Ferite di Lu_Sama (/viewuser.php?uid=22507)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** io e la mia stupidità ***
Capitolo 2: *** Sei ***
Capitolo 3: *** risposte ***
Capitolo 4: *** The end ***
Capitolo 1 *** io e la mia stupidità ***
saiyu
Io sono una smidollata. Una
debole. E una codarda.
Mi guardo ancora una volta il
braccio sinistro, lo guardo da tutti i lati e da tutte le angolazioni e vedo
sempre la stessa cosa. Sangue. Ferite. Sangue. Il mio. L’ho fatto, ancora una
volta. Senza un motivo. Come sempre. A volte credo proprio di essere pazza e a
lungo andare me ne sto convincendo per davvero.
Questa volta è stato per lei.
L’ho vista dopo un paio di giorni di silenzio e come immaginavo sul suo braccio
spiccavano delle ferite. Me lo aspettavo, ultimamente riesco a capire quando sta
per farlo. Probabilmente perché al suo posto lo farei anch’io. Prima di
salutarci le ho alzato il manicotto a righe bianche e nere che portava come
sempre su un solo braccio e le ho viste. Tante ferite rosse sulla sua pelle
chiara. Me lo aspettavo. Ma è stato comunque uno shock. Lo è ogni volta che vedo
dei nuovi tagli su di lei. Se solo la gente sapesse che cosa facciamo…
Probabilmente saremmo più isolate di quello che già siamo.
Sono rientrata in casa e ho
afferrato il taglierino, mio fedele compagno, che non mi abbandona mai. E me lo
sono passata sul viso premendo, forse un po’ troppo. Poi ho guardato il mio
polso, appena guarito dalle precedenti ferite e senza pensarci due volte vi ho
affondato la lama. Come al solito mi è uscito molto sangue. Forse troppo. Ed un
motivo per il mio gesto non c’è. Forse per condividere la sua sofferenza. Forse
per i sensi di colpa. Forse per punizione. Sì, credo di essermi voluta punire
per non esserle stata accanto nel momento del bisogno. Ogni volta è così. Non ci
sono mai quando c’è bisogno di me. Non l’ho chiamata in questi giorni per darle
conforto. Non sono stata lì per lei come lei è sempre per me.
Sono una stupida. Una debole. Ed
una codarda.
Io, che appaio sempre forte,
sempre strafottente e perennemente superiore, in realtà non sono altro che una
mocciosa che non sa fare altro se non scappare. Perché è questo che faccio. Il
dolore è l’unica mia via di fuga. Quando c’è qualche problema, quando soffro, la
prima cosa che faccio, ancora prima di disperarmi, è impugnare il mio
taglierino. In caso di assenza una lama qualsiasi.
Invece di affrontare i problemi
scappo.
Che idiota.
Avevo deciso di smettere. Ma non
ce l’ho fatta. Forse perché in realtà non volevo smettere. So di sbagliare ma
continuo. Forse se io smettessi, lei la pianterebbe di farsi del male. Per me
non c’è dolore più forte di vederla soffrire. Forse dovrei smettere, almeno per
lei. Mi ascolterebbe? Capirebbe? Chi lo sa…
Non è mai tardi per cambiare in
fondo, e per rimediare agli errori. C’è sempre il tempo di crescere.
Smetterò?
No, non ora.
Perdonate questa ficci che non
era neanche nata come tale. È un modo come un altro per sfogarsi.
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Capitolo 2 *** Sei ***
Hai trovato un baco su EFP, per questa non vedi il testo della storia.
Segnala il problema cliccando qui. Si tratta di un form per violazioni del regolamento, ma copiate pure quanto scritto in grassetto nella casella. La storia con indirizzo 'stories/Lu/Lu_Sama/159246.txt' non e' visibile.
L'amministrazione provvedera' a fare il possibile per sistemare. Grazie in anticipo per la preziosa collaborazione.
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Capitolo 3 *** risposte ***
Premetto che questa
fanfiction non l'ho scritta io. Ciò che segue è stata la risposta alla mia
fanfiction, che mi ha scritto la mia migliore amica, la ragazza di cui
parlavo nel primo capitolo. Quando ho letto le sue parole mi sono commossa,
forse perchè solo io sono riuscita a leggere fra le righe. La ringrazio, per
tutto ciò che fa sempre per me. La ringrazio di esistere. Grazie Aku!
Grazie di tutto! Ti adoro! Colgo l'occasione per ringraziare anche Laura e per
farle i miei complimenti! Sei riuscita ad esprimere molte emozioni! Thank you
per avermi dedicato il capitolo!! ^__- Spero che anche altre persone vorranno
aggiungere chappy! Ed ora... buona lettura!
Lilith92
Ti ho guardata, dopo quasi due giorni in cui non ci
eravamo nemmeno sentite per telefono e ho provato una tale felicità che non puoi
nemmeno immaginare. Mio padre ancora una volta mi ha rovinato la vita e come
al solito l’unico modo che ho trovato per sfogarmi è stato fare del male a me
stessa. È l’unico che conosco, quindi per ora, non ho la minima intenzione di
smettere, altrimenti impazzirei dal dolore. La mia vita sta andando a rotoli
più di quanto immaginassi…in un paio di minuti mio padre ha stroncato tutto, le
mie speranze, i miei sogni, le mie poche certezze…speravo ancora che un giorno
lui sarebbe cambiato, sarebbe cresciuto e avrebbe capito che era il momento che
cominciasse a fare il padre, invece, come al solito, ha fatto il bambino viziato
e a rimetterci siamo sempre io e mio fratello. Ho rischiato di non avere più
una casa…ho rischiato di perdere l’unico famigliare che mi è rimasto, anche se
penso di averlo perso per sempre, ormai… Non riesco neanche a guardarlo in
faccia senza provare una sensazione di nausea alla bocca dello stomaco… Ha
fatto soffrire tutti, nessuno escluso e in particolar modo mio fratello…lo ha
diseredato il giorno del suo compleanno…ho provato una pena sconfinata nei suoi
confronti…e quella è stata l’unica volta che ho davvero pensato di prendere un
coltello e ficcarglielo nel petto, di squartare quella carne scura e di
colorarla di rosso, rosso sangue, rosso sofferenza, rosso disperazione e fargli
capire una volta per tutte quante ne abbiamo dovute passare per colpa sua io e
mio fratello…quanto stiamo soffrendo tutt’ora… Se mi taglio è solo per colpa
sua…. L’unica cosa bella che sono riuscita a fare in quindici anni della mia
vita è stata continuare a difendere l’amicizia che mi lega a te…sei l’unica cosa
importante, insieme a mio fratello, che non voglio perdere per nessuna ragione
al mondo! Solo vederti mi fa stare meglio, dimenticare i problemi e
sorridere…ecco, tu mi fai sorridere! Come puoi pensare di essere la causa dei
miei problemi quando tu sei l’unico rimedio? Senza di te non saprei come
andare avanti! È come chiedere a una persona di privarsi del sole e del cielo e
di vivere in un mondo completamente buio e triste….chi ce la farebbe? Io no
di certo! Vederti soffrire mi fa stare male e non puoi neanche immaginare
quanto… Siamo entrate insieme in questo tunnel dell’inferno e insieme ne
usciremo, te lo prometto. Presto o tardi ce la faremo a lasciarci tutto alle
spalle e a ricominciare a vivere. Per ora dobbiamo accontentarci di essere
ancora insieme, di poterci ancora abbracciare, cosa che diventerà parecchio
difficile tra un paio di mesi, ma non impossibile. Come ti ho già detto, farò
i salti mortali per poterti vedere anche quando sarò lontano, studierò come una
pazza per potermi guadagnare anche solo qualche ora con te! Perciò sorridi e
sii felice, serena. Anche tu hai i tuoi problemi e so che sono difficili
quanto i miei, se non di più, ma abbiamo affrontato situazioni più
difficili….dodici anni di completa solitudine, ma alla fine di tutto cos’è
successo? Ci siamo riviste, ci siamo abbracciate! Quell’abbraccio ha
cancellato tutto. Ricordi? Ora divertiti tra le montagne verdi e non pensare
a nient’altro che alla bellezza del panorama e dei giovini che dovranno
sicuramente esserci! Dimentica tutto e rasserenati! Al tuo ritorno ci sarò io
ad aspettarti, come sempre e sempre sarà così, anche quando mi sposerò, anche
quando sarò su un letto di morte, in un modo o nell’altro io sarò con
te!
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Capitolo 4 *** The end ***
*
Nota della sottoscritta
autrice: Salve signori! Ho deciso di pubblicare un nuovo capitolo di codesta
ficci fatta mlto di getto. Penso proprio che per quanto mi riguarda questo sarà
l'ultimo capitolo. Questa attualmente è la fine della mia
storia...
Ieri sera, dopo aver
finito la doccia mi sono fermata per qualche secondo a guardarmi allo specchio.
La mia attenzione è stata ben presto catturata dal mio braccio sinistro.
Stranamente, nonostante io non tenga mai le braccia scoperte, la mia pelle si è
scurita. O forse sono le mie cicatrici che spiccano più del solito. Il mio
braccio è solcato da lunghe e profonde cicatrici bianche; anche se ormai è
passato molto tempo da quando la lametta del taglierino ha toccato la mia pelle,
bruciano come se fossero terribilmente recenti. Mi sento una stupida se penso
che usavo il dolore come mezzo per sentirmi meglio, mi vergogno di me stessa e
allo stesso tempo mi sento presa per il culo.
Ogni giorno che passa
scopro che un’altra delle persone che conosco si taglia o si tagliava, questa
cosa non mi piace. Non è per egoismo, della serie “solo io ho avuto problemi”,
semplicemente ODIO profondamente che il fatto di tagliarsi stia diventando una
moda. Ricordo che ogni volta che mi ferivo, tremavo all’idea che qualcuno lo
venisse a sapere, o più che altro tremavo all’idea che le persone che mi
volevano bene lo venissero a sapere. Ora invece le persone lo ostentano,
mostrano i loro tagli come fossero trofei, godono nell’essere compatiti e godono
ancora di più nell’essere disprezzati, perché in questo modo possono crogiolarsi
nell’autocommiserazione ed affermare che nessuno li capisce. Questo modo di
pensare mi fa terribilmente schifo.
Potrà sembrare strano, ma
per me tagliarmi era una cosa importante ed il fatto di averlo fatto è ancora
adesso importante per me. Ogni singola linea chiara sulla mia pelle mi ricorda
un periodo della mia vita, come in un film mi passano davanti i fotogrammi di un
inferno ed ora un po’ godo dell’essere riuscita ad uscirne, di avere trovato
modi alternativi al dolore per sfogarmi.
Mi sono sorpresa nel
rivedere il nome di Ale inciso sul mio braccio: avevo completamente rimosso di
averlo fatto e come per tutte le altre cicatrici mi è tornata in mente quella
sera e tutte le lacrime che avevo versato. Strano… Sembra che abbia sempre
sbagliato io… Sembrava sempre colpa mia.
Ora come ora mi pento di
essere stata così debole, però mi sono accorta che la debolezza mi ha
fortificato. In questo momento sono terribilmente arrabbiata, la mia vita stava
prendendo una piega giusta, ma subito la mia famiglia ha deciso di rovinare
tutto. Sì, sono tremendamente incazzata, e triste, e giù di corda, e ho
un’assurda voglia di piangere, ma ancora una volta non impugnerò nessuna lama.
Ho deciso di vivere in modo diverso, ho capito che se anche la via che sto
percorrendo è molto buia, mi devo fare forza, perché ci sono persone splendide a
tenermi per mano. Sono stanca di avere paura dei mostri che si nascondono nel
buio, sono stanca di avere la luce a portata di mano ma di essere troppo
occupata a soffrire per accorgermene, sono stufa di vedere i miei sentimenti
calpestati, sono stufa di mostrarmi forte e sorda alle critiche, perciò ho
deciso di reagire. E l’ho fatto. Non ho più paura dei mostri, perché ho scoperto
che basta ignorarli per farli stancare, ho afferrato la luce che fino ad ora mi
sfuggiva e ho capito che erano tante, tante luci e che mi posso aggrappare a
loro nei momenti di sconforto. Le critiche non mi feriscono più, provo solo una
gran pena nei confronti di queste persone. Non sanno fare altro che ripetere le
stesse cose all’infinito, ma ho iniziato a far versare a loro il sangue che
prima mi sgorgava dalle ferite. Non ho più intenzione di sopportare. Non ho più
intenzione di ingoiare tutto. La mia vita non fa affatto schifo come credevo. Io
sono una persona decisamente migliore di quanto chiunque pensi. Sono fiera di me
e delle mie scelte, per questo so di potercela fare. Ho reagito e sto
vincendo.
La strada è ancora buia,
ma io sono più furba e mi sono portata dietro la torcia.
Watashi na Itami
desu.
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