Tutto per un regalo: una storia di amore e favori

di Ciack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cercasi disperatamente lavoro remunerativo ***
Capitolo 2: *** Rivalità ***
Capitolo 3: *** Troppo lavoro, siamo alla frutta ***
Capitolo 4: *** Confessioni ***



Capitolo 1
*** Cercasi disperatamente lavoro remunerativo ***


Capitolo 1

Capitolo 1

Cercasi disperatamente lavoro remunerativo

 

L’autunno aveva da poco lasciato spazio all’inverno, ma Suzuna Ashihara aveva già fatto il cambio dei vestiti nell’armadio ed esibiva per le strade di Kobe nella prefettura di Hyogo il suo più colorato completo muffole, sciarpa, cappello di lana, cappottone. Il fatto che il suo appartamento distasse solo 3 minuti dall’Università Koto e che le aule fossero riscaldate non l’aveva convinta a rinunciare a qualche “strato”. Mentre una mattina come tante altre si dirigeva a lezione, il suo sguardo venne attratto da un oggetto tutto polveroso, apparentemente abbandonato, nella vetrina di un rigattiere. Fu amore a prima vista e nella sua mente si fece largo l’idea di regalarlo al suo vicino di casa Eichi Uozumi, in fondo il Natale si stava avvicinando a grandi passi e quell’oggetto andava proprio bene per lui. Suzuna si sorprese a immaginare una sovrapposizione del ragazzo che le piaceva e di quella cosa. Ridacchiando fra sé non si accorse che Yuki Ikeuchi le era arrivato alle spalle.

-         Mi terrorizzi quando ridi da sola – esordì il ragazzo

-         AAARGH!!!! – urlò Suzuna - Mi hai spaventato a morte non far…!!!

La frase venne interrotta da uno scappellotto, uno per lei e uno per Yuki.

-         Smettila di urlare come una pescivendola, mi sono appena svegliato – disse il nuovo arrivato

-         Ehi perché hai picchiato anche a me? –

-         Ma…per par condicio…o forse perché eri sulla traiettoria, non me lo ricordo –

-         Sei un vecchiaccio insopportabile Eichi

-         A me vecchiaccio? Ho solo tre giorni più di te! –

-         Tre giorni più vicino alla tomba – esclamò con supponenza Yuki – senza contare che con i tuoi scavi archeologici probabilmente ti si starà formando qualche muffa strana dentro il corpo e poi... –

-         E poi cosa?

-         CAPUT – esclamò chiudendo la mano e tenendo il pollice verso il basso

-         Sai una cosa Yuki? Mi sono ricordato perché ti ho colpito: è perché non si sbaglia mai a schiacciare gli scarafaggi – così dicendo gli mollò un altro scappellotto e si allontanò correndo seguito da Yuki.

In tutto quel trambusto Suzuna era rimasta impalata davanti alla vetrina a fissare la famigliare scena.

-         Ehi omino Michelin. Muoviti è tardi –

-         Aspettatemi antipatici –

Col cuore colmo di gioia Suzuna e i suoi due amici corsero a lezione.

Una nuova mattina era iniziata nel migliore dei modi.

 

 

Sulla strada del ritorno Suzuna entrò dal rigattiere decisa a comprare immediatamente il regalo a Eichi, ma dovette far i conti con il ragguardevole costo che hanno gli oggetti vintage. Uscita dal negozio incontrò Yuki.

-         Ehi Suzu, che ti prende? –

-         Ah sei tu. Dov’è Uozumi?

-         E’ rimasto a scuola in punizione. Quello scemo! Ma che cosa hai?

-         Volevo comprare una cosa, ma non mi bastano i soldi –

-         Ihihih la solita squattrinata –

-         Taci Yukkidisse la ragazza tirandogli le guance – che il tuo bel faccino è il tuo unico talento –

-         Smettila scema il mio viso è un dono per l’umanità –

-         Sì, sì come no. Dai andiamo a casa che prenderai freddo –

-         Il nostro omino Michelin invece non corre certo questo pericolo – rispose imbronciato massaggiandosi la guancia.

-         Antipatico, io sono previdente…e comunque pensavo di invitarti a cena stasera insieme a Uozumi, ma niente ramen per te –

Yuki stava per rispondere che tanto era una pessima cuoca, ma il pensiero del suo frigo vuoto e soprattutto l’idea che i suoi due vicini potessero fare una cenetta solin soletti a lume di candela in love-love mode gli fece subito cambiare idea.

-         Nuoououu padrona perdonamiiii

 

 

Alcuni giorni dopo Suzuna si trovava in sala mensa assieme alla sua amica Hinako Kaji.

-         Suzu smettila di sbattere la testa sul tavolo vedrai che troveremo una soluzione –

-         Ho guardato centinaia di annunci di lavoro, ma nessuno mi permette di raggiungere quella cifra –

-         Sotto Natale pagano meglio però –

-         Sì lo so, ma non posso dargli il regalo di Natale, quando Natale è già passato da un pezzo no? –

-         Beh guarda il lato positivo, potresti fartelo tornar buono per un altro anno –

-         Ci ho già pensato – rispose Suzuna che non aveva capito l’ironia della frase – ma non cambierebbe la situazione. Cosa regalo a Uozumi?

-         Una pala da archeologo scavatore? –

-         E’ un’idea! Poi potrei decorargli il manico con disegni di tanti animaletti carini – esclamò Suzuna rianimatasi tutta d’un colpo.

-         Non che l’idea non sia apprezzabile, ma…come dire…penso che…- balbettò Hinako cercando qualcosa da dire al posto di “ma te la romperebbe in testa” - con la terra e il fango i disegni si rovinerebbero presto –

-         Uff, hai ragione – concordò risprofondando nella nera depressione – senza contare che quando va agli scavi gli danno già tutto là –

-         Vabbè…adesso devo andare a lezione. Ma tu tirati su, ok? Appena mi viene in mente qualcosa ti chiamo. Promesso. Ciao –

-         ao

La ragazza riprese a sbattere allegramente la testa sulla pagina degli annunci e sarebbe andata avanti fino allo sfondamento del tavolo se per fortuna l’occupante dell’appartamento n 205 (a sinistra del suo), non fosse casualmente passato di lì.

-         Non che mi interessi, ma a furia di prendere a testate il tavolo diverrai ancora più scema di quello che sei già –

-         Taci Yukki, sto pensando –

-         Immagino – poi gettando un’occhiata al giornale dell’amica – stai ancora cercando lavoro? –

-         Mmmh mmh

-         Nessuno vuole una combina guai come commessa? Ma come mai? – sghignazzò

-         Non meriteresti nemmeno una risposta, ma tanto per la cronaca sono questi lavori che non vanno bene a me – replicò cercando di darsi un contegno…cosa peraltro difficile con la fronte che era diventata un’imitazione della catena montuosa dell’Himalaya.

-         Mmmh fammi dare un’occhiata a quelli che avevi cerchiato. Belle parfum non ti avrebbero voluto…- depressione di Suzuna a meno 10

-         da Armani non ti avrebbero fatto avvicinare a meno di un chilometro dalla vetrina…- depressione a meno 50

-         all’acquario? Ma se non stai a galla nemmeno col salvagente – meno 100

-         come ragazza ai car wash? Ma hai letto bene? Dice “ragazza sexy e formosa” non “miss bambina tavola da surf” – Poi, accorgendosi che ormai l’amica era bella che sepolta a 200 metri sotto il tavolo, aggiunse – Ti concedo però che allo zoo saresti stata bene. A parte tutti i motivi che ti ho elencato perché non ti vanno bene? –

-         Poca paga…troppo tempo – rispose una voce dall’oltretomba

-         Dunque traducendo in linguaggio umano ti serve un lavoro che sia abbastanza remunerativo da permetterti di guadagnare una certa cifra in poco tempo, giusto? –

-         Mmh

-         Entro quando ti servono questi soldi? –

-         Natale –

-         E’ per qualcosa a cui tieni molto? –

La ragazza assentì un pochino rianimata, forse c’era un barlume di speranza in fondo al tunnel della disperazione.

-         Forse ho qualcosa che fa per te –

-         Davvero Yukkinochan? – esclamò saltando in piedi.

-         Ho detto forse – poi guardando l’orologio – adesso devo andare. Facciamo che ci vediamo all’uscita da scuola davanti alla fontana. Eichi dovrebbe avere gli allenamenti di tennis, ma in ogni caso non dirgli niente e non farti seguire o non ti aiuterò –

-         Yukki? –

-         Che c’è ancora? – rispose seccato.

-         Non è che mi vuoi saltare addosso, vero? – domandò sospettosa

-         Decisamente hai preso troppi colpi se pensi che mi interessino le mocciose piatte come te –

Prima che la ragazza potesse rispondergli si era già allontanato con un ghigno stampato sul viso. Nella sua bellissima testa si stava delineando un diabolico piano.

 

 

Questa Fanfic partecipa alla 26 esima edizione del concorso, è su un manga che ancora non ha una sua categoria, quindi fatemi sapere cosa ne pensate del primo capitolo.

Grazie mille!

 

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Capitolo 2
*** Rivalità ***


Capitolo 2

Capitolo 2

Rivalità

 

-         Agente Suzu a rapporto signore –

-         Suzu, potresti spiegarmi perché ti nascondi dietro un cespuglio? –

-         Siamo in missione segreta, no? –

-         Sì certo, per conto di Dio (citazione da “The Blues Brothers”)…e adesso per tutti gli dei perché cavolo mi tieni sotto tiro con una racchetta da tennis? – esclamò esasperato

-         Prevenzione –

-         Vabbè senti lasciamo perdere. Non so come mi sia potuto venire in mente che una come te potesse andare bene. Ci vediamo –

-         No, no asp…acc..asp…arr…oh eccomi. Yukkichan per favore, saprò essere all’altezza te lo assicuro. Ti prego, farò qualsiiiiiiiasi cosa se mi aiuterai – poi colpita da un pensiero aggiunse – se non si tratta di nulla di disonesto e sconcio ovviamente – è sempre meglio essere chiari quando si tratta di Yukki.

-         Lo giuri? –

-         Giurin giurella che io cada nella padella, che dalla padella alla brace io cada nella fornace –

-         ????? giurin giur cosa???? – Yukki scosse la testa. Per lo meno era riuscito nel suo intento, l’importante era questo e poi lo staff aveva già conosciuto Suzu quindi erano già abituati a beh…sì, beh a lei – va bene, va bene, ti aiuterò ma adesso lasciami la gamba e alzati da terra che ci stanno guardando tutti male –

-         Bene, di cosa si tratta? –

-         Te lo dico, mentre andiamo. Così mi fai vedere anche questa misteriosa cosa che vuoi. E’ dal rigattiere, vero? –

 

 

-         CHE COSA?!?! –

-         Beh è l’unica cosa che ho sottomano e se non sbaglio è la miglior offerta che tu abbia a disposizione –

-         Sì, ma … -

-         Senti prendere o lasciare.-

-         Ma…non so Yukki –

-         Sai quante ragazze vorrebbero quel posto? Te lo sto proponendo giusto per farti un favore – è quasi cotta a puntino, ancora una spintarella e…

-         Due settimane sono lunghe –

-         Certo hai ragione. Vabbè fa niente lo darò a qualcun'altra. Buona fortuna con la tua ricerca. Ciao ciao – uno, due, tr..

-         Accetto…ACCETTO…Fermati Ikeuchi!! Ok, lo prendo. Quando si parte? –

Sul viso del giovane comparve un sorriso soddisfatto. Ce l’ho fatta ihihihih questo round è mio, caro Eichi. Passerò due settimane con lei senza che tu possa metterti in mezzo ihihihih.

Prima di voltarsi cercò di dominare le sue emozioni e le diede appuntamento alle 7 dell’indomani mattina in stazione.

 

 

-         E QUESTO COSA SIGNIFICA?!?!?! –

Eichi non riusciva a credere a quello che aveva letto: la sua vicina di casa era partita all’alba senza lasciargli altre notizie se non quella che sarebbe stata via due settimane assieme a quel soggetto assolutamente poco raccomandabile di Ikeuchi.

-         L’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi. Grazie. Tutututut

-         Accidenti a lei. Cosa ce l’ha a fare il cellulare se poi lo tiene spento? –

Nella sua mente si formò l’immagine di Suzuna imprigionata in un castello costretta a sposare un ghignante e beffardo Ikeuchi.

-         Maledetto Yuki! Se le torce un capello lo ammazzo – esclamò tirando un pugno al muro e stortandosi il polso – AAARGH!! Anche questo è tutto colpa sua!! Come si fa a non capire che c’è da starci lontano a quello? E’ proprio una scema ingenua – e con la luna storta si avviò verso l’Università.

 

 

Suzuna che, come le aveva già ripetuto allo sfinimento Yuki, portava stampato in faccia ovunque andasse la scritta “sono una campagnola provinciale”, si era molto meravigliata per la diversità di paesaggi che stavano incontrato durante il loro viaggio in treno e con i suoi commenti ingenui aveva attirato l’attenzione di Tagashi, un fotografo della troupe che nonostante la giovane età di 26 anni era già molto quotato. Aveva risposto con pazienza a tutte le sue domande e le aveva mostrato su una cartina geografica tutto il tragitto, dilungandosi nel descrivere le particolarità e le credenze di ogni posto per cui passavano e in cui avesse lavorato. L’atmosfera intima in cui erano immersi Suzuna e Tagashi aveva notevolmente infastidito Yuki. Che stava facendo quel pallone gonfiato? Com’era possibile che Suzuna non si accorgesse di nulla? Era chiaro lontano un miglio che quel marpione si stava pavoneggiando per intortarla. Guardala, diceva a sé stesso, guarda che faccia ingenua che ha quella scema, ma si può essere più sciocchi? Adesso lo sistemo io quel vanaglorioso dei miei stivali.

-         Devi essere veramente vecchio se hai girato tanto – esclamò il ventunenne.

Il gelo che ne seguì non lasciava presagire una lunga amicizia fra i due.

 

 

Quella sera l'aria era impregnata del profumo muschiato delle essenze disciolte nell'acqua e del caldo vapore che si sollevava in sbuffi ogni qualvolta qualcuno di quei giovani uomini si muoveva. Mentre rilassavano i loro corpi statuari con un bel bagno caldo, Yuki e gli altri modelli del gruppo ebbero modo di fare importanti osservazioni sull’organizzazione e la gestione del personale assistente.

-         Potevi scegliere fra decine di assistenti molto più preparate… -

-         …e più sexy dynamite

-         …perché ti sei portato dietro Ashihara? –

-         …che è eccitante quanto il criceto Hamtaro –

-         …e formosa quanto mia sorella di 5 anni –

-         Oh insomma vedete di smetterla ragazzi – replicò Yuki ai suoi colleghi.

-         Non è che sotto, sotto ti piace eh? – chiesero con fare complice mentre alcuni lo prendevano a gomitate e altri si lanciavano occhiolini allusivi.

-         A me? Naaaaaaaaa troppo scema. E poi cosa penserebbero le mie fans se mi legassi a una mocciosa? –

-         Probabilmente la verità: che sei un moccioso anche tu – risposero in coro.

Ovviamente al giovane non piacque la risposta e ne seguì una discussione argomentata come solo i VERI uomini sanno fare…in altre parole un’amichevole rissa…anche se l’attenzione a non lasciarsi lividi (Yuki – Insomma autrice del cavolo siamo pur sempre modelli -) li faceva assomigliare più a un gruppo di pinguini.

 

 

Le stanze del gruppo occupavano quasi interamente l’albergo della piccola località marittima scelta per il servizio fotografico. Ikeuchi aveva abilmente manovrato le cose in modo che a lui e a Suzuna spettassero due camere comunicanti.

Certo, pensava mentre indossava una tenuta più comoda, è una mossa alquanto azzardata, ma quel maledetto Eichi continua a guadagnare punti su punti con Suzuna e questa è la mia grande occasione. Se non altro, ammise fra sé e sé, quello scemo passerà due settimane a domandarsi cosa mai stiamo facendo assieme e a rodersi il fegatoihihih quanto è carino quando fa il gelosone ihihih. Magari questa separazione lo convincerà finalmente a farsi avanti e a dichiararsi a Suzuna, è stomachevole quel suo modo sostenuto di farle la corte, senza voler ammettere apertamente che gliela sta facendo…vabbè adesso non è il caso che mi metta a far il tifo per lui, non ne ha proprio bisogno. A proposito chissà come se la cava Suzuna, quasi quasi faccio un salto da lei a vedere se ha bisogno di qualcosa.

Con questi pensieri, dimentico della buona usanza di bussare alla porta prima di entrare, si ritrovò con una grossa e inaspettata sorpresa: in mezzo alla stanza, ancora gocciolante per la doccia evidentemente appena finita, con addosso solo un corto asciugamano attorno ai fianchi, c’era lui, Tagashi.

-         Che diavolo ci fai TU qui? – strepitò Yuki

-         Potrei farti la stessa domanda, visto che sei sgattaiolato nella mia camera senza permesso –

-         T-T-TUA?!?!?! –

-         Sì – poi avvicinandosi con movenze feline e ancheggianti – cos’è non sono di tuo gradimento Yukichan? Guarda che ho tutti i connotati nella norma, vuoi controllare? – domandò mettendo mano all’asciugamano.

-         Per l’amor del cielo mettiti addosso qualcosa e non ti azzardare mai più a chiamarmi Yukichan vecchio pervertito – rispose rabbiosamente cercando di guadagnare la porta, impaurito dalla strana piega che stava prendendo tutta la faccenda.

-         C’è qualche problema Yukino? – esclamò sbattendo gli occhioni – forse cercavi qualcun altro? Chessò forse qualcuno come la dolce e ingenua Suzuna? –

Yuki rimase notevolmente seccato da quest’ultima frase, per i giapponesi chiamare qualcuno per nome indicava un notevole grado di intimità fra i due, in secondo luogo era stata una sua impressione o davvero Tagashi aveva intenzionalmente marcato l’espressione “dolce e ingenua”? Squadrandolo si accorse che l’atteggiamento dell’altro era passato dalla caricatura dello stereotipo dell’omosessuale (stile Jack McFarland in “Will e Grace”) a quello del predatore che marca il territorio. Era chiaro come il sole che in questo caso il territorio o la preda fosse Suzuna, ma il modello ebbe la strana sensazione che la cosa fosse diretta in special modo a lui. Non aveva prove per avvalorare la sua tesi, ma aveva avuto la precisa percezione che quella sfida fosse qualcosa di strettamente personale. Prima però che potesse chiedergli la causa di quell’astio apparentemente immotivato, in fondo si conoscevano solo da poche ore, qualcuno bussò alla porta. Il fotografo si buttò una vestaglia addosso e andò ad aprire come se niente fosse.

-         Oh signor Tagashi ci perdoni non volevamo disturbarla – tubarono alcune ragazze dello staff.

Senti come miagolano quelle gatte morte, pensò infastidito Yuki, e poi da dove salta fuori tutto questo formalismo? Quello è tutto fuorché un “signore”.

-         Non preoccupatevi ragazze non mi disturbate mai, per qualsiasi cosa io sono qua. Non sono come certe persone a cui basta un briciolo di notorietà per montarsi la testa –

Ikeuchi ingoiò il rospo e ne approfittò per far ritorno alla sua stanza prima che quella scena smielata lo facesse vomitare. Senza contare che doveva assolutamente mettere in guardia Suzuna da quel pervertito.

 

 

 

 

 

Fine secondo capitolo. Questa storia si allunga sempre più. Spero di riuscire a finire in tempo per il termine del concorso e che non diventi un’epopea stile Ai Yazawa, (sto vedendo gli episodi di Nana, che bello!!), non so se mi basterebbero 10 vite in quel caso. Un saluto a tutti.

 

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Capitolo 3
*** Troppo lavoro, siamo alla frutta ***


Capitolo 3

Capitolo 3

Troppo lavoro, siamo alla frutta

 

La mattina seguente il loro arrivo, Ashihara ebbe un assaggio di cosa volesse dire essere l’assistente personale di Yuki. Punto primo: in “piena notte” (5:00) il telefono trillò allegramente e il corsierge, quando Suzuna alzò il ricevitore, stava per darle la sveglia, ma lei, forte di tutto il suo autocontrollo riagganciò e poi staccò la cornetta. Le conseguenze le permisero di iniziare in maniera brillante la giornata, non solo ebbe un incontro ravvicinato con il grande capo che venne personalmente a svegliarla e a sgridarla perché era ancora in pigiama, quando le sue colleghe erano già pronte da un pezzo, ma per farle recuperare parte del tempo perduto non le permise di far colazione, che per un uccellino come lei saltare un pasto equivaleva a una tortura. La sua prima mansione era preoccuparsi che in cucina avessero preparato correttamente la colazione di Ikeuchi e portargliela in camera. In cucina non era rimasta nessun altra delle assistenti, indi per cui non aveva nessuno a cui chiedere eventuali delucidazioni sui gusti di Yuki. Sperò che non mancasse nulla e bussò alla porta del ragazzo. Fu Tagashi a ritirare il vassoio facendole un profondo inchino, ma più tardi fu nuovamente sgridata, questa volta dal suo amico perché:

-         Come hai potuto dar la mia preziosa colazione a un essere immondo come quello? Mi ha mangiato metà cornetto e si è fatto fuori la mia marmellata preferita, per non parlare di uova e bacon che erano dimezzati a essere generosi. Il succo di carota poi, insomma ho un certo tipo di pelle devo mantenerla adeguatamente protetta. Per fortuna mi ha lasciato il mio irrinunciabile yogurt greco, ma giusto perché lo trovava immangiabile. Che razza di grezzo omuncolo a non capirne la sua buonissima essenza… –

Scoprì anche che, in qualità di assistente, doveva seguire un protocollo di impegni abbastanza preciso, ma quello sbadato di Yuki si era dimenticato di darglielo prima della partenza. Quando dovette saltare anche il pranzo per mettersi in pari con le sue colleghe e, a cena, vedersi nel piatto solo una mela si accorse che forse, da qualche parte, qualcuno le aveva proposto un affare che puzzava un po’ di bruciato.

Così impari a farti attrarre dai facili guadagni, le avrebbe detto sicuramente Uozumi se avesse potuto vederla. Ah Eichi, chissà cosa stava facendo in quel momento. Avrebbe voluto sentirlo, ma Yuki le aveva detto che era vietato alle assistenti portarsi dietro il cellulare. Strano però, oggi ne ho viste due che telefonavano. Il dubbio che potesse essere tutta opera del suo “amico” per tenerla lontana da Eichi, non la sfiorò minimamente.

 

 

L’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi. Grazie. Tutututut

-         Ma insomma quando riaccende il cellulare quella stupida? – esclamò Eichi per la milionesima volta – adesso chiamo Hinako, speriamo che almeno lei sia riuscita a sentirla –

-         Drr…drr…drr…yawn pronto? Chi è? – rispose una voce sonnacchiosa

-         Eichi –

-         Salute, con chi parlo? –

-         Non eccì, sono Eichi, Uozumi ricordi? –

-         Uozumi? Accidenti hai visto che ore sono? –

-         No…cioè dunque… sono urka, è l’una del mattino. Scusa, ti ho disturbata? –

-         Certo che mi hai disturbata!!! Stavo dormendo ed è solo la tredicesima volta che mi chiami da stamat, no anzi ormai da ieri mattina. Che altro vuoi? – rispose seccata.

-         Oh beh, mi dispiace Hina. Hai per caso, beh l’hai sentita? –

-         Sì e ti ho anche mandato un messaggio. Non l’hai letto? –

-         Io beh no, credevo fosse pubblicità e… -

-         Click –

-         …pronto? Pronto Hina? Deve essere caduta la linea…forse…vabbè vediamo cosa dice il messaggio. Dunque “ho sentito Suzu. È al mare e sta bene. Non ha dietro il cel, mi chiamava da una cabina e anche la linea era disturbata, mi ha borbottato qualcosa di un cambio di camera con un fotografo per via della stanza assieme a Ikeuchi, ma non ho capito bene. ‘notte”  -

Uozumi rilesse con attenzione il messaggio una dozzina di volte, poi quando ormai ogni parola si era stampata a fuoco nella sua mente e il messaggio era arrivato chiaro al suo cervello, un’esplosione fece ululare i cani del vicinato, scattare gli allarmi delle macchine e terrorizzò i bambini nei loro letti

-         E’ IN CAMERA CON IKEUCHI?!?!!!!!! –

 

 

Toc, toc.

-         Chi è? –

-         Il lupo mangia frutta –

-         No ti prego, lasciami almeno questa – piagnucolò Suzuna.

Senza essere invitato a farlo Yuki entrò nella stanza. In un angolo c’era la sua amica che, trincerata dietro una catasta di sedie, proteggeva ciò che in quel momento riteneva la cosa più preziosa che avesse: una banana.

-         Si può sapere cosa stai facendo? –

-         Ho fame Yukkino… - il brontolio del suo stomaco sottolineò il tragico momento.

-         Ma non hai cenato? –

-         E quella la chiami cena? Una misera mela. Ho bisogno di carboidrati, grassi, vitamine. Non è che hai qualcosuccia per la tua cara amica Suzu? –

Sbattito di ciglia, lacrimoni agli occhi, aureola in testa, viso angelico e supplicante, povera Suzu deve essere davvero alla frutta…in tutti i sensi, pensò il modello vedendola.

-         Ok, ok ti porto fuori a cena, ma paghi tu. –

-         Ma Yukkino, lo sai in questo periodo… -

-         Oh ti prego basta, ho capito. Va bene te la offro io. Tanto mi viene spesata ihihihihi.

 

 

Il lavoro procedeva bene, erano al quinto giorno di riprese, stavano facendo le foto per il catalogo di settembre-ottobre. Tagashi aveva fatto allestire un set in stile orientale pieno di drappi, drappeggi, tappeti, veli e piume. I modelli erano vestiti con pantaloni e camicie aperte, sul petto portavano grossi medaglioni ingioiellati e variopinti copricapi da maharajà. Il protagonista dell’ultima serie di foto era Ikeuchi, sdraiato su grossi cuscini dai colori sgargianti non si degnò minimamente di muoversi quando Tagashi annunciò una pausa. Da brava assistente Suzuna gli si avvicinò per detergergli il viso con un panno umido e per ricevere ordini.

-         Vuoi che ti porti qualcosa? – domandò allegramente

Lui fece uno svogliato segno verso una coppa di acini di uva, ma quando lei gliela porse lui l’obbligò a imboccarlo, con la scusa di essere troppo stanco e affaticato.

Mentre Suzuna da brava gli dava acino per acino, pulendoli addirittura dai nocciolini, gli chiese premurosamente se fossero di suo gradimento e se fossero dolci abbastanza. Lui le afferrò una delle mani e leccò il gustoso nettare dalle dita, mormorandole all’orecchio:

-         Ci sono cose molto più dolci da assaporare. –

E prima che Suzuna potesse riaversi dalla sorpresa, se ne andò.

 

 

-         Hinako proprio te cercavo. Che fine hai fatto ieri? Ho provato a telefonarti, ma avevi il cellulare spento e non avevo il tuo numero di casa. –

E per fortuna, pensò la ragazza.

-         Buongiorno anche a te Uozumi. Come sei mattiniero oggi. –

-         Non prendermi in giro! Il pensiero che quei due stessero condividendo la camera da letto con chissà quali implicazioni sessuali, non mi ha fatto chiudere occhio per tutta la notte e così sono andato a correre. E’ diversissima la città durante la notte ho assistito a un inseguimento della polizia, mentre riprendevo fiato ho visto il sole sorgere sul canale e ho aiutato il signor Matsumoto del minimarket a scaricare le merci dal camion. –

Hinako lo guardò a bocca aperta non riuscendo a trattenere il suo stupore. Oh mio dio, pensò, ha capito esattamente il contrario di quello che intendevo col messaggio. E io che volevo farlo star tranquillo, se adesso gli dico la verità mi strozza dopo che ha corso tutta la notte. Che faccio ora?

-         Senti perché non vai da lei, se sei così preoccupato? (così quando scoprirai la verità, sarai troppo lontano per uccidermi)

-         Io non sono affatto preoccupato. Non me ne importa nulla. Quella scema può far quello che le pare. Può anche sposarselo il bel modello e spero vadano a vivere ben lontani così mi libero di due vicini di casa fastidiosi come quelli –

-         Allora non ti interessa sapere l’indirizzo dell’albergo –

-         No non mi interessa per niente…però…dammelo lo stesso…così tanto per sapere -

 

 

Faceva fresco quella sera, Suzuna se ne accorse quando un tremito le scese lungo la colonna vertebrale e la scosse tutta. Yuki senza dire una parola le mise la sua giacca sulle spalle e la trasse un po’ più vicino a sé.

-         Guarda quella è Antares, la vedi è quella rossa lontana, là invece c’è Vega, bianchissimo e con i riflessi azzurri. D’estate si vedono meglio –

-         Non sapevo fossi un esperto di stelle – esclamò grata che stesse cercando di distrarla dai suoi pensieri su Uozumi.

-         Quella costellazione è detta della Lira, rappresenta il tragico amore di Orfeo. Invece la costellazione dell’Aquila si dice sia l’incarnazione di Zeus. Mia mamma è nata in Grecia, è lei ad avermele insegnate. Molte stelle sono collegate alla mitologia greca, ma solo quelle dell’emisfero Nord, perché gli antichi non conoscevano l’esistenza di quello australe. La mamma mi raccontava le loro storie prima di addormentarmi –

-         Caspita deve essere stata una bella cosa –

Yuki la guardò sorpreso, era la prima volta che qualcuno trovava bello un suo ricordo greco. Fin da piccolo era stato isolato per via delle sue origini metà nipponiche e metà ellenico.

-         Non direi. A scuola credevano fossi strano a parlare di dei dell’Olimpo e a far finta di essere Hercules –

-         Ma dai, quindi non hai mai provato a giocare a fare Milord, il bel tenebroso che corre ad aiutare Sailor Moon e le sue compagne? –

Il ragazzo pensò che Suzuna aveva tutte le capacità per far cadere le palle a un ragazzo. Come poteva mettersi a parlare di Sailor Moon in un momento come quello? Forse però poteva recuperare la situazione sfoderando tutto il proprio charme.

-         Ehm no, però se tu fossi in pericolo verrei sicuramente a salvarti –

Suzuna arrossì, era la prima volta che un ragazzo le diceva una cosa del genere. Com’è carina, pensava intanto Yuki, quando è imbarazzata e tiene lo sguardo basso, quanto vorrei baciarla, chissà come la prenderebbe, ma sì adesso che sta ancora a testa bassa, mi avvicino e mi butt..

-         Oh, scusami Ikeuchi, proprio non ti avevo visto – esclamò una voce maschile ben poco pentita che reggeva ancora in mano la bacinella dell’acqua sporca dei pavimenti.

-         Tagashi miserabile. Che ti salta in mente? Ora sono bagnato fradicio! –

-         Sì, lo vedo – esclamò con una strana luce negli occhi – ti ho bagnato proprio bene. Oh accidenti con questi vestiti così leggeri diventano subito trasparenti. Su, su alzati non sta bene che Suzuna ti veda così – e senza lasciargli il tempo di replicare lo spinse fino alla sua stanza.

Quando Ikeuchi riuscì a liberarsi da quella sanguisuga ritornò da Suzuna, ma la trovò profondamente addormentata in camera sua. Quella tonta, non ha chiuso la porta della camera, potrebbe entrare chiunque in questo modo. Compreso quel maniaco di Tagashi. Sembri così indifesa mentre dormi. Oh Suzu, cosa diresti se ti dicessi che sono geloso e che mi piaci ogni giorno di più? Con questi pensieri richiuse la porta dietro di sé e si diresse nella propria camera. Si infilò sotto le coperte e continuò a rigirarsi nel letto per le successive due ore, dilaniato dal desiderio di andar da lei, ma come poteva comportarsi in quel modo da maniaco? E, d’altro canto, come poteva lasciarsi sfuggire quella opportunità? In pieno dilemma amletico l’unica cosa che perse furono le ore di sonno, con il pessimo guadagno di due brutte borse sotto gli occhi.

 

 

 

 

 

Fuori il terzo capitolo. Povero Yuki è proprio innamorato perso, anzi a dirla coi modi di Suzuna – che scemotto che sei Yukki – lui ci prova a essere carino e gentile, ma il destino è proprio crudele a volte ihihihihih. Ci avviciniamo alla fine di questa fan fic. Voi per chi tifate Tagashi, Yuki o Eichi? Io tifo per quest’ultimo anche perché assomiglia tanto all’autore The squad che saluto con tanti abbracci.

 

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Capitolo 4
*** Confessioni ***


Capitolo 4

Capitolo 4

Confessioni

 

Erano cinque giorni che il signor *** cercava inutilmente di contattare Tateno, il suo assistente – segretario – portaborse – factotum, era talmente disperato che si era addirittura ridotto a cucinare da solo. Un uomo della sua stazza, del suo genio, insomma ma siamo matti?

Preso da un raptus di disperazione cominciò a frugare nel cestino della carta sperando di trovare qualche indizio. Fruga che ti fruga trovò questa annotazione: ingaggio per due settimane per catalogo di THE BEST BOYS, partenza domani ore 7.30 x treno. Non ne sapeva nulla di questo catalogo, che fosse stato annullato? In fondo era tornato inaspettatamente prima dalla sua vacanza e giustamente Tateno aveva rifiutato, però, però, c’era qualcosa che non quadrava molto, no, no. Perché quell’appunto sulla partenza? THE BEST BOYS poi era un’importante rivista di bei maschioni, proprio il genere che sarebbe piaciuto al suo assistente. Colto da un dubbio fece una telefonata, diventò paonazzo e l’indomani partì col primo treno.

 

 

Eichi s’era ormai rassegnato al fatto che Suzuna avesse dimenticato il cellulare a casa e per non essere da meno (o forse per evitare di pensare a cosa lei stesse facendo con Ikeuchi) si era trovato un lavoretto come magazziniere e sfacchinava notte e giorno nella ditta di import-export di un’anziana coppia.

Una sera in cui sentiva più forte l’assenza della sua cara vicinali arrivò un messaggio di Yuki:

“Sai che Suzu dorme qui accanto  me?

  Però ti avverto che russa”

Eichi, ignaro che con quel “accanto” volutamente ambiguo Yuki intendesse la stanza a fianco, per poco non si strozzò con la birra. Aveva fatto di tutto per non pensarci e adesso quello scarafaggio glielo sbandierava allegramente!

Peggio per te…”  gli ripose.

“Puoi dirlo forte! Era un’incapace totale a fare i massaggi, mi ha massacrato tutta la schiena, ma con la pratica è migliorata.

Immaginando la faccia del suo concorrente in amore che si rodeva il fegato, Yuki si rotolò sul letto soffocando le risate nel cuscino, rifiutò la telefonata di Uozumi e spense il cellulare. Se Suzuna era troppo tonta per cedere alle sue avances doveva pur sfogare la sua frustrazione su qualcuno.

Il giorno dopo, verso mezzogiorno la troupe era riunita nella sala convegni dell’albergo per fare il punto della situazione e valutare l’esito delle foto. Oltre a quelli per il catalogo Tagashi aveva preso l’iniziativa di riprendere l’equipe in scatti fuori programma, così, se si vedeva Suzuna farsi piccola, piccola, mentre il grande capo la sgridava, si poteva vedere il medesimo mentre rincorreva le assistenti in acqua in una improbabile imitazione di uno squalo. Un paio di modelli erano invidiosi perché a Ikeuchi erano state fatte un maggior numero di foto e per sfogarsi si divertivano a malignare sul loro collega. Il proiettore adesso mostrava un primo piano di Suzuna truccata e con i capelli acconciati. Eichi, che, non visto, era entrato in quel momento nella sala, alle spalle di tutti, rimase stupefatto; non l’aveva mai vista così…così bella…e desiderabile. Quello sguardo ingenuo e il velo di rossetto gli facevano venir una gran voglia di saggiare quanto potessero essere dolci e calde le sue labbra. In quel momento il ragazzo sentì due sopraccitati modelli che dicevano:

      -     Sì deve essere proprio così, se no perché avrebbe insistito per stare in camera con lui? –

A sentir ciò Eichi parve esplodere di gelosia.

      -     Accidenti a Ikeuchi, come posso competere? Lui è così bello e per di più famoso.. è normale che lei abbia scelto lui, ma proprio non mi va giù! –

Contemporaneamente dalla prima fila il grande capo stava elogiando Tagashi descrivendolo come un vero genio, ma il signor *** che aveva fatto la medesima strada di Eichi, esclamò:

      -     Sì, lo sono, ma quelle foto hanno più di un difetto e sicuramente non le ho scattate io. –

-     Ma lei chi è? -

-     Io sono il signor Shuichiro Tagashi, di professione fotografo, ma a quanto pare durante la mia vacanza sono stato deposto. Tu che mi dici? –

      -     Padrooone posso spiegaree… – frignò Tateno, il finto Tagashi.

      -     Lo spero bene e adesso dritto a casa prima che perda le staffe! –

-         Yuki, prima che io parta devo dirti una cosa, l’acqua che ti ho lanciato era pulita e profumata con violetta, la mia essenza preferita. E’ stato bellissimo dividere la colazione con te anche se quello yogurt ha proprio un saporaccio. Ricordati di me. Ti farò avere le foto il prima possibile. Adieu mon amour, smack. Conoscerti è stata l’esperienza più bella della mia vita –

In tutto quel trambusto Eichi era rimasto basito al suo posto. Aveva una gran confusione in testa perciò, quando qualcuno gli gettò le braccia al collo quasi non si accorse che si trattava di Ashihara.

      -     Che bella sorpresa, ma che ci fai qui? -

      -     Io…io ero venuto a trovarti, ma evidentemente sono di troppo. – rispose sciogliendosi dal suo abbraccio.

      -     Ma Eichi che stai dicendo? -

      -     Credevo che ti servisse un lavoro, e invece… Guarda che potevi dirmelo che volevi farti una vacanza con Ikeuchi. Non me ne importa nulla se ve la spassate assieme –

      -     Io e Yukky?!? Che scemotto che sei Eichi! Sono qui solo per lavorare perché volevo comprare una cosa. –

      -     E questo include dormirci assieme, vero? –

Suzuna trasalì, perché era così arrabbiato? Non aveva fatto nulla di male e la storia di dormire assieme poi, che razza di assurdità! Prima che potesse dire qualcosa lui si stava già dirigendo verso la stazione.

       -    Eichi, Eichi aspetta! -

Non riuscendo a fermarlo Suzuna gli cinse la vita con le braccia.

       -    Eichi ti prego dimmi cosa succede. Fra me e Yukki non c’è niente e Tagashi o come si chiama , è stato lui a dormire con Ikeuchi, abbiamo fatto cambio quando siamo arrivati. Io dormivo nella stanza a fianco. –

-     Ma Yuki e Hinako avevano detto… -

-     Fra me e Yuki non c’è nulla. Ti prego credimi – poi abbassando la voce e affondando il viso nella sua schiena aggiunse – A me piaci tu. –

Eichi rimase di sale. Era la prima volta che Suzuna esprimeva chiaramente i suoi sentimenti. Gli piaceva lui e non MisterQuanto-Son-Figo-Con-Gli-Occhi-AzzurriIkeuchi. Era al settimo cielo, ma girarsi, abbracciarla e baciarla appassionatamente sarebbe stato troppo da shojo manga; Eichi decise di farle pagare l’averlo fatto stare in pensiero per tutti quei giorni.

-         Quando finisci di lavorare? – le domandò con voce più calma.

-         Non so con precisione, dovevamo averne ancora per qualche giorno, ma non avendo più il fotografo…forse già stasera o domani – il gran capo stava chiamando a raccolta le assistenti – io… mi spiace, ma devo andare –

-         Ok e…Suzu? Quando torni se ti va ceniamo assieme? – le domandò arrossendo.

-         Tiiiii evviva, finalmente un pasto decente…e per di più a sbafo ^-^ Ci vediamo a casa allora. Ciao – e scappò via.

-         Prima di andare però devo ancora chiarire una cosuccia – così dicendo andò a prendere per le orecchie Ikeuchi e senza tanti complimenti lo mise alle strette in un angolo – mi hai raccontato un sacco di palle. Perché l’hai fatto? -

-         E’ ovvio che l’ho fatto per lei…anche se inutilmente

Eichi tirò indietro il braccio per sferrare un pugno a Yuki, che chiuse gli occhi e si raggomitolò a terra, ma…non successe nulla. Quando guardò di nuovo la mano che avrebbe dovuto colpirlo si era tramutata in un’offerta di aiuto ad alzarsi.

-         Te lo saresti meritato, bada bene, ma spero tu abbia capito chi ha vinto. –

-         Ok, ok. Ho capito l’antifona e mi ritiro in buon ordine. –

-         Un’ultima cosa…tu sai cos’è questa cosa che voleva comprare a tutti i costi? –

-         Mmmh, vabbè ormai è inutile tenertelo nascosto. Ha visto un oggetto orrendo dal rigattiere. E’ un vecchio orso tutto polveroso e spelacchiato, vestito da archeologo. –

 

 

La troupe fece ritorno il giorno seguente, in tempo per la vigilia di Natale. Suzuna fece la strada di corsa fino al rigattiere per poter acquistare il tanto agognato orso e ci rimase davvero male quando il negoziante le disse che l’aveva venduto proprio il giorno prima. Tutta mogia si diresse verso casa.

Cosa dirò a Eichi? Si domandava. Lo so che a Natale ciò che più conta sono i sentimenti non i regali, ma dopo quella discussione mi sembrava ancor più azzeccato. Accidenti non ne combino mai una giusta. Che c’è davanti alla porta? Non avrò dimenticato lì la spazzatura, vero?

Suzuna rimase senza parole. Davanti alla sua porta c’era lui: l’orso per cui aveva lavorato tanto. Nonostante la temperatura si accasciò a terra. Com’era possibile tutto ciò? Il peluche reggeva fra le zampe un cartello con su scritto: “Ho bisogno di te. Non andartene più via in quel modo”. Senza che se ne accorgesse il suo vicino di casa sgattaiolò fuori dal proprio appartamento e l’abbracciò da dietro, sussurrandole bentornata e buon Natale.

-         Sei uno stupido, Eichi! – esclamò piangendo

-         Ma, ma che ho fatto? Era questo che volevi, no? Non dirmi che è un altro scherzo di Yuki perché questa volta lo…-

-         Doveva essere per te!!! – gridò gettandosi contro il suo petto e piangendo.

-         Come per me?!?! Suzu? Dai calmati va tutto bene. Su, su… –

Poco alla volta l’intera faccenda venne fuori, così come le incomprensioni, il piano di abbordaggio di Yuki, i patemi d’animo che avevano scosso il povero Eichi, la dichiarazione, poi ricambiata, di Suzuna. Alla fine erano così svuotati che stettero abbracciati lì a terra davanti a quel vecchio orso per diversi minuti, ognuno confortato dalla presenza dell’altro, sapendo che se anche c’erano stati molti malintesi alla fine il regalo più bello era proprio quello: erano l’uno per l’altra.

 

 

 

 

 Eccomi qui!!! Spedita a Erika appena in tempo per il concorso ve la ripropongo qui sperando che vi piaccia. Aspetto le vostre recensioni, ma d’altronde chi non le aspetta su questo sito ^^ ?

Domani parto per le ferie finalmente così io e The squad potremo dedicarci anche agli altri cap di “Le dodici fatiche di Harry”.

Ci rivediamo a settembre e buone vacanze a tutti!!

 

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