Make me happy

di Tamar10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: La missione ***
Capitolo 2: *** La giungla ***
Capitolo 3: *** Un gelato al sale marino ***
Capitolo 4: *** Axel nel Paese delle Meraviglie ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Un mazzo di carte e un gran casino. ***
Capitolo 7: *** Strane spie e strani lupi ***



Capitolo 1
*** Prologo: La missione ***


Axel incenerì facilmente l'Heartless che scomparve in uno sbuffò di fumo.

Non comparve nessun cuore, neanche questa volta.

Quanto era inutile distruggere Heartless se non si possedeva un Keyblade! Però cimentarsi in questo genere di missioni era un ordine del capo e nessuno osava disubbidire.

-Axel! Qua non ci sono più Heartless, possiamo tornare a casa!- gli gridò il suo compagno.

Axel guardò il cielo. Il sole stava tramontando e le nuvole erano tinte d'arancio.

-Marluxia tu vai pure.- gli rispose. -Io resto qui ancora un po'.-

Il compagno dai capelli rosa, che si chiamava Marluxia, lo fissò un attimo come se volesse dirgli qualcosa invece cambiò idea, scrollò le spalle e se ne andò.

Axel sospirò soddisfatto.

Quello era il momento della giornata che preferiva. Finalmente poteva godersi il tramonto eterno di Crepuscopoli. Quando il sole scendeva piano verso l'orizzonte tingendo ogni cosa di rosso. Il tempo sembrava fermarsi, qualche gatto randagio si soffermava a prendere gli ultimi raggi di sole, le vie dalla città andavano pian piano svuotandosi e anche il tram interrompeva il suo girovagare.

Axel salì sulla Torre dell'Orologio. Tutti hanno un posto speciale, un posto dove le preoccupazioni si attenuano e si riesce finalmente a stare in pace. Quello era il suo.

Adorava andare lì poco prima che calasse la notte ad ammirare ogni cosa che si tingeva del suo colore preferito: il rosso.

Solo in quel momento si sentiva veramente libero.

Si sedette come al solito sul muretto con le gambe a penzoloni, lasciandosi pervadere dalla calma. Fra poco sarebbe dovuto tornare al Mondo Che Non Esiste, la sede dell'Organizzazione XIII. Per quella che probabilmente era la millesima volta si chiese come mai fosse entrato a far parte di quell'Organizzazione.

Gli venne in mente un solo motivo: Saix. Ma ormai il suo amico era irriconoscibile e lui passava i pomeriggi a guardare il tramonto, da solo.

 

Era appena sceso dalla torre, quando sentì un grido.

Accorse subito dove proveniva l'urlo, per curiosità più che altro.

Girò l'angolo e si ritrovò in una piazza. Al centro della piazza c'era una ragazza, era lei che aveva urlato. Notò subito i piccoli Heartless che strisciavano piano verso la loro preda che sembrava indifesa.

Axel si fermò un attimo, indeciso. Da una parte aveva solo voglia di tornare a casa, ma aiutare quella ragazza gli sembrava la cosa più giusta. E poi era solo lavoro in più, Xemnas gli sarebbe stato solo grato.

Scrollò le spalle e si buttò all'attacco. Con pochi e precisi colpi distrusse tutti gli Heartless e la piazza restò vuota eccetto lui e la ragazza.

-C-chi sei?- domandò lei spaventata.

-Non ha importanza. Torna a casa. Le bambine non dovrebbero stare in giro da sole a quest'ora.- rispose Axel.

-Io non sono una bambina!- protestò la ragazza.

Axel si limitò ad alzare le spalle e poi scomparve in un portale d'ombra.

La ragazza restò a fissare per un po' affascinata il punto in cui era scomparso il rosso, poi si girò e tornò a casa sorridente.

 

Stranamente Saix lo stava aspettando all'entrata.

Ed Axel era certo che non era perchè volesse augurargli la buona notte o giocare alla Playstation.

-Sei in ritardo.- lo richiamò severo Saix.

-Come al solito...- si limitò a rispondere il numero VIII.

Di solito tutti se ne strafregavano di quello che faceva lui, purchè non andasse troppo oltre le regole.

Il fatto che Saix fosse lì ad aspettarlo significava solo una cosa: guai.

-Xemnas è arrabbiato.- disse infatti. -Molto arrabbiato.-

Axel alzò le spalle con aria strafottente.

Xemnas era sempre arrabbiato. A volte perchè il piano non proseguiva nel modo giusto, altre volte perchè Demyx gli rompeva le scatole e altre volte ancora semplicemente perchè aveva voglia di essere arrabbiato.

-Ti vuole parlare.- aggiunse Saix.

Il rosso si bloccò di colpo. Questa sì che era una brutta notizia. Pensò subito a come evitare la sicuramente poco piacevole chiaccherata.

-Non ci pensare neanche.- gli disse come se gli avesse letto nel pensiero. -Il capo ha detto che ti vuole vedere. Subito!-

Così Axel dovette abbandonare l'idea di fuggire mentre Saix lo scortava all'ufficio di Xemnas.

Attraversati innumervoli corridoi oscuri e dall'aria poco invitante arrivarono finalmente davanti alla stanza dove il loro capo era solito rinchiudersi per ore a studiare. Axel fissò titubante la porta bianca per alcuni secondi. Poi, sotto lo sguardo impassibile di Saix, girò la maniglia ed entrò.

Gli ci vollero alcuni secondi per abituarsi alla penombra della stanza.

Le pareti erano coperte da scaffali e librerie cariche di libri, provette e altri strani oggetti non identificabili. Sul pavimento era steso un enorme tappeto rosso e oro. Ma quello che più colpiva era la grande scrivania di legno che occupava quasi tutta la stanza, anch'essa ingombra di fogli e libri.

Dietro la scrivania era seduto Xemnas.

Fissò intensamente Axel coi suoi occhi gialli.

-Ehm... mi volevi parlare?- chiese il rosso incerto.

-Sì, ti dovevo parlare.- rispose il capo.

Calò di nuovo il silenzio. Decisamente Xemnas non era una persona molto loquace.

-Riguardo a...- continuò Axel.

-Abbiamo un problema. Come forse hai notato la raccolta dei cuori non procede bene. Ogni volta che distruggiamo gli Heartless quelli si riformano da un'altra parte. Riuscire a creare Kingdom Hearts per adesso è un miraggio.

Per questo fra i membri della nostra stessa Organizzazione inizia a serpeggiare il malcontento. Per adesso sono solo voci, ma ho paura che presto si tramuti in qualcosa di peggio. Una rivolta.-

-E io cosa centro in tutto ciò?-

-Tu sei uno dei pochi che crede ancora nel mio piano. Devi capire chi è fedele e chi no.-

Axel ci pensò su un po' cercando di sdrammatizzare la situazione, ma in realtà sapeva già di non avere altra scelta.

-Ok Boss. Ci penso io.- disse riacquistando tutta la sua sicurezza.

Poi fece per andarsene ed era quasi arrivato alla porta quando sentì Xemnas che lo richiamava.

-Aspetta. Ho saputo che al termine delle missioni non rientri subito alla base. Cosa fai?- La sua sembrava semplice curiosità.

-Sostanzialmente? Niente. Mi faccio un giro, rifletto un po'...- rispose il rosso vago.

Xemnas lo squadrò incuriosito, poi assunse un'espressione grave.

-Ricordati che sei un Nessuno e i Nessuno non hanno il cuore e quindi neanche sentimenti.-

Axel annuì serio. Poi uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Note:


A crepuscopoli c'è sempre tramonto, ma io penso che prima o poi il sole tramonti davvero. Infatti di notte è tutto buio.
In ogni caso io descrivo proprio il momento in cui il sole cala effettivamente.
Se la storia vi è piaciuta o vi ha incuriosito o vi ha anche solo fatto schifo recensite qui sotto!
Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 2
*** La giungla ***


Quel giorno l'avevano mandato ad esplorare un modo nuovo da solo.

Bene, lui lavorava meglio senza compagni. E poi i pochi membri dell'Organizzazione con cui aveva collaborato si erano rivelati tutti dei tipi oltremodo noiosi.

Si guardò un po' intorno.

A giudicare dalle alte piante e dagli strani frutti esotici si trovava in una giungla, stranamente non c'era in giro neanche un animale.

Axel iniziò a vagare per quel luogo sconosciuto. Poco più avanti vedeva del fumo e sentiva lo scrosciare di un fiume. Sicuramente lì vicino si trovava un insediamento umano, ma il Nessuno non aveva nessuna intenzione di farsi notare quindi decise di girare a largo da quel posto.

Ormai aveva quasi rinunciato a scoprire qualcosa di nuovo di quella giungla che gli sembrava tutta uguale quando sentì del rumore. Ascoltando meglio sembrava della vera e propria musica che proveniva da qualche parte alla sua destra.

Si diresse in quella direzione incuriosito. Dopo poca strada si ritrovò davanti a un antico tempio in rovina. Le colonne erano mezze storte, il pavimento era crepato in più punti e i muri erano ricoperti dalla vegetazione. Axel decise di osservare la situazione nascosto dietro una colonna

Al centro del tempio un mucchio di scimmie impazzite stava facendo quella che sembrava una specie di danza.

                                                           ''Io voglio esser come te...
                                                           
parlare e ragionar come te, te.
                                                           Ti mostrerò che imparerò
                                                           e poi sarò come te e come te.
                                                           Adesso noi abbiamo un patto
                                                           E tanto insisterò che mi dirai
                                                           quel che tu sai e il fuoco io farò.''


Fu allora che notò il ragazzino, unico umano fra tutti quegli animali. Da quel che aveva sentito sembrava che le scimmie gli stessero offrendo il loro aiuto in cambio del potere del fuoco.

-Aspettate!- disse il ragazzino sorpreso. -Io non so fare il fuoco!-

Axel nel suo suo nascondiglio sbuffò. Patetico, un umano che non sapeva fare il fuoco! Per lui non c'era niente di più facile...

-Anche tu sei qui per la festa?- gli chiese un orso comparsogli alle spalle all'improvviso.

-Eh?! Cioè no! Io stavo solo...ehm...guardando.- rispose Axel indeciso.

Come faceva quell'orso ad essere così stupido da non insospettirsi trovando un uomo vestito di nero che spia delle scimmie che ballano? Sicuramente non sono scene che si vedono tutti i giorni.

-Dai vieni a ballare anche tu!- gridò l'orso facendo decisamente troppo rumore.

-No, grazie.- rispose Axel irritato. Aveva una missione, non doveva dare nell'occhio e non pensava proprio che mettersi a ballare con un branco di stupidi animali fosse la cosa migliore da fare.

-Vieni, vieni, vieni! Non essere noioso come Baghera! Vieni che ti diverti!- lo tormentava l'orso che intanto aveva già iniziato a muovere il bacino a tempo di musica.

-NO! NON VOGLIO VENIRE A BALLARE! N-O! L'HAI MEMORIZZATO?!- urlò Axel infuriato.

La musica si interruppe e si voltarono tutti a guardarlo stupiti. Solo allora il rosso si accorse di aver per sbaglio usato i suoi poteri provocando una potente fiammata.

-Lui ha il potere del fuoco!- gridò quello che doveva essere il re delle scimmie. -Prendetelo e costringetelo a insegnarci il segreto!-

-Amico mi sa che questi ce l'hanno con te.- gli disse l'orso.

 

Ci sono le missioni perfette dove torni a casa senza un graffio e senza una goccia di sudore, ci sono quelle che completi con fatica, poi ci sono quelle dove non ti va niente nel verso giusto.

Infine ci sono quelle dove devi scappare per due ore attracerso una giungla sconosciuta inseguito da un branco di scimmie.

-Stupido...orso...- disse Axel ansimante.

-A quanto pare hai incontrato Baloo.-

Sdraiata sopra un albero c'era una magnifica pantera nera.

-E tu chi sei?- chiese sfinito. -Non dirmi che ti metterai a ballare anche tu?!-

-Non ti preoccupare, non sono stupido come Baloo. Comunque io sono Baghera la pantera. Piuttosto tu chi sei? E dai che mondo vieni?-

Axel spalancò la bocca. Cosa ne sapeva una pantera dell'esistenza di altri mondi? Decisamente non era giornata.

-Attento che se stai ancora un po' con la bocca aperta potresti ingoiare qualche zanzara velenosa.- lo apostrofò Baghera. -Allora?-

-Non sono affari tuoi.- disse il Nessuno scorbutico.

-Ok, ok. Volevo solo avvisarti che gli umani non sono visti di buon occhio qui nella giungla. Tantomeno quelli che sanno usare il fuoco.-

-Beh di' ai tuoi amici animaletti che non esiterei a usarlo contro di loro.-

-Oh certo. Lo dirò anche a Shere Khan. Ne sarà entusiasta.-

-Chi è Shere Khan?-

-Una tigre, la più pericolosa della giungla. Odia gli umani e sta certo che se ti trova ti ucciderà.- lo minacciò la pantera.

-Mhp! Se odia gli umani io non dovrei correre alcun rischio.- disse il Nessuno con amarezza prima di scomparire.

 

L'Orologio scoccò sette rintocchi.

Ormai stava diventando buio, era ora di tornare a casa.

Axel si incamminò svogliatamente sulla strada lastricata. Stava ancora riflettendo sulla missione che gli aveva affidato Xemnas. Come mai i compiti più difficili toccavano sempre a lui? Va bene che era il più bello, il più forte, il più intelligente, eccetera eccetera, però non sopportava essere obbligato a eseguire gli ordini del capo. Anche se era l'unico modo per restare ''vivo''.

Qualcosa lo colpì con forza sulla testa.

-Ma che diav...?!- gridò girandosi.

C'era una ragazza con in mano una pietra che Axel sospettava fosse destinata di nuovo alla sua testa. Non una ragazza qualsiasi, ma quella che lui aveva salvato il giorno precedente dagli Heartless. Bel modo di dire grazie!

Appena lo vede in faccia la ragazza abbandonò il sasso a terra e fuggì via.

Il Nessuno partì all'inseguimento, ma girato l'angolo la perse di vista.

Quando anche gli ultimi raggi di sole scomparvero decise che era inutile cercare la mocciosa e fece ritorno a casa.

NOTE:
Beh ho scelto il libro della giungla come primo mondo perchè mi sembrava una cosa originale.
Axel non si stupisce di sentir parlare gli animali perchè ormai ci è abituato con tutti i mondi strambi che ha visitato.
La ragazza è sempre più stramba.
Perchè ha aggredito Axel? E dov'è scomparsa?
Per risolvere questi e altri misteri ci vediamo nel prossimo episodio (?)
Ciao!

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Capitolo 3
*** Un gelato al sale marino ***


Questo capitolo è scritto dal punto di vista di Axel. Perchè mi andava così

 

-...- Fu la risposta più loquace da parte di Lexaeus.

Sicuramente non sarei riuscito a sapere niente del tanto temuto complotto da lui. Probabilmente avrei avuto più successo parlando con un muro.

Anche se devo ammettere che nessun muro reggeva il confronto quando bisognava trucidare un bel po' di Heartless. Era incredibile la facilità con cui riusciva ad uccidere un Neoshadow.

In quel momento stava fronteggiando da solo una schiera di Blu Cicci tutto da solo.

Nonostante non possedesse il mio stile o la mia raffinata tecnica si rendeva utile a modo suo.

-Direi che qui abbiamo finito.- constatai osservando la giungla ormai deserta.

Era passata una settimana dalla mia prima visita in quel posto e, per mia grande fortuna, non avevo più rincontrato l'orso idiota e gli altri suoi amici.

In compenso ogni giorno la giungla si riempiva sempre più di Heartless, brutto segno. Qualcosa stava per succedere e io non avrei mai voluto trovarmi lì quando sarebbe accaduto.

-Al massimo vuoi dire che IO ho finto. TU stavi dando fuoco ad una formica come un idiota- rispose burbero il mio compagno.

Beh, fantastico! È tutto il tempo che cerco di tirargli fuori una parola e quando finalmente lo fa (controllai che non stesse nevicando) mi insulta. Begli amici che ho!

-Non stavo dando fuoco ad una formica! Era un'ape. Un A-P-E, capito? Le api fanno male se ti pungono.-

Ripensandoci, cosa ci faceva un'ape nella giungla? Forse mi ero effettivamente sbagliato. Ma non importa perchè tanto Lexaeus riccadde nel suo snervante silenzio.

-Io me ne vado.- dissi rinunciando a una qualsiasi risposta.

Aprii un varco oscuro e lo abbandonai da solo nella giungla.

 

Crepuscopoli ha qualcosa di magico.

Non so perchè riesce a farmi sentire sempre a casa. Riesce a farmi dimenticare tutta la tristezza che si è accumulata durante il giorno e ad alleggerire il vuoto che ho nel petto, lì dove suppungo dovrebbe trovarsi il cuore.

Non so come mai mi fa sempre male in quel punto, è come un mal di testa persistente. Esiste il mal di cuore? Beh in ogni caso non penso che un Nessuno possa provarlo. È più come una mancanza. Un buco nero che risucchia tutto.

-Ciao.-

Quasi caddi dalla Torre per lo spavento. Non l'avevo neanche sentita arrivare. Era la ragazza che avevo salvato e che poi come ringraziamento mi aveva attaccato.

-Che ci fai qui? Vuoi tirarmi addosso un'altra pietra?- domandai scocciato (quand'è troppo è troppo!)

Rise divertita come se trovasse quella situazione il massimo della comicità. Era buffa quando rideva, metteva una mano davanti alla bocca come per trattenersi e socchiudeva gli occhi. Aveva una risata leggera e cristallina.

Un po' la invidiavo (io non avrei mai potuto ridere davvero) ma per lo più la credevo pazza.

Si sedette di fianco a me.

-Vuoi un gelato al sale marino?- mi chiese.

-Un...che?-

-Gelato al sale marino.- rispose imperturbabile tendendomi un ghiacciolo.

-Stai cercando di avvelenarmi?-

-Guarda che se non lo mangi si sciolglie.-

Afferrai il gelato indeciso e gli diedi una leccata.

Rabbrividii disgustato.

-È salato e allo stesso tempo dolce...-

La ragazza scoppiò a ridere di nuovo.

-Adesso dici così, ma scommetto che poi ti ci appassionerai.- disse maliziosa.

-Ah sì? E cosa vorresti scommettere?-

Lei sembrò pensarci un po' su.

-Mmmh...adesso non saprei. Te lo farò sapere!- rispose.

Come se io avessi ancora intenzione di vedermi con quella bambina.

Ammirai il tramonto, quello doveva essere il mio momento di pace e quella marmocchia stava rovinando tutto.

-Hai intenzione di stare qui ancora molto?- le chiesi.

-Questo è il mio posto speciale.- rispose sorridendomi.

-Spiacente ma sono arrivato prima io.-

Mi osservò perplessa.

-Quindi?-

-Quindi questo è il MIO posto speciale.- spiegai spazientito.

-Lo sai che le cose sono più belle se si condividono?-

-A me invece sembra identico a com'è sempre.-

Lei si guardò un po' in giro come per verificare quello che avevo detto.

-Questo perchè tu lo guardi ma non lo senti.- dichiarò infine.

Un'ottima risposta, per una che vuole farsi rinchiudere in manicomio.

-È come quando devi trasportare qualcosa di pesante. Se qualcuno ti aiuta si fa meno fatica, ti senti più leggero.- continuò la ragazza. -Sei simpatico.-

Già meglio.

-Sai non sei così svitata come pensavo.- le dissi.

Lei scoppiò di nuovo nella sua buffa riata.

-Perchè ridi?- le chiesi.

-Perchè sono felice.-

-Felice? Cosa vuol dire essere felice?-

I nessuno non hanno un cuore, non hanno sentimenti. Non possono provare, non possono sentire.

Lei sembrò pensarci su.

-Vediamo, non è facile da spiegare...sei felice quando ti fanno un regalo o trovi un amico o prendi un bel voto o vedi un bel film o.. insomma quando ti succede qualcosa di bello.- cercò di spegarsi lei.

La guardai perplesso. Non avevo capito proprio niente.

In quel momento l'Orologio della Torre cominciò a suonare.

La ragazza trasalì e si alzò di scatto.

-Adesso devo andare.- disse.

La guardai scomparire dietro la Torre, e il cielo mi sembrò divenisse un po' più scuro.

Me:
Ho provato ha scrivere il capitolo dal punto di vista di Axel, ditemi pure se fa schifo o se il personaggio è uscito OOC >.<
Beh che dire? Per adesso non ho molti lettori, spero cresceranno.
Intanto ringrazio Kalea95 che ha recensito.
Un bacio e continuate a seguirmi! 

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Capitolo 4
*** Axel nel Paese delle Meraviglie ***


-NO!- ripetè per la millesima volta Axel. -Oggi non è il mio compleanno!-

Si trovava seduto suo malgrado su una sedia mezza marcia al centro di un vecchio giardino pieno di erbacce. Il tavolo a cui era seduto era pieno di teiere e piattini mezzi rotti, sparsi disordinatamente lungo tutta la tavola.

-Ah no?! Ah no?! Ah no?! Ne sei sicuro?...Sicurissimo?....Al centocinquanta per cento?- chiese un agitatissimo vecchietto coi capelli bianchi quasi totalmente nascosti da un grande cilindro rattoppato.

Axel stava per rispondergli male, quando un piattino in ceramica gli passò a due centimetri dall'orecchio e andò a schiantarsi contro la parete dietro di lui spezzandosi in mille pezzi.

La Lepre Marzolina seduta dall'altra parte del tavolo rise soddisfatta.

-Ti ho mancato! Ahahahah...Man-cato!-

-Che spasso! Ahahahah! È il miglior non-compleanno di sempre!- esclamò il Cappellaio Matto. -Vuoi un altro po' di tè?-

-No! Voglio solo sapere dov'è la Regina di Cuori.- rispose Axel.

-Non vuole il tè! Male, male, male!- gridò la Lepre.

-Dov'è la Regina?-

-Male, male, male...- continuava la Lepre.

-La Regina è cattiva!- rispose il Cappellaio Matto.

Axel chiamò a raccolta tutta la sua pazienza.

-Ok, ok. Ma dov'è la Regina? DOVE?-

-Al Castello di Cuori naturalmente!-

Il Rosso si mosse a disagio sulla sua sedia barcollante, a quei due mancavano parecchie rotelle! Ma doveva stare al gioco se voleva ottenere qualche informazione.

-Si, certo. E potrei sapere dove si trova il castello?- chiese gentilmente.

-Il castello è dove c'è la regina!-

Impossibile abbassarsi a quei livelli di stupidità. Axel si alzò di scatto facendo cadere numerose teiere.

-Voi siete tutti stupidi! Io me ne vado.-

La testa viola di un gatto gli comparve davanti all'improvviso, la cosa strana era che galleggiava sospesa a mezz'aria come un palloncino.

-AHHHH!- gridò Axel spaventato.

-Non gridarmi nelle orecchie.- disse la testa.

-Ma tu non hai orecchie...- osservò il Nessuno.

Il gatto fece girare un paio di volte la sua testa su se stessa, forse per riuscire a vedersi le orecchie.

Poi ebbe un'illuminazione e fece comparire le orecchie e tutto il resto del corpo con un sonoro POP!

-Dov'eravamo rimasti?- chiese il gatto viola con un sorriso a 86 denti.

-Ehm...mi hai quasi fatto prendere un infarto comparendomi davanti all'improvviso ed hai un sorriso abbastanza inquietante.-

-Il tè?- chiese speranzosa la Lepre Marzolina.

-Sì, grazie.- rispose il gatto. -Così intanto potremmo finire il discorso sul Castello di Cuori.-

Axel avrebbe volentieri dato fuoco all'intera baracca, ma sembrava che quello strambo gatto sapesse qualcosa in più sulla Regina ed il suo castello, quindi trattenne le sue manie piromani.

-Allora, carissimo gatto viola, sai dov'è il castello della Regina?- chiese.

-Io sono lo Stregatto e so tutto di tutti qua nel Paese delle Meraviglie.- disse quello facendogli l'occhiolino. La Lepre continuava a saltellare felice sul tavolo spaccando tazzine e piattini come se niente fosse.

Fu allora che comparvero gli Heartless.

Erano almeno mezza dozzina e avanzavano a gran velocità.

Il Cappellaio Matto e la Lepre continuarono a sorseggiare tè e a dire cavolate come se niente fosse.

Axel fece immediatamente comparire i suoi chackam fiammegianti e li roteò minacciosi verso i suoi avversari.

-Mi stavo giusto annoiando.- esclamò beffardo. -Dei microbi come voi potrebbero essere un passatempo divertente.-

Uccise il primo Heartless con un solo colpo, poi girandosi parò l'attacco di un nemico che si era avvicinato alle spalle.

Rotolò di fianco per schivare un altro attacco.

Anche se aveva fatto lo sbruffone doveva ammettere che erano veramente tanti.

Doveva combattere più seriamente.

Delle fiamme si sprigionarono dal suo corpo e ferirono gli Heartless che scomparvero.

Axel non ebbe neanche il tempo di tirare un sospiro di solievo che altri Heartless più forti spuntarono dal terreno.

La testa dello Stregatto gli comparve vicino.

-Sembra che qualcuno qui sia nei guai.- disse con quel suo sorriso odioso.

Axel non badò alle provocazioni e si lanciò all'attacco.

L'Heartless schivò il colpo e contrattaccò.

Axel si spostò in tempo e l'artiglio dell'Heartless gli sfiorò soltanto la guancia.

Cercò di restare calmo, se la sarebbe cavata anche questa volta doveva solo trovare un modo.

Per un'attimo pensò di darsela a gambe, ma gli Heartless occupavano anche le uscite.

-Sicuro di non aver bisogno d'aiuto?- chiese lo Stregatto.

-Che aiuto potrebbe darmi un gatto viola?-

-Mmmmh...vuoi un biscotto?-

Perfetto! Si era rincitrullito anche lui!

Molto utile mangiare un biscotto, sicuramente gli Heartless si sarebbero spaventati davanti alla sua ferocia e sarebbero scappati.

Axel rabbrividì, forse questa era davvero la sua fine.

Ma cos'era quello strano sentimento che gli bloccava le gambe? Paura, come si fa ad avere paura di morire quando in realtà non si è mai veramente vissuti?

Davvero era affezionato alla sua misera esistenza?

-Suvvia, prendi il biscotto!- lo esortò il gatto volante.

Il Nessuno lo fissò dubbioso.

Se era avvelanato al massimo avrebbe avuto una morte più rapida.

Ormai disperato prese il biscotto e lo ingoiò in un solo boccone.

Immediatamente iniziò a crescere.

Vide la tavola rimpicciolirsi sempre di più.

Superò la casetta del Cappellaio Matto, poi gli alberi intorno, fino a diventare alto qualche decina di metri.

In effetti gli Heartless si spaventarono e fuggirono nel bosco.

Axel si guardò le mani stupefatto.

Avrebbe potuto sradicare facilmente un albero.

Lo Stregatto si materializzò all'altezza dei suoi occhi.

-Cosa ti avevo detto?!-

-Beh si grazie tante...- boffonchiò il numero VIII.

-Adesso puoi anche vedere il Castello di Cuori.-

Axel scrutò il paesaggio.

Guardando a est si notava subito un grande castello in marmo rosa che si innalzava fra gli alberi del bosco.

-Finalmente.- disse con un sorriso.

Poi si rese conto del problema: non poteva certo andare dalla regina così alto.

Non sarebbe neanche entrato nel castello!

-Ehm, come faccio diventare normale?-

-Sai conosco dei bravi chirughi estetici, fanno miracoli!-

Axel cercò di agguantarlo ma il gatto si dissolse nel nulla.

Il Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina stavano ancora bevendo tè e lanciandosi biscotti, chiedere aiuto a loro due era impensabile.

Il Nessuno sospirò. Aveva una missione da compiere e per riuscirci avrebbe dovuto trovare la regina.

Così decise di addentrarsi nel bosco, sperando di poter risolvere i suoi problemi.

Non sapeva ancora in quali guai sarebbe finito.

Autrice:
Prima di tutto mi scuso per la mia lentezza. In questo periodo ho molte cose da fare (scuola,calcio,amici, cazzeggio) e poca voglia.
Passando al capitolo, ci ho messo una vita a scriverlo. Non mi soddisfava mai e mi mancava l'ispirazione.
Spero sia venuto bene lo stesso.  Con il prossimo capitolo conto di concludere il Paese delle Meraviglie (almeno per adesso)
Ringrazio tutti quelli che leggono la mia storia e soprattutto quelli che la recensiscono.
Le vostre recensioni sono sempre interessanti e apprezzo i consigli che mi date.
Quindi grazie a Kalea95, Kain Highwind e MaxJovanotti.
Al prossimo capitolo ^^

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Axel stava spiando il Castello dei Cuori già da un po' nella speranza di trovare un modo per entrare.

Normalmente non ci sarebbe stato alcun problema, lui era un mago nell'infiltrarsi.

Il problema era che al momento il suddetto mago era alto all'incirca una decina di metri.

Bussare era fuori discussione. Chi avrebbe mai fatto accomodare un gigante nella propria casa?

Beh, senza contare quello scemo del Cappellaio Matto ovviamente.

Bisognava trovare subito un piano, il Nessuno non avrebbe voluto restare in quell'inutile mondo neanche un secondo più del necessario.

Altro che creare Kigdom Hearts! Se a Dio fosse mai importato di lui gli avrebbe impedito di alzarsi dal letto quella sciagurata mattina!

Il Rosso stava giusto per cadere preda di una crisi di nervi quando notò un cartello al neon lampeggiante nel cielo.

Non capita certo tutti i giorni. Chiunque altro si sarebbe meravigliato o come minimo un po' sorpreso, ma Axel ormai non si stupiva più di niente.

Il cartello diceva:

Se volete diventare più bassi seguite la freccia

con una grande freccia gialla fluo che indicava uno strano boschetto con alberi molto più grandi rispetto agli altri.

Axel scrollò le spalle rassegnato e si mosse in direzione del boschetto.

 

Più andava avanti più gli alberi diventavano alti e minacciosi, finchè non giunse sotto a quello che doveva essere l'albero più grande del bosco.

In mezzo alle radici spuntava un fungo rosso a pois bianchi, il classico genere di funghi che dicono sia tra i più velenosi.

Dall'albero proveniva una forte puzza di fumo e anche altri odori stomachevoli.

Il Nessuno si domandò come un albero, che evidentemente fungeva da discarica, l'avrebbe fatto ritornare a dimensioni normali.

Stava giusto per andarsene, quando una voce lenta e profonda proveniente dall'albero lo richiamò.

-Cosa essere tu?-

Axel osservò attentamente la pianta cercando di vedere chi aveva parlato.

Una zaffata di fumo colorato lo investì facendogli lacrimare gli occhi.

-Coff...stupido...coff...cartello...!-

Quando la cortina di fumo si fu diradata, riuscì finalmente a vedere colui a cui apparteneva la voce.

Era un bruco completamente blu che teneva con le sue tante manine una specie di bong gigante.

Doveva essere grande pressapoco come Axel nella sua normale statura e lo guardava con sufficienza appollaiato su un ramo dell'albero.

-Cosa essere tu?- ripetè soffiando cerchi di fumo.

Un bruco cannaiolo era giusto ciò che gli mancava!

-Voglio soltanto ritornare ad essere una persona normale! Così riuscirò ad abbandonarre questo mondo di pazzi.-

-Cosa essere tu?- ripetè per la terza volta il bruco con aria aggressiva. -Sembri una scatola vuota.-

Axel rimase un attimo scioccato. Come faceva quel mostro ha conoscere la sua natura?

-Sono un Nessuno.- rispose. -Non ho il cuore.-

-Ah, certo...- tirata -...tutto fumo e niente arrosto.-

Il rosso perse la pazienza. Quel drogato aveva il coraggio di dire che lui era tutto fumo! Questo era davvero troppo.

Gli voltò le spalle e tornò da dove era venuto.

-Aspetta ragazzo!- lo richiamò il bruco. -Se resterai qui io ti aiuterò.-

Axel si fermò e lo scrutò diffidente. Non aveva altro tempo da perdere.

-Sai come farmi tornare normale?- gli chiese.

-Assolutamente.- rispose sbuffando fumo viola. -Il Brucaliffo sa tutto.-

-Ehm... quindi come posso fare?-

-La domanda non è "come".- sputò una nuvola a forma di punto di domanda come a ribadire la questione. -La domanda è "perchè". Perchè dovresti nanizzarti?-

Non poteva certo raccontare della sua missione a quello sciroccato.

-Sì...cioè...motivi famigliari.-

Che scusa del cavolo! Lui non aveva neanche una famiglia.

-Assolutamente ragionevole.- rispose il Brucaliffo. -Per tornare normale devi recitare la filastrocca.-

-Eh?!-

Il bruco si raddrizzò, prese un bel respiro e declamò con aria pomposa:

-Il coniglio saltellava,

in un prato colorato

un bel dì ha incontrato

un funghetto bianco e rosso

e gli ha dato un bel morso-

Ma che razza di filastrocca è?! Non è neanche in rima...

'Forse-pensò Axel-è una specie di formula magica. Devo solo recitarla e...PUFF! Tornerò normale.'

Prese fiato, imitando il bruco, e cominciò:

-Il coniglio saltell..-

-NO! Sbagliato!-

-Ma...io...-

-SBAGLIATO!-

Decise di riprovarci:

-Il con...-

-NO! Ma cosa diamine passa nella testa di voi giovincelli?!-

-Ho fatto esattamente come hai detto tu!- si giustificò il rosso.

-NO! Il significato! Devi capire il significato!-

-Un coniglio saltellante mangia un fungo? Non mi sembra molto profondo...-

Il Brucaliffo sbuffò, questa volta la nuvola era verde a forma di fungo.

-È il fungo! Devi mangiare il fungo!-

Axel girò la testa verso il fungo rosso e bianco che aveva notato prima.

Quello che aveva un'aria molto velenosa.

-Stai cercando di assassinarmi?-

-Assolutamente.-

Assolutamente cosa? Insomma esisteva in quel mondo una persona capace di rispondere a una domanda?!

Sospirò, in fondo non aveva molta scelta.

Afferrò il fungo rassegnato. Era grande all'incirca come il suo pollice.

Lo mangiò tutto in un boccone.

Iniziò subito a girargli la testa e si sedette per terra.

Forse era davvero solo un fungo velenoso, come minimo sarebbe stato male per una settimana.

Poi la nausea passò e la foresta intorno a lui cominciò ad ingrandirsi.

Si ritrovò seduto ai piedi del grande albero che a dimensioni normali sembrava ancora più grande.

-Esatimevolissime come ti avevo detto.-

Axel guardò verso l'albero, ma il Brucaliffo non era più lì.

-Dove sei?- domandò il Nessuno.

-Un po' qua, un po' là. Chi lo sa?-

Una farfalla blu gli svolazzo accanto.

-Brucaliffo?- chiese Axel sorpreso.

-Ovvio.-

-Come fai ad essere una farfalla?-

-Io sono tante cose...e poi dovresti studiare di più biologia ragazzo mio!- rispose la farfalla.

Almeno da farfalla non avrebbe potuto continuare a drogarsi.

-Sai dov'è il Castello dei Cuori?-

La farfallo lo guardò indispettito.

-La gioventù al giorno d'oggi non sa neanche orientarsi!- esclamò stizzito. -Ti ci accompagnerò io.-

Svolazzò intorno con aria esperta posandosi ogni tanto su un fiore.

-Certamentissimo di qua.- disse imboccando un sentiero ombroso.

Axel lo seguì pregando.

 

Per una volta la fortuna era stata dalla sua parte.

Sotto la guida stranamente esperta del Brucaliffo era arrivato velocemente nei pressi del castello.

-Fossi in te userei l'altra entrata.- disse la farfalla blu.

-Quale?-

-Quella delle fogne, naturalmente. La Regina di Cuori non ama i visitatori.-

Fantastico! Avrebbe puzzato di merda per una settimana.

Arrivati davanti alle mura il Brucaliffo lo salutò.

-Ora devo andare. Non voglio avere niente a che fare con la vecchia megera.-

Ad Axel un po' dispiaceva doverlo salutare, in fondo era stata l'unico che l'aveva aiutato seriamente in quello strano mondo. Anche se avrebbe fatto bene ad andare a una centro di disintossicazione.

-Ciao Brucaliffo. Ci rivedremo un giorno?-

La farfalla gli sorrise.

-Assolutamente.-




YESSSSSSSSSSSSS!
Finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo :)
in questo periodo sono strapiena di verifiche e interrogazioni perchè (ahimè!) si avvicina la pagella di fine trimestre.
In più si è rotto il computer che già dividevo coi miei fratelli e adesso devo usare quello di mio padre.
Ma, tralasciando le mie inutili scuse, rieccomi qui!
Lo so che l'altra volta avevo detto che con questo capitolo avrei chiuso il Paese delle Meraviglie, ma mi sono allungata troppo col Brucaliffo...
a proposito spero che il capitolo vi sia piaciuto. Io mi sono divertita moltissimo a scriverlo ^^
Presto farà la sua ricomparsa la ''ragazza misteriosa''
Un saluto a tutti voi che continuate a seguirmi e grazie a chi recensisce!

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Capitolo 6
*** Un mazzo di carte e un gran casino. ***


Entrare non era stato facile.

Aveva dovuto infilarsi nelle tubature immergendosi nei rifiuti fino alle ginocchia.

Per di più i cunicoli sotto il castello erano stretti e intricati, in alcuni punti era stato costretto a chinarsi fino a sfiorare l'acqu putrida con la testa.

 

Dopo parecchie ore, e contro ogni previsione, era riuscito finalmente a rivedere la luce del sole.

Visto dall'interno il castello sembrava meno imponente.

Era in un grazioso giardino pieno di cespugli di rose rosse, uno aveva attaccato un cartello che recitava: "NON TOCCARE! VERNICE FRESCA.''

Axel scrollò le spalle perplesso e si incamminò verso la siepe che determinava l'uscita del giardino.

Si ritrovò in un altro giardino molto più grande del primo.

C'erano ovunque dei cespugli a forma di cuore e strani personaggi stavano discutendo difianco a uno di essi.

-Chi è l'imbecille che ha potato questa pianta?!- domandò una donna con voce stridula.

Doveva essere sicuramente la regina perchè portava in testa una corona, anch'essa a forma di cuore, e emanava un'aria di terrore e di autorità.

Era circondata da quelle che sembravano carte da gioco umane con tanto di numeri e semi.

-È stato lui!- gridarono contemporaneamente tutte le carte indicando il colpevole.

La povera carta responsabile del delitto si rese piccola piccola sotto lo sguardo assassino della regina.

-Taaaagliateli la testa!- gridò la donna.

Scoppiò il caos.

La carta colpevole iniziò a correre per il cortile inseguita dalle altre carte che inciampavano e si piegavano fra di loro.

Axel pensò che quel posto sarebbe sicuramente piaciuto molto a Luxord.

Lui invece lo odiava ovviamente.

Mentre stava ancora pensando a come entrare nelle grazie della regina per portare a termine la sua missione più facilmente venne spintonato da una delle carte e rotolò addosso alla sovrana.

-COME-HAI-OSATO?!- strillò la regina.

Axel si rialzò confuso. Doveva aver preso proprio una bella botta perchè vedeva lo Stragatto volteggiare davanti a lui.

-Tagliate la testa anche a lui!- continuò a strepitare la donna.

-Ci dev'essere stato un malinteso...- provò a dire il Nessuno, ma in men che non si dica fu assaltato dalle carte.

-Porco Marluxia!- esclamò mentre si preparava allo scontro.

-Sempre nei guai.- lo apostrofò lo Stregatto, che evidentemente era reale e non frutto della sua immaginazione.

Axel non lo considerò neanche, era troppo impegnato a schivare la picca di un due di picche (ma dai!)

Ma carte rosse e nere continuavano ad arrivare da tutte le entrate del giardino così il Rosso decise di scatenare i suoi poteri.

Lingue di fuoco cominciarono a irrompere dalle sue mani e fece comparire i due Chackrams.

Peccato che avesse completamente dimenticato di trovarsi in un luogo altamente infiammabile. Immediatamente i cespugli toccati dalle fiamme presero fuoco e le carte da gioco presero a correre per il giardino prese dal panico.

La testa dello Stregatto gli rotolò di fianco.

-Attento a non perdere la testa!- gli gridò prima di sparire.

L'unica rimasta impassibile era la regina che lo guardava truce.

-Io...ehm...le devo parlare.- provò a dirle Axel.

Certamente non era il momento migliore: le aveva appena dato fuoco al giardino (che stava ancora bruciando allegramente) e lei aveva tutta l'intenzione di ucciderlo.

-Potrò parlare con la tua testa, una volta che sarà appesa nella sala sei trofei.-

Appunto.

-Vede, la mia testa potrebbe sentire mancanza del corpo.-

La regina avanzò verso di lui con una luce assassina negli occhi.

-Devo darle un messaggio!- esclamò il rosso terrorizzato. -Da parte di Xemnas.-

La regina si fermò un attimo, incerta.

-Sì, Xemnas. Alto, capelli bianchi, sguardo da Shining, simpatia degna di una donna col ciclo...-

cominciò a descrivere Axel.

-Cosa ti ha detto?-

Una carta infuocata passò urlando fra loro due.

-Forse è meglio spostarci.- propose la regina di cuori.

Axel aprì un varco fra le fiamme ed entrarono nel castello.

-Abbiamo molto di cui parlare noi due.- disse la regina con un tono che non prometteva nulla di buono e il Nessuno ringraziò di avere ancora la testa attaccata alle spalle.

 

PUNTO DI VISTA DI AXEL:

Non avevo mai visto un tramonto così bello.

Gli ultimi raggi del sole mi scaldavano la pelle e mi ferivano gli occhi creando un'armonia di colori mozzafiato.

Esattamente quello che mi ci voleva dopo una giornata passata in quel mondo di svitati.

Pace, relax, silenz...

-EHILÀ!- gridò qualcuno saltandomi adosso e facendomi quasi cadere dalla Torre.

Sospirai rassegnato. Addio alla pace, al relax e al sil...

-Era da un po' che non ci vedevamo!- esclamò la ragazza.

-Capisco che hai dei gravi problemi socio-psicologici, ma almeno mi lasci pensare la parola 'silenzio'?! Ti disturba tanto?!- esclamai infuriato.

La ragazza mi osservò per un po', stavo giusto sperando che si fosse spaventata e stesse per scappare quando si mise a ridere.

-Quanto sei spiritoso! Tieni il tuo ghiacciolo.- disse tirandolo fuori da una tasca e porgendomelo.

La guardai male, mentre lei aveva già iniziato a mangiare il suo.

-Guarda che si deve togliere la carta.- mi disse premuorosa.

-Lo so come si mangia un ghiacciolo!- sbottai. -Solo che non accetto dolci dagli sconosciuti.-

Era una delle prime regole dell'Organizzazione XIII: 1) raccogliere cuori per formare Kingdom Hearts 2) non accettare dolci dagli sconosciuti 3) non dare MAI la caffeina a Demyx.

-Ma l'ultima volta l'hai magiato e non ti è successo niente!- obbiettò la ragazza.

-Le mie papille gustative non hanno più funzionato per una settimana.-

-Non è neanche passata una settimana.-

-Sempre a trovare il pelo nel pagliaio, tu!-

-Veramente si dice pelo nell'uovo...-

-Ecco lo stai facendo di nuovo!- la accusai esasperato.

La ragazza mi guardò con aria di sfida.

-Se non hai il coraggio di mangiarlo puoi anche ridarmelo.-

Come se io fossi il primo idiota che passa!

-Non funziona la psicologia inversa con me.- le dissi calmo.

-Si certo. Però dammi il ghiacciolo.-

Fissai il ghiacciolo indeciso. Chi era quella bambina per dirmi cosa dovevo fare?

-No, me lo mangio.- le risposi -Ma solo perchè ho fame e perchè sono stufo di discutere con te.-

Lei sorrise impercettibilmente.

-Perchè l'altra volta mi hai attaccato e adesso sei così amichevole?- domandai improvvisamente.

Lei rabbrividì e assunse un'aria cupa.

-Ti avevo scambiato per un altro.-

-Uno che indossava il mio stesso mantello?- indagai incuriosito.

La ragazza annuì.

I membri dell'Organizzazione non hanno una bella fama e non tutti sono belli e simpatici come me, quindi non mi stupiva che la gente scapasse, però volevo sapere cosa avesse a che fare quella ragazzina con uno dei miei compagni.

Stavo giusto per andare a fond della questione quando l'orologio cominciò a suonare.

La ragazza si alzò di scatto.

-Devo andare.- sussurrò.

-Aspetta! Non mi hai neanche detto come ti chiami!-

Lei si voltò un attimo.

-Renex.-

Poi si girò di nuovo e se ne andò via correndo.
Le ragazze d'oggi! Pensano tutte d'essere Cenerentola, ma io l'ho conosciuta quella lì e non è  per niente simpatica.






YO!
Avevo detto che avrei aggiornato di recente? AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHAHAH
...
No dai scusatemmmmi! Ma il trimestre è infido e meschino D:
La prima parte del capitolo non mi convince :/ però la seconda è tenera(?) :3
Finalmente si scopre il nome della ragazza (TA-DAM!) ditemi se vi piace o vi fa schifo, così magari lo cambio.
Perchè faccio schifo a scegliere i nomi?! PERCHè???!
Fra l'altro mi sono anche dimenticata di scrivere il nome al capitolo precedente...
Boh, comunque oggi sono felice perchè domani mi balzo la scuola causa occupazione! :D
Lo so che non ve ne frega niente.
Grazie se avete sopportato il mio semisclero, se recensite o anche se leggete e basta.
Adiooooooooooooos!

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Capitolo 7
*** Strane spie e strani lupi ***


 

Tu sei Bond, James Bond!

Si ripeteva il rosso trattenendo il fiato con la schiena appiattita contro il muro.

Era così che si sentiva in quel momento, un spia.

Ed era probabile che avrebbe anche fatto una brutta fine se qualcuno l'avesse trovato lì ad origliare.

Si era svegliato già di pessimo umore quella mattina visto che qualcuno, molto probabilmente Marluxia, aveva finito l'ultimo pacchetto dei suoi biscotti preferiti. Stava già andando a riempirlo di botte quando aveva sentito delle voci agitate. A quanto pare qualcuno stava discutendo animatamente in una delle tante stanze inutilizzate del Castello dell'Oblio.

Ricordando la missione che gli era stata affidata da Xemnas si era fermato a origliare, a suo rischio e pericolo ovviamente.

-Come sarebbe a dire che non ne sei più sicuro?!- disse in quel momento una voce di donna, probabilmente Larxene.

-Intendevo...tutta questa storia, non è un po' troppo pericolosa? Se ci scoprono... Non sarebbe meglio aspettare un altro po'?- rispose un'altra voce. Marluxia, intuì Axel ancora appoggiato alla porta.

-Aspettare?! Ormai ho già aspettato abbastanza, più aspettiamo più il ragazzo diventa forte. Bisogna agire, subito.-

L'uomo, chiaramente a disagio, cercò di cambiare argomento.

-Hai reclutato qualcun altro?-

-Non ancora. Non si sa mai di chi ci si può fidare in questi tempi... ma in fondo ce la siamo sempre cavata bene anche solo noi due.-

Axel sperò vivamente che si stesse riferendo solo all'ambito lavorativo, confidava nel buon gusto di Larxene ed era ancora convinto che Marluxia fosse gay, dopotutto quale etero sarebbe mai andato in giro con i capelli rosa e una falce a forma di fiore?

Aveva sentito abbastanza, si girò e si allontanò il più velocemente possibile.

 

 

Odiava tutto dell'esplorazione di un nuovo mondo.

Odiava l'arrivo in un posto sconosciuto; odiava perdersi più volte senza sapere neanche dov'era; odiava, naturalmente, l'esplorazione; odiava incontrare nuova gente (fra l'altro sempre più stupida); odiava perfino la parola esplorazione.

Ma quello che in quel momento odiava più di tutto era il suo stupido compagno.

Demyx era in assoluto il più irritante e incapace membro dell'Organizzazione e veniva puntualmente messo in coppia con lui.

Axel represse a fatica l'istinto omicida mentre il ragazzo rideva sguaiatamente per qualche cosa che probabilmente aveva detto lui stesso in uno dei suoi lunghi e noiosi monologhi.

Si ritrovò a pensare con nostalgia a Renex, che in confronto sembrava la più calma e silenziosa delle bambine. In effetti l'unico pensiero che lo aiutava a portare a termine quella inutile esplorazione era sapere che dopo avrebbe potuto sedersi sul bordo della Torre a guardare il tramonto, magari anche leccando un ghiacciolo.

Gli dispiaceva quasi ammetterlo, ma quella ragazza stava diventando quasi piacevole. Anzi no, non esageriamo, sopportabile.

Per qualche strano motivo gli dava fastidio pensare a Renex, così decise di concentrarsi sulla sua missione.

Erano sbucati in un bosco che sembrava disabitato, non che di solito i boschi fossero gran che abitati ma era sempre meglio non farsi scoprire. Non c'erano neanche Heartless in vista, per una volta tanto sembravano essere capitati in un mondo tranquillo.

Fu esattamente quando fece questa considerazione che Axel si rese conto di una cosa inquietante, molto inquietante: Demyx aveva smesso di parlare.

Per quanto le sue povere orecchie stessero esultando, il Nessuno sapeva benissimo che quella cosa era una pessimo segno.

Si girò lentamente, ma dove prima si trovava il suo compagno adesso c'era solo radura deserta. Non che fosse una grande perdita, anzi avrebbe potuto occupare anche camera sua, ma sapeva che a Xemnas non sarebbe di certo piaciuto e avrebbe riversato la colpa addosso a lui.

Un cupo ringhio provenì dagli alberi alla sua destra e il rosso scattò in quella direzione sbucando in un'altra radura.

Al centro c'era Demyx, bianco di paura, guardava fisso davanti a sé dove un lupo, piuttosto malconcio e spelacchiato, faceva del suo meglio per sembrare un minimo spaventoso.

-Allora Demyx, perchè non lo affronti?-

Ma Demyx non diede segno di aver sentito, troppo impegnato a guardare il lupo terrorizzato. Axel gli si avvicinò e gli passo la mano davanti alla faccia un paio di volte per controllare che non fosse caduto il catalessi o si fosse paralizzato, giusto per essere sicuro gli tirò anche un ceffone.

Il Notturno Melodico sembrò riprendersi.

-Perchè l'hai fatto?- chiese risentito tenendosi la guancia colpita.

-Dovevo controllare come stavi.- rispose Axel con fare ovvio, poi gli tirò un altro schiaffo.

-Questo è per le tue insopportabili chiacchiere.- aggiunse.

Il biondo stava per replicare quando vide il lupo, che osservava la scena incuriosito (per quanto un lupo può sembrare incuriosito), e sbiancò di nuovo.

-Hai visto quant'è feroce?- gridò terrorizzato indicando il lupo con una mano tremante.

Axel guardò il vecchio lupo. Trovava molto più feroci le pulci che balzavano fra i ciuffi di pelo.

-Ferocissimo. Che ne dici se lo cacciamo a calci e continuiamo l'esplorazione?-

Visto che Demyx non aveva la minima intenzione di avvicinarsi all'animale il rosso evocò i suoi chakram e avanzò minaccioso.

Il lupo capì che era venuto il momento di darsela a gambe e iniziò ad indietreggiare, ma ficcò per sbaglio il piede in una tana di conigli che uscirono fuori parecchio arrabbiati e iniziarono a rosicchiarlo e a saltargli in testa.

Il povero animale scappò velocemente. Quella non era decisamente la sua giornata: dopo aver passato la mattinata a dare la caccia a un biondo ragazzino tutto ossa finendo più volte in un burrone aveva finalmente trovato delle prede degne di questo nome, ma era stato attaccato da un po' di conigli! Sarebbe di certo diventato lo zimbello della foresta.

-Sì, devo dire che quel lupo era davvero spaventoso.- disse ironico Axel.

-La mia è una fobia.-ribatté Demyx- Quando avevo quattro anni...-

Il rosso sbuffò mentre il suo compagno riattaccava son un altro dei suoi stancanti monologhi.

Seguivano un sentiero che sembrava condurre fuori dal bosco già da mezz'ora quando sentirono delle voci.

-Chissà dov'è finito quel ragazzo!- disse una voce particolarmente roca.

-Ultimamente sparisce spesso, quello stupido pivello di Semola.- rispose un'altra che sembrava appartenere ad un uomo più giovane.

-Magari l'ha mangiato il lupo.- Demyx rabbrividì, ma Axel dubitava che quel lupo fosse in grado di mangiare anche solo una lumaca.

-Si è fatto tardi, meglio tornare al castello.-

I Nessuno osservarono i due uomini uscire dalla foresta e incamminarsi verso un grande maniero di pietra.

-Li seguiamo?- chiese il biondo.

-Nah, questo mondo non mi sembra molto interessante. Hai notato? Neanche un Heartless in giro. Non penso valga la pena perdere altro tempo.-

Axel aprì un portale Oscuro e lo attraversò, seguito dal suo compagno.

Dalla cima di un albero un vecchio scoiattolo argentato osservava stava osservando con interesse il punto dove il portale si era appena richiuso.

-Heartless.- mormorò -Dovrò riferirlo a Yen Sid.-

 

 

Axel salì sulla Torre dell'Orologio di ottimo umore.

La giornata era quasi finita e adesso arrivava il suo momento preferito, l'unico che valesse davvero la pena vivere.

Tu non vivi mai niente, stupido.

Si disse, eppure quanto dondolava i piedi osservando dall'alto tutta Crepuscopoli sentiva qualcosa agitarsi nel petto.

Aspettò l'arrivo di Renex. Voleva sentire la sua risata quando le avrebbe raccontato del lupo e della reazione di Demyx, ma il tempo passava e la ragazza non arrivava.

Axel si guardò intorno un po' preoccupato. Non l'aveva mai dovuta aspettare, beh in realtà non l'aveva mai aspettata. Quando l'orologio scoccò i rintocchi capì che non sarebbe arrivata.

Ad un tratto il tramonto gli sembrò meno bello.


Autrice:
HELLO!
Lo so che è un mese che non aggiorno, ma proprio non riesco a essere regolare (fa parte del mio stile u.u *la guardano tutti male*)
Eccomi qui con questo capitolo very strange (oggi mi sento inglese, sarà che ho appena fatto il corso di recupero)
Nel caso non si sia capito è il mondo della Spada nella roccia, infatti ho anche nominato Semola e il lupo è quello sfigato (è da una vita che non guardo quel cartone però mi sembrava che cadesse effettivamente in un fosso).
QUesto mondo è autoconclusivo, nel senso che Axel non lo trova interessante data la mancanza di Heartless (per causa di Merlino) e quindi l'Organizzazione non trova il bisogno di tornarci.
Ci sono alcune svolte sulla questione del tradimento e Renex non si fa vedere.
Grazie a tutti quelli che recensiscono e mi seguono ^^
Al prossimo capitolo (possibilmente presto)

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