Άριστοι

di Satomi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Esecuzione mancata ***
Capitolo 2: *** Toccata, rapina e fuga ***



Capitolo 1
*** Esecuzione mancata ***


 

Esecuzione mancata

 

Fandom: Ciclo dei Corsari delle Bermude > La crociera della Tuonante

Contesto: tra il quinto e il sesto capitolo

 

La corda gli circonda il collo con un movimento lento, costante; vorrebbe strapparla via ma a frenarlo è la sensazione di molle e viscido sulla pelle. Deglutisce, la lingua raschia sul palato secco e le mani scorrono giù, tremanti, alla ricerca di una conferma che mai vorrebbero avere.
Bitte…1
Non è ruvida canapa quella che sente al tatto. Bagnato. Le dita avanzano ancora e si soffermano sullo stomaco, già umido di sangue e umori, prima di afferrare il tubo tiepido e scivoloso dell’intestino. Lo stesso che sta tentando di soffocarlo.
Stringe, un serpente ributtante che fa parte di lui. È il suo stesso corpo a volerlo morto, a pretendere ciò cui un cuore compassionevole l’ha sottratto. E continua feroce, la pressione che risale il volto e comprime i bulbi oculari, mentre quel frullio alato che sa di tenebre e morte torna a farsi vivo nelle orecchie. Mille bocche ripetono il suo nome e altrettanti artigli gli feriscono il volto gonfio d’aria mancante.
Ma lui ha ancora la forza di urlare.
“HILFE!”2
“Hulbrik!”
Basta quel richiamo diverso da tutti gli altri a spalancargli occhi e senno sulla realtà; la bocca, aperta anch’ essa, rigetta bile ai piedi del suo soccorritore. Ansima, gli spettri tentacolari dell’incubo che si dileguano dinanzi al timbro tonante di Testa di Pietra.
“Ohe, compare pirra pirra, ancora quei sognacci?” domanda il vecchio mastro mentre con la mano rugosa gli ripulisce il volto.
Ja… patre…”
Accetta il boccale che un’altra mano – Piccolo Flocco? – gli porge e manda giù lasciando che l’alcol gli sfrigoli sulle tempie. Basta quello, assieme al calore di voci e visi amici, a disperdere le piccole bestie alate una volta per tutte.
Sotto di lui, il mare frulla. Ma non riceverà il suo corpo di appiccato, né questa notte né quelle a venire.
Non ha più bisogno di temerlo.

 [310 parole]

  

1. Per favore.

2. Aiuto! 


Note dell'autrice: già tempo fa avevo iniziato a pubblicare questa raccolta, per poi cancellarla perché mi sembrava l'ennesimo lavoro buttato lì tanto per. Ora, un po' per ravvivare il fandom morto da un pezzo, un po' perché ci tengo ho deciso di riprendere tutto in mano e continuare, coi tempi che esami e impegni vari mi permettono.
Cliccare sul  banner qui sotto per leggere l'approfondimento su questo mio primo άριστος.

 

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Capitolo 2
*** Toccata, rapina e fuga ***


   Toccata, rapina e fuga

 

Fandom: Ciclo del Far West

Contesto: prima di “Alle frontiere del Far West”

 

Diecimila dollari. Un bottino di tutto rispetto, ma non tanto da giustificare i cavalli imbizzarriti e lo spreco di munizioni che gli rombano attorno.
“L’avete finita?” Non alza neanche la voce eppure lo sentono - e ammutoliscono - tutti; i vantaggi di avere due mani grosse come mazze da fucina e una pistola ancora carica nella fondina.
“E tu perché non ci dai una mano?” Jay, una bocca larga quanto il deretano che gli sborda dalla sella; ha un solo sacco in mano eppure suda come un porco.
“Bado che questo giovanotto non guasti i nostri affari.” Sorride all’indirizzo del telegrafista che gli trema di fianco, le mani alzate e una macchia sul davanti dei pantaloni. Tim Tim, a poca distanza, si strizza il cappello come uno di quei panni che i suoi compari lavano a Weaverville per guadagnarsi una manciata di pence; gli occhi, già stretti di loro, gli affondano tra le rughe. Dev’essersi pentito della soffiata.
“Muoviti, Sandy!” lo richiama Bud. “Qui abbiamo finito!”
“E la mia parte?”
“Per chi mi hai preso?”
“…un galantuomo, ovviamente.” Per quanto possa esserlo uno svaligiatore di treni.
Lancia il cavallo al galoppo, muscoli che si tendono sotto le gambe; sorpassa il macchinista e il capostazione legati a un palo, le carrozze nere - vuote - del portavalori. Un settimo delle paghe degli irlandesi finita dritta nelle sue tasche, chissà che direbbe sua madre. No, meglio non pensarci.
“E Tim Tim?”
“Che vuoi che mi importi di un muso giallo?” Feccia e ladri, come quel John John che a San Francisco s’era arricchito scuotendo la polvere d’oro dai vestiti dei minatori. Da lavandaio a signore, un bel colpo di fortuna. O di furbizia.
“Allora lo piglio io.”
“Fa’ come vuoi, Sandy, ma niente rogne.”
Torna indietro e afferra al volo il cinese minuscolo a suo confronto, ma il mustano sotto entrambi sbuffa comunque per via del nuovo peso.
“Signole...”
“So dove trovarti qualora mi tornassi di nuovo utile… vero?” Tim Tim mugola dietro di lui: scommetterebbe la sua parte di bottino che s’è appena rimangiato un grazie.
Sandy Hook sogghigna. “Gli affari sono affari.” 

[330 parole]

  

Note dell'autrice: la presenza di cinesi in America nel XIX secolo è storicamente attendibile, come il mestiere di lavandai che alcuni di loro esercitavano. Particolare storico anche la figura di John John - "vezzo" americano quello di fornire un nomignolo raddoppiato a personaggi di questa nazionalità. Ne ho preso ispirazione anch'io per la figura di Tim Tim, mio OC come tutti i personaggi che compaiono qui, escluso ovviamente il protagonista.
Per le mie considerazioni su Sandy Hook vi rimando di nuovo alla mia pagina LiveJournal.

Ringrazio inoltre ChandrajakCrow F SHUN DI ANDROMEDA per aver recensito la prima flash. Tre recensioni nel giro di un giorno, un evento più unico che raro per me -w- Che dire... grazie del supporto, e spero che questa e le successive flash non vi deludano.

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