Capitolo 3
Troppo lavoro, siamo alla frutta
La mattina seguente il loro arrivo, Ashihara ebbe un
assaggio di cosa volesse dire essere l’assistente personale di Yuki. Punto
primo: in “piena notte” (5:00) il telefono trillò allegramente e il corsierge, quando
Suzuna alzò il ricevitore, stava per darle la sveglia, ma lei, forte di tutto
il suo autocontrollo riagganciò e poi staccò la cornetta. Le conseguenze le
permisero di iniziare in maniera brillante la giornata, non solo ebbe un
incontro ravvicinato con il grande capo che venne personalmente a svegliarla e
a sgridarla perché era ancora in pigiama, quando le sue colleghe erano già
pronte da un pezzo, ma per farle recuperare parte del tempo perduto non le
permise di far colazione, che per un uccellino come lei saltare un pasto
equivaleva a una tortura. La sua prima mansione era preoccuparsi che in cucina
avessero preparato correttamente la colazione di Ikeuchi e portargliela in
camera. In cucina non era rimasta nessun altra delle assistenti, indi per cui non
aveva nessuno a cui chiedere eventuali delucidazioni sui gusti di Yuki. Sperò
che non mancasse nulla e bussò alla porta del ragazzo. Fu Tagashi a ritirare il
vassoio facendole un profondo inchino, ma più tardi fu nuovamente sgridata,
questa volta dal suo amico perché:
-
Come hai potuto dar la mia preziosa colazione a un
essere immondo come quello? Mi ha mangiato metà cornetto e si è fatto fuori la
mia marmellata preferita, per non parlare di uova e bacon che erano dimezzati a
essere generosi. Il succo di carota poi, insomma ho un certo tipo di pelle devo
mantenerla adeguatamente protetta. Per fortuna mi ha lasciato il mio
irrinunciabile yogurt greco, ma giusto perché lo trovava immangiabile. Che
razza di grezzo omuncolo a non capirne la sua buonissima essenza… –
Scoprì anche che, in qualità di assistente, doveva seguire
un protocollo di impegni abbastanza preciso, ma quello sbadato di Yuki si era
dimenticato di darglielo prima della partenza. Quando dovette saltare anche il
pranzo per mettersi in pari con le sue colleghe e, a cena, vedersi nel piatto
solo una mela si accorse che forse, da qualche parte, qualcuno le aveva
proposto un affare che puzzava un po’ di bruciato.
Così impari a farti attrarre dai facili guadagni, le avrebbe detto sicuramente Uozumi se avesse potuto vederla. Ah
Eichi, chissà cosa stava facendo in quel momento. Avrebbe voluto sentirlo, ma
Yuki le aveva detto che era vietato alle assistenti portarsi dietro il
cellulare. Strano però, oggi ne ho viste due che telefonavano. Il dubbio che potesse essere tutta opera del suo
“amico” per tenerla lontana da Eichi, non la sfiorò minimamente.
L’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile,
la invitiamo a riprovare più tardi. Grazie. Tutututut –
-
Ma insomma quando riaccende il cellulare quella
stupida? – esclamò Eichi per la milionesima volta – adesso chiamo Hinako,
speriamo che almeno lei sia riuscita a sentirla –
-
Drr…drr…drr…yawn pronto? Chi è? – rispose una voce
sonnacchiosa
-
Eichi –
-
Salute, con chi parlo? –
-
Non eccì, sono Eichi, Uozumi ricordi? –
-
Uozumi? Accidenti hai visto che ore sono? –
-
No…cioè dunque… sono urka, è l’una del mattino. Scusa,
ti ho disturbata? –
-
Certo che mi hai disturbata!!! Stavo dormendo ed è solo
la tredicesima volta che mi chiami da stamat, no anzi ormai da ieri mattina.
Che altro vuoi? – rispose seccata.
-
Oh beh, mi dispiace Hina. Hai per caso, beh l’hai
sentita? –
-
Sì e ti ho anche mandato un messaggio. Non l’hai letto?
–
-
Io beh no, credevo fosse pubblicità e… -
-
Click –
-
…pronto? Pronto Hina? Deve essere caduta la
linea…forse…vabbè vediamo cosa dice il messaggio. Dunque “ho sentito Suzu. È al
mare e sta bene. Non ha dietro il cel, mi chiamava da una cabina e anche la
linea era disturbata, mi ha borbottato qualcosa di un cambio di camera con un
fotografo per via della stanza assieme a Ikeuchi, ma non ho capito bene.
‘notte” -
Uozumi rilesse con attenzione il messaggio una dozzina di
volte, poi quando ormai ogni parola si era stampata a fuoco nella sua mente e
il messaggio era arrivato chiaro al suo cervello, un’esplosione fece ululare i
cani del vicinato, scattare gli allarmi delle macchine e terrorizzò i bambini
nei loro letti
-
E’ IN CAMERA CON IKEUCHI?!?!!!!!! –
Toc, toc.
-
Chi è? –
-
Il lupo mangia frutta –
-
No ti prego, lasciami almeno questa – piagnucolò
Suzuna.
Senza essere invitato a farlo Yuki entrò nella stanza. In un
angolo c’era la sua amica che, trincerata dietro una catasta di sedie,
proteggeva ciò che in quel momento riteneva la cosa più preziosa che avesse:
una banana.
-
Si può sapere cosa stai facendo? –
-
Ho fame Yukkino… - il brontolio del suo stomaco
sottolineò il tragico momento.
-
Ma non hai cenato? –
-
E quella la chiami cena? Una misera mela. Ho bisogno di
carboidrati, grassi, vitamine. Non è che hai qualcosuccia per la tua cara amica
Suzu? –
Sbattito di ciglia, lacrimoni agli occhi, aureola in testa, viso angelico e
supplicante, povera Suzu deve essere davvero alla frutta…in tutti i sensi, pensò il modello vedendola.
-
Ok, ok ti porto fuori a cena, ma paghi tu. –
-
Ma Yukkino, lo sai in questo periodo… -
-
Oh ti prego basta, ho capito. Va bene te la offro io. Tanto
mi viene spesata ihihihihi. –
Il lavoro procedeva bene, erano al quinto giorno di riprese,
stavano facendo le foto per il catalogo di settembre-ottobre. Tagashi aveva
fatto allestire un set in stile orientale pieno di drappi, drappeggi, tappeti,
veli e piume. I modelli erano vestiti con pantaloni e camicie aperte, sul petto
portavano grossi medaglioni ingioiellati e variopinti copricapi da maharajà. Il
protagonista dell’ultima serie di foto era Ikeuchi, sdraiato su grossi cuscini
dai colori sgargianti non si degnò minimamente di muoversi quando Tagashi
annunciò una pausa. Da brava assistente Suzuna gli si avvicinò per detergergli
il viso con un panno umido e per ricevere ordini.
-
Vuoi che ti porti qualcosa? – domandò allegramente
Lui fece uno svogliato segno verso una coppa di acini di
uva, ma quando lei gliela porse lui l’obbligò a imboccarlo, con la scusa di
essere troppo stanco e affaticato.
Mentre Suzuna da brava gli dava acino per acino, pulendoli
addirittura dai nocciolini, gli chiese premurosamente se fossero di suo
gradimento e se fossero dolci abbastanza. Lui le afferrò una delle mani e leccò
il gustoso nettare dalle dita, mormorandole all’orecchio:
-
Ci sono cose molto più dolci da assaporare. –
E prima che Suzuna potesse riaversi dalla sorpresa, se ne
andò.
-
Hinako proprio te cercavo. Che fine hai fatto ieri? Ho
provato a telefonarti, ma avevi il cellulare spento e non avevo il tuo numero
di casa. –
E per fortuna, pensò la ragazza.
-
Buongiorno anche a te Uozumi. Come sei mattiniero oggi.
–
-
Non prendermi in giro! Il pensiero che quei due
stessero condividendo la camera da letto con chissà quali implicazioni
sessuali, non mi ha fatto chiudere occhio per tutta la notte e così sono andato
a correre. E’ diversissima la città durante la notte ho assistito a un
inseguimento della polizia, mentre riprendevo fiato ho visto il sole sorgere
sul canale e ho aiutato il signor Matsumoto del minimarket a scaricare le merci
dal camion. –
Hinako lo guardò a bocca aperta non riuscendo a trattenere
il suo stupore. Oh mio dio, pensò, ha capito esattamente il contrario
di quello che intendevo col messaggio. E io che volevo farlo star tranquillo,
se adesso gli dico la verità mi strozza dopo che ha corso tutta la notte. Che
faccio ora?
-
Senti perché non vai da lei, se sei così preoccupato? (così
quando scoprirai la verità, sarai troppo lontano per uccidermi) –
-
Io non sono affatto preoccupato. Non me ne importa
nulla. Quella scema può far quello che le pare. Può anche sposarselo il bel
modello e spero vadano a vivere ben lontani così mi libero di due vicini di
casa fastidiosi come quelli –
-
Allora non ti interessa sapere l’indirizzo dell’albergo
–
-
No non mi interessa per niente…però…dammelo lo
stesso…così tanto per sapere -
Faceva fresco quella sera, Suzuna se ne accorse quando un
tremito le scese lungo la colonna vertebrale e la scosse tutta. Yuki senza dire
una parola le mise la sua giacca sulle spalle e la trasse un po’ più vicino a
sé.
-
Guarda quella è Antares, la vedi è quella rossa
lontana, là invece c’è Vega, bianchissimo e con i riflessi azzurri. D’estate si
vedono meglio –
-
Non sapevo fossi un esperto di stelle – esclamò grata
che stesse cercando di distrarla dai suoi pensieri su Uozumi.
-
Quella costellazione è detta della Lira, rappresenta il
tragico amore di Orfeo. Invece la costellazione dell’Aquila si dice sia
l’incarnazione di Zeus. Mia mamma è nata in Grecia, è lei ad avermele
insegnate. Molte stelle sono collegate alla mitologia greca, ma solo quelle
dell’emisfero Nord, perché gli antichi non conoscevano l’esistenza di quello
australe. La mamma mi raccontava le loro storie prima di addormentarmi –
-
Caspita deve essere stata una bella cosa –
Yuki la guardò sorpreso, era la prima volta che qualcuno
trovava bello un suo ricordo greco. Fin da piccolo era stato isolato per via
delle sue origini metà nipponiche e metà ellenico.
-
Non direi. A scuola credevano fossi strano a parlare di
dei dell’Olimpo e a far finta di essere Hercules –
-
Ma dai, quindi non hai mai provato a giocare a fare
Milord, il bel tenebroso che corre ad aiutare Sailor Moon e le sue compagne? –
Il ragazzo pensò che Suzuna aveva tutte le capacità per far
cadere le palle a un ragazzo. Come poteva mettersi a parlare di Sailor Moon in
un momento come quello? Forse però poteva recuperare la situazione sfoderando
tutto il proprio charme.
-
Ehm no, però se tu fossi in pericolo verrei sicuramente
a salvarti –
Suzuna arrossì, era la prima volta che un ragazzo le diceva
una cosa del genere. Com’è carina, pensava intanto Yuki, quando è
imbarazzata e tiene lo sguardo basso, quanto vorrei baciarla, chissà come la
prenderebbe, ma sì adesso che sta ancora a testa bassa, mi avvicino e mi butt..
-
Oh, scusami Ikeuchi, proprio non ti avevo visto –
esclamò una voce maschile ben poco pentita che reggeva ancora in mano la
bacinella dell’acqua sporca dei pavimenti.
-
Tagashi miserabile. Che ti salta in mente? Ora sono
bagnato fradicio! –
-
Sì, lo vedo – esclamò con una strana luce negli occhi –
ti ho bagnato proprio bene. Oh accidenti con questi vestiti così leggeri
diventano subito trasparenti. Su, su alzati non sta bene che Suzuna ti veda
così – e senza lasciargli il tempo di replicare lo spinse fino alla sua stanza.
Quando Ikeuchi riuscì a liberarsi da quella sanguisuga
ritornò da Suzuna, ma la trovò profondamente addormentata in camera sua. Quella
tonta, non ha chiuso la porta della camera, potrebbe entrare chiunque in questo
modo. Compreso quel maniaco di Tagashi. Sembri così indifesa mentre dormi. Oh
Suzu, cosa diresti se ti dicessi che sono geloso e che mi piaci ogni giorno di
più? Con questi pensieri richiuse la porta dietro di sé e si diresse nella
propria camera. Si infilò sotto le coperte e continuò a rigirarsi nel letto per
le successive due ore, dilaniato dal desiderio di andar da lei, ma come poteva
comportarsi in quel modo da maniaco? E, d’altro canto, come poteva lasciarsi
sfuggire quella opportunità? In pieno dilemma amletico l’unica cosa che perse furono
le ore di sonno, con il pessimo guadagno di due brutte borse sotto gli occhi.
Fuori il terzo capitolo. Povero Yuki è proprio innamorato
perso, anzi a dirla coi modi di Suzuna – che scemotto che sei Yukki – lui ci
prova a essere carino e gentile, ma il destino è proprio crudele a volte
ihihihihih. Ci avviciniamo alla fine di questa fan fic. Voi per chi tifate
Tagashi, Yuki o Eichi? Io tifo per quest’ultimo anche perché assomiglia tanto
all’autore The squad che saluto con tanti abbracci.