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Samantha
Perkins è una strega. Una strega abbastanza anonima, tra l’altro.
No, non è
una coraggiosa e fiera Grifondoro, con lunghi capelli castani ed occhi color
del miele.
No, non è
nemmeno una perfida e subdola Serpeverde, crudele quanto bella, capace di far
girare la testa a tutti con il suo fascino da maledetta.
No, non
stiamo parlando di una Corvonero, una seria, studiosa, intelligentissima
Corvonero che sotto un’aria da secchiona nasconde un corpo mozzafiato.
E’ una
Tassorosso. E questa, se permettete, è sfortuna bella e buona.
Perché se
già di norma i Tassorosso – o Puzzolerosse, a seconda del capobanda a cui
preferite dare retta – non godono di grande stima e considerazione, appartenere
a quella disgraziatissima casa negli anni d’oro dei Malandrini è un po’ come
passare l’inferno in terra.
Tutti
parlano di Grifondoro. Sembra non esistere altra casa.
E’ ovvio
che poi ti si presentino primini convinti di andare tutti a Grifondoro.
Altrettanto ovvio è che il Cappello Parlante, il saggio Cappello Parlante
appartenuto a Godric Grifondoro, inizia a smistarli un po’ ovunque. E poi ti
trovi il mocciosetto che ti guarda stizzito e ti chiede che razza di schifo sia
la casata di Tassorosso.
E’ un po’
avvilente, sapete.
.
Samantha
Perkins, in quanto Tassorosso, non può beneficiare di connotati da Veela. Non è
alta, non è bionda, non ha i capelli color ala di corvo con riflessi
blu/viola/cosaneso, non ha i capelli rosso fuoco, non ha curve mozzafiato, non
ha occhi di un improponibile color viola/rosso/rosa/verdesmeraldoilluminatodalprimoraggiodisoledell’albadell’equinoziodiprimavera/blumareintempestanellenottiincuibrillasolounagigantescalunapiena
o cose del genere.
Ha i
capelli castani, leggermente rossicci. Ha gli occhi castani anch’essi.
Ed è
pallida.
Ma non ha
la pelle che sembra di porcellana.
E’ pallida
nel senso che sembra un cadavere. Quando nacque, la madre, credendo di non
vedere il torace che pian pianino incamerava ossigeno per i suoi poveri
polmoncini, la credette morta. Sapete cosa si prova a sentirsi raccontare tra
le risate che avete dormito per un paio di giorni in una bara all’obitorio?
Non è
piacevole, eh.
.
Samantha
Perkins gioca a Quidditch.
No, non è
una cercatrice.
Come già
detto, siamo nell’epoca d’oro di James Potter. Tutti vogliono fare i cercatori
per cercare di umiliare Potter.
Illusi.
Lui è
bravo, lui ha classe, lui è un Grifondoro. Insomma, signori, ancora non ci
siamo rassegnati al nostro ruolo?
Samantha
Perkins fa la battitrice. Ed è anche piuttosto brava, suvvia, siamo onesti. Ma
è una Tassorosso.
Le partite
di Tassorosso si concludono dopo pochi minuti, con il cercatore della squadra
avversaria che tiene saldamente tra le mani il boccino.
Cosa vi
aspettavate, partite epiche in cui la casa del Frate Grasso trionfa?
Lo ripeto:
illusi.
.
Samantha
Perkins non può vantare un gran giro di amicizie, ne’ tantomeno una lista di
pretendenti. Lei ha solo qualche conoscenza, e non ha mai avuto un ragazzo. Il
motivo di entrambe le cose?
Samantha
Perkins è il pessimismo fatto persona. Lei non vede grigio, lei vede tutto,
sempre, senza nessuna eccezione, nero. Qualche sfumatura più scuro, se
possibile. E’ la classica persona che, se vede qualcuno attraversare la strada
di corsa, lo vede già a terra, in una pozza di sangue, la testa mozzata dalla
ruota di una carrozza ed il corpo gravemente devastato a causa dei Thestral che
immancabilmente gli camminerebbero sopra e proverebbero a cibarsi delle sue
carni immediatamente dopo.
Ed essere
una Tassorosso convinta che moriremo tutti di una terribile – credetemi, terribile – morte, non è esattamente un
mix efficace per essere la ragazza più popolare della scuola.
Non è
nemmeno la più odiata, capiamoci.
E’ semplicemente
invisibile.
.
.
.
Mhm…Suppongo
che un paio di spiegazioni a fine capitolo siano dovute XD
Anzitutto,
ho cercato di non creare una MarySue. Ci sarò riuscita? Boh, ora come ora non
so proprio dirlo. Semmai basta avvisare, e le faccio venire una paresi facciale,
un attacco di acne o qualcosa del genere XD
Seconda
cosa: il titolo. Di norma l’ultima ruota del carro si usa per definire un nuovo
arrivato che non conta niente, in questo caso…Beh, non mi verrete a dire che i
Tassorosso godono di stima e rispetto come tutte le altre case, vero? XD
Si volta
di scatto, tirando una mazzata al nulla e venendo successivamente beccata sulla
spalla da un bolide. Questo non è esattamente il massimo, per un pomeriggio di
allenamenti.
- Ma ti ho
detto di-
- Non mi
hai detto dove! –
Strepita
scendendo a terra, stringendosi spasmodicamente la parte lesa. Il capitano le
si avvicina, aiutandola a sistemarsi l’osso.
Ormai sono
abitudinari, di spalle lussate.
- Ce la
fai? –
Annuisce,
ancora concentrata sulla parte dolorante.
- Male che
vada morirò, no? –
- Mhm, che
bello trovarsi a parlare con te, uno è certo di migliorarsi la giornata. –
Sbuffa,
facendogli una smorfia ed alzandosi nuovamente in volo.
- Sam! –
- Cosa? –
Il ragazzo
le si avvicina, ridacchiando.
- Guarda
chi c’è sugli spalti. –
E nel
voltarsi verso il punto indicatole, Samantha può provare le gioie di essere
colta da un mezzo infarto.
- …E’
Potter, quello laggiù? –
- Proprio
lui, con tutti gli amici al seguito. –
- Perché
già non ci copriamo abbastanza di ridicolo quando abbiamo dei compagni di casa
come spettatori, vero? –
.
- Prongs?
–
- Mh-hm? –
- Illuminami:
che ci facciamo qua? –
Osserva
Remus assumendo sempre più un’espressione allibita.
- Ma come!
Io, in quanto capitano della squadra di Quidditch, ho l’obbligo morale di
venire ad osservare il nemico mentre si all-
- James. –
Il tono di
avvertimento nella voce di Sirius è palese. Tuttavia, l’esimio signor Potter
decide di poter tirare ancora un po’ la corda, benchè sia ad un passo dallo
spezzarsi.
- Allena,
di modo da evitare colpi bassi nel corso delle part-
- James.
Basta. –
Si
arrende, lasciandosi scappare una risata.
- Ok, la
smetto. –
- Perché ci
hai portati in questo posto dimenticato da Dio? –
Anche
Peter non sembra così entusiasta di essere stato trascinato lontano dalle
morbide poltrone della calda ed accogliente Sala Comune, in favore di uno scomodo
sgabello di legno, esposto al vento, al freddo e a qualsiasi altro fastidioso
fenomeno atmosferico tipicamente inglese.
-
Guardali, non ti fanno tenerezza? –
Indica con
l’indice i giocatori che, in aria, cercano di destreggiarsi tra bolidi e
pluffe. Senza contare il cercatore, di diverse taglie troppo grosso, che ogni
tanto non manca di andare a spiaccicarsi contro uno degli anelli. Trascinando
in tutta la baraonda anche il portiere, ovviamente, creando il ben noto effetto
“a panino”.
- Sono
comici, James. –
- Sì,
anche questo. –
- Non sta
bene ridere delle disgrazie altrui, lo sai? –
- Ma loro
sono Tassorosso, ormai ci sono abituati. –
- …Oh,
beh, è vero. –
Conviene
Sirius, sdraiandosi sugli spalti deserti per godersi lo spettacolo senza
rischiare il torcicollo. Remus scrolla le spalle, prima di emularlo, seguito in
breve anche da Peter e James.
.
Avete
presente quando volete una cosa talmente tanto, con così tanta determinazione,
da essere sicuri di poterla ottenere con la semplice forza del pensiero?
Capita a
tutti.
Con i
maghi è un po’ diverso perché…Beh, per loro è così. Se sono molto arrabbiati, o
spaventati, o provano un sentimento molto intenso, può veramente verificarsi
quello che desiderano. E’ semplice magia, non comprensibile ne’ spiegabile.
Nel vedere
James Potter sdraiato lungo le scalinate del campo di Quidditch, le mani tenute
dietro la testa in una bassa imitazione di un cuscino, Samantha non può fare a
meno di innervosirsi. Giusto un po’, eh.
Ok, sono
abituati ad essere gli zimbelli della scuola, ma comportarsi così è veramente
meschino.
- Vorrei
solo che si cancellasse quel maledetto sorrisetto dalla faccia… -
Biascica a
mezza bocca, respingendo per l’ennesima volta il bolide e dirottandolo verso
l’altro battitore.
Ma è un
attimo.
Ed in quell’attimo,
la ragazza si rende conto di aver involontariamente generato un problemino di portata biblica. Il bolide
si blocca a mezz’aria, e, semplicemente, prende un’altra direzione.
Purtroppo
nessuno dei giocatori ha la prontezza di spirito di andarlo a bloccare.
Purtoppo nemmeno lei riesce a capire che cosa stia succedendo finchè non vede
il pallone di cuoio affondare con insolita violenza nello stomaco di Potter,
allontanarsi di poco e ri-affondare, ‘sta volta in piena faccia, per poi cadere
esanime al suolo.
- Oh Gesù.
–
Bisbiglia,
avvicinandosi lentamente ai ragazzi che formano capannello attorno all’amico.
- Prongs?
Prongs? Svegliati. –
Sente il
tono concitato di Black, vede Minus che alza i piedi di Potter, in un tentativo
di fargli fluire più sangue al cervello, e può scorgere Lupin che corre a
chiamare Madama Chips.
- James,
dannazione, apri quei maledetti occhi! –
Si guarda
nuovamente attorno, spaesata. Ha la testa che le gira ed un senso di nausea che
difficilmente passerà.
- …Ho…Ho
ucciso James Potter. –
.
.
Uh,
uh, uh XD
Capitolo
postato a velocità lampo perché era già bello e scritto. Felici? Su, esultate.
Ecco, bravi. XD
.
…Che
dire? Boh, graSSie a tutti per i commenti, riempiono il mio cuoricino di gioia
e gonfiano enormemente il mio ego *-*
L’infermeria
è uno di quei posti dove non ci sono regole scritte a cui attenersi, ma che
tutti conoscono e alle quali non osano sgarrare.
Come il
parlar piano, classico degli ospedali. Nessuno ha mai intimato agli sudenti di
abbassare di un’ottava il tono di voce, eppure tutti, senza nessuna eccezione,
lo fanno. E’ matematico, entri nel regno di madama Chips e non puoi – non devi, se ci tieni alla salute – fare
certe cose.
- James?
James? –
Peter lo
scuote leggermente per la spalla, facendogli finalmente aprire gli occhi.
-
Buongiorno principessa! –
- …Sirius…
-
Biascica
con un tono di voce sepolcrale guardandolo malissimo.
- Cosa è
successo? –
Chiede
massaggiandosi la testa dolorante. Remus si lascia scappare un sorrisetto.
- Un piccolo
incidente. –
I
sorrisetti di Remus Lupin sono sempre decifrabili. Tutti quanti si possono
rendere conto se si tratta di un sorriso di circostanza, un sorriso di
accondiscendenza o – il peggiore di tutti – un sorriso sfuggito nonostante il
rigido ordine di non ridere impartito dal cervello.
Adesso,
Remus si sta trattenendo con le unghie e con i denti per non sghignazzargli
apertamente in viso.
- Moony,
sei ufficialmente disconosciuto come fratello, destituito dal tuo ruolo di
“cervello del gruppo” e declassato da amico a banale conoscente da ignorare se
incontrato per i corridoi. Peter, da adesso in poi rivestirai tu il ruolo di coscienza collettiva.
Appena mi rimetterò in forze ti incoroneremo. E cancelleremo Remus dal ritratto
dei Malandrini. –
- Peter, mi
daresti quello specchio? –
Il ragazzo
passa l’oggetto desiderato a Lupin, che successivamente lo piazza davanti il
volto di Potter.
Ulula ad
un passo dalle lacrime, tastandosi il naso notevolmente più gonfio del dovuto e
leggermente violaceo, come ha potuto notare in quei pochi secondi di tortura.
- Un
bolide impazzito. Ma tranquillo, Madama Chips ha detto che entro domani sarai
come nuovo. –
- Il mio
bel visino…Deturpato in quel modo…Chi è stato?! –
Uno
schiarirsi di voce all’entrata dell’infermeria distrae James dal suo
sproloquio.
- Sì,
cara? –
Chiosa con
un tono da vecchia comare rivolto alla ragazza che si sta avvicinando al suo
letto.
- Eh…I-io…
-
- …Come,
scusa? –
Apre la
bocca, pronta a parlare. Poi rinuncia. China la testa, prende una gran boccata
d’aria, alza leggermente la mano sinistra, come a rispondere ad un appello, e
inizia a borbottare qualche scusa.
- E-ecco,
no, è che io…Mi-mi dispiace… -
Fa un
sorrisino timido, ricevendo in risposta lo sguardo più interrogativo che James
Potter abbia mai elargito a qualche ragazza. Di norma si riserva
quell’espressione da beota per i professori.
- Potresti
spiegarti? –
- Il…Naso…
–
- Il mio
naso? –
Inizia
finalmente a capire.
- …Opera
mia. –
Lo osserva
da dietro gli occhiali, con un sorrisetto di scuse e le guance color rosso
porpora. L’espressione di Potter muta, da interrogativa passa a incredula, poi
a sbalordita, successivamente a inorridita ed infine ad inferocita.
- Tu… -
Dice in un
bisbiglio spettrale, indicandola con una mano e cercando di liberarsi dalle
coperte con l’altra.
- Tu sei…
-
Oddio, fa’
che non si ricordi.
- …La
battitrice delle Puzzolerosse! –
GRAZIE.
- Io – uh
– sì? –
- Assassina!
–
- Senti,
mi dispiace, non volevo… -
- Ti ha
pagato Piton, vero?! Ammettilo! Sicario! –
Ok, è una
situazione abbastanza demenziale.
- Jimmy
boy, fa’ il favore di calmarti prima che arrivi la Chips, ok? –
- Non chiamarmi
Jimmy Boy!! –
Samantha
si porta una mano al cuore, seriamente spaventata nel vedere James tenuto da
Remus e Peter che si sporge cercando di strangolare Sirius.
- Sarà
meglio che vada. –
Annuncia
più a se stessa che agli altri, facendo velocemente dietro-front ed uscendo
dallo stanzone poco prima che Madama Chips faccia irruzione al suo interno,
sbraitando che non è questo il modo di comportarsi, che Potter deve riposare e
che voialtri nullafacenti fareste meglio ad andarvene se non volete passare guai.
.
Devo
proprio dirlo, che in meno di due minuti Lupin, Minus e Black fanno il loro
ingresso trionfale nel corridoio?
.
…No, non
ne sento il bisogno. Tanto è ovvio.
.
Dicevamo.
Lupin, Minus e Black compaiono nel corridoio, cadendo nell’ordine in cui li ho
nominati uno sopra l’altro e creando una coreografica colonnina umana ai piedi
di Samantha.
Sirius
alza lo sguardo verso la ragazza, verso i suoi ben poco poetici capelli
spaghettosi che coprono in parte anche gli occhi. Il momento dovrebbe essere
magico, sapete, quando il protagonista guarda la sua bella e ne resta
folgorato. Sempre secondo copione il ragazzo dovrebbe alzarsi in piedi,
presentarsi e con un leggero inchino farle il baciamano.
Sirius,
per contro, la osserva con la stessa concentrazione con cui si potrebbe
osservare un sasso trovato per strada, e poco dopo inizia a sbiancare.
Perché
Remus Lupin, in un tentativo di liberarsi dalla presenza soffocante dei suoi
amici, ha iniziato a tirare gomitate.
-
I…Io…Mi…Manca…Fiato… -
Dice in un
bisbiglio, poco prima di rotolare giù dagli altri due e rannicchiarsi in
posizione fetale sul pavimento con le mani tenute sui gioielli di famiglia.
Tiene gli occhi serrati, tanto per evitare lacrime uscite a tradimento, ed ha
il respiro affannoso.
Probabilmente
adesso una persona con un minimo di presenza di spirito avrebbe già chiamato
Madama Chips. O forse una persona con grandi cognizioni in materia di magia
avrebbe già provveduto con qualche incantesimo ad alleviare se pur in minima
parte il dolore (a partire da un più azzeccato incantesimo per anestetizzare ad
un meno adatto schiantesimo sparato su una mano, tanto per far concentrare il
giovane Black su un altro punto dolente).
O forse
una persona con un po’ di astio covato nei confronti dell’ideatore di una buona
parte dei cori e prese in giro varie ai danni della propria casa si limiterebbe
semlicemente a godersi lo spettacolo, impastoiando i degni compari del povero
disgraziato per impedire a priori l’arrivo di soccorsi.
Ma non
stiamo parlando di una persona che brilla per acume, velocità di
pensiero/azione o sadismo.
.
Infatti,
Samantha Perkins, atterrita dallo spettacolo che si sta svolgendo sotto i suoi
occhi, sceglie di fare un mezzo giro su se stessa e di abbandonare il più
velocemente possibile quello scenario apocalittico, in favore di un bagno.
Perché Samantha
Perkins è la classica ragazza che di fronte situazioni che esulano dalla routine,
ha sempre la mossa vincente che le permette di levarsi di torno prima che le
cose possano degenerare ulteriormente.
Perché
Samantha Perkins è incredibilmente delicata di stomaco.
.
-
Permesso, per piacere… -
Riesce a
bisbigliare per l’ultima volta prima di doversi schiacciare una mano sulla
bocca e doversi quindi fare strada a spallate. Spallate, poi, non esageriamo.
Diciamo che si limita a battere due dita sulla spalla della ragazza di fronte a
lei, il colorito verdognolo che è solita prendere fa il resto.
- Oddio
che schifo! –
Sente
distintamente l’urletto acuto di qualche studentessa, in risposta alla sua
uscita dal gabinetto. Ok, magari non è esattamente un bello spettacolo, con i
capelli attaccati alle tempie dal sudore, le lacrime che le rigano il volto e
lo sguardo spiritato, ma una reazione del genere non è esattamente il massimo.
Riesce a fare mente locale due secondi, senza troppo curarsi delle uniformi
delle ragazze attorno a lei e l’atroce fetore di sigarette spente da poco.
Quello è il quarto piano. E quello è il bagno di Serpeverde.
Dannazione.
.
.
.
.
Ok,
vediamo di precisare due o tre cosette: a partire dai prossimi capitoli c’è una
vaga probabilità che compaiano le tanto “amate” Mary Sue, ovviamente analizzate
dal punto di vista di Sam che non è vittima dell’ormonite come qualsiasi essere
di sesso maschile presente ad Hogwarts.
Quando e come
esattamente sia avvenuta la suddivisione dei bagni è un mistero per tutti. Probabilmente
è dovuto al fatto che le donne si sono sempre mosse in branco, per andare a
sbrigare i prori bisogni, ed è universalmente riconosciuto che solo qualche
Grifondoro si abbassa a socializzare con persone di altre case. I Corvonero si
ritengono troppo intelligenti, i Serpeverde si vedono come delle divinità scese
in terra…I Tassorosso si rassegnano al loro destino e fanno fronte comune per
sopportare le altre case.
Ma non è
questo il punto.
Le ragazze
si muovono in massa per andare in bagno, quindi si creano gruppi di ragazze
della stessa casa nello stesso bagno. La cosa va avanti per giorni, settimane,
mesi. Alla fine si creano date distinzioni, è matematico.
L’unica
cosa non esattamente piacevole, in tutto questo discorso, è che a poco a poco
sgarrare ed infilarsi in un bagno di dominio di altre case è diventato un
crimine contro l’umanità.
- Oddio,
una Puzzolarossa! –
Samantha
chiude gli occhi, apre il rubinetto dell’acqua fredda e si sciacqua la faccia.
Tempo pochi secondi e potrà uscire da quella fumeria, deve solo avere pazienza
e cercare in tutti i modi di non morire soffocata.
Una mano
sulla spalla la distoglie dal suo nobile piano, facendola concentrare su una
ragazzina di – a dire tanto – quattordici anni, che la osserva schifata con una
sigaretta penzoloni dalle labbra. Deve fare appello a tutta la sua pazienza,
per non scoppiarle a ridere in faccia.
Ha
notevolmente accorciato la gonna della divisa, che adesso serve unicamente a
mostrare il pizzo delle autoreggenti, visto che il resto è messo in bella
mostra. La camicetta è più stretta di diverse taglie, e servirebbe a marcare il
seno. L’unico intoppo è che è stretta, ok, ma anche sulle maniche. Le braccia
sembrano due salsicciotti, la stoffa sembra ad un passo dallo spaccarsi e i
bottoni minacciano di saltare da un minuto all’altro, con evidente rischio per
gli occhi del malcapitato che se la trova davanti.
E la
sigaretta, che dovrebbe darle un’aria da ragazzaccia dark, contribuisce
ulteriormente a farla sembrare una prostituta di bassa lega.
- Scusa…Se
mi lasciassi potrei anche andarmene. –
- Ma tu lo
sai chi sono io?! –
Sbraita
con voce un po’ troppo acuta e tenuta ad un volume troppo alto, per non
attirare l’attenzione delle presenti. Qualcuna borbotta “Ecco che ci risiamo…”
con tono scocciato, qualcun’altra si limita ad alzare gli occhi al cielo, con
un’espressione sofferente sul viso.
- No-non
esattamente… -
Bisbiglia
costernata, facendosi piccola piccola ed illudendosi di poter scomparire alla
vista delle presenti. Una Tassorosso nella tana delle eredi di Salazar?
Questo è
un suicidio.
- Allora
mi presenterò, sudicia mezzosangue, ma spera per te che questa sia l’ultima
volta che mi debba trovare a farlo. –
China
ulteriormente il capo, sconfitta ed assolutamente rassegnata al suo ruolo di
sudditanza.
- Sì. –
Una voce
nella sua testa le ordina di reagire. Qualsiasi cosa andrà bene, basta che
esuli dal classico porsi un gradino sotto gli altri semplicemente perché migliori. Per quale motivo, poi? Sono
persone esattamente come lei.
Perché
umiliarsi sempre?
Perché è giusto così, semplicemente.
.
Seguono
venti minuti di presentazione, conditi con insulti ed improperi vari.
- Tutto
chiaro, deficiente? –
-
Cristallino. –
Risponde
con una nota di fastidio nella voce, osservando da sotto la frangia la ragazza.
La stessa che si sente in diritto di afferrarla per la cravatta della divisa
scolastica, strattonandola.
- Come hai
detto, scusa? –
- Ho detto
che ho capito. –
Biascica a
mezza bocca, notando a malapena una mano che si posa sulla spalla
dell’aspirante bulletta.
- Adesso
basta, Alys. –
La voce di
quella che identifica come una sua coetanea le appare come un sogno. La
quattordicenne si volta, trovandosi faccia a faccia con una Serpeverde doc:
alta, capelli corvini, occhi celesti che trasmettono tanto calore quanto
potrebbe farlo un iceberg e sopracciglio alzato come massima esternazione di
stupore.
Questa è
una persona che potrebbe potenzialmente farti passare il quarto d’ora più
brutto della tua vita.
- Come ti
permetti, Dolohov?! –
Strilla
stizzita Alys, cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa della ragazza
con vani risultati.
-
Anzitutto, Donovan, vedi di portarmi rispetto. Secondo, prima di fare cretinate
come andare a terrorizzare una Tassorosso senza motivo, conta fino a mille. E
poi, se il tuo cervellino bacato insiste per farti agire, non farlo lo stesso.
–
- Ma-
- Forse
non sono stata chiara? –
Il suo
sibilare è mille volte più inquietante di qualsiasi urlo o minaccia di morte. La
Tassorosso deglutisce rumorosamente, atterrita.
- Non
costringermi a ripetermi, mocciosa. E tu, - dice rivolta a Samantha – via. –
Le indica
con una mano la porta, come se ce ne fosse bisogno. Ci vogliono due secondi
netti perché Sam riesca a guadagnare l’uscita e a catapultarsi nel corridoio.
E mentre strilli
di disappunto provenienti dal bagno si diffondono chiaramente udibili in ogni
parte dell’etere, la ragazza si concede il lusso di sciogliersi il nodo della
cravatta per rifarselo.
- Però, -
borbotta tra se e se, respirando a pieni polmoni l’aria finalmente pura – da
quel che mi risulta, fumare è proibito, ad Hogwarts. –
.
E in meno
di mezzo minuto Minerva McGranitt fa la sua comparsa nei corridoi, camminando a
passo svelto e armata di bacchetta.
-
Signorine! –
Strepita
aprendo la porta e fiondandosi all’interno del bagno.
-
Signorine! Vi pare questo il modo?! Fumare nei bagni! Tutte in punizione! E
centocinquanta punti in meno a Serpeverde!! E vergognatevi! –
.
Samantha
sbarra gli occhi, seriamente indecisa se ridere o scappare. Probabilmente
ridere scappando sarebbe una giusta sintesi dei suoi propositi.
- Tu sei…
-
Oh Cristo.
Si volta
di scatto, trovandosi davanti Sirius Black, mollemente appoggiato ad una
colonna che la osserva con un ghignetto malizioso.
- …Tu sei
la persona più fortunata che io abbia mai incontrato. –
Le scappa
una risatina. Grazie al cielo non ha fatto mente locale.
- Io? –
- Proprio
tu. –
Fa un gran
respiro, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa di sensato da dire.
- Tu…Non
sai cosa stai dicendo, Black. –
- Ah no?
Vuoi dirmi che non sei fortunata? –
Oh, certo,
una Puzzolarossa che viene tiranneggiata da quattordicenni in calore, Dio che
fortuna stratosferica.
- Potresti
illuminarmi? –
Non sarà
mai così stupido da…
- Lumos. –
Ok, è sufficientemente
cretino da farlo.
- Quando
hai finito di fare il deficiente avvisami. –
-
Scherzavo… -
- Ho
potuto notare. Perché sarei tanto fortunata? –
Riporta la
sua attenzione sul discorso iniziale, osservandolo sinceramente interessata.
- Non te
ne sei accorta? –
- Di cosa?
–
- Sei
uscita dall’infermeria poco prima che entrasse Madama Chips, per cui ti sei
evitata il predicozzo…E allo stesso modo sei uscita dai bagni un minuto prima
dell’arrivo della McGranitt, quindi…Hai evitato la punizione. –
- E’ solo
un caso. –
Scrolla le
spalle, e con un vago cenno di saluto si decide a tornare nei dormitori di
Tassorosso, prima di ficcarsi in ulteriori guai.
- E poi… -
Dice Black
raggiungendola in un paio di falcate e piazzandosi di fronte a lei, sbarrandole
la strada. Le sorride allegro, sbracciandosi ad indicare lo spazio attorno a
loro.
- …Avrai
la fortuna di essere accompagnata da Sirius Black in giro per la scuola per il
resto del pomeriggio. –
- Grazie,
no. –
.
- COS’HAI
FATTO?!? –
Si
nasconde dietro un libro, seriamente terrorizzata. Abigail Rush è una
Tassorosso atipica. Alta, mossi e lucenti capelli color dell’ebano ed occhi
verdi come gli smeraldi più belli illuminati dalla migliore illuminazione
possibie.
E
soprattutto, fegato a sufficienza da essere anche troppo, per una sola persona.
- Ho
gentilmente rifiutato la su-
- TU SEI
PAZZA!! –
Si decide
a poggiare il libro sulla poltrona accanto la quale dove è seduta, osservando
la compagna di dormitorio con gli occhi lucidi.
- Gail, ti
prego, calmati. Lo sai che mi inquieti quando fai così. –
.
.
Oh,
oh, ma grazie gente, ho notato or’ora che ho 16 preferenze alla mia ff *-*
Grazie! *-*
Per
il resto…Mhm…Boh, grazie sentitamente per i commenti, fanno sempre piacere
^///^
.
Devotamente
vostra,
Christine
Black
(altresì
conosciuta come “inconsolabile vedova Black”)
Gli
sorride gentilmente, cercando di suonare affabile ed ignorando il battito
pressocchè raddoppiato.
L’effetto
di Black sulle ragazze è qualcosa di universale ed incontestabile. Basta un suo
sorriso indirizzato a te, ed inizi ad avere le palpitazioni. Se si avvicina ad
una studentessa, omaggiandola di – udite udite – un’apprezzamento più o meno
volgare, poco ci manca che questa svenga. Non parliamo di ricevere un formale
invito ad uscire ad Hogsmeade (ci sono ragazze che hanno avuto bisogno dei sali
due o tre volte di fila nel giro di mezz’ora) o essere direttamente baciate.
Qualcuna
debole di cuore potrebbe anche non arrivare a raccontarlo, sapete?
.
Stiamo
parlando di Sirius Black, signori miei. Sirius Black, quello dei Malandrini,
quello capace di urlare ad un’allibita McGranitt “Minnie, zucchero, quando ti
degni di uscire con me? Prometto che ti faccio divertire!”. Beccandosi
successivamente un numero improponibile di ore di punizione. Ovvio.
Insomma.
Sirius Black è la classica persona che, se tirasse una pacca sul sedere di una
ragazza, riceverebbe in risposta al massimo una risatina divertita ed un “Ma
dai, scemino!”.
E’ già
successo, non credete.
.
Ma non è
questo il punto.
.
Samantha
Perkins non è esattamente una studentessa atipica, sotto questo punto di vista.
Lei ha le
palpitazioni, le mani iniziano a sudare, deve fare appello a tutto il suo
autocontrollo per evitare reazioni idiote e, soprattutto, nove volte su dieci
inizia a balbettare. Come chiunque ragazza, quando entra in contatto con Black.
E non è
piacevole.
.
-
Samantha, unica fonte di gioia in questa mia cupa e vuota esistenza da
rinnegato, quando ti degnerai di uscire con me? –
- Quando
gli asini voleranno, Sirius. –
- Ma lo
fanno già! Guarda James! –
- Ehy! –
- Io dico
asini veri, sai, quelli che fanno “iiii-ooo” –
- James,
raglia! –
- Sirius,
ti sgozzerei volentieri con la bacchetta, ma temo che la mia aguzzina possa
rimanerci traumatizzata. Per cui lo farò più tardi. Adesso vieni via, se è no,
è no. –
- Proprio tu lo dici, brutto pusillanime? –
- Oh, sta’
zitto e muoviti. –
- Ok, ok…A
dopo bellezza! –
China lo
sguardo, arrossendo come un pomodoro in meno di mezzo secondo.
.
- Sirius?
–
- Si,
zucchero? –
Si volta
con un sorrisone. Samantha tossichia, mezza imbarazzata e mezza divertita.
- I…I miei
libri. Mi servirebbero, sai. –
- Libri?
Dove? –
Dice
sinceramente incuriosito, voltandosi a destra e a sinistra alquanto spaesato.
Con la tracolla della ragazza tenuta con una mano, la cinghia arrotolata sul
polso e poggiata sulla spalla.
Ecco.
Idiota.
- Sulla
tua spalla. –
- Spalla?
Io non vedo nulla. –
- L’altra.
–
- Ooooh,
questa… -
- Sì. Mi
ridaresti i libri? –
- Dove
devi andare? –
- In
Biblioteca. Mi ridai i libri? –
- Andiamo!
–
Socchiude
gli occhi, sconfitta sul piano “ultima parola”, sfibrata nell’animo e
sufficientemente rossa da sembrare fosforescente.
.
-
Samanthaaa? –
- Cosaaaa?
–
Risponde
con lo stesso tono da bambina piccola usato da Sirius, venendo colta
letteralmente in contropiede dal ragazzo che le mette un braccio attorno alla
spalla – un metro e ottantasei contro uno e settanta per essere generosi, non
c’è storia – e le sorride divertito.
L’infarto
è ad un passo.
- Esci con
me, un giorno? –
- …Siamo
arrivati! –
Dice con
la voce un po’ più acuta del normale, arraffando la borsa e catapultandosi al
tavolo dove Lilian Evans la sta aspettando da qualche minuto.
E può
distintamente sentire alle sue spalle il rumore di un paio di dita schioccate
ed uno sbuffo di disappunto.
- Scusa
per il ritardo. –
.
Lilian
Evans è la cassica persona che, dovunque messa, fa la sua maledetta, porca
figura. E’ bellissima, ha un caratterino con il quale è riuscita a “domare”
Potter, ed ha un cervello che vale per dieci persone.
E’ la
classica persona capace di umiliarti con una parola, e di farsi ugualmente
voler bene come se fosse tua sorella.
- Allora:
la Pozione Polisucco… -
E’ anche
la classica persona che se non avesse un futuro da Auror quasi assicurato
potrebbe andare a fare l’insegnante di sostegno per Tassorosso idioti.
Un po’
come sta facendo adesso.
Samantha
viene interrotta nuovamente nella lettura del libro di Pozioni dall’ennesimo
sbuffo da parte della ragazza.
- …Evans,
potrei sapere che succede? –
- …Tu!
Poh! Con Black! Oooh! –
- Evans,
mi sento sufficientemente idiota di mio, se non mi articoli una frase con
soggetto, complemento oggetto e predicato vuol dire che ti diverti ad
infierire. –
Scuote la
testa, qualche ciocca dei setosi capelli rossi che le scivola davanti il volto
leggermente imbronciato.
- Te la
intendi con Black! –
- Non è
vero. –
- Ma i
libri… -
- Me li
aveva presi in ostaggio. Non so perché, quel maledetto ragazzo si diverte a
darmi il tormento. –
- …Vuole
uscire con te? –
-
Certamente. E poi mi chiederà di sposarlo, metteremo su famiglia in barba alla
sua ed al fatto che sono poco più di una sanguesporco, avremo taaaaanti bambini
ed io diventerò ministro della magia. –
- Oddio,
suona apocalittico. –
- Grazie
per il sostegno. –
- Non dico
tu ministro, dico i pargoli di Black. Oddio, tanti piccoli Sirius…Questo
sarebbe un incubo. –
- Sì, ma
non è questo il punto. –
-
…Dovremmo procedere alla castrazione chimica… -
- Evans,
non è questo il punto. –
- Oppure
uno schiantesimo a tradimento… -
- Evans. –
-
…Mhm…Magari un anestetico babbano, prima dell’ “operazione”… –
- Evans,
ti prego… –
- …E poi
un viaggio pagato a Casablanca. Magari decide di cambiare sponda… -
- Evans,
porca miseria, smettila di parlare di come asportare il pacco di Sirius Black!
–
…Magari
non avrebbe dovuto urlarlo.
- Beh?!
Ognuno ha i suoi hobbies! –
Dimenticavo.
Lilian Evans è anche una persona capace di cadere in piedi, qualsiasi cosa
succeda.
Perché
lei, cosa si provi a fare brutta figura, non riesce nemmeno a figurarselo.
- E poi. –
Chioccia
con un tono a dir poco malizioso, sbattendo gli occhi come una principessina
innocente.
- Mi
domando perché ti preoccupi tanto che il pacco di Black resti lì dov’è… -
-
Evaaaans!! –
Mugola
disperata, mettendosi le mani nei capelli e sbattendo la testa contro il libro
poggiato sul tavolo di fronte a loro.
- Aha! Lo
dicevo io! Gatta ci cova. Tu te la intendi con Black! –
- Taci. –
Le sibila
minacciosa, arrossendo suo malgrado. Evans sogghigna, iniziando a tartassarla
di domande quali “ma non è imbarazzante osservarlo tornare da Hogsmeade con più
alcool in corpo che sangue?”.
- Evans.
Due piccole precisazioni. Punto primo: io NON sto con Sirius Black. Non ci sono
mai nemmeno uscita e non intendo farlo. Punto secondo: il tuo ragazzo è mille
volte peggio. Perché lui non ha la maledetta scusante di essere cresciuto in
una famiglia come quella di Black. E’ venuto su stupido per vocazione. –
- Ehy! –
- “Ehy”
cosa? Lo chiami stupido pure tu! –
- Ma io ce
lo chiamo affettuosamente. –
- Oh, sì,
come quando ti ha spaccato la finestra con la scopa per farti un’improvvisata
romantica. –
- E tu
come… -
- Ti si è
sentita urlare “stupidissimo Potter” fino nei sotterranei. –
Alza gli
occhi al cielo, sconfitta su tutti i fronti.
- E
adesso, signorina Evans, si degni di aiutarmi coi compiti di Pozioni, che non
ho la più pallida idea di dove mettere le mani. –
.
.
Ok,
fornisco spiegazioni XD
Ho
suddiviso anche questo capitolo in due parti in quanto era un po’ troppo
lunghetto per i miei gusti se lasciato intero. Vogliate scusare, appena trovo
un’anima disposta a betarmi anche l’altro lo posto (Maaaariiii!! Mimmmanchiii
ç_ç) U_U
Ringraziamenti
sentiti a chi recensisce, iuppyyy!! *_*
Rotea gli
occhi, sbuffa, schiaccia la mano aperta sul grugno di James spingendolo lontano
da lui e si prepara ad un quarto d’ora d’incubo.
- Non mi
dire… -
- Sirius!
–
Tra Peter
e Remus non si sa chi sia più insopportabile. Forse Minus riesce a ledergli il
sistema nervoso sghignazzandogli apertamente in faccia quando viene a sapere
dei suoi fallimenti, ma Lupin…Le sue prediche sul non importunare le giovani
pulzelle sono veramente qualcosa di nocivo per il suo già precario equilibrio
psichico.
- Zitti
tutti e due! –
- E-ehm… -
- …E tu,
piccolo traditore vigliacco…Come osi dirmi di desistere quando hai dato il
tormento a quella pover’anima della Evans per anni?! –
- Due
idioti! Ecco cosa siete! –
- Remus!!
–
- Pfff…Mehehehe…
-
- Peter,
giuro che ti azzanno la giugulare, se continui. –
-
Scuhuhusa… -
E in un
attimo il coretto di deficienti ammutolisce, nel vedere i denti del rampollo di
casa Black diventare particolarmente appuntiti ed il colore degli occhi passare
dal grigio al nero.
.
Ok, è
seriamente arrabbiato.
.
- …Non
riesci nemmeno a conquistare una Puzzolarossa…Eh, Sirius, il tuo fascino sta
andando in malora! –
E infierire
non è mai stato così divertente.
.
Se c’è una
regola, nel gruppo dei Malandrini, è quella del cosiddetto “diritto allo
scherzo”.
Semplicemente,
la vittima di turno deve essere capace di non arrabbiarsi quando gli amici
infieriscono su un tasto sufficientemente dolente.
E
l’orgoglio di Sirius è un tasto dolente.
.
- Siete un
branco di bastardi. –
- Non
peggio di quanto lo sei stato tu. –
Risponde
semplicemente James, andandosi a sdraiare sul letto di Remus dove già sono
seduti il proprietario e Peter.
Questa
divisione, con Sirius in pieni o al massimo seduto sul letto di Potter, a
qualche metro di distanza dai suoi aguzzini, significa una cosa sola.
Lo
spettacolo deve ancora iniziare. E per Black si prospetta un pomeriggio di
prese in giro, sghignazzamenti vari e prediche.
- Sirius…
-
Inizia
stancamente Remus.
Stanco di
cosa, poi, è un mistero. Non deve nemmeno scervellarsi ad inventare discorsi,
deve solo recitare quelli che propinava a James tempo fa, basta che cambi il
nome del destinatario.
- Sì, sì,
Moony. Non è possibile che io dia il tormento ad una ragazza semplicemente
perché ha offeso il mio ego smisurato. Anzi, dovrei apprendere da questa
situazione e dare una ridimensionata al mio complesso di superiorità. –
- Detto da
te non suona bene come lo direi io… -
- Il succo
è quello. Peter, smetti di far comunella con James, se continuate a ridere in
quel modo morirete soffocati. –
Osserva
con un sopracciglio alzato i due loschi figuri che si ostinano a spacciarsi per
suoi amici. Sono sdraiati sul letto di Remus, rossi in viso da far paura, in
apnea a furia di ridere.
Amici di
merda.
-
Eheheddai…E’ divehertehente… -
Biascica
tra le risate Potter, asciugandosi gli occhi che grondano lacrime.
- E’ una
Puzzolarossa! E tu non le interessi! Oddio, potrei morire! –
Si ribalta
nuovamente sul letto, ricongiungendosi a Peter. Sembrano due tartarughe incapaci
di voltarsi a pancia in sotto.
- Su
questo ti sbagli, Prongs. –
Dice con
un’alzata di spalle, sdraiandosi sul letto del già nominato amico. Osserva con
finto interesse le tende appese alla finestra, contando mentalmente.
3
2
1…
- Che
intendi? –
Fa un sorrisone.
- Che io
so di piacerle. –
- Padfoot,
non puoi veramente essere convinto di piacere a qualsiasi essere di sesso
femminile di questa scuola! Sei davvero egocentrico! –
- Ma io
non mi baso su supposizioni… -
Si gratta
istintivamente il naso, osservando di sottecchi i tre ragazzi.
- Cioè? –
- Mi
trasformo in un cane, no? Ho l’olfatto sviluppato. E lei, quando le vado a
parlare…Beh, si capisce che le interesso. –
- Sì, ma
io non capisco perché lei interessi a te. –
Ci pensa
un po’ su.
Fisicamente
non è nulla di speciale, anzi, ce ne sono a frotte, meglio di lei.
Caratterialmente…Ha un senso dell’umorismo macabro, che poco si adatta alle sue
corde.
Allora?
- …Odora
di buono. –
Commenta
con una vaga alzata di spalle. E’ vero. L’unica cosa che lo spinge ad andarle a
parlare è quello strano odore che percepisce nell’aria. Non è vero e proprio
profumo – le ragazze che escono con lui hanno il tassativo ordine di non esagerare con quelle cose mefitiche.
Dopo l’ultima schizoide che aveva fatto il bagno nell’essenza alla fragola ha
imparato la lezione. –, ma non è nemmeno l’odore della sua pelle. E’ qualcosa.
Qualcosa che non gli suona esattamente nuovo, ma allo stesso tempo non ricorda
di aver mai sentito.
- Oddio,
sei veramente uno stupido cane. –
.
.
Uhuhuhu!
*-*
Sono
tornata alla carica dopo nemmeno 24 ore! Ma quanto sono asfissiante? XD
Cmq
U_U ecco il seguito del capitolo, spero vi piaccia *w*
Reazioni “imprevedibili”,
pettegolezzi e qualche rimpianto
.
Seduto
all’ombra di una quercia, nel gigantesco parco sottostante il castello di
Hogwarts, Sirius Black osserva pensieroso i gruppetti di persone che gli
passano davanti per dirigersi alle serre, in qualche aula puzzolente o verso i
propri dormitori.
Il vento che
soffia leggero gli fa finire i capelli negli occhi ad intervalli regolari. Sono
così lunghi che – come gli ricorda sempre James – “Non mi stupirebbe nemmeno un po’ se un giorno qualcuno ti palpasse il
sedere, scambiandoti per la sua ragazza”.
Scuote la testa,
guardandosi nuovamente attorno. La solita sensazione, il solito odore. E in
pochi istanti si trova a sorridere come gli capita sempre, prima di combinare
una prodezza degna della sua fama e di quella dei Malandrini.
.
- Oddio. –
Borbotta,
aprendo di scatto gli occhi, alzandosi a sedere composta con uno scatto di reni
impressionante e venendo accecata dal sole che splende in cielo. Si è quasi
addormentata.
E questo non è bene, con il diploma alle porte.
Si decide
a leggere un altro paragrafo di Pozioni, fermamente convinta che, sì, quelle
due ore che sta dedicando alla materia di Lumacorno possano valergli un
recupero miracoloso, fino a farla uscire con voti da far impallidire Piton.
Scorre con
gli occhi un paio di righe, arretrando meglio fino a sedersi contro il tronco
dell’albero sotto le cui fronde si è appostata – sdraiarsi e pretendere di
rimanere sveglia, cielo, questa sì che è una mossa furba –, di modo da avere
gli occhi protetti dai raggi malefici.
Sbadiglia.
Socchiude
gli occhi.
Ed in un
secondo sta già dormendo.
.
Trotterella
verso di lei, senza troppo badare alle ragazze che ridacchiano nel vederlo
passare. Qualcuna cerca di attirare la sua attenzione, ma nulla.
Le arriva
finalmente accanto, cercando di non fare il minimo rumore. La osserva dormire
placidamente, scansa il libro deposto sulle sue gambe con una bottarella, si fa
spazio tra le mani della ragazza e poggia la testa sul grembo di Samantha,
sorridendo beato e godendosi pienamente il momento di pace.
.
Apre gli
occhi, sentendo un peso strano che le
preme poco sotto lo stomaco. Ed è anche stranamente tiepido.
Abbassa la
testa, trovandosi ad osservare il muso di un cane nero di gigantesche
dimensioni, mollemente addormentato addosso a lei.
Prende
fiato.
Le pupille
le si dilatano, mentre, con una lentezza snervante, porta le mani al petto.
E Sirius
si sveglia immediatamente dopo, percependo una cosa tanto conosciuta quanto apprezzata, almeno da lui.
Adrenalina.
Alza lo
sguardo verso Samantha, trovandola con lo sguardo vitreo, la bocca leggermente
aperta e la cassa toracica stranamente immobile.
E’ in
apnea, e con tutta probabilità non se n’è nemmeno resa conto.
- …Bau? –
Abbaia a
volume relativamente basso, suonando interrogativo. Se avesse le sopracciglia,
ne terrebbe uno alzato in segno di smarrimento.
Sam
rilascia piano piano l’ossigeno incamerato.
Può
sentirla chiaramente prendere aria dalla bocca.
E poi,
dopo quelli che sembrano secoli, Samantha Perkins si lascia sfuggire dalle
labbra l’urlo più acuto che Sirius abbia mai sentito nel corso della sua vita.
.
James lo
osserva ghignando apertamente. Peter ridacchia, nascondendosi dietro una mano e
diversi colpi di tosse. Remus è incredulo.
- Una
cinofoba. –
Dice,
seriamente indeciso se ridere tanto da fracassarsi la cassa toracica o
fracassare quella di Sirius, tanto per dargli una lezione.
- Tra
tutte le ragazze di questa scuola, e come penso tu sappia bene non ce ne sono poche, tu sei andato a
trovare l’unica che, nel vederti trasformato, è stata presa da un attacco di panico. –
Alza un
sopracciglio, tossisce leggermente, e poi opta per lo scoppiargli a ridere in
faccia, ribaltandosi sul letto, le braccia a tenere saldamente lo stomaco.
.
- Tu sei
scema. –
- No. –
Biascica
stancamente, accasciandosi su una poltrona della Sala Comune. Abigail si siede
sul tappeto a gambe incrociate di fronte a lei, assomigliando ad un capo idiano
sul piede di guerra.
- Tu sei
realmente scema, Samantha. –
- Gail,
tappati quella cloaca, non ci tengo nemmeno un po’ a sentirti. Devo studiare. –
- Puoi
almeno spiegarmi perché non vuoi uscire con Black? –
- …Ma una
mappatella di cavoli tuoi? –
- Questi sono cavoli miei! –
Alza gli
occhi sulla ragazza, le sopracciglia piazzate a metà fronte in segno di
incredulità.
- Siamo
amiche! –
Rotea gli
occhi, sbuffa, chiude il libro di scatto e si alza, dirigendosi verso il quadro
che chiude l’entrata.
- Dove
vai? –
- Dove non
avrò il tuo maledetto fiato sul collo. Impicciona, pettegola e rompipalle. –
Detto in
una parola? Tassorosso.
.
I
Tassorosso sono la razza di persone più ficcanaso che abbiano mai calpestato il
suolo inglese da diversi secoli a questa parte. Il motivo è, ahimé, sufficientemente
logico.
Non hanno
una vita emozionante – secondo i più maligni non hanno proprio una vita –, è
ovvio e matematico che debbano impicciarsi in quella altrui, per divertirsi un
po’.
Tanto per
avere qualcosa con cui impegnare i pomeriggi.
Quando poi
c’è da parlare del misterioso comportamento di una di loro, che dopo quasi un
mese di ininterrotti tentativi da parte di Black si ostina a non volerci uscire,
sguazzano nella notizia come tanti bei pesciolini rossi in una pozza d’acqua cristallina
e piena di plancton con cui strafogarsi.
Perché i
Tassorosso tra di loro non parlano, non coversano, loro ciarlano.
Esiste una
sostanziale differenza tra queste tre nobili attività, che credete, non è che
avevo semplicemente voglia di abbondare con i sinonimi per dimostrare la mia
bravura.
Le persone
parlano quando si trovano tra
estranei, e devono mantenere un certo decoro. Un esempio lampante?
Durante le
interrogazioni, gli studenti parlano
con i professori.
La gente,
invece, conversa quando c’è già una conoscenza
un po’ meno superficiale del caso già presentato. Altro esempio: i Corvonero ed
i Grifondoro conversano. Non sono
amici intimi, ma non sono nemmeno totali estranei.
L’ultimo
caso è il più fastidioso, quando si è l’argomento preso in esame. Perché quelli
che ciarlano non sono matematicamente
tutti amici intimi, ma hanno una profonda e morbosa voglia di farsi i fattacci
altrui. La ciarla è il pettegolezzo
tra il pettegolezzo, è un qualcosa di eccelso a cui solo pochi eletti possono partecipare,
è il guardarsi ed iniziare a ridacchiare in sincrono. E’ lo sparlare elevato
all’ennesima potenza, è qualcosa di cui nessun’altro in tutta Hogwarts, tranne un
Tassorosso, è esperto.
Perché questo
è il loro cavallo di battaglia.
I
Grifondoro sono coraggiosi, i Corvonero sono intelligenti, i Serpeverde sono
ambiziosi…Le Puzzolerosse sono impiccione.
Ma ci
diventano con gli anni, non sia mai che si diffonda la voce che il Cappello
Parlante smisti i ragazzi in base alla lunghezza della loro lingua.
.
E alla sua
entrata in biblioteca, Samantha Perkins non può fare altro che chinare la testa
e piagnucolare un po’ sul posto, rassegnata al suo destino ormai segnato.
La gente
ormai ha capito quale volto associare alla deficiente che rifiuta la corte di
Black con tanta insistenza e perseveranza. E ormai non è più invisibile.
.
Samantha
si va a sedere ad un tavolo il più lontano possibile dalle finestre e dai
gruppetti di persone che la guardano e parlottano, e rimpiange i bei tempi
ormai andati.
.
.
.
Ohohoho,
son tornata! XD
Mhm…Ma
che dovrei scrivere qualche nota di fine capitolo? ._. Oddei, mica c’ho voglia…
XD
*pigrizia
imperat*
.
Come
al solito graSSie mille a tutta la gente che commenta, a chi ha messo st’aborto
di ff nei preferiti (sorbole, siamo a quota 33 *////*) e anche a chi legge e
basta XD
Strepita,
facendo una strisciata fenomenale sulla pergamena da presentare alla McGranitt
per il giorno dopo.
Osserva
sconfortata il suo tema così gravemente deturpato. Osserva Sirius, che si siede
di fronte a lei con un salto, senza nemmeno bisogno di spostare la sedia.
Osserva il tomo di Trasfigurazione che stava consultando fino a poco fa che
viene chiuso e lasciato cadere con un vago ponf
di protesta su un’altra sedia da Black.
Scuote la
testa, e si decide finalmente a – come dice sempre Abigail – dimostrare di
essere in possesso di una spina dorsale.
- Sirius
Black! –
Dice con
una vocetta stridula che trema leggermente, puntandogli contro l’indice della
mano sinistra, macchiata di inchiostro sul dorso.
- T-tu,
scansafatiche vigliacco…Devi smetterla di darmi il torm-
Si blocca,
paralizzata, incapace di proferire una singola parola e con la salivazione
azzerata.
Perché
Sirius Black, mollemente appoggiato alla sedia con un braccio poggiato sullo
schienale e la mano che gioca con una ciocca di capelli sulla nuca, il busto
sporgente e il fondoschiena sul bordo della sedia, ad un passo dallo scivolare
in terra, le dita dell’altra mano che tamburellano ritmicamente sul tavolo, la
sta osservando con un sorrisetto malizioso, qualche ciocca di capelli di fronte
agli occhi, la testa leggermente reclinata verso destra.
E questo
non è bene, per i suoi deboli nervi.
-
…Continua, ti stavo ascoltando. –
- S-sì.
E-ecco. I-io…O…O meglio…T-tu…Aaaah! –
Strepita
agitando in aria le mani per qualche istante, prima di schiacciarsele contro le
tempie, infilare le dita tra i capelli e tirare leggermente. Tanto quanto basta
per farsi un po’ male e capire che non è tutto un incubo, ma non a sufficienza
per rimanere calva.
Bene.
Qualcosa
di simile ad un latrato la distrae, facendola concentrare su Sirius, che con
una mano sulla bocca sta cercando di ridere più silenziosamente possibile,
senza riuscirci.
Ancora meglio.
- Black,
sei un essere detestabile. –
- Non è
vero, in realtà mi ami alla follia. –
- Ovvio. –
Cerca di
parlare con tono sicuro, fallendo miseramente. E grazie a Dio è seduta, se
Black le riservasse un’occhiata ed un sorriso del genere a tradimento, mentre
cammina per i corridoi, correrebbe il rischio di afflosciarsi in terra come se
non avesse un singolo osso in tutto il corpo.
Tanto, la
spina dorsale è già stato assodato che le manca.
- Samantha.
–
Le dice in
un bisbiglio, sporgendosi pericolosamente verso di lei.
- Usciamo
insieme? –
- Sirius.
–
Si
appoggia sul tavolo con i palmi, imitando perfettamente Sirius nei modi e nel
parlare.
- Sì? –
- Definisci
“uscire insieme”. –
Si
schiarisce la voce, ormai ad un passo dalla vittoria.
-
Uhm…Vediamo…Io e te che gironzoliamo per il parco di Hogwarts? –
Sbarra gli
occhi.
- Black,
ci ho visto un cane randagio grosso come una casa, cattivo e potenzialmente
carnivoro, in quel posto dimenticato da Dio. Non intendo metterci mai più
piede. Nemmeno se ne andasse della mia salvezza. –
- Nemmeno
se ti difendessi io? –
Forse
l’averla terrorizzata può tornargli utile.
- Tu non
potresti difendermi da una bestia satanica assetata di sangue. –
- Potrei
offrire il mio corpo e darti il tempo di fuggire, però. –
- Beh… -
E’
seriamente allettata all’idea. Sì, Sirius Black gravemente mutilato per causa
sua. Organi ed appendici più o meno importanti sparsi per il prato.
Sì,
potrebbe rivelarsi un bel pomeriggio.
- …Dopo
prometti che mi lascerai in pace? –
Alza due
dita della mano destra e si pone quella sinistra sul cuore. Non è esattamente
sicuro che si faccia così, ma finchè non viene corretto tutto fa brodo.
- Parola
di Giovane Marmotta! –
- Vai a
cagare, Sirius. –
- Ai suoi
ordini! –
.
- James?
James?! JAMES?! –
Il ragazzo
alza a fatica la testa dal proprio letto, una mano di Lily che cerca di tirarlo
nuovamente giù per la cravatta.
- Cosa?! –
Strilla,
fulminando con lo sguardo Sirius.
- Tie’! Ci
ho messo un mese scarso! –
Rotea gli
occhi, osservando il calendario e facendo un breve calcolo mentale.
- Sono
passate sei settimane, Padfoot. –
- Di
sicuro ci ho impiegato meno di te! –
Alza il
braccio destro, mettendo la mano sinistra nella curvatura del gomito con uno
schiocco, dovuto alla forza con cui ha gentilmente invitato l’amico a recarsi
in un posto che non sembra essere
Londra.
.
Se c’è una
cosa che Sirius odia ferocemente, dei tanti aspetti canini che ha assimilato da
qualche anno a questa parte, è l’udito maledettamente sviluppato.
Ha da
sempre un’insofferenza a certi rumori che lo porta ad essere quasi maniacale,
nel voler evitare di sottoporsi a quella che lui vede come una tortura.
Figurarsi
poi cosa sia diventato da quando sente quasi il decuplo di un essere umano
normale. Remus, James e Peter sono seriamente tentati di soffocarlo nel sonno,
tanto per mettere fine alle sue sofferenze. Li frena unicamente la certezza
matematica di trovarsi diversi oggetti contundenti inseriti dove non batte il
sole prima ancora di potersi avvicinare di qualche metro al letto dove riposa
il canide. Causa super-udito, ovviamente.
Ma per
rimanere sul discorso “suoni molesti”, penso sia opportuno precisare cosa,
Sirius Black, detesti tanto.
Odia il
rumore generato dalle posate che sfregano contro la ceramica. Una volta è stato
capace di minacciare James con un coltello su una mano e la bacchetta
nell’altra. E visto lo sguardo spiritato di Padfoot, il giovane Potter non
seppe da cosa essere maggiormente terrorizzato.
Odia il
rumore che fa la gente quando si scrocchia qualsiasi osso che esuli da quelli
che compongono le mani. Lo odia, lo detesta, lo fa rabbrividire…E’ una cosa che
non riesce a sopportare.
Ed è bene
informare l’incauto lettore che Samantha Perkins è molto impietosamente
chiamata – almeno in casa – “Campanellino”.
Non esiste
un singolo osso, nel corpo di Samantha, che lei non sappia far scrocchiare.
La cosa
più assurda è che le capita a sproposito. Rizzando la schiena dopo un po’ che
stava curva su un tavolo, allungando un braccio per richiamare l’attenzione di
una persona di fronte a lei, stendendo leggermente la gamba per poi
accavallarla sopra l’altra…Sono movimenti normali. Che però lei non riesce ad
eseguire senza fastidiosi e quantomai inopportuni schiocchi.
E’
imbarazzante, capite?
.
- Ok,
smettila. –
Osserva
sinceramente incuriosita Sirius, le sopracciglia alzate come a dirgli di
spiegarsi meglio.
- Smettila
di emettere tutti quei rumori. Sono…Ewh. –
- …Prego?
–
Chiede
mentre il ginocchio decide di essere troppo silenzioso, e di dover dimostrare
al mondo di esistere anche lui su questa terra. Black rabbrividisce
visibilmente, stringendosi nelle spalle ed emettendo un “eeeeeeewh!” di puro
terrore. Si sposta visibilmente dalla ragazza, continuando tuttavia a
camminarle accanto.
- Sei
raccapricciante. Non puoi evitare quella…Roba? –
La indica
con la mano che trema leggermente, allo stesso modo con cui potrebbe indicare
un cadavere in via di putrefazione.
- Cosa? –
- Quei rumori. –
Un lampo
di sadismo attraversa gli occhi di Samantha. Si blocca nel mezzo del parco di
Hogwarts, la caviglia leggermente piegata verso l’esterno, poggiando il peso
sul dorso del piede.
- Ti
riferisci a cose del genere? –
Chiede
torcendo ulteriormente l’osso e facendo rabbrividire il ragazzo. Annuisce
sinceramente orripilato, portandosi le mani alla bocca.
- Sarà
meglio che ci sediamo. –
Dicono
contemporaneamente, Samantha mossa a compassione dalla sofferenza di Sirius, il
giovane Black guidato da una pia illusione che, se ferme, le ossa possano
smettere di cigolare ed emettere rumori molesti.
.
- Oddio,
ti supplico, smettila, potrei morire. –
Lo guarda,
con un sopracciglio alzato. La tentazione di torturarlo ancora un po’ è forte,
ma alla fine vince la bontà Tassorosso. Si butta all’indietro sull’erba,
allargando le braccia a stella marina.
- Posso…?
–
Sirius la
guarda dubbioso, con un sorrisino timido talmente convincente da essere
palesemente fittizio.
- Come
vuoi. –
Gli dice con
uno sbuffo divertito e sentendo il leggero peso del capo del ragazzo posarsi
sul suo grembo poco dopo. E’ incredibilmente infantile, in certi momenti.
.
- Samantha?
–
- Mh-hm? –
Sirius si
alza, sdraiandosi accanto a lei e guardandola seriamente negli occhi. Alza
nuovamente la testa, osservando verso la foresta proibita.
- Mi pare
di sentire…Qualcosa. –
- Cosa? –
Chiede in
un soffio, il panico che inizia a paralizzarle i movimenti.
- Come un
ululato… -
Bisbiglia
avvicinandosi sempre più a lei. Guarda di poco sopra la sua spalla, sbarrando
gli occhi e prendendo fiato.
- Oddio. –
.
E il
massimo che può fare Sam, con la certezza matematica di avere una bestia feroce
alle spalle pronta a sbranarla, è appallottolarsi sul prato, è stringersi
spasmodicamente addosso a Sirius e serrare gli occhi, in attesa di un
susseguirsi interminabile di morsi che la faranno morire tra atroci spasmi.
.
Che –
molto semplicemente – non arrivano.
.
In
compenso, nel silenzio del parco di Hogwarts, con il vento gelido di novembre
che le gela le gambe ed il cuore che batte all’impazzata, si diffonde la risata
simile ad un latrato di Sirius Black.
.
-
Tu…Lurido… -
Inizia a
spingere per allontanarsi, con vani risultati.
- Eddai,
era solo uno scherzetto… -
- UN
CORNO! SIA MALEDETTO IL TUO NOME!! –
Gli
strilla in un timpano, ignorando totalmente di averlo rincretinito dieci volte
più che un’altra qualsiasi persona.
.
- Allora,
com’è andata? –
- ZITTI! –
Sirius si
butta a peso morto sul letto con vestiti e scarpe, si copre con la trapunta e
si schiaccia un cuscino sopra la testa, cercando di addormentarsi e di ignorare
il martellante mal di testa.
.
- Allora,
com’è andata? –
- FATTI I
CAVOLACCI TUOI!! –
Una scarpa
attraversa l’etere, andando a sbattere contro il muro della stanza, a pochi
centimetri dalla testa di Abigail.
- …Sam? –
- Ne vuoi
un’altra? Questa volta non sbaglierò per metterti semplicemente paura. –
Vantaggi
dell’essere battitrice, pensa, dopo appena qualche allenamento sviluppi una
mira che nemmeno un killer di professione.
.
.
.
Uhuh
XD Son tornata alla carica! XD
Come
mi fece notare una geniale ragaSSa (<333), penso sia d’obbligo spiegare come
faccia Sirius a conoscere le Giovani Marmotte.
Sono
partita dal presupposto che per me Remus, tra i tanti dizionari e libri pregni
di cultura, si è portato ad Hogwarts anche qualche fumetto (no, malpensanti,
non intendo fumetti porno). Tra i tanti Dylan Dog (che è un fumetto italiano,
ma soprassediamo, ve ne prego) e Diabolik (idem), ci sarà pur stato qualche
Topolino, no?
Da
là ad apprendere cosa sono le GM il passo mi pare sufficientemente breve, tanto
che anche un decerebrato come Padfoot può aver tranquillamente fatto 2 + 2.
Quei
movimenti leggermente impacciati, quegli occhi perennemente puntati sul
pavimento, quella voce incerta e tremolante, quella risata che ancora non ha
sentito, ma è certo sia argentina, un po’ stridula, ma comunque piacevole da
ascoltare.
.
Tossico.
.
Tutto
odiosamente tossico.
Quella sua
insicurezza ed umiltà ingiustificata, quel suo servilismo continuo, quel suo
non rispondere alle provocazioni ma dirigere gli occhi altrove, segno
inequivocabile di una risposta secca, velenosa, pronta ad essere usata ma che
viene sempre taciuta.
.
Tossico.
.
Tutto
così…Tossico, non c’è altro modo per descriverlo.
Quel suo
profumo. Quel suo profumo che suona nuovo e conosciuto allo stesso tempo.
.
C’è qualcosa di
profondamente sbagliato, in tutto questo.
.
- Remus? –
- Mh-hm? –
- Mi
insegni qualcosa? –
Il
licantropo alza gli occhi dal libro che stava leggendo fino a poco prima,
osservando dubbioso Sirius.
- Cosa
dovrei insegnarti, Padfoot? –
-
…Andiamo, lo sai. –
.
Remus
Lupin è forse uno dei ragazzi meno attraenti di tutta la scuola, fisicamente
parlando. E’ magrolino, ha una carnagione pallida tendente al giallo itterico,
è di costituzione debole, va in giro vestito quasi sempre con vestiti più
grandi di diverse taglie… Non è esattamente un ragazzo che potrebbe reggere il
confronto con i fratelli Black – perché, per quanto Sirius neghi l’evidenza,
tra lui e Regulus non passa quasi nessuna differenza, per la gioia delle
studentesse di Hogwarts – insomma.
Una cosa
che però poche persone sanno, è che contrariamente ad ogni logica Remus Lupin
ha una lista di pretendenti con la quale potrebbe reggere tranquillamente il
confronto con i già nominati fratelli Black. Umiliandoli, con tutta
probabilità.
.
E’
incredibile quante ragazze si facciano incantare da un sorrisino timido ed un
paio di frasi prese da qualche libro.
.
- Sirius,
seriamente, non mi viene in mente cosa insegnarti. –
Il ragazzo
alza un sopracciglio.
- Remus,
tu sei un fine dicitore. Ed io ho un disperato bisogno di un discorso precotto da
propinare ad una tizia. –
- …Chi? –
Chiede con
sincero interesse e un lampo di divertimento ad illuminare gli occhi stanchi.
-
Beh…Poniamo per ipotesi, ma solo per ipotesi, eh. –
-
Unicamente in piano teorico. –
Lo
rassicura il mannaro alzando leggermente le mani.
- Beh,
ecco. Diciamo che ci sarebbe questa ragazza – puramente immaginaria – che si è
arrabbiata a morte con me perché
nonsastareaglischerziediohobisognodiunmaledettoqualcosaperfarmiperdonare. –
Il ragazzo
sbarra gli occhi, osservando Sirius prendere fiato.
- …Ci
credi se ti dico che non ci ho capito nulla? –
- Non ne
dubitavo. –
- Sarà
meglio che tu… -
- …Sì, te
lo spiego lentamente. Allora. Lei non sa stare agli scherzi ed io ho bisogno di
un maledetto qualcosa per farmi –
ugh, detesto doverlo dire – perdonare.
–
Il solito
sorrisetto discreto, a testimoniare un divertimento quanto mai inopportuno.
- Fammi
indovinare. –
- No… -
Sirius
emette un gemito sofferente, accasciandosi sul tappeto ai piedi della poltrona
dov’è seduto Remus in posa da cane bastonato.
Gli riesce
preoccupantemente bene, deve ammettere il mannaro, per un secondo è quasi
tentato di lasciar perdere.
Ma una
crepa, nell’impenetrabile muro di sicurezza ed egocentrismo che l’amico si è
costruito attorno, è da sfruttare.
Non capita
mai – o quasi – che una ragazza lo mandi cordialmente al diavolo dopo una delle
sue trovate. Di norma reagiscono – come precedentemente detto – con una
risatina ed uno “scemino” strepitato con voce acuta poco prima di essere
baciate.
- Fammi
indovinare, Paddy. E’ la cinofoba di sicuro, perché da quando sei uscito con
lei ogni volta che qualcuno prova ad informarsi tu per poco non gli azzanni un
braccio. Ed essendo la cinofoba… Devi aver combinato qualcosa facendo leva sul
suo sacro terrore per i cani. Diciamo che l’hai presa in giro? –
- Remus! –
Lo osserva
seriamente offeso. Il ragazzo si scusa con un cenno della mano, ricominciando
il suo ragionamento ad alta voce.
-
Allora…Se sei troppo cavaliere per averla presa in giro… - un’idea malsana gli
balena in mente – Tu non le hai detto di essere anche Padfoot, vero? –
- Sono
scemo, per caso? –
- Sì. Ma
sei anche fedele, per cui escluderei una tua shockante rivelazione che ti
costerebbe la castrazione. Bravo Fido. –
Gli da un
paio di pacche in testa in segno di affetto, facendogli qualche grattino dietro
le orecchie. Sirius sorride estasiato, ignorando totalmente le ultime parole di
Remus, che di norma servono unicamente a mandarlo in bestia.
-
Comunque. Escludendo le prese in giro… Padfoot. - lo chiama con tono
apocalittico – Tu non le hai messo paura dicendole che ti aveva alle spalle in
forma canina per poi ridere come un cretino della sua reazione o magari
approfittare del momento e con la scusa di consolarla infilarle la lingua in
gola. Vero? –
- Ehm. –
- Vero? –
- Uh. Io.
Ehm. –
- SIRIUS!!
–
Il ragazzo
scatta in piedi, letteralmente sull’attenti, mimando il saluto militare con la
mano sinistra.
Stesso
discorso, finché non viene corretto tutto fa brodo.
- …E’ la
mano destra, imbecille. –
Come
volevasi dimostrare. Con uno sbuffo cambia mano, l’impatto visivo ormai
devastato dalla pignoleria di Remus.
- Ti fai
sempre fregare da queste cose… Vedi le cose sui fumetti e non ragioni un attimo
che sia uno su quale mano usare. Idiota. –
Sospira,
convinto ormai di aver sviato il discorso e di potersi evitare la predica.
- E
comunque, piccolo mentecatto, non credere che il tuo patetico teatrino mi abbia
fatto dimenticare di quella povera ragazza! –
- Eddai,
era uno scherzetto innocente… -
- Va’ al
diavolo! Non intendo aiutarti! –
- Ma… Ma… Ma
come!! –
Lo osserva
con gli occhioni colmi di lacrime, talmente spalancati da sembrare due cerchi
perfetti, ed il labbro inferiore che trema leggermente.
- Ormai
sono settimane che non le ronzi attorno, continua così, trovati un’altra
vittima da torturare e lascia perdere.
–
Dice con
tono categorico, sistemandosi con maggiore cura il libro sulle gambe e
ricominciando a leggere.
-
Reeemuuus… -
Mugola
giungendo le mani al petto e sfoderando la migliore occhiata da cucciolo
indifeso che il ragazzo abbia mai visto.
E’ inutile
dire che Remus Lupin è forse il ragazzo più buono di tutta la scuola. Muoverlo
a compassione è un gioco da ragazzi.
Figurarsi
per Sirius, che di norma deve sciogliere il gelido cuore della McGranitt per
evitare punizioni sempre più feroci e crudeli.
- Oddio,
quanto ti detesto. –
Mugugna,
chiudendo di scatto il tomo ed avvicinandosi a Padfoot, per poi sussurrargli
qualcosa nell’orecchio con fare cospiratorio.
.
.
.
…Allora.
Allora.
Uhm.
Suppongo
di dovermi giustificare ._.
Non
so cosa mi sia preso, per l’introduzione, chiedo venia ._.
.
Devotamente
(e vergognosamente) Vostra,
Christine
Black
(45
preferiti, ma siete proprio dei tessssssori <3)
- Va bene,
va bene…Ascoltami molto attentamente,
allora. –
.
Punto primo: mettila di buon umore.
- Cioè? –
- Falla ridere, cretino. –
.
-
Prooooof! –
Remus si schiaccia
una mano sugli occhi, disperato, e scuote la testa.
Succederà
qualcosa. Qualcosa di orrendamente imbarazzante. Ne è matematicamente certo.
- Sì,
Black? –
Lumacorno
sorride affabile al ragazzo, avvicinandosi al suo calderone senza troppe
remore. Se c’è una cosa che ha imparato in sette anni di convivenza forzata con
l’uragano Black, è che per quanto il suo fattore distruttivo sia
pericolosamente elevato, se si tratta di pozioni fatte per conto proprio
potrebbe gareggiare tranquillamente con Evans o Piton.
Ha un
cervello eccezionale, quel ragazzo.
Che poi si
diverta ad infilare calzini putrescenti nei calderoni altrui è tutt’altro
discorso, insomma, nessuno è perfetto, e finora non ha ancora ammazzato
nessuno.
Credo.
- Prof, la
mia pozione ha uno strano colore. –
L’uomo si
affaccia sul paiolo, osservando guardingo il liquido ambrato. Effettivamente,
tra quello ed una polisucco verde vomito come da consegna, di differenza ne
passa.
- Forse
qualche ingrediente dosato male? –
Suggerisce,
in apnea. Meno esala miasmi di esperimenti usciti male, più è sicuro di
arrivare a raccontarlo. Sirius lo osserva, quasi dispiaciuto.
- Non so,
se vuole provare a controllare lei… -
Gli porge
un mestolo di legno pericolosamente simile a quelli usati nelle cucine dagli
elfi.
E già un
uomo scaltro avrebbe intuito qualcosa.
Horace
mescola un po’ il liquido all’interno del calderone, trovandolo alquanto grumoso.
Si sporge
ulteriormente, decidendosi, suo malgrado, ad annusare l’intruglio per capire
cosa non vada. Odora. Assume un’aria pensosa. Odora di nuovo. Si decide a
prendere una mestolata e ad accostarsela alle labbra, assaggiando titubante.
Poi inizia
ad assumere curiose tonalità tendenti al violaceo.
- BLACK!!
–
-
Sissignore! –
- QUESTO
E’ BRASATO! –
Risate a
profusione.
Remus ha
appena capito di aver generato un mostro.
.
Punto secondo: falle capire che non
sei così idiota come sembri.
- Cioè? –
- Imitami, cretino. –
.
- Moony!
Aspettami! –
- Sirius,
va’ via! Tu non sei iscritto agli stessi corsi che frequento io! –
- Ma tu
hai detto… -
- Ho detto
che devi fingerti intellettuale, non che devi pedinarmi! –
- Ma… -
- Signor
Black. Per quanto mi riempia di gioia venire a sapere in anticipo rispetto al
resto della scuola della sua relazione con il signor Lupin*, devo chiederle
cortesemente di seguirmi nell’aula di Trasfigurazione dove lei dovrà passare le sue prossime due ore. –
- Ma io… -
- Signor Black, venga immediatamente con me.
–
- Remus… -
- SIRIUS BLACK, IMMEDIATAMENTE A
TRASFIGURAZIONE!! –
Remus ha
appena deciso che ucciderà chiunque gli chieda, in futuro, una mano con una
ragazza.
.
Punto terzo: falla sentire
protetta.
- Cioè? –
- Cioè James e Peter faranno il
lavoro sporco, a te starà apparire e prendere le sue difese, cretino. –
.
- Ehy,
Perkins! –
- Oddio… -
Biascica
stancamente, roteando gli occhi e abbandonando tutti i nobili propositi di
studiare. James Potter e Peter Minus la osservano con un ghignetto malevolo.
A dire il
vero quella di Potter sembra una paresi.
E quella
di Peter è una smorfia senza il minimo senso.
- Cosa
volete? –
- E’ vero
che hai paura dei cani? –
- Un
terrore cieco. Perché? –
- …Beh…E’
ridicolo! –
Annaspa il
quattrocchi, non sapendo cosa inventarsi. Evidentemente si aspettava
un’energica smentita, o qualcosa del genere.
- E…Beh…Bau!
–
Il
tentativo di James di offenderla o umiliarla è grottesco. E ridicolo, tanto che
deve mordersi l’interno delle guance per non scoppiargli a ridere in faccia.
Poi, non
si sa bene in virtù di cosa, Minus connette il cervello, e trova – forse a fortuna,
o forse riesce a capirlo – il fianco su cui andare a pungolarla.
- James?
Ti ricordi i loro allenamenti? –
Samantha
si irrigidisce un po’ troppo vistosamente per passare inosservata agli occhi di
un torturatore esperto come Potter.
- Oh, sì,
Wormtail…Ricordo soprattutto le prodezze di Perkins sulla scopa… -
Un urlo
abominevole e disumano risuona per i corridoi fino a raggiungere le orecchie
della ragazza, lasciandola a dir poco terrorizzata.
- FERMI,
VOI DUE!! –
Il
colpevole dell’attentato ai suoi timpani le compare di fronte, in tutta la sua
baldanzosa idiozia.
Sirius
Black, una mano sul fianco e l’altra ad indicare i due amici, ha forse
intenzione di rendersi più ridicolo del solito?
- Padfoot,
cosa vuoi? –
Strepita
Peter guardandolo in – passatemi il termine senza sghignazzare – cagnesco.
Sirius si concede una risata con voce cavernosa ed impostata, riuscendo a
sembrare ancora più idiota. Che è difficile, ma a lui riesce.
- Come
osate prendere in giro questa povera ragazza! Solo perché ha paura dei cani!
Bestie! Mostri! Dovrei schiantarvi tutti! –
-
Veramente noi stavamo parlando degli allenamenti dei Tassorosso. –
- Oh,
davvero? –
Chiede, i
propositi bellicosi magicamente spariti.
- Sì,
James stava imitando Perkins a cavallo della scopa. –
- Sembrava
una scimmia sotto Imperius! –
Silenzio.
Agghiacciante silenzio. Potter è sicuro di trovarsi a breve l’arcata dentale
superiore totalmente sbriciolata a pugni dal suo miglior amico, per cui serra
gli occhi aspettandosi il primo di tanti, tanti cazzotti.
- Oddio, è
vero! –
Risate.
Risate di Black.
Dio,
questo ragazzo è allucinantemente idiota. E’ andato là per salvare la sua bella
dalle prese in giro di quei buzzurri dei suoi amici, ed in breve si ritrova ad
escogitare nuovi spunti di risate, per la gioia degli amici e dei presenti
tutti.
Remus deve
essere bloccato da Evans, prima di scagliare un Sectumsempra sull’amico. E’ meglio farle a mano certe cose, che
divertimento c’è sennò?
.
Punto quarto: lasciala senza fiato.
- Cioè? –
- Cioè…Questo lo sai fare solo tu,
Sirius, non posso spiegartelo. –
.
E’ vero.
Se c’è una
cosa che riesce benissimo a Sirius – e solo a lui, sia ben chiaro – è
l’inventarsi numeri sempre più assurdi, con i quali conquista le ragazze.
E’ facile,
per lui, ha uno spirito d’improvvisazione che fa paura. Ed ogni volta che si
inventa qualcosa, per quanto assurda o idiota, riesce sempre a renderla unica e
sensazionale. Semplicemente perché è lui,
a metterla in atto.
- Prof! –
La Sprite
sobbalza, sinceramente spaventata da quell’incursione nel mezzo della lezione.
- Black. –
Sibila,
guardandolo malissimo.
Lei odia
lui. E lui odia lei. Vanno perfettamente d’accordo, nel non sopportarsi a
vicenda.
-
Dovrei…Ehm…La McGranitt mi ha mandato a chiamare Perkins. –
Risatine
da parte delle alunne presenti nella serra, Samantha che si nasconde dietro un
libro dalla copertina consunta e sporca di terriccio.
- Ne siamo
sicuri, Black?! –
Chiede con
un tono da Santa Inquisizione ed una voce leggermente nasale dovuta ad un
raffreddore incipiente. Sirius si avvicina a lei, imitandola a specchio nella
sua posa da vecchia chioccia scorbutica.
- Ne siamo
sicuri, prof! –
Strepita
alla stessa maniera della donna, schiaffandole successivamente una lettera
sotto al naso. C’è un sigillo di ceralacca color blu scuro, chiaramente
incantato di modo da non poter essere aperto da nessun altro eccetto dalla
Capocasa di Tassorosso. Ma questo la inorgoglisce fino ad un certo punto.
Se la
McGranitt manda a chiamare uno studente in questo modo, significa solo una
cosa. Guai. Tanti guai.
- Perkins.
–
Dice con
voce ferma, leggermente più bassa del solito. La ragazza rabbrividisce,
spaventata da quello che la professoressa sta per dirle.
- Vada con
Black, le firmerò una giustificazione per l’intera giornata. –
.
C’è qualcosa di profondamente
sbagliato, in tutto questo.
.
- Black,
si può sapere cosa vuole la McGranitt? –
Sirius
muove una mano in aria, continuando a camminare a passo spedito verso il
castello.
- Mi vuoi
rispondere?! –
Gli urla
spazientita, fermandosi nel mezzo del parco con le braccia incrociate sul petto
ed un’espressione a dir poco inviperita. Il ragazzo si volta, la guarda negli
occhi per un po’, fa un paio di falcate e le arriva a pochi centimetri dalla
faccia.
Samantha
sbarra gli occhi, il cervello che sta iniziando a fornirle una rosa di opzioni
sul possibile seguito della giornata assieme a Sirius. Una peggio dell’altra.
E’
costretta a chiudere gli occhi per qualche istante ed a respirare a pieni
polmoni, per non arrossire come un’idiota.
Il ragazzo
le mette le mani sulle spalle, avvicinandosi ulteriormente al suo viso e
piegando leggermente il volto di lato. A Samantha si gela il sangue nelle vene.
Poi,
quando il momento dovrebbe essere magico, Sirius le da una spintarella sulla
spalla destra, tirando quella sinistra verso di se. La fa girare, appoggiando
poi la fronte sulla sua nuca, facendo un passo indietro e fermandosi.
Respira
anche lui a fondo, dandosi mentalmente dell’idiota. Si sporge oltre la spalla
di Samantha, indicandole il campo di Quidditch con una mano.
-
Do…Dobbiamo andare là. –
Le dice
con voce incerta, assestandole una leggera spintarella alla schiena per farla
muovere.
.
Il campo
di Quidditch è deserto, eccezion fatta per un paio di scope abbandonate
sull’erba.
- Cosa…? –
Sirius si
piega, afferrando i due manici e passando alla ragazza quello più nuovo. Ad una
più accurata analisi, si rivela essere una Nimbus
1500. La migliore scopa attualmente sul mercato.
- …E’ di
James, ho dovuto sedarlo, corromperlo e fargli un paio di Confundus, per convincerlo a prestarmela. –
Samantha
lo osserva, nera in viso.
- Cosa ci
facciamo qua? –
Chiede in
un sibilo, la mascella serrata per impedirsi di urlargli addosso i peggiori
improperi.
- Io…Ti
sto dando modo di prenderti una rivincita. –
- Credi che
sia divertente? –
Gli fa
cadere ai piedi la scopa di Potter, con un sorrisetto tirato sul volto.
Nonostante l’evidente nervosismo riesce a mantenere un tono pacato, al limite
del mormorio.
- Black,
tu non hai capito niente. Tu non puoi arrivare da un momento all’altro, partire
svantaggiato e pretendere che io me ne compiaccia. Quella che vorresti usare è
una schifezza che non reggerebbe il confronto nemmeno con una ramazza per
pulire il pavimento. E tu credi veramente che facendo così io ne sia felice? Non
voglio batterti per tua gentile concessione, non voglio gareggiare con te e non
voglio perdermi un’intera giornata di lezioni con un idiota che mi considera
troppo impedita per stracciarlo ad armi pari. Grazie, me ne torno in classe. –
- Perkins…
-
La chiama
a bassa voce, venendo ignorato alla grande. La ragazza è quasi arrivata
all’uscita del capo, quando si sente nuovamente chiamare. Sirius la raggiunge,
sorridendole divertito.
-
Samantha, c’è una cosa che non hai capito. Io non voglio fare una gara di
velocità con te, mi sento male solo al pensiero. –
- Prego? –
- Io
soffro di vertigini. –
Il cuore
le manca un battito, nel vedere Sirius Black sorriderle imbarazzato. Come si
chiama quella sensazione che mescola senso di colpa e sollievo?
- Vedi, ti
ho preso in giro come un cretino perché tu hai paura dei cani, volevo solo –
uhm – darti l’occasione di farti quattro risate sulla mia pelle. Tutto qua. –
Imbarazzo,
probabilmente.
- Oh. Io –
ehm – uh…Ops? –
.
- Soffri
di vertigini, allora? –
Sirius
annuisce, incapace di muoversi ne’ spiccicare una singola parola. E’ ad appena
mezzo metro da terra, ma si sente come se tra lui ed il terreno ci fossero
chilometri di distanza.
Samantha
gli passa accanto velocemente, godendosi fino in fondo l’espressione di
raccapriccio che passa negli occhi del ragazzo nel vederla sospesa almeno
quindici metri più in alto di lui.
- Dai,
vieni! –
Gli
sorride rassicurante, facendogli cenno con una mano di raggiungerla.
- No! E
tieniti con entrambe le mani! –
- Perché?
–
Chiede
ridacchiando, continuando a sventolare un braccio in aria.
-
Pericoloso! –
Riesce a
strepitare con quanto fiato ha in gola, suonando pericolosamente simile a
Remus.
Pericolosamente,
sì, avete letto bene.
Perché
quando Remus ammonisce che fare una cosa sarebbe potenzialmente mortale, lo fa
in modo tale che chiunque lo stia ascoltando è spinto a disobbedirgli.
E così fa
Samantha, sbracciandosi con entrambi gli arti superiori e ridendo della sua
reazione angosciata.
- Non
farlo! –
- Perché?
E’ divertente! –
Gli urla
in risposta, scavalcando il manico con una gamba e restandoci seduta di lato,
alla maniera delle principesse sui film babbani, quando salgono su un cavallo.
-
Samantha, cazzo, siediti composta! –
- Non ne
ho voglia! –
Sorride,
socchiude gli occhi e si gode il vento fresco che le accarezza leggermente il
viso.
Poi una
folata, si sente quasi spinta all’indietro, il baricentro finisce nel vuoto.
Sgrana gli
occhi, cerca di aggrapparsi alla scopa con entrambe le mani. Afferra il manico
con le dita della mano sinistra.
Poi però
scivola ugualmente.
.
.
*
= Sì, donna, questo è fanservice. Tutto per teh<333
.
Allora
XD
Anzitutto,
è d’obbligo dire che l’idea per il tentativo di mettere di buon umore Samantha
mi è venuta leggendo una meravigliosa one-shot di Nykyo, titolo “La punizione”,
che trovate http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=111720&i=1
qua. Vi consiglio di leggerla, perché merita *.*
.
La
parte riguardante il fanservice non so quanta gente potrà capirla, nel dubbio
voi fate finta di nulla XD
.
Ovviamente
grazie per i commenti, son sempre più orgogliossssssah *-*!!
Quando le
cose iniziano ad andare male, il tempo non subisce un notevole rallentamento
come cercano di insegnarci i film ed i libri. A dire il vero, tutto sembra
muoversi a velocità – se possibile – raddoppiata. Il cervello va in pappa in
meno di un secondo, le mani iniziano a sudare e l’adrenalina entra in circolo,
calando il carico su una situazione già disastrata di suo.
Ed è la
stessa cosa che accade a Samantha, con l’aria come unica cosa alla quale
aggrapparsi ed il panico che le ottenebra sempre più la mente.
Perché in
questi casi, ricordarsi di essere una strega e di potersi quindi salvare la
vita con relativa facilità, è chiedere un po’ troppo.
Cristo.
Pensa nel
vedere gli spalti dove siedono di solito i professori, segno che il suolo è
maledettamente vicino.
.
Poi,
stranamente, le cose iniziano a susseguirsi con una lentezza esasperante.
Sgrana gli occhi, sentendo un dolore sordo nel centro della colonna vertebrale
che va in crescendo, dipanandosi per il resto degli arti, e la costringe ad
inarcare la schiena verso l’alto in un vano tentativo di attutire la
sensazione. Le gambe le fanno altrettanto male, può quasi sentire le ossa che
vanno molto vicine alla rottura.
Poi
nient’altro.
.
-
Deficiente. –
Apre gli
occhi, accorgendosi di sentire molto meno dolore di quanto se ne aspettasse.
Poi si accorge anche che Sirius la sta tenendo in braccio.
- Io… -
- Sei una
totale deficiente. –
Annuisce,
ancora terrorizzata. Il ragazzo le parla in sibili, tanto è arrabbiato. Non lo
ha mai visto così.
- Giura
che non lo farai mai più. –
Nuovamente
un cenno affermativo.
- Dillo. –
- Giuro. –
Tiene le
labbra serrate, allo stesso modo della McGranitt. Ed una persona con un po’ di
spirito di osservazione potrebbe notare il pallore quasi spettrale e qualche
goccia di sudore che gli imperla la fronte.
- Adesso
sali sulla scopa. –
Scuote il
capo con tale vigore che i capelli le frustano le guance.
-
Samantha, non intendo ripetertelo. Sali su quella cazzo di scopa immediatamente. –
La
deposita a terra, tenendola per il polso e trascinandola quasi di peso verso il
manico che usava lui fino a poco prima, aiutandola a salirci.
- Perché…?
–
Sirius si
massaggia le tempie con una mano, socchiudendo gli occhi ed ignorando la
ragazza. Il ricordo di Regulus quando cadde da cavallo da piccolo gli è tornato
in mente. Il panico generale, e l’istruttore che lo costrinse a salire in sella
al più imponente purosangue della stalla. Aveva pensato fosse stato un
grandissimo stronzo. Era tortura psicologica e nulla più, nella sua ottica.
Poi, con
la dovuta calma, il signor Black aveva spiegato al primogenito il motivo di
quel comportamento, di quella reazione fulminea tanto deprecabile ai suoi
occhi.
Regulus è caduto perché ha
esagerato, Sirius, si è spaventato a morte quando è scivolato. Non si è fatto
nulla, ringraziando il cielo, ma comunque è rimasto terrorizzato. Se non
l’avessero messo a viva forza in sella a quel cavallo subito dopo, non ci
sarebbe salito mai più.
-
Io…Sirius, sto male. –
La guarda.
E’ giallastra, in faccia. Si avvicina alla ragazza, sospesa a poco più di
trenta centimetri da terra, facendole cenno di scendere in braccio a lui.
- Andiamo.
–
Scende,
impacciatissima, venendo tenuta saldamente per le gambe e per la schiena.
Esattamente nei punti dove ha sentito maggior dolore.
- Mi hai
preso mentre cadevo? –
- Ne
parliamo quando ti riprendi. –
.
- REMUS LUPIN! –
Urla Sirius.
- SIRIUS BLACK! –
Urla James.
- JAMES POTTER! –
Urla Lily.
.
Situazione
di stasi, si bloccano tutti in attesa che qualcuno faccia la prima mossa.
.
Poi, dopo
diversi minuti, qualcuno si decide a spezzare l’innaturale silenzio.
.
- TU E LE
TUE IDIOTISSIME TROVATE!! –
Sirius si
avvicina pericolosamente a Remus, piegandosi leggermente sulle gambe fino a far
quasi combaciare i loro profili. Poi afferra il mannaro per la collottola, ed
inizia a shakerarlo con inaudita violenza.
- SAMANTHA
STAVA PER FINIRE SPALMATA AL SUOLO!! PER TERRA, MI CAPISCI?! –
- Ma cosa…
-
- SAREBBE
STATO DOLOROSO, IDIOTA! E POTENZIALMENTE MORTALE! –
E con
questa geniale uscita, preferiamo soprassedere al dialogo tra Sirius e Remus,
in favore di quello svoltosi immediatamente dopo tra Potter e il giovane Black.
.
-
MALEDETTO CANIDE! –
James
inizia a spintonarlo, facendolo arretrare ad oltranza.
- LA MIA
SCOPA!! LA MIA PREZIOSISSIMA SCOPA! MI SONO SVEGLIATO E LEI, PUFF!, NON C’ERA! DOV’E’?! –
Possiamo
facilmente immaginare il seguito di questo ben poco edificante teatrino.
.
Direi di
passare allo scontro Evans vs Potter.
.
- JAMES
POTTER!! –
- Sì,
tesoro? –
-
MALEDETTA SIA LA TUA STIRPE!! –
Sbarra gli
occhi, sentendosi tirare per un orecchio con quanta forza possiede la rossa.
- Cos…Che
è successo?! –
- IL MIO
LIBRO! IL LIBRO DI TRASFIGURAZIONE!! –
- …Hai
trovato il mio regalino? –
-
CIOCCOLATA TRA LE PAGINE! NON SI LEGGE PIÚ NIENTE! SEI SCEMO O COSA?!? –
- No, è
che io… -
- IDIOTA!
CRETINO! ESONDATO NEL CRANIO!! –
- Ma io ti
ho lasciato le Cioccorane sul libro aperto, sei tu che fai le cose senza
ragionarci su…Eh, cerca di starci più attenta, la prossima volta… -
- VA’ AL
DIAVOLO!! –
.
E da
tutt’altra parte, nel secolare castello di Hogwarts, qualche Corvonero
sogghigna nel sentire i soavi toni di Lilian Evans echeggiare fino nei
sotterranei. Qualche Tassorosso inizia a sparlare su una possibile rottura tra
i due, messo a tacere in fretta e furia da qualcuno più informato che conosce i
propositi di James Potter. Qualche Serpeverde benedice il cielo ed il Cappello
Parlante per aver mandato quella cornacchia urlante dalla parte esattamente
opposta alla loro. Qualche Grifondoro prende in seria considerazione l’opzione
di asportare le corde vocali a Lilian.
Una
Tassorosso approfitta del momento di pace per rimettere l’anima in un anonimo
bagno del quinto piano.
Ed un
Grifondoro aspetta, mollemente appoggiato ad una porta di un anonimo bagno del
quinto piano, che una Tassorosso esca, per poterla accompagnare a prendere una
boccata d’aria.
.
.
.
Sono
iperattiva. Lo sapevate? Beh, penso sia sufficientemente ovvio. XD
.
Per
il resto, signorine, sono orgogliosa di annunciarvi che grazie al vostro
contributo la sottoscrittasiè guadagnataunapizza. Ergo, GRAZIE! ^.^
.
P.S.
= Suppongo che il fanservice sia palese, qua, donnah. Senza bisogno che io te
lo evidenzi. Sei così perspicace che ci arrivera da sola <3
Sono le
dieci di sera di un gelido e potenzialmente nevoso venerdì sera, e tutta
Hogwarts pregusta il primo week-end dell’anno scolastico in cui gli studenti
potranno andare in gita ad Hogsmeade, chi alla ricerca di un regalo di Natale
da presentare ai propri parenti, chi semplicemente desideroso di prendere una
boccata d’aria fresca.
.
Nella
torre di Grifondoro quattro ragazzi ormai alle porte del diploma stanno facendo
i deficienti come loro solito.
- Attento,
Padfoot! –
James si
getta addosso a Sirius, facendolo cadere di spalle sul pavimento e bloccandogli
ogni possibile movimento con il proprio corpo. Sorride famelico, senza dare
segno di volersi muovere.
- Prongs,
levati. –
Black
sorride affabile, ricevendo un cenno negativo in risposta. Alza un
sopracciglio. Il sorriso diventa ghigno, trasformandosi successivamente in una
smorfia non identificabile.
Il petto
del ragazzo inizia ad alzarsi e ad abbassarsi sempre più velocemente.
Il ragazzo
si morde il labbro inferiore, rovesciando il capo all’indietro con
un’espressione estasiata.
Poi il
ragazzo inizia ad ansimare e a gemere.
- Oh, sì…Continua…
-
James
assume diverse tonalità tendenti tutte al cianotico, prima di schizzare in
piedi e mettere diversi metri di distanza tra di loro.
- Cristo, Sirius,
sei osceno! –
Il giovane
Black rotola su un fianco, incapace di parlare, tenendosi lo stomaco con
entrambe le mani, in apnea da quanto sta ridendo.
Si passa
una mano sugli occhi per asciugare le lacrime, perseverando tuttavia nel suo
attacco di idozia/ridarella acuta.
- Ragazzi,
quando avrete finito con questo teatrino da film porno avvisate, eh. –
- Tu cosa
ne sai di film porno, Moony? –
Chiede
Sirius con un sogghigno, alzandosi finalmente da terra per andare a sedere
accanto al ragazzo. Remus scuote la testa, visibilmente imbarazzato,
avvicinando ulteriormene il volto alle pagine del libro che stava leggendo fino
a poco fa. Black gli scompiglia i capelli, gli mette un braccio attorno alle
spalle ed inizia ad ondeggiare come se fosse malamente ubriaco.
Ad
un’attenta analisi del soggetto, ed un’accurata annusata al suo alito, Remus
non si stupisce poi tanto nel considerare che è un’ipotesi plausibile.
.
- Padfoot,
puzzi come una distilleria, si può sapere quanto hai bevuto? –
- Non
tanto! Jimmy, diglielo anche tu! –
Potter
annuisce, ridacchiando subito dopo.
- Oddio,
sembra di stare in un’osteria… -
Si lascia
scappare, prima di rendersi conto dell’enorme errore appena commesso. I due
ragazzi sogghignano, prima che il quattrocchi incameri una dose considerevole
di fiato ed inizi a cantare a squarciagola.
- OSTERIA
NUMERO ZERO! –
L'urlo
feroce di James si alza per i dormitori maschili, fino a raggiungere la Sala
Comune. Un vago "paraponziponzipò" echeggia nell'aere.
.
- Lily, è
il tuo ragazzo? -
Chiede una
sparuta bimbetta ad Evans, interrompendo le ripetizioni di Trasfigurazione che
le stava elargendo fino a poco prima.
- No, non
può essere James. –
- A me
pare proprio lui... –
- Non è
così idiota, andiamo. Certamente sono i suoi deficientissimi amici…Ma lui no. –
- OSTERIA
NUMERO MILLE! –
-
Paraponziponzipò! –
Lily
sbianca. Si alza in piedi, sguaina la bacchetta e si avvia con incedere da generale
delle SS verso la stanza dove il suo ragazzo sta dando spettacolo.
.
Questa notte
scorrerà del sangue.
.
- FA
SCINTILLE SULLA LEGNA,
FIGURIAMOCI
NELLA F–
- JAMES
POTTER! –
- Lily!
Tesoro! –
Il ragazzo
scivola a sedere sul letto dove si stava molleggiando fino a poco prima con una
mossa fluida, alzandosi immediatamente dopo ed avvicinandosi con le braccia
spalancate verso la sua anima gemella.
-
Cucciola! Fatti abbr- AHIO!! –
L’urlo
stridulo di James le perfora un timpano. Tuttavia continua, come se niente
fosse, a stringere il pugno contro la sua nuca, tirando i capelli e quasi
conficcandogli le unghie nella carne.
- Idiota!
–
Gli sibila
velenosamente, trascinandolo a viva forza giù in Sala Comune, per poterlo
controllare ed impedirgli quindi di commettere altre cretinate.
.
La
serata si conclude immediatamente dopo.
.
Immediatamente
dopo il ritorno di Evans nei dormitori che, con un ringhio, ha predetto le loro
morti previa impalatura sul platano picchiatore in caso di reiterati attacchi
di demenza, of course.
.
-
Samantha! –
La ragazza
si volta, vedendosi arrivare incontro di corsa Sirius. Gli sorride dolcemente,
aprendo le braccia per abbracciarlo.
-
Samantha, mi sono accorto di amarti follemente! –
- Sirius, anch’io! –
- Oh, Samantha! –
- Oh, Sirius! –
Si
guardano fisso negli occhi, prima che il moro le metta una mano dietro la nuca per
avvicinarla a se e baciarla, un suggestivo tramonto alle loro spalle e diverse
ragazze commosse ad osservarli.
.
…Ci avete
creduto, neh?
E invece
no.
.
Direi di
presentare i fatti come si sono susseguiti realmente.
.
-
Samantha! –
Fa un
salto sul posto non indifferente, voltandosi con altrettata velocità. Sirius le
sta correndo incontro con la stessa grazia bovina di una mandria di bufali
impazziti. Tutti i bufali, se non ci
siamo capiti.
Non riesce
a scostarsi in tempo, venendo quindi beccata in pieno naso dal buf- ehm,
ragazzo.
Cade in
terra di sedere, il setto nasale tenuto nascosto da entrambe le mani ed
un’espressione sofferente in viso.
- Oddio. –
Biascica
Sirius, chinandosi su di lei ed osservandola pensieroso. Lei apre un occhio,
furente.
- Sei un
idiota. –
- Scusa. –
- Totale.
–
- Scusa di
nuovo. –
- Ti
soffocherò nel sonno. –
Sirius
ghigna.
- Prima
dovrai entrare nei dormitori maschili. –
Arrossisce.
- E farmi stancare a sufficienza per farmi
addormentare. –
Se
possibile assume tinte ancora più accese di rosso, facendo ridacchiare
ulteriormente il ragazzo.
- Smettila
di dire cose imbarazzanti. Sono…Imbarazzanti. –
- Acuta
deduzione, sei veramente un piccolo genietto. Adesso andiamo? –
Le porge
entrambe le mani, facendola alzare in piedi con una facilità sorprendente.
Samantha sorride suo malgrado, prendendo la mano che il ragazzo le porge e
seguendolo docilmente fuori dal castello, in direzione delle carrozze per
Hogsmeade.
.
.
.
Bhe,
sì, sono viva. Sono reduce da una vacanza distruttiva dei miei genitori, ergo
non ho scritto una cosa che una. Sì, sono anche una bestiaccia, per questo.
Scusate >_<
.
Poi,
poi, poi…E’ un omake, non ha logica e non intende averne, serve unicamente a
riempire lo spazio abissale tra il precedente capitolo ed il prossimo, che – lo
sento – mi serviranno secoli per finire di scrivere.
Che
altro dire, è una cosa idiota che avevo scritto parecchio tempo fa, e lo so che
i maghi inglesi degli anni ’70 non conoscevano le osterie, ma l’idea di Potter
che si rende ulteriormente idiota mi piaceva. Dunque questa resta. U_U
.
Ah,
mi hanno fatto notare che Lily non è il diminutivo di Lilian: ringrazio molto
per l’informazione, ma uso Lilian perché mi piace di più (un po’ come la gente
che anziché chiamarla “Ginevra”, chiama Ginny “Virginia”). Ma grazie comunque
^*^
.
Devotamente
Vostra,
Christine
Black
(59
preferiti, signori miei, vi adoro :*)
.
PS=
Spero che il piccolo teatrino demenziale tra James e Sirius non ti abbia dato
fastidio, Yasmin, se cosi fosse, sappi che non è stato fatto apposta e che mi
dispiace.
.
PPS=
Noi sappiamo come si sono svolte realmente le cose, vero ammoreh? <3
*sogghigno malefico*
Il ragazzo
si siede accanto a lei sulla panca, indicandola all’altezza del ventre. Per un
folle attimo un’idea di tutt’altro genere passa nella testa della Tassorosso,
facendole sbarrare gli occhi. Poi, finalmente, il cervello le suggerisce
un’opzione ben più innocente.
- … Oh.
Fa’ come vuoi. –
Sorride
trionfante, sdraiandosi ed appoggiando la testa sul suo grembo. Samantha si
morde il labbro inferiore seriamente indecisa se parlare o meno.
- … Sirius?
–
- Mh-hm? –
Biascica
con gli occhi socchiusi, già ad un passo dall’addormentarsi.
- Ti
darebbe tanto fastidio se – uh – inciacciassi un po’ sui tuoi capelli? –
Batte un
po’ le manine, alla stessa maniera di una bambina piccola che dal seggiolone
osserva un giocattolino nuovo, scalciando con le gambette paffute nel vuoto e
con gli occhioni che le brillano.
Sirius, si
liscia il mento con l’indice ed il pollice della mano sinistra, meditabondo.
Poco dopo si mette entrambe le mani sulla nuca, all’attaccatura dei capelli,
spostandoli verso l’alto come fa quando deve tirarli fuori dal colletto della
camicia.
-
Accomodati. –
Borbotta,
tradendo una certa apprensione. Samantha si lascia sfuggire uno “yay!” di pura
gioia, prima di mettersi a pettinare i capelli di Black con le dita.
.
- Mhm… Si
sta benissimo, sai? –
Annuisce,
guardandosi attorno.
Le aule
del terzo piano sono in totale disuso da qualche anno a questa parte, in giro
si trovano unicamente coppiette in cerca di intimità – puntualmente scoperte da
Gazza, che proprio scemo totale non è – o studenti che devono copiare compiti,
o studiare in assoluto silenzio.
Alle
cinque del pomeriggio, poi, con le lezioni della giornata concluse e tutti gli
studenti nel parco a godersi la neve caduta di recente, c’è un silenzio quasi
spettrale ed una pace innaturale, per una scuola.
- … Suppongo
che questo rientri di diritto nelle cose create il plutonedì. –
- Come,
scusa? –
Si rende
conto di aver parlato ad alta voce solo quando si trova Sirius che la osserva
con lo stesso sguardo che riserverebbe ad un pazzo.
-
Uhm…Tu…Non penso tu voglia sapere. –
Parla
lentamente, cercando di suonare convincente. Con scarsissimi risultati, visto
che tempo mezzo minuto si trova sommersa di domande.
- Gesù
santo, calmati! –
Strepita
con voce leggermente stridula, schiacciando una mano sulla bocca di Sirius.
- Ok, sta‘
zitto e fammi spiegare. –
Annuisce
felice, tornando nella posizione originaria con uno scatto.
- …
Allora, il plutonedì… -
Prende
tempo, non avendo la più pallida idea di come iniziare.
- Uhm…
Vediamo… Secondo diverse teorie Dio, o chi per lui, ha creato il mondo in sei
giorni. Ed il settimo si è riposato. Ma non è questo il punto. Se ci fai caso,
è partito da lunedì, giorno in cui ha semplicemente diviso la terra e l’acqua,
fino ad arrivare al sabato, giorno in cui ha creato l’uomo, che è la cosa
migliore che gli sia riuscito di creare. Se la analizzi da questo punto di
vista, ha fatto pratica. Il sesto
giorno aveva preso talmente bene la mano da riuscire a generare qualcuno a sua
immagine e somiglianza, e po-
- Ma che
c’entra il plutonedì? –
- … Ci
stavo arrivando, prima che tu mi interrompessi. Diciamo che… Il plutonedì
teoricamente è l’ottavo giorno. E’ un giorno che gli uomini non conoscono
perché è perfetto. E, in questo
ipotetico ottavo giorno, sono state create le cose migliori che possano
esistere. –
- Uh? –
Gli
sorride, sinceramente divertita. Sirius sa assomigliare ad un bambino piccolo,
con certi suoi atteggiamenti.
- Cosa ne
so… La cioccolata calda quando è inverno ed il gelato quando è estate, ad
esempio. Quelli sono stati indubbiamente creati il plutonedì. –
- … Le
sciarpe? –
Annuisce.
- … E le
felpe. Quelle larghe, però. –
.
… Inutile
dire che in breve finiscono ad elencare cose, oggetti o avvenimenti con la
stessa infantile foga di due bambini con pochi anni a carico. Ci manca solo che
si mettano a cantare tutti insieme
appassionatamente.
.
- La
menta. –
- Le
gommose alla frutta. –
- Le
sigarette! –
- Ho i
miei dubbi. –
- Lascia
perdere. Tocca a te. –
- Mhm… Quando
Lumacorno non può fare lezione. –
- Una “E”
presa senza studiare. –
- Saltare
un’interrogazione quando non sono preparata. –
- Tu. –
Sbarra gli
occhi. Sirius la osserva, le labbra increspate in un sorrisetto, ancora
placidamente sdraiato addosso a lei.
- Io… Io devo
andare. –
Si alza
così di scatto che il ragazzo fa a malapena in tempo ad evitare di cadere.
- Ma-
- Vado. –
Dice in
tono perentorio, abbandonando i corridoi a passo di carica. Sirius la osserva
allontanarsi. Si guarda attorno. Emette un mugolio di frustrazione e si getta
di schianto sulla panca, un braccio a coprire gli occhi.
Non mi pareva fosse
una cosa così sbagliata, da dire.
.
-
Mooooonyyyyy!! –
Si butta
addosso all’amico, beccandolo in pieno stomaco.
- Sirius,
stupidissimo canide… Che vuoi? –
Dice in un
bisbiglio, cercando di riprendere fiato.
- Moony,
ho bisogno di te! –
Gli
strilla in un orecchio con voce acuta e piagnucolosa. Remus si porta una mano a
coprire gli occhi, capendo che questa ormai è una partita persa in partenza.
C’è da
chiedersi se ci sia mai stata una sola occasione in cui il mannaro abbia avuto
la possibilità di spuntarla.
- … Dimmi
che ti serve, vediamo cosa si può fare. –
.
E mentre
Sirius Black espone il suo machiavellico e geniale piano all’amico, dall’altra
parte del castello una Tassorosso può sentire un brivido gelido percorrerle la
spina dorsale.
Avverto un fremito
nella forza.
E questo non è bene.
.
.
.
…Allora.
Non avete aspettato poi molto. Contente? Spero di sì, io non lo sono per nulla
._. Il capitolo è venuto un po’ troppo fluff per me. E non c’è nemmeno un po’
di sano fanservice! Dio, che donna fuffa che sono! >_<
.
Chiedo
scusa ._.
.
Poi,
piccole notine di fine capitolo: la storia del plutonedì è tutta roba mia, il
nome del giorno è preso dai Griffin e la citazione a “tutti insieme
appassionatamente” è assolutamente NON voluta. Rileggendo il capitolo non ho
potuto fare a meno di aggiungere quella frase, era troppo una scena simile XD
La
citazione finale è presa da “Guerre Stellari”, non ho idea quale episodio. Odio
quel film, la frase è solo servita allo scopo. ù_ù
E…Lo
so che “inciacciare” non è italiano. Ma rende l’idea quindi, per favore,
passatemi il termine XD
Che gli
studenti di Hogwarts non riescano a vedere lo stesso professore di Difesa
Contro le Arti Oscure varcare i portoni della scuola per due anni di fila, è
fatto tristemente noto.
Fatto
ugualmente noto, è che da cinque anni a questa parte il motivo unico per cui
tutti questi professori gettino la spugna è da addossare ai quattro ragazzi più
popolari dell’istituto.
E’ uno
sport, per loro. Un bel diversivo attuabile durante le ore in cui –
teoricamente – dovrebbe svolgersi la lezione.
.
Le lezioni
di Difesa Contro le Arti Oscure non assomigliano a delle normali lezioni di
Difesa Contro le Arti Oscure.
Normalmente
gli studenti parlano tra loro, si distraggono, giocano a battaglia navale…
Ognuno si fa i fatti propri, insomma, e l’insegnante spiega per quelle due o
tre persone interessate.
Da quando
è arrivata questa, però, gli alunni stanno in silenzio. Seduti composti ai
propri banchi. In muta adorazione.
… O forse
semplicemente in attesa.
-
Prooooof! –
L’ululato
di Sirius fa sobbalzare la professoressa Honey, che rivolge un sorriso stentato
e timoroso al ragazzo.
- S-sì, Black? –
James ghigna. Peter osserva estasiato la scena. Remus seppellisce la
testa nel libro, preparandosi qualche appunto da passare successivamente ai
suoi amici.
Il
primogenito di casa Black si alza in piedi, lentamente, tenendosi stretto
all’altezza del cuore.
- Prof… -
Sussurra,
prima di cacciare un gemito strozzato e di accasciarsi in terra, nel bel mezzo
dell’aula.
- Oddio!
Black! –
La
signorina corre verso di lui, incespicando notevolmente sui tacchi. Gli si
accovaccia accanto, scrollandolo per una spalla. Dopo un paio di tentativi
andati a vuoto, si decide a voltarlo. E un urlo atroce squarcia il silenzio
carico di tensione venutosi a creare.
-
OMMIODDIOBLACKE’MORTO!! –
La ragazza
si porta le mani ai lati del viso, in una riuscitissima imitazione de “L’urlo” di
Munch, pallida come un cencio lavato con troppa candeggina, ad un passo dallo
svenimento.
Effettivamente
è uno spettacolo raccapricciante, su, siamo onesti.
C’è un
buchetto relativamente piccolo, sulla camicia di Sirius. E c’è un altro
buchetto relativamente piccolo, questa volta sul petto, di Sirius. E c’è un coltello dentro il buco.
Il sangue
esce copioso, la professoressa non ha idea di cosa fare.
E’ nel
pallone.
.
Non avendo
nulla di meglio da fare, dunque, la signorina Susan Honey cerca di farsi piccola
piccola, terrorizzata, atterrita e con gli occhi lucidi di pianto.
- Su, su,
professoressa… -
Le dice
una voce calda e sensuale, subito seguita da un braccio che, con fare
protettivo, le circonda le spalle.
- M-ma…
I-io… -
- Non è
colpa sua… Non si preoccupi, tutto andrà per il meglio. –
- M-ma… -
- Shh… -
Una mano
le accarezza dolcemente la testa, seguendo il contorno dei boccoli biondi come
l’oro e – come dire – macchiandoli,
leggermente, di quello che sembra sangue.
.
Le risate
dei presenti nell’aula fanno capire alla giovane insegnante che qualcosa non
va.
.
Dov’è il
cadavere? Perché nessuno piange o reagisce terrorizzato? Perché tutti, invece,
ridono? Perché qualcuno applaude?
Perché un
ragazzo con un coltello da macellaio piantato nel cuore la sta abbracciando e
consolando, sfruttando il momento per palparle con una certa discrezione il
seno?
.
-
B-B-Black! –
Strilla
con voce acuta, puntando l’indice della curatissima mano destra contro Sirius.
E Sirius,
in tutta questa baraonda, cosa può fare?
.
Si alza in
piedi con un saltello, fa un breve inchino e, dopo aver mandato un bacio a
distanza alla professoressa, corre fuori dall’aula a velocità impressionante.
.
- Sirius Black. –
La legge
del contrappasso è una cosa infida e malefica.
La legge
del contrappasso applicata ai professori è molto,
molto, male.
Perché,
per un professore che ha la stessa autorità di un banco, c’è sempre
quell’insegnante che con uno sguardo riesce ad annientarti.
In questo
caso, per essere più specifici, per ogni Susan Honey deve esserci una Minerva
McGranitt.
Perché, se
Susan Honey urla urla ma alla fine non fa del male nemmeno ad una mosca,
Minerva McGranitt non urla. In compenso lei può metterti in punizione a vita
con una tranquillità invidiabile.
.
Ma non
divaghiamo.
Dov’ero?
.
Ah, sì.
.
- Sirius Black. –
Il ragazzo
rabbrividisce visibilmente, nel sentirsi appoggiare una mano sulla spalla,
segno inequivocabile che non può azzardarsi a scappare. Nemmeno a provarci.
-
Professoressa… -
Volta la
testa lentamente, illudendosi che guardandola dritta in faccia la McGranitt
possa abbandonare i suoi propositi punitivi.
Illuso.
- Sirius
Black, mi aiuti a capire. Vuole? –
- Ma
certo! –
Dice
ostentando un sorrisone allegro. La donna alza un sopracciglio, seriamente
incuriosita.
O Black
sta facendo lo gnorri – e se è così, Giusto Cielo, deve riconoscere che gli
riesce meravigliosamente bene – oppure è veramente stupido come un pezzo di
legno.
E,
stranamente, la seconda ipotesi le sembra la più plausibile.
- …
Dicevo. Mi potrebbe cortesemente dire perché la professoressa di Difesa Contro
le Arti Oscure è chiusa da una buona mezz’ora in classe, in preda ad
un’imponente crisi di pianto, mentre continua a ripetere “è il figlio di
Satana, è il figlio di Satana”? –
- Non ne
ho la più pallida idea, prof! –
Ok, è veramente stupido come un
pezzo di legno.
- Black,
voglio aiutarla ulteriormente. Perché un coltello da macellaio sporge dal suo
petto? E perché lei non è morto, a seguito di questa presunta coltellata? –
- Perché…
Uhm… Ho qualche santo che mi protegge? –
- Santa
Rita? –
Propone ad
un passo dall’arrendersi e prendere direttamente a ceffoni il ragazzo, anziché
mandarlo dal preside come intendeva fare.
- Santa
chi? –
- Black.
In. Presidenza. Ora. –
Alza il
braccio libero, indicando la strada a Sirius. E appena il ragazzo si allontana,
Minerva McGranitt non può fare a meno di ridacchiare tra se e se.
Così
conciato Black risulta molto più che convincente, potrebbe indurre in inganno
anche lei, se colta in contropiede. Ma lei, che è una donna saggia, non
potrebbe mai essere colta in
contropiede da Black.
Semplicemente
perché lui è Sirius Black. E lei Minerva McGranitt.
Sono come cane e gatto.
.
- Signor
Black, torna di nuovo a farmi visita? –
Sirius
sorride, sedendosi compostamente sulla sedia che il preside gli indica con la
mano. Nessuno – nessuno – può mancare
di rispetto ad Albus Silente. Al massimo ci si può scherzare un po’, ma solo finché
lui lo consente.
- Sa,
signor preside, le voglio tanto bene… Cerco ogni scusa possibile per venirla a
trovare. -
- Per
quanto mi faccia piacere sapere di essere così benvoluto, spero che non voglia
traumatizzare eccessivamente la professoressa Honey unicamente per farmi un
salutino ogni tanto. –
Il ragazzo
sorride furbescamente, nel notare gli occhi dell’uomo brillare di divertimento
e – forse – un po’ di ammirazione.
- Devo
però ammettere che il suo – come dire – travestimento
è di pregevole fattura. L’ha aiutata il signor Potter a realizzarlo? –
- Signor
preside, non pretenderà mica che mi abbassi a qualcosa di subdolo ed infido
come fare la spia, vero? –
L’uomo
alza entrambe le mani, assecondando il gioco di Black con visibile
divertimento.
- Non sia
mai… Queste sono innocue chiacchiere tra – uhm… - possiamo definirci due
affezionati conoscenti? –
Si
osservano. Gli occhi celesti di Silente scintillano oltre gli occhiali a
mezzaluna, gli occhi grigi del ragazzo vagano, accarezzando con lo sguardo ogni
soprammobile presente nello studio. Sta pensando, il preside può quasi sentire
le rotelle che cigolano dentro la testolina capelluta di Black. Sta decidendo
se può fidarsi o no, sta cercando di capire se è più impellente il bisogno di
elogiare i suoi compagni di avventure, tessendone le lodi per l’inventiva, o se
è meglio tacere, farsi carico di ogni trovata e pregare Dio che tutto vada per
il meglio.
- Beh,
diciamo che non sapevo dove trovare il sangue finto. –
- Chi se
n’è occupato? –
- Peter. –
- Il
signor Minus? –
Gli scappa
una risatina, allo sguardo stupito del preside.
- Proprio
lui. Non so cos’abbia usato, ma è vischioso come sangue, ha il colore del
sangue… E stranamente non ha odore. –
- … Una
pozione. –
-
Probabile, Peter prova un divertimento immenso nel preparare intrugli. –
- Il
signor Minus… Oh, ma è sensazionale. Ed il coltello? –
- Se n’è
occupato Remus. –
- E’ un
trucco babbano, vero? Ho visto alcuni di loro fingere di morire alla stessa
maniera, in una rappresentazione teatrale. La lama dovrebbe rientrare dentro il
manico quando pressata contro il corpo dell’altro. –
- No no, è
un coltello vero. L’ha preso James dalle cucine. –
- … Prego?
–
- Guardi.
–
E tenendo
l’oggetto per il manico, lo sfila dal cuore con una facilità estrema, per poi
pulirlo discretamente con la manica della camicia e porgerlo all’uomo.
- Lo
provi, su. –
Silente
osserva la lama. Anche se leggermente sporca di quello che sembra sangue,
appare chiaramente come autentica.
- Mi
fiderò signor Black. Potrebbe spiegarmi come ha fatto a non morire
conficcandosela in pieno petto? –
- Le ho
detto, ci ha pensato Remus. L’ha stregata, di preciso non so che incantesimo ha
usato. Ma se prova a colpire una persona viva e vegeta questa scompare. Guardi.
–
Si
riappropria dell’oggetto, tirandosi una coltellata alla mano. Il coltello
appare come se fosse conficcato, c’è anche la punta della lama che sporge dal
palmo. Ma niente sangue, niente dolore, niente di niente.
- Geniale.
Semplicemente geniale. Signor Black, riferisca ai suoi amici che sono
orgoglioso di sapere che Hogwarts ospita delle menti così brillanti. Certo, se
fossero applicate a qualcosa di più costruttivo… -
China la
testa istintivamente, preparandosi alla predica.
.
- Ora vada
a lavarsi, successivamente dovrà andare a porgere le sue scuse alla
professoressa Honey. E spero che non sia vostra intenzione farle venire un
esaurimento nervoso ad appena quattro
mesi dall’inizio della scuola. –
Sirius è
sicuro che il continuo della frase sia un “c’è ancora tempo”. Ne è sicuro dal
sorriso e dallo sguardo di Silente.
- Sì
preside. –
Si alza,
raggiunge la porta in un paio di passi, e quando si è quasi del tutto chiuso la
porta alle spalle la voce dell’uomo lo richiama.
- Ah,
Black… -
- Sì? –
- Quaranta
punti in meno a Grifondoro, lei è in punizione da ‘sta sera fino alla prossima
luna piena… E venti punti assegnati a Grifondoro per la destrezza dimostrata da
Remus Lupin e Peter Minus. Alle nove in sala trofei. Puntuale. –
- Sì
signor preside. –
.
Tuttavia
Sirius non può fare a meno di sorridere.
Perché qualcun altro,
da qualche parte nella scuola, gli sta facendo un gran favore.
.
.
.
Gahahaha!
Sono tornata! ^w^
Allora.
Dal finale dell’altro capitolo forse non vi aspettavate questo XD Ma – c’è
sempre un “ma” – c’è un motivo U_U
Che
ancora non so nemmeno io, ma un motivo c’è di sicuro XD
.
No,
scherzi a parte, se c’è una “a” accanto al numero del capitolo è perché ci
saranno due versioni di questa giornata. Titolo uguale, svolgimento diverso.
Yay! Non so nemmeno io come farò, ma l’idea di entusiasmava tanto! ^.^
*ormai
Gedeone ha gettato la spugna*
.
Per
il resto… Uhm… Commenti sempre graditi, of course XD
.
Devotamente
(e demenzialmente) Vostra,
Christine
Black
(71
preferiti… Oh, come vi amo <3)
.
PS=
lllloveh… <3 Prometto che al
prossimo capitolo farò un po’ di fanservice ._.
.
PPS=
Santa Rita è la patrona delle cause perse, eh XD
Samantha
scrolla la testa, aumentando il passo. L’aula di Trasfigurazione non è mai
stata così lontana come ora.
- Perkins,
cos’è questa fretta? –
James
Potter le si para davanti, le braccia incrociate sul petto ed un ghignetto
malefico a completare il quadro.
Solo che
non assomiglia ad un demone, o ad un lussurioso diavolo tentatore… Al massimo
potrebbe essere scambiato per un satiro con evidenti problemi di miopia.
La visione
di Potter con zoccoletti da capra che rincorre le ninfe le solleva il morale
più del dovuto, facendola ridacchiare sommessamente.
- Cosa
ridi? –
E’
infastidito. Ed è anche evidentemente paranoico, visto che il motivo primo di
una rissa firmata Potter è quasi sempre un sorrisetto di troppo sul volto del
malcapitato.
- Oh,
nulla, figurati. Che vuoi? –
Abbandona
tutti i propositi bellicosi, in favore del ghignetto di poco prima. Le circonda
le spalle con un braccio, alzando notevolmente il tono di voce.
- Non
posso fare un saluto alla ragazza del mio migliore amico? –
- Io non
sto con Sirius Black. –
Afferma
con un sorriso cordiale, liberandosi dalla presa del ragazzo con insospettabile
facilità e dirigendosi finalmente verso l’aula della McGranitt.
-
…Singolare. –
La voce di
James la induce a fermarsi, in attesa di un chiarimento.
-
…Singolare davvero, sai, Perkins? –
- Perché?
–
Un brutto
presentimento le fa scorrere un brivido gelido lungo la colonna vertebrale.
- A me ha
detto che state insieme… -
Sbarra gli
occhi, il cuore le si ferma per qualche istante e l’ossigeno le abbandona i
polmoni senza dare segno di volerci tornare.
- …A dire
la verità lo ha detto a tutta la scuola. –
.
I bagni.
Esiste un
posto più familiare, più accogliente e confortevole di un bagno?
La
ceramica bianca, le piastrelle, quel candore e quella pulizia che fanno
sembrare gli stanzoni parti integranti del San Mungo. Quell’odore tipico che
hanno i pavimenti lavati di fresco.
.
Essere accolta
in questo modo, fa sentire Samantha più a suo agio ogni qualvolta si trovi in
ginocchio a dimostrare il suo affetto alla tazza, abbracciandola con uno
slancio ed un trasporto innaturali.
.
Rumori ben
poco poetici raggiungono le orecchie delle altre presenti, convincendole che la
ragazza chiusa dentro il cubicolo stia morendo, o che qualcosa dal suo interno
si stia facendo strada per uscire, un qualcosa tipo “alien” o “blob, il fluido
che uccide”.
O una
gravidanza inattesa, per chi preferisce attenersi a versioni più terra-terra.
.
Esce dai
bagni con il dorso della mano destra tenuto sulle labbra, la faccia bagnata ed
un colorito verdognolo che a poco a poco sta sbiadendo.
.
E Remus
Lupin sente una piccola fitta di rimorso, nel dirigersi a passo lento verso
Samantha, con studiata calma.
.
- Io… Io
non mi sento tanto bene. –
Biascica
con un fil di voce, prima di perdere l’equilibrio e sbilanciarsi in dietro.
- …Al
volo! –
Dice il
ragazzo, afferrandola per le spalle prima che questa si spalmi in terra. Si
mette in piedi, seppur a fatica, voltandosi con la chiara intenzione di
ringraziarlo.
- Oh,
Lupin, gr–
Fa un gran
respiro, prima di socchiudere gli occhi e perdere nuovamente l’equilibrio.
Questa
volta assieme alla propria stabilità perde anche i sensi.
.
-
Samantha? Samantha. –
Apre
lentamente gli occhi, guardandosi attorno spaesata.
- Sei in
infermeria, ti ci ho accompagnato io. –
Lupin le
sorride gentilmente, rispondendo alla muta domanda che le svolazzava nel cranio
in attesa di essere dirottata verso la bocca.
- Grazie.
Co… Cos’è successo? –
- Un
piccolo calo di zuccheri. Bevi questa, dovrebbe aiutarti. –
Le porge
un calice pieno fin quasi all’orlo di una pozione violacea, che Sam preferisce
bere tutta in un fiato, quasi certa dell’orrido sapore che ha.
- …Buona.
–
Dice
stranita, evidentemente abituata allo schifo che la Chips le propina ogni volta
che si rompe un osso. Cosa che capita con allucinante frequenza.
Remus le
sorride incoraggiante, prendendole il bicchiere dalla mano e poggiandolo con
ben poca grazia sul tavolino.
- Mi…
Credo sia meglio se andiamo a fare una passeggiata. Un po’ d’aria ti farà solo
bene. –
- Ma la
Chips… -
- Oh,
tranquilla, ho il suo benestare. Andiamo? –
Si alza in
piedi, sorretta dal mannaro, venendo trascinata con poca grazia verso la porta.
Da quando in infermeria c’è un
portone di legno massiccio?
…E da quando l’infermeria è al
settimo piano?
Bah, sarò solo un po’
confusa.
.
- Allora,
come ti senti? –
Respira a
pieni polmoni l’aria gelida, sorridendo verso Remus.
- Molto
meglio, grazie. –
-
Figurati. –
Si
sorridono per diversi minuti, sentendosi sempre più cretini ad ogni secondo che
passa.
Forse qualcuno dovrebbe fare qualcosa.
- Ahm…
Dunque… Eh… Allora… Oddio, quanto odio queste cose. Diciamo… Diciamo che un mio
amico mi ha fatto una testa a palla per sapere cosa diamine ti frulli in testa.
–
- …Prego?
–
Le spalle
gli scendono, mentre decide di andare al punto senza troppi giri di parole.
- Sirius
mi ha mandato in spedizione per scoprire per qualche arcano motivo tu reagisca
in modo così assurdo se ti fa un complimento. Come qualche giorno fa, vorrebbe
sapere perché sei scappata. –
.
Ah! Assurdo! E pretende anche che
io glielo dica! Illuso!
.
- Perché
gli sarei saltata volentieri addosso, ma non l’ho considerata una mossa furba.
–
Sbarra gli
occhi, si porta una mano alla bocca con uno scatto fulmineo e si guarda attorno
terrorizzata.
Dopo
pochissimo punta gli occhi addosso a Remus, divaricando leggermente le dita di
modo da poter parlare.
- Cosa…
Cosa mi hai dato da bere? –
Non è stupida come
sembra, allora.
Prima di capirlo,
James ci ha messo un’ora grassa e diverse figuracce.
Lupin
china il capo, imbarazzato.
- Scusami,
Perkins, io no-
- Cos’era?
–
- E’ che non
sapevo co-
- Cosa. Diavolo. Era? –
Si passa
una mano sul volto, preparandosi psicologicamente al peggio.
-
Veritaserum. –
- Tu… Voi…
Io… Ho bisogno di sedermi. –
.
- Come
avete fatto? –
Chiede,
visibilmente provata. Anche troppo, per potersi permettere una schiassata in
grande stile.
- James ti
ha distratto con una cavolata a caso e ti ha scagliato un confundus per farti svenire. Ti abbiamo portato nella Stanza delle
Necessità al settimo piano, facendola arredare come l’Infermeria, e là è stato
il mio turno. –
- Ma-ma
era viola! Ed era dolce! Il veritaserum è trasparente! E insapore! –
- …E
infatti quello… Beh, Peter non era molto in forma. –
Il sorriso
stentato di Remus la convince della sua ormai imminente morte.
- Oddio.
Morirò. Morirò avvelenata per colpa vostra. Dannati assassini, mi avrete sulla
coscienza! –
Samantha
si scappotta sull’erba, fingendo di singhiozzare. Remus non può fare a meno di
sentirsi quantomeno offeso.
- Ci hai
preso per incoscienti totali? –
- Non lo
siete?! –
- No!
L’abbiamo provata su James, prima. –
- E
funziona come veritaserum? –
- Beh, sì…
Circa. –
- Circa? –
- Ha… Beh…
Non ci saranno grandi ripercussioni, se restiamo qua finché non svanisce
l’effetto. –
- Che vuol
dire “circa”?! –
Lo afferra
per il collo della camicia, shakerandolo con tutta la forza che ha in corpo.
-
…Piccole… Variazioni. A livello caratteriale. Facci caso, di norma non sei così
aggressiva. –
Allenta
immediatamente la presa, come se si fosse scottata.
Dannazione. Dannazione. DANNAZIONE.
Remus Lupin ha pienamente ragione.
Ha un desiderio insostenibile di
strozzarlo, di fare a pezzi le sue stupide ossa e polverizzare il suo inutile
cranio.
Sente mille emozioni diverse
annebbiarle il cervello, metterle in ordine i pensieri per qualche istante e scombinarli
come – e peggio – di prima.
E’ arrabbiata, euforica, allegra,
innervosita… Sentimenti contrastanti che si giostrano con una precisione da far
girare la testa.
- Ma non
ti preoccupare, passerà tra qualche oretta… Poi tornerai come prima! –
- Lo spero
per te. –
Gli dice
in un ringhio, fulminandolo con un’occhiata.
Sì, è
inquietante.
.
-
Allooooora… Che ne dici di fare due chiacchiere? –
- Ho
scelta? –
Borbotta,
mentalmente rassegnata al peggio. Remus le sorride per infonderle coraggio, un
luccichio sinistro sui canini che rende vano ogni suo tentativo di sembrare
amichevole.
- Beh,
partiamo da cose basilari: come ti chiami? –
- Samantha
Agata Perkins. –
- Agata? –
- Se lo
racconti in giro ti sodomizzo con la bacchetta di quel demente di Black. –
L’immagine
che gli si palesa davanti agli occhi non è delle migliori. Rabbrividisce
sensibilmente, pensando a qualche altra domanda sciocca da porre alla ragazza,
tanto per verificare che il veritaserum abbia fatto il suo effetto.
- Mhm…
Professore preferito? –
-
McGranitt. –
-
Professore odiato? –
-
Lumacorno. –
- Sport
preferito? –
-
Quidditch. –
- In che
ruolo giochi? –
-
Battitrice. –
- Dove ti
piacerebbe giocare? –
-
Cercatrice. –
- Ti piace
la cioccolata? –
- Sì. –
- Ti piace
il caffé? –
- Sì. –
- Ti piace
Sirius? –
- Sì. –
Socchiude
gli occhi.
Fregata in pieno,
idiota.
-
Riprendiamo, vuoi? –
- No. –
- Ma non
hai scelta. Allora. Adesso andiamo un po’ con l’associazione di idee, io ti
dico una cosa e tu mi dici il primo aggettivo che ti viene in mente. –
- …Dopo mi
farai anche il test delle macchie d’inchiostro? –
- Scema. Mhm… Lily Evans. –
- Caposcuola. –
- James Potter. –
- Beota. –
- Minerva
McGranitt. –
- Genio. –
- Peter
Minus. –
- Ruota di
scorta. –
- Albus
Silente. –
- Nonno
ideale. –
- Remus
Lupin. –
- Meschino
vigliacco. –
- Horace
Lumacorno. –
- Viscido.
–
- Sirius
Black. –
- Sesso
che cammi… E PORCA VACCA! –
.
Samantha
ha quasi la certezza che Remus non smetterà più di ridere. Fino alla fine dei
suoi giorni, in preda alla ridarella.
L’idea la
conforta.
Almeno non potrà
articolare un discorso di senso compiuto di fronte agli amichetti.
.
.
Cucù!
^.^
…Oddio,
ma quant’è passato dallo scorso aggiornamento? ._. Chiedo venia, la scuola e
tutto il resto mi hanno rallentato notevolmente ._.
.
Poi,
poi, poi… Et voillà! Titolo uguale, svolgimento diverso! ^^
Il
diversivo è James che delira per i corridoi, lo scherzo di pessimo gusto è il
veritaserum… E il colloquio interessante penso sia palese XD
E
ci ho anche inserito un po’ di fanservice, che non mi si accusi di
insensibilità! ù_ù
.
Mhm…
Che altro? Boh, commenti graditi, of course! ^_-
.
Devotamente
vostra,
Christine
Black
(78
preferiti. OMG, sono così feliiiiceeeh *-*)
.
P.S.=
Ho notato che qualcuno non sa cosa sia il fanservice. Bwaha! XD
Le costole
gli fanno male a tal punto da fargli dubitare seriamente di averne almeno una
integra. E le lacrime, Dio, vede tutto sfocato ed ha le guance zuppe.
- Va’ al
diavolo, Lupin. –
E quando
si rende conto di cosa gli è stato detto, è troppo tardi per fermare Samantha.
- Ma
dove…? –
Chiede ad
alta voce, rispondendosi immediatamente dopo.
Sirius.
.
Cammina a
passo spedito, i pugni stretti lungo i fianchi ed un prurito incessante all’avambraccio
sinistro.
Non è il momento. Non è il luogo.
- Cerco
Sirius. –
Annuncia
ad un gruppetto di Grifondoro.
Sguardi
smarriti, nessuno sa risponderle.
- Merda. –
Mugugna,
allontanandosi quasi di corsa dai ragazzini senza nemmeno un saluto o una
risposta. Cammina voltata in dietro, sperando di vedere da qualche parte Black.
Ed ogni volta che torna a guardare avanti, fa sempre a malapena in tempo prima
di sbattere contro qualcosa o qualcuno.
Il
veritaserum non le ha elargito superpoteri, ma le ha acuito i sensi.
Ed inizia quasi a credere che non
sia stato così male berne un bicchiere di tale portata.
Fa giusto
in tempo a scattare a destra, evitando di sbattere contro un Corvonero. Per
finire dritta sul piede di una Serpeverde.
-
Maledetta idiota, sta’ attenta a dove vai! –
Alza gli
occhi al cielo, fa un saltello indietro e prova a scartare la ragazzina per
riprendere la sua ricerca.
- Non così
in fretta, sai! –
Una mano
della ragazzina le stringe malamente il braccio destro, impedendole di
procedere.
E’ troppo.
Senza
nemmeno pensarci mette una mano sulla gola della ragazza, stringendo quel tanto
che basta a farle capire che NON è uno scherzo, ed iniziando a spingerla senza
troppo riguardo contro un muro.
Con la
mano, nuovamente libera dalla presa, tira fuori la bacchetta, puntandola sulla
croce degli occhi di quella che – dopo un po’ c’è finalmente arrivata – altri
non è se non la piccola, altezzosa mocciosa dei bagni.
- Non
voglio perdere tempo con te. –
Le dice
con tono asciutto, allentando la presa.
- Questa
me la paghi. –
Evidentemente,
non è stata sufficientemente chiara.
- Piccola
mocciosa irriverente, lascia che ti spieghi una cosa. Sono di tre anni più
grande di te, ed ho alle spalle sette anni di incantesimi. Potrei farti cose
che non immagineresti mai, nemmeno nei tuoi peggiori incubi. E sono
maledettamente arrabbiata. Pensi che sia il momento più adatto, per venire a
darmi fastidio? –
Sgrana gli
occhi, sinceramente preoccupata.
Perché i
Tassorosso sono pacioccosi e non se la prendono mai.
Perché far
arrabbiare un Tassorosso vuol dire passare il limite.
Perché nessuno
sa cosa voglia dire far arrabbiare un Tassorosso.
Mai e poi mai, far arrabbiare una
persona calma. Non sai mai cosa possa combinarti.
.
- Sam! –
Sirius è
sconcertato.
Perché
svoltare un angolo e sentirsi dire che Samantha Perkins ha chiesto di lui, è
già un duro colpo.
Ma vedere
la già citata Samantha Perkins tenere al muro una Serpeverde, è roba da
fantascienza.
- Sirius.
–
La
ragazzina viene mollata immediatamente. C’è un bagliore sinistro, negli occhi
della Tassorosso.
E il
giovane Black capisce, finalmente, tutti i discorsi di James su quanto sia
eccitante vedere Lily imbestialita e pronta a dar battaglia. Ha l’effetto di
una droga, sente l’adrenalina che scorre a mille nelle sue vene, gli da alla
testa.
Sorride a
mezza bocca, porgendole una mano.
- Mi
cercavi? –
La
Tassorosso annuisce, raggiungendolo in un paio di falcate e dandogli uno
spintone da record.
- Dobbiamo
fare quattro chiacchiere. –
.
Cammina a
passo spedito, trascinandolo per un polso attraverso i corridoi del quinto
piano. Tira pugni alle porte semi-chiuse, accertandosi che nessuno sia nei
paraggi.
- …Cos’hai
detto che dobbiamo fare? –
Samantha
lo incenerisce con un’occhiata, decidendosi finalmente ad entrare in un’aula
deserta. Spinge malamente Sirius, facendolo arretrare.
E poi
inizia a passeggiare su e giù, visibilmente livida di rabbia.
- Perché
l’hai fatto? –
Sbotta ad
un certo punto, cogliendo totalmente impreparato Sirius.
- …Prego?
–
- Hai
sentito. –
- Ma non
ho capito la domanda. –
Prende
fiato a denti stretti, fermandosi ad un passo dal prendere a sberle il giovane
Black.
- Ti ho
chiesto perché l’hai fatto. –
- Fatto…
Cosa? –
.
Finalmente,
Samantha Perkins decide di poter urlare.
.
- Sei un
deficiente! –
- Ma che
ho fatto? –
- “Che ho
fatto”? “Che ho fatto”?! Mi hai
torturato! Per mesi! Non un attimo di pace, non un attimo di respiro! Mi hai
reso la vita un inferno!! E per cosa?! Per niente, ecco per cosa! Sei un totale
idiota, un esondato nel cranio, un neurolabile! E non ho nemmeno il coraggio di
chiederti perché tu abbia deciso di darmi il tormento, perché forse non
capiresti nemmeno la domanda! –
E’ livida
di rabbia.
- Vacci
piano… -
Borbotta,
leggermente offeso.
Samantha
prende fiato.
Forse l’effetto di quella broda sta
svanendo.
- Allora
rispondimi. Perché l’hai fatto? –
E Sirius
deglutisce rumorosamente, non sapendo dove andare a parare.
.
Dirle che
è bellissima e si è innamorato di lei al primo sguardo?
Schifoso
materialista, conta più il mio aspetto di quella che sono realmente?!
.
Dirle che
è rimasto colpito dalla sua intelligenza?
…Ma mi credi
totalmente scema?! Sono una Tassorosso, se volevi un genio potevi andare a
cercartelo tra i Corvonero!!
.
Dirle che
hanno un sacco di cose in comune?
Brutto deficiente che
altro non sei, non abbiamo mai parlato per più di cinque minuti in croce! Si
può sapere in base a cosa pretendi di conoscermi?!
.
…E allora?
.
- Hai… Hai
un buon profumo. –
Sbarra gli
occhi, spalancando la bocca inorridita.
- Profumo?
–
Annuisce.
-
Profumo?! –
Nuovamente
un cenno di assenso.
-
PROFUMO?! –
Arretra,
seriamente spaventato.
- Sei…
Sei… SEI UN IDIOTA! TOTALE! PER DEL PROFUMO! IO… TU… NON PROVARE AD AVVICINARTI
MAI PIU’ A ME! –
- Andiamo,
capisco che è una motivazione cretina… Ma non penso sia saggio optare per una
soluzione così drastica… -
- STA’
ZITTO! NON VOGLIO PIU’ VEDERTI, NEMMENO IN CARTOLINA, NEMMENO PER SBAGLIO! –
Si
avvicina a lui, dandogli una botta alla spalla sinistra ed osservandolo con gli
occhi che lanciano lampi.
E, forse
un po’ per tutti i discorsi di James che ormai lo hanno traviato, forse perché
Samantha così repellente non lo è mai stata… O forse in virtù del solito,
maledetto, tossico odore che percepisce, Sirius non riesce a fare a meno di
afferrarla per le braccia, studiando minuziosamente il suo volto.
- Cosa
dia-
- Ti
voglio baciare. –
- EH?! –
Ha uno
sguardo da invasato, molto inquietante.
- Voglio
baciarti. –
E
Samantha, che di certo non brilla per spina dorsale, già inizia a calmarsi,
pensando che in fin dei conti è solo un bacio, no? Posso ammazzarlo benissimo
pure dopo.
- Perché?
–
…Ma sai che sei proprio demente,
Sammy, tesoro?
- Perché
io ti piaccio, e con questo maledetto profumo mi stordisci, e mi mandi su di
giri. E il fatto che tu sia furente rende le cose più divertenti, sì. –
Sbianca,
arrossisce, il cuore le salta diversi battiti ed inizia ad avere le
palpitazioni.
Tutto
contemporaneamente.
- Io non
credo che sia il momento più indicato. –
La osserva
stranito, come si potrebbe osservare uno scienziato che, di fronte ad
un’assemblea di premi nobel, afferma candidamente che la terra è piatta.
La osserva
come si osserverebbe un idiota, in parole povere.
- Non me
ne frega assolutamente nulla, voglio baciarti e lo farò. –
- …E se io
non volessi? –
Adesso la
sta guardando come se fosse totalmente folle.
Peggio mi
sento.
- Sam,
cuore di mamma tua, non diciamoci balle. Io ti piaccio, ogni volta che parliamo
vai in palla perché ti imbarazzo. Ed adesso non verrai a dirmi che stai
tremando perché ti faccio paura, vero? –
Vorrebbe
annuire. Dio, quanto vorrebbe potergli dire che la sta terrorizzando.
Ma il
veritaserum non le permette di inventarsi bugie di tale portata.
Per cui,
seppur a fatica, seppur riluttante, fa cenno di no con la testa.
- Appunto.
Vedi, il corpo umano secerne determinati ormoni, in reazione a stimoli esterni.
Se io ti terrorizzassi, avresti l’adrenalina a mille, nel sangue. E intendo solo quella. Tu invece oltre
all’adrenalina emani feromoni. Sai cosa sono? –
Nuovamente
un cenno negativo.
- Sono gli
ormoni femminili. Le femmine dei mammiferi li secernono quando – uhm, come dire
– sono attratte da un maschio della loro stessa specie. –
Sirius usa
un tono sereno, nel parlare. Se non fossero ancora in una posizione alquanto
imbarazzante, Samantha potrebbe trovare una spiegazione del genere
interessante. Potrebbe anche essere invogliata a chiedere lui cosa cavolo ne
sappia di queste cose, e come faccia ad avere un olfatto così sviluppato.
- Sei
sotto effetto di veritaserum? –
- Mh-hm. –
Lui la
guarda, chinandosi ulteriormente verso di lei.
- Vuoi che
ti baci? –
Lo
bisbiglia a malapena, facendole solletico sul viso. Lei lo guarda, smarrita.
Magari sta svanendo l’effetto…
O magari posso riuscire a
ribellarmi.
Magari…
- Sì. –
…Magari era solo questo, che
aspettavi. Poter addossare la colpa ad altre persone, uscendone illesa; anzi,
come vittima.
Il giovane
Black sorride, poco prima di poggiare leggermente le sue labbra su quelle della
ragazza.
.
A Samantha
tornano in mente le parole di Remus.
- Ci saranno solo piccole…
Variazioni. A livello caratteriale. –
.
Perché di
norma, non afferrerebbe con una mano un lembo della camicia del ragazzo, per
tenerlo più stretto a se.
Non gli
circonderebbe la vita con l’altra mano libera, accarezzandogli quella piccola
fascia di pelle estremamente sensibile. Non abbandonerebbe l’orlo della camicia
per andare ad accarezzargli il volto e a calcare leggermente con il pollice sul
mento di lui per fargli capire che ok, baciarsi a stampo è tanto tenero e
puccioso, ma sarebbe carino anche considerare l’ipotesi di rendere l’esperienza
un tantino più interessante.
.
Infatti,
non lo fa nemmeno ‘sta volta. Ci pensa Sirius.
.
E lei,
imbarazzatissima, riesce solo ad arrossire come un semaforo quando si
allontanano. Vorrebbe scappare, allontanarsi per andare a seppellirsi da
qualche parte.
Non trova
nulla di meglio da fare che abbassare la testa, nascondendosi tra le braccia di
lui, col suo mento che le punta leggermente sulla nuca.
- Sai,
James ha ragione. –
- Cosa? –
Borbotta,
ancora stordita.
- Mi ha
sempre detto che baciare una ragazza arrabbiata è il modo migliore per farla
calmare. –
…Oh, vero.
Dovresti essere arrabbiata.
ARRABBIATI! UCCIDILO!
- Di’ a
James che novantanove volte su cento quella che ti ha proposto è una missione
suicida. –
- E
quell’unica volta? –
Sospira.
- Ci trovi
una deficiente come me che, non solo riesci a calmarla, ma riesci anche a
renderla instabile sulle gambe. –
Si scosta
leggermente, osservandola con attenzione. E’ rossa in viso, visibilmente
incapace di auto-imporsi un battito regolare… Ed effettivamente si sta tenendo
a lui con insolita tenacia.
-
Instabile? –
Annuisce.
- Se mi
lasci cado. –
- Non
intendo farlo. –
Le
sorride, poco prima di chinarsi leggermente, fino ad arrivare con la faccia
all’altezza del suo seno.
- Cosa…
Che hai intenzione di fare?! –
Chiede con
voce allarmata. Sirius ridacchia.
- Porto la
principessa dovunque mi ordini. –
Si volta
di scatto, le afferra le cosce e la issa sulle spalle, tenendola a cavalluccio.
- Dove
vuole andare, madame? –
Samantha
ci pensa un po’, prima di sogghignare.
- Nei
sotterranei, fido destriero. –
- Ma… Ma!
Ci sono sei piani da fare! Tutte scale! E alle scale piace cambiare! Roba da
impazzire! –
- Ti pare
che non lo sappia? Su, su, che dopo dovremo andare nella torre di Astronomia, e
poi nel parco, e poi in guferia… Eh, quanta strada abbiamo da fare! –
- Intendi
farmi fare su e giù per Hogwarts per tutto il giorno? –
- Anche
due o tre di fila, mio caro. Ti ricordi? Hai diversi mesi di torture e
sfinimenti da farti perdonare. –
Chiosa con
tono affabile Samantha, tirandogli un leggero calcetto allo stomaco come se
fosse veramente a cavallo e dovesse spronare un puledro particolarmente
ostinato.
Sirius
sbuffa, decidendosi a partire.
- Aspetta,
che ho paura di non tenerti bene… -
Fa un
saltello sul posto, allacciando le mani sulla schiena coi palmi rivolti verso
l’alto, in diretta coincidenza con le terga della Tassorosso.
- Ehy! –
- “Ehy”
tu, semmai! Vuoi per caso cadere? –
- No, ma-
- Ma un
corno. Su, l’hai detto tu che abbiamo un bel po’ di posti da visitare… -
Il giovane
Black fa un altro saltello, partendo a passo di marcia per i corridoi.
E nel
vederli passare, più di un professore resta basito a vedere la scena.
Remus
Lupin, poi, alla disperata ricerca dell’amico che – quasi sicuramente –
dev’essere rimasto ucciso nella furia devastatrice di Samantha, può provare le
gioie di un embolo, nel vedere sfrecciare il suo compagno di casa, dormitorio e
talvolta letto – quando James ha bisogno del letto per stare con Lily,
l’inquilino del piano di sopra è costretto a dormire in giacigli non suoi, con conseguenti
maledizioni lanciate un po’ a lui ed un po’ a Potter – con a cavalluccio sopra
la suddetta furia devastatrice, che ridono come schizoidi per il parco di Hogwarts.
.
.
Gaha!
Sono tornaaataaaah!! *w*
Le
vacanze natalizie sono estremamente proficue, sìsì! Gioisci, mondo! *.*
Capitolo
lunghetto, svolgimento abbastanza demente, ma sorvoliamo. U////U Mi vergogno
come una ladra per l’ultima parte, non so descrivere certe sceneh! *Chris corre
a nascondersi*
.
Per
il resto.
Piccole
note, tanto per fugare possibili dubbi: non abituatevi a Samantha così
spigliata, dai prossimi (pochi, lo giuro! ç_ç) capitoli tornerà la piccola
ameba che amo tanto e sulla quale adoro accanirmi;
poi,
donneh, il fanservice è una nobilissima attività… Ma vedete di scoprire per
conto vostro cosa sia! XD
Samantha
non sa dire se lei e Sirius stanno insieme. Non ne ha la più pallida idea
perché le uniche cose che credeva di sapere sul mondo riguardavano la sua
totale inconiugabilità con qualsiasi altro essere di sesso maschile.
Eppure.
Eppure,
ogni mattina sa di poter trovare il giovane Black nascosto dietro un anfratto
random dei corridoi che separano la Sala Comune di Tassorosso dalla Sala
Grande, che la afferra per un polso e la trascina dietro un’armatura o un
arazzo o un quadro o qualsiasi cosa che possa coprire loro due ed i tentativi
poco cavallereschi del ragazzo di sfilarle i vestiti in meno tempo possibile.
C’è da dire che grazie a Dio fin’ora è riuscito a sfilarle solo la cravatta,
con sommo rammarico di entrambi. Sirius è giustamente deluso dalla gonna e
dalla camicetta che sembrano avere bottoni a prova di Black (che praticamente
equivale a definirli a prova di bomba o saldati alla stoffa), Samantha è
frustrata perché non sa rifarsi un nodo degno di questo nome e sembra sempre
essere reduce da un incontro ravvicinato con un alieno o uno stupratore folle.
…Che non è
poi una versione molto distante dalla realtà.
Sorvoliamo,
mh?
La cosa
peggiore di tutto questo, oltre la sconcertante capacità di Samantha di
arrossire da sola ogni pochi istanti semplicemente ripensando a talune cose, è la presenza delle
spasimanti di Sirius. Che si fanno avanti. Ogni giorno. Ad ogni ora. In ogni
posto. Anche in bagno.
Son cose
che segnano a vita.
.
- Sirius è
mio, stronza! –
Sbarra gli
occhi, e senza bisogno di voltarsi sa di avere alle spalle una ragazza che le
sta puntando contro un dito e sta cercando di ucciderla con gli occhi.
- Ma dai.
–
Alza gli
occhi al cielo contemporaneamente alla risposta tagliente di Abigail che, al
suo fianco, ha ormai deciso di perorare la causa “Sirius e Samantha forevvah,
lo dicono anche le iniziali, siete meant to be” al suo posto. Almeno, le
risparmia fiato e fatica.
Certo,
quando non si mette nei casini al suo posto.
- E’ roba
mia! L’ho visto prima io! –
- Ma se
farai a dire tanto il terzo anno… –
- E con
questo? –
- C’è
diritto di anzianità. –
Samantha
ha di botto la grandissima tentazione di voltarsi, fare una pernacchia ad
entrambe e fuggire. Non lo fa solo perché Abigail ha provveduto ad afferrarla
per un polso per impedirle a priori ritirate strategiche.
- Balle!
Sirius ama me! –
Vorrebbe
piangere. Giusto un po’, tanto per fare.
- Quando
te l’avrebbe detto? –
- Io… Io
lo so! Ci amiamo! Siamo fatti per stare insieme! –
Questa gente è pericolosa.
- Sirius è
roba di Samantha! –
Ok, è ora di
intervenire.
Samantha
si volta a guardare la sconosciuta spasimante (alta, bionda, occhioni celesti
da cerbiatta… Il mondo è cattivo) e la conosciutissima piantagrane al suo
fianco.
- Gente,
calmatevi. –
- Diglielo
anche tu, Sam! –
- Gail,
taci. Tu, qualsiasi sia il tuo nome, ti prego, vattene. Mh? Sirius non è sotto
la giurisdizione di nessuna, figurarsi la mia. –
- Aha!
Quindi ti ha mollata! –
Le spalle
le scendono. E assume un’aria meditabonda.
- Non ne
ho idea, è un po’ che non lo vedo né lo sento. –
E quando
la situazione si potrebbe considerare felicemente risolta, con la biondina
animata da nuovo coraggio e speranza, compare lui.
- Sam! –
…Va bene,
praticamente lui la saluta allo stesso modo scemo (urlo belluino + scippo della
borsa coi libri + abbraccio da dietro o mani sui suoi fianchi o, quando proprio
è in vena di finezze, manata sul sedere con conseguente calcio negli stinchi)
da giorni, se non settimane. Eppure non riesce ad evitarsi il sobbalzo plateale
ed il quasi-embolo ogni volta che lo sente, o sente la sua risata, o sente
direttamente la sua presenza. E’ Sirius Black, insomma, iperventilare in sua
presenza è un obbligo morale!
- Dannato!
–
Strepita
con voce stridula perdendo l’equilibrio e cadendogli addosso. E centrandogli il
naso con la nuca.
Oh,
sublime suono di rivalsa e vendetta.
- Ahio. –
Mugugna
con voce nasale, tenendosi le mani premute sul viso. Samantha quasi ci si sente
in colpa. Quasi.
- Ups? –
- Ups? Mi
hai fatto rientrare il setto nasale! Sento che compie la scalata verso il cervello!
–
- …Ma dai,
ne hai uno? –
Quando fa
battutine di questo genere, Sirius resta leggermente spiazzato, c’è da dirlo.
Non è abituato a simili commenti da parte di Samantha.
E’ anche
ovvio che reagisca di conseguenza.
- Oh,
tesoro, rimarresti sconvolta da tutto quello di cui la natura mi ha dotato… -
Le
sussurra all’orecchio, tirandola ulteriormente a sé. Samantha digrigna i denti
e prova un odio feroce e profondo e radicato e oddio, no, ti prego, fa che
quella non sia la sua mano che gioca con l’orlo della gonna oppure uno di noi
due morirà entro la giornata.
- Sirius,
i tentacoli adesi al tuo corpicino, mh? –
- Mh… -
Questo è decisamente peggio di qualsiasi
commento da scaricatore di porto avesse potuto fare.
- Sirius,
nel nome di Dio, molla la presa. –
Lo supplica
con la vocina ridotta ad un pigolio appena percepibile. Che – ovviamente –
Sirius percepisce. Ma fa finta di non averlo percepito perché, sapete, è malvagio.
- Andiamo
da qualche parte? –
Le chiede
parlandole sul collo, senza nemmeno
un minimo di ritegno per Samantha che ormai brilla di luce propria tanto è
arrossita, Gail che osserva tutto con odio malcelato e l’altra piccola
sconosciuta, carica di odio evidente e palese e magari anche qualche impulso
omicida nei confronti della Puzzolarossa che ha plagiato Sirius convincendolo a
sbavarle dietro perché, insomma, è un mostro! E lei invece è bellissima!
C’è
qualcosa che non va nell’ordine cosmico!
- Sirius?
–
Lo chiama
con voce suadente, fermamente convinta di poter ristabilire le cose semplicemente
piegandosi un po’ in avanti per dar modo al giovane rubacuori di notare la sua
procace scollatura.
- Mh-hm? –
…Ho già
detto che il giovane rubacuori sta fissando tutt’altra – e tutt’altro che
procace – scollatura? No? Beh, amen.
- Sirius…
Guardami, mh? –
Chiede in
un sussurro roco la giovane, ricevendo un’occhiata vacua in risposta.
- Che c’è?
–
- Ti
ricordi? Qualche volta abbiamo pranzato insieme. –
- Oh… Boh,
forse, è probabile. Che c’è? –
Il ragazzo
si stringe nelle spalle, prima di stringere ulteriormente i fianchi della
ragazza nelle sue grinfie. La spettatrice non si scompone troppo. In fin dei
conti, lei è una flirtatrice esperta! Non ci sono problemi se ammicca un po’
anche davanti quella scopa di saggina che Black si trova per ragazza!
- Niente,
volevo solo dirti che un po’ mi dispiace non venire più imboccata da te… -
Samantha
non sa cosa fare. Seriamente. Una persona normale avrebbe già sistemato la
situazione quantomeno prendendo la mano di Sirius nelle proprie per mostrare al
mondo che una parvenza di relazione tra i due potrebbe pure esserci. Una
ragazza un minimo possessiva avrebbe già provveduto ad assecondare i loschi
piani del già citato Sirius Black davanti alla ragazza. Gail l’avrebbe già
eviscerata.
E lei non
sa cosa fare.
Navighiamo
a vista in una mare di cacca senza una parvenza di scialuppa di salvataggio nei
paraggi.
- Uhm…
Black? –
Richiama
la sua attenzione con un mormorio incerto, venendo bellamente ignorata. Sbuffa.
E poi fa
La Grande Cretinata, che se Samantha non ne fa almeno una al giorno non è
contenta.
Obbiettivamente,
non fa molto. E non decide nemmeno di farlo. Solo, infila una manina
nell’esiguo spazio tra la sua schiena ed il petto di Sirius e inizia a tastare
alla cieca, alla ricerca di un fianco da pungolare.
Il povero
ragazzo sbarra gli occhi per un istante. Tossicchia un po’ e deglutisce a
vuoto.
- S… Sam…
-
Esala con
un filino di voce. La ragazza si blocca immediatamente. E magari è peggio così.
- Cosa? –
- Quella
manina… –
Cosa
potrebbe fare una persona sensata? Ritirare subito l’arto in questione.
Cosa
potrebbe fare Sam, che sensata non è? Tastare. Cercando di capire.
- Cos- ti
ho fatto male? –
- Male?
No, figurati. – La rassicura con una smorfia poco decifrabile. – Solo, non ti
conviene… Insomma… Oddio, smettila. –
La sta
supplicando. Serra gli occhi e si appoggia con la fronte alla nuca di lei,
incapace di dirle chiaramente cosa sta succedendo perché altrimenti morirebbe
sicuramente di imbarazzo, incapace di allontanarle la mano perché la situazione
è critica di suo e preferisce evitare di complicare ulteriormente con movimenti
bruschi, incapace di scostarsi perché insomma,
non sono cose che capitano tutti i giorni.
- Sirius,
che succede? –
- Niente.
Giuro, niente. –
La voce è
leggerissimamente stridula e incerta.
Samantha
non ha mai brillato per perspicacia, ok, ma a questo punto chiunque si sarebbe
accorto che qualcosa non quadra. E poi, decisamente, passano ogni limite.
Il giovane
Black rilascia di botto tutto l’ossigeno che gli stanziava nei polmoni, apre e
chiude a vuoto le manine un paio di volte e, senza nemmeno rendersene conto,
senza poter fare nulla per evitarlo, geme.
- Oddio. –
Finalmente,
qualcosa sembra accendersi nella testolina della ragazza, mentre Sirius cerca
disperatamente di evitarsi altre uscite simili.
- Oddio… -
Mugugna
quasi contemporaneamente a lei, solo, con tutt’altro
tono.
- Sirius,
ti ho fatto male? Scuuusami! –
Prova a
girarsi. Black sbarra gli occhi, costringendola a rimanere voltata.
- No! Ma
scherzi, vero? Figurati se mi hai fatto male… -
Sacrosanta
verità. Solo, deve fare in modo che Samantha non si accorga in quale misura
Sirius non si sia fatto male.
- Ma sì,
ti sei lamentato, ti ho lasciato qualche segno? –
- NO! Nel
nome di Godrick, Sam, non voltarti. –
- Ma non
fare l’idiota e fam- Oh. –
La ragazza
lo fissa. Sì, lo fissa dove non dovrebbe fissarlo.
Giostra lo
sguardo dal cavallo dei pantaloni alla manina. Alza per un istante lo sguardo
su Sirius, che evidentemente deve essere patologicamente incapace di arrossire
perché la sta semplicemente fissando con un sorrisino sghembo in viso che
sembra quasi voglia dire “tesoro, certe cose vanno fatte in privato la prossima
volta”.
- O… ok.
Adesso io andrò a disinfettarmi la mano. Cospargendola di alcool e dandole
fuoco. –
- Ma
scherzi, vero? Una così bella manina… -
Come caspita fa ad avere ancora il
coraggio di fare simili battute dopo che praticamente gli ha tenuto una mano
piazzata in mezzo alle gambe credendo di stargli pungolando tutt’altre parti
del corpo, sotto gli occhi di due spettatrici ignare di tutto?
- Se serve
una mano per risolvere quel piccolo
problema, Sirius… -
Osserva
con sguardo vacuo la sconosciuta studentessa del terzo. Poi, Sirius fa qualcosa
di eccezionalmente stupido. Afferra nuovamente Samantha per i fianchi, se la
tira nuovamente addosso – facendole assumere tonalità in viso decisamente
curiose – e sogghigna.
-
Figurati, ci pensa sempre lei a risolvere egregiamente questo tipo di problemi.
Tutt’altro che piccoli, ci tengo a precisare. –
.
.
.
.
Ed
ora, Un paio di parole dall’autrice.
Oltre
il fatto che i miei omake sono qualcosa di assolutamente sconclusionato e folle
e decisamente perverso, che trova il massimo momento di comicità quando sfocia
nel vietato ai minori, parliamo della storia in sé e per sé. Annuncio
tranquillamente che “L’ultima ruota del carro” può considerarsi conclusa dal
capitolo precedente. Sirius e Sammysue effettivamente sono arrivati ad un certo
equilibrio e tanto mi basta, perché, insomma, non intendo mica scrivere tutta
la loro storia fino alla prematura morte di uno dei due. *scoppia a piangere*
Da
adesso in poi, qualsiasi aggiornamento che farò a questa fic, sarà per
aggiungere omake o epiloghi deliranti o altre postille demenziali alla storia. Nient’altro.
[ATTENZIONE: Da qui
inizia lo sfogo patetico/sentimentale, non siete obbligati a leggere]
Non
so se ci sarà qualcuno deluso o divertito dall’idea o boh, insomma, a me sta
bene così. Mi sono affezionata a Samantha dalle prime righe in cui l’ho
descritta e probabilmente continuerò a volerle molto più bene di molti altri
miei personaggi, e non trovo giusto lasciar perdere tutto, anche se la trama è ormai
conclusa (seppur con parecchi tentennamenti ed imprecisioni). Le voglio
enormemente bene perché è piccola e tenera, perché è debole ed incapace di
capire cosa sta toccando quando tasta alla cieca e perché poi vorrebbe morire
seduta stante quando capisce cosa sta accadendo. Le voglio bene perché è timida
eppure ogni tanto non riesce a risparmiarsi dal rispondere a tono. Le voglio
bene perché Tassorosso ha la sua dignità e, anzi, meriterebbe molto più
rispetto di Grifondoro o Serpeverde.
Le
voglio bene perché Samantha mi accompagna da più di un anno, ormai, e ogni
tanto ci penso. L’ho creata io e sembra sia uscita bene. E non potrebbe
rendermi più felice sapere che magari per un solo istante, almeno una persona
tra le tante che hanno letto, commentato ed inserito questa storia nei
preferiti, ha pensato a lei con un minimo di simpatia.
.
Fine,
amen. La prossima volta potrei direttamente inserire Sirius e Samantha che
provano a far porcate di ogni genere.
…Sì,
come no.
.
Gente,
grazie. Per aver letto, recensito, inserito tra i preferiti. Grazie di tutto.