Le stagioni del cuore

di namary
(/viewuser.php?uid=124758)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Neve ***
Capitolo 2: *** Vento ***
Capitolo 3: *** Cannella ***
Capitolo 4: *** Crepuscolo ***
Capitolo 5: *** Raggio di sole ***
Capitolo 6: *** Sogno ***
Capitolo 7: *** Pioggia ***
Capitolo 8: *** Casa ***
Capitolo 9: *** MareLuna ***
Capitolo 10: *** Sole ***
Capitolo 11: *** Maestrale ***
Capitolo 12: *** Profumo ***
Capitolo 13: *** Fortuna ***
Capitolo 14: *** Rosso ***
Capitolo 15: *** Luce ***
Capitolo 16: *** Foglie ***



Capitolo 1
*** Neve ***


Inverno...


Neve
 
L'inverno è sempre stata una stagione maledetta, per me.
Il gelo entra nelle ossa, la natura come morta.
Puoi sentire la solitudine entrarti dentro, come una malattia.
Motivazioni che chiunque darebbe.
Poi, quel giorno, arrivai per la prima volta a palazzo Jarjayes.
Cadeva una neve fina, lieve.
“Su, André, vieni!” mi incitò la nonna.
Ma io mi bloccai. 
La vidi giocare con un rametto: cercava di colpire ogni fiocco che cadeva.
Già allora era una perfetta spadaccina!
Capelli biondi, occhi color dell'inverno. Bellissima.
Ai miei occhi di bambino, lei era un angelo sceso sulla terra.
Sì, l’inverno per me è ancora una stagione maledetta.
Maledettamente bella.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Vento ***


Vento


Una fredda mattina di gennaio.
Non se n'è forse andato un anno fa, in questo periodo?
Mi alzo dal letto e congedo le ancelle, stupite, già pronte per il rito mattutino.
Ho solo bisogno di ascoltare me stessa, dopo tanto tempo.
Spalanco la finestra, e il Vento del Nord mi accoglie.
Nella mia vestaglia da notte, rabbrividisco, ma non entro.
Mi sento a mio agio con il vento, perché canta tristemente.
Anche il mio cuore è freddo.
Dalla sua partenza è ibernato, spento.
Chiudo gli occhi, e ricordo il suo bel viso, l'unica luce che porto in me.
“Sapete che vi aspetterò, Fersen. Sempre. Qualsiasi cosa accada”
Consegno il mio messaggio al vento, sperando che lo porti da lui, nelle Americhe.
Il suo ritorno sarà per me più splendente della primavera.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cannella ***


Cannella
 
 
La sera è scesa su Parigi, la giornata è conclusa.
Fiocchi di neve cadono leggeri dal cielo, offuscando le luci dei lampioni.
Le ronde quotidiane e il freddo mi hanno fiaccato le membra.
I miei passi risuonano pesanti nelle vie deserte.
Vedo una luce, calda, avvolgente, e la musica che risuona allegra si sente fin qui.
Sorrido. Forse un po' di sano divertimento riuscirà a scacciare i troppi pensieri.
Entro nel locale e il profumo forte del vino caldo mi avvolge, insieme alle grasse risate dei miei amici.
“Ehi Alain!” “C’è Alain!” “Vieni a bere qualcosa con noi!”
I loro bicchieri si alzano, gli occhi sorridono.
Anche André è con loro, in disparte. Forse è l'unico ancora sobrio!
Mi avvicino e lo saluto a modo mio, un po' scherzando, stringendogli la mano e con l'altra facendogli cadere il berretto.
Lui lo raccoglie e ricambia la stretta, sorridendo enigmatico.
Così non va bene. Mi avvicino, sussurrandogli “Ancora quel muso lungo? Non lo sai che d'inverno non fa bene soffrire per amore?”
Perché non scacciare i pensieri per una sera soltanto?
“Forza ragazzi suonate! Stasera pago io da bere! Vin brulé per tutti!” 
Le grida di gioia esplodono, e il suono della fisarmonica rallegra i cuori. Anche i nostri.
Non è solo la cannella sciolta nel vino quello che sento.
E’ il sapore dell’amicizia.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Crepuscolo ***


Crepuscolo


E’ il crepuscolo.
Il sole, di un rosso cupo, va a morire sotto l'orizzonte, come un vecchio stanco.
E io spero di raggiungerlo presto.
Non posso sopportare di essere ancora vivo, di essere sopravvissuto a mia figlia.
Sento un nodo serrarsi in gola, il dolore opprimermi.
Non faccio nulla per respingere le lacrime, che ora mi rigano gli occhi, mentre ripenso al tuo volto, Oscar.
Eri così bella e così fiera!
Non c'è stato spazio per la vergogna, quando ho saputo del tuo tradimento.
Improvvisamente, la fredda consapevolezza di averti perso per sempre mi ha afferrato.
L'inverno è sceso nel mio cuore, e mai più passerà.
Ricordo con amarezza tutti i miei errori. Che cosa avrai pensato di me, Oscar?
Volevo che avessi un padre forte, che ti fosse d'esempio, ma non ho mai saputo dimostrarti veramente  affetto.
E tu, che debole non sei, hai vissuto solo seguendo il tuo cuore.
E per questo sono orgoglioso di te.
Sei sempre stata una donna, e ti sei elevata al di sopra degli uomini.
Potrai mai perdonare gli errori di uno stolto, che credeva di volere il tuo bene?
“Perdonami, Oscar!”
Lo penso soltanto, perché ormai il dolore mi impedisce anche di parlare.
Asciugo le lacrime, e guardo dalla finestra.
Il sole è ormai scomparso sotto la terra.
E così farò io, presto.



_______________________________________________

Note dell'autrice: E così si conlude l'Inverno. Nel prossimo capitolo sarà il turno della Primavera, finalmente :) Ho modificato radicalmente questo capitolo rispetto alla raccolta precedente, perché mi sono resa conto che non avevo dedicato nemmeno uno spazio al dolore del Generale per la perdita di sua figlia. Lui ha fatto molti errori con Oscar, e se n'è reso conto, anche se non è stato capace di rimediarvi. Mi sono detta che valeva la pena dare dignità a un uomo, e a un genitore come penso ce ne siano molti, che mischiano amore e orgoglio, che amano fortemente i loro figli, ma lo esprimono in un modo sbagliato. Detto questo, non mi ricordo come lui reagisce nel manga e nell'anime, quindi ho dato io una mia personale interpretazione. Un saluto e un abbraccio :)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Raggio di sole ***



Primavera...




Raggio di sole
 
 
Appena entro in casa, un buon profumo di verdure mi avvolge.
Lei è lì, a preparare la cena con impegno.
Un sorriso appena accennato le illumina il volto.
“Buonasera, Rosalie”
“Bentornato, Bernard. Com'è andata la giornata oggi?” chiede senza guardarmi, assorta nel suo lavoro.
Mentre le rispondo, non posso fare a meno di osservarla e ammirarla.
Solo poche settimane fa, per me era una donna uguale a tante altre.
Ripensandoci, sorrido con ironia alla mia immagine, riflessa sulla finestra. 
Avevo commesso un grande errore nel sottovalutarla.
In lei non c'era la frivolezza delle grandi dame, né la superficialità della giovinezza.
Non aveva pietà per sé stessa, non un briciolo di autocommiserazione.
“E tu, come hai passato la giornata?”
“Bene, grazie! Sai che mi piace lavorare. Nel pomeriggio sono andata a trovare Marie e la signora Pierrot, per ringraziarla del regalo. E' quasi pronto, vieni a tavola”
Lentamente, avevamo imparato ad adattarci l'uno all'altra.
In questa casa, avevo trovato una quiete che non avrei mai pensato di raggiungere, non in questi mesi così turbolenti, agitati.
Ero rimasto affascinato dalla vitalità, dalla forza e dignità che traspariva da ogni suo gesto, anche il più umile o il più banale.
So che molti riderebbero della mia ingenuità, ma non riesco a non ammirarla.
E' lei il volto della Francia che sogno, il volto di una dea gentile.
Lei, che ha sopportato dolori non comuni, trovando il coraggio di andare avanti senza più voltarsi indietro. 
Lei, che ha liberamente scelto di essere una donna del popolo.
Lo sento: la rivoluzione sarà come il primo raggio di sole, che squarcia le nubi per dare speranza.






______________________________________________________________

Note dell'autrice: Volevo scrivere un capitolo su Rosalie, perché secondo me è un personaggio un po' sottovalutato. E' vero che sembra molto fragile e dalla lacrima facile, ma molto spesso ci si dimentica che ha coltivato un forte desiderio di vendetta nei confronti di madame Polignac, sua madre biologica, per non parlare di quando chiede a Oscar di insegnarle ad usare le armi, proprio per vendicarsi. Non ha mai approfittato di nessuno, infatti ad un certo punto è lei di sua spontanea volontà (mi sembra) ad andarsene da Palazzo Jarjayes per andare a vivere a Parigi tra il popolo, trovandosi un alloggio e un lavoro. Rosalie non è per niente fragile, anche se lo dimostra in modo molto diverso da Oscar. Io credo che Bernard abbia visto la forza di Rosalie. Credo che lui l'abbia ammirata e che poi questo sentimento si sia trasformato in amore. Per cui ho voluto rendere omaggio ai sogni dell'uno e alla forza dell'altra, in questo primo capitolo dedicato alla primavera. Spero apprezzerete :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Sogno ***



Sogno




La villa intera era immersa in un sogno, frizzante quanto lo champagne.
Era il caleidoscopio dei sensi, il trionfo dei colori e delle maschere.
Hans Axel Von Fersen sorrise, sentendosi più che a suo agio.
Era venuto dalla fredda Svezia per distrarsi, svagarsi un po'.
E la Francia era un sogno perfetto in cui perdersi.
E, proprio come in sogno, scorse lei, un cigno attorniato da mediocri anatre.
Fu come respirare per la prima volta.
Ed era strano, perché si era accorto di trattenere il fiato.
Ora che i loro sguardi si erano incrociati, per caso, entrambi si sentivano come incatenati, preda di qualche strana e incomprensibile magia. 
“La regina Maria Antonietta, consorte del Delfino” sussurrò qualcuno al suo orecchio.
E poi, fu lei ad avvicinarsi, rompendo quell'istante perfetto.
Tenendo il ventaglio davanti al viso, lo guardava ammiccante.
“E dunque, chi siete voi per guardarmi in modo tanto ardito?”
“Mia signora, è ironico chiedere ad un uomo con la maschera chi egli sia”
Le prese la mano delicata e la sfiorò appena con le labbra.
Il sorriso di lei gli infiammò il cuore.
“Allora per questa sera saremo soltanto ciò che desideriamo essere”
Ballammo tutta la sera, liberi di essere soltanto noi stessi.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Pioggia ***



Pioggia
 
 
E' già primavera, e anche oggi il tempo è pessimo.
Una pioggia fina e fitta scende veloce dal cielo.
L'umidità è palpabile, si appiccica alla pelle, e il vento freddo sferza senza pietà il mio viso, prendendosi gioco di me.
Mi dirigo a grandi passi verso le stalle, lo sguardo a terra.
Non tento neanche di ripararmi dalla tempesta, non oggi che il tempo è così in sintonia con i miei sentimenti.
Con una scusa, ho convinto Oscar a farmi rimanere a Palazzo Jarjayes per qualche giorno, invece di seguirla come sempre a Versailles.
Non potrei sopportare di starle accanto, non ora che mi sento così dannatamente debole, vulnerabile.
Sopratutto, non voglio vedere lui. 
Rischerei seriamente di compromettermi, e non voglio farlo.
No, Oscar, non ti farò vedere la mia sofferenza, visto che per te neanche esisto.
Come ho potuto essere così stupido?
Eppure sentivo che negli ultimi tempi qualcosa era cambiato, in te.
Avrei dovuto ascoltare la mia gelosia crescente, piuttosto che convincermi della vostra innocua amicizia.
Stupido, stupido André! Stupido e ingenuo!
Striglio i cavalli e cambio loro il fieno meccanicamente, assorto nei miei pensieri.
Avevo finto che tutto andasse bene, finché la verità non mi era apparsa, nella sua disarmante e terribile semplicità.
E adesso sono arrabbiato, orribilmente arrabbiato. 
Ce l'ho con me stesso, per non essermene accorto. 
Forse avrei potuto fare qualcosa per impedirlo, se solo non fossi stato così sciocco... aprirle gli occhi prima che fosse troppo tardi. 
Dannazione, Oscar!
Di tutti gli uomini di cui potevi innamorarti, hai scelto l'unico che non ti vedrà mai come una donna, che non rispetterà mai la tua libertà, troppo legato ad amori voluttuosi ed effimeri.
Soffrirai, soffrirai e basta.
Non so se esserne contento, da un lato: non potrai mai avere il suo cuore.
Il mio stomaco però continua a contorcersi, roso dalla gelosia, perché so che continuerai a coltivare segretamente il tuo sentimento. 
Nessuno tranne te stessa, potrà farti cambiare idea.
E io, Oscar, io non sono così forte da lasciarti andare. Non saprò mai rinunciare a te.
Incapace di continuare il mio lavoro, mi getto su uno sgabello lì vicino, tentando di frenare le mie emozioni.
Alla fine, cedo: le mie lacrime si uniscono a quelle del cielo1, il rombo del tuono lontano simile al mio cuore spezzato.






________________________________________________________________

Nda:
1 - Piccola citazione dall'ultimo libro di Manfredi "Il mio nome è Nessuno", dedicato alla figura di Odisseo. So che accostare la figura di André a quella di Odisseo è decisamente azzardato, ma mi piaceva troppo quella frase per non inserirla.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Casa ***


Casa


 
“Fermi, voi due!! Se vi prendo... Stavolta non la passerete liscia!” minaccio le pesti che stanno già scappando, urlando e ridendo come gnomi dispettosi.
“Ma prima devi prenderci, Nanny!” dice Oscar, facendomi la linguaccia.
“Oscar, vieni subito qui o sarò costretta a dirlo a tuo padre!”
Ma i miei bambini sono già lontani, corrono come lepri.
Accidenti a loro, quanto mi fanno dannare!
Guardo sconsolata le aiuole, piene di fiori rovinati e terriccio smosso, e il muro della villa imbrattato con scritte e disegni. Sospiro.
E' già la terza volta questa settimana che combinano guai, e se al rientro del generale Palazzo Jarjayes non sarà immacolato, sarà la piccola lady a farne le spese, temo.
Non vorrei che decidesse di separarli, non ora.
So bene quanto è pericoloso per loro frequentarsi... il mio André non sarà mai un nobile, e c'è il rischio che con l'età, il suo affetto per Oscar si trasformi in un sentimento più profondo e doloroso da vivere.
Tuttavia, ogni volta che li vedo insieme il mio cuore diventa leggero, e con loro riesco a dimenticare la tristezza e la solitudine che pensavo non mi avrebbero più abbandonato.
Sorrido e torno in cucina a preparare il pranzo.
L'affetto che porto verso quei due diavoletti ha già cancellato la rabbia, ma non l'apprensione.
Qualche minuto dopo, irrompono in casa come un uragano, e con entusiasmo ed innocenza, mi regalano un mazzo di violette per farsi perdonare.
“Oh bambini, che bel pensiero mi avete fatto!” li abbraccio, commossa.
“Nonna, ci prepari la torta margherita?” domandano all'unisono, sorridendo giocondi.
“Ah, allora è così che stanno le cose!” li sgrido, ma poi acconsento.
I loro Evviva! sono per me la ricompensa più grande.
Col cuore colmo d'amore, respiro a pieni polmoni il dolce profumo di casa.




_________________________________________________

Note dell'autrice: Nella mia precedente raccolta c'era un capitolo dedicato all'amicizia tra Oscar e Maria Antonietta, che ho deciso di togliere e sostituire con questo, perché Nanny meritava un piccolo spazietto, e perché Oscar e André da piccoli sono teneri e comici :) Come vedete, questo capitolo è molto più leggero dei precedenti, e vi posso già annunciare che è un preludio alla prossima stagione, l'estate! Au revoir, mesdemoiselles! 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** MareLuna ***


Estate


MareLuna


 
 
Il placido dondolio delle onde cullava il mio animo inquieto, nel blu elegante della sera.
Ero venuta in Normandia per cercare pace, ma non avevo fatto altro che alimentare la strana agitazione che si era insinuata in me.
Da qualche notte non riuscivo a dormire, e stasera non avevo saputo resistere al silenzioso richiamo del mare.
Mi ero ritrovata chissà come sulla spiaggia, ad osservarmi riflessa sull'acqua scura. 
Poi, obbedendo a un istinto potente, mi ero spogliata e immersa nell'oceano.
Era forse la luna immobile e luminosa che richiamava a sé la mia femminilità, che tanto avevo tenuto nascosta?
Ancora una volta, l'ennesima, le parole di André tornarono a tormentarmi.
Come mi tormentavano il ricordo del suo bacio, del suo sguardo, della sua voce.
Non potevo fare a meno di sentirmi delusa di me stessa: non conoscevo affatto il mio cuore, sebbene mi appartenesse.
Nuotai per un po' vicino alla riva, assaporando la libertà e il tepore della sera estiva, e accarezzai con stupore la mia pelle, come se la sentissi parte di me per la prima volta.
Provavo paura nel ripensare a lui, ma non perché lo temessi veramente.
In realtà, avevo soltanto paura di me stessa.
Sentivo di essere sul ciglio di una porta, socchiusa nel profondo di me stessa, che avevo volutamente evitato per tanti anni. E ora stavo per aprirla.
Lo sentivo: qualcosa in me stava nascendo, sotto lo sguardo antico e attento della luna. 




 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Sole ***


Sole
 


 
Siamo tutti qui, tra il sudore e la rabbia, per riprenderci la libertà.
Tutti uniti avanziamo gridando vendetta, sorridendo al nostro futuro. 
Come un popolo vero.
Qui davanti alla Bastiglia, spezzeremo le nostre catene!
Il sole cocente infiamma l'aria della città in tumulto, arrossando i nostri volti, accecandoci.
Io so già per chi lottare, ma tu comandante, lo sai?
Per la prima volta ti vedo inerme, tu che hai ispirato il nostro coraggio.
Occhiaie profonde ti segnano gli occhi, la vita in te si è spezzata.
Ma non sei solo tu a soffrire.
Guarda, Oscar, guarda bene i loro volti: non c'è nessuno qui, che non ha provato il tuo stesso dolore, la tua stessa angoscia.
Nessuno ci potrà mai restituire ciò che ci è stato tolto.
Tutto quello che possiamo fare è scegliere: arrendersi e morire, oppure lottare, cercare il sole dentro di noi anche quando tutto intorno si fa buio.
Rialzati in piedi, forza! 
Combatti per André, combatti per la libertà e il futuro in cui ha sempre creduto!
Nel tuo sguardo ora c'è soltanto la luce abbagliante della determinazione.
Ai tuoi comandi, siamo come un sol uomo, inferociti, inarrestabili, assetati di giustizia. 
Adesso siamo noi, il sole della Francia.
Per Diane, per André, per tutti i fratelli, le sorelle, i padri e le madri che abbiamo perduto.
“Per Oscar!” grido, nell'ultimo e decisivo assalto.








_____________________________________________

Note dell'autrice: La versione precedente di questo capitolo era dedicata ad Alain e i suoi pensieri sulla sorella Diane, a cui si sa che era molto affezionato. Da qui mi sono trovata a riflettere su un argomento forse poco adatto all'estate, cioè il superamento e la trasformazione del dolore. Questo capitolo quindi è dedicato a tutti i momenti difficili che abbiamo vissuto, ma nei quali abbiamo sempre trovato la forza di reagire, di lottare per qualcosa in cui crediamo, o in questo caso per qualcuno che ci è caro. Per me l'estate è anche questo infatti... trovare dentro sé stessi l'energia per andare avanti non solo nei momenti "facili", ma reagire e avere il coraggio di affrontare le nostre paure. Mi spiace se vi sembra che stia un po' "sballando" queste stagioni, però la mia vena di autrice è fatta così, inserisco sempre riflessioni particolari anche dove forse non ce n'è bisogno! Spero apprezzerete. Spero di poter pubblicare presto il prossimo capitolo, forse anche entro oggi visto che ho un po' di tempo libero. Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Maestrale ***


Maestrale 



 
La passione ci ha colti infine, qui tra l'erba e il profumo d'estate.
Assecondando le nostre voglie, ci siamo scoperti e amati senza fretta.
Abbandonati i vestiti, il lieve pudore è scomparso veloce davanti alla voglia di sentirci vicini.
Le mani scorrono audaci tra noi, sfiorando, stringendo, esplorando.
E' il vento caldo del sud, a disfare ogni inibizione.
E' il maestrale a soffiare imperioso nei nostri cuori, alimentando l'incendio dei sensi.
Morbidi baci e il sapore del mare, ci accompagnano dolcemente sul sentiero del piacere.
Tra le pieghe della notte, ci siamo uniti più volte in un disperato bisogno d'amore, circondati e protetti dalle lucciole del fiume.
Nulla ci importa più ormai.
Siamo soltanto noi due, riflessi l'uno negli occhi dell'altra, colmi di tenerezza, offuscati dal desiderio.
Lentamente il vento si placa, soddisfatto, lasciando il suo odore pungente sulla nostra pelle.
Sospirando di sollievo e stanchezza, rilassati e nudi come all'origine del tempo, Oscar e André non sono più.
Qui, accocolati tra gli alberi, ci sono soltanto un uomo e una donna che si sono ritrovati dopo un'attesa lunga tutta una vita.






___________________________________

Note dell'autrice: Lo so, questo componimento è molto breve, ma esprime esattamente l'idea che ho dell'episodio in cui Oscar e André finalmente ci danno dentro, e anche la mia idea sull'amore (anche se forse sono un po' troppo romantica, si capisce?). Oltretutto, ho visto che in questo periodo la sezione di Lady Oscar (ma anche le altre, a dire il vero) è intasata da fanfiction erotiche e così via. A partire dal fatto che lo considero un effetto collaterale della trilogia "300 sfumature di fucsia" ecc, non mi piace vedere che l'amore "terreno" tra due persone sia ridotto a una pura ricerca del piacere. Con questo, voglio chiarirmi subito: non sto condannando fanfiction/autori/autrici varie, anzi trovo che ci siano delle fanfiction erotico-sentimentali che sono veramente belle ed emozionanti. Mi dilungo su questo perché in generale ho notato che le scene d'amore ultimamente somigliano più a racconti d'altro tipo, molto espliciti e anche volgari. Credo abbiate capito. E' per questo che ho deciso di "dire la mia" con questo capitolo dedicato alla passione tra i nostri due beniamini. Chi ha fatto l'amore con la persona che ama sa bene che non si tratta mai di puro e semplice piacere: è l'emozione di essere tutt'uno con l'altro/a che rende speciale e intenso quel momento.
Spero vi sia piaciuto! Au revoir...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Profumo ***


Profumo
 


 
 
"Signori, ma che ballo è questo? Non c'è nemmeno una dama da far danzare!"
Così ci hai deriso, prima di sparire tra le tende di velluto, diretta chissà dove.
Il tuo profumo, leggero e inebriante, sparisce in un istante.
Tra i presenti attoniti e indignati, solo io rido e brindo alla tua bellezza selvaggia.
Finalmente ti ho capita. Avrei dovuto capire già molti anni fa, quando mi aspettasti sotto un albero per sfidarmi a duello.
Ti ho amato in silenzio, bramandoti come tu fossi un diamante o uno zaffiro.
Ho creduto di poterti intrappolare in un matrimonio di convenienza, ammirarti chiusa in una campana di vetro, come tu fossi un delicato fiore esotico.
Quanto sciocco sono stato!
I tuoi capelli biondi non saranno mai intrecciati in complicate acconciature, poiché è il vento che li modella per te.
Nessun corsetto fascerà mai la tua schiena, perché tu non sei donna da domare.
Nessun fiore potrà mai competere col tuo profumo, impalpabile e misterioso come quello dell'estate, quello che si aspetta tutto l'anno soltanto per poterlo assaporare nuovamente.
Va', Oscar, il tuo cuore ora è libero: abbi il coraggio di seguirlo.








___________________________________________________

Note dell'autrice: Ci ho riflettuto a lungo, molto a lungo... alla fine, farò un cambio. Il capitolo precedente, Fortuna, aprirà l'Autunno, mentre questo chiuderà l'Estate. Ero convinta che sarei riuscita a rendere Girodelle autunnale, invece i fatti mi hanno smentito... scusate per la confusione, ma scrivere questi ultimi due capitoli non è stato facile per me! A proposito di questo, ho ancora molti dubbi su Girodelle, mi potreste dire se avete critiche? Siate spietate! Grazie!
La citazione finale ovviamente è di Braveheart: cuore impavido. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Fortuna ***


Autumn...



Fortuna



 
 
Guardo ipnotizzata le monete d'oro luccicare tra le mie mani.
La faccia di Luigi XVI mi sorride, benevola.
La fame... non soffrirò più la fame.
Lascio cadere lentamente le monete nel sacchetto, assaporando il loro debole tintinnio. Sto quasi scoppiando di gioia e commozione.
“Hai visto Jeanne?” mi sussurra Nicolas, ugualmente eccitato. “Siamo ricchi ormai”
Ci scocchiamo uno sguardo d'intesa e poi ci abbracciamo.
“Oh Nicolas, adesso potremo avere tutto quello che desideriamo! Una casa, gioielli, denaro, vestiti... e tanto cibo!” dico, volteggiando a braccia aperte.
Rido, mentre Nicolas mi cinge la vita, baciandomi con passione.
“Trema, stupida Maria Antonietta, trema! Hahaha!”
Stappo una bottiglia di vino vecchio, brindando alla nostra fortuna.
Al diavolo il re, la regina, i nobili, al diavolo mia sorella e quella Oscar, alla fine sono stata io a vincere!
Finalmente la dea bendata si è accorta di me...
Ripenso brevemente alla fame, al buio, al freddo, al dolore delle ferite fisiche e quelle per me più cocenti, dell'orgoglio.
Mi riprendo e guardo il mio uomo, con fredda determinazione.
“Ce ne dobbiamo andare, Nicolas”
“Eh, cosa?” fa lui, intento a contare il nostro guadagno.
“Non possiamo rimanere in Francia, ce ne dobbiamo andare. Siamo diventati scomodi, non l'hai ancora capito? Prepariamo i bagagli...”
“Ma perché, Jeanne? Non capisco”
“Fa come ti dico, dannazione!” 
Gli lancio la bottiglia di vino, ormai vuota, mancandolo di poco.
“Che cavolo ti prende eh? Va bene, d'accordo, non serve che ti scaldi così!”
“Al diavolo anche tu, Nicolas...” sussurro, rivolta a me stessa.
Mi siedo in un angolo, sconvolta. 
Improvvisamente mi è apparsa lei, il suo sguardo carico d'amore e di pietà, che io tanto disprezzo. Un ricordo.
“La fortuna gira e va, bambina mia, non si ferma mai...” ripeto le sue parole, colme di una tristezza che solo ora capisco.
“Non mi arrenderò mai, madre. Non lascerò che questa fortuna mi sfugga”
Alzandomi raggiungo Nicolas, l'unico con cui voglio condividere il mio destino.







 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Rosso ***


Rosso
 




 
Tisi.
Mi rigiro nel letto accaldata e tremante, mentre nuovi colpi di tosse spezzano il gelido silenzio nella mia stanza.
La parole del dottore continuano a rimbombarmi nella testa, come pallottole dolorose che non hanno il potere di uccidermi.
“Dovete abbandonare il servizio militare, e allontanare da voi qualsiasi emozione”
Allontanare da me qualsiasi emozione... come posso smettere di amarti, André?
Come posso chiederlo a me stessa, ora che non ho più la forza di negare nulla al mio cuore affamato?
Come posso abbandonarti proprio adesso che hai più bisogno di me?
Dentro di me so che non ho altra soluzione.
Affronterò anche questo male con coraggio, guardandolo in faccia come avrei fatto con un nemico pronto a sparare, com'è vero che mi chiamo Oscar Francois de Jarjayes!
Un sottile terrore tuttavia mi paralizza il corpo, come un serpente che si accinge a stritolarmi.
I ricordi scorrono veloci davanti ai miei occhi, come le pagine di un libro entusiasmante che si susseguono inesorabili verso la fine della storia.
“Tutto questo è ingiusto, Signore... non potremo più invecchiare insieme, né correre o cavalcare” sussurro piano, tra le coperte.
Stringo le labbra, risoluta: non getterò via i miei ultimi giorni.
Fino a che avrò respiro ti amerò, André, lo giuro.
“Bisogna vivere, e vivere pienamente... e allora, vivrò!”
Io vivrò, lo giuro.









________________________________________________

Note dell'autrice: Gli ultimi capitoli della raccolta saranno un po' intensi e malinconici, o almeno spero di riuscire a renderli tali. Qui ho rielaborato i pensieri di Oscar sulla sua malattia, nel prossimo capitolo ci sarà invece Maria Antonietta. Mancano ancora due capitoli alla fine, spero vi piaceranno! Ne approfitto anch'io per farmi un po' di pubblicità, spero mi scuserete... ho scritto una fanfiction ispirata al capolavoro di Dumas "Il conte di Montecristo", per chi avesse voglia di leggere la troverete nella mia pagina autore, o nella sezione dedicata. Vi avverto però, anche quella è un po' triste! Grazie come sempre per seguirmi, a presto, un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Luce ***


Luce
 




 
Oggi, 16 Ottobre 1793, posso morire in pace. 
Cammino verso la mia morte, i polsi stretti nelle catene, ai miei fianchi due gendarmi.
Ho consegnato a Rosalie una rosa, Oscar, una rosa fatta con i pochi stracci che mi rimanevano, per te.
Già, amica mia, io non ho più nulla. 
Mi hanno tolto tutto, in nome di una giustizia che somiglia a un crimine.
Non ho più nulla. Sono soltanto una vecchia mendicante, piena di ricordi e orgoglio.
Lo sai, Oscar? Mi chiamano ancora l'austriaca, ma non possono sapere quanto amore ho provato per questo piccolo fazzoletto di terra chiamato Francia.
Anche se vestita di cenci, vedranno una regina salire al patibolo, non una donna insulsa e pavida. 
Se tu fossi qui, so che mi sorrideresti fiera, e mi chiederesti se nel profondo ho paura.
No, Oscar, non ne ho più. 
Strano a dirsi, ma sono serena se penso che tra poco tutto questo sarà finito.
Rosalie ha attenuato di molto le mie sofferenze, parlandomi di te. 
Attraverso le sue parole ho rivissuto tutti i momenti più felici della mia vita. Ho rivisto la mia giovinezza, ho rivisto il tuo abbagliante candore, il tuo sguardo pieno di forza, ho udito di nuovo la tua voce salda e gentile.
Ho rivisto la nostra amicizia, che se n'è andata nel giro di una stagione appena.
E' stato così che ho deciso di confezionare per te questa rosa, nella speranza di poterti rivedere un giorno, dopo la mia morte, o la prossima primavera.
Cara Oscar, se mai ti volterai ancora verso questa bella terra, ti prego guarda la mia rosa e ricordati di me!
Mentre avanzo di fronte ai miei aguzzini, guardo lontano. C'è solo luce.









 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Foglie ***


Foglie



 
 
Dalla Rivoluzione molte stagioni sono trascorse.
I secoli hanno lentamente modellato la città del Re Sole, trasformandola in una metropoli moderna e internazionale.
Ma l’Eco di Parigi canta ancora, e tanta folla gli si raccoglie intorno.
La sua è una melodia lenta e malinconica, dolce e straziante, dal sapore magico e antico.
In quelle note, prende forma una storia d’amore simile una fiaba.
Non ci sono principi né principesse, niente draghi né fate.
Lei, una donna soldato, amazzone fiera e coraggiosa, dal cuore indomabile.
Bellissima e algida come una dimenticata dea del Nord, non conosceva amore e debolezza.
Lui, un uomo di umili origini, leale e forte, ma dallo spirito nobile.
Vestiva i panni del servo, l'angelo con un occhio solo, seguendola nell'ombra.
Due anime così vicine, così contorte.
Due alberi che crescono insieme e si intrecciano tra loro.
Due rose che sbocciano solo per pochi giorni.
Due foglie che, anche senza vita, continuano a volteggiare insieme nel vento.











__________________________________________________

Note dell'autrice: Scusate il ritardo, ho pubblicato oggi gli ultimi due capitoli di questa raccolta, dopo un po' di ritardo dovuto a impegni di studio e ad altri progetti in corso d'opera.
E così, anche questa storia è finita. Vi ringrazio tutti, ma proprio tutti. Ringrazio chi ha solo dato una sbirciatina a questa serie di ricordi e attimi di vita di Lady Oscar, e chi ha inserito la storia tra le preferite, chi ha recensito sempre e chi no, insomma... quello che voglio dire è che se avete seguito questa storia fin qui vuol dire che qualche emozioni vi ho trasmesso, e questa per me è la cosa più bella e importante!
Grazie di cuore a tutti... a presto ;)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1539196