Tu-Tum

di Portos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: un arcangelo fa sempre casini ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Torte e Caramelle ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Dilemmi ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La Volta Celeste ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Feel ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Inchiostro blu ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: un arcangelo fa sempre casini ***


 Cap 1: Un arcangelo fa sempre casini


“Cas mi sembri depresso”
Gabriel fece schioccare il leccalecca contro le labbra mentre guardava preoccupato il suo fratellino che se ne stava seduto su una panchina con i gomiti appoggiati sulla gambe e le mani sul mento.
“Non sono depresso, Gabriel”
Castiel si voltò a guardarlo, prima di rispondere un “no”, a detta sua era solo pensieroso.
L'arcangelo sapeva che non era vero.
Qualcosa ultimamente preoccupava l'angioletto in trench e Gabriel sospettava che fosse per colpa di un certo Dean Winchester.
Purtroppo Castiel era diventato molto bravo ultimamente a nascondere i propri pensieri e Gabriel non riusciva a capire che diavolo gli stesse succedendo.
“Mmm...”
L'arcagelo gli si sedette accanto, pensando a cosa avrebbe potuto fare per aiutarlo.
Una piccola idea si fece spazio nella mente.
Perché no? In fondo lo faceva solo per aiutarlo.
“Ci sono!” esclamò Gabriel saltando in piedi.
Castiel lo guardò con aria perplessa.
“Cosa?”
“Niente, niente”
“Gabriel se è uno dei tuoi scherzi, non mi piace” attaccò l'angelo in trench pronto a difendersi.
“Ma no...stai tranquillo Cast...”
Ma Castiel non lo stava neppure a sentire, per via di Dean che lo stava chiamando con il solito frasario da scaricatore di porto.
Vai Cas e divertiti pensò Gabriel prima di lanciare l'incantesimo di nascosto su Castiel.
“Devo andare”
“Ciao fratellino”
E con un fruscio d'ali, il melanconico Castiel sparì...
...per ricomparire nella stanza.
“Ciao Cass, meno male che sei venuto ho disperato bisogno di te”
“Ciao Dean, che c'è?”
“Scusa se ti rompo, ma ho bisogno del tuo aiuto...domani è il compleanno di Sammy e ho intenzione di fargli una sorpresa” spiegò Dean con un sorrisetto.
“Ok, che devo fare?”
“Be' ecco devi distrarlo riuscire a tenerlo lontano...almeno per un po'”
“Capisco” disse Castiel nel suo solito tono monocorde.
“Non so tu cosa abbia in mente, ma conto sul tuo aiuto”
Dean sorrise.
Tu-tum.
Il cuore dell'angelo si mise a battere velocemente, non appena gli verdi di Dean si posarono sui suoi.
Castiel alzò un sopracciglio, si portò una mano al petto senza riuscire capire.
Perché stava provando quel batticuore?
“Cas stai bene?”
“Sì”
“Ok, ok...io devo andare giù in città, non ci metterò molto e Sam dovrebbe tornare fra poco” rifletté Dean.
“Quindi?”
“Dirgli che sono andato a fare alcune commissioni urgenti in città, arriverò fra un po' mi raccomando!”
“Ah...”
Castiel sedette su una sedia.
“Be' se fai il bravo darò una fetta di torta anche a te” rise il cacciatore, prima di chiudersi la porta alle spalle.
L'angelo si trovò ad immaginarsi Dean che lo imboccava con un pezzo di torta e domandargli se gli piaceva in tono basso e provocante.
E si ritrovò ad arrossire come una ragazzina.
Che diavolo gli stava succedendo? Si domandò preoccupato.
Non ebbe altro tempo di chiedersi altro che Sam Winchester( proprio quello che doveva sorvegliare) fece ritorno al motel.
“Ehi Dean son...”
S'interruppe non appena vide Castiel seduto composto come uno scolare e sulla sua faccia si dipinse una certa sorpresa.
“Castiel? Che ci fai qui?”
“Ciao Sam...Dean è andato a fare delle commissioni, sembra con molta urgenza e io sono...venuto a trovarvi...per sapere se avevate bisogno di una mano...” disse Castiel battendo le palpebre cercando di apparire sincero.
“Alle tre meno un quarto?”
A Sam pareva davvero strano che suo fratello lasciasse il caso a metà, senza una valida spiegazione.
A meno che la pista non possedesse un bel paio di gambe e curve allora sì, che si trovavano tutte le ragioni...
“Be...era urgente...a quanto sembra...”
“E quando tornerebbe? Perché siamo nel bel mezzo di un caso, se non se lo ricorda” gli fece notare irritato Sam.
Il minore dei Winchester prese il cellulare per chiamarlo.
“Vuoi una mano? Magari è...”
“...impegnato? Magari potrebbe essergli successo qualcosa...lo chiamo”
Sam alzò un sopracciglio.
“No! Non importa...ti do una mano io” insistette l'angelo. Che fatica convincere certe teste di cavolo!
“L'hai visto?”
“Circa un quarto d'ora fa...fidati sta bene”
Sam sospirò. Alla fine dovette arrendersi alle insistenze di Cas anche perché quello poteva tirargli
qualche potere angelico addosso e lui non aveva alcuna voglia di provarci.
“Hai esperienza con i fantasmi, Cas?”
“Fantasmi?”
Castiel inclinò la testa di un lato.
Sam accese il suo portatile. Non appena ebbe accesso alla pagina web, si mise a cercare vecchi articoli di giornali che potessero indicargli qualche traccia.
“Vedi sembra che ci sia lo spirito di qualcuno che è annegato nel lago di questa piccola cittadina molto tempo fa e adesso si sta vendicando e...purtroppo ci sono innocenti che ci sono finiti di mezzo” spiegò Sam.
“Uhm..davvero tragico”
“Per questo siamo qui...e ti devo confessare che l'altra volta ci siamo come agenti dell'Fbi Blake and White”
Al minore dei Winchester scappò una risata.
“Sì, è veramente stupido certe volte...”
Castiel accennò ad un sorriso.
“Già”
“Ehi ma stai sorridendo, Cas” lo prese in giro Sam.
L'angelo scrollò le spalle.
Chissà come sorrideva Dean. In effetti da quando si conoscevano lo aveva visto poche volte sorridere anche con gli occhi.
Dio, quanto era bello...?
Castiel arrossì per la seconda volta, per fortuna il minore dei Winchester non se ne accorse.


Nel frattempo nella pasticceria...
“Ci dispiace purtroppo abbiamo avuto dei disguidi, signor Beckett”
Come al solito Dean Winchester aveva usato un nome falso...anche per ordinare una torta in pasticceria.
“Non importa...” rispose il cacciatore.
L'importante che la torta che aveva ordinato fosse arrivata appena in tempo visto che il negozio chiudeva per ferie l'indomani.
Il commesso gliela impacchettò con cura.
Dean aveva scelto una torta all'ananas con la panna, sapendo che il suo fratellino ne andava pazzo oltre a quella di mele.
“Grazie”
Depose la torta incartata con cura sul sedile del passeggero.
Attaccò a tutto volume Onedei Metallica e partì sgommando. E naturalmente partì alla caccia di un regalo, perché che compleanno sarebbe senza un regalo?


“Quindi lei non ha notato niente di strano, negli ultimi giorni?”
L'uomo, un tizio con la pancia da bevitore di birra e un perenne cappellino sulla testa, scosse la testa.
Il suo migliore amico era annegato una settimana prima.
Tutti avevano pensato ad un incidente, il tizio essendo ubriaco aveva deciso di farsi una nuotata...a mezzanotte ed era annegato.
Sam sospettava che invece fosse stato lo spirito ad attirarlo all'acqua ad attirarlo per poi ucciderlo.
“No, signor agente...era sempre il solito allegro e casinista” borbottò l'uomo a disagio.
Il signor Ed Jones si tamponò con un fazzoletto di cotone la fronte avvertendo lo sguardo gelido del tipo vestito con l'impermeabile.
“Tanto per sapere lei dove si trovava la notte che è morto il suo amico?”
“Mi trovavo...dalla mia fidanzata si chiama Cindy Kyle, quando è morto il mio amico ho già detto tutto ai vostri colleghi” disse Jones abbassando lo sguardo. Gli occhi erano velati di dolore.
“Quindi bisogna presumere che lei è innocente, signor Jones o magari è stato lei?” insinuò Castiel piantandogli gli occhi blu addosso.
La faccia di Jones si colorò di rosso come se avesse preso fuoco, strabuzzando gli occhietti porcini.
“Io non ho ucciso il mio migliore amico! Perché avrei dovuto farlo?”
Per un attimo Sam Winchester temette che il tipo mettesse le mani intorno al collo di Cas.
“Mi scusi, il mio collega è nuovo” disse Sam, non prima di aver fulminato l'angelo con lo sguardo.
“Io...io non ho ucciso nessuno” ripeté Jones tornando a sedere sul divano.
“Lo sappiamo, adesso stia calmo”
Era ancora piuttosto nervoso.
“E allora dica al suo collega di tenere a freno la lingua”
Sam pose altre domande, ma le risposte che trovò non le trovò soddisfacenti.
“La saluto signor Jones, mi spiace per la sua perdita” annunciò Sam alzandosi.
“Arrivederci”
“Santo Cielo, Cas volevi far fuori quel tizio?” chiese Sam, una volta fuori dall'appartamento del tipo.
“No”
“Scusami tanto ma se per caso ti trovi in situazioni del genere, sta zitto”
“Oh scusami tanto Sam, ma sono un angelo...che ne so di certe cose?” ribatté Cas offeso.
Sam lo guardò.
“Ok, ok non ti arrabbiare dicevo solo per dire”
Fecero ritorno al motel.
Nel frattempo Dean non appena arrivato, aveva già nascosto la torta nel frigobar in un cantuccio.
Per fortuna Sam pareva essersi dimenticato del compleanno.
“Ciao Dean”
“Ciao Sammy”
“Caro fratellino ti ricordi che dovevamo andare ad interrogare il signor Jones?”
“Lo so. Come è andata?”
“Bene...più o meno, ma si poteva sapere dove eri finito?”
Eccolo che riattaccava, pensò Dean. Evitò di mettersi a sbuffare.
“Niente, avevo un impegno capisci?”
Sam scosse la testa.
“Lo sapevo ma tu hai solo quello in testa? Ti ricordo che siamo in mezzo ad un caso!” ribatté Sam.
Cas come compagno di interrogatori somigliava a Terminator in persona.
“E allora? Non posso uscire nemmeno con una ragazza?” ribatté Dean assumendo un tono annoiato.
Castiel alzò un sopracciglio. Ah..oltre ad aver preso la torta era uscito con una ragazza?
Non gli piacque la sensazione che provò alla bocca dello stomaco.
“Ragazzi io devo andare. Ci si vede”
“Ti posso parlare un attimo?” intervenne Dean afferrandolo per la manica del trench.
Sam incrociò le braccia al petto. Quell'altro trovava sempre un modo per sfuggire a certe conversazioni nel momento opportuno...ma prima o poi sarebbe dovuto tornare.
Per essere sicuro che Sam non lo ascoltasse, Dean preferì uscire dalla stanza a seguito l'angelo.
“Grazie Cas”
“Non c'è di che” rispose l'angelo inclinando la testa di lato. Nei suoi occhi baluginò una luce calda, che equivaleva ad un sorriso.
Quasi come per dispetto, questa volta fu lo stomaco di Dean ad attorcigliarsi...in maniera inaspettata: gli aveva sempre sortito uno strano effetto vedere l'amico sorridere.
“A proposito verrai domani che è il compleanno di Sam?”
Castiel non se lo fece ripetere due volte. Sentì una sorta di euforia che lo lasciò alquanto perplesso nello stesso tempo.
“Sì” rispose cercando di nascondere l'entusiasmo.
“Così darò la torta anche te”
Castiel alzò un sopracciglio, ma prima che l'immaginazione che si mettesse in moto, borbottò un salutò e sparì.
Sam e Dean ripresero la discussione sul caso.
(Il maggiore sbuffava o diceva frasi del tipo: “Non siamo il wwf, Sammy” o “Che palle” e l'altro gli rispondeva che lui era poco serio quando ci stava di mezzo una ragazza o lo rimproverava di essere ancora un marmocchio).


“Allora come è andata?”
Gabriel non stava più nella pelle. Persino le sue ali emanavano odor di zucchero filato e quasi travolse il fratellino non appena lo vide.
Castiel (dopo esserlo scollato di dosso a fatica) gli raccontò tutto per filo e per segno.
“Domani è il compleanno di Sammy?”
Gli occhi di Gabriel si spalancarono in maniera quasi innaturale.
“A quanto pare...” mormorò Castiel a disagio.
“Be' mi auto invito anche io. Tu col tuo Dean e io con Sammy...” (a seguire un languido sospiro)
Mio? Dean?
Castiel divenne una rapa bollita, solo al pensarci.
“Cas, Cas sei rosso...” rise Gabriel.
“Mi sento...strano” confessò Castiel.
“In che senso?”
“Hai presente che ogni volta che vedo Dean mi sento...strano, mi batte forte il cuore e penso a lui”
Gabriel fece un largo sorriso.
“Credo che tu...sia innamorato di Dean”
Cas lo fissò come se avesse detto qualche bestemmia.
“Innamorato?”
“Sì. Vedi quando una persona di piace, ti senti come sei tu adesso, capisci?”
Castiel annuì.
Povero angelo non sapeva quali conseguenze poteva scatenare Gabriel....


Nota autore: non chiedetemi il perché solo questo. Non so cosa cavolo sia ma fa schifo....e anche con la correzione fa vomitare!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Torte e Caramelle ***


 

Capitolo 2: Torte e Caramelle

 

Il caso fu brillantemente risolto il giorno stesso.

I due fratelli tornarono in albergo talmente stanchi che si addormentarono vestiti e senza farsi manco una doccia, verso mezzanotte.

 

Dean aprì gli occhi per primo, dopo aver fatto un sogno completamente idiota.

Le nove e un quarto.

Con le stesse movenze di uno zombie si trascinò fuori dal letto e per miracolo riuscì a prendere la roba pulita, prima di rinchiudersi in bagno.

Stette a lungo sotto il getto, lasciando che l'acqua calda togliesse la stanchezza dai muscoli

 

Sam si svegliò un quarto d'ora dopo, si stropicciò gli occhi ancora assonnato.

Borbottò un biascicato buongiorno a Dean uscito dal bagno.

“Ciao...oggi non ti ricordi che giorno è?”

“Boh” borbottò Sam, ancora intontito dal sonno.

Alla fine toccò al minore farsi una doccia, ma il ragazzo non fu per niente contento quando scoprì che Dean aveva usato tutta l'acqua calda.

“Avanti Sammy non ricordi che giorno è?”

“Mi sono appena alzato!” ribatté Sam sbuffando, chiuso nel bagno.

Dean alzò gli occhi al soffitto. Non riusciva nemmeno a ricordarsi del suo compleanno?

“Non te lo ricordi?”

“Boh”

Dean aprì la porta.

Sam aveva la faccia per metà coperta di schiuma da barba, l'asciugamano buttato sul collo. Lo specchio rifletteva il suo tatuaggio pentacolare sul petto.

“Scusa....”

“Guarda che og...”
Sam gli chiuse la porta in faccia, senza troppi complimenti.

 

Qualche minuto dopo, Castiel fece la sua comparsa.

“Buongiorno Dean”

“Ciao Cas...”

“Ma dov'è Sam?”
“In bagno. Ehi ma che gli ha portato?”

Cas mostrò un libro dalla copertina marrone dall'aria antica e un sacchetto di caramelle alla frutta.

“Un libro?”
“Sì, parla di tutte le creature infernali e angeliche, ho pensato che potesse utile”

Come se non ne avessero già abbastanza di demoni e company!

“Dimmi c'è anche Crowley col kilt che suona la zampogna lì sopra?” lo prese in giro Dean.

Cas si mise a sfogliare il libro con attenzione.

“Non credo, l'ho let...”

“Ehi guarda che ti stavo prendendo in giro, pulcino in trench!” esclamò Dean scoppiando a ridere, divertito.

Cas si girò a guardarlo.

“Pulcino in trench?” fece eco Castiel.

Dean gli diede una scherzosa pacca sulla spalla.

“Ecco, perché mi piaci”

Gli occhi di Cas si spalancarono ancora di più, sino a diventare due pozze blu carichi di curiosità.

“Oh scusa, stavo scherzando...” mormorò il cacciatore abbassando lo sguardo, sentendo lo sguardo dell'angelo su di sé.

Maledizione! Quel maledetto uccellaccio svolazzante in trench riusciva a metterlo k.o in quel modo!

“Dean...”

Una foto scivolò fuori dal libro, questo fu sufficiente a salvare il povero Winchester da quella strana situazione.

Non appena la raccolse e il suo sguardo si posò sopra l'immagine, Dean sgranò gli occhi.

“Oh mio Dio!”
“Che c'è?”

Cas ammutolì non appena vide la foto.

Ritraeva Crowley il re dei demoni e dell'Inferno, nella sua terra natia in Scozia, vestito con un blazer blu dai bottoni dorati, camicia bianca chiuso all'ultimo bottone, senza cravatta, mocassini di pelle e al posto dei pantaloni...un kilt coordinato blu scuro, in posa mentre fingeva di suonare la zampogna, tradito dal sorriso sornione che lo contraddistingueva sempre.

“Non è possibile...Crowley?”

“Ma indossa una gonna?” domandò Cas.

Pazientemente e con un pizzico di imbarazzo Dean gli spiegò che cos'era un kilt, lasciando l'angelo stupefatto.

“Ma non hanno freddo lì sotto?”

“E io che ne so?”

Beata ingenuità! Dean sospirò.

“Wow! Una foto di Crowley?” domandò Sam, appena uscito dal bagno.

“Già era nel libro”

“Che libro?”

“Per te, Sam ti ho portato un pensiero”

“Con tanto di foto di Crowley in gonna?” commentò Sam osservando la foto orripilato.

“Oggi è il tuo compleanno ricordi?” gli ricordò Dean staccando gli occhi dalla foto.

Il minore dei Winchester si batté una mano sulla fronte, dandosi dello stupido. Come aveva fatto a dimenticarsi di un giorno come quello?

Cas diede i regali a Sam e la foto di Crowley fu dimenticata.

Il minore dei Winchester sorrise.

Fu un po' meno contento del libro di demonologia, ma del pacchetto di caramelle sì.

“Non era il caso...davvero. Grazie”

L'angelo inclinò la testa di lato.

“Ho sbagliato?”

“No! Mi fa piacere che tu lo abbia fatto...”

“Ma perché si fanno regali il giorno del compleanno?” domandò Cas incuriosito.

“Lo si fa...perché lo fai per le persone a cui vuoi bene” rispose Dean sorridendo in modo un po' dolce.

“Davvero?”

“Sì, davvero. Tu lo hai fatto perché vuoi bene a Sam, come io voglio bene a lui”
“E quindi tu ne vuoi anche a me?”

Sam trattenne a stento una risata. Era piuttosto raro vedere Dean così in difficoltà, incastrato dalle domande curiose di Cas.

“Ovviamente sì”

“Davvero?”

“Come cavolo te lo devo dimostrare? Vuoi un bacio?” sbuffò Dean allargando le braccia.

Magari...pensò Castiel.

Poi voltò le spalle ai due, imbarazzato.

“E adesso tocca a me”

Dean andò vicino al letto dove aveva lasciato aperto il borsone.

“Auguri” mormorò Dean.

Il minore rigirò il regalo con fare interrogativo.

“Sent...”

“Aprilo, che aspetti?”

Sam strappò la carta blu con alcuni decori arabeschi dorati e il fiocco che lo teneva legato.

Un sorriso si animò sulla faccia del ragazzo, non appena vide il nuovo disco dei Pearl Jam e un'edizione di Tolkien del Signore Degli Anelli.

“Non sapevo quale scegliere allora ho preso tutti e due”

A Cas colpì il sorriso che si scambiarono i due fratelli. Un sorriso complice, tipico di chi si vuole bene a qualcuno.

“Ehm...già ti ho preso anche la torta...”

Castiel sollevò lo sguardo, non appena avvertì che qualcuno lo stava chiamando dai “piani alti”.

“Ragazzi devo andare...” annunciò l'angelo, dispiaciuto di dover lasciare i ragazzi.

“Neanche per la torta?”

“Io...”
“Avanti Cas! Visto che sei stato gentile con me, lascia che ti ripaghi!”

E come si poteva dire di no, a quegli occhi verdi?

“E va bene”

L'angelo andò a sedersi al tavolo.

Dopo aver sistemato i piatti di plastica e le posate sul tavolo graffiato, il maggiore dei Winchester cominciò a scartare la torta.

“Non aspettarti che ti canti Happy Birthday, ma spero che la torta all'ananas ti piaccia”

“Mi va bene, mi va bene...tanto stonato come sei!”

Dean sbuffò.

“Guarda che me la mangio tutta!”

“Questo è il mio compleanno, Dean, non il tuo” ribatté Sam piccato.

“Perché sei stonato?”
“Devi sentirlo mentre canta sotto la doccia! Ha una voce che farebbe saltare le lampadine!”

“Davvero?”

“Sì, pensa che una vol...”

Fu sufficiente un'occhiataccia da parte di Dean per azzittire il festeggiato.

Cas nascose un moto di delusione.

“Ehi ma prima hai chiamato chiamato lui, pulcino in trench?” domandò Sam con la bocca piena.

“Stavo solo scherzando”

Sam scosse la testa, anche se si notava mezzo chilometro che stava ridendo sotto ai baffi.

Il fratello maggiore storse la bocca in una smorfia.

“Piantala!”

“Stai tranquillo sono di ment....”

(Voleva dire sono di mentalità aperta)
“Chiudi quella boccaccia!” sibilò Dean.

Sam sorrise e alzò le mani in segno di resa.

Cas preferì mangiare la torta, ma inevitabilmente lo sguardo cadde su Dean che aveva lo sguardo deliziato, perso nella sua fetta.

Era così carino, pensò l'angelo in trench osservandolo da sotto le ciglia e subito la sua faccia divenne rossa.

“Happy Birthday!” esclamò una quarta voce nella stanza: mettici un altro frullio d'ali, il costante profumo di dolciumi come in una pasticceria ambulante e due antichi occhi dorati.

L'arcangelo Gabriele.

“Che diavolo ci fai qui?”

Sam si alzò di scatto dalla sedia.

“Buon compleanno, ma petite!”

Ma come si poteva chiamare una persona alta un metro e novantatré, ma petite? Boh.

“No! Gabriele stammi lontano!”

Inutile dirlo che l'arcangelo travolse il povero ragazzo in un soffocante abbraccio soffocante ma alquanto zuccheroso.

“Mio piccolo pasticcino! Perché non mi hai detto che compivi gli anni!” disse Gabriel in tono offeso.

Sam emise un gemito esasperato. Di tutti i maniaci sulla terra, proprio angelico doveva essere?

“Senti Gabriele...lasciami in pace!”

“Ma perché? Possiamo fare persino un'uscita a quattro con il mio futuro cognato Dean e Cas, io e te!”

“Cognato?” fece eco Dean stupefatto.

“Cos'è un cognato?”

“Gabriele lasciami! Non ti sposerei neanche morto, lo sai!” esclamò Sam che incominciava ad incazzarsi assai.

 

Nota autore: special guest star CrowCrow in foto! Misha, Jared, Jensen mi spiace che i vostri personaggi che siano diventati così...sentimentali! E Cass sembra una fanciulla in amore, Dean non so cosa e Sam isterico come pochi, Gabe il solito direi? (qualcuno glielo riferisce? Per favore?) Addio Portossiando...


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Dilemmi ***


 

Capitolo 3: Dilemmi

 

“Gabriel sei peggio di un'edera velenosa”

L'arcangelo era ancora avvitato al braccio di Sam.

“L'edera velenosa? Oggi sei in vena di complimenti, zuccherino” ridacchiò Gabriel, senza prenderla sul personale.

“Bah!”

“E comunque ti sposerei mille volte”

Sam chiuse gli occhi, cercando di non farsi venire una crisi isterica.

“Lasciami!”

“Gabriel potresti lasciarlo andare?” domandò gentilmente Castiel.

A malincuore l'arcangelo lasciò la presa.

“Almeno posso mangiare una fetta di torta?”

“Fa quello che ti pare, basta solo che mi stai lontano” borbottò il povero cacciatore vittima di attenzioni non gradite.

Gabriel si servì una fetta di torta e prese posto vicino al pennuto in trench.

“Almeno posso imboccarti?”
“No!”

“Gabriel e lascialo in pace, cazzo!” intervenne Dean anche lui infastidito. Non si poteva mai avere un po' di pace?

“Calma Winchesteristeric!”

“Non sono un quel-coso-che-mi-hai-indicato!”

“Uno isterico?”

“Infatti! Tu invece mi sembri un maniaco ses...”

“E solo che Sam mi piace, tutto qui” sussurrò Gabriel battendo le ciglia dorate.

“Invece tu non mi piaci” ribatté il soggetto della conversazione. Finì la sua parte di torta e se ne servì un'altra fetta.

Gabriel fece finta di non aver sentito l'ultima frase: doveva pur esserci qualcosa che potesse smuovere il cuore di Sam e puntarlo verso di lui!

L'angelo in trench guardò curioso i tre con una domanda spontanea che gli sorse sulle labbra:“Com'è essere innamorati?”

L'arcangelo fece un sorriso biricchino.

“Ti senti come se ti avessero infilato in lavatrice e fatto venti giri, il cuore ti batte forte e ti senti le ginocchia molli come budino e pensi di essere rincoglionito, oltre al fatto di pensare che la persona di cui sei attratto sia la creatura più bella del mondo....” spiegò Gabriel (di tanto in tanto lanciava occhiatine speranzose verso Sammy ma quello non lo guardava neanche di striscio).

“Capisco”

“Wow! Se uno è così allora Cupido ne avrà di lavoro da fare...” rise Dean.

Sam mordicchiò la punta della forchetta di plastica, a disagio. La conversazione stava prendendo una piega poco piacevole. Soprattutto per via degli sguardi di Gabe...

“Va bene...ma se tu sei innamorato di questa persona o se ti piace tanto e l'altro non lo sa?” insistette Castiel.

Voleva cercare di capire come ci si doveva comportare con la persona che gli piaceva.

“Cas, Cas ci sono tante circostanze...” sospirò Dean.

Cas gli lanciò un'occhiata ma la mente decise di fargli uno sgambetto.

Gli propose un'immagine del Winchester: gli occhi verdi timidamente abbassati, le guance rosse e le labbra gonfie, tumide pronte ad essere baciate.

...e io sarei ben felice di spiegartelo”

Se non fosse stato per un calcio sotto al tavolo da parte di Gabriel, Castiel avrebbe rischiato un incidente imbarazzante.

“Qualcuno di voi è mai stato innamorato? Qualcosa di serio intendo”

Il silenzio calò fra i presenti.

Per qualche istante i quattro si scrutarono senza saper cosa rispondere.

“E va bene...io vorrei una relazione seria con qualcuno e non una botta e via”disse Dean grattandosi la testa imbarazzato e la testa china, anche perché si trovò gli occhi degli altri tre puntati addosso in un'espressione stupita.

Gabriel sorrise.

“Non l'avrei mai detto di te, sei sempre che corri dietro alle gonne”

“Devi sempre provocarmi?” ribatté Dean irritato.
“E tu Sammy?”

Gabriel rivolse lo sguardo verso il suo cacciatore preferito.

“Anche io vorrei stare con un qualcuno...”

“A me per esempio...piace tanto Sammy!” trillò l'arcangelo alzando una mano.

“...che sia una ragazza” terminò il minore dei Winchester.

Gabriel emise un sospiro sconsolato.

“E tu Cass?”

Castiel rimase zitto nel più completo imbarazzo. Si mise a giocherellare con la forchetta.

“Io...io...”

“Scommetto che qualcuno ti piace dai!” esclamò Dean con un sorriso sardonico.

L'angelo si sarebbe ingoiato la lingua piuttosto che rispondere.

“Scommetto che si tratta di Anna!” saltò su Dean.

Castiel roteò gli occhi blu.

“Comunque è una novità che ti piaccia qualcuno, sembri uno con la scopa in culo” commentò il maggiore dei Winchester con una risatina.

Santo Cielo, che delicatezza di sentimenti! pensò Sam.

“Non farci caso, Castiel...Dean è stupido come pochi certe volte”

“Ma vaffanculo, Sammy!”

“Ecco come dicevo...”

“Comunque Dean, non si tratta di Anna. Sono...sono affari miei”

“E chi sarebbe di grazia?”
“Non te lo dico”

“Neanche un po'?”

L'angelo scosse il capo.

Dean alzò le mani in segno di resa. Accidenti quando si trattava di segreti, Cas era peggio che una cassaforte!

Gabriel non poté fare a meno di provare un piccolo senso di colpa per quello che aveva combinato, ma dovette constatare che “l'esperimento” si stava rivelando interessante.

Da sotto le ciglia osservò i movimenti (i pensieri) del Winchester, che ormai preso dalla curiosità di sapere chi fosse l'oggetto dei desideri di Cas stava progettando qualcosa pur di strapparglielo di bocca.

Dean era fatto così. Quando veniva a conoscenza di qualcosa che lo interessava, allora si impuntava come un cane da caccia sino a che non veniva a sapere di che diavolo si trattasse.

“Avanti Castiel...non credo sia poi così imbarazzante” lo supplicò

“A proposito di amore, Dean è geloso alla follia della sua macchina, non me la lascia nemmeno guidare! E se se qualcuno gli fa una riga si mette a strillare!” esclamò Sam, per poi scoppiare a ridere.

“Non è veroooo!” ululò il maggiore diventando color prugna.

“Un vero maniaco” sussurrò Gabriel perplesso.

Persino Cas, il Mr Scopa in Culo fece una smorfia: a volte gli umani apparivano davvero contorti da capire.

“Sammy questa me la paghi!”

Castiel e Gabriel assistettero allo spettacolo più indecente, scemo e infantile della loro millenaria vita.

Dean scattò come una biscia, le sue dita colpirono il fianco di Sam.

Colto di sorpresa, il ragazzo non ebbe tempo di reagire che venne preso a tradimento una seconda, terza volta.

“Allora la finisci?”

Sam boccheggiò senza fiato: era inutile dire che il solletico era sempre stato il suo punto debole.

“S...sì!”
“Stavolta la pianti?”

“Ba...basta!”

Un quinto colpo mise il povero Sam Winchester k.o.

Gabriel trovò sexy vederlo con i capelli spettinati e rosso in viso, accompagnati da tutti quei gridolini...peccato che fossero soli soletti. E lui ne gliene avrebbe dato tanto di solletico!

“Ehi, che combattimento gente!”

“Se dici ancora una cazzata del genere di seppellisco vivo!” strillò il maggiore imbarazzato.

Sam si limitò ad annuire. Non voleva un'altra dose.

Gabriel fece sbattere le ali, spargendo il suo odore zuccheroso.

“Dean...ma tu porti davvero...”

“No!” ululò il cacciatore diventando color borgogna per la seconda volta. Fantastico.

“Avanti Dean era solo uno scherzo!”
“Uno scherzo?”

“Lo sappiamo quanto ami l'Impala!” rise Gabriel.

“E allora?”

Castiel fece il broncio. Quindi a Dean piaceva quella stupida macchina che a lui?

You're a sweet tentation, I have no choiche” canticchiò Gabriel. (Una canzone di George Michael, in cui diceva che non aveva altra scelta e che il soggetto della canzone era una dolce tentazione)

“Dean ma ti piace davvero quella macchina?” domandò Castiel nascondendo una nota di gelosia verso la macchina.

“Cas è la mia fottutissima baby!” esclamò Dean allargando le braccia.

L'angelo in trench lo guardò confuso.

“Hai relazione con la macchina?”

Gabriel scoppiò in una sonora risata, che quasi di strozzarsi.

Dean aprì la bocca ma non riuscì a dire nulla. A volte, le scemenze angeliche lasciavano davvero il segno.

“Scusa”

“Di niente” mormorò Dean poco convinto.

Sam ne approfittò per rubare gli ultimi pezzi di torta, tutte quelle chiacchiere gli avevano messo fame.

 

Nota autore: Oddio...ma che sta' minchia di roba è? Io non sono normale...no. Delirio mentale assoluto....Portos.  

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: La Volta Celeste ***


 

Capitolo 4: Volta Celeste

 

“Dean, ti facevo un tipo strano, ma una relazione con la macchina...questa no!”

Il cacciatore alzò gli occhi al cielo, sperando che non da un momento all'altro Gabriel sparisse all'istante.

Purtroppo quello era di tutt'altra idea.

“Ma sei uscito di testa?”

“No. Mi chiedevo solo...”
“Quella è solo la mia macchina, se devo relazionarmi con qualcuno in tal senso, preferisco che sia una persona”

Gabriel finse di rimanere sorpreso.

“Parole profonde Dean boy”

Castiel sollevò gli occhioni blu verso Dean.

Sapeva che avrebbe potuto scoprire quali sentimenti provava nei suoi confronti, ma aveva troppa paura per scoprirlo.

“La smetti di prendermi per il culo?”

“No, sono serissimo”

“Allora che tipo ti piace?”

 

Tu mi piaci, Castiel”

Dean Winchester si parò di fronte a Castiel bloccandogli ogni via di fuga.

Non credo che sia una buona idea...”

Mi prendi in giro?”

N-no”

Sente le dita del cacciatore sulle sue labbra, mandandogli un brivido nello stomaco. E il respiro più corto.

E allora perché non scappi?”
Castiel deglutì a vuoto.

Le labbra calde di Dean di Winchester furono a pochi millimetri dalle sue e...

 

Castiel stai bene?”

Dean lo stava scuotendo per una spalla.

Il contatto fu sufficiente a riportare l'angelo in trench alla realtà. Alla dura realtà.

Cas ti sei incantato ad un certo punto” ridacchiò il cacciatore.

L'angelo voltò la testa dall'altra parte: non voleva far vedere il suo dannato rossore a nessuno dei presenti.

Ehi stai bene?” ripeté Dean. Poi gli poggiò una mano sulla fronte.

Ma che stai facendo?”

Mamma Dean si sta preoccupando per te” scherzò Sam.

Dean ignorò il fratello e posò il dorso della mano sulla di fronte poi sulla guancia ispida di barba del povero angelo che in quel momento avrebbe preferito sprofondare sotto venti metri di terra.

Non penso che abbia la febbre”

Ma che dici? Noi angeli non ci ammaliamo mai!” ribatté Gabriel con l'ennesimo leccalecca in bocca.

Sembri uno spot da farmacia, Gabe” osservò Sam roteando gli occhi.

L'Arcangelo non si scomodò più tanto, voleva far cambiare idea a Sam una volta per tutte su di lui.

“Tranquillo, Sam non ho dimenticato il regalo per te”

“Cioè?”

“Spero che ti piaccia Sam” sussurrò l'Arcangelo con un sorriso.

E con uno schiocco di dita, lasciarono la stanza del motel.

 

Era come vedere realmente la notte, senza le luci della città che come un velo ne toglievano la magia.

Le stelle simili a diamanti galleggiavano in quel mare di oscurità, lontane e acerbe, come un qualcosa di irraggiungibile: uno spettacolo simile sarebbe stato chiuso gelosamente nel cuore umano di chiunque lo avrebbe visto.

“Ti piace?”

Uno spettacolo simile, aveva lasciato senza parole il minore dei Winchester.

Sam indirizzò a Gabriel un sorriso dolcissimo che fece quasi mancare di battito il cuore del tramite di quest'ultimo.

“Grazie”

“Eh ma non è ho ancora finito!” annunciò Gabriel.

“Aspet...”

Gabriel s'allontanò di qualche passo da loro.

Era strano vederlo camminare in quel non luogo: sembrava una specie di funambolo senza bilanciere.

“Apri la mano”

Sam si ritrovò a fissare un piccolo frammento che emanava una calda luce argentea.

“Un frammento di stella, per te”

Il minore dei Winchester rimase esterrefatto.

“Perché l'hai fatto?”

Questa volta l'Arcangelo rise davvero di cuore: davvero raro sentirli.

“L'ho fatto per la persona che...mi piace”

Sam rischiò di strozzarsi con la saliva.

Era felicissimo del regalo, ma doveva essere un maniaco pennuto con (troppe) idee perverse nella zucca a doverglielo fare?

“Cacchio Gabe con questo hai guadagnato un sacco di punti!” rise il maggiore dei Winchester con il naso per aria.

Nel frattempo, anche Castiel desiderò stringersi a Dean, ma si limitò solo ad avvicinarsi e appoggiargli un mano sulla spalla.

“Ehi Cas mai visto spettacolo simile?”
“L'ho visto molte volte, Dean” mormorò Cas con un lieve cenno di sorriso, guardandolo fra le lunghe ciglia.

Dean sentì un brivido involontario lungo la schiena. Lo faceva sentire sempre strano quando pronunciava il suo nome in quel modo.

“Scusa, ho detto qualcosa che non va?”

“No”

Il cacciatore lanciò un'occhiata al manto stellato, prima di tornare a guardare Castiel.

“Non dirlo a nessuno, ma un regalo del genere alle persone che vuoi bene...be' è il massimo! E se tu lo facessi a me, ne sarei felice ”

Castiel si limitò ad annuire.

In realtà era felice che Dean gli avesse rivelato quel suo piccolo pezzetto di sentimento tanto che il suo cuore rischiò di uscirgli dalla gabbia toracica dalla gioia.

“Adesso si torna a casa!”

 

Nota autore: eh, eh, eh...Gabe, Gabe sei proprio un gran str...! Che razza di capitolo da diabete...mellito! Offf...muerto stecchito...!  

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Feel ***


 

Capitolo 5: Feel

 

Tornarono in un amen.

Dean non era molto felice di dover tornare, in effetti guardare per un tempo infinito la volta celeste piuttosto che in una stanza di un motel in chissà quale città.

Lo stesso dicasi per Sam, neanche pareva molto felice del ritorno.

 

Castiel infilò la mano in una tasca.

Anche lui era riuscito a prendere un piccolo frammento di stella, per la persona che gli era più preziosa al mondo.

 

“Scusa Gabe, ma non ho un laccio da metterla al collo” disse Sam richiamando l'attenzione di Gabriel.

“Nessun problema, honey”

Gabriel sparì dalla stanza.

“Hai intenzione di mettertela al collo?”

“E allora?”

Dean scrollò le spalle.

“Dean...? Ecco ti posso dare un...come si dice...un regalo?”

Il cacciatore lo guardò con aria vagamente incuriosita.

“Lo so che è il compleanno di Sam, ma volevo farlo anche a te...” farfugliò Castiel non riuscendo a trovare le parole più adatte.

Tirò fuori dalla tasca un frammento dal colore perlaceo.

“Sai...è la coda di una cometa”

“Wow! Tu sei pazzo...non dovevi!” esclamò Dean guardando il pezzo fra due dita.

“Non...dovevo?”
Dean scosse la testa.

“No, no...comunque grazie Cas”

Sam alzò gli occhi al cielo, non appena vide i due scambiarsi il solito sorrisetto complice: imbarazzante.

Quindi preferì distrarsi, mettendosi a controllare le e-mail

Rispose, non molto felice, agli auguri via e-mail di quella matta di Becky Rosen dove gli inviava anche uno dei suoi lavori.

Il solito fruscio di ali annunciò il ritorno di Gabe.

“Ho il laccio che cercavo”

“Ok...” sospirò Sam.

Gabe prese il pezzo.

Con un piccolo tocco di magia, preparò il ciondolo.

“Allora...te lo metto io”

“No”
“Eddai, eddai! Oggi in fondo non è il tuo compleanno, prometto che non ti molesto”

Sam si arrese dopo neanche un minuto.

“Va bene, basta che sii veloce!”

Gabe emise uno strillo deliziato.

Fece passare il laccio intorno al collo, sfiorando la pelle con i polpastrelli. Sam rabbrividì infastidito, ma non disse nulla.

Gabe chiuse il moschettone.

“Mmm...”

Sam raccolse i capelli dietro la nuca.

“Allora come sto?”
“Sei più bella di una playmate di Hugh Hefner”

Il minore dei Winchester parve sul punto di diventare verdognolo.

“Playmate?”

“Sono...era una rivista per soli uomini...dove comparivano ragazze che chiamavano conigliette che servivano, be' insomma hai capito...” spiegò il maggiore dei Winchester.


“Dai Cas dimmelo che sono la tua coniglietta di Playboy!” esclamò Dean con un cestino pieno di uova di Pasqua con un paio di orecchie da coniglio sopra la testa.

Io...” (Il solito Cas indeciso)

Sei sempre il solito!

Dean...tu...mi piaci...ma io...”

A quel punto, Dean esclamò uno strillo deliziato, gettò il cestino e gli gettò le braccia al collo.

Mi piaci anche tu!”

E fin...(Fine della fantasia)

 

“Mi pare di capire che tu ne un grande esperto...”

Dean incrociò le braccia al petto, arrossendo, le lentiggini si misero in risalto.

Cas era più interessato a qualcos'altro. A guardare le lentiggini sul viso del cacciatore. Quanto sarebbe dovuto contarle?

“Be' ma che ti frega?”

“Niente” rispose Gabriel in tono franco, mettendosi a giocherellare con una ciocca di capelli di Sam.

“Senti potresti lasciar stare sia me che Dean per favore?” disse Sam alzando gli occhi dallo schermo.

Gabriel alzò una mano in segno di resa. Sam Winchester era uno dei pochi esseri umani che riusciva a farlo azzittire, be' se fosse stato un bel bacio appassionato, anche meglio!

“Scusa” disse semplicemente.

Sam annuì, senza aggiungere altro.

Poi lanciò un'occhiata all'orologio da polso. Sentì lo stomaco gorgogliare, a volte passare il tempo con un tipo come Gabriel metteva su una fame da lupi.

“Ehi Dean andiamo a mangiare un boccone?”

Dean sollevò lo sguardo dalla rivista che stava leggendo.

“Ok...ma che ora è ?”

“L'una”

“Credo che dovremo andare via anche noi!” annunciò Gabriel facendo finta di stirarsi le braccia, come un umano vero.

“Ciao, ciao!”

Castiel nascose un moto di delusione, dovendo lasciare la stanza.

I due angeli scomparvero, lasciando soli i due Winchester.

“Che mattinata!”

“Hai ragione, sai Castiel mi è parso un po' strano...più del solito” disse Dean grattandosi la guancia.

Sam scrollò le spalle.

“Avranno anche loro i problemi!”

Una volta spento il computer, Sam e Dean uscirono.

 

Nota autore: le battute di Dean su Playboy si riferiscono ad una rivista per soli uomini fondata da un Hugh Hefner.

E chissenefregaaltamente! Oh! Ué gente la storia non è mica finita...non ancora...a Presto Portos.


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Inchiostro blu ***


 Capitolo 6: Inchiostro blu


“Come sta andando il tuo compleanno fratellino?”
Sam sollevò lo sguardo dall'insalata greca, appena arrivata.
“Strano. Diverso dal solito”
“Cosa c'è di diverso dal solito che non lo sia già?”
“Mmm...a parte il tuo corteggiatore stalker, Castiel che oggi ha presenziato più del solito, normale direi”
“Hai ragione. A proposito Gabriel non è il mio corteggiatore stalker, è un maledetto maniaco” gli fece notare secco il minore.
“Allora perché non gli permetti sempre di mole...farti insomma giocherellare con i capelli, offrirti dolcetti?”
Sam fulminò con un'occhiataccia il fratello.
“Scusa, ma è così divertente prenderti per il culo”
“Idiota”
“Stronzo”
“Coglione, non controbattere”
“Maledetta Samantha”
“Non chiamarmi Samantha!” esclamò Sam in modo poco dignitoso.
“Scusa. Almeno non come quella di Sg1, con quelle cur...”
“E piantala!”
Dean sorrise
“Scusa”
“Ti stai scusando per ben due volte, allora c'è qualcosa che non va”
Dean fece del suo meglio per ignorarlo continuando mangiare il suo hamburger
Pagato il pranzo, il maggiore dei Winchester decise di non tornare in camera, un bel cambio di programma dunque.
“Dove andiamo?”
L'autoradio a tutto volume annunciò It's my Life di Bon Jovi.
“Speriamo di non essere seguiti, ti piacerà Sammy”
Il minore poggiò la grande schiena contro il sedile, decidendo di aspettare: tanto sapeva che l'altro non avrebbe risposto alle sue domande così il resto del viaggio proseguì in silenzio.
“Chiudere gli occhi sarebbe troppo?”
“No”
Con somma impazienza scesero dall'auto. Impazienti, i due percorse la distanza che li divideva.
“Wow! Meglio che un paio di tette!”
Sam rise alla battuta di Dean. Tuttavia il suo sguardo si perse là dove la sciabordio dell'acqua, creato dalle onde toccava la sabbia in un movimento ipnotico dove quella distesa blu increspata i cui raggi andavano a spezzarcisi.
“Perché non restiamo qui?”
Dean si mise a sedere sulla sabbia calda.
“Qui?”
“Massì, tanto per cazzeggiare un po'!”
“Hai ragione!” decise infine Sam: perché no? In fondo era il suo compleanno.
L'aria odorava di salsedine.
“Allora ti piace questo compleanno?”
“Sì, direi che è uno dei migliori” rise Sam.
“Da quando mamma e papà non ci sono più...non è che abbia sempre avuto voglia di festeggiare” confessò Dean su due piedi. Tuttavia preferì non guardare suo fratello negli occhi, affinché non vedesse una lacrima scintillare nell'occhio sinistro.
Probabilmente Sam se ne accorse, nascose un sorriso e mormorò: “Grazie”.
Dean ricambiò lo sguardo, imbarazzato.
“Io...io l'ho solo detto per dire!”
“Poi sono io quello dal cuore tenero...se ti sentisse Castiel, a quest'ora si sarebbe a fissarti con il suo sguardo incuriosito”
“E allora? Vaffanculo!” ululò Dean arrossendo. Che cazzo? Non era due piccioncini innamorati, loro!
Sam scoppiò a ridere per la seconda volta.
A pochi metri di distanza, Gabriel sentì la pelle formicolare leggermente quando udì la risata del cacciatore. Ogni tanto si concedeva di provare qualche emozione umana.
Infilò le mani in tasca. Si stampò un sorriso in faccia.
“Ciao”
I due Winchester sussultarono e si voltarono di scatto. Il primo (Dean) ebbe voglia di mettersi ad urlare, il secondo (Sam) gli avrebbe assestato un calcio nelle palle.
“Sapevo che vi avrei trovato qui”
“Gabriel, devi scassare i coglioni tu?” esordì il maggiore dei Winchester della serie: “se qualcuno tocca il mio fratellino è morto”.
“Mmm..aventi Deannuccio non essere così aggressivo”
“Bah”
L'arcangelo si accomodò vicino a Sam, con gli occhi dorati spalancati e carichi di amore (?).
“Sammy ti piace?”
L'altro sospirò.
“Ragazzi” esordì Castiel.
“Cas”
“Vieni fratellino”
L'angelo in trench non se lo fece ripetere due volte, immancabile si sedette vicino a Dean e stese le lunghe gambe.
“Allora?”
“Che c'è?”
“Come l'oceano?”
“Bello” rispose Castiel con gli occhi spalancati, tuttavia preferì non guardarlo o sarebbe arrossito di botto.
Dean prese una manciata di sabbia. I granelli scivolarono via trasportati dal vento.
“Che ore sono?” domandò Sam.
“Ho tutto il tempo del mondo se vuoi passarlo con me” sussurrò Gabriel all'orecchio di Sam in tono quasi impercettibile.
Il cacciatore non lo ascoltò nemmeno, perché sapeva che avrebbe detto qualche amenità di sicuro.
Allora l'arcangelo lo prese per la maglia (non per strappargliela!) e gliela tirò come un bambino capriccioso, in realtà voleva solo dargli un bacino sulla guancia.
“Gabriel!” lo chiamò Dean.
“Che c'è?”
“Non è per caso hai del gelato?”
“Gelato?”
Sam Winchester mormorò un ringraziamento mentale verso il cielo e a suo fratello.
“Non potevi chiedere di meglio!” trillò Gabriel con gli occhi spalancati.
Dal nulla l'arcangelo fece comparire due confezioni di gelato gigante al pistacchio e al torroncino insieme ai rispettivi cucchiaini.
Gabriel si tenne l'altra quella al pistacchio la passò a Dean.
“Ne vuoi un po'?”
Castiel scosse la testa in segno di diniego.
“Non sai cosa ti perdi!” lo invitò Sam, rubando un altro po' di gelato.
“Sei una testa di cavolo, Cas. Non sai proprio goderti niente” lo provocò l'altro cacciatore, solo per prenderlo in giro.
L'angelo in trench lo fulminò con lo sguardo.
“Ascolta bene! Io...”
“Fai aah!” lo interruppe Dean.
“Come ah?” ripeté Castiel inclinando la testa di lato e con un'espressione confusa stampata sul faccino.
Dean gli ficcò la paletta con un po' di dolce sopra, fra le labbra.
Sam rischiò di strozzarsi con il proprio non appena vide la scena, Gabriel sorrise sornione.
“Com'è?”
“Me ne dai ancora un po'?” pigolò Castiel, poi si umettò le labbra.
“Visto?
“Grazie”
“Mangia va'”
L'angelo non se lo fece ripetere due volte e si sbafò dell'altro gelato.
“Sapete, c'è anche questo nei ricordi di Jmmy, quando era bambino” disse Cas ad un certo punto, riferendosi al suo tramite umano.
“Anche nostra mamma ci portava sempre a mangiare il gelato, per quanto mi ricordi” dichiarò il maggiore dei Winchester con una leggera fitta di dolore.
Sam abbassò lo sguardo sulla confezione.
“Tua madre era una persona speciale vero?”
Dean annuì.
“Farà sempre dei tuoi ricordi” disse Gabriel, all'improvviso tutto serio soffocando la voglia di riempire di baci quel viso da cucciolo bastonato di Samantha e Castiel ebbe voglia di, come dire, abbracciare stretto Dean e dirgli che sarebbe andato tutto bene.
“Hai ragione”
Dean si alzò, sentendo le gambe intorpidite. Volendo starsene un po' per conto suo.
“Ehi Cas mi fai un po' compagnia?”
“Ok”
“Anche noi, arcangeli, restiamo a guardare l'oceano per ore e le onde sembrano una ninnananna” disse Gabriel ad un certo punto quando rimasero soli.
L'arcangelo si infilò un bastoncino di zucchero in bocca, con lo sguardo puntato verso l'oceano. Così scuro e denso, sembrava quasi voler portarti via con sé.
“Non ci credo” fece Sam mostrando un sorriso sghembo. In quel momento si sentiva stranamente tranquillo. La brezza gli scompigliò alcune ciocche ci capelli castani.
L'arcangelo si sporse di lato e rinfilò una ciocca di capelli dietro l'orecchio del cacciatore.
“Non ti voglio sempre dare fastidio...”
Sam non disse niente. Si sentiva stranamente rilassato, persino la presenza di Gabriel era quasi piacevole.
“Sull'argomento di prima, ci dovrai credere, prima o poi ”


“Cas sei strano, sai?”
“Strano?”
“Ti comporti come se...sembri più imbranato del solito”
“Sì, è vero sono strano”
“Per quella persona che ti piace tanto?” chiese Dean, senza nascondere un ghigno.
“C-Come fai a saperlo?” balbettò
“Ti si legge in faccia tutto, Cassy Boy!” scherzò il cacciatore, prima di tirargli un buffetto sulla guancia.
“Cassy Boy?”
L'angelo aprì le labbra mostrando quello che doveva essere un sorriso, ma risultò più una smorfia.
Dean provò uno strano miscuglio allo stomaco.
“Ehi stai sorridendo, Cas”
L'angelo inclinò la testa di lato.
“No, no è strano...tu non sorridi mai” aggiunse il cacciatore ben sapendo di stare ad ingarbugliare la situazione.
“Io non sorrido mai?” fece eco Castiel. Un'espressione genuinamente confusa.
“Sei sempre serio...cioè piacerai di più alla persona che ti piace, scusa il gioco di parole” spiegò Dean cercando di reprimere una risata. In realtà si stava prendendo un po' gioco di lui e dall'altra voleva sapere chi gli piaceva.
“Ah...davvero?”
“Già”
“E cosa dovrei per...conquistare una persona che mi interessa?” insistette l'angelo in trench.
“Ok...ti insegnerò un paio di cosette!”
Gli occhi dell'angelo divennero ancora più scuri quasi inchiostro nero e una luce indecifrabile baluginò.
“Con calma”
Dean si sfilò le scarpe. Lasciò che le dita affondassero nella sabbia umida.
Era proprio carino, pensò Cas, con il sole metteva in risalto gli occhi verdi, la capigliatura biondo cenere rendendola più chiara.
“Mh?”
“Come nei film...lei cammina sempre a piedi scalzi, quando una coppia...lascia perdere”
Castiel scrollò le spalle pensieroso e si mangiò altre cucchiaiate di gelato, poi guardò Dean che passeggiava lungo la battigia.
Lo raggiunse. In cuor suo sperava che andasse tutto bene.
“Guarda cosa ho trovato!” strillò Dean con una grande conchiglia in mano levigata sulla superficie.
“Cos'è?”
“Una conchiglia”
“Si sente il rumore del mare”
A volte, l'angelo non riusciva a capire l'entusiasmo per certe cose.
In pochi secondi, si trovò il viso del cacciatore che amava poggiato alla sua guancia e la conchiglia vicino all'orecchio in modo che lo potesse ascoltare anche lui.
Il suo suo cuore minacciò di scoppiare sul serio.


Nota autore: There is a lie in my head and a thief on my bed...che razza di capitolo!!!!!!!!!
Nel prossimo vedrò di scatenare gli animi, ciao!
To be continued...a presto P.

 

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