Moon calendar: full moon is coming

di Commy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cave ***
Capitolo 2: *** Interrogatory ***
Capitolo 3: *** The bite ***
Capitolo 4: *** The first school day as a werewolf ***
Capitolo 5: *** Meet the Hale ***
Capitolo 6: *** I'm going to what?! ***
Capitolo 7: *** The new guy ***
Capitolo 8: *** My anchor is: ***
Capitolo 9: *** Just a kiss ***
Capitolo 10: *** Family ***
Capitolo 11: *** Deep Blue Sea ***
Capitolo 12: *** Traumatic ***
Capitolo 13: *** Monster ***
Capitolo 14: *** The wedding ***



Capitolo 1
*** Cave ***


Cave

 

“Quanto lo odio!” Pensai mentre il lupo più asociale che avessi mai visto, se ne andava dopo avermi sbattuto contro il muro e avermi raccomandato di non seguirli quando la sera sarebbero andati al presunto nascondiglio del branco di Alpha.

 

Gli ho dato ascolto?

 

Ovviamente no, non lo facevo mai.

 

Avrei dovuto?

 

Probabilmente sì, ma se l'avessi fatto adesso non sarebbe cambiato nulla, sarei ancora lo sfigato che aiuta il branco perché riesce solo a cacciarsi nei guai e non riesce a trovarsi degli amici normali.

 

Forse però avrei anche qualche problema in meno, anzi, decisamente avrei dei problemi in meno!

 

Ma cosa posso farci? Mi sono iscritto ad un gioco di ruolo on-line dove combatto creature mitiche e poi me le faccio sfuggire nella realtà?!

 

Di me si può dire che sono: gracile, logorroico, imbranato, sfigato, completamente innamorato, iperattivo, pessimo nel mentire (anche se sto migliorando!) e molto altro, ma non che mi faccio scappare di mano l'occasione di farmi quasi uccidere, tanto ormai ci sono abituato!

 

Per questo la sera, invece di restarmene a casa davanti alla tv, seguii i miei amici mannari nella riserva, abbastanza distante per non farmi notare, fino ad una specie di grotta.

 

“Che fantasia! Perché non vanno a nascondersi in città? Darebbero meno nell'occhio. Cosa pensa una persona di qualcuno che vive in una riserva?! Niente di buono, per questo Mr-ce-l'ho-col-mondo era stato sospettato di pluriomicidio, non è molto rassicurante una persona che vive in una catapecchia e che non è capace di comprare vestiti che non siano neri, bianchi o grigi. E poi è possibile che tutti i lup...”

 

Il mio monologo interiore fu interrotto dalla scomparsa dei miei amici.

 

Oh, mi ero distratto un secondo ed avevano fatto pouf!

 

Che fossero entrati nella grotta?

 

Probabile.

 

Che io me ne andassi lasciando il mistero e che non mi avvicinassi alla grotta per calmare la mia curiosità?

 

Impossibile.

 

Così mi diressi verso la grotta è cercai di guardarci dentro.

Ovviamente non vidi niente e mi incamminai per vedere i volti delle “persone” che stavano producendo dei ringhi poco umani e....

 

SBAM!

 

Venni atterrato dal peso di una persona decisamente robusta.

 

-Ma che cavolo! N-non resp-piro!- Cercai di dire mentre mi agitavo sperando di spostare quel peso dal mio corpo.

 

-Ahahahahah! Avevi ragione è proprio gracile! Ed è strano che sia qui, non è neanche uno di noi.-

 

-Magari fa parte dello strano branco di Derek... Anche se mi sembra strano che un ragazzino senza nulla di speciale sia utile.-

 

Dissero due voci molto simili e maschili mentre iniziavo ad arrendermi all'idea che sarei rimasto a terra finché non lo avessero deciso loro.

 

-Tranquilli insultatemi pure come se io non fossi qui!- Articolai la frase a macchinetta e visto che la mia unica difesa era il sarcasmo lo usavo per sopravvivere e, principalmente, per non avere un crollo psicotico.

 

Dopo pochi minuti di silenzio il macigno che avevo sulla schiena venne spostato e, dopo che i due Alpha (ormai ero sicuro che lo fossero) mi tirarono su, con orrore notai che il peso che sentivo era Derek svenuto.

 

Li guardai con disprezzo ma mi fermai un secondo a contemplarli.

Quei due erano identici! E la loro bellezza sprigionava malvagità da ogni poro. Avranno avuto l'età del mio Alpha se non qualche hanno in meno, ma erano dieci volte più inquietanti di lui.

 

La mia bocca si aprì a formare una perfetta “o” che scatenò un risolino da parte dei due.

 

-Però è carino...- Disse quello a sinistra.

 

“Ancora con questa storia!” Pensai mentre, come sempre, iniziai a vomitare parole senza controllo.

 

-Ma tranquilli continuate a parlare di me, in modo alquanto strano aggiungerei, come se io fossi sordo.-

 

-Come ti chiami?- Fece l'altro, passando lo sguardo per un momento su Derek, magari per accertarsi che non si svegliasse.

 

Non riuscii a trattenermi:

 

-Te lo vengo anche a dire?! A parte che mi hanno cresciuto ricordandomi di non parlare con gli sconosciuti, quali siete. Poi sarebbe molto stupido da parte mia visto che conosco la vostra vera natura ed, infine, sarebbe un torto al mio “branco” visto che siete i nemici. Ah... Poi metterei in pericolo il mio bel culo da umano!- Iniziai ad urlare gesticolando mentre l'Alpha svenuto si ridestava.

 

-S-stiles sei tu?- Mugugnò lui aprendo gli occhi spaesato.

 

-Grazie per aver reso vano il mio monologo.- Gli dissi girandomi verso di lui e riservandogli un'occhiataccia.

 

I gemelli in un secondo riuscirono ad immobilizzarci entrambi e ci portarono dentro la grotta. Ovviamente cercai di liberarmi, al contrario di Derek che era ancora troppo intontito per capire cosa stesse succedendo, ma inutilmente visto che il mio aggressore era un muta forma.

 

Bhe, almeno ci avevo provato.

 

In fondo alla grotta c'erano delle scale le quali portavano ad una sala decisamente inquietante: la luce era prodotta da un fuoco e da lampadine molto fioche, a sinistra vi erano delle brandine, al centro un tavolo rotondo, con degli sgabelli attorno, sul quale campeggiavano vari pugnali e qualche frusta. Infine a destra vi erano delle reti di metallo sulle quali erano attaccati, per mezzo di alcune catene, i miei amici.

 

Credo di aver avuto un'espressione alquanto scioccata perché dal buio uscì un uomo che, quando fu abbastanza vicino da intravedermi il viso, si aprì in un ghigno compiaciuto.

 

Avrà avuto trentasette anni e gli occhi marroni e liquidi s'intonavano ai capelli ambrati ed alla carnagione abbronzata.

 

-Stiles, ho sentito bene?- Mi chiese abbassandosi leggermente per guardarmi negli occhi.

 

“Ecco, adesso per colpa di Mr-non-so-cosa-sia-un-sorriso tutti sanno come mi chiamo! Ma un po' di privacy non posso averla?! Pff” Pensai cercando di non far intravedere la paura che mi suscitava la vicinanza dell'uomo.

 

-Sì.- Sussurrai sicuro che tutti in quella stanza mi avessero sentito.

 

-Sono il capo del nuovo branco in città, piacere.- Continuò porgendomi la mano.

 

Il mannaro che mi aveva tenuto i polsi fino a quel punto sciolse la presa ed io titubante afferrai la mano dell'alfa di fronte a me.

 

-Quindi... Che cosa ne farete di loro adesso che li avrete presi?- Domandai indicando Scott e gli altri.

 

-Sai, avevo in mente di torturarli finché il tuo Alpha non avrebbe accettato di unirsi a noi. Ma adesso che ci sei tu...- Lasciò in sospeso la frase e si avvicinò al mio collo inspirando il mio odore, probabilmente accertandosi che fossi umano, per poi ritornare alla posizione iniziale.

 

-Stiles credo che i tuoi amici possano andare.- Finì.

 

A quelle parole la mia angoscia diminuì visibilmente.

 

-Ma tu resterai a farci compagnia per un po'.-

 

Ma il terrore mi pervase a queste ultime.

 

-V-va bene. Basta che li lasci andare.- Borbottai abbassando lo sguardo e cercando di mantenere la voce salda.

 

Quando, pochi secondi dopo, lo rialzai vidi che Erica era già stata liberata ed i gemelli stavano slegando Isaac.

 

Alcuni minuti dopo io avevo preso il posto che prima occupava Boyd.

 

Il resto del branco, tranne Derek che era seduto su una sedia davanti a me, era al sicuro fuori dalla grotta.

 

-Svegliati!- Urlò il capo degli Alpha dando un pugno sullo zigomo al mannaro dagli occhi verdi.

 

Questo si riprese per via del dolore e quando mi vide spalancò gli occhi.

 

-Cosa ci fai qui?!- Mi ringhiò contro.

 

-I-io...-

 

Non sapevo cosa dire ma al posto mio rispose uno dei due gemelli, che in quel momento era dietro di lui mentre l'altro si trovava fuori con i miei amici.

 

-Bhe... Stiles vi ha seguiti fin qui ed è stato così gentile da offrirsi al posto dei tuoi beta.-

 

-Dovremmo ringraziarlo. Che ne dici Derek?- Disse l'Alpha più grande prendendo in mano un pugnale.

 

Quel gesto mi fece accelerare il battito cardiaco e tutti i muta forma si voltarono verso di me.

 

Il moro si avvicinò e in pochi secondi mi piantò il pugnale nella coscia.

 

Mi trattenni il più possibile e riuscii a non urlare mordendomi a sangue il labbro inferiore.

 

-Il bello è che non devo neanche usare tecniche strane per infliggergli più dolore visto che è un normale ragazzino.- Continuò l'Alpha ghignando.

 

E voltandosi verso Derek che era rimasto scioccato dall'irruenza del mio carnefice:

 

-Questo è un avvertimento. Per adesso lui rimarrà con noi. E se non deciderai di unirti, ovviamente insieme al tuo branco, a noi... Questo ragazzino non farà una bella fine.-

 

E concludendo la minaccia rigirò il coltello nella ferita.

 

Quella volta noi riuscii a trattenermi e sfogai il mio dolore in un urlo liberatorio.

 

Il pugnale fu estratto dalla mia coscia e il mio Alpha, tenendo lo sguardo sempre su di me, venne trascinato fuori dal gemello rimasto.

 

La tortura iniziò e dopo alcuni minuti di dolore insopportabile il capo degli Alpha parlò:

 

-Temono per te Stiles, lo sento e credo che proveranno a liberarti... Ma sta tranquillo, faremo in modo che questo non accada.-

 

Ed un pugno nello stomaco mi fece perdere i sensi.









DAMMI TRE PAROLE: DEREK, STILES, AMORE!



Allooooora.... CIAO!

Mi chiamo Laura e questa, come avrete letto prima, è la prima volta che mi cimento in questo settore.

Visto che non voglio scrivere castronerie vorrei che voi mi lasciasse una recensionina per orientarmi verso ciò che è meglio

per me, per voi ma non per i nostri protagoisti (Mwahahahah).

Visto che ho pronta la trama ma non i capitoli aggiornerò ogni sabato pomeriggio o sera.



(il prossimo capitolo arriverà sui monitor dei vostri pc solo dopo 5 recensioni. ovviamente accetto anche le critiche ma non 

fatte per insultare o denigrare sia chiaro.)


ALLA SETTIMANA PROSSIMA! <3







 

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Capitolo 2
*** Interrogatory ***


Interrogatory

 

Erano passati tre giorni e già mi trascinavo a fatica.

 

Le giornate erano tutte uguali: “colazione” per essere in forze, torture fino a cena, interrogatorio in uno sgabuzzino insieme a Kalì, il braccio destro del Capo, ed infine una dormita fino alla mattina dopo.

 

Ormai la maglia e la felpa che avevo indossato la sera della mia cattura erano state lacerate dalle lame e dalle frustate, quindi mi toccava stare a torso nudo continuamente e il clima umido e freddo della grotta non era l'ideale per un ragazzino umano.

 

Il mio corpo, soprattutto il torace, era terribilmente sfregiato e poche erano le zone rimaste intatte.

 

Non avrei resistito ancora a lungo e loro lo sapevano.

 

Non avevo ben capito cosa avessero in mente ma dal giorno prima tutto il branco era presente sia alle torture che all'interrogatorio. Da quel che avevo capito in testa, dopo il Capo, vi era Kalì seguita da Ethan e Aidan, i due gemelli, poi Sarah e Renè ovvero le ultime arrivate.

 

Il quarto giorno mi è rimasto impresso per la tensione e la curiosità che regnavano tra gli Alpha.

 

Le torture furono molto più dettagliate e questa volta, invece di usare pugnali per ferirmi, preferirono inveire direttamente con gli artigli in dotazione con il pacchetto “Amici Pelosi” del quale ero il solo privo.

 

I tagli questa volta non erano fatti a caso ma sembravano dei disegni, per la maggior parte triscele come il tatuaggio di Derek, volutamente inflitti vicino alle vene ed alle arterie principali.

 

Anche l'interrogatorio fu diverso: non mi avevano legato ad una sedia e messo nello sgabuzzino con Kalì, bensì mi misero solamente a sedere su uno sgabello così che tutti sentissero e vedessero meglio alla luce le mie espressioni e le mie reazioni.

 

La ragazza era molto bella: la carnagione scura lasciava intendere le sue origini mediorientali, gli occhi, leggermente più chiari dei miei e sul verde, facevano intravedere il piacere che provava nel vedermi soffrire ed i capelli castani e mossi le avrebbero dato, se le circostanze fossero state diverse, un'aria dolce.

 

Solitamente usava la tecnica del terrore, che non funzionava molto visto che tentavo con tutte le mie forze di tener basso il mio battito cardiaco, ma questa volta sembrava più tranquilla magari perché era sicura che non avrebbe fallito.

 

-Allora... Com'è andata oggi Stiles?- Mi chiese con un ghigno che non prometteva niente di buono.

 

-Bhe... Diciamo che non mi ha entusiasmato il fatto che mi abbiate usato come una tela. Comunque sono felice di non doverti parlare al buio.- Risposi tranquillo.

 

Se stavano cercando di avere informazioni tramite i miei sproloqui, visto che mi era già capitato di parlare senza pensare, mi sarei attenuto al numero minimo di parole.

 

-Sai non te l'ho ancora chiesto, ma siamo tutti curiosi di sapere come mai, un ragazzino normale, sia venuto a conoscenza di questo mondo.- Disse tranquillamente lei iniziando a girare intorno al tavolo.

 

“Attento Stiles. Misura le parole: non dirgli di essere il miglior amico di Scott, ti userebbero per catturarlo.” Mi ricordò una vocina nella mia testa che somigliava stranamente a quella di Lydia.

 

-Bhe... Ho conosciuto un tizio a scuola che era stato morso ed io... l'ho aiutato a trovare la sua ancora per le trasformazioni. Poi quando Derek voleva trovare suo zio gli aveva chiesto aiuto ed mi sono aggregato. Non sono così inutile come sembro. Dico davvero! Più di una volta ho salvato le chiappe pelose a quelli del branco! Poi che non mi rivolgano altro che occhiatacce e che mi sbattano sempre contro una parete è un altro conto...-

 

“Accidenti!”

Mi accorsi troppo tardi di aver detto troppo e cercai di rimediare.

 

-Bhe... Comunque sono utile!- Finii cercando di capire se avessero notato che, non intenzionalmente, avevo parlato di Derek.

 

-E come ti sei reso utile? Sicuramente nelle battaglie non devi essere un asso.- Continuò la mora avvicinando il suo volto al mio rendendomi leggermente nervoso.

 

“Ma un mannaro che non sia figo da far paura no?! Tra maschi e femmine c'è ne sono di tutti i gusti!”

 

-Sono molto bravo con le ricerche, i piani d'attacco, e non serve ricordarmi che tanto non sono abbastanza peloso per svolgerli, e... Sono un grande oratore!- Risposi, aprendomi in un sorriso a trentadue denti all'ultima frase.

 

-L'abbiamo notato.- Intervenne Ethan che era in fondo alla stanza.

 

-Hey! Non è che mi stia trattenendo perché mi piace essere messo sotto torchio! Siete voi psico...-

 

Il mio discorso si dissolse appena quasi tutti gli Alpha, a parte il Capo e Kalì, mi guardarono male con i loro inquietanti occhi scarlatti.

 

Riabbassatasi la tensione il Capo mi venne incontro e mettendomi una mano sulla spalla disse:

 

-Il motivo per cui sei ancora vivo è che, anche dopo tutto quello che ti abbiamo fatto, sei sempre convinto di potercela fare e non ti fai scoraggiare riuscendo così a tenere testa anche a noi.-

 

-”Sono convinto di potercela fare?” Ma mi avete visto?- Ribattei io sorpreso.

 

-Pensaci... Hai mai pianto durante le torture?- Continuò l'uomo conficcando il suo sguardo all'altezza di una cicatrice a forma di triscele.

 

-No.-

 

-Ed hai mai chiesto pietà?- Si introdusse Kalì con quella domanda.

 

-No.- Dissi iniziando a riflettere su ciò che stavano dicendo.

 

-Quindi direi che non sei proprio inutile, saresti un ottimo alleato: fedele, intelligente, l'unica cosa che ti manca è la forza necessaria.- Finì la donna sibillina dandomi le spalle.

 

-Ma non hai la tempra, sei stato abituato alla vita normale, facile.- Aggiunse Renè scuotendo i capelli rossi così da poter incrociare il suo sguardo nero nel mio nocciola.

 

Alzai lo sguardo e squadrai ogni muta forma uno ad uno.

 

Quando riagganciai lo sguardo a quello del Capo (possibile che dopo quasi quattro giorni non sapessi ancora il suo nome?) raccolsi tutto il coraggio che mi rimaneva in corpo e mi sfogai:

 

-Sono ancora qui, mentalmente sicuro di poter sopravvivere, perché HO passato di peggio. Non ho avuto proprio una vita facile. Ovviamente non parlo del dolore fisico, in quello siete dei maestri- E l'ultima costatazione li fece sorridere tutti, fieri e consapevoli della loro bravura.

 

L'Alpha più anziano però rimase impassibile.

 

Lui aveva capito dove volevo arrivare e la mia forza d'animo intralciava i suoi piani, ma la freddezza e il compiacimento che notavo negli altri mi fece esplodere:

 

-...ma non potete nemmeno immaginare cosa ho passato emotivamente. Quando è morta mia madre è morta una parte di me, fuori ero lo stesso ma da quel momento lo Stiles egoista e menefreghista scomparve. Se mia madre fosse ancora qui io non mi troverei ad affrontare tutta questa storia. Non saprei neanche cucinare e sicuramente sarei come quei adolescenti che ignorano entrambi i genitori, che vogliono loro un bene dell'anima, senza sapere quanto sono fortunati ad averli entrambi. Se non fosse morta mia madre non avrei neanche sofferto di attacchi di panico, ma purtroppo non è stato così... Lei è morta e ciò mi ha reso la persona che che sono fiero di essere oggi. Quella persona che si fa subito in quattro per un amico, colui che, pur non sapendosi difendere tra i lupi, si è cacciato in un casino sovrannaturale solo per sostenere le persone a cui voleva bene.

Ma soprattutto sono quella persona che, in questo momento, davanti a dei lupi grossi e cattivi, non si fa intimidire pur avendo una fifa matta. Anzi si fa vedere forte perché è l'unica cosa che può fare visto che il suo corpo non resisterà ancora a lungo.-

 

Mi accorsi solo dopo aver finito il discorso, che era stato più uno sfogo personale per lo stress accumulato in quei giorni, che mi ero alzato in piedi puntando il dito sul petto di Aidan che si era posizionato davanti a me.

 

Mi ritrassi subito e mi sedetti cercando di sembrare il più piccolo possibile.

 

“Ora sono definitivamente morto.” Pensai restando in silenzio visto la situazione che avevo creato.

 

Ethan scattò velocemente verso di me per colpirmi ma il gemello gli fermò il braccio a mezz'aria e gli torse un polso per farlo allontanare, consapevole che per ciò che dovevo subire occorreva l'approvazione del Capo.

 

A quel punto il branco si riunì in un cerchio ed iniziarono a discutere.

 

“Ecco adesso si mettono pure a borbottare...” Commentai mentalmente guardando gli Alpha più importanti confabulare tra di loro.

 

Dopo qualche minuto entrambi mi si avvicinarono.

 

-Per oggi abbiamo finito Stiles.- Mi congedò Kalì con uno luccichio negli occhi ma restando seria in volto.

 

-Sei davvero una brava persona ragazzo. Il problema è che questo ti ha portato in un mondo troppo grande per te, piccolo gracile ed insignificante umano...- Continuò il Capo squadrandomi più da vicino.

 

-Bhe... Lo devo prendere come un compli...-

 

-Noi provvederemo a renderti adatto. Stasera c'è la luna piena quindi agiremo domani.- Finì l'uomo spezzandomi le parole.

 

Avrebbero provveduto a rendermi adatto al mondo che mi aveva risucchiato.

 

Ma cosa voleva dire?

 

“Oh mio Dio...” Pensai scioccato mettendomi una mano sulla bocca aperta e capendo cosa mi attendeva il giorno seguente.

 

Dovevo andarmene.

 

Subito.

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DAMMI TRE PAROLE: DEREK, STILES, AMORE!
 

HEY BELLA GENTE LAURI LAURA E' QUA PRESENTE! (Sono stata brava ad aggiornare in tempo? ^^)
Allora non odiatemi per il finale ma ho un progetto molto grande per il nostro Stilesino amorino quindi.... SOPPORTATE!
Visto che il finale non  è dei migliori vi lascio un video che credo che vi piacerà molto.... BUON DIVERTIMENTO!
http://www.youtube.com/watch?v=VC4ekS7OMlo&list=UUKPo9yzmhTqn_I6PX9BbR1w&index=6
Ditemi se vi è piaciuto!! XD

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Capitolo 3
*** The bite ***


The bite

 

La notte non avevo chiuso occhio.

 

Ormai era ovvio che volevano mordermi ma non mi sarei arreso alla loro volontà.

 

Il mattino i mannari mi svegliarono, anche se tecnicamente non avevo chiuso occhio, verso le cinque. Mi portarono fuori ed ero certo che fosse perché così anche Derek e gli altri venissero subito a sapere della loro prima vittoria. Perché eravamo in guerra e trasformarmi, allontanandomi dai miei amici, sarebbe stato un punto a favore degli Alpha.

 

Al primo passo fatto al di fuori della grotta i miei occhi, ormai abituati al buio, bruciarono ed i polmoni che da qualche giorno erano costretti all'aria umida e sporca della grotta, fecero lo stesso.

 

-Allora... Volete proprio farlo sapere a tutti.- Dissi monocorde mentre i gemelli mi presero le braccia portandole ad altezza spalle.

 

-Bhe... Hai già intuito le nostre intenzioni e dovresti capire che Beta nel nostro branco è più unico che raro. Poi sappiamo che una volta l'altro Hale te l'aveva proposto. Quindi sì, sarebbe molto divertente fare andare su tutte le furie Derek rendendoti parte integrante del nostro gruppo.- Rispose Renè affiancandosi ai gemelli e guardando i miei occhi vuoti con un cenno di soddisfazione.

 

-Poi Scott e gli altri Beta quando oggi ti vedranno arrivare a scuola accompagnato da Sarah saranno più confusi che mai.- Continuò Kalì mettendo una mano sulla spalla dell'Alpha più giovane che, anche se non me ne ero accorto in precedenza, aveva la mia stessa età.

 

-Mi manderete a scuola così?- Domandai esterrefatto indicando con le mani, visto che le braccia erano immobilizzate da Aidan e Ethan, il volto sporco e i pantaloni rovinati.

 

Ovviamente sapevo che le cicatrici ed i lividi sarebbero scomparsi.

 

-Una volta avvenuta la trasformazione, ovvero quando il segno del morso e le cicatrici saranno scomparse, ti porteremo a casa. Tanto tuo padre pensa che sei andato in campeggio con Isaac e Scott per godervi gli ultimi giorni di vacanze estive. Poi oggi è il 10 settembre e questo è il tuo terzo anno Stiles, non vorresti passarlo tra la popolarità e le ragazze?- Disse il Capo mentre mi si avvicinava.

 

-Questo è lo stesso discorso che ha fatto Derek a Boyd, Erica ed Isaac. Io non sono così debole, l'avete detto anche voi. Infine non avete preso in considerazione che, una volta trasformato, potrei decidere di tornare da Derek?- Controbattei io aprendomi in un sorriso sornione.

 

-Caro ragazzo, le tue ricerche hanno tralasciato un dettaglio...- Fece sibillino avvicinandosi a me e trasformandosi, ovviamente non completamente.

 

-E c-cioè?- Chiesi titubante sentendo le sue mani tastare il mio fianco per poi inginocchiarsi davanti a me.

 

-Una caratteristica dei licantropi che vengono trasformati...- Iniziò avvicinandomisi ed aprendo la bocca così da far intravedere le zanne.

 

-E' la fedeltà verso chi gli ha donato il morso, verso i loro Alpha.- Finì Kalì mentre il dolore per il morso del mannaro si faceva sentire.

 

Urlai con tutto il fiato che mi rimaneva in corpo e in testa la vocina stridula di Lydia continuava a ripetermi:

 

“Perché non ti sei battuto di più?

Non ti sei impegnato.

Tu in fondo lo volevi il morso.

 

Dopo pochi minuti il dolore sparì e fu sostituito da un senso di potenza che mai avevo sentito.

 

Sfogai tutte le mie emozioni: eccitazione, potenza, delusione, tristezza e paura in un ululato che, sicuramente, era giunto forte e chiaro a Derek, Peter ed agli altri Beta che abitavano da qualche tempo a casa Hale.

 

Alzai il volto mutato e peloso mentre mi giravo verso la maggioranza dei lupi che rimasero pietrificati.

 

-H-ha gli occhi verdi.- Balbettò Ethan cercando lo sguardo del loro capo per trovare sicurezza.

 

-Com'è possibile? Avevamo fatto delle ricerche su di lui! Non doveva avere niente di speciale! Doveva essere un semplice ragazzino!- Urlò l'Alpha più anziano verso Renè completamente panicata.

 

-A-avevo controllato ogni fonte riconducibile a lui ed alla sua famiglia. Non vi era scritto niente di strano!- Cercò di difendersi lei.

 

Io, decisamente stranito, chiesi cosa stava succedendo a Kalì.

 

-Solitamente i Beta, come sai, hanno gli occhi gialli. Vi è eccezione per chi non è completamente umano quando viene morso. Chi ha gli occhi blu poi è portato a fare l'Alpha perché è più veloce, forte e riesce a trattenersi più facilmente durante i pleniluni. Ma gli occhi verdi? Non abbiamo documenti di un lupo che abbia avuto il tuo stesso colore, sei unico nel tuo genere.- Spiegò tranquillamente lei.

 

-Ma io ero umano! Cioè... Deaton aveva detto che ero come mia madre, quando ero riuscito a far aumentare la quantità del sorbo degli uccellatori, ma credevo che fosse la capacità d'immaginazione!- Spiegai gesticolando e pensando solo in quel momento al possibile significato di quelle parole.

 

-Renè cos'hai?- Chiese Sarah alla rossa che sembrava aver avuto un'illuminazione.

 

-Non vi era praticamente nessun documento che si riferisse a sua madre, tranne il certificato di nascita e di morte.- Disse infine lei.

 

-Allora oggi noi, mentre Stiles e Sarah saranno a scuola, faremo altre ricerche. Adesso Stiles prendi dei vestiti di Ethan e vai a casa, dì a tuo padre che hai passato la notte da Isaac perché siete tornati tardi e hai lasciato il borsone da lui. Sarah arriverà da te alle sette ed andrete a scuola.- Mi spiegò il Capo senza staccarmi gli occhi di dosso.

 

-Perché alle sette se le lezioni iniziano alle otto?- Chiesi ritornando umano.

 

-Lei non conosce la scuola e le farai fare un tour.- Rispose lui iniziando a camminare verso la grotta.

 

Io lo seguì e, mentre prendevo una maglietta e dei jeans a caso dal cassetto dei gemelli, gli chiesi:

 

-Posso farti una domanda?-

 

-Certo.-

 

-Adesso sono un tuo Beta giusto?-

 

-Giusto.- Lui mi guardava stranito mentre, vestendomi, gli facevo tutte le domande che mi venivano in mente.

 

-E farò tutto quello che vuoi? Perché anche se non sento più il disprezzo e la rabbia che provavo prima nei tuoi confronti mi sento ancora molto legato a Scott e agli altri...-

 

-Te l'avevamo detto che ti saresti fidato di noi e mi saresti stato fedele, ma credo che sia impossibile eliminare i forti legami che hai con i tuoi amici.-

 

-Comprendo.- Dissi guardandolo mentre mi infilavo la maglia.

 

Però non ero proprio sicuro sulla parte della fedeltà.

 

-Ah, quasi mi dimenticavo.- Feci avvicinandomi a lui ricordandomi la domanda più importante che mi frullava qualche minuto prima in testa.

 

-Cosa?- Chiese lui leggermente spazientito.

 

-Qual'è il tuo nome? Dai sono un tuo Beta, letteralmente visto che mi hai morso tu, puoi dirmelo.-

 

-Deucalion.-

 

-Che strano nome... Posso chiamarti Calion?- Chiesi infine speranzoso.

 

-No.-

 

-Cal?- Domandai nuovamente.

 

-Vai a casa Stiles.- Mi congedò duro lui.

 

-Okay.- Sbuffai io dirigendomi di nuovo fuori.

 

*°*°*°*°*°*°*°*

 

-E VESTITI DECENTEMENTE!- Fu l'urlo di Sarah mentre, a quattro zampe, mi avviavo a casa.

 

*°*°*°*°*°*°*°*

 

-Stiles finalmente! Pensavo che non saresti passato fino ad oggi pomeriggio!- Mi salutò mio padre quando mi aprì la porta, abbracciandomi.

 

-Scusa è che ieri siamo tornati tardi quindi sono rimasto a casa di Isaac fino ad adesso.- Risposi ricambiando l'abbraccio, trattenendomi per non fargli male.

 

-Sei diventato più forte, guarda che muscoli! La vita all'aria aperta ti fa bene, ti sei divertito in questi giorni?- Disse a macchinetta mentre mi faceva entrare ed indicava il mio braccio dove si notava un bicipite piuttosto sviluppato.

 

-Non sai quanto...- Risposi poco convinto.

 

-Comunque vado a farmi una doccia ed a preparare la roba. Buon lavoro.... a stasera pa'.- Finii correndo per le scale e chiudendomi in bagno.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Mi ero fatto una doccia ed in quel momento mi trovavo davanti allo specchio della camera, mi sentivo strano adesso che ero un muta forma.

 

Riuscivo a sentire le goccioline che scendevano dal rubinetto del bagno che evidentemente non avevo chiuso bene. Potevo alzare senza fatica la scrivania che avevo in camera e, se mi concentravo, riuscivo a far diventare gli occhi verdi ed, anche se vedevo tutto rosso, scovavo ogni particella di polvere sul mio letto.

 

Era impressionante anche il fatto che dopo tutto il dolore che avevo provato in quei giorni, le cicatrici ed i lividi erano scomparsi in pochi secondi grazie ad un morso, anch'esso abbastanza doloroso.

 

L'unico lato negativo era il fatto che io volevo ancora bene a Scott ma mi sentivo legato anche a Deucalion, ovviamente come uno può essere legato ad un fratello maggiore, ed ero sicuro che questo mi avrebbe allontanato dal mio migliore amico.

 

I miei pensieri furono interrotti dal suono di leggeri e veloci passi fuori dalla finestra.

 

Mi affacciai e vidi Sarah che, dopo un mio cenno di assenso, entrò in camera balzando sulla finestra.

 

-Ho capito che sei lento nel vestirti però non pensavo di trovarti ancora in boxer, comunque non sei messo male.- Commentò lei squadrandomi dalla testa ai piedi maliziosamente.

 

-Non c'è tempo per i tuoi commenti: se devo farti vedere la scuola non dobbiamo fare tardi.-

 

-Hai ragione, però ti scelgo io il look. Adesso sei un lupo e non puoi usare i tuoi vecchi vestiti, soprattutto se coprono questo ben di dio.- Finì lei iniziando a rovistare nel mio armadio.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Alla fine Sarah trovò una maglia ed un paio di Jeans che non sapevo neanche di avere e mi consigliò di mettermi un po' di gel visto che i capelli, che prima della mia cattura portavo leggermente più lunghi del solito, erano abbastanza cresciuti per tirarli un po' in su.

 

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-Sei stupendo, siamo anche coordinati cosa vuoi di più?!- Disse indicando la sua maglietta grigia ed i jeans neri.

 

-Bhe... Devo dire che non è male. Ma non è il mio stile.- Commentai facendo una smorfia, licantropo ed alla moda: non mi riconoscevo più!

 

-Dovremo giare insieme quindi ti vestirai come dico io!- Fece ed i suoi occhi diventarono leggermente scarlatti, ma si tranquillizzò subito.

 

-Andiamo che è meglio!- Urlò mentre era già a metà delle scale diretta al piano inferiore.

 

La seguii e dopo una veloce colazione andammo a scuola.

 

*°*°*°*°*°*°*°*

 

Sfortunatamente ci avevamo messo troppo nel prepararci ed arrivammo all'istituto a 7:40, quando ormai l'edificio era già gremito di studenti.

 

-Respira...- Mi consigliò tranquillamente Sarah poggiandomi una mano sulla coscia amichevolmente.

 

-E se Scott e gli altri mi ignorano? E se mi sbattono al muro e mi portano da Derek che mi picchia e mi sbatte su un muro?- Feci preoccupato mentre affinai la vista in cerca del mio migliore amico.

 

-Sei uno di noi adesso, anzi si suppone che tu sia anche più forte di loro visto che hai gli occhi verdi. Non possono farti niente, poi ci sono io con te.-

 

-Come mai tutta questa gentilezza?- Domandai puntando lo sguardo nel suo.

 

-Sei uno del branco adesso. Sei anche l'unico mio coetaneo, dobbiamo fare squadra!- Disse lei raggiante.

 

-Grazie... Ma vorrei che Scott non mi vedesse come un rivale, magari pensa che non sono più il suo migliore amico.- Ammisi abbassando lo sguardo sui pantaloni praticamente nuovi.

 

-Niente sarà più come prima Stiles.- Ammise sinceramente lei, usando un tono leggermente più duro del solito che aveva avuto fino a quel momento.

 

-Questo per colpa vostra Sarah.- Dissi senza neanche pensare e scendendo dalla macchina.

 

La rabbia cresceva in me ma dovevo stare calmo ed entrare a scuola, bastava entrare in classe e fare finta di essere lo Stiles di sempre.

 

Ma non mi fu possibile.

 

Perché tra il vociare degli adolescenti, i loro battiti cardiaci e il suono della campanella sentii una voce, la sua voce:

 

-STILES ASPETTAMI!-

 

Non lui.

 

Non subito.

 

Non prima che imparassi a controllarmi.

 

Non adesso che non sapevo cosa dire.

 

Perché a Scott McCall, al mio migliore amico, non sarebbe sfuggito il fatto che ora non provavo più tabbia verso gli Alpha.

 

Che ora ero loro proprietà.

 

 

 

DAMMI TRE PAROLE: DEREK, STILES, AMORE!

 

CIAO!

Scusate per il ritardo ma mio papà non mi dava il caricabatterie del computer! ç.ç

Però sono qua e spero che il capitolo vi sia piaciuto (e che non ci siano errori ^^).

Adesso il nostro Stilinski è un lupetto ma non uno qualunque... Perché avrà gli occhi verdi?

Mi sa che dovrete aspettare un po' per scoprirlo...

Adesso voglio ringraziare le 24 e dico 24 persone che seguono questa storia (vi amo giuro!! questa storiellina è appena iniziata e siete già così numerosi!!)

Le 3 che la seguono (vale lo stesso: MUCH LOVE FOR YOU!).

E le 5 che l'hanno messa nelle preferite <3.<3

Prima di salutarvi vorrei consigliarvi di dare un'occhiata a “Fly” di Sar_ . E' molto brava e la fantasia non le manca di certo!

(Recensite per farmi sapere cosa vi piace e cosa non... C=)

 

CIAO! A SABATO!

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Capitolo 4
*** The first school day as a werewolf ***


The first school day as a werewolf


 

 

-Stiles come sta- wow!- Disse sconcertato Scott fermandosi di colpo una volta che mi voltai.

 

-N-nuovo look?- Fece ironico indicando con una mano i miei vestiti.

 

Io mi osservai un po'...

 

Mi sentivo davvero ridicolo conciato in quel modo. Io mi vestivo a strati e non con magliette aderenti come gli altri lupi, o i ragazzi normali.

 

Risi di me stesso.

 

-Già, è strano anche per me! Ma è tutta colpa di Sarah: non voleva girare con me se non mi mettevo questi.- Spiegai. Ma al nome della ragazza sul volto del moro ogni traccia di ilarità scomparse.

 

-Chi è Sarah? E... Mi chiedevo come sei riuscito a scappare.- Fece lui, inespressivo.

 

-E' questo il punto Scott... Ma non hai parlato con Isaac e gli altri Beta?- Risposi sperando che Sarah non arrivasse in quel momento.

 

Scott parve preoccupato e avvicinandomisi iniziò a toccarmi dicendo freneticamente:

 

-C-cos'è successo?! Ti hanno torturato molto? Perché mi sembri appena ritornato da una vacanza quando sappiamo entrambi che non è così? E perché avrei dovuto parlare con Isaac? Cosa mi state nascondendo?-

 

Io, visibilmente irritato da quell'invasione del mio spazio vitale cercai di fermarlo balbettando qualcosa di insensato ma, alla fine non riuscii a trattenermi:

 

-LASCIAMI!- Gli urlai in faccia mentre i miei occhi si tingevano di un verde quasi fosforescente e la voce diventava più aggressiva ed animalesca.

 

-Oh mio... Stiles... Ma i tuoi occhi... Andiamo ti port...-

 

-Tu stagli lontano! Un minuto che sta con te e già gli fai perdere il controllo! Bel migliore amico che sei, non ti sei neppure accorto del suo nuovo odore...- Ringhiò arrabbiata Sarah prendendomi le spalle ed accarezzandomi la schiena mentre mi tenevo il volto tra le mani per non far vedere il colore dei miei occhi.

 

Mi vergognavo di me stesso.

 

Ero un mostro adesso, neanche un qualunque Beta dagli occhi gialli ma uno dagli occhi verdi.

 

“Dopo le torture dovevano per forza trasformarmi? “

 

Avrebbero fatto prima ad uccidermi anche perché la rabbia che avevo dentro di me non era normale, era amplificata cento volte e questo contribuiva solo a farmi stare peggio.

 

E se non fossi riuscito a reprimerla come mi avevano consigliato gli Alpha?

 

-Andiamo in classe Stiles, abbiamo letteratura alla prima ora. Ciao Scott.- Disse lei con sguardo arrabbiato.

 

-M-ma aspettate... STILES!- Mi chiamò il Beta più anziano avvicinandosi a noi.

 

-Ciao Scott!- Finì la ragazza duramente, portandomi all'interno dell'edificio.

 

*°*°*°*°*°*°*°*

 

-Come stai?- Mi chiese sedendomisi in parte.

 

L'aula era ancora vuota ed al silenzio riuscivo a pensare, a calmarmi.

 

-Meglio... Ma non dovevi farlo sentire così in colpa. Era solo preoccupato e da casa sua è impossibile sentire ciò che succede nella riserva, non poteva saperlo.- Giustificai Scott guardandola negli occhi ma ringraziandola allo stesso tempo.

 

-Bhe... Anche se tu fossi ancora umano non credo che quell'invadenza ti avrebbe fatto piacere.- Borbottò la bionda leggermente imbronciata.

 

-Grazie.- Dissi sincero e, puntando gli occhi nel vuoto mi fermai a pensare alla mia condizione.

 

Riflessione che non durò a lungo visto l'intervento di Sarah.

 

-Ti conosco da poco ma so che non sei così taciturno solitamente, anche durante le torture straparlavi! Sei preoccupato e facendo parte del tuo branco lo percepisco vividamente, il punto è che, solo perché sei un po' diverso dagli altri non devi sentirti anomalo.-

 

Non pensavo che essendo parte del mio branco gli Alpha avrebbero potuto percepire i miei sentimenti, questa storia era ancora più complicata del previsto! Non credevo neanche che sarebbero stati così disponibili ed aperti, ma questa sorpresa mi era molto gradita: avevo bisogno di tutto il sostegno possibile.

 

-Però devo parlarti di una cosa... Io, Deucalion e Kalì crediamo che Renè ed i gemelli non riusciranno a trovare il motivo della tua particolarità. Quindi abbiamo organizzato un piano...-

 

Dal corridoio sentii voci e passi avvicinarsi sempre più e smorzai lì il discorso.

 

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Mancava solo un'ora alla fine della giornata scolastica e, fortunatamente, non avevo avuto lezioni insieme a Scott o gli altri e Sarah mi aveva tenuto occupato durante il pranzo.

 

Era ancora strano sentire ogni singolo ronzio e percepire l'odore personale di tutti i ragazzi...

 

Bhe, posso anche dire che era una ficata! E questa novità mi piaceva sempre più, l'unica parte negativa era il non saper gestire le emozioni.

 

Entrai nell'aula di chimica e guardando i miei compagni mi accorsi di una cosa: Sarah non faceva l'ultima ora con me ma tutti gli altri Beta che conoscevo, comprese Lydia ed Allison, sì.

 

-Oh mio dio...- Sussurrai impercettibilmente ad udito umano, ovviamente i mannari in quella stanza mi sentirono benissimo.

 

“Diamo via al piano Stiles!” Mi spinse una vocina nella mia testa, stranamente somigliante a quella di Ethan.

 

L'unico posto libero era in parte a Jackson...

 

Perfetto per il mio scopo.

 

-Stilinski ora che ci ha omaggiato della sua presenza vuole accomodarsi a fianco del suo compagno o resta lì imbambolato?- Mi riprese il professor Harris indicandomi il bancone dove si trovava il biondo.

 

La lezione non poteva iniziare peggio, ma l'unica mia possibilità era obbedire o mi sarei ritrovato in punizione, come se essere un licantropo non portasse già troppi guai.

 

-Allora... Da quanto ho sentito sei come noi adesso, anzi, sei uno di loro. Scott ci ha raccontato della tua amichetta, l'Alpha.- Disse duro.

 

-Parla l'ex lucertolone assassino...- Ribattei ricambiando l'occhiataccia che mi aveva precedentemente inviato il co-capitano di Lacrosse.

 

-Non avevo scelto io di diventare un Kanima!- Si giustificò a bassa voce ma con l'attenzione di tutti i muta forma della stanza incentrata su di noi, anzi, su di me. Anche Lydia ed Allison, che si trovavano alle nostre spalle, potevano ascoltare la nostra discussione.

 

-Capisco che è colpa mia se mi hanno catturato ma evidentemente non vi siete impegnati tanto per liberarmi... Quei quattro giorni mi sono sembrati anni ed IO non ho chiesto di essere trasformato come te, avevano già programmato tutto. Loro volevano questo, loro volevano che voi mi allontanaste ma io no. Capisco che mi terranno vicino visto che mi credono del branco ma io vi sono ancora fedele.- Continuai piccato.

 

“Non si fidano di te Stiles, evidentemente non sei mai stato affidabile... Anche se hai sempre rischiato la vita per colpa dei loro casini sovrannaturali!” Disse la voce del gemello nella mia testa.

 

-Non credo proprio. Io da quando sono stato morso, come tutti gli altri, ho un legame profondo con Derek. Sento che gli rimarrei sempre fedele... anche controvoglia. Credi di poter spezzare questa unione solo con dell'amicizia? Sei troppo debole Stiles. Ed ora che sei stato morso da uno degli Alpha per me non sei degno di fiducia!-

 

Dopo quelle frasi non mi trattenni più: il cuore sembrava mi dovesse scoppiare in petto da quanto palpitava e respiravo troppo velocemente per non aver fatto alcuno sforzo fisico.

 

In preda alla furia presi per la maglietta Jackson e lo alzai di dieci centimetri dalla sedia.

 

-Parli tu? Non ti è mai fregato niente di Derek e del branco. Io sono meglio di te! Io lo sconfiggerò perché non sono codardo come te, io mi facevo il culo per voi anche da umano! Non puoi neanche immaginare quanto dolore psicologico e fisico abbia sopportato in quattro giorni. Se tu mi avessi visto prima del morso... Ero deturpato! Non vi era una parte del corpo intatta. Cicatrici, lividi, piccole ma dolorose infezioni dovute agli squarci dei pugnali... Ho passato tre giorni e mezzo a petto nudo al freddo ed al gelo! Non puoi immaginare...- Sibilai sfogandomi e rimettendolo giù piano piano.

 

La cosa positiva era che solo gli interessati si accorsero di cosa succedeva.

 

La negativa era il fatto che, anche dopo aver scelto di stare con il branco che mi aveva dato questo potere, quelle parole bruciavano nel petto. La mia mente mi aveva consigliato di schierarmi dalla parte del mio creatore ma il mio cuore era ferito dal fatto che sceglievo loro al posto degli amici, al posto del mio migliore amico.

 

Ma era più forte di me: l'istinto del mio lupo prevaleva.

 

-I-i tuoi o-occhi...- Balbettò Jackson con incredulità e facendomi tornare alla realtà.

 

“Non sanno dire altro, raccontagli del dolore che hai dovuto patire!” Riprese la vocina irritante del giovane Alpha.

 

-E gli ultimi giorni si sono anche impegnati di più: non erano più tagli normali quelli che mi infliggevano, ma triscele (fatte con i loro artigli) sul collo, sui polsi... dappertutto. Quando capii che volevano trasformarmi provai ad andarmene ed a sviare le loro intenzioni, ma come puoi vedere fallii. E non sono nemmeno un Beta normale: sono un mostro dagli occhi verdi! Pure loro si sono spaventati nel vedermi, ma almeno mi sono rimasti vicini e Sarah è più gentile di quanto sembra.- Detto questo abbassai lo sguardo sul materiale del bancone cercando di ignorarlo.

 

-Stiles non potevamo immaginare...- Erica.

 

-Non possiamo capire ciò che hai passato ma...- Boyd.

 

-Hanno provato a tirarti fuori da là...- Lydia.

 

-Ci siamo impegnati tutti...- Allison.

 

-Anche Derek, non smetteva un secondo di organizzare piani...- Jackson.

 

-Ma erano troppo forti per noi...- Isaac.

 

-Ci dispiace.- Scott.

 

“Il tuo sfogo è servito anche ai nostri scopi oltre a liberarti, non sei contento?!”

 

Iniziava ad infastidirmi la voce di Ethan.

 

E non riuscivo ad accettare quelle scuse. Che fosse per la trasformazione, per l'anomalo colore degli occhi o per la mia scelta, il dolore e il fatto che in quattro lunghissimi giorni non si erano fatti vedere non si cancellavano con delle scuse.

 

“Ma lo senti che non mentono, inizia ad usare i tuoi super-sensi per qualcosa di utile.” Disse la Lydia della mia mente.

 

Era vero, erano seriamente dispiaciuti.

 

Ma ormai avevo acconsentito al piano dando la mia parola e Stiles Stilinski rispettava sempre le promesse. Infondo Sarah si era presa cura di me e avevo visto del sincero affetto in fondo ai suoi occhi liquidi.

 

-Ragazzi tranquilli non sono arrabbiato con voi. Ho solo della rabbia repressa e il mio nuovo stato non mi rende le cose semplici.- Affermai girandomi verso di loro e sorridendo a trentadue denti.

 

Un sorriso falso, ma pur sempre un sorriso.

 

-Sapevo che non eri cambiato!- Sussurrò il mio migliore amico, sapendo che l'avrei sentito, sorridendomi fiero e felice.

 

“Quanto si sbaglia...” Ghignò Ethan nella mia mente regalandomi dei brividi di ribrezzo verso me stesso.

 

-Un piccolo morso non può cambiare l'invincibile Stilinski!-

 

Menzogna.

 

Soffrivo ad ogni frase che pronunciavo.

 

Possibile che il mio lupo fosse così autodistruttivo?

 

-Bhe... Almeno il look è migliorato.-

 

E dopo il commento di Lydia la lezione procedette e feci finta di niente cercando di pensare all'esperimento che io e Jackson dovevamo svolgere.

 

*°*°*°*°*°**°*

 

Fuori da scuola io, insieme agli altri, aspettavamo Sarah per parlarle.

 

Ovviamente lei sapeva che tutto ciò sarebbe successo ed ero certo che avrebbe recitato alla perfezione la sua parte.

 

Quando la vidi arrivare le feci un cenno e, senza opporsi, si avvicinò al gruppetto di licantropi.

 

-Sai che se gli altri ti vedono con loro ti faranno una lavata di capo che ricorderai fino ai trent'anni?!- Fece, riservando occhiatacce ad ogni membro dell'altro branco.

 

Ottima attrice.

 

-Credo che tenteranno di uccidermi dopo quello che riferirai...-

 

Anche io non ero male.

 

Mi sentivo un traditore mentre inscenavo quello che avevamo programmato qualche ora prima.

 

Eppure non mi sarei dovuto sentire in quel modo.

 

-Cosa vuoi fare? Non dirmi che... Oh no Stiles!- Si lamentò la bionda fintamente triste e delusa.

 

-Sì. Ho deciso di entrare nel branco di Derek. Avreste dovuto aspettarvelo che dopo la trasformazione mi sarei riunito a loro. Qualunque legame ci sia tra me e Deucalion non credo possa superare quello che ho con i miei amici, magari Derek fa eccezione ma lasciamo stare.-

 

Bugie, soltanto bugie.

 

-Hai fatto un grosso errore Stiles, io ti voglio bene... Ma per il branco eri un membro prezioso, e non solo per i tuoi occhi particolari, quindi non la prenderanno bene. Ci vediamo al plenilunio, non sarà piacevole per voi.- Finì avviandosi a piedi, sicuramente diretta alla riserva, pronta a riferire il successo del piano a Deucalion.

 

Quando fu abbastanza lontana dagli studenti che uscivano impazienti dall'istituto però aggiunse, così che la sentissimo solo noi:

 

-Anche perché sia Deucalion che Derek sono molto protettivi verso i loro cuccioli... Vediamo chi vincerà.-

 

Non poteva dire frase migliore per incutere timore agli altri licantropi.

 

Ovviamente finsi di essere sconcertato anche se avevo consigliato io di finire con un'uscita d'effetto.

 

Ma ora dovevamo andare da Derek, mi servivano informazioni.

 

Così recuperammo i nostri mezzi e ci dividemmo in gruppi: Isaac, Erica e Boyd sulla Camaro del loro Alpha; Lydia e Jackson nella Porche di quest'ultimo; io, Scott ed Allison sulla mia fidata Jeep.

 

All'inizio le ragazze umane non capirono la nostra fretta ma dopo una breve spiegazione entrambe convennero che la nostra idea era la migliore.

 

Ora dovevamo solo farmi vedere da Derek e Peter, spiegargli cosa era successo e far decidere a loro come proseguire.

 

Ovviamente avrei omesso la parte del mio doppio gioco.

 

“Sei certo di star facendo la cosa giusta Stiles?” Mi domandò la Lydia del mio pensiero.

 

-Non proprio.- Sussurrai così debolmente che neanche Scott mi sentì.

 

Misi in moto e partimmo verso la Riserva.

 

 

WE ARE THE WOLF PACK!

Hey lupetti, come va?

Anticipo la pubblicazione perché domani devo fare un sacco di cose ed, in più, starò fuori casa dalle 17 a domenica... Quindi eccovi il quarto capitoletto.

Spero vi sia piaciuto e mi scuso in anticipo per degli eventuali errori (credo che ci siano perché l'ho cambiato tre volte da quando l'avevo scritto -_-”).

Ovviamente senza di voi la mia storia ora sarebbe nei meandri del mio pc quindi ringrazio chi la segue, chi l'ha messa tra le preferite/ricordate/seguite, e chi ha recensito (soprattutto babudoiu97 che non si scoraggia anche dopo le mie figuracce ^^).

Il prossimo capitolo, sono quasi certa, arriverà in ritardo perché voglio concentrarmi molto sull'incontro Derek/Stiles sia per i fini della storia sia per accontentare chi (come keeyla collins) vuole una benedetta scena Sterek.

Quindi per farmi perdonare vi metto il link di un video che amo e che mi ha fatto venire i brividi la prima volta che l'ho visto: http://www.youtube.com/watch?v=ASWTRclKLI0

(mi raccomando guardatelo a schermo intero! C=)

GRAZIE A TUTTI PER IL SOSTEGNO!

E spero di risentirvi sabato! <3

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Capitolo 5
*** Meet the Hale ***


Meet the Hale

 

Davanti a me c'era lo spiazzo di proprietà degli Hale ed, al centro, una casa da poco ristrutturata troneggiava maestosa ed elegante.

 

Era impressionante come il ritorno di Peter fosse stato utile, perché ammettiamolo nessuno amava entrare in quella dimora che richiamava la morte, e non solo per il fatto che il padrone era un lupo pulcioso e burbero.

 

La villa era molto accogliente ma comunque l'Alpha dagli occhi verdi che, pensando di non essere visto, mi osservava dalla finestra della sua camera riusciva a dare a tutta la situazione un non-so-che di inquietante.

 

-Ragazzi miei che piacere, Stiles da quanto tempo non ci vediamo?- Ci salutò l'ex Alpha cercando di essere felice della mia presenza ma standomi a distanza di dieci metri, diffidente.

 

-Derek vieni giù subito! So che puoi sentirmi razza di lupo associale che non sei altro!- Sussurrai arrabbiato e creando un silenzio teso tra il branco.

 

In pochi secondi mi ritrovai il più giovane degli Hale a pochi centimetri dal naso.

 

Mi guardava apparentemente senza espressione, ma io riuscii a vedere sollievo infondo ai suoi occhi smeraldini. Il suo sguardo mi inviava così tante emozioni che persi qualche battito e non seppi cosa dire.

 

Per mia fortuna ci pensò l'uomo a cominciare il discorso.

 

-Partiamo dall'inizio... Perché ci avevi seguiti?!- Fece rabbioso mentre gli occhi si coloravano di un rosso sangue terrificante.

 

-Perché mi avevi esplicitamente ordinato di non farlo. Si chiama psicologia inversa, ma tu non sai usarla.- Risposi beffardo e deluso dal fatto che il lupo riservasse soltanto rabbia e rancore nei miei confronti quando io, al contrario, ero felice di poter sentire la sua voce.

 

-Idiota. E perché ti sei offerto di prendere il loro posto quando ti avevano dato la possibilità di andartene?- Chiese indicando il branco al quale avevo evitato una serie di spiacevoli attenzioni.

 

-Perché sono i miei amici... idiota!- Dissi ovvio, urlando l'ultima parola.

 

-Cos'hai detto?!- Ringhiò il moro prendendomi il collo della maglietta e sbattendomi sul tronco di un albero, tutto questo in meno di cinque secondi.

 

-Ho detto...- Cominciai liberando un po' di dolore e sfogandolo sul giovane Alpha.

 

-I-D-I-O-T-A.- Finii scambiando le posizioni e scandendo lettera per lettera di quella parola che solitamente era diretta a me.

 

-Sei un Beta, non dovresti avere gli occhi di quel colore. Che cosa hanno combinato?-

 

Non credevo che bastassero così poche emozioni per farmi perdere il controllo ed innescare la trasformazione....

 

Avrei dovuto imparare a trattenermi.

 

-A me lo vieni a chiedere? Qua io sono solo la vittima!- Urlai istericamente e gesticolando ad ogni sillaba che fuoriusciva dalle mie labbra.

 

-Che ne dite di entrare? Qua fuori orecchie indiscrete potrebbero star ascoltando.- Fece amichevolmente Peter mentre, poggiando una mano sulla mia spalla e l'altra su quella di Derek, ci scortava al portico della villa.

 

-Sì... Meglio essere prudenti.- Affermò Scott entrando per primo, seguito dal resto del branco.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Lydia ed Allison stavano preparando un caffè, unico modo per tenerle lontane, mentre noi eravamo in salotto e Derek, seduto su una poltrona, era pronto a farmi un interrogatorio.

 

“Potrei essere morto a quest'ora e lui non mi chiede nemmeno come sto? Stupido Sourwolf!” Pensai sedendomi sul divano bordeaux di fronte a due poltrone, ognuna con su un Hale.

 

-Cosa ti hanno fatto? In quei quattro giorni cosa hai dovuto subire?- Mi chiese subito il più giovane dei due suscitando la curiosità dei presenti che cominciarono a fissarmi in attesa di risposte.

 

-Secondo te?! Mi hanno torturato, deturpato... A quei giorni sono sopravvissuto per miracolo, anzi, per loro volontà. Mi torturavano fino a sera sfogandosi su di me: ero un antistress. Dopo c'era l'interrogatorio, lì la violenza fisica lasciava spazio a quella psicologica. Non solo mi chiedevano di voi ma mi facevano sentire uno schifo dicendo che eravate felici che non vi stessi più tra i piedi. Sono quasi riusciti a farmi credere che, se me ne fossi andato, vi avrei fatto un favore. E' così che cercavano di estrapolarmi informazioni.- Sussurrai abbassando lo sguardo alle mie mani intrecciate.

 

Ricordando quelle ore di terrore non resistetti e lasciai una calda, salata lacrima libera di scivolare per la mia guancia.

 

-Oh Stiles... Non devi mai dubitare del bene che ti vogliamo, certo il nostro rapporto è complicato, ma ormai fai parte del branco. Anzi ne facevi già parte da umano.- Confessò Jackson lasciandoci tutti senza parole.

 

-Jacks ha ragione, ma passiamo oltre. Credi che avessero in mente già dall'inizio di trasformarti?- Domandò Peter, più amichevole rispetto al nipote.

 

-No. Me lo hanno detto chiaro e tondo che inizialmente ero solo un pezzo di carne. Ma un giorno Renè, tornata dal giro in città convocò una riunione che durò due ore. Dopo essa iniziarono a torturarmi diversamente. Mi disegnavano triscele, con gli artigli, su tutto il corpo... Anche l'interrogatorio era stato strano, quel giorno capii le loro intenzioni. Il mattino dopo mi hanno svegliato per farmi diventare questo.- Finii, indicandomi all'ultima parola.

 

Ormai avevo accettato il fatto che il mondo dei licantropi era così: spietato, crudele, cruento e senza scrupoli. Però provavo ancora disprezzo e ribrezzo per i componenti del mio nuovo branco, disprezzo che proveniva della mia parte umana ormai assoggettata e quella lupesca.

 

-Mi dispiace...- Peter.

 

-Ma se volevi trasformarmi anche tu? Dite la verità c'è qualcosa sul mio conto che dovrei sapere, ma che invece conoscete solo voi.- Esclamai ricordandomi della proposta che mi aveva fatto l'Hale più anziano, prima che riuscissimo ad ucciderlo (anche se dopo resuscitò... ma sono dettagli).

 

-Perché mi tiri sempre in mezzo, cosa c'entro io stavolta?!- Chiese Derek leggermente irritato.

 

-Anche tu mi volevi nel tuo branco: me lo hai proposto quest'estate dopo l'anniversario della morte di mia madre. Stavi approfittando della mia debolezza dovuta a quella ricorrenza... Siete della stessa pasta!- Infierii sperando di aver colpito abbastanza a fondo da fargli rivelare qualcosa.

 

-Stiles...- Mi avvertirono Scott e Jackson che erano allibiti dalla mia rinnovata forza d'animo.

 

-Che c'è?! E' VERO!- Urlai in faccia all'Alpha dagli occhi verdi mentre essi diventavano cremisi.

 

-Saresti stato capace di uccidermi senza scrupoli una volta. In questo periodo però sapevi che, se non ti fossi controllato, Scott e gli altri ti si sarebbero rivoltati contro!-

 

Non sapevo neanche perché urlassi contro colui che avevo tentato di salvare neanche una settimana prima.

 

Questo non ero io...

 

In quel momento capivo cosa doveva provare Scott. Lui però perdeva la ragione solo le giornate dei pleniluni, non una settimana prima.

 

-Stiles, io non ho mai voluto ucciderti veram...-

 

-AH, NO?! BHE SE LE MINACCE E LO SBATTERMI CONTRO I MURI ERANO UN TENTATIVO DI SOCIALIZZARE EVIDENTEMENTE DOVEVI FARE UN PO' DI PRATICA DAVANTI ALLO SPECCHIO!- Gridai abbassando il volto all'altezza del suo.

 

Nemmeno cinque secondi e mi trovai addosso al muro del salotto con, a meno di cinque centimetri da me, un Derek più incazzato che mai.

 

Quell'impatto, che avevo provocato delle crepe fino al soffitto e che aveva fatto accorrere spaventate le due ragazze, mi tolse il respiro.

 

Il dolore mi avvolgeva la cassa toracica ma riuscii a non esternare ciò che stavo provando.

 

-Stiles...- Il mio nome pronunciato da quella voce roca bastò a farmi rabbrividire.

 

-Tu non hai la minima idea di ciò che avrei potuto farti.- Disse ansimando leggermente.

 

-Non sai di quanti doppi sensi erotici ha questa tua affermazione?!- Domandai ironico cercando di allontanare le sue mani dalla mia maglietta.

 

Un ringhio basso anticipò l'uscita di scena del mannaro.

 

Senza l'appiglio del corpo del più grande sentii le gambe molli e mi accasciai al muro cercando di catalogare in qualche modo la bizzarra reazione del licantropo.

 

Però, ancora prima che riuscissi a mettere in ordine i miei pensieri Peter parlò attirando la mia attenzione:

 

-Se vuoi sapere perché eri importante per noi e come mai hai gli occhi verdi seguimi.-

 

-Dove andiamo?- Domandai rialzandomi e pulendomi i pantaloni da polvere apparentemente inesistente.

 

-Dal dottor Deaton.- Finì lui incamminandosi verso la porta d'entrata della casa.



WE ARE THE WOLF PACK!


HEEEY! Ho poco tempo quindi voglio ringraziare tutti e salutare chi continua assiduamente a leggere questa storiella.

So che è più corto rispetto agli altri ma la parte di Deaton volevo lasciarla per il prossimo...

CIAAO! <3

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Capitolo 6
*** I'm going to what?! ***


I'm going to what?! (non so perché il titolo non si ingrandisce D:)

 

-Possibile che Deaton sia a conoscenza di ogni segreto di questa città?! Prima era solo un veterinario, poi è diventato un Consigliere degli Hale, dopo era quasi uno stregone... NON E' CHE ADESSO MI VENITE A DIRE CHE E' UN VAMPIRO, VERO?!- Dissi sconcertato mentre, seguendo Peter e gli altri Beta, superavo la sala d'attesa della clinica.

 

-Tranquillo Stiles, i vampiri non esistono.- Spiegò tranquillamente l'uomo di colore invitandoci ad

avvicinarsi al tavolo operatorio posto al centro della stanza.

 

Quel luogo mi aveva sempre inquietato un po' ma l'avevo attribuito al fatto che avesse costantemente lastre attaccate alle lampade apposite (che mi sembravano alquanto inutili visto che non lo avevo mai visto alle prese con un animale), ma ora che potevo contare sui sensi da licantropo sentivo un'aura fastidiosa e lugubre.

 

“Ma sei sicuro che i lupi mannari percepiscano le aure?” Mi domandò la voce di Lydia che in questo periodo era perennemente nella mia testa.

 

“Credo di no... Però è una mia sensazione che ci posso fare?”

 

Avevo davvero risposto ad una vocina inventata da me?!

 

Ero messo male...

 

-Stiles... Per iniziare potrei vederti trasformato?- Mi chiese Deaton con un sorriso comprensivo in volto.

 

-C-certo... Ma non so come innescare il processo di luposità(?)- Lo informai io abbassando lo sguardo leggermente imbarazzato.

 

-Semplice.- Disse Peter attirando lo sguardo dei presenti su di sé.

 

-Come?- Chiesi io interessato, visibilmente più degli altri.

 

-Così!-

 

E così dicendo mi prese per la nuca e mi sbatté la fronte sulla superficie del tavolo metallico davanti al quale eravamo posizionati in cerchio.

 

Rialzai il volto e guardando il veterinario (ma potevo chiamarlo così? Bha...) vidi che sul suo volto, dopo una di sorpresa, si formò un'espressione visibilmente compiaciuta.

 

-Proprio come pensavo. La tua natura ha interferito con il processo di trasformazione, a quanto pare però non ha dato problemi. Peter tu che ne pensi?- Domandò Deaton volgendo il volto nella direzione dell'Hale.

 

-E' ciò che speravamo quando l'abbiamo scoperto. Il problema è che avevi detto che c'era il 70% di probabilità di fallimento e mi sembra troppo fac...-

 

-NO! NON DIRLO! Ogni volta che Derek lo dice succede qualcosa di brutto! E, te lo dico dal profondo del cuore, quei quattro giorni nella grotta non sono stati affatto semplici da affrontare.- Lo bloccai con uno dei miei soliti discorsi super-veloci.

 

-Scusa! Solo mi sembra troppo facile.-

 

-Ecco l'ha detto...- Sospirai rassegnato portandomi una mano a coprire il volto.

 

-Allora Stiles devo farti qualche domanda prima di essere certo che ti darò le risposte che cerchi. Okay?- Mi chiese l'uomo di colore incupendosi leggermente.

 

E dopo un mio veloce e determinato segno d'assenso il “botta e risposta” ebbe inizio.

 

-Ti senti fuori controllo ogni volta che inneschi la trasformazione o sei solo irritato?-

 

-Fuori controllo.-

 

-Ti sei sentito più forte mentre eri nella Riserva o a scuola con Sarah?-

 

-Nella Riserva.-

 

-Ti provoca dolore la trasformazione?-

 

-Sì, decisamente: è come se tanti aghi mi perforassero ma dura poco più di tre secondi.-

 

-Ma-

 

-ZITTO SCOTT!- Urlò Peter ammutolendo il ragazzo stranito dalla mia risposta.

 

Deaton però continuò imperterrito:

 

-Senti... come dire... Hai delle sensazioni particolari quando ti avvicini ad un luogo o a certe persone?-

 

-Sì.-

 

-Sono come delle aure intorno ad essi? Ad esempio, senti un'aura inquietante circondare questo luogo?-

 

-Esattamente, m-ma come fai a saperlo?-

 

-Zitto e rispondi, questa è l'ultima: Sai niente del paese di origine di tua madre?-

 

-So solo che era inglese e che la sua famiglia viveva là da molto tempo. Ma perché mi chiedi tutto questo?!- Domandai turbato dalla precisione delle domande poste dal veterinario.

 

-Stiles... E' ora che ti racconti una storia, la storia di tua madre e dei tuoi antenati.-

 

“Qua ci sarà da divertirsi.”

 

“Zitto Ethan!”

 

Oddio l'ho fatto ancora, stupide voci!

 

-Tua mamma discende direttamente dalla più potente famiglia di Druidi britannici. I Druidi erano molto rispettati dai Celti, non essendo solo semplici stregoni, ma una specie a sé molto legata alla natura. Rispetto ai tempi in cui la tua specie era presente in tutto il mondo, ora sono rimaste pochissime famiglie. Quella di tua madre è scomparsa una decina di anni fa, sei rimasto solo tu.- Finì, abbassando il tono di voce all'ultima frase.

 

-M-ma.. NO E' IMPOSSIBILE! IO SONO IL “NORMALE”! SONO IL PESO DEL GRUPPO! ORA MI VENITE A DIRE CHE ERO UN MAGO?!- Urlai concitatamente, incredulo.

 

Peter mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla:

 

-Non eri proprio un mago. Gli stregoni usano solo le loro capacità intellettive per esercitare magia, tu puoi usufruire di tutta l'energia! Non solo sei in grado di ricavarne dalla natura, ma anche dalle persone e senza far loro del male! La tua specie è sempre stata tra le più forti!-

 

Non capivo.

Come potevano essere così potenti ed ora essere estinti.

C'era qualcosa che non mi quadrava, qualcosa che ancora mi nascondevano.

 

Diedi voce ai miei dubbi:

 

-Cosa mi nascondete?-

 

Sia Deaton che Peter non furono sorpresi dalla mia reazione.

 

-Sei sempre stato intelligente ragazzo. Ti sei chiesto come mai, se erano così forti, non ci siano quasi più Druidi al mondo? Semplice: una malattia congenita della specie arriva compiuti i diciotto anni e porta alla morte. Una specie di cancro. Pochi resistono fino ai trenta, come tua madre. Solo un ragazzo, che era malato già alla nascita, è guarito e sopravvissuto. Lo farò venire qui e potrai parlargli.- Disse il “veterinario” lasciando tutti i presenti basiti.

 

-Oh. Quindi... morirò tra qualche anno?- Ero senza parole.

 

Io.

Senza parole.

Quella notizia mi aveva lasciato di sasso: avevo sempre pensato che sarei morto a novant'anni quando sarei stato burbero anche con i miei figli, ormai adulti.

 

-CI SARA' UN MODO PER FARLO VIVERE!- Urlò Scott in preda al panico.

 

Averi urlato anche io, se non fossi stato il futuro cadavere.

 

-Bhe... E' per questo che faremo arrivare qui quel ragazzo del quale vi ho parlato. Lui è sopravvissuto, mi ha raccontato la madre di Stiles, e credo che ci aiuterà. Ora...- Iniziò rivolgendosi a me.

 

-Abbiamo visto che questa trasformazione ha attivato automaticamente i tuoi poteri, tra i quali percepire le aure, ma sembra che la tua parte druidica e quella licantropesca non vadano molto d'accordo. Questo perché i lupi mannari sono più tendenti alla guerra e fanno soffrire la natura pacifica della tua specie originaria. Crediamo però che, quando Derek ti insegnerà a controllarti, diventerai un “normale” licantropo.- Disse, facendo il segno delle virgolette con le dita alla parola normale.

 

-Non morirò?- Chiesi con ritrovato entusiasmo.

 

-Sono quasi certo di no! Comunque il tempo ce lo abbiamo.-

 

*°*°*°*°*°*°*°*°

 

La sera, dopo essere tornato a casa ed essermi fatto una doccia, ritornai alla grotta degli Alpha.

 

-Finalmente piccoletto!- Mi salutò Aidan.

 

-Credevamo fossi morto!- Continuò Ethan.

 

-Bhe... Tra non molto forse lo sarò.- Sussurrai. Ovviamente tutti mi sentirono e, una volta riuniti, raccontai loro ciò che avevo scoperto nel pomeriggio.

 

-Allora... Tutto è nelle mani di un altro ragazzino?- Domandò Renè, ricevendo un mio segno di assenso.

 

-Cercheremo anche noi delle cure. Stiles non manca un mese al tuo compleanno?- Constatò Deucalion.

 

-Sì.- Esclamai sconfitto.

 

-Diciotto vero?-

 

-Sì.-

 

*°*°*°*°*°*°*

 

Verso le dieci tornai a casa.

Stranamente mio padre era già rincasato.

 

-Ehi pà...- Lo salutai sedendomi sul divano insieme a lui.

 

-Figliolo! Come mai quell'aria triste?-

 

-Niente. Stanchezza suppongo.- Mentii senza badare al fatto di non esser sembrato credibile.

 

Papà lo capì e, senza preavviso, mi stritolò in un abbraccio degno di nota. Non riuscii a trattenermi e lasciai libere quelle lacrime che avevo trattenuto per tutta la giornata.

Sfogai il disprezzo che provavo verso il nuovo me stesso, la rabbia per il fatto che non sarei potuto tornare indietro e la disperazione per la mia morte imminente.




 

HEY GEEENTEEEE! <3

Mi dispiace moltissimo avervi fatto aspettare così tanto (anche per questo ho anticipato il ritorno da luglio ad oggi). Voglio però dirvi che ora la storia diventa leggermente complicata da gestire (ci sono molti aspetti che a volte trascuro per poi riprenderli etc.) quindi aggiornerò quando avrò i capitoli pronti (per adesso ce ne sarà uno nuovo ogni 2 settimane) ma prometto di non farvi aspettare troppo.
Ah! 
Non so quanti di voi stanno seguendo la terza stagione (io sì) e vorrei dirvi che la storia continuerà per la sua strada: gli Alpha rimarrannò immutati e non ci saranno svolte a causa di una morte o altro nella serie.
Parlando del capitolo...
Deaton diventà sempre più misterioso (io non ho mai capito il suo personaggio lol) ma come sempre interviene nei momenti più difficili per dare una mano.
Stiles bhe... abbiamo scoperto cos'ha causato il diverso colore degli occhi e che, anche se potrebbe essere in pericolo, c'è già una soluzione per i problemi futuri... forse. Con lui inoltre sto lavorando per fargli capire da che parte deve stare, ma la sua testa è un casino. Non è sicuro di star facendo la cosa giusta ma per adesso si trova bene con gli Alpha. La loro gentilezza, comprensione sarà genuina? Si vedrà.
Mi dispiace per gli amanti (come me del resto) della Sterek ma in questo capitolo non ci vedevo una loro "interazione" che solitamente rende l'atmosfera decisamente più leggera.
Che dire poi del momento fluff dei due Stilinski. Io ho sempre amato lo sceriffo ed ho sempre pensato che la perdita della moglie lo abbia portato ad un avvicinamento al figlio non indifferente.
Ora vi lascio e... grazie mille inanzitutto a voi che continuate a leggere dopo la mia assenza e... un bacio a chi recensirà facendomi sapere se gli è piaciuto il capitolo o se devo ritirarmi.

SCIAAAAU! (E che il potere della Sterek sia con voi! c:)

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Capitolo 7
*** The new guy ***


The new guy.

 

La settimana passò “tranquillamente”: Deaton mi aveva insegnato qualcosa di più sulla mia storia e sui miei vecchi/nuovi poteri, Derek e gli altri mi quasi insegnarono a governare il mio lupo, Peter insieme a Lydia ed Allison contattarono il ragazzo che mi avrebbe salvato la vita ed io continuavo a raccontare agli Alpha cosa succedeva.

 

Era sabato mattina e, al posto dell'allarme del cellulare, due scossoni mi svegliarono.

 

-P-papà? Ancora cinque minuti!- Mugugnai con la bocca ancora impastata dal sonno.

 

Venni buttato giù dal letto bruscamente mentre la luce, proveniente dalla finestra appena aperta, mi fece aprire gli occhi.

 

-MA CHE TUO PADRE?! Muoviti IDIOTA!-

 

Mi stropicciai gli occhi e dolorante mi alzai dal pavimento.

 

-Derek? Cosa ci fai qui?- Chiesi ancora mezzo intontito.

 

-Deaton ci ha avvertito che il druido è arrivato. Dobbiamo andare tutti alla clinica quindi muoviti a vestirti, ti aspetto giù.- E così dicendo se ne filò in salotto, approfittando dell'assenza di mio padre.

 

*°*°*°*°*°*

 

Una ventina di minuti e ritornai giù vestito e profumato: indossavo dei semplici jeans scuri e delle converse rosse che si intonavano alla camicia a quadri che era sopra una maglietta bianca a maniche corte.

 

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Derek mi guardò impassibile per qualche secondo per poi alzarsi e:

 

-Inizia a piacerti il nuovo look o sbaglio?-

 

Leggermente irritato da quella sua affermazione, arricciai il naso per poi rispondergli a tono.

 

-E' più comodo di quel che sembra! Poi perché voi potete vestirvi da fighi e io devo sembrare lo sfigatello che vi corre dietro? Pff- Finii uscendo dalla porta, seguito dall'Alpha divertito dalla mia stizza.

 

Tranquillamente mi diressi verso la mia fidata ed inimitabile Jeep. Quando però stavo per aprire la portiera Derek mi fermò.

 

-Fermo. Andiamo con la Camaro: salire su quel coso mi fa venire male al fondo schiena.-

 

Rimasi immobile per una decina di secondi, analizzando meglio cosa significasse quell'eresia per poi, finalmente, rispondergli.

 

-Oh poverino il lupacchiotto non sopporta che il suo bel fondo schiena si rovini! E per la cronaca: LA MIA JEEP E' PERFETTA, E' IL TUO SEDERE CHE HA QUALCOSA CHE NON VA!-

 

L'espressione dell'Alpha non cambiò e con un “Sali.” mi convinse ad entrare sulla sua macchina.

 

Mettendo in moto un sorrisetto beffardo comparì sul suo volto e:

 

-Non vorrei dirtelo ma uno, ora anche tu sei un “lupacchiotto”, due hai appena detto che ho un bel culo.-

 

Dopo quell'affermazione rimasi basito e, per tutto il viaggio, non proferii parola.

 

*°*°*°*°*

 

-Bene, ora che anche Derek e Stiles sono arrivati possiamo entrare!- Annunciò Peter quando ci vide arrivare con la Camaro, facendo entrare il branco nella clinica veterinaria.

 

-Buongiorno! Lui è un attimo in bagno, arriva subito.- Ci “accolse” Deaton un po' imbarazzato.

 

E sbuffando Erica disse:

 

-Cominciamo bene!-

 

L'aria nella stanza si mosse e, senza che nessuno lo vedesse, un ragazzo si era piazzato di fronte alla bionda con un sorriso sgargiante.

 

Era alto quanto me, quindi svettava di qualche centimetro sulla licantropa, con la pelle olivastra e degli occhi nocciola profondissimi. Aveva una marea di capelli riccioluti e castani che copriva con una cuffia grigia che non stonava affatto con i suoi jeans scuri ed aderenti e la camicia rossa a quadri.

 

-Signorina la prego di non giudicarmi a causa della mia inopportunità. Comunque piacere: Rordan Alun III, ma potete chiamarmi Muso!-

 

“Oh mio Dio. Quello sarebbe il ragazzo dal quale dipende la mia vita? Sono fottuto.”

 

-Perché Muso?- Mi venne spontaneo chiedere.

 

Lui, forse compiaciuto dalla mia domanda, allargò il suo sorriso e rispose:

 

-La domanda giusta è “Perché no Muso?!”-

 

Silenzio.

Quel ragazzo era strano, più strano di tutti noi messi assieme.

Davvero lui era l'unico Druido sopravvissuto alla malattia?

Muso comunque non lasciò molto tempo al nostro stupore e, aggiustando la cuffia che portava su quella massa informe di ricci che erano i suoi capelli, si avvicinò a me.

 

-Tu devi essere Stiles. Non chiedere, ti ho riconosciuto dall'odore: è diverso da quello dei normali licantropi.-

 

“Oh cazzo questo legge anche nel pensiero!”

 

-Solo due domande prima di cominciare, posso?- Chiese, coronando la domanda con una faccia da cucciolo.

 

“Questo qui ha dei seri problemi mentali...” Pensai credendo di non essere l'unico in quella stanza ad essere stranito dal comportamento del riccio ma non riuscendo a trattenere uno spontaneo sorriso.

 

-C-certo.- Risposi.

 

-Okay bene. Uno: Qual'è il tuo vero nome? La nostra specie ha il vizio di tramandare nomi strani ad ogni generazione.-

 

-Genim Stilinski.-

 

-Ora capisco perché ti fai chiamare Stiles!- Fece ironico Isaac, completamente ignorato da tutti.

 

Inevitabilmente Muso attirava tutta l'attenzione su di sé, la sua personalità era magnetica!

 

-Due: Quello lì dietro è il tuo ragazzo o posso provarci? Non rifilarmi che sei etero, non ci credo manco morto.- Chiese additando Derek.

 

Tutti rimasero di sasso.

Non solo io e gli altri Beta.

Anche Peter, Derek e Deaton rimasero a bocca aperta.

 

Derek, essendo noto per la sua pazienza, si lanciò contro il riccio e le scagliò contro al muro come faceva solitamente con me.

 

-TU! Come os..- Iniziò l'Alpha che però venne interrotto da un gesto repentino del nuovo, e strano, arrivato.

 

Senza alcun sforzo, pur essendo il maggiore decisamente più massiccio di lui, Muso prese Derek per il colletto della maglietta e lo scaraventò dall'altra parte della stanza. Tutto questo in due-tre secondi.

 

Nuovamente tutti rimasero ammutoliti da quella scena. Nessuno, a parte gli altri Alpha, era riuscito a mettere al tappeto il giovane Hale e pure loro aveva faticato non poco per riuscirci. Il riccio invece non era assolutamente provato.

 

Il più giovane si avvicinò a Derek e, sapendo benissimo che tutti lo avremmo sentito, gli sussurrò all'orecchio:

 

-Uno: si vede benissimo che gli sbavi dietro, il tuo odore ha una leggera sfumatura di desiderio e protezione quando ti sta vicino. Due- Ed a questo punto si mise in piedi parlando normalmente.

 

-Nessuno mi sbatte ad un muro, anche se per te Stiles farei un'eccezione, o mi sferra un attacco senza motivo. Sono anche io un lupo mannaro ed ho imparato ad unire le mie abilità. E tu tirati su che non ci ho messo molta forza.- Finì girandosi nuovamente verso l'Alpha.

 

Lentamente si diresse verso l'uscita ma, prima di varcare la soglia, si voltò nuovamente verso di noi e disse:

 

-Visto Genim? Riuscirai a fare questo e molto altro se guarirai. Ora vado a procurami ciò che serve per l'incantesimo... Ci vediamo domani pomeriggio sempre qui e la prossima settimana ti insegnerò qualche trucchetto. CIAO CUCCIOLOTTI!-

 

Silenzio.

 

-Quindi... Lui ti curerà e poi diventerai il più forte di tutti Stiles?- Chiese Scott.

 

-Siamo sicuri che sia dalla nostra parte?- Domandò diffidente Derek.

 

-Solo perché è riuscito a batterti non vuol dire che sia cattivo. Anzi, mi sta già simpatico ed ha un non so ché che lo rende tremendamente sexy.- Erica.

 

-Meglio se aspettiamo domani.- Dissi infine io, decisamente ammagliato da quella persona così estrosa e solare che era Rordan Alun III. In quel periodo mancava qualcuno che prendesse tutti i nostri problemi sul ridere, come aveva appena fatto lui.

 

-Ma chi è questo qui?! O meglio, che cos'è?- Jackson.

 

-E'... E' Muso!- Risposi semplicemente io, mentre sul mio volto compariva un gran sorriso, provocando una risata generale che contagiò tutti eccetto Derek.

 

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Alloooora....
MACCIAO! 
Come vi avevo promesso ecco il nuovo capitolo. 
Abbiamo Muso! Io ho sempre amato Adam (l'attore) e, visto che mi serviva un nuovo personaggio strano, chi meglio di lui? Per chi non lo conoscesse basta andare a vedere Step Up, Step Up2 etc. Oppure su you-tube c:
E' un ballerino fantasticherrimo!
Ora.
Cose serie.
Siete diminuiti paaaarecchio (e questo lo capisco: vi ho fatto aspettare un'eternità!) però gradirei comunque qualche recensione che mi faccia capire se la storia vi piace o se faccio meglio a finirla qui. Avete due settimane prima del prossimo capitolo... VI PREEEEEGO IO VIVO DI RECENSIONI! UUUUUAAAAAAAA
Okay vi ringrazio comunque perché i lettori silenziosi sono molti e credo sia una buona cosa.

Ora vi lascio in pace SCIAAAAU.

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Capitolo 8
*** My anchor is: ***


My anchor is:

 

Il pomeriggio lo dedicammo all'allenamento.

Derek mi aveva parlato meno del solito da quando Muso aveva detto quello che aveva detto, ed anche io diventavo silenzioso in suo presenza. Ma comunque filava tutto liscio.

Delle domande però mi martellavano persistentemente in testa: Derek mi sbavava dietro? Perché nessuno se ne era accorto?

 

Dopo ore a rimuginare discretamente, in un lapsus mi ritornò in mente quella mattina. Il modo in cui Derek mi aveva fissato, anche se mi era sembrato impassibile, poteva essere considerato strano. Il lieve sorriso che aveva accompagnato l'affermazione “Hai appena detto che ho un bel culo”, anche quello non era da lui.

 

Dalla mia parte io ero consapevole di fare certi pensieri su di lui ma, dopo aver “scoperto” e rivelato a tutti la mia omosessualità, non c'era niente di inconsueto.

 

Forse l'Hale era veramente attratto da me.

Io da lui sicuramente in fondo, era un gran pezzo di gnocco, non quelli da mangiare, ovvio, perché sarebbe strano pensare che una persona sia attratta fisicamente da un tipo di pasta. Non ho neanche mai mangiato gli gnocchi ho solo visto dei cuochi usarli in molte ricette, certo ci ho provato anche io a farli, ma evidentemente non basta guardare “Master Chef “ per diventare bravi in cucina. Però dai me la cavo e...

 

-STILES!-

 

Peter, che dalla veranda della villa ristrotturata urlò il mio nome, mi distolse dai miei sproloqui mentali.

Smisi immediatamente di combattere contro Erica e in un secondo gli fui davanti, letteralmente, il pacchetto Amici Pelosi non era poi così male.

 

-Pensiamo che tu riesca a controllarti bene durante la giornata ma stasera c'è la luna piena quindi... Chiama tuo padre e digli che rimani a dormire da Scott stasera.-

 

-O-okay. Ma perché non mi sento strano? Anche voi uscite un po' di testa...- Chiesi stranito.

 

-Tra qualche ora, stanne certo, inizieremo tutti a dare un po' i numeri. Ricorda però che stanotte dovrai trovare la tua ancora, poi sarai in perfette condizioni per iniziare la cura con Muso.- Finì sorridendo al ricordo di che personaggio era l'altro druido.

 

*°*°*°*°*°*

 

Chiesi a Derek se potevo andare a casa a farmi una doccia e, quando mi lasciò, corsi al covo degli Alpha.

 

-Stiles finalmente! Allora com'è questo ragazzo?- Mi chiese impaziente Kalì.

 

-S-strano e...- Iniziai a rispondere ma mi bloccai.

 

Sapevo che se avessi detto loro del potenziale di Muso avrebbero cercato in tutti i modi di ucciderlo. Ero quasi sicuro che sarebbe stato in grado di uccidere Sarah, Renè ed i gemelli da solo e questo non poteva che renderlo pericoloso ai loro occhi.

 

Da quello che mi aveva spiegato Deucalion il morso mi avrebbe impedito perfino di mentirgli ma la semplicità con cui il riccio mi era entrato in simpatia era disarmante. Quei pochi minuti in cui ci avevo parlato erano bastati per renderlo una delle persone che avrei protetto a costo della vita e, anche se era più probabile che fosse lui a proteggere me, questo mi mandava in confusione.

 

Così quando, per l'ennesima volta, Kalì mi chiese cos'altro avesse di speciale, l'unica cosa che uscì dalla mia bocca fu un “Niente.” più convincente di quello che mi aspettassi.

 

Forse avere delle persone che mi volevano bene, alle quali io volevo bene, mi avrebbe aiutato con l'asservimento.

 

*°*°*°*°*°*°*

 

Erano le otto e gli effetti della luna piena iniziavano a farsi sentire su tutti noi.

 

Quelli più calmi erano Peter, Derek, Scott ed Isaac, mentre io, Boyd ed Erica eravamo decisamente più aggressivi. Io più di tutti.

 

Quando la luna fu ben visibile, verso mezzanotte, non ci vidi più. Non so da dove provenisse tutta quella rabbia che mi spinse ad attaccare tutti i miei amici, ma non riuscivo a fermarla.

 

Come se fossi stato un spettatore esterno vidi me stesso prendere per le spalle Scott e sbatterlo contro Isaac e Peter per poi rompere un braccio ad Erica, qualche costola al suo ragazzo ed uscire dalla casa. Sentivo la presenza di Deucalion nella foresta, irrazionalmente sentivo che dovevo andare da lui e proteggerlo pur non avendo nessun motivo valido. Sentivo soltanto il bisogno di lui, come l'aria per ogni essere vivente, come l'acqua per un disperso nel deserto, come la mamma per ogni bambino.

 

Mamma

 

Quella parola riuscì a bloccare per un attimo la rabbia che mi ribolliva dentro. Mi ricordai dei pochi, ma stupendi, anni nei quali era ancora viva. Ricordai ogni suo abbraccio, ogni sua carezza, la ninnananna che mi cantava prima di andare a dormire...

Mi ritornò in mente il suo volto dolcissimo, giovanile e non ancora intaccato dalla malattia. Quel volto così simile al mio con due occhi nocciola, i capelli dello stesso colore ed il suo sorriso. Il sorriso di mia madre era il più bello che avessi mai visto: così sincero, pieno di amore e di speranza, quel sorriso che purtroppo venne portato via dalla malattia che avrebbe intaccato anche il mio organismo se non avessimo reagito rapidamente.

 

Tutto quello mi fece fermare. Tutto quello fece spegnere la mia rabbia come un focolare privato dell'ossigeno. Tutto quello mi fece tornare normale e svenire nelle braccia di qualcuno che mi aveva rincorso.

 

*°*°*°*°*°*°*

 

Mi svegliai intontito e, guardando fuori da una finestra vidi che il sole era già alto in cielo.

 

Dopo qualche istante ricordai tutto: il fatto di non voler rivelare le vere capacità di Muso agli Alpha, la luna piena, la rabbia, il ricordo di mia madre e... Derek, che mi aveva seguito per la Riserva mentre stavo tornando da Deucalion, e che mi aveva portato di nuovo alla villa.

 

Ero nella camera di Erica e, quando vidi Scott entrare gli chiesi di spiegarmi bene cosa fosse successo la notte prima.

Dopo un esauriente racconto su io che davo i numeri la domanda fatidica fuoriuscì dalle sue labbra:

 

-Allora.. Ce l'hai fatta! Qual'è la tua ancora?-

 

Abbassai per un momento lo sguardo e, quando lo rialzai, una calda lacrima mi scorreva lungo il viso.

 

-Mia madre.- Risposi mentre un sorriso da bambino mi solcò il volto ed il mio migliore amicò mi abbracciò come ormai non faceva da tempo.

 

*°*°*°*°*°*

 

-Allora... Hai ucciso qualcuno stanotte?- Mi chiese Muso noncurante.

 

Oramai ci eravamo addentrati nella Riserva e il riccio si stava accertando che fossimo soli.

 

-C-credo di aver rotto il braccio ad Erica ma... sono riuscito a trovare un'ancora.-

 

A quest'ultima frase si sorprese molto e, sorridendo compiaciuto disse:

 

-Sei molto meglio di quello che pensassi. Io la prima volta ho ferito gravemente mia sorella, fortunatamente si riprese. Dopo quella volta però mi rinchiusero in cantina con delle catene finché non trovai la mia ancora.-

 

Si rattristò nel nominare la sorella, evidentemente era morta prima dei trent'anni.

 

-Quand'è che l'hai scoperta? E cos'è?- Domandai non riuscendo a trattenere la mia curiosità.

 

Muso si imbarazzò leggermente prima di iniziare a raccontarmi:

 

-L'ho scoperta circa dieci anni fa, quando morirono i miei genitori. E' un po' stupida come cosa... Non so come spiegartelo. Il tuo rag-amico, Derek, ha come ancora la rabbia giusto?-

 

S-sì.- Gli risposi titubante e sorpreso per via del suo lapsus.

 

“Non sarà così anche per lui? Non voglio un altro amico sociopatico!”

 

-Io ho sempre un sentimento: la voglia di vivere. Da piccolo, quando ero appena stato morso, non riuscivo a controllarmi perché non capivo cosa sarebbe riuscito a fermarmi. Ma una volta cresciuto i miei famigliari iniziarono a morire, uno dopo l'altro. Così, una volta che mi lasciarono anche i miei genitori capii che quella sarebbe stata la mia ancora. Il voler vivere, anche se in solitudine, mi permette di non arrendermi e di continuare ad aiutare persone come te, ragazzi che se no morirebbero a vent'anni.-

 

Ero bloccato.

Non pensavo che un ragazzo così spensierato potesse essere talmente profondo.

 

Dopo qualche attimo di silenzio riprese la parola:

 

-La tua?-

 

-Mia madre. E' da lei che deriva il mio lato druidico. E' morta a trent'anni.... Mi manca.- Rivelai rattristandomi un po'.

 

-Immagino.- Sussurrò Muso.

 

Dal suo tono capii che sapeva veramente come mi sentivo, che quel dolore che pensavo nessuno riuscisse a capire lui l'aveva vissuto sulla sua pelle.

 

-Okay... Bando alle ciance, iniziamo?!- Propose tornando allegro.

 

“Ora sì che ti riconosco.” E senza pensarci due volte mi sedetti davanti a lui.

 

Una domanda però mi perseguitava, dovevo porgliela:

 

-Ma quanti anni hai?-

 

-Venti.- Rispose tranquillamente, sorridendo.

 

Non potei fare a meno di sorridere a mia volta.


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(non era questo il sorriso di Stiles ma... AHAHAHA non potevo non mettere una foto del genere nell'unico momento un po' più spensierato del capitolo (y))

Non so che dire tranne:" FA SCHIFO" Davvero questo capitolo non mi è venuto per niente bene ma non riuscivo ad aggiustarlo quindi vi siete dovuti subire 'sto coso.
E' pure cortissimo ma vabbè. Ormai avete letto quindi il danno è fatto. 
Non ho molto da dire quindi ringrazio tutti quelli che recensiscono (ma potrebbero anche aggiungersene altri no? eh eh *si rende conto che è meglio smetterla*) ma ovviamente anche tutti i lettori silenzioni.
Ora vi saluto perché davvero questo capitolo non mi piace e... mi ritiro.
(potete anche recensire dicendo cosa vi ha fatto schifo e cosa no okay? :D la smetto okay)


CIAO! <3

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Capitolo 9
*** Just a kiss ***


Leggere prima del capitolo

Voglio subito avvertirvi che la cura di Stiles l'ho bellamente inventata perché volevo dare un mio... tocco? Sì, dai. Non credo che esista una cosa del genere ma pensandoci ho detto "Perché no?". Spero di essere stata originale ma comunque, ovviamente, se non vi piace ditemelo pure. Non mi offendo! Purché le critiche siano costruttive.

Just a kiss

 

Mi sdraiai sull'erba e chiusi gli occhi come mi aveva detto Muso.

 

Lo sentivo muoversi in mezzo agli alberi intorno allo spiazzo d'erba in cui c'eravamo appostati, mentre cercavo di rilassarmi e pensare in cosa potesse consistere questa “cura”.

 

-Okay siamo soli. Iniziamo.- E, detto questo, il riccio iniziò ad armeggiare con degli oggetti.

 

Ogni secondo che passava sentivo distintamente il mio cuore aumentare di velocità, anche se gli imponevo di rallentare, e ciò mi rese leggermente a disagio: non volevo che Muso mi credesse un cucciolo spaventato.

 

-Tranquillo. Durerà circa tre ore e tu dovrai rimanere concentrato per tutto il tempo, quindi sfogati e ponimi tutte le domande adesso: dopo non potrai. Hai un minuto.-

 

-Dio, davvero? Solo un minuto? Sei crudele.- Cominciai.

 

-Cinquantacinque secondi. Ah, per adesso puoi tenerli aperti gli occhi.- Disse, ridendo “sotto i baffi”.

 

-Okay... Sarà doloroso? Ci sarà del sangue? Perché sangue implica lame o coltelli o cose che perforano la mia pelle e sono sempre stato piuttosto sensibile. Posso fidarmi di te? Non vorrei finire in analisi perché qualcosa è andato storto... Oddio e se qualcosa andasse storto?! Non è la prima volta che lo fai vero? No, ovvio che no, scusa domanda stupida. Comunque tre ore sono tante! Certo a Derek piacerebbe essere qui. Pensa che ogni volta che ci vediamo la sua frase preferita è “Zitto Stiles.” e io mi chiedo “Io devo stare zitto e lui può continuare a sbattermi a destra e a manca?”. Sbattere è un brutto verbo. Avrei dovuto usarne un altro ma questo limite mi da ai nervi.-

 

-Stop.-

 

-Di già? Solo un'altra domanda. Ti preeeego!- Lo pregai sfoderando i miei migliori occhi da cucciolo.

 

-Uff va bene.-

 

“Yeeey!”

 

-Come mai se esiste una cura gli altri druidi sono morti lo stesso?-

 

Alla mia domanda Muso perse ogni traccia di ilarità. Doveva essere ancora molto scosso dalla perdita della famiglia. Però mi rispose comunque, a tutte le domande.

 

-Nell'ultima parte, prima che si avvii il processo di guarigione sarà doloroso. Sì, ci sarà del sangue... il tuo. Dovrò usare degli aghi di argento ovviamente ma il sangue lo prenderò anche dalla mano destra, quella che è “collegata” al cuore. Sì, puoi fidarti di me e non è la prima volta che lo faccio: andrà tutto bene. I druidi per curarsi hanno bisogno di essere morsi, di diventare lupi mannari. Solo che l'essere morso attiva, prima del tempo, il ciclo della malattia in quanto funziona come un cancro: sono cellule che si riproducono solo nel modo sbagliato. Il fatto che la malattia agisca prima ha fatto brevettare questa cura per far sì che il “sacrificio” di essere diventati degli ibridi non sia vano. Questa cura consiste nel pungere con un ago d'argento (per far si che la ferita non si rimargini) punti specifici del corpo e lasciare che il sangue fuoriesca dalla minuscola ferita. Questo bagnerà la terra e così sarai collegato a due elementi: terra e acqua. Per l'aria ed il fuoco si prende del sangue dalla mano dominante, nel tuo caso la destra, e, un volta messo in una ciotola, dargli fuoco. Il procedimento fa sì che la potenza della Madre Terra si concentri nel tuo corpo per purificare le cellule maligne. Ciò comporta gravi lesioni in tutto l'organismo che porterebbero a morte certa un normale druido, visto che non ha la capacità di guarigione immediata. Ci sono anche altre creature con questa abilità ma i lupi mannari sono figli della Luna e, anche se tendono più alla lotta, sono molto più vicini alla natura di altre specie.- Disse per poi spingermi a sdraiarmi nuovamente.

 

Il tempo di parlare era finito.

 

-Ora togliti la maglietta, chiudi gli occhi e concentrati sul suono della mia voce.-

 

Seguivo alla lettera tutto quel che mi diceva di fare ma, allo stesso tempo, prestavo attenzione a ciò che mi spiegava della procedura.

 

-Questi aghi ti provocheranno del pizzicore, ma è perché impediscono la guarigione.-

 

Sentii la punta del primo infilarsi al disotto della pelle del petto, proprio in centro.

 

-Questo è il centro d'energia del nostro corpo Genim. Concentrati, la senti mentre cola sul tuo addome in forma sanguigna, abbandonando lentamente il tuo corpo per raggiungere la Madre.-

 

Era strano. Tutta l'agitazione che avevo provato fino a qualche secondo prima si stava dissolvendo: più il rivolo di sangue percorreva il mio addome più mi sentivo rilassato.

 

Poi...

 

-Percepisci l'energia che tutti i giorni la Madre ci dona per vivere.-

 

Appena udii le gocce di sangue raggiungere il terreno mi sentii come rinato. La leggera spossatezza dovuta alla ferita venne sostituita da una vitalità in perfetta sintonia con l'armonia che provavo in quel momento.

 

-Questi due vengono posizionati alla nostra base. Le gambe ci sorreggono durante il cammino della nostra vita. Possiedono più forza degli arti superiori e sono il collegamento diretto alla Terra che ci fornisce energia.-

 

Detto questo Muso infilò un ago per ogni caviglia e, come con il precedente, la stanchezza della perdita d'energia venne quasi immediatamente surclassata dal vigore.

 

-Genim, ora il sangue della tua mano dominante verrà collegato all'aria ed al fuoco, gli elementi più cruenti, quindi porgimi il tuo palmo ma, una volta tagliato, poggialo per qualche secondo sul cuore prima del procedimento.-

 

Feci tutto quello che mi venne detto e, una volta che il palmo fu guarito, sentii distintamente l'odore di sangue caldo. Lo sentivo ribollire grazie al mio nuovo e potenziato udito. Feci appena in tempo a sentirne l'odore metallico e poi scomparve. Scomparve l'odore, il rumore delle piccole bollicine, scomparve anche il calore derivante dalla fiamma usata per scaldarlo.

 

-Genim ormai la tua essenza è collegata a tutti gli elementi. Concentrati sull'energia proveniente dal terreno e prova a sentire anche quella che ora ti sta donando anche l'aria. Percepisci l'azione che sta avendo sul tuo organismo e... resisti.-

 

All'ultima parola pronunciata del riccio cominciai ad avere caldo.

Sentivo il sangue ribollire nelle vene e bruciare ogni lembo di tessuto del mi organismo. Pochi secondi dopo un dolore ancora più devastante partì dal cuore per poi accrescere anche negli altri organi vitali.

 

Provai a resistere ma mi sentivo in fiamme.

 

Letteralmente percepivo ogni mia singola particella bruciare e rinascere più forte e sana. Peccato che il tutto comprendesse un dolore atroce.

 

Urlai.

 

Era l'unica cosa che ero in grado di fare: il sangue gocciolato a terra sembrava avermi incatenato ad essa, come se fossi bloccato, come se fossi di sua proprietà e lei non volesse lasciarmi andare. Forse era così, forse io, come tutti gli altri druidi, appartenevamo a questa entità divisa in quattro elementi che, offrendoci energia, reclamavano il loro possesso su di noi.

 

Ero terrorizzato in quel momento e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era il dolore.

 

Ma una volta che si fece meno prepotente, mentre diminuiva gradatamente la sua intensità capii.

 

Capii che la Madre non reclamava il suo possesso su di me, cercava solo di farmi capire la mia vera entità. Voleva mostrarmi che io ero collegato a e che mi avrebbe sempre aiutato, come una madre fa con il proprio figlio.

 

Gli aghi vennero sfilati e rapidamente guarii. Quando riaprii gli occhi la prima cosa che vidi fu il sorriso di Muso e ciò mi confortò molto: non ero morto. La seconda fu invece il sole: era decisamente più alto di quando eravamo arrivati.

 

-M-ma che ore sono?- Chiesi al riccio mentre, dolorante ma allo stesso tempo rinvigorito (non chiedetemi come fosse possibile), mi sedevo di fronte a lui.

 

-L'una.-

 

-E' durata davvero tre ore?! Ma se mi sono sembrati minuti.- Urlai gesticolando e cercando il mio cellulare.

 

Purtroppo esso diede ragione a lui: 13:00 spaccate.

 

-Ci è voluto molto tempo per tutto Stiles. Soprattutto per la guarigione.-

 

-Sicuramente non lo farò mai più!- Esclamai fermamente convinto nel non voler mai più provare un dolore del genere.

 

-Fortunatamente siamo abbastanza lontani dai branchi e nessuno può averti sentito. Ma la cosa più importante è che ora potrò insegnarti come sviluppare i tuoi veri poteri. Quindi ora vai e... Domani passo a prenderti a scuola e veniamo qui ad allenarci. Che ne dici?- Mi propose con tanto di sorrisetto ammiccante.

 

Io, ancora piuttosto intontito dalla cura, rimasi basito da tutti i piani che Muso aveva già programmato.

 

Però ovviamente accettai: volevo testare i miei nuovi poteri!

 

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

 

In venti minuti ero alla villa Hale.

 

Avevo già avvertito mio padre che avrei passato la giornata fuori casa con Scott, ora non dovevo fare altro che riunirmi al branco.

 

-Hey Stiles! Com'è andata?- Mi domandò Scott che evidentemente mi aveva aspettato tutta la mattina lì.

 

-Bhe... Doloroso, anzi, molto doloroso ma già mi sento più forte. Ah, Muso ha detto che inizierà ad allenarmi.- Gli risposi mettendogli un braccio sulle spalle e dirigendoci nella cucina ristrutturata dell'abitazione.

 

-Oh. Bene, così sarai in grado di usare tutti i tuoi poteri.... Dopo pranzo Derek vuole parlarti.-

 

Mi bloccai.

 

Derek. Parlare. Da soli. Io. L'Hale. Soli.

 

“Avrà scoperto del mio doppio gioco?”

 

Avrebbe potuto uccidermi! Ne ero sicuro mi avrebbe ammazzato e poi avrebbe dato la colpa agli Alpha.

 

-B-bene. Non vedo l'ora che il pranzo finisca.-

 

Entrati in cucina rimasi basito.

 

Avevo davanti agli occhi un tavolo apparecchiato per tutto il branco con i piatti pieni di una invitante pasta al pesto. Semplice, deliziosa e casalinga.

 

In poco più di un minuto tutti ci raggiunsero, chiamati da Peter (probabilmente il cuoco designato), e si sedettero al tavolo.

 

Rimasero due posti vuoti.

 

Mancavamo io e Derek.

 

“Ma questa è una congiura!”

 

Feci l'unica cosa possibile. Mi sedetti trucidando tutti i presenti con lo sguardo, soprattutto Erica e Peter.

 

-Pranzo in famiglia? Come facevate a sapere che sarei tornato ora.- Chiesi scrutandoli uno ad uno.

 

-E' passato il druido ad avvertirci prima che venisse a prenderti. Ora mangia.- Disse Derek sedendosi in parte a me.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

 

Il pranzo fu molto piacevole e, tra le risate e le discussioni (dovute a chi potesse avere un'altra porzione di pasta e chi no), sembrammo una vera e stramba famiglia.

 

Peccato che finì e fui trascinato nella Riserva dall'Alpha più scorbutico e privo di senso dell'umorismo che abbia mai visto.

 

Mentre camminavamo, rigorosamente in silenzio, i miei nervi si stavano lacerando lentamente. Più ci allontanavamo più ero certo che mi volesse uccidere.

 

Ad un tratto il moro sì fermò e si voltò nella mia direzione con uno sguardo inquietante.

 

-D-derek mi vuoi uccidere? Ti prego dimmi che non mi vuoi uccidere! Sono troppo giovane e ho appena scoperto di poter essere più forte di Scott, io voglio sapere come ci si sente ad essere davvero forti. Sono sempre stato lo sfigato! SONO ANCORA VERGINE! NON PUOI FARMI MORIRE VERGINE!- Urlai gesticolando talmente concitatamente da cadere a terra.

 

Bhe sarei dovuto cadere a terra.

 

Il fatto sta che Derek mi sorresse prima che potesse succedere.

 

Con i nostri volti a pochi centimetri di distanza riuscii a vedere davvero per la prima volta gli occhi del bel Alpha.

 

-S-stiles ho voluto venire qua con te, da soli, perché... Bhe Muso aveva ragione. Non dirò frasi come “Mi sono innamorato di te appena ti ho visto”, perché non è vero. Posso dirti che prima ti trovavo estremamente irritante ma mi ha sempre sorpreso la tua lealtà, prima verso Scott ed ora verso tutto il branco. Non ti dirò “Non posso vivere senza di te.”, sarebbe troppo sdolcinato ma... Credo che mi piaci Stiles.- Disse il moro, mantenendo comunque le sue braccia a sostenermi.

 

-Devo dire che questa è la dichiarazione più strana che abbia mai sentito. Sono davvero stupito e, senza parole il che è tutto dire. Anche io credo di essere attratto da te e non puoi biasimarmi: guardati! Non so se tra di noi funzionerà ma-

 

-E' solo un bacio.-

 

-Cos?-

 

E Derek posò le sue labbra sulle mie.

 

Niente di più.

 

Fu solo un leggero contatto per sigillare il nostro tacito accordo: “Ci avremmo provato. Avremmo provato ad aprirci e a scoprire se c'era tra noi più di una semplice attrazione.”

 

-Ora andiamo.- Ordinò l'Alpha lasciandomi cadere a terra e dirigendosi nuovamente alla villa.

 

-Che mi hai trattenuto a fare se poi mi hai lasciato?! Stupido sourwolf!- Gli urlai dietro prima di raggiungerlo.

 

Ed anche se io continuavo a tenere il broncio lo vidi.

 

Avevo visto un sorriso sul quel volto solitamente buio e duro.



Okay sono tornaaata! Lo so vi ho fatto spettare ancora un sacco MA forse sapete che sabato 13 è venuto a mancare Cory Monteith e... Ci sono rimasta davvero molto male e non sono riuscita a finire il capitolo. Voi direte "Perché non hai aggiornato prima comunque?". Avete ragione ma la parte Sterek è stata molto più difficile del previsto. Lo so, lo so è eccessivamente melensa (mi è venuto il diabete a scriverla) ma non per niente ho messo l'avvertimento OOC. Sappiate solo che io vedo la loro storia come dolce e caramellosa, quando sono da soli, e piena di discussioni quando sono in compagnia. Ora, non dico che sarà tutte rose e fiori ma.... LI AMO li lascerò in pace per qualche capitolo.
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo!

CIAAAU <3

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Capitolo 10
*** Family ***


Family

 

 

Ultima ora: Chimica.

 

Era l'ultima ora ed ero in ritardo.

 

Com'era possibile? Facile: ero andato in bagno e mi avevano chiuso dentro. Fortunatamente, dopo qualche minuto di disperate richieste d'aiuto, la bidella mi aveva sentito e mi aveva aperto.

 

In classe Harris mi fece notare per l'ennesima volta che mi odia dal primo giorno, quando per sbaglio gli ho graffiato l'auto con la bici, e che se fosse per lui sarei stato in Alaska.

 

Ovviamente non ascoltai minimamente, né il discorso né la lezione in sé.

 

L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era a come sarebbero stati gli allenamenti con Muso, a cosa avremmo fatto, cosa mi avrebbe spiegato ma, soprattutto, come sarei stato una volta capace di controllare tutti i miei poteri.

 

Sarei stato come lui? Forse no.

Sarei stato meglio di lui? Ancora più improbabile.

Sarei riuscito a fronteggiare il sourwolf senza soccombere? Magari.

 

Diciamo che non ero sicuro di niente. Sapevo solo che mi sarei allenato con un ragazzo che mi stava sempre più simpatico e che avrei dovuto tornare dagli Alpha la sera stessa.

 

Perso nei miei pensieri non sentii la campanella, sì non la sentii anche se avevo il super-udito, non giudicatemi, e solo un richiamo del professore mi fece riprendere.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Una volta davanti al mio armadietto presi alcuni libri per il giorno dopo e posai quelli che non mi sarebbero serviti, finché Scott non arrivò insieme agli altri Beta.

 

-Stiles ci dai un passaggio?- Chiese implorante il mio migliore amico.

 

“Possibile che la sua memoria sia peggiore della sua perspicacia? Oh mio dio dimmi di no!”

 

-Scotty... Non ti ricordi quello che ti ho detto ieri?-

 

-No.- Rispose secco lui.

 

-Davvero? Cioè, davvero? Okay... Per prima cosa: sono venuto a piedi oggi. Seconda cosa: ti avevo detto che oggi mi sarei allenato con-

 

-CUCCIOLOTTI!- Urlò Muso appena girato l'angolo del corridoio.

 

“Appunto.”

 

-Ciao Muso!- Trillò Erica divertita.

 

-Erica giusto? Piacere, di nuovo. Voi dovreste essere Isaac, Boyd e Scott.- Disse sorridendo amichevole.

 

Poi si rivolse a me.

 

-Dobbiamo andare Genim. Posso chiamarti così?- Mi chiese circondandomi la vita con un braccio.

 

Non so come feci, ma percepii chiaramente che quel gesto non nascondeva malizia, era come se mio cugino mi abbracciasse...

 

No, no.

 

Ma sapevo che non ci stava provando, come forse voleva far credere, era un suo comportamento naturale. Era estroverso e lo faceva notare anche con i gesti come questo: lui non si vergognava e tu non ne avevi bisogno, semplice.

 

Forse gli altri però non lo capirono e ci guardarono esterrefatti, tranne Erica che stava trattenendo un risolino.

 

Il silenzio fu interrotto dal maggiore:

 

-Quindi posso rubarvelo? Prima iniziamo prima posso riportarvelo. Ah, dire al vostro Alpha che stanotte gli devo parlare.-

 

-Perché stanotte?- Chiese Boyd sospettoso.

 

-Perché ho una vita: fino a sera starò con Stiles e dopo devo far la spesa. Vivo con Deaton ma quell'uomo ha sempre il frigo vuoto!- Finì ridendo.

 

-Ah, quindi è per questo -indicando la mano dell'altro druido sul mio fianco- che non puoi darci un passaggio.-

 

Sbuffai.

 

Va bene, non gli avevo detto di Derek ma con Muso non stava succedendo niente. Forse non lo capivano.

 

-Scott sarei comunque a piedi, scusa.-

 

-Passaggio? Alla villa Hale? Se volete ve lo do io, così ne approfitto per informare direttamente Derek.-

 

-Ma non siamo in troppi?-

 

-Ho una Kia Carens, in 6 ci stiamo.-

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Arrivati davanti alla villa scendemmo tutti.

 

Prima di entrare Isaac si girò verso Muso:

 

-Come mai se viaggi da solo hai un'auto così tanti posti?-

 

-Ho più roba di quello che sembra.-

 

Ed un po' stranito dalla risposta il biondino rientrò.

 

-Aspettami qui vado da Derek e poi andiamo.- Mi disse il ricciolo ed io rimasi solo.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Arrivammo nello spiazzo del giorno prima, quello della cura.

 

Eravamo arrivati lì correndo e il fatto di non aver neanche un goccia di sudore, o il fiatone, era sempre più sorprendente.

 

-Oggi ci concentreremo solo sulla tua parte druidica. Può non sembrare ma è molto più difficile da gestire rispetto a quella mannara.- E detto questo si sedette davanti a me.

 

Io feci lo stesso.

 

-Ora dobbiamo capire a quale elemento sei più legato. Ognuno di noi ha una personalità diversa che va più d'accordo con un elemento specifico. Una volta scoperto ci alleneremo su quello che, per te, sarà più facile da plasmare degli altri.- Spiegò tranquillamente.

 

-Il tuo qual'è?-

 

-Il fuoco. Solo chi ha questo elemento può ricreare una fiamma dal nulla, per gli altri c'è bisogno che il fuoco sia già presente per manipolarlo.-

 

-Wooho! Che fico! Okay iniziamo voglio sapere il mio!-

 

Muso preparò davanti a me due ciotole, una contenente dell'acqua l'altra del terriccio, una candela che accese subito ed una piuma.

 

Mi fece chiudere gli occhi e concentrare.

 

-Ora dovrai visualizzare ciò che ti dirò. Tu rimani sempre ad occhi chiusi e focalizzati sulla mia voce. Iniziamo con l'aria. Questo elemento è simbolo di libertà Genim, ora visualizza una brezza estiva e concentrati su questa.-

 

Cercai di visualizzare.

 

Niente.

 

Mi concentrai maggiormente.

 

Ancora niente.

 

Infine capii che con visualizzare, magari Muso intendeva percepire.

 

Così inizia ad immaginare la mia pelle rinfrescata da un venticello leggero e delicato, dal retrogusto salmastro.

 

Riuscii a concentrarmi così tanto che percepii davvero una brezza leggera.

 

-Bravo Genim. Ora passa al fuoco, immagina che la fiamma di questa candela si muova. Comandala.-

 

Alla prima fase detta dal moro capii che non mi ero immaginato nulla, ero riuscito a generare la brezza da solo. Per un attimo rimasi scioccato ma il richiamo di Muso mi fece ritornare alla realtà.

 

Così, sempre ad occhi chiusi, visualizzai la candela nella mia mente. Sentii il calore di essa aumentare come se ora, al posto di una piccola candelina, ci fosse un focolare. La fiammella nella mia mente però era sempre la stessa e concentrandomi la immaginai mentre roteava. Devo ammettere che mi divertivo un sacco ed iniziai a farla ruotare sempre più velocemente, in direzioni diverse ogni volta.

 

-Genim calmati o ti bruci i pantaloni.-

 

Quella frase fu una nuova conferma. Potevo capire che la mia immaginazione mi permettesse di percepire cose così reali, ma ogni qualvolta arrivava la sua voce capivo che non stava succedendo tutto solo nella mia testa. Riuscivo a comandare gli elementi, sì non ero un granché, ma era stupendo!

 

-Ora visualizza una pioggerella leggera in tutta la Riserva.-

 

Ricominciai il processo: iniziai ad immaginarmi delle nuvole che coprivano il sole autunnale per qualche secondo, stazionavano e poi, una goccia alla volta, la pioggia iniziava a scendere.

 

“Non ci credo.” Pensai quando sentii una gocciolina sulla mano, poi una sulla testa, proprio come me l'ero visualizzato in mente.

 

A quel punto ero decisamente sconcertato.

 

-Basta Genim.-

 

Ed a quell'ordine ripensai al sole, non troppo caldo, che illuminava la Riserva qualche minuto prima.

 

La pioggia si fermò.

 

Con la terra riuscii ad immaginare solo dei fiori che crescevano intorno a me ed a Muso.

 

Una volta che i fiori visualizzati mi piacquero mi fermai.

 

Il “test” era finito ma non avevo il coraggio di riaprire gli occhi e vedere che magari avevo fallito.

 

-Genim apri gli occhi, so qual'è il tuo elemento.-

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

-Mi dai dei compiti da fare a casa? Davvero?- Gli chiesi basito, mentre raccoglievamo le nostre cose e lasciavamo lo spiazzo erboso.

 

-Mi spiace ma mi ha chiamato un amico: un ragazzo che ho aiutato qualche mese fa. Si trova qui in California e se parto oggi, domani potremo passarlo insieme. Ah, è meglio se i “compiti” li fai a casa Hale, non credo che tu abbia detto qualcosa a tuo padre.-

 

Aveva ragione.

 

Annuii e, a quattro zampe, ci dirigemmo alla sua auto.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Eravamo davanti alla macchina quando vidi Muso fermarsi allarmato.

 

Annusava l'aria.

 

-Stiles sento odore di Alpha ma non è Derek... Cosa facciamo?-

 

Iniziai ad annusare l'aria a mia volta.

 

Erano i gemelli in compagnia di Renè.

 

Cosa ci facevano lì? Sarei andato da loro questa sera perché mi avevano seguito. Qui qualcosa non quadrava.

 

-Venite fuori.- Ringhiò Muso sfoderando gli artigli, mentre gli occhi si tingevano di verde.

 

-Stiles non si fa così: ci hai mentito.- Disse sghignazzante Ethan, uscendo allo scoperto insieme al fratello ed alla rossa.

 

-Avevi detto che non aveva niente di speciale ed invece è come te. Pensavamo fosse solo un druido.- Continuò Aidan.

 

-A Deucalion non piacciono i bugiardi ed ha capito che sei ritornato dalla loro parte, anche se inconsciamente. Quindi dobbiamo ucciderti.- Riferì Renè, avanzando per prima.

 

I due gemelli partirono all'attacco.

 

Si precipitarono verso Muso ed i dovetti scontrarmi con la rossa.

 

Agii d'istinto: mi trasformai ed iniziai a combattere.

 

Non ero ancora stato allenato seriamente ed i miei colpi non andavano mai a segno: se mi allungavo per lacerale la spalla, lei si scansava e mi colpiva il fianco.

 

Sentivo dai lamenti dei gemelli che Muso stava avendo la meglio su di loro ma io non ero così fortunato.

 

Mentre cercavo di sviare l'ennesimo colpo, che ricevetti in pieno petto, venni bloccato per le spalle. L'odore dell'aggressore lo conoscevo e, solo quando la rossa infilò i suoi artigli nel mio stomaco, venni buttato a terra dolorante. Sarah mi guardava dall'alto.

 

Intanto sentivo il sangue abbandonare il mio corpo e le energie farsi meno.

 

Svenni quando vidi le sagome dei miei amici che erano corsi in aiuto.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Mi risvegliai sull'erba.

 

Il dolore allo stomaco era scomparso e la vista era tornata nitida.

 

Quando mi alzai a sedere notai che tutti quelli del branco, compreso Peter, erano intorno a me e mi guardavano sollevati.

 

Peter come sempre era l'eccezione: lui mi guardava leggermente deluso ma soprattutto dubbioso.

 

Solo allora notai in lontananza Muso e Derek che parlavo.

 

Sapevo esattamente di cosa stavano parlando: di me, delle parole dette dagli Alpha e ciò che esse comportavano.

 

Quando mi alzai in piedi vidi Derek girarsi verso di me. In pochi secondi ci stavamo abbracciando.

 

Non lo credevo possibile.

 

Appena mi aveva visto si era catapultato verso di me. Aveva poggiato il volto nell'incavo del mio collo ed avevo distintamente sentito sfuggirgli una lacrima.

 

Quando ci staccammo non una parola uscì dalla sua bocca se non il solito “Idiota” e con questo mi diressi da Muso.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Eravamo nel salone di casa Hale ed io ero al centro dell'attenzione.

 

C'eravamo proprio tutti, perfino Deaton, e Muso mi aveva spinto a raccontare loro la verità a cui lui era arrivato.

 

Raccontai loro di tutto, da ciò che mi venne detto dopo il morso alle sensazioni che io avevo provato, non solo per l'accaduto ma anche verso Deucalion. Raccontai che stavo andando da lui durante la luna piena e che ogni sera facevo loro un resoconto. Infine spiegai perché mi avevano attaccato essendo dalla loro parte e spiegai che era stato il mio lupo a fare la scelta.

 

Senza nemmeno rendermene conto mi sfogai con loro. Spiegai che tutto ciò che provavo per loro, soprattutto per uno in particolare, mi aveva confuso e che mi aveva portato a mentire al mio Alpha.

 

-Tutto qui.- Aggiunsi alla fine del racconto.

 

Mi aspettavo di tutto: botte, insulti, omicidio, tutto tranne quello.

 

Mi coinvolsero in un abbraccio di gruppo e mi consolarono. Mi dissero che non era colpa mia, che i primi giorni da mannaro erano difficili e portavano a scelte sbagliate e che erano felici che alla fine avessi scelto loro.

 

Ormai eravamo una famiglia.

 

Stramba sì ma pur sempre un famiglia ed anche se Deaton, Muso e Derek non parteciparono all'abbraccio, sapevo che potevo contare su di loro.

 

Soprattutto sul mio sourwolf.


Image and video hosting by TinyPic

(questa fan art mi ha ispirato il "risveglio" di Stiles... è anche il mio sfondo del desktop LOL)

HEEY! 

Yeeey ce l'ho fatta in una settimana yuhu!
Avrei postato stasera ma sono dovuta andare via quuuindi....
Non sono molto convinta del capitolo (lo scorso mi piaceva sicuramente di più) ma comunque serviva.
Ora sono aperti i sondaggi per l'elemento del nostro Genim! Secondo voi è più un tipo da fuoco, terra, aria o acqua?

Vi lascio subito e se recensite potete chiedermi uno spoiler (scherzo... o forse no?).
Grazie comunque a chi recensisce, mette la storia tra le seguite/preferite/da ricordare ed ai lettori silenziosi. Se volete farmi sapere cosa ne pensate io non disdegno una recensione e...

CIAU! <3

 

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Capitolo 11
*** Deep Blue Sea ***


Deep Blue Sea

 

 

 

Altro giorno, altra sessione d'allenamento.

 

In verità era più una sessione di compiti a casa che mi aveva affidato Muso e che, visto che lui era via da un suo amico, dovevo svolgere da solo.

 

Beh, non ero proprio solo, visto che tutto il branco mi osservava curioso, ma nessuno di loro mi sarebbe stato d'aiuto.

 

Mi sedetti a gambe incrociate nel giardino degli Hale e cercai di ricordare cosa mi aveva detto il riccio.

 

Visualizza.

 

La visualizzazione era la chiave di tutto: dovevo immaginare l'energia confluire dal mio corpo agli elementi e imparare a farle fare ciò che volevo.

 

Essendo alle prime armi avevo da svolgere solo un vero e proprio esercizio, una volta ripetuto quello del giorno prima, sul mio elemento.

 

Dopo aver disposto le ciotoline e la candela, cercai di visualizzare uno alla volta gli elementi e quando finii cercai di concentrarmi per il vero esercizio.

 

-Wohoa! Stiles come? Hai fatto piovere!- Disse Isaac, eccitato dalla scoperta.

 

-Quello non è niente. Ora devo provare il vero esercizio.-

 

Alle mie parole seguì il silenzio.

 

-Sarà pericoloso?- Domandò Derek con un tono leggermente preoccupato.

 

Io gli sorrisi -Credo che tutto ciò che proverò a fare sarà pericolo, visto che tecnicamente non so cosa sto facendo!-

 

-Ora zitti.-

 

Spensi la candela e chiesi agli altri di portare tutto dentro la villa: dovevo concentrarmi solo sul mio elemento.

 

Poggiai i palmi aperti sull'erba.

 

Le parole di Muso che riecheggiavano nella mia testa e mi spaventavano.

 

Ricordati che i tuoi poteri sono più forti dei normali druidi e che abbiamo poco tempo per prepararti alla battagli. Questo esercizio è pericoloso: perderai molta energia e potresti far male a qualcuno se non ti controllerai. Il segreto è aver il pensiero fisso sulla tua ancora.

 

“Mamma, non farmi perdere il controllo.”

 

Cominciai a respirare profondamente, rallentando il battito del cuore.

 

Mi immaginai su delle colline tranquille, piene di fiori colorati, circondate dal silenzio apparente della natura. Tutto era calmo e tranquillo.

 

Doveva esserlo, finché lo volevo io.

 

Visualizzai quel paesaggio magnifico preda di un violento terremoto, che creava crepe e faglie nel terreno. Mentre quell'immagine riempiva il mio pensiero cercai di canalizzare l'energia nelle mani, ma era troppa. Non volevo far del male ai miei amici quindi ripensai subito a mia madre per mantenere la calma e liberai una piccolissima parte dell'energia che avevo accumulato, nel suolo.

 

In quel momento, come mi era stato spiegato, aprii gli occhi per osservare cosa stava succedendo ed, eventualmente, fermarlo.

 

Ciò che vidi mi lasciò esterrefatto: tutti gli alberi vibravano, seguendo il movimento del terreno e i miei amici erano terrorizzati.

 

Cercai di staccare le mani per smettere di trasferire energia e, mentre mi arrabbiavo con me stesso, l'intensità delle scosse aumentava. Quando capii cosa stavo facendo mi calmai e, con il volto di mia madre sempre in mente, visualizzai le colline ritornare alla loro pace iniziale.

 

L'energia che sentivo sui palmi se ne andò ed io riuscii ad alzarmi.

 

In realtà cercai di stare in piedi ma caddi in ginocchio.

 

Derek mi aiutò e tutti entrammo in casa Hale.

 

Una volta in salotto mi scusai con tutti per non esser riuscito a trattenermi ma Peter mi bloccò quasi subito.

 

-Zitto! E' stato fantastico! Non sapevo che i Druidi avessero tale potere.-

 

-In realtà credo che sia per la mia condizione.. mh... anomala.-

 

-Già, non ci avevo pensato. Sembri turbato.- Continuò lui.

 

-Dici che non pensavi che fossi tanto potente, se io ti dicessi che quello non era che un cinque per cento di ciò che posso fare davvero?-

 

-Come puoi esserne certo?- Mi domandò Lydia con un po' di scetticismo.

 

-Non so come spiegarlo... Diciamo che-

 

-Diciamo che noi Druidi percepiamo tutta l'energia che potremmo sfruttare ma che impariamo a limitarci. E' come quando i licantropi percepiscono a poco a poco la sete di sangue che aumenta più la luna sale. Noi sappiamo quanta energia accumuliamo dagli elementi.... E' molta. Quando si visualizza un elemento da quello si prende energia e ci riempiamo di essa fino al massimo. E' inevitabile e gli elementi sono più potenti di quanto voi immaginate o percepite. Il problema è che una volta che noi vogliamo ridare l'eccesso di energia, gli elementi ne assorbono senza riguardo tra la loro e la nostra: quella vitale. Ecco perché Genim è sempre così debole dopo: non sa trattenere l'energia che gli serve.- Spiegò a tutti Muso, comparso dal nulla.

 

-T-tu non dovevi essere dal tuo amico?- Gli chiesi incredulo.

 

-Sì ma il tuo compito a casa è arrivato a cinquanta chilometri di distanza e sono subito corso a vedere come stavi. Sei un portento: la tua famiglia deve essere stata tra le più antiche. Quando ti avrò insegnato tutto sarai imbattibile.- Disse sorridendo.

 

Io non ero sicuro di voler tutto quel potere.

 

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Era ormai pomeriggio inoltrato quando decisi che era meglio tornare a casa per preparare la cena a mio padre, così mi congedai e mi diressi alla jeep.

 

Derek mi seguì fino alla macchina e salì con me.

 

-Cosa fai?- Gli chiesi stranito da suo comportamento.

 

-Ti chiedo se stasera hai voglia di uscire.- Rispose tranquillamente, sorridendomi.

 

-Dobbiamo fare qualche ricerca?-

 

-No.-

 

-Deaton ci ha convocati?-

 

-No... Stiles davvero non ci arrivi? Okay ci riprovo: Vuoi venire ad un appuntamento con me? Solo io e te?-

 

Rimasi basito. Aprii e chiusi la bocca un paio di volte non sapendo cosa dire.

 

-Oh mio Dio! Tu stai chiedendo di uscire a me? Tu vuoi uscire... solo noi due?-

 

-Stiles ho detto che mi piaci! Abbiamo detto che ci avremmo provato, questo è il mio modo per provare a far funzionare la cosa. Quindi ora vai a casa, ti lavi, ti metti qualcosa per uscire e alle otto passo a prenderti. Ciao.- E dopo il “ciao” mi baciò a stampo.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Quando uscii dal bagno il campanello suonò.

 

Andai ad aprire, con addosso solo un asciugamano allacciato in vita, pensando che fosse mio padre.

 

Non era mio padre e, quando aprii, mi trovai davanti Erica, Lydia e Allison.

 

La prima a parlare fu Erica -Pensavo fossi più gracile, ragazze guardate che addominali!-

 

Le altre risero mentre mi spostavo dalla porta, rosso in viso, per farle passare.

 

-Ragazze scusate ma-

 

-Devi prepararti per uscire. Lo sappiamo: Erica ha sentito tutto e siamo venute qui con dei vestiti che abbiamo comprato per l'occasione.- Disse Lydia, dirigendosi in camera mia con le altre, e solo in quel momento notai le borsine che si portavano dietro.

 

-C-cosa?-

 

-Abbiamo ipotizzato che portassi una M visto che hai le spalle abbastanza larghe, vedendoti ora direi che è stata una saggia decisione.- Mi spiegò Allison ridacchiando.

 

-No Allison, no! Ti pensavo meglio di loro!- Urlai fintamente deluso, mentre mi rassegnavo all'idea di dover obbedire a quelle belve in gonnella.

 

Presi un paio di boxer e me li infilai in bagno.

 

Quando entrai in camera:

 

-Lo sapevo che era un tipo da boxer! Ve lo avevo detto!- Urlò la rossa, facendomi arrossire maggiormente: non mi piaceva avere i loro sguardi su di me.

 

-Okay... Siete inquietanti quindi facciamo in fretta che arriva mio-

 

Suonò il campanello.

 

Prima che potessi far qualcosa Erica era già alla porta pronta ad aprire, in un secondo riuscii a raggiungerla ed aprii la porta a mio padre.

 

Non vi descrivo la faccia di mio padre quando mi vide, in mutande, con Erica.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

 

Fortunatamente, e grazie alle altre due ragazze, riuscii a spiegare a mio padre come stavano le cose e, dopo un discorso sul fare sesso sicuro -sopratutto se si tratta di Derek Hale- ritornammo in camera mia.

 

Provai circa trenta diversi “outfit” come li avevano chiamati loro e niente convinceva né me né loro, oltretutto mancavano dieci minuti alle otto.

 

-Ci resta solo una possibilità.- Disse Allison consegnandomi al vestiti.

 

-Quindi muoviti!- Mi ordinò Lydia e io mi cambiai.

 

Quando mi specchiai rimasi piacevolmente sorpreso e così anche le mie “stiliste”.

 

Indossavo una camicia blu portata dentro i pantaloni crema. Questo look mi piaceva perché non era troppo elegante come gli altri ed era anche comodo.


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-Sei fantastico!- Commentò Erica quando mi voltai.

 

-Derek ti salterà addosso!- Lydia.

 

-E se non lo fa è cieco!- Allison.

 

-Oppure è una persona normale.- Borbottai infine.

 

Intanto al piano sottostante sentii mio padre parlare con qualcuno: Derek.

 

Corsi giù, cercando di non usare i poteri lupeschi e lo affiancai.

 

-Stiles finalmente! Sai è tutta la sera che prova vestiti per uscire. Derek lo voglio qua a mezzanotte, non un minuto in più e non uno di meno. Ora andate!- E detto questo mio padre mi spinse fuori casa, tornando a guardare la tv.

 

Quando ci sedemmo in macchina, prima di partire:

 

-Provi abiti da tutta la sera?- Mi chiese l'Alpha.

 

-Tecnicamente è colpa di Erica, Allison e Lydia che mi hanno fatto un guardaroba nuovo così che fossi adatto. Questo è ciò che mi piace di più, tra tutti.- Spiegai, leggermente imbarazzato.

 

Derek fece partire la Camaro e, guardando la strada:

 

-Sei perfetto.-

 

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

 

Cenammo in un ristorante molto carino ed accogliente e per tutto il tempo parlammo di me: come mi sentivo da quando ero un lupo, com'era governare gli elementi o passare la maggior parte del mio tempo libero ad allenarmi.

 

Mi stupivo sempre di più di quanto fosse semplice parlare con lui, senza nascondergli nulla. Fu una serata stupenda ma alle dieci uscimmo e montammo nuovamente in macchina.

 

All'inizio non capii ma, dopo dieci minuti di macchina riconobbi la strada: eravamo diretti al mare.

 

Quando arrivammo in una spiaggia libera Derek parcheggiò e, una volta tolte la scarpe, scendemmo.

 

-Derek è bellissimo!- Gli dissi mentre alzavo il bordo dei pantaloni fino alle ginocchia, per poter camminare in acqua.

 

Lui fece lo stesso e, raggiungendomi, mi prese la mano nella sua.

 

-Era il mio posto preferito quando ero piccolo, prima dell'incendio venivo spesso qua con Peter e la mia famiglia: era l'unico posto tranquillo. Non ci veniva mai nessuno e noi potevamo usare i nostri poteri senza essere notati, era una specie di paradiso per noi.- Mi raccontò abbassando sempre più il tono di voce, tanto era basso che se fossi stato umano non avrei sentito le ultime frasi.

 

-Grazie.- Fu l'unica cosa che riuscii a dire.

 

-Perché mi ringrazi?- Mi chiese stranito, fermandosi davanti a me.

 

-Perché mi stai raccontando un po' di te. Io non so praticamente nulla ed è bello sapere che ti fidi di me. Quindi Grazie. E grazie di avermi portato qui.- Gli spiegai tranquillamente.

 

Lui sembrò spiazzato dalla mia risposta e, dopo qualche secondo di silenzio, mi abbracciò.

 

-Oh Stiles! Mi sei grato per così poco! Non ti merito: ti farò soffrire lo so già.-

 

Mi staccai subito dall'abbraccio e gli presi il volto tra le mani, in modo che mi guardasse negli occhi.

 

-Non iniziare okay?! So cosa hai passato ma non puoi incolparti di tutto ciò che succede di male! Io non sono niente di speciale e staremo bene insieme, okay? Non puoi chiudere i ponti ancora prima di aver cominciato! Se continui con questi discorsi e mi lasci qui, dicendo che è per non farmi del male, mi farai soffrire. Se resti sarò l'adolescente/licantropo/druido più felice del mondo.- E detto questo lo baciai.

 

All'inizio era uno sfioramento di labbra casto come il primo, poi gli morsi il labbro e quando le nostre lingue si incontrarono, le salive si unirono, diventò più passionale.

 

Lentamente ci sedemmo, io sopra di lui, non preoccupandoci dell'acqua che ci avrebbe sicuramente bagnato i vestiti. I respiri divennero pesanti e l'aria iniziava a mancare ma il suo profumo era una droga e non volevo allontanarmi neanche di un millimetro. Sapeva di pino, Derek, il suo odore era perfettamente riconducibile alla Riserva: natura incontrastata e perfetta. Sapeva di bosco e di aria pura, inebriante.

 

Mentre spingevo l'Alpha a sdraiarsi sulla sabbia bagnata, un onda ci investi.

 

-Ma... Ma... Davvero?- Urlai al cielo, non sapendo a chi rivolgermi.

 

Notai che i miei piedi erano immersi e dedussi che forse era colpa mia, visto che il mare era stato calmo fino a quel momento.

 

-Sei stato tu vero?- Chiese trattenendo una risata.

 

Io misi su il broncio e scesi da lui sedendomici accanto.

 

Dopo qualche secondo si alzò e iniziò a spogliarsi.

 

-Wohoa! Cosa stai facendo?- Gli chiesi allarmato.

 

Rimase in mutande e:

 

-Vado a fare un bagno, idiota.- Disse tuffandosi.

 

-In questo mare così profondo?- Domandai fingendomi impaurito ma spogliandomi a mia volta e raggiungendolo.

 

Ringraziai che i licantropi non sentissero freddo e nuotai fino a Derek.

 

-E' stato un primo appuntamento stupendo, potremmo rifarlo!- Consigliai io facendo ridere l'altro.

 

 

-Direi che hai ragione, ma ora godiamoci questo!- E detto questo mi avvicinò a lui.

 

Io aggrappai le gambe alla sua vita e le braccia al suo collo e ci baciammo.

 

Ci baciammo in quel profondo mare blu.

 

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Una volta ritornati in macchina mi squillò il telefono.

 

Stiles è meglio che vieni a casa, subito!

 

-Muso cos'è successo?-

 

Sono davanti a casa tua e Sarah ed i gemelli parlano con tuo padre in salotto! Potrei facilmente batterli ma credo che siano qui per parlare con te, se no avrebbero già sfoderato le zanne.

 

-Arriviamo!-

 

E Derek partì, aveva sentito ciò che mi aveva detto il riccio e non servivano spiegazioni.






 


HEY PIPOL! 

Sì: sto usando il computer illegalmente apposta per voi.
<3
Mi amerte e mi odierete in questo momento ma è giusto così (y)
Non linciatemi perché non so descrivere un bacio ma... ecco... Bhe non ce la faccio e basta!
Okay, l'elemento di Stiles è la terra YUHU! Ho scelto quello 1 perché gli altri non mi convincevano 2 perché è anche il mio e... è figo fargli fare i terremoti u.u
ORA, non ci saranno aggiornamenti ogni settimana fino alla fine di agosto (già è una punizione lunga çç Odio i miei) ma posterò quando riuscirò ad avere il mio piccolino quindi è probabile che ci siano più capitoli in una settimana e nessuno in due.
Ora vi saluto e vorrei chiedervi se riusciamo a raggiungere le 5 recensioni per questo capitolo ^^
Davvero, ci tengo a sapere il parere di (se non tutti) almeno una parte di voi: quella che non si fa sentire.
Ovviamente ringrazio tutti voi che seguite questa follia che non credevo potesse arrivare a così tanti lettori.
Vi lascio con un'immagine che mi ha colpito della scorsa puntata (non c'è nessun spoiler c;)


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VI PREGO! AHAHAHAHAHAH (il sedere prescelto appartiene a Peter Hale, lo zietto psicopatico LOL) 

Okay Ciauu <3 (ricordate le 5 recensioni shhh)

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Capitolo 12
*** Traumatic ***


Traumatic

 

 

“Perché non posso avere un attimo di pace? Perché non potevo uscire con il mio Sourwolf e tornare a casa con un sorriso da ebete? Che palle!”

 

Quando arrivammo mi precipitai giù dall'auto, facendo cenno a Muso di seguirci, con Derek alle mie spalle.

 

In salotto dovetti elargire un sorriso ai miei “amici” e, con il permesso di mio padre, li portai in camera mia.

 

Feci entrare per ultimo Aidan e, appena chiusi la porta, mi girai di scatto rifilandogli un pugno sul naso, che lo fece finire dall'altra parte della stanza.

 

-Genim, calmati. Rilascia l'energia: non ti serve, ci siamo qui io e Derek.- Cercò di calmarmi il riccio, mentre gli altri presenti mi guardavano sbalorditi.

 

Cercai di non dare peso al potere che sentivo scorrere nelle vene, evidentemente stavo incanalando energia inconsapevolmente, ed abbassai il capo.

 

Respirai lentamente per qualche secondo e parlai:

 

-Perché siete qua?! Perché da mio padre? Perché da lui!- L'ultima frase la gridai.

 

Sarah provò ad avvicinarmisi, ma più lei avanzava più io arretravo.

 

-Stiles non siamo qui per far del male a tuo padre, dobbiamo solo parlarti.-

 

-Stronzate.- Sussurrai.

 

-Non vi siete fatti problemi a torturarmi quando ero umano... Ora dovrei credervi?- Ringhiai guardandola negli occhi.

 

-Stai zitto e facci parlare!- Urlò Ethan evidentemente turbato.

 

Avevo sempre pensato che non avrei mai imparato a riconoscerli, però in situazioni come queste si capiva subito: Aidan aveva più sangue freddo invece Ethan era più umano, sotto tutti i punti di vista.

 

-Sputate il rospo.-

 

-Deucalion ti vuole nel branco Stiles, insieme a Derek, ma potrebbe fare un'eccezione se venisse l'altro druido.- Spiegò Aidan, rialzandosi.

 

-Fa pure come se io non ci fossi.- Commentò Muso che fu ignorato.

 

-Vuole un branco perfetto e tu devi esserci per forza, tu sei di sua proprietà. Anche se l'ancora ti ha permesso di ribellarti l'asservimento è più forte e, se avesse esercitato quel potere su di te, ora i tuoi amici sarebbero morti. Quindi ti offre delle opzioni: vieni tu insieme a Derek, che però dovrà uccidere tutti i beta, venite tu ed il druido, una volta ucciso il branco dell'Hale, oppure attiverà l'asservimento ed a quel punto sarai la sua arma personale.- Continuò l'Alpha.

 

-Hai fino a domani sera per decidere.- Disse decisa Sarah, aprendo la porta della camera.

 

E, detto questo, i tre salutarono mio padre e se ne andarono.

 

Ero senza parole.

 

Avevo tre opzioni ed entrambe facevano cagare.

 

Ci avrei dormito su e, senza spiccicare parola o mettermi il pigiama, mi infilai nel letto, ignorando completamente i due ragazzi ancora presenti, che poco dopo se ne andarono.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Era domenica e non avevo motivo per alzarmi dal letto.

 

Non avevo chiuso occhio tutta la notte e le parole di Aidan mi avevano invaso il cervello, impedendomi di ragionare lucidamente.

 

Guardai la sveglia digitale poggiata sul comodino ed ordinai al mio corpo, controvoglia, di alzarsi dal comodo e caldo materasso. Appena i piedi scalzi, le calze le avevo probabilmente sfilate durante la notte, toccarono il pavimento freddo un brivido mi percorse tutta la spina dorsale.

 

Mentre mi dirigevo in bagno, per fare una doccia che magari mi avrebbe schiarito le idee, ripensai a cosa avevo provato la sera prima. Ricordai il senso di vuoto e di terrore alla prospettiva di perdere l'unico parente che mi era rimasto. Non ero mai riuscito ad immaginare come mi sarei sentito alla probabilità di morte di mio padre, ora lo sapevo benissimo.

 

Non mi ero ancora ripreso dalla sera prima e, mentre guardavo l'acqua mista a shampoo scivolare giù per lo scarico, immagini spezzate di ciò che era successo mi passavano davanti agli occhi.

 

Vedere mio padre parlare con degli Alpha, la faccia di Muso preoccupata e il battito accelerato di Derek, il ghigno di Aidan e le espressioni serie di Sarah ed Ethan, il tremolio della mia mano prima di colpire il gemello e la magnifica sensazione l'attimo dopo.

 

Quando ritornai in camera sentii il cellulare vibrare e, una volta guardati i messaggi e le chiamate perse, decisi di spegnerlo.

 

Ormai erano le otto e, lasciando un biglietto a mio padre, entrai nella jeep diretto allo spiazzo che io e Muso usavamo per l'allenamento.

 

Prima che potessi mettere in moto Scott era seduto in parte a me.

 

-Amico, non ci starai davvero pensando su. Lo sai che qualunque decisione prenderai noi saremo morti?-

 

-Da quel che ho capito, lo sareste anche se mi rifiutassi. E no. Non sto effettivamente pensando chi lasciar vivere e chi uccidere, sto solo pensando. Sto pensando a quanto faccia schifo la mia vita, a quanto ero inutile da umano ed a quanto sono inutile e pericoloso adesso. Mi sto rendendo conto che è tutta colpa mia: se, quando abbiamo scoperto che eri un lupo mannaro, fossi scappato, come tutte le persone normali avrebbero fatto, ora non dovrei vivere nell'angoscia di perdere o, peggio, uccidere voi e mio padre! Sono solo uno stupido, logorroico e iperattivo ragazzi con dei super-poteri del cazzo! Ora vorrei solo non esistere...-

 

Mi sfogai con lui e subito mi sentii meglio.

 

Mi sfogai perché era il mio migliore amico, perché ormai era mio fratello e lui mi avrebbe capito. Mi avrebbe capito perché anche lui a volte si sentiva soltanto inutile e pericoloso e, per quanto io gli assicurassi che se non fosse stato per lui ora saremmo tutti morti, non voleva sentire scuse.

 

Ora ero io che mi sentivo così e non volevo sentire scuse e lui lo capiva. Infatti quando puntai gli occhi nei suoi ci vidi comprensione e non sbigottimento per quelle parole, in apparenza, insensate.

 

-Grazie. So che capisci e ti ringrazio, non potrei desiderare un fratello migliore. Ora: puoi chiamare Derek e Muso e dire loro di raggiungermi allo spiazzo dell'allenamento? Ho lasciato il cellulare in camera e non voglio essere tempestato di messaggi tutto il giorno.- Gli dissi, cercando di essere il più normale possibile.

 

-Certo. Ci vediamo stasera alla villa, li aspetteremo lì.-

 

-Grazie.-

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

-Scott ci ha detto tutto, sei un idiota.-

 

-E tu un lupone scorbutico, ma voglio comunque un bacio.- E detto questo Derek mi prese per la nuca e mi baciò.

 

Avevo pensato mentre aspettavo i due ragazzi ed avevo deciso di non buttarmi giù, di non lasciare che la minaccia di un potere che mi avrebbe portato via dai miei amici mi spaventasse.

 

-Ehm ehm... Ragazzi, ovviamente non sono contro la vostra relazione, vi shippo da quando ci siamo conosciuti, ma è leggermente imbarazzante.- Sussurrò il il riccio, sapendo di essere ascoltato.

 

Ci staccammo subito.

 

-Ci ho pensato su molto e... Fanculo l'asservimento! Voglio che mi insegniate a combatterlo.- Spiegai, tornando serio.

 

-Stiles... Non sappiamo quanto sia forte l'asservimento a Deucalion. Solitamente è un leggero senso di gratitudine ma da come ne parlava Aidan sembrava una specie di legame molto più profondo. Non abbiamo idea che potere avrà su di te e se l'attaccamento al Branco ed a Derek basti.-

 

-Quindi?- Chiesi osservando entrambi i ragazzi, percependo, per la seconda volta in quella giornata, il panico dell'inevitabile assalirmi.

 

-Cosa facciamo?-

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Il pomeriggio lo avevo passato con il Branco, avevamo deciso di passare del tempo insieme per rinforzare maggiormente il legame, ed ora mi dirigevo verso casa, insieme a Scott, per salutare mio padre nel caso avessi ceduto al potere di Deucalion.

 

A cinquanta metri dalla destinazione iniziai ad allarmarmi: sentivo odore di Alpha.

 

Scesi dalla macchina, lasciandola accesa in strada, e corsi alla finestra del salotto senza farmi sentire.

 

Quando Scott mi raggiunse, senza capire perché mi stavo nascondendo, stavo già piangendo.

 

-Scusate ma Stiles non è ancora tornato. Volete che gli dica di chiamarvi?- Chiedeva mio padre cortesemente.

 

-Scusi per il disturbo sceriffo ma i miei figli avevano urgenza di vederlo.- Disse Deucalion, indicando i gemelli e Sarah che erano in piedi dietro di lui.

 

-Se volete aspettarlo qui, dovrebbe arrivare tra pochi minuti.-

 

-No, no. Piuttosto gli dica...- Iniziò il maggiore degli Alpha, puntando lo sguardo verso di noi.

 

-Che non ci si può nascondere dal proprio Alpha.-

 

Ed in un secondo mio padre morì per mano di Aidan.

 

Rimasi a bocca aperta.

 

Ero bloccato.

 

Non vedevo niente all'infuori del corpo senza vita di mio padre.

 

Scott agì per istinto e, prendendomi in braccio, mi portò sulla Jeep e mise in moto verso casa Hale.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Ero immobile, seduto sul divano e, davanti a me, Derek ed il Branco discutevano.

 

Probabilmente stavano parlando di ciò che era successo, dell'azione insensata e crudele degli Alpha.

 

Non riuscivo a capacitarmi della morte di mio padre.

 

Mio padre, mi era rimasto solo lui dopo la sua morte, dopo che lei ci aveva lasciati e lui, che mi aveva assicurato che ci sarebbe stato fino alla fine, se ne era andato.

 

Mi aveva mentito e mi aveva lasciato solo, completamente ed inesorabilmente solo.

 

Non so perché ma iniziai ad ascoltare la discussione e notai gli sguardi di tutti puntati su di me.

 

Forse loro, come me del resto, si chiedevano perché ero immobile. Perché ero precipitato in quello stato catatonico come se fossi completamente assente.

 

-Sono dei mostri! Vado ad ucciderli.-

 

-Derek ucciderebbero anche te e sei troppo importante, soprattutto per Stiles.-

 

-Allora cosa vuoi fare Muso, eh?-

 

-Ragazzi calmatevi.-

 

-Scott taci!-

 

-Derek, Stiles è il mio migliore amico credi che non mi preoccupi per lui? Per questo lo sceriffo è stato quasi un secondo padre per me! Non ci pensi?!-

 

Ora ciò che importa è, come farlo ragionare o almeno sfogare: non può rimanere in questo stato.-

 

Forse stavano parlando di me, ma non ero sicuro di capire cosa stava succedendo davvero.

 

Però io avrei parlato di me, se fossi stato nei loro panni.

 

Avrei parlato di me perché ero inutile, avrei parlato di come eliminarmi ma loro no. Loro, anche se non ne ero certo, stavano parlando di come salvarmi da tutto ciò che mi stava accadendo in quelle poche settimane.

 

-Ragazzi credo di aver capito cos'ha.-

 

-E cosa aspettavi a dircelo, Lydia?-

 

-Ci ho pensato e, secondo me, l'organismo di Stiles ha attivato il sistema neurobiologico di difesa. Si attiva quando si percepisce un pericolo, tipo un predatore. Un animale si blocca davanti ad un predatore quando capisce che non può scappare, Stiles ha visto in Deucalion una minaccia enorme, data la morte dello sceriffo,ha avuto una paura improvvisa e devastante che ha attivato l'immobilità tonica. L'individuo di solito si sente accasciato, non si muove, ha la bradicardia. Il trauma mobilizza anche il sistema vegetativo. Questi sono dei sintomi da Stress Post Traumatico ora che si stanno prolungando nel tempo.-

 

-Lydia ha ragione. Non pensavo però che Deucalion potesse incutergli un tale timore: ieri ha dato un pugno ad Aidan solo perché era entrato in casa sua, pensavo fosse più forte.-

 

-Non quando si tratta dei genitori, Muso. Quando è morta la madre ha iniziato a soffrire di attacchi di panico molto frequenti e, ancora adesso, non usciva di casa durante la ricorrenza della sua morte. Stiles in questi anni è cresciuto con la priorità di proteggere il padre, proteggere l'unico famigliare che gli era rimasto. Possiamo solo immaginare cosa significhi la sua morte.-

 

-Comunque non possiamo aspettare. Dobbiamo fargli superare il trauma entro stanotte. Non possiamo permettere a Deucalion di sfruttare il suo stato attuale per l'asservimento!-

 

-Per riconciliarsi con il trauma occorre esprimerlo ed elaborarlo avendo l'opportunità di parlare a fondo della propria esperienza e degli effetti in un contesto sicuro, al fine di disattivare le sensazioni disturbanti presenti in memoria e dar voce al malessere provato: rievocare ogni dettaglio che turba emotivamente, vivere sensazioni e pensieri che derivano dall'evento traumatico, sperimentare il dolore e il disagio affrontandolo, sentendosi pronti e in grado di gestirlo.
Ad esempio, può risultare importante riconoscere sensi di colpa (ci si sente responsabili di aver contribuito a causare la situazione) e vergogna (profondo senso di umiliazione, percezione di sé come cattivi, sporchi, rovinati, indesiderabili, difettosi) e superarli, gestendo difficoltà e rabbia, al fine di rinforzare l'autostima.-

 

-Dio santo Lydia, sembri un libro di psicologia.- Dissi.

 

Avevo la voce rauca il che mi fece pensare a quanto tempo era passato dalla.... cosa.

 

-S-stiles? Stai bene?- Mi chiese Derek, sedendomisi accanto ed abbracciandomi.

 

Io risposi a quell'abbraccio come un bambino al proprio salvagente.

 

Non volevo affogare, non volevo immergermi in quell'oceano di dolore che mi avrebbe inghiottito portandomi a fondo. Sapevo che era un comportamento stupido, avrei dovuto affrontare l'accaduto o sarebbe stato peggio, ma ora volevo vivere nel torpore emozionale che il mio organismo aveva attivato.

 

Così risposi:

 

-Be-benissimo.- Ispirando a pieni polmoni il profumo del mio licantropo.

 

-Stiles, non farlo.- Mi attaccò Lydia.

 

Era proprio vero: solo Lydia era più intelligente di me, solo lei poteva arrivare a capire la mia tattica in così poco tempo.

 

-Ha ragione Genim, finiresti solo con il peggiorare la situazione. Finiresti con l'avere un crollo psicotico ed a quel punto sarebbe più difficile tornare indietro.-

 

Ah già, Muso.

 

Quel ragazzo che mi era entrato nel cuore in poche ore e che adesso consideravo come un fratello maggiore, anche lui poteva capirmi. Non so perché ma in pochi giorni era riuscito a conoscermi così a fondo da arrivare al livello di Scott.

 

-Sto solo chiedendo una pausa okay?! Una pausa per stasera, per evitare di essere una preda troppo facile. Prima di affrontare la cosa devo essere certo di essere al sicuro.-

 

-Ti rendi conto che questo torpore che hai attivato potrebbe renderti più vulnerabile al potere di Deucalion? Se reprimi il dolore inevitabilmente reprimi anche il resto, tra qui ciò che ti lega a noi.- Aggiunse Lydia.

 

-BASTA! Okay? Sono leggermente esausto e se dovess...-

 

Erano arrivati.

 

Avevano davvero avuto il coraggio di presentarsi alla porta dopo quello che avevano fatto.

 

Ad un certo punto avevo pensato che se lo sarebbero risparmiati, che avrebbero aspettato almeno il giorno successivo, mi sbagliavo.

 

Corsi subito sul portico.

 

Tutti corremmo sul portico, solo Allison e Lydia rimasero dentro in compagnia di Erica.

 

C'erano solo Kalì e Deucalion e, appena vidi i loro volti compiaciuti, iniziai a ringhiare ed ad accumulare energia.

 

-Allora piccolo Stiles, cos'hai deciso?- Domandò pacatamente l'uomo.

 

-Secondo te?- Sussurrai infastidito dalla sua sola presenza.

 

-Immaginavo che non ti avrei piegato nemmeno con la morte di tuo padre. Procediamo.-

 

E detto questo non successe niente.

 

Al di fuori non successe niente, nella mia testa la voce di Deucalion rimbombava insistente e penetrante.

 

Caddi in ginocchio mentre, con la testa tra le mani, cercavo di pensare a tutte le persone a cui tenevo. Pensai a Scott, a quando ci eravamo conosciuti ed a tutti gli anni passati assieme, pensai al Branco, alla mia cotta per Lydia che era diventata una profonda e splendida amicizia, pensai a Derek.

 

Pensai a Derek ed a quando capii che ne ero attratto, a quando Muso aveva detto che a lui piacevo, al nostro primo bacio ed al nostro muto accordo, al nostro primo appuntamento, a quanto era stato dolce e divertente e sincero, a quanto era stato Derek. Non lo conoscevo prima dell'incendio ma avrei scommesso che fosse stato proprio così, un po' sbruffone ma molto dolce.

 

Più pensavo a Derek più la voce di Deucalion passava in secondo piano.

 

Più ricordavo tutti i momenti passati con l'Alpha più percepivo le sue braccia intorno alle mie spalle.

 

Più la voce di Deucalion scemava più sentivo la voce dell'Hale che mi sussurrava di stare tranquillo, che mi diceva che lui era lì e che mi avrebbe protetto.

 

Quando risposi all'abbraccio e la voce del mio Alpha era ormai scomparsa, iniziai a piangere.

 

Piansi per tutto: dalle torture, al fatto di essere diventato un mostro, dal scoprire di essere un druido, alla morte di mio padre.

 

Un immenso dolore mi pervase ed il mio cuore inizio ad accelerare.

 

Alzai il volto dalla spalla di Derek e, con la coda dell'occhio, notai Scott, Isaac, Boyd e Jackson partire contro Kalì, mentre Peter e Muso rimanevano a farci da scudo. Vidi i beta soccombere alla forza della lupa e l'odore dei componenti del Branco tramutare dall'eccitazione alla paura.

 

Realizzai che, per colpa mia, era morto mio padre e i miei amici stavano per fare la stessa fine.

 

A quel punto mi mancò l'aria.

 

Iniziai ad annaspare mentre un peso mi sopprimeva il petto, mettendo a dura prova il cuore che già martellava nella cassa toracica. Iniziai a piangere sempre più disperatamente, cercando di liberare quell'uragano di morte, paura e dolore che si era impadronito di me.

 

Strinsi maggiormente Derek mentre la terra iniziava a tremare.

 

Il fatto è che più tremava più mi sentivo meglio, come se il terreno assorbisse le mie pene per scaricarle sotto forma di scosse.

 

Il terremoto era decisamente più violento di quello di due giorni prima e tutti si allarmarono.

 

Derek iniziò a dirmi di stare calmo, che avremmo passato tutto quello e saremmo stati felici ma io non riuscivo ad immaginarlo. In quel punto della mia vita dove tutto mi sembrava nero non riuscivo ad immaginare di sentirmi meglio.

 

Quando le scosse iniziarono a degenerare sentii la mano di Muso poggiarsi sulla mia spalla, ed improvvisamente mi sentii sempre più stanco e privo di forze.

 

Mi accasciai tra le braccia del giovane Hale e, con la vista un po' sfocata, vidi Muso entrare in azione.

 

Combatté contro Kalì e, in pochi minuti, riuscì a passare in vantaggio.

 

Usò l'energia che probabilmente aveva preso da me e, ogni volta che sfiorava la licantropa, la ustionava. Lo scontro durò ancora un paio di minuti finché l'Alpha, stremata, cadde a terra e Muso le strappò il cuore dal petto.

 

Quando alzò il volto Deucalion era sparito.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Svenni sul portico ma poche ore dopo mi svegliai, ritrovandomi nella camera di Derek, insieme al licantropo.

 

Piansi tutta la notte e gli raccontai tutto ciò che mi ricordavo dell'omicidio.

 

Mi fece parlare per ore e mi spiegò che non era colpa mia e che mi avrebbe dato tutto il tempo che mi sarebbe servito per riprendermi.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Passate due settimane ero riuscito a superare il trauma, anche se ero rimasto alla villa ed ero uscito solo per delle passeggiate nel bosco.

 

Era stato Scott a parlare con la polizia per via di mio padre e. insieme a Peter, Derek e Muso , i maggiorenni di casa, spiegarono perché non avevo voglia di parlare.

 

Per qualche giorno parlai solo con Derek quando la notte eravamo soli in camera, ma anche questo migliorò ed ora, a volte, utilizzavo ancora del sarcasmo.

 

L'unico famigliare in vita che mi era rimasto era la sorella di mio padre e, quando venne per il funerale, le parlammo dell'adozione. Mi propose di andare a vivere con lei in Europa ma io le chiesi di firmare le carte per farmi adottare da Melissa che, appena saputa la notizia, si offrì subito come tutrice.

 

Ora ero a casa McCall ed io, Melissa e Scott stavamo cenando.

 

Domani sarei tornato a scuola e, per ora, era tutto tranquillo: niente attacchi da due settimane e niente visite da parte dei gemelli o qualcuno del branco nemico, solo allenamenti per tenere libera la mente e giornate in “famiglia” insieme a tutti quelli del Branco.

 

 




RAGAZZI VI RICORDO CHE L'OMICIDIO E' ILLEGALE!
Dopo avervi ricordato che E' ILLEGALE e non c'è una notte all'anno in cui tutti i crimini sono legali, passiamo al capitolo.
Non so quanto ho sofferto per la scena della morte dello sceriffo, ma non programmo la storia ed i capitoli vi arrivano appena li finisco. Vorrei farvelo capire dicendo che ad inizio capitolo volevo che Stiles ritornasse dagli Alpha sotto asservimento... Evidentemente il personaggio non me lo ha permesso.
L'attacco di panico del nostro piccolo protagonista l'ho descritto così come l'ho provato... Mi spiego: ho voluto aggiungerlo perché ci stava (Stiles vulnerabile e fatto a pezzi dal dolore etc.) ma mi son chiesta "Come lo scrivo?". A quel punto ho deciso di scriverlo pensando a quando li ho avuti io. Ora non voglio star qua a parlarne, sappiate solo che ho cercato di renderlo il più realistico possibile.
Altro punto fondamentale: la morte di Papa Stilinski.
Vi starete chiedendo perché l'ho fatto soffrire così tanto per poi far passar tutto in mezza pagina? Semplice: perché Stiles è forte. Il nostro Genim ha già affrontato di tutto ed ho cercato di far capire che l'amore che, forse inconsciamente, prova per Derek lo ha aiutato moltissimo. Avete ragione: avrei potuto lasciargli una paginetta per la sua "guarigione" ma mi piaceva di più così.
Comunque vorrei far notare che non sarà più lo Stiles di prima, forse ritornerà ad esserlo ma per ora questa perdita lo ha segnato nel profondo ed anche se non vuole ammetterlo è cambiato.



ORA.
Ringrazio tutti voi ragazzi senza distinzioni perché questa storia sta avendo (secondo il mio modesto parere) un gran successo e sono molto fiera di lei.
Mi sono sorpresa particolarmente per il numero di recensioni dello scorso capitolo e vorrei mettere anche questa volta il minimo di 5. Forse pensate che sono una rompi (ed avete ragione) ma più recensioni ricevo più riesco a sapere cosa piace a voi e cosa non.


Mi dispiace oggi niente gif/immagini :c (Ah! Le parti in corsivo sono quando Stiles non può partecipare. In senso che, in una, è fuori dalla finestra quindi è uno spettatore. La seconda perché il suo cervello "vede" quello che sta succedendo ma non riesce a capirlo appieno. Spero di essermi spiegata.)


CIAU! 

 

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Capitolo 13
*** Monster ***


Monster







Sangue.

Sangue ovunque.

Il tappeto, il divano, le tende e il vetro della finestra sporchi di rosso.

In mezzo alla stanza una bara, la bara di mio padre.

E' solo colpa tua, Stiles. Hai ucciso prima tua madre ed ora me. Come ti fa sentire questo Stiles?”

E' mio padre che lo dice, ma io l'ho davanti agli occhi ed è fermo, immobile, morto nella sua bara. E' una voce fuori campo, eppure è come se qualcuno mi stesse sussurrando quelle parole velenose direttamente nei timpani.

Stiles?” E' un bisbiglio.

Stiles?” E' un richiamo.

Stiles!” E' un grido.

 

Quella notte mi svegliai sudato, tremante e in lacrime.

 

Quella notte mi svegliai come tutte le notti precedenti.

 

Da quando non mi sfogavo più con Derek avevo costantemente questo incubo e, anche se lui aveva provato a convincermi di farlo rimanere la notte per parlare, gli avevo detto che stavo bene. Non so bene perché lo feci. A volte penso che fosse un modo per punirmi perché, nel profondo, pensavo davvero che fosse colpa mia.

 

Avevo una stanza tutta mia a casa McCall e speravo che Scott, durante il sonno, mettesse in pausa i super-sensi da licantropo o il solito “Sto bene.” non avrebbe sortito alcun effetto.

 

Mi coricai nuovamente nel letto e, constatando che erano solo le quattro di mattina, chiusi gli occhi tentando di dormire almeno altre due ore.

 

Non riuscendoci volsi lo sguardo al soffitto e aspettai.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Era ora: dovevo andare a scuola e sembravo un morto vivente.

 

Saltai colazione con la scusa del ritardo, mi vestii e saltai in macchina con Scott in parte a me.

 

Quando arrivammo a scuola il moro si assicurò, per la miliardesima volta, che stessi bene e che me la sentissi di riprendere le lezioni.

 

Mentre attraversavamo i corridoi mille sguardi si posavano su di me e questo mi irritava: non volevo impietosire la gente, dovevo far vedere loro che ero forte. Forse volevo convincermi di essere forte.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Le prime due ore passarono abbastanza tranquillamente, anche se il Branco mi trattava come se fossi un invalido, finché non ci fu l'intervallo.

 

Io, Scott e Isaac uscimmo dalla classe di matematica e, dirigendoci verso i nostri armadietti, ci separammo.

 

Stavo prendendo il libro di letteratura, quando una mano si posò sulla mia spalla. Mi voltai sorridente e vidi Sarah.

 

-Dobbiamo parlare.- Disse seria.

 

-”Dobbiamo parlare.”- La scimmiottai.

 

-Hai il coraggio a parlare dopo quello che è successo? Dopo che Deucalion ha ucciso mio padre?!- L'ultima frase la sussurrai.

 

-Stiles, non capisci. Credi davvero che Deucalion abbia rinunciato a te solo perché Kalì è morta? Credi davvero che non approfitterà del primo momento in cui sei solo? Più diventi forte, più lui ti brama... Volevo solo avvertirti.-

 

-Bene, hai finito?-

 

Lei annuì.

 

-Fanculo.- E detto questo, sbattei l'anta dell'armadietto e mi diressi in aula.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Stavo guidando verso la villa degli Hale quando mi si bucò una ruota.

 

-Merda.-

 

Scesi dall'auto e cominciai a correre.

 

Ad ogni rumore che percepivo il mio cuore perdeva un battito: ero in constante allerta da quando avevo parlato con Sarah, non avevo voluto sembrare spaventato, ma il fatto di poter essere nuovamente soggiogato da quel pazzo mi terrorizzava.

 

Ormai conoscevo la Riserva come le mie tasche e riuscivo ad aggirarmi senza inciampare o perdermi ma quando sentii una risata persi la concentrazione e caddi rovinosamente.

 

-Finalmente sei tornato a scuola, iniziavo a pensare che fossi uno smidollato e che avessi deciso di intraprendere una vita da eremita chiuso nella tua cameretta a piangere!- Urlò Deucalion, pochi metri davanti a me.

 

Solo il vederlo scatenò in me la trasformazione in licantropo e ciò scatenò sul viso dell'alpha un ghigno che mi fece venire la nausea: quell'uomo mi faceva schifo, era colpa sua se mi era successo tutto questo, se ero diventato un muta-forma che non sa controllarsi, se si erano rivelati i poteri da druido mettendo in ulteriore pericolo le persone che amavo, era lui l'assassino che mi aveva tolto mio padre.

 

Non avevo mai pensato, neanche per un secondo, che Scott, Derek o gli altri del branco fossero mostri ma per lui non trovavo parola più adatta.

 

-Sarah ti avrà detto che ti volevo ancora no? Credo di aver aspettato abbastanza, non credi?- Disse avvicinandomisi lentamente.

 

-Io ti ucciderò!- Urlai con tutta l'aria che avevo nei polmoni.

 

-Dovesse essere l'ultima cosa che faccio, ti strapperò il cuore dal petto e guarderò i tuoi occhi spegnersi e dopo tutti mi acclameranno per averli liberati dalla tortura che è la tua esistenza!- Continuai mentre la terra tremava leggermente.

 

-Oh abbiamo tirato fuori le palle?- Gridò lui a sua volta trasformandosi completamente.

 

Era uno spettacolo raccapricciante: non era come quando Peter si era trasformato una volta uscito dall'ospedale, Deucalion era ancora parzialmente umano ma gli occhi erano completamente rossi e risaltavano maggiormente, in contrasto con il pelo nero pece che lo ricopriva completamente, i lineamenti ampiamente trasfigurati.

 

-Non puoi battermi insulso ragazzino! Potrai essere potente quanto vuoi ma io lo sono di più! Ora arrenditi e unisciti al branco o farai una brutta fine: mi sono stancato di te.- Ringhiò e, anche se il volume della voce era notevolmente basso, un brivido mi percorse l'intero corpo.

 

-Deucalion, ti ricordavo più figo. Sarai forte quanto vuoi ma sei proprio brutto!- Disse Muso ponendosi tra me e l'alpha.

 

-Il cavaliere che è qui per salvare la sua damigella in pericolo, presumo. Scusa ma non conosco il tuo nome: non ci hanno mai presentati.-

 

Anche se i due stavano conversando tranquillamente la tensione si poteva tagliare con un coltello e, immaginavo, Muso stava perdendo tempo per accumulare energia.

 

Il riccio stava per risponde quando anche Derek ci raggiunse.

 

-Derek, che bella sorpresa! Anche tu qui? Spero che non ti dispiaccia se inizierò con il riccio.-

 

Neanche il tempo di sbattere le palpebre che lo scontro fra Deucalion e Muso era già in corso e, se non avessi avuto i sensi da lupo ad aiutarmi, non sarei riuscito a seguirne il filo: i movimenti erano rapidissimi e le mosse di entrambi venivano parate dall'altro. Ogni tanto l'alpha ringhiava dove Muso lo toccava e si vedeva la pelle ustionata che, sfortunatamente, guariva in pochi secondi.

 

Dopo vari minuti che lo scontro continuava senza dar segno di un perdente o un vincitore Derek prese il posto di Muso.

 

A quel punto andai nel panico più totale mentre mi accorgevo dell'energia che avevo assorbito che mi rendevo conto che Derek non ce l'avrebbe mai fatta con l'altro alpha.

 

Partii immediatamente verso lo scontro, li raggiunsi, presi Deucalion per le spalle e lo sbattei a terra con tanta forza da provocare delle crepe nel terreno. Sentivo l'energia e l'adrenalina scorrermi nelle vene e non riuscii più a controllarmi: lasciai andare tutta la rabbia che avevo provato verso quel mostro, tutto il dolore che le sue azioni mi avevano provocato e lasciai che il mio lupo si sfogasse. Gli tiravo un pugno dopo l'altro sul viso, gli ruppi un braccio ma lui era più forte e con una testata mi fece cadere in terra.

 

Riuscì a rifilarmi un solo gancio destro che Derek gli si buttò addosso e finirono a qualche metro di distanza dove muso pose le mani attorno alle tempie di Deucalion.

 

L'alpha urlò di dolore e quello fu il grido più raggelante che abbia mai sentito: riuscivo quasi a percepire il dolore e la disperazione mescolati in quel richiamo d'aiuto. Come se una molla scattò nel mio cervello, mi misi a correre ed atterrai Muso. Non avevo idea di perché lo feci, avevo solo pensato che fosse la cosa giusta da fare e che così Deucalion non avrebbe più sofferto.

 

Sentii Derek che veniva sbattuto contro un albero e svenne poi Deucalion mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio un “Bravo ragazzo.” che odiai nello stesso momento in cui raggiunse i miei timpani.

 

Era stato sicuramente l'asservimento a farmi fare quello e il pensiero che, se non fosse stato per me, ora l'alpha sarebbe morto e tutti i nostri guai sarebbero finiti mi fece infuriare. Aiutai Muso ad alzarsi mentre guardavo Deucalion dritto negli occhi. Sfortunatamente i gemelli arrivarono insieme a Sarah, probabilmente attirati dall'urlo del loro alpha, e si posero tra noi e il mostro.

 

-Ragazzi, Stiles mi ha salvato la vita! E' così debole da sottomettersi all'asservimento e buttare a terra un am-

 

-Stai zitto! Chiudo quella bocca o vengo lì e te la strappo!- Urlai ormai frustrato e stanco morto di tutta questa storia.

 

-Ma se non sei neanche riuscito a lasciarmi morire?! Come potresti farmi del male?- Domandò sarcastico.

 

Il silenzio calò mentre mi arrendevo all'idea che aveva ragione: non avrei mai potuto fargli veramente male finché l'asservimento mi legava a lui. Stavo per cedere, stavo per arrendermi sul serio quando Muso mi mise una mano sulla spalla.

 

Ha ragione: tu non puoi ucciderlo, ma io sì. Mi hai visto e ho abbastanza energia per completare ciò che ho fatto. Quando mi staccherò partirai ed attaccherai i gemelli e la ragazza e li ucciderai Stiles. Io andrò da Deucalion e finirò ciò che ho cominciato. Decidi tu se risparmiare la vita ai ragazzi.

 

Ebbi meno di un secondo per assimilare ciò che era successo che Muso staccò la mano dalla mia spalla e, contemporaneamente, partimmo all'attacco.

 

Aidan si mise per primo sulla mia strada e feci per colpirlo in viso con un pugno ma, quando lo raggiunsi, lo feci cadere con una ginocchiata in pancia. Subito Ethan mi venne addosso e iniziò a colpirmi ripetutamente ma io ero più forte così lo sollevai e lo sbattei contro un albero abbastanza forte da farlo svenire sul colpo.

 

Appena giratomi Sarah mi tirò un calcio sul torace e sentii delle costole rompersi ma, quando Aidan mi corse incontro con gli artigli sfoderati, mi concentrai e non diedi peso al dolore lancinante: gli presi il volto tra le mani e con un colpo secco gli ruppi il collo.

 

-Questo è per mio padre.- Dissi sorpassando il suo corpo e dirigendomi verso Sarah che stava in piedi davanti a me ma non accennava a volermi attaccare.

 

-Non voglio uccidervi, Sarah.- Dissi io, invertendo la trasformazione.

 

-Non sembrerebbe.- Commentò lei alludendo al corpo di Aidan dietro di me.

 

-Lui aveva ucciso mio padre, se lo meritava. In quanto a voi, quando sarà morto Deucalion, potrete andarvene e non tornare. Per favore.- La pregai io.

 

In fondo mi era stata vicina quando mi avevano trasformato e non aveva fatto fisicamente male a nessuno ed io non ero un assassino: non volevo uccidere nessun altro.

 

Lei prese Ethan in braccio e sparì nei meandri della Riserva.

 

Mi girai per vedere se Muso avesse bisogno di aiuto me sembrava che tutto andasse per il meglio: Deucalion a terra che non riusciva neanche più ad urlare e Muso più concentrato che mai, finché Renè spuntò fuori dal nulla e lo atterrò.

 

Il riccio urlò di frustrazione e cominciò a combattere con la rossa e sembrava più forte che mai.

 

Deucalion intanto si stava rialzando e rimasi immobilizzato: ero stremato e non sarei riuscito a combattere contro di lui, inoltre sembrava essere indistruttibile. Cercai di non pensarci i gli andai incontro. Fortunatamente Derek si era ripreso e, senza indugiare, bloccò nuovamente Deucalion e gli strappò il cuore.

 

Il tutto fu così veloce che quasi non me ne resi conto e, quando assimilai cos'era appena successo, mi sentii più leggero che mai, come se le preoccupazioni mi avessero abbandonato in quel preciso momento.

 

Mi voltai per vedere Muso che rompeva il collo a Renè e l'adrenalina mi abbandonò, caddi in ginocchio e piansi.

 

Era un pianto di gioia, il pianto di un ragazzo che in quelle settimane aveva visto troppa violenza, troppa brutalità e troppa ingiustizia per una vita intera. Era un pianto liberatorio e, mentre la vista mi si appannava per via delle lacrime, Derek mi abbracciò unendosi a me.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°

 

Stava calando la sera quando raggiungemmo villa Hale e quando il branco ci vide ci fece sedere in salotto e ci obbligò a raccontare tutto.

 

Parlò solamente Muso e scoprii che al resto del branco era stato obbligato a rimanere alla villa quando Derek percepì le mie urla e quelle di Deucalion e che era rimasti in pena per tutto il tempo.

 

A quel punto però era tutto finito e io avevo solo voglia di dormire.




OH MIO DIO SCUSATE! MI DISPIACE TANTISIMO FOSSI IN VOI MI ODIEREI!
Scusate se non ho più aggiornato ma questa storia non mi attraeva più e solo oggi (rileggendo gli ultimi capitoli e le vostre adorabili recensioni) mi sono sentita assurdamente in colpa e ho trovato una fine che spero non faccia troppo schifo. Forse vi sembrerà affrettata ma se non finivo oggi non finivo più.
Ci sarà un epilogo prima o poi (forse il prossimo weekend ma non fatevi ingannare potrei tornare nel 2015).
Spero davvero che non mi disprezziate troppo per recensire c;

Okay vi lascio (
DAVVERO SCUSATE PER IL RITARDO MI SENTO COSI' IN COLPAAAA).
Ciao <3

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Capitolo 14
*** The wedding ***


The wedding

 

 

Il grande giorno era arrivato e non potevo essere più felice anche se ogni cosa sembrava andare storta: Scott era in ritardo, la cravatta mi soffocava, Melissa non riusciva a controllare Dean e gli invitati già riempivano il giardino mentre io non trovavo i gemelli che Derek mi aveva regalato apposta per l'occasione.

 

Stavo frugando in ogni angolo del piano superiore, quando sentii Lydia urlare un “Li ho trovati!” e corsi subito da lei.

 

-Grazie al cielo!- Le dissi mentre indossavo le due piccole triscele.

 

-Cosa faresti se non esistessi?- Mi chiese la rossa mentre prendevo la giacca dello smoking e uscivo per salutare gli invitati.

 

Fuori era tutto perfetto: gli ospiti chiacchieravano allegramente, l'arco nuziale con i posti per la cerimonia erano in ordine e il rinfresco sembrava essere gradito a tutti.

 

Mentre cercavo Dean e Melissa tra gli invitati, una voce famigliare mi chiamò:

 

-Genim, neanche un salutino al tuo vecchio amico?!-

 

-Muso!- Lo salutai io, abbracciandolo.

 

Da quando la minaccia di Deucalion era sparita Muso era venuto a trovare il branco almeno una volta ogni due mesi ed ogni volta ci raccontava dei posti che visitava, dei nuovi druidi che aiutava etc. Quel giorno però avrebbe cerimoniato il matrimonio siccome, a detta di Derek, “un druido e un licantropo non possono sposarsi in un modo qualunque”, avevamo deciso per una cerimonia legata agli elementi ed alla mia specie.

 

-Allora sposino, dove sono gli anelli?- Mi domandò una volta sciolta la stretta.

 

-Nel nostro appartamento in città. Scott è andato a prenderli ed a vedere com'è messo Derek, ma è in ritardo e comincio ad agitarmi.-

 

-Tranquillo! Tu sei fantastico, avete sistemato la villa in modo eccellente, tuo figlio è un terremoto ed il tuo migliore amico...... sta arrivando proprio ora!-

 

Neanche un secondo e Scott mi si presentò davanti con la scatola delle fedi.

 

-Tutto in ordine. Derek era un po' agitato ma Peter e Isaac sono lì apposta, ecco le fedi e Derek mi ha dato questo per te.- Disse porgendomi un foglietto di carta.

 

“Come stai? Scommetto che sei bellissimo e non vedo l'ora di vederti. Quando Scott ti darà questo biglietto inizia a far accomodare gli ospiti: sto arrivando.”

 

Così recitava il biglietto ed, alla vista di quel “sto arrivando”, cominciai ad andare nel panico.

 

Iniziai a togliere di mano i bicchieri ed i piattini a tutti, invitandoli a prender posto, ordinai a Muso di andare all'arco insieme a Scott, diedi le fedi a Melissa per farle spiegare a Dean cos'avrebbe dovuto fare, bevvi un paio di bicchieri di champagne e mi posizionai, a mia volta, davanti l'arco nuziale.

 

Meno di un minuto e la macchina degli Hale arrivò.

 

Per primo scese Isaac, seguito da Peter che accompagnò il nipote per la navata.

 

Derek era stupendo: il completo grigio gli donava terribilmente dandogli l'aria di un modello, non che solitamente non lo sembrasse, ma il suo portamento determinato e rigido allo stesso tempo mi facevano capire che stavamo per farlo veramente, stavamo per sposarci.

 

Quando arrivarono davanti a me Derek mi prese per mano e mi sussurrò un “finalmente” che mi fece venir voglia di piangere dalla gioia.

 

*°*°*°*°*°*°*°*

 

La cerimonia fu molto formale fino alle promesse.

 

-Derek, è da quando siamo usciti insieme per la prima volta che sognavo di sposarti. Sono un tipo romantico ed immaginavo uno di noi due con lo smoking bianco, che poi non hai voluto né metterti né farmi mettere ma posso passarci sopra, sulla spiaggia di quel primo appuntamento e mio padre che ti minacciava di non farmi mai soffrire o ti avrebbe sparato. Purtroppo una di queste cose era più la fantasia di un adolescente ma devo dire che scegliere la Riserva come luogo della cerimonia è stata la cosa più giusta che potessi fare. Qua dove ci siamo incontrati per la prima volta, nella tua “proprietà privata” dalla quale, inizialmente, mi volevi sempre cacciare e che ora è una seconda casa anche per me. Non avrei mai immaginato di avere Dean qua con noi ma rende tutto ciò ancora più nostro perché noi non siamo come gli altri ed è proprio questo che mi piace. Io ti amo Derek Hale e l'ho capito quella notte sulla spiaggia, che ha portato a tutto questo, ma lo capisco ogni giorno sempre di più ed è per questo che voglio passare con te il resto della mia vita.-

 

Una lacrima mi scese sulla guancia ed il moro mi accarezzò per asciugarla.

 

-Oh Stiles... Non ti avrei mai permesso di indossare quell'obbrobrio bianco e, sicuramente, non lo avrei mai messo io. Comunque, Genim, è dalla prima volta che ti ho visto, qui nella Riserva, che ho capito che c'era qualcosa di speciale in te. Non so spiegarmi, chiamalo pure amore a prima vista ma il fatto è che quando non c'eri pensavo a te e quando c'eri facevo fatica a concentrarmi. Abbiamo vissuto così tante avventure insieme ed ora stiamo per intraprendere quella più lunga e misteriosa ma non potrei volere nessun'altra persona come compagno di vita. Anche io ti amo come non ho mai amato nessuno e come non potrò mai amare nessun altro e sono sicuro che anche i miei genitori ti adorerebbero perché sei perfetto. Perfetto per me ed invecchiare con te sarà un piacere.-

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Tutto andò a gonfie vele e, una volta che tutti gli invitati se ne andarono dal ristorante e Scott portò Dean a casa sua per la notte, io e Derek salimmo sulla Camaro e ci dirigemmo alla spiaggia del nostro primo appuntamento.

 

-Non pensavo di dover pagare così tanto per del cibo che praticamente non abbiamo mangiato!- Mi lamentai io con lo stomaco che brontolava.

 

-Almeno la torta era buona.- Commentò il moro sedendosi sulla riva, subito raggiunto da me.

 

Calò il silenzio e ci sdraiammo abbracciati, osservando il cielo che quella notte era spettacolare.

 

-Non ci posso credere che siamo sposati... Mi sento vecchio.- Sussurrai io.

 

-Non dirlo a me! Soprattutto se ripenso alla prima volta che ti ho portato qua. Ricordo che stavamo camminando in riva quando ci baciammo.- Disse lui, sorridendo verso l'ultima parola.

 

-Bei ricordi... Ti va di renderli un po' più vividi?- Proposi, con un ghigno in viso, iniziando a sbottonargli la camicia.

 

-E me lo chiedi anche?- Rispose iniziando a baciarmi con più passione.

 

Però, prima di perdere il controllo, mi staccai da lui e guardandolo dritto negli occhi dissi:

 

-Ti amo.-

 

-Ti amo.- Lui rispose.




E' FINITA!
NON CI CREDO CHE E' FINITA!

Scusate per la settimana di ritardo ma l'universo non voleva che io aggiornassi e mi ha fatto stare male lo scorso weekend fino a mercoledì quindi ho dovuto rimandare la pubblicazione.
So che il capitolo è corto e fa un po' schifiio ma non sapevo veramente cosa scrivere e come scriverlo.
VI RINGRAZIO DAL PIU' PROFONDO DEL MIO CUORE PER AVER SEGUITO FINO ALLA FINE QUESTA STORIA ANCHE CON LE MIE PAUSE (scusate per quelle eheh) E NON SAPETE COME SIA FELICE E TRISTE ALLO STESSO TEMPO MA NON FA NIENTE AHAHAHAHAH
Per chi vuole lasciare un recensione per farmi sapere se la storia gli è piaciuta e perché (o perché non gli è piaciuta) è tutto ben accetto purché non si sfoci negli insulti.
Vi saluto per l'ultima volta e se volete leggere qualcosa d'altro di mio il mio account è aperto a voi!

[Se vi piace come scrivo e vorreste una OS fatta con le vostre idee, sono aperta a richieste via messaggio privato. Ricordate soltanto ONE SHOT su TEEN WOLF che poi verranno pubblicate sul sito e dedicate a voi (che verrete avvisati quando saranno pubblicate). Nessuna restrizione sul contenuto e la decisione sta a voi.]

ADIOS! <3

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