Little things

di Lux_e_Nox
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm Claire Smith ***
Capitolo 2: *** Vicine di casa! ***
Capitolo 3: *** "Stasera sei mia." ***
Capitolo 4: *** Confused ***
Capitolo 5: *** "Nice to meet you" ***
Capitolo 6: *** Nathan. ***
Capitolo 7: *** Discussioni! ***
Capitolo 8: *** "Ignoriamoci" ***
Capitolo 9: *** "Happy Birthday!" ***
Capitolo 10: *** ITALIA?! ***
Capitolo 11: *** X-Factor ***
Capitolo 12: *** "vita di coppia" ***
Capitolo 13: *** Partenza ***
Capitolo 14: *** La finale ***
Capitolo 15: *** First time ***
Capitolo 16: *** Novità ***
Capitolo 17: *** Addii ***
Capitolo 18: *** Nuova vita? ***
Capitolo 19: *** Un anno dopo ***
Capitolo 20: *** Take me home tour: tappa Milano ***
Capitolo 21: *** Fiiiine! ***



Capitolo 1
*** I'm Claire Smith ***


La campanella suonò, e mi diressi all’interno della scuola.
Ero nuova, fresca di trasferimento, e non conoscevo nessuno. Non sapevo neanche dove andare.
Vidi una ragazza apparentemente gentile, e mi avvicinai –scusa, puoi indicarmi dov’è la segreteria?-
-in fondo a destra, e di nuovo a destra-
-grazie- le sorrisi e mi allontanai.
Riuscii a trovare la segreteria, entrai –buongiorno, posso chiedere a lei? Mi sono appena trasferita, sono Claire Smith-
-ah si, Claire! Piacere, sono Margareth-
-piacere- porsi la mano.
-tieni, questo è tutto l’occorrente: orario e chiavi dell’armadietto, all’interno del quale troverai i libri. Buona fortuna!-
-grazie mille!- presi foglio e chiavi e mi diressi verso l’armadietto.
Fortunatamente capii presto dove era posizionato, il numero 68 al primo piano. Aprii e, dopo aver preso il libro, cercai la classe.

Cazzo, questo posto è enorme! Pensai, e dopo 10 minuti a fare su e giù dai corridoi la trovai: stanza 54, inglese. Presi un respiro profondo ed entrai, pronta alla prima strigliata di capelli dell’anno.
-permesso, scusi il ritardo, mi sono trasferita oggi e ho impiegato un po’ di tempo per trovare l’aula- balbettai.
Ero una ragazza timida e trovarmi di fronte a 30 sconosciuti mi metteva agitazione.
-tu devi essere miss Claire Smith, giusto?-
-si, sono io-
-ragazzi datele il benvenuto, è la nuova ragazza italiana- annunciò il professore, rivolto alla classe –parli molto bene l’inglese- mi disse.
-mio padre è madrelingua- sorrisi e andai a cercare un posto. Mi girai intorno e vidi l’unico affianco ad una ragazza, sicuramente cheerleader, la si riconosceva dall’abbigliamento: divisa della squadra, fisico slanciato capelli lunghi castani raccolti in una coda ordinata, trucco delicato.
-posso?-
-mmh mmh- disse, con indifferenza.

Sentivo le occhiate di tutti, e cercai di sprofondare il più possibile sotto il banco. Il professore continuò imperterrito la sua lezione, e tentai invano di prendere appunti. Quando la campanella annunciò la fine della prima ora, tutti si scapicollarono fuori dalla classe, tutti tranne la mia compagna di banco e 5 ragazzi che ci si avvicinarono. O meglio, le si avvicinarono.
Cercai di fare l’indifferente, e di non udire i loro discorsi, raccogliendo la mia roba. Ma involontariamente seguii tutto.
-fino a che ora hai le prove oggi?- chiedeva con interesse un tipo moro ed affascinante. A dir la verità lo erano tutti. Ma non mi soffermai molto a guardarli, altrimenti avrei destato troppo sospetto.
-fino alle 5, poi vi raggiungo, ok?- rispondeva lei.
Io intanto avevo finito di mettere a posto  le cose, e corsi fuori dall’aula, dopo aver scambiato una fugace occhiata con uno dei ragazzi, un riccio.

Ecco che riprendeva il quesito dell’aula: dove dovevo andare?
Quasi avesse letto i miei pensieri, la ragazza sconosciuta mi parlò –secondo piano, aula di fronte alle macchinette-
La guardai interrogativa, ma ringraziai.
-scusa, prima non mi sono presentata. Candice, piacere-
-piacere mio, non preoccuparti- le sorrisi.
-ti va di venire al nostro tavolo oggi?-
-si, ok. Spero di trovare almeno quello!- tentai di sdrammatizzare.
-lo troverai, non ti preoccupare- e se ne andò.

Nelle ore successive trovai più facilmente le altre aule, e giunse il momento di andare in mensa. La stanza era enorme, piena di studenti accalcati al bancone per servirsi il cibo. Poi individuai Candice, e la raggiunsi.
-ciao- la salutai con un sorriso.
Rise –ma che vuoi? Davvero credevi di poterti sedere QUI? Vai via!-
Tra lo sbalordito e l’imbarazzato, corsi fuori dalla mensa, in giardino, senza voler udire le risate di scherno dietro di me.
-sei stata davvero una stronza Can! Poverina!- disse il riccio, ridendo.
-giààà!- fece lei, continuando.
Mi sentivo umiliata. Vai a fidarti della gente! Sentivo gli occhi bruciarmi, ma mi opponevo alle lacrime che volevano scendere con tutta me stessa. Non potevo mostrarmi debole. Mai. Così entrai di nuovo in mensa, presi un vassoio, e feci la fila per prendere il pranzo.
-ancora qui?-
-scusa se è un luogo pubblico- la fulminai.
-non fare l’impertinente con me, tesoro-
-non chiamarmi tesoro- continuai.
Lei, di tutta risposta, mi si avvicinò e ‘per sbaglio’ mi sporcò la maglietta con la sua crocchetta di patate.
-ma che ti ho fatto, dico io?- urlai. Tutti mi fissavano, e improvvisamente nella mensa calò il silenzio più totale. Vedendola continuare a ridere, avevo avuto l’impulso di scaraventarle tutto il vassoio addosso. Purtroppo però non volevo rovinarmi la reputazione per una come lei, quindi semplicemente iniziai a ridere e tirai avanti, indifferente.
Presi il vassoio pieno e mi diressi nel cortile, su una panchina. Mangiai, poi andai in bagno tentando di rimuovere la macchia sulla maglietta, con scarso successo. La gente continuava a fissarmi, tra stupore e curiosità. Ad un certo punto, mi si avvicinò un ragazzo.
-posso farti una foto?-
-perché?-
-per il giornaletto della scuola! Ho già il titolo ‘nuova arrivata….’-
-no grazie- lo interruppi, e me ne andai.
Non volevo essere scortese ma proprio non avrei sopportato altro in quella giornata. Mi avvicinai all’armadietto e arrivò la terza batosta di benvenuto. Com’è che si dice? Non c’è due senza tre! il mio compagno d’armadietto, il numero 69, era l’amico riccio di Candice. Feci finta di nulla e iniziai a combattere con l’apertura. E muoviti! Pensai, imprecando.
Lui si girò, mi mise una mano sulla spalla per spostarmi, diede una lieve botta e lo aprì. Lo guardai.
-un grazie basterebbe- se ne uscì, togliendomi qualcosa tra i capelli.
-certo, come no. Grazie- borbottai, sarcastica.
Lui mi guardò divertito, scuotendo la testa –a domani mattina!- disse, e se ne andò.
-non vedo l’ora!- gridai di rimando, con un lieve sorriso sulle labbra.
-wow, complimenti!- disse una ragazza passando.
-cosa?- chiesi, confusa.
-Harry Styles ti ha parlato! Ritieniti fortunata ragazza!-
-e chi sarebbe?-
-solo uno dei ragazzi più fighi e desiderati della scuola- rispose, con un tono del tipo ‘sfigata, ma non l’avevi capito?’
-ah ok- chiusi l’armadietto e andai alla fermata dell’autobus per tornare a casa.

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Ciiiiiiiiiiao :3
nuova ff! :D vi avverto: i primi capitoli potrebbero risultare privi di grandi avvenimenti, ma la storia vera e propria si svilupperà in seguito, don't worry ;)
Buona lettura :)

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Capitolo 2
*** Vicine di casa! ***


-sono a casa!- gridai, appendendo il cappotto nell’ingresso.
-com’è andata?- mi accolse mia madre, abbracciandomi.
-male- mi scostai e le feci vedere la macchia.
-chi è stata?-
-una cheerleader, odiosa!  Però le ho risposto a tono-
-non ti sei cacciata nei guai, vero?-
-no, sono stata superiore-
-brava! Ora vatti a cambiare-
-si- e salii le scale per andare in camera.

Io e la mia famiglia ci eravamo appena trasferiti dall’Italia qui a Londra, a causa del lavoro di mio padre. Così ero stata costretta ad abbandonare tutto e tutti. Anche la mia  migliore amica. L’unico lato positivo era vivere in una tipica casa inglese, in un tipico vialetto inglese. La mia nuova camera era come l’avevo sempre sognata, ma non ancora completamente in ordine: c’era qualche scatolone e libri sparsi che dovevo sistemare nella libreria. Poggiai lo zaino per terra e mi buttai sul letto. Presi il cellulare e controllai: 3 chiamate e 4 messaggi. Era Emma, la mia migliore amica. Decisi di richiamarla, prima di andare a fare la doccia.
-pronto?-
-Em! Ciao!-
-Claire! Come va??-
Le raccontai tutta la giornata, compreso Harry.
-wooow figoo! Come nei film!-
-già!- dissi, sarcastica –comunque ora devo andare, ci sentiamo dopo su face book, ok?-
-si, ciao tesoro!-
E attaccai. Presi l’ipod, a riproduzione casuale, ed entrai in bagno. Mi soffermai ad analizzare il mio riflesso nell’enorme specchio: capelli castani, lunghi fino alle spalle e mossi, tutti spettinati; corpo con curve accentuate; occhi azzurri tendenti al grigio; altezza media; colorito pallido. L’acqua ormai si sarà scaldata, pensai, e mi infilai in doccia, scrollandomi di dosso tutto ciò che era accaduto quel giorno.

Con i capelli ancora bagnati, scesi al piano terra –maa’, che c’è stasera per….?-
Sentii dei movimenti, e mi accorsi che non eravamo sole.
-la ringrazio molto- stava dicendo mia madre alla porta.
-e di che, è tradizione dare il benvenuto ai vicini- le rispondeva una donna bionda, accompagnata da una ragazza…..
-Candice?- dissi, incredula.
-Claire?- rispose, anche lei sbalordita.
-oh, vedo che le ragazze si conoscono già….-
-che ci fai qui?- ci urlammo contro.
-tu che ci fai qui?-
-ook, vi lasciamo sole- e le due mamme si rinchiusero in cucina, confuse.
-abiti qui?-
-si, e tu?-
-affianco,siamo vicine!-
-ma tu pensa il destino!-
Rimanemmo per un po’ a fissarci in cagnesco.
-senti per quanto riguarda oggi volevo scusarmi- fece lei alla fine –te la sei cavata egregiamente devo dire-
-grazie- risposi freddamente –anche quella era tradizione?-
-si, più o meno! Era per divertirci!-
-bel divertimento!-
-dai, sono sincera. Scusami- mi guardava intensamente, e volli fidarmi.
-ok, ma alla prossima giuro che vado a farti sospendere direttamente!- farfugliai.  E scoppiammo a ridere.
-va bene!- mi sorrise –domani se vuoi possiamo andare a scuola insieme!-
-si ok- le sorrisi –se vuoi puoi seguirmi di sopra, devo asciugarmi i capelli-
-no, mi spiace, devo andare alle prove per le cheerleader-
-capisco…-
-però se vuoi dopo i ragazzi vengono a provare a casa mia, vieni?- propose.
-quei 5 che ti stanno attorno?-
-yess- disse –daaai vieni! Giuro che non faccio scherzi!-
-mmh ok, per che ora?-
-alle 7-
-va bene, a dopo!- le sorrisi di nuovo e salii.

Dopo essermi asciugata i capelli, riscesi.
-come conoscevi quella ragazza?-
-era la cheerleader!-
-ah! Se me lo dicevi ne parlavo alla madre!-
-no, lascia perdere, ci siamo riappacificate. Anzi, stasera vado da lei per cena-
-a fare?-
-amicizia-
-sicura?-
-si! Anzi vado a preparare i vestiti!-
E risalii per l’ennesima volta. Dopo aver deciso i vestiti da indossare, cosa che mi tenne occupata per mezzora buona, rimasi il tempo restante su facebook, e in un attimo si fecero le 18.45! per fortuna eravamo vicine! Mi scapicollai tra bagno e camera e alla fine fui pronta: maglia lunga fin sopra le ginocchia e scollata a v, leggins, converse bianche e un po’ di eyeliner nero per far risaltare l’azzurro degli occhi. Presi solamente il cellulare e le chiavi, e mi fiondai  fuori. –ciao a tutti!-

Giunsi a casa di Candice e bussai. Mi aprii la madre.
-tu devi essere Claire, vero?-
-si, piacere signora-
-oh, chiamami Jenna!- rise –Candice è di sotto con gli altri, raggiungila-
-grazie mille-
Scesi le scale con agitazione crescente, e iniziai a sentire della confusione.
-Claire!- mi salutò Candice.
-c-ciao!- risposi.
Rimasi impalata sulle scale, ricevendo, come stamattina, le occhiate di tutti. Alla fine il riccio mi si avvicinò.
-non pensavo ci saremo rivisti così presto!-
-nemmeno io a dir la verità!-
-che ci fa qui?- chiese, rivolto alla cheerleader.
-abbiamo chiarito ed è mia vicina di casa. Ora fa parte del gruppo, belli- sentenziò.
Silenzio. Sicuramente diventai paonazza perché tutti iniziarono a ridere.
-bè, allora benvenuta italiana!- gridò un biondino –io sono Niall Horan-
-io Liam Payne- disse un ragazzo castano.
-Zayn Malik- il moro affascinante.
-Louis Tomlinson- bel sedere.
-e piacere, Harry Styles- il riccio mi tese la mano, per farmi scendere.
-piacere a tutti, io sono….-
-Claire Smith!- dissero in coro.
Scoppiai a ridere, -si, giusto!-

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Buonaseeeeeeera!
Oddio, scusate per il ritardo con cui ho aggiornato, ma sono tipo occupatissima! In compenso sono andata avanti con la storia, che inizia davvero a piacermi *-* spero la pensiate lo stesso! E inoltre ho avuto idee per scrivere almeno altre 2 storie! spero di fare tutto, tempo permettendo xD eeeh bè, grazie a tutti coloro che la seguono e la leggono :D fatemi sapere la vostra!

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Capitolo 3
*** "Stasera sei mia." ***


Il rustico era ben arredato e  pieno di cibo, di cui il biondo si stava strafogando. Il riccio intanto si diresse verso Zayn, e io mi andai a sedere su un divanetto vuoto, subito riempito da Niall.
-allora, già il fatto che tu sia italiana ti da dei punti di vantaggio, inoltre la tua reazione alle frecciatine della strega è stata magnifica!- disse sorridendo.
-smettila di chiamarmi strega scemo!- disse Candice buttandoglisi addosso.
-che dolci!- risi –comunque grazie Niall-
-come mai ti sei trasferita?- mi chiese Louis, avvicinandosi. E notai che subito Candice cambiò atteggiamento, divenendo più distaccata in sua presenza.
-per il lavoro di mio padre, è un manager-
-capisco, bè, sei fortunata!-
-perché?-
-vivi in uno dei quartieri più ‘in’ e già sei entrata nel gruppo vip della scuola!- continuò Harry, ammiccando.
-aaaaah bene! Mica sono una qualunque io!- dissi, con finto tono di superiorità.
Mi trovavo bene con loro, erano accoglienti. Di solito facevo fatica a fare amicizia, ma non questa volta. E mi sentivo felice!
-vogliamo continuare le prove?-
-prove per cosa?-
-sono una band, e si stanno preparando per i provini di x-factor che ci saranno fra qualche mese-
-davvero? Che figata ragazzi!-
-già, una figata- disse Zayn, poco convinto.
-ok, sto zitta, cantate!-
Iniziarono subito a intonare le prime note di ‘Wonderwall’ degli Oasis:

‘Today is gonna be the day 
That they're gonna throw it back to you 
By now you should've somehow 
Realized what you gotta do 
I don't believe that anybody 
Feels the way I do about you now’


Io li seguii muovendo semplicemente le labbra. Al termine della canzone, iniziai ad applaudire.
-siete davvero un ottimo quintetto!-
-grazie mille-
-ci manca ancora molta strada però!-
-basta impegnarsi-
-si- mi sorrisero. 
-come mai vi siete messi insieme come gruppo?-
Fu Liam stavolta a rispondere –siamo andati come solisti a fare i provini l’anno scorso, e poi non essendo passati ci hanno consigliato di formare una band. Calcola che Niall viene da Mullingar, Irlanda, e si è trasferito solo per questo sogno!-
Lo guardai sbalordita –wow! Sei determinato-
-eh si!-
Ripresero a provare per tutta la notte, mentre io e Candice facevamo conoscenza; ridemmo e scherzammo per tutto il tempo, tutti insieme, e io non mi resi conto dell’orario.
-cavolo, è l’1!- dissi.
-che succede, ti trasformi in zucca?- mi fece la linguaccia Harry.
-si, ti piacerebbe, così dopo mi tocca portarti a casa!- ridemmo –è meglio che vada a casa, mia madre mi darà per dispersa!-
-si anche noi- dissero Zayn e gli altri.
-ok ragazzi, allora ci vediamo domani! E Claire, tu vieni in macchina con me, no?-
-si va bene! Buonanotte a tutti!-salutai con la mano, e mi diressi al piano superiore, cercando di fare poco chiasso.
-aspetta, vengo con te!- sussurrò Harry.
-non vai via con gli altri?-
-no, ora, con te-
Avvampai –ok...-
Era davvero un bel ragazzo: alto, fisico asciutto con qualche accenno di muscolo, capelli castani e ricci, tutti spettinati ma con un ordine preciso, occhi verdi, profilo perfetto.
Presi il cappotto e uscimmo fuori. Pur essendo settembre, l’aria era piuttosto fredda.
-come hai passato questa serata?- mi chiese, affiancandomi.
-molto meglio della mattinata-
-ahahah immagino!- disse, aggiustandosi il ciuffo –Candice è stata un po’ stronza, ma lo fa sempre a tutti i nuovi arrivati-
-non è un granchè bello, sai?-
-lo so, ci sono passato anche io…però almeno noi abbiamo avuto la fortuna di essere subito famosi!-
-io ancora non lo sono ufficialmente-
-oh, lo sei, eccome!-
-ma comunque non era la mia prima aspirazione, avrei evitato tutto ciò- risposi, acida.
-ma poi non ci avresti conosciuto-
-sarei sopravvissuta lo stesso-
-non credo, saresti finita a sbavarmi dietro come fa mezza scuola- disse, compiaciuto.
-ah si? E cosa te lo fa pensare?-
-lo so e basta.-
-sicuro il ragazzo!-
-abbastanza- e mi fece l’occhiolino.
Sbuffai –vabbè, io sono arrivata! Grazie per avermi accompagnato in questi 50 metri, a domani!- ed entrai nel cancello. Lo chiusi e mi girai. Lui mi guardava.
-sei strana lo sai?- se ne uscì.
-perché non ti riempio di complimenti, o perché non sono caduta tra le tue braccia?- chiesi, sarcastica.
-no vabbè…forse…che ti ho fatto di male?-
-nulla….scusami, non volevo fare l’acida-
-ma lo stai facendo-
-è che sono stanca di tutto per oggi-
-ok…- si avvicinò al cancello, toccando la mia mano avvolta al ferro. Era calda, a differenza della mia, e mi provocò brividi in tutto il corpo –a domani Claire!- mi sorrise e se ne andò.

La mattina seguente Candice fu di parola, e mi aspettò sul vialetto.
-buongiorno- salutai.
-‘giorno- mi rispose, allegra –oggi stai meglio?-
-sisi- sorrisi.
-bene, perché da oggi sei una ‘in’ e devi comportarti come tale-
-devo rispettare anche il galateo? Maddai- dissi, e scoppiammo a ridere.
Però le attenzioni su di me aumentarono, perché ero nuova, e perché avevo saputo affrontare Candice ‘la stronza’; inoltre ero sulla prima pagina del giornale scolastico: quel giornalista l’aveva fatta la foto, alla fine!
-visto?- me lo sbattè in faccia Harry, salutandomi.
-si, buongiorno anche a te riccio-
-riccio?- chiese, divertito.
-non ti piace il soprannome?-
-wow, due giorni che ci conosciamo e già il soprannome mi dai…allora ho fatto colpo!-
-smettila, non ti chiamerò più allora- dissi, paonazza per l’imbarazzo.
-noo, non farlo!-
-scemo!- scoppiai a ridere.

Inizialmente mi sentii euforica per tutte le attenzioni del mio nuovo status sociale, in Italia passavo sempre inosservata. Alla lunga, però, iniziai a stancarmi, perché ovunque andavo, qualunque cosa facevo o dicevo, la scuola lo sapeva. Tuttavia cercavo di fare l’indifferente.
-è vero che te la sei fatta con Matt?- mi chiese un giorno Harry in mensa.
-ma che urli!- gridai –e comunque no, neanche conosco un Matt!-
-sei geloso?- lo stuzzicò Candice.
-macchè- borbotto’, sedendosi.
Tutti e 7 con il passare delle settimane divenimmo buoni amici, riuscii ad integrarmi bene nel gruppo. E questa era una delle ragioni della mia allegria, insieme alle continue attenzioni di Harry. Inoltre io e Candice divenimmo molto amiche.
-ti va se oggi mi accompagni in centro?- Candice mi telefonò il pomeriggio.
-si, ok!-
-perfetto, ho bisogno del tuo aiuto-
Così mi preparai e la raggiunsi a casa. La trovai con gli occhi arrossati, sul letto.
-che succede?-
-Louis-
-non capisco…-
-non l’ho ancora detto a nessuno…a me piace, da morire! Ma ogni volta che cerco di fare la carina con lui, fa battute, e io mi arrabbio. Non so che fare!-
-reggigli il gioco, e giocando digli la verità!-
-sembra facile…tu hai già tutti e 5 ai tuoi piedi!-
-ma che dici! L’unico che mi parla è Niall, ma solo perché così viene a scroccare cibo italiano da me!-
Scoppiammo a ridere –non è vero…tutta la scuola ti apprezza, più di quanto facciano con me!-
-siamo due ragazze differenti….-
-aiutami!-
-lo farò! Tu prometti di essere meno stronza però-
-cercherò!-
-ok, ora andiamo a fare shopping!-
-si, mi serve un vestito decente!-
E uscimmo di casa per rinchiuderci da Harrod’s. Ero arrivata già da qualche mese, ed era solo la terza volta che entravo in quel magnifico posto, pieno di ogni cosa possa servirti!
Iniziammo  a provarci ogni capo d’abbigliamento, e spendemmo una fortuna. Dopo essere tornate nel vialetto ormai tanto familiare, ci salutammo.
-stasera da Niall?-
-si, ho preparato una sorpresa per tutti!-
-non vedo l’oraaa!-
-mi raccomando, preparati per Louis!- le feci un occhiolino a cui lei rispose, dopodiché entrai in casa.
-papà!- gli andai incontro.
-Claire, ci vediamo pochissimo ultimamente! stai più fuori che dentro casa!-
-si lo so, è che qui è diverso dall’Italia!-
-ho notato! Bè almeno una contenta dal trasferimento!-
-si!- sorrisi –ora vado a prepararmi perché fra poco dovrò riuscire!-
-ovviamente-
-dove pensi di andare??- sbraitò mia madre dalla camera.
-da Niall ma’!-
-stasera se torni alle 2 non esci più signorinella, sia ben chiaro!-
-eddaiii!-
-NO!-
Sbuffai e andai in camera, per riordinarla. Feci gli ultimi compiti rimanenti, perché dovevo continuare ad essere famosa anche per i miei voti, e iniziai a prepararmi. Ad un certo punto mi arrivò un messaggio. Lessi il mittente ‘riccio’ e sorrisi: ‘stasera sei mia’

Che avesse sbagliato destinatario? Nel dubbio gli ressi il gioco, digitando sulla tastiera del cellulare ‘certo, riccio mio’, e inviai.
‘ti passo a prendere’
‘perfetto’ anche perché ancora non sapevo come andare, così ero apposto!

Mi feci una doccia veloce, raccolsi i capelli con un fermaglio, mi vestii e, dopo aver preso borsa e occorrente della spesa, mi avvicinai alla porta, che intanto aveva suonato.
-ciao bellissima!- mi cinse il fianco Harry, schioccandomi un bacio sulla guancia.
-ciao riccio- risposi, sul suo collo. Mi strinse forte e poi mi lasciò.
-cos’è tutta questa roba?-
-sorpresa!- dissi, facendogli la linguaccia –ciao io vado!- urlai ai miei.
-aspetta, chi ti porta?-
-Harry!-
-ciao Harry!-
-buonasera signori!- fece Harry, che seppur donnaiolo, era un bravo ragazzo.
-andate piano e non tornate tardi, altrimenti sai cosa ti aspetta Claire!-
-si mamma, ciao!- e chiusi la porta.

Nel tragitto per raggiungere la macchina, Harry disse –è fantastico sentirvi parlare italiano, sai?-
-perché così non capisci nulla?- lo stuzzicai.
-ah ah ah, divertente la ragazza!-
-lo so- dissi, aprendo la portiera ed entrando nella sua Range Rover.
Ci fu un po’ di silenzio imbarazzante all’inizio. Non ero mai stata da sola con Harry da quando ci siamo conosciuti. Non nella sua macchina, piena del suo profumo. E io non ero una tipa molto logorroica, quindi.
-ti sei vestita carina oggi!- mi disse, rompendo il silenzio.
Abbassai lo sguardo alla mia gonna bordeaux, ai miei calzettoni di lana neri e al mio pullover, sempre nero, e scollato. E questa volta lo avevo fatto volontariamente.
-mmh grazie riccio! Come mai questi complimenti?-
-non posso?- mi si avvicinò, mentre il semaforo era rosso.
-certo- dissi, stupita da quell’improvvisa vicinanza.
Poi scattò il verde, e si scostò, lasciandomi respirare normalmente.
Presi coraggio e infine gli chiesi-era per me quel messaggio?-
-quale?-
Esitai –stasera sei mia?-
-si che era per te- disse, con nonchalance.
-ok- arrossii, e per questo voltai la testa a guardare la strada –ma quanto manca per arrivare?-
-sei così impaziente di scappare da me?- chiese, ironico.
-esattamente- anche se era l’esatto contrario. Ultimamente iniziavo a provare qualcosa per lui. Mi faceva stare bene.
-arrivati- annunciò, entrando in una stradina, facendo l’offeso. Spense il motore e si girò a fissarmi. Arrossii di nuovo ma sostenni lo sguardo. Soddisfatto della reazione scatenata in me, scese dall’auto, e io feci lo stesso.
Entrammo in casa e ci accorgemmo che tutti ci stavano aspettando.
-scusate il ritardo, ho preso la strada più lunga per evitare il traffico- si giustificò Harry.
Ah, ha preso la strada più lunga!–ed io ero con lui-
-questo si era capito, piccioncini!- disse Liam, cingendo la vita di Joanna, la sua secolare ragazza che avevo conosciuto poco tempo fa.
-smettila Liam!- fece Harry, dandogli un finto pugno.
-Folletto, mi mostri la cucina?- dissi, rivolta a Niall.
-certo, mia italiana del cuore- e mi scortò, seguito da Candice, più silenziosa del solito.
-ok, ora puoi andare, ce la faremo noi due qui!- dissi, liquidandolo, per sapere cosa era successo.
-allora?-
-cosa?-
-parlato con Louis?-
-ma non ti sei accorta di nulla?-
-sinceramente no…-
-siamo tutti accompagnati stasera!-
Riflettei….ecco il perché di Joanna, Stacy con Zayn….-Louis e Niall sono soli però, come me....-mi rimangiai subito le parole. Ecco il perché di quel messaggio! Harry non avendo trovato nessuna aveva chiesto a me, sapendo che ci sarei stata! O forse gli interessavo davvero. Optai per la prima.
-Niall è con Zoey, che sta in bagno insieme all’accompagnatrice di Louis, Nicole-
-tu quindi stai con quel ragazzo…-
-William, si. È un mio ex con cui intrattengo ancora rapporti. E che sta sul cavolo a Louis!-
-solo io non sapevo nulla di questa serata a coppie?- chiesi, stizzita.
-idea di Zayn, non mia.-
-certo!-
-tu stai con Harry, no?-
-a quanto pare si…bè, lasciamo perdere, vuoi aiutarmi?-
-a cucinare? Certo! Che facciamo?-
-pizza- annunciai, mentre tiravo fuori l’occorrente ‘italiano’
-cool!-

Ci mettemmo a impiastricciare, ma fummo interrotte sul più bello da Harry.
-che sta…?- gli corsi incontro per chiudere la porta e farlo stare zitto.
-sssh! È una sorpresa cacchio-
-scuuusa!- mi abbracciò. Almeno potevo sfruttare la situazione per fare una cosa.
-chiama qui Louis, solo lui, e rimanete con noi due. Non dire niente a nessuno, chiaro?- gli sussurrai all’orecchio, provocandogli dei brividi.
-va bene cara- mi sussurrò di rimando, uscendo dalla cucina.
-che è successo?- mi chiese Candice.
Stavo per rispondere quando rientrarono. Guardai Candice e poi Louis.
-che succede qui ragazze?- chiese lui.
-come mai hai lasciato la tua ragazza? Eh?-
-ma veramente Harry…-
Mi voltai a guardare Harry, sperando non dicesse nulla. Lui di tutta risposta prese della farina e me la lanciò.
-volevo fare una piccola guerra…è da tanto che non ci divertiamo solo noi 3…bè, con Claire 4!-
-grazie della considerazione!- dissi, lanciandogli un pezzettino di wurstel.
Iniziammo la lotta noi due, tra gli sguardi increduli di Candice e Louis, che iniziarono subito dopo. Sia io che Candice, ne sono sicura, tiravamo cibo più che altro per rabbia nei confronti dei due ragazzi. E ci prendemmo gusto. Il troppo chiasso però stava mettendo in allarme Niall quindi dovemmo abbassare i toni e alla fine smettere.
-ti arrendi?- mi minacciava Harry, avvicinandosi con una patatina.
-no- mi spinse e raggiunsi il muro, a cui mi appoggiai.
-sicura? - sempre più vicino, i nostri corpi si toccavano. Il mio petto contro il suo, che si alzavano e abbassavano all’unisono. E poi mi svincolai, con la scusa delle pizze.
-sono pronte!- dissi, passandomi una mano sulla guancia accaldata. Prima di servire, ci risistemammo e ripulimmo tutto. Vidi Louis chinarsi su Candice per aiutarla a togliere della farina dei capelli, mentre lei le strofinava il maglione. Che bello, almeno si toccano! Dissi, fra me e me. Io sentivo addosso lo sguardo di Harry, ma ero di spalle e non me ne curai troppo. Poi all’improvviso sentii il suo fiato sul collo.
-hai la gonna sporca dietro, vuoi che te la pulisca io?-
-no, grazie, credo di farcela anche da sola! Nel caso ti chiamo- dissi, sorridendogli. Si allontanò, insoddisfatto.
-ora voi uscite, noi arriviamo tra poco- disse Candice, cacciandoli. Poi venne da me –lo hai fatto a posta?-
-se anche fosse?-
-idea geniale- mi abbracciò, e sorrisi, contenta di aver fatto qualcosa di buono.
-grazie, grazie, modestamente!- e ridendo, prendemmo le pizze da servire.


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I'M BACK! lol
scusate la mia lunga assenza, ma sono successe un po' di cose e non ce l'ho fatta a postare D: cercherò di recuperare il tempo perso, promesso! 
Alloooora, le cose stanno iniziando a movimentarsi! Ultimamente sono andata avanti, e devo dire che specialmente gli ultimi capitoli, mi piacciono molto *-* grazie a tutti quelli che stanno seguendo questa storia, se vi va lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate :')
byeeee :D
 

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Capitolo 4
*** Confused ***


-è prontoooooo- gridammo, e tutti si fiondarono sul cibo.
Niall mi raggiunse, stampandomi un bacio sulla guancia –grazie mille, mia italiana!-
-e di che, folletto! Spero sia buona- e detto ciò andai in cerca di un posto, e lo trovai vicino ad Harry.
Non gli parlai, e non mi parlò. Forse l’avevo offeso. Forse avevo esagerato…
-ti piace?- gli chiesi.
Lui, continuando imperterrito a messaggiare con una certa Kylie, borbottò un –si- e continuò.
Per tutta la serata parlammo pochissimo, e al momento di tornare a casa a mala pena ci salutammo.
-se vuoi ti portiamo io e Candice a casa, non ci sono problemi- mi sorrise William.
-ok, allora mi preparo- dissi. Harry in quel momento era in bagno, quindi salutai tutti e a lui gridai un ‘ciao’ da fuori. Non udendo risposta, uscii con gli altri due.

Lungo il tragitto, iniziammo a chiacchierare.
-eh così ho conosciuto anche la famosa Claire! Candice mi parla spesso di te- disse William.
-eh già, hai avuto questo onore!- dissi, cercando di essere più allegra di quanto non fossi. La causa era nota.
-grazie, mia signora!-
-prego, buon’uomo!-
-ma la smettiamo?- disse Candice, ridendo.
-comunque Claire, un mio amico vorrebbe conoscerti, che ne dici se un giorno organizziamo un’uscita a 4?-
-dai dai!- iniziò Candice, come una bambina.
Io non avevo mai avuto tutta questa fortuna con i ragazzi, ma decisi di accettare. In fondo anche Harry stava parlando con altre ragazze. Ed eravamo solo amici, no?
-si va bene, dimmi tu quando-
-perfetto! Vi farò sapere domani!- dopodiché si girò a salutarmi –sei arrivata, giusto?-
-si, grazie mille! Candice, a domani mattina!-
-‘notte Cla!-

Appena varcato il cancello, ricevetti un messaggio da Harry.

‘potevo portarti io a casa.’

Entrando in casa, e poi in camera, risposi ‘non sapendo che dovevi fare, ho preferito accettare un passaggio sicuro’

‘il mio non lo era?’

‘si, ma se volevi rimanere di più non volevo essere un peso’

‘come vuoi’


Non risposi, e fiondai il cellulare sulla scrivania per poi andare a dormire.
Bzzzz bzzzz. Bzzzz bzzzz.
-che cavolo..??- mi alzai, dirigendomi come una sonnambula verso il cellulare che squillava.
-pronto?- risposi, con voce impastata.
-scendi giù un attimo-
-Harry? Che vuoi?-
-sono sotto casa tua, scendi-
Mi affacciai dalla camera, e vidi la sua macchina –ok, arrivo-
Sistemai i capelli nel migliore dei modi, indossai la vestaglia e misi una mentina in bocca, per poi scendere. Fortunatamente gli altri dormivano, e potei sgattaiolare fuori senza essere scoperta. Lasciai il portone socchiuso. Fuori faceva un freddo polare, ed era talmente buio che a malapena riuscivo a distinguere la figura di Harry appoggiata alla macchina, ancora accesa.
-che ci fai qui alle 3 di notte?- gli chiesi.
-Sali-
-non vengo da nessuna parte- dissi, risoluta.
-era per il freddo, sciocca!- rispose, esasperato.
-ah, ok- aprii la portiera e salii. Rimanemmo in silenzio, e alla fine chiesi –che ci fai qui?-
-volevo salutarti in modo decente-
-e cioè..?- senza farmi terminare la frase, scese dalla macchina per raggiungere il mio lato. Aprì lo sportello, mi girò verso di lui e mi prese il viso tra le mani. Mi fissò, per un tempo interminabile, e iniziò a baciarmi il collo, per salire sulla guancia e finire vicinissimo alla bocca. Io infilai le mani tra i suoi riccioli, e lo avvicinai a me, circondandogli i fianchi con le gambe. Entrambi avevamo il respiro corto, ma continuammo, sempre senza far sfiorare le labbra. Un’eternità dopo, ci staccammo. Io continuavo ad accarezzargli i capelli, e lui a guardarmi.
-devo dirti una cosa…-
-si?-
-ho un appuntamento-
Mi cadde il mondo addosso. Come poteva dirmi ciò dopo quello che era appena successo? Come? Mi staccai da lui, e senza dire nulla, perché le parole che volevo dirgli erano troppe, gli diedi uno schiaffo in faccia, allontanandomi con le lacrime agli occhi verso casa.
-Claire!- mi chiamò lui, portandosi una mano sulla guancia dello schiaffo.
Rimasi ferma qualche secondo davanti alla porta, senza girarmi. Dopodiché entrai, salii in camera e mi gettai sul letto, iniziando a piangere senza controllo. E mi addormentai così.
 
La mattina mi ritrovai con gli occhi gonfi e arrossati, quasi mi presi paura guardandomi dallo specchio. Mi lavai per bene il viso, mi preparai e scesi per andare a scuola.
-la colazione?- disse mamma. Per farla contenta presi una merendina e aspettai sul vialetto, quando notai che c’era ancora la macchina di Harry.
Ti prego, fa che non scenda, altrimenti non mi limiterò ad uno schiaffo!
Per evitarlo, corsi a casa di Candice, approfittando del fatto che stava dormendo, probabilmente.
-Claire, così presto già qui?-
-Scusami Cand, fammi entrare ti prego!- la supplicai.
Lei si scostò, e dopo che fui entrata si affacciò, rientrando con un’espressione scioccata.
-Harry?-
Annuii e mi buttai sul divano, dopo aver salutato i genitori e il fratellino.
-andiamo in camera così mi spieghi- e salimmo su. Nel tragitto mi guardava con aria interrogativa e alla fine le raccontai tutto.
-…e quindi mi ha detto che aveva un appuntamento con un’altra! Io gli ho dato uno schiaffo, non sono riuscita a trattenermi!-
-e hai fatto bene! Quello stupido!- borbottò, con lo spazzolino in bocca, uscendo dal bagno. Si preparò e prima di uscire dalla stanza la madre salì.
-Cand, alla porta c’è Harry-
Mi bloccai. –ok mamma- rispose Candice, poi rivolta a me –non ti preoccupare, non gli dirò che sei qui- e scese le scale, rumorosamente.

-scusa il disturbo Candice, ma Claire è da te per caso?-
-che ci fai qui? Non stai andando a scuola?-
-si, ma devo parlare con lei un attimo…sono andato a casa sua ma i genitori mi hanno detto che era già uscita e che probabilmente era qui-
-non è qui, forse ha preso la navetta prima-
-ah…ok-
-ma cos’è successo?- disse, posando lo sguardo sulla guancia ancora rossa.
-strano che non ti abbia detto nulla- rispose, sarcastico –comunque niente, ora vado-
-puoi dirlo a me se vuoi sfogarti, ci conosciamo da una vita Harry!-
Lui passò lo sguardo su tutta casa per evitare di farsi sentire dai genitori probabilmente, e poi disse –ieri sera sono andato a trovarla, e dopo esserci baciati, ma non sulle labbra- disse, quasi scocciato - le ho detto che ho un appuntamento con un’altra-
Lei fece la finta sconvolta – e perché gliel’hai detto? Non sei molto furbo!-
-si lo so- si portò una mano in testa –però neanche io so cosa voglio-
-ecco, mentre lo capisci cerca di non ferirla casomai! Ora è meglio che vai-
-si, ci vediamo a scuola-  e uscì, tornando in macchina per andare a scuola. Candice prese lo zaino, mi chiamò e anche noi ci dirigemmo nella stessa via.
-cosa ti ha detto?- le chiesi, in macchina.
-quello che era successo-
-e?-
-e ha detto che è confuso-
-povero piccolo!- dissi, ironica –lo faccio chiarire io, che vada a farsi tutte quelle che vuole!-
-ieri credo volesse baciarti...-
-ma non l’ha fatto, e forse è stato meglio così, dato la batosta- dissi risoluta.
Non volevo dare un bacio ad un ragazzo ancora confuso e che si sentiva con chissà quante altre ragazze!

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oooh hii!
finalmente è successo qualcosa, eh?! Ebbene si, ma è soooolo l'inizio u.u
beh, oggi ho finito di scrivere questa storia, e sono piuttosto trise :( ma soddisfatta :)
Grazie a tutte coloro che la leggono e la seguono, davvero :') ditemi la vostra se volete!
See ya! xx

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Capitolo 5
*** "Nice to meet you" ***


Arrivate a scuola, scesi prima di Candice per non far vedere che ero venuta con lei, e andai verso Niall che era solo con Liam.
-buongiorno!- salutai, allegra.
-‘giorno!- mi risposero in coro.
Poi ci raggiunse Candice, e insieme entrammo nell’atrio. Salii le scale per il primo piano e mi fermai all’armadietto, ignorando Harry.
-ciao- mi salutò, timido.
-ciao- risposi, fredda, solo per educazione. Fortunatamente in quel momento mi raggiunse William, insieme ad un ragazzo.
-ciao Claire- mi si avvicinò. Harry rimase lì a sentire.
-ciao Will- lo salutai, sorridendo, mentre prendevo l’occorrente per la prima ora.
-questo è Nathan- mi presentò, spingendo in avanti il ragazzo. Spostai lo sguardo su di lui, arrossendo. Era alto 15 cm buoni più di me (che già ero alta circa 1,70), fisico dal giocatore di football che era. Moro, occhi chiari.
-piacere- mi porse la mano.
-piacere- gliela strinsi. La presa era forte, la mano grande e calda. Ci scambiammo uno sguardo, e poi la lasciai.
-facciamo sabato sera?- si intromise William.
-si, perché no- accettai.
-bene- mi sorrisero –allora ci sentiamo!-
-certo!- dissi, chiudendo l’armadietto e dirigendomi in classe. Harry nel frattempo se n’era andato.

Le 5 ore passarono in fretta come sempre, e subito mi ritrovai in mensa, seduta vicino Zayn e gli altri.
-William mi ha detto di averti presentato Nathan!- arrivò Candice.
-si, molto carino devo dire!-
-oh si, decisamente!- disse, spostando lo sguardo su Louis che parlò.
-esci di nuovo con quello, Cand? Non ti ricordi le lacrime?-
-si, esco di nuovo con lui- rispose, distaccata.
Lui scosse la testa, e continuò a mangiare. Liam poi girò lo sguardo e notò Harry. Lo chiamò.
-Riccio, vieni qui!-
Ormai tutti usavano il soprannome che gli avevo dato, provocandomi una sensazione strana allo stomaco.
Lui mimò con le labbra ‘scusa, sto con Tay oggi’ e si avvicinò ad una ragazza.
Probabilmente era con quella bionda che doveva uscire. E notai che era molto diversa da me, nel fisico, negli atteggiamenti. Non volli guardare ulteriormente, e mi girai posando lo sguardo sul vassoio. Zayn, che fino ad allora era il ragazzo con cui avevo parlato di meno, mi mise un braccio intorno alle spalle e mi avvicinò a lui, forse in un tentativo di darmi conforto, che accettai.
Intanto Liam disse –allora è con quella che deve uscire sabato!-
-si, probabilmente- rispose Niall, con la bocca piena di purè –è carina! Anche se non li vedo insieme-
Lo fulminai con lo sguardo, cosa che solo Candice notò, scoppiando a ridere.
-sabato voi che fate invece?- ci chiese Zayn.
-usciamo- gli risposi, alzando il viso sotto il suo.
-con chi?- mi chiese.
-con William e un amico- continuò Candice.
-ah perfetto!- fece Zayn –allora se è ci incontriamo in giro, io sto con Stacy, e Liam con Joanna-
-noi due che facciamo, Horan?- chiese Louis.
-non uscite con le accompagnatrici dell’altra sera?- chiese Candice, velenosa.
-no macchè, erano giusto due amiche…anche se volendo! Che ne dici?-
-naaaah! Andiamo da Nando’s e poi ci uniamo a loro-
-cenetta romantica noi due?- disse Louis, avvicinandosi sdolcinato a Niall.
-se mi offri del cibo tesoro, sono tuo!- rispose lui, guardandolo negli occhi.
-che scenetta!- fece Zayn, e tutti scoppiammo a ridere, insieme ai tavoli vicini. Avevo sempre pensato che i ragazzi più ‘in’ se la tirassero nelle scuole, ma loro non lo facevano. Certo, a volte approfittavano di questa situazione per scroccare qualcosa, ma chi non lo farebbe?

Il pranzo finì, e io accompagnai Candice al campo con le cheerleader.
-che ne dici di unirti a noi? Fra poco ci sono le selezioni!-
La guardai –ma sei matta? Non so fare neanche una spaccata!-
-e quindi? Noi incitiamo i giocatori!-
Non risposi e lei continuò –dai, pensaci: tu cheerleader, e ti metti col giocatore figo, cioè Nathan!-
La guardai male –che fantasia che hai, eh?-
-ma ti immagini?? Diventeresti intoccabile! Come me!-
-ma è già tanto che non vengo presa a granite in faccia come in Glee! Non potrei mai diventare tanto importante, e poi neanche mi interessa più di tanto!- stavo bene nella mia posizione, non troppo importante, ma neanche una sfigata. Normale.
-ma smettila! Ti trasformerò io! Sai poi quanti ragazzi avrai ai piedi, per scordarti di quello scemo!-
-si, che mi sbavano addosso solo per fama e sesso!- risi –non sono quel tipo di ragazza, non ci riuscirei-
-mi stai dando della puttana?-
-assolutamente no, solo che abbiamo due modi di fare diversi!- ammisi, diventando paonazza.
Scoppiò a ridere –stavo scherzando!-
Presi un respiro. Menomale, non volevo litigare anche con lei.
-intanto dobbiamo pensare a domani!-
-perché?-
-è sabato!-
Cacchio, non avevo pensato che fosse già così vicino! –che mi metto?-
-ti presto io qualcosa-
-i tuoi vestiti non mi entrano-
-che ne sai?-
-lo so e basta- mi metteva in imbarazzo parlare della mia taglia, perché non ero come tutte le altre semi anoressiche della scuola.
-smettila! Ora devo andare, che fai allora?-
-ti vengo a guardare, mentre finisco di fare i compiti-
Mise il broncio, ma annuì.
La seguii in campo, e dopo averla salutata, mi misi negli spalti a studiare. Ogni tanto alzavo lo sguardo, e mi accorsi che nel frattempo erano arrivati anche i giocatori di football, ma non andai in cerca di Nathan, ero troppo concentrata nello studio. Il tempo volò senza che me ne accorsi, e mi raggiunse Candice.
-finito, secchiona?-
-mmh?- alzai a malapena lo sguardo –si, si ho finito!-
-allora possiamo andare da me e decidere i nostri ‘outfit’!-
-veramente pensavo di tornare a casa…ultimamente sto troppo in giro, i miei non sono abituati- notando l’espressione che fece, mi affrettai ad aggiungere –vieni tu da me, no?-
-ok, allora accompagnami nello spogliatoio, così prendo la mia roba-
La seguii giù, e andai a sbattere a qualcuno.
-scusa- dissi
-guarda dove metti i piedi, diamine!- disse una cheerleader bionda.
Alzai lo sguardo e capii chi era. Tay, l’appuntamento di Harry.
-calmati, tesoro!- le dissi, amorevole, ed entrai dentro.
Dopo aver preso il borsone e aver parlato con qualche altra cheerleader, tornammo finalmente a casa.

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'Seeeera!
Ho aggiornato il prima possibile, contente? *3* 
Beh, come avete potuto leggere, la tensione tra Harry e Claire sta aumentando...che ne pensate?
E poi nella prossima puntata ci sarà il fatidico appuntamento! Yes! Nathan è un personaggio 'di passaggio' ve lo preannuncio! Poi vedrete voi ;)
grazie a tutte coloro che mi hanno seguito fino a qui, davvero! Anche se non ho neanche una misera recensione, spero che voi stiate apprezzando la storia, altrimentiiii...continuerei lo stesso, si xD
Credo di aver detto tutto!
Alla prossima! :D

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Capitolo 6
*** Nathan. ***


Sabato mattina arrivò presto, come anche il pranzo, al quale si unirono William e Nathan, Joanna e Stacy. Harry ormai pranzava spesso solo con Tay e il suo gruppo, e si limitava a guardarmi ogni volta che ci incontravamo, sempre e solo per il fatto di avere gli armadietti vicini.
-buona fortuna con quello!- mi disse oggi, sprezzante.
-lo stesso per te con quella sottospecie di barbie- gli feci un finto sorriso.
-almeno lei è contenta di stare con me!-
-dici? Non hai mai pensato che lo faccia per divertirsi?-
-e se anche fosse?-
Mi fece girare, e finalmente lo guardai negli occhi –contento tu, contenti tutti riccio!- pronunciai il suo soprannome volontariamente. E infatti se ne accorse, strabuzzando gli occhi. Mi scrollai la sua mano di dosso, e abbandonai gli armadietti per tornare a casa.

-che fai stasera?- mi accolse mamma.
-esco con Candice ed altri amici-
-noi andiamo ad una cena di gala- annunciò, tutta emozionata.
-e come mai?- chiesi, corrugando la fronte.
-papà!- disse, con gli occhi che le brillavano –finalmente potrò indossare quel fantastico vestito che mi ero comprata!-
-eh già!- esclamai, con finto entusiasmo -comunque ora vado ad iniziare a prepararmi-
-ma sono solo le 3!-
-e quindi? Devo lavarmi, mettere lo smalto, sistemare i capelli! Tante, troppe cose!- mi precipitai sulle scale.
-appuntamento galante con Harry? A che ora?- chiese lei, spiazzandomi.
-alle 7 e mezza e no, non è con Harry- gridai, ormai dalla camera –Harry avrà altro fa fare!- dissi, con tono più basso.

Mi preparai per bene e con molta calma, dato che di compiti non ne avevo. Io e Candice decidemmo di vestirci eleganti, ma non troppo. Io optai per una gonna alta, che raggiungeva la vita e svasata sotto, con motivo floreale, sopra una maglia blu con scollo a barchetta, intonata con smalto e calze; infine ballerine e capelli sciolti che ricadevano in grandi boccoli sulle spalle. Dato che era inverno, sopra un bel cappotto con una sciarpona. Mentre finivo di vestirmi, mi arrivò un messaggio.
‘siamo fuori, scendi’
Digitai ‘arrivo’ e inviai. Presi la borsa, scesi le scale e, dopo aver salutato mamma, tutta indaffarata nei preparativi, uscii.
Candice mi aspettava fuori dal cancelletto, era vestita con un tubino nero, capelli raccolti e anche lei ballerine.
-gli altri?- le chiesi, mentre raggiungevo il cancello.
-eccoci- disse William, apparendo nella mia visuale insieme a Nathan, che mi sorrise.
-apri il cappotto, facci vedere!- disse Candice, strattonandomi.
-calma!- ero imbarazzata. Lentamente aprii il cappotto e feci una giravolta.
-wow ragazza!- fece lei, facendomi l’occhiolino mentre i ragazzi, dopo averci sorriso, raggiungevano la macchina di Nathan. Io e lui ci mettemmo davanti, mentre Candice e William dietro a sbaciucchiarsi. Il silenzio era interrotto solo dallo staccarsi delle loro labbra. Io guardavo fuori dal finestrino, come avevo fatto le prime volte con Harry. Il solo pensiero di lui mi faceva ribollire il sangue di rabbia.
-allora, che mi dici?- iniziò lui il discorso.
-eh?- mi girai, sovrappensiero –ah, ehm…boh- risi –tu che mi dici?-
Scoppiò a ridere per la mia gaffe –che sei ancora più carina vista da vicino…-
Avvampai –g…grazie!-
-ti ho visto l’altro giorno sugli spalti a studiare-
-ah si? Scusa, quando studio mi concentro e non faccio molto caso a quello che ho intorno-
-ho notato! Però è il minimo, dato i risultati che ottieni-
-già…-
-ti ci vedrei a fare la cheerleader, comunque-
-la stessa cosa che mi ha detto Candice, però quel genere di cose non fa per me…-
-se non ci provi non lo sai…calcola che io prima facevo parte del club di scacchi! E ora sono dove sono-
-davvero? Sei un piccolo genio allora!-
-me la cavo!- sorrise.
-bah, vedremo come andrà!- dissi, dubbiosa.
-eh si…- poi si girò per annunciare che eravamo arrivati.
Ci trovavamo in un piccolo parco, molto illuminato, dove si trovava questo ristorantino.
-che bel posto- dissi, incantata.
-l’ho scelto a posta!- disse Nathan, facendomi scendere da bravo gentiluomo.
-che dolce- presi la sua mano, e insieme all’altra coppia, raggiungemmo il nostro tavolo. Ci posizionammo vicini, io e lui, Candice e William.
-prego signori- il cameriere ci porse i menù.
-ma è un ristorante italiano!- dissi, leggendolo, anche perché era scritto proprio in italiano, e sotto c’era la traduzione in inglese –che cosa fantastica!-
-si, un po’ meno per noi che dobbiamo impazzirci a leggere quella scrittura minuscola-
Risi –ve la traduco io, dai!-
Nathan mi si avvicinò, ascoltando ciò che dicevo, e con la scusa appoggiò il braccio sulle mie spalle.
-avete già ordinato?- chiese il cameriere, tornando dopo un po'.
-no, però siamo pronti- disse William -2 spaghetti con le polpette, una pasta ai funghi e una lasagna-
-da bere?-
-una coca e 3 birre- dissi. La coca era per me, non amavo molto la birra.
-ok, se avete bisogno d’altro chiedete- ci sorrise gentilmente.
-grazie mille-
Nathan continuava a guardarmi ogni tanto, e alla fine mi alzai per andare in bagno, portandomi Candice.
Mi appoggiai al muro freddo.
-sciogliti un po’, Claire!- diceva lei, mentre si ripassava il rossetto.
-mi vergogno!-
-eddai su, devi solo calmarti- mi disse, scuotendomi le spalle.
-sembra facile…- sussurrai.
-con Harry ce la facevi…- poi tacque, notando la mia espressione –oddio scusa, non volevo!-
-no hai ragione, solo che è una situazione nuova ora, più che con Harry- mi specchiai un attimo e, senza aggiungere altro, uscimmo.

Nel frattempo i piatti erano arrivati.
-vi siete incipriate il naso?- ci chiese William.
-si- gli sorrise Candice. Erano carini insieme, e William era un ragazzo alla mano.
-vuoi assaggiare?- chiesi a Nathan, che fissava come un predatore le mie tagliatelle ai funghi.
-solo se dopo assaggi i miei!-
-si, e fate come Lilly e il Vagabondo- disse Candice, con gli occhi che le brillavano.
-se lei vuole, volentieri- rispose Nathan, provocante. Io quasi non mi strozzai con la pasta. Lui era dolce e tutto, ma mi sembrava una cosa affrettata!
Perfetto: la serata era appena iniziata ed io ero già alla 3 figuraccia.
Però risposi, per non peggiorare la situazione –bè, non credo che gli spaghetti siano così lunghi-
-bè, meglio no?-
-ma l’attesa è più bella- dissi, mettendogli la forchetta di tagliatelle davanti alla bocca, come lui fece con me.
-buone!- disse, masticando.
-mmh, anche le tue-
Finita la cena, i ragazzi si offrirono di pagare e ci portarono a fare una passeggiata intorno al parco. Candice e William ad una certa sparirono, a fare non so cosa, lasciandoci soli. Nathan mi prese per mano, portandomi vicino ad una grossa fontana.
-ti piace?- disse, affiancandomi.
-molto!-
-ti va se faccio qualche foto?- mi chiese, estraendo una macchinetta dalla tasca del giubbotto.
-alla fontana ovviamente!- dissi, scherzando.
-io pensavo anche a soggetti animati- e il flash mi accecò.
Era un ragazzo strano, diverso, ma in senso buono. Non mi era mai capitato, e finalmente riuscii a sciogliermi e divertirmi, senza pensare ad altro. Senza pensare a lui.
Ci facemmo foto in ogni posizione, e in ogni parte, ridendo a crepapelle vedendo le facce dei passanti che ci guardavano. Alla fine, stanchi, ci sedemmo su una panchina lì vicino, attendendo il ritorno dei piccioncini.

-guarda che bella questa?- mi disse, mostrandomi una foto fatta con l’auto scatto nella quale io ridevo e lui mi abbracciava.
-si!-
-posso metterle su facebook?-
Esitai, ma alla fine acconsentii. Lui mi sorrise, stampandomi un bacio sulla guancia.

-Claire!-
Alzai lo sguardo, andando incontro a Liam e Zayn. Nathan mi guardò male.
-ciao ragazzi!- li salutai con un bacetto –lui è Nathan- dissi, prendendolo per mano e facendolo alzare.
Si strinsero la mano –piacere-
-piacere nostro- poi Liam si rivolse a me –Candice?-
-eccomi ragazzi!- disse, correndogli incontro. Spuntava sempre nel momento giusto!
-volete unirvi a noi? Stavamo raggiungendo Louis e Niall!-
-che ne dite?- propose Candice, facendo gli occhi dolci a William.
-per me va bene!- risposi, calibrando la reazione di Nathan, che fortunatamente annuì.
-perfetto, ci incontriamo a Piccadilly?-
-ok!-
Ci dividemmo, e noi andammo in macchina.
-che avete fatto mentre non c’eravamo?- mi chiese William nel tragitto. Nathan gli porse la macchinetta.
-che belle!- disse Candice, vedendole.
-vero? E pensa che neanche voleva farle- disse Nathan, spostandomi una ciocca di capelli, con fare premuroso. Gli sorrisi.

Arrivati a Piccadilly, Candice si "appiccicò" ancora di più a William, facendo innervosire Louis, che si allontanò da lei. Ci fermammo tutti insieme in un bar, e poi facemmo una passeggiata nelle vie vicine. Ad un certo punto incontrammo Harry, fuori da un locale. Posto scontato per un appuntamento, pensai.
Nel vederci, ci venne incontro, ma si accorse dopo di me e Nathan, mano nella mano. Salutò tutti con un doppio bacio sulla guancia, tranne me. Io non lo guardai, e mi allontanai con Nathan.
-che succede?- disse, confuso.
-nulla, ti va di farci altre foto?- farfugliai, cercando di calmarmi e di non fargli capire come in realtà mi sentivo: sarei tornata indietro, per strozzarlo con le mie mani, passando poi alla Barbie, ovviamente! Ma al tempo stesso l'avrei preso e baciato. Dio, che nervoso!
Mi accontentò, poco convinto, e poi decidemmo di ritornare dagli altri.
-dove sono andati?- chiesi, girandomi intorno.
-forse in qualche locale- disse, dubbioso –se ci vuoi andare ti ci accompagno, ma non ho molta voglia-
Guardai l’orologio: era l’una e mezza di notte –no, neanche a me va molto…anzi sono abbastanza stanca-
-vuoi che ti riporti a casa?-
-e poi William e Candice?-
-si troveranno un passaggio- mi sorrise, gentile.
-se non ti dispiace, va bene-
Mi prese per mano e raggiungemmo la macchina. Il traffico era diminuito, e ci mettemmo poco a giungere nel viale di casa.
-bè, sono stato bene- iniziò.
-anche io-
-spero che mi concederai un’altra uscita- sorrise.
-perché no?- in fondo ero stata bene, nonostante quella piccola "interruzione".
-mi lasci il tuo numero, allora? Così non ci servirà il tramite..- chiese, timidamente.
-hai ragione!- dissi, avvampando.
Dopo esserci scambiati i numeri, ci guardammo un secondo e poi le nostre labbra si sfiorarono.
-ciao- gli dissi, e mi precipitai fuori senza attendere risposta. Lui rimase lì, confuso. Io pensai ad Harry, a quanto mi piacesse e a quanto male mi aveva trattato. Lasciai le chiavi attaccate alla porta e tornai indietro. Nathan scese dalla macchina.
-scusa, so di essere stato scortese, non volevo metterti fretta-
Lo guardai e lo baciai. Lo baciai con tutta me stessa, per dimenticare Harry. Quando ci staccammo, mi accarezzò la guancia. Abbassai lo sguardo. Mi sentivo in colpa.
-scusami tu ora…-
-e di cosa? Mi piaci Claire- disse, portando il mio viso vicino al suo di nuovo. Un altro bacio, più dolce. –domani mattina?-
-domani mattina cosa?- gli sussurrai.
-colazione insieme?-
Lo guardai –va bene-
-ti passo a prendere alle 9, buonanotte- un ultima carezza e rientrò in macchina.
Io rimasi lì, sul marciapiede, bloccata. Mi ero comportata malissimo. Lo stavo usando per non pensare a quello scemo che chissà cosa stava facendo con quella barbie. Lui era stato dolce con me, mi aveva trattata bene, mi faceva sentire apprezzata.
Come con Harry.
Mi diedi una botta in testa, e rientrai a casa. I miei ancora non erano tornati. Erano le 2 di notte, e avevo tanta voglia di parlare con qualcuno…non sapevo con chi. O meglio, a saperlo che i miei non c’erano avrei invitato Nathan...No! Non potevo.
Emma? Starà dormendo.
Candice era con William.
Zayn con Stacy.
Liam con Joanna.
E non potevo confidarmi troppo con Niall e Louis su Harry, sarebbe stato strano.
Quindi, abbattuta, andai a spogliarmi e lavarmi, per poi andare a dormire.

********************************************************************************************************************************************
Salve gente! :D
Allora? Che ne dite di questo fatidico appuntamento?
Si, Nathan è il tipo dolcioso e gentile, e l'appuntamento è adatto ad un tipo del genere, o almeno io lo immaginavo così! xD
Harry inizia a fare lo stronzetto, come Claire, d'altronde. Come pensate andranno a finire le cose? Si prenderanno a capocciate (?) o faranno pace con un bel bacetto (*-*)? 
Beh, lo scoprirete solo leggendo ;)
Grazie a tutti quelli che stanno ancora seguendo la storia, e che l'hanno messa tra le preferite e le seguite :)
See ya!

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Capitolo 7
*** Discussioni! ***


La sveglia suonò precisa alle 8 di mattina, provocando le urla dei miei.
-spegni quel dannato aggeggio!- gridò mamma.
-Claireeeeee!-
-calma calma!- borbottai rigirandomi sul letto e sporgendomi a staccare la sveglia.
Mi alzai controvoglia. Non poteva invitarmi per un pranzo?
Accesi il cellulare e trovai alcuni messaggi.
‘com’è andata ieri sera? Non vedendovi più siamo andati via’ Candice.
‘Clairee! Come va? Fatti sentire!’ Emma.
‘oggi da me dopo pranzo ;) ’ Louis.
‘sto arrivando :)* ’ Nathan.
Cacchio, dovevo muovermi! Mi scapicollai a destra e a manca, cercando qualcosa di decente da mettere, un filo di trucco e fui fuori. 5 minuti dopo arrivò.
-buongiorno- mi salutò, attirandomi a lui.
-‘giorno-
-affamata?-
-si, molto!- quindi dammi del cibo, cavolo!
Salimmo in macchina e 10 minuti dopo arrivammo da Starbucks.
-prego- mi fece posto.
-ti avverto di non fissarmi mentre mangio- dissi ridendo.
Lui si unì alle mie risa –perché?-
-mi mette agitazione e divento peggio dei bambini con una minestrina davanti!-
-va bene, bimba!- disse, dandomi un pizzico sulla gamba da sotto il tavolo.
Finita la colazione, mi fece fare un giro e mi riportò a casa. Mentre scendevo dalla macchina, vidi Candice uscire di casa, ancora in pigiama.
-Claire!- mi chiamò.
Io salutai Nathan, che ripartì dopo aver suonato il clacson a mo’ di saluto a Candice, e la raggiunsi.
-ci sei uscita anche stamattina e non mi dici nulla?- stava con le mani sui fianchi.
-scusa, non ce n’è stato modo- farfugliai.
-mmmh vabbè!- esclamò, dubbiosa  -Che avete fatto?-
-colazione-
-tutto qui? Un bacetto?-
Tentennai –ieri sera…-
-aah si?- iniziò a saltare per il viale, contenta –e com’è stato?-
-strano, cioè sto bene con lui, ma devo ancora superare Harry-
-capisco…ma vedi che passerà!- disse, circondandomi le spalle con un braccio –oggi dobbiamo anche andare da bel sedere!-
-eh già! Tu l’hai superato?-
Esitò un attimo, guardando altrove -no, però ora sto con William, quindi cerco di non pensarci-
-stiamo messe bene, insomma!- conclusi, amara.
-molto…comunque dopo Natale ci sono i provini e stiamo organizzando un pulmino per andare tutti insieme, tu ci sei no?-
-ovviamente! E ricordami di chiedere un autografo ora a tutti, prima della fama!-
Scoppiammo a ridere e ci salutammo, tornando ognuna nella propria casa.

Entrai nella mia e fui accolta da altre urla –ma vuoi dirci quando esci??-
-scusa, eravate a letto, non volevo svegliarvi- mi scusai, posando il cappotto.
-ma un bigliettino??-
-un messaggio??-
-scusa! Non ci ho pensato!- gridai, esasperata.
-potevi pensarci, oggi non esci, così la prossima volta ti ricordi!-
-dai, vi prego! Ci sono le ultime prove prima dei provini!-
-no, basta!-
-maaaa’!-
-NO! E vai a mettere in ordine quello schifo di camera!-
-BENE!- salii, sbattendo la porta della camera.
Rimasi chiusa fino al tardo pomeriggio, ignorando tutto e tutti. Dopo che la rabbia fu svaporata, mandai un messaggio a Louis per scusarmi di non essere potuta venire, e ripresi a dormire. Mi svegliai direttamente la mattina dopo, con lo stomaco che borbottava. Scesi che era ancora l’alba, e mi preparai una tazza di latte con dei biscotti. Mangiai avidamente tutto, e risalii a prepararmi per andare a scuola.

-ehi, cos’è successo ieri?-
-i miei hanno sbroccato perché sono uscita senza avvertirli per 2 ore!-
-mannaggia- fece triste Louis –ci siamo divertiti molto!-
-grazie eh- dissi, sarcastica, spintonandolo.
-scusa- rise.
-come sono andate le prove?-
-bene, siamo pronti!-
-perfetto!-
Poi mi venne incontro Nathan. Ci salutammo con un breve bacio, che provocò qualche fischio tra i gruppetti. Gli sorrisi.
-come va?- mi chiese.
-meglio di ieri!-
-colpa mia?-
-no, non preoccuparti- mi sporsi a baciargli la guancia.
-va bene…ci vediamo in giro allora!-
-si- risposi, ed entrai. Candice ancora non era arrivata, e in prima ora sedevamo al banco insieme. Era la lezione di inglese, quella in cui c’erano anche i ragazzi.
Fortuna volle che Harry iniziò a parlare con una ragazza, il prof se ne accorse, e lo spostò di banco, mettendolo vicino all’unica ragazza senza compagna: io.

Arrivò, strascicando i piedi e scaraventando i libri sul banco, senza degnarmi di uno sguardo.
-spero almeno che non contagi anche la signorina Smith, con il tuo flirtare- disse il professore.
-lei sicuramente no!- rispose lui.
-non si preoccupi prof, non c’è assolutamente pericolo!- dissi, fulminandolo.
Cercava in ogni modo di infastidirmi, ma io restavo impassibile. Alla fine della lezione si alzò così rapidamente che quasi mi fece cadere.
-stai attento, idiota!- gridai, stanca del suo comportamento.
-vai a chiamare il tuo fidanzatino per farmi picchiare, dai!- fece lui, velenoso.
-forse lo farò! E poi da quando in qua mi rivolgi la parola?-
Rimase zitto.
-ecco appunto! vai a fartela con le tue amichette, almeno io rimango solo con uno, tu quante ne hai cambiate?-
Era una scenata pietosa, lo so, ma non resistevo di più. E ad essere sincera ascoltare la sua voce dopo tanto silenzio, mi spronò a infastidirlo ancora di più per riascoltarla. Lo so, ero pazza.
Improvvisamente mi si avvicinò, mi strinse i polsi e sussurrò –non sai nulla di me, smettila-
-come tu di me, e mai ne saprai!-
-bene-
Mi lasciò, e uscì dalla stanza. Io rimasi lì sulla sedia per qualche secondo, la testa che pulsava e la gola che bruciava, ignorando le occhiate dei pochi studenti che erano rimasti in classe. Presi la mia roba, e mi diressi nell’aula della seconda ora. Fortunatamente in terza avevo palestra, così potevo sfogarmi dall’accaduto.

-ma davvero è successo quello che ho sentito?- mi rincorse Candice in corridoio, mentre raggiungevo l’aula della 4 ora.
-che ci siamo urlati contro? Si-
-e perché?-
Le spiegai l’accaduto. Scoppiò a ridere –oddio, dovevo esserci-
-se ci fossi stata, forse non sarebbe accaduto, genia!-
-chissà, secondo me si!-
-coooome vuoi!-
-io vado! ci vediamo a pranzo-

Magicamente in mensa tutti sapevano tutto. Alcune ragazze mi guardavano schifate per quello che avevo detto al loro idolo, altre con curiosità e ammirazione, i ragazzi lo stesso.
Raggiunsi il nostro tavolo, a cui oggi sedeva anche lui e la sua barbie. Ci fulminammo a vicenda. Presi un respiro profondo, e addentai un pezzo di pane. Appena mi raggiunse Nathan, lo feci sedere e ci baciammo. Harry fece lo stesso con la sua ragazza. Voleva forse sfidarmi?
-ehm, ragazzi, noi staremo mangiando…-disse Liam.
-hai ragione, scusa- dissi, paonazza.
Non ero neanche più io per colpa di quello!
Continuai a mangiare senza scollare gli occhi dal vassoio. Nathan mi salutò, dicendo che sarebbe passato nel pomeriggio dopo gli allenamenti.

-stasera vieni alle prove, Cla?-
-si, eventualmente mi faccio accompagnare da Nathan-
-passo io a prenderti- decretò Louis –insieme a Candice-
-io vengo con William!- disse lei, alzandosi sdegnata.
-ok, allora solo te Claire- disse lui, guardando scocciato Candice.
-va bene Lou, grazie- gli sorrisi –da chi siamo oggi?-
Tutti tacquero, e capii immediatamente. Harry

****************************************************************************************************************************************************************
Hiii :D
piccola discussione tra i nostri due protagonisti...come la vedete?
(sappiate che mi gaso a scrivere litigi e battute velenose, quindi ne troverete altre ancora ahahahah)
Oggi sono di poche parole (come sempre) quindi, ringrazio tutti come al solito e spero vogliate sapere come andrà nel prossimo capitolo nella casuccia di Harry :3
Bye! 

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Capitolo 8
*** "Ignoriamoci" ***


Andai a casa e iniziai a fare i compiti per le vacanze di Natale, si lo so ero strana ma non avevo nulla da fare e tra l’altro ci avevano caricati. Prima, però, avvertii i miei del fatto che sarei uscita.
-ecco, ora va meglio- mi aveva risposto mamma.
Verso le 5 suonò il campanello, e mi catapultai giù per evitare che mamma…
-salve signora- fece Nathan, porgendole un mazzo di fiori. L’aveva conquistata.
-piacere ragazzo, tu sei un amico di Claire?-
-si, ma potrei dire anche qualcosa di più che un amico- sorrise.
-ah, non pensavo che…Claire!- gridò per farmi scendere.
Ma che stava dicendo!? Da quando avevamo deciso di essere più che amici? Oh. Mio. Dio.
-si, ciao ma’- tirai per il braccio Nathan e lo portai in camera.
-cosa le hai detto?- lo aggredii.
Lui rimase sconvolto –mi ha chiesto chi ero, e le ho detto…-
-che eri il mio ragazzo??-
-più o meno…altrimenti tutti quei baci che significavano per te? Pensavo….-
Mi buttai sul letto, affranta –no, scusa, è che mi fa strano….non ne avevamo ancora parlato ufficialmente-
-hai ragione, scusa, se vuoi continuiamo ad essere solo amici…-
Mi tirai su. Lo guardai, l’avevo trattato davvero male. Tentai di calmarmi e sorridere –no dai, proviamoci- dissi, alla fine, quasi per convincermi. So che forse stavo facendo del male a entrambi, ci conoscevamo a malapena, ma quando lui si sporse a baciarmi non me ne importò più nulla.
-questi erano per te-  mi porse una scatoletta di cioccolatini con attaccata una rosa sopra.
-uh, grazie!- dissi, aprendo la scatola –apri la bocca-
Lui eseguì, e gli misi un cioccolatino dentro, poi lo baciai.
-mmmh, bacio cioccolatoso!- disse lui, attirandomi a se.
-ti piace?-
-vogliamo finire la scatoletta?- propose, facendomi l’occhiolino.
Scoppiai a ridere –no, che poi quella che ingrassa sono io, quarterback!-
-eh già, senti qua- disse, iniziando a pizzicarmi i fianchi.
-dai soffro il solletico- cercai di prendere fiato scostandolo, ma era più forte di me purtroppo, e mi trovai sotto di lui in un battito di ciglia. Si fermò, avevamo entrambi il fiato corto.
-devo finire di fare i compiti e prepararmi- sussurrai, vicinissima alla sua bocca.
-dove devi andare?-
-dagli altri-
-da Harry?-
Esitai –si-
Si rialzò -perché? Anche io ho saputo quello che ti ha detto!- disse, innervosendosi.
-immaginavo. Comunque chi se ne frega? Io vado là per stare non con lui, ma con gli altri!-
-sicura?- chiese.
Oh Dio, l’ultima cosa che mi serviva era un ragazzo geloso –si!-
-ok…-
Andai a prendere i libri e continuai a fare i compiti, mentre lui mi accarezzava i capelli.
-ti stai annoiando vero?-
-no, macchè! Mi piace guardarti studiare, è rilassante!- cit. Krum ad Hermione, pensai, divertita.
-non dire cavolate su- scoppiai a ridere –è meglio che tu vada, io devo iniziare a prepararmi!-
-va bene- mi baciò per un tempo infinitesimale, e poi andò via.
-arrivederci!- lo sentii dire ai miei.

Poco dopo che Nathan se ne fu andato, mamma entrò in camera.
-posso?- disse, affacciata dalla porta semichiusa.
-sisi- risposi, riordinando la scrivania.
-quindi ti sei fidanzata?-
A disagio, borbottai un –no, più o meno-
-pensavo ti piacesse Harry, ho fatto una figuraccia...-
-no, non mi piace Harry- mentii.
-ah, ok. E com’è questo tipo?-
-un tipo- risposi, confusa. Mamma non si era mai interessata della mia vita personale, perché ora tutte queste domande? A cui tra l’altro non avevo neanche io risposta.
-va bene, ora ti lascio preparare…ti devo portare io?-
-no, passa a prendermi Louis-
-capito!- e detto ciò, uscì, richiudendosi la porta alle spalle.

Mi buttai sul letto a fissare il muro. Di alzarmi a prepararmi non ne avevo voglia. Però dovevo farlo. E il pensiero di andare a casa sua, stare nella stessa stanza con lui, mi metteva agitazione e nervosismo al tempo stesso. 
Infilai i primi vestiti che trovai, con indifferenza, con l’unico obiettivo di stare calda, dato che ormai eravamo vicini al Natale e la temperatura di Londra era leggermente più fredda della mia città natale. Scesi al piano inferiore e iniziai a guardare un po’ di tv, mentre aspettavo l’arrivo di Louis. Che non si fece attendere troppo, fortunatamente.
-io vado, a dopo!- i miei mi salutarono e raggiunsi Louis fuori.

-ciao Lou- lo salutai.
-ciao, tutto ok?-
Che rispondere? -si, tu?-
-non molto…volevo parlarti-
Diedi vita al mio lato da psicologa, e ascoltai –dimmi tutto-
-è per Candice…vedo che ci stiamo allontanando-
Eh. Cacchio. Che gli dicevo ora? –continua…- tipica frase.
-non lo so, ora è tornata con quel cavernicolo, e non lo sopporto! Non capisco cosa le ho fatto! Ci conosciamo da una vita, siamo sempre andati d’accordo-
-William non è un cavernicolo- dissi –e…-
Mi interruppe –si lo è, l’ha trattata malissimo in passato, e lei ancora ci va dietro!- disse, con una punta di disprezzo.
Mi voltai a guardarlo –sei geloso?-
-io? NO!- urlò.
-si, lo sei. Lei ti piace?- gli chiesi, nuovamente.
Esitò –no! Mi preoccupo perché è mia AMICA-
Risi per la sua testardaggine –provaci con lei- dissi, sorridendogli.
-perché dovrei? È fidanzata-
-fregatene! Falle capire che ti importa di lei, poi starà a Candice decidere-
-e io dovrei provarci, senza sapere l’esito?-
-in amore si rischia...-
Già, si rischia. Si rischia di prendere batoste enormi. Si rischia di finire a urlare, e ad avere istinti omicidi nei confronti del ragazzo che ti piace e della ragazza al suo fianco.
-grazie Claire- disse, sporgendosi a lasciarmi un bacio sulla guancia.
-e di che Lou!- lo abbracciai.

Arrivammo nei pressi di una villetta, addobbata da mille lucette natalizie. Fuori ci accolse un gatto, che al nostro passaggio, schizzò via.
-quella era uno dei gatti di Harry, Plum-
Lo guardai, curiosa –ne ha molti?-
-naah, giusto tre-
Risi –ok-
Entrammo dentro, nel salone che odorava di biscotti sfornati, con il fuoco del camino che scoppiettava. Come le case dei telefilm, esattamente.
-ciao Louis- salutò una signora sulla quarantina.
-ciao Anne!-
-buonasera- salutai, educatamente.
-ciao, tu sei…?-
-Claire-
-ah, Claire! Harry mi ha parlato di te- mi porse la mano, che strinsi. Le sorrisi. Era una donna davvero carina e gentile. Tutto il contrario del figlio, pensai, amaramente. Che però le aveva parlato di me.
-i ragazzi sono dillà, raggiungeteli! Fra poco sforno i biscottini, ve li verrò a portare- e detto questo, si ritirò in cucina.
Io seguii Louis lungo il corridoio, e alla fine entrai in quella che dedussi essere la camera di Harry.
Louis andò incontro all’amico –ciao Hazza!-
-Tommo!- fece lui, allegro. Poi si girò verso di me. Rimanemmo zitti.
-Niall, vieni con me da Anne un attimo!- disse Liam trascinando anche Louis e Zayn, e lasciandoci da soli, dato che Candice non era ancora arrivata.

Harry andò a sedersi sul letto, e da lì continuò a fissarmi. Io rimasi in piedi, vicino alla scrivania. Calò il silenzio e io potevo sentire il mio cuore battere all’impazzata. Era una situazione così strana, dato il livello di amicizia che avevamo raggiunto non molto tempo fa. E tutto era andato perduto. O quasi.
Fu lui a rompere il ghiaccio per primo -non pensavo saresti venuta-
-perché non avrei dovuto? Non è che per colpa tua devo lasciar perdere anche gli altri- risposi, scaldandomi.
-capisco…come va con il quarterback?- chiese, con tono annoiato.
-alla grande, e tu con la barbie?-
-alla grande-
-stai perdendo originalità-
-mi dispiace annoiarti- rispose, pungente.
-me ne farò una ragione-
-meglio così- si alzò e cominciò a squadrarmi. Io iniziavo ad avere caldo, e mi tolsi il cappotto.
-dove posso appoggiarlo?-
-sulla sedia- rispose, meccanicamente.
-ok- mi allungai per lasciarlo sulla sedia,per poi ritornare alla mia posizione –dobbiamo andare avanti così tutta la sera?- dissi, scocciata.
-se vuoi posso semplicemente ignorarti-
I miei occhi divennero due fessure –sei uno stronzo, e non capisco cosa ti ho fatto, ma va bene!- uscii dalla stanza sbattendo la porta e con gli occhi lucidi.
Sul corridoio trovai gli altri quattro, seduti a terra. Appena uscii scattarono in piedi, come dei soldatini. Risi, con una lacrima che mi scendeva, e mi accasciai a terra, con la testa tra le gambe, strette al petto. Zayn e Niall mi affiancarono, insieme a Liam, mentre Louis entrava dentro la stanza di Harry.
-che succede, italiana?- mi chiede Niall, sfiorandomi la guancia con il pollice per asciugarmi una lacrima caduta.
-non mi va di parlarne, scusa- gli risposi, appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre Zayn mi accarezzava la schiena.
Louis uscì dalla stanza, seguito da Harry. Alla vista del mio stato si bloccò, quasi dispiaciuto oserei dire. Louis mi sorrise dolcemente, mimando con le labbra ‘dopo parliamo’, e spinse Harry avanti.
Candice arrivò in quel momento –che è successo?-
La guardai, e lei capì –Harry!- urlò.
-ragazzi, che succede?- gridò Anne dal salone.
-niente, Anne, voglio un attimo cazziare tuo figlio- disse, raggiungendola in salone.
-Candice, ti pr…- tentai di dire.
-lasciala fare, Claire- mi interruppe Zayn, abbozzando un sorriso.
-no, non voglio fare altre figuracce pure con la madre- decretai, alzandomi. Niall si alzò, bloccandomi con un abbraccio. Poi tornarono tutti, e rinchiusero me ed Harry di nuovo in camera. Non avevo più il coraggio di guardarlo in faccia.
-scusami- disse, come un bambino in punizione.
-non accetto le tue scuse, perché si vede che non te ne frega un cazzo, ma lo fai per accontentarmi!-
-non è vero!- scattò –sono sincero-
-si, ok, e io sono una strafiga- dissi –senti, facciamo come hai detto tu prima, ignoriamoci-
Lui, spazientito, mi passò davanti e fece entrare gli altri, aprendo la porta. Io andai a sedermi sul letto. Poi prese il cellulare e andò a rispondere alla sua barbie, cambiando stanza.

-ragazzi, smettetela di fissarmi così- sbottai, notando le loro espressioni preoccupate –non sto morendo!-
-stai bene?-
-no, non sto bene, anche perché ancora non capisco cosa gli ho fatto, ma non me ne importa più!-
Piccola bugia. Piccolissima. In realtà non smettevo di pensare a lui, mi piaceva dannatamente. Ma non lo avrebbe mai scoperto, perché non ci sarebbe stato mai nulla tra di noi. Non per mia volontà, almeno. Ero troppo orgogliosa e troppo ferita in quel momento per pensare a noi due come fidanzati.
Poi lui rientrò, e così iniziarono a cantare. Erano le ultime prove tutti insieme.
-i provini sono il 10 gennaio-
-perfetto, il pulmino?-
-prenotato e tutto-
-ci siamo- disse Liam, emozionato.
-ce la farete- disse Candice. Louis si alzò e andò a sedersi vicino a lei, con la scusa di organizzarsi per il viaggio. Mi fece l’occhiolino.
Il cellulare in tasca mi vibrò ‘come procede?’.
Era Nathan.
Visto che la serata era terminata, gli scrissi ‘puoi venirmi a prendere?
Neanche il tempo di inviarlo, che rispose ‘subito’. Sorrisi.
-Nathan?- mi chiese Candice.
-si, viene a prendermi-
-già vai, quindi?-
-si, sono stanca- sbadigliai.
Un altro messaggio ‘scusa, dove abita?
Gli spiegai la via, chiedendo aiuto agli altri. Dopo poco arrivò.
-bè, ciao a tutti! E buone vacanze- dato che la scuola era finita.
Harry si alzò -ti accompagno-
Lo ignorai, e raggiunsi il salotto –grazie di tutto Anne, i biscotti erano ottimi-
-e di che, torna quando vuoi!- mi sorrise.

Uscii fuori, e il freddo pungente mi colpì in pieno viso. Harry mi prese la mano, facendomi voltare.
-Nathan mi aspetta- mormorai.
-fallo aspettare- disse, con sguardo profondo.
-smettila Harry!- esclamai, esasperata.
-ascoltami, solo un attimo! mi dispiace per come ti ho trattata. Sinceramente- mi guardò. Sentivo che le lacrime stavano per salire, ma le ricacciai indietro.
-Harryuccio!- squittì qualcuno. Mi girai, e vidi una ragazza a me sconosciuta. Si avvicinò a lui e lo baciò. Lui la scansò.
-non ora, Layla-
Che cavolo di nome. –non ne vale la pena Harry, davvero. Ciao- strattonai il braccio e me ne andai.
-lei non sarebbe dovuta venire!- mi gridò. Non mi voltai, e tirai avanti fino a raggiungere Nathan.

-parti, ti prego-
-cos’è successo?-
Tentennai –ho…litigato con Harry-
Fece scattare la cintura di sicurezza e stava per aprire la portiera, se solo non mi fossi letteralmente fiondata sopra di lui –fermo!-
-lasciami andare, deve smetterla!-
-non voglio, lascia perdere!- fortunatamente aveva una macchina spaziosa, così riuscii quasi ad alzarmi e a bloccarlo.
Si fermò, ed alzò il viso per guardarmi meglio –perché?-
-perché non capirebbe comunque, e non voglio che tu lo faccia- dissi, accarezzandogli il viso.
-ok, rispetto la tua decisione…- disse, titubante ma sincero.
Lo lasciai libero, tornando al mio posto. Lui si rimise la cintura, poi accese la macchina e partì. Arrivammo a casa mia, stranamente vuota.
-i tuoi non ci sono?- mi chiese lui.
-a quanto pare no…- presi il cellulare e li chiamai, non avevo neanche le chiavi di casa.
-pronto?-
-dove siete?-
-a cena!-
-perché non me lo avete detto? Io sono tornata e non ho le chiavi-
-scusa tesoro, pensavamo facessi più tardi, se vuoi arriviamo-
Guardai Nathan –non vi preoccupate, Nathan aspetterà con me-
-sicura?-
-si-
-ok- e riattaccai.
-allora?- fece lui –vuoi che aspetti?-
-se non hai nulla da fare e ti va, si-
-ovvio! Vuoi andare da qualche parte? A prendere qualcosa?-
-no, non voglio farti fare più giri di quanto già non avrai fatto…rimaniamo qui-
Riaccese il motore per l’aria condizionata, poi disse – vieni dietro, almeno staremo più comodi-
Mi alzai, per poi prendere posto nel sedile posteriore. Lui entrò –non hai caldo?- Iniziò a togliermi il cappello e la sciarpa, per poi passare al cappotto.
-ora va meglio- gli sorrisi.
Si avvicinò, e iniziò a baciarmi il collo, provocandomi brividi ovunque. Mi tirò a sé, e finii per ritrovarmi a cavalcioni su di lui. Fortuna che avevo i jeans! Poi passò a mordermi il lobo dell’orecchio, e a fare su e giù con le labbra sulla mascella. Lo attirai a me, più vicino, affondando le mani nei suoi capelli. Raggiunse le mie labbra e iniziammo a baciarci con foga. Le sue mani che mi tenevano i fianchi, e che ogni tanto scendevano; le mie che si muovevano sul suo collo.
-hai le mani ghiacciate- rise lui, sulle mie labbra.
-scusa- risposi, spostandole sulle sue braccia.
-no, mi piaceva- disse lui, riportandole sul collo. Iniziai a giocare con il colletto della camicia che indossava, mentre lui tendeva ad alzarmi la maglia. Mi fermai.
-che c’è?-
Tirai giù il bordo della maglia –non affrettiamo ulteriormente le cose-
-daiii- mi riattirò a se.
-no, davvero- dissi, richiudendogli la camicia a malincuore.
-come vuoi- disse lui. Tornai a sedermi normalmente, e lui fece lo stesso. Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, Nathan mi fece sdraiare su di lui, appoggiando il mento sulla mia testa. Mi voltai verso il suo petto, mentre lui iniziò ad accarezzarmi i capelli.
-così potrei anche addormentarmi- dissi, sorridendogli, e accarezzando il braccio che mi cingeva.
-io anche- disse, con un brivido –specialmente se continui così-
-bene allora- continuai –male che va ci addormentiamo- conclusi.
-non ci sono problemi-
E così accadde. Ad un certo punto sentii dei rumori, e una luce mi accecò.
-sveglia!-
Mamma.
A malincuore, mi tolsi dal corpo caldo di Nathan, che nel frattempo era diventato paonazzo.
-mamma, non puoi entrare? Tanto ora sono sveglia- dissi.
Lei mi guardò, incerta sul da farsi. So che aveva voglia di dire qualcosa, ma si trattenne e, dopo aver salutato Nathan, rientrò in casa. Controllai l’ora: le 2 e mezza.
-i tuoi non saranno preoccupati?- chiesi a Nathan, rimettendo il cappotto.
-no, li avevo avvertiti di non aspettarmi- rispose, con sguardo malandrino. Peccato che il suo progetto di portarmi a letto fosse fallito, ed è stato un bene! Ci conosciamo da troppo, davvero troppo poco tempo.
-ah, ok…mi dispiace averti fatto star via così tanto-
-non scherzare- si avvicinò per lasciarmi un tenero bacio sulle labbra –domani vogliamo vederci?-
Domani. Domani era un bel giorno. Il mio compleanno. E non ne avevo parlato a nessuno, solo perché avevo promesso ai miei di andare con loro in un ristorante ‘chic’, dove non potevo portare una folla di ragazzi impazziti. Che poi folla, eravamo 10 al massimo! Ma vabbè.
-ehm, domani non posso…-
Mi guardò, confuso –come mai?-
-ho un impegno con i miei- improvvisai.
-capisco, se poi cambi idea basta un messaggio e sono da te, lo sai-
-si- gli sorrisi –buonanotte-
-buonanotte- e uscii dalla macchina, per rientrare a casa.

Mamma mi aspettava sul divano, in pigiama, papà era già a letto. Mi guardava con sospetto. Che si pensava?
-che c’è?- le chiesi, stancamente.
-domani è confermato che vieni al ristorante, vero?-
Tutto qua? –certo!-
Si tranquillizzò –ok, ora vado a letto!- e andò in camera. Quella donna era strana! La conoscevo da 18 anni, anzi 19, e ancora mi stupiva.
Andai anche io a dormire, salendo stancamente le scale.

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Salve a tutti! :D
Litigata number 2! ahahah beh, Harry fa lo scemo, e Claire ci sta male. (tipico anche nella vita reale, tra l'altro ._.)
Però, come avrete letto, verso la fine lui tenta di scusarsi sinceramente...che abbia deciso qualcosa? e Claire, cosa ne penserà?
Vedremo nel prossimo capitolo cosa accadrà durante il suo compleanno ;) intanto voi, per chi "tifate"? Nathan o Harry? (io non posso dirlo, sarei di parte u.u)
fatemi sapere! :)
Grazie mille a tutti, come sempre!
A presto! ;)

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Capitolo 9
*** "Happy Birthday!" ***


Primo giorno di vacanza. Diciannovesimo compleanno.
Quanta euforia!
Però dovevo ammetterlo, mi alzai alquanto felice, principalmente perché non ero costretta ad andare a scuola e quindi avevo potuto dormire di più.
Mi alzai dal letto e andai ad accendere il cellulare. Sapevo che oggi sarei stata un centralino di chiamate dall’Italia. O almeno speravo di non esser stata completamente dimenticata. Erano le 10 del mattino e, dopo essermi sciacquata la faccia e pettinata i capelli, scesi.
C’era un mazzo di fiori sul tavolo e un pacco sotto con un bigliettino. La casa era vuota.
-eh che diamine, potevano pure aspettare per farmi gli auguri per uscire! Genitori scellerati!- borbottai, scocciata.
Mentre aspettavo che il latte si riscaldasse, aprii il biglietto e poi il pacco.
Sul biglietto c’era scritto ‘auguri tesoro! Scusaci ma siamo dovuti scappare, piccolo imprevisto! Goditi il regalo!’  sorrisi. Allora non se ne erano dimenticati!
Tirai fuori il latte dal microonde e presi il pacco. Era pesante, ma non troppo, e rettangolare. Strappai con curiosità la carta e mi ritrovai in mano un’ipad.
-oddio- i miei occhi brillavano. Li avevo assillati per farmelo comprare, e finalmente era mio! Iniziai  a ballare per la stanza come una pazza!
Dopo aver finito di ballare e fare colazione, tornai in salotto e controllai il cellulare. C’era una chiamata persa da Emma, così decisi di richiamarla.
-pronto?-
-auguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii- un urlo che avrei sentito anche senza telefono, tanto era forte.
-grazie- risi –come va?-
-alla grande! No, non è vero!- scoppiò a ridere –ti voglio qui!-
-anche io, non puoi capire quanto mi manchi!-
-cuuucciola! Come va la vita da londinese?-
-bene e male!-
-racconta tutto, sususu!-
Le parlai della scuola, di Nathan, di Candice (-io sono gelosa, eh!- sbottò ad un certo punto, facendomi ridere) e dei ragazzi, ed infine di Harry.
-è innamorato pazzo di te- concluse.
-siii boom! Non sono il suo tipo-
-perché?-
-non ho il fisico, e nemmeno il carattere, credo-
-il fisico ce l’hai cacchio!-
-no, devi vedere quelle che frequenta e poi mi capirai-
-io ti dico che è innamorato, stop! Ora devo andare, è un’ora e passa che parliamo non voglio farti spendere una fortuna-
-ma che dici! Comunque va bene dai, alla prossima chicca-
-un bacio, ciao Claaaaaaaaa-
Appena riattaccai, entrarono i miei a casa.
-piaciuto il regalo??- disse mamma, più gasata di me.
-sii- urlai, andandoli ad abbracciare.
-menomale!- disse papà.
-questo è per stasera- mi consegnò una busta.
-con queste- e papà un altro pacco.
-aprile dopo, ora devi chiamare i nonni-
-oooook- poggiai tutta la roba su in camera, e riscesi a chiamare. Volevo una scala mobile, cavolo! Troppo sforzo fisico fare su e giù.
Parlai e ricevetti tutti gli auguri da tutti i parenti che avevo in Italia, e finalmente, dopo aver staccato l’orecchio dalla cornetta, mi buttai sul divano.
-è pronto il praaaanzo!-
E NO! Dovevo rialzarmi –arrivo- risposi debolmente.
Ricontrollai il cellulare per l’ennesima volta. Nessuno si era fatto vivo, neanche Candice. Strano, pensai.
Dopo aver pranzato, feci un pisolino e poi iniziai a prepararmi per la grande cena. Aprii la busta e l’altra scatola, trovando un vestito e un paio di scarpe favolosi. Corsi dai miei a ringraziarli nuovamente, e tornai in camera.
Il vestito era lungo fino al ginocchio, più o meno, leggermente scollato, nero con dei motivi turchesi lungo la scollatura, che scendeva delicatamente sui fianchi. Le scarpe riprendevano il turchese del vestito, ed erano alte nella norma.
Avrei facilmente raggiunto Harry.
Ma perché dovevo pensare a lui proprio ora?? Tentai di cacciarlo dalla testa, e piano piano ci riuscii.

La sera giunse presto, e i miei si affrettarono per gli ultimi preparativi. Quando finii di prepararmi, scesi al piano inferiore, tra gli sguardi stupiti di entrambi, e poi raggiungemmo questo fatidico ristorante.
-cacchio, è bello!- dissi, ammirando il giardino tutto illuminato e l’immensa struttura.
-vero? E si mangia benissimo!-
-cosa più importante- risi.
Papà intanto era sceso dalla macchina e ci aveva preceduto, mentre mamma si era fissata perché doveva scattarmi delle foto. Iniziai a mettermi in posa, sentendomi una scema davanti ai passanti.
–ma’, abbiamo finito?- mi lamentai.
-l’ultima, l’ultima!- da quando tutta questa voglia di fotografare?
-sono 4 volte che ripeti le stesse cose! L’ultima e poi entro io!- sorrisi al flash e poi la trascinai verso il ristorante.
Mamma mi fece cenno di aspettare ed entrò, lasciandomi ancora fuori al freddo e al gelo. Dannazione!
-entra- mi disse, conducendomi nella sala.
-ma che…?- iniziai a dire, e poi li vidi.
Erano tutti lì, sorridenti e con le facce sbalordite nel vedermi entrare vestita e truccata in quel modo. Bè, mi ero impegnata tutto il pomeriggio per diventare una strafiga! Candice mi corse incontro e mi abbracciò.
-sei contenta?- disse mamma e vedendo la mia faccia, aggiunse –poi ti dico, ora io e papà ti lasciamo un attimo e andiamo a parlare con i camerieri-

Candice si staccò e disse  -perché non ci hai detto del compleanno, stupida??-
La guardai –non lo so! Non era importante!- farfugliai, imbarazzata.
-per noi si!- disse Louis. Tutti annuirono e mi vennero incontro per farmi gli auguri ed abbracciarmi.
-sei una figa stasera, lo sai italiana?- disse Niall, stringendomi a lui.
-grazie, folletto! Ma attento alla pettinatura!-
-scusi miss!- e scoppiammo a ridere.
Poi mi girai intorno, e vidi che mancava Harry.
-se cerchi Nathan, viene fra poco con William- interruppe i miei pensieri Candice.
-anche loro vengono?-
Mi guardò, stupita –certo!-
Esitai –e Harry?-
Lei mi guardò, con dolcezza –io gli avevo detto di venire, l’ora e il luogo, ma non mi ha fatto sapere nulla- sorrise, tristemente.
-capisco…mi sembra ovvio- non lo so, ma speravo venisse.
-dai, hai Nathan!- disse lei, cercando di sollevarmi il morale.
Ma io non volevo Nathan, volevo Harry. Si, era sciocco da parte mia pensarlo, ma era così.
-già- sorrisi debolmente.

Le porte si aprirono, ed entrarono proprio William e Nathan. William raggiunse Candice vicino a me, e mi fece gli auguri. Nathan era rimasto a bocca aperta davanti alla porta. Sorrisi, nuovamente felice, e gli andai incontro.
Io a lui piacevo, probabilmente, più di quanto lui piacesse a me. Stavo bene con lui, ma l’esserci messi insieme aveva affrettato troppo le cose, e mi metteva a disagio a volte. Sentivo che qualcosa mancava.
-hai perso l’uso della parola?- dissi, avvicinandomi.
-vieni qui- mi strinse in un abbraccio, per poi alzarmi il volto e baciarmi –sei stupenda! Auguri- un altro bacio.
-grazie- sussurrai sulla sua bocca.
-era questo il tuo impegno?-mi chiese, divertito.
-si- ammisi.
-sciocchina!- mi diede un buffetto sulla guancia.
Andammo a prendere posto, i miei tornarono e iniziammo a mangiare.
Vicino a me era seduto Nathan, che ogni tanto mi accarezzava o il braccio, o la coscia, e in quel caso spostavo la mano per non farla salire troppo.
Dall’altra parte del tavolo, vicino a Liam, il posto era vuoto, e di Harry non c’era traccia.

Alla fine delle portate, l’ennesima sorpresa dei miei era un dj.
-divertitevi!- disse mamma.
La guardai, sconvolta da quest’ondata di vita. -voi dove andate?-
-ci sono i nostri amici dillà,vi lasciamo in pace! Torniamo per la torta!- e così dicendo, si dileguarono.
Iniziammo a ballare, e ad un certo punto sentii uno spiffero d’aria e il rumore della porta che si chiudeva.
Mi girai. Harry era davanti alla porta, con una busta in mano e dei fiori, che mi fissava imbambolato.
Senza pensare a qualcosa e agendo d'istinto, lasciai la presa di Nathan e lo raggiunsi, fermandomi a pochi passi da lui.
Tutti si voltarono a guardarci, io ero in imbarazzo, e lui anche. Per questo ad un certo punto mi prese per il braccio e mi portò nella stanzetta adiacente, chiudendo la porta.
Ci fissammo ancora per un po’. Lui posò la busta su un tavolo vicino, insieme ai fiori, senza lasciare la presa sul braccio, e mi attirò a lui. All’inizio rimasi bloccata per la sua presa d’iniziativa, ma alla fine gli buttai le braccia al collo e risposi all’abbraccio. Rimanemmo così per un bel po’, senza dire nulla, e alla fine ci staccammo.
-sei bellissima- sussurrò.
Abbassai lo sguardo –grazie- risposi, tristemente.
-che ho detto di male, ora?-
-nulla, stavo solo pensando-
-a cosa?-
-al fatto che….- mi bloccai. Non volevo farmi vedere più insicura di quanto non fossi, quindi mentii –sei in ritardo-
-si, scusa….Layla….-
Giusto, Layla. –capisco….ora stai con lei?-
-no, l’ho mollata stasera, ecco perché ho fatto tardi-
Alzai il viso ed incontrai i suoi occhi. Fottutamente belli. –e perché l’hai lasciata?-
-mi piace un’altra-
-ah si?- dissi, sarcastica –e stavolta chi è? Jamie, vero? Ancora ti manca!-
-no-
-e chi? Selena?-
-no-
-aah è vero! Samantha! Lo sapevo-
-NO!- gridò, spazientito –sei tu, cazzo! TU! CLAIRE SMITH!-
Mi azzittii, sbalordita. La porta si spalancò.
-Claire, esci fuori da qui- disse Nathan, con tono risoluto.
-vattene, stavamo parlando- mi si parò davanti Harry.
-vuoi il pugno che ancora mi trattengo dal darti?-
Harry lo guardò, sprezzante.
-lascia in pace la MIA ragazza!- poi mi prese, e mi portò fuori.
La musica continuava ad andare, e io non riuscivo a capire più nulla.
Nathan mi prese per le spalle, e fissandomi disse –ti ha fatto qualcosa? Vuoi che lo picchi?-
Lo guardai, e presi una decisione. –Nathan, esci un attimo fuori? Vorrei parlarti-
Lui annuii titubante e uscimmo.

Mi guardava, nervoso da ciò che era appena accaduto.
Mi dispiaceva mettere il carico da novanta, ma era inutile continuare con la farsa –Nathan, è….è meglio se la finiamo qui-
Lui mi guardò, sbalordito –cosa?-
-non ha senso continuare…io con te sto bene, molto bene! Sei un ragazzo bello, disponibile, gentile…ma sento che esserci messi insieme così presto è stato un male..-
Mi interruppe –dimmi la verità- la sua voce era calma, ma nascondeva una traccia di freddezza.
Esitai giusto qualche secondo, e alla fine decisi di essere sincera con lui –sarò sincera, io ho accettato di uscire con te in un momento di debolezza in seguito ai continui litigi con Harry. Però più andiamo avanti, più capisco che mi manca qualcosa. A me piace lui, e non voglio più prenderti in giro e tenerti, quando puoi avere molte altre ragazze più belle e speciali di me-
Lui rimase in silenzio. Poi parlò –lo sapevo, me n’ero accorto che le cose non andavano…- ammise, tristemente –sappi, però, che non ti scorderò. Non scorderò il sapore dei tuoi baci, il tuo profumo, i tuoi grattini –rise –e apprezzo la tua sincerità, nonostante non condivida tutto ciò!-
Alcune lacrime scesero sul mio viso –mi dispiace-
-non dispiacerti, quel che è fatto è fatto- rispose, distaccato –ora vorrei tornare a casa, scusami-
-certo, lo capisco…-
Non so, ma vederlo così freddo e distante mi faceva più male. Avrei preferito una sfuriata a quel suo tono calmo.
-questo era per te, voglio dartelo comunque, almeno ti ricorderai- mi consegnò una scatoletta.
L’aprii e vi era dentro un braccialetto d’argento con un pendente: una macchinetta fotografica. Lo guardai.
-il nostro primo appuntamento- mi disse, allacciandolo al mio polso.
-è un pensiero stupendo- tentai di sorridere.
-sono contento che tu l’abbia apprezzato-
Entrammo dentro, e lui mi superò andando a liberare il suo posto affianco a me. Prese il cappotto e passò davanti ad Harry, che era rimasto in mezzo alla sala.
Poi si girò, e gli ammollò un pugno in pieno stomaco. Mi portai le mani alla bocca, inorridita.
-scusa, ma dovevo farlo. Ancora auguri- mi disse, ed uscì.

La musica a quel punto si era fermata, e tutti guardavano prima me, e poi Harry. Lui, ignorando tutto e tutti, mi venne incontro. E la musica ripartì, fortunatamente.
-scusami- dissi, con voce spezzata.
Lui si avventò sulle mie labbra, ma mi scansai –non correre- dissi, debolmente. Volevo disperatamente un suo bacio, ma non era il momento opportuno.
Mi guardò, con aria interrogativa.
-mi hai fatto passare le pene dell’inferno, per quanto sei stronzo-
-lo so…ma mi piaci da impazzire, cazzo!-
-perché me lo dici solo ora?-
-me ne sono reso conto ultimamente, quando cercavo di dimenticarti- mormorò.
-volevi dimenticarmi?- chiesi, sconvolta.
-si, nessuna ragazza mi aveva attratto come te, e mi sentivo spaesato di fronte a questo nuovo…sentimento-
Io gli piacevo.
Non riuscivo a crederci!
-non dire stupidaggini, Harry. Ho visto le ragazze che frequenti, e non sono come loro, per niente-
-per questo mi piaci-
-ti prego, smettila di prendermi in giro! Io non ho un corpo perfetto come una cheerleader! Io ho la cellulite, i fianconi, le smagliature! Non illudermi con queste cavolate!- gridai, in lacrime.
-non ti sto prendendo in giro, assolutamente- si avvicinò, posando le mani sui miei fianchi.
-smettila- tolsi le sue mani.
-perché sei così dannatamente insicura? Perché non riesci a credermi?-
-perché mi hai ferita, Harry-
-permettimi di riparare, cerca di capire che non ti sto mentendo, Claire. Mi piaci! Mi piaci da morire! Ti voglio!- si riavvicinò –mi piaci tu, TUTTA! In ogni tuo aspetto, in ogni tuo pregio e difetto- il suo pollice sfiorò le mie labbra. Baciò la mia guancia, in corrispondenza di una lacrima caduta. –d’ora in poi sarò tuo, e farò di tutto per farti innamorare di me-
Non servirà molto, pensai, amaramente. –voglio davvero fidarmi di te, Harry-
-fidati-
-ma se solo…-
-fidati- mi sorrise, prendendomi la mano e poggiandola sulla sua guancia.
Lo abbracciai, posando il viso sulla sua spalla e respirando tutto il suo profumo. Le sue mani seguivano il profilo della mia schiena, e mi tenevano strette a lui.

Un applauso. Le luci si erano accese, e i nostri amici ci accerchiarono, urlando –finalmenteeeeee!-
Io alzai il volto e scoppiai a ridere, tra le lacrime –ho pianto più questi mesi che in tutti i miei 19 anni di vita, rendetevi conto!-
Louis ci guardava, e venne ad abbracciarmi –sono così felice, ragazzi! Non sapete quanto-
Candice ci raggiunse, e mi strappò dalle braccia di Harry –se solo la fai soffrire di nuovo sei morto, Hazza!-
Lui mimò un ‘grazie’ con le labbra, sorridendole.
-sei stata tu?- chiesi, con un sorriso.
-ho un pochino aiutato il ragazzo smarrito, per rimetterlo sulla retta via- disse, fulminandolo con lo sguardo. L’abbracciai.
Poi tutti gli altri ci circondarono in un mega abbraccio collettivo, e io ritrovai la mano di Harry nella mia.
-che succede qui??- gridò mia madre, entrando.
-abbraccio di gruppo signora, vuole unirsi?- urlò di rimando Niall.
-no grazie- rise mia madre –è ora della torta!-
La torta entrò in sala, e dopo aver cantato ‘tanti auguuuri a me’ con speciale arrangiamento fatto dai ragazzi, facemmo altre foto e infine aprii i regali.
Harry, che si era allontanato per andare a prendere busta e fiori, mi si avvicinò, consegnandomeli.
-questi sono da parte mia, era per farmi perdonare- mi disse.
-grazie, riccio-
Lui sorrise –quanto mi mancava sentirtelo dire!- poi mi consegnò la busta.
La aprii e dentro vi era un bigliettino e una scatola. Sul bigliettino c’era scritto ‘tanti auguri, italiana che neanche ci fa sapere quando è nata!’ scoppiai a ridere. Poco più sotto c’era scritto altro ‘p.s. questi sono i nostri primi autografi, tieniteli cari, varranno un sacco fra poco! I One Direction sfonderanno, baby!’
Alzai il viso, e ridendo, mi gettai verso tutti loro –avete trovato il nome allora!-
-ti piace? E’ idea di Harry-
Mi girai verso di lui –perché proprio One Direction?-
-perché suona bene!-
-e anche perché è la nostra unica direzione!-
Tornai ad aprire la scatoletta, nella quale trovai una collana con un pendente a forma di cuore. Lo misi subito al collo, guardando Candice.
-si, è così bello perché l’ho scelto io! Dovevi vedere le idee di questi 5!- disse, quasi schifata.
Andai ad abbracciarla di nuovo –grazie Cand-
-e di che, tesoro- disse, per poi tornare da William.
I miei mi guardavano –manca una cosa-
Un’altra? Oddio non ce la facevo più a forza di sorprese! Mi si avvicinarono con una busta, come quelle delle bollette.
-tieni-
Vi guardai dentro. Un biglietto aereo. Guardandoli confusa, lo estrassi, e lessi la destinazione.
-ITALIA?!-

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Ciaaaao :3
Sto aggiornando il più presto possibile, visto?
sono brava, lo so u.u
Siete felici per questo riavvicinamento tra Harry e Claire?! Che ne pensate?
E della reazione di Nathan? 
Ovviamente le cose non potevano filare liscie fino all'ultimo, quindi ora sorge un altro piccolo ostacolo: il viaggio in Italia.
Che succederà?
Beh, lo scoprirete leggendo ;)

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Capitolo 10
*** ITALIA?! ***


 –ITALIA??-

-non sei contenta?? Partiamo per le vacanze di natale!-
Ero sconvolta. E il colpo di grazia stava arrivando, mentre lessi la partenza. –DOMANI A MEZZOGIORNO C’E’ L’AEREO?- gridai.
Gli altri mi guardarono, anche loro senza parole. I miei non capivano cosa non andasse.
-si! Le valigie sono già pronte!-
-oddio- sussurrai.
Io volevo tornare in Italia, volevo rivedere i miei amici, i miei parenti e tutto! Anzi non vedevo l’ora.
Ma doveva succedere proprio ora che avevo trovato pace?
Che Harry si era dichiarato? Ora che avremo potuto approfondire la conoscenza?
Non era giusto! E poi sarei dovuta partire domani!

Alzai lo sguardo sugli altri, che fortunatamente avevano ripreso a parlare. Harry, invece, continuava a guardarmi, dispiaciuto.
-non ti piace la sorpresa?- mi si avvicinarono i miei.
-si, certo che mi piace! Un po’ di tempo in Italia può solo che farmi piacere!-
Si tranquillizzarono –menomale!-
Gli sorrisi, riconoscente –grazie di tutto!-
Mamma rispose al sorriso, e poi disse -Claire, ora noi andiamo a pagare e poi a casa, perché mi sento poco bene, e vogliamo essere in forze per domani…puoi chiedere un passaggio a qualcuno? Nathan?-
Il mio compleanno e dovevo pure elemosinare un passaggio, pensa tu!
–Nathan non c’è più- dissi –ma mi arrangerò non preoccuparti! Hanno tutti l’auto-
-sicura??-
-si, non preoccuparti!-
Dopo aver salutato tutti, ci lasciarono definitivamente.

-sei felice?- mi disse Harry, sorridendo tristemente.
-si e no…-
-perché?-
-perché volevo stare con voi, ma devo partire-
-anche io volevo stare con te- ammise –ho sprecato tanto di quel tempo, invece di starti accanto...-
Non risposi, e abbassai lo sguardo.
Lui continuò, prendendomi le mani –però comunque tornerai, è questo l’importante! E ci accompagnerai ai provini! Sarai lì, con me-
-si, è vero- sorrisi.
-ti accompagno io a casa- decise e, cingendomi con il braccio la vita, raggiungemmo gli altri.
La musica aveva ripreso, e continuammo a ballare fino a notte fonda. Di ciò me ne sarei pentita il giorno dopo, probabilmente, ma poco mi interessava! L’importante era godermi le ultime ore prima della partenza.

Arrivò il momento dei saluti, e fui strapazzata da tutti.
-portami qualcosa da mangiare dall’Italia!- si raccomandò Niall.
-certo folletto!-
-e divertiti, mi raccomando!- dissero Zayn e Liam.
-potremo fare una video chat durante le ultime prove, che ne dici?- propose Louis.
-affare fatto!-
-dai!-
-grazie di tutto ragazzi, davvero!- li salutai uno ad uno.
Rimase William, che si avvicinò per ultimo –buon compleanno, ancora!-
-grazie Will, e scusami per la scenata con Nathan-
-non preoccuparti, mi dispiace per lui e per te, ma se sta bene a voi sta bene anche a me- sorrise.
Gli risposi, e poi se ne andò con Candice, che urlò –domani vengo a svegliarti io, bella!-, facendomi scoppiare a ridere.
-pronta a tornare a casa, mademoiselle?- mi chiese Harry, prendendomi per mano.
-oui!- risposi, stingendola.

Salii in macchina. Era una vita che non sentivo più il suo buon odore.
Mi sistemai comodamente sul sedile e distesi le gambe.
-stanca?- chiese Harry, divertito, notando la mia posizione.
-leggermente, ho i piedi doloranti!-
-non toglierti le scarpe, o mi farai svenire!- scherzò.
Risi -non fare troppo il simpatico, riccio!-
-ma io non lo faccio, lo sono e basta!- decretò, convinto.
-parti e stai zitto- dissi, ridendo.
Giunti a casa, era l’ora dei saluti pre-partenza. Notai che lui continuava a mascherare un po’ di dispiacere, come facevo anche io.
-bè, buon viaggio allora!-
-grazie riccio- dissi, spettinandogli i capelli.
-ei!- iniziò a farmi il solletico.
-smettila- lo pregai, tra una risata e l’altra –dai!-
-che ottengo se lo faccio?- chiese, ammiccante.
-ti dico cosa ottieni se non lo fai- farfugliai.
-ah si? Allora continuo-
-ok, ok! Mi arrendo! Quello che vuoi!-
Si bloccò, improvvisamente serio. Iniziò ad avvicinarsi, lentamente. Il mio cuore batteva a mille dalla vicinanza.
-quello che voglio?-chiese, con voce profonda e dannatamente sexy.
-dipende…-
-da cosa?- continuò, come prima.
-da quello che mi chiedi- ansimai, sentendo la sua mano sulla mia gamba.
-se ti chiedessi un bacio?-
Senza darmi il tempo di rispondere, le nostre labbra si toccarono. Sentii un uragano dentro il mio stomaco, e dentro il mio cervello, mentre la sua lingua si faceva spazio nella mia bocca, e giocava insieme alla mia. Mi attirò a se, e continuammo a baciarci con foga, come se fosse la nostra ultima notte, come se quello rappresentasse il bacio tanto atteso.
Mi staccai.
-cosa c’è?- chiese, confuso.
-non sai da quanto tempo sognavo una cosa del genere- ammisi, abbassando  lo sguardo con imbarazzo.
-e ora che c’è, ti scansi?-
-ti sembrerò sciocca, ma sono confusa da tutto quello che è successo oggi...-
-ho capito, non ti piaccio abbastanza. Ma ti conquisterò!-
-fosse quello il problema! Il problema è che mi piaci così tanto da far paura!- ammisi, sconvolgendo anche me stessa.
Non pensavo avrei avuto tanta forza e convinzione nel dire una cosa del genere, ma lo avevo fatto.
-e allora vieni qui- mi riavvicinò, lasciandomi un bacio più dolce questa volta, carico di significato.
Baciava da favola! Ero in estasi totale. –mi sei mancato, riccio-
-anche tu, non sai quanto!- sorrise –posso dirti una cosa?-
-no, ti prego!- mi misi le mani nei capelli.
Non mi ascotò -baci da paura! Quante cose avremo potuto fare fino ad oggi!- confessò, provocante.
Avvampai –grazie…anche tu non sei niente male!- farfugliai.
-ah grazie! Preferivi il quarterback?-
-bè, ci sapeva fare anche lui eh!- lo provocai, divertita.
-ok, addio-
-dai sciocco- gli scoccai un bacio sulla guancia –ora devo andare…ti chiamo appena atterro!-
-vengo domani mattina all’aeroporto!-
-no, ti prego…- dissi, con la voce tremante.
-perché?-
-sarebbe più difficile salire sull’aereo se ti vedessi lì. Non complicarmi le cose-
-ma voglio vederti…-
-anche io, ma non sopporterei di lasciarti lì-
-se è quello che vuoi, va bene…-
-scusami-
-no, forse è meglio così per entrambi…non ti lascerei partire, ma ti porterei a casa a fare altro!-
-Harry!- lo rimproverai.
Rise –credimi, non te ne pentiresti-
-smettila dai! Sii più dolce e romantico!-
-mi farai impazzire, Claire!-
-è quello il  mio obiettivo- dissi, facendogli l’occhiolino e scendendo dalla macchina. Lui fece lo stesso, e mi strinse in un ultimo abbraccio.
-buon viaggio, ci vediamo fra qualche giorno!-
-grazie, ci sentiamo prestissimissimo!-
Mi avviai verso la porta, e mi girai a salutarlo con la mano. Avevo gli occhi lucidi, e lui mi sorrise. 
"grazie"
 
L’ora della partenza arrivò subito, e io avevo il terribile presentimento di aver scordato qualcosa.
-Claire, saluta Candice perché poi partiamo!- mi strillò mamma dal piano inferiore.
-CANDICEE! SALI!- urlai di rimando, non vedendola arrivare.
Si affacciò alla porta, mentre io mettevo sottosopra la stanza in cerca di non so cosa.
-che diamine stai facendo?-
-ah eccolo!- urlai, trionfante –il caricabatterie! Menomale che me ne sono ricordata!-
-stai fusa, fattelo dire-
-simpatica!- mi voltai verso di lei, sorridente.
-era da tanto che non ti vedevo così allegra- ammise, sorridendo.
-forse non lo sono mai stata così tanto!- dissi –ed è anche grazie a te-
-bè, è così che si fa tra amiche, no?- venne ad abbracciarmi –quando ritornerai?-
-ancora non lo so, ma credo rimarremo massimo una settimana…-
-ok…-
-CLAIREE!-
Dannazione! -ARRIVO!-
Scesi dalle scale, carica di borse, e seguita da Candice.
Ci abbracciammo un’ultima volta e lei, dopo aver salutato i miei, tornò a casa. Noi salimmo in macchina e partimmo.

Giunti all’aeroporto, impiegammo un’ora per il check-in, e finalmente salimmo sull’aereo, pronto a decollare.
Neanche il tempo di chiudere gli occhi, che eravamo atterrati.
Roma.
Entrati a Fiumicino, trovammo ad aspettarci zia.
-ben arrivati!- ci accolse, venendoci incontro.
-zia!-
-eccola la mia nipotina! Auguri passati!- mi stritolò in un abbraccio.
-grazie- l’abbracciai.
Notai che li vicino c’era una ragazza, apparentemente in cerca di qualcuno. Focalizzai lo sguardo e la riconobbi.
-EMMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!- gridai, facendola voltare.
Sentendo il suo nome, si girò di scatto. Spalancò gli occhi e iniziò a correre in mia direzione –OHMIODDIO! CLAIRE!-
Ci abbracciamo con talmente tanta foga, che rischiammo di finire per terra a gambe all’aria. Scoppiammo a ridere.
-Emma, ciao!- ci raggiunsero i miei, insieme a zia, con le valige appresso.
-salve!- abbracciò anche loro.
-vieni da noi, Emma?-
-no, grazie, vi lascio in pace per ora! Ci vediamo dopo- sorrise.
-va bene-

Dopo averla portata a casa, arrivammo nella nostra.
O meglio, eravamo ospiti a casa di mia nonna, dato che per il trasferimento avevamo venduto la nostra vecchia casa.
Appena varcata la soglia, venimmo inondati da un odore di cibo incredibile.
Subito pensai a Niall, così gli inviai un messaggio, con scritto:
‘non puoi capire cosa ha preparato mia nonna per pranzo!’
Poi mi ricordai che dovevo chiamare Harry! Ma ora venivano prima i saluti.
-ciao, bella di nonna!- mi accolse, pizzicandomi la guancia. Tipico!
Non ero più abituata a sentir parlare italiano, e mi ci volle un minuto per riconvertire il cervello e dare una risposta decente.
A nonna seguì nonno, e dopo un po’ zii e cugini. Insomma, una rimpatriata completa! Dissi tanti di quei ciao, che ora l’unica parola che ricordavo era quella.
Dopo aver finito di pranzare e tutto, ovvero nel tardo pomeriggio, mi rinchiusi in camera e chiamai Harry.
-ce l’hai fatta!-
-scusa, è che sono stata assalita dai parenti-
-e il tempo per mandare un messaggio a Niall l’hai avuto, però!- esclamò, risentito.
-era solo un semplice messaggio, dai!-
-non fa niente, io sono geloso-
Riuscivo a immaginare la sua faccia imbronciata dal tono, e scoppiai a ridere - di cosa sei geloso? Mica siamo fidanzati-
Esitò - ah no?-
-boh, tu che dici?-
-io dico che lo siamo…-
Cercai di trattenermi dall’urlare di gioia –bè, allora è così- farfugliai, ostentando un tono disinvolto e contemporaneamente buttandomi sul letto, sopra al quale iniziai ad agitare le gambe come una pazza isterica. Sentii un botto. –Harry?-
-che? Scusa ero andato a….-
-sbattere alla porta, bello mio- concluse Louis per lui dall’altra parte della cornetta.
-finiscila, idiota!- gli rispose Harry, lanciandogli qualcosa.
-non vuoi far sapere alla tua ragazza quanto sei cretino?- gli strappò il telefono dalle mani, e continuò a parlare con me –ciao Claire!-
-ciao, Lou! Comunque sapevo già che era un cretino- dissi, ridendo, mentre Harry continuava ad insultarlo.
-non puoi capire cosa ha fatto subito dopo la tua risposta! Harreh! Harold! Smettila di menarmi! Sto parlando- sbottò.
Un altro botto.
-eccomi, scusalo-ritornò Harry.
-riuscite a farmi morire dalle risate anche a distanza-
Rise –come è andato il viaggio?-
-bene! Lo sai che mi fa strano esser tornata a parlare in italiano?-
-immagino! Che farai ora?-
Bussarono alla porta –sono io Cla!-
-entra Emma!- gridai, poi tornai a rispondere a Harry –è arrivata una mia amica ora, tu?-
‘chi è?’ mimò Emma con le labbra. ‘Harry’ le risposi. -oh cacchio! È lui?? Posso sentirlo?-
Misi il vivavoce –io sto con Louis e poi non so…-
-sei in vivavoce, comunque-
-e perché mai?-
-hiiii!-
-ciaao- disse, incerto –tu sei?-
-I’m Emma, Claire’s bestfriend!-
-figo, io sono Harry, il ragazzo-
-siiii lo so!- fece lei –che bella voce da inglese che hai!- si era innamorata anche lei, praticamente.
-grazie! Anche tu da italiana- rise –vi lascio allora, ci sentiamo dopo babe?-
-si riccio, a dopo!- attaccai, e mi girai verso di lei.
-raccontami tutto-
 
Parlai per non so quanto tempo, poi decidemmo di uscire. Così mi preparai e, dopo aver avvertito i  miei, uscii con Emma.
-hai qualche foto sua?- mi chiese.
Iniziai a smanettare con il cellulare, e alla fine la trovai. Era una foto di lui in mensa, mentre si punzecchiava con Louis.
-bè, è figo devo dire!-
-oh, decisamente!- sorrisi, imbambolata.
-e questo qui affianco?-
-è il suo migliore amico, Louis-
-ma tutti così belli li fanno a Londra!?- eslcamò, con gli occhi sgranati.
-aspetta…- le mostrai una foto di Zayn, Liam e Niall.
-oh.  Mio. Dio! Portami con te!-
Scoppiai a ridere –loro sono il mio gruppo di nuovi amici-
-voglio conoscerli!-
-li conoscerai-
-promettimelo!- mi allungò il mignolo, come facevamo da bambine.
-promesso- glielo strinsi.
Intanto avevamo raggiunto Trastevere. Faceva abbastanza freddo, e Emma mi fece entrare in un locale.
-SORPRESA!-
C’erano tutti i miei ex compagni di classe. Marco, Giacomo, Michela, Beatrice erano quelli più stretti, poi tutti gli altri.
-oddio, ciao a tutti!- dissi, venendo invasa da abbracci e baci.
-allora tutto bene?-
-il viaggio?-
-Londra com’è?-
Trascorsi la serata ad aggiornare tutti della mia nuova vita, a parlare di quanto fosse bella Londra e tutto il resto. Alla fine, esausta, tornai a casa e mi addormentai così come stavo, senza avere la voglia di cambiarmi.

I giorni trascorrevano rapidamente, con la casa sempre piena di gente, specialmente durante la Vigilia e Natale.
Rividi tutti i miei zii e cugini, venuti a fare gli auguri e a lasciare qualche regalo.Ricevetti tante di quelle cose che neanche avrei immaginato.
Ogni giorno mi sentivo con Harry, Candice e gli altri. A quanto pare i rapporti tra lei e Louis non stavano migliorando, perché ogni volta che sentivo uno dei due c’era sempre qualcosa che non andava.
-sta uscendo con quella, capisci??- diceva lei.
-e lei?? Se la fa con lui davanti ai MIEI occhi! Non ce la faccio!- diceva lui.
Facemmo anche una video chat, nella quale i due iniziarono un battibecco, al termine del quale Candice se ne andò via.

Mancavano ormai 3 giorni ai provini, e ancora non c’erano segni di partenza, così decisi di parlare con i miei.
-ma’, quando torniamo a Londra?-
-non lo so, credo dopo il compleanno di zio-
Aspetta, il compleanno di zio era…-MA MAMMA! NON POSSO TORNARE IL 13!-
-perché no?-
-I PROVINI!- gridai, allibita –te ne avevo parlato mesi fa! E ho continuato a farlo per le ultime settimane!-
-mi dispiace, ma non facciamo in tempo!-
Gli occhi iniziarono a bruciarmi, e la gola a farsi infuocata –mamma….-
-mi dispiace Claire, vorrà dire che li vedrai online-
-io volevo essere lì- sussurrai.
-ma non puoi, caso chiuso-si intromise papà.
-se prendessi l’aereo da sola?-
-cosa? Sei pazza?-
-dai, ho 19 anni!-
-no, basta!-
Li fulminai con lo sguardo –tanto ci vado, non potete trattenermi!- e scappai in camera.
Iniziai a piangere, quando il cellulare squillò.
-pronto?- borbottai.
-ehi! Che succede?- mi chiese Harry, preoccupato.
Tirai su col naso e risposi –ho parlato ai miei per sapere quando tornavamo…-
Lui tacque. Aveva capito, probabilmente. Così continuai –vogliono tornare il 13…-
-COSA?-
-si…-
-ma Claire!-
-non posso farci nulla!-
-lo avevi promesso! Ti prego, Claire-
-mi dispiace…- sussurrai, con le lacrime che iniziarono a salire di nuovo.
-Claire- la sua voce tremava –dimmi che vieni! Dimmi che troverai una soluzione-
-posso provarci, ma non promettertelo….-
-va bene…ora scusa, ma devo andare-
-Harry, ti giuro, mi dispiace!-
-anche a me…- e abbassò.

****************************************************************************************************
Hooola!
Italia.
Claire ora poteva vivere qualche giorno da vera coppia con Harry, ma è dovuta partire.
I giorni erano trascorsi bene, fino a questa nuova, fantastica, notizia. Harry l'ha presa male, e anche lei, ovviamente. Che succederà? Riuscirà a convincere i suoi e a partire, o rimarrà in Italia mentre i ragazzi si esibiranno?
Grazie a tutte quelle che stanno leggendo, hanno recensito e hanno inserito la storia tra le preferite e ricordate *--* Spero vivamente che la storia vi stia iniziando ad intrigare :)
Al prossimo capitolo! ;)

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Capitolo 11
*** X-Factor ***


*HARRY POV*


Abbassai il telefono, e lo buttai per terra.
-che succede?- chiese mia madre dall’altra parte della porta.
-niente!- gridai, aprendo la porta e uscendo di casa.

Non presi neanche la macchina, iniziai semplicemente a correre per raggiungere gli altri a casa di Louis.
Entrai in casa con il fiatone e la testa che pulsava. Mi fissavano tutti.
-NON VIENE! NON VIENE, CAZZO!- gridai, sprofondando nel divano e prendendomi la testa fra le mani.
-c…come non viene?- chiese Candice, sbalordita.
-I SUOI VOGLIONO RIMANERE FINO AL 13!-
-ma non può essere…-
-SI CAZZO! NON VIENE! E ME L’AVEVA PROMESSO!-
-dai, Harry, cerca di calmarti- disse Zayn, avvicinandosi.
-COME FACCIO A CALMARMI??-
-non l’ha fatto a posta-
-NON ME NE FREGA NULLA!-
Candice venne a sedersi affianco a me, abbracciandomi. Non volevo far vedere quanto ci stavo male, ma alla fine scoppiai –io…lei me lo aveva promesso! Sa quanto sia importante per me! Per noi!- mi asciugai violentemente una lacrima –quanto ci siamo impegnati! Quanto avevo bisogno del suo sostegno…-
-ma Harry, tu il suo sostegno lo avrai comunque-
-ma io voglio poterla stringere tra le braccia! Averla lì, fisicamente! Non puoi capire quanto sia stata dura lasciarla andare-
-ma lei tornerà comunque, e allora potrai tenerla per quanto vuoi!- Candice cercava di consolarmi, ma anche lei aveva preso male la notizia, come gli altri.
Riflettei  una attimo -forse hai ragione…non è colpa sua, non ne sapeva nulla- ammisi, cercando di respirare per calmarmi.
-infatti…-

*CLAIRE POV*

Passai i due giorni seguenti senza parlare a nessuno, come protesta. I miei iniziavano ad innervosirsi, nonna a preoccuparsi.
-e lascia che vada, no?- tentava di convincere i miei.
-no, mamma, basta! Lasciala perdere- faceva papà.
-ma che vi cambia? Sono 2 ore di aereo! È grande e vaccinata!- diceva nonno.
Io li guardavo, passivamente.
Domani ci sarebbero stati i provini, non avrei mai fatto in tempo, comunque.
Harry non mi aveva ancora richiamata, solo Candice si era fatta viva ieri, e io le spiegai l’accaduto, anche se Harry lo aveva già fatto per me.
I miei contraccambiavano il mio sguardo, poi si guardarono a vicenda.
Tutta la casa era silenziosa, si sentivano solo i loro respiri.
Alla fine parlarono.
-Claire, va bene, puoi andare!-
Che? Avevo sentito bene?
–cosa?- chiesi, incredula.
-puoi andare, ma mi raccomando stai attenta…-
Mi fiondai addosso a loro, abbracciandoli –oddio grazie, grazie!- poi andai anche dai nonni.
-grazie grazie grazieeeeeeeeeeeeeeeeee! Non ve ne pentirete! Oddioooo!- corsi a prendere il portatile per prenotare un volo last minute.
Poi chiamai subito Candice, e le raccontai tutto.
-COSA?? QUINDI VIENI??-
-SII! Ci avevo perso le speranze, ma oggi ho convinto i miei!-
-EVVAIIIIIIIIIIIII! Chissà come sarà contento Harry!-
-non dirgli nulla! Voglio fargli una sorpresa!-
-sii, dai!-
-aspetta però…come sta in questi giorni? Non vorrei che poi il provino vada male a causa mia…-
-sta meglio, si è rassegnato. L’ho convinto del fatto che lo vedrai in streaming e poi sarai sua comunque, anche se dovrà aspettare due giorni-
-va bene allora! Non puoi capire quanto sia emozionata!-
-sai dove sono gli studi?-
-si, mi sono già informata anche per quanto riguarda i mezzi di trasporto! A che ora sono i provini?-
-loro dovrebbero entrare alle 18-
-cacchio, spero di fare in tempo, ho il volo dopo pranzo!-
-si che ce la farai!-
-devo! Ora vado ad iniziare a raccattare la mia roba per casa, a domani! E mi raccomando, acqua in bocca!-
-contaci!-
 
-allora stai attenta!-
-si, mamma-
-non dare confidenza a nessuno-
-va bene, papà-
-dove vai a stare?-
-da Candice-
-buon viaggio- mi abbracciarono, e io andai ad imbarcarmi.

Arrivai a Londra alle 17. Cazzo, è tardissimo! Ci metto 40 minuti solo a raggiungere gli studi!
Mi precipitai alla fermata del bus, che era anche in ritardo. Imprecai.
-Claire dove sei??-
-appena salita sul bus! Voi?-
-appena arrivati! Stanno riscaldando la voce-
-cerco di fare il più presto possibile-
Appena il bus si fermò, iniziai a correre come una pazza, con la valigia sulle spalle.
-sa indicarmi gli studi per X-FACTOR??- chiesi con il fiato corto, ad un ragazzo che mi sembrava del posto.
-in fondo a destra, alla fine della strada-
-ok, grazie mille- urlai, riprendendo a correre.

Eccolo lì, il palazzo con gli studi. C’era una fila incredibile da fuori.
-Candice, c’è una fila pazzesca!-
-aspettami, arrivo e cerco di farti passare-
Erano le 17.55, e speravo che Candice riuscisse a risolvere il problema. Iniziai ad avvicinarmi alla porta, dall’altra parte delle transenne.
-CLAIRE SMITH, RIPETO, CLAIRE SMITH-
-IO! ECCOMI!- gridai, agitando le mani oltre la folla.
Il bodyguard richiese la mia carta d’identità e mi fece passare, tra le proteste degli altri.
Candice era già tornata dai ragazzi probabilmente, per non dare sull’occhio. Attraversai il corridoio per raggiungere il backstage.
-come vi chiamate?- disse una voce dall’interno dello studio televisivo.
-noi siamo i One Direction- rispose Liam.
Cazzo! Erano già entrati!
-ci rincontriamo- fece un uomo.
-speriamo che stavolta ci teniate, però!- sentii delle risa.
Entrai nel backstage e mi venne incontro Candice.
-sono appena entrati!-
-cacchio! Va bene, vorrà dire che mi troverà qui fuori….- dissi, ancora con il fiatone per la corsa.
Posai la valigia e mi accasciai per terra, a riprendere fiato.
Non mi resi conto che poco più in là c’erano tutti i genitori dei ragazzi. Anne mi venne incontro.
-Claire, ciao!- mi sorrise.
Scattai in piedi –salve, Anne, auguri di buon natale passati!- risposi al sorriso.
-grazie tesoro! Harry mi aveva detto che non saresti venuta…-
-sono riuscita a convincere i miei all’ultimo minuto, fortunatamente!-
-capisco! Avrai fatto una corsa, ti vedo sconvolta! Vuoi un po’ d’acqua?-
-no grazie, l’ho già presa- le sorrisi, gentilmente.
-scusi?- qualcuno mi toccò la spalla per farmi girare.
-si?-
-devo microfonarla…-
-ah, ok-
Mentre venivo microfonata come gli altri, partì la base di Torn. E i ragazzi iniziarono a cantare.
-oddio, sono ancora più bravi dell’ultima volta!-
-vero?-
-E senti Zayn!-
-ecco Harry!- dissi, con gli occhi che brillavano –e Louis!-
-non ne parliamo…-
-che è successo??-
-sta continuando ad uscire con quella!-
-e tu con William però…-
-che c’entra?? Io voglio che lui si faccia avanti!-
La canzone terminò, tra gli applausi della folla.
Io e Candice ci avvicinammo allo sbocco del backstage sul palco. I giudici stavano decidendo.
-allora, per me è SI! Bravissimi ragazzi!- disse una donna sulla trentina.
-assolutamente si!- disse Nicole.
Era il turno di Simon –dall’ultima volta che vi ho sentito, cantando da solisti, devo dire che avete fatto dei passi avanti enormi! Per questo vi do un si anche io! Complimenti-
I ragazzi mantennero a mala pena la ‘formazione’, attendendo per rispetto il giudizio dell’ultimo giudice.
-siete dentro ragazzi! 4 si! -
Esplosero in urla e risate, abbracciandosi. Io e Candice facemmo lo stesso, con le lacrime agli occhi.
-GRAZIE, GRAZIE MILLE!- gridò Liam, tornando nel backstage, seguito dagli altri.
Tutti andarono ad abbracciare le loro famiglie, poi si resero conto della mia presenza.
-Claire…- Harry stava abbracciando la madre, quando mi vide.
La lasciò e corse da me. Mi abbracciò, stringendo talmente forte da mozzarmi il fiato.
-sorpresa- gli dissi, sorridendo, e lui mi baciò, cingendomi la vita.
La telecamera ci stava riprendendo, e io mi nascosi dietro di lui.
“e intanto nel backstage nasce l’amore!” disse il presentatore.
Io ed Harry scoppiammo a ridere con le lacrime agli occhi, seguiti dagli altri.
-pensavo non saresti più venuta…-
-anche io, ma non potevo mancare, te l’avevo promesso-
-Dio, non sai quanto sono felice di averti qui in questo momento!-
-anche io, riccio-
E ci baciammo di nuovo, sotto lo sguardo confuso ma al tempo stesso felice, della madre.
-siete stati bravissimi, comunque!-
-da quanto sei qui?-
-sono arrivata nel backstage poco dopo che eravate entrati!-
-è per questo che Candice…a proposito, dov’è ora?-
Mi girai intorno…-manca anche Louis! Saranno usciti fuori….- ipotizzai.
-vieni- mi prese per mano e mi portò dalla madre. Io, imbarazzata, abbassai lo sguardo.
-Harry, so chi è lei- iniziò, con sguardo divertito.
-sai quindi che è la mia ragazza?- chiese, risoluto.
Sgranai gli occhi e iniziai a fissare il pavimento.
Interessaaanti quelle mattonelle!
Dannazione, era così strano sentirsi “fidanzata”. Con uno come Harry per giunta!
-bè, l’ho appena dedotto vedendovi- rispose, ridendo.
-ah, perfetto allora!- esclamò felice.
Io diventai ancora più paonazza  -ehm, vado un attimo in bagno-
-sai dov’è?- mi chiese Harry.
-mmh veramente no-
-ti accompagno!- e  mi trascinò via.

*CANDICE POV*


-bravissimi ragazzi!- dissi, andando ad abbracciarli, insieme a Claire.
Louis stava abbracciando le sorelle, poi si volse verso di me. Ignorai il suo sguardo, andando a parlare con Liam.
-Candice?-  Louis era dietro di me, con una mano sulla mia spalla.
Mi voltai, controvoglia.
-posso parlarti?-
Continuai a stare zitta, avevo giurato che non gli avrei più parlato, e così avrei fatto!
Lui, spazientito, mi prese per il braccio e mi portò fuori di forza. Le telecamere ci seguivano.
-lasciami, dannazione!- urlai, una volta usciti fuori.
-mi ha costretto, Cand!-
-a fare cosa? Comportarti da stronzo?-
-non mi sto comportando da stronzo!-
-hai anche il coraggio di dire di no??-
-volevo solo abbracciarti perché ero contento di aver passato i provini! Volevo il tuo sostegno, tutto qui, diamine!-
-te l’ho sempre dato il mio sostegno, cretino! Sei tu che continui a non accorgertene!-
-a non accorgermi di cosa, scusa? Ultimamente abbiamo litigato quasi quanto Harry e Claire!-
-ma alla fine Harry ha capito che stava sbagliando, e lo ha ammesso! Tu, invece, sei troppo tardo!-
-ma in cosa sto sbagliando? Illuminami perché non lo capisco-
Tentavo a mala pena di non riempirlo di schiaffi, mi stava portando al limite –in tutto! Anche ora stai sbagliando!- sbottai, con le lacrime agli occhi, sorpassandolo per rientrare dentro e scansando la telecamera insieme al cameraman.
Lui mi trattenne per la mano e, in un impeto, mi baciò. Io mi scansai.
-lasciami in pace!-
-non posso!-
-si che puoi, anzi, devi!-
-non devo un bel niente, tu sei mia!-
-eh no, tesoro, è qui che sbagli! Io sto con William!-
-tu non vuoi stare con lui, lo so! Il tuo posto è accanto a me, come dovrebbe essere da tempo!-
Mi bloccai, con le lacrime che scendevano ancora –non possiamo stare insieme-
-perché? Mi piaci da una vita, Candice!-
-perché io sto con William! E poi, se ti piaccio da una vita, perché me lo dici solo ora?-
-perché tu stavi sempre con qualcuno!-
-anche ora!-
-ma non me ne frega più niente! Specialmente di quel troglodita che ti starà tradendo anche in questo momento!-
Gli diedi uno schiaffo –taci!-
-guardami negli occhi e giurami che non provi nulla per me, Cand! E a quel punto me ne andrò-
Alzai lo sguardo, allacciandolo al suo. Quegli occhi azzurri mi facevano sciogliere ogni volta, e quelle labbra…
-Tu. Non. Mi. Piaci.- scandii le parole, una ad una, tremando.
Lui rimase sbigottito –ok Cand, va bene- si girò e fece per andarsene.
-fermati-
Si bloccò, e lo raggiunsi –non mi hai fatto finire!-
-non ti piaccio, l’hai ammesso! Che altro devi dire?-
-…che mi piaci da una vita, Lou!-
Terminata la frase, la sua bocca fu sulla mia e iniziammo a baciarci come non avevo fatto mai con nessuno.
Le sue mani mi stringevano i fianchi, e le mie erano posate sulla sua schiena calda.
-ora che fai con William?- mi chiese, quando ci staccammo.
-secondo te? Lo lascio, ovviamente! E tu con quella?-
-l’ho lasciata l’altro giorno, per te-
Sorrisi, e lo baciai di nuovo. –rientriamo?-
Lui per tutta risposta, mi prese la mano e mi condusse di nuovo dentro gli studi.

Appena entrai, mi squillò il telefono. William.
-pronto?-
-sei una puttana!-
-come ti permetti??- urlai.
-vai a baciarti con quello davanti alle telecamere? Eh?-
Ops, mi ero dimenticata che la scenata era stata ripresa –non pensavo fosse in diretta, non l’ho fatto volontariamente!-
-si certo!-
-e comunque hai fatto bene a chiamarmi-
-perché?-
-perché so che te la sei fatta con Trisha!-
-ma…-
-non mi interrompere! Tra noi è finita, vaffanculo!- e riattaccai, con un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra. Tutti si erano ammutoliti per ascoltare la conversazione, e Louis si buttò ad abbracciarmi.

*CLAIRE POV*


Aprii la porta del bagno.
-Harry?- chiesi, confusa, vedendolo entrare.
-non era una scusa per stare soli?-
Scoppiai a ridere –no, genio, non ti sei reso conto delle condizioni in cui mi trovo? Ho fatto un viaggio, e ho ancora la valigia appresso! Posso rinfrescarmi un attimo?-
-come vuole, signorinella!- disse, lasciandomi passare solo per…
-Harry!-
-ok, ok, la smetto- disse, distogliendo lo sguardo dal mio sedere e scoppiando a ridere.

Entrai finalmente in bagno e mi sciacquai il viso, tentando di non rovinarmi troppo il trucco.
E poi realizzai quello che era appena accaduto: io ero a Londra, stavo con Harry, che insieme ai ragazzi aveva passato i provini per x-factor…questo voleva dire che se avessero vinto, sarebbero partiti per un tour, avrebbero inciso dischi, e io?
Noi?
Che fine avremo fatto?
Tentai di cacciar via i brutti pensieri, e di pensare positivo, godendomi il momento.
-eccomi- dissi, uscendo.
-ma ciao!- disse lui suadente, spingendomi contro la parete.
-sai una cosa?- sussurrai.
-cosa?- chiese lui, baciandomi il collo.
-sei un figo oggi!-
-io lo sono sempre- mi fece l’occhiolino.
-giusto- scoppiai a ridere –comunque hai realizzato che ora dovrai andare ad x-factor?-
-ancora no, veramente-
-eh, fra un po’ dovrai farlo! Quando iniziate?-
-fra due settimane-
-già?!-
-si…-
-oddio, vi vedrò dalla tv, non ci posso credere!- dissi, appoggiandomi sulla sua spalla.
-e io non ti vedrò finchè non verremo eliminati-
-ci vedremo alla finale, riccio! Ne sono convinta- gli sorrisi, e lui prendendomi il viso tra le mani, mi baciò delicatamente.
-grazie di esserci-
Lo baciai di nuovo –andiamo dillà ora? Altrimenti tua madre chissà cosa andrà a pensare!-
Scoppiò a ridere –quella donna ormai si è arresa alla mia indole, capirà!- disse, prendendomi per mano.

****************************************************************************************************************************
Ssssssssssalve!
perdonatemi per il ritardo D: questi ultimi giorni sono stati un vero casino, non ho avuto neanche il tempo per accendere il pc!
Allora, in questo capitolo come avete potuto notare mi sono sbizzarrita nell'analizzare la situazione dai diversi punti di vista, aggiungendo quello di Harry e di Candice. Spero di non avervi confuso troppo xD
Harry e Claire si sono messi insieme ufficialmente (e tra l'altro adoro la reazione di Anne e la frase finale che ho fatto dire ad Harry ahahah), e forse è il turno anche di Candice e Louis, che ne dite? ;)
Ci vediamo nel prossimo capitolo, grazie a tutti come sempre! :)

p.s. so che ve ne importerà poco e non so neanche se arriverete a leggere fin qui...ma domani andrò a Verona per il concerto *-* Non ho i biglietti, ma va bene, credo che mi accontenterò di sentirli da fuori! C'è qualcuna di voi che va? :)

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Capitolo 12
*** "vita di coppia" ***


Quando raggiungemmo gli altri, trovammo anche Candice e Louis che stavano vicini vicini. Li guardammo interrogativi.
-bè? Solo voi due potete fidanzarvi dopo un litigio?- disse Candice, sorridendo.
-eh andiamoooooo!- mi guardarono, confusi. –che c’è?-
-hai parlato in italiano-mi sussurrò Harry all’orecchio.
-ah, scusate!- e scoppiai a ridere.
-che mi hai portato da mangiare??- chiese Niall, venendomi incontro.
-giusto!- aprii la valigia ed estrassi una busta –tieni, ho fatto direttamente la spesa! Anzi, prima che andiate ad x-factor vengo a casa e cucino!-
-facciamo stasera da me!- propose Harry.
-da te?- chiesi, confusa.
-mamma non c’è, ne oggi ne domani sera-
-come mai?-
-week end con papà, non so dove-
-allora si può fare!- dissi –che ne dite?-
-io dico che non puoi darci un bentornato migliore!-
-ma il bentornato sarebbe per me, e quindi voi dovreste sorprendermi!-
-hai ragione, ma a volte noi inglesi siamo strani- disse Liam.
-va bene, inglesi, facciamo così!-
-posso portare anche la mia ragazza?- chiese Zayn.
-e la mia?- disse Liam.
-e la mia?- si aggiunse Niall.
-Niall, ti sei fidanzato?-
-no, però continuo a sentirmi con una, Beth-
-ok, allora! Siamo al completo!- decretò Harry, poi si rivolse a me –vieni direttamente a casa?-
-veramente pensavo di andare da Candice, anche perché devo lavarmi..-
-ancora?- scherzò lui.
-mi vuoi puzzolente?-
-nono!- rise –però anche io a casa ho una doccia…-
-si, così rischio di trovarti dentro mentre sto per entrare io-
-probabile-
-ti pare!-
-comunque dai, a parte scherzi, se vuoi venire giuro che non faccio nulla- si mise una mano sul petto, e alzò l’altra.
-basta che mi dai la chiave del bagno, io vengo-
-affare fatto!- mi baciò la guancia.

Salimmo sul pulmino per tornare a casa.
La mamma di Harry era venuta a conoscenza del fatto che il figlio aveva organizzato una festa, e ci raccomandò di non mettere troppo in disordine la casa.
Entrati in casa,  posai la valigia e aspettai che Harry mi consegnasse la chiave.
-tieni, tu vai al bagno di sopra, quello degli ospiti, io vado a lavarmi giù-
-ok, grazie- gli sorrisi e portai l’occorrente di sopra.

In casa era tutto silenzioso, quando ad un certo punto iniziai a sentire la voce di Harry.
-canta a squarciagola sotto la doccia!- esclamai.
Ridendo, entrai in doccia, mi lavai e poi andai a vestirmi.
Avevo lasciato la valigia in camera, quindi mi avvolsi nell’asciugamano, strofinai un po’ i capelli per evitare di lasciare gocce per strada, e mi diressi lì.
Aprii la porta e trovai Harry, mezzo nudo alla ricerca di mutande.
-oddio scusa- dissi, richiudendo la porta.
-Claire, ho l’asciugamano addosso e anche tu, puoi entrare! Non ti mangio- disse, divertito.
-non è questione di mangiarmi o no, si chiama pudore riccio- borbottai, trafficando nella valigia.
Mi si avvicinò e passò la sua mano sulla parte scoperta della mia schiena, iniziando poi a baciarla.
Avevo la pelle d’oca. E lui se ne accorse.
-ti piace, vero?-
-non c’è male…- ansimai.
-è testarda la signorina, eh- disse, continuando e salendo verso il collo.
-come ha preso tua madre il fatto che ora siamo soli in casa?-
-te l’ho detto, ormai sa come sono fatto! E poi tu le piaci-
-bè, menomale!- mi girai –ora vado ad asciugarmi i capelli- presi la roba e mi rinchiusi in bagno.
Feci in tempo a vestirmi che Harry gridò –apri un attimo!-
-che c’è?- dissi, aprendo la porta.
-devo asciugarmi i capelli-
-finisco e te li asciughi…o vuoi che te li asciughi io? Ho una tattica infallibile per far addormentare la gente in questi casi!-
-cioè?- mi chiese, curioso.
-eeeh vedrai…tu mi stuzzichi? Io ti ripago con la stessa moneta- gli feci l’occhiolino.

Finii di asciugarmi i capelli e poi feci sedere lui. Iniziai ad asciugare i suoi, massaggiandogli la testa. Lui chiuse gli occhi e si appoggiò a me.
-inclina in avanti la schiena- gli sussurrai, all’orecchio.
Lui obbedì senza protestare, e continuai a massaggiargli anche la schiena, procedendo dall’alto verso il basso.
Passai alle braccia e poi tornai sulla testa, spegnendo il fono.
Lui non rispondeva, teneva ancora gli occhi chiusi e la testa poggiata sulle gambe.
-riccio?- lo chiamai, accarezzandogli la schiena.
-perché ti sei fermata?- chiese, con voce roca.
-perché i capelli sono asciutti-
Si portò le mani alla testa –sicuramente dovrò rilavarli, torno subito-
-scemo smettila!- scoppiai a ridere –dobbiamo andare a cucinare, fra poco arrivano gli altri!-
-promettimi che dopo continuerai a farmi questi cosi!-
-si chiamano grattini, Harry-
-vabbè, quello che è!- borbottò, e scendemmo al piano inferiore.

Iniziai a svuotare la busta che avevo portato dall’Italia e preparai l’occorrente. Intanto Harry andò ad apparecchiare la tavola e ad aprire agli invitati.
-come sta la coppietta felice?- ci salutò Louis.
-e voi, nuova coppietta felice?- gli chiesi io, dalla cucina.
-già in cucina ti ha messo? Harreh, non si fa!- gli diede una spinta giocosa, prima di entrare insieme a Candice.
-ma se si è offerta volontaria! Io ho preparato la tavola-
-sisi, vabbè!-
-ma che hai fatto ai capelli?- chiese Zayn, entrando.
Scoppiai a ridere, e lui se li toccò –li ho lavati, perché?-
-hanno una forma…strana-
Corse a specchiarsi. –Claire!-
-che c’è riccio? Mica sono una parrucchiera, ti ho solo fatto un massaggio- esclamai, sghignazzando.
-che gli hai fatto?- chiese Candice, sbalordita.
-oh, ve lo farei provare a tutti, ma lei è solo mia, quindi mi dispiace- disse Harry, raggiungendomi.
-chissà che avrete combinato fino ad ora…-
-nulla, Lou, cosa vuoi che combiniamo?- dissi, riprendendo a cucinare.
-è pronto??- disse Niall, seguito da Liam, Joanna, Stacy e…
-piacere, Beth- si presentò una ragazza.
-piacere, io sono Claire! Scusa se non ti stringo la mano, ma non vorrei sporcarti- le sorrisi.
-non ti preoccupare-
-andate a sedervi, è quasi pronto!-
Vidi Harry andarsene –non tu riccio, devi aiutarmi!-
-che pizze!- si lamentò lui, rientrando in cucina.
-oddio, sembrano veramente una coppietta di sposi novelli!- disse Liam, andando a prendere posto.

Finimmo la cena, apprezzata da tutti fortunatamente, e andammo a buttarci sul divano per parlare.
-comunque vorrei complimentarmi con voi, ragazzi! E chiedete firme a tutti i partecipanti, così se diventeranno famosi avrò anche i loro di autografi- dissi, accoccolata vicino ad Harry.
-sei un’opportunista però, eh!-
-non opportunista, più che altro mi faccio del bene- scoppiai a ridere.
-si certo!-
Alla fine tutti andarono nelle loro case, e io ed Harry rimanemmo soli.
-dove vogliamo dormire?- chiese Harry, sbadigliando.
-scusa, quante stanze hai?-
-nella mia?-
-andrà più che bene!-
-premetto una cosa: io sono come un fornelletto, ti verrà caldo ad una certa-
-premetto anche io una cosa: sono un ghiacciolo, quindi il fatto che tu sia un fornelletto non può che farmi piacere!-

Dopo essermi lavata e cambiata, entrai nelle coperte accendendo la tv, mentre Harry finiva di prepararsi. Poi arrivò e mi si mise vicino.
-ah, direttamente con la canottiera dormi?- chiesi, ridendo, e soffermandomi con lo sguardo sui suoi bicipiti appena accennati.
-ti ho detto che ho caldo!-
-d’estate che fai? Dormi nudo nel frigo?-
-più o meno-
Mi strinsi a lui, affondando il viso sul suo petto. Lui portò la sua mano sulla mia schiena, e iniziò ad accarezzarla.
-come sei profumosa- disse, fra i miei capelli.
-anche tu, riccio- dissi, alzando la testa per baciarlo.
-è una cosa bellissima averti qui, sai?-
-lo è anche per me- gli sorrisi.
-non l’ho mai fatta con nessuna ragazza una cosa del genere-
Lo abbracciai –sono contenta di essere la prima, allora-
Un ultimo bacio, e ci addormentammo.
 
La mattina seguente ci svegliammo in contemporanea.
-wow, ho trovato una ragazza che dorme quanto me!- disse Harry, girandosi.
-eeh riccio, visto?- mi stiracchiai.
-che bella cosa, così non mi sento in colpa- mi sorrise, accarezzandomi il viso –che vogliamo fare oggi?-
-non ne ho la più pallida idea, però intanto direi di alzarci-
Scendemmo in cucina per fare colazione.
-dammi la tazza, così la lavo-dissi, tendendo la mano.
-non c’è bisogno che tu lo faccia-
-si invece- gliela presi e iniziai a lavarla. Harry mi cinse la vita da dietro,  e prese a baciarmi il collo.
Mi sciacquai  le mani -lo sai che così mini alla mia stabilità, riccio?-
-è quello il mio scopo- mormorò, continuando.
Io mi girai, e gli strofinai le mani bagnate sul viso, ridendo. Lui di tutta risposta prese la spugna che fortunatamente avevo appena sciacquato, e me la strizzò in testa, ridendo.
Le gocce d’acqua mi scendevano lungo i capelli, il viso, finendo sulla maglietta.
-vuoi forse farmi prendere un colpo??- dissi, bagnandomi nuovamente le mani e passandole sul suo torace.
Per terra si era formata una pozzanghera, e nonostante ciò continuammo a bagnarci a vicenda come due bambini.
Iniziai ad allontanarmi cautamente da Harry, e raggiunsi il tavolo che si trovava al centro della cucina.
-dove scappi?- mi minacciava con la spugna.
-lontano da te!- risposi, tra una risata e l’altra.
Lui, improvvisamente, gettò la spugna, letteralmente, e iniziò ad avvicinarmisi.
Mi spinse contro il tavolo, e le sue labbra furono sulle mie.
Continuando a baciarci, andammo a finire in salone e, camminando all’indietro, non mi accorsi della presenza del divano dietro di me, così mi ribaltai, seguita da Harry.
Scoppiai a ridere, sdraiata sul divano, sotto di lui. Dopo un attimo di silenzio, nel quale ci fissammo, riprese a baciarmi e le sue mani nel frattempo salivano lungo il mio corpo, per finire sotto la maglia del pigiama che ancora indossavo. Io gli tolsi la maglietta, facendolo rimanere a torso nudo. Le posizioni si invertirono, e finii sopra di lui. Le mie labbra si staccarono dalle sue per scendere sul petto, mentre le sue mani mi sfilavano la maglia.
-quante cavolo di magliette hai??- ansimò, notando la mia canottiera.
-ci tengo alla mia salute, IO- ricalcai sull’ultima parola.
-anche io, ma non indosso tutta ‘sta roba!- disse, sfilandomi anche la canottiera.
Mi bloccai un attimo, tirandomi su e tentando di coprirmi con la maglia.
-che c’è?- chiese, confuso –ti sei offesa?-
Sentivo il viso in fiamme –no, non mi sono offesa- balbettai.
-e allora cosa è successo?- poi notò che mi ero coperta –ti vergogni?- chiese, alzandosi anche lui.
-un po’…-
-e perché?-
-perché non mi sono mai spinta troppo oltre con un ragazzo, e questo mi mette a disagio…insieme al fatto di spogliarmi- abbassai lo sguardo.
-ti prego Claire, non dirlo nemmeno! Ogni cosa di te mi piace e mi attrae, non hai motivo di sentirti così- disse, scostando la maglietta che mi copriva e riprendendo a baciarmi.
-grazie- dissi, tra un bacio e l’altro.
-e di che, piccola- sussurrò, slacciandomi il reggiseno.
Continuammo con baci e carezze, tornando di nuovo a sdraiarci.
Mentre Harry stava per sfilarmi i pantaloni, suonarono alla porta.
Cazzo!
Ci alzammo di scatto e, mentre io rimettevo i pantaloni e la maglia, nascondendo il reggiseno per la fretta, Harry andò ad aprire.
-buongioooooorno!-
-abbiamo portato i cornetti!-
Louis e Candice entrarono urlando, poi notarono il nostro stato e le nostre espressioni sconvolte.
Io ero sul divano con le gambe vicino al petto, i capelli sfatti e bagnati; Harry a torso nudo, anche lui spettinato e ancora bagnato.
-perché non andate ad appoggiare i cornetti in cucina mentre…- iniziò Harry.
-nono, accomodatevi! Io vado un attimo in bagno- dissi, alzandomi e svignandomela.

Entrai in bagno, mi sistemai rimettendomi il reggiseno, sciacquai il viso e legai i capelli, per poi tornare in sala. Louis e Candice ancora non avevano proferito parola.
-che c’è?- chiese Harry.
-ci dispiace!-
-non volevamo interrompervi…-
-…ma essendo le 10 e mezza del mattino…-
-…abbiamo pensato di venire a fare colazione con voi-
Tentai di abbozzare un sorriso mentre mi dirigevo in cucina, per mettere a posto il casino. Candice mi seguì.
-che diamine è successo?-
Scoppiai a ridere –storia lunga!-
Mi guardò, curiosa –mi devi raccontare tutto!-
Dopo aver asciugato la pozzanghera, presi i cornetti e raggiunsi gli altri in salotto, iniziando a mangiare.
Harry mi guardava, sorridendomi, e continuava a parlare con Louis. Candice mi guardava ancora scioccata.
-che c’è?- sbottai alla fine.
-nulla, è che ti vedo come una ragazza innocente, invece…-
-è tutt’altro che innocente, credimi- mi anticipò Harry.
-piantatela!- dissi, avvampando.
-e se non foste arrivati…-
Gli lanciai un cuscino addosso, facendo scoppiare a ridere Candice e Louis.
-che ne dite di andare a farci una passeggiata in centro?- propose Lou.
-per me va bene- disse Harry, alzandosi e buttandomisi addosso.
-anche per me- dissi, tra una risata e l’altra, mentre mi faceva il solletico.
-ook, e allora andatevi a preparare!- ci incitò Louis.
-si, hai ragione!- sfuggii ad Harry, e corsi per il corridoio a barricarmi in bagno.
 
Mentre uscivamo da un negozio, una ragazza ci venne incontro.
-oddio! Voi due siete quelli che hanno fatto  le audizioni ad X-factor??- gridò, facendo girare qualche passante.
Harry abbozzò un sorriso –si, siamo noi-
-potete farmi un autografo??-
-si, come no!- disse Louis, incerto e scrivendo sul foglio che la ragazza gli porgeva.
-grazie mille! Siete stupendi!- e scappò via, così com’era arrivata.
I due si girarono verso di noi, e ci guardarono confusi.
Gli sorrisi –bè, cosa sono queste espressioni? È il vostro primo autografo, non siete emozionati?-
-fa davvero strano essere riconosciuti per strada…- iniziò Harry.
-…da qualcuno che non è un tuo parente- finì per lui Louis.
Scoppiammo a ridere, e proseguimmo per la nostra strada, fino a raggiungere casa.
-perché non rimanete con noi stasera?- propose Harry.
-a casa tua?- fece Candice.
-si, esatto!-
I due si guardarono –che ne dici Boo?-
-se a te va, per me non ci sono problemi- rispose Louis.
-che bello!- dissi, abbracciando Candice –riccio, hai avuto un’idea stupenda!-
Lui mi sorrise, e ci fece strada per entrare a casa.

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Eccooooomi!
Più triste che mai maaaa, vabbè. Aggiorno solo per voi <3
Il capitolo è leggermente insulso, potreste pensare, ma mi piaceva il fatto di poter descrivere un po' di "vita di coppia" tra Harry e Claire, insieme agli amici :)
che ne dite?
Io sono tipo stanchissima, ieri una sfacchinata a Verona! però ho visto Niall e Liam in compenso *----* l'unico lato positivo del tutto, insieme ad alcune ragazze che ho conosciuto nel bus :) e voi invece?? :)

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Capitolo 13
*** Partenza ***


Il rientro a scuola dopo due giorni passati a stretto contatto con Harry, fu traumatico.
I miei erano tornati la notte stessa, così la mattina Harry mi portò a casa dove lasciai la valigia e presi lo zaino: loro ancora dormivano, quindi scrissi un biglietto nel quale li avvertivo della mia esistenza.

Dopo aver lasciato gli armadietti, io ed Harry ci vedemmo solo in mensa, dopodiché tornai a casa con Candice. Nel tragitto le raccontai cosa avevamo fatto il giorno precedente.
-quindi…nulla?-
-no, nulla…-
-come mai? Insomma, Harry mi sembra preso-
-si, lo siamo entrambi, ma voglio andare con calma-
-capisco-
-tu e Lou?-
Arrossì lievemente –l’abbiamo fatto!-
-ah si?- le sorrisi –come è stato?-
-stupendo!- disse, con espressione sognante.
Scoppiai a ridere –sono felice per te! Ci vediamo domani!-
 
Entrai in casa.
-bentornati!-salutai i miei.
-grazie! Tu non farti sentire troppo!-
-lo so, me ne sono dimenticata!-
-ti saluta Emma! Ci è rimasta un po’ male per il fatto che tu sia partita così all’improvviso-
-si me ne ha parlato ieri al telefono-
-l’hanno passata l’audizione almeno?-
-si- sorrisi –fra poco iniziano il bootcamp!-
-menomale!-
Salii in camera, disfai le valigie e ripresi le mie normali attività: studiare e dormire.
 
Il tempo passò in fretta, e il giorno tanto atteso dai ragazzi arrivò. Era il pomeriggio prima della partenza. Tutti ci trovavamo a casa di Niall, per gli ultimi saluti.
-buona fortuna ragazzi- dissi, abbracciandoli uno ad uno.
-grazie Cla…speriamo bene!-
-andrete bene, non preoccupatevi!- aggiunse Candice.
-ci sentiamo presto!- e poi andai insieme ad Harry, a casa sua.

Negli ultimi giorni io ed Harry ci eravamo avvicinati molto, diventando una coppia a tutti gli effetti, anche a scuola. E per questo mi ero beccata molte occhiatacce dalle sue “spasimanti”.
Scesi dalla macchina e lui, prendendomi per mano, mi fece entrare.
-ciao Anne!-
-ciao tesoro! Harry, ho finito di stirarti le maglie-
-grazie, noi andiamo su ora!-
-si, ricontrolla bene la valigia però!-
Appena chiusi la porta, Harry mi gettò sul letto, scansando i vestiti, e prese a baciarmi.
-non voglio che tu parta- dissi, ansimando.
-anche io rimarrei volentieri qui- disse, togliendomi la maglia.
-c’è tua madre di sotto…- dissi, baciandogli il collo.
-e quindi?- rispose lui, continuando.
-e quindi evita di spogliarmi- dissi, ridendo.
-ma chissà quando potrò rifarlo!- si lamentò –e poi ha parlato quella che sta con le mani in mano!- continuò, punzecchiandomi.
Sobbalzai –bè, colpa tua che mi trascini-
Continuammo ancora per un po’, dopodiché mi tirai su e mi rivestii.
-sei sicura di non volerlo fare?- mi chiese.
Esitai –si, è meglio così…-
-ok, rispetto la tua decisione, anche se non mi è facile- abbozzò un sorriso.
-lo so- lo baciai –ma pensa a quando tornerai…- gli misi una mano sotto la maglia, accarezzandogli il petto.
-eh non fare così, però!- borbottò.
-hai ragione- dissi, ridendo, e mi scansai –allora? Tutto pronto?-
-yes! Sono pronto!-
-allora posso tornare a casa! Chiamo i miei- dissi, tirando fuori il cellulare dalla borsa.
-ma che scherzi? Ti porto io!-
-mica sei il mio autista, dai!-
-insisto!- disse, togliendomi il cellulare dalle mani e rimettendolo in borsa. Si mise il cappotto, prese le chiavi e scendemmo giù.
-arrivederci Anne, grazie di tutto!-
-ciao Claire, quando vuoi io sono qui!-
-ma mamma, ora che non ci sono lei non verrà!-
Lo spinsi –ma che dici? Io vengo qui solo per lei!- gli feci la linguaccia, sorridendo ad Anne.
-ecco, l’hai sentita?- fece lei.

Harry sbuffò ed uscì. Lo raggiunsi in macchina e, dopo qualche minuto, ero sul viale di casa. 
Mi accompagnò fino alla porta.
-buon viaggio, riccio- mi sporsi a baciarlo.
Lui mi strinse a se –ti contatterò appena posso!-
-va bene- mi staccai a guardarlo –se solo ci provi con qualcuna, vengo là e ti strangolo!-
Sorrise –prometto che non farò nulla!-
-bravo…-
La porta si aprì –ciao Harry!- fece mamma.
Diventai paonazza, e mi staccai. Harry mi cinse le spalle e salutò mia madre.
-sei pronto per domani?-
-tutto fatto!-
-bè, divertiti allora!-
-grazie mille-
Mia madre rientrò, socchiudendo la porta. Lui si girò verso di me, mi lasciò un ultimo bacio e se ne andò.
Gli feci ‘ciao’ con la mano finché non vidi scomparire la sua macchina dal viale.
 
Nei giorni successivi la scuola fu strana senza i ragazzi, e le ore passarono più lentamente: non avevo più la motivazione di andare in mensa e trovarli lì, a fare cavolate insieme.
La sera del quarto giorno ricevetti una chiamata. Era un numero sconosciuto, a cui non risposi. Ma vedendo l’insistenza, alla fine cedetti.
-pronto?- dissi, annoiata, continuando a ripassare mentalmente biologia.
-TESOROOO!-
Rimasi in silenzio –ODDIO RICCIO!-
-perché non rispondevi??-
-non conoscevo il numero! Come stai??-
-alla grande! Siamo passati anche agli homevisit, quindi siamo ufficialmente nel programmaaaa!- annunciò, gridando.
-OHMIODIO!- saltai in piedi, entusiasta –bravissimi!-
-si, ancora non riesco a crederci!- si bloccò –mi manchi- disse, alla fine –vorrei tanto poterti baciare-
Iniziò a bruciarmi la gola –anche a me manchi molto…- sussurrai, con voce strozzata.
-io…- cominciò. Poi sentii un vociare in sottofondo.
-che succede?-
-devo andare, ho finito il tempo...-
-capisco…-
-ci vediamo!-
-spero per voi il più tardi possibile, anche se vorrei vederti prima!-
-non ti preoccupare, ce la faremo! Ciao amore-
-ciao riccio- e abbassò.

****************************************************************************************************************
Ssssalve bellezze!
E' da una vita che non aggiorno, lo so :( solo che ho gli esami e utlimamente sono leggermente occupata!
Capitoletto breve in cui si parla della partenza dei ragazzi. E' un po' un capitolo di passaggio, che mi serve per far sviluppare la storia dopo.
Altra scenetta di vita di coppia tra Harry e Claire, che si fa sempre più..."passionale" ahahaha. Spero vi piacciano questi momenti un po' più intimi :)
Bene, ci vediamo nel prossimo capitolo!
Thank u girls! <3

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Capitolo 14
*** La finale ***


Durante la prima serata del programma, io e Candice rimanemmo a casa per godercela insieme.
-iniziaaa!- gridò lei, dalla camera.
-arrivo!- le risposi, precipitandomi sulle scale con in mano coca cola, patatine e caramelle.
Chiusi la porta dietro le mie spalle e mi buttai sul letto, prendendo posto vicino alla mia amica.
Partì la sigla e iniziai a tremare dall’emozione, senza parlare di quando entrarono in scena.
-oddio!-
-eccoli!-
-guarda che carini!-
-e come li hanno acconciati bene!-
-siii, guarda i suoi ricci!-
-cacchio cacchio cacchio!-
Continuammo per tutta la durata dell’esibizione e, alla fine, quando annunciarono i partecipanti che passavano il turno, esplodemmo in un boato.

Passammo così anche le puntate successive, dove i ragazzi miglioravano sempre di più, e infine giunse la tanto attesa finale.
Io e Candice riuscimmo a procurarci i biglietti per assistere e, dopo esserci accordate con Anne per il viaggio, partimmo. L’agitazione era tanta, e aumentò quando prendemmo posto nelle poltrone, vicine al palco, e le luci si spensero.
Vedere tutte quelle persone che per tanto tempo avevi conosciuto solo in tv era una sensazione stranissima, ma in senso positivo.
Mano a mano che i finalisti si esibivano, mostravano un video con il loro passato, provocando lacrime nella maggior parte delle volte.
-e ora, con un caldissimo applauso, accogliamo i ONE DIRECTION!-
-woooooooooooooooooooooooo-
I ragazzi avevano da subito conquistato il pubblico, ottenendo numerose fan, che esplosero in urla assordanti.
-ciao a tutti- salutò Niall, sorridente.
-mamma mia, comunque è il peggio tra tutti!- sentii dire da una voce dietro. I miei occhi si ridussero a due fessure, e non riuscii a trattenermi.
–se lui è il peggio, vai a guardarti allo specchio cara!- dissi, voltandomi a mala pena. Dopo qualche commento poco carino, l’ochetta si placò.

Si esibirono, bravissimi come sempre e, dopo una breve pausa, era giunto il momento della votazione e di proclamare il vincitore. Le luci divennero soffuse, tutti i finalisti giunsero sul palco, uno affianco all’altro, sostenuti dai rispettivi giudici.
L’ansia cresceva sempre di più, ed era dipinta sulle facce dei ragazzi.
Io, Candice ed Anne ci stringemmo le mani, chiudendo gli occhi mentre aspettavamo di sentire l’esito.

-e il vicitore di X-Factor….-

Silenzio.

-…quest’anno…-

Silenzio.

-…sono i…-

Sembrava che il tempo non passasse mai.

E poi…-ONE DIRECTIOOOOOOOON!-

Oddio.
Ce l’avevano fatta.
Era…incredibile!

Gridai, gridai con tutta me stessa.
Il faro si accese su di loro, che si abbracciarono e iniziarono a saltare.
Io e Candice ci avvicinammo al palco, con le lacrime agli occhi. Loro ci notarono, e ci vennero incontro.
-avete vintooooooooooooooooooooooooooooooooooo- urlai, nell’impeto di un abbraccio collettivo.
-vinto-
-vinto-
-vinto!- ripetevamo insieme.
Harry mi prese e, staccandosi dagli altri, mi abbracciò. La stessa cosa che fece Louis con Candice.
-ragazzi, che ne dite di tornare sul palco a ritirare il premio?- li invitò il conduttore.
Harry, di tutta risposta, mi prese per mano e mi fece salire sul palco, nonostante le mie proteste e quelle di Candice nei confronti di Louis. Ringraziai il cielo di essermi vestita decentemente.
-aah, ecco perché volevate rimanere giù! Avete capito i furbetti!- disse il conduttore, facendo esplodere il pubblico in risate.
Gli consegnò il contratto e, dopo le foto, i pianti e tutto, finalmente il programma finì. I ragazzi ci vennero rubati da un gruppo di fan che continuava ad assillarli per gli autografi, così intanto io e Candice guadagnammo tempo e andammo a riprendere le nostre borse. Poi ci incamminammo nei backstage, dove c’era un party.
Mentre afferravo un tramezzino, due mani si posarono sui miei fianchi.
Mi voltai –riccio- dissi, con voce tremante.
-finalmente…- si avventò sulla mia bocca, e io posai il tramezzino per circondarlo con le braccia.
-non puoi capire quanto mi sei mancato!- ammisi, finito il bacio.
-tu neanche!- rispose, guardandomi intensamente.
-hai preso un po’ troppa confidenza con quella Cher, a dir la verità- incrociai le braccia.
-siamo amici- mi sorrise.
-ovvio, su questo non c’erano dubbi-
-fai la gelosa?-
-nah-
Ridacchiò, e mi diede un altro piccolo bacio, per poi allontanarsi dopo esser stato chiamato. Raggiunsi gli altri.
-italiana!-
-folletto!- trotterellai verso Niall.
-come stai?-
-mai stata meglio, e credo anche voi!-
-decisamente!- si intromise Louis, arrivando con Candice.
-ma Liam?-
-eehm, storia lunga, te la spiegheremo dopo!-
-c’entra quella Danielle, vero?-
-si…-
-scusate?- una mano picchiettò sulla mia spalla.
-si?-
-mi concedete un’intervista voi due? Siete le fidanzate, giusto?-
Io e Candice ci guardammo, incerte. –ehm,ok-
Seguimmo la giornalista, che iniziò a farci domande, del tipo ‘quanti anni avete, da quanto vi frequentate’, a cui noi rispondemmo in modo vago.
-grazie mille- ci congedò. E noi tornammo dagli altri.

-dove eravate finite?-
-la nostra prima intervista- facemmo in coro, scoppiando a ridere.
Ci raggiunse Simon, che era stato il loro giudice. Grande uomo, pensai.
-complimenti ragazzi, davvero. Sappiate che d’ora in poi la strada sarà lunga e tortuosa, ma confido in voi! Ci sentiamo al più presto per incidere il disco, buona fortuna-
-grazie Simon, di tutto!- risposero i ragazzi, riconoscenti, e lui se ne andò, sorridendo.
-ragazzi, torniamo a casa?- propose Anne, abbracciando nuovamente il figlio con le lacrime agli occhi.
-Anne, io vado con Louis e la sua famiglia…- disse Candice.
-tu Claire?-
-lei viene con noi, ovviamente!- mi anticipò Harry –vado a prendere valige e tutto e vi raggiungo in macchina-

Nel tragitto, Harry non fece che parlare, ancora emozionato.
-praticamente la casa era stupenda! E tutti erano gentilissimi, specialmente le cuoche! Ci siamo divertiti un mondo a cucinare!-
-si, abbiamo visto!- dissi, ridendo.
-dove?-
-ci sono i video!-
-avete visto i video-diary?-
-ovvio che sì, e più di una volta!- sorrisi.
Dopo aver commentato i video, arrivai a casa. Salutai Anne, lasciai un bacio ad Harry che, prima di lasciarmi andare, sussurrò al mio orecchio ‘domani saltiamo scuola. Passo a prenderti alle 8 e mezza, sii pronta!’
 
Perplessa, entrai in casa.
-hanno vinto!- gridò mamma, sbadigliando.
-si- sorrisi
-ti hanno anche inquadrato!-
-e fatto un’intervista per di più!-
-wow!-
-sentite….-
-cosa?-
-sono abbastanza stanca, ed è molto tardi…-
-direi di si, signorinella!-
-…non è che domani potrei rimanere a casa? Non ho nulla di importante a scuola…-
I miei si guardarono –sicura che non hai nulla di che?-
-sicurissima!-
Esitarono un po’ -va bene…- dissero, alla fine.
-grazie!- dissi, con il sorriso stampato in faccia. Salii in camera e, prima di addormentarmi, mandai un messaggio ad Harry: 'Confermato! xx’
 
Quant’era bello dormire sul mio morbido letto, col mio morbido cuscino. Non avevo neanche la forza di aprire gli occhi e controllare l’orario. Sentii delle parole, confuse ‘mamma….esco….pranzo’. Non so cosa risposi, non ero molto cosciente, e ripiombai nel mondo dei sogni.

Driiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiiin.

Mi lamentai, girandomi nel letto. Ma il disturbo continuò, e stavolta proveniva dal clacson di una macchina. Decisi di socchiudere le palpebre, controllando l’orario.
-bah, vabbè, sono solo le nove…-

Riflettei un attimo.
-LE NOVE!-
Mi precipitai di sotto, e aprii la porta.
Harry scese dalla macchina, scocciato, e corse in casa.
Richiusi la porta, e mi voltai. Il mio stato doveva essere pietoso dopo le poche ore di sonno che mi ero fatta.
-scusa- farfugliai.
-con tutto il casino che ho fatto si è svegliato tutto il quartiere tranne te, è mai possibile??-
-ho dormito solo 5 ore...-
-io anche di meno!-
-più che scusarmi che devo fare? Prostrarmi ai tuoi piedi?-
-forse…-
-oh, vai a quel paese!- dissi, voltandomi e salendo le scale, arrabbiata. Lui mi seguì, e io mi chiusi in bagno.
Iniziai a lavarmi i denti.
-eddai, apri!-
-no!- gridai, con lo spazzolino in bocca.
Già mi ero svegliata di soprassalto, il che era un trauma, e lui voleva che fossi anche amorevole e gentile dopo che faceva l’acido! E che diamine.
-ma stavo scherzando!-
Non risposi, e mi sciacquai; poi, dopo aver messo in ordine i capelli, mi decisi ad aprire la porta.
Harry si era arreso, buttandosi sul letto. Io, ignorandolo, presi i vestiti e mi chiusi nuovamente in bagno, anche se in realtà avrei fatto ben altro con lui.
Vestita e tutto, uscii.
-hai finito di mettermi il muso?-
Esitai un po’, e risposi –forse-
-scusami, le poche ore di sonno si fanno sentire…poi non capisci il casino per arrivare qui!-
-che casino?-
-le fan mi hanno seguito-
-cacchio- non ci avevo pensato! –mi dispiace, non ci avevo pensato…-
-vieni qui e fatti perdonare- ammiccò.
Sorridendogli, lo raggiunsi e lui mi tirò sopra di se. Squillò un telefono.
Mi alzai, controvoglia, e risposi –pronto?-
-ah, ti sei svegliata! Senti, non torno neanche per pranzo, ho da fare, ti dispiace?-
Harry continuava ad alzarmi la maglia, e soffocai una risata –non preoccuparti, ci vediamo dopo!-
-ok, ciao- e abbassò. Lui scaraventò letteralmente il telefono e mi si buttò addosso.
-ora non abbiamo più freni, no?-
-in teoria…- dissi, guardandolo negli occhi. Lui mi sorrise, e riprese a baciarmi, iniziando a spogliarmi.
Quando ormai eravamo solo in biancheria e piuttosto presi, sentimmo un botto.
-Claire, ho fatto prima oggi!- la voce di papà veniva da sotto.
Sbiancai, completamente. Mi alzai in fretta e furia dal letto, iniziando a vestirmi, mentre scaraventai Harry in bagno.
Dopo 2 minuti ero vestita e scesi, fingendo indifferenza e sorpresa.
-come mai già qui? Non eri a lavoro?-
-si, ma non c’era molto da fare, e quel poco posso farlo a casa!-
-ah, perfetto- dissi, poco entusiasta.
-salve- lo salutò Harry, impeccabile, scendendo dalle scale.
-ciao Harry…- si voltò verso di me, con espressione confusa –come mai è qui?-
-sapeva che ero rimasta a casa e mi è venuto a trovare, per raccontarmi di X-factor!-
-e per recuperare le lezioni perse a scuola!- aggiunse lui.
-esatto-
Mio padre annuì –ok, allora vi lascio in pace- e andò nel suo studio.
Io ed Harry tornammo in camera, senza proferir parola.

-niente anche oggi vero?- disse Harry, amareggiato.
-non penso…- risposi, andandomi a sedere sul letto. Lui mi raggiunse e mi baciò.
-stasera vieni a cena con me?- mi propose.
-si!- accettai, sorridendogli sorpresa.
-perfetto!-
-vuoi davvero recuperare i compiti?- dissi, ridendo.
-certo! Raccontami tutto- disse, sdraiandosi sul letto. Mentre iniziai a blaterale, mi arrivò un messaggio di Candice.
-oggi pomeriggio c’è un raduno a casa di Candice verso le 5, andiamo?- chiesi, con lo sguardo ancora sullo schermo del cellulare.
Non ottenendo risposta, mi voltai e vidi che il cucciolo di panda si era addormentato. Gli feci una foto e la inviai a Candice come risposta:‘Harry credo sia d’accordo, ti faccio sapere dopo’, dopodiché mi addormentai insieme a lui.

-ma che…?- sentii qualcosa che mi toccava la guancia. Aprii gli occhi: era Harry che mi sbaciucchiava.
-ti ho svegliato?- sussurrò.
-no, è la mia segreteria che ti parla, geniaccio!- borbottai, divertita.
-posso lasciare un messaggio, allora?- disse, sorridendo come un bambino che ne aveva appena combinata una.
-certo, dopo il segnale acustico…biiiiiip-
-mi sei mancata, troppo!- e mi baciò.

*************************************************************************************************
Buoonaseeera fanciulle!
Ho aggiornato presto, contente? :3
Alloooora, i ragazzi hanno vinto *-* (si, ho deciso di modificare la loro vera storia) che cari! :')
Eeeeh Harry diventa più dolce del solito! E che ora ha invitato Claire ad una cenetta romantica *-*
Se volete sapere come andrà, beh, continuate a leggere! ;)
See ya, girls! xx

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Capitolo 15
*** First time ***


-ciiiiiiiiaaaaao- gridarono i One Direction, venendomi incontro mentre scendevo le scale del rustico di Candice.
-ma ciao!- dissi, sorridendo a abbracciandoli uno ad uno –come state?-
-benissimo!- risposero tutti, escluso Liam.
-che succede?- gli chiesi, una volta seduti.
-è successo un casino…-
-ne vuoi parlare?-
-non c’è molto da dire, mi piace una ragazza che non è la mia fidanzata-
-è la ballerina, vero?-
-come fai a saperlo?-
-bè, si vociferava già qualcosa prima che voi tornaste-
-non so che fare!-
-ne hai parlato con Joanna?-
-ci siamo lasciati…-
-e qual è il problema?-
-che non so quando rivedrò Danielle!-
-hai il suo numero?-
-si...-
-chiamala, dalle un appuntamento e parlatene! O è fidanzata?-
-no…-
-perfetto allora, su, esci e fallo!-
-ora??-
-sii- risposi, spingendolo fuori.

-che fate stasera? Volete rimanere qui a cena?- propose Candice, dopo che Liam si convinse ad uscire.
-noi abbiamo un impegno- disse Harry, prendendo posto al mio fianco e iniziando a giocherellare con le mie mani.
-e cosa?- chiese curioso Zayn.
-il ragazzo qui, mi ha invitato a cena- dissi, sorridendo.
Scoppiarono a ridere.
-seriamente?- fece Niall.
-giuro!-
-wow Hazza, fai sul serio eh!-
-ci mancherebbe!- dissi, sconvolta –comunque, tu Zayn? Con Stacy?-
-lasciamo stare…-
-pure a te va male?- esclamai, stupita.
-già…-
-mi dispiace…-
Piombò il silenzio, spezzato solo quando Liam rientrò gridando –ho un appuntamento con lei!-
-e andiaamooo!- facemmo in coro.
 
Tornai a casa per prepararmi, e avvisai i miei che non ci sarei stata per cena.
-dove vai?- indagò mamma.
-non lo so, ha fatto tutto Harry-
-ok, ti riporta lui?-
-ovvio-
-perfetto, divertitevi ma cerca di non fare troppo tardi, domani a scuola ci vai!- mi gridò dalla cucina, mentre io salivo le scale.

Alle otto precise Harry era sotto casa ad aspettarmi.
-da quanto tempo!- dissi, scendendo le scale e attenta a non inciampare con i trampoli che indossavo..
-troppo- mi fece la linguaccia.
-noi andiamo, ciao!- avvertii i miei.
-ciao!- risposero.
 
-pronta a correre?-
Abbassai lo sguardo sui miei tacchi, poi verso di lui, terrorizzata –che?-
Scoppiò a ridere –guarda fuori-
Mi voltai, e un paio di flash mi colpirono. –paparazzi?-
-eh si- ridacchiò.
Dopo aver parcheggiato, scendemmo dalla macchina e il più velocemente possibile raggiungemmo il ristorante.
-quello è Harry Styles!- urlò una ragazzina.
-Harry, Harry!-
-ci fai un autografo, ti prego?- ci si piantarono davanti.
-certo, come vi chiamate?- chiese lui, dolcemente.
-Kayla e Jannette-
-ecco a voi- porse loro le foto e, dopo aver sorriso, riprese la mia mano ed entrammo.

-salve, la vostra sala è pronta- ci accolse il cameriere.
-grazie mille!- rispose pimpante Harry.
-una sala? Addirittura?-
-del tutto privata- ammiccò.
-come sei romantico, riccio- sussurrai avvicinandomi al suo orecchio.
-tutto per te- mi baciò, facendomi entrare.
Era una grande sala, con una terrazza, all’ultimo piano.
-oh mio Dio!- mi precipitai fuori –si vede tutta Londra da qui!- urlai, sporgendomi dalla ringhiera.
-ti piace?- disse, raggiungendomi e cingendomi le spalle.
-mai stata in un posto così bello! Ma ti sarà costato un patrimonio!- dissi, volgendo lo sguardo al resto della sala.
-ricorda che ora posso permettermelo!- sorrise.
-non voglio che sprechi i tuoi soldi così, e poi avete appena vinto, vediamo se sfondate davvero!- dissi, facendogli una linguaccia, alla quale lui rispose con una smorfia.
-si, vedremo- disse lui, impettito, dirigendosi verso il tavolo.
Scoppiai a ridere e lo raggiunsi, prendendo posto.

Dopo cena, Harry disse al cameriere di non disturbarci, mentre io andavo a sedermi sul divanetto.
-mangiato bene?- mi chiese, sedendomisi affianco.
-mi sento piena!-
-anche io! Vogliamo smaltire?- disse, sulle mie labbra.
-e come? Vuoi che inizi a correre?- giocai.
-nah, avevo in mente altro- iniziò a baciarmi dolcemente, ovunque. Piano piano cominciò a spogliarmi, e io feci lo stesso con lui, senza lasciare mai il contatto l'uno con l'altra, fosse questo fisico o visivo.
Finalmente facemmo l’amore.
 
Rimasi sdraiata per un po’, coperta dalla giacca di Harry, che non smetteva di accarezzarmi. Era stato un qualcosa di indescrivibile, forse perché era la mia prima volta; sta di fatto che mi sentivo in un altro mondo, anche se un po’ dolorante.
-come va?- mi chiese, con voce roca, estremamente sexy.
-decisamente alla grande!- sorrisi, voltandomi verso di lui –avrei voluto farlo molto prima!-
-io te lo dicevo!- mi rimproverò, pizzicandomi il fianco.
-devi capirmi! Stiamo insieme solo da qualche mese...-
-ma ci conosciamo da molto di più!-
-...e poi di solito la prima volta è traumatica..-
-la mia lo è stata, ma perché eravamo entrambi vergini…invece ora sono più esperto- disse, baciandomi dopo aver fatto l'occhiolino.
Avvampai - quante te ne sei passate??-
-tu sei la terza- disse, con nonchalance.
-solo due quindi?- chiesi, incerta.
-certo, per chi mi hai preso?-
-boh, a scuola ne cambiavi una a settimana!-
-ma io sono uno serio- borbottò.
-si, certo- scoppiai a ridere.
-ehi, mi ferisci così!-
-eddaaai- dissi, baciandolo sul collo.
-ecco, ora va meglio- dichiarò, tirandomi su di lui.
-comunque grazie, è stata la serata più bella che avessi mai passato- ammisi, mentre giocherellavo con i suoi ricci.
-anche la mia, a dir la verità-
Alzai il viso -sul serio?-
-si, te l’ho detto che tu sei l’unica ad avermi davvero colpito, dopo molto tempo. Sei la prima con cui voglio impegnarmi seriamente- mi sorrise, dolcemente.
-e lo stesso vale per me, riccio- lo baciai, poi mi sporsi a controllare il cellulare –cavolo, è già mezzanotte!-
Harry si girò verso di me, e iniziò a baciarmi, di nuovo, impedendomi di prendere i vestiti.
-mica vorrai farlo un’altra volta, spero! Incomincio ad avvertire i postumi- dissi, ridendo.
Rise –certo che no, ne avremo di tempo!- disse, facendomi l’occhiolino.
Ci rialzammo e, dopo esserci vestiti prendemmo un drink e tornammo a casa.

-grazie di tutto, riccio-
-grazie a te per questa serata stupenda!-
Arrossii –ci vediamo domani a scuola!-
-si- mi baciò e andò a casa.
 
La mattina a scuola fu un casino. Caos totale!
-Harry, Harry!-
-Zaaaayn!-
-Liam!-
-Niiiiaaal, pranziamo insieme!-
-Louiiiiiiiiiis-
Grida, occhiate per tutto il giorno, e non solo dagli studenti!
Riuscii a mala pena a salutare i ragazzi e a scambiare un bacio con Harry, che subito vennero rapiti dalla folla, per foto e autografi continui.
-Cand!-
-cioè, ma è possibile, dico io?-
-guarda quella!- dissi, adocchiando una tipa che si strusciava addosso al mio ragazzo.
Partii come una furia, e lo strappai alla folla. Iniziammo a correre per la scuola, e finimmo per chiuderci nello stanzino del bidello, un classico.
-mia salvatrice- disse, ansimando e iniziando a baciarmi, mentre le sue mani si muovevano ovunque –farlo nello stanzino, di nascosto, è uno dei miei sogni!-
-ma non il mio, non in questo momento- dissi, ridendo, e cercando di fermarlo dal denudarmi.
-eddaaai- iniziò a slacciarmi il reggiseno.
-Harry…- la mia volontà stava cedendo -..no..-
-sicura?- mormorò, strofinando il naso sull'incavo del mio collo. 
Sussultai, quando la sua mano prese a fare su e giù sulla mia coscia, mentre le sue labbra continuavano a muoversi lungo il mio collo.
-…si…- dissi, gemendo.
-mi fermo?- sussurrò al mio orecchio, mordendomi il lobo. 
Oddio, Claire, contengno!
Presi un respiro –si!-
-va bene…- disse, mettendo il muso e riallacciandosi i pantaloni.
Io rimasi ancora un po’ appoggiata al tavolino.
Mi si avvicinò, mi lasciò un bacio, ed uscì dallo stanzino, sorridendo impertinente.
Dopo essermi rivestita, uscii anche io e, dopo aver pranzato, tornai a casa.
 
Mi chiusi in camera, e chiamai Emma per aggiornarla.
-ma davvero l’hai fatto??-
Risi –si!-
-Raccontami tutto. Subito.-
Poi fu la volta di Candice, che mi raggiunse a casa.
-di cosa devi parlarmi?-
-siediti, è meglio-
-oddio, dimmi che tu ed Harry quando siete spariti non avete litigato!-
-no, macchè! È una cosa bella…-
-ah si?-
-Si…l’abbiamo fatto!-
-litigato? Lo sapevo!- poi si ammutolì per un po’. Un bel po’.
-oh?-  dissi, scuotendola.
-l’avete fatto? Ma seriamente?-
-si- sorrisi.
Mi si buttò addosso, abbracciandomi e urlando –SIIIIIII-
Scoppiai a ridere, e lei disse –parla, voglio ogni minimo particolare!-
Mentre parlavo faceva le facce più buffe. –a quando la prossima?- chiese, maliziosa.
-non lo so, quando capita!-
-per come è fatto, potrebbe presentarsi qui tra...-
La porta si spalancò –ciao!- salutarono Harry e Louis.
Io e Candice ci guardammo, sconvolte –che cavolo ci fate qui?- dicemmo, in coro.
-volevamo farvi una sorpresa, scusate!-
-stavamo parlando di cose importanti!-
-immagino- disse Harry, fissandomi divertito. Arrossii.
-bè, allora io e l’amore mio torniamo fuori, dato che voi due non apprezzate i nostri sforzi- fece Louis, circondando con un braccio Harry che annuì convinto.
-peggio per voi- disse Candice.
-o per voi…-
-che ci offrite?- chiese Harry, fissandomi.
-un bacetto?- risposi, sorridendo innocentemente.
-mmmmmmh- mi si avvicinò, e mi morse il lobo.
-vi prego, evitate di farlo davanti a noi!- disse Candice.
-che ho fatto di male?- chiese Harry, ridendo.
-questo- disse Louis, facendo lo stesso con Candice.
-mi stai sfidando, Tommo?-
-ehi ehi, calmiamoci qui- iniziò Candice, ridendo.
-anche perché non mi sembra il caso di fare una sfida in questo momento a casa mia- aggiunsi.
-ok, comunque volevamo dirvi cheee…-
-….ci ha contattato Simon!-
-e che vi ha detto?-
-che appena finita scuola…-
-INIZIAMO AD INCIDEREEEE!- gridarono.
Io e Candice scattammo in piedi -YEEEEEEEE-
 
I giorni passarono, la scuola tornò alla normalità, eccetto una folla costante di fan che aspettava i ragazzi fuori per foto e autografi.
Ma loro diventavano mano a mano sempre più impegnati.
-riccio, usciamo oggi?- gli chiesi.
-no, amore, mi spiace…ho le prove-
-è più di due settimane che non stiamo soli!-
-lo so, cerca di capire…--
-fino ad un certo punto! L’altro giorno al pub con gli altri ci sei andato!-
-era il compleanno di Mike!-
-eh, vabbè-
-comunque, mi farò perdonare! Ora devo scappare…a dopo!-
Abbassai la chiamata, furente, e ripresi a studiare.
Mi mandò un messaggio ‘stasera passo, ok? xx
Rimasi sveglia fino a tardi ad aspettarlo, ma nulla, così decisi di andare a dormire, ancora più arrabbiata e delusa.

L’indomani mattina, arrivai a scuola, ma il ragazzo era troppo occupato  a firmare autografi per degnarmi di uno sguardo. Passai avanti.
In mensa mi si sedette vicino.
-buongiorno bellezza!- mi salutò, tentando di strapparmi un bacio, cosa che non riuscì a fare dato che mi scansai.
-scusa, ho lezione- dissi –a dopo ragazzi!- salutai gli altri, e mi alzai per andare via.
-Claire!- gridò Harry, seguendomi.
Lo ignorai, andando per la mia strada e richiudendomi nella classe in cui avevo lezione.
Bussarono alla porta. La testa di Harry fece capolino.
-scusi prof, potrebbe far uscire Claire fuori, per un secondo?- disse, guardandomi.
-va bene-
-no, prof, non si preoccupi, vorrei sentire la spiegazione- risposi.
-Claire…-disse Harry tra i denti.
-l’ha sentita Styles…non posso far nulla, ora la prego di lasciarci- fece il prof.
Io ripresi a scrivere sul foglio, senza alzare la testa, consapevole di essermi comportata leggermente male. Ma alla lunga anche una santa si stuferebbe.
-è pure brutta e si permette di rifiutarlo!- sussurrò la ragazza di fronte al mio banco, all’amica.
-già- rispose l’altra, sconvolta.
Mi salì un moto di rabbia, e gli occhi iniziarono a bruciarmi. Decisi di ricacciare indietro le lacrime, e posticipare la crisi a quando sarei arrivata a casa.
 
Fuori casa mi aspettava Harry, appoggiato alla macchina.
Lo guardai per un istante e senza degnarlo di parola, passai avanti, diretta alla porta, con le lacrime agli occhi.
-la smetti, dannazione?- urlò lui, dietro di me.
Infilai la chiave nella serratura e vidi che i miei non erano in casa.
-Claire!- Harry mi afferrò dalle spalle.
-lasciami!- urlai di rimando, entrando in casa, e cercando di non farlo entrare. Purtroppo non fui abbastanza rapida: lui entrò, si richiuse la porta alle spalle e feci appena in tempo a posare lo zaino che mi scaraventò sul divano.
Iniziò a baciarmi con irruenza, ma mi scansai e dopo un po’ lui si arrese e si alzò.
-mi spieghi il tuo problema, cazzo??-
-ah, pure! Non ci arrivi da solo??-
-è per ieri sera? Non ce l’ho fatta!-
-non è solo per ieri sera porca miseria!- gridai –sono due fottutissime settimane che mi ignori completamente!-
-non è colpa mia!-
-ah, no, è la mia? È di Niall? Di Zayn?? Spiegamelo!-
-non iniziare a fare la ragazza oppressiva, ti prego!-
Mi azzittii. Il sangue mi ribolliva nel cervello, e prima di dire qualcosa di cui avrei potuto pentirmi, respirai, a fondo – vaffanculo, Harry-  dissi, alla fine.
-non capisci!-
-IO??-
-SI, DANNAZIONE, TU! Non puoi aspettarti che io sia lo stesso di prima! Ho degli impegni ora, e ne avrò sempre di più se veramente riusciremo a sfondare! Cosa vuoi che faccia? Che dica a Simon ‘no scusa, ho da fare con la mia ragazza’? ti sembra logico?- disse, tutto d’un fiato. Aveva il volto rosso dalla rabbia.
-non ti ho mai chiesto nulla di tutto ciò…ti ho solo fatto notare che non abbiamo più tempo per noi, ma mai e poi mai ti chiederei di lasciar perdere i tuoi impegni. Mi hai ignorata, Harry, anche stamattina. Ci sei sempre per i tuoi amici. Per me no, non ultimamente. Mi sarei accontentata anche di un sorriso, ma a mala pena hai alzato il viso quando mi hai visto, tanto eri impegnato.- dissi, ormai piangendo.
-Claire, non è vero!-
Continuai  –sono uscite foto, sui giornali, nelle quali eri in un pub con delle ragazze intorno. Credi mi abbia fatto piacere? No, ma non te l’ho fatto pesare, perchè mi fido di te. Purtroppo so che ora non sono più abbastanza, e più andremo avanti, peggio mi sentirò-
-ti prego, smettila!-
Mi asciugai una lacrima –non voglio apparire come una cretina, e voglio smetterla con queste sceneggiate. Ti prego, vai via ora, lasciami sola…-
-no, non ti lascio sola- disse, prendendomi le mani.
-si, te lo chiedo per favore-
-sicura?-
-si Harry-
-se insisti ok…sappi che mi dispiace, davvero. Non voglio ti senta così…ho sbagliato, lo so, me ne rendo conto. Prometto di rimediare- disse, lasciandomi un lieve bacio prima di uscire di casa.

Passai il resto della giornata a piangermi addosso, da perfetta teenager in crisi. Ignorai i messaggi di tutti e non aprii libro. Fortunatamente il giorno dopo non avevo scuola.
-Claire, c’è Candice!- gridò mamma da sotto, mentre Candice entrava in camera.
Mi alzai dal letto, tolsi le cuffiette e mi asciugai le lacrime.
-ciao- abbozzai un sorriso.
-ho del cioccolato, fa sempre bene in questi casi!- disse lei, mettendosi al mio fianco –che succede?-
Le raccontai brevemente l’accaduto –ho avuto una discussione simile qualche giorno fa con Louis, ma ora è tutto ok, vedrai che passerà! È normale sentirsi così-
-non lo so Cand..-
-massì Cla! Stai tranquilla!- mi abbracciò –andiamo a fare una passeggiata!-
Mi preparai e uscimmo. Decisi di leggere i messaggi, la maggior parte dei quali erano di Harry.
‘tesoro, come stai?’
‘non sai quanto mi faccia male non poterti sentire…’
‘ti prego, vediamoci, voglio parlare con te’

-uuuh guarda che carino questo completino intimo!- disse Candice, indicandone uno sulla vetrina.
-a me piace di più quell’altro!- dissi.
-entriamo!-
-che?!-
-compralo!-
-macchè, quando dovrei metterlo??-
-svegliaaa! C’è un ragazzo, lì fuori, che è pazzo di te!-
Non risposi, e lei mi trascinò letteralmente dentro. Uscii dal negozio con due completi intimi, più annessi.
-cosa dirò ai miei?-
-non devi dirglielo per forza!-
-si certo, dovrò lavarli prima o poi!-
-allora li metteraaaai eh!- mi fece l’occhiolino –non preoccuparti, ci penseremo!-
Sorrisi. La rabbia era passata, e anche la tristezza. In fin dei conti, Candice aveva ragione: Harry voleva me. Mi aveva sempre voluta. E io ero stata una sciocca a dubitarne anche solo per un istante.
Risposi ai suoi messaggi ‘posso venire da te?’
Neanche un minuto dopo e rispose ‘passo a prenderti anche ora xx’
‘non sono a casa, vengo io fra poco xx’
‘ok, ti aspetto <3‘
-ci vai?-
-si!-
-te lo metti?- disse, con lo sguardo sulla busta che tenevo in mano.
-credo di si!-
-io dico di si! Devi metterlo!-
-ok, capo! Mi accompagni da lui?-
-certo, andiamo a prepararci! Dopo passo da Louis, così provo il mio-
 
Appena entrai nel vialetto della casa di Harry, vidi i suoi uscire.
-buonasera!- li salutai.
-ciao Claire!- mi sorrisero, entrando in macchina.
Suonai il campanello, ed Harry mi aprì, con un mazzo di rose in mano.
-scusa- disse –scusa, scusa, scusa-
Gli sorrisi, con le lacrime agli occhi –non farmi piangere di nuovo, ti prego!-
-ma almeno stavolta è per una cosa bella, no?- fece lui, porgendomi il mazzo e aiutandomi a togliere il cappotto –comunque, voglio davvero chiarire le cose-
-sono stata una sciocca, lo so, a fare quella scenata…è che davvero non ce la facevo più- ammisi.
-no, ma hai ragione, ti ho trascurato! Ti prometto che d’ora in poi non succederà più una cosa simile- disse, stringendomi tra le sue braccia.
-va bene, riccio- gli baciai il collo –dove sono andati i tuoi?-
-ad una cena di beneficenza, faranno tardi probabilmente…sono contento tu sia venuta qui a farmi compagnia- sorrise –ho ordinato una pizza, va bene? Dovrebbe arrivare a minuti-
-perfetto direi! Io intanto vado ad avvertire i miei della mia scomparsa- dissi, ed uscii dalla stanza per chiamare.

Finita la chiamata, raggiunsi Harry che stava pagando la pizza appena arrivata e facendo un autografo al ragazzo delle consegne.
-ti ha fatto lo sconto, almeno?- scherzai.
-no, magari!- disse, spingendomi in cucina.
-non è presto per mangiare?- dissi.
-che ore sono? –
-le 7 riccio…-
-mmh, in effetti- ammise, pensieroso –vogliamo vedere un po’ di tv?-
-in camera tua, però-
-come vuole, signorina!-
Salimmo su per le scale, e poi ci buttammo sul letto.
Lui accese la tv, mentre io mi mettevo in piedi e gli strappavo il telecomando, per poi chiudermi in bagno.
-perché ti porti il MIO telecomando, nel MIO bagno, in casa MIA?- gridò lui dall’altra parte.
-aspetta!- risposi, divertita –mettiti comodo sul letto, ora torno, mi sto sistemando!-
In realtà mi stavo aggiustando il completino: mutandina, corsetto, sottoveste tutto sui toni del lilla.
Uscii dalla porta un po’ imbarazzata, ma cercando di non darlo a vedere, cosa difficile dato che ero diventata paonazza e il cuore fra poco sarebbe scoppiato in petto.
Harry, appena alzò lo sguardo, rimase a bocca aperta.
-che…?-
Lo raggiunsi, e lo feci distendere, iniziando a baciarlo.
Lui, superata la fase iniziale, capì cosa avevo in mente e mi appoggiò nell’intento.
Cominciai a sbottonargli la camicia che indossava, per poi passare ai pantaloni. Lui fece lo stesso con la sottoveste, sfilandomela delicatamente, ma si fermò al corsetto.
-una cosa più semplice?- ansimò.
-mi piaceva così- gli risposi, aiutandolo.
-yes!- disse, quando riuscì a sbottonarlo tutto.
-ora puoi ritirare il premio- gli sussurrai all’orecchio, mordendogli poi il lobo.
 
A quanto pare Harry parve apprezzare molto la mia presa d’iniziativa, perché non la smetteva di fissarmi imbambolato.
-che c’è?- gli chiesi, scoppiando a ridere, mentre mi rivestivo.
-io…- si mise a sedere –non me lo sarei mai aspettato!-
-beh, se non volevi bastava dirlo…-
-ma scherzi? Non mi è mai piaciuto così tanto- disse, cingendomi la vita –sei dannatamente sexy con quel completino!-
-e sappi che ce n’è un altro da provare- sussurrai, mordendomi il labbro mentre lo guardavo.
Mi guardò, gli occhi spalancati -ti accompagno a prenderlo subito!- scattò.
Risi –me lo conservo per la prossima sorpresa-
-speriamo non passino le settimane però!-
-eh, vedremo!- dissi.
-facciamo domani?-
-domani non devi andare da Simon?-
-cavolo, è  vero! Beh, quando finisco ti passo a prendere-
-come vuoi, anche perché devi approfittare degli ultimi giorni prima che mi arrivino le mestruazioni-
-assolutamente!- disse –ora vogliamo andare a mangiare qualcosa? Poi potremo riprendere…- ammiccò.

****************************************************************************************************************
Saaaaalve!
Chiedo perdono D: lo so, è da un po' che non aggiorno, ma ho dovuto fare gli esami di maturità, e mi hanno tenuta leggermente occupata :/
Allora, in questo capitolo vediamo come la vita dei ragazzi inizia a cambiare, e di come Claire ne risenta.
Inoltre abbiamo la sua prima volta!
Aaaww che cosa romantica *^*
E a quanto pare, questa cosa le piace molto!

Fatemi sapere cosa ne pensate! :)
A partire dal prossimo capitolo ci sarà qualche colpo di scena, preparatevi! ;)

See ya! xxx

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Capitolo 16
*** Novità ***


3 MESI DOPO

Il tempo passò in fretta, e senza che ce ne rendemmo conto i ragazzi avevano finito di incidere il disco, la loro fama era cresciuta sempre di più, e tutti ci avvicinavamo al diploma.
Io e Candice eravamo diventate ancora più “popolari”, anche al di fuori della scuola, essendo le ragazze di Styles e Tomlinson: i paparazzi ci seguivano ovunque andassimo, e i momenti tranquilli fuori da casa erano pochi.
Quella sera ero stata invitata da Harry per andare ad un party. Ero appena uscita dalla doccia, quando lui spalancò la porta.
-ma non si bussa?- dissi, andandogli incontro.
Mi attirò a sé –hai paura che ti veda in reggiseno?- chiese, baciandomi.
-voglio sempre un po’ di privacy- farfugliai.
Ridacchiò -scusi, miss, pensavo che questa fase fosse stata superata- scherzò, scostando l’accappatoio e accarezzandomi la spalla. Gli baciai il collo e, dopo avergli scompigliato i capelli, andai a vestirmi.
-ehi, li avevo appena sistemati!- borbottò, contrariato.
-stai diventando peggio di Zayn, renditi conto!-
-non credo arriverò mai ai suoi livelli- scoppiò a ridere.
Dopo aver indossato l’abito, comprato appositamente per l’occasione, uscimmo e fuori, come di consueto, fummo accolti da un gruppetto di fan urlanti.
-HARRY!-
-c’è anche Claire!-
Sai com’è, è casa mia! Pensai ironicamente tra me e me.
Sorrisi a quelle persone che gridavano il mio nome, ed entrai in macchina, seguita dal riccio.

Giunti a casa Cowell, gli altri vennero ad accoglierci. Il primo fu Liam, seguito da Danielle, la famosa ballerina di cui si era invaghito durante X-Factor, e con cui ora faceva coppia fissa.
-ciao Dan- la salutai.
-ciao carissima!- fece lei.
Poi arrivarono Zayn e Perrie, la sua nuova ragazza, anch’essa appartenente ad una band chiamata ‘Little Mix’.
-hi baba!- mi stampò un bacio sulla guancia. Era tanto simpatica, anche se eccentrica nello stile.
-ciao P!- le sorrisi.
-dove hai lasciato Phineas e Ferb?- chiese Harry, scoppiando a ridere poco dopo.
Mi misi una mano sul viso –Harry, quanto sei triste…-
Tutti scoppiarono a ridere, poi Perrie rispose –a casa, riccioli d’oro!-
-perfetto- le fece una linguaccia.
-hola!- ci raggiunse Niall, seguito da Louis e Candice.
-buonaseera a tutti!- li salutò Harry, andando incontro all’amico.
-ragazzi, potete seguirmi? Ho delle cose da dire, a tutti- disse Simon, cingendo le spalle di Niall e Liam.
-certo!- disse Harry –a dopo- mi fece l’occhiolino e sparì insieme agli altri.
Mentre io e le ragazze parlavamo del più e del meno, una voce ci interruppe.
-vorrei annunciare una cosa- iniziò Simon, dal palco, circondato dai ragazzi –come sapete, il disco dei One Direction è concluso, e ora inizieranno le tappe per la promozione in tutto il Regno Unito!- un applauso, poi continuò –e subito dopo….rullo di tamburi prego…..IL TOUR!-
I ragazzi dapprima sbiancarono, poi esordirono urlando –E ANDIAMOOOOOO!-
-sono felice di vedervi emozionati ragazzi, e questo era lo scopo del party! Ora andate, e divertitevi! Grazie a tutti- spense il microfono e, dopo averli abbracciati, raggiunse i suoi conoscenti.
Harry mi venne incontro sorridendo. Lo abbracciai –che bello riccio!-
-si, ancora non posso crederci!-
-ragazzi, il nostro primo tour!- gridò Louis.
-wooooooo ooooh!-
-brindiamo, al primo di una lunga serie!- alzò il calice Liam, seguito da tutti noi. Tin.
 
La settimana successiva, tutta la scuola era in fibrillazione per la cerimonia del diploma, dato che gli esami erano finiti.
-allora- iniziò Candice a mensa –ci vediamo tutti alle 8 a casa mia per le foto di rito, ok?-
-mmh mmh- annuimmo tutti, come dei soldatini.
-poi a scuola, con la cerimonia e bla bla-
-dopo noi suoniamo- la interruppe Zayn.
-ah si?- chiesi, confusa.
-si, Simon ha detto che sarebbe un buon inizio per la promozione dell’album-
-giusto, si, si, perfetto!- fece Candice –poi andiamo a pranzo, e la sera si fa tardi! Non voglio scuse, signorinella- disse, rivolgendosi a me, e tutti insieme puntarono lo sguardo in mia direzione.
-oh, che volete? Io sono una brava ragazza!- borbottai, grattandomi il capo.
-solo quando ti fa comodo- disse Harry con voce roca al mio orecchio.
Avvampai. Quel ragazzo non smetteva di farmi effetto, nonostante tutto il tempo passato. Scoppiarono tutti a ridere, ed Harry mi baciò, in maniera poco casta.
Iniziarono a tossicchiare –ragazzi, siamo a mensa, evitate!-
-andate a casa e sfogatevi, per la miseria!-
Ci staccammo, sorridendo, e con nonchalance riprendemmo a mangiare e a discutere della cerimonia.
 
Giunta a casa, mia madre mi venne incontro.
-tieni- mi porse una busta, che sembrava una bolletta, se non per il fatto di aver su scritto “Università L. Bocconi”
-una lettera dalla Bocconi?? Non ci speravo più ormai!- dissi. Buttai lo zaino a terra e iniziai ad aprirla, con ansia crescente. Mia madre mi osservava con gli occhi che le brillavano.
-apri, apri!- era più agitata di me.
-calmati, non farti prendere un coccolone- scherzai, e lessi –gentile studentessa, la informiamo che a partire dall’ultima settimana d’Agosto lei potrà recarsi presso la nostra struttura per iniziare i giorni di accoglienza: la sua domanda di iscrizione è stata accettata. La preghiamo di dar conferma entro 10 giorni. Distinti saluti- rilessi la lettera più volte, incredula, mentre mamma girava per casa per chiamare i parenti e diffondere la notizia.
-si, si Claire! È entrata alla Bocconi!-
Quando mi resi conto della portata della notizia, iniziai a saltare per casa, poi uscii e corsi per il vialetto fino a scontrarmi con Candice.
-ti sei fatta di qualcosa, per caso?- disse lei, scoppiando a ridere.
-no, macché! Leggi- le porsi la lettera, continuando a saltare.
-oh mio Dio! Congratulazioniiiii- e prese a saltare con me. Mi trascinò in casa.
-che succede?- chiese Jenna. Candice le porse la lettera –oh, complimentoni!- mi abbracciò.
-andiamo dagli altri, sono da Liam!-
-no, voglio fargli una sorpresa, dicendolo a tutti domani durante la cerimonia!-
-sicura di riuscire a trattenerti?-
-sisisisisi!-

Continuai così per un bel po’, tornai a casa e chiamai Emma.
-sono entrata alla Bocconi!-
-COSA? Davvero?? ODDIOOO- urlò per casa, dicendolo anche ai genitori –ma quindi torni in Italia!-
Sbem.
Tanta era stata l’emozione, da non aver considerato questo minimo particolare.
Bocconi.
Milano.
Italia.
-oi, ci sei?- fece Emma dall’altra parte.
-ehm si, si! Torno in Italia!-
-evvaiiiii! Anche io vengo su all’università, così ci vediamo di nuovo!- disse, con un po’ di emozione nella voce.
-già, è vero! Ora devo andare, ci sentiamo presto!-
-va bene, ciao Cla!-
-ciao Em- e abbassai, con gli occhi lucidi.
 
-sorriiiiidi- fece mamma, mentre scendevo dalle scale tutta acchittata per prendere parte alla cerimonia del diploma.
-ma’, è tardi, devo raggiungere Candice e gli altri per fare le foto!-
-ah, allora vengo anche io, così saluto tutti!- disse, infilandosi la giacca.
Mentre finivo di sistemarmi, suonarono alla porta. Allungai la mano ed aprii.
-buongiorno!- disse Harry, entrando, e porgendo una rosa a me, e una a mia madre. Lo baciai.
-quanto sei tenero, Harry! Avvicinatevi, vi faccio una foto!-
-scusala- gli sussurrai, prendendo posizione.
-ormai ci sono abituato- mi cinse la vita e sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori.
-ora andiamo!-dissi, trascinando i due fuori, che nel frattempo commentavano il mio abbigliamento. Scossi la testa sorridendo, e chiusi la porta.
-ciao a tutti!- salutò mia madre. Erano vestiti in maniera impeccabile, tutti e 6, compreso Harry.
-salve!- risalutarono loro. Dopo varie foto, era giunto il tempo di andare a scuola.
-ma’, la cerimonia inizia alle 10.30! ricordati!- la avvisai.
-si tesoro, sarò lì insieme a tuo padre, puntuale!-
-ok, a dopo!- e salii in macchina insieme ad Harry.
 
-sei stupenda, te l’ho già detto?- mi si avvicinò.
-no, ma ora lo so- gli sorrisi, e gli occhi mi si fecero lucidi.
-che succede?- mi chiese, preoccupato.
-n…nulla- farfugliai, mandando giù il nodo che si era formato alla gola al solo pensiero di quel che avrei dovuto dire dopo.
-dopo devo parlarti…-fece lui.
Spalancai gli occhi –di cosa?- mi voltai.
Lui mi accarezzò la guancia –non preoccuparti- disse, sorridendo. E ciò fece aumentare la mia agitazione.
 
La cerimonia fu bellissima, e molte,  me compresa, si commossero durante il discorso finale.
-e ora, per festeggiare al meglio, invitiamo sul palco in via eccezionale i ONE DIRECTION!- un boato si levò tra la folla, e i ragazzi presero posto.
-oggi vi presentiamo il primo singolo del nostro nuovo cd, What Makes You Beautiful!- annunciò Harry, e alcune ragazze iniziarono a gridare.
Fin dalle prime note, io e Cand cominciammo a ballare, improvvisando mosse discutibili in base alle parole che dicevano.
-you don’t know you’re beautiful! Oooh ooh…- cantò Candice.
-…that’s what makes you beautiful!- continuai a squarciagola io.
Finita la canzone, la folla era in delirio, e i ragazzi continuavano a ringraziare tutti, finchè non scesero dal palco.
-che emozione, ragazzi!- ci raggiunse Liam, sistemandosi i capelli.
-andiamo a pranzo? Sto morendo di fame!- disse Niall, ancora agitato.
-si, in effetti anche noi!- disse Candice –ci vediamo direttamente al ristorante?-
-si!- rispose Harry, prendendomi per mano.
 
-più la ascolto, più credo che quella canzone sia qualcosa di stupendo!- dissi, durante il tragitto.
-sono felice ti piaccia!- mi sorrise, poggiando la mano sulla mia gamba. La accarezzai, continuando a guardarlo. Lui accostò la macchina.
-che fai?- gli chiesi, corrugando la fronte.
Si girò verso di me –non ce la facevo più…- e si azzittì.

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Salve! :D
Capitolo cortino, lo so, ma non ho molto tempo e ci tenevo comunque ad aggiornare u.u
Mi piaceva la storia del diploma, e come avete potuto leggere c'è un piccolo colpo di scena eheheh
vi lascio con un po' di suspence riguardo alla cosa che Harry dovrà dire a Claire ;)
Ci vediamo nel prossimo capitolo, stay tuned! xx

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Capitolo 17
*** Addii ***


Si girò verso di me –non ce la facevo più…- e si azzittì.

Continuai a guardarlo, mentre lui si avvicinava per lasciarmi un dolce bacio sulle labbra, la sua mano dietro la mia nuca –io ti amo, Claire- sussurrò tutto d’un fiato.
Mi bloccai.
Quella dichiarazione, tanto attesa e desiderata, era finalmente arrivata. Così, all’improvviso.
-anche io Harry…troppo- ammisi con il cuore che mi esplodeva dalla felicità, mentre una lacrima calda scendeva lungo la mia guancia.
Mi sorrise, asciugandola –sai, è la prima volta che lo dico, e mi sento così bene!- mi baciò teneramente, poi riprese- Comunque avevo pensato ad una cosa…-
-cosa?- chiesi, ridendo.
-probabilmente è una pazzia…- esitò -ma che ne dici di venire in tour con noi? Ho sentito anche Louis chiederlo a Cand, e non ci sarebbero problemi, in più non avrei la preoccupazione di lasciarti sola!- disse, tutto emozionato.
-che?- me ne uscii, con voce stridula. Poi mi resi conto della sua espressione, e mi si gelò il sangue.
-era solo un’ipotesi…hai ancora tempo per decidere- rimise in moto.
Non risposi.
Come avrei fatto a dirgli che sarei ripartita per l’Italia e che forse ci saremo rivisti fra chissà quanto tempo? Io stessa al solo pensiero avevo voglia di mandare all’aria tutto e rimanere con lui! Chissà quanto ci saremo divertiti insieme durante il tour…

Appena la macchina si fermò nel parcheggio, uscii di corsa farfugliando un ‘ci vediamo dentro’ e iniziai a piangere. Non mi resi conto che gli altri ci stavano aspettando, e quando passai, Candice si accorse del mio stato e mi raggiunse.
Andai a sedermi su una panchina, nel retro. La mia amica mi si sedette affianco.
-che succede?-
-io non ce la faccio! Io…- e scoppiai a piangere di nuovo.
-ehi, calmati su…non ce la fai a fare cosa?-chiese, porgendomi un fazzoletto.
Mi asciugai le lacrime, tentando di non rovinarmi troppo il trucco –quello che devo dire a tutti…-
-l’università? Beh, è una bella cosa…-
Neanche lei era arrivata a capire che me ne sarei dovuta andare. –si, ma è anche complicata…- feci un grosso respiro e mi alzai –entriamo- dissi.
-sei sicura?
-si…ah, una cosa-
-dimmi!-
-vai in tour con i ragazzi?-
-si!- fece un sorriso a 32 denti –non è fantastico? E puoi venire anche…- poi si azzittì, portandosi una mano alla bocca.
-come immaginavo- sorrisi tristemente, abbracciandola. Vidi che aveva gli occhi lucidi –andiamo forza-
 
-cos’è successo?- mi vennero incontro, preoccupati.
-ve ne parlo dopo mangiato, è già troppo tardi- dissi, tentando di apparire tranquilla. Harry mi guardò, confuso e un po’ triste, ma non disse nulla e mi seguì al tavolo. Candice continuava a fissarmi, con sguardo attonito.
Il pranzo passò tranquillamente e, dopo vari brindisi, il momento tanto atteso arrivò.
Mi alzai in piedi, attirando l’attenzione di tutti –ecco, io volevo dirvi una cosa…- mi abbassai a prendere la lettera dentro la pochette, e la tirai fuori.
Tutti la fissavano –ehm, è la lettera dell’università a cui avevo fatto richiesta d’iscrizione-
-quella di cui avevi perso le speranze?- chiese Liam.
-si, esattamente…-
-quella italiana?- Harry era sbalordito.
-già…-
-…e?- chiese impaziente Niall.
-beh, l’hanno accettata…sono entrata!- dissi, abbozzando un sorriso, con gli occhi lucidi.
Tutti esplosero in un boato d’approvazione, tranne Harry e Candice, che avevano già capito tutto.
-e quando inizi??-
-parto l’ultima settimana di Agosto…-
A queste parole tutti si bloccarono, e Harry si alzò dal tavolo per andare via. Candice lo seguì.
Io mi sedetti e iniziai a piangere. Gli altri mi fissavano scioccati, fino a quando Zayn si alzò e venne ad abbracciarmi, seguito mano a mano da tutti.
-grazie ragazzi…-
-Harry ti aveva già detto del tour…?-
-si…poco prima che arrivassimo, e…-
-capirà Claire, non preoccuparti-
-lo spero tanto…- dissi, soffiando il naso –ora scusate, ma vado da lui-

Uscii fuori e trovai Harry e Candice seduti sulla panchina dove poco prima ero andata io. Quando li raggiunsi, solo Candice alzò lo sguardo su di me.
-scusa Cla, non ce l’ho fatta….-
-io…lo so Cand, credimi….-
Si alzò e mi abbracciò, poi disse –vi lascio soli…-
Annuii e mi sedetti vicino ad Harry. Per un po’ nessuno dei due proferì parola.
-Harry, io…-
-da quanto lo sapevi?-
-la lettera è arrivata l’altro giorno…-
-e perché non me lo hai detto subito?-
-io…volevo dirlo insieme agli altri-
-capito…- si alzò e fece per andarsene. Poi cambiò idea, e tornò davanti a me. Aveva gli occhi lucidi. –Claire, io davvero non so come prenderla, porca miseria- si mise le mani tra i capelli.
-io neanche a dir la verità..-
-tu non puoi capire come mi sento!-
-si invece, perché io sto come te!-
-non credo…-
-credimi…- mi alzai e mi misi davanti a lui. Si allontanò –perché fai così? Cerca di ascoltarmi…-
-non ce la faccio Claire, davvero-
-ce la farai…-
-NO! No, cazzo!- urlò –ti ho detto che ti amo! Come puoi pretendere che io ti lasci andare così?!-
-Harry, anche io ti amo…e non vorrei partire se solo potessi!-
-puoi, hai scelta! Dimmi che resterai!- incontrò i miei occhi.
Abbassai lo sguardo, senza rispondere.
-dimmelo!- continuò.
-Harry…- tentennai.
-lo sapevo- mi lasciò lì, entrò dentro e riuscì poco dopo, con giacca e chiavi in mano. Senza degnarmi di uno sguardo, salì in macchina, mise in moto e andò via.
Io andai a sedermi, iniziando a piangere senza sosta. Lo avevo ferito. Avevo rovinato a tutti il più felice giorno dell’anno.
Lui mi amava. Voleva me.
Io lo amavo. Volevo lui.
Perché la vita doveva essere così complicata? Perché non potevo semplicemente lasciar perdere tutto e seguirlo?
 
Rientrai poco dopo nella sala, gli occhi arrossati per il pianto. Presi posto senza dire nulla, aspettando che gli altri finissero di fare quello che stavano facendo.
-Harry è andato via, vero…?- chiese Liam.
Annuii.
-se vuoi ti riaccompagno io a casa- si offrì Niall.
-grazie…- mormorai.
Dopo avermi  lasciato davanti al cancello, mi stampò un bacio sulla guancia e ripartì. Entrai in casa e salii in camera mia, senza dire nulla.

***

Passai i primi giorni di vacanza a casa, senza fare niente o vedere qualcuno. Tentai più volte di contattare Harry, senza ricevere risposta: tra qualche giorno sarebbe partito per la promozione e ancora non mi aveva rivolto parola. Così, dopo giorni di depressione pura, decisi di andarlo a raccattare a casa e, volente o nolente, mi avrebbe parlato. Eccome!

Suonai alla porta, ma dalla casa non proveniva alcun rumore.
Che fosse uscito? Pensai.
Prima di andare via, decisi di suonare altre due volte, e alla fine riuscii ad intravedere del movimento. La porta si aprì.
-ciao- mormorai.
Harry era ancora in pigiama e, con voce impastata di sonno, borbottò un –che ci fai qui?-
-posso entrare?-
Esitò –si, vieni-
Entrai e poggiai la mia roba sul divano –i tuoi non ci sono?-
-no, sono andati a fare shopping. Dovresti essere abituata al fatto che la maggior parte del tempo questa casa è vuota, e hai avuto fortuna a trovarmi.- rispose, con tono duro.
-beh, menomale allora-
-vado a farmi una doccia- disse, raggiungendo le scale.
-ma proprio ora? Non puoi aspettare? Devo parlarti-
-si, ora. Non ci metterò molto-
-come vuoi- dissi, infastidita, e lui sparì di sopra.
Dopo qualche minuto, decisi di aspettarlo in camera sua, così salii e mi accomodai sul letto. Lui uscì dal bagno e, dopo essersi vestito con molta calma, si sedette di fronte a me.
-ora posso parlare?-
-si, certo-
Sbuffai –perché mi hai ignorato tutti questi giorni? È un modo implicito per farmela pagare, per caso?- dissi, andando diretta al punto.
Lui tacque per un po’ –mi serviva del tempo per elaborare la cosa…-
-e sei giunto a qualcosa? Perché sai, queste vacanze non sono iniziate con il piede giusto…considerando che fra poco parti, non vorrei lasciare le cose così tra di noi-
-no, nemmeno io. Mi dispiace di essermi comportato così Claire, ma cerca di capirmi…-
-è per questo che sono qua, altrimenti non sarei venuta….-
-…in quel momento mi è crollato il mondo addosso. Mi ero già fatto tutto un programma per quando saremo andati in tour, poi tu hai detto che eri stata accettata e non ci ho visto più-
-lo so, è stata la mia stessa reazione…per questo sono uscita dalla macchina, non volevo mi vedessi crollare-
Mi prese le mani –so che sembrerà egoista da parte mia, ma vieni con noi. Vieni con me, ti prego…-
Gli occhi mi bruciarono –non posso riccio…-
-è per i soldi? Non dovresti sborsare nulla, penserei a tutto io! Qualsiasi cosa tu voglia, la avrai. Ma rimani con me…-
-non è per i soldi…-
-e per cosa? La famiglia?-
-non sopporterei di essere un peso per te…-
Lui mi guardò, sconvolto –tu non sarai mai un peso per me!-
-non fraintendermi…dico solo che la vostra fama aumenterà, e anche i vostri impegni. Non voglio esserti d’intralcio in questa fase, che è la più delicata. E non voglio vivere per sempre a tue spese-
-ma…-
-non interrompermi, ti prego…- dissi, asciugandomi una lacrima e iniziando a dire ciò che avevo elaborato i giorni precedenti –voglio dire: che succederà se un giorno incontrerai una meglio di me? O che ti attrae di più? Mi scaricheresti, e io dove andrei? Senza un lavoro o un titolo di studio? Da nessuna parte, mentre tu continueresti a fare la popstar. Non puoi aspettarti che accetti tutto ciò…per questo credo sia meglio…-
-COSA?- gridò, scattando in piedi.
-tu tra qualche giorno parti, ripeto…- dissi, ormai piangendo –e quando tornerai sarà il mio turno, di partire…-
-mi vuoi lasciare?- disse, con gli occhi lucidi.
-credo sia la cosa migliore per entrambi…-
-NO, Claire, no!-
-Harry….-
-smettila!-
-è l’unica soluzione…-
-in questi giorni non ti ho mai risposto perché stavo cercando di staccarmi da te. Ma non ce la faccio, purtroppo. Mi sei entrata dentro! E non puoi chiedermi di lasciarci, non puoi!-
-lo so…- farfugliai, in lacrime –ma è la cosa più giusta da fare ora, e non sai quanto mi costi dirlo…-
-io non voglio Claire…sto troppo bene con te per lasciarti!- gridò.
-non possiamo mandare avanti questa storia, non più ormai…-
-perché? Io non cambio Claire!-
-non puoi mai saperlo…e per me sarebbe difficile rimanere con una popstar, dato che non potremo vederci per chissà quanto!-
-c’è la tecnologia!- rispose, stizzito.
-ma non sarebbe lo stesso- dissi, cercando i suoi occhi. Lui distolse lo sguardo e mi diede le spalle. –lo sai anche tu, è inutile che ti giri…-
-verrei a trovarti appena posso! Prendi Liam e Danielle! O Zayn e Perrie!-
-ma entrambi nella coppia sono famosi, io sono una sfigata quindi a lungo andare ti farei fare solo brutta figura-
Si bloccò -ma ti stai ascoltando?- sbottò.
Abbassai lo sguardo –si..-
-you’re insicure, don’t know what for…- canticchiò, con le lacrime che gli scendevano su quelle fossette. Non lo avevo mai visto così triste, e questo mi faceva male. Tanto male.
-rimarrò sempre insicura- sorrisi, tristemente.
Mi si avvicinò –e per me rimarrai sempre speciale Claire, non so se riuscirò mai a trovare qualcuna come te…- appoggiò la sua testa sulla mia spalla, e io allungai la mano a scompigliargli i capelli. Mi abbracciò, e rimanemmo fermi così, in silenzio, per un tempo infinito.
-neanche io troverò più qualcuno come te…- dichiarai, alla fine.
Lui si staccò –volevo solo dirti che sono fiero di te, Claire. Ti meriti di andare alla Bocconi e di vivere una vita bellissima. E sappi che per te ci sarò, sempre-
Scoppiai a piangere per l’ennesima volta in quella giornata –mi mancherai…-
-anche tu…-
Mi alzai –beh, ora me ne vado…-
-ti accompagno-
-non preoccuparti- abbozzai un sorriso –a breve arriveranno i miei…-
-lasciati accompagnare per l’ultima volta…-
-ma...-
-niente ma- mi interruppe –metto le scarpe e andiamo-
Gli sorrisi e scesi giù ad aspettarlo.
 
Giunti davanti casa, scesi dalla macchina e lui fece lo stesso.
-allora è finita?- fece lui.
-credo di si…-
-bene, allora ciao Claire- si avvicinò, mi lasciò un bacio sulla guancia anche se le sue intenzioni erano altre, e rientrò in macchina.
Io rimasi sul viale a fissare la sua macchina andar via per l’ultima volta. Poi mi diressi a casa di Candice, perché se solo fossi rimasta da sola a casa, non so cosa avrei combinato.
-Claire, è successo qualcosa?- mi chiese Jenna con fare premuroso, notando il mio stato.
-nono, nulla- abbozzai un finto sorriso.
-Candice è da Louis…-
-ah…beh, allora niente! Ciao, scusa il disturbo!- e uscii.
Mi diressi verso la fermata della metro, decisa a non rimanere sola a casa, e mi presentai da Louis 10 minuti dopo.
-Claire!- esclamò lui stupito, vedendomi alla porta.
-Candice è con te?-
-si si, entra…-
-grazie…- con lui non finsi neanche di stare bene, e, dopo essere entrata, mi buttai sul divano con fare passivo. 
Candice si precipitò giù dalle scale, un po’ sconvolta. Mi sentii in imbarazzo, dopo aver appreso di aver interrotto qualcosa.
-che succede?- mi chiesero i due, sedendo misi uno a destra e l’altra a sinistra.
-ci siamo lasciati- dissi, buttando la testa indietro e fissando il soffitto per non piangere di nuovo.
I due si ammutolirono e puntarono lo sguardo su di me.
-perché?- chiese Louis.
-perché io devo partire, voi anche…-
-e ti fai fermare dalla distanza?-
-no Lou, dal complesso che verrebbe a crearsi. Non sono una tipa troppo forte-
-come l’ha presa lui?-
-male…non l’ho mai visto così giù-
-lo immagino…sappi solo che a te teneva più di chiunque altro-
-lo so Lou, e lo stesso vale per me! Non credere che sia stata la più facile delle decisioni prese fino ad ora!-
Candice nel frattempo era rimasta zitta a fissare il pavimento. Quando alzò lo sguardo aveva gli occhi lucidi.
-Cand, dì qualcosa anche tu, ti prego…non ce la faccio a vedervi tutti così-
-cosa vuoi che dica, Cla? La mia migliore amica sta partendo e non so quando la rivedrò-
-potremo vederci tutti durante i periodi di vacanza-
-ma non sarà come averti affianco ogni giorno…- ammise, tristemente.
-lo so…- la abbracciai.
Poi suonarono alla porta e contemporaneamente squillò il mio cellulare. Così, sia io che Louis ci alzammo, io mi diressi in cucina e lui ad aprire.
-pronto?-
-Claire, dove sei?-
-da Louis, papà-
-ti vengo a prendere lì allora?-
-si, va bene-
-ok, tra 5 minuti arrivo-
-perfetto- e abbassai.
Ritornai in salotto e trovai Harry seduto sul divano. Mi bloccai, e lui fece lo stesso.
Gli occhi di Lou e Candice sembrava stessero assistendo ad una partita di tennis, si spostavano da me a lui e da lui a me.
-io devo andare- dissi, dirigendomi verso la porta, con gli occhi  lucidi –ci vediamo ragazzi!- mormorai.
-noi dopodomani facciamo la festa pre partenza da Niall! Ci vediamo lì?- disse tutto d’un tratto Candice.
Mi voltai e notai Harry fare un’occhiataccia verso Candice, che gli rispondeva alzando le spalle –ci sarò- dissi, con poco entusiasmo data la reazione. E uscii.

***

Mi presentai a casa di Niall un po’ in ritardo, ma con una torta in mano sarei stata sicuramente perdonata.
-ehi, bell’italiana!- mi salutò, aprendo la porta.
-folletto! Scusa il ritardo, però vi ho portato questa –dissi, allungando il piatto.
-ottima cosa!- esclamò lui prendendola.
Entrai e vidi che tutti erano intenti a conversare seduti sul divano.
Mi salutarono con entusiasmo, solo Harry si limitò ad un cenno di capo.
Erano passati tre giorni dalla nostra rottura, e ancora mi sentivo uno straccio come fosse passata un’ora. Anche mamma aveva notato il mio stato, ma non mi aveva rotto più di tanto con troppe domande.
-balliamo un po’?- propose Perrie, alzandosi dal divano.
-si dai!- si emozionò Danielle, che prese a saltellare.
Tutte le coppiette si alzarono e seduti rimanemmo solo io e Harry, dato che anche Niall aveva invitato la sua solita “amica”.
Ad un certo punto, partì un lento. Iniziai a fissarmi le scarpe, come facevo quando mi sentivo a disagio.
 Poi notai la presenza di altre due scarpe diverse dalle mie, davanti a me. Alzai lo sguardo e incontrai una mano tesa.
-so che così non faccio altro che complicarci la vita ma…balliamo?-
-ne sei sicuro, Harry?-
-assolutamente-
Strinsi la sua mano, e subito con l’altra mi cinse la vita. Affondai il volto sul suo collo, inspirando tutto il suo profumo e iniziammo ad ondeggiare al ritmo della musica. Le sue mani mi accarezzavano dolcemente, come facevano qualche tempo fa.
Gli occhi iniziarono a bruciarmi, come anche la gola, al ricordo di tutti i momenti passati insieme.
-come stai?- mi chiese.
-vuoi la verità?-
-ovvio-
-beh, sto uno schifo- ammisi.
-siamo in due, allora…Posso fare una cosa?-
-cosa?-
Mi condusse nell’altra stanza e prese il mio viso con le mani, iniziando ad avvicinarsi.
-Harry, non credo sia una buona idea- mormorai, poggiando le mani sul suo petto, per allontanarlo. Riuscivo a sentire il suo cuore battere, e la sua pelle calda sotto il mio tocco.
-un bacio d’addio…almeno quello- sembrava quasi…implorante.
Si era sempre mostrato un tipo forte e sicuro di se, ma solo in quel momento uscì il vero Harry Styles: un ragazzo insicuro, e dal cuore tenero.
-così ci facciamo solo del male-
-già stiamo male, ma almeno per un attimo non ci pensiamo-
Si avvicinò ancora di più e le nostre labbra si incontrarono.
Iniziammo a baciarci ­con foga, dimenticando ogni cosa. Le mani si muovevano lungo i nostri corpi, che ormai conoscevamo come le nostre tasche. E ogni tanto Harry sussurrava il mio nome.

Gli altri, notando la nostra scomparsa, iniziarono a cercarci, e alla fine Louis entrò.
-Harry!-
Lui si staccò da me, contrariato –che vuoi?-
-lo sai…- lo guardò, ammonendolo.
-lasciaci in pace-
-no, ha ragione Lou…- mi intromisi.
-ripeto, lasciaci in pace- rispose, freddamente.
-non puoi fare così, amico-
Harry, di tutta risposta, chiuse la porta e tornò da me. Riprendemmo a baciarci.
Era come l’ossigeno per me, e so che avrei sofferto un mondo a partire da domani, sapendo che non era più a casa sua, che non potevo più andarlo a trovare.
Dopo un altro bel po’, ci staccammo e, senza proferir parola, tornammo dagli altri.

Era giunta per tutti l’ora di andare.
-ciao Liam- dissi, abbracciandolo.
-ci sentiamo Claire!-
-ciao Zayn!-
-ciao cara!-
-folletto…-
-italiana…appena posso scappo in Italia da te!- disse, stritolandomi in un abbraccio.
Gli occhi iniziarono a farsi lucidi quando mi avvicinai a Louis e Candice.
-Lou, controlla Harry per me…ti prego!- sussurrai, stringendolo.
-lo farò Claire, stanne certa-
-grazie…divertitevi!-
-stammi bene, Cla- disse, stampandomi un bacio sulla guancia.
-Cand, tu parti con loro da domani, vero?-
-si Cla…- e scoppiò a piangere.
-ehi, non fare così ti prego…-
-promettimi che ci sentiremo ogni giorno!-
-te lo prometto!-
-e che spaccherai il culo a tutti!-
-lo farò!- dissi, sorridendo tra le lacrime –e tu divertiti e controlla questi 5 sbandati!-
-li comanderò a bacchetta, don’t worry!-
-ti voglio bene Candice!-
-io di più Cla- mi saltò letteralmente addosso.
L’ultimo che salutai fu Harry.
-ciao riccio- dissi, avvicinandomi.
-ciao…- mi lasciò un lieve bacio sulle labbra e mi porse una busta contenente una cornice di foto.
-cosa sono?-
-un collage di tutte le nostre foto, con annesse dediche…così ci avrai sempre con te- si intromise Niall.
-che cosa carina…ma non penso vi dimenticherò mai!- sorrisi –anche io ho qualcosa per voi- dissi, estraendo dalla borsa dei pacchettini –sono dei braccialetti, una sciocchezza- li porsi uno ad uno.
-grazie mille- dissero in coro.
-ora vado…ciao ragazzi!-
-ciao! Ci sentiamo domani appena arrivati!- gridarono.
-ciao Claire- sussurrò Harry. Non distolse lo sguardo finchè non fui completamente uscita di casa.

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Ciiiiiiao!
capitolo un po' triste, lo so....e l'epilogo è sempre più vicino! voi che vi aspettate? ditemi u.u
Loro due si amano, ma non possono stare insieme, almeno non per Claire...lei cambierà idea o prenderanno strade completamente diverse?

E' da tanto che non lo dico, ma grazie di cuore a tutti quelli che stanno seguendo la storia, che la mettono tra le seguite, preferite e  ricordate, davvero <3
Al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 18
*** Nuova vita? ***



-si, mamma, sono appena atterrata a Milano!- dissi, quasi impiccandomi per tenere il telefono e contemporaneamente reggere borsa, buste e bagagli vari.
-mi raccomando, sii prudente!-
-ovviamente! Ci sentiamo appena raggiungo il dormitorio!- e abbassai.

Mia madre era estremamente apprensiva nei miei confronti, e sapendo che ora ero così distante da loro la sua apprensione era cresciuta a dismisura.
I giorni di vacanza dopo la partenza dei ragazzi erano passati in un soffio. Ci sentivamo più o meno ogni due giorni, tempo permettendo, e sembrava che tutto stesse andando bene: c’era sempre molta affluenza di fan agli incontri, e il singolo andava alla grande alradio.

L’unico su cui sapevo poco o nulla, e quel poco per sentito dire, era Harry.
Io ancora dovevo superare bene la cosa, ma diciamo che avevo fatto enormi passi avanti da Giugno ad ora, se non altro avevo riniziato a truccarmi decentemente e ad uscire più spesso di casa.
Ma di Harry, vuoto totale.
Louis un giorno mi disse che stava meglio, che aveva ripreso a fare lo sciupa femmine come sempre, incontrando qualche fan, ma nulla di più dettagliato.
Non che tutto ciò non mi desse fastidio, anzi! Ricordo che passai il pomeriggio a piangere, come era mio solito.

Candice se la passava bene, a quanto sembrava. Si era iscritta a distanza in un’università senza obbligo di frequenza, così poteva studiare durante il tour e dare gli esami quando doveva. Con Louis le cose andavano alla grande, e ciò mi rendeva felice. Almeno una delle due stava davvero bene!

Il flusso dei miei pensieri venne interrotto da una voce che mi chiamava –Smith, Claire Smith!-
Mi girai intorno all’aeroporto, mettendoci un po’ per individuare da dove provenisse, non essendo più abituata all’italiano.
-sono io- dissi, rivolta ad un signore sui 50 anni, che mi aspettava con un cartello in mano.
-prego, mi segua- disse, incamminandosi verso l'uscita.

Quando raggiunsi il dormitorio, mi resi conto davvero di cosa stavo per fare.
Non ero mai stata tanto lontana dalla mia famiglia per così tanto tempo…era appena iniziata la mia vita da ragazza indipendente.
Entrai nella stanza, che condividevo con una ragazza più grande di me di un anno.
-hi…ehm, ciao- farfugliai, entrando.
-e tu saresti?- disse, con tono altezzoso.
Bel benvenuto, pensai. Ma solo nei film le compagne di stanza erano tutte ‘carine e coccolose’?  -sono Claire-
-ah, piacere, io sono Martina-
-piacere mio- dissi, buttando la borsa sul letto.
E la nostra conversazione terminò. Uscii dalla stanza, chiamai i miei, e poi mi decisi di ritentare a istaurare un rapporto con quella tipa.
Con mia sorpresa, fu lei a parlare –vieni, ti faccio fare un giro, ti va?-
-magari!- dissi, sorridendo.

Iniziammo a camminare –da dove vieni?- chiesi.
-una città vicino Bologna…tu?-
-io da Londra-
Si bloccò. - io sogno di vivere lì da sempre, e tu sei venuta qua?- chiese, la bocca che toccava terra.
-ehm, si- abbozzai una risata –sono italiana d’origine-
-ma non ci sono bei college lì, in cui poter andare?-
-si, ci sono, ma volevo tornare qui per un po’…- dissi, maledicendomi per la scelta.
-non mi sembri entusiasta-
-lo sono e non lo sono…-
-storia complicata? Ah beh, benvenuta nel club- disse, e così facendo entrammo nel cortile, poi in palestra, nell’edificio dove erano situate le classi e via dicendo.
Dopo esser tornate nella stanza, chiamai Emma e andai a lavarmi.
-stasera esco, vuoi venire?-
Non avevo molta voglia di uscire, specialmente con delle persone che non conoscevo, la prima sera in cui mi trovavo lontano dalle persone a me care. Quindi declinai l’invito e accesi il pc.
 
I primi giorni furono piuttosto tragici.
-Claire, svegliati!- gridava ogni mattina la mia compagna di stanza, che aveva scoperto il mio lato pigro.
Gli orari erano piuttosto fattibili, considerando che non dovevo viaggiare come la maggior parte degli studenti, avevo molto tempo per studiare e dedicarmi ai primi giri esplorativi. Conobbi molti studenti simpatici e disponibili, insieme agli amici di Martina, che ogni tanto entravano in camera come se nulla fosse.
Martina era una tipa strana, ma conoscendola si rivelò divertente e gentile: uscivamo spesso insieme, anche per una semplice passeggiata.
Venni a conoscenza che i genitori erano divorziati e che per questo passò un brutto periodo, poi conobbe l’attuale ragazzo, Giacomo, e tutto si sistemò.
-è quasi due anni che stiamo insieme!-
-complimentoni!- dissi.
E quando chiese di me, io parlai tutto tranne che di Harry.

***
 
Il tempo passò in fretta e, un anno e vari esami dopo, il fenomeno One Direction spopolò anche in Italia.
Continuavo a sentirmi in particolare con Candice, che tra l’altro conobbe anche Martina, senza però farle sapere chi era veramente, se non un’amica di Londra (cosa vera, tra l’altro).
-come va Cand?-
-tutto bene, te?-
-bene, gli esami?-
-alla grande, tanta roba da studiare però!-
-eh, a chi lo dici-
-beh, ora vado!-
-ok, saluta tutti…-
-lo farò, ciao Cla!-
-ciao Cand!- e la chiamata su Skype terminò proprio mentre Martina entrava.
-crepes?- mi invitò.
Guardai incerta i libri sulla scrivania e poi lei. –ma si, tanto non ho voglia di studiare!- dissi, alzandomi e prendendo il giubbotto.

Con la crepes ancora calda in mano, passammo davanti all’edicola. Era da molto che non compravo un giornale, e rimasi un bel po’ a fissare lo scaffale, mentre Martina
chiacchierava col giornalaio.
Spostando lo sguardo, mi si gelò il sangue.
Era lui, Harry, sulla copertina di varie riviste, insieme ad una donna sulla 30. Che si baciavano.
Afferrai il giornale e con nonchalance, notando l’espressione confusa di Martina, lo pagai e lo infilai in borsa.
-perché diamine ti sei comprata quella schifezza?- mi chiese.
-avevo voglia di leggere cavolate, mi sono stufata delle cose serie- improvvisai.
-ok, ora andiamo alla Kiko? Devo comprare un po’ di cosuccie!-
-guarda, non mi sento molto bene…ti spiace se torno in dormitorio? Tu fai i tuoi giri con calma, non preoccuparti!-
-sei sicura?-
-si si!-
-vaa bene…allora a dopo!-
Corsi e presi il primo taxi che capitava. Avevo bisogno di leggere quell’articolo e andare su internet.

Entrata in stanza, buttai tutto e, dopo aver preso in mano la rivista, iniziai a sfogliarla febbrilmente.
E che sia questa la nuova fiamma di Harry Styles?” –la nuova fiamma?- esclamai, con una punta di irritazione.
L’articolo continuava dicendo che questa ‘fiamma’ si chiamava Caroline Flack, donna più grande di lui di un po’ di anni. Il sangue mi ribolliva nelle vene, e iniziai a piangere. Sapevo che prima o poi Harry si sarebbe fatto una nuova vita, come era giusto. Quello che mi faceva più male, era il fatto di scoprirlo così. Speravo di sentirlo da lui direttamente, dato che dopo che ci fummo lasciati aveva promesso di farsi vivo. Ma d’altronde non potevo biasimare il fatto che non mi volesse parlare…
Scendendo con lo sguardo, notai varie foto tra cui riconobbi un viso familiare…il MIO, con su scritto “le ragazze di Harry Styles”. Lasciai la pagina aperta su cui era caduta qualche lacrima, e uscii dalla stanza.

Quando rientrai, vidi Martina con espressione sconvolta, tenere in mano la rivista. Diventai paonazza, come se avesse violato la mia privacy, e rimasi bloccata a fissarla.
A lei i One Direction piacevano discretamente, qualche volta avevamo sentito insieme qualche canzone mentre mettevamo lo smalto o cose varie.
-mi spieghi cosa ci fai su una rivista insieme a quel figo di Styles?-
Abbassai lo sguardo, senza rispondere. Squillò il telefono.
-pronto?- risposi, con voce atona.
-PERCHE’ HARRY STA CON LA FLACK????- gridò Emma dall’altra parte del telefono.
-ti ho detto che ci eravamo lasciati Em…-
Martina mi fissava sconvolta.
 –MA NON PENSAVO FOSSE VERO, DANNAZIONE!- gridava Emma intanto.
-perché dovrei sparare cavolate?-
-senti, spiegami tutto!-
Sussurrai uno ‘scusami’ a Martina, poi uscii e parlai con Emma per un’ora buona.
Qualche ragazza che passava prese a ridermi in faccia: a quanto pare la notizia era più diffusa di quanto pensassi, e questo spiegava le occhiatine di alcuni studenti i giorni prima.
Abbassai la chiamata e tornai in stanza. Vidi Martina intenta a smanettare sul mio pc, dove conservavo foto, video e altre cose. Mi gettai su di lei, chiudendo tutto.
-perché mi hai tenuto tutto nascosto?-
-perché avevo paura di un giudizio da parte tua e di tutti…- dissi, con voce tremante –ora per chissà quanto tempo dovrò subirmi tutte queste occhiatine da parte degli altri!- sprofondai il viso sul cuscino.
-io non ti avrei giudicato-
-lo so, scusa...-
-ti va di parlarne?-
Le raccontai tutta la mia storia dagli inizi, e lei si mostrò interessata e comprensiva.
-quindi li conoscevi da prima? Che invidia!- disse, sorridendomi.
-si- sorrisi a mia volta, soffiando il naso –è con loro che parlo su Skype-
-giuramelo?!-
-si- scoppiai a ridere –vuoi vederli?-
-oddio, magari!- saltò su lei, porgendomi il pc.
Uno, due squilli e apparve Candice –Cla!-
-ciao- la salutammo in coro.
Candice sbiancò, e vidi che fece un gesto per allontanare non so chi, probabilmente Louis.
-Cand, sa tutto…- dissi.
-davvero?-
-si, sono uscite delle foto…-
-che tipo di…- si bloccò –Harry?-
-con  una certa Flack, si-
-oh, io…mi…-
-e c’erano anche alcune nostre foto, non so come siano potute arrivare-
-Claire…-
-che succede?-
-beh, è una storia lunga…-
-ho tempo- dissi, iniziando ad innervosirmi.
-ragazzi, venite qui-
-oddio, sto per vederli!- mormorò eccitata Martina al mio fianco.
-CLAIREEEEEEE-
-ragazziiiiii-
Martina spalancò gli occhi –h…hi!- balbettò.
-nostra fan?-
-dopo questo…decisamente si!- gridò, e scoppiarono a ridere.
-allora, che succede?- mi intromisi, insistendo.
Fu Louis a parlare –Claire, dopo che tu e Harry vi lasciaste, passammo un brutto periodo, a causa del comportamento di Harry. Non era più lo stesso e stava rovinando la nostra immagine, secondo il parere dei manager. Questi lo costrinsero a mascherare ciò che sentiva e lui iniziò a comportarsi peggio di prima. Piano piano, iniziò a riprendersi, e incontrò Caroline…-
-Flack-
-si…stanno bene insieme, o almeno lui dice così. Dice di sentirsi meglio e che gli è passata-
-beh, sono felice per lui…ma cosa c’entrano le mie foto?-
-sai come sono fatti i giornalisti…forse in qualche intervista Harry si è fatto scappare delle relazioni precedenti, ed ecco fatto-
-con chi parlate?- un'altra voce si insinuò nella chiamata. E la riconoscevo. I ragazzi voltarono lo sguardo verso la persona, che si affacciò in web. E impallidì.
-oh Dio mio- sussurrò Martina.
I miei occhi si riempirono di lacrime.
Non lo vedevo da più di un anno, se non per foto qualche volta. La faccia si era sfinata, i riccioli erano cresciuti.
Non mi parlava, si limitava a fissarmi sconvolto. E poi sparì, uscendo dalla stanza in quanto udii lo sbattere di una porta. Louis lo rincorse.
-forse non avrei dovuto chiamare…- mormorai.
-no, assolutamente! Ci manchi Claire…- disse Niall.
-anche voi mi mancate ragazzi, non sapete quanto!- dissi, trattenendomi dallo scoppiare in lacrime nuovamente.
-verso Ottobre veniamo a Milano…vogliamo incontrarci??-
-sarebbe fantastico!- esclamai.
-allora ci sentiamo…ciao Cla- mi salutarono, sorridenti.

***
 
Ottobre era arrivato.
Sedevo impaziente sulla panchina del cortile dell’università, in attesa della chiamata di Candice. Dopo qualche minuto, arrivò.
-Claire, sto arrivando!-
-ok, ti aspetto davanti l’entrata- dissi, alzandomi e avviandomi in quella direzione.
Nell’attesa mi aggiustai il vestito e mangiai una gomma, poi mi venne in mente una cosa: ‘sto arrivando’…non sarebbero venuti anche i ragazzi? O almeno eravamo rimaste così qualche giorno prima. Forse avevo capito male io…o forse no, dato che individuai Candice lungo la strada. Da sola.
-CLAIREEEE- urlò, lasciando le valigie e correndomi incontro. Aveva i capelli più lunghi dall’ultima volta che ci eravamo viste, il corpo più snello e messo in risalto dai vestiti aderenti.
-CANDICEEEE- la abbracciai. Non ci vedevamo da più di un anno ormai!
-come va?-
-beh, si va avanti!- dissi, sorridendole. –tu?-
-benissimo!- rispose, e andò a prendere le valigie, per poi avviarci insieme verso il dormitorio.
Non capivo il perché delle valigie, così glielo chiesi.
-ehm, ti spiace se rimango un po’ qui? Ho preso una pausa da quei 5 per qualche giorno, mi mancavi!- mi rispose lei.
-si, non c’è problema! Gli altri li incontriamo dopo?-
Esitò –in realtà non li incontriamo…-
Mi bloccai. Avevo atteso tutto quel tempo per rivederli, e ora venivo a sapere che non potevo. –e perché mai?-
-ripartono oggi sul tardo pomeriggio, giusto il tempo di un’intervista!-
-ah- mi ammutolii.
-comunque ho una cosa per te…- disse, porgendomi una bustina. –apri!- mi esortò, impaziente.
La aprii e dentro trovai un biglietto per un concerto che si sarebbe tenuto a Londra il mese prossimo.
-vieni?- chiese lei, eccitata.
Controllai la data –non posso…è la settimana degli esami- mormorai, riporgendole il biglietto, tristemente.
-ma come? Dai Claire, stai scherzando spero!-
-no Cand…non posso davvero!-
-ma altre ragazze venderebbero un rene per averlo!-
-infatti è meglio darlo a chi può andare- dissi, richiudendo la bustina e posandola sulla scrivania. Candice mi guardò mestamente, forse l’avevo offesa. –scusa-
-non fa nulla…come stai? Seriamente…-
-Cand, sto normale…-
-hai trovato qualcuno?-
-no, sarà da stupide, ma ancora mi ritrovo a pensare ad Harry, quindi mi è un po’ difficile…-
Fece per dire qualcosa, poi si trattenne. Notò il mio sguardo, quindi continuò –beh, ne ho parlato l’altro giorno con Harry…-
-immaginavo…è per questo che non ci incontriamo, vero?-
-no, no- si affrettò a dire –abbiamo solo parlato di te…mi ha detto che vederti, qualche mese fa, lo aveva sconvolto un po’ e che le eri tornata in mente di nuovo-
-però continua a stare con la Flack-
-in realtà si sono lasciati…-
-ah si?- chiesi, sbarrando gli occhi.
-si, non l’hai ancora letto su internet?-
-pensavo fossero cose poco affidabili…-
-no, no è la realtà…e credo di sapere anche il motivo-
-e cioè?-
Esitò, scrutandomi attentamente -te-
-smettila Cand- borbottai, scuotendo la testa.
-pensala come vuoi, ma secondo me è per quello! Giuro che da quando ti ha rivista, ha iniziato a sbarellare e a litigare con quella donna- insistette.
Abbassai lo sguardo e presi a torturarmi le mani. E se fosse veramente così? Se Harry non mi aveva dimenticata, forse c’era una speranza…
NO!
No, non avrei mai potuto. D’altronde, dovevo rimanere in Italia ancora per un anno prima della laurea, quindi non dovevo inventarmi storie. Ed era stato un bene il non poterli incontrare. Un bene per entrambi. –ormai abbiamo perso i contatti, è tutto troppo tardi-
-nulla è troppo tardi Cla…-
-Cand, ti prego, non dirmi queste cose-
Annuì -cambiamo argomento?-
Feci un respiro di sollievo. -si!-
-dov’è Martina?-
-è in giro con il ragazzo, dovrebbe tornare a momenti-
-perfetto-
-ti va di vedere un po’ Milano?- proposi.
-volentieri amica!-
 
Candice si fermò in città per tre giorni, tre giorni di intenso shopping con me e Martina. Le due legarono immediatamente, anche perché erano molto simili di carattere e approccio.
Il giorno della partenza, entrambe la accompagnammo all’aeroporto.
-chiamami appena atterri- la ammonii.
-si mamma- scherzò lei.
-ciao Cand, mi ha fatto piacere conoscerti- la salutò Martina.
-anche a me, nuova amica italiana!-
Mentre ci avviavamo verso il gate, notai una certa folla e qualche gridolino. Candice iniziò a ridacchiare.
-che succede?- chiesi.
Ci raggiunse un ragazzo incappucciato e che indossava occhiali da sole. Si fermò e baciò Candice. Io e Martina lo guardavamo, sconvolte. Presi una busta e gli diedi uno spintone.
-perché non mi abbracci, invece di picchiarmi?- fece lui, togliendosi gli occhiali da sole e aprendo le braccia a mo’ d’invito.
Ci misi un po’ per riattivare il cervello, poi lo riconobbi –ODDIO LOUIS!- mi buttai addosso a lui. Lo strinsi forte a me, era come ritrovare un fratello.
-ciao Claire!-
-che ci fai qui??- chiesi, con un tono di voce più alto del normale.
-vengo a raccattare la mia fidanzata!- disse, sorridendo amorevolmente a Candice.
-oh mamma, non ci posso credere!-
-si, anche a me fa piacere rivederti, se è questo quello che intendi- scoppiò a ridere lui.
Nel frattempo Martina era rimasta immobile al mio fianco, respirando a mala pena. La presi –lei è Martina-
-piacere- disse Louis, sorridendole.
-tu…tu…tu sei quello col culo altamente palpabile!- se ne uscì lei, facendo scoppiare a ridere tutti.
-ehm, si, a quanto pare!- rispose lui, imbarazzato.
-si, è lui- affermai io, compiaciuta.
-ti porto i saluti di tutti, ci dispiace di non esserci potuti incontrare prima…- disse lui.
-sarà per un’altra volta…salutami anche te tutti! Appena potete, fatevi vivi-
-cercheremo! Ora andiamo, altrimenti perdiamo l’aereo…ciao Claire, a presto!- mi abbracciarono a lungo prima Louis, poi Candice.
-ciao Cla…se ci ripensi…-
-te lo farò sapere- le sorrisi, e li vidi andarsene via, inghiottiti dalla folla.

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Eccoooomii :)
Claire se n'è andata, si è trasferita a Milano per l'università, lasciando Harry solo soletto.
Condividete la scelta?
Certo, ci vuole coraggio...
Comunque, diciamo che ora il racconto si fa più rapido, non mi soffermerò più su cosa accade giorno per giorno, perchè la fine sta arrivando e non mi va di allungare il brodo con avvenimenti irrilevanti u.u
Well, that's all, i think!
grazie a tutte, come sempre <3
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 19
*** Un anno dopo ***


Un anno dopo.


Erano passati tre anni dal mio trasferimento in Italia.
Tre anni di lontananza fisica da quei sei pazzi (beh, con Candice mi ero vista lo scorso anno).
Tre dannati anni senza sentire Harry. Mi mancavano tutti, da morire, come se fosse passato un giorno.
Ero forse io quella anormale? Può essere che dopo tre anni ancora ero ridotta così?
Andare a Londra mi aveva segnato. Decisamente.
Tre anni.
Mi avvicinavo alla laurea. Dio mio, sto diventando vecchia! pensai, mentre impacchettavo la mia roba per tornare a Roma, dato che era Natale.
-tieni, non dimenticarlo- mi avvertì Martina, passandomi  il caricabatterie.
-uh, grazie- dissi, riponendolo in borsa.
-ci vediamo a Gennaio, allora?-
-yes!-
-ok, vado altrimenti Giacomo mi molla qui- scoppiò a ridere.
-va bene. Auguri ciccia- dissi, abbracciandola.
-passa un buon Natale, ci sentiamo- mi schioccò un bacio sulla guancia ed uscì dalla stanza.
Finii di prepararmi, e me ne andai anche io.
Presi il cellulare e chiamai i miei -papà, io sto partendo-
-perfetto, ci vediamo a Fiumicino come sempre!-
-si-
-hai sentito Emma?-
-sisi, tutto apposto!-
-va bene, a dopo piccola, buon viaggio-
-grazie pà, a dopo!-
E abbassai.
Con Emma il rapporto era un po’ cambiato, purtroppo la causa maggiore era la lontananza: pur frequentando anche lei un’università a nord, erano poche le occasioni per incontrarci tra studio e tutto il resto, considerando che ora anche lei era fidanzata. Ci eravamo ripromesse di incontrarci almeno durante le vacanze, poiché entrambe tornavamo a Roma, però purtroppo lei aveva avuto un contrattempo e aveva giusto il tempo di stare con i suoi, dopodichè sarebbe dovuta ripartire.

Mi imbarcai per il volo e, dopo qualche ora, giunsi a Roma, a casa dei miei nonni, come gli anni passati.
-come va l’università?- mi chiesero.
-a Maggio discuto la tesi di laurea- dissi, rabbrividendo al solo pensiero.
-la nostra nipotina è cresciuta…- dissero i nonni, guardandosi con gli occhi dolci.
-già…- annuirono i miei.
Sorrisi a tutti, non sapendo che dire. Era vero: ero cresciuta. Avevo 22 anni ormai, e una vita che sarebbe iniziata di lì a pochi mesi. Una vita, però, che ancora cercava qualcosa. O meglio, qualcuno.
-ma il fidanzatino ce l’hai?- se ne uscì nonna, con sguardo birichino.
Diventai paonazza per l’imbarazzo. Nonna non si era mai dimostrata molto interessata per la mia vita sentimentale, perché ora questa domanda? –ehm…-
-si sono lasciati prima che lei venisse in Italia- disse mamma, guardandomi. La fulminai con lo sguardo.
-ah si, e come si chiamava? Racconta a nonna!- disse, mentre cacciava fuori dalla stanza nonno e papà.
Tacqui per un po’, guardandomi intorno con fare indifferente. Vedendo che non desisteva, mi arresi –Harry, e non c’è nulla da raccontare-
-è una popstar!- esclamò mamma. Lei lo adorava, letteralmente.
-davvero? Suona? Sai, anche nonno da giovane mi conquistò suonando la chitarra-
Sorrisi –in realtà è un cantante-
-uuuh, fammi sentire dai!-
-ma non è il tuo genere, nonna…-
-senti, tua cugina mi sta facendo una testa tanta con quei uanescion, uan discion o come si chiamano!-
Mia cugina aveva 12 anni, quindi può darsi che… -One Direction, nonna?-
-si, loro!-
Scoppiai a ridere –Harry è il cantante dei One Direction- dissi, e fui compiaciuta nel vedere nonna rimanere a bocca aperta. Presi il cellulare e misi una loro canzone, la solita: what makes you beautiful.
-questa è anche la canzone di una pubblicità!- borbottò, assorta  -so’ bravini comunque-
Scossi la testa, divertita –so’ bravini si, nonna!-
 
A Natale si riunì tutta la famiglia, come al solito, compresa la cugina dodicenne che nonna salutò dicendo:
 –tua cugina Claire era fidanzata con quello dei uandirescion!-
Ok, lo aveva quasi detto decentemente.
Federica si girò verso di me, con sguardo truce –lo so! L’ho letto sul giornaletto!- gridò, imbronciata.
Abbozzai un sorriso, per evitare che mi strozzasse.
-potevi anche farmelo sapere!-
-ma ci sentiamo raramente Fede, e neanche sapevo che ti piacevano…-
-non vedi le cose che pubblico su facebook??-
Roteai gli occhi –non sto lì con la lente d’ingrandimento!- ribattei.
-ma…-
La discussione fu interrotta dal suono del citofono, al quale prontamente risposi.
-scendo, c’è un pacco giù!- urlai, fiondandomi di sotto senza aspettare altro.
-Claire Smith?-
-si, sono io- risposi al postino.
-questo è per lei allora- disse, porgendomi una scatola. Firmai e risalii.
-cos’è?- mi raggiunse mamma.
-non ne ho la più pallida idea!- dissi, agitando leggermente l’involucro. Non sentii rumori.
-a mangiare!- ci invitò nonna, iniziando a servire tutto il ben di Dio che aveva preparato i giorni precedenti.
Appena terminato il pranzo, ci affrettammo ad aprire i regali e poi mi dedicai al pacco. Lessi la provenienza: Londra. Il cuore iniziò a battere forte.
-scarta, scarta, scarta!- gridava Federica seduta al mio fianco.
Lo feci, e ne uscì una busta, un bigliettino e una foto, attaccata con lo scotch su una scatoletta. La staccai.
Mia cugina saltò, così in alto che mi chiesi come ne fosse capace. –E’ DEI ONE DIRECTIOOOOON!-
Guardai la foto. Erano loro sei, insieme, che ridevano e dietro c’era scritto “Buon Natale Cla, a te e la tua famiglia! Ci manchi”. Dentro la scatoletta trovai una collanina a forma di cuore con inciso il loro logo.
-ODDIO, I ONE DIRECTION MI HANNO FATTO GLI AUGURIIII-
-calmati, o ti prenderà un colpo!-
-ma come facciooooo?-
Lessi il bigliettino “Claire, ho dovuto imbucare questo pezzo di carta altrimenti sarebbe scoppiato un putiferio!” sorrisi, rivedendo la piccola scrittura di Candice “innanzitutto, buon Natale, di nuovo. Non sapevo che regalarti, o meglio, lo sapevo e quindi ho provvisto! Spero vivamente che tu ce la faccia a venire, altrimenti vengo lì e quant’è vero che mi chiamo Candice, ti strangolo con le mie stesse mani. Giuro! Ah, e non dire niente a nessuno, loro non lo sanno.” aggrottai la fronte, non capendo di cosa stesse parlando.
Poi vidi l’altra bustina. La aprii. Un biglietto, per il loro concerto, a Milano, il 20 maggio.
Ma non un biglietto qualsiasi: il vip pass. Spalancai gli occhi, mentre mia cugina mi trafisse con lo sguardo, gli occhi ridotti a due fessure.
-io non ho fatto in tempo a prenderlo quando li hanno messi in vendita il mese scorso… ora sono sold out-
-io…-
-dallo a mee- chiese, implorante.
Feci due calcoli… -io il 19 devo discutere la tesi!-
-e allora non puoi andarci, suu-
-si che posso andarci!- dissi, alzandomi e iniziando a ballare per casa. Mia cugina continuava a fissarmi, con gli occhi lucidi. Così decisi di fare una cosa.
-vieni con me- dissi, prendendola per mano e dirigendomi verso la mia camera. Accesi il pc.
-che vuoi fare?-
-ti sto dando il mio regalo di Natale…ma devi promettermi una cosa!-
-mmh mmh-
-non dire a nessuno del mio biglietto, chiunque tu veda: d’accordo?-
-e perché mai?-
-tu promettimelo, e io ti darò il mio regalo-
Esitò un po’, poi annuì –va bene-
-ora esci dalla stanza ed entra solo quando ti chiamo-
-ma..-
-su su, esci!- la chiusi fuori.
Accesi skype e chiamai Candice, sicura che dopo il pranzo tutti si erano incontrati da lei per la sera.
-BUON NATALE!- la salutai.
-ANCHE A TEE!- gridò lei –ricevuto il regalo?-
Scostai i capelli per farle vedere la collana, e annuii –oh si- le feci l’occhiolino.
Lei saltò in piedi –woooh oh!-
-spero di farcela, il giorno prima ho la discussione della tesi-
-ce la DEVI fare, signorinella!-
Scoppiai a ridere, poi sentii una voce –perché stai ballando davanti al computer, Cand?-
-NIAAAALL!- urlai.
-chi….? ITALIANAAA!-
-Cla, ma perché urli?- chiese mia cugina da fuori la porta.
Ops –CIAO RAGAZZI!- dissi, vedendo tutti gli altri, compreso Harry che abbozzò un sorriso. Mi riscossi e poi chiesi –mi fate un favorino?- spiegai il mio piano e feci entrare Federica.
-qual è sta sorpresa?- chiese lei, passiva.
Le sorrisi -guarda il computer-
Lei assunse un’espressione confusa, ma obbedì.
-HI, WE’RE ONE DIRECTION!- la salutarono, in coro.
La vidi sgranare gli occhi.
-I’M NIALL-
-I’M LIAM-
-I’M ZAYN-
-I’M HARRY-
-AND I’M JENNIFER-
Scoppiai a ridere, e vidi mia cugina commuoversi e fiondarsi sullo schermo –OHDDIOMIO-
-come stai, Federica?- chiese Zayn, dolcemente.
-IO STO ALLA GRANDE!- mi guardò, e venne ad abbracciarmi –grazie, è il miglior Natale di sempre!- e tornò al computer. Chiacchierammo fino a sera, e per la prima volta dopo tanto, anche Harry era lì.

-ciao- lo salutai, quando mia cugina e gli altri se ne furono andati.
-ei..- mormorò. –come stai?-
-alla grande –mentii –e te?-
-anche! Ho conosciuto un sacco di persone… mi sto sentendo con una tipa- disse, con lo stesso atteggiamento che aveva quando iniziammo a frequentarci come amici le prime volte.
-si, ho visto!- risposi, sarcastica –a…anche io!-
Lui sembrò rimanere spiazzato –e chi?-
-si chiama Luca, è uno che frequenta la mia stessa università- e che tra l’altro conoscevo realmente, dato che mi faceva il filo qualche tempo prima.
-ah…e com’è? Nel senso…state insieme?-
-si- dissi, di colpo. Non so neanche io perché.
-beh, sono felice per te se tu lo sei- mi sorrise, tristemente, infrangendo la maschera che indossava poco prima.
Abbozzai un sorriso a mia volta, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi verdi –tu invece? Ho visto che con la Flack è finita..-
-si, ora mi sto sentendo con una, te l’ho detto-
-come si chiama?-
-Cara Delevigne-
-quella coi sopracciglioni e il colorito cadaverico?- chiesi, sconvolta. Non riuscii a trattenermi.
-la conosci?-
-ho visto qualche sua foto…- e devo dire che i suoi gusti non sono cambiati per niente. Bionda e magra. Solo io ero stata l’eccezione, e ancora dovevo spiegarmelo.
-ah, ecco…beh, non è male-
-l’importante è che piaccia a te- dissi, sorridendogli gentilmente, con gli occhi lucidi.
-mia madre mi ha chiesto di te- se ne uscì, improvvisamente.
-davvero? Salutamela con tanto affetto, e dille che dopo maggio vengo a trovarla-
-lo farò! Come mai proprio dopo maggio?-
-a maggio discuto la tesi di laurea…-
-ti…ti laurei?- farfugliò.
-si, ho preso la triennale-
Si azzittì –e dopo cosa pensi di fare?-
-io…non lo so. Qualche specializzazione o master-
-ah, non torni qui, quindi- ripose, risoluto.
-se faccio qualche master si-
-giusto…beh, stammi bene Claire, io vado! Ciao- disse di fretta, senza guardarmi in faccia.
-ciao…-
E chiusi la chiamata, scoppiando a piangere.
 
***

Dopo Natale, il tempo volò e maggio fu alle porte senza che me ne accorsi.
I miei giunsero qualche giorno prima a Milano per assistere al mio ultimo ‘esame’, ovvero la discussione della tesi.
-poi facciamo un mega pranzo!-
-ti ricordo che io il 20 non ci sono…-
-si, vai al concerto, lo so! Lo facciamo noi il 19, va bene?-
-perfetto!-
A parte quel breve scambio di battute, passai tutto il tempo chiusa in stanza a ripetere per bene, lasciando che i miei si godessero Milano da soli e in santa pace.
Il terrificante giorno arrivò, e notai la presenza di Emma, oltre a quella di Martina e dei miei.
-che ci fai qui?- le andai incontro, sorridendole.
-non potevo perdermi la laurea della mia Claire!-
-ma…che bello!- la abbracciai –dopo sei a pranzo con me, eh!-
-accetto volentieri l’invito- mi sorrise.
-Claire Smith- mi chiamarono dall’aula.
-vai, spacca tutto!- gridarono Emma e i miei.
In tutto durò un’ora. Un’ora di atroce sofferenza. Ma alla fine ce la feci.
-complimenti, signorina, 110 e lode!-
Mi si riempirono gli occhi di lacrime. –grazie mille- dissi, stringendo la mano ad ogni commissario per poi scappare fuori dalla stanza.
-110 e LODEE!- gridai, andando ad abbracciare i miei, che si commossero.
-bravissima tesoro!-
-siamo fieri di te!-
Scattammo qualche foto, e andammo a pranzo. Mandai un  messaggio a tutti quelli che potevo. Candice mi rispose –domani si festeggia ;) –
 
Il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, accompagnai i miei all’aeroporto e tornai in stanza a fare i bagagli.
-finalmente usciamo da questo posto!- disse Martina, che era uscita con 100 qualche giorno prima.
-si!-
-domani sera pomicia con Styles, mi raccomando- mi stuzzicò.
-oh, ti prego!-
-ci scommetto un caffè!-
-e scommetti quello che ti pare, ma non credo accadrà da come ci siamo lasciati a Natale-
Sbuffò, e si sdraiò sul letto.
-tu dove andrai ora?- le chiesi.
-da Giacomo-
Sorrisi -che dolci- poi guardai l’orario. Le 7 e ancora dovevo finire di prepararmi e andare al concerto.
-ti devi tipo sbrigare, sai? Non stanno aspettando tutti te! O forse si…- scoppiò a ridere, e le lanciai un cuscino.
Un’ora dopo mi stavo ancora sistemando.
-che ne dici?- dissi, esibendomi in una piroetta.
-dico che sei una bomba!-
Guardai il mio riflesso allo specchio. Indossavo un top blu con scollo a cuore, una giacchetta nera molto “trasgressiva” regalatami da Martina, shorts, calze e Vans. Con il tempo mi ero dimagrita un altro po’, i brufoletti erano spariti, e avevo schiarito i capelli, che ora tendevano al roscio. Misi un filo di eyeliner nero, mascara e rossetto.
-ma ti riconosceranno?- chiese Martina, confrontando le foto passate attaccate al muro.
-spero di si!- dissi, ridendo.
-sei cambiata un sacco Claire, e ora sei molto figa!-
-prima facevo così schifo?- scherzai.
-prima eri solo figa!-
Scoppiammo a ridere, e parlando parlando si fecero le 9.
-cazzo, devo andare!- presi chiavi e borsa, salutai Martina e corsi via.

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Hiiiiii
ok, non ho scusanti per il ritardo, quindi sto zitta :(
probabilmente è il fatto che mancano tipo due capitoli e la storia finirà, e non voglio!
Aaallora, sta per scoppiare la bomba: chissà se sarà una cosa positiva per Claire andare al concerto, o se sarà una cosa negativa...secondo voi?
Grazie a tutte quelle che continuano a seguire la storia nonostante i miei ritardi nell'aggiornare, grazie grazie grazie! :)
ci vediamo al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 20
*** Take me home tour: tappa Milano ***


 *piccolo consiglio di lettura: potete leggere un tratto del capitolo con la canzone citata di sottofondo, diciamo che a me piace molto come cosa :) ma questo è un mio parere, se volete potete farlo anche senza lol*


Avvertii Candice del mio ritardo, e la trovai fuori ad aspettarmi. Scesi dalla macchina come una furia.
-credevo mi avessi dato buca anche stavolta!- disse, venendomi incontro e bloccandosi poi a metà strada.
-che c’è?- chiesi, ridendo.
-che cavolo hai fatto?-
-dove?- abbassai lo sguardo, allarmata, su di me.
-scema, dico cosa hai fatto nel senso di: wow! Sei cambiata troppo dall’ultima volta che ci siamo viste!-
-cioè a Natale in web- scoppiai a ridere.
-ma lì non rendevi! Cavolo!-
-che pazza che sei- la abbracciai.
-vieni, andiamo, il concerto è iniziato!-  disse, tirandomi per il braccio, e continuando a fissarmi incredula.

Entrammo dentro e, dopo aver superato la security, ci fermammo dietro le quinte.
-sono già saliti- farfugliò, con il respiro corto a causa della corsa.
Mi sedetti sulla sedia vicina, e iniziai ad ascoltare le loro voci salutare Milano in italiano, con uno strano accento inglese.
-sai, è il mio primo concerto vero e proprio- ammisi.
Mi guardò scioccata –giura?!-
-si, non sono una tipa da concerti- sorrisi.
-beh, sarà anche il primo…ma che primo!- esclamò, facendomi l’occhiolino.
-eh già- mi alzai, dirigendomi verso il palco. Guardai fuori: la gente era tantissima e i 5 pazzi la stavano mandando in delirio.

Mi soffermai su di loro, uno ad uno.

Niall che aveva messo a posto i denti e che continuava a mangiare come uno sfondato senza mettere su un chilo.

Zayn e il suo ciuffo biondo che andava via via scurendosi, insieme ai tatuaggi che aumentavano.

Liam, lo stesso ragazzo dolce di tanto tempo fa, solo con un po’ più di barba.

Louis, il nostro eterno Peter Pan.

Harry. Il mio Harry. Rivederlo, se pur a distanza sotto i riflettori, mi faceva un certo effetto.
Poi con quella camicetta bianca attillata sul petto, i pantaloni neri, anch’essi attillati e quel ciuffo. Quel ciuffo che aveva appena aggiustato, mentre cantava.
-Cand, mi tieni Lux un attimo? Mi sono persa Tom e devo andare in bagno- disse una ragazza che doveva avere poco più della mia età, bionda e minuta, portando in braccio una bimba paffutella. Nel vedermi, fece un’espressione curiosa.
-tu chi sei? Chi ti ha fatto entrare?- mi chiese, con tono indagatore.
-sono Claire, un’amica-
Ora assunse un’espressione sconvolta –Claire?-
-ehm, si…-
-l’ex di Harry?-
Dio mio, ero famosa ovunque –si- risposi, secca.
-scusa, non volevo sembrarti la signora in giallo, è che Harry mi ha parlato molto di te!- disse, venendomi incontro per stringermi la mano, mentre la bimba mi salterellava intorno. Le sorrisi.
-piacere allora- dissi.
-piacere mio, io sono Louise, ma puoi chiamarmi Lou, la truccatrice- si presentò –comunque sei davvero una bella ragazza, Harry aveva ragione-
-che ti ha detto di me?- chiesi, non riuscendo più a trattenermi.
-appena torno ne parliamo, ho una cosa da fare, urgente!- disse, scappando.
Candice scosse la testa, sorridendo –che tipa che è! Vieni Lux, ti presento una persona- disse, accucciandosi e facendomi segno di raggiungerla –questa è Claire-
-Clè!- ripetè lei, indicandomi con un sorriso.
-ciao tesoro- dissi, in tono amorevole.
Era una bimba stupenda, che doveva avere massimo due anni. Avevo visto qualche sua foto su internet: era un vero e proprio fenomeno tra le directioner.
Si allungò verso di me, così la presi in braccio e iniziai a coccolarla. In quel momento tornò Lou.
-eccomi, vedo che avete fatto conoscenza-
-oh, si-
-Clè!-
-si, amore della mamma, lei è Claire-
Dopo esserci accomodate, e con le loro canzoni di sottofondo (si, stavo perdendo tutto il concerto), Lou prese a parlare.
-cosa vuoi sapere?-
-cosa ti ha detto in generale su di me, spero non cose brutte- tentai una risata, nervosa.
-mi ha detto solo cose belle, non preoccuparti. Mi ha raccontato del vostro primo incontro, delle litigate a scuola, poi di quando vi siete messi insieme e beh, di quando vi siete lasciati…sai, io lo conobbi in quel periodo e le fui molto vicina. Forse è questo il motivo per cui mi si è attaccato come una cozza da allora- scoppiò a ridere –è come un fratellino per me e un fratellone per Lux. E so solo che gli manchi, ancora.-
Scossi la testa, ascoltando le ultime parole –ma non si è più fatto vivo da allora-
-non so il perché, sinceramente, non gliel’ho mai chiesto. Però Claire, non essere arrabbiata con lui-
-io non lo sono, assolutamente. So che non ha passato uno dei periodi migliori della sua vita, sentimentalmente parlando. Ma come non l’ha passato lui, non l’ho fatto neanche io. Anzi, grazie a quelle foto sui giornali ho dovuto anche sorbirmi occhiatine all’università- ammisi.
-avete sofferto indubbiamente entrambi- dichiarò, stringendomi la mano in segno di comprensione. Poi apparve un ragazzo, che lei si alzò a baciare –ciao Tom, dov’eri finito?-
-daddy!- gridò Lux, andandogli incontro.
-amore!- la prese in braccio –ero andato un po’ fuori, vieni con me?-
-si, almeno Claire si gode un po’ di concerto- si intromise Candice, afferrandomi per un braccio.
Detto ciò partì “Kiss You” e io e Candice iniziammo a scatenarci nelle nostre solite danze, avvicinandoci al palco.
“Yeeeeah, so tell me girl if every time weeee
Too-oo-uch, you get this kinda ruuuu-uu-uush
Baby say yeeeahiiieeah”

La folla iniziò a gridare –yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee- e noi la seguimmo. Io ero girata di spalle verso il palco, e vidi Candice fare qualche cenno dietro di me.
-che stai architettando?-
-io? Nulla! Ora parte la mia preferita!- disse, con gli occhi che le brillavano.
E anche la mia. –Little things- sussurrai, voltandomi.

Sul palco tutti e 5 si misero seduti sulla scenografia. Niall partì con la chitarra e Zayn iniziò:

“Your hand fits in mine 
like it's made just for me 
But bear this in mind 
it was meant to be 
And I'm joining up the dots 
with the freckles on your cheeks 
and it all makes sense to me”

 
Iniziarono a comparire, nella mia mente, tutte le immagini del passato. Tutte le giornate passate insieme a scuola, le serate interminabili passate nelle nostre case, a turno. Le risate. Tutto. E improvvisamente divenni malinconica ma, al tempo stesso, felice di essere lì in quel momento. Perchè ora li avevo vicini. Li avrei avuti vicini per un po’ di tempo, almeno.

Poi Liam:

“I know you've never loved 
the crinkles by your eyes 
when you smile, you've never loved 
your stomach or your thighs 
the dimples in your back 
at the bottom of your spine 
But I'll love them endlessly”


E insieme:

“I won't let these little things 
slip out of my mouth 
but if I do, It's you (oh, It's you) 
They add up to, I'm in love with you 
And all these little things”


Era il turno di Louis, che appena iniziò a cantare si girò verso Candice per sorriderle e mi vide. Gli feci cenno con la mano, e spostai lo sguardo dall’uno all’altra. Si fissavano, innamorati come due pere cotte, e sorridevano, semplicemente. Erano così carini insieme, e non avevo mai visto Candice così coinvolta per qualcuno. Lei gli mimò un ‘ti amo’ e lui, dopo averle sorriso di rimando, ritornò con lo sguardo verso il pubblico.

“You can't go to bed 
Without a cup of tea 
And maybe that's the reason 
that you talk in your sleep 
And all those conversations 
are the secrets that I keep 
Though it makes no sense to me”


A quel punto toccava ad Harry, e non so come mi trovai scaraventata sul bordo del palco.

“I know you've never loved 
the sound of your voice on tape"


Dio, quella voce. Così profonda, roca. Sexy.
Feci casino, inciampando, e Harry si voltò. Alzai lo sguardo nella sua direzione, ascoltando il pezzo che mi descriveva in ogni singola virgola, mentre mi risistemavo. E lui sgranò gli occhi.

"You never want to know how much you weigh 
You still have to squeeze into your jeans 
But you're perfect to me...”


A quelle parole Louis gli diede un colpetto sul braccio. Harry era rimasto paralizzato nel vedermi, ma continuava a cantare, nonostante la voce incerta. Entrambi avevamo gli occhi lucidi. Le gambe iniziarono a tremarmi e il cuore a battere più forte, non sapevo il perché. Candice mi raggiunse e mi cinse la vita da dietro, guardandomi e sorridendo.


“I won't let these little things 
slip out of my mouth 
but if it's true It's you, It's you 
They add up to, I'm in love with you 
And all these little things”


Poi continuo Niall, che ancora non si era accorto di nulla tanto era assorto nella canzone.


“You'll never love yourself 
half as much as I love you 
You'll never treat yourself 
right darlin' but I want you to 
If I let you know I'm here for you 
Maybe you'll love yourself 
like I love you, oh”


Harry si alzò e, dopo aver fatto il giro del palco, si mise in mia corrispondenza. Di fronte a me, solo a qualche metro di distanza.


“I've just let these little things 
slip out of my mouth 
‘cause It's you, oh It's you, It's you 
They add up to and I'm in love with you 
And all these little things”


Io, come da rito, iniziai a piangere, e le lacrime scendevano con molta tranquillità sulle guancie, diventate improvvisamente rosse.


“I won't let these little things 
slip out of my mouth 
but if it's true, It's you, It's you 
They add up to, I'm in love with you 
And all your little things.”


Finita la canzone, Harry non attese neanche l’applauso del pubblico e si fiondò dietro le quinte.

***

Candice se ne andò, e io rimasi bloccata dov’ero. Harry mi corse incontro e, dopo un attimo di esitazione, mi abbracciò. Venni colta alla sprovvista, e lentamente risposi all’abbraccio, alzando le braccia e portandole sulla sua schiena.
-Claire…- mormorò, sul mio collo, provocandomi dei brividi. Chiusi gli occhi, assaporando quella sensazione di pace che non provavo da tempo.
-Harry- risposi, dopo un po’.
-ora non posso dire nulla, ma promettimi che non te ne andrai subito dopo il concerto- disse lui, piantando i suoi occhi su di me.
-non vado da nessuna parte- sussurrai.
Lui mi accarezzò la schiena, sciogliendo l’abbraccio e, dopo aver sfiorato con lo sguardo il mio corpo, tornò correndo sul palco.
-ecco che Hazza torna tra di noi!- disse Louis al pubblico, andando incontro all’amico.
 
Dopo un po’ tutti fecero una pausa e vennero nel backstage.
Inizialmente nessuno si accorse di nulla. Quando poi Louis si avvicinò per salutarmi, gli altri si voltarono in nostra direzione.
-ma…CLAIRE?!- gridò Liam dopo avermi riconosciuto. Tutti spostarono lo sguardo da me a Harry, che non la smetteva di fissarmi da capo a piedi. Mi sentii lievemente in imbarazzo.
-ciao ragazzi- li salutai, sorridendo .
-non possiamo parlare, perché i tempi sono brevi prima di tornare sul palco, ma dopo non ci sfuggirai bellezza!- disse Niall, ammiccando.
-ovvio!- sorrisi, mordendomi il labbro. Lui mi venne incontro e mi abbracciò, cosa che poi fecero tutti.
 
Il concerto terminò un’oretta dopo. I ragazzi accontentarono le fan con qualche bis, e poi, stremati, lasciarono il palco.
-altro concerto andato!- disse Zayn, arrivando e buttandosi sulla sedia.
-cambiatevi e andate sul pullman, forza- li incitò Lou. Io nel frattempo ero seduta su un'altra sedia con in braccio Lux. Lei, appena vide Harry, si divincolò e gli corse incontro.
-Hally!-
La prese in braccio, facendola volteggiare –cucciola!-
-Clè, Clè!- puntò la sua manina in mia direzione. Le stavo simpatica a quanto pare. Le sorrisi.
Lui alzò lo sguardo e mi sorrise, poi, per accontentarla, mi venne incontro e mi si sedette affianco.
-sei contenta ora?- disse Harry alla bimba, che agitò la testa annuendo e accoccolandosi al suo petto.
Lui prese a coccolarla amorevolmente, come un papà fa con sua figlia. Io nel frattempo fissavo la scena, commossa da tanta dolcezza.
-stravedi per lei- mormorai. Era bellissimo.
-la adoro- mormorò lui, guardandola.
-Lux, lascia in pace Harry un attimo, poi lo avrai tutto per te!- disse Lou, prendendo in braccio la figlia.
Harry la trattenne –lei è mia!- disse, imbronciato.
-Harry, chi ha due anni qui?-
Lui schioccò la lingua sul palato e si alzò, andando via impettito. Lou scoppiò a ridere.
-sono adorabili insieme!- le dissi.
-si, tantissimo!-
-ora dove andrete?-
-vorrai dire dove ANDIAMO- si intromise Louis.
Scoppiai a ridere – mi correggo, dove andiamo?-
-in hotel e male che va in qualche locale a bere qualcosa-
-benissimo!-
Salimmo tutti sul pullman, che ci portò in breve tempo in hotel. Durante il tragitto parlammo quasi per niente, i ragazzi stavano recuperando le forze.
Poi andammo tutti nella stanza di Liam.

-Claire, cosa hai fatto in tutto questo tempo per diventare COSì?- esclamò Niall con enfasi.
Risi – dieta, parrucchiere e un po’ di trucco!-
-sei una bomba stasera, italiana!-
-anche voi lo siete! Siete diventati più stupendi di prima-
-beh, allora direi che questi tre anni hanno giovato a tutti-
Abbassai lo sguardo –già…-
-cavolo, tre anni…-
-mi siete mancati tremendamente ragazzi!- ammisi, guardandoli.
-ti prego, non piangere!- scherzò Louis.
-non ho sempre il cuore di ghiaccio!- dissi, scoppiando a ridere con gli occhi lucidi.
Ci fu un mega abbraccio di gruppo. Poi Candice si allontanò per prendere qualcosa dal frigo bar. Una bottiglia di spumante.
-dobbiamo brindare!-
Io mi diressi verso la borsa ed estrassi dei confetti rossi –si, per festeggiare!-
I 5 ci guardavano, incerti –e cosa? Il concerto?-
-no, scemi, la mia laurea!- gridai.
-con quanto sei uscita, secchiona?- chiese Zayn.
-beh, 110 e lode ovviamente!-risposi compiaciuta.
-fai schifo!- dichiarò Niall.
Louis stappò la bottiglia, e mi schizzò tutta.
-LOUIS!-
-ooops- fece lui, con espressione birichina.
-bene, se volevate uscire per locali, non lo farete, non con me conciata così- affermai, tamponandomi con dei fazzoletti.
-se vuoi puoi andarti a fare una doccia, noi ti aspettiamo- propose Louis, con le lacrime agli occhi dal ridere.
-si, e mi rimetto questi vestiti fradici?- chiesi, sarcastica.
-ti presto io qualcosa- disse Candice.
La guardai dubbiosa -boh, non lo so…-
-dai su, vai a lavarti!- insistette.
-e dove?-
-in bagno?-
Lo fulminai –ma no? Pensavo nel mare che non c’è!-
-puoi andare nel mio, se vuoi- disse Harry, che nel frattempo ci guardava divertiti. Appena lui parlò, scese un silenzio imbarazzante, e tutti ci fissarono.
-ehm, ok-
-vieni allora- concluse, dirigendosi fuori. Lo seguii.

Mi fece cenno di entrare.
-il bagno è in fondo a sinistra, gli asciugamani sul mobiletto vicino alla doccia…credo di averti detto tutto!-
-ok, grazie- dissi, imbarazzata.
-vuoi che rimanga qui o che ti lasci sola?-
Esitai –come vuoi Harry…-
-dimmelo tu, Claire-
Lo guardai, poi abbassai lo sguardo –voglio che tu rimanga…- ammisi, abbassando le difese che avevo costruito nel tempo.
Sorrise -allora resterò qui-
Entrai in bagno, mi lavai per bene, poi uscii con addosso l’asciugamano, ancora bagnata. Harry era sdraiato sul letto, con le mani sotto la testa, e fissava il soffitto. Quando arrivai, voltò la testa.
-vado un attimo da Cand, a farmi dare qualche vestito-
-rimani qui, vado io! Non puoi uscire mezza nuda dalla mia camera!- scosse la testa, divertito.
Avvampai, e annuii, andando poi ad asciugarmi i capelli mentre usciva dalla stanza.
Era così strano riaverlo vicino, ed ancora più strano era il fatto che entrambi ci trattavamo in modo così distaccato e serio. Sembrava passata una vita da quando stavamo insieme.

Tornò poco dopo con una pila di vestiti che gli arrivava fin sopra il viso –spero che qualcosa troverai- disse, sconvolto.
Iniziai a controllare -lo spero anche io, anche se non ho molta voglia di uscire, è tardi…-
-io già avevo detto agli altri che sarei rimasto qui, non mi va di sentire altre grida se ci riconoscono- disse, con sguardo terrorizzato.
-e allora tutti questi vestiti eleganti non mi serviranno- dissi, ripiegando tutto.
-e che ti metti?-
-vado a vedere se ha un pigiama –
-ti va bene una maglietta?-
-anche…-
Lui si alzò e iniziò a frugare nel cassetto –tieni- mi lanciò una sua maglia.
-grazie- gli sorrisi, riconoscente, e andai a rinchiudermi in bagno.
Mentre riposavo il tutto, sentii delle voci e una porta chiudersi.
-chi era?-
-erano gli altri, ci erano venuti a chiamare per uscire, ma ho detto che rimaniamo qui….giusto?-
-si si- farfugliai. Ora eravamo soli…
Mi squadrò da capo a piedi –ti sta bene la maglia-
-grazie…mi piace il profumo- dissi.
-è sempre lo stesso-
Per quello –si, è vero-
Silenzio. Rimanemmo a fissarci a lungo, io in piedi davanti al letto, e lui seduto sopra.
-mi sei mancata così tanto che neanche puoi immaginare, Claire- se ne uscì.
Io abbassai lo sguardo, e mi sedetti sul letto a gambe incrociate. Non risposi –perché non ti sei fatto più sentire?- chiesi, invece.
-io…ero arrabbiato e ferito-
Annuii –chiaro..-
-e so che domani, quando te ne andrai, lo sarò di nuovo-
-Harry, riuscirai ad andare avanti…-
-tu ci sei riuscita?- chiese, guardandomi intensamente.
Tacqui per qualche secondo, poi decisi di dire la verità –no, non ci ho nemmeno mai provato-
Lui parve spiazzato –non sei fidanzata, scusa?-
-no…-
-ma come?!-
-ti ho detto una cavolata…-
-perché?-
-perché io ti amo ancora, Harry. E continuerò a farlo, anche se tu ti metterai con quel cadavere- dissi, sorridendo tristemente.
Era confuso -cadavere?-
-Cara!-
-ah…- scosse la testa -beh, non siamo molto compatibili a dir la verità-
-quindi non ti ci stai più sentendo?-
-raramente…-
-ho capito- abbassai lo sguardo.
Altro silenzio imbarazzante.
-davvero mi ami ancora?-
-purtroppo si…-
-perché dici così?-
-perché so che non potremo più stare insieme-
-e chi lo dice?-
Alzai lo sguardo, sbalordita. Harry mi mise una mano dietro la nuca e iniziò ad avvicinarsi pericolosamente. Mi scansai –Harry, evita-
-Claire, anche io ti amo. E non ti ho mai scordata. Dopo averti rivisto per la prima volta in webcam, passai settimane infernali a pensarti. A Natale, il sangue mi ribolliva di rabbia al solo pensiero che qualcun altro oltre a me potesse toccarti e baciare le labbra che fino a poco tempo prima erano mie. E oggi, averti qui, ancora più bella di prima, mi ha fatto capire come io stia bene con te. Solo con te, Claire. Di quanto tu, realmente, mi sia mancata. I tuoi baci, il tuo corpo, le tue carezze e le tue coccole. Il parlare con te, uscire insieme o semplicemente poltrire sul divano a guardare un film.-

Rimasi in silenzio, continuando a fissarlo con occhi lucidi. Allora era vero tutto quello che Candice diceva. Lui non aveva mai smesso di amarmi. Lui mi voleva ancora. Nonostante fossi…io. O forse proprio perché ero io. Non era cambiato nulla. I nostri sentimenti non erano cambiati.

-e per questo, anche se so che soffrirò di nuovo, ti faccio la stessa proposta di tre anni fa: rimani con me.- continuò, abbassando poi lo sguardo.

Esitai. Ora non avevo più scuse valide per rifiutarlo di nuovo. E i tre anni di distanza mi avevano fatto capire che non potevo avere nessun ragazzo migliore di Harry. Che io ero fatta per lui proprio come lui era fatto per me, inutile negare l’evidenza. Poi mia madre, di sicuro, sarebbe stata felicissima per la nuova notizia. E al diavolo l’università! Avevo già fatto l’errore di lasciarlo una volta, non lo avrei rifatto. Volevo lui.
Lo guardai, mentre pensavo. Era cresciuto. Il viso si era sfinato ed era diventato più spigoloso, la mascella più in evidenza. I ricci erano diventati più lunghi, e ora erano acconciati meglio. Le labbra, carnose come sempre. E gli occhi, quegli occhi verdi che mi stregavano ogni volta che li fissavo, avevano la stessa scintilla di tanti anni fa. Era bello, e mi piaceva da impazzire.
 -va bene, Harry- dissi, alla fine.
-ok, lo sapevo, però…- alzò la testa di scatto –COSA?-
Scoppiai a ridere, piangendo –rimango con te!-
Lui mi guardò incredulo, allora mi avvicinai e lo baciai, come avrei voluto fare da molto tempo. Lui rispose immediatamente al bacio, con foga. Si sdraiò, spingendomi sopra lui, senza staccare mai le labbra dalle mie. Le sue mani, che conoscevano a perfezione il mio corpo, raggiunsero l’orlo della maglia, che in due secondi fu tolta. Feci lo stesso con la sua. Mi bloccai.
-HARRY!-
-che c’è?- chiese, ansimante.
Gli baciai il petto –tutti questi tatuaggi?- chiesi, divertita.
-non ti piacciono?- disse, preoccupato.
-la farfalla potevi risparmiartela…ma sei dannatamente sexy comunque!- dissi, continuando a baciarlo, per poi scendere sul suo ventre, ancora più muscoloso e tonico di prima –e che addominali!-
-tutti per te, tesoro- rispose lui, ridendo tra i miei capelli.
Iniziai a giocare con la sua lampo, mentre lui mi slacciava il reggiseno.
-sei impaziente- gli sussurrai provocante all’orecchio, tirando via i pantaloni.
-Claire…- ansimò, e fu sopra di me, sfilandomi gli slip.

***
 
Dopo aver fatto l’amore, io mi rivestii, mentre Harry rimase in mutande.
-ancora non riesco a credere che tu mi abbia detto di si-
-beh, non avevo più scuse!- scherzai e, notando la sua espressione, mi affrettai a baciarlo. –Harry, io l’università l’ho finita, ora ho una laurea, e per fare un master ho sempre tempo! Ma, al di là di tutto, io voglio stare con te! Voglio solamente te! E in questi tre anni l’ho capito veramente-
-Anche io…e non puoi capire quanto mi faccia piacere sentire queste parole!- e si aprì in un sorriso a 32 denti.
Gli sorrisi, poi mi avvicinai e iniziai ad osservare tutti i suoi tatuaggi, sfiorandoli con le dita e provocandogli dei brividi lungo tutto il corpo.
-immagino che tua madre non ne sia molto contenta- dissi, divertita.
-beh, lo è fino a un certo punto. Dice che se me ne faccio un altro, viene a prendermi lei stessa ovunque mi trovi-
Scoppiai a ridere –ha ragione!-
-ah si? Vedi tu- iniziò a farmi il solletico ovunque.

Improvvisamente bussarono alla porta, e mentre io riprendevo fiato, Harry andò ad aprire, ancora ridendo. Erano gli altri.
-ciao ragazzi!- li salutò pimpante lui.
Louis ci guardava sospettoso, come il resto di loro.
-bentornati- balbettai, imbarazzata.
-Harry…-
Capivo il comportamento di Louis: era il suo migliore amico e non voleva vederlo soffrire.
Harry rispose prontamente –stiamo di nuovo insieme, e lei ci seguirà-
I ragazzi rimasero come lui la prima volta.
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando –oh, andiamo! Era ovvio che sarei rimasta con voi!- dissi. Iniziarono ad urlare, mentre Candice mi si buttò letteralmente addosso, in lacrime.

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Heeeello!
Penultimo capitolo...oddeo che tristezza T-T
Che concertino, eh? e quant'è dolce Hazza? troppo *^* 
Alla fine sono tornati insieme, yay! :) chi se lo aspettava? (tutti, lol)
Mi piaceva l'idea di far entrare in scena anche Lou, Tom e Lux, che io personalmente adoro *-* spero sia piaciuta anche a voi.
Beh, che dire...ci vediamo nel prossimo capitolo, ovvero l'epilogo :(
Grazie di cuore a tutte coloro che, nonostante i tempi lunghissimi, sono rimaste :) e anche a chi ha iniziato a leggere questa storia da poco! 
Thanks, thanks, thanks!
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi ha fatto completamente schifo o se qualcosa salvate ahahahah
Bye! xoxo

 

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Capitolo 21
*** Fiiiine! ***


EPILOGO

QUALCHE TEMPO DOPO.

Eravamo ad una delle tipiche cene tra amici, solo con qualche persona in più: Louis e Candice avevano da poco avuto un figlio, Ian, che aveva preso gli occhi dal padre e il caratterino della madre. Lo stesso valeva per Liam e Danielle con la loro piccola Lily. Lux era cresciuta, ormai era una bimba autonoma e aveva iniziato la scuola: un vero peperino! Niall, invece, aveva trovato la sua anima gemella: Natalie.

Eravamo tutti più grandi, ma comunque uniti.

L’unica cosa che era cambiata? A Niall e ad Harry iniziò a crescere la barba.

Nel tempo che passò, i One Direction continuarono a fare concerti intorno al mondo e a pubblicare album: la loro fama non diminuiva, anzi!

Io avevo trovato un lavoro che mi permetteva di seguirli spesso: ero entrata a far parte del gruppo dei manager della band, insieme a Candice: ci occupavamo entrambe del merchandise.

Il rapporto con Harry, da quando decidemmo di tornare insieme, era migliorato e nessuno dei due aveva dubbi, eravamo innamorati e felici.

E proprio quella sera avevamo in serbo una sorpresina per i nostri amici.
 
-noi dovremo dirvi una cosa…- se ne uscì improvvisamente Zayn, tenendo per mano Perrie, subito dopo cena, mentre ancora tutti eravamo seduti al tavolo.
-cooosa?- chiedemmo noi in coro.
I due si guardarono, poi Perrie disse –sono incinta!-
Esplodemmo in un boato.
-oddio, auguri!-
-auguriii!-
Lasciai la presa di Harry, e mi avvicinai ai due per congratularmi con loro. Poi lui mi raggiunse.
-anche noi abbiamo una cosa da dire- annunciò Harry, cingendomi la vita.
-siete incinti pure voi?- gridò Louis, abbracciando Candice da dietro.
-no..- fece Harry, sorridendomi.
Sorrisi di rimando poi, voltandomi verso gli altri –ci sposiamo!- esclamai, emozionata.
Tutti rimasero sbalorditi, e iniziarono ad applaudire.
-no, Hazza, non puoi tradirmi così!- disse Louis, piagnucolando e abbracciando l’amico.
Candice mi strinse –è arrivata finalmente colei che ha messo a posto la testa bacata di Styles!-
Scoppiammo a ridere, e Harry prese e mi baciò.
 
***

Organizzare il matrimonio fu un’impresa atroce, considerando l’elevato numero di invitati.
-amore, non saremo troppi?- chiesi ad Harry una sera, sdraiata sul letto della nostra nuova casa.
-macchè, il minimo indispensabile!- borbottò lui dal bagno –anzi! Dobbiamo aggiunere Katy!-
Sgranai gli occhi -Perry?-
-si, lei!-
Lei era solo una delle tante star che erano state invitate al grande evento. Ed io, per poco, ero più emozionata per loro che per tutto il resto. Non avrei mai pensato che il mio matrimonio sarebbe stato così, né tanto meno credevo di sposarmi con Harry!
Emma e Martina mi sverranno, pensai.
-così arriviamo a quota 500, credo che basti, neanche Kate e William ne avevano così tanti!- dichiarai.
Lui uscì dal bagno e mi si sdraiò addosso –mancano loro!- gridò.
Scoppiai a ridere –e Betta dove la lasciamo?-
-hai ragione, o tutti o nessuno: invitiamo pure lei!-
Lo baciai, ridendo –quanto sei scemo!-
-ma non puoi fare a meno di me, o sbaglio?- disse, divertito.
-hai ragione riccio…- gli sorrisi –non posso credere che stiamo per sposarci!-
-neanche mamma lo credeva quando glielo abbiamo detto!-
-perché i miei? A nonna per poco non veniva un infarto! Senza considerare Federica, poi!- risi al pensiero delle loro facce quando portai a casa, a Roma, Harry. Uno dei più bei giorni della mia vita.
-oddio davvero! Giornata epica! Ma non potevo desiderare di meglio- sussurrò, le labbra sul mio collo.
-ti amo- dissi, guardandolo negli occhi e prendendo il suo viso tra le mani.
-ti amo anche io, piccola- mi baciò.
 
***

-Claire, ti muovi?! Aspettano tutti te!-
-ma io sono la sposa! È normale!- gridai, istericamente, e tentando di aggiustarmi la gonna del vestito.
-non piangere o ti si rovinerà tutto il trucco!- disse Perrie, porgendomi un fazzoletto.
-non sto PIANGENDO!- urlai, con voce stridula.
Perrie mi guardò terrorizzata, poi si voltò verso Candice che mi stava preparando non so cosa. Forse una camomilla.
-prendi-
-NO! Ragazze, seriamente, guardate questo vestito: sembro una botte!-
-ma se ti sfina un sacco! Piantala!- gridarono, esasperate.
La porta si spalancò improvvisamente –Harry è pronto, bello impacchettato davanti al prete. Quanto vi manca?-
Mi girai a rallentatore con sguardo assassino, senza rispondere: uno sguardo sarebbe bastato.
-ooook, vi lascio-
-ti prego, Danielle- disse tra i denti Perrie, con sguardo implorante.
Scoppiai a ridere –sono pronta!-
-ma che cavolo…?-
-donna, mi terrorizzi a volte- ammise Candice, fissandomi confusa.
L’abbracciai, e lei –dico sul serio-

I miei entrarono nella stanza, e le damigelle ci aspettarono fuori.
Mamma piangeva dalla mattina, papà continuava a guardarmi sbalordito.
-pronta?-
-si- farfugliai.
-andiamo allora- mi prese sottobraccio e insieme ci dirigemmo fuori.

Avevamo deciso di sposarci su un giardino immenso, vicino al castello che sarebbe stata la location per i festeggiamenti consecutivi. C’era una marea di gente, fortunatamente nessun paparazzo. Era primavera, il luogo circondato da alberi e aiuole piene di fiori colorati. Davanti a me si stagliava una vista mozzafiato, di un tappeto lunghissimo, i miei amici e parenti più cari ai loro posti, e poi lui: Harry, vestito impeccabilmente, che faceva avanti e indietro con passo nervoso.

Partì la musica e i tre bimbetti iniziarono a camminare verso l’altare: Lux al centro, che teneva per mano i piccoli Ian e Lily. Li seguirono le damigelle, Candice, Perrie, Danielle, Martina ed Emma, con i loro accompagnatori.
Poi fu il mio turno.
Papà mi strattonò, e partimmo.

Un passo dopo l’altro, Claire, tranquilla, mi ripetevo.
 
Harry si voltò, e il suo viso era l’espressione della felicità pura. Quando lo raggiunsi, papà mi tolse il velo dal viso e con occhi lucidi andò a prendere posto vicino a mamma. Sorrisi ad entrambi, compresa Anne.
-sei stupenda, amore- sussurrò Harry all’orecchio, dopodiché il prete iniziò.
 
-io, Harry Edward Style, prometto di amarti, onorarti e rispettarti finché morte non ci separi. Ti amo, Claire, ti ho amato dal primo momento in cui entrasti in quella classe, durante l’ora di inglese, presentandoti come l’italiana trasferita. E ti amerò per sempre, qualsiasi cosa accada- dichiarò, sorridendomi dolcemente.
 
-e io, Claire Smith, prometto di amarti, onorarti e rispettarti finché morte non ci separi. Ovvio dire che ti amo! Da impazzire! E non smetterò mai di farlo, mai!-
 
-vuoi tu, Harry Edward Styles, prendere come tua legittima sposa Claire Smith?-
 
-si, lo voglio!-
 
-e tu, Claire Smith, vuoi tu prendere Harry Edward Styles, come tuo legittimo sposo?-
 
-sisisisi! Lo voglio!- esclamai, senza la minima esitazione, facendo ridere tutti.
 
-e allora vi dichiaro marito e moglie!-
 
Harry si avventò sulle mie labbra e iniziammo a baciarci senza considerare il resto del mondo. Solo io e lui.
 
-si, Harry, potevi baciare la sposa- disse il prete, ridendo.
 
La folla iniziò ad applaudire, i nostri amici e genitori avevano le lacrime agli occhi.
 
Io, Claire Smith, ero divenuta Claire Styles.
 
Harry si staccò, per sorridere agli amici, e poi riprese ciò che aveva iniziato.


"...i'm in love with you, and all your little things"
 
THE END

Eccoci qui, al termine della mia seconda ff...
ho optato per un happy ending, forse un po' scontato, ma che di solito piace sempre. (o almeno a me piace leggere cose del genere ahahah)
grazie a tutte coloro che mi hanno seguito, sempre, nonostante tutto. E grazie a chi ha iniziato da poco.
Se volete, lasciate una piccola recensioncina per farmi sapere la vostra, se avete apprezzato o meno la storia! Mi farebbe estremamente piacere! *-*
eeeh beh, ci vediamo alla prossima ff che spero di pubblicare a breve!
Thank you!

byee <3

 

 

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