sommo rammarico di entrambi. Sirius è giustamente deluso dalla gonna e dalla camicetta che sembrano avere bottoni a prova di Black (che praticamente equivale a definirli a prova di bomba o saldati alla stoffa), Samantha è frustrata perché non sa rifarsi un nodo degno di questo nome e sembra sempre essere reduce da un incontro ravvicinato con un alieno o uno stupratore folle.

…Che non è poi una versione molto distante dalla realtà.

Sorvoliamo, mh?

La cosa peggiore di tutto questo, oltre la sconcertante capacità di Samantha di arrossire da sola ogni pochi istanti semplicemente ripensando a talune cose, è la presenza delle spasimanti di Sirius. Che si fanno avanti. Ogni giorno. Ad ogni ora. In ogni posto. Anche in bagno.

Son cose che segnano a vita.

.

- Sirius è mio, stronza! –

Sbarra gli occhi, e senza bisogno di voltarsi sa di avere alle spalle una ragazza che le sta puntando contro un dito e sta cercando di ucciderla con gli occhi.

- Ma dai. –

Alza gli occhi al cielo contemporaneamente alla risposta tagliente di Abigail che, al suo fianco, ha ormai deciso di perorare la causa “Sirius e Samantha forevvah, lo dicono anche le iniziali, siete meant to be” al suo posto. Almeno, le risparmia fiato e fatica.

Certo, quando non si mette nei casini al suo posto.

- E’ roba mia! L’ho visto prima io! –

- Ma se farai a dire tanto il terzo anno… –

- E con questo? –

- C’è diritto di anzianità. –

Samantha ha di botto la grandissima tentazione di voltarsi, fare una pernacchia ad entrambe e fuggire. Non lo fa solo perché Abigail ha provveduto ad afferrarla per un polso per impedirle a priori ritirate strategiche.

- Balle! Sirius ama me! –

Vorrebbe piangere. Giusto un po’, tanto per fare.

- Quando te l’avrebbe detto? –

- Io… Io lo so! Ci amiamo! Siamo fatti per stare insieme! –

Questa gente è pericolosa.

- Sirius è roba di Samantha! –

Ok, è ora di intervenire.

Samantha si volta a guardare la sconosciuta spasimante (alta, bionda, occhioni celesti da cerbiatta… Il mondo è cattivo) e la conosciutissima piantagrane al suo fianco.

- Gente, calmatevi. –

- Diglielo anche tu, Sam! –

- Gail, taci. Tu, qualsiasi sia il tuo nome, ti prego, vattene. Mh? Sirius non è sotto la giurisdizione di nessuna, figurarsi la mia. –

- Aha! Quindi ti ha mollata! –

Le spalle le scendono. E assume un’aria meditabonda.

- Non ne ho idea, è un po’ che non lo vedo né lo sento. –

E quando la situazione si potrebbe considerare felicemente risolta, con la biondina animata da nuovo coraggio e speranza, compare lui.

- Sam! –

…Va bene, praticamente lui la saluta allo stesso modo scemo (urlo belluino + scippo della borsa coi libri + abbraccio da dietro o mani sui suoi fianchi o, quando proprio è in vena di finezze, manata sul sedere con conseguente calcio negli stinchi) da giorni, se non settimane. Eppure non riesce ad evitarsi il sobbalzo plateale ed il quasi-embolo ogni volta che lo sente, o sente la sua risata, o sente direttamente la sua presenza. E’ Sirius Black, insomma, iperventilare in sua presenza è un obbligo morale!

- Dannato! –

Strepita con voce stridula perdendo l’equilibrio e cadendogli addosso. E centrandogli il naso con la nuca.

Oh, sublime suono di rivalsa e vendetta.

- Ahio. –

Mugugna con voce nasale, tenendosi le mani premute sul viso. Samantha quasi ci si sente in colpa. Quasi.

- Ups? –

- Ups? Mi hai fatto rientrare il setto nasale! Sento che compie la scalata verso il cervello! –

- …Ma dai, ne hai uno? –

Quando fa battutine di questo genere, Sirius resta leggermente spiazzato, c’è da dirlo. Non è abituato a simili commenti da parte di Samantha.

E’ anche ovvio che reagisca di conseguenza.

- Oh, tesoro, rimarresti sconvolta da tutto quello di cui la natura mi ha dotato… -

Le sussurra all’orecchio, tirandola ulteriormente a sé. Samantha digrigna i denti e prova un odio feroce e profondo e radicato e oddio, no, ti prego, fa che quella non sia la sua mano che gioca con l’orlo della gonna oppure uno di noi due morirà entro la giornata.

- Sirius, i tentacoli adesi al tuo corpicino, mh? –

- Mh… -

Questo è decisamente peggio di qualsiasi commento da scaricatore di porto avesse potuto fare.

- Sirius, nel nome di Dio, molla la presa. –

Lo supplica con la vocina ridotta ad un pigolio appena percepibile. Che – ovviamente – Sirius percepisce. Ma fa finta di non averlo percepito perché, sapete, è malvagio.

- Andiamo da qualche parte? –

Le chiede parlandole sul collo, senza nemmeno un minimo di ritegno per Samantha che ormai brilla di luce propria tanto è arrossita, Gail che osserva tutto con odio malcelato e l’altra piccola sconosciuta, carica di odio evidente e palese e magari anche qualche impulso omicida nei confronti della Puzzolarossa che ha plagiato Sirius convincendolo a sbavarle dietro perché, insomma, è un mostro! E lei invece è bellissima!

C’è qualcosa che non va nell’ordine cosmico!

- Sirius? –

Lo chiama con voce suadente, fermamente convinta di poter ristabilire le cose semplicemente piegandosi un po’ in avanti per dar modo al giovane rubacuori di notare la sua procace scollatura.

- Mh-hm? –

…Ho già detto che il giovane rubacuori sta fissando tutt’altra – e tutt’altro che procace – scollatura? No? Beh, amen.

- Sirius… Guardami, mh? –

Chiede in un sussurro roco la giovane, ricevendo un’occhiata vacua in risposta.

- Che c’è? –

- Ti ricordi? Qualche volta abbiamo pranzato insieme. –

- Oh… Boh, forse, è probabile. Che c’è? –

Il ragazzo si stringe nelle spalle, prima di stringere ulteriormente i fianchi della ragazza nelle sue grinfie. La spettatrice non si scompone troppo. In fin dei conti, lei è una flirtatrice esperta! Non ci sono problemi se ammicca un po’ anche davanti quella scopa di saggina che Black si trova per ragazza!

- Niente, volevo solo dirti che un po’ mi dispiace non venire più imboccata da te… -

Samantha non sa cosa fare. Seriamente. Una persona normale avrebbe già sistemato la situazione quantomeno prendendo la mano di Sirius nelle proprie per mostrare al mondo che una parvenza di relazione tra i due potrebbe pure esserci. Una ragazza un minimo possessiva avrebbe già provveduto ad assecondare i loschi piani del già citato Sirius Black davanti alla ragazza. Gail l’avrebbe già eviscerata.

E lei non sa cosa fare.

Navighiamo a vista in una mare di cacca senza una parvenza di scialuppa di salvataggio nei paraggi.

- Uhm… Black? –

Richiama la sua attenzione con un mormorio incerto, venendo bellamente ignorata. Sbuffa.

E poi fa La Grande Cretinata, che se Samantha non ne fa almeno una al giorno non è contenta.

Obbiettivamente, non fa molto. E non decide nemmeno di farlo. Solo, infila una manina nell’esiguo spazio tra la sua schiena ed il petto di Sirius e inizia a tastare alla cieca, alla ricerca di un fianco da pungolare.

Il povero ragazzo sbarra gli occhi per un istante. Tossicchia un po’ e deglutisce a vuoto.

- S… Sam… -

Esala con un filino di voce. La ragazza si blocca immediatamente. E magari è peggio così.

- Cosa? –

- Quella manina… –

Cosa potrebbe fare una persona sensata? Ritirare subito l’arto in questione.

Cosa potrebbe fare Sam, che sensata non è? Tastare. Cercando di capire.

- Cos- ti ho fatto male? –

- Male? No, figurati. – La rassicura con una smorfia poco decifrabile. – Solo, non ti conviene… Insomma… Oddio, smettila. –

La sta supplicando. Serra gli occhi e si appoggia con la fronte alla nuca di lei, incapace di dirle chiaramente cosa sta succedendo perché altrimenti morirebbe sicuramente di imbarazzo, incapace di allontanarle la mano perché la situazione è critica di suo e preferisce evitare di complicare ulteriormente con movimenti bruschi, incapace di scostarsi perché insomma, non sono cose che capitano tutti i giorni.

- Sirius, che succede? –

- Niente. Giuro, niente. –

La voce è leggerissimamente stridula e incerta.

Samantha non ha mai brillato per perspicacia, ok, ma a questo punto chiunque si sarebbe accorto che qualcosa non quadra. E poi, decisamente, passano ogni limite.

Il giovane Black rilascia di botto tutto l’ossigeno che gli stanziava nei polmoni, apre e chiude a vuoto le manine un paio di volte e, senza nemmeno rendersene conto, senza poter fare nulla per evitarlo, geme.

- Oddio. –

Finalmente, qualcosa sembra accendersi nella testolina della ragazza, mentre Sirius cerca disperatamente di evitarsi altre uscite simili.

- Oddio… -

Mugugna quasi contemporaneamente a lei, solo, con tutt’altro tono.

- Sirius, ti ho fatto male? Scuuusami! –

Prova a girarsi. Black sbarra gli occhi, costringendola a rimanere voltata.

- No! Ma scherzi, vero? Figurati se mi hai fatto male… -

Sacrosanta verità. Solo, deve fare in modo che Samantha non si accorga in quale misura Sirius non si sia fatto male.

- Ma sì, ti sei lamentato, ti ho lasciato qualche segno? –

- NO! Nel nome di Godrick, Sam, non voltarti. –

- Ma non fare l’idiota e fam- Oh. –

La ragazza lo fissa. Sì, lo fissa dove non dovrebbe fissarlo.

Giostra lo sguardo dal cavallo dei pantaloni alla manina. Alza per un istante lo sguardo su Sirius, che evidentemente deve essere patologicamente incapace di arrossire perché la sta semplicemente fissando con un sorrisino sghembo in viso che sembra quasi voglia dire “tesoro, certe cose vanno fatte in privato la prossima volta”.

- O… ok. Adesso io andrò a disinfettarmi la mano. Cospargendola di alcool e dandole fuoco. –

- Ma scherzi, vero? Una così bella manina… -

Come caspita fa ad avere ancora il coraggio di fare simili battute dopo che praticamente gli ha tenuto una mano piazzata in mezzo alle gambe credendo di stargli pungolando tutt’altre parti del corpo, sotto gli occhi di due spettatrici ignare di tutto?

- Se serve una mano per risolvere quel piccolo problema, Sirius… -

Osserva con sguardo vacuo la sconosciuta studentessa del terzo. Poi, Sirius fa qualcosa di eccezionalmente stupido. Afferra nuovamente Samantha per i fianchi, se la tira nuovamente addosso – facendole assumere tonalità in viso decisamente curiose – e sogghigna.

- Figurati, ci pensa sempre lei a risolvere egregiamente questo tipo di problemi. Tutt’altro che piccoli, ci tengo a precisare. –

.

.

.

.

Ed ora, Un paio di parole dall’autrice.

Oltre il fatto che i miei omake sono qualcosa di assolutamente sconclusionato e folle e decisamente perverso, che trova il massimo momento di comicità quando sfocia nel vietato ai minori, parliamo della storia in sé e per sé. Annuncio tranquillamente che “L’ultima ruota del carro” può considerarsi conclusa dal capitolo precedente. Sirius e Sammysue effettivamente sono arrivati ad un certo equilibrio e tanto mi basta, perché, insomma, non intendo mica scrivere tutta la loro storia fino alla prematura morte di uno dei due. *scoppia a piangere*

Da adesso in poi, qualsiasi aggiornamento che farò a questa fic, sarà per aggiungere omake o epiloghi deliranti o altre postille demenziali alla storia. Nient’altro.

[ATTENZIONE: Da qui inizia lo sfogo patetico/sentimentale, non siete obbligati a leggere]

Non so se ci sarà qualcuno deluso o divertito dall’idea o boh, insomma, a me sta bene così. Mi sono affezionata a Samantha dalle prime righe in cui l’ho descritta e probabilmente continuerò a volerle molto più bene di molti altri miei personaggi, e non trovo giusto lasciar perdere tutto, anche se la trama è ormai conclusa (seppur con parecchi tentennamenti ed imprecisioni). Le voglio enormemente bene perché è piccola e tenera, perché è debole ed incapace di capire cosa sta toccando quando tasta alla cieca e perché poi vorrebbe morire seduta stante quando capisce cosa sta accadendo. Le voglio bene perché è timida eppure ogni tanto non riesce a risparmiarsi dal rispondere a tono. Le voglio bene perché Tassorosso ha la sua dignità e, anzi, meriterebbe molto più rispetto di Grifondoro o Serpeverde.

Le voglio bene perché Samantha mi accompagna da più di un anno, ormai, e ogni tanto ci penso. L’ho creata io e sembra sia uscita bene. E non potrebbe rendermi più felice sapere che magari per un solo istante, almeno una persona tra le tante che hanno letto, commentato ed inserito questa storia nei preferiti, ha pensato a lei con un minimo di simpatia.

.

Fine, amen. La prossima volta potrei direttamente inserire Sirius e Samantha che provano a far porcate di ogni genere.

…Sì, come no.

.

Gente, grazie. Per aver letto, recensito, inserito tra i preferiti. Grazie di tutto.

.

Vostra,

Christine Black

(109 preferiti. Son senza parole.

*commossa*)

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