Pretty Princess di Nakatsu (/viewuser.php?uid=305923)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Svolgimento degli eventi ***
Capitolo 1 *** Prefazione ***
pre1
Angolo dello scrittore: ciao
è una delle mie prime fan
fiction, indi per cui vi chiedo un po’ di pietà. (
se possibile ). Non sono
ancora bravo a scrivere dei veri e propri racconti, ma amo sinceramente
questa
serie: Naruto. La dimensione in cui viene trasportata è un
universo parallelo,
se così si può definire, molto simile alla nostra
realtà quotidiana rispetto a
quella del manga trattato. Mi dichiaro colpevole, qualora, offendessi
qualcuno
della mia decisione, ma mi sarebbe piaciuto vedere i nostri beniamini
nelle
vesti di ragazzi normali alle prese con le difficoltà che
spesso noi in prima
persona siamo costretti ad affrontare quotidianamente.
Spoiler mi dispiace non ne faccio, poiché lo ritengo anti
sportivo per chi si
accinge a giungere sino a qui ed è stato invogliato dagli
accenni posti sotto
al titolo. Quindi oltre a dichiarare che questi personaggi non mi
appartengono
di diritto. Vi auguro buona lettura!
Pretty Princess
Prefazione
Quante volte si era detto di non
volersi far coinvolgere
dalla vicenda che ora si apprestava a vedere da diversi punti di vista,
ma per
quanto si sforzasse non riusciva a capire perché una ragazza
si dovesse
infiltrare sotto false spoglie in una boy band giapponese, di soli
uomini, per
coprire una terza persona. Più ci ripensava e più
gli riusciva incomprensibile
ma riguardo al resto bisogna ritornare agli inizi ovvero: dal primo
giorno che
quegli occhi color verde chiaro e sinceri si son posati nei propri
color del
cielo. Eppure all’epoca si era presentata come maschio e non
come ragazza, ma
questo non gli era dato saperlo. La cosa peggiore era che gli altri due
componenti se ne erano accorti eccome che fosse una ragazza. E lui? No
troppo
stupido, per poter dubitare della sua parola data… ma ora
che pensare, che
provare?Sapeva solo questo che il suo nome era Sakura Haruno, ma
più ci pensava
più rimaneva sgomento di come una ragazza avesse potuto
ingannarlo sul fatto di
essere un'altra persona: addirittura un membro della boy band.
La testa gli girava come se per troppo tempo fosse stato a livello
indesiderato
su delle montagne russe.
Una mano si portava alla fronte dolente, affondava
nei capelli dorati le dita che tentavano
in qualche modo di districare il nodo mentale che gli presentava una
così
delicata situazione. “Ho bisogno di
tempo…” pensava un uomo sui ventuno anni ma
dall’aspetto ancora gioviale e dall’atteggiamento
di un ragazzino non ancora
del tutto consapevole, di essere oramai un adulto. Provava pena per la
ragazza
ma anche rabbia perché in qualche modo era stato tradito, o
almeno così ci si
sentiva ferito nel profondo come mai gli era capitato prima. Il battito
cardiaco accelerato che era inspiegabile in sua presenza, ora
più che mai acquistava
di significato molto più denso e chiaro. Come un velo della
inconoscibilità o
stoltezza, quel velo era stato tolto: ma con la chiarezza, anche un
dolore
insopportabile sconosciuto scavava quel cuore così dolce e
ancora non toccato
dalle pene d’amore per qualcuno. Aveva pure accettato di
essere omosessuale per
lui, cioè lei.O meglio già era e pensava di
essere del tutto felice con il
rossino, anche se così la situazione si era capovolta.
Immerso in un mare di
dubbi sapeva solo con certezza questo che : per la prima volta lui,
Naruto
Uzumaki, capiva di essere innamorato follemente di quel qualcuno e quel
qualcuno era proprio la ragazza infiltrata. Oltre a rispondere alla
domanda
perchè lei? Aveva da rispondersi ora che so chi è
cosa farò? Bella gatta da
pelare.
Che
confusione, ma
davvero c’era troppo confusione nella testa e al di fuori,
conviene davvero
cominciare dall’inizio.
Tutto cominciava in una giornata
tiepida di settembre in una
villetta bassa dai toni accesi, circondata da un piccolo giardino, a
Los
Angeles. Vista dall’alto appariva come una sorta di tetto
più brillante di
altri, ma pur sempre più piccolo e modesto di altre villette
infilate in uno
schema preciso di uno dei tanti quartieri residenziali americani del
ceto
medio. Una volta scesi dalla visione “satellitare”,
si sarebbe notato che l’orario
in cui si stava svolgendo una partenza improvvisa, ma ancora non
attuata, era
piuttosto inusuale: le sei di mattina, orario di un qualsiasi giorno
feriale
era pieno di persone che andavano a lavorare.Ma essendo domenica, un
giorno
festivo, tutto taceva quasi racchiuso in un silenzio sovrannaturale.
Procedendo
verso la porta si notava di sicuro la presenza inquieta di un padre la
cui
preoccupazione si rifletteva nello sguardo grave, paterno e pieno di
sentimenti
d’ansia repressa a fissare una foto appesa al muro che
ritraeva una giovane
ragazza dall’aria sorridente e dalla capigliatura folta-lunga
rosa.
Al piano superiore vi era nella propria stanza: una ragazza dai capelli
lunghi lisci da un
colore insolito, rosa,
rimaneva in piedi con una ciocca in mano e nell’altra una
forbice scrutando la
propria immagine riflessa con espressione- sguardo risoluti con anche
una punta
di rammarico. Poi delle ciocche cadono lievemente a terra, rosa come
quelle che
poco prima erano in mano femminili ora tremanti e del tutto fuori
controllo.
Implacabili però non si fermavano consce quasi della
determinazione che animava
l’animo della ragazza, che ancora nello specchio si fissava
con aria tormentata
e piena di rimproverò per quella immagine che rivelava una
femminile
usurpazione della propria vanità appena perduta con un
taglio netto di capelli.
- è per una buona causa- continuava a ripetere con voce,
appena rotta dal
pianto, la ragazza “tosata” la cui capigliatura
risultava decisamente più
mascolina. Ma la trasformazione non era ancora finita semmai era appena
cominciata. Se un osservatore esterno visionasse gli oggetti che
solitamente,
ci si aspetta di trovare, in una stanza appartenente ad una ragazza,
non gli
sfuggiva di certo la presenza anomala di: una divisa maschile, di un
tesserino
con un nome falso e la foto che ritraeva la figura di un ragazzo biondo
sorridente con capelli estremamente a punta e uno sguardo spensierato
azzurro
cielo.
Proprio quella foto ora veniva fissata da due occhi sinceri e dal
colore verde
chiaro indefinito, seppur la dolcezza veniva spazzata via da un
sentimento più
forte e quasi virile, non appartenente alla proprietaria di quello
sguardo così
determinato.
- devo farcela, glielo devo; dopotutto è grazie a LUI se
sono ancora QUI- un
pugno veniva stretto con grande forza a sottolineare a fatti quanta
determinazione, nonostante i rischi di venire scoperta, animavano
questa
ragazza che armata di coraggio nel lasciare la casa natia per andare
incontro alla
propria missione di soccorso di un perfetto sconosciuto, seppur sua fan
accanita!
Ebbene si, la persona che andava per soccorrere era un noto componente
della
band D.E.M.O.N, molto nota in Giappone, anche se la nostra eroina
è dell’oltre
oceano (USA per la precisione), il cui cuore palpitava però
per un altro
componente della band: un morettino dall’aria scontrosa e
anche molto
misteriosa.
Seppur le guance ora divenivano rosse, quasi con gli occhi a cuore e
bavetta
alla bocca, per la angelica visione del proprio idolo dal nome: Sasuke
Uchiha,
la propria attenzione veniva catturata dal bussare quieto e discreto
della
porta. Poco dopo, nemmeno il tempo di dire avanti, faceva capolino un
testone
moro e due folte sopracciglia appartenenti ad un ragazzo alto e non di
certo
dotato di una bellezza fisica, ma risplendeva dei più teneri
sentimenti di
apprensione per la neo sorellina minore acquisita.
Si faceva quindi largo, cauto, attento a non calpestare le mille cose
sparpagliate e aperte della sorella minore con garbo a testimonianza di
quanto
sia fortunata questa ragazza che lo fissava con aria un po’
scocciata, tipica
delle sorelle che non amano i fratelli impiccioni quanto premurosi,
forse un
po’ ansiosi:
- Sakura…hai detto a nostro padre che stai andando
via…ma non da me, insomma
perché hai deciso di mentire anche a me, cioè
nella realtà come ti chiamerai
non ho ancora capito?- chiederebbe il ragazzone moro dalla capigliatura
mal
tosata e a spazzola, osservando prima la ragazza dalla rosa
capigliatura e poi con
orrore nello specchio, assumendo quasi un’aria melodrammatica
che di certo al
suo viso non si adegua.
- o mio dio, ma che hanno combinato?! La mia bellissima capigliatura
alla Paul
Mc Cartney, sono rovinato…e a chi lo dice a
papà!- alcune lacrime presero
scorrere misteriosamente a fiume, come se un rubinetto fosse stato
appena
aperto mentre una ragazza dall’aria appena scontrosa fissava
il fratellastro
maggiore con aria del tutto giustificata di possedere una immaginaria
gocciolona dietro alla testa.
- Rock Lee…ci sei?- tentava di recuperare
l’attenzione del fratellone ma con
scarso successo dato che era più impegnato a piangere sulla
“bellezza” perduta,
ammesso che ne avesse mai posseduta qualcuna. (che crudeltà
nd Rock Lee insomma
io son sincero nd scrittore).
- Insomma Rock Lee…vuoi che ti risponda o vado da Gai e dico
lui che suo figlio
si è dato alle rock band, perché con quel taglio
anche se a me sembra… normale-
accompagnato con tanto di movimento apostrofato delle dita indice mano
di ambo
le mani – per tuo padre lo sai che ne farebbe una tragedia
quindi cagami quando
mi fai una domanda, non ti perdere in fantasie.
- scusa. Non lo farò più promesso, ma non dirlo a
papà … e poi scusa è anche
tuo padre ora. Io tacerò sul fatto che tu hai tagliato i
capelli e ti camuffi
da ragazzo, ma almeno a me puoi dirmelo…sisi okei ti do
retta, promesso. E dai
smettila di fissarmi a quel modo! Mi fai paura, sembri un
cerbero…non mi
picchiare!?-
ma il povero ragazzo ricevette comunque un poderoso colpo alla testa,
per precisione
un cazzotto, da cui emergeva un bernoccolo fumante
“espresso”.
- Ecco…ben ti sta!- la ragazza dai capelli rosa fissava male
la povera reale
vittima della vicenda.
-Dov’ero rimasta? Ah si, al fatto che insomma, io devo andare
in
Giappone…tornare a casa da mio padre che sa già
tutto e non posso dirti di più.
Si ho capito Gai ora è anche mio padre, ma ricorda che alla
fine siamo fratelli
acquisiti Lee e che il mio cognome rimane Haruno. Non sto mentendo, il
nome è
quello di battesimo ovvero: Mizuki Haruno che è
più maschile sicuramente di
Sakura. No?-
nel mentre la ragazza parlava, sistemava le ultime cose in valigia
disponendo
la cosa più preziosa, la lettera, nelle mani del fratellone
in preda a
convulsioni di sentimentalismo inappropriato, ma cosa ci si
può fare se per
fratello si ha una cara persona buona e comprensiva ma anche
decisamente troppo
emotiva?
- Rock Lee se piangi ti do un altro cazzotto e sta volta non posso
garantire
che sia al di sopra della cintola intesi?- con una occhiata da cerbero
la
“rosina” della situazione convinceva il mr
sopracciglia a rimanere il più
impassibile di quanto fosse capace.
Un abbraccio, consegna della lettera e via al taxi con in mano solo
poche cose:
uno zaino,un trolley d viaggio e una borsa contenente un computer
portatile.
Indosso la divisa maschile e una foto che ritraeva tre ragazzi allegri
che si
davano di gomito scattata ad un meeting di dieci anni prima: albori di
amicizie
mai consolidate e di successi di una giovane band ora agli apici del
successo.
Con voce distratta Sakura disse al conducente:
- Prego mi porti all’aeroporto…- e il taxi partiva
con suono rombante del
motore lasciandosi indietro, due uomini dalle sopracciglia folte in
preda ad
una crisi di pianto intenti a salutare la figlia e sorella,
rispettivamente, in
partenza poiché Gai aveva letto la commovente lettera
contente la reale
motivazione di quel gesto così avventato e quasi privo di
significato.
Ecco alcuni accenni:
“Caro
papà,
lo so è la prima volta che ti ci chiamo,
volevo dirti di consolare la mamma perché per un
po’ non ci vedremo. Rock Lee
so che è forte, ma la mamma no e le dirai che sono andata a
trovare papà che è
rimasto in Giappone. Da quando son separati la vedo più
felice con te, ma
preferisco che lei pensi che io sia voluta tornare da mio padre
biologico, lo
so che tu sei più padre te di quello che ho dalla nascita J, piuttosto che
sapermi in balia in una
boy band maschile. Sappi che tua figlia è stata ammessa ad
una accademia di
giovani talenti, ha vinto le selezioni nazionali ed è stata
notata come
possibile candidato di futuro membro appunto di una boy band. Non
temere non mi
farò corrompere dai loro modi, solo che devo fingere una
diversa identità..non
posso dirti altro, Rock Lee non torturarlo non ti dirà una
sola parola. Sappi
che lo sto facendo per debito di coscienza. Non sono una ingrata e mi
ricordo
delle persone che mi hanno fatto male quanto del bene. Ecco ricordi
quella
volta che fui aggredita da una serie di balordi, pare che il ragazzo
che mi
salvò a causa mia, diciamo pure per colpa mia, ora sta
attraversando un brutto
periodo e son decisa a voler far tornare a suonare assieme alla sua boy
band
perché glielo devo. Se non fosse per lui, la tua adorata
Sakura, non ci sarebbe
… quindi devo proprio. Il nome di questo ragazzo
è Naruto Uzumaki, sappi che
sto andando a trovarlo per rimettere le cose a posto. Non so quanto
starò via,
ma augurami in bocca al lupo!
Ti e Vi voglio
bene, abbraccia la mamma da parte mia.
Sakura”
Così
l’avventura di Sakura Haruno aveva inizio sotto
buoni auspici.
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Capitolo 2 *** Svolgimento degli eventi ***
pr2
Angolo dello scrittore: altro
capitolo, altro accenno alla
misteriosa avventura dell’eroina di questo racconto, che
spero che con
l’addentrarsi della trama, vi possa appassionare e
perché no? Piacere.
Ribadendo e accennando che i nostri beniamini tratti dal manga Naruto,
vivono esperienze
di un mondo parallelo rispetto a quello citato dall’omonimo
manga, alcuni
character tipici di alcuni personaggi potrebbero risultare un
po’ “anomali”
rispetto agli standard. Di questo mi scuso ma era per adattarli al
contesto non
solo della storia ma anche per renderli più credibili come
personaggi tratti in
una “realtà” di mondo quotidiano ai
giorni nostri.Come sempre vi auguro una
buona lettura!
Pretty Princess
Svolgimento
degli eventi
Una figura
tormentata continuava
ad aggirarsi per le sale della registrazione. Ora che era stata
scoperta,
niente di tutto quello che aveva imparato ad amare come professione di
promettente cantante sarebbe valso nulla poiché rischiava
solamente di perdere
tutto per un banale malinteso. Che dire poi della complicazione
sentimentale
che si andava a creare in una sorta di triangolo amoroso, il cui
vertice era
proprio lei? L’infiltrata anonima in un mondo maschile di
rockettari. Il
pensiero volava a Gai, il padre acquisito, che avrebbe detto ora che la
propria
figlia acquisita si stava schierando dalla parte di coloro che lui
pregiudicatamente considerava folli? Forse si, non aveva tutti i torti
Gai a
considerarli tali. In un certo senso tutti i rocker erano un
po’ fumati al
naturale, ma doveva ammettere a sé stessa che per la prima
volta aveva
incontrato degli amici sinceri e mancandogli la figura di persone reali
con
sani principi, si era aggrappata tanto da farsi subito scoprire da quel
insospettabile sfinge di Sabaku no Gaara, il cui amore era palesemente
appiccicaticcio al cantante della piccola boy band: Uzumaki Naruto.
Guarda
caso, sfortuna volesse che lui fosse proprio il ragazzo che voleva
motivare a
far tornare a cantare amando particolarmente la voce e il sound
dell’intera
band. Ma l’amore che pensava, da ingenua fan, di protrarre
all’infinito per
l’incommensurabile Sasuke Uchiha:
figo
anche nella vita quotidiana, non contrastava di certo il senso di colpa
di
riscoprirsi innamorata di un altro. Aiutata da un insolito virile
Uchiha e
alquanto più passionale di quanto mostrasse in pubblico, per
via della
notorietà: ora si apprestava a soppesare i pro e i contro
dei due ragazzi
contesi. Anche se il biondino non aveva la minima idea se lui
ricambiasse quei
sentimenti che temeva venissero scoperti da un momento
all’altro. Con aria
melanconica poggiava la testa sul piano liscio e trasparente della
finestra
della sala prove. Un brivido di freddo e due occhi neri le trapassavano
da
parte a parte la testa, ben sapendo che fossero accompagnati da altri
due paia
d’occhi azzurri ma di gradazione e intensità
differente appartenenti
rispettivamente ad un rossino scettico e ad un biondino incredulo.
Avvertiva di
quest’ultimo un’aria quasi ferita e scossa, se solo
avesse avuto la cortezza di
essere più sincera ora non stavano in questa situazione
così imbarazzante.
Eppure nemmeno quando era in mezzo ai guai, poteva pensare di divenire
un
membro definitivo in una band di soli maschi, causando loro
innumerevoli
sofferenze ma anche gioie che nessuno dei tre pensava minimamente di
provare
nella loro caotica vita di rock star in erba lanciate da poco nel mondo
dei
VIP.
La mente della ragazza rimase appesa a quei giorni in cui lei stessa
non era
che una sciocca ragazzina piena di arroganza, pensando di fare la
differenza
nella vita di uno sconosciuto la cui cosa nota era solo il nome e la
riconoscenza di averla salvata da una morte quasi certa. Già
bei giorni quelli,
ma così lontani che a stento non poteva osare pensare che
fosse già trascorso
un anno da allora, un anno esatto. Un anniversario denso di significati.
Era trascorso esattamente un anno
dall’arrivo in Giappone
presso la Todai Studios, un istituto per giovani talenti rigorosamente
maschili
per boy band di successo. Dopo essersi camuffata per le selezioni
nazionali
statunitensi, ora doveva anche passare il
blocco dei controlli delle visite mediche obbligatorie per
ammettere del
tutto i giovani talenti nell’accademia. Ma anche a questo
aveva pensato bene ad
uno stratagemma per uscirne illesa e del tutto insospettata
poiché non era nel
proprio intento, farsi scoprire si dal primo giorno di essere
ciò che non era:
un uomo. Ma bensì di essere una ragazza infiltrata sotto
false vesti.
Camminando a testa alta con in mano un certificato medico del fratello,
seppur
ben contraffatto e sostituendo i dati anagrafici quanto personali
riguardo a
peso/altezza propri fisici, era un effettivo certificato medico a tutti
gli
effetti. Anche se
si sapeva benissimo
che fosse una contraffazione.
Il cuore però le batteva forte nel petto e con indosso
indumenti maschili,
tentava in tutti i modi di sminuire la femminilità del
proprio fisico, che ,
sol nel camminare aveva un che di sospetto troppo movimento di fianchi
e poco
di spalle. Quindi camminando a gambe più dritte e impettita
più che altro a
spalle belle dritte, volto dritto dinnanzi a sé, mascherava
la propria
femminilità. Seppur sta volta non indossasse nemmeno una
parrucca nera, ma i
propri veri capelli rosa tagliati semi caschetto ma tenuti fermi con un
codino
basso che metteva in terribile evidenza la propria fronte ampia e alta,
spaziosa. Ma si sa che qualche difetto pur deve metterlo in mostra in
quanto
ragazzo poco curante dei particolari. Indossando un paio di jeans
larghi a vita
bassa, coprendo i fianchi con una maglia nera larga e un jilet nero ai
piedi
delle all stars consunte. Appariva come un ragazzino mal vestito
americano
medio che era appena tornato in patria. Cambiatasi di abito a casa del
padre
giapponese, il vero padre biologico, si rese conto che indossando la
divisa
scolastica aveva buona probabilità di essere scoperta. Nel
tragitto tra la
scuola e la infermeria andava a sbattere contro un ragazzo
dall’aria trasognata
e dagli incredibili occhi color onice, il cui sguardo divenne duro come
pietra
poiché la ragazza che cozzò contro di lui, si
alzava malamente infuriata
additandolo:
- ehi tu, razza di idiota guarda dove metti i piedi..sarò
anche un nano ma
esisto!- seppur infuriata Sakura si era calata perfettamente nella
propria
contro parte mascolina, dimostrando di essere piuttosto pungente.
- ehi tu chi e cosa? Ma chi sei? Ma sai con chi stai parlando ragazzino
dai
capelli rosa? Oddio un Homo in presenza di un etero…siamo
messi bene…- un
Uchiha davvero adirato sfoggiava lo sfottò epico dinnanzi ad
altri due
componenti rimasti spettatori silenziosi del disastro appena avvenuto.
- ma chi sei tu, potresti essere anche un Sasuke Uchiha, ma mi sei
venuto
addosso…quindi come vedi io ho di meglio da fare cocco! E se
vuoi sapere chi
sono…- addita senza però rendersi conto del
madornale errore appena commesso –
Mizuki Haruno la prossima promessa e stella nascente dei D.E.M.O.N. !
Comunque
addio babbeo io vado a farmi largo tra la marmaglia insignificante come
te!-
cosa avrebbe dato per sapere che quello che stava insultando fosse il
proprio Uchiha
dei sogni proibiti, ma camuffata la voce e l’aspetto
più ordinario quanto
sciatto rispetto all’immagina pubblica, Sakura diede
spettacolo lasciando due
ragazzi a terra a ridersela per l’espressione e aura di
autentico omicidio
aleggiante attorno alla figura del moretto impietrito da tanta audacia
e
sfrontatezza mostratagli senza un minimo di remore.
I due ridaroli si sapeva avevano finito di ridere preso
poiché fulminati dallo
sguardo omicida del moretto.
La ragazza, ignara completamente di ciò che aveva innescato
come reazione a
catena, si dirigeva con cuore contrito verso l’infermeria
dato che aveva di
“meglio da fare” che imbrogliare un povero medico
in erba.
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La visita medica nemmeno avvenne,
poiché la ragazza con la
propria parlantina in ambito medico, grazie alla vocazione materna per
tale
materia, da convincere senza alcun sussiego il medico pur di non udire
più la
sua voce stridula e saccente nella testa per il resto della giornata:
perché era
chiaro come il sole, che qualunque cosa stesse nascondendo o per
carattere il
medico stava morendo di trombo al timpano già perforato da
svariati minuti e con
un “ sisi va bene…d’accordo va per
carità…vai dai tuoi amici e studia sodo! Il
prossimooo!!!” con tono esasperato. Con propria grande
entusiasmo, si dirigeva
verso il campus nonché dormitorio per poggiare e cambiarsi
d’abito ma si sentiva
da un po’ osservata. Difatti non si stava minimamente
sbagliando. Un paio di
occhi azzurro cielo estivo da quando era uscita
dall’infermeria la stavano
seguendo con sguardo molto divertito e pieno di ironia. Infatti quando lei si girava di scatto
ecco che quegli occhi
divennero sgranati ed ecco come due estranei si incontrarono la prima
volta:
verde chiaro e sguardo sincero con azzurro cielo estivo intenso
ridente, in una
miscela esplosiva che aveva già fatto effetto sulla ragazza
dai capelli rosa
che aveva per prima distolto lo sguardo da quelli appartenenti ad un
ragazzo
biondo sempre allegro ma segnato da sottili cicatrici lungo le gote
imberbi.
- scusa… non volevo spaventarti Haruno vero? – il
biondino era il primo a
rompere quello strano silenzio imbarazzante caduto fra di loro
sorridendo e
inclinando il capo da un lato mostrandole così quanto fosse
innocuo e
amichevole, seppur la ragazza tentasse di omettere il tono di voce
sottile:
- etoo…tranquillo non mi hai spaventa..to. Cioè,
si un po’ non pensavo di
essere seguit..o e quindi come dire. Da quanto lo stai facendo?
– occhi strizzati
dalla vergogna perché già consapevole sottopelle,
di avere già fatto una figura
molto brutta poiché temeva che la stesse seguendo dopo la
performance di
stordimento al povero medico di turno in infermeria.
- mh, devo essere sincero? Okei, lo sarò. Ammetto che ti
stavo seguendo da
quando hai fatto quella filippica interminabile con il povero Saotome,
quel
medico è un santo non so come abbia fatto a trattenersi a
non sbatterti fuori
prima… - piccolo risolino, poi rendendosi conto che forse
era stato troppo
sfacciato ponendo le mani a mo di resa dinnanzi al petto –
bhe senza offesa ma
è stata una cosa davvero ridicola…e forte si. Hai
per caso qualcuno della tua
famiglia invischiato nel campo medico? – curioso come una
scimmia attendeva la
risposta da quel ragazzo così divertente e dalla
capigliatura stramba
addirittura : rosa.
Adorava di certo la originalità e poi già
l’aveva preso in simpatia da quando
aveva fatto infuriare quella sfinge del Teme per cui era già
inconsapevolmente
entrato nelle proprie grazie di Dobe testa quadra come simpatia. Ma la
ragazza
ignara di ciò che passasse nella testa del biondino che
continuava a sondare
ogni proprio piccolo singulto emotivo, stava vivendo un inferno
interiore: poiché
amante della propria immagine di ragazza e persona equilibrata
ma già temeva di essere
compromessa con quella sfuriata con quel maleducato con cui si era
scontrata
qualche ora prima. Dopo quel colpo basso subito dal biondino, che per
il
stupore di ritrovarselo davanti quasi stava per tradire il proprio
segreto di
infiltrata, la stava mettendo alle strette senza saperlo. In cuor
proprio in
quel determinato istante lo stava odiando con manie omicide.
- etoo… si mia madre è un medico. Però
mio padre è un
insegnante di arti maraziali piuttosto
convinto si fa chiamare semplicemente Gai e mio fratello si chiama Rock
Lee. –
Non aveva modo di aggiungere altro perché
l’espressione dipinta sul volto del
ragazzino divenuto da abbronzato a bianco cencio la spaventava a morte
difatti:
- ehi…ma stai bene? Che è successo?
Oddio…hai un malore?? Che devo
fare…aiutooo…aiuta-t…-
ma veniva interrotta da una mano che si aggrappava alla maglia di lei e
la
fissava con occhi del tutto diversi pieni di luce ed emozione: quasi
delle
stelline stessero risplendendo tutte assieme a fare da faro.
- tu…sei figlio di Gai e hai come fratello Rock Lee..che
dopo il padre è il
secondo lottatore professionista di karatè!? Ma è
magnificooo…sugoiiii! Voglio
che mi adottiate…ecco non è possibile di sicuro,
poi sarebbe strano.. già. –
dapprima saltellando sul posto esultante, poi ponendo una mano sotto al
mento
con fare riflessivo dava di sé una pessima reputazione alla
povera ragazza,
rimasta del tutto di sale e impietrita, che era del tutto fuori di
sé e le
prudevano le mani perché aveva una gran voglia di
strozzarlo. “sono una stupida
mi son preoccupata per un Bakasaru del genere…”
più arrabbiata con sé stessa
che con quell’odioso biondino che continuava a sorridere
sempre molto
cordialmente al neo amico dandole una pacca ben piazzata sulla schiena.
La ragazza
pensava di aver smesso di respirare. Ripiegata in avanti, sulle
ginocchia, non
dava segni di ripresa sino a che si mise a tossire forte.
- oddio…mi dispiace non volevo..stai bene?- con voce ansante
il biondino si
accucciava accanto a Sakura cercando di capire se stesse bene.
- secondo…te…sto bene dopo…QUEL COLPO
A TRADIMENTO! IDIOTA!- e detto ciò un
cazzottone partì colpendo/cozzando sul capo duro ma
veramente duro del ragazzo
biondo che portava le mani al capo dolente:
- AHIA! Manesco…manesco!! Ed io che ti volevo come
amico…ahiaaaa!- si metteva a
strillare e saltellare dal dolore sul sedere poiché per
l’urto non si reggeva
più sulle gambe destando però nella ragazza un
cambiamento totale di
sentimento. Ilarità improvvisa si impossessava del suo corpo
senza alcunché di
controllo, né tanto meno ragione razionale spiegabile per il
fenomeno che stava
accadendo.
Ma nonostante le incomprensioni, la faccia di Naruto che era un
programma: fu
la cosa che ruppe il ghiaccio fra loro due e così dopo
essersi alzati e
presentati, fu la prima volta che avvenne l’incontro tra i
tre in modo del
tutto bizzarro e casuale.
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