Gli occhi sono lo specchio dell'amore

di loveangel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Coincidenze ***
Capitolo 2: *** Un piccolo passo ***
Capitolo 3: *** Un pizzico di Alexander ***
Capitolo 4: *** Dolcezza ***
Capitolo 5: *** grande rivelazione ***
Capitolo 6: *** Sfiorarsi ***
Capitolo 7: *** kiss me... ***
Capitolo 8: *** Incomprensioni dall'esterno ***
Capitolo 9: *** Confessioni ***
Capitolo 10: *** Sorprese che son desideri ***
Capitolo 11: *** Fa l'amore con me... sì ***
Capitolo 12: *** Fuori dall'incubo c'è il tuo amore ***
Capitolo 13: *** tra sogno e realtà ***
Capitolo 14: *** Mon cuer... mon amour ***
Capitolo 15: *** Colpo al cuore ***
Capitolo 16: *** dolore e speranza ***
Capitolo 17: *** Ripercorrere il passato per guardare al futuro ***
Capitolo 18: *** Finale da favola ***



Capitolo 1
*** Coincidenze ***


                     
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Mi guardo intorno, la spiaggia è quasi isolata. Oggi è il venti settembre e poche persone vengono a Venice Beach in questo periodo... specialmente a quest'ora. Sono le cinque del mattino e tutto tace. Oltre a me in spiaggia c'è solo un bimbo con i suoi genitori, ma tra qualche ora l'atmosfera cambierà. Qui tutto è sempre frenetico. Il lungomare è sempre brulicante di pattinatori, gente che corre, belle donne che sfilano in costume. Le spiagge californiane sono le più rinomate, le più belle per me. 
Vivo qui dalla mia nascita, con mia sorella e mio padre, mia madre è venuta a mancare due anni fa. Ho sempre accudito mia sorella e mio padre, comportandomi come fa una madre e una moglie. Ho cucinato, lavato e stirato finché non è arrivato il mio momento. A ventisette anni ho cominciato il mio lavoro, quello che ho sempre sognato: veterinaria. Amo gli animali, tutti. Non faccio distinzione di razza e non mi spaventano gli animali grossi. Quelli che amo di più sono gli animali marini, pesci, tartarughe, delfini e squali, sì anche quelli. Mi affascina il mondo marino ed ho sempre voglia di estraniarmi tuffandomi nel mare, vivere per un'ora immersa nelle acqua californiane...
Mi spoglio rimanendo nel mio bellissimo bikini rosso. Metto un po' di abbronzante e sollevo i capelli in una coda alta. Devo tuffarmi assolutamente, stamane il mare è calmo e cristallino. Per me nuotare tutte le mattine è routine... Mi piace arrivare alla boa o immergermi sott'acqua per migliorare la resistenza fisica. 
Metto gli occhialini, respiro a fondo e corro verso il mare. 
Uno
Due 
Tre
Mi tuffo a mo' di delfino, finendo sott'acqua e nuotando lì sotto senza risalire. Guardo il fondale, la sabbia bianca, alcuni pesciolini mi nuotano intorno. Un granchio esce dalla sabbia. Sorrido internamente e risalgo per mancanza d'aria. 
È sempre così, bello, eccitante.
Aria. La prendo, la faccio entrare nei miei polmoni e guardo la distanza percorsa. 
Brava Sissy almeno sessanta metri. 
Mi volto a sinistra, mi piace perlustrare la zona, non c'è nessuno. Alla mia destra nemmeno ma un rumore mi distrae. Qualcuno sta nuotando sott'acqua ad una velocità considerevole. Uno sbuffo d'acqua e sale a galla. 
È un uomo. Biondo. Ha gli occhialini come i miei, identici solo nel colore inverso: base gialla contorni rossi.
Solleva i suoi occhialini e mi colpisce con i suoi occhi. Due perle grandi azzurro mare. Mi sorride li riabbassa e s'immerge lasciandomi lì, spiazzata. 
Ma da dove salta fuori un Dio così?
Osservo il mare per vedere a che distanza sale in superficie e resto a bocca aperta. Ha percorso quasi duecento metri sott'acqua senza respirare. 
È bravo.
Resta di spalle per qualche istante poi si volta facendomi sussultare. I suoi occhi azzurri mi sorridono, abbassa la testa a mo' d'invito o forse di sfida.
Beh posso mai rifiutare? 
Solito abbasso gli occhialini e mi tuffo. Ce la devo fare, devo provarci. Ma mentre nuoto sott'acqua vengo distratta dalle sue gambe, lunghe muscolose. Dai suoi fianchi ben definiti, addominali scolpiti e dal suo costume... troppo aderente. Santo cielo. Risalgo di scatto ancora lontana e quando sollevo gli occhialini per vederlo non c'è più.
"È molto brava"
Lui, alle mie spalle. Mi volto sorpresa dalla sua voce: calda, carezzevole. 
Sensuale.
"Anche lei"
"Beh direi..."
Sbruffone, montato. Chi cavolo si crede d'essere?
"Ma con un po' di allenamento potrebbe arrivare ai miei livelli" continua imperterrito.
"Potrei essere già più brava di lei lo sa signor?"
"Climb, Alexander Climb. Sempre e solo Alexander non mi piacciono i diminutivi del mio nome. E tu?"
Nuota verso me, io indietreggio un po'. 
"Non mi pare di averle detto di darmi del "tu" comunque sono Elisabeth ma preferisco il diminutivo: Sissy per gli amici" 
Sollevo un sopracciglio piegando le labbra a mo' di smorfia "Ovviamente per lei sono Elisabeth" 
Si muove verso me, che essendo lievemente imbarazzata dalla sua sicurezza e dalla sua sfrontatezza, indietreggio ancora una volta. Tanto posso allontanarmi sempre questo è il bello di trovarsi in acqua.
"Scappi?"
"Io? No!"
Sorride abbassando lievemente il volto a sinistra. Getta con le dita i capelli, all'indietro e raddrizza il volto. Ogni movimento che fa trasuda sensualità.
"Allora Sissy, non ti allontanare"
Resto ferma, con il cuore scalpitante, la bile in gola. Non lo conosco ma, quest'uomo riesce a destabilizzare il mio corpo. Io che sono una persona molto seria e determinata. Io che non mi faccio mai influenzare dalle persone sono qui, a nuotare sul posto aspettando che lui, Alexander, un perfetto sconosciuto, si avvicini a me. Per fare cosa poi? 
"Voglio solo fissare bene il colore dei tuoi occhi" sussurra a pochi centimetri da me. 
Resto immobile, ferma, completamente bloccata. Lo lascio avvicinare, sempre più. Il suo corpo a pochi centimetri dal mio, quasi percepisco i peli delle sue gambe. 
"Sissy, hai degli occhi molto profondi. Complimenti"
"Grazie" balbetto quasi, sconvolta dal suo tono lieve e calmo.
"A te della splendida e profonda visione" 
Solleva gli occhialini che ha messo al collo e si copre gli occhi. 
"A presto" mormora immergendosi dinanzi ai miei occhi. Mi lascia così, senza troppi preamboli dopo aver visto i miei occhi, dopo avermi accarezzato con lo sguardo.


Si può restare interdetti per quasi venti minuti? Io lo sono appena stata. L'atteggiamento che ha avuto Alex con me, non conoscendomi, mi ha letteralmente sconvolto. Alex poi perche lo chiamo così? Lui non ama i diminutivi. Prendo la bici mi dirigo al bar. Al Sidewalk Café tutto è frenetico ed è per questo che mi piace. Entro mi siedo e Francy mi porta il solito.
"Cappuccino tiepido con polvere di cacao e cornetto vuoto con marmellata di more a parte"
"Grazie mille Francy"
"A te Sissy" 
Stranamente Francy si allontana da me. Non è così che funziona qui. Si paga alla consegna delle consumazioni... 
"Francy hai dimenticato i soldi"
Si volta sorridente e scuote il capo. 
"È tutto pagato offre quel signore lì" e mi indica un uomo seduto al bar, di spalle. Lo osservo per alcuni istanti cercando di capire se conosco quella figura ma, le sue spalle non mi dicono nulla. 
Devo ringraziare quest'uomo e soprattutto capire se lo conosco o meno. Mi alzo sistemando la canotta sul seno e mi avvio verso il bancone. Sicura e decisa come sono sempre stata.
"La vorrei ringraziare di persona" dico convinta
Si volta e il mio cuore si blocca. I suoi occhi, il suo sorriso è Alexander.
"Tu?"
"Sì io. Noto con piacere che siamo passati al tu"
"No mi scusi. Ma lei non doveva... Mi ha seguita fin qui?"
"Non mi sarei mai permesso. Sissy è una coincidenza non credi che questo sia il miglior bar della zona?"
"Lo è. Ma lei non lo frequenta mai"
"Ti prego dammi del tu. No, non lo frequentavo ma me lo hanno consigliato e credo che diverrò un cliente abitudinario. Sono nuovo qui, conosco molto poco"
Lo guardo affascinata. Ha una voce così calma, quasi rassicurante.
"Si è trasferito da poco?"
"Ti Sissy... Ti sei trasferito..."
Molto convincente con quel sorriso.
"Ti sei trasferito da poco?"
"Da soli due giorni. Ne parliamo seduti al tuo tavolo? Ti va?"
Il minimo che puoi fare Sissy è accettare. In fin dei conti non è sbruffone.
"Certo"
"Francy potrebbe portarmi un succo d'ananas al tavolo della signorina?" si volta mi guarda e solleva un sopracciglio. Santi numi si può essere tanto belli anche in una semplice espressione di domanda "Signorina o signora?"
"Signorina" mormoro e mi sento infiammare. È stato un modo carino per chiedere se sono sposata?
Ovviamente le sorprese non sono finite poiché mi anticipa e sposta la sedia per farmi accomodare. 
"Grazie" sibilo tra i denti. Non sono abituata ad essere trattata con tanta gentilezza.
Si siede con disinvoltura al lato opposto al mio, prende con grazia il cellulare e lo spegne.
"Non mi piace essere disturbato è da maleducati interrompere un discorso per parlare al cellulare".
"Oh" 
Non so che dire, non riesco a spiccicare parola. È la prima volta che un uomo m'imbarazza così.
"Allora Sissy qual è il tuo attuale impiego?"
"Sono laureata in veterinaria ed è quello che faccio, ho un ambulatorio a qualche chilometro da qua"
"Brava. Quanti anni hai?"
"Ventisette e..."
"Vivi da sola?"
Ehi ma cos'è un terzo grado?
"No, ma posso domandare anch'io o è vietato nel tuo codice?"
"Codice? Di cosa parli?"
"Di questo, mi hai fatto tre domande in trenta secondi. Cos'è un gioco a quiz? Cosa vinco?"
"Sissy no, scusa è che sono abituato a sapere sempre tutto e non ti conosco"
"Ma nemmeno io ti conosco"
"È il mio modo d'essere Sissy mi spiace ma se non acquisisco tante informazioni, non sto bene con me stesso"
"Mm allora devi avere una banca dati al posto del cervello"
Ecco ora faccio anche l'acida. Non mi piace questo suo modo di fare. Non posso proprio accettarlo.
"Scusa ora vado ci rivediamo sicuramente"
Mi alzo facendo un tremendo rumore con la sedia. Gli occhi delle persone, Jeff il proprietario e Francy volano prima a me poi ad Alexander. Grande uscite, grande stile non c'è che dire.
"Aspetta, ti ho chiesto scusa"
"Non posso devo andare a lavoro i miei cuccioli mi aspettano. Grazie per la colazione"
E vado via. Sbruffone, sì è davvero uno che crede d'essere simpatico con i suoi modi di fare ma, non ha capito che con me non la spunta. Sarà anche bellissimo, avrà anche due occhi da favola e un corpo da dio ma non è per niente simpatico e già mi sta sullo stomaco.

Arrivo a casa dopo dieci minuti, poso la bici sul retro ed entro correndo. La casa è vuota, mia sorella Samira è al corso di nuoto mentre nostro padre è in azienda. Dirige una grossa fabbrica di scarpe, la "Shoe's&Co".
Corro in camera mia al primo piano, mi spoglio velocemente ed entro in doccia. Ho bisogno di alleviare la tensione che ho accumulato nel parlare con quello, Alexander. Che razza di sbruffone pompato. Bello sì ma pur sempre pallone gonfiato. Già in acqua si è sentito il padrone del mondo poi al bar, la colazione, la galanteria le mille domande... 
Eh no Elisabeth non puoi cambiare idea su di lui, non così.
Entro in doccia. L'acqua calda mi rilassa.
Strofino la pelle con il guanto di crine rosa, m'insapono con il bagnoschiuma all'olio di mandorle e mi massaggio per cinque minuti continui i glutei e le gambe. Sono maniacale ma la mia doccia dev'essere fatta sempre in questo modo altrimenti non mi sento tranquilla. Osservo per un attimo il mio corpo pieno di schiuma ed infine apro il miscelatore. 
Libera, leggera, fresca e pulita. Mi sento rigenerata.
Indosso i miei jeans stretti alla caviglia, le ballerine nere e la maglia annodata sul fianco. Si, lo so non dovrei vestire in questo modo al lavoro, ma sono uno spirito libero, amo correre, viaggiare, nuotare, cantare e ballare. Amo la vita in tutte le sfumature e odio il dolore, il pianto, la sofferenza in tutte le forme. Odio anche la gelosia e l'ossessività. Lo so, sono un bel tipetto ecco perché sono sola ma, ho bisogno dell'uomo giusto. Ho bisogno di uno che mi sappia tener testa e non che cada ai miei piedi. Ho bisogno del vero amore, quello che ti coglie di sorpresa e ti lascia senza fiato. Quello che ti ama ti protegge e viceversa. L'uomo bisognoso di dare e avere. Che ti coccola e ama farsi coccolare. 
Non lo troverò mai? Beh pazienza. 
Prendo la borsa dove ho tutto l'occorrente per la mia giornata ed apro la porta di casa. Lui...
"Cosa diavolo significa questo?"
Alexander è dinanzi a me con un vassoio tra le mani. No non è possibile, non può essere il nuovo vicino.
"Coincidenza direi"
"No, anche questa?"
Entra in casa mia senza invito e poggia il vassoio sul tavolo del soggiorno. Lo guardo allibita, immobile. Mi sta spiazzando! Non si muove, resta di spalle.
"Che ci fai qui?"
"Non è evidente?"
Si volta lentamente restando fermo al centro della stanza. L'aria sembra diventata pesante, mi sento quasi mancare il fiato.
"Evidente cosa? Che mi stai seguendo?"
"Sissy io non ti sto seguendo, non sono un maniaco se è questo ciò che pensi. Sono venuto qui subito dopo aver finito la colazione al bar. Sai quello dove mi hai lasciato senza darmi una chance? Ho preso i biscotti che ho preparato stamattina, ma, era troppo presto per portarlo così... ho deciso di farmi una nuotata e poi venire qui a salutare e conoscere i miei nuovi vicini. È un caso, tutta una coincidenza. Perché mai avrei dovuto seguirti?"
"Io... non lo so."
"Senti Sissy, forse siamo partiti con il piede sbagliato ma" si avvicina a me coprendo lo spazio che ci divide in poche falcate "possiamo ricominciare se ti va".
"Cosa dovremmo ricominciare?" 
Ecco alzo lo scudo. 
"La nostra conoscenza" soffia sollevando una mano. "Piacere io sono Alexander e lo so che a volte sembro invadente ma... sono così, non lo faccio apposta".
"Beh sembri uno sbruffone patentato, io sono Elisabeth ma va bene, in quanto vicino, puoi chiamarmi Sissy"
"Frequenti qualcuno Sissy? Hai un uomo?"
"Non sono cose che ti riguardano!" Rispondo alterata più del dovuto allontanandomi da lui. Ho fatto un errore di valutazione è sbruffone punto. Non ci sono alternative. 
"Ora scusa ti vuoi accomodare fuori... Stavo uscendo e in casa non c'è nessuno"
"Sissy sembra quasi che tu abbia paura di me"
Questa poi! Ma chi diavolo? Basta non posso sopportarlo un minuto di più! Vado alla porta di casa e la spalanco.
"Benvenuto Alexander, grazie per i biscotti" fa pochi passi. Questa volta pare studiare ogni movimento. È lento cauto. Sembra una pantera dagli occhi di ghiaccio. Mi fissa con un'intensità tale da farmi mancare il fiato. Non ho mai visto nulla di più seducente. Un uomo che si muove con grazia, disinvoltura, sicuro di se stesso.
"Hai poca fiducia in te stessa Sissy, sappi che non sparirò tanto facilmente".
Ho il cuore in gola mentre abbassa le palpebre dolcemente. Le lunghe sopracciglia contornano due occhi dal taglio allungato, dal colore penetrante. Poggia due dita sulle sue labbra, carnose... Dio la devo smettere di pensare a lui così... Mi sta provocando con le dita che fa scivolare da un lato all'altro della sua bocca...
Oh...
"Ciao Sissy" e va via così. Questa è la volta buona che muoio. Perché non ho mai visto cotanta bellezza e presunzione tutta insieme. Perché non penso di volerlo lasciare andare ma... È già andato via.


## note ##
Innanzitutto benvenute a tutte quelle che sono arrivate fin qui, grazie per aver letto il primo capitolo della mia storia. Come lo trovate? Spero che vi sia piaciuto e vi ringrazio fin da subito qualora vorreste lasciarmi un commento. Sono qui per qualsiasi domanda e chiarimento. Un ulteriore ringraziamento lo faccio a chi di voi sceglierà di mettere la mia storia nelle preferite/seguite/ricordate. 
Al prossimo aggiornamento che non arriverà tardi.
Loveangel

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Capitolo 2
*** Un piccolo passo ***


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Resto ferma, spiazzata mentre lo vedo camminare verso casa sua: la villa più bella che abbia mai visto dall'esterno non oso immaginare quello che c'è all'interno. Devo uscire non posso restare qui ancora. 
Prendo l'auto, il mio SUV bianco. Il bianco è il mio colore preferito. Mi piacciono i fiori bianchi, le scarpe bianche, gli abitini bianchi... anche se, indosso cose di diverso colore. 
Metto in moto e parto, cercando di allontanare il pensiero da lui. Mi ha sconvolto il suo modo di fare. Insomma un uomo che spegne il cellulare per parlare con te pur non conoscendoti, un uomo che tenta di far colpo con quel movimento... Occhi chiusi, labbra lievemente dischiuse... Un uomo che è totalmente sbagliato perché sbruffone. Sì non c'è altro da dire.
Percorro la strada principale immergendomi totalmente nella musica. "You found me" dei The Fray mi distare totalmente da Alexander e i suoi occhi. Gli occhi, lo specchio dell'anima, un'anima che non conosco, che non mi appartiene e che magari è di un'altra. In fondo cosa conosco di lui? Il nome completo e poi? Che sembra un galantuomo... sembra... Che ha lo sguardo magnetico la bocca da baciare, le mani da accarezzare la pelle di un profumo... Dio basta non posso andare avanti così!
Parcheggio l'auto nel retro dell'ambulatorio pronta ad affrontare una nuova giornata con i miei cuccioli.
Josh, mio amico d'infanzia nonché collaboratore ha già aperto.
"Ehi ce la siamo presa comoda stamattina!" 
"Scusa Josh ho avuto un contrattempo" rispondo posando la borsa nel mio armadietto. Prendo il camice bianco e lo abbottono distrattamente.
"A giudicare da come sei distratta direi che era un contrattempo piacevole"
"Tutt'altro!" Rispondo alterata "il mio nuovo vicino"
"Uhm vecchio burbero?"
Altro che vecchio burbero. Alto almeno un metto e ottanta, occhi azzurro mare, naso perfetto, labbra da mordere. Sensuale, erotico... Ahhhhhh
"Non è vecchio ma sbruffone. Mi sta sulle scatole" e pure in testa adesso. Non riesco a togliermi dalla mente la sua immagine. E il suo profumo. Un odore fresco muschiato. Bagnoschiuma o forse profumo...
"Lo sbruffone ti ha colpito ammettilo!" 
Josh mi colpisce teneramente su un braccio ed io sorrido. Mi conosce da troppo tempo ma devo fingere che non mi sia successo nulla. Non posso proprio pensare ad Alexander.
"È un bel tipo fisicamente ma niente di più. Ora andiamo da Dotty come sta la zampetta?"
"Oh bene. Ho tolto la fasciatura e fatto l'ultima puntura di antibiotico"
Prendo Dotty dal terrario. La piccola tartaruga muove le zampette in cerca di qualcosa di solido da calpestare. Sta bene.
"Allora Josh avvisa la signora Steth"
"Okay capo. Senti mentre controlli Lucciola ti va un caffè?"
"Ottima idea!" Esclamo.
Mi allontano da Josh dopo aver poggiato Dotty nella sua casa momentanea. Io amo la natura e gli animali sono sempre stati la mia passione.
Prenderci cura di loro mi rende felice e fiera. Mi rende una persona nuova, colma di felicità e aspettative. Non so ma prenderei cura di qualcuno mi fa sperare, sognare. Sogno che qualcuno si prenda cura di me. Mi dia affetto, mi coccoli. Ma non sono una debole. Non mi piace buttarmi tra le braccia del primo che incontro. Voglio una storia che non sia una favola. Sto con i piedi per terra, ci vado con calma. Non mi butto mai, calcolo forse penso anche troppo. Ma per me stare con un uomo vuol dire dare. Tanto di me. Non mi piace darmi a metà e lo stesso voglio che sia con il mio compagno. Tutto bianco... O tutto nero. Senza mezze misure. Ah quanto sono sbagliata.
"Ho chiamato. Vado al bar!"
"Va bene"
Ora sono sola. Sola con i miei piccoli. Lucciola, la piccola cannetta trovata per strada l'altra notte sta bene. Non era ferita, ne sporca. Qualcuno l'avrà persa. Ma dico come si fa a non mettere un collare ad un cane così? Un cucciolo di barboncino, curato e sano come un pesce. Un cucciolo sicuramente smarrito per le strade trafficate qui. È già un miracolo che non gli sia accaduto nulla. Speriamo che i volantini che ha messo Josh ieri sera portano la proprietaria qui. Chissà perché sento che è una donna.
Potrebbe essere un uomo... Potrebbe essere...
Alexander? La sua voce fuori dal mio ambulatorio. Non è possibile!
La porta si apre di scatto facendo tintinnare la campanella con forza. Una donna bellissima in abito scuro entra riempiendo l'ambiente con il suo profumo.
"Dov'e?"
"Buongiorno signora chi cerca?" 
Lei si guarda intorno per un attimo poi si ferma su Lucciola.
"Oh la mia piccola" corre alla gabbietta e infila la mano per accarezzarla.
"Signorina mi scusi" ha gli occhi pieni di lacrime "buongiorno, mi scusi" dice balbettando. Mi guarda confusa, smarrita e poi torna a fissare la cagnetta. Mi avvicino e prendo Lucciola.
"È sua?"
"Sì, io non ho parole per ringraziarla. Mi dica quanto le devo per il disturbo"
"Nulla signora, nessun disturbo. Mi pare chiaro che è stato uno spiacevole incidente però le consiglio un collare... Sa potrebbe"
"Non lo dica per favore. Non sarebbe mai accaduto se..." Scuote il capo e prende la cucciola dalle mie braccia. "È sicura che non posso far nulla per lei?"
"Nulla, va bene così. Io mi occupò degli animali perché li amo e saperlo felici mi rende felice"
"Grazie di cuore. Non potevo andare via senza lei"
"Non è di queste parti vero?"
"No, sono qui per lavoro. Sarei partita due giorni fa se non avessi perso Lullaby"
"L'importante è che tutto si sia risolto senza tragedie. Ci sono tante auto e si vede che la cucciola non è un cane di strada"
"Vorrei ringraziarla davvero"
"Non si preoccupi davvero"
"Va bene le lascio comunque il mio biglietto da visita. Sono un avvocato qualora le servisse non esiti a chiamarmi"
Mi porge il biglietto e mi saluta cordialmente. La voce di Alexander? Me la sono sognata? Mi sono completamente distratta per parlare con quella donna. Un avvocato... 
Sorrido e guardo il biglietto: Meredith Climb...
Climb io conosco questo cognome. Dove l'ho sentito?
"Sissy in arrivo caffè macchiato e... Cioccolatino per distrarti dai pensieri"
"Josh per favore lo sai che sono a dieta!"
"Oh ma smettila sei perfetta e bellissima"
"Non vorrai mica ricominciare?"
"No, no, lo sai che ormai ho perso le speranze capo! Vado a controllare i gattini!"
Mi lascia sola tra i referti da compilare. Non c'è che dire Alexander mi ha scombussolato la giornata e più cerco di scacciarlo, più tento di non pensarci e più me lo ritrovo davanti. La perfezione, la purezza del suo sguardo. Il suo corpo muscoloso al punto giusto e la sua voce. Cosa c'è di più bello in una voce calda che ti accarezza ad ogni parola. Un suono sussurrato, la vicinanza della sua pelle...
Sto vaneggiando. Erano mesi che non mi sentivo così, come dire, attratta. Sì, devo ammetterlo, sono attratta in un modo che quasi mi spaventa. Non conoscevo questa sensazione, non fino a qualche ora fa.

La giornata è passata veloce. Sono nati dei cuccioli di gattino e tra una chiacchiera, una risata e il lavoro il tempo è andato via. Lascio a Josh il compito di chiudere l'ambulatorio. Devo correre a casa, fare un bagno e preparare la cena. Samira non sa cucinare. Lei e i fornelli sono due mondi a parte. Sarebbe capace di bruciare anche un semplice toast data la sua distrazione. Vive nel suo mondo da adolescente. Io ero un po' come lei anche se caratterialmente siamo diverse. Lei ama la libertà ama divertirsi. Io amo la famiglia, l'amore duraturo ma non per questo sto li a cercarlo. Mia madre diceva sempre che l'amore della mia vita sarebbe arrivato all'improvviso, come un fulmine a del sereno. Che sarebbe arrivato in un momento inaspettato senza un perché. Che mi avrebbe colpito e totalmente attraversato il cuore. Mi avrebbe spezzata in due per l'intensità. 

Sissy non devi mai cercare l'amore sarà lui a trovare te. Non serve uscire, andare alle feste. Queste cose sono futili. L'amore potrebbe arrivare anche mentre stai comprando un semplice pezzo di pane.

Riesco ancora a sentire la sua voce. Non doveva andarsene così presto.
"Sono a casa!" Urlo mentre salgo in camera. Ecco quando torno la sera sono una specie di vulcano. Devo far tutto il prima possibile perché dopo cena arriva il mio momento. Relax musica e stelle. Adoro guardarle con il mio cannocchiale e questa è la sera giusta. Tante stelle zero nuvole.
Esco dal bagno avvolta nel mio morbido accappatoio bianco.. La purezza mi circonda e vorrei che fosse così per sempre. Ma la vita si sa ha molti ostacoli, tante barriere ed io sono pronta ad affrontarle perché ho una famiglia speciale. Mio padre, che è la mia colonna portante è seduto sul divano in soggiorno.. Gli occhiali gli cascano sul naso, gli occhi chiusi. Si è addormentato mentre leggeva il giornale. Gli capita spesso prima di cena, è stanco. Gestire un azienda da solo è complicato ma fortunatamente ha uno staff serio e tutti gli vogliono un gran bene. È difficile non amarlo. Lui è dolce e comprensivo. Tratta i suoi dipendenti con rispetto e si fa amare. A volte ho paura di perderlo. Potrebbe arrivare una donna nella sua vita e... non so se sono pronta a lasciarlo andare via. Anche se, lui dice sempre che nessuna donna potrebbe sostituire mia madre.
"Sorellina che magiamo!"
"Samira non urlare guarda che ti sento!"
"Oh scusa" 
Spegne l'iPod e sorride. 
"Apparecchio io"
"Sveglia papà intanto metto su la pasta"
Passa un'ora circa prima di metterci tutti a tavola. Stasera c'è uno strano silenzio. Io ho la testa tra le nuvole, no ce l'ho da Alexander. È un pensiero fisso.
"Non sapevo che ti dilettassi a fare i biscotti!" 
Papà interrompe il flusso dei miei pensieri. I biscotti di Alex...
"Non li ho fatti io papà. Ce li ha portati stamattina il nuovo vicino"
"Oh che pensiero carino. Chi è?"
È un uomo bellissimo che ho conosciuto in spiaggia...
"È un uomo, giovane. Ma non posso dirti altro solo il nome ricordo. Alexander"
"Va bene piccola domani andrò a fare la sua conoscenza"
"Come vuoi papà"
"Sei distratta cosa succede"
"La la la... Uh lalala"
"Samira la smetti di cantare mentre parliamo? Ma quando imparerai le buone maniere!"
"Papà ti prego sono giovane fammi divertire!"
È tempo sprecato, non capirà mai. Mio padre sbuffa e si alza. Prima di andare in camera sua mi da un lieve bacio, come buonanotte. Lo fa da sempre.


Sono in camera, Adele in sottofondo mi lascia sempre triste. Ma amo le sue canzoni, amo la sua voce. 
Mi siedo per osservare il cielo ma mi blocco distratta da... Alexander e il suo cagnolino. Sta passeggiando lentamente mentre il cucciolo scodinzola dinanzi a lui. Quel cane... Lullaby...
Presa da una smania, colta dalla voglia incontrollata se è veramente quel cane scendo le scale di corsa precipitando i fuori. L'aria fresca mi colpisce in pieno viso bloccandomi il fiato in gola. Alexander si volta di scatto verso me e mi sorride sfacciatamente. Oh santo cielo può essere così bello e dannato?
"Passeggiata notturna?" 
Sono così distratta che non mi sono accorta che è a due passi da me e mi guarda intensamente negli occhi folgorandomi l'anima.
"Lullaby!" Chiamo la cagnetta senza dire una parola ma lo vedo di sottecchi è perplesso.
"Come conosci il suo nome?"
"Stamattina è venuta tua moglie in ambulatorio. La cucciola era sotto la mia custodia"
"Davvero?"
"Sì, ho detto a tua moglie che sarà meglio metterle una targhetta sai... Per evitare spiacevoli episodi"
"Mi ha rotto l'anima per averlo scordato"
È sua moglie. È sposato. Okay Sissy torna indietro sui tuoi passi. Ogni pensiero è totalmente sbagliato.
"Mia madre a volte scorda che ho una mia vita"
"Tua... Tua madre?"
Si avvicina di scatto prendendomi alla sprovvista. Le parole mi muoiono in gola. Prende la mia mano e se la porta alle labbra baciandone con delicatezza le nocche.
"Non hai solo gli occhi belli Sissy, il tuo profumo è delizioso"
Rossa probabilmente bordeaux ritiro la mano. È un gesto istintivo che lo lascia interdetto ma non si ferma. Sorride e mi carezza la guancia. Su Sissy muoviti fa qualcosa. E invece nulla. Resto marmorizzata sotto i suoi occhi che hanno un colore stupefacente al chiarore della luna.
"Vorrei conoscere qualcosa in più di te" soffia con calma. Mi sento vibrare tutta. Il corpo sta reagendo inaspettatamente alle sue parole in un modo oserei dire osceno.
"Io non so nulla di te Alexander"
"Permettimi di farlo allora"
Per lui è sempre tutto semplice.
"Sei abituato ad avere sempre tutto vero?"
"No, non è così. Cosa ti sto chiedendo di tanto scabroso? Non è un invito a cena in un ristorante romantico ma solo conoscenza. Possiamo anche sederci su quella panchina lì di fronte"
"Non ora"
"Domani mattina?"
"Ho nuoto e poi il lavoro"
"Nuotiamo insieme?"
Oddio. Non si ferma e non lo farà finché non sarà un sì.
"Sai dove trovarmi"
"Facciamo finta di abitare lontani. Dimmi almeno a che ora ci ritroviamo"
Perché sto facendo così? Perché gli rendo un appuntamento semplice il più complicato? Perché voglio sentirlo il suo desiderio. Già lo vedo, magari mi sbaglio. Ma se realmente mi desidera allora farà di tutto per trovarmi.
"Posso solo dirti molto presto. Buona notte Alexander"
Mi volto per allontanarmi ma la sua mano mi blocca. Mi stringe il polso. Il cuore mi sale in gola, batte forte, impazzisce nel mio petto pronto a sgretolarsi in mille frantumi.
Lui si avvicina, respirando lentamente. I nostri visi a pochi centimetri... Troppo pochi. Mi sta provocando.
"Buona notte stella" e le sue labbra sono sulla mia guancia. Tremo. Sento la consistenza, il calore. Chiudo gli occhi in quella breve frazione di secondo che dura troppo poco. E mi ritrovo a desiderarlo. No, non posso desiderarlo. Scaccio via ogni pensiero in un attimo e scappo via. Senza aggiungere nulla.


##note autrice##
Buon pomeriggio eccoci al secondo aggiornamento dove abbiamo conosciuto la nostra Sissy. Il suo quotidiano, il lavoro e la sua famiglia. Alexander come avete letto ha popolato gran parte dei suoi pensieri in tutto il giorno. E' stato sempre presente. Sissy ha avuto mille dubbi quando ha capito che quel cane apparteneva ad Alex ma la paura che quella donna fosse la moglie di Alexander è svanita presto. Lui è un po' burlone l'aveva capito subito che lei era in panne ma ci ha giocato un po'. Vuole conoscerla e secondo me non si arrenderà tanto facilmente anche se Sissy non è una facile preda. Ora dobbiamo solo capire se lui con i suoi modi d fare (è lunatico da far paura) riuscirà a scavare un solco nel cuore della nostra Sissy.
Grazie mille alle 16 persone dolcissime che hanno lasciato una recensione alla mia storia. Grazie alle 14 che hanno inserito la storia nelle seguite e le 12 nelle preferite. E un grazie immenso alle 20 che mi hanno inserito come autrice preferita spero di non deludervi, farvi sognare è il mio solo scopo.
Al prossimo aggiornamento
Loveangel

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Capitolo 3
*** Un pizzico di Alexander ***


                                                                      Photobucket  

Buona lettura

“Perché ti avvicini sempre in questo modo...”
“Perché mi piace guardarti da vicino...”
“Alex...”
“Come mi piace quando usi il diminutivo... Solo tu puoi farlo”
“Alex ti prego...”
“Dimmelo Sissy dimmi cosa vuoi”
“Baciami”
Si avvicina lentamente. Il mio cuore batte come un tamburo. Sento il suo fiato, il calore che sprigiona. Mi sto abbandonando e non capisco perché ma lui, la sua presenza il suo profumo...
“Baciami”
Le parole escono dalle mie labbra senza preavviso lui abbassa la testa di lato....
Bip bip bip
Porca miseria no! 
Apro gli occhi di scatto, la sveglia mi ha bloccato nel momento clou. Brutta traditrice che non sei altro!
Guardo l'orologio sono appena le cinque. Ho deciso di scendere prima del solito, mettere in difficoltà Alexander è ciò che più mi stuzzica in questo momento. 
Dopo aver fatto la doccia e indossato il costume nero con un abitino rosso, scendo silenziosamente al piano inferiore. Dormono tutti e per non rischiare di svegliare papà esco a piedi nudi sul pianerottolo di casa. Infilo le infradito e guardo la sua casa… oh Alexander cosa mi hai fatto...
Sei venuto in un mio sogno eri bello e affascinante come sempre. Il tuo sorriso mi ha bloccato poi ti sei avvicinato attirandomi a te. Le tue mani sui miei fianchi. Sexy da far mancare il fiato. E poi... Basta! La devo smettere di pensarlo. 

L'aria fresca del mattino entra nei miei polmoni. Inspiro, ne prendo a più non posso. Sono già in costume, l'asciugamano è disteso sul manto di sabbia bianco. Il mare è una tavola cupa, il sole si sta alzando adesso. Sono sola ma la natura e gli animali mi circondano. Faccio qualche passo verso la battigia e mi fermo ancora. La sua immagine nell'acqua, quegli occhi penetranti, il movimento veloce.
Alexander mi ha sconvolto è inutile negarlo. Devo solo tentare di limitare i danni, devo cercare di mantenere la calma in sua presenza. E se dovesse arrivare in acqua dovrò mantenere la distanza. Quanta più distanza metterò tra i nostri corpi tanto più sarà facile stargli lontana. 
"Buongiorno Sissy" come non detto è già qui.
Mi volto lentamente, ho paura della sua visione. Forse lo sto immaginando. Non può essere arrivato così presto.
"Sono io Sissy"
"Sì, lo vedo" m'impongo d'essere seria.
"Come sei acida ed è solo mattina"
"Non sono acida" sollevo un sopracciglio e lo osservo. Sfila la shirt facendo la scivolare sul suo torace, sul petto. Scolpito, definito, modellato a mano. L'addome piatto e una profonda V si riversano nei suoi bermuda. Che sfila subito dopo rimanendo in costume. Questa volta mi vuole morta. Non indossa uno short ma uno slip e per di più bianco!
"Chi arriva prima alla boa?"
"È una sfida?"
"La mia vita è una completa sfida Sissy" 
Fa due passi verso di me e si blocca. Sono estasiata.
"Chi perde?"
"Offre il pranzo"
"È troppo impegnativo" sorrido sommessamente. Non mi faccio incastrare mio caro Alexander. Ti stai sbilanciando troppo.
"Va bene allora la colazione. Ci stai?"
"Ci sto"
"Al mio tre. Uno. Due. TRE!"
Corro veloce cercando di non pensare che è a pochi centimetri da me. Mi concentro sul tuffo e a mo' di delfino m'immergo nell'acqua. Gli occhi sono aperti mentre risalgo a galla per nuotare più veloce. Ma non lo sento. Dov'è? Poi un tonfo. Sbruffone mi ha dato un vantaggio considerevole ed io ho tutta intenzione di sfruttarlo. Nuotando come ho sempre fatto. Allungando le braccia, spingendo l'acqua e battendo i piedi. 
La boa è vicina, la vedo ma chissà perché ho come l'impressione che Alexander stia cercando di farmi vincere. Ed è così che finisce con me vincitrice. Mamma mia credo di non aver mai nuotato così.
"Ho vinto"
"Sei bravissima, i miei complimenti"
Mi aggrappo alla boa e lui fa lo stesso. Per un attimo, un solo attimo intenso ci fissiamo. Occhi negli occhi. Il mare gli dona una sfumatura ancora più intensa.
"Offro io per questa volta"
"Non avevo dubbi" 
Mi sto sciogliendo, lo sento mentre lui si avvicina di un po'. 
"Studi nuoto?"
"No, tu?"
"Il nuoto è la mia passione. È per questo che sono qui, per allenarmi"
"Sei un nuotatore professionista?"
"Sì, parteciperò alle Olimpiadi il prossimo mese"
"Olimpiadi? Ecco da dove viene la tua bravura"
Mi tuffo senza pensarci. Mi ha preso in giro. Mi ha fatto vincere apposta. Cretino.
No in fondo è stato gentile! Ma perché sono così confusa?
Improvvisamente mi sento bloccata. Tirata sotto il fondo. Lui, mi guarda sott'acqua e poi mi tira con sé a galla.
Ho il cuore a mille mentre cerco di riprendere fiato. Il vero problema è lui in questo momento. Perché mi spiazza il modo in cui usa quegli occhi. Sembra volermi leggere dentro. Mi sento nuda dinanzi ai suoi occhi magnetici.
"Perché continui a scappare?"
"Ho da fare"
"Sissy smettila sono solo le sei del mattino".
"E allora?"
"Ti devo una colazione"
"Io direi che mi devi qualcosa in più su di te..."
"Sei lunatica, molto. Ma mi piaci"
Mi piaci... Ha detto che gli piaccio.
"Senti Alexander io non ti conosco e sai, non sono una di quelle che cadono ai tuoi piedi".
Nuoto e lui mi segue. Nuoto più veloce e lui continua. Ora sembra sia una corsa a chi arriva prima sulla spiaggia. Un metro, due... E finalmente metto i piedi sulla sabbia. Sollevo le gambe il più possibile per acquistare velocità ma lo sento, è dietro di me. Succede tutto in un attimo. Non ho il tempo di ragionare. La mano di Alexander mi blocca per il polso, tenta di passarmi ma divincolandomi inciampo sul suo piede. E così mi ritrovo su di lui, plasmata completamente sul suo corpo disteso sulla sabbia.
"Lasciami" sussurro con poca voce. È la vicinanza, l’essere tra le sue braccia che mi spiazza.
"Sissy resta" 
Scuoto la testa. Ma cosa gli passa per la testa? La gente potrebbe pensare che siamo una coppia. Oh andiamo sono patetica. Ma soprattutto sono imbarazzata. 
"Sissy guardarmi ti prego"
È solo un attimo, solo per una manciata di secondi.
"Muoviti a prlare"
"Non voglio farti del male e per informazioni non ho mai pensato che tu fossi una di quelle donne che non cadono ai miei piedi. Credi che sia un latin lover?"
"Sì"
"Cosa te lo fa pensare?"
"Alex... Il tuo atteggiamento, ecco cosa, sei troppo sicuro di te".
Non credo di aver mai parlato tanto velocemente in vita mia.
"Alex, mi piace il suono del diminutivo, forse perché mi piace la tua voce"
Mi alzo, non posso rimanere un attimo di più. Lo sento mentre si solleva alle mie spalle.
"Mi dispiace se ti ho dato questa impressione".
"Non tentare di fare il santo con me, non attacca".
Sto esagerando ma non riesco a controllarmi. Non lo so perché parlo in questo modo in fondo non ha fatto nulla di male.
"Troverai la colazione pagata al solito posto. Ciao".
"Alex aspetta!"
Oh si brava Sissy, sei proprio lunatica. Non ti conosce nemmeno e già ha capito come sei.
"Ti prego Alex aspetta" mormoro. Lui mi dà le spalle ma ho come l'impressione stia sorridendo vittorioso. Mi sono arresa. Ma santo cielo se mi piace perché devo allontanarlo?
"Dimmi" 
Si volta e fa qualche piccolo passo verso di me, poi mi tende la mano e la prendo. Sì lo faccio.
"Non mi piace litigare con te Sissy, il tempo è così breve non trovi?"
"Io..." Non riesco a dire una sola sillaba. Alexander ha appena sfiorato la mia guancia. Pollice e indice si muovono in un modo astratto provocando in me scariche elettriche. I suoi polpastrelli sono lisci, morbidi. Seta sulla mia pelle. 
"Andiamo su ho una colazione da offrirti"
Allontana la mano e comincia a vestirsi. Io faccio lo stesso senza però togliere i miei occhi dal suo corpo. 
Ormai sono persa e non so come uscirne senza farmi del male.

******
Siamo seduti tranquillamente al tavolo. Dopo aver ordinato la colazione, siamo rimasti in silenzio ad osservarci. Non riesco a smettere di fissarlo. Voglio sapere tutto di lui ma, non so da dove cominciare.
"Ehi, a cosa pensi?" chiede all'improvviso ponendo fine a questo silenzio irreale. C'è tanto caos intorno a noi eppure mi sembra di star in un posto isolato, dove ci siamo solo noi. Forse è perché mi piacerebbe davvero stare un po' di tempo da sola con lui.
"In realtà penso alle mille domande che vorrei farti"
"Fammele"
"Non saprei da dove cominciare"
"Cominciamo dall'inizio. Sai mio padre era italiano..." sospira "dico era perché oggi non c'è più. È mancato tre anni fa ma mi ha lasciato tanto. Da lui ho ereditato la mia passione per il nuoto. Mia madre è quella che hai conosciuto ieri, quando l'ho accompagnata a prendere Lullaby".
"Quindi tu eri lì fuori?"
"Sì, c'ero anch'io perche?"
"Pensavo di aver sognato la tua voce"
"Non sapevo che quel posto fosse tuo altrimenti sarei stato gentile e sarei entrato a salutarti. Ma sai mia madre doveva partire e dovevo accompagnarla in aeroporto... Lei è un avvocato, come me anche se, non esercito. Voglio realizzare il mio sogno, essere un campione per rendere me felice e mio padre fiero. È stata una promessa. L'ho fatta mentre lui era in punto di morte e mia madre ha accettato solo per questo. Sai... lei mi vorrebbe vedere al suo fianco ma rispetta la mia decisione".
"Ti vuole bene"
"Anch’io, la amo profondamente. Lei è la mia famiglia, non ho sorelle né fratelli. Qualche parente al di là dell'oceano che non vedo da anni, lei è l'unica. E tu? Sei figlia unica?"
"Ho una sorella e un padre. Mia madre non c'è più purtroppo"
Questo argomento mi fa male, non l'ho mai affrontato con nessuno. Mia madre mi manca come l'aria. Ogni giorno di più.
"Mi spiace"
"Anche a me per te. È difficile andare avanti con un solo genitore, so cosa senti"
Alexander mi sorride. È un sorriso dolce, comprensivo. Un sorriso che fa cadere ogni vecchio pensiero.
"Quindi sei una veterinaria con la passione del nuoto. Da dove sono nate entrambi le passioni?"
"Sono innamorata dei delfini. Quando ero piccola, mio padre mi portava sempre all'acquario. I pesci, le tartarughe... sentivo che quello era il mio mondo. Mi sono avvicinata al mare prima di tutto ma poi il mio amore per gli animali è cresciuto considerevolmente e ho deciso di dedicarmi a loro. Qualsiasi animale, anche quelli più orrendi all'occhio umano per me sono belli. È la natura, sono forme di vita diverse ed io le rispetto"
"Anche le zanzare?"
"Sì, anche quelle. Sono fastidiose è vero ma devono mangiare"
Ridiamo insieme. È bello parlare con lui. Rilassante direi. 
In quel momento arriva Francy con le nostre colazioni. Alex ha preso una fetta di crostata alle mandorle e ciliegia.
"Vuoi assaggiare un pezzetto?"
"Mm no grazie"
"Sissy secondo me la vuoi assaggiare"
Scuoto il capo arrossendo vistosamente. Ha avvicinato la forchetta con un pezzo di crostata alla mia bocca. Questo gesto mi spiazza è così... erotico.
"Assaggia" biascica avvicinandosi un po' con la sedia. Mi vuole morta è appurato. 
Apro la bocca e lascio che la forchetta scivoli dentro. Alexander la spinge lentamente aspettando me. La mia bocca che si chiude sulla crostata, il pezzo che mi ricade sulla lingua. Sento il cuore in gola, ho il fiato corto. Tutto il mio corpo si sta contorcendo per l'eccitazione.
"Allora com'è?"
"Deliziosa" 
Che voce ho usato? Porca miseria posso fare concorrenza alle linee erotiche.
Alex resta a fissarmi intensamente. Sento che vuole dire qualcosa, penso che sta calcolando cosa dire ma... il cellulare lo interrompe.
"Perdonami aspettavo una chiamata importante."
"Fa nulla rispondi"
Sono certa che andrà a rispondere fuori invece, resta qui.
"Climb. Ho certo Michelle"
Michelle, una donna. C'è una donna nella sua vita.
"Sono in giro con Lullaby, dì a mia madre di non preoccuparsi. Grazie." 
Chiude il telefono e lo spegne poggiandolo sul tavolo.
"Scusa mia madre e il suo cane sono insopportabili a volte. Non capisco perché l'ha lasciato qui. Pensa che Lullaby possa difendere la casa da eventuali ladri. Ma l'ha vista bene?"
"Michelle...""
"Non è la mia donna se è questo che pensi. È la sua segretaria. Ascolta io devo andare, ho un compito da portare a termine prima di cominciare gli allenamenti. Ė stato bello conoscerti un po'."
"Anche per me"
"Ci vediamo in giro okay?"
"Va bene Alexander"
Internamente sto morendo. Non voglio salutarlo così, non così presto. Ma lui è già in piedi. 
"Sissy" lo guardo mentre lui si abbassa avvicinandosi al mio viso. Mi sento mozzare il fiato. Tremo. Perché cavolo mi sento così?
Si avvicina ancora. Centimetri, millimetri a separarci poi devia e si ferma al mio orecchio.
"Mi piace quando usi il diminutivo... solo tu puoi farlo" soffia le stesse parole del mio sogno. Ed io arranco in cerca di aria.
"Alex..."
"Ciao stellina"
"Ciao Alex"
Un bacio fugace sulla guancia e va via.


##note autrice##
Eccoci qui al terzo aggiornamento. Avete conosciuto un po' di Alexander che ne dite? Lo considerate sempre uno sbruffone? A me a dire il vero fa impazzire, non perché sia mio ma noto che lui va da solo. Ogni riga che scrivo di questi due esce fuori così, nulla è calcolato a parte un paio di avvenimenti importanti. Spero vi sia piaciuto, sono capitoli semplici ma importanti per capire i personaggi. Nel prossimo ci sarà qualcosa di più importante... ma non vi svelo nulla. Grazie sempre a chi ha inserito la storia nei preferiti e nei seguiti e grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo. Ci leggiamo presto, baci
Loveangel

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Capitolo 4
*** Dolcezza ***



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buona lettura... p.s. vi piace il nuovo banner?

La giornata è passata male, non ho fatto altro che pensare ad Alexander. Alla sua voce nel mio orecchio. Al suo sguardo. Ho lavorato sì, come sempre mi sono dedicata agli animali con cura e dedizione. Nel pomeriggio ho lasciato Josh per un'ora e sono andata in spiaggia. Mi sono stretta a me stessa immaginandolo qui. Non ci posso far nulla, quest'uomo mi è entrato dentro ancor prima d'esserci. Se mai ci sarà. 
Sono tornata ancora più triste. Mi sento sola e adesso me ne rendo conto. Forse perché vorrei qualcuno al mio fianco. Forse perché vorrei che qualcuno si prendesse cura di me. Josh si è accorto che qualcosa non va. Me lo ha ripetuto più volte che per me lui c'è. Come amico ovviamente. Sa che non provo nulla per lui, nulla che vada oltre al bene fraterno. 
Così ho provato a spiegargli il mio stato d'animo. Omettendo Alexander, non voglio che mi faccia la solita ramanzina. Lui è sempre troppo apprensivo nei miei confronti. Alla fine mi ha invitato a cena e ho accettato. Meglio stare con un amico che rimuginare sul nulla. Alexander non è nulla solo un conoscente o meglio solo il mio vicino di casa. Partirà per le Olimpiadi e forse non tornerà. Devo capirlo, ficcarmelo bene in testa.
"Ti passo a prendere io?"
"No Josh vediamoci in pizzeria"
"Va bene capo a più tardi allora" 
Josh va via e mentre chiudo il computer sento il rumore di una moto. La paura mi attanaglia lo stomaco. Il rischio di rapina è molto alto in questo periodo dell'anno. Le strade sono meno affollate a quest'ora.
La campanella suona, la porta si apre. Il mio cuore esplode dalla paura. 
Santo cielo...
"Sissy?"
Alexander... È Alexander... Alex...
"Ehi ciao! Disturbo?"
Lo guardo spaesata. È bellissimo, elegante nel suo abito scuro. La camicia bianca che fascia i suoi pettorali, la cravatta blu notte. Blu, il colore del mare di notte, del mare in tempesta. E la tempesta dentro di me.
"Sissy tutto bene hai un viso bianchissimo. Ti senti bene?"
"Sì sto bene è solo che... Ho avuto paura fosse un ladro"
Corre da me e con una mossa veloce mi attira tra le sue braccia. Le sue forti braccia. Mi stringono proprio come ho immaginato oggi al mare.
"Scusami non volevo spaventarti ma, non sapevo come rintracciarti e sono venuto senza preavviso. Volevo vedere dove lavoravi"
È così sincero. Mi spiazza la sua dolcezza. Senza contare che mi sono praticamente aggrappata alla sua camicia e sto respirando il suo profumo.
"Sissy" 
Le sue mani mi allontanano di un po' e sono io ad allontanarmi del tutto.
"Scusami non so cosa mi è preso"
"Di cosa ti scusi? Sono stato io ad abbracciarti, ma ho visto la tua paura e volevo consolarti. Mi rendo conto di aver osato troppo. Perdonami"
"Lasciamo stare, va bene così." Mi sollevo dalla sedia e vado all'entrata con le chiavi. Devo chiudere ormai l'orario lavorativo è passato.
"Se non ti spiace io chiudo così ti mostro il mio paradiso"
"Se non spiace a te restare chiusa con un uomo nel tuo paradiso... Non vedo perché debba dispiacere a me."
Infilo la chiave nella toppa dandogli le spalle e chiudo. Siamo soli, chiusi nel mio mondo. Cavolo che ho fatto? Perché ostento una sicurezza che non ho?
"Allora dimmi Alex, qual è il tuo animale preferito"
"Di terra o di mare? Perché sai ne ho due"
"Illuminami"
Mi volto e vado da lui, senza guardarlo, crollerei. Lo desidero. La sua bocca è una fonte immensa di distrazione.
"I cavalli, li adoro. Sono una passione che ho da bambino. Ne possiedo tre, due femmine e un maschio. Ma conto di comprarne un altro. E come te amo i delfini. Quelli non li ho ma..."
Si ferma e si morde il labbro inferiore. Oddio no, non può fare così. Non adesso. Non ora che sono a pochi centimetri da lui. Seduto sulla mia scrivania, le gambe aperte, le mani appoggiate sulle sue gambe muscolose.
"Vieni qui"
Mi attira prendendomi per i fianchi. Non riesco a non assecondarlo. E in pochi istanti mi ritrovo tra le sue gambe, strette intorno ai miei fianchi.
"Sissy tu..." 
E no. Miseria no. Il mio cellulare. 
"Rispondi"
"Finisci ti prego" 
Ma il cellulare continua a squillare. 
"Okay rispondo" dico allontanandomi da lui. Boccheggio in cerca d'aria. Sto affannando perché ho la sensazione che stava per dirmi qualcosa di importante.
"P.pronto"
Ehi capo scusa ho avuto un contrattempo non posso venire in pizzeria.
"Va bene Josh sarà per la prossima volta"
Sicura, mi spiace tanto. Tu eri così giù ma ho avuto...
"Josh va bene, sto bene non ti preoccupare davvero. Ci vediamo domani"
Okay capo a domani.
Chiudo la chiamata e fisso Alexander. Per un attimo è assorto in qualche pensiero a me oscuro poi di scatto solleva lo sguardo. Sembra triste.
"Pensavo non avessi una storia"
"Infatti"
"Non mi sembra, perché non me lo dici?"
"Josh è solo un amico"
"Un amico che ti porta a cena vuole qualcosa di più, non credi?"
"Ti sbagli Alex"
"E allora dimmi che lui non ha mai provato nulla per te. Dimmelo se ne sei tanto certa"
"Non mi sembri nella posizione di fare il geloso"
Mi avvicino a lui convinta più che mai di ciò che sto dicendo.
"Non sono geloso, solo non voglio fare..."
"Fare? Cosa? Dimmelo Alexander"
Scivola dalla scrivania e come una pantera pronta a catturare la sua preda si avvicina. È un attimo in cui il mio mondo si ferma. Le sue mani mi stringono il volto. È possesso, dolce, intenso...
"L'amante" soffia infine avvicinandosi ancora un po'. Tutta la consistenza, la durezza del pavimento sotto i miei piedi sembra liquefarsi. Ho bisogno di ragionare lucidamente ma non c'è tempo. Lui è troppo vicino. 
"Non sono quel genere di donna" eh no, almeno i puntini sulle "i" mettiamoli.
"Lo so ed è per questo che da stamattina muoio dalla voglia di sfiorare.le.tue.labbra."
Deglutisco pesantemente. Appoggia la punta del naso sulle mie labbra, lo fa scivolare. Lentamente da destra a sinistra. Io sto affannando. Non riesco a muovere un solo passo, a dire una so la parola.
"È da stamane che muoio dalla voglia di assaggiare.la.tua.lingua." Un piccolo bacio nell'angolo della mia bocca, che dischiudo. 
Alex... Lo dico mentalmente.
"Volevo.essere.la.crostata."
La sua bocca scivola sulla mia mascella. Piccoli baci, lievi mi fanno girare la testa. Inerme sotto il suo tocco, ecco come sono.
"Sissy"
"Alex"
"Dimmelo Sissy, dimmi cosa vuoi"
E nuovamente la scena si ripete. Il mio sogno, lui a pochi centimetri da me, il volto piegato da un lato. La distanza che ci separa è minima. Così piccola che posso sentire il calore del suo fiato. Quasi immagino la consistenza delle sue labbra carnose. Sono bellissime, pronte a farmi crollare.
"Baciami" biascico ormai convinta. Voglio quella bocca, la desidero con una tale intensità da poterci morire.
Ma la sua bocca non sale, scende sul mio collo. Un morso, un bacio mentre le sue mani si sono allontanate dal mio viso. Ora mi stringe a sé. Mi tiene per la vita, troppo vicina al suo bacino.
Santo cielo. Da quanto tempo non mi sentivo così.
"Non così Sissy, non.così" mormora staccandosi di scatto. Ma che cosa?
Il dolore che s'insinua nel mio petto è atroce. Mi ha desiderato eppure mi rifiuta. Non sono alla sua altezza? 
"Scusami, io..." Indietreggia portandosi una mano tra i capelli. Sembra sconvolto.
"Cosa c'è? Cosa?"
"È che tu, tu sei diversa Sissy"
E mi sento ancora più confusa. Che vuol dire che sono diversa?
"Non sono una da una notte e via? È questo che intendi?"
"Anche. Scusami"
"Senti Alexander sei chiaramente in difficoltà. Tu non mi devi nulla, davvero. C'è attrazione okay ma lasciamo tutto com'era"
Mi volto dandogli le spalle. Non posso guardarlo, non adesso che mi fa così male. Perché per un attimo ho creduto che la stessa intensità che provavo io la sentisse anche lui. Perché ho agognato questo bacio come una sorta di antidolorifico. Per alleviare il dolore che si sta intensificando nel mio petto. Ma ho sbagliato. Ancora una volta. E non posso starmene qui con lui adesso. Non ora che sono così vulnerabile. Non ora che le lacrime pungono, premono per uscire.
"Devo andare, è ora di chiudere." Apro la porta e senza guardarlo aspetto che esca. Lo so che è sbagliato sperare in una sua parola ma sogno un piccolo spunto per andare avanti. Un piccolo desiderio nascosto nel profondo della mia anima. Che non si avvera, perché Alexander mi passa dinanzi e va via mormorando un "scusa ciao". Patetico. Lui ma anche io. Che cosa credevo? Che si fosse infatuato di me? Che volesse conoscermi profondamente? 
Sbatto la porta chiudendola a chiave e scappo in bagno. Dove le lacrime sgorgano come una cascata. Ininterrottamente. Mi maledico per aver solo pensato che forse nella mia vita poteva esserci qualcuno. 
Un uomo che si innamorava di me? Io che ho mille difetti e pochi pregi? Sono capricciosa e infantile. La devo smettere. Devo darmi tempo. Forse Josh è l'unico uomo, a parte mio padre, che può capirmi. L'unico che mi abbia mai accettato per quella che sono realmente. Non ti piaccio Alexander? Hai capito che con me non è una passeggiata e sei fuggito via prima di caderci dentro. Ma va bene così. Ora sparirai.
****
È passato del tempo prima che mi riprendessi da quel momento intimo. Ora mi sento meglio anche se, riesco ancora a sentire il profumo della sua pelle, il tocco delle sue labbra. 
Respiro profondamente e chiamo mio padre per avvisarlo che non faccio ritorno a casa. Sto da Gioia una mia amica che mi copre in momento come questo. Siamo amiche da pochi anni ma lei è sempre stata disponibile nei miei confronti e so di poter contare su di lei in queste occasioni. Perché purtroppo non è la prima volta che mi capita. Dopo aver avvisato anche lei prendo dal mio armadietto il costume per la piscina e l'accappatoio. Poco lontano da qui c'è una piscina comunale. Ovviamente a quest'ora della sera è chiusa ma, Charles il custode, mi lascia entrare la sera. È un vecchio amico di mia madre, forse ne era innamorato un tempo. È credo che faccia quello solo per la sua memoria. Ma va bene così, in fondo a me basta scaricare un po' d'ansia nuotando per qualche ora poi me ne ritornerò qui. Nel retro ho un divano letto abbastanza comodo.

*****
"Ciao Charles"
"Piccola Elisabeth come stai?"
"Un po' giù. Ho bisogno della mia acqua."
"Lo so, per questo sei qui no?"
"Sì"
"Le chiavi, chiudi tu dopo?"
"Certo, come sempre. E nascondo le chiavi sotto la cassetta delle lettere"
"Bravissima. Io sto ancora un'oretta se ti serve qualcosa... Non esitare"
"Grazie. A presto Charles"
Ed eccomi nel mio mondo, manca solo lui, il mio piccolo delfino. Chissà come sta? Ricordo ancora quando lo trovai. L'anno scorso ero in spiaggia, quando un cucciolo di delfino arenato chiedeva il mio aiuto. L'ho salvato, portato subito in ambulatorio con l'aiuto di Josh. Sento ancora il suono dei suoi lamenti. Mi rivedo mentre continuavo a bagnarlo con degli asciugamani. 
Quanto mi manca. Quanto desidero rivederlo ma so che è impossibile. Lui è libero in mare. Libero e felice, come vorrei essere io. 
Mi tuffo. Nuoto. Con gli occhi chiusi, poi li apro. Lo rivedo. Alexander è lì, che mi sorride, che allarga le braccia. Sento il suono della sua voce. Il mio urlo. Mi sono infatuata di un fantasma. Lui non c'è e mai ci sarà.
Ma lo voglio disperatamente. Voglio le sue braccia, i suoi occhi. Le sue labbra.
'Elisabeth"
Voglio i suoi baci, umidi, timidi, dolci...
"Elisabeth"
Sollevo lo sguardo, Charles è qui. Strano. Mi fermo per un attimo, affannata nuoto sul posto.
"Charles che succede?"
"Scusami se ti ho disturbata ma, qui fuori c'è il signor Climb. Insiste per entrare, dice che è un tuo amico e che è urgente. Lo sai che non posso ma... È così preoccupato"
Alex è qui. Cosa vuole ancora da me?
"Non voglio crearti problemi quindi digli di aspettarmi fuori mi asciugo ed esco"
"Nessun problema davvero, lo faccio scendere"
"Va bene"
Mi sento agitata e nervosa al solo pensiero di lui, ma non voglio minimamente interrompere la mia serata. Quindi resto in acqua. 
La maniglia si abbassa, il mio cuore batte con insistenza. Forte, intensamente.
"Sissy?" 
Alexander fa due passi incerti poi entra e chiude la porta alle sue spalle. Non mi ha ancora vista. 
"Mi hai seguito?"
Si volta verso la piscina finché non mi intercetta. Un attimo, solo un secondo e i nostri sguardi sembrano fondersi. 
"Io... Sono andato via ma poi sono tornato indietro. Volevo chiederti scusa e ti ho visto uscire di corsa. Non volevo spaventarti e... Sì ti ho seguito. Scusami"
"Va bene ora che hai fatto puoi anche andare"
"Sissy per favore potresti raggiungermi qui?"
"No! Non ci penso proprio. Se proprio vuoi parlare puoi farlo da li"
"Voglio guardarti negli occhi. Va bene non mi lasci scelta"
Non lo guardo ma poi un rumore mi mette in allerta. Che cosa sta facendo? È impossibile! No, non si sta spogliando. Non si vuole tuffare in acqua con l'intimo?!
Un tonfo ancora, l'acqua che si apre in una voragine con piccoli schizzi. Si è tuffato ed ora è qui a pochi centimetri da me...
"Ma sei impazzito!"
"Non lo so" 
Mi prende attirandomi a se. Nell'acqua i nostri corpi si scontrano. Mi sento crollare. Mi manca l'aria.
"Io non lo so come si fa Sissy. Non ho mai avuto una storia seria né mai provato amore. Non so cosa provo per te ma ho bisogno di conoscerti. Voglio.farlo. Se me lo concedi" dice fermandosi per riprendere fiato. È chiaramente a disagio.
"Non devo concederti nulla Alex" non perché non lo voglia sia chiaro. Ma ho paura. 
"Non senti ciò che mi fai?"
Prende la mia mano e se la porta sul petto, all'altezza del cuore.
"Batte forte" dico.
"Perché sei qui, accanto a me"
Si avvicina e la sua bocca si ferma ad un passo dalla mia.
"Voglio che il nostro primo bacio sia qualcosa di indimenticabile"
"Alex..." Baciami ora gli vorrei dire ma resto in attesa. E le sue labbra si posano nell'angolo della mia bocca. Una volta, due. 
"Dammi una chance, non ti prometto la luna ma... Posso provare a donarti una stella"
Il mio corpo mi spinge verso lui. E lo abbraccio. Per me questa è una risposta più che ovvia.


##note autrice##
eccoci al nuovo aggiornamento in tempi record ma Alexander mi diceva scrivi scrivi potevo non farlo? Allora che ne pensate? E' sempre uno sbruffone? Io credo che siano entrambi spaventati chi per un motivo, chi per un altro. Cosa succederà? Presto lo scoprirete direi. Alla settimana prossima ragazze e grazie come sempre per i bellissimi commenti che mi lasciate. 
Baci
Loveangel

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Capitolo 5
*** grande rivelazione ***


                                            ju1 Quinto capitolo Jude


*********

Usciamo dalla piscina in silenzio ma Alexander, si muove velocemente. In un attimo mi ritrovo avvolta nel mio accappatoio e lui che si accinge a tamponarmi. Sono inerme, completamente bloccata. I miei occhi vedono solo perché c'è lui in questo momento.
"Stai tremando" soffia al mio orecchio. Ora mi sta tamponando i capelli e forse crede che sto così per colpa del freddo. E non è così. È lui che mi provoca scariche elettriche per tutto il corpo. È la sua presenza che mi fa stare così. Nessun uomo mi ha mai fatto quest'effetto, ne sono certa. Stavo bene con Luigi, il mio ultimo ex, ma l'effetto che aveva su di me non era paragonabile a quello che mi provoca Alex.
"Hai freddo?"
"Un po'..." Mento, non posso dirgli sto così per la tua vicinanza. 
"Girati Sissy" biascica. Ma deve usare sempre una voce così roca? Non può essere più magnanimo con me?
E vogliamo parlare di me? Io che eseguo i suoi ordini senza fiatare? Per? Per ricevere le sue carezze. È incredibile. Mi sta districando i capelli con le dita, senza forzarli ma massaggiandomi anche la cute di tanto in tanto. Non credo di essermi mai rilassata così. Ora potrebbe farmi tutto. 
No Sissy non è vero.
"Ecco ora puoi vestirti io resto di spalle"
Fa per allontanarsi ma la mia mano si muove da sola. Lo prendo per il polso e mi avvicino. Non riesco a comandare la mia mente. Gli impulsi sono negativi, gli impulsi sono sbagliati. Perché non posso abbracciarlo così, non posso stringermi al suo petto nudo. Ma voglio sfiorare la sua peluria rada, voglio sentire l'odore della sua pelle. È un istinto che non riesco a frenare. Alexander è il mio uomo ideale. Biondo, occhi azzurri. Corpo sottile, ben definito.
"Mi piace quando mi stringi forte a te"
"Davvero?"
"Sì, Sissy. Non sono abituato ai piccoli gesti"
"Sono i piccoli gesti che fanno la differenza. Lo sai vero?"
"È per questo che mi sei piaciuta da subito. Tu sei piena di piccoli gesti da donare ma anche da ricevere... solo..." Fa una pausa e mi stringe ancora più forte. Questa volta mi lascio andare poggiando il volto sul suo petto. I pochi peli biondi mi solleticano il volto. Sono morbidi e profumano. Sa di maschio, sa di acqua di giò, fresco e intensamente dolce.
"Adoro il tuo profumo"
"Ed io il tuo Sissy"
Okay. Mi sposto voltandomi di spalle. Quello che accade nell'attimo seguente mi manda a fuoco. Alex ha sfilato l'intimo e lo ha messo nel taschino del mio zaino. E ora ha indossato i pantaloni senza nulla sotto. Il solo pensiero mi manda fuori di testa.
"Sto un po' scomodo direi" e ride avvicinandosi a me. Ormai sembra che non ce la fa se non mi tocca. Mi ha preso la mano e il mio cuore è balzato nel petto.
"Non potevo indossare i pantaloni..."
"Oddio lo so!" esclamo.
"Ti va una pizza da me? Magari mi rivesto"
"Dopo però dovrei tornare in ambulatorio"
"Di notte? Cosa devi fare?" 
Mi vergogno un po'. Anzi tanto. Non posso dirgli che ero arrabbiata e ho mentito a mio padre.
"Sissy voglio la verità ti prego. Cerchiamo di essere sinceri da subito okay?"
"Okay. Ero un po' triste e ho detto a mio padre che mi fermavo da Gioia, la mia unica amica. Ma... mentivo sarei rimasta in ambulatorio. Nel retro ho un divano letto"
"Non voglio che dormi da sola in quel posto. Dormi da me ho tante camere"
"Va bene"
Ma cosa mi fa quest'uomo? Mi sto lasciando andare troppo, veramente tanto. Ma non riesco a controllarmi, è più forte di me. Voglio stare con lui, in sua compagnia.
Prima di andare via ho lasciato un biglietto a Charles dove gli ho chiesto di tenermi la bici. L'esigenza di stare con Alexander è più forte di una calamita. Forse lui è proprio il mio opposto perfetto. Sento che potremmo incastrarci a perfezione. Dobbiamo solo conoscerci. 

"Metti questo" mi passa il suo casco. Non sono mai andata in moto, ho paura ma, il pensiero di dovermi stringere a lui mi da forza. 
"Posso correre?"
"Se proprio devi"
"No che non devo ma, non vedo l'ora di tornare a casa"
Io sorrido e lui mi allaccia il casco. Siamo soli nella notte. Nessuna stella, solo un cielo rosso. Poi una luce accecante, un fulmine ha squarciato il cielo.
"Sta per scoppiare un temporale, facciamo presto" 
Ma nemmeno il tempo di salire sulla moto che un tuono rimbomba con forza facendoci sussultare. 
Alexander mette in moto ma l'acqua ci coglie subito. Ora non può correre è troppo pericoloso. Ma il risultato lo sappiamo entrambi. 

"Corri Alex!" Urlo mentre l'acqua ci sta inzuppando. Arriviamo a casa dopo dieci minuti, bagnati fradici e congelati. 
"Dio sei ghiacciata, vieni qua" 
Mi prende per mano mentre saliamo dalle scale interne del garage. L'ampio salone che ci accoglie è bellissimo. Mobili bianchi contornano le pareti color ocra. Un ampio camino fa bella mostra al centro del salone.
"Ti piace?"
"È bellissimo, poi, tu non sai che amo il bianco vero?"
"Ora sì e questo mi rende felice sai è anche il mio colore preferito?" 
C'è una leggera tensione tra noi. Da quando siamo entrati in casa. È un luogo chiuso, e siamo bagnati. Forse è quello il motivo per cui sto tremando.
"Vieni con me" 
"Dove?"
"Di sopra, devi toglierti questi vestiti altrimenti ti viene un malanno"
Sento l'agitazione farsi strada in me. Non ho paura di spogliarmi ma di rimanere in una stanza da letto sola con lui sì. Perché probabilmente lo voglio troppo ed ho paura di non essere alla sua altezza. Ho come l'impressione di essere poco. Di non potergli dare quello che lui ha sempre ricevuto. In fin dei conti non so bene come ci si comporta con gli uomini. Sono sempre stat fredda e scostante. Ho sempre mandato a quel paese chiunque avesse provato un approccio fisico con me. Ma lui è diverso. Con poche parole abbatte tutte le barriere. Il mio muro di mattoni si sta sgretolando piano piano.
"Di qua" dice tirandomi con dolcezza. Quando entriamo in una stanza mi sento mancare. Il bianco domina in tutta la stanza anche se, l'armadio della camera in cui ci troviamo adesso è fatta di specchi.
"Questa è la mia stanza. Ti riempio la vasca così fai un bagno caldo. Nel frattempo cerca nell'armadio qualcosa da indossare dovrebbero esserci delle tute"
"Io..."
"Su Sissy è il mio armadio e non ho nulla da nascondere. Faccio presto".
Mi lascia la mano e si allontana da me. Resto fissa a guardarlo mentre entra nel bagno della camera. Come faccio? Cosa faccio ora? Vivere nella confusione più totale non è da me. Ho sempre avuto un carattere tosto ed ora? Mi sento una ragazzina alle prime armi. Ma in fondo sono alle prime armi. Il discorso è sempre quello. 
Apro lentamente l'armadio in cerca di questa tuta ma qualcosa colpisce il mio sguardo all'istante. Una t-shirt con stampato il mare e un delfino. Mi sembra di essere in quel mare tanto è azzurro, mi sembra di poter sfiorare quel delfino tanto è fatta bene.
"È tua se la vuoi"
"No, io... Scusa avrei dovuto guardare le tute ma sono stata attratta dal delfino" 
In pochi passi è da me, lo guardo, mi legge dentro.
"Voglio che la tieni tu" è fuoco incandescente. Sento le fiamme bruciarmi la pelle. Le sue parole così vicine, la sua voce così flebile.
"Grazie" 
"Vai io intanto ordino le pizze"
Non voglio, non voglio che vada via da me. Non voglio restare da sola. Non adesso. Sento che potrei crollare in questa stanza senza di lui e non capisco perché. Ma gli occhi pungono, vorrei piangere. Forse perché da tanto tempo nessuno si prende cura di me. Da tanto tempo ho bisogno che qualcuno si preoccupi del mio stato d'animo, della mia salute... del mio cuore. Ma Alexander si è già allontanato.
"Fermati Alex" quasi urlo e lui si blocca fuori la stanza. Percorro la distanza che ci separa velocemente e senza dire nulla gli prendo la mano trascinandolo dentro. Sento il cuore esplodere per quello che sto facendo ma... non cambio idea. 
Nel bagno mi metto dinanzi al suo corpo e comincio a sbottonare lentamente i bottoni della sua camicia. Studia i miei movimenti, respirando a fatica. Lo aiuto, anzi lo privo della camicia e sfilo la mia maglia. Che sto facendo?
Seguo l'istinto. Non voglio fare sesso e nient'altro. Voglio solo rilassarmi nell'acqua calda con lui. Tra le sue braccia. L'ha capito. 
Deglutisce a vuoto. Le mie mani sono sulla cintura dei suoi pantaloni, lentamente la sfilo e quando sto per sbottonare i pantaloni mi blocca. 
"Sono nudo"
Cazzo l'avevo scordato!
"Aspettami un secondo, non ti muovere" soffia uscendo di corsa dal bagno. Non mi muovo? Oh santo cielo se mi muovo. Tolgo i pantaloni restando in intimo. Ora mi fermo. Voglio che... Che cosa voglio?
"Sissy..." La sua voce calda arriva al mio cervello come onde elettromagnetiche. Lo guardo dalla testa ai piedi. I capelli spettinati ancora umidi per la pioggia, il petto nudo e dei boxer neri, aderenti.
Lui si avvicina bagnandosi ripetutamente le labbra. La sua mano mi carezza una guancia.
"Sei così bella"
"Anche tu"
Mi lascia ed entra nell'acqua così, vestito, se vestito lo vogliamo chiamare. Poi mi tende la mano ed io lentamente entro poggiandomi dal lato opposto. L'acqua è calda, profumata, rilassante ma ciò che mi destabilizza è la visione di lui. La piccole goccioline che imperlano la sua pelle, i capelli bagnati. Quegli occhi ancora più lucidi.
"Vieni qua, faccio il bravo"
"Alex io..."
"Shh voglio solo stringerti a me. Non lo volevi anche tu?"
Sì che lo voglio. Mi volto su me stessa e scivolo indietro. Alexander apre le gambe e mi accoglie tra le sue braccia forti. 
"Chiudi gli occhi, lasciati coccolare... dall'acqua"
Essere stretta tra le sue braccia è rassicurante. Il suo profumo inonda il mio corpo, il calore che sprigiona mi attraversa l'anima. È impossibile non rilassarsi tra le sue braccia. 
Le sue mani si muovono lente sulle mie spalle, mi stimola i muscoli, li massaggia con calma ma anche forza.
"È da tanto che non si prendono cura di te?"
"Nessun uomo l'ha mai fatto" dico con voce rotta. Ho quasi paura di piangere.
"Alex e tu? È da tanto che non sei coccolato?"
"Non conosco le coccole a parte quelle di mia madre"
"Hai avuto molte donne?"
Che razza di domanda? 
"Quantifica molte"
"Dieci?"
"Allora direi più di molte"
Il mio cuore si ferma per un attimo. Ha esperienza...
"Ma non ho mai baciato una donna"
"Cosa?"
"Sì, Sissy i miei rapporti si fermavano al sesso. I baci che ho dato non sono andati mai oltre la mascella se parliamo di volto"
Mi volto di scatto tra le sue braccia. È un donnaiolo. Sto facendo il bagno con un uomo che fa solo sesso. Non ha mai baciato.
"Sissy... non fare pensieri negativi ti prego. Lascia che ti spieghi"
Ma non ce la faccio. Questo pensiero va oltre ogni mia aspettativa. Mi alzo dalla vasca ed esco seguita da lui. Voglio andare via. Devo andarmene. Questa cosa non la posso sopportare.
"Sissy fermati" 
Incurante delle sue parole e grondante d'acqua corro nella stanza. Devo andare via subito. Ora più che mai. Gli occhi mi fanno male, non riesco a trattenere il pianto. Sembro, sono disperata. 
Santo cielo i mie vestiti sono in bagno e lui è qui.
"Sissy per favore lasciami parlare"
"No, voglio andare via"
Mi prende il polso ma mi divincolo e lui mi prende tra le sue braccia.
"Non ti ho baciata perché sei diversa, perché il mio primo bacio voglio darlo a te. Fermati ti prego"
Le sue parole sono una carezza, un balsamo per il mio corpo tremante.
"Non andare via ti prego"
La sua voce è disperata.
"Tu sei diversa Sissy lo vuoi capire che ho paura di ferirti?"
Pensavo l'avesse fatto.
"Sissy dimmi qualcosa"
"Non riesco, sono confusa. Insomma hai tanta esperienza potrei essere una delle tante"
"Non lo dire, non lo pensare ti prego. Non immagini quanto mi stia trattenendo con te. Non credere che non ti desideri ogni attimo che mi sei accanto e quando non ci sei stata ho sentito la tua mancanza"
"Mi conosci così poco"
"Il mio cuore conosce abbastanza per capire che non batte in tua lontananza"
"Smettila, non è possibile" 
Esco dal suo abbraccio e mi allontano. Perché sto così?
"Elisabeth tu sei una stella nel mio mondo buio. Il mio mondo fatto solo di nuoto e svago senza amore. Voglio di più dalla vita, voglio te"
"Io voglio andarmene adesso. Ti prego Alexander"
"Va bene ti lascio sola. Prendi una tuta non puoi rimettere quei vestiti bagnati"
Mi sento male, devo uscire di qui. Mi manca l'aria, mi manca lucidità. Non so che fare le sue parole mi hanno toccato nel profondo. 
Infilo una tuta al volo, le scarpette e scendo di corsa al piano inferiore. Lui è seduto sul divano, le mani appoggiate ai lati del viso.
"Ti mando la tuta domani. Ciao"
Metto la mano sulla maniglia e nello stesso istante la sua mano è sulla mia.
"Non volevo ferirti. Ma sono stato sincero. Pensa a ciò che ti ho detto"
"Ciao Alexander"
"Ciao Elisabeth"
Freddo e scostante. Sì certo perché ora è colpa mia. Mia se lui ha sempre fatto il donnaiolo. Mia se non ha mai baciato. Mia soprattutto per avergli dato modo di avvicinarsi in quel modo intimo. Ho sbagliato e non poco.
Corro via, verso l'ambulatorio. A piedi mi ci vorrà un bel po' ma non ho intenzione di tornare a casa, non in questo stato.

******

Non ho chiuso occhio tutta la notte. Sono stata sdraiata fino all'alba senza muovermi. Ora sono le otto e credo di star male. Mi sento accaldata e nervosa. Tra poco arriverà Josh e se mi trova in questo stato saranno guai. Cosa faccio? Devo tornare a casa ma prima devo riprendere la mia bici. Non voglio più rivedere Alexander. Non sono il suo tipo, non sono adatta a lui. Cosa posso dargli io? L'unica cosa che voglio sei tu! Io? Evidentemente non mi conosce bene.
Il mio cellulare squilla in quel momento. Mi sollevo o meglio provo ad alzarmi ma il forte capogiro mi prende alla sprovvista.
Riesco ad afferrare il cellulare prima di cadere sul materasso.
"Sì?"
"Sissy dove sei?"
"Papà? Sono già in ambulatorio perche?"
"Hanno appena consegnato un pacco e dei fiori per te. Pensavo tornassi"
"C'è il mittente?"
"Alexander Climb"
Chiudo gli occhi, il cuore mi fa male al solo sentirlo nominare.
"Papà puoi lasciarlo sul tavolo mi occupo dopo di rimandarli al mittente"
"Sissy va tutto bene? Hai una strana voce"
"Sto bene papà, davvero"
"Va bene senti stasera parto ricordi?"
"Certo, Samira viene con te vero?"
"Sì la porto con me. Ti spiace rimanere sola?"
"No va bene. Ci vediamo tra due giorni"
"Esatto piccola abbi cura di te"
"Anche tu papà"
Ed ora è arrivato il momento di tornare a casa e starmene un po' da sola. A riflettere no, a rilassarmi. In silenzio e senza impegni.

*******
Apro la porta di casa ed entro velocemente. Ho la testa che scoppia, gli occhi lucidi. Probabilmente ho la febbre alta e non sarebbe una novità con quello che ho fatto ieri. Tolgo i pantaloni della tuta di Alexander e la felpa. Poi sfilo le scarpe e prima di andare in cucina chiudo a chiave la porta. Nessuna interferenza, non ci sono.
Mi trascino in cucina, la testa mi gira, sto crollando. Mi manca Alexander, mi mancano i suoi occhi, la sua voce. Ma sono io sbagliata, non vado bene per lui è questo, è semplicissimo. 
Sul tavolo i fiori e il pacco che mi ha mandato. Sono delle magnifiche rose bianche, perfette.
Strappo il biglietto dalla scatola e lo apro.

Sissy vorrei poterti dire che ho sbagliato ma non l'ho fatto. Sono stato sincero dall'inizio alla fine. Non ho approfittato di te e credimi, se avessi voluto una storia di solo sesso te ne saresti resa conto. Non ho mai dato nulla in cambio a quelle donne, né loro lo hanno voluto. Sapevano che era quello è basta, ma credimi io le cose le dimostro subito, non fingo d'essere infatuato di una donna per portarmela a letto. Tu non sei MAI stata in quella categoria. TU sei sempre stata diversa per me. Sei una donna con la D maiuscola e mi piaci sul serio. Ti ho chiesto una chance ti prego di pensarci ancora. Vorrei conoscerti davvero. Non ho più nulla da dirti se non tieni la maglia, è un regalo, non mandarmela indietro.
Un bacio, quello che ti vorrei dare veramente.
Alexander


Apro la scatola per prendere la sua maglia. La voglio mettere, voglio sentirlo sulla mia pelle, sentire il suo profumo. Quando la vedo i miei occhi diventano lucidi. Non credevo potesse mancarmi tanto, probabilmente sono un po' cotta. Un poco? Io direi tanto...
La infilo con gli occhi chiusi, lui è qui, mi osserva mentre la metto e sorride fiero. Il campanello suona ma io non ci sono. Bussano ancora mentre stringo la maglia al mio corpo. E il campanello suona.
"Chi diavolo è?" 
Corro alla porta, giro la chiave, abbasso la maniglia...
"Posso entrare?"


##note autrice##
eccoci velocissima ancora non vi abituate troppo eh. Allora avete visto cosa blocca Alex? che ne pensate? Grazie come sempre a tutte per i commenti e per inserire la mia storia nelle seguite e nei preferiti.
Loveangel

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Capitolo 6
*** Sfiorarsi ***


                                                              ju1




Cosa ci fa qui? Non capisco il suo accanimento. Eppure mi sembrava d'essere stata chiara. Volevo stare da sola, volevo riflettere. Ma perché parlo al passato se è quello che voglio anche adesso? 
"Cosa vuoi?"
"Parlarti. Ti chiedo solo cinque minuti poi se vorrai sparirò dalla tua vita per sempre"
Beh se vuole fare scena ci è riuscito perfettamente. 
"Entra. Hai cinque minuti da adesso"
"Okay"
Resto alla porta che però chiudo. Mi gira ancora la testa e se non mi appoggio rischio di cadere.
"Sissy non capisci ciò che ti ho detto vero? Tu sei diversa dalle donne che mi sono portato a letto. Dal primo istante, da quel giorno in acqua ho capito che non eri quel tipo di donna. Tu dirai perché? Bene sono qui per dirtelo. Quattro minuti solo per dirti che forse il destino mi ha portato in questa città, forse il destino mi ha fatto uscire all'alba quella mattina. Lo stesso destino che mi ha portato nel bar che frequenti e che mi ha fatto scoprire che siamo vicini di casa"
Chi ci crede al destino. Io non più da quando mia madre è morta.
"Sissy tu hai delle qualità che mi fanno impazzire. Ti piace il nuoto ami gli animali, i delfini" e indica la maglia che mi ha regalato "il tuo accettare la mia sfida mi ha spiazzato. È vero le donne cadono ai miei piedi, forse perché sono un atleta, forse perché sono ricco ma tu... Tu non hai mai considerato nulla di ciò"
"Questo è vero"
"Io ho sentito un tonfo al cuore. Non so come chiamare ciò che sento Sissy ma ti avevo chiesto una chance e sono qui per richiedertela. Aprimi il tuo cuore io voglio donarti il mio. Sono spaventato come te, forse di più ma... Permettimi di entrare nella tua vita. Sono qui, per te. Da quando ti ho incontrato non riesco a pensare a nient'altro che te.
Sissy non ho mai baciato perché per me, il bacio è sintomo d'intimità. Se voglio baciare te è perché voglio che diventiamo intimi. Dovrebbe essere una cosa positiva non credi? Saresti la mia prima donna. Tu hai baciato vero?"
"Sì ma.."
"Non importa Sissy con me sarebbe diverso. Lascia che te lo dimostri. A piccoli passi. Voglio entrare nella tua vita rispettando i tuoi tempi ma... non chiudermi fuori. Sissy..."
"Hai finito?"
"Sì, ora vado via"
Percorre la poca distanza tra noi, non si ferma né mi guarda. Io apro la porta, lui fa qualche passo io mi muovo le forze mi abbandonano.
"Sissy!" E chiudo gli occhi tra le sue braccia.
*****
Sento un leggero fresco sulla pelle anche se, sotto sento il fuoco. Gli occhi sono chiusi, le palpebre pesanti. Cosa mi è successo? 
Il fresco all'improvviso si allontana dalla mia fronte. No, ho troppo male. Ma subito torna ed è anche più freddo.
"Sissy mi senti?"
È Alexander, è la sua voce. Mi faccio forza ed apro gli occhi. La luce m'infastidisce ma lentamente metto a fuoco. Sono nella mia stanza e lui è qui.
"Ciao" mormora "come ti senti?"
"Ho caldo ma... Anche freddo"
"Hai la febbre molo alta. Mi dici dove tieni le medicine? Hai bisogno di prendere qualcosa per la febbre"
"Non devi disturbarti"
"Ti prego... Lascia che mi prendi cura di te" lo dice con una voce così eccitante. Calma, calda... Rassicurante. Io voglio che si prendi cura di me, lo voglio con tutte le forze. 
"In fondo al corridoio, la prima porta a destra"
"Faccio in un attimo"
Mi lascia sola ed io mi sento vuota. È incredibile, mi fa bene la sua presenza. Ma dove sto andando con questo comportamento? Perché sono così debole nei suoi confronti adesso?
"Sono qui ecco prendi questa" 
Mi passa una pillola e mi aiuta, poggiandomi la mano alla base della schiena, per sollevarmi leggermente.
Ingoio la pillola con l'acqua e lo guardo. Sembra sereno ora che ho preso la medicina.
"Riposa un po'. Io aspetto che arrivi qualcuno e poi vado via"
"Non arriverà nessuno, mio padre e mia sorella saranno già partiti a quest'ora e non torneranno prima di due giorni"
"Sei... Sarai sola?"
"Sì"
"Posso?"
"Cosa?"
"Vorrei prendermi cura di te. Non farò null'altro che curarti la febbre e cucinare per te"
Sconvolta. Non c'è un termine più appropriato in questo momento.
"Ma perché? Insomma perché lo vuoi fare?"
"Non è ancora chiaro vero? Facciamo così tu lasciamelo fare e alla fine lo scoprirai da sola"
Mi fermo un attimo. Calcolo il tempo. Sono due giorni, quarantotto ore, minuti, secondi. Soli io e lui. Io quasi inerme, accaldata, per la febbre, per la sua presenza.
"Va bene" lo dico senza più ragionare con la testa. E con cosa allora? Lentamente mi lascia andare e io chiudo gli occhi. Sono veramente stanca, ho bisogno di dormire.
"Prendo le tue chiavi farò presto"
"Sì" rispondo ma sto già dormendo.
*******
Un dolce profumo m'invade le narici. È buono, dolce e intenso. Spingo le palpebre e lo vedo. Sul comodino un vassoio colmo di squisitezze. Ho veramente fame.
"Ciao Sissy" 
"Alex" 
Poggia la mano sulla mia fronte per alcuni istanti. È così... rigenerante il suo tocco.
"La febbre sta scendendo"
"L'hai preparata tu?" Biascico osservando tutto quel cibo. 
"Certo devi rimettenti in forze. Mi dispiace solo aver usato la tua cucina senza chiedere il permesso ma, dormivi così bene"
"Scherzi?"
"No perché?"
"Non è evidente? Hai fatto tutto per me cosa c'è di male ad usare una cucina?"
"Mangia su"
Prende il vassoio mentre mi siedo appoggiando la schiena alla testiera del letto. Poggia il vassoio sulle mie gambe sfiorandomele. Il fuoco s'insinua sotto la mia cute. Solo adesso mi rendo conto di essere svestita. Mi ha spogliata lui?
"Mi hai spogliata tu?"
"Eri bollente, scusami non avevo il diritto"
Sollevo una mano per bloccarlo.
"Per favore smettila di chiedere scusa"
"Va bene tu però mangia"
"Ho una richiesta prima"
"Chiedi"
"Voglio che tu mangi con me, adesso"
"Come?"
"Un pezzo ciascuno"
Sento il cuore sgretolarsi nell'attesa di una risposta che spero positiva.
"Va bene prendo il vassoio giù e torno"
"No, cioè vorrei che mangiassi qui, dai miei piatti... Con le mie posate"
È sbalordito, stranamente imbarazzato. Certo gli ho appena servito una proposta indecente su un piatto d'argento. Ma non riesco a trattenermi è così bello, non ho mai visto tanta perfezione in vita mia. È dolce, simpatico, affabile, carismatico. Mi potrei perdere per ore a dire tutti i pregi che ha. L'unico difetto per adesso è la sua vita amorosa. Quella mi spaventa da morire.
"Ti stai mettendo in seri guai lo sai vero?"
"È... così brutto?"
"Pericoloso..."
Abbasso lo sguardo sopraffatta dalla sua voce. Un ringhio basso esce dalle sue labbra.
"Guardami" dice ma non ci riesco.
"Sissy guardami" la voce roca carica di un desiderio represso.
"Perché?"
"Ho detto guardami, mi piace il tuo sguardo. I tuoi occhi mi fanno morire quando sono sulla mia pelle"
"Alex..."
"Dammi la forchetta e... non smettere di guardarmi"
Oddio mio ma come faccio? Mi sento male?! Mi sto eccitando! Non è possibile! Santo cielo se lo è. Mi sento tremare dentro. Il cuore si spacca velocemente in mille pezzi colorati. Frammenti che battono ad una velocità smisurata. Non gli passo la forchetta sono incantata.
"Imboccami"
Sta giocando con me? Oh sì che lo sta facendo. E a me piace questo gioco. Lui vuole dominare ma non sa che ho io il coltello dalla parte del manico. 
Faccio per prendere un pezzo di carne dal piatto ma mi mordo le labbra. Fingo di assaporarlo, mugugno lievemente. Alexander non ha mai baciato. Deve desiderare la mia bocca, deve desiderare il mio sapore. Poi la forchetta finisce tra le mie labbra.
"Mi sto bruciando Sissy"
"Non ancora" rispondo prendendo un altro pezzo di carne. Non lo porto alle sue labbra ma alle mie. Non lo mastico, non lo ingoio. Lo prendo tra le labbra e mi avvicino alla sua bocca.
"Sissy dammelo"
"Hai fame?"
"Di te cazzo" impreca strappando la carne dai miei denti. Solo un attimo. Mi sento quasi morire. Lui mi ha spinto sul materasso ed ora è su di me. Lo sento possente, virile.
"Sissy non voglio così perché mi provochi?"
"Perché non mi dici che non ti piaccio? Risparmieresti tanta fatica. Vuoi essere solo mio amico okay, va bene ma... Smettila di fare il galantuomo con me non attacca"
"Non voglio essere tuo amico. Quello che senti, perché lo senti, è perché mi fai impazzire. Ma tolgo il disturbo"
Si solleva con un gesto fulmineo da me. Oddio l'ho rifatto, ho sollevato ancora la barriera di mattoni tra noi. E ovviamente lui va via. L'ho ferito perché ho troppa paura di tutto. È passato troppo tempo. Sono sola da tanto e forse non so più come ci si comporta. Ma Alexander scatena milioni di sensazioni in me. Mi fa impazzire il suo modo di fare. Mi fa morire come mi guarda. Sono una pazza se lo lascio andare via così. Devo fare i conti con la realtà e viverla totalmente. Se il mio destino è soffrire e poi restare sola beh lo affronterò. Però adesso devo prenderlo questo destino. Tira le corna al toro Sissy e riportarlo da te.
Scendo dal letto e per un attimo barcollo. Poi mi faccio forza e corro, giù per le scale. Ho il fiatone, il cuore che pompa furiosamente. Apro la porta con un grosso rumore e lo vedo, sta infilando la chiave nella toppa.
"Alex!" Grido. Lui si gira ed io corro da lui perché ho bisogno di lui.
"Sissy sei impazzita?" Dice correndo verso di me. Non capisco come ma mi ritrovo tra le sue braccia. Per pochi secondi ho chiuso gli occhi, sperando che lui mi perdonasse ed ora sono stretta a lui.
"Fa fresco, hai la febbre e tu esci così? Sei tutta matta"
"Non potevo lasciarti andare via. Non così"
"Va bene ti riaccompagno dentro"
"Voglio che resti con me. Voglio ricominciare. Ti prego"
"Resto con te, non vado da nessuna parte, non più."
Sono passate due ore. Alexander è sul mio letto, senza scarpe, le gambe incrociate. Dopo aver mangiato tutto,(ognuno nel proprio piatto) abbiamo parlato della scuola. I nostri passati sono molto simili. Lui era bravo in matematica e biologia proprio come me. Più parlo con lui più mi rendo conto che abbiamo mille affinità. Ma il problema rimane quello del bacio. Non riesco ancora a credere che un uomo non abbia mai baciato. Insomma è un'anomalia!
"Posso farti una domanda un po'... ecco... intima?"
"Tutto quello che vuoi Sissy"
"Vorrei sapere come mai non hai baciato una donna. Insomma ho capito che dai un valore immenso al bacio ma non ne hai mai avuto voglia?"
"Una sola volta credevo di essermi innamorato. Lei era la mia compagna di liceo e di uscite. Insomma eravamo amici non ci eravamo mai spinti oltre fino al suo compleanno. Quella sera lei mi volle a casa dei suoi, pensavo che eravamo in compagnia invece eravamo soli. Lei mi faceva perdere la testa. Si faceva vedere sempre in intimo con la scusa di volere un consiglio. Insomma sono uomo e il corpo reagisce da solo e piano piano sono rimasto fregato se così vogliamo dire"
Sento un dolore forte, vorrei fermarlo ma mi costringo ad ascoltare.
"Ho sviluppato una sorta di ossessione per il suo corpo e credevo fosse amore. Comunque quella sera lei era ancora più svestita mi provocava. Amava farlo. Vuoi che continui?"
"Vorrei ma..."
"Mi fermo"
"No, dimmelo"
"Lei si distese sul tavolo era, nuda sotto un babydoll di pizzo... Fin qui sembrava... Ma poi mi sono sentito ferito. Il suo regalo quella sera era una notte di sesso con il mio migliore amico e tu ti chiederai cosa centravo io? Beh io dovevo regalarle il mio sguardo. Voleva che la osservavo mentre lui se la scopava. Forse da quel momento non ho creduto più in nulla Sissy"
"Dio"
Porto la mano alla bocca per trattenere un conato. Mi sento male. La scena mi sembra di viverla nella mia testa.
"Mi spiace non avrei dovuto..."
"Non dire così ci stiamo conoscendo solo, mi dispiace che tu abbia vissuto quello"
"Sì, sono stato male e da allora mi sono dato al sesso senza complicazione, senza amore e senza baci. Non ero innamorato di lei ma le volevo un gran bene e vederla con il mio migliore amico mi ferì nell'orgoglio"
"Non. Ecco mi spiace"
Alex sorride accarezzandomi una guancia.
"È passato tanto ormai. Non mi fa più nulla"
I miei occhi lo evitano per un attimo e sul comò noto una scatola rosa.
"Cosa c'è lì dentro?"
"Il dessert"
Si alza e prende il pacchetto. 
"La crostata"
Oddio. Quella crostata?
Volevo essere la crostata...
Le sue parole. Forse il momento...
"Sissy"
"Cosa?"
"Sei... Hai lasciato cadere il lenzuolo"
Oh porca miseria sono in reggiseno! Ma che vergogna c'è? Insomma mi ha visto anche prima. Però non voglio dargli l'impressione sbagliata. Scalcio le lenzuola e scendo velocemente dal letto. Sulla poltrona c'è la mia, sua maglia. La infilo velocemente, sicura della copertura che mi da. Quando riapro gli occhi Alexander è fermo dinanzi a me, un pezzo di crostata tra il pollice e l'indice.
"Ne vuoi un pezzetto?" Chiede avvicinandolo alla mia bocca. Il cuore comincia a battere furiosamente. Il respiro diventa pesante, affannato. Mi sta divorando con lo sguardo. Mi sta assaggiando con il pensiero. Dio come lo desidero. Come voglio quelle labbra carnose sulle mie. Voglio sentire la consistenza, la pienezza, la morbidezza.
"Apri un po' la bocca" 
Una parola alla volta. Lentamente. 
"Così..."
Il pezzetto di crostata finisce sulla mia lingua e insieme anche il suo dito. Il gesto è istintivo. Non devo farlo ma non resisto. Chiudo le labbra attorno al suo dito e lo succhio un po'. Giusto quello che mi permette di fare la crostata.
"Sissy"
Dio Alex e baciami ti prego.
Lentamente sfila il dito dalla mia bocca e lo mette nella sua. Questo gioco mi sta uccidendo. Non posso andare avanti così. Mi sento accaldata, bruciante di desiderio.
I nostri occhi continuano a fondersi. Mi perdo, affondo in quel mare colmo di onde. C'è una tempesta tra noi.
"Sissy..."
"Alex..." Lo voglio ti prego. Sto per impazzire.
Mi prende il volto tra le mani, fa due passi. Io uno verso lui. Dio ho paura di deluderlo, ho paura di non essere abbastanza per lui. 
"Sissy voglio... Solo un po"
"S.sì"
È qui, centimetri, forse millimetri ci separano. Il suo fiato si mescola con il mio disperdendosi nell'aria, il mio cuore martella come un tamburo. Alex piega la testa di lato mentre mi stringo a lui. Ho bisogno di sentirlo di più. Più che posso.
"Sissy..." Un soffio a fior di labbra. La seta...
Mi sfiora così impercettibilmente che mi sento mancare. Voglio di più, quasi lo prendo ma lui si stacca. 
"A. andiamo a dormire"
Ha paura ma ha fatto un passo ed io rischio di morire in questo preciso istante se non mi allontano.
"Va bene, buona notte"

##note autrice##
Eccoci arrivate sono viva? Mi volete morta? Dai un piccolo passo è stato fatto ora non ci resta che aspettare il prossimo e capire cosa succederà in fondo sono soli soletti in una casa grande ora in una stanza da letto. Lo sapete che continuo il capitolo non lascio passare il tempo tra loro così senza scrivere. Mando un bacio enormissimissimo a tutte quelle che sono sempre presenti e ovviamente (se vi fa piacere) sono qui anche per chiunque volesse chiedere qualcosa. Baci 
Loveangel

 

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Capitolo 7
*** kiss me... ***


                                                      Photobucket
Mi allontano lentamente da lui. Nella mia mente tutti i pensieri prendono vita come in un sogno. Noi stretti l'uno all'altro, abbracciati mentre le nostre labbra lentamente si fondono. No!
Scuoto velocemente la testa e m'infilo sotto le coperte. Alexander è ancora lì, fermo. Non ho il coraggio di guardarlo ma so che non si è mosso di un solo millimetro. Evidentemente mi sono spinta troppo. Forse gli ho dato l'impressione sbagliata succhiando il suo dito. Ma cavolo non sono riuscita a contenermi. D'altro canto lui non ha fatto nulla, non si è spinto. Sono stata io l'artefice di questo silenzio assordante.
Allungo la mano alle mie spalle e abbasso la luce della camera fino a renderla soffusa. Devo dormire e cercare di dimenticare ciò che è accaduto. Non ho altre alternative. 
"Vado giù, per qualsiasi cosa ho memorizzato il mio numero nel tuo cellulare. Non stancarti troppo, basta uno squillo e sono da te. Ho il sonno leggero non ti preoccupare"
Alexander no, non andare.
Ma lui va via. Così con un soffio sento la porta chiudersi alle sue spalle.
Mi maledico mentalmente per tutto. Non sono in grado di portare avanti niente nella mia vita. Nessun rapporto a parte l'amicizia con Josh. L'unico uomo capace di starmi accanto. Mi sento così... Fallita. Persa in un mare profondo. Lontana dalle coste di un’isola deserta. Senza alcun tipo di salvataggio. Sono io l'unico salvataggio. L'unica che può salvarsi. Da sola posso creare la mia vita, basandomi solo ed esclusivamente sulle mie forze.
Chiudo gli occhi e nuoto verso sud. Ho bisogno di una riva, di una spiaggia per riposare. Il mio cuore è distrutto, frantumato dagli ultimi avvenimenti. Alexander, il suo modo di fare, il suo sguardo... mi ha sconvolto in così poco tempo.
Mi giro nel letto e lentamente la mia bocca pronuncia il suo nome.
Vorrei averlo qui, stringermi al suo corpo. Vorrei sentire il profumo della sua pelle nuda... I corpi plasmati. Lui... DENTRO... me. Ho caldo, la febbre sarà salita ancora o è l'idea di Alexander nudo che mi rende bollente. 
Mi metto seduta scalciando via le coperte poi sfilo maglia e reggiseno. Comoda, ho bisogno di spazio. Mi sento soffocare. È così intensa questa sensazione che mi fa alzare. Così seminuda cammino su e giù per la stanza. Batto il piede a terra. Sono nervosa. Perché? È semplice voglio chiarirmi con Alex. Non mi va che stia da solo giù a pensare chissà cosa di me. Io non sono la sua amica, non dovevo spingermi così oltre e quindi devo chiedergli scusa.
Infilo di nuovo la shirt e apro la porta cercando di non fare rumore. La moquette e i piedi nudi sono la mia salvezza. Almeno se sta dormendo non rischio di svegliarlo.
Le scale sono finite e lui è lì, sul divano del soggiorno. La luce della tv illumina il suo viso. È così dolce, rilassato. Dorme e non voglio svegliarlo. Ha fatto tanto per me oggi, il minimo che possa fare io, è farlo riposare in Santa pace. Ma ho tanta voglia di lui. La combatto tenendomi alla parete, obbligandomi mentalmente a star lì. Ferma per pochi istanti poi mi volto. La gabbia toracica si stringe, mi sento in una morsa d'acciaio.
"Sissy non andare"
La sua voce mi arriva ovattata, ma chiara.
"Scusa non volevo disturbarti"
"Non l'hai fatto ero sveglio. Vieni"
Okay Sissy vai. È la tua occasione.
Mi spingo con le gambe indietro e poi mi volto. Lui ora è seduto come al solito raggiante. 
"Non riuscivi a dormire?" 
"No, pensavo"
Curiosa...
"A cosa?" Mi siedo al suo fianco mantenendo una certa distanza.
"A chi vorrai dire?"
Oh, forse pensava alla sua amica... gli ho fatto ricordare un brutto momento.
"A te Sissy, pensavo a te. Sei l'unico pensiero che ho ultimamente"
Resto ferma, spiazzata dalla sua frase. Che cosa devo dire? Non riesco nemmeno a fissarlo tanto sono infiammata. Mi sento bruciare e nuovamente soffocare.
"Ti faccio così tanta paura?"
"NO! Cioè non tu ma la tua vita"
L'unica carta che mi rimane è la sincerità. Quello che sento adesso, che ho sentito prima e nelle ore scorse. Il profondo senso d’inadeguatezza.
"Per favore guardami. Sissy..."
Sollevo lo sguardo perdendomi nel suo. Questa è la pace dei sensi.
"Non voglio farti pressione ma ci tengo a dirti che non sono più quello di una volta".
"Come faccio a saperlo?"
"Devi darmi una chance, te lo ripeterò all'infinito ma, sono cambiato".
"E se ti dicessi di sì?"
"Sì che mi dai la chance? Che mi permetteresti di dimostrarti che sono diverso?"
"Sì"
Con che coraggio? Porca miseria ma io lo voglio.
"Ripetilo"
Oddio...
"Sissy ripetilo. Ora."
"Sì" è un soffio, lo stesso che separa le nostre labbra l'attimo dopo. Le sue mani sono sul mio volto, i suoi occhi nei miei. Ha una luce tanto intensa da farmi vibrare tutta. Dio è così bello, è così perfetto. I suoi pollici si muovono sul mio volto. Lenti disegnano piccoli movimenti astratti provocandomi piccole scariche elettriche lungo la spina dorsale. Perché lo desidero da morire? Perché mi piace così tanto? 
"Posso.portarti.nella.tua.stanza?"
Muovo la testa accennando un sì... E le sue parole risuonano nella mia testa -voglio che sia indimenticabile- e anch'io lo voglio.
Mi stringo al suo petto, tra le sue braccia. Con gli occhi chiusi, la mente sgombra da qualsiasi pensiero negativo. Piano saliamo al piano superiore, nella mia stanza. La porta si chiude con un suo calcio alle nostre spalle. Cosa farà? 
Il cuore mi esplode mentre scivolo lentamente a terra, dritta davanti a lui. Il suo viso perfetto, la mascella ben definita, il naso dritto, le labbra carnose. La luce soffusa regala ai suoi occhi una brillantezza immensa. Barcollo mentre lo fisso intensamente. La sua mano si ancora alla mia schiena spingendomi verso lui. Le palpitazioni aumentano, il cuore esplode. La mano libera di Alex mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Quel tocco... Oh Dio! È lieve ma possente. Mi sento le gambe molli, quasi senza forza.
"Alex" la mia voce è roca, così silenziosa che a stento mi sento anch'io.
"Ripetilo"
"Co.cosa"
"Il mio nome dillo ancora così... Con quel tono basso"
"Alex" è spontaneo, obbligatorio, ė come respirare il suo nome.
Si abbassa verso le mie labbra piegando la testa di lato. Le sue labbra da vicino sono ancora peggio Oddio meglio... Più carnose. Chissà come sono morbide. Perdo l'equilibrio sopraffatta dalla voglia di averlo sulla mia bocca ma lui mi regge senza difficoltà portandomi ancora più vicina...
Trasuda sensualità ed erotismo da tutti i pori. Il suo respiro profuma di dolce e zucchero. La crostata...
"Baciami"
Un soffio e le sento. Calde. Morbide. Sensuali.
Poggia la sua bocca sulla mia con estrema lentezza chiudendo gli occhi, tenendomi stretta e mi abbandono...
La bocca si plasma sulla mia lenta, si muove baciando la pelle morbida, la sua lingua scivola fuori bagnandomi leggermente poi rientra. Sento il cuore esplodere mentre mi aggrappo con tutte le forze a lui. Il respiro si fa pesante. Bocca su bocca. Piccoli baci. Li da, li ricevo. Poi tocca a me. Lentamente da un lato all'altro.
Dio Alex sei un sogno.
È timido, cauto mentre lecco, mordo, bacio e succhio la sua bocca. Ancora fuori, ancora per poco. 
"Alex"
"Dio Sissy non ti fermare"
Lo attiro a me con forza. Lo sento... TUTTO. È eccitato. Lo sono anch'io per solo uno sfioramento. Cosa... No, non pensarci adesso.
"Baciami Sissy"
Questa volta l'urgenza della sua voce mi provoca in un modo indecifrabile. Ma mi stacco.
"Solo un attimo" dico affannando. Lui resta fermo al centro della camera mentre prendo dalla scrivania il mio iPod.
Indimenticabile.Questa parola risuona nella mia testa. Voglio essere unica per lui. 
Imposto su why dei Sechondad Serenade e gli passo una cuffia. L'altra ovviamente la metto io. Il suo sguardo si accende di un desiderio che non ho mai visto in nessun uomo. Mi strige forte e mentre ci muoviamo lentamente al ritmo lento della canzone uniamo le nostre labbra. 
La mano scivola tra i miei capelli, dietro la nuca, le mie lo tirano con forza. Devo, voglio sentirlo. Apre la bocca, lo faccio anch'io e il fuoco mi prende tutta. La sua lingua sfiora la mia. La mia tocca la sua. Un groviglio nello stomaco mi vuole bloccare ma no, non mi fermo e lui diventa passionale. Occhi negli occhi fino a chiuderli nello stesso istante. Ė bellissimo. 
Lingue, bocche, schiocchi... Sapori, fiati che si uniscono...
Voglio piangere per quanto ho desiderato questo contatto. Sto quasi per farlo quando il bacio diventa romantico. 
Languido...
Umido.
Intenso.
Profondo.
"Sissy... Oh Dio Sissy" biascica in un attimo appena siamo lontani. Ma pochi secondi il tempo di riprendere fiato. Poi siamo ancora uniti. Nelle bocche. Stiamo facendo l'amore con un bacio. No. Sì...
Toglie la cuffia e sfila la mia. Affannato, mi spinge fino al materasso. Mi distendo e lo aspetto. Non mi sale addosso ma si distende al mio fianco. È così dolce, premuroso. Fa tutto con calma. Non vuole correre.
"Il tuo sapore..."
"Cosa Alex"
"È l'afrodisiaco più intenso che abbia mai assaporato. Una droga. Ne voglio ancora"
"Prendilo"
******
Sono passate ore, non so quante. Ci siamo letteralmente persi nei baci. Eccitati all'inverosimile ma fermi ai baci. Niente carezze spinte, niente tocchi o corpi sovrastati.
"Come stai?"
"Non sono mai stata meglio in tutta la mia vita. Tu?"
"Divinamente"
"Hai sonno Sissy?"
"Un po' ma starei ancora a baciarti per ore".
"Non mi stuzzicare"
Mi da un lieve pizzicotto sul fianco facendomi inarcare inavvertitamente verso lui, sul suo corpo.
"Dormi Sissy"
"Solo se resti qui".
"Certo che resto qui, dove vuoi che vada"
"Qui, nel mio letto"
"Lo vuoi davvero?"
"È troppo intimo per te?"
"È l'ultimo desiderio di questa sera"
"Chiudi gli occhi" gli dico. Lui lo fa sorridendo ed io lo faccio distendere totalmente stringendolo tra le mie braccia.
"Buona notte Alexander"
"Notte stellina"
****
L'alta marea mi ha accolta, mi ha imprigionata e poi liberata. Sono sulla riva di una spiaggia colma di palme. Il sole m'illumina, il caldo mi trapassa. Non è una spiaggia deserta, ci sono ombrelloni con lettini. Ed è su un lettino che colgo la figura di un uomo bellissimo. È lui il "mio" Alexander. Mio oh porca miseria ho usato un aggettivo possessivo. Ma lo sento mio davvero dopo che ci siamo baciati per tanto tempo. Troppo? No decisamente no.
"Ehi stellina non dovresti andare a nanna?"
A nanna? Ma che dice?
"Vai su che lo spettacolo non è adatto a te".
Ma cosa... Mi blocco. Dalla vegetazione alle sue spalle spunta una donna. Ė bellissima, bionda, alta, corpo da modella.
Si sfila il reggiseno e sale a cavalcioni su Alexander. Oddio no! Lui la tiene per i fianchi e la spinge giù, sul suo corpo. 
No, no no...
"NO!"
"SISSY, SISSY SVEGLIATI!"
Apro gli occhi di scatto e lo spingo via. 
"Non mi toccare!"
"Sissy stavi sognando"
Oddio era un sogno.
"Tu eri così... reale"
La mia mano finisce nella sua. È un gesto così intimo, così rassicurante.
"Ora sono reale" e poggia la mia mano sulla sua guancia. 
"Ora" un bacio sulla guancia... "Ora" mi sfiora le labbra. Chiudo gli occhi. È reale.
"Mi.senti.Sissy"
Ancora un bacio più profondo ma a bocche chiuse.
"Voglio sentirti di più" ansimo e lui entra nella mia bocca. È così...
Caldo.
Avvolgente.
Unico.
Si stacca e mi guarda intensamente. Sta gemendo lentamente.
"Sì" biascico e lui torna da me questa volta con più forza. Più sicuro. Lo avvolgo con urgenza tenendo gli occhi chiusi, le mani tra i suoi capelli. Lo desidero tanto, è una provocazione fatta uomo.
"Sissy fer.fermiamoci..."
Ma contrariamente a ciò che dice continua a baciarmi. Ora con foga. Sembra in astinenza di baci. In astinenza da me...
"Dio Sissy" lo so che ha paura, io di più forse ma voglio solo sentirlo su di me. Ho bisogno del contatto con il suo corpo. Lo guardo. Un momento? Ma che succede? Alexander è a torso nudo con solo un asciugamano a coprirgli i fianchi.
"Ma è mattina?" Chiedo cercando di nascondere l'imbarazzo. È nudo sotto quell'asciugamano?
"Sì, non tardi però. Sono uscito per allenarmi un po' dormivi così bene. Quando sono tornato dormivi ancora e spero non ti spiaccia che ho usato la tua doccia"
"No, no"
"Mi stavo tamponando e ti ho sentito urlare. Non sarei uscito in questo stato scusami"
"Ti prego non scusarti"
Mi guarda abbozzando un mezzo sorriso e si alza dal letto. 
"Dove? Dove vai?"
"Arrivo subito voglio che mi racconti il sogno".
Non andare, non andare adesso, non ora Alex. Ma lui è già andato ed io sono così confusa e abbandonata dopo un incubo e un bacio che mi ha tolto il respiro.
 
 
##note autrice##
Be’ non ho molto da dire in questo capitolo il tanto atteso bacio è arrivato. Sissy è ancora spaventata ora fa anche incubi, forse perché veramente lo sente suo. Ora sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi. Era come ve lo aspettavate? Volevate di più? Di meno? Bene aprite la mente e fatemi sapere. Baci
Loveangel

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Capitolo 8
*** Incomprensioni dall'esterno ***




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Mi ha lasciata sola per rivestirsi. Una nobile mossa la sua devo dire ma sono un po' perplessa. Non che lo volessi nudo subito (oh mai pensare che mi facesse schifo eh) però, insomma avrei voluto approfondire quel bacio. Sono ancora stordita per quel sogno. Era troppo reale che ho quasi paura si avveri. Non ho mai fatto sogni premonitori e neanche ci credo a queste cose però, forse ho ancora troppo paura della sua vita. E non conosco ancora nulla. 
Mi sforzo di non pensare a lui, all'asciugamano che gli coccolava i fianchi, la sua nudità. Quella V perfetta che scivolava fin sotto l'asciugamano. Dio che pensieri mi vengono in questo momento. Perché cavolo la testa deve ragionare sempre a capoccia sua? Mi domando e dico possibile mai che ora, con lui nell'altra stanza devo immaginare una donna che sfiora con la lingua il suo addome perfetto? Oddio mio basta! 
Velocemente mi sollevo, forse cambiare stanza potrebbe essere un aiuto. Mi sembra di affogare nella mia stessa voglia. Voglia di lui, della sua bocca dei suoi baci del suo sapore. Uomo. Maschio fino alle ossa. E il vero problema è che lui sa di essere affascinante. Sa che tutte le donne cadono ai suoi piedi. Sa di avere potere. Un potere che tranquillamente potrebbe esercitare anche su di me. Ci cascherei in un attimo. Forse non aspetto altro. 
Il desiderio di sapere com'è mi divora e non va bene. Santo cielo non lo conosco neanche come posso desiderarlo così?
Certo è attrazione fisica questa, semplice e pura attrazione fisica.
Dovrei cercare di fingere indifferenza, almeno provare ad essere un po' me stessa, quella che prima dominava il mio "io" interiore e invece mi sento sopraffatta dagli eventi, da lui.
"Sissy?"
Mi giro di scatto verso la porta del bagno e Dio lui è ancora così... Seminudo.
"Scusa ho lasciato i vestiti di sotto. C'è un bagno o una stanza giù dove posso vestirmi?
No ma perché vuoi vestirti giù, fallo qui!
"Ehm sì c'è un bagno a destra della cucina."
"Okay faccio presto"
Va via, correndo quasi. Cos'ha paura di me? Ora è l'inverso? Sono io che dovrei essere spaventata dalla sua nudità e invece sembra quasi... imbarazzato. Ma la devo smettere di fare tutti questi pensieri negativi. Insomma siamo un uomo e una donna. Ci piacciamo questo è assodato. C'è attrazione. Lui vuole provare a vivere con me un'esperienza che non ha mai vissuto ed io? Io be' lo voglio in tutti i sensi. Perché mi sono scocciata di reprimere ogni volta i sentimenti e le sensazioni. Perché ho bisogno di viverlo, a poco a poco, in tutti i sensi.
Così per dimostrargli che ho bisogno del suo profumo sulla pelle sfilo la maglia e indosso la sua camicia. Sotto sono nuda tranne che per gli slip. Semplici di cotone bianco, niente di costruito, niente di troppo sexy.
Quando arrivo al piano di sotto lo sento fischiettare. È sereno, almeno questa è l'impressione che mi da.
"Sei qui?" 
La sua faccia è sorpresa. Non si aspettava di vedermi. Non vestita così.
"Sì, non sono un miraggio" ti voglio porca miseria.
"Come va la febbre?"
"Non l'ho ancora controllata" vuoi fare tu? Anche se lo so che se si avvicina la mia temperatura sale a quarantadue.
"Male, andiamo su così il tuo infermiere si prende cura di te"
No, Oddio, il mio infermiere personale. Questa è una provocazione vero? La leggo solo io così? Mi stringe la mano con forza e cammina. Solo qualche passo poi mi blocco fermando anche lui.
"Alex..." Ho abbassato la voce di conseguenza a cosa non lo so. Ma il desiderio mi sta divorando in questo momento. Lui lo capisce e forse prova lo stesso da come soffia il "sì?". Poi fa un passo verso me, lasciando la mia mano ma prendendomi per i fianchi. Siamo distanti eppure vicini. Una mossa improvvisa e il mio corpo cozza con il suo. Sento... Tutto.
"Non... forse non ti ho salutato come volevo."
"Fallo allora"
Convinta ormai che le sue labbra finiscano sulle mie resto in attesa ma lui mi stringe forte a se, fa scivolare le braccia dietro la mia schiena e si ferma.
"Buongiorno stellina"
No, ma dai non può essere. Non è ciò che voglio.
"Ciao" mi sforzo di restare calma anche se tutto sono fuorché tranquilla in questo momento. Forse si è schiarito le idee e ci ha ripensato. Forse il mio bacio non ha fatto scattare nulla. Non gli è piaciuto. E la malora vien da sé. Il cellulare, il suo squilla ininterrottamente. Lui si scusa, mi lascia e va a rispondere. Resto impalata per un attimo poi il "Meggy" mi mette ansia e salgo in camera. Non voglio sentire nulla eppure sono curiosa. Non dovrei origliare ma non ci riesco e ferma sulle scale, in un punto dove lui non mi vede lo sento parlare.
-non è come pensi tu. Okay. Tra un'ora. No adesso no. Ma perché mi metti sempre in queste situazioni imbarazzanti? Va bene il tempo di vestirmi e arrivo. Sì subito ho capito- 
Una donna, lo aspetta e lui va da lei. Okay devo capire che non è cambiato. Non è vero ma, non voglio fare discussione adesso. Non lo sopporterei, mi gira la testa.
"Sissy?" 
Mi chiama da giù, nemmeno sale. Non ha il coraggio di guardarmi negli occhi.
"Sissy?" Ed io non rispondo. Non posso perché le lacrime mi hanno già colpita, perché il cuore mi fa male.
"Oh al diavolo tutto!" Esclama salendo di corsa le scale. Indietreggio tentando di coprirmi gli occhi ma lui mi vede. 
"Merda!" 
Mi volto dandogli le spalle. Ma lui mi blocca tra le sue braccia.
"Lasciami"
"Sissy hai sentito?"
"Sì, va da Meggy"
Soffoca una risata e poi mi volta tra le sue braccia. No, non devo lasciarmi andare ma lui mi tiene stretta.
"Meggy è il mio istruttore di nuoto"
"Una donna?"
"Sì e prima che tu faccia mille pensieri negativi no, con lei non ci faccio sesso"
"Lasciami ti prego"
Allarga le braccia e fuggo via. Mi sento stupida. Una stupida ragazzina. Sono gelosa! Dio ma com'è possibile?
"Sissy per favore lasciami parlare"
"Vai ad allenarti"
"No!"
"Vai. Ora!"
"Va bene vado. Ciao Sissy"
*****
Ogni volta che sento qualcosa è sbagliato. Ogni volta che provo un sentimento sto male. Non posso più permetterlo. Entro in doccia. L'acqua scivola sul mio corpo. Le gocce si posano sulla mia pelle coccolandola. Sono triste, sola. Infreddolita. Quando ho bisogno d'amore resto sempre e irrimediabilmente sola.
Esco, mi vesto con velocità. Devo uscire, andare a lavoro. Scordare lui, quel sorriso, i suoi occhi. Non sono stata indimenticabile ma una delle tante. L'unica che ha baciato? No, non ci credo. È una bugia come quella dell'istruttore donna. Lei lo ha, non io. Con lei ci fa sesso. In acqua, fuori. In casa. Dio che male al cuore. È tutto finito, tutto... Quello che non è mai cominciato è già finito. Non voglio vederlo, non voglio sentirlo. 
Prendo il cellulare e cancello il suo numero. Via dagli oggetti, via dalla mente, via dal cuore. Basta.
******
"Giorno Josh" dico entrando in ambulatorio "Cosa abbiamo oggi?"
"Ehi Sissy tu cosa ci fai qui? Non avevi la febbre?"
"Sto bene. Proseguiamo?"
"Sei strana"
"No solo vogliosa di svolgere il mio dovere"
Josh si zittisce e mi spiega i vari casi di oggi. Un cane con una distorsione alla zampa anteriore destra. Un pappagallo con una strana perdita di penne e un criceto con un piedino rotto. 
Tutto qui, niente di nuovo. Così passo al mio lavoro. Impegnando il tempo senza pensare a nulla. Nulla. Lui non c'è non è mai esistito. Lui non può essere il mio. Dovrei combattere sempre con la sua vita passata. Il suo modo d'essere incomberebbe sempre su di noi. Un noi che non deve esistere.
"Vuoi un caffe?"
"Un cappuccino sì grazie Josh"
"A quest'ora? Ma tu non lo prendi solo di mattina?"
"Si può sempre cambiare no?"
"Certo"
Sola, finalmente. Lo so che Josh si preoccupa per me ma non mi piace essere trattata come una bambina. Sono finiti i tempi in cui ero fragile. Ora sono forte mi piego ma non mi spezzo. Passo il tempo con il mio gattino. Cully, piccolo e fragile. È nato con una grave menomazione: ha solo le zampette davanti e ovviamente nessuno lo vuole. Nessuno tranne me. Se mio padre non fosse allergico al pelo di gatto questo cucciolo ora vivrebbe notte e giorno con me ma, purtroppo posso prendermi cura di lui solo qui.
"Buonasera cerco la signorina Elisabeth"
"Elisabeth?" Dico voltandomi. Una donna bellissima, bionda occhi scuri mi viene incontro. 
"Sì è lei?"
"Chi la cerca?"
"Sono Meggy Stewart"
Oh ma bene ora manda pure le sue signore qua.
"Cosa vuole?"
"Voglio che faccia bene il suo dovere, voglio che si sistemi e che trovi un uomo da amare. E soprattutto la voglio fuori dalla vita di Climb"
Scoppio in una risata assurda mentre lei si avvicina. 
"È una minaccia?"
"No un'avvertimento" 
"Bene ora che ha parlato può tornare da lui"
"Elisabeth la prego io parlo in nome della sua carriera" e del sesso che sarà magnifico se arriva a marcare il territorio.
"Tra me e Alexander non c'è nulla stia tranquilla." Le do le spalle e senza pensarci troppo continuo il mio lavoro.
"Non mi pare convinta ma rispetto la sua scelta di non dirmi nulla. In fondo sono solo un allenatore che cerca di fare bene il suo lavoro. E se Alex potrebbe fare sesso le assicuro che la prima in lista sarei io. Arrivederci"
Che cosa? Non può? Dio ma che storia è questa? Mi volto quasi subito per chiederlo a lei ma è già andata via. Assurdo. Tutta questa messa in scena era assurda. Sicuramente è stato Alexander a mandarla qui. Sì, certo è stato lui.
Un uomo che fa solo sesso costretto a non farlo. Che assurdità.
Poco dopo rientra Josh ignaro di ciò che è accaduto e di quello che sto vivendo dentro, ride e scherza. Mi sento troppo confusa in questo momento. Non so nemmeno io se credere o meno alla rivelazione di quella, la Stewart. Ma in fondo che cosa importa? Io e Alexander non stiamo insieme e mai ci staremo. Devo ficcarmelo in testa. Dio però quanto lo voglio. Ora ho il desiderio costante di marcare il territorio, di far capire a tutti che è mio. Il mio uomo.
"Sissy chiudi tu?"
È mio, ha baciato me per la prima volta. Gli ho dato una chance e devo dargliela fino in fondo.
"No Josh abbi pazienza chiuderesti tu?"
"Certo Sissy non ti senti bene?"
"Sto bene solo che devo risolvere una questione adesso. Ed è urgente"
Ho già preso la borsa e infilato la giacca a vento. Sto fremendo. Devo vederlo adesso.
"Allora a lunedi!"
Oh domani è domenica... 
"Buona domenica Josh" sorrido posandogli un bacio sulla guancia. Lui arrossisce vistosamente. Com'è dolce!
"Anche a te capo"
Ormai ho deciso e questa volta non cambio idea. Parlare è il mio primo obbiettivo. Il secondo è baciare Alexander. Be' non c'è due senza tre vero? Il terzo è averlo. Lo voglio. Devo legarmi a lui in qualsiasi modo. È mio. Non suo. Se potesse fare sesso... No lui farà l'amore il che è diverso.


Sono fuori casa sua, le luci sono accese sia al piano superiore che quelle inferiore. Guardo attraverso le finestre e vedo passare la sua figura. Il cuore sembra balzarmi nel petto. Sussulto alla sua presenza.
Poi la porta si apre. Lui è qui, un timido ciao da parte di entrambi e senza dire nulla attraverso l'entrata. Non ci sono parole da dire lo so finché non vedo Meggy.
"Scusa il disturbo"
"Sissy vieni lei è Meggy"
Lo guardo spaesata certo, lui non sa che è venuta da me.
"La conosco oggi è passata per dirmi di starti alla larga" fanculo credevi che fossi una scema. 
"Cosa?"
"Ale io..."
Tenta inutilmente di parlare ma la blocco.
"Mi ha detto che non puoi fare sesso e lei comunque sarebbe la prima. Diglielo tu Alexander che non fai sesso con me perché vuoi fare l'amore"
"Meggy come ti sei permessa?"
"Ale io credevo..."
"Cosa? DIMMI COSA CAZZO HAI PENSATO?"
"Io ti amo lo sai"
"Io no, lo sai. Ora va via, lasciaci soli"
"Okay ci vediamo domani agli allenamenti"
"No, tu hai chiuso con me. Ti farò avere ciò che ti spetta. Addio"
"Ciao" mi passa accanto mentre Alex sconvolto entra in cucina. Siamo solo io è lei per un attimo.
"Non sarà mai tuo"
"Forse, ma nemmeno tuo"
La spingo via e sbatto la porta. Stronza.
Respira Sissy forza, va da lui. Devi parlare, il primo obbiettivo è questo. Così a piccoli passi lo raggiungo, lui è di spalle sta mettendo qualcosa in un piatto. No è una ciotola.
"Alexander"
Non risponde porca miseria è arrabbiato con me. 
"Scusa tolgo il disturbo" evidentemente mi voleva fuori con quella.
"Non.ti.muovere." Ansima voltandosi. I suoi occhi sono accesi dalle fiamme del desiderio. Due grandi falcate ed è da me. Il mio volto tra le sue mani.
"Non posso resistere, fermami adesso o non sarò più in grado di farlo"



##note autrice##
Eh lo soooooooooo volete fucilarmi? ma è tanto dai questa è una sorpresa il capitolo doveva arrivare lunedì e sarebbe comunque finito così. Alexander la sta supplicando in un certo senso, cosa farà lei? Lo fermerà oppure gli dirà di continuare?
Oh be' dovete aspettare ma lo sapete che sono buona e non vi faccio aspettare molto. Ah avete visto credevate che Josh fosse il pericolo per loro invece? Meggy... Sparirà? 
p.s. scusate se non ho risposto a tutte le recensioni domani risponderò a quelle vecchie e le nuove. Ovviamente.
GRAZIE di cuore per essere qui. un bacio
Loveangel

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Capitolo 9
*** Confessioni ***


                                                               Photobucket



"Non posso resistere, fermami adesso o non sarò più in grado di farlo".
Sollevo il volto dal suo petto. Il suo cuore batte così forte che lo sento anche da lontano. Io gli dono emozioni che forse non ha mai provato.
Lui mi fa sentire amata, anche se, non mi ama. 
"Non voglio che ti fermi" dico con poca voce. Mi manca il respiro, mi mancano le forze per confessare, anche a me stessa. Ho mentito o meglio ho omesso la mia situazione. Ho provato a dirglielo un paio di volte ma non ci sono mai riuscita, forse perché mi è mancato il coraggio. O forse perché lui ha tutta l'esperienza del mondo ed io "quasi" nulla.
"Guardami Sissy ho bisogno di vedere i tuoi occhi" ed io mi fermo a fissarlo. Occhi negli occhi, persi in un mare di parole silenziose.
"Sento che c'è qualcosa che mi vuoi dire, me lo dicono i tuoi occhi"
"Alexander..." Poggia l''indice sulla mia bocca.
"Sst va tutto bene, sto solo provando a leggerti dentro. I tuoi occhi mi parlano Sissy, come il primo giorno".
Mi attira a sé e dopo un lieve abbraccio mi solleva tenendomi stretta al suo petto.
"Guarda i miei occhi Sissy" 
Lentamente sollevo il volto. Ancora sento l'imbarazzo, sento il fuoco divampare in ogni parte del mio corpo. Ho paura ma lui mi dona una sicurezza che non ho mai avuto. Ho sempre detto che volevo un uomo capace di tenermi testa e beh lui lo fa benissimo.
"Guarda i miei occhi."
"Li guardo" e lo faccio perdendomi nel suo mare.
"Voglio che mi rispondi guardando i miei occhi. Voglio che vedi, che leggi la mia sincerità nel mio sguardo."
"Va bene"
"Non voglio fare nulla che tu non voglia ma... Sissy ho bisogno di sentirti... ti voglio sentire tutta, ti voglio nuda. Voglio sfiorare la tua pelle, tenerti stretta a me, coccolarti ma..."
Oh mio dio sto morendo. Brucio, mi gira la testa. Nel mio corpo sta esplodendo la guerra dei mondi. Fuoco contro ghiaccio. Ho bisogno di lui e delle sue coccole. Ma ho anche bisogno di sincerità. Devo e soprattutto voglio essere sincera.
"Alex fammi parlare"
"A letto, con me, potrai dirmi tutto"
Non mi da via di scampo. Non ho possibilità poiché la mia bocca è sua adesso. Il bacio che mi da è dolce, una camomilla che calma tutto il mio corpo. Sento la sua lingua umida, bollente. Mi prende con dolcezza, con... Dio non può essere amore. Ma perché mi sento così amata. Lui mi regala delle emozioni che non ho mai provato con nessun uomo. Il mio cuore batte forte e l’unica cosa che sento sono i leggeri schiocchi di labbra, i piccoli morsi. 
Sale le scale senza lasciare la mia bocca. Io lo assecondo, lo voglio davvero tanto. 
"Vorrei un regalo Sissy..." dice lasciandomi la bocca solo un istante.
"Tutto. Quello. Che. Vuoi." Ogni parola tra un bacio e l'altro. 
"Lascia che ti dimostri come sei importante per me".
Santo cielo! Sì...
"Sono qui per te Alex"
Ansima poggiandomi delicatamente a terra. La stanza è buia ma le luci della notte ci illuminano. 
"Ripetilo"
"Alex"
"Dio Sissy cosa mi fai"
Si allontana, fa pochi passi indietro e mi guarda. Quegli occhi, i suoi occhi. Lo specchio dell'anima, lo specchio dell'amore. Ma sarà amore? Ora non m’interessa quello che mi dicono i suoi occhi passa sopra ogni cosa. Lui è capace d'infiammare ogni particella di me con cose semplici.
"Voglio spogliarti"
"Fallo" anche se mi vergogno un po'. Non dovrei perché mi ha vista in costume ma... sto mettendo a nudo la mia anima non il mio corpo. E la mia anima vuole che lui mi spogli adesso. La mia anima vuole fondersi con lui.
Lento si avvicina, la sua preda è qui che lo attende. Non si ferma davanti a me ma gira intorno al mio corpo. Mi guarda, mi osserva, mi spoglia con gli occhi. Lo sento alle mie spalle, una mano mi cinge l'addome e mi avvicina a lui con un colpo secco.
Oh Dio!
"Senti cosa mi fai?"
"Sì" gemo.
Poi le sue mani mi accarezzano dal basso. Le gambe all'esterno, i fianchi... salendo porta dietro la stoffa del mio abito. Sollevo le braccia sopra la testa e lui lo sfila totalmente.
"Sei bellissima" soffia al mio orecchio facendo cadere l"abito a terra. 
"Voglio vedere ogni centimetro di te..."
"Alex"
"Voglio poter chiudere gli occhi e conoscere a memoria il tuo corpo."
"Alex..."
"Voglio ricordare il tuo profumo, conoscere quei punti che ti fanno impazzire".
"Tu. Mi. Fai. Impazzire".
Lentamente si sposta dinanzi a me. Il suo sguardo è lava incandescente.
"Non ho mai visto una donna in vita mia"
"Co-cosa dici?"
"Sei così bella che nessuna donna è donna, nei tuoi confronti"
"Alex"
Possibile che non riesca a dire una sola parola. Solo il suo nome esce dalle mie labbra. È una dolce cantilena, un richiamo. Un invito a prendermi. Ora.
"Dimmi che sei mia"
Fermate la terra.
"Dimmelo Sissy. Dimmelo"
"Sì"
"Dillo, dillo a me"
"Sono tua"
I suoi occhi s'illuminano e il suo sorriso si accende. Mi prende tra le braccia e mi porta con se, sul letto.
"Sissy..." Oddio cosa Alex dimmelo.
"Posso spogliarti... tutta" completamente, sono tua.
"Sì" e mi bacia. Questa volta con ardore, con voglia. La voglia che ci accomuna. La voglia che smania dentro noi.
Il mio reggiseno lento va via. Io gli sbottono la camicia, la apro è lui mi stringe al suo petto. I miei seni lo sfiorano e lui chiude gli occhi.
"Sei perfetta, perfetta per me"
Mani e bocche s'incontrano. Occhi negli occhi sicuri di quello che vogliamo sentire. I nostri battiti suonano una musica dolcissima. La stanza è colma di respiri soffocati, ingoiati. È colma di calore, un calore sprigionato dalla voglia.
Quando rimane solo con i boxer si ferma a guardarmi. In silenzio ci confessiamo tanto. Ci basta uno sguardo e sappiamo entrambi cosa vogliamo.
"Mi fermo" 
"Va bene fermiamoci devo parlarti. È importante davvero"
"Sono qui Sissy, qui per te. Parlami, apri il tuo cuore"
Ti amo... ma non ho il coraggio di dire ciò che sento. Dio, lo amo. Sì, lo amo. Mi sono innamorata di lui. Che problema!
"Io... non sono mai stata totalmente con un uomo".
"Cosa?"
Si sposta da me, leggermente ma quel tanto che basta a farmi sentire freddo.
"Sono ancora vergine. Io ho avuto una storia importante ma non siamo mai arrivati fino in fondo.
"Non hai fatto l'amore?"
"Ci ho provato, non voglio mentirti ma, quel giorno mentre lui provava... Dio è così difficile".
Ma Alex mi prende tra le sue braccia e mi carezza i capelli. È così dolce.
"Piano, non devi raccontare tutto nei dettagli se non ce la fai".
"Voglio farlo perché ero pronta almeno così credevo. Poi..." sospiro a fondo e chiudo gli occhi. Ricordo ancora quel momento. "Mia madre mi diceva sempre che dovevo essere pronta che dovevo amare quella persona più della mia vita. Che dovevo donare la mia anima a chi volevo al mio fianco e non era lui. Lo capii qualche giorno prima. Ci ho provato, lui è quasi entrato dentro me, poi ho visto una luce, si è aperto un varco nel mio cuore. Ho capito che era una scelta sbagliata perché lui non mi amava ed io non glielo avevo mai detto quindi..."
"Sei... vergine"
"Sì, lo sono quasi in tutti i sensi. Ho provato così poco è… per questo che mi spaventa la tua vita. Tu sei esperto io no. Tu hai provato tutto io... no"
"Dio Sissy ho quasi paura a chiedertelo ma voglio che tu sia sincera. Ti prego è importante per me"
"Chiedi tutto Alex mi sto mettendo a nudo"
"Vuoi fare l'amore con me?"
"No" cioè sì
"Capisco" dice brusco allontanandomi dal suo corpo "capisco perfettamente".
"No Alex no, non capisci come mi sento. Io muoio dalla voglia di averti dentro me, ma ho paura. Paura dei miei sentimenti, paura dei tuoi. Ci conosciamo così poco..." e già ti amo.
"Io conosco tutto quello che mi serve per dirti che sei la donna giusta per me. Conosco il tuo profumo, quello che m'inebria la mente, quello che mi offusca i pensieri. Quando sto con te, non riesco a pensare a nulla che non sia tu. Non vorrei essere da nessuna parte... mai. L'unico posto in cui voglio essere è con te... dentro te"
"Dio Alex è sbagliato"
"No, ti sbagli non c'è nulla di più giusto in questo momento. Anche se non siamo capaci di dirlo lo sentiamo.
"Tu non sei innamorato di me"
"Non lo so. Non so cos'è l'amore ma so ciò che sento adesso"
"E cosa senti?"
"Sento che sei importante. Sento che se tra qualche giorno parto senza averti avuto ne morirò. Mi spengo quando non sei con me. Non sono più me stesso da quando ti ho conosciuto. Voglio te ora, oggi, domani... sempre"
"Oh Alex"
"Sissy devo partire lunedì, non so quanto tempo starò via ma non voglio correre. Voglio solo dimostrarti ciò che ti ho appena confessato"
"Parti" un sussurro. Il mio corpo è invaso dalla tristezza. È immediata. Mi colpisce al petto. Va via da me. Lontano.
"Mia madre ha bisogno di me. Ha un cliente importante e non può curare gli altri casi, in più devo allenarmi e qui non ho nessuno che mi aiuti"
"Quanto? Per quanto tempo più o meno..."
"Un mese, forse più"
"Allora voglio viverti per tutto il tempo che ci rimane"
Se non riesco a dirglielo a voce almeno posso dimostrarglielo.
"Sissy stai dicendo che vuoi stare con me?"
"Voglio che mi coccoli come avevi detto" voglio che mi ami vorrei dire ma ovviamente non lo faccio.
"Chiudi gli occhi"
"Perche? Mi piace guardare i tuoi occhi"
"Tra poco. Ora chiudili, fallo per me"
Lentamente abbasso le palpebre e sento il suo respiro. Al mio orecchio sussurra con dolcezza che sono sua, che mi vuole. Le sue mani entrano in contatto con la mia pelle. Brucio. M'inarco sotto il suo tocco. Sento le sue labbra, sul mio collo, giù sulla spalla. Bacia, bagna, morde. È un gioco spinto, erotico che mi manda fuori di testa. Ho caldo, sono eccitata. Non mi sono mai sentita così... e voglio che continui, che si spinga oltre.
"Tu mi vuoi lo sento"
"Alex..."
"Sento il profumo del tuo corpo"
Oh...
"Sento l'odore della tua eccitazione, sento i tuoi battiti irregolari, forti. Dio mi fai impazzire"
"Alex ti prego fammi aprire gli occhi"
"Un attimo solo voglio... fare... una cosa" e sento la sua bocca sul mio seno. Bacia, morde, titilla... Impazzisco se non mi prende, impazzisco ora. Perché voglio di più, perché voglio lui.
Quelle labbra scendono sul mio addome dove internamente sto urlando "prendimi". 
"Oh sì" urlo e il paradiso mi spalanca le porte...
******
"Sissy io non ho parole" mi dice stringendomi tra le sue braccia. Ho superato l'imbarazzo e sono nuda.... completamente. Quello che ho vissuto in queste ore è stato un sogno. Alex mi ha "coccolato" come se fossi il più prezioso dei doni. Mi ha portato su vette che mai avrei immaginato. Mi ha fatto sentire sensazioni, emozioni mai provate. La sua bocca, la sua lingua… hanno fatto di me una donna. Mi sento donna tra le sue braccia e so che mi mancherà. Come so che se avessimo fatto l'amore adesso sarebbe stato sbagliato. Ma in fondo quello che c'è stato, anche se solo per me, è stato come fare l'amore. Lui ha amato il mio corpo, con le mani, con i baci. Quella bocca... Dio solo sa cosa ho provato. 
"Io sono senza fiato"
"Sissy sei così bella, bellissima quando godi"
Sorrido arrossendo e lo stringo a me. Non voglio lasciarlo andare. Voglio stare con lui, conoscerlo, viverlo. Ma possibile che quando sono felice devo soffrire? Perché mai queste cose mi accadono sempre quando una porta mi spalanca l'universo stellato? Perché devo vivere sempre momenti di tristezza? Come sarò ridotta una volta sola?
"Sissy?"
"Dimmi" Oddio non sono mai stata tanto dolce.
"Parti con me" santo cielo
"Non posso, lo sai"
"È per il lavoro?"
"Anche Alex, io mi prendo cura di mio padre e mia sorella. Non posso… anche se vorrei davvero"
"E di te? Chi si prende cura di te? Io ho il diritto di farlo non tu da sola"
"Mi rendi felice con queste parole ma davvero come faccio? Stiamo parlando di un mese o forse più"
"O forse meno"
"È fuori discussione, non posso lasciare l'ambulatorio"
"Da quanto tempo non fai una vacanza?"
Scuoto il capo, già so, dove vuole andare a parare.
"Mai fatta"
"Te la meriti non credi?"
"Alex ti prego non rendiamo tutto più difficile"
"Sissy, io ti voglio accanto. Ho bisogno di sentirti"
"Tienimi stretta stanotte come fosse l'ultima. Passerà in fretta e poi ci possiamo sentire no?"
"Certo" sospira e mi stringe a sé. "Dormi stellina"
"Alex?"
"Sì?"
Ti amo... 
"Ti adoro."
Posa le sue labbra sulle mie con una dolcezza immane.
"Provo qualcosa d'intenso anch'io. Buona notte"
"Notte" 
Avrei voluto un ti adoro anch'io ma mi accontento. Sta facendo tanto per me. Così con la mente che vola alle ore passate insieme, mi accoccolo tra le sue braccia. Lui è con me adesso e devo viverlo così.
 
 
##note utrice##
Credo che il capitolo parli da solo. Ora sapete perché Sissy scappava sempre, perché ha paura. Hanno tanto in comune anche se, sono molto diversi sotto le esperienze. Devono vivere tante prime volte insieme. E ora che si allontaneranno sarà un po’ più complicato, ma, mai dire mai… fidatevi.
Ho pensato di creare un missing rosso esterno per la scena che ho sfumato. Il rating è arancione e non volevo essere spinta più di così. Fatemi sapere cosa ne pensate, se lo volete e deciderò di conseguenza. Ovviamente tenetemi d’occhio eh! Bacio e grazie a tutte per le bellissime parole che mi donate ad ogni capitolo. Senza volerlo(o forse sì) siete la mia forza e mi spronate ad andare avanti. Baci
Loveangel

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Capitolo 10
*** Sorprese che son desideri ***


                                          Photobucket




"Buongiorno principessa" la sua voce arriva al mio orecchio come una carezza. È così dolce. Così intenso.
"Ciao" mormoro aprendo gli occhi. 
"Come ti senti oggi?"
"Dopo stanotte?"
Alexander ride e scuote il capo.
"No, in verità mi riferivo alla febbre. L'hai più misurata?"
Oddio prima figura mattiniera.
"No" dico abbassando il volto. Tentare di nascondere l'imbarazzo è praticamente impossibile con Alexander.
"Mantieni il contatto con i miei occhi Sissy"
Ma come fa ad essere così sensuale, eccitante e dolce con poche parole? Io proprio non lo so. Mi sento infiammare ad ogni sua parola. Brucio guardando i suoi occhi. Solo poche ore fa mi ha fatto provare delle sensazioni immense ed io già ho voglia di averlo ancora. Mi piace il modo in cui mi tocca, il modo in cui continua a guardarmi.
"Sei rossa, forse hai ancora la febbre" no, Oddio no. Sono rossa per colpa sua e muoio dalla vergogna al solo pensiero.
"Sissy"
"Cosa?"
"Non devi vergognarti di me"
"No... è che tu sei così naturale. Insomma mi hai vista nuda"
"Lo sei ancora"
"Appunto. Questo m'imbarazza! Io non sono abituata a mostrare il mio corpo così"
"Sissy siamo una coppia adesso no?"
Oh mio Dio! Siamo una coppia. L'ha appena detto?
"Io credo di sì"
Solleva un sopracciglio. È pensieroso. Il mare dei suoi occhi sembra infrangersi contro gli scogli.
"Sì o no? È semplice."
"Sì."
"Vuoi essere la mia compagna?"
"Sì!"
"Vuoi stare al mio fianco?"
"Dio Alex sì! Sì lo voglio."
Sorride e mi abbraccia di slancio facendomi distendere sotto di lui.
"Lo vuoi..."
"Voglio tutto di te Alexander Climb"
"Sai che non conosco il tuo cognome?"
"No?" 
"No, non me lo hai mai detto. Ricordo le tue parole. Sono Elisabeth, Sissy per gli amici"
Mi scimmiotta facendomi il solletico su un fianco. Io mi sollevo e lo bacio. Con trasporto, passione. Una passione che coinvolge anche lui. Una passione talmente forte che ci fa respirare pesantemente.
"Moore, sono Elisabeth Moore"
"Quanto mi piaci Elisabeth Moore" e mi bacia. Non sai quanto mi piaci tu...

******

Abbiamo fatto la doccia, separati ovviamente. È qualcosa di ancora troppo intimo per condividerlo insieme. Anche se, non nego, mi sarebbe piaciuta un'altra ora d'intimità. Ma Alexander mi vuole portare in un posto. Mi ha detto che è una sorpresa, niente di più. 
"Hai indossato il costume?" 
"Certo ma mi vuoi dire qualcosa? Dai sono curiosa!" 
Mi si avvicina in pochi passi e stringendomi tra le sue braccia, posa le sue labbra tra i miei capelli.
"Adoro il tuo profumo."
"Io adoro te!"
"Non ti dico nulla devi solo fidarti."
Sollevo il capo per guardarlo. Amo guardare i suoi occhi. Amo il suo sguardo felice, carico di desiderio.
"Non mi distrarre"
"Non sto facendo nulla!"
"Certo perché morderti il labbro per te è nulla!"
Oh santo cielo!
"Scusa" dico abbassando lo sguardo. Lui mi solleva il viso e mi bacia.
"Non devi scusarti ma solo prenderti le responsabilità delle tue azioni" e in un attimo mi ritrovo contro il muro. Lui plasmato su di me. Lo sento, è eccitato e,lo sono anch'io. Ma perché dobbiamo trattenerci?
"Mi fai impazzire Sissy. Il mio corpo ti vuole."
"Alex anch'io ti voglio."
Abbassa il volto sul mio. Sento il suo fiato solleticarmi la pelle. Si avvicina alle mie labbra...
"Ho una voglia immensa di conoscere il sapore della tua eccitazione. Il tuo corpo mi manda in estasi. Tu... mi fai perdere la testa. Non. Mi. È. Mai. Successo. Prima."
"Alexander ti prego... non usciamo."
"No, stellina non così ti prego. Non credere che per me sia facile resisterti. Muoio dalla voglia di farti mia. Ma voglio che sia speciale."
Lo spingo via. Questa poi! Insomma perché dobbiamo trattenere l'eccitazione se i nostri corpi sono pronti a fondersi? Potremmo unirci, amarci totalmente e invece?
"Sissy ti prego...
"Zitto Alex, non voglio sentire nulla adesso. Sono pronta per uscire, possiamo andare!"
Faccio qualche passo ma lui mi blocca. La sua mano mi scivola sull'addome, l'altra sta aprendo la chiusura lampo del mio abitino. La sento scivolare lentamente, sulla pelle milioni di brividi. Vorrei dire qualcosa ma sembro paralizzata. Alexander sta baciando il mio collo mentre l'abitino è scivolato lungo il mio corpo depositandosi ai miei piedi.
"Esci dall'abito Sissy."la sua voce è roca, gutturale. Sto impazzendo e non so ancora cosa ha in mente.
Due passi in avanti e l'abito rimane a terra. 
"Fermati Sissy...
Ed io mi blocco dandogli le spalle. Mi sento agitata, nervosa. Eccitata. So che mi sta fissando, so che la vista del mio corpo lo manda fuori di testa come so che si sta trattenendo. E non voglio. Voglio che si lasci andare, voglio sentirmi donna. Sexy, seducente. Forse per lui non sono così. Forse sono troppo ingenua per lui. E per questo motivo sta andando per gradi. Ma io ho voglia di lasciarmi andare, di farmi amare. Ho bisogno di lui, del suo tocco. Ho bisogno di qualcosa di tangibile. Staremo lontani per troppo tempo.
Lo sento alle mie spalle. Respira pesantemente.
"Non ti muovere" mi ordina con la voce bassa. La sua mano si posa sul mio collo, lo carezza scendendo sulla mia pelle. Al centro dei miei seni, sul mio addome. Ogni parte di me sta bruciando. Mi sento persa sotto il suo tocco. È così eccitante. Si ferma al limite della mia intimità e sento i polpastrelli solleticarmi il fianco. 
"Se adesso ti slaccio questo non sarà mai diverso da come mi sono comportato in passato." Dice prendendo il laccetto laterale del bikini.
"Se ti vedo nuda adesso, per come sono eccitato, non so se riesco a fermarmi come stanotte."
Non riesco a dire una sola parola, nemmeno il suo nome.
"Dimmi Sissy, vuoi che ti prenda così? Vuoi un Alexander pronto a fare sesso?"
Io, non lo so... Il mio corpo sta urlando dal desiderio. Non mi sono mai sentita così in tutta la mia vita.
"Allora Elisabeth vuoi essere mia così?"
"No..." Soffio senza fiato. Lo voglio ma ho capito cosa intende. 
Mi gira tra le sue braccia e mi bacia. Un bacio colmo d'amore. Dolcezza.
"Oh piccola" sussurra staccandosi per un attimo dalle mie labbra. Sono io ad annullare nuovamente la distanza tra le nostre bocche. Il suo sapore è vodka, un cocktail atomico. Pieno di alcolici. Mi destabilizza, mi manda fuori di testa. 
"Vieni" sussurra sollevandomi tra le sue braccia. Pochi attimi dopo sono distesa sul letto. Alexander scivola tra le mie gambe.
"Sissy..."
Apro le gambe facendogli spazio e lui spinge la sua erezione su di me. È così... grande.
"Dio tu mi farai morire"
"Voglio sentirti così."
Spinge, mi carezza, ci baciamo. Con gli occhi chiusi, poi aperti. Non resisterò a lungo lontana da lui...

****

Siamo usciti dopo le coccole. Non siamo andati a fondo, ci siamo solo sfiorati e una volta, più o meno sazi, abbiamo deciso di andare in questo posto che ancora non so. Sono bendata e siamo nella sua auto, in viaggio da circa mezz'ora.
"Sto morendo dalla curiosità!"
"Ci siamo quasi piccola."
"Perché mi hai bendato?"
"Perché avresti capito subito. Eccoci."
Ferma l'auto e mi chiede di restare ferma per un attimo. Scende, me ne accorgo dalla portiera dell'auto che si apre e poi si chiude. Ma perché ogni volta che faccio qualcosa con lui mi sento così male? Cioè non è male, è bene. Ma non riesco a trattenere l'agitazione.
"Sissy?" Le sue mani stringono le mie e mi aiuta ad uscire. Quando sento le sue labbra morbide sulle mie, mi sciolgo. La tensione scivola via e l'ansia va a farsi un giro.
"Ora togliamo questa. Sei pronta?"
"Non lo so."
"Sissy per me è qualcosa di davvero speciale. E per te sarà una bellissima sorpresa"
"Allora toglila"
Sento la benda scivolare via dai miei occhi. Li apro con molta lentezza e la porta del paradiso si spalanca. Il mondo marino, il mio mondo.
"Seacquarium"
"Seacquarium"
Diciamo insieme. Credo di aver gli occhi pieni di lacrime tanto sono felice. Questo posto è la mia vita. Ho sempre amato la città marina degli animali qui a Miami. E sono settimane che desidero venire qui. Ma da quando è stato messo in vendita è chiuso al pubblico.
"Alexander non possiamo entrare, forse non lo sapevi, il seacquarium è stato messo in vendita...
"E acquistato qualche giorno fa."
"Davvero? Allora possiamo entrare? Ma io lo vedo chiuso!"
"Piccola è mio ora!"
Resto spiazzata. È suo. Il proprietario di questo magnifico mondo è lui. Quanti soldi possiede? 
"L'hai, l'hai acquistato tu?"
"Sì, questo è un altro dei motivi per cui sono venuto qui. Vedi quante cose abbiamo in comune?"
Mi abbraccia ed io lo stringo forte. È vero abbiamo tante cose in comune. Stesse passioni, stessi amori e io lo amo. Tanto... forse troppo.
"Non piangere stellina"
"Sono troppo emozionata. Possiamo?"
"Sì vieni con me"
Mi stringe la mano ed entriamo. Vedere le piscine, sentire il rumore delle onde provocate dai delfini è un'emozione unica. È tutto bellissimo. I colori, lo spazio. Le tartarughe, i pinguini. Tutto.
"Buongiorno signor Climb" è un uomo in muta che si avvicina a noi. Già conoscono il proprietario. Ovvio che scema!
"Sissy fa come fossi a casa tua io mi sbrigo in un attimo!" 
Mi lascia sola allontanandosi con quell'uomo. Sì un bel giro tanto per cominciare non guasta mai. Per prima devo vedere i delfini. Dio che belli! Mi fermo ad osservarli al bordo dell'ampia piscina. Saltano fuori, si rituffano. Spruzzano acqua. Sono così emozionata! Questo posto è di Alexander, il mio Alexander. Posso venire qui quando voglio...
"Anche di notte"
Lui è alle mie spalle. 
"Come fai a conoscere i miei pensieri?"
"Credo di conoscere molto di te Sissy. Vieni ci cambiamo"
"Cambiarci? Per cosa?"chiedo sollevando un sopracciglio.
"Non ti va di fare una nuotata con loro... e me?"
"Io, non ho parole. Non ci credo!"
"Credici ora più che mai" e miseria ladra mi bacia. Ma non è un bacio semplice. La sua lingua è nella mia bocca subito. La lascio entrare, la sfioro. Ci rincorriamo, ci respiriamo. Sempre peggio ogni volta. Ci desideriamo troppo e trattenerci ci fa male. 
"Andiamo a cambiarci" mormora prendendomi per mano. Sono stordita dal suo bacio. Non era il solito bacio ma più focoso del solito. C'era ancora più desiderio. Forse l'ho soltanto immaginato.
Entriamo negli spogliatoi. Ci sono le docce per l'équipe che lavora, ovviamente le panche e gli armadietti. Da un armadio grande prende due mute e le poggia sulla panca alla mia destra. Lo guardo estasiata, immobile. I suoi occhi. Dio quanto amo il suo sguardo. Non lascia per un attimo il mio. È fisso, pieno di luce. Quest'uomo non è umano, no, è troppo perfetto.
"Posso spogliarti?" Dice con una voce che mi fa correre delle scariche elettriche lungo il corpo inimmaginabili.
"Sì."
Lentamente gira intorno al mio corpo, e con la stessa lentezza sfila il mio abitino. Il costume che indosso è scuro fortunatamente, sono certa che chiaro mostrerebbe tutta la mia eccitazione. Già contenere i miei capezzoli è impossibile. Si sono inturgiditi al solo pensiero del suo tocco. Rasento la pazzia questo è certo.
Alex prende la muta nera e fucsia e s'inginocchia ai miei piedi. Senza dire una sola parola mi aiuta ad infilare prima un piede poi l'altro. Le sue dita scorrono sulle mie gambe. Salgono sfiorando la mia carne ormai colma di brividi. Si solleva facendo salire un po' la muta. Al mio sedere si ferma, lo accarezza facendo scivolare i pollici sotto il tessuto del costume. Mi sta toccando, mi sta facendo perdere la testa. Santo cielo cosa darei adesso per avere qualcosa in più da lui. Ma lui non è del mio stesso avviso. Infatti continua a vestirmi sempre sfiorando i punti che mi fanno impazzire. 
Appena sono pronta fa lo stesso con lui. Vorrei farlo io ma mi beo della visione che mi si para davanti. Vederlo mentre si spoglia è qualcosa di erotico che non so spiegare. Il suo corpo, le sue forme fanno invidia ad uno scultore. È perfetto. In tutto.
"Possiamo andare"
Accenno un lieve "sì" e usciamo mano nella mano. Non riesco a pensare. Non riesco a parlare. È impossibile, balbetterei risultando impacciata invece di eccitata.
Quando arriviamo alle piscine sono bloccata da un suono fortissimo. Mi volto e un'orca enorme si muove con velocità. 
"Ti sta chiamando!"
"Davvero?"
"Certo, le piaci. Fa così quando una persona le piace. Poi è furba cosa credi!"
"Posso avvicinarmi?"
"Se non ti spaventa"
"No, non ho paura"
Lascio la mano di Alex e mi avvicino al bordo della piscina. L'orca salta fuori facendomi urlare. Balzo all'indietro e Alex mi prende appena in tempo.
"È innocua"
"Sì ho solo avuto paura perché non me lo aspettavo. Fammi andare da lei"
Mi lascia e lenta mi avvicino. L'orca spalanca la bocca piena di denti affilati. Piccola, è una cucciola già enorme. Abbasso il volto e le do un bacio. Credo che Alex abbia trattenuto il respiro perché quando mi alzo, mi attira a sé con una tale forza che quasi sento dolore.
"Va tutto bene Alex"
"Sono morto"
"No sei vivo"
"Sei matta? Mi hai fatto morire!"
"Alex è piccola e docile"
"Non lo fare più promettimelo"
"E va bene"
Mi solleva e in un attimo mi ritrovo in acqua con lui e... I DELFINI!
A volte chiudi gli occhi e immagini scene del genere. Oppure le vedi nei film. Una coppia che si bacia con intensità e trasporto in una piscina con i delfini. Ed è così che stiamo noi. Stretti l'uno all'altra. Bagnati, abbracciati. Ci baciamo mentre i delfini nuotano intorno a noi. Quest'uomo sta avverando senza saperlo i miei desideri segreti. Lui è il primo.

*****

La tristezza mi sta prendendo. Restano ormai poche ore e se torniamo a casa, dopo poco ci addormenteremo e le ore sembreranno ancora di meno.
"Alexander dove andiamo?"
"Sei pronta?" Mi chiede uscendo dallo spogliatoio. Sono pronta ad andare via. Ho salutato gli animali, ho salutato i delfini...
"Sì..."
"Allora devo bendarti ancora una volta."
"Un'altra sorpresa?"
"Sì ma questa volta non ci sposteremo di molto."
"Bendami, mi piacciono le tue sorprese"
Pochi istanti e sono nuovamente tra le sue braccia. Non mi oppongo, mi piace starmene stretta a lui, mi fa impazzire questa situazione. 

È davvero poca la distanza che percorre, neanche cinque minuti a piedi. Alexander mi fa scendere e senza dire nulla mi toglie la benda. Dinnanzi a noi una tenda enorme montata tra le piscine, proprio dove abbiamo passato l'intero pomeriggio. Fuori dalla tenda un tavolo per due, con due candele accese. È tutto così romantico!
"La nostra cena è pronta."
"Alex mi stai facendo vivere un sogno io non ho parole"
"C'è anche il dopo cena. Dormiamo qui?"
"Davvero?"
"Se ti va di dormire...
"Non mi va di mangiare"
No, non mi va neanche di dormire. Questo è il posto adatto, questo è il mio sogno...
"E cosa ti va di fare?"
Mi avvicino e lo stringo. Non voglio dire nulla. Ho paura di un altro rifiuto.
"Sissy..." Soffia prendendomi il viso tra le mani "fa l'amore con me"




##note autrice##
Salve a tutte come state? Io bene, sono sopravvissuta all'ultimo film della Saga anche se piango ancora, e sono qui. Che ne pensate? vi è piaciuto il capitolo? Non è dolcissimo Alex?
Per chi non lo sapesse ho pubblicato un missing moment rosso tratto dallo scorso capitolo. infatti si colloca più o meno a metà. Se vi va lo trovate qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1369105&i=1   Perdonatemi se nn ho risposto alle recensioni dello scorso provvederò tra oggi e domani. Vi aspetto come sempre e vi ringrazio tutte. Baci
Loveangel

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Capitolo 11
*** Fa l'amore con me... sì ***


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Fa l'amore con me....


Mi stringo forte a lui conscia che nel mio corpo sta esplodendo una tempesta senza eguali. Non ho mai desiderato un uomo tanto. Non sapevo che potesse far male e bene nello stesso istante. La lingua si è pietrificata come le mie braccia, che si sono saldamente aggrappate al suo addome.
"Sissy guardami" non ci riesco. Non perché non ne abbia voglia ma perché ho paura che percepisca il mio stato d'animo. È incredibile quando desideri qualcosa con tanta intensità, ti ritrovi ad essere terrorizzata nel momento che stai per averla.
"Sissy pensavo che tu..."
Sento il suo pollice sulla guancia.
"Stai piangendo" mormora asciugando una lacrima sfuggita al mio controllo.
"Scusa non avrei dovuto chiedertelo. È troppo...
Gli tappo la bocca di slancio con un bacio. Un bacio colmo d'amore. No, non voglio che pensi queste cose non è così. È solo che ora mi sento pronta, mi sento perfetta. Sono nel luogo che amo con l'uomo che amo e niente potrebbe darmi più sicurezza.
"Alex non c'è nulla di sbagliato. Io... lo voglio"
"Allora perché piangi?"
"Perché è tutto perfetto. Il luogo, la magia, tu..."
Sorride lievemente, quel tanto che mi fa perdere la testa.
"Voglio baciarti per tutta la notte. Non sai quanto adoro baciarti"
"Vuoi solo?"
"No Sissy, voglio baciarti mentre ti accarezzo, mentre ti spoglio, mentre entro in te..."
Dio! Come si può essere tanto eccitanti?
"Allora fallo" dico sicura. Sì lo voglio con tutta me stessa, con tutta l'anima.
Le nostre dita s'intrecciano come i nostri sguardi. Ora riconosco gli sguardi di Alex. Quando è eccitato i suoi occhi brillano di una luce maledettamente intensa. Quando ha paura sembra quasi spegnersi. Le aspettative lo rendono sorridente e le sorprese lo rendono bicolore. Non so come sia possibile! Ma davvero nell'ultimo caso i suoi occhi sono più scuri all'interno e si schiariscono all'esterno.
"Sissy."
Mi prende il volto tra le mani e si avvicina. Uno due piccoli passi e le nostre labbra si uniscono. Mi stringo a lui lievemente agitata. Non ho paura del dolore ho paura di non essere in grado di lasciarmi andare totalmente. Ma Alex mi rilassa.
Lentamente fa scorrere la lingua sulle mie labbra. Da un lato all'altro. Con calma, con amore. Sì io lo sento, questo è amore. Seppure non ancora intenso è pur sempre amore. Non c'è nulla di più dolce, protettivo. Alexander mi bacia e fa scorrere le mani sul mio corpo. Collo, spalle, braccia e ancora spalle. La sua lingua entra nella mia bocca. Sospiro grondante di desiderio. Un desiderio che non ho mai conosciuto.
"Sei perfetta." biascica con poco fiato. Nella tenda ci sono tante piccole lucine che riscaldano il piccolo ambiente fatto apposta per noi.
Mi fermo ad osservare ammaliata, tremendamente sorpresa. Alex ha fatto tutto per me.
"Per noi Sissy"
"Riesci sempre a capire cosa mi passa per la mente?"
"Leggo i tuoi occhi..." un brivido mi percorre "e sento le tue vibrazioni." un altro brivido stavolta più intenso.
"So, Sissy, cosa desideri, so cosa vuoi adesso. Ho preparato tutto non per fare l'amore, ma per tenerti tutta la notte tra me mie braccia. Ma tu, il tuo sguardo... santo cielo Sissy non riesco a resisterti"
"Non lo fare"
Indietreggio lievemente e mi viene in mente qualcosa che potrebbe sciogliere Alex. Perché anche lui è agitato.
"Guarda" gli dico infilando le mani sotto la gonna del mio vestito. Un po' d'agitazione mi prende ma sono anche eccitata dal suo sguardo sbalordito.
Faccio scivolare le mutandine sulle mie gambe, fin giù alle mie caviglie ma quando sto per toglierle Alex s'inginocchia ai miei piedi.
"Ti aiuto..." la voce roca, calda sensuale. Le sue mani mi sfiorano i polpacci e salgono... ginocchia, esterno e interno coscia. La sensazione d'umidità aumenta sempre di più. Cresce, mi fa impazzire.
"Sissy" e la sua bocca si posa sulla mia pelle. Il mondo vortica. La terra si ferma. Tutto intorno a noi assume un colore diverso.
...
Mani intrecciate e bocche unite. Siamo nudi, sudati, accaldati. Ci siamo accarezzati Alexander mi ha baciato dappertutto. Mi ha dato tanto di quell'amore che mi sento esplodere. Mi ha fatto impazzire con quella bocca. Labbra calde, carnose completamente devote al mio corpo. Sono esplosa ancora una volta. Ho perso il conto degli orgasmi ma lui è così passionale, così possessivo. Santo cielo come faccio a descrivere ciò che ho sentito? E soprattutto come faccio a descrivere ciò che ho fatto? Incerta, timida, spaventata l'ho toccato. Leggermente con la punta delle dita e sentirlo... santo cielo sentire il gemito, che non è riuscito a soffocare, mi ha reso audace. Ho preso in mano le redini del gioco e ho dato al mio uomo ciò che anelava di più.
"Tu sei incredibile Sissy"
"Alex" sorrido ma poi sento una fitta al petto. Una stilettata al cuore.
"Sissy stai piangendo" non è una domanda né un'esclamazione. Lo afferma con poca voce. Ho paura di dare voce ai miei pensieri. È troppo presto. Ma come posso giustificare queste lacrime?
"Che succede stellina?"
"Ho bisogno di te..." respiro a fatica. Il mio petto si muove con forza, il suo pare seguirmi.
"Sei sicura?"
"No, ma ho paura di perderti"
Scuote il capo e sale su di me scivolando tra le mie gambe.
"Non ho intenzione di lasciarti andare Sissy. Non mi perderai."
Sento la sua erezione scivolare tra le mie gambe. Si muove con dolcezza, con calma. È indescrivibile ma mi sento persa, sciolta.
"Alex" mormoro sempre più eccitata.
"Non sei ancora pronta tesoro"
Dio mi ha chiamato tesoro. Ma non è vero che non sono pronta. Ho bisogno di sentirlo ora o mai più. Così m'inarco sotto di lui. La sua punta scivola inaspettatamente dentro di me. Mi sento soffocare dal piacere e dalla paura. Lui si ferma e poi si muove. Quasi impercettibilmente. È perfetto, puro. È amore allo stato puro. Spinge un po', si ritira. Gemo, geme.
"Ancora"
"No..."
"Dio Alexander perché?"
"Sei troppo stretta piccola"
"Non ti fermare" gli ordino con poca voce ma tanta convinzione. La sua mano scivola tra i nostri corpi, tra le mie gambe. Esce ma entra con le dita. Mi fa impazzire, mi fa uscire di senno.
"Sei così calda... bagnata"
"Sei tu che mi rendi così..."
Mi tocca e cadono le stelle. Il mio corpo esplode sotto una marea di luci sfavillanti. Mi sento rinata, mi sento amata.
"Sissy sei bellissima"
"Prendimi Alex... prendimi ora"
Il mare si muove dentro di me, fuori il vento mi carezza la pelle. Sento le terminazioni nervose esplodere dal desiderio. Qualcosa si muove.
Lui si muove in corrispondenza mia. Le bocche si uniscono, danzano lentamente. Sospiri ingoiati, schiocchi di labbra, sguardi intrecciati.
"Solo un po'" soffia e prova ad entrare.
"Ancora..." Non ho paura del dolore voglio unirmi a lui. Piano... lento. Una piccola lacrima e la barriera si spezza. Blu, il colore del mare, il colore dei suoi occhi. Rosa il colore dell'amore e rosso il colore della passione che ci unisce dopo quel lieve crack che mi ha resa sua...

******


"Elisabeth Moore tu sei tutto per me, fin troppo."
La sua voce candida arriva calda al mio orecchio. È stupendo, dolcissimo. Alle prime luci del mattino, sotto una tenda calda, accogliente. Dentro il nostro nido d'amore siamo distesi, nudi, uno tra le braccia dell'altro. È successo davvero? Sono diventata sua? Oppure è stato solo un sogno?
"Sissy a cosa pensi?"
"Guarda i miei occhi e lo scoprirai"
Sollevo il volto finché i nostri sguardi s'intrecciano. È bellissimo con gli occhi gonfi, i capelli di quel biondo naturale tutti spettinati.
"Ti stai chiedendo se hai sognato?"
Scuoto il capo ridendo. Ma come diamine fa? Evidentemente c'è una connessione tra noi che va oltre le parole. Non c'è bisogno di dire nulla. Neanche per me. Mi basta guardare il suo sguardo per capire che è tutto reale. Sento ancora il fremito tra le gambe. Sento ancora il calore del suo corpo nel mio.
"È tutto reale"
"Bellissimo"
"Da morire" soffio infilando entrambe le mani tra i suoi capelli. Lo prendo alla sprovvista e lo bacio. C'è tutto nel mio bacio. Amore prima di tutto. Paura, passione, dolcezza, purezza. Lui è il primo amore, il primo con cui ho fatto l'amore.
"Oh Sissy quanto mi mancherai" soffia tra un bacio e l'altro. Ma non voglio rispondere, crollerei è sicuramente non lo aiuterei a partire sereno.

*****

Siamo andati a casa sua verso le otto. L'ho osservato mentre preparava la valigia con il cuore stretto in una morsa d'acciaio. Non lo accompagnerò in aeroporto devo allontanarmi da lui per non fargli vedere in che stato sarò.
Male. Sto da schifo. E non posso farci nulla. La mia vita continua qui, la mia vita è qui. Vorrei che fosse con lui e... forse quando questo problema sarà risolto, potremmo vivere come una coppia normale. Uscire, passeggiare mano nella mano. Baciarci al parco, comprare un hot-dog e ridere mentre il ketchup sporca uno dei due. Vorrei vivere la quotidianità ma ora non possiamo.
Come mi fa male il cuore. Quanto dolore sento alle tempie e agli occhi. Alexander sta infilando la giacca a vento, io mi sollevo dal suo letto e lo raggiungo. Guardandolo. Senza perdere mai un attimo il contatto con i suoi occhi. So che lui mi legge dentro ed anch'io ora ci riesco. Ti amo...
"Vorrei darti una cosa" dice con poca voce. Io annuisco presa in contropiede, senza la forza di articolare un solo muscolo.
Dal comò prende una busta blu e me la porge.
"Vorrei che la leggessi quando sarò andato via".
"Va bene"
Dov'è? Dov'è la mia voce?
"Mi mancherai da impazzire" soffia stringendomi in un abbraccio forte ma tenero allo stesso tempo. Possessivo.
"Sei mia Sissy, questo non lo dimenticare".
"No"
Mi lascia uscire dal suo abbraccio e prende la valigia. Io sollevo la gabbietta con Lullaby e in silenzio scendiamo. Il taxi è giù che lo aspetta. Mi sembra di vivere un brutto sogno. Voglio svegliermi ancora con lui al mio fianco. Voglio poterlo baciare ancora per molto, tanto tempo.
Chiude la porta di casa a chiave e dà al tassista la borsa e la cagnetta.
"Arrivo subito" gli dice prendendomi per mano. Dio come farò? Mi manca già l'aria. Mi manca la terra sotto i piedi.
"Vieni tesoro" sussurra al mio orecchio stringendomi forte. Non svegliatemi.
Non andare via...
Alla porta di casa mia prende le chiavi dalle mie mani tremanti. La apre e mi guarda.
"Lo so, non vorrei svegliarmi nemmeno io"
"Alex io...
"Sst, andrà tutto bene. Sissy sei il miglior dono che la vita potesse farmi. Tornerò presto tu pensa alla mia proposta" mi prende il volto tra le mani, le dita mi solleticano il volto. Sono così calde, bruciano sulla mia pelle.
Ti amo...
"Baciami Sissy" e lo bacio come fosse davvero l'ultimo. Tanto intensamente che sembra un bacio d'addio.
"Respira piccola" sto trattenendo il fiato.
"Devo andare"
"Sì"
"Ciao" dice posando ancora una volta le labbra sulle mie. Le sfiora e si sposta. Lo guardo allontanarsi. Sto annegando nel mio mare. Sto affondando e non so più nuotare. Alexander arriva al taxi senza voltarsi poi lo fa. Solleva una mano ed io sorrido ma dentro piango.

Ciao amore mio ricordati che ti amo...


Ho pianto per quasi un'ora distesa sul mio letto. Sento ancora il suo profumo sulle lenzuola. Mi ha squillato pochi istanti fa. Sta per partire. Non vedo l'ora di sentire la sua voce. Poi mi ricordo la lettera. Dio come ho fatto a non pensarci prima?
La prendo e la apro con cura. Passo le dita sulla sua calligrafia. Com'è bella.

Ciao stellina stai ancora piangendo? Ti prego non lo fare tanto. Mi manchi, da impazzire. Non credevo fosse possibile, non pensavo che nella mia vita ci fosse posto per questo tipo di sentimento. Sento che il mio cuore è cresciuto da quando sei entrata nella mia vita. Sento per te qualcosa di così grande che a volte ho paura di non riuscire a contenerlo. Sei importante per me, molto. Non immagini quanto. Ho pensato ad una futura collaborazione insieme, vorrei parlartene da vicino. Questo è il mio invito ufficiale, so che non mi dirai di no. Tra dodici giorni è il mio compleanno e vorrei un regalo speciale: te. Pensaci tesoro. Sei nella mia mente e nel mio cuore.
Tuo Alexander

 
##note autrice##
Grazie di cuore a tutte davvero non ho parole. Spero di non aver esagerato troppo e se volete il missing vi aspetto, anche se potrebbe andare bene anhe così… questa volta però se deciderete un missing rosso lo farò dalla parte di Alexander. Baci a tutte vi adoro.
loveangel

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Capitolo 12
*** Fuori dall'incubo c'è il tuo amore ***


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Buio. Non c'è una luce. Non vedo nulla. Posso sentire il rumore. Distinguo dei passi delle voci in lontananza ma non so chi sia. Alex è venuto a trovarmi in sogno. Era ancora più bello, sembrava reale. Volevo fosse reale. L'ho abbracciato e lui mi ha stretto, mi ha baciato con tanta di quella passione da farmi mancare il respiro. Quando mi ha detto che mi ama mi son sentita un angelo che spicca il volo. Sono andata in paradiso.
Qualcosa di freddo mi tocca la fronte, chi è? Perché non capisco da dove proviene questo tocco. Mi sento male eppure sto bene in questa dimensione lontana da tutto e tutti. So che Alex potrebbe arrivare in qualsiasi momento, qui non c'è tempo e distanza. Non c'è nulla che può dividerci.
"È molto accaldata...
Una voce in lontananza... maschile.
"Sì, probabilmente non vuole tornare...
Chi non vuole tornare? Chi parla? 
Cerco disperatamente di aprire gli occhi ma è impossibile. Non voglio farlo Alex è qui con me. Mi stringe una mano, mi carezza la schiena con l'altra libera.
"Alex resta con me" sussurro. Non voglio svegliarmi e perderlo. Non voglio stare male ancora.
"Ha ancora la febbre alta. Certo che ti faccio chiamare Alexander. No, il medico dice che non c'è da preoccuparsi. Va bene, spero di conoscerti presto.
Questo è mio padre. Possibile che stia parlando con Alexander? No, io sto sicuramente impazzendo. Mi sento rinchiusa nella mia stessa gabbia toracica. Mi sento bene e non voglio fare un solo passo per aprire i miei occhi. Per tornare cosciente. Perché ora lo so sono lontana dalla mia realtà. Sono rinchiusa in una dimensione parallela, nel mio sogno infinito.
****
-Buongiorno signor Moore come va la febbre?
-Fortunatamente oggi non c'è ma dottore io voglio che mi parli. Perché non lo fa. Sono tre giorni che apre gli occhi e li richiude. 
-Probabilmente sua figlia cerca o aspetta qualcuno. Poi non scordi che aveva una febbre altissima. La debolezza in questi casi prende il sopravvento e, sua figlia probabilmente non ha la forza di parlare.
Oh insomma io sono qui perché non mi sentono? Sono io che voglio stare qui. Con il mio amore. Alexander da qui non va mai via.
****
"Piccola mia questo è il quarto infinito giorno che sei in silenzio. Ti svegli, mi guardi, ti alzi anche ma non dici una parola. Anche ora mi stai guardando perché non comunichi con me? Ti manca Alexander vero? Dio solo sa quanto sto male per non averti detto va da lui quando me ne hai parlato. Ma voglio rimediare, per te, per lui. Quel ragazzo ti vuole un gran bene, forse anche di più, chiama tutti i giorni, è preoccupato e voleva venire. Gliel'ho impedito io e... ho sbagliato. Sai perché? Perché forse con lui avresti reagito. Josh è stato qui ieri sera. Ricordi? Mi ha parlato di una donna. Sto cercando indizi che mi facciano capire perché ti stai estraniando dalla vita quotidiana, perché hai abbandonato quel tuo bellissimo sorriso e soprattutto perché i tuoi occhi sono spenti.
Devi tornare da me felice e serena. Io e Samira abbiamo una sorpresa per te."
Dio papà stai soffrendo così tanto. Ma io non voglio farti soffrire, io voglio solo stare con Alex e questo è l'unico modo.
"Abbiamo saputo dove si trova Alexander e... aspetta però non chiudere gli occhi"
Mi sorride, e si solleva. Papà, il mio dolce cucciolo, il mio amore, il mio cuore.
Si siede nuovamente sul letto e mi sventola una busta dinanzi agli occhi. 
"Se muovi la testa in segno affermativo, ti dico cosa c'è"
Sono curiosa. Sorrido e vedo gli occhi di papà riempirsi di lacrime.
"Sì?"
"Papà" la mia voce. Non è per la sorpresa che mi sono fatta coraggio ma perché non posso fare del male a mio padre così. Ora c'è anche Samira qui con noi. Sento che la forza sta tornando, sento il calore infondersi nella mia pelle, scorrermi nelle vene.
"Come ti senti?" Mi chiede mia sorella. Dio che forza! Mi sollevo fino a mettermi seduta sul materasso. Papà piange, mia sorella mi stringe le mani. 
"Sei tornata"
"Sì" un'altra parola. Vedere la felicità nei loro sguardi mi rende altrettanto felice. Non so cosa ho fatto di preciso ma so che questa volta è la cosa giusta.
****
Sono passate tre ore. Ore di controlli e di parole. Ho parlato a raffica facendo venire il mal di testa a tutti. Vedere mio padre sereno e felice è una gioia inspiegabile. Anche lui vuole il mio bene tanto che mi ha prenotato un viaggio per raggiungere Alexander. Mi ha detto che vuole solo la mia felicità e se questa è lontana da loro, lui è pronto ad accettarla. Ho un padre d'oro. Un padre pronto a tutto per le sue bambine. So che ci vede ancora così.
"Voglio chiamarlo papà."
"Ora puoi farlo. Hai riacquistato tutta la forza. Se solo penso che ti stavi lasciando andare..."
"Sst.. Papà non ci pensiamo più, sono qui adesso. Con voi e non ho intenzione di fare più cose incoscienti."
"A me basta un tuo sorriso"
Lo stringo tra le mie braccia e guardandolo sorrido.
"Ti voglio un mondo di bene papà."
"Anch'io piccola mia. Ora va a chiamare il tuo uomo che è disperato."
"Papà senti, vorrei chiederti una cosa."
"Tutto quello che vuoi."
"Dopodomani è il compleanno di Alexander posso partire domani?"
"Ma sei ancora debilitata. Hai bisogno di rimetterti prima."
"Prometto che mangerò anzi m'ingozzerò come un maialino. Starò attenta e dirò ad Alex di non strapazzarmi tanto"
"Se ti senti in forza ancora domani allora sì."
"Sono certa che starò anche meglio." Gli do' un bacio sulla guancia e vado via. Devo sentire il mio Alex. E domani gli confesserò il mio amore.
Nella mia camera, al chiarore del tramonto mi distendo sul letto e compongo il suo numero.
"Signor Moore buonasera"
"Alex"
"Dio Sissy... sei tu?"
"Sì"
"Tesoro mio come stai? Santo cielo dimmi come?"
"Alex sto bene è passato. L'incubo è finito. Voglio dirti tutto e giuro che lo farò quando verrai da me. Ora voglio solo una cosa"
"Tutto. Vuoi che venga da te?"
"No, è un sacrificio troppo grande. Voglio che mi parli. Voglio sentire solo la tua voce."
E lo fa. Per ore parliamo e ridiamo cercando di non pensare all'accaduto. Non gli ho detto nulla della mia partenza. Vorrei fargli una sorpresa. Sono sicura di poter partire perché mi sento bene. Sono in forma e piena di vita. Poi il pensiero di rivederlo, di toccarlo di baciarlo mi rende ancora più felice. Più dell'immaginabile. 
Lo amo ed è incredibile provare un simile sentimento in così poco tempo. Ma è la sola verità, semplice e chiara.
****
Tutto è pronto per la mia partenza. Mio padre ha organizzato davvero tutto e mi ha sorpreso devo dire. Non mi sarei aspettata un simile comportamento, anche perché non mi ha mai visto tanto innamorata. E forse poteva essere spaventato di questo sentimento così grande. Invece no, è stato fin da subito disponibile, dolce e premuroso. Nella bagaglio a mano ci sono tutte le vitamine che devo prendere e l'antibiotico che sto ancora prendendo per la febbre alta che ho avuto. 
Lui e Samira mi accompagnano in aeroporto felici per me. Josh si è accollato tutte le responsabilità dell'ambulatorio e gliene sarò immensamente grata. 
Non ho un giorno per il rientro ma non starò via molto. Alex ha il suo lavoro e gli allenamenti ed io non voglio assolutamente disturbarlo. 
"Piccola sta attenta okay?"
"Sì papà. Hai già pensato a tutto tu."
"Il tuo autista sarà all'aeroporto ad attenderti, tu stai con lui finché non sei da Alex è stato già pagato per questo."
"Certo. Abbi cura di te papi." Dico stringendolo forte. Poi abbraccio mia sorella e le sussurro di essere buona in mia assenza.
"Non far dannare papà."
"Promesso sorellina."
"Brava."
Li saluto e via. Parto per raggiungere il mio amore.
*****
"Signorina Moore siamo arrivati. Vede quella villa lì con tutte quelle luci fuori?"
"Sì."
"È quella."
"Parcheggi qui per favore."
"Come desidera."
"Siccome non so se il mio fidanzato è in casa, potrebbe aspettare qualche istante?"
"Sono stato pagato profumatamente per questo."
"Bene."
Scendo dalla macchina colma d'ansia e felicità. Mancano pochi minuti a mezzanotte e sarò la prima a fare gli auguri ad Alex in un modo che neanche immagina. Guardo sul display del cellulare sono le 23:59 e attendo. Inspiro, espiro. 
00:00
"Pronto?"
'Buon compleanno" amore.
"Sei ancora sveglia?"
"Certo volevo essere la prima."
"Grazie, sei la prima."
Mi fermo sotto casa sua e guardo in alto non so quale sia la sua camera.
"Fai una cosa per me. Vai alla finestra ed esprimi un desiderio."
Attendo qualche istante e lo vedo. Il mio cuore fa un tuffo e la mia anima si rianima. Quanto mi è mancato.
"Sono alla finestra Sissy"
Dio ti vedo amore mio...
Ho le lacrime agli occhi.
"Cosa desideri in questo giorno." Sussurro con la voce colma d'emozione.
"Vorrei la mia stella: te."
"Allora puoi fare una cosa per me. Stai guardando il cielo?"
"Sì"
"Guarda in basso"
"Oh mio Dio Sissy!"
I suoi occhi si accendono, sento il rumore, il tonfo sordo del cellulare che cade a terra. Chiudo la chiamata e corro verso lui.
È qui a pochi passi da me, allarga le braccia e mi lascio stringere. Sono a casa.
"Sei il regalo più bello che potessi ricevere amore mio."
Amore mio... Mi ha chiamato amore.



##note autrice##
Tutto quello che ha vissuto Sissy verrà spiegato nel prossimo capitolo quando parlerà con lui. Ma in fondo si è capito no? Ha avuto la febbre altissima e non voleva tornare a vivere perchè stava troppo male senza Alex. Spero vi sia piaciuto. Un bacio enorme a tutte e grazie come sempre per le recensioni. Ho aggiornato prima ma prometto di rispondere a tutte entro lunedì. buon fine settimana
Loveangel

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Capitolo 13
*** tra sogno e realtà ***


                                                   Photobucket



Non sentire la sua voce per tutto il giorno non è stato un bene. Sono stanca e triste. Mi manca è questa la sola verità. L'unica che il mio cuore conosce.
Cammino lenta verso casa. Non ho voglia della solita routine ma mio padre mi aspetta con ansia. Siamo stati lontani solo tre giorni e mi ha detto che non sa stare senza me. Come potrei pensare di prendermi qualche giorno? Come potrei andare da Alexander e lasciare mio padre e mia sorella da soli? Certo per il lavoro non ho molti problemi, Josh è un ottimo collaboratore in più ama il lavoro almeno quanto me....
Però potrei provare a parlarne con mio padre. Lui potrebbe capirmi...
Dio Sissy stai così male da voler abbandonare la tua vita per raggiungerlo.
Oddio sì, è così perché lo amo.
Fisso per qualche istante casa sua, mi sembra quasi di sentire la sua presenza. I suoi occhi bellissimi mi stanno guardando dentro.

Non essere triste, io sono con te...

Oh santo cielo, sto proprio male se sento la sua voce!
Scuoto il capo e velocemente mi avvio verso casa mia. È mio padre ad aprirmi la porta. Mi stringe forte a sé e quasi mi sento bene. Ormai la verità è una sola, Alex ha un pezzo del mio cuore ed è per questo che in qualsiasi momento sentirò sempre tristezza e dolore.
"Mi sei mancata bambina mia"
"Anche tu papà" 
Mi allontano dal suo petto per guardarlo negli occhi, i miei stessi occhi. 
"Sei bellissima piccola mia, vieni ho preso un pollo allo spiedo così stasera non dovrai stancarti tanto"
"Lo sai che non mi stanco. Comunque grazie. Samira?"
"Eh tua sorella ha insistito per andare da Joice. Mi avrà ripetuto duecento volte che doveva vedere la sua migliore amica... Lo sai quando dice una cosa è impossibile farla smettere."
"Capisco"
Ci sediamo a tavola. Papà ha preparato tutto, addirittura ha acceso le candele profumate che amo tanto.
"Allora come va al lavoro?" Chiede portandomi il piatto con il pollo. Questa cosa mi puzza un po'. Non che mio padre sia cattivo chiariamo, ma non è abituato a fare queste cose.
"Benissimo anche se in questo periodo non c'è molto lavoro"
"Hai sentito la notizia bomba? Il seacquarium è stato acquistato"
Oh sì che lo so...
"E indovina un po' chi è il nuovo proprietario?"
Santo cielo mica sa di noi?"
"Alexander Climb il nostro nuovo vicino. Ma non è sensazionale?"
"Uhm sì, bello"
"Sissy che hai? Hai sempre sognato di fare la veterinaria in quel posto ora ne potresti avere la possibilità. Insomma è il nostro vicino, l'hai conosciuto... Che male ci sarebbe nel fargli la proposta? Magari la cercano sul serio una nuova veterinaria"
Papà... 
Diglielo Elisabeth.... Diglielo.
"Papà senti so tutto. Già sapevo di Alex."
"Alex? Lo chiami così? Siete in confidenza?"
"Me ne sono innamorata."
"Oh santo cielo! Ma è una cosa stupenda! Aspetta." Si ferma e mi guarda negli occhi. "Hai lo sguardo troppo triste. Ti ha rifiutato? Non ti vuole?"
Ora sono io che sorrido. Il mio papà...
"Papà no, niente di quello che hai immaginato. Io è Alexander stiamo insieme. Lo conosco da pochissimo lo so ma lui ha tutte le qualità che una donna sogna. È un gentiluomo prima di tutto. Mi rispetta e mi da quell'affetto che ho sempre desiderato."
"Ma... c'è un ma vero?"
"Nessun ma sul nostro rapporto. Io credo di amarlo. Aspetta... io lo amo, credo sia questo l'amore ma lui adesso è partito. È una storia lunga ma doveva aiutare sua madre e allenarsi per le olimpiadi. Tornerà... tra un mese, forse meno"
"Ti manca?"
"Da impazzire e non è passato ancora un giorno."
"Oh la mia bambina..." Sussurra alzandosi. Mi viene incontro e mi fa sollevare. Vuole confortarmi, vuole provare a strapparmi un sorriso. Sa che può riuscirci, sa bene che lui è l'unico uomo in grado di capire il mio stato d'animo anche senza parlare.
"Lo sai vero che il tuo papà è sempre pronto per una bella chiacchierata?"
"Sì lo so ma adesso non ce la faccio."
"Ti capisco. Perché non lo chiami magari sentirlo ti risolleva un po' il morale"
"Papà non vorrei disturbarlo."
"Sono certo che ne sarà felicissimo."
"Tu dici? E se fosse..."
"Sh nulla, è stato talmente impegnato da non rendersi conto dell'ora, ne sono certo. Ora mangiamo e poi te ne vai in camera tua e ti rilassi. Oggi faccio tutto io."
"Ma no..."
"Non si discute su questo!"
"Va bene... grazie papi"

****

Sono distesa sul mio letto al buio. Le luci della notte filtrano dalla finestra illuminando la mia stanza quel tanto che basta per comporre un sms. Non voglio disturbare Alex. Sono sicura che è stato impegnato per tutto il giorno perciò non mi ha chiamato.
E cosa gli scrivo? 
-ciao Alex sono Sissy come stai?- no, troppo formale.
- Alex mi manchi- mm no troppo istintivo.
Santo cielo ma può essere così difficile mandare un sms? 
Pensieri... Pensieri... Non ci riesco porca miseria. Poi il cellulare vibra. Il suo nome accende il mio cuore che batte all'impazzata. Chiudo gli occhi e rispondo.
"Alex ciao."
"Ciao piccola, scusa se non ti ho chiamato prima ma oggi ho lavorato il triplo."
"Non ti preoccupare, dove sei adesso?"
"Sono appena uscito dalla doccia."
Oh...
"Tu che fai?"
"Io ti stavo scrivendo un messaggio. Sono in camera mia."
"Sei sola?" 
"Sì" 
Non so perché abbiamo abbassato entrambi il tono di voce.
"Vorrei essere lì con te Sissy."
"Sul-sul letto?"
"Disteso al tuo fianco, con solo questo asciugamano addosso."
"Alex..."
"Credi che lo terrei per molto intorno ai fianchi?"
"Alex"
"Dio Sissy mi manchi. Mi mancano i tuoi occhi, mi manca la tua bocca. Voglio un bacio adesso. Un bacio dolce, languido..."
"Alex ti prego."
"Sissy non faccio altro che pensarti. Fare l'amore con te è stato speciale. Io... ho bisogno di parlarti, di vederti, di toccarti, di baciarti. Sissy ho bisogno di te"
"Alex" ti amo "Alex mi manchi anche tu. Tanto. Cosa farai domani?" 
Su Sissy cambia argomento. Non puoi dirglielo in questo modo. 
Non posso, non adesso. Ma cosa diamine mi sta succedendo? Insomma lo conosco da troppo poco per stare così. 
"Domattina alle 5:00 ho gli allenamenti. Farò quattro ore di nuoto poi farò una doccia e scapperò in ufficio. Ci sono una marea di pratiche da sbrigare."
"Mi dispiace non ci capisco nulla altrimenti..."
"Mi avresti aiutato?"
"Sì, certo!"
"Non credo che avremmo lavorato tanto insieme"
Sorride. Meno male che non può vedermi sono diventata rossa come un pomodoro. Ancora non mi sono abituata all'intimità con lui. In effetti questa è la nostra prima telefonata e anche se abbiamo fatto l'amore mi sento in difficoltà.
"Io sono molto seria sul lavoro. Non mi sarei lasciata abbindolare da te..."
"Ti avrei sedotto senza sosta... Ti avrei fatto impazzire"
Oddio mio mi sono eccitata. La sua voce è decisamente tre toni sotto a pochi istanti fa.
"Ti avrei corteggiato fino a farti cedere. Saresti ceduta tesoro?"
"Lo sai che cosa sarebbe accaduto. Sbruffone. Lo pensavo il primo giorno quando ti ho incontrato lo penso ancora adesso."
Ridiamo, scherziamo e ci rilassiamo. Passa il tempo ed io mi rendo conto quanto ho bisogno del suo sorriso, delle sue labbra.
"Alex forse è meglio chiudere ora, domani devi alzarti presto."
"Sì, però promettimi che mi chiamerai domani."
"Quando?"
"Appena ti svegli, mentre sei ancora a letto, con gli occhi chiusi. Voglio darti il bacio del buongiorno."
"Va bene, a domani."
"Notte stellina a domani"
Chiudo la chiamata e porto il cellulare sul mio cuore. Così mi voglio addormentare, con la sua voce ancora nella testa e il calore nel cuore.

*****

La solitudine mi sta spezzando in due. Da quando Alex è partito non sono più la stessa. Forse anche le mura se ne sono rese conto. Lavoro sempre con voglia ma il mio animo, il mio cuore, io... non sono più la stessa.
Sono passati quattro giorni. Giorni in cui i messaggi sono continui, le chiamate sono corte ma tante. 
Giorni in cui non ho più fatto un tuffo ma sono andata in spiaggia con il cuore in gola. Ogni mattina lo faccio. Mi siedo sulla sabbia e guardo il mare. Lo rivedo ogni volta. I suoi occhi magnetici, la sua pelle abbronzata, bagnata come i suoi capelli che dolcemente ricadevano sul suo volto. Mi sono innamorata di lui in quel preciso istante. È stato quello il giorno in cui il mio cuore ha deciso di battere diversamente.

*****

"Buongiorno Josh" ennesimo giorno di lavoro, ennesimo giorno di solitudine.
"Ciao capa come stai oggi?"
"Bene" male, molto male.
"Non si direbbe hai una cera che può fare concorrenza ad un vampiro! Hai fatto colazione?"
"No, non ho molta fame. Cosa abbiamo oggi?"
"Nulla. Ho appena chiamato i Winter per dire loro che il coniglietto sta bene e possono passare a prenderlo. Ho dato l'antibiotico al pappagallo e sistemato le cartelle cliniche"
"Ecco io cosa faccio?"
"Mangia qualcosa"
"No, non ho fame e ti prego di non insistere."
"Okay allora vado al bar. Caffè? Cappuccino?"
"Un caffè andrà benissimo." È il resto che non va. Se non ho lavoro penso, se penso sto male. Se sto male non riesco ad andare avanti. Cosa devo fare? Perché non riesco a decidere cosa è meglio per me in questo momento? Se andassi da Alexander gli intralcerei il lavoro, gli allenamenti e non posso, non devo. Lui ha il diritto di inseguire il suo sogno e di realizzarlo.
"Bene bene la principessa è scesa dal piedistallo" una voce femminile mi fa voltare di scatto. Lei, ancora lei. Meggy.
"Che cosa vuoi?"
"Sono qui per salutarti, raggiungo Alex, ha bisogno di me"
No, non è possibile.
"Poi sai sua madre è molto importante e ha organizzato un compleanno con i fiocchi. Ci sarà tanta di quella gente che quella sera avrà occhi solo per me: la sua accompagnatrice."
"Tu non sei niente per lui" dico sollevandomi dalla sedia. La spostò con tanta di quell'ora che cade a terra facendo un fracasso enorme.
"Beh io sarò lì con lui se pi tu che stai qui, mia cara. Ciao e... buon proseguimento."
Sono bloccata e scioccata. Brutta oca giuliva dei miei stivali. Vuole Alexander e credo che farà di tutto per mettermi contro lui. Io però cosa faccio? Nulla. Mi fido, mi voglio fidare di lui. Devo farlo altrimenti non riuscirò ad andare avanti. Ho bisogno che il mio cuore senta meno dolore. Ho bisogno che la mia mente si rilassi.
"Ecco il caffè Sissy. Chi era quella che è appena uscita? Abbiamo qualche piccolo da curare?"
"No, devo andare. Josh scusami ma ho bisogno di smaltire la rabbia. Poi ti spiego tutto, promesso."
"Prenditi qualche giorno okay?"
"Ti chiamo. Abbia cura dei miei cuccioli."
"Lo farò."

*****

Sono ore che cammino senza trovare una soluzione. Non ho risposto a tre chiamate di Alexander, sono troppo tesa, troppo nervosa. Che cosa glia avrei detto? Cosa?
Mi siedo su una panchina di fronte al mare, oggi tutto va a rilento. Il vento soffia forte, le nuvole sono scure. Sembra quasi stia per piovere. Sta per arrivare una tempesta come quella che c'è nel mio cuore adesso.
Prendo il cellulare e digito il numero di Alexander. Ho bisogno di sentirlo.
Al quinto squillo senza risposta chiudo la chiamata. È impegnato. Ma non m'importa ho bisogno di sentirlo da lui che Meggy sarà la sua allenatrice ancora. Deve dirmelo, deve essere sincero.
Lo richiamo ma questa volta il cellulare è spento. Fanculo.
Le ore passano, il vento si è placato ma la pioggia scivola incessantemente su di me. Cammino sotto l'acqua, piangendo. Lui è troppo per me e non è un bene. Non è decisamente un bene stare così male per lui. Non credevo potesse esistere un sentimento così forte ora capisco le parole di mia madre. 
Lo so mamma, lo so adesso, avevi ragione tu.
Arrivo a casa inzuppata dalla testa ai piedi. Fortunatamente non è ancora ora di cena e quindi sono sola. Salgo su con lentezza esasperante, faccio una doccia veloce cercando di placare il tremore del mio corpo. Mi metto a letto e lascio che Morfeo mi catturi totalmente.

"Stellina" 
È bello sognarti qui con me.
"Stavo impazzendo senza te Sissy. Cosa mi hai fatto? Dì la verità sei una strega o una fata. Mi hai fatto un incantesimo"
No, lo hai fatto tu a me. Dio Alex toccami il viso.
"Ma mi piace questa magia. Insomma è strano sentirsi così persi ma ho capito cosa provo"
Anch'io Alexander giuro che appena saremo insieme, dopo averti baciato ti dirò che ti amo.
"Io ti amo Elisabeth Climb" 
Dio questo sì che è un sogno bellissimo. Non svegliatemi.

##note autrice##

non sono cattiva ne sadica. Ho sudato per creare un capitolo bello e non sono sinceramente convinta che vi piaccia. il finale? Oh beh in questo sono brava, vi lascio sempre con il fiato sospeso ma mi piace quando fate le vostre supposizioni. Vi aspetto nei commenti e GRAZIE a tutte le bellissime recensioni che mi avete lasciato fino ad oggi.
loveangel

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Capitolo 14
*** Mon cuer... mon amour ***


                                                  Photobucket



Mi prende la mano ed insieme entriamo in casa. Tra noi c'è silenzio, un silenzio che parla più di tanta parole. Il desiderio. È quella la parola chiave di questo silenzio sconosciuto ma tanto voluto.
Saliamo le scale con calma, Alex mi sta davanti guidandomi nella maestosa villa di famiglia. È solo, almeno così sembra. Quando si ferma fuori dalla sua camera ricordo di aver lasciato il tassista in attesa, il mio bagaglio nella sua macchina.
"Alex ho lasciato la valigia giù, nel taxi."
Lui apre la porta sorridendo e mi guida verso il letto. Mi siedo fissando il mare nei suoi occhi. Un mare calmo, un mare piatto.
"Torno subito fa come se fossi a casa tua." 
Si abbassa verso il mio volto e poggia le sue labbra nell'angolo della mia bocca. Il desiderio di prenderlo aumenta a dismisura. Lo voglio più di ogni altra cosa al mondo. Per lui ho passato dei momenti di sconforto totale. La sua mancanza mi devasta totalmente la vita. E anche se non è giusto vivere in questo momento così so che lui è l'unico capace di rendermi totalmente felice.
Mentre lui non c'è osservo la sua stanza. Il letto enorme è coccolato da un morbido piumone con il colore del mare, le pareti rigorosamente bianche e il soffitto di un azzurro cielo magnifico. È un cielo pieno di nuvole. Molto suggestivo e rilassante. Mobili bianchi laccati fanno da sfondo a questa camera immensa. Una radio antica poggiata su una mensola non troppo alta attira la mia attenzione. Tanto che mi sollevo come spinta da una forza che non conosco. Mi avvicino a poco a poco con il cuore palpitante di gioia. Posso ascoltare cosa gli piace, che musica lo rilassa. Potrei perfino meravigliarmi dei suoi gusti che conosco ancora poco.
Giro la piccola rotella che mette in funzione la radio e una musica lenta, il suono di un assolo di pianoforte mi cattura totalmente. È dolcissima, una musica struggente e colma di parole silenziose. Mi muovo stringendomi con dolcezza, immaginando Alex. Immaginandomi tra le sue braccia.
"Ti piace?" 
Sobbalzo alla sua voce. 
"Scusami non volevo toccare le tue cose, ero curiosa di scoprire cosa ascoltavi l'ultima volta che l'hai acceso."
"La sentivo poco prima che mi chiamassi, è una musica che mi da tanto. L'ha composta mio padre per me e mia madre prima di morire."
"Oh Alex mi dispiace" così tanto. Mi avvicino a lui che sorride seppur lievemente. Apre le braccia e mi lascio stringere con dolcezza.
"Non devi dispiacerti, la vita è questo anche. Perciò io penso che bisogna sempre viverla al massimo, non bisogna mai sprecare un solo minuto. Tutto quello che ci viene donato è oro e dobbiamo accogliere tutto a braccia aperte. Sia le cose positive che quelle negative, perché anche quelle hanno uno sfondo positivo nella nostra vita."
"Lo so, adesso ancora di più."
"Balla con me." Dice mentre una nuova melodia, più dolce ma sempre lenta, parte dalla radio. Ci muoviamo insieme guardandoci negli occhi. 
Non c'è nulla che non ci diciamo in questo momento.
Non c'è un solo segreto che possa essere nascosto ai nostri occhi.
Occhi che parlano, che si dichiarano amore. Oh amore...
Mi sollevo sulle punte e le nostre labbra s'incontrano in un bacio lento, caldo, languido. Le nostre labbra si sfiorano, si toccano. È come se non ci fossimo mai staccati. 
Alexander spinge la sua lingua e io l'accolgo felice di ritrovarlo ancora più desideroso. Me ne rendo conto dalle sue mani che mi carezzano con dolcezza i fianchi, scivolando sempre più in basso. Me ne accorgo dal suo corpo che legato al mio, mi rende folle. Il desiderio crescente ci spinge ad indietreggiare fino al letto. Mi stacco per un secondo da lui e con un movimento fluido e lento faccio scivolare le spalline del mio abito dalle mie spalle. Fin giù ai miei piedi.
"Esci da quell'abito" mormora con voce roca facendo fiammeggiare i suoi occhi nei miei. Faccio uno, due passi laterali e scalcio l'abito lontano. Ora sono seminuda, sensuale, coperta da un intimo di pizzo nero che lo fa trattenere il fiato.
"Distenditi sul letto Sissy. Ora." 
Geme mentre con lentezza mi lascio scivolare indietro sul materasso. Lui si slaccia i pantaloni, sfila la cintura e toglie la camicia buttandola nella stanza. Ho il cuore a mille, il corpo in fiamme mentre poggia le ginocchia sul materasso.
"Apri le gambe Sissy, lasciami scivolare su di te." 
Chiudo gli occhi inspirando profondamente e lo sento. 
Totalmente.
Completamente.
Su di me.
Il suo corpo perfetto si adagia sul mio schiacciandomi contro il materasso. Dio che sensazione piacevole. Sentirlo tra le gambe è magnifico.
"Alex..." mormoro il suo nome prima di ricevere un bacio intenso, passionale, focoso. Sto letteralmente bruciando. Vado a fuoco e non so come le mie mani si muovono da sole alla ricerca del suo fondoschiena. Lo premo contro di me ansimando a gran voce.
"Oh Sissy...
"Spogliati Alex" 
Ma lui mi afferra dietro la schiena e sgancia il reggiseno. L'aria e l'eccitazione sono visibili dai miei capezzoli. Turgidi e gonfi per il suo tocco leggero poi forte. Mi stuzzica prima con le dita poi con la lingua.
"Alex" 
Succhia un mio capezzolo facendo scivolare una mano tra le mie gambe, tra i nostri corpi.
"Non ti fermare" dico trattenendo il respiro.
"Non ho nessuna intenzione di fermarmi. Mi sei mancata tanto, troppo"
Prende la mia bocca con voracità crescente. Lo sento così duro su di me, così forte, possente, virile. Uomo. Il mio uomo. 
Tocca un mio seno, il mio centro e spinge. Il mio corpo è scosso da mille brividi. Spasmi ritmici mi fanno contrarre dall'interno, mi fanno inarcare verso lui. 
"Dio Sissy..."
La sua voce sensuale arriva al mio corpo come una scossa elettrica e vengo. Vengo urlando il suo nome, spingendomi verso il suo sesso che preme, spinge. E poi sono io che lo spingo via. Come una pazza insaziabile salgo a cavalcioni sul suo corpo, faccio scivolare il suo sesso fuori e, meravigliandomi di me stessa lo tocco. È mio, in tutto e per tutto. Nessuno potrà mai dividere ciò che c'è, quest'amore così pazzo e folle. Ma soprattutto incontrollabile come me adesso. 
"Sisì ti prego mon amour ora."
Francese... Oh Dio c'è qualcosa di più eccitante della sua voce adesso?
No, non c'è. 
Sposto quel sottile strato che mi copre ancora e lo lascio entrare.
"Mon Dieu" 
Il paradiso, l'amore. Tutto l'indecifrabile del momento. Tutto l'impossibile. Lo voglio tutto e me lo prendo tutto. Fino in fondo, fino alla fine. 
Alex mi stringe spingendomi giù, fino a baciarmi. Facciamo l'amore senza mai staccare le nostre bocche. Uno, due... non so più quanto piacere sto provando finché dopo aver perso la cognizione del tempo, non sapendo più perché ora sono sotto di lui, viene dentro me.
Nudi, abbracciati e sudati ci stringiamo sotto le spesse coperte. È così bello ritrovarsi, così bello amarsi.
"Come stai Sissy?"
"Divinamente e tu?"
"Sant au paradis"
"Sei in paradiso?"
"Sì con te al mio fianco posso superare qualsiasi cosa. Sissy..."
Le lacrime spuntano dai miei occhi senza motivo. O no il motivo c'è è che lui mi fa sentire donna, viva. Amata.
"Alex io..." Ti amo. Forza su diglielo. Ma perché ho paura di esternare i miei sentimenti? Perché ho paura che non ricambia ecco il perché.
"Tu devi dirmi perché ti sei lasciata andare."
"Perché non riesco a vivere senza te."
Ecco questo è un ti amo sottinteso. Alex mi prende il volto tra le mani e mi bacia. Le sue labbra sono una dolce camomilla zuccherata. Ristabiliscono la pace nel mio corpo. La mia anima si sente tranquillizzata. È come se mi stesse dicendo che non mi lascerebbe mai andare via da qui. Non dal suo letto ma dalla sua vita.
"Sissy sei troppo importante per me, non ti lascerei mai andare. Non vorrei mai essere partito. Mi sento così in colpa!"
"Oh no, no no no. Tu non devi! Insomma non è colpa tua. I sentimenti non si possono controllare."
"No questo è vero ma se avessi immaginato!"
"Come avresti potuto io stessa mi sono meravigliata di ciò che sento!"
"E... cosa senti? Puoi. Puoi dirmelo."
Guardo i suoi occhi, mi tuffo nel suo sguardo cercando di trovare il coraggio. Ora è il momento giusto. È questo il momento che ho atteso per tutto il tempo. Questo l'attimo giusto.
"Io ti amo Alex."
"Ripetilo Sissy. Ripetilo mon couer..."
"Dio come mi piaci quando parli francese." 
"Mon couer, mon amour..."
"Ti amo" sussurro sulla sua bocca. Non mi bacia ma i suoi occhi, colmi di lacrime, mi mettono ansia. È troppo presto. Sì è questo il motivo.
"Ancora."
"Ti amo"
"Vuoi sapere come mi sento adesso?"
Anche se avrei preferito una risposta invece di una domanda sono felice, perché sento che lo è.
"Come?"
"Come se potessi toccare il cielo con un dito. Perché tu sei il mio cielo Sissy."

##note utrice##

Ho pubblicato in fretta per voi scusate gli eventuali errori domattina rivedrò il capitolo. Spero vi sia piaciuto e di non aver sforato troppo con il rating nel caso mi aspetto che me lo diciate così modifico il capitolo. Ho controllato bene e non ho usato termini spinti per il rating del sito va bene. per voi?

 grazie alle 16 persone che mi hanno fatto emozionare con i commenti e grazie anche a chi legge restando in silenzio

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Capitolo 15
*** Colpo al cuore ***



                                                               Photobucket


Svegliarmi alle prime luci dell'alba e vedere il suo viso è una sensazione nuova e bellissima. Non ho mai condiviso il letto con una donna, non ho mai dormito con la donna che mi ha rubato il cuore. Certo con lei ho condiviso una tenda, ma averla qui, in casa mia, è totalmente nuovo e inaspettato. È così bella. Le sue curve, il suo viso,gli occhi... Tutto di lei mi piace. Non c'è una cosa che cambierei del suo carattere. Neanche la testardaggine. Certo mi ha spaventato a morte con il suo modo di fare ma mai avrei creduto che potesse accadere qualcosa di simile al mio cuore. Ogni attimo che passo in sua compagnia sento che potrebbe essere così per sempre. E lo vorrei con tutto me stesso.
"Mm Alex" mormora nel sonno il mio nome. Sapere che faccio parte anche dei suoi sogni è ineguagliabile. Sono parte di lei. Lei che mi ha donato tutto, la sua anima, il suo cuore. Mi ama. Oh Dio! Cosa ho fatto per meritare un simile dono? Non sono stato di certo un esempio di uomo ideale in questi ultimi anni. Ho usato le donne, il loro corpo per un solo scopo: il sesso. Ho goduto, ho fatto godere ma mai ho pensato ad un futuro diverso. Per me esisteva solo la carriera e il nuoto. Quello era l'unico scopo della mia vita finché non ho incrociato il suo sguardo. Quel giorno nell'acqua mi sono sentito completamente affascinato, ammaliato dal suo sorriso, dal suo modo di osservarmi e dalla sua voce. Mi ha stregato dal primo istante. Ci sono così tante cose che non sa di me. Ci sono tanti punti oscuri della mia vita ma voglio dirle tutto. Con calma oggi farò in modo di presentarle la mia vita. Ora che è qui niente potrà fermarmi. Ci sono tanti scheletri, tante donne. Non vorrei che un giorno qualcuna potesse confessare il mio modo di fare sesso. Il mio modo di usare le donne. L'unico scopo il piacere ma questo era prima. Ora il mio scopo è un altro: amare. Voglio amare Sissy ogni giorno, voglio coccolarla, venerarla. Voglio stare al suo fianco e renderla felice.
Il mio cellulare sta vibrando. Esco lentamente da sotto le calde coperte e prendo il cellulare dal comodino. È mia madre.
In silenzio esco dalla camera e socchiudo la porta alle mie spalle.
"Buongiorno mamma"
"Ciao Alexander, senti ho una commissione da fare prima di stasera. Sarò a casa per le cinque di oggi pomeriggio. Intanto ho già chiamato la ditta di catering..."
"Mamma senti non possiamo rimandare questa festa?"
"No, ho invitato gente influente e poi voglio far conoscere la tua fidanzata a tutti."
Come sa di Sissy?
"Ma mamma senti lei non sa della festa, forse dovrei prima parlarle."
"Certo che lo sa, ne abbiamo parlato ieri."
"Ieri? Tu hai parlato con lei?"
Questa cosa mi confonde. Forse Sissy ha contattato mia madre prima di venire?
"Sì, certo. Senti lo sai che avrei aspirato ad un avvocato al tuo fianco ma se stai bene così... Io voglio la tua felicità e Meggy è l'unica che può renderti felice!"
Meggy?
"Mamma cosa centra Meggy? Di che stai parlando?"
"Su Ale non essere timido. So tutto anche della gravidanza e non vedo l'ora di veder nascere il mio nipotino."
"Gravidanza? Stai scherzando?"
"Ne riparliamo oggi pomeriggio"
"No mamma ne parliamo adesso, io non sto per..."
"Alex è ora di smetterla prenditi le tue responsabilità se hai messo incinta Meggy hai dei doveri. Cerca di ficcartelo bene in testa."
Io non sono stato con Meggy... Quella sera non abbiamo fatto. Eravamo ubriachi...
"Lo so che non eri in te ma vorresti abbandonare un figlio?"
"Mamma io..."
"Tu nulla, ora va, ne riparliamo oggi con lei."
Il mondo mi sta cadendo addosso. Tutto. Non posso aver fatto sesso con lei. Non posso non ricordare nulla. 
Mi accascio a terra con il volto tra le gambe. Nella mia mente sono impresse quelle ore trascorse con Meggy, qualche giorno prima di conoscere Sissy. Lei mi è sempre piaciuta ma il suo "volere di più" mi aveva trattenuto nel fare sesso. Non ho mai cercato complicazioni. Ma lei era così docile quella sera. La leonessa aveva messo le unghie sotto terra e mi aveva rubato una serata. Un bar, qualche birra di più. È sempre stata molto bella e quella sera era sexy da far paura. I seni quasi del tutto scoperti, le autoreggenti che si vedevano ogni volta che accavallava le gambe. I suo occhi bruciavano di desiderio. 
-Bevi Alexander-
- Meggy stiamo esagerando, dopo non sarò in grado di guidare-
- Ti riaccompagno io-
Dio. Scappo in bagno e vomito. Vomito l'anima. La mia anima sporca che quella sera ho venduto al diavolo. Vomito per il dolore, per la mia mente che ricorda a sprazzi le sue mani sul mio corpo, la sua nudità. Lei su di me. Dio e se fosse accaduto realmente? Se fosse realmente incinta di me? Cosa farò? Sissy... la mia stella ne morirebbe. Non posso farle sapere nulla. Ma devo lasciarla. 
Sissy devo mettere tutto a posto prima, non posso farti soffrire ulteriormente. 
Dio e cosa le dirò?
"Alex non ti senti bene?"
Cazzo no, non adesso. Cerca di essere freddo, distaccato.
"Aspettami in camera Sissy."
"Ma..."
"Ti ho detto vai!"
Mi faccio schifo. Ecco devo pagare, questo è il prezzo che devo alla vita per essere stato uno sfruttatore, uno che viveva di solo sesso.
"Va bene ti aspetto di la."
La sua voce così triste mi fa stare male ma che alternative ho. Se le dicessi del bambino come la prenderebbe? E se tentasse di morire realmente? Dio io non posso permettere una cosa simile. Se la lasciassi per causa dei miei sentimenti forse...
Dio aiutarmi, dammi la forza di affrontare questa situazione. Se devo andare all'inferno mandami da solo non con lei. Lei non ha colpe, se non quella di aver scelto l'uomo sbagliato. 
Mi lavo i denti con forza guardando il mio volto allo specchio. Mi faccio schifo, mi sento un traditore anche se realmente non ho tradito Sissy.
Rientro in camera congelando il mio cuore. Sissy ti amo, te lo avrei detto stasera ma forse non lo saprai mai...
"Come ti senti?"
"Bene" sto una merda Sissy.
"Hai mangiato qualcosa che ti ha fatto male ieri?"
"Probabile." Ho morso una vipera prima di conoscerti e ora il suo veleno mi circola dentro. Non posso infettarti Sissy. Non posso contagiarti.
Mi blocco, le mani di Sissy mi cingono la vita, il suo volto si poggia sulla mia schiena. 
"Passerà amore"
Amore, no, non chiamarmi così. Non adesso Sissy ti prego. 
"Sissy senti..."
"Alex voglio fare l'amore con te. Ora."
"No."
"No? Come? Che succede?"
"Io... io non mi sento bene." Io ti voglio Sissy ma non posso plagiarti, non posso approfittare del tuo amore.
"Oh capisco. Vuoi che ti prenda qualcosa per lo stomaco?" Fa il giro e si mette dinanzi a me. I miei occhi sono colmi di lacrime. Non riesco a trattenermi.
"Alex hai così male che piangi? Dobbiamo andare in ospedale?"
"Sissy no. Non ho male" ho male al cuore amore mio. 
"E... cosa?"
"Ho pensato a noi."
"Oddio no, non dovevo dirti che ti amo. Era troppo presto vero?"
"Non credo d'essere l'uomo giusto."
Si allontana di scatto da me, ora anche i suoi occhi sono colmi di lacrime.
"Non devi amarmi per forza anche tu. Non ti ho chiesto nulla!" Ma io ti amo Sissy, ti amo...
"Lo so, ma non merito nulla io... Ti ho fatto soffrire una volta e se ci stacchiamo adesso forse soffri..."
"Non lo dire. Non. Lo. Dire." Si gira dandomi le spalle, singhiozza. Amore mio, mia dolce stella. Ti giuro che metterò tutto a posto, te lo prometto.
"Sissy..."
"Non voglio sentire nulla. Tu, io non so cosa sia successo. Stanotte, ieri... andava tutto bene. Ora. Dio, mi stai lasciando? Dopo quello che è successo tra noi? Tu mi lasci!"
Mi guarda con disprezzo. I suoi occhi sono colmi d'odio.
"Io non sono..."
"Smettila, sei uno stronzo. Volevi sesso vero? Ora che hai avuto la tua buona dose di me sei stanco! Ah ma dovevo saperlo. Mi fai schifo!"
"No Sissy non..."
"Non mentire, non sei bravo in questo" invece sì, lo sono perché non capisci che ti amo.
"Esci, mi rivesto e me ne vado."
"Sissy..."
"Elisabeth per te sono Elisabeth. Ma risparmia fiato, non avrai più modo di chiamarmi"
Mi spinge fuori dalla stanza e chiude la porta. Sono uno stronzo. Cattivo. Idiota! Non merito nulla. Mi faccio schifo. 
La sento piangere e il mio cuore muore. Sono morto. Da oggi non vivrò più.
Passano i minuti, la mia mente frulla, pensa. Il mio cuore si è congelato in attesa di riscaldarsi con lei. Devo trovare una soluzione, devo fare qualcosa. Stare qui, in questo momento non mi aiuta. Vorrei vederla, vorrei avere la possibilità di spiegarle cosa realmente è accaduto. Ma non posso, non posso per lei. Ho paura della sua reazione. Se mi odiasse il dolore sarebbe minore. Quindi non mi tocca far altro che essere crudele e cattivo. Non ho alternative.
"Il mio taxi è qui fuori. Addio Alex"
Mi volto verso la sua voce. È triste lo vedo anche se ha lo sguardo basso. Cosa posso dire?
"Scusami"
"Non ti azzardare, non hai nessun diritto di chiedermi scusa e io nessun dovere di dartele. È finita. Addio."
Cammina di corsa trascinando la valigia. 
Fermala... Non posso cuore, non posso. 
Apre la porta e esce sbattendola alle sue spalle.
Ti giuro Sissy che qualsiasi cosa accada saprai la verità ma non adesso, non così. Devo capire cos'è successo quella notte, capire se Meggy dice la verità. 
Ti amo Sissy e ti amerò per sempre.

##note autrice##
Prima di uccidermi mi piacerebbe sapere se avete pensato bene a quello che è successo... Mente fredda ragazze non vi buttate giù. Non posso dirvi tanto o altro perchè non potrei continuare se no, ma in passato vi ho detto qualosa che potrebbe schiarirvi le idee. Spero di rimanere viva e se fate le brave con me fine settimana avrete un altro aggiornamento... ahhaah scherzo ma ci provo veramente a scriverlo presto
Loveangel

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Capitolo 16
*** dolore e speranza ***


Ed eccoci arrivate ad un capitolo forte vi prego deponete le armi mentre leggete perchè nonosante tutto il finale è bello (almeno per me)
buona lettura e BUON ANNO A TUTTE!


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Questo è un incubo. Sì, non può essere la realtà, mi devo svegliare adesso. Alexander non può non amarmi più! Ma lui non me l'ha mai detto ti amo però con i gesti, con gli occhi me lo ha detto. Non una ma più di una volta.
"Fermi il taxi la prego!" Dico di getto al tassista. Lui si ferma e si volta a guardarmi.
"Cosa succede signorina?"
"Devi tornare indietro. La prego mi riporti indietro."
"È sicura, siamo quasi arrivati in aeroporto"
"Sì mi riporti subito indietro!"
Sì, mi riporti da Alexander deve darmi delle spiegazioni più che valide se veramente il nostro rapporto è finito. Non può essere vero, no che non lo è. Un incubo quello sto vivendo. Come può scordare il suo primo bacio? Come posso scordare la mia prima volta? Lui, il suo modo di sorriderei, di guardarmi. Lui il suo cuore, il suo romanticismo. No, è successo qualcosa che va oltre l'impensabile. Se Alexander ha fatto una simile scelta ci dev'essere sotto qualcosa. 
"Signorina siamo arrivati"
Guardo la casa di Alexander con gli occhi colmi di lacrime. Ho paura di affrontare il tutto ma non ho altra scelta. Non sono mai stata una donna che scappa con la coda tra le gambe.
Così, decisa più che mai pago la corsa ed esco portandomi dietro la valigia. Deve guardarmi negli occhi e dirmi che per lui sono stata una delle tante. Deve dirmi che non è vero quello che mi ha detto mentre eravamo nudi. Io non sono il suo cuore, io non sono il suo amore. Se invece mi vuole deve dirmi la verità solo così possiamo stare insieme. Le bugie hanno le gambe corte Alexander e qualsiasi cosa mi nascondi io lo scoprirò oggi.
Mi fermo dinanzi la porta di casa sua e busso. Una, due, tre volte. Quando la porta si apre mi rivela un Alex in lacrime.
"Sissy"
"Alex dimmi che succede"
Mi prende la mano e con uno strattone mi attira tra le sue braccia. 
"Non posso" dice singhiozzando. È così dolce, così tenero.
"Alex" gli carezzo la schiena "Alex guardami. Amore mio..."
"Non posso, devi andare"
"No!" Lo scosto da me e lo guardo negli occhi "Io non vado da nessuna parte finché non mi dici cosa succede!"
"Sissy non posso" 
Alex si passa la mano sugli occhi tentando di nascondere le lacrime. 
"Alex ti prego parlami. Dimmi, cosa provi? Mi hai chiamato mon couer... Mon amour. Era tutta finzione? Eh dimmelo!"
"No Sissy" urla sconvolto "Io ti amo!"
Ora sono io quella sconvolta. Mi ama. 
Mi getto tra le sue braccia e lo bacio con foga piangendo. Lui ricambia il bacio sollevandosi e sollevandomi tra le sue braccia. Bocche unite, lingue intrecciate. Ci ritroviamo l'uno addossato all'altro finché una superficie dura e fredda non mi tocca il sedere. 
Alex mi ha poggiato sul tavolo in salone, sbattendo tutti i gingilli a terra. Mi solleva la gonna e strappa le mie mutandine. Veloce si abbassa pantaloni e boxer ed entra in me.
"Alex!" Urlo sconvolta dal suo corpo. Mi aggrappo a lui affondando le unghie nella sua carne e mi spingo sul suo sesso. Dio mi ama, mi ama. Questo è l'inizio. 
Spinge dentro me baciandomi toccandomi con la lingua in tutti i punti accessibili. 
"Ti amo, ti amo Sissy" mormora ad ogni spinta. Le lacrime rigano il mio volto sconvolto accaldato dalla passione esplosa in pochi attimi.
Quando le mani mi tengono le natiche lo sento ancora di più e urlando veniamo insieme.
"Alex ti amo anch'io."
"Oh Sissy amore ė tutto così complicato"
Lo stringo forte mentre ci distendiamo sul tappeto, mezzi nudi ancora ansanti.
"Parlami"
"Ho paura amore mio."
"Ma tu mi ami e possiamo affrontare tutto insieme."
"Sì, forse questa è l'unica soluzione perché io voglio solo te. Mi prenderò le mie responsabilità ma non ti lascerò."
Le sue responsabilità? Di cosa parla? Oddio forse è successo qualcosa a lavoro.
Il campanello di casa blocca la mia domanda sul nascere. Mi copro velocemente sollevandomi con lui. 
"Ciao Ale"
Faccia di koala che ci fa qui?
"Tu che vuoi?" Urlo comparendo dalle spalle di Alex.
"Come? Non glielo hai ancora detto Ale?"
"Non chiamarlo Ale? E cosa dovresti dirmi tu?"
Alex mi guarda con tristezza.
"Lui è il padre di mio figlio!" 
Un crack dentro il mio petto mi fa capire che si è spezzato il cuore. Tutto il mondo mi grava addosso. Non so che dire, non so se riesco a muovere un solo passo. Alexander diverrà padre di un bambino con quella, con lei è non con me.
"Sissy..."
"Sta. Zitto." Devo acquistare lucidità, devo capire come muovermi visto che le mie gambe sembrano paralizzate.
"Dai Sissy è arrivato il momento di farti da parte. Fattene una ragione."
Guardo la bastarda, lei non ha colpe, no la colpa è di Alexander che mi ha mentito che se l'è scopata mettendola anche incinta.
Ma non riesco ad essere buona, non posso farcela adesso.
"Sì, mi faccio da parte ora che ho avuto la mia scopata. Senti l'odore di sesso nella stanza mia cara Meggy e tieniti pure Alexander." 
Poi lo guardo "Bugiardo sei uno stronzo bugiardo. Se volevi avere sesso dovevi solo chiedere perché non te lo avrei negato. Ti odio con tutta me stessa."
"Sissy io voglio stare con te, ti amo ricordi?"
Sorrido con malvagità. 
"Sparisci dalla mia vita e goditi la tipa che ti fai anche mentre ti alleni."
Esco, corro via. Sconvolta e confusa. Le lacrime ormai escono come un fiume in piena e tutto ha perso il colore. Buon compleanno stronzo, la pagherai per tutto il male che mi hai fatto. Giuro sulla mia stessa vita che mi vendicherò di te. Perché ti sei preso la mi anima e l'hai calpestata. Ti sei preso il mio cuore e l'hai ucciso. La mia mente non esiste più e i miei occhi non vedranno più. Ho chiuso, ho smesso di fare la buona donna. Smesso di comportarmi come se il principe azzurro arrivasse da un momento all'altro. Il principe azzurro non esiste e mai esisterà. I sogni non si avverano. Le stelle non brillano, il sole non riscalda. La notte non è scura, il mare non è immenso. Niente è più. Niente ha senso ora.

****
****
"Samira smettila di parlare non ti sopporto più."
"Senti sono passati quindici giorni. Sei strana, cambiata. Okay io è papà abbiamo capito che è qualcosa che riguarda Alexander ma non ne vuoi parlare e ti capiamo. Ma ti stai comportando male. Sei a letto fino a tardi, non mangi più. La notte e la mattina presto vomiti. Credo che questa cosa non ti faccia bene. Tenerla dentro non è una buona idea sorellina."
"Non ho nulla da dire. Ah sì, stasera esco."
"Davvero e con chi?"
"Con uno, non lo conosci."
"E tu lo conosci?"
"Certo e poi mica devo conoscere il codice fiscale per farmi un uomo!"
"No, no no. Questa non sei tu! Quella sono io. Che sta succedendo Sissy? Sono sola, siamo sole parliamone ti prego."
Non riesco a parlare mentre il dolore torna a pressarmi il cuore. Ieri sul giornale di gossip la notizia dell'imminente matrimonio di Alexander. Si sposerà tra due settimane con quella. Io non sono stata nulla per lui, solo un passatempo. Mia sorella mi stringe tra le sue braccia chiedendomi di piangere di sfogare tutta la rabbia, il dolore e mentre lo faccio ripercorro tutta la mia storia compresa Meggy.
"Un momento Sissy!"
"Cosa c'è?"
"Hai detto che Meggy ti disse che non era mai stata a letto con lui. Pensa sei sicura?"
In un attimo tutti i ricordi ritornano vividi. Ero all'ambulatorio lei era in piedi di fronte a me. Mi guardava con distacco, disprezzo. -Tra me e Alexander non c'è nulla stia tranquilla- aveva detto in un primo momento. Poi quelle parole cominciarono a rimbombare come una campana -In fondo sono solo un allenatore che cerca di fare bene il suo lavoro. E se Alex potrebbe fare sesso le assicuro che la prima in lista sarei io.- 
Non erano stati insieme. Quel bambino non era di Alexander!
"Dio Samira non è di Alex il figlio!"
"Vedi? Avevo capito bene allora!"
"Grazie" dico tra le lacrime. Avevo una speranza, una possibilità che il mio Alex diceva la verità e che quella lo stava ingannando.
"Ora devi fare qualcosa!"
"Sì, ho già un piano in mente!"
"Bene sorellina ora sì che mi piaci. Sii forte e riprenditi il tuo uomo."
"È quello che ho intenzione di fare"

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Capitolo 17
*** Ripercorrere il passato per guardare al futuro ***


Salve a tutte inanzi tutto scusate se non ho risposto alle recensioni dello scorso capitolo ho avuto davvero poco tempo in questi giorni ed ero in ansia per questo che è il penultimo capitolo di questa storia. Grazie di cuore per come mi avete amata e seguita durante questo periodo, grazie per le belle parole regalatomi e per le letture silenziose. Voglio lasciarvi alla lettura annunciandovi però che se amate il romantico ho pubblicato il primo capitolo della mia nuova storia intitolata "At first sight" al primo sguardo e la trovate qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1506347&i=1
Se vi fa piacere fatemi sapere cosa ne pensate. Ora vi lascio che sono una rompi che parla troppo. Buona lettura.
Loveangel




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Ho chiamato la madre di Alexander, lei mi aveva dato il suo biglietto da visita, ed io, fingendomi un'ipotetica cliente ho preso appuntamento per domani sera. Sul sito dell'ufficio ho trovato anche l'e-mail di Alex che userò dopo. Ora mi tocca fare i bagagli e prendere il volo. Raggiungerò presto l'ufficio di sua madre e le parlerò con il cuore. Se ama suo figlio dovrà crederci. Credo che Alexander mi abbia lasciata perché si sente in obbligo con quella. Lui mi ama, me lo ha confessato ed io non posso negare l'evidenza dei suoi sentimenti. Perché deve torturarsi per qualcosa di inesistente? Se davvero fosse incinta quella donna non sarebbe di certo di Alex. Lo ha detto lei che non erano mai stati a letto insieme, lo ha detto lei che lui non lo faceva per restare in forma. Che poi l'ha fatto con me è tutta un'altra storia. Lui mi ama, lui mi ha sempre desiderato, come ha voluto baciare me. Io sono l'unica che ha assaporato la sua bocca, l'unica capace di dargli qualcosa che le altre non gli hanno dato. Perché lui non l'ha voluto.
Metto nella valigia le ultime cose, mio padre anche se non contento ha accettato il mio viaggio. Lo so che ha paura che possa star male ancora ma se non chiarisco questa situazione starò male per sempre.
Quando saluto mio padre non dice nulla tranne il "stai attenta" che mi dice sempre. Mia sorella invece, saltella e urla.
"Riprenditi Alex!"
È quello che voglio fare e con tutto il cuore spero di riuscirci. Non so ancora cosa dirò a sua madre ma so che ci proverò. Le aprirò il mio cuore e forse con il suo aiuto riusciremo a smascherare la vipera, strega malefica. Farà la stessa fine della strega di Biancaneve. Lo giuro sul mio amore per Alexander.
Sono passate sei ore e sono in albergo. Ho trovato un hotel molto vicino allo studio della signora Climb, ora devo cercare di camuffarmi. Non posso rischiare di farmi beccare da Alex. Deve succedere tutto con naturalezza. Lui deve scoprire la verità da solo o per conto di sua madre. Non ho intenzione di farmi beccare, non voglio passare per una disperata, anche se lo sono. Sì perché senza di lui non so stare. Senza di lui non riesco a respirare. 
Cosa devo fare per nascondere i miei capelli? Potrei tagliarli ma credo basti una tintura forte e poi potrei sollevarli tutti in un ampio cappello. Gli occhiali da sole mi copriranno gli occhi e un abbigliamento elegante mi nasconderà dal mio essere naturale.
Così dopo aver tinto i capelli e preparato tutto mi metto a letto. Non ho sonno, il pensiero di Alex mi percorre come una scossa elettrica. È qui, a pochi passi dal mio albergo. Chissà cosa sta facendo? Chissà se mi ha mai pensato in questo periodo. Io tante volte sono stata sul punto di chiamarlo ma per sputargli in faccia il mio falso odio. Avrei voluto ferirlo come ha fatto lui con me, ma non ci sono mai riuscita. Il fatto è che lo amo troppo per dirgli cose cattive. Non sono mai stata una tipa cattiva, non ho mai usato termini volgari né saprei farlo adesso. 
Chiudo gli occhi sopraffatta dagli eventi che mi stanno colpendo ogni giorno. Mi lascio cullare dai ricordi, quelli belli e perfetti addormentandomi tra le sue braccia.
-buongiorno, buongiorno, buongiornooooo!
La mia sveglia mi fa sobbalzare dal letto. È ora.
Mi preparo con cura seguendo i miei piani. Non sembro io, bene era quello che volevo.
Dopo circa un'ora sono nel palazzo enorme che appartiene alla famiglia Climb. La signora mi aspetta tra circa cinque minuti. Sono in perfetto orario.
Salita su mi blocco. La voce di Alex mi penetra nella pelle come un pugnale infuocato. È qui, mi da le spalle ed io non so cosa fare. Se mi riconoscesse i miei piani salterebbero come una molla in tensione. Cosa faccio?
"Bene Jil io adesso mi rintano nel mio ufficio, non passarsi nessuna telefonata"
Dice con un tono autoritario ma allo stesso tempo dolce.
"Nemmeno della sua fidanzata?" Le chiede la segretaria.
"No, non voglio essere disturbato neanche da mia madre"
"Come desidera signor Climb"
Lo guardo mentre si allontana a passo svelto verso quello che dev'essere il suo ufficio. Grazie al cielo! Pericolo scampato!
Mi avvicino alla segretaria con velocità. Devo far presto.
"Buongiorno avrei un appuntamento con la signora Climb"
"Certo, lei è la signorina Moore? La sta aspettando è l'unico appuntamento della giornata. Posso annunciarla?"
"Sì"
Con l'interfono chiama l'ufficio della madre di Alexander osservando il mio abbigliamento da signora d'alta classe. Forse ho esagerato con questo cappello enorme ma ne avevo bisogno.
"La signora la attende, mi segua."
È una donna giovane, molto curata alta più o meno quanto me. Bellissima. Questa cosa mi provoca una gelosia immensa. Perché diamine sono gelosa anche di lei? Beh c'è una sola risposta. Perché lei può vederlo ed io no.
"Buongiorno signora Climb" dico educatamente mentre mi sfilo il cappello. Lascio che i miei capelli si spargono come una nuvola vaporosa sul mio tailleur blu. Lei mi osserva salutandomi cordialmente.
"Lei ha un aria vagamente familiare Elisabeth."
"In effetti non è la prima volta che ci incontriamo."
Le racconto brevemente del nostro incontro. Lei è molto seria anche se mi ringrazia per aver salvato Lulluby.
"Per cosa è qui? Le serve un avvocato per?"
"Sono qui per suo figlio."
Il suo sguardo s'indurisce, la bocca si serra in una linea dura.
"Spero non avanzi pretese su mio figlio. È un uomo fidanzato che sta per sposarsi e diventare padre."
"Era fidanzato sì ma con me prima che la sua attuale "fidanzata" dicesse la più grande bugia del mondo. Quella donna non è mai stata a letto con suo figlio, quella donna non è incinta o se lo è, il figlio che aspetta non è di Alex."
"Lei come può dire una cosa simile?" 
"Perché è stata Meggy stessa a dirmi che non era mai stata a letto con lui, perché Alex ama me e non può sposare una donna che lo sta ingannando."
"No, non voglio più ascoltare le sue sciocchezze, non ho tempo da perdere io."
Sissy abbi pazienza e continua.
"Signora la prego guardi i miei occhi. Io amo suo figlio e sarei disposta a rinunciare a lui se quello che dice Meggy fosse vero. Non le chiedo tanto, solo una conferma poi sarò io a farmi da parte se Alexander fosse realmente il padre di quel bambino. La prego."
Gli occhi della madre di Alex diventano lucidi, forse mi crede, forse ci sta pensando.
"La prego."
"Cosa vuole che faccia esattamente?"
"Io credo nelle sue capacità lei è una donna forte e sono certa che saprà far parlare quella donna. Le prometto silenzio, non dirò mai a nessuno del nostro incontro. Mai."
"Mi dia due ore, dove alloggia?"
"All'Hilton"
"Mi chiami tra due ore esatte e la raggiungerò io qui è troppo pericoloso. Ma mi stia a sentire bene, se le sue supposizioni fossero sbagliate scomparirà per sempre dalla mia vita e da quella di mio figlio. Sono stata chiara?"
"Certo"
"Le sto dando una chance e spero che si sbagli non oso immaginare lo scandalo che ne deriverebbe."
"Non pensi allo scandalo ma al bene di suo figlio."
"Non osi dirmi come devo amare mio figlio. Io lo adoro, ora vada ci sentiamo dopo."
Infilo il cappello soddisfatta e mentre sto infilando gli occhiali da sole la porta alle mie spalle si spalanca.
"Mamma dobbiamo parlare!"
Cazzo Alexander. Resto immobile guardando impaurita la madre.
"Non vedi che sono impegnata con una cliente?"
Non mi muovo.
"Sì, scusa è che non ce la faccio, non posso sposarmi, non così presto."
"Alex ti prego aspettami nel tuo ufficio ho quasi terminato."
"Va bene. Signora lei ha un profumo che non dimenticherò mai."
I miei occhi si colmano di lacrime. Alex mi pensa ancora, non ha dimenticato il mio profumo e nemmeno io ho scordato il suo.
"È chanel numero cinque vero?"
"Sì." Mormoro cercando di cambiare il tono di voce ma il pianto ha dato il suo contributo.
"Complimenti. Allora mamma ti aspetto."
"Sì vai."
Quando va via crollo a terra e la madre di Alexander mi sostiene abbracciandomi forte.
"Voglio vedervi felici, lui ti ama ancora altrimenti non ricorderebbe il tuo profumo."
Piango di più, non ho più la forza di dire nulla.
"Ti prometto che scoprirò la verità tu però vai ora è troppo rischioso stare da queste parti."
"Grazie."
"Vai Elisabeth."
Mi sollevo barcollando. Mi sento debole, senza fiato. Oh Alexander cosa mi hai fatto? Perché mi hai stregato così?
Esco dall'ufficio dirigendomi verso gli ascensori. Il nervosismo mi sta devastando.
"Signorina aspetti!"
Cazzo no. Corro per non vederlo, per non farmi scoprire. Le porte degli ascensori si aprono ed io con velocità premo il pulsante per la chiusura ma Alex s'intrufola nel momento in cui le porte si stanno chiudendo.
"Ha scordato questo"
Dice sollevando un foulard, quello che indossavo alla gola pochi istanti fa. Nella fretta l'ho dimenticato.
Tengo il volto basso cercando di non farmi vedere in viso.
"Le do fastidio?"
Ormai le porte si sono chiuse e siamo rimasti solo noi in trenta metri di spazio.
"Sissy guardami"
Oddio sa che sono io.
"Sissy amore guardami."
Fa due passi verso me, io indietreggio ma sono bloccata dalla parete alle mie spalle. Alexander mi prende il mento con due dita e con la mano libera mi sfila il cappello lasciandolo cadere a terra.
"Mi hai scoperta."
"Come potevo non sentire il tuo cuore. Tu mia anima sei l'unica donna che mi è entrata a tal punto dentro che se fossi a centinaia di metri da me mi accorgerei della tua presenza. Il mio cuore batte più forte quando ci sei. Non lo senti?"
Mi prende una mano e se la porta sul cuore.
"Oh cuore mio, come sei bella anche camuffata da signora."
"Alex ti prego lasciami."
Lui spalanca gli occhi per un attimo sbalordito ma poi con una mossa veloce blocca l'ascensore.
"Perché sei venuta qui?"
"Dovevo dare delle cose di Lulluby a tua madre."
"E ti sei presa tutto questo disturbo per un cane?"
"Sì"
"Mi stai mentendo."
Il suo sguardo mi trafigge il cuore.
"Sissy io ti amo ancora."
"Ti stai per sposare."
"Tu mi ami Sissy."
"No, hai scelto un'altra"
Bugiarda bugiarda bugiarda.
"Non è vero"
"Sblocca l'ascensore e lasciami andare."
"È davvero questo quello che vuoi?" No, no e ancora no. Voglio baciarti e urlare che ti amo ma non posso devo rispettare sua madre.
"Sì, sto con Josh adesso."
"Cosa?"
"Hai capito ora lasciami andare."
Le sue mani cascano sui suoi fianchi come morte. Sono io a sbloccare l'ascensore ed allontanarlo da me. Sta soffrendo ma non posso dire nient'altro. Non adesso. Quando arriviamo al piano terra mi sento uno schifo. L'ho ferito nel peggiore dei modi e non so neanche perché l'ho fatto. Corro via, via da lui che vorrei con me adesso.
Lontano dal mio cuore, dalla mia unica ragione di vita. 
Inciampo sui tacchi e cado sentendo un forte dolore alla testa.
****
"Non può sentirmi?"
"No, lasciamo che riposi"
"Mamma grazie ma io resto qui."
Di chi sono queste voci? Dove mi trovo? Perché non riesco ad aprire gli occhi?
Mi sento come se un treno mi avesse schiacciato. Mi sento debole e senza forze.
"Sissy..."
La sua voce mi arriva calda sulla guancia dove un bacio dolce mi lascia senza fiato. Cosa sta facendo quest'uomo?
****
"Cosa sta facendo?"
"Preparo le valigie e porto a casa mia figlia."
"La prego non è ancora in grado di affrontare un viaggio."
"Sì che lo è. Alexander lei ora deve lasciarla andare. Ha fatto troppo male a mia figlia."
Oh papà, il mio dolce papà. Con chi sta parlando? Chi è questo Alexander! Voglio guardare gli occhi di mio padre, abbracciarlo forte. Vorrei urlare di farmi risvegliare da questo sonno ma non ci riesco. I miei muscoli sembrano atrofizzati.
"È anche mia."
"È mia figlia e deve lasciarla in pace."
"Non posso io l'amo."
Mi ama? Ma io non amo nessuno.
"Alexander io non ho mai voluto contrastare il vostro rapporto so che sei stato imbrogliato ma non sarò io a decidere. Prima pensiamo alla sua salute poi al suo cuore."
PAPÀ. Urlo ma la mia voce muore nella gola.
"Mi dia solo la possibilità di vederla"
"Sarà lei a decidere. Ti chiamerò appena si sarà ripresa te lo prometto Alexander."
"Grazie signor Moore"
Il silenzio torna a possedermi facendo scomparire la voce di mio padre e di quell'uomo.
****
Tre giorni dopo
"Come ti senti?"
"Samira sto bene è da ieri che me lo chiedi."
"Sì perché non mi hai chiesto nulla."
"Cosa dovrei chiederti?"
"Alexander non ti dice nulla?"
"No chi è? La tua nuova fiamma?"
"Il medico dice che hai rimosso alcuni particolari spiacevoli della tua vita."
"Come la morte di mamma..."
"Sì."
"Non ricordo nulla. Mi mancava? Perché adesso mi sento persa se penso di non rivederla più."
"Manca a tutti come mancava a te anche prima."
Mi sollevo dal letto sfilandomi il pigiama. Ho voglia di nuotare. Sono tre giorni che sto bene, l'aria di casa mi ha fatto bene, mi sono risvegliata anche se non ricordo perché mi trovavo in un'altra città.
"Dove credi di andare?"
"In spiaggia a nuotare. Ora vado a fare una doccia."
"Sissy ma papà dice..."
"Lascia stare sorellina. Io vado punto."
"Okay io faccio una telefonata allora. Non chiamo papà non ti preoccupare."
La lascio sola approfittando della felicità che sento dentro. Sto per ritornare alle mie vecchie abitudini. Dopo la nuotata farò una doccia e andrò a lavoro. Ho proprio bisogno di riprendermi.
****
Eccomi qui, finalmente sulla mia spiaggia. Ci sono poche persone come sempre a quest'ora. Mi spoglio e dopo aver steso il telo mi avvicino al bagnasciuga. L'acqua fredda mi solletica i piedi entrandomi nei pori della pelle. Che bella sensazione. 
Senza esitazione mi tuffo in acqua nuotando con gli occhi aperti. Due gambe muscolose mi fanno risalire a galla. Un uomo dallo sguardo intenso e profondo mi guarda e sorride.
"È molto brava lo sa?"
"Grazie." 
La sua voce, il suo sorriso. Perché mi sembra di conoscerlo già?
"Facciamo una gara?"
"Come?"
Lui si tuffa nuotando sott'acqua quando risale a galla resto sbalordita della lontananza tra noi. Questa scena mi sembra di averla già vissuta.
Accetto la sfida e chiudo gli occhi tuffandomi per raggiungerlo. 
Il mare le onde... delle piscine un'orca. Cosa sono queste immagini? Ingoio acqua e risalgo sconcertata.
"Ciao" dice con una voce calda.
"Ciao ci conosciamo?"
"Io sono Alexander. Nessun nomignolo di solito."
"Elisabeth ma tutti mi chiamano Sissy."
Mi porge la mano ed io la stringo.
Oh Dio! Lui mi bacia, lui mi stringe a sé, siamo nudi in una tenda, sotto le lenzuola. Apro gli occhi di scatto.
"Alex..." Mormoro con poca voce.
"Sissy" ripete il mio nome e chiudo gli occhi. Lo conosco.
-Sissy ti amo-
"Alex sei tu? Dio cosa mi succede?"
Mi aggrappo a lui nell'acqua. I nostri corpi si scontrano, si plasmano.
"Guardami Sissy"
Lo faccio.
"Mon cuer ti amo"
E tutto torna con prepotenza nel mio cuore, nel mio corpo. Ogni ricordo che avevo rimosso è qui. Piango aggrappandomi di più a lui.
"Non ti stai per sposare?"
"No, vieni con me"
Nuotiamo veloci verso la sabbia. Le nostre bocche si uniscono subito. Ci stendiamo sul telo stretti l'uno all'altra come se non potessimo farne a meno.
"È tutto finito?"gli chiedo staccandomi a malincuore dalle sue labbra. La mano di Alex mi carezza la guancia con delicatezza, dolcezza.
"Il brutto è finito ora comincia il bello se vuoi."
"Dimmi cosa devo fare"
Si alza e dal taschino interno del costume tira una piccola bustina sigillata. Per non fare entrare l'acqua ovviamente.
La strappa con i denti e prende il contenuto stringendolo nel pugno.
"Accetta di diventare mia moglie"

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Capitolo 18
*** Finale da favola ***


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"Allora come sto?" Chiedo titubante a mio padre. Nei suoi occhi le lacrime pressano per uscire ma sono lacrime di gioia. Da quando si è scoperta la verità su Meggy niente ha fermato l'amore che è nato tra me e Alexander. Mia suocera, che adoro, aveva fatto mettere il telefono di quella vipera sotto controllo. E il caso ha voluto che dopo un po' la signorina in questione, abbia chiamato sua cugina rivelandole la verità. Stava escogitando un piano per fingere di perdere il bambino poco dopo il matrimonio. Che sanguisuga!
"Sei perfetta" sussurra stringendomi le mani. Samira mi carezza il ventre con dolcezza mentre la osservo dallo specchio lungo. 
"Si vede?"
"No, non si vede nulla. Stai tranquilla."
Le carezzo i capelli che ha arricciato tenendoli sollevati nei lati. Oggi più la guardo più vedo la somiglianza con nostra madre. Mi manca, in questo giorno anche di più ma so che da lassù mi sta osservando ed è felice.
"Basta che mi reggiate il gioco fino all'apertura della torta. Sarà in quel momento che darò il mio regalo di matrimonio a Alex."
"Certo sorellina che credi!"
"Si può?"
La madre di Alex fa capolino dietro la porta della casa che il mio fidanzato ha comprato per noi. È una bellissima villa sulla spiaggia, il mio sogno. Non so quanti ne ha avverati in questo periodo! È il mio principe.
"Certo che puoi"
"Oh Elisabeth sei magnifica!" Dice entrando nella stanza. Mio padre la guarda con gli occhi lucidi. Non so ma credo che tra loro ci sia qualcosa anche se, lui ha negato più volte. Sono adulti e sono soli, io non ci vedrei nulla di male. Voglio bene a Melanie come se fosse una seconda madre. Si è presa cura di Alexander nel migliore dei modi.
"Grazie."
"Sei pronta?"
"Diciamo."
"Alexander ti aspetta."
"Sono nervosa."
"È normale, devi esserlo piccola mia."
Guardo per un secondo mio padre e lui capisce al volo.
"Noi andiamo fuori, Samira vieni."
Mormoro un grazie silenzioso e abbraccio Melanie.
"Non piangere altrimenti il trucco si scioglie." Mi dice premurosa. 
"Ci provo. Vorrei ringraziarti per tutto ma non trovo le parole."
"Non devi far nulla"
"Invece sì, se non mi avessi dato una chance forse a quest'ora non saremmo qui. Ma una cosa non sarebbe cambiata..."
Lascio la frase in sospeso e le stringo la mano accompagnandola al divano. Ci sediamo l'una di fronte all'altra sorridendo lievemente.
"Ero già incinta quando è successo tutto, solo che non lo sapevo."
"Sto. Per. Diventare. Nonna?"
"Sì e sarai una nonna meravigliosa per i miei due cuccioli."
"Due? Oh mio Dio!"
"Sì" 
Ci abbracciamo di slancio, ora è lei che non riesce a trattenere le lacrime. Mi dice delle cose bellissime ed io non posso che sentirmi lusingata e felice allo stesso tempo.
"Ehi donne scusate ma si sta facendo tardi!" Mio padre ci interrompe. Quando vede Melanie si avvicina a passo svelto. Resto bloccata e lui senza rendersene conto la stringe tra le sue braccia davanti ai miei occhi.
"Sei felice?" Le chiede come se io non ci fossi.
"Da quando ti ho conosciuto non c'è stato un attimo in cui il mio cuore è stato infelice."
Oh ma come sono dolci!
Mi schiarisco la voce consapevole di interrompere un momento di dolcezza infinita.
"Mi spiace interrompervi ma vorrei andare."
Mi sorridono entrambi e papà mi prende per mano.
"Andiamo piccola."
Melanie mi bacia una guancia e si avvia con mia sorella. Sono emozionata, felice, sorpresa... Il matrimonio dei miei sogni. Tutto è pronto sulla spiaggia. I fiori, l'arco di rose rosse e bianche. Il prete vestito di bianco e gli invitati. Josh che stringe la mano a Samira, mi sono persa qualcosa ma va bene, mi piacciono insieme. E poi c'è Alexander, bello come il sole. Guardo i suoi occhi da lontano e vacillo. Mio padre mi stringe forte.
"Ce la fai?"
"Sì, sono solo emozionata."
La marcia nuziale parte e respiro a fondo. L'emozione è tanta. Non credevo potesse esistere tutto questo, non credevo che la vita mi riservasse una tale gioia. Invece il destino mi ha mandato Alexander. Lui con i suoi occhi, con il suo modo di fare, le sue coccole e la sua dolcezza mi ha reso diversa. Mi ha reso una persona capace di amare, capace di donare amore. Sono cambiata tanto in poco tempo ma sono felice.
Camminiamo lentamente verso Alexander. Gli invitati mi guardano felici. C'è chi sorride, chi borbotta e chi piange. L'emozione è tanta e la vedo anche nello sguardo del mio uomo.
"Te la affido, prenditi cura di lei." Dice mio padre porgendo la mia mano ad Alexander. Sono tesa, mi sento quando svenire ma la stretta di Alex mi da la forza per tenermi su. 
"Il mio scopo è renderla felice."
Solleva il velo che mi copre il viso e teneramente mi bacia una guancia.
"Sei pronta piccola?"
"Sì"
Il prete pronuncia le parole di rito, nessuno ferma il nostro matrimonio. È tutto perfetto, Alex lo è. Il completo scuro risalta sulla sua pelle abbronzata. I suoi occhi luccicano sul volto disteso, rilassato, felice. Credo di non aver mai visto tanta felicità nel suo sguardo. Ed ora che sta per diventare mio in modo assoluto mi sento felice come lui.
"Vuoi tu Alexander Climb prendere la qui presente Elisabeth Moore per amarla e onorarla per il resto della vita?"
Mi guarda negli occhi sprofondando dentro me, facendomi vibrare.
"Sì. Lo voglio."
"E vuoi tu Elisabeth Moore prendere il qui presente Alexander Climb per amarlo e onorarlo per tutta la vita?"
"Lo voglio."
Ci stringiamo le mani senza mai lasciare che i nostri sguardi si lascino. Lo amo, profondamente, immensamente.
"Potete scambiarvi le promesse" dice il prete.
Alexander prende l'anello e lo infila al mio anulare.
"Sissy sei entrata nella mia vita con un tuffo. Mi hai devastato il cuore, riempiendolo di un sentimento che non credevo esistesse. Tu, mi hai donato tanto ed io sono qui pronto a giurarti che ti darò amore per il resto della mia vita."
Il prete sprona anche me. Prendo l'anello e lo infilo al dito di Alex.
"Amore, Alex mio uomo, mio compagno, mio principe. Sei la ragione che mi ha spinto ad andare avanti. Sei colui che ha donato al mio cuore il battito. Colui che ha dato alla mia anima consistenza. Senza di te la mia vita sarebbe ancora monotona ma sei qui, ora e lo sarai per tutto il cammino che stiamo per intraprendere insieme. Ti amo e questo non cambierà mai."
Soffia il ti amo mentre un applauso riempie di gioia i nostri cuori.
"... Vi dichiaro marito e moglie. Alexander può baciare la sposa"
Posa le sue labbra sulle mie suggellando la nostra unione con la sua solita dolcezza.

*****

Sono passate cinque ore e il ricevimento procede nel migliore dei modi. Sono stanca, ma è per la gravidanza che mi sento così. Quando è arrivata la torta non sono riuscita a dare il mio regalo ad Alexander. Il fotografo e i testimoni mi hanno interrotto proprio in quel momento. Ci sono rimasta un po' male ma adesso penso che sia stata la cosa migliore. Voglio godere appieno dell'espressione sorpresa e felice che farà Alexander alla mia rivelazione. Non mi ha mai nascosto il suo desiderio di avere un figlio e credo che questo lo renderà ulteriormente felice.
"Amore è arrivato il momento di salutare." Mi prende da dietro baciandomi l'orecchio.
"Va bene."
Sono emozionata e spaventata a questo punto ma devo togliermi questo peso enorme che mi porto dentro.
Salutati gli ospiti la limousine ci riaccompagna a casa, la nostra bellissima casa sulla spiaggia. 
È notte, la luna splende sull'oceano. Alexander mi prende in braccio e proprio come vuole la tradizione varca la porta di casa.
"Benvenuta a casa nostra signora Climb"
Mi fa scendere dalle sue braccia con dolcezza e chiude la porta alle sue spalle. Il suo sguardo è famelico. Mi sta divorando come in me dilania la voglia di sentirlo.
"Alex devo dirti una cosa..."
"Shh ora voglio solo toglierti questo vestito ed entrare nel tuo corpo."
Mi devasta come una cascata che cade veloce da un'altezza spropositata.
"Alex..." Non riesco a parlare mentre le sue mani agili ed esperte sganciano il corsetto dell'abito. Mi sento così eccitata e non è la prima volta che facciamo l'amore. Ma è tanto che non mi possiede. Quasi un mese. L'ho costretto a non prendermi per rendere questo momento ancora più magico. E contro ogni mia spettativa ha accettato coccolandomi in tutti i modi possibili.
"Sissy voglio prenderti adesso, qui. Sulla parete." Mi solleva per le natiche spingendo la sua erezione tra le mie gambe.
"Allaccia le gambe alla mia schiena." Mi dice ansimando. Lo faccio e lui mi comprime tra il muro e il suo corpo. 
"Non posso più aspettare, dopo faremo con calma."
"Alex..."
Sento la chiusura lampo dei suoi pantaloni scivolare lentamente. Mi strappa un gemito baciandomi con urgenza e mentre una sua mano mi sposta le mutandine, lo blocco.
"Fermati Alex"
I suoi occhi si sgranano per lo stupore, forse per lo spavento.
"Cosa c'è amore?" Geme.
"Devi fare piano per favore..."
"Hai paura perché è tanto che..."
"No, voglio che i nostri due cuccioli capiscano quanto ci amiamo."
I nostri occhi s'incrociano, le lacrime affollano i suoi. Lentamente mi fa scivolare a terra e si accascia sul pavimento.
"Alex amore..." Ho paura, forse non era pronto a questo?
"Dio non potevi farmi regalo più bello." Dice singhiozzando. Mi sento male per la gioia che mi sconquassa il corpo. Mi abbasso e gli prendo le mani, lui si alza sollevandomi tra le sue braccia e mi bacia. Con passione, con amore. Un amore ancora più grande di prima.
"Sarà bellissimo per loro? Sono due?"
"Sì..."
Saliamo nella nostra camera e ci amiamo. Con calma, lentezza e soprattutto con tutto l'amore che abbiamo dentro. Guardandoci negli occhi e sussurrandoci ti amo raggiungiamo un piacere diverso, un piacere immenso.
Gli occhi sono lo specchio del nostro amore e ci basterà guardare quelli per capirci e amarci per sempre.


SONO EMOZIONATA, DEVASTATA IN SENSO POSITIVO. Questo è il primo
traguardo che raggiungo, la mia pima originale conclusa. Non trovo le parole 
adatte per ringraziarvi per tutto l'affetto che mi Avete donato. Leggendo, commentando
capitolo dopo capitolo mi avete resa fiera e contenta di questa piccola storia d'amore. Sapete
che sto scrivendo un'altra originale, se vorrete continuare a seguirmi ne sarò felice.
Capriccio, Debina,, Perrypotter, Tulipano, Moulinerouge, Sweatdreams, Clare83, Silent milady,
Giuliathebest, ElisaCheccaglini, 5anta1, Fairy, Sabry, Delena85, seattle13, leryssa, minelli... voi siete state le
più presenti, mi avete coccolato con le vostre parole e vi ingrazio dal profondo del cuore.
Ma ringrazio anche chi ha commentato di rado e chi non l'ha mai fatto.
Spero che il finale vi sia piaciuto perchè io credo nelle favole e mi piace regalarle a voi
via storie.
un abbraccio
LOVEANGEL
p.s. non metto completa non si sa mai nella vita. <3

 

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