Pasticci, orfani e rasoi

di NellieLestrangeLovett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Vi è mai capitato di dovervi trasferire in un paese lontano, magari dall’altra parte dell’oceano, solo nella speranza di poter scampare ad un pessimo attore che cerca continuamente di impadronirsi del vostro patrimonio grazie ad una serie di malvagi piani che comprendono sempre un diverso travestimento, e che voi siete riusciti a fermare solo grazie alle vostre abilità di inventori, lettori o… beh, morditori? 
A me fortunatamente non è mai capitato, e spero nemmeno a voi, ma è con enorme rammarico che c’è effettivamente qualcuno a cui tutte queste cose sono accadute. I loro nomi forse ormai li conoscete bene, ma è sempre meglio rinfrescarsi (che in questo contesto non ha niente a che fare con l’acqua) la memoria: stiamo ovviamente parlando dei Baudelaire. Violet Baudelaire, la maggiore, era la più ingegnosa inventrice di quattordici anni del mondo e chi la conosceva sufficientemente bene sapeva che quando si legava i suoi lunghi capelli con un nastro che teneva sempre con sé, significava che stava pensando intensamente. Klaus Baudelaire, il secondo fratello, era l’unico maschio ed un grande lettore, divorava qualsiasi libro che gli capitasse fra le mani. Sunny Baudelaire era appena un bebè, ma molto sveglia e con coraggio da vendere, e soprattutto quattro piccoli dentini affilatissimi con i quali avrebbe potuto mordere qualunque cosa. In quel momento i tre Baudelaire si trovavano al porto di Londra, dove si erano trasferiti per evitare di finire di nuovo nelle grinfie del malvagio Conte Olaf, che aveva tentato e ritentato di arraffare il loro enorme patrimonio, lasciato in eredità dai genitori di Violet, Klaus e Sunny, periti in un incendio misterioso qualche tempo prima. Così i bambini erano dovuti passare fra diversi tutori, ma nessuno era stato in grado di tenere lontano il Conte Olaf e la sua caviglia tatuata dagli orfani. Il signor Poe, il banchiere che avrebbe dovuto occuparsi della sistemazione dei Baudelaire e che purtroppo non faceva molto bene il suo lavoro, aveva annunciato ai tre che sarebbero andati a vivere in Inghilterra dalla loro tutrice, sperando che Olaf non riuscisse mai a trovarli. Poi Poe li aveva fatti imbarcare su una nave, raccomandandosi come sempre di non comportarsi male e di tenere alto il nome della sua banca, e aveva spiegato che  avrebbero trovato la nuova tutrice al numero 186 di Fleet Street, a Londra. 
E ora i bambini stavano appunto attraversando le vie fetide, che qui significa “puzzolenti a causa delle fogne che si trovavano appena sotto la strada” e sporche, Violet che teneva in braccio Sunny, che altrimenti avrebbe dovuto gattonare in quel sudiciume. 
“Ifago?” chiese Sunny, che ancora non sapeva parlare e si esprimeva con  una serie di versetti sconnessi come ogni bebè, anche se probabilmente intendeva: “Non penseranno davvero di farci vivere in un posto del genere?”. 
“Avanti Sunny, probabilmente Fleet Street sarà un po’ meglio” rispose Violet nervosamente, cercando di guardare il lato positivo delle cose nonostante tutta la serie di sfortunati eventi che lei e i suoi fratelli avevano dovuto affrontare. 
“Ho letto parecchi libri su Londra” si intromise distrattamente Klaus “Ed è una città molto antica ed interessante. Forse potremo convincere la nostra nuova tutrice a portarci a vedere la cattedrale di St. Paul, o oppure l’abbazia di Westminster, e Buckingham Palace, oppure c’è anche Hyde Park che è…”
“Sì Klaus, è molto interessante quello che stai dicendo, ma siamo arrivati” lo interruppe Violet fermandosi davanti ad un vecchio edificio con una grande insegna che recitava: ‘EMPORIO DI PASTICCI DI CARNE DI MRS. LOVETT’ a grandi lettere maiuscole.
“Posrta” disse piano Sunny, che voleva dire “Non ci avevano detto che la nostra nuova tutrice aveva un emporio”.
“Già” convenne Klaus, che aveva spostato lo sguardo sulla rampa di scale esterne all’emporio che portavano a quella che sembrava un’altra casa con un’enorme finestra che dava sulla strada, proprio di fronte a loro. 
“Forse dovremmo entrare” disse Violet con un filo di voce e gli altri due annuirono. Klaus aprì la porta. 
dietro ad uno sporco bancone di legno c’era una donna intenta a tagliare con un affilatissimo coltello un pezzo di quella che sembrava carne. Aveva i capelli castani raccolti, anche se qualche ciuffo ribelle le scivolava sul viso pallido e sugli occhi circondati da scure occhiaie. 
“Yura!” esclamò Sunny terrorizzata, volendo dire: “Un fantasma!” anche se sia io che voi sappiamo bene che quella donna non era un fantasma, perché i fantasmi non esistono e se esistono si trovano solo nei vecchi castelli in Transilvania. 
La donna alzò di scatto la testa sentendo il grido di Sunny. “Voi dovete essere i Baudelaire” disse allegramente, rimettendo il coltellaccio che aveva in mano al suo posto, ossia in un cassetto, e andò incontro ai bambini, pulendosi le mani sporche di farina sul vestito scuro. 
“Sì” rispose Violet cercando di sorridere “Io sono Violet, e questi sono mio fratello Klaus e mia sorella Sunny”. 
“Lo so, mia cara” disse dolcemente la donna “E il mio nome è Nellie Lovett. Ma voi potete chiamarmi Nellie, o zia Nell se preferite e sono la vostra nuova tutrice. Ora seguitemi”. 
La signora Lovett li condusse in un piccolo salotto con un’orrenda carta da parati e li fece sedere su un vecchio divano. “Aspettatemi qui, torno subito”. 
I Baudelaire, schiacciati su quel divano troppo piccolo, si guardarono intorno. In fondo la loro nuova casa non era poi così male. Forse per una volta avrebbero avuto una vita felice, lì. Forse Nellie sarebbe stata una tutrice fantastica. Forse li avrebbe davvero portati a vedere tutti quei bei posti di Londra che Klaus aveva elencato prima. Forse sarebbero stati felici. Forse Olaf non li avrebbe mai trovati. Forse, o forse no.

E' ufficiale, sono una pazza masochista! Ho già tre long in corso e mi viene il pallino di iniziarne un'altra... lasciamo perdere la mia carente intelligenza. Era da un po' che volevo fare un crossover su "Una serie di sfortunati eventi" e "Sweeney Todd" e beh, l'ho iniziato. Ho cercato di accostarmi un po' di più allo stile di Lemony Snicket (poi ditemi voi se ci sono riuscita...) e ho messo negli avvertimenti AU perchè Violet, Klaus e Sunny vivono in un'epoca un po' più recente rispetto a quella di Sweeney Todd... vabbè, ecco qui il primo capitolo, spero che piaccia ;) 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

“Eccomi qui” disse la signora Lovett tornando in salotto, dove i bambini erano ancora seduti a guardarsi intorno disorientati. “Pensavo che una buona tazza di tè fosse l’ideale dopo il lungo viaggio che avete fatto”.
“Grazie” rispose Violet anche a nome dei suoi fratelli. 
“Non ringraziarmi, cara. Sono io che devo ringraziare voi”. I tre la guardarono senza capire. “Vedete io sono vedova, che significa che mio marito…” 
“Sappiamo cosa significa ‘vedova’” la interruppe Klaus. Ovviamente sapete tutti che non è carino interrompere una persona quando parla, ma il secondo dei Baudelaire si infervorava (parola che qui vuol dire “innervosiva finendo per interrompere la signora Lovett e risultare così maleducato”) subito se gli adulti cercavano di spiegargli il significato di una parola che lui, da grande lettore, già conosceva. 
Nellie lo guardò per un attimo interdetta, ma riprese la sua spiegazione: “Io e mio marito non potevamo avere figli, ma adesso grazie a voi posso finalmente avere una famiglia”. 
Violet sorrise amaramente. Nessuno dei loro tutori, eccetto forse zio Monty, li aveva mai considerati parte della famiglia. Prese un sorso di tè dalla sua tazza, era buonissimo, non ne assaggiava più uno così buono (in effetti era da parecchio tempo che non mangiava qualcosa che le piacesse davvero, tra le zuppe di cetriolo freddo di zia Josephine, la gomma da masticare alla Segheria Ciocco Fortunato, il ripugnante cibo della mensa della Prufrock Prep e… beh potrei continuare all’infinito, ma non vorrei che foste presi da un improvviso attacco di vomito) da quando Casa Baudelaire era finita in cenere e fumo, con i loro genitori dentro. 
“Il signor Poe mi ha scritto” proseguì la signora Lovett diventando improvvisamente seria “Di quell’orribile conte… come si chiamava…?” 
“Olaf!” esclamò Sunny, il nome di quel losco individuo era, me ne rammarico, una delle poche parole sensate che la bambina aveva imparato. 
“Sì! Ecco!” disse la fornaia battendosi una mano sulla fronte, come si fa normalmente quando ci si ricorda- o ci viene ricordata, come in questo caso- una cosa all’improvviso “Olaf! Ecco, mi ha scritto di lui e non dovete assolutamente preoccuparvi, qui non vi troverà mai”. 
Rivolse ai Baudelaire un sorriso, anche se questi non si sentirono per niente rassicurati. Ovunque erano andati, ovunque si erano nascosti e avevano sperato, il Conte li aveva sempre scovati e con i suoi malvagi piani li aveva avuti sempre quasi in pugno. 
“Mi ha anche parlato dei vostri gusti, sapete”. Evidentemente Nellie era tornata a riferirsi al banchiere. “Mi ha scritto che tu, Violet, sei una grande inventrice e pensavo che potresti darmi una mano a riparare il tritacarne che si trova giù nella stanza del forno, si è rotto qualche settimana fa e non so più davvero come fare… Klaus, mi dispiace tanto di non avere tanti libri interessanti, ma sentiti libero di prenderne quanti ne vuoi e quando vuoi”.
Gli occhi del secondo dei fratelli erano già incollati alla piccola libreria in legno davanti ai suoi occhi. 
“E in quanto a te, Sunny, potrai mordere tutto ciò che vuoi, purché tu non rompa niente”. 
“Yeppiii!” esultò allegramente la bebè. 
“E voi due più grandi potrete anche darmi una mano all’emporio, potrei insegnarvi a preparare i pasticci di carne” 
“Jubra” parlò di nuovo la minore dei Baudelaire, che voleva dire ‘Posso aiutarti anch’io, zia Nell, ho anche fatto la segretaria per il Vicepreside Nero quando ero alla Prufrock Prep!’
Tuttavia la signora Lovett sembrò non capire e si rimise in piedi, appoggiando la sua tazza di tè sul tavolino di fronte a lei. “Vi mostro la vostra stanza, vi va? Mi dispiace che dobbiate dividerla in tre… ma sono riuscita a recuperare anche una culla per Sunny”. 
I tre ragazzi si alzarono a loro volta, per niente intenzionati a lamentarsi. Alla Segheria Ciocco Fortunato avevano dovuto dividere un letto a castello in tre, e a casa di Olaf addirittura un solo materasso ammuffito, avere un letto- o una culla- a testa sembrava quasi un lusso. 
Come primo giorno a Londra, con la loro nuova tutrice, in effetti le cose non sembravano andare affatto male. Ecco, se volete che ci sia un lieto fine a questa storia vi conviene smettere adesso di leggere perché mi duole molto dirlo ma le sfortune di Sunny, Violet e Klaus Baudelaire non erano ancora iniziate. 

Ed ecco qui il capitolo 2, scritto cercando sempre di accostarmi il più possibile allo stile di Lemony Snicket ;) Beh, fatemi sapere che cosa ne pensate allora! Ah giusto, nel caso qualcuno stesse seguendo la mia altra ff, "Public Affairs" voglio annunciare che stasera (o al più tardi domani) pubblicherò il capitolo 21! 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Vi è mai capitato di passare un periodo estremamente felice, e vi sembra che il tempo voli invece di scorrere normalmente? Ecco, le prime settimane che i Baudelaire passarono all’Emporio di Pasticci di carne di Mrs. Lovett furono molto felici, perché passarono in un lampo. Lavorare in negozio non era affatto pesante, anzi dopo l’esperienza alla Segheria sembrava quasi una vacanza, anche se purtroppo i clienti spesso e volentieri scarseggiavano.
Violet aveva aggiustato il tritacarne in un lampo, e si stava ingegnando a capire come funzionassero i meccanismi del pianoforte scordato- ossia che non suona molto bene- che si trovava in salotto. Ovviamente i suoi lunghi capelli erano legati da un nastrino, in modo che non le coprissero gli occhi.
Klaus aveva già letto metà della libreria della signora Lovett anche se con suo grande rammarico si trattava in gran parte di libri di ricette o poesie d’amore, ma non si lamentava di certo, dopo i libri di grammatica di zia Josephine poteva sopportare di tutto.
Sunny passava le giornate a mordicchiare tutto quello che le capitava fra le piccole manine grassottelle, ed il suo passatempo preferito era passare le giornate aggrappata con in suoi quattro dentini aguzzi ad uno dei bordi del bancone, guardando zia Nellie lavorare senza sosta.
Poi, un giorno, la porta dell’emporio si aprì di scatto facendo entrare un uomo…
Se credete che sia il Conte Olaf travestito ancora una volta, per una volta è un piacere scrivere che vi sbagliate.
Quell’uomo era alto, magro con indosso dei luridi vestiti scuri. I capelli neri spettinati erano attraversati su una ciocca bianca sul lato destro. Gli occhi magnetici erano circondati da pesanti borse scure.
I Baudelaire, che si trovavano da soli in negozio in quel momento, rimasero particolarmente turbati alla vista di quello che sembrava più un .
Violet sobbalzò alla vista di quell’individuo che aveva un’aria ben poco amichevole.
Klaus spalancò gli occhi terrorizzato davanti alla sua espressione cupa e minacciosa.
Sunny si lasciò sfuggire un urletto, convinta che, esattamente come aveva pensato di zia Nellie, quel tizio fosse uno spettro.
Tuttavia i tre fratelli provarono un enorme sollievo rendendosi conto che non si trattava di Olaf. Le sue sopracciglia erano scure e ben separate una dall’altra, come sono le sopracciglia di ogni persona normale. Gli occhi scuri non brillavano pericolosi come quelli del Conte, e anche se aveva la caviglia coperta da un paio di luridi pantaloni scuri, gli orfani erano abbastanza sicuri che non avrebbero trovato nessun tatuaggio a forma di occhio laggiù.
“Ragazzi, che cosa…?”. La signora Lovett aveva scelto quel momento per fare la sua entrata in scena, con l’ultima infornata calda di pasticci fra le mani, ma il vassoio le cadde di mano quando vide l’uomo sulla soglia. 


Dopo giorni passati senza scrivere una singola riga, finalmente ho ripreso in mano il computer e ho ricominciato! E non potevo che partire con un nuovo capitolo del mio caro crossover che spero di riuscire a continuare in fretta!! 

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