Bambini: La Bocca Della Verità

di Seiten Shiwa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chap One ***
Capitolo 2: *** Chap Two ***



Capitolo 1
*** Chap One ***


Piccola ficci, che vorrei dedicare alle DonneH della mia vita:
_FraVi, Ale_Mars, MeggieMurdock, Kalina, Pinkymohawk, Swan74, Eli 93, Regina di Cuori, Black_Divah, Shizaya… (spero di non scordare nessuna!)

Ed anche a coloro che da sempre recensiscono: Celestalbaret, Meggie681r ecc ecc…

È rivolta a tutte coloro che appartengono alla prestigiosa Università degli Studi Zozzosi! Che colgono, ed accolgono, ogni mio doppio senso.

Con questa “GENIALATA” (cit. Black_Divah), spero di farvi riprendere dalla pazzia psicopatica della mia ficci precedentemente pubblicata: The Kill.
Per chi è ancora sano di mente, consiglio caldamente la sua lettura… tanto per dargli il benvenuto nel mondo dei pazzi ^__^

Buona lettura!!

Vostra, Pornosamente-Romantica
Seiten Shiwa




01. Il Tema


TEMA IN CLASSE:. Cosa non ti piace o ti piace mangiare? Chi cucina a casa tua? Descrivi il tuo rapporto col cibo.



Il mio cibo preferito sono i muffin ripieni di crema di papi. Quando la mattina me li fa trovare sul tavolo, prima che papà mi porta a scuola, mi sento il bambino più felice del mondo. La crema non fa neppure ingrassare: perché non è fatta con le uova.
A casa mia si mangiano molte verdure, tanta frutta, e spesso anche del pesce fresco appena pescato dagli zii Shan e Tomo.
Una volta, quando ero più piccolo, papà mi dava gli omogeneizzati alla carne. Poi, crescendo, poiché papi è vegano, mi ha spiegato che mangiare la carne è sbagliato e fa male. Così non la mangiamo mai.
Pensi signora Maestra, che papà è irlandese d’origini. Da quando papi l’ha convertito allo stile di vita vegano, quando siamo a casa dalla nonna Rita a Dublino, per le feste, nonno Eamon lo prende sempre in giro, dicendo che è diventato proprio “un manzo… erbivoro”. A quella frase ci mettiamo tutti a ridere, soprattutto papi, che credo lo chiami manzo apposta per fargli dispetto.
Ma papà è buono, non se la prende, anzi, gli dice che non lo punisce in pubblico per non traumatizzarmi…
Ha ragione: sono troppo sensibile, non potrei mai vedere papà arrabbiarsi e prendersela con papi… Loro non litigano quasi mai, o comunque, per cose stupide, che poi risolvono con un bacio.
Ed io sono così felice quando fanno la pace… perché poi si fanno le coccole!
… chissà se magari, un giorno, mi regalano una sorellina o un fratellino…!

Ma tornando al cibo…
Essere vegani è importante, per noi. C’è tutto un discorso dietro, sul rispetto verso gli animali, che è molto lungo, e che magari le spiegherò a voce, altrimenti andrei fuori traccia e prendere un brutto voto.
Per rimanere in tema di cibo.. beh, a parte i muffin di papi, c’è la pasta dello zio Tomo.
Lui è uno chef, anche se non so dire se suona meglio la chitarra o sa meglio cucinare.
Posso dire che però fa entrambe le cose con grande amore e passione. Lo stesso amore con cui ama lo zio Shan.
Loro due, poi, sono fissati con la pesca. Spesso e volentieri escono e vanno a pescare.
Infatti, a sentire papi e papà, a zio Tomo piace prendere il pesce con Shannon.

A differenza dei miei zii, a papi e papà piace tanto la verdura e la frutta.
Quando sono in camera a studiare, la sera, e loro sono in cucina a preparare, sento sempre papi chiedere a papà la banana. La passione di papi per la macedonia è una cosa davvero unica! E credo anche speciale! Dice che la sua passione, è nata, quando stavo per nascere, e loro si sono conosciuti sul set del film di Alexander. Come lei saprà bene, Maestra, Alexander è il Re della Macedonia. Sarà per questo che a papi piace tanto che papà gli prepari la banana!? A sentirlo, ne è ghiotto, e starebbe tutto il giorno con la banana in bocca, per quanto gli piace. So che la mangia tutte le volte che è a casa, o così mi è parso di sentire origliando una loro chiamata al telefono, quando papi era in tour.

A mio papà, invece, piacciono tanto le zucchine. Una volta, ho sentito papi, dire a papà, che gli aveva riservato la zucchina per la mattina dopo, ma che quella sera era stanco, e non ne aveva voglia. Beh, Maestra, chi, dopo 3 ore chiuso in sala prove a scrivere canzoni e comporre, avrebbe voglia di fare un’insalata mista?! Papi aveva ragione.
Altre volte, ho sentito anche papi e papà parlare di carota. Non disdegnano neppure i cetrioli o le melanzane però.

Grazie a papi ho imparato anche a mangiare i finocchi. Mi pare di ricordare, invece, che zio Shan odia i finocchi. Quando ero più piccolo, ricordo che imprecava sempre su di loro. A volte, tutt’oggi, gli scappa dalla bocca un “mannaggia ai finocchi”, ma subito zio Tomo o papi lo zittiscono, perché gli dicono che queste cose non si dicono e non si offendono i finocchi, perché lui lo è… sinceramente, zio Shan può assomigliare a tante altre cose, ma non a un finocchio, e neppure ad un carciofo… in ogni caso, papi e zio Tomo hanno ragione! I finocchi sono buoni! Come possono non piacergli??

Un’altra cosa che mi piace, è la panna di soia. Ma poche volte è capitato di comprarla e ritrovarla in frigo.
Le spiego signora Maestra: succede spesso, che io e papi andiamo a fare spesa insieme, se papà ha da fare con la zia Claudine. Nel fare spesa, io ricordo SEMPRE a papi di comprare la panna, perché magari, se non gli va di farmi i muffin alla crema, li fa semplici, e io poi la mattina li riempio di panna… solo che puntualmente, la mattina, la panna non c’è o è finita!
Ho iniziato a credere che fosse il cane di Zio Shan a mangiarla. Ma ho fatto una prova, e a lui non piace. Poi, una mattina, per caso, sono andato a svegliare papà… e indovina? Ho trovato la confezione della panna sul comodino… Io non l’ho voluto dire a papi, perché non è bene fare la spia su papà… però, non sempre è papà a finirla. E vorrei tanto sapere che fine fa la mia adorata panna, tutte le volte che la compro ç___ç.
Di solito… fa la stessa fine la cioccolata calda il giorno dopo che è avanzata, o la crema avanzata dal farcire i muffin di papi…

Uno dei piatti preferiti di me e papi è la pizza all’italiana con i peperoni! Ma niente mozzarella: siamo vegani, come ho scritto prima.
Se la facciamo fatta in casa, papi prepara spesso il sugo, e zio Tomo fa l’impasto.
Pensi, che una volta, mio papi ha quasi dato fuoco alla cucina!!! Papi, infatti, non è del tutto portato alla cucina, ma le poche cose che sa fare, le sa cucinare in modo squisito. Tipo appunto il sugo della pizza. Come lo fa lui precisamente, non l’ho mai capito.
Ci mette troppo tempo, e finisco, il più delle volte, per distrarmi, guardando la tv, o appresso al cane dello zio Shan, o andando fuori a giocare con papà a palla nel giardino.
Capita anche, ma davvero raramente, che sia lo zio Shan a fare alla griglia i peperoni. Devo dire che gli vengono pure buoni. Ma è davvero rara come cosa. Avviene solo quando lo zio Tomo lo minaccia di non andare a prendere il pesce insieme. Allora, sì: vedo subito zio Shan correre in cucina ad aiutare lo zio Tomo.
Certo… deve tenerci proprio parecchio lo zio Shan ad andare a pesca con zio Tomo!

Poi quando siamo tutti a tavola, la fetta più grossa e più buona viene data a me! Perché sono il più piccolo.

Visto che ho parlato dello zio Tomo ai fornelli, è anche giusto menzionare che il mio dolce preferito lo sa fare solo lui. O meglio, mi piace solo fatto da lui.

Per il mio decimo compleanno, mi ha preparato una torta gigante alla panna e alla crema, e scaglie di cioccolato in mezzo, su tre strati di pan di spagna.
Sull’ultimo ha poi tagliato a rondelle banane, fragole, melone, ananas e mela, componendoci il mio nome con scritto “HAPPY BDAY HENRY.

Era davvero gigante! Ma sono goloso di quella torta.. e… da solo, in due giorni, me ne sono finita la metà…
E ho avuto anche la bua al pancino -__- … ho imparato che troppa panna, tutta insieme, mi fa male… Però, non me ne frega niente, e se me la rifarà, me la mangerò nuovamente… magari, anziché due giorni, ce ne metto tre.

In effetti, ora che ci penso anche i pancake di papi mi mandano al bagno.. ma detto fra me e lei, Maestra, sono davvero ORRENDI! E non scherzo.. non sanno di nulla. Ma io, li mangio lo stesso quando papi li fa… perché non vorrei mai che il mio papi si offendesse… spero non lo venga mai a sapere però.
Una volta si è proposto di cucinarli per farli portare a scuola per il mio compleanno.. ho dovuto inventare che lei, a scuola, non voleva che li portassi! Che non si poteva festeggiare in classe, ed altre piccole bugie…

Lo so, non si mente mai al proprio papi: ma l’ho fatto per una causa giusta! Ho salvato tutti i miei compagni dall’avere la bua al pancino, e da passare tutte le ore di scuola al bagno!
Spero che non lo sappia mai.. ma se proprio si deve sapere, che gli ho mentito, spero mi perdoni.
L’ho fatto solo per non offenderlo. Per quello non glielo ho detto.

Se si proponesse di fare i muffin, e portarli, allora sarebbe tutto un altro discorso…!

Anche perché a dargli la ricetta dei muffin, è stata nonna Constance. Lei e nonna Rita sono le migliori nonne del mondo… soprattutto se si tratta di cucinare!
Certo… nonna Rita, durante le feste, fa sempre piatti con la carne, perché comunque zio Eamon, zia Claudine, zia Catherine, e nonno Eamon la mangiano. D’altronde sono irlandese. E per l’irlandese la carne è fondamentale. Hanno un sacco di piatti tradizionali…
In realtà, per curiosità, senza dirlo a papi, li ho assaggiati di nascosto… ecco, ora spero non mi giudichi male maestra, perché questa è la seconda cosa che nascondo a papi, ma come sempre, lo faccio per non offenderlo.
L’ho fatto solo per curiosità, tutto qui. Lo so che mangiare la carne, se sono vegano, è sbagliato. Ma non volevo offendere nonna Rita, che ogni volta si da’ tanto da fare per cucinare. Almeno un po’ di soddisfazione volevo darla anche a lei. A me poi, la carne non piace, a parte un pochino il sapore di quella di mucca. Ma, ovviamente, da bravo vegano, so che è sbagliato uccidere animali innocenti per mangiarli, così non la chiedo mai e non la mangio. E poi le mucche mi sono simpatiche!
Comunque, la quantità di carne cucinata da nonna Rita è diminuita parecchio negli anni: proprio perché sono solo lei, i fratelli di papà e nonno che la mangiano. Io, papi, zio Shan, zio Tomo e nonna Constance no.
Si chiederà perché non ho nominato papà?! Perché rimanga fra noi… ma papà, ogni tanto, di nascosto a papi, assaggia i piatti a base di carne della nonna.
Una volta l’ho sorpreso in cucina, in piena notte: era solo in boxer, e pareva abbastanza stravolto, come se avesse fatto un sogno brutto, brutto. Disse di aver fame, e di aver trovato solo arrosto in giro. Mi pregò anche di non dirlo a papi. Ovviamente, io, come non ho mai fatto la spia sul fatto che papà si finisce ogni tanto la panna che io e papi compriamo, mi sono stato zitto anche su questa cosa.
Ma io, credo, che a papà, la carne manchi. È diventato vegano solo per il tanto amore che prova per papi. Ma ama la cucina della nonna Rita, dopotutto ci è cresciuto, come io sono cresciuta con la sua, quella di papi e quella di Tomo… non so se per amore smetterei di mangiare ciò con cui sono sempre stato cresciuto. Di ritornare carnivoro per amore, non se ne parla. Però certo… magari, uno strappo, per far contento mia moglie o il mio futuro marito, potrei anche farlo.

Papi, seppur un gran cocciuto, non per niente è noto come la “divah” di casa, mi ha sempre insegnato una grande cosa: fare buone azioni verso chi si vuole bene, vale più di qualsiasi altra cosa.
E in questo, io ci ho sempre creduto. Per questo spero che non sappia mai di queste due piccole cose che non gli ho detto. Sono bugie a fin di bene. Voglio solo vederlo felice. Felice come mi rende lui ogni giorno: portandomi al parco a giocare, insegnandomi a suonare il piano ed il basso, facendomi i muffin, accompagnandomi ed assistendomi alle gare in piscina.

Far felice chi si vuol bene, è molto importante. Appunto per questo, nonna Rita si è adeguata alla cucina di nonna Constance, e nonna Constance a quella di nonna Rita.
Le prime volte si guardavano male: una diceva che c’era troppa verdura, e che non erano delle pecore, l’altra diceva che c’era troppa carne, e le dava la nausea.

C’è voluto un po’ di tempo, ma alla fine, per amore dei loro figli, sono finite per andare d’accordo.
Sotto le feste, negli ultimi anni, vanno perfino a fare shopping insieme…
Anzi… lo scorso anno, visto che zio Shan e zio Tomo erano a pesca, papi era ad L.A. per lavoro, e papà in ospedale a far visita ai bambini meno fortunati, sono state proprio le nonne a portarmi da Babbo Natale!!!
E mi hanno comprato un sacco di cioccolatini, caramelle, e altre cose simili…
Che ovviamente, ho dovuto nascondere sotto il letto, e di cui non ho fatto parola con nessuno. Lo sapevamo solo io e le nonne.
Papi mi avrebbe sicuramente detto che non erano vegane, o mi avrebbero fatto male al pancino.
Papà mi avrebbe detto che non devo crescere viziato, perché se no poi le voglio tutte vinte sempre.
E Zio Shan … beh, zio Shan se le sarebbe mangiate lui, con la scusa che sono troppo piccolo per mangiarle!
Un giorno,senza dirlo alle nonne, ovviamente, per non offenderle, ne ho regalate una manciata a zio Tomo e agli altri zii, perché erano veramente tante da finire tutte da solo. Quando mi hanno chiesto dove le ho prese, ho detto che me le avevano regalate i miei compagni a scuola, e che a me non piacevano, quindi gliele regalavo volentieri a loro, per non buttarle. Il cibo non si spreca.
Zio Tomo è stato l’unico che non mi ha creduto, ma mi ha fatto comunque un occhiolino, e pian piano se le è mangiate in una settimana.

Almeno quelle che mi rimasero, però, non mi diedero il mal di pancia.. a differenza degli orrendi pancake di papi…

Non sono comunque pazzo per i dolci, a parte quelli di zio Tomo.
Di solito, a piatti complicati, preferisco un bel panino con pomodoro ed insalata.
Sono la semplicità fatta persona.
Una cosa che mi piace tanto è il tonno ed il salmone…
Ma ovviamente, papi non vuole che si compri.
L’unico pesce che mangia, è quello fresco appena pescato.
Solo, che zio Tomo e zio Shan, seppur vadano spessissimo a pescare, non catturano sempre qualcosa… quindi, il più delle volte, tornano a casa tardi e basta. A mani vuote.

Però, se siamo in Irlanda, dai nonni, nonna Rita mi porta al mercato con lei, e lì di pesce fresco ce ne è davvero tanto! Infatti me ne compra quanto ne voglio…

Sono in effetti un po’ di mesi che non vedo la nonna.
Non vedo l’ora ci siano le vacanze per andarla a trovare! Ma ormai anca poco.

In ogni caso, credo di aver detto tutto sul cibo che mangio.

Maestra, la prego, non mostri mai questo tema ai miei genitori, la prego!
Non vorrei mai si offendessero per le piccole bugie a fin di bene che ho scritto.
Lo sa che sono un bravo bambino: seguo le lezioni, parlo poco e ho voti alti, non mi faccia litigare o mettere in punizione dai miei genitori.
E poi, le confesso,che la cosa più terribile, non è tanto la punizione, ma vederli arrabbiati con me. Perché poi litigano fra loro, e io non voglio. Siamo così felici quando siamo tutti insieme…
E le assicuro che è rara cosa.
Glielo chiedo per favore, e la ringrazio in anticipo se ascolterà la mia richiesta.

Henry Farrell, 02 Dicember”




- Troppo tardi…- sussurrò una voce ben nota alle sue spalle.
 
- Ja-JARED?!- Colin si voltò di scatto, spaventato e sorpreso dalla sua comparsa, trovandoselo in piedi, dietro di sé.
 
L’attore si era seduto alla scrivania della camera del figlio, per vedere se Henry avesse finito tutti i compiti prima di andare a letto.
L’americano, incuriosito, si era messo in piedi, dietro di lui, ed aveva letto le stesse cose che aveva letto Colin.
 
- Da quanto sei qui? non ti ho sentito arrivare.. mi hai fatto prendere un colpo!- alzò di poco la voce l’irlandese.
 
- Sssssshhh!!- gli intimò Jared, posandosi un dito sul naso - parla a bassa voce, Henry sta già dormendo! Domani ha scuola.-
 
Colin annuì, posò il tema del figlio sulla scrivania.
Jared lo riprese in mano, fulmineo come un gatto.
 
- Ehi!! JARED!- parlò aspirato Colin, trattenendosi dall’alzare la voce - mi pare che abbiamo curiosato abbastanza!-.
 
Il suo compagno annuì, ma si allontanò di qualche passo, verso la luce dell’unica lampada accesa in quella stanza, per leggere meglio quel foglio protocollo.
 
Colin lo seguì, mettendogli le mani sulle spalle.
- Non te la prenderai mica, vero?! È solo un bambino, Jay…-
 
Jared continuava a leggere e rileggere.
- uhmm, uhmmm… - annuì, con sufficienza. Era totalmente concentrato nella lettura.
 
- Jared, dai, glielo stai consumando, a forza di leggerlo.. posiamo ed andiamo di là… dai…- gli accarezzò le spalle, ed i capelli, per dissuaderlo.
 
Ma l’altro, per non farsi disturbare, fece un passo avanti, privandosi del suo tocco.
 
Colin abbassò la testa sconfitto: se neppure le coccole lo avevano distratto, allora doveva essersela presa davvero.
 
Quando lo ebbe letto almeno cinque o sei volte, Jared si rigirò verso la scrivania, dove posò il tema, piegandolo a metà con cura, seguendo la linea già pre-esistente.
 
Colin provò ad aiutarlo e fargli la cartella.
 
Jared lo fermò con un gesto della mano.
Il suo compagno lo guardò interrogativo.
 
- Se gliela fai, capirà che siamo stati qui, e che avremmo potuto leggere il suo tema… -.
 
A quell’affermazione, Colin sorrise dolcemente.
Jared ricambiò con un sorriso, ed entrambi spensero semplicemente la luce della lampada.
 
Con la poca luce proveniente dal corridoio, rimboccarono e sistemarono le coperte al loro bambino, che già sonnecchiava nel suo lettino, ed uscirono silenziosamente, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Quando furono in cucina, finalmente poterono parlare indisturbati…
O almeno così pensavano.
Ignari, che Henry, di soppiatto li aveva seguiti, nascondendosi dietro la porta d’entrata tra salone e la stanza in cui erano loro.
 
- Allora.. non te la sei presa, vero?!- cercò di accertarsene Colin.
 
Jared ridacchiò apertamente, finalmente.
 
- Ma scherzi?! Per chi mi hai preso?!- si portò una mano alla bocca, scuotendo un poco la testa - è solo un bambino.. anzi, ti dirò…- disse avvicinandosi a lui, sistemandogli il collo della camicia, per poi guardarlo negli occhi - Un bambino davvero sensibile! Non è da tutti i bambini della sua età mentire.. ma a fin di bene..! Ci tiene davvero molto a noi… a me…- ed abbassò lo sguardo, perché sentì gli occhi umidi per l’emozione.
 
Colin gli accarezzò una guancia, senza costringerlo a guardarlo.
Aveva imparato a non forzarlo mai. Quell’uomo dagli occhi azzurri e limpidi, aveva un anima altrettanto limpida e libera, che non lo si poteva non rispettare: che non ne si poteva rimanere indenni a livello di cuore.
- Ti chiama papi, hai visto?! Anche nei temi con la maestra…-
 
L’americano annuì, poi abbracciò Colin.
- La realtà… è che… quello che ha scritto.. mi rende tremendamente felice….-.
 
L’irlandese, se lo strinse forte al petto, non riuscendo a non sorridere di gioia anch’egli.
 
… dietro la porta, Henry, si tappò il naso: gli si era chiuso, ed i suoi occhi minacciavano di piangere. Respirò piano con la bocca, per non far sentire che avrebbe tirato su di naso.
 
Jared baciò piano, sulle labbra, il suo uomo.
- Tuo figlio, Colin… mi vuole davvero bene… come… come fossi davvero suo padre, capisci?!-.
 
- Nostro figlio, Jared… nostro.. il nostro bambino…- pose i palmi sulle guance dell’uomo dagli occhi azzurri, e gliele carezzò dolcemente - E tu sei suo padre… tanto quanto lo sono io… sbaglio.. o sei tu, che hai detto sempre, che famiglia è dove ti capiscono e ti amano per quello che sei?! Ed io ti amo.. e mio figlio ti ama… anche la mia famiglia ti ama…-.
 
Jared annuì felice.
- Anche se sono “la divah” di casa?!- chiese sarcasticamente.
 
- Sì! Sei la mia divah, amore mio… ed io sono il tuo “manzo erbivoro”- gli baciò le labbra.
 
… Henry, si ritrovo a sorridere come un’idiota, spiandoli, affacciando di poco la testa oltre la porta.
 
Jared, che era girato dal suo lato, notò la sua ombra, ma decise di non farlo notare a Colin a voce, ma solo a gesti.
 
Lo stesso Henry, notando la propria ombra riflettere sul pavimento della cucina, si ritirò immediatamente, sbattendo il gomito contro lo stipite di legno.
Si tappò la bocca per reprimere il dolore, ma le lacrime, in ogni caso minacciarono di uscire.
Il pianto ormai, lo aveva colto in fallo, così, senza più resistere, corse di corsa verso la sua stanza, salendo le scale in fretta e furia, e rifugiandosi nel suo letto.
 
I suoi passi, furono uditi anche da Colin, che finalmente capì perché Jared gli indicava con gesto della capoccia e degli occhi, la porta della cucina.
Fece un passo per andargli dietro, ma il suo compagno gli si parò davanti.
 
- Ma s’è fatto male, Jared!- sembrò entrare nel panico l’irlandese.
 
Jared lo tenne fermo sul posto senza tentennare.
- Preferisco qualche lacrima per una gomitata, che fargli sapere che abbiamo capito che era qui…-
 
- Ma tanto, ormai, lo sa, che abbiamo letto il suo tema!-.
 
- Sì, ma un conto è che lo sa, un conto è sbattergli in faccia l’ovvio.. non voglio metterlo in difficoltà, Cole!- lo rimproverò Jared.
 
La preoccupazione di Colin, fu smorzata per un po’ da quelle parole
-Va bene… più tardi però, andiamo a controllare come sta! Non voglio abbia un livido!-
 
- ok…!- annuì l’americano.
Poi, una cosa balenò nel suo cervello.
- Comunque, amore… riguardo la panna, sai…- fece uno sguardo più che esplicito.
 
-Ah.. beh, certo, la panna!- si schiarì la voce Colin, colto in fallo.
 
- Credo dovremmo farne scorta… quel poverino, ogni volta che la vuole mangiare, non la trova! … tutto perché un certo manzo erbivoro, passa la notte a spalmarmela addosso e a leccarmela via…- sussurrò, in modo che solo Colin potesse sentirlo.
 
Quest’ultimo, sorrise lussuriosamente.
- Che ci vuoi fare.. la panna vegana… sta bene sui vegani! Ha un sapore tutto suo!- sussurrò, posando un dito sulla punta del naso alla francesina del suo uomo - tutto tuo, mia bella divah di casa…-.
 
Jared baciò quel dito dispettoso.
 
- … Secondo me, quel tema andrebbe censurato, comunque…- disse poi, Colin.
 
- Perché?!- chiese l’uomo più grande.
 
- Perché, caro il mio papi… la frase che zio Tomo va a pesca solo col pesce di zio Shan è davvero a doppio senso! Chissà che razza di reputazione, avrà poi, la maestra di noi!!!-.
 
Jared si mise a ridere
- Forse hai ragione! AHAHAHAHAHAHAHAH!-.
 
- Senza menzionare i finocchi e tuo fratello.. !-.
 
- Eh già! Che poi.. non è che zio Shan e zio Tomo, rimangono tanto a mani vuote, quando vanno a pesca!- e pose una mano all’altezza del cavallo dei pantaloni di Colin.
 
L’altro rise, seppure qualcosa, nei suoi boxer, reagì.
- Comunque, ti prego, davvero Jared.. Non fare mai più i pancake! Ha ragione Henry.. SONO ORRENDI!!-.
 
Jared si allontanò da lui, accigliandosi, e facendo musino.
- Bastardo!!- asserì.
 
- Eddai! Non fare musino! Henry ha ragione! Fanno schifo! Ti fanno cagare l’anima quando vai al bagno! Al massimo falli quando sono stitico, e ho problemi!- ridacchio l’irlandese.
 
- Henry può dirlo! TU NO!- lo sgridò Jared.
 
- Eddai, non fare la divah incazzata!!! Perché se te lo ha detto lui lo perdoni, e a me no?!- fu il turno di Colin, di fare musino.
 
- Perché lui lo ha detto con tatto!!!- si girò di spalle Jared, a braccia conserte.
 
- JAREEEEDD!! - lo abbracciò da dietro Colin.
 
- No, non funziona! Niente….- si girò verso di lui e prese le distanze, indietreggiando di qualche passo - NIENTE BANANA O ZUCCHINA PER UNA SETTIMANA, COLE!-.
 
A primo impatto, Colin ci rimase male…
Poi insieme iniziarono a ridere sommessamente, senza scordarsi però la mano di fronte alla bocca, per non farsi sentire troppo.
 
- Oddio ti prego, sto male…- continuò a dire Colin, distanziando uno sgabello dalla penisola centrale della cucina, e sedendosi.
 
Jared era piegato in due, e non era in condizioni migliori.
 
Risero davvero fino alle lacrime, quella sera, continuando con amore a sfottersi, basandosi sulle parole usate da loro figlio…

Continua…

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Capitolo 2
*** Chap Two ***





02. Dolci Inaspettate Sorprese




Un paio di settimane dopo…


- Dai, Henry, amore di papà, fai uno sforzo! Oggi è l’ultimo giorno di scuola, giù dal letto!-.
 
- Sì, arrivo papà… arrivo…- rispose svogliatamente, alzandosi dal letto, abbandonando le coperte calde.
 
Da bravo bambino, come ogni mattina, andò in bagno, fece pipì, doccia veloce, colazione, e poi si sarebbe lavato i denti prima di uscire di casa.
 
- Oggi ti accompagna papi Jay a scuola, ti dispiace amore?! Io sto andando a lavoro, che sono di fretta…-.
Colin gli diede un bacio veloce sulla testa, durante l’impossibile missione di annodarsi la cravatta, mentre il piccolo era impegnato a mangiare i cereali al cacao nel latte di soia.
 
Henry annuì, impossibilitato dal rispondere, causa bocca piena.
 
Jared, già pronto e vestito, intento a riordinare degli spartiti sul lato opposto del tavolo, si avvicinò a Colin, e gli fece il nodo alla cravatta, durante un bellissimo bacio.
 
Loro figlio arrossì nell’osservarli così di buonumore, e fissò la tazza di latte che aveva iniziato a bere, dopo aver finito tutti i cereali.
Fuggì poi a lavarsi i denti.
 
- Lavo i denti e sono pronto, papi!-.
 
- OK AMORE!!- risposero in coro Colin e Jared.
Poi, entrambi, si sorrisero, e si baciarono teneramente.
 
- Buon lavoro Cole! e vedi di non far impazzire tua sorella!-.
 
- E tu, attento alle tue fans maniache, oggi, durante quell’intervista!!-.
 
Jared annuì, facendogli l’occhiolino.
 
Colin, afferrò la giacca, entrò in bagno, salutò Henry nuovamente, ed uscì fuori: sua sorella, era già a motore caldo, nel suv nero con vetri scuri ad aspettarlo.
 
Jared recuperò le chiavi dell’auto sua e di Colin.
Era una bellissima Jeep grigio scura, con vetri scuri. Comprata quell’anno in occasione del compleanno dell’irlandese.
 
Quando Henry uscì dal bagno, notò che Jared gli teneva in mano la cartella.
- Forza campione! È ora, o si farà tardi!-.
 
Il bimbo gli sorrise, ed insieme entrarono in auto…
 
 
 
Durante il tragitto, Henry si accorse che i sedili di dietro erano abbassati e pieni di quelli che avevano l’aria di essere vassoi coperti.
 
- Papi.. cosa sono quelli?!- chiese dubbioso.
 
- Ah, nulla di che… un omaggio a te e ai tuoi compagni, per l’inizio delle vacanze Natalizie!- sorrise spensierato Jared.
 
Henry entrò nel panico: potevano essere pancake!
- Ma.. ma papi! Lo sai… che neanche al mio compleanno mi hanno fatto portare nulla! Perché ti sei andato a disturbare?! Lo sai che la maestra- era un fiume di parole, e di ansia.
 
- Sta tranquillo, amore!- fermò il suo fiume di parole, Jared - Papi ha chiamato la tua maestra, si è accordato con lei.. è tutto ok!-.
 
Henry cadde doppiamente nel panico.
E ora.. come avrebbe potuto salvare i suoi compagni da decine e decine di pancake assassini?!
Sembrava un vero e proprio attentato allo stomaco.
 
Jared, notando che il figlio si era zittito, sorrise tra sé e sé: ci era cascato in pieno.
 
Quando giunsero a scuola, due bidelle e la maestra stessa, aiutarono Jared a portare quei cinque enormi vassoi coperti in classe.
 
Il cantante, fece di tutto, per non notare che sia le bidelle, che l’insegnante stessa, gli stavano deliberatamente sbavando addosso e stuprandolo con gli occhi.
 
Fortuna lì intorno c’erano solo mocciosi: troppo innocenti per capire ancora certe cose…
 
- Papi…- lo chiamò ad un tratto Henry, mentre Jared, ora solo, era andato a chiudere l’auto e sistemare i sedili.
 
- Dimmi…- disse mezzo piegato dentro il bagagliaio del veicolo.
 
- Perché.. la maestra, e le due bidelle ti guardano in modo strano?!-.
 
Forse si sbagliava: magari suoi figlio, aveva davvero tutti e soli i geni Farrell nel DNA. Era precoce, e certe cose, gliele avrebbe dovute spiegare prima.
Prima sì…
 
Ma prima, in un “prima futuro”, non ora.
 
- Ehm.. in che modo?!- chiese innocente.
 
Henry si girò, verso la Maestra che li attendeva sulla soglia della porta.
 
- Boh.. in modo strano.. bwah, sarà.. niente, papi, scusa, magari mi sono sbagliato io…-.
 
Jared chiuse il porta bagagli, e prendendo sotto braccio le spalle del bambino, si incamminò verso l’entrata.
- Poi papi, a tempo debito, assieme a papà Cole, ti spiegherà tutto… ora non mi sembra il momento, ok?!- e gli fece l’occhiolino.
 
Henry sorrise, felicissimo.
 
… Anche perché…
Perché mai avrebbe dovuto “prendersi” quella patata bollente da solo?! Henry era anche figlio di Colin… avrebbe dovuto esserci anche lui, quel giorno! Quando Henry, ormai più grande, avrebbe avuto bisogno di essere istruito sulla sessualità…
 
 
 
Quando entrarono in classe, alcuni bambini, non riuscivano proprio a stare zitti, anche se la maestra, più e più volte li aveva ripresi.
Henry, era alla seconda fila, banco vicino alla finestra, e seppur orgoglioso che suo padre fosse lì, e fosse ammirato da tanti adulti, si stava per vergognare come un cane, temendo ormai gli imminenti pancake assassini.
 
Jared, intento ad origliare cosa si stessero dicendo quei bambini per nulla silenziosi capì dalle loro parole, che a quanto pare, i loro genitori, avevano inculcato nelle loro teste, che essere cresciuto da genitori gay era sbagliato, era peccato o altre stronzate varie.
 
La maestra, origliando anch’essa, e notando il cambio di sguardo dell’americano al suo fianco, fattosi più serioso, decise di intervenire, mettendo definitivamente a tacere quelle chiacchiere.
 
- BASTA! VOI GIÙ INFONDO! Possibile non la smettiate?! Che dobbiate farvi riconoscere sempre dagli sconosciuti?! Un po’ di educazione! O vi metto una nota!-.
 
I bambini si zittirono.
Poi uno di loro, quello che sembrava il più spavaldo, alzò la mano.
 
-  
- Scusi signora maestra, ma… i miei genitori, mi hanno educato, dicendo che un bambino non può essere cresciuto da due padri! È contro natura, è sbagliato!-.
 
Henry si alzò in piedi, di scatto, allontanando il banco con una spinta, facendo molto rumore, girandosi verso quel bambino in particolare, dando le spalle sia alla maestra che al padre.
 
- Sta zittò, Joe! Non ricominciare!!- gli urlò.
 
- Ricominciare?! È una cosa CONTRONATURA! Sei cresciuto da due finocchi! La consideri una cosa normale?!-.
 
- STA ZITTO!- strinse i pugni Henry, facendo sbiancare le nocche.
 
- I tuoi genitori sono dei finocchi! Fattene una ragione! Finocchi, finocchi, finocchi!-.
 
Henry stette per raggiungerlo, e massacrarlo, ma la voce di Jared lo fermò.
 
- Henry…-.
 
Gli bastò chiamarlo, con voce seria, ma né innervosita, ne incazzata, ne altro. Semplicemente, in modo tranquillo, pronunciò il suo nome.
 
Il bambino si blocco sul posto: aveva già percorso metà classe.
 
Ci furono minuti di silenzio. Joe, in effetti, non credeva che Henry lo avrebbe picchiato, e si era abbastanza spaventato da quella sua reazione.
Ma evidentemente, aveva capito che anche i buoni e calmi bambini come Henry, possono perdere la pazienza, ed incazzarsi.
 
- Cosa ti ho sempre insegnato, Henry?!- disse Jared, portandosi le braccia conserte, e sospirando.
 
Suo figlio fissò in malo modo il compagno di classe Joe, poi tornò al suo posto, in silenzio, ricomponendosi.
 
- Bravo, Henry.. dimostra che tu, a differenza loro, hai più educazione, seppur cresciuto da una coppia di finocchi.. seppur loro siano cresciuti da una coppia monotonamente etero.-.
 
Il piccolo, seppure ancora arrabbiato, annuì, ed abbassò la testa.
 
Joe li fissò, e non riuscì a dire altro, avendo fatto la figura del maleducato.
 
La maestra sorrise, avendo evitato una rissa in classe, e decise di cambiare argomento.
 
- Bene! Che ne dite di assaggiare i pancake portati dal papà di Henry?!-.
 
I bambini che erano stati tranquilli, si unirono in un sì corale.
 
Henry mise le braccia conserte su banco, e vi affondò la testa: dopo i pancake assassini, altro che prese per il culo, perché aveva due papà, avrebbe ricevuto.
 
I vassoi vennero scoperti
Era il momento della verità.
 
- Maestraaaaaaaa!! Ma quelli sono..- disse un bambino con gli occhi che gli brillavano, indicando il vassoio.
 
- MUFFIN ALLA CREMA!- esclamò, concludendo la frase al suo posto, Jared.
 
- Co-cosa?!- Henry tirò immediatamente su la testa.
I suoi occhi nocciola, come quelli di Colin, incontrarono i vassoi pieni di muffin alla crema.
Ce ne erano per un esercito.
Alcuni erano perfino al cacao, o alla panna.
 
- Henry, tu non li mangi?!- chiese la compagna di banco, seduta di fronte a lui, offrendogliene gentilmente uno.
 
- No.. - sussurrò lui, sorridendo come un ebete, mentre il padre gli fece l’occhiolino - li… li mangio sempre a casa… mangiali pure tu…-.
 
Non poteva crederci: suo padre non aveva portato degli orrendi pancake assassini.
 
Si sentì il figlio più fortuna su tutta la faccia della terra…
Poi si ricordò, che in effetti, non li aveva portati, forse perché grazie al suo tema, aveva saputo che lui li considerava orrendi.
 
Il suo sorriso, fu spazzato via da questo pensiero triste e colpevole…
 
Joe, nel mentre, guardava un po’ disgustato gli altri bambini che mangiavano i muffin.
 
Jared, prese uno dei dolci, attraversò la classe, e lo porse a Joe.
 
- Io non lo mangio…- disse il bambino, in modo scontroso.
 
Jared sorrise con sufficienza.
- Tranquillo… anche se sono fatti con le mie mani, se lo mangi, non diventi finocchio, puoi dirlo tranquillamente ai tuoi genitori etero…-.
Gli aprì il muffin con due mani, per fargli intravedere la crema di cioccolato all’interno.
 
Lo stomaco del bambino brontolò.
Ma non aveva intenzione di cedere.
 
- Ho capito… forse hai ragione…  non si accettano dolci dagli estranei!- e Jared si mangiò il proprio muffin - aAmeno questa cosa, i tuoi te la hanno insegnata bene..-, avviandosi di nuovo verso la cattedra.
 
Henry che aveva seguito la scena, continuava a rimanere in silenzio, e un po’ moggio.
 
A sorpresa di tutti, Joe alzò la mano.
 
- Dimmi, Joe…- disse l’insegnante.
 
Jared si girò nuovamente, a vedere il ragazzino.
 
- … ne voglio assaggiare uno-. Disse Joe.
 
Henry lo guardò stupido.
 
- Come si dice però?!- lo riprese l’insegnante.
 
Il bambino, abbassò un po’ lo sguardo, imbarazzato.
- Per favore, Mr Leto.. me ne potrebbe avere uno?! Alla panna però… a me il cioccolato non piace.-.
 
Jared sospirò, e sorridente, corse a prendergliene uno, e glielo portò.
 
Joe lo addentò e sembrarono illuminarsi i suoi occhi: lo mangiò con vero gusto.
 
- Sa.. mia mamma prova sempre a farmeli.. ma fanno davvero schifo… solo che… io li mangio lo stesso, per non farle dispiacere… ma i suoi…. Sono davvero buoni…-.
 
Il cantante dei Mars, si accucciò per essere alla sua altezza.
Alzò un sopracciglio ed abbasso l’altro.
 
- Sai.. anche io faccio dei pancake che reputerei assassini, per quanto sono orrendi, e facciano schifo!-.
 
Henry, si sentì sprofondare.
 
-Però… mio figlio- ed indicò il suo bambino - con calma, pazienza e tatto, ha saputo farmelo capire.. così, ho deciso di non farglieli più! Prova anche tu, con tua mamma, a dirglielo. Secondo me, la farai felice…-.
 
Joe abbassò lo sguardo.
- Mia mamma è molto permalosa, non le si può dire niente… si offende subito.-
 
- Scrivile quel che pensi in una lettera, allora, dicendo che non avresti mai avuto il coraggio di dirglielo per non ferirla, e fargliela trovare per caso in cucina o dove vuoi tu.. fidati, come metodo, funziona!- e gli fece l’occhiolino - oppure fatti aiutare da papà-.
 
Joe annuì.
 
Henry distolse lo sguardo dal padre, sentendosi totalmente preso in causa, senza che nessuno lo sapesse.
 
Jared si alzò, per andarsene.
 
- Comunque, Mr Leto..- disse Joe, prima che il cantante gli voltasse le spalle - finocchio o no.. i suoi muffin sono buonissimi e… mi scusi per prima… solo che.. i miei genitori.. mi dicono sempre che.. i finocchi sono cattive persone, sa… io, alla fine, gli credo, sono i miei genitori.-.
 
L’uomo ridacchio: i bambini erano così semplici e diretti, nel modo di esprimersi, quando volevano.
 
- Non ce l’ho con te. E neppure con i tuoi.. semplicemente, è che molte volte, il diverso fa paura, perché non lo si conosce… magari, un giorno, i tuoi, conoscendo me ed il mio compagno, ci potrebbero trovare simpatici, e potrebbero anche accettare la tua amicizia con mio figlio, semmai gli vorrai essere amico…-.
 
Joe annuì alle parole di Jared.
 
- Ciò che fa più paura, è la libertà di espressione, Joe. E capirai cosa vuol dire, durante l’adolescenza…. In ogni caso, finché sei piccolo, dai retta a tutti gli insegnamenti dei tuoi genitori, e comportati con il massimo dell’educazione… con tutti: anche con gli scontrosi. Se poi, crescendo, il tuo modo di pensare non sarà lo stesso dei tuoi, non litigarci. Continua magari per la tua strada, senza scordare mai ciò che di buono ti hanno insegnato ora che sei piccolo, e portagli comunque rispetto… sarà molto difficile, se ciò accadrà… ma tu devi riuscirci.. perché loro sono i tuoi genitori, e ti ameranno sempre. Perché sarai sempre il loro bambino… anche alla mia età-. Scherzò infine.
 
- Scusi.. ma perché, lei quanti anni ha?!- chiese la bambina di fronte a Henry.
 
La maestra pensò non più di 35 anni.
 
- 54 anni, amore mio…- rispose Jared, sconvolgendo tutti.
 
Un coro di “ooooohhh” si levò dalla classe.
 
- Lei è più vecchio di mio padre di 10 anni, e non li dimostra!!??- la bambina sembrò andare in tilt.
- Posso adottarla come papà? Lei è davvero bello!-.
 
- EHI!!- Henry la guardò malissimo: ultra geloso dei suoi genitori.
 
- Ok, ok.. POSSO SPOSARLA QUANDO SARò GRANDE?!- chiese sempre la bambina.
 
Jared, la maestra e tutti gli altri bambini si misero a ridere, compreso Joe.
 
Henry si mise una mano in faccia, sconvolto.
- Non è possibile….!-…
 
 
… Un altro paio di risate, e fu tempo per Jared di andare via…
 
 
La maestra, raccomandandosi con gli alunni, lasciando momentaneamente una bidella a sorvegliarli, accompagnò Jared per i corridoi.
- Dunque lei… ha letto quel che non doveva leggere?!- chiese, finalmente liberandosi della sua curiosità - e.. non si è offeso? sa.. visto che non è biologicamente il padre, non si è offeso?! non perché sia uomo, per carità… glielo avrei chiesto, anche se fosse stata la matrigna…-.
 
Jared si girò scrutandola con sguardo severo.
- Che brutta parola.. matrigna.. padre non biologico… ma cosa insegnate a questi bambini?! Lui è mio figlio, punto. Famiglia, non è per caso quel luogo in cui ci si capisce e comprende a vicenda? E ci si ama, senza distinzione?! Mio figlio, ha avuto le sue buone ragioni per cercare di tenermi nascosta la verità sui miei pancake assassini…. Anzi… apprezzo il suo gesto altruista. Magari, quando sarebbe stato più grande, lo avrebbe fatto… me lo avrebbe detto apertamente… e poi.. come ci si può offendere di un bambino così dolce e sensibile?! La sua, anzi, è stata la dimostrazione di enorme sensibilità…-.
 
La maestra annuì.
-Lei è proprio un padre stupendo, Mr Leto…-.
 
- Cerco solo di dare il meglio.-.
 
- Sa.. suo figlio parla molto bene di lei, nell’ultimo tema che ha fatto… ho dato una traccia sulla famiglia…- spiegò lei.
 
Lui scosse la testa, ormai arrivato alla propria auto.
 
- Guardi, non mi interessa saperlo… io so già come lui la pensa su di me, e io su di lui.. lo vediamo ogni giorno, l’uno nello sguardo dell’altro… e se vorrà davvero, sarà Henry stesso a farmelo leggere…. Ora la saluto. Buona lezione.- mise in moto, pronto a partire.
 
- Grazie a lei, Mr Leto. Buona giornata e buona intervista.-.
 
Lui annuì, e chiuse lo sportello dell’auto interrompendo il contatto visivo tra loro.
 
Lei stette per tornare sui suoi passi, ma lui abbassò il finestrino per dirle un ultima cosa.
- Mi scusi, Signora Maestra…-.
 
Lei annuì con un segno del capo, rigirandosi.
 
- … Spero non l’abbia traumatizzata la storia della macedonia, frutta e verdura varia… per non parlare della pesca di mio fratello e del suo compagno…-.
 
Lei scoppiò a ridere ricordando il tema di Henry.
 
Jared le fece la linguaccia come un bambino dispettoso, ed andò via, lasciando che lei tornasse dalla sua classe.
 
 
 
La sera…
 
- Papi.. papà… - disse Henry, ad un tratto, durante quella cena un po’ troppo silenziosa.
 
- Dicci, amore…!- lo invitò Colin.
 
- Ho fatto un tema, qualche giorno fa…- disse, un po’ in imbarazzo.
 
-Davvero?! Hai preso un bel voto?!- l’irlandese sembrava entusiasta.
 
- Sì…- annuì sempre più in imbarazzo Henry.
 
- Certo, Cole! Il nostro bambino è un campione! È bravissimo! Meglio di come andavamo io e te!-.
 
- Sicuramente, Jay!- rise Colin.
 
- Beh ecco… vi andrebbe se… se ve lo leggessi?!-. Le guance di Henry erano ormai color vestito di Babbo Natale.
 
Jared e Colin, si osservarono sorpresi, per poi annuire felice, e curiosissimi…
 
E quello che lessero, li smosse nel profondo, tanto che quella sera, dormirono tutti e tre nel lettone grande…
 
- Colin.. vedi di non russare in faccia a tuo figlio, come di solito fai con me, eh!-.
 
- Jared, tu vedi di non fregarti le coperte, come tuo solito, e non scoprirlo! Non voglio gli venga un raffreddore!! Dobbiamo partire per andare a Dublino, a breve!-.
 
- Papi, papà.. ma.. se io andassi a letto mio, no? Sto stretto qui, tra voi... sapete?!-.
 
-NO!- fu la risposta lapidaria dei due.
 
Henry, sospirò, e alla fine, cullato dalle carezze fra i capelli, e quelle sulle spalle, dei suoi papà, si addormentò sereno…
 
Probabilmente avrebbe scritto di ciò anche in un prossimo tema, se la traccia glielo avrebbe concesso…
 
D’altronde si sa…
I bambini sono la bocca della verità.
 
 

Nel mentre… altrove…
 
 
 
- Tomo……dormi?!- sussurrò Shan, infilandosi nel letto, dopo una doccia.
 
- No, non ancora.. che c’è, Shan?!-, si girò su sé stesso il croato, per non dargli più le spalle.
 
- sai.. a fronte di ciò che ci ha raccontato Jared, oggi… dopo l’intervista…-
 
- beh?! Shan?!-.
 
-… credo che andando avanti nel tempo, dopo averci sgamato la metafora sui finocchi… credo che con Henry, dovremmo smetterla di dire che andiamo a pesca, quando invece andiamo a fare altro…-
 
- altro tipo?!- chiese il croato, posando una mano sul petto del batterista, lisciandoglielo con una carezza, accoccolandosi poi contro di esso.
 
-… tipo… quando andiamo a fare l’amore, Tomo…-.
 
- bene.. gli diremo che andremo a fare l’amore, Shan…- tagliò corto il chitarrista, che aveva sonno.
 
- e… se poi ci chiede che vuol dire?! E… non è che poi ci chiede di fargli un cuginetto o una cuginetta?! Che gli rispondiamo se lo chiede?! Eh?! Eh, Tomo, eh?!- Shannon pareva abbastanza impanicato.
 
- … sono problemi di papi Jared e papà Colin, amore.. questo gli risponderemo….!-.
 
Shannon chiuse gli occhi, abbracciando il proprio compagno, sorridendo perfidamente.
- Che splendida risposta, Tomo… sei un genio!-.
 
- Sì.. ma ora dormi.. o domani.. non ci alzeremo, davvero, per andare a pescare del pesce, per il party da Jared… e se non portiamo il pesce, tuo fratello non troverà scusa che regga! E toccherà allora a noi, spiegare, cosa vuol dire fare l’amore, ad Henry… -.


Fine



*Note di Fine Capitolo*

Se siete arrivati fino a qui, illesi mentalmente, o morti dalle risate, ne sono lieta.
Lasciate un segno del vostro passaggio: mi farà piacere sapere cosa ne pensate di questa lunga ficci!

… La realtà… è che probabilmente, avrà un sequel… (ssshhh! Non ho detto nulla!).

Ma per ORA, preferisco concentrarmi su Toronto e The Ring ^__^ (salvo ispirazioni fulminanti, di cui spesso soffro, come questa).

A tutte le mie DonneH: I <3 U So Much!

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