Stringi la mia mano.

di LuxyCharm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima fase. ***
Capitolo 2: *** I primi sintomi ***
Capitolo 3: *** L'analisi. ***
Capitolo 4: *** Elaborazione. ***
Capitolo 5: *** Un contrattempo. ***
Capitolo 6: *** L'inizio. ***



Capitolo 1
*** La prima fase. ***


Messaggio autrice:
Salve a tutti, questa è la mia prima Fan Fiction in generale, devo ammetterlo! Spero non siate molto duri nel darmi consigli (vi avverto, detesto le persone che giudicano e basta.). Adoro Sherlock, mi ha rapito dal primo istante, sopratutto la coppia Sherlock e John però di tutte le Fan Fiction che ho letto si concentravano sull'aspetto erotico e sessuale, secondo me in questa coppia questi due aspetti sono solo accentuati perché il loro legame è fra migliore amico e amante, però concretamente nessuno dei due. Spero che questa mia visione vi piaccia perché sarà incentrato sul loro legame non fisico, bensì astratto (ovviamente qualche parte un più spinta ci sarà). Grazie dell'attenzione e buona lettura :)
p.s. I capitoli preferisco farli brevi.

Capitolo 1.
Eccomi qui, a fissarlo mentre stuzzica la tastiera cercando ispirazione, un miracolo, una visione, ma niente di questo accadde intuendo dalla sua faccia. Nel frattempo io, come un uccello rapace pronto ad agguantare la prenda, lo studio cercando di carpirne tutto, ogni cosa. Mai nessuno aveva attirato così voracemente la mia attenzione senza accorgersene, senza sapere quanto dolore mi provocasse guardare quel suo sguardo spento, sconfitto. << Sherlock >> Impressionante come adesso i nostri occhi sono perfettamente dipendenti l'uno dall'altro in balia della tensione di chi prima debba abbassare lo sguardo. << Sherlock >> C'è un rumore che interferisce con la mia ricerca approfondita del mio coinquilino, meticoloso fino all'ultimo capello, cosa sarà? Vedo la sua bocca carnosa muoversi emettendo dei suoni << Sherlock >>  un momento, che succede? Lui, accorgendosi della mia attenzione, disse:<< Sono occupato, puoi aprire la porta? Stanno suonando.>> ha l'aria scocciata, come se non sopportasse le mie fughe dalla realtà in un mondo dove solo lui è il protagonista. Sospirai alzandomi pesantemente dalla poltrona per fargli capire che aveva interrotto qualcosa di importante; chi è? Un uomo magro, circa la mia stessa altezza, capelli brizzolati color ruggine, un tipo davvero strano all'apparenza. << Cerco il signor Watson.>> alzai un sopracciglio in segno di disprezzo e sorpresa, mi girai di 180° verso John e lo vidi sprizzare gioia come il sole al mattino, bellissimo. Si catapultò dalla sedia e in meno di un secondo era già sulla soglia di casa abbracciando quello strano individuo, chi è? Per attirare l'attenzione tossii, esisto pure io se non lo avevano notato: << Scusami Sherlock, lui è Jasper, un mio vecchio amico a cui sono molto affezionato. >>  Si girò verso di lui, gli sorrise e lo abbracciò rifacendo finta che non esistessi. Cosa sta succedendo? Perché sono così infastidito? In quel momento avrei preso la testa di quel Jasper e l'avrei sbattuta a terra. John è mio. Lo fulminai con lo sguardo, ma lui non parve sorpreso e continuò a sfidarmi con gli occhi: << E così sei tu il famoso Sherlock Holmes. >> sorrisi soddisfatto: << Io invece non ho mai sentito parlare di te. >> lui parve compiaciuto da questa interessante conversazione: << Davvero strano, per John sono una persona molto importante, direi il suo migliore amico. >> Migliore amico? Con solo una frase era riuscito a farmi tacere, ma non potevo permettere che finisse così, John è il mio migliore amico.<< Un migliore amico così importante da non proferirne parola col proprio coinquilino, amico e collega? >> incominciò a ridere, ma John interruppe l'atmosfera dicendo: << Ehm.. allora Jasper, qual buon vento ti porta qui? >> << Una bufera. >> mi scappò direttamente dalle labbra, nonostante John mi rimproverò con lo sguardo. << Lavoro, poi ho saputo che vivevi qui, tutti parlano del signor Holmes. >> << A quanto pare Sherlock, non sei un tipo che si fa notare. >> Scoppiarono tutti e due in una risata susseguita dalle solite smancerie: << Quanto tempo -oppure- sei dimagrito >> passando una buona ora parlando del loro passato, l'unica cosa che non posseggo di John.

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Capitolo 2
*** I primi sintomi ***


Messaggio autrice.
Tranquilli, sarò breve. Voglio dedicare questo capitolo alla mia Beta, Tovie, per i suoi consigli molto utili.
Buona lettura :)

Capitolo 2.
Spalancai gli occhi, dove mi trovo? Guardai in giro per la stanza, ora ricordo: ero immerso nelle mie ricerche ma ad un tratto tutto divenne scuro. Scrollai le spalle, notai di essere in camera mia con addosso il pigiama ed il letto completamente sfatto, non ricordo che qualcuno avesse dormito con me e che io mi sia messo il pigiama. Mi alzai, presi le ciabatte avviandomi in cucina, c'era qualcuno che poteva rispondere alle mie domande.
- Buon giorno.-
Lo guardai alzando un sopracciglio.
- Perché?-
Sembrò sorpreso dalla mia domanda, tanto da alzare la testa dal giornale.
- Le persone normali augurano un buon giorno.-
- Sarebbe un buon giorno se sapessi perché mi sono svegliato col pigiama e sul mio letto, John.-
C'era un pizzico di malizia quando pronunciai il suo nome e il suo volto diventò rosso e automaticamente si nascose dietro l'imponente giornale.
- Semplicemente ti ho visto addormentato fra quei libri puzzolenti, ti ho messo a letto e..-
-E?-
Con uno scatto alzò lo sguardo e mi sfidò cercando di mantenere il discorso calmo senza malintesi.
- I tuoi vestiti erano sporchi quindi.. semplicemente ti ho messo il pigiama-.
-E hai dormito accanto a me.-
- Non ti sfugge nulla. Ieri sera eri molto stanco e mi sono preoccupato, tutto qui.-
Non è adorabile come svincola fra le parole evitando qualsiasi equivoco? Gli sorrisi, lui abbassò la testa ormai tornata al suo colore naturale e mi versò il tea nella solita tazza. Volevo parlargli, sentire la sua voce che accarezzava le mie orecchie
- John.-
Uscì un sussurro dalle mie labbra, lui alzò di scatto la testa guardandomi gli occhi con aria preoccupata.
-Io..-
Un rumore interruppe la mia frase, era il cellulare di John, chi poteva essere? Per un momento mi fissò aspettando che dissi qualcosa ma scosse la testa e prese il cellulare.
- Ciao Jasper.-
Lo vidi sorridere, gesticolare, parlare e ancora sorridere, ma non rivolto a me. Mi alzai, detestavo vedere i suoi occhi brillare ascoltando la voce di qualcun'altro, perché questa stretta al cuore? Perché questo sovraccarico di pensieri? Andai verso la finestra e rimasi a contemplarla perdendomi nel vuoto cercando di sbrogliare quel groviglio di pensieri; c'era qualcosa di familiare in quel quadretto di persone che vivevano normalmente la loro vita, fissai una persona che mi stava guardando misi a fuoco l'immagine: Lestrade. Aveva lo sguardo perplesso come se stesse cercando di decifrarmi invano, ad un tratto scosse la testa come se stesse scacciando un brutto pensiero e mi fece cenno per farmi capire che stava salendo.
-Sta salendo Lestrade, potresti cortesemente terminare la chiamata?-
Accentai la parola "cortesemente" e in un attimo gli occhi di John mi furono addosso controllando ogni mio minimo movimento come se fosse indispensabile.
-Devo andare, ci sentiamo dopo. -
Udii il "che succede?" di Jasper, ma John chiuse la chiamata continuando a fissarmi con la bocca socchiusa, come potevo resistere a quelle labbra così misteriosamente perfette? Mi avvicinai a lui toccando la sua camicia col mio pigiama continuando a fissarlo dritto negli occhi e lui ricambiava con aria preoccupata.
- Sherlock?-
Bussarono alla porta, doveva essere Lestrade, mi girai andando nella mia camera per cambiarmi sentendo lo sguardo di John accompagnarmi per tutto il tragitto.

- Ciao Greg, che succede?-
John sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi mentre versava del tea a Greg che ricambiò goffamente cercando di spiegare la situazione, ma ovviamente intervenni
- Dovevi chiamarci per assegnarci un nuovo caso però c'è stata una telefonata inaspettata e a giudicare dall'aroma che sfoggia la tua sciarpa era un appuntamento.. non proprio, un semplice caffè che tu avevi decifrato come appuntamento. Dovete aver passato tutta la giornata insieme perché il profumo femminile sventolato con orgoglio dalla tua sciarpa è molto intenso, ti sei divertito? Ovviamente ieri intendo.-
Ridacchiai appena finita la mia analisi senza dare spazio alle spiegazioni Greg.
- Sherlock, non è giornata te lo posso assicurare.-
Mi fulminò con lo sguardo, piegò la testa appoggiandosi sulle mani accuratamente intrecciate sibilando:
- Scusa.-
Sbuffai, perché ogni volta che si presenta un problema centrano i sentimenti? Una nuova fiamma stava ardendo nel cuore di Greg, ma non una qualunque, aveva l'aria troppo stanca come se qualcosa fosse andato storto, l'ha rifiutato? Non credo. Lui si aspettava qualcosa, una situazione adatta a.. a.. John è pratico di queste situazioni, non capirò mai! Però devo riuscire a capire perché così potrò decifrare i comportamenti di John nei confronti di Jasper. Ha una macchia di caffè leggermente visibile sui pantaloni, strano che Greg indossi gli stessi vestiti in giorni consecutivi, forse per il suo stato d'animo l'abbigliamento era subordinato ai suoi pensieri; Il profumo femminile è più recente  della macchia di caffè, quindi si sono visti anche di sera, situazione perfetta da portare sotto le coperte dell'amata, ma qualcosa è andato storto.. Ma certo! Conoscendo la timidezza di Greg deve aver  cercato di conversare col proprio corpo per far capire le proprie intenzioni, come dire... non tanto caste. Lei deve aver rifiutato non esplicitamente o ha evitato il discorso, questo non riesco a chiarirlo con certezza..
- Lei cosa ti ha detto?-
Mi guardò con gli occhi e la bocca spalancata come se avessi fatto centro, possibile che ogni volta devo spiegare tutto per filo e per segno?
- Non.. non capisco cosa intendi.-
La sua voce balbettava e incominciò a stuzzicare le proprie unghie in segno di arresa, ha capito bene cosa intendo però a quanto pare non vuole parlarne.
- Ehm.. potete spiegarmi la situazione?-
Lo sguardo perplesso di John saltava da me a Greg con un punto interrogativo che incombeva sopra di lui.
- Niente, davvero. Dobbiamo dare priorità al caso.-
Mi rilassai nella mia poltrona, nessun caso può essere paragonato alla complicatezza dei sentimenti umani. Girai gli occhi in segno di arresa, ma non sarebbe finita lì la discussione.
 Ad un tratto Greg divenne serio, questo non era uno dei soliti casi che ci affidava, c'era qualcosa di più.
- Hanno trovato una ragazza morta dentro un cassonetto della spazzatura, vi darò informazioni più dettagliate in seguito.. ciò che conta sono i tagli che sono stati trovati nella fronte della vittima..-
Fece una pausa ispirando profondamente..
- Ci sono le tue iniziali Sherlock.. SH.-
 

Andai via così in fretta dall'appartamento che John dimenticò la sciarpa nonostante fuori facesse molto freddo, infilandomi velocemente dentro un taxi senza aspettare gli altri due che affannosamente cercavano di starmi dietro nel frattempo cominciai a rimuginare sui strani segni della vittima: molte persone hanno le mie stesse iniziali, ma non c'è da escludere che io abbiamo molti nemici.. troppi. I primi sospetti ricadranno su di me, il sociopatico/consulente investigativo chiamato Sherlock Holmes.

I poliziotti passarono tutti il tempo ad interrogarmi facendo domande stupide, chiedendomi dove mi trovavo e tartassando così tanto il mio cervello fino a concedermi una pausa a cui risposi cortesemente sbuffando. Andai fuori incontrando John con lo sguardo, non lo avevo mai visto così preoccupato, era davanti a me che imprecava per il freddo strofinando le mani in cerca di calore, con il naso completamente rosso quasi nascosto dal colletto del giubbotto, notò il mio sguardo indifeso che lo scrutava come gli occhi di un bambino che aveva appena rotto un vaso.
-Guarda che sono arrabbiato con te per avermi scaraventato giù dalle scale facendomi dimenticare la sciarpa!-
Sbuffò girandosi dall'altro lato evitando i miei occhi che gli avrebbero fatto dimenticare l'accaduto. Non dissi nulla e avvicinandomi incontrai la sua schiena col mio petto, sussultò a quel contatto e io sorrisi guardando le sue orecchie tingersi di tutte le gradazioni del rosso come, probabilmente, tutto il suo viso. Indugiai per un attimo, e se fraintenderebbe la situazione? Siamo solo amici e gli amici dimostrano il proprio affetto.. giusto? Un momento.. Perché faccio domande a me stesso pur sapendo di non sapere la risposta? Strano che io non sappia qualcosa.. Ma certo! Questo gesto sarà un esperimento sulle reazioni degli umani ai gesti inaspettati, sono un genio. Il freddo incominciò a gelarmi le ossa e vidi John ondeggiare per riscaldarsi.. fu tutto in un attimo, presi i lembi della mia lunga sciarpa, li arrotolai attorno al suo collo cingendolo con le mie braccia affondando il viso fra i suoi morbidi capelli dorati.
- Sherlock..-
- è un esperimento.-
Uscì un sussurro dalle mie labbra come una dolce ninna nanna. Lo sentii abbandonarsi a quella stretta, stringendo le mie braccia con le sue morbide mani da medico.
- Così si spiega il tuo comportamento di oggi.. dovresti pensarci meno a questi esperimenti.-
Sussultai, forse il mio gesto non gli era piaciuto? Troppo avventato?
- Cioè.. voglio dire.. evita di rimuginarci su tutto il tempo e passa direttamente alla pratica.-
Si schiarì la voce, inevitabilmente le mie gote diventarono color porpora mentre lui si rifugiava nella mia sciarpa ispirando a pieni polmoni il mio odore come se non lo volesse dimenticare mai più.

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Capitolo 3
*** L'analisi. ***


Ormai tutto è cambiato, tutto sta sfuggendo dalle mie mani simile a della candida neve bianca ormai diventata acqua gelata come l'epiteto dato al mio cuore da John. I casi di Lestrade incominciano a diventare interessanti, contorti ed io mi ritrovo la maggior parte del tempo fuori casa senza John.. John, ormai lontano da me chilometri insieme a Jasper ad una cenetta a lume di candela dove lui non si sta nemmeno accorgendo della cameriera che persistente continua a fargli gli occhi dolci. "Sei un fottuto sociopatico" questa fu la sua ultima esclamazione prima di sbattermi la porta in faccia trascinandosi rumorosamente per le scale fino a scomparire fuori il portone.
Ed eccomi qui come un'idiota (Nessuno deve saperlo) cercando su google "come faccio a capire se sono innamorato?" .. spero che John non mi scopra, troppo imbarazzante sopratutto se scoprisse che è causa sua questo comportamento fuori dal normale! Internet pensavo mi potesse aiutare, però leggo solo commenti come "segui il tuo cuore" o "il cuore che batte all'impazzata".. che aiuti stupidi, come faccio a seguire il mio cuore? Questo è anatomicamente impossibile!
- Sono tornato..-
La sua voce mi fece sussultare leggermente, non mi ero accorto che fosse arrivato. Mi girai lentamente, continuava a massaggiarsi le tempie, voleva scusarsi per ciò che aveva detto prima. Si posizionò davanti a me con lo sguardo incollato al pavimento, poi appena lo alzò dolorante il mio cuore stranamente perse un colpo.
- Sherlock io.. Un momento! Perché stai usando il mio computer?-
- Il mio è nella mia stanza.-
Lo dissi come se stessi spiegando un concetto davvero banale, come può non capire? Ma non è di questo che dobbiamo parlare.
- Ora dammelo per favore.-
Quel "per favore" mi fece accapponare la pelle, era davvero arrabbiato ma non potevo permettergli di prendere il computer, prima dovevo cancellare la cronologia.
- No! Sto facendo una ricerca molto importante e non posso interromperla.-
Dal suo sopracciglio alzato e la testa inclinata verso sinistra ho come l'impressione che non abbia abboccato..
- Allora fammi vedere, così potrò aiutarti.-
Aveva un sorriso malizioso, troppo malizioso..
- Guarda che riesco a farlo da solo!-
Dopo quella risposta calò il silenzio, ci fissammo per un attimo, poi lui andò verso la cucina ma si fermò di colpo.
- Comunque Sherlock.. sei bravo.-
Cosa? E questo cosa centra? Perché dovrei esserlo? Dovrebbe scusarsi, non dire una cosa così insensata e non inerente al nostro discorso! E poi guardatemi, seduto nella mia poltrona con il suo computer a cercare inutili risposte su domande senza un nesso logico fra di loro! Mi alzai di scatto, cos'era questo prurito alle mani? Questa voglia di spaccare la faccia ad Anderson, per la prima volta senza nessun motivo apparente? E poi le risposte alla mia domanda sono stupide, banali così scaraventai fortemente il computer contro il muro rigato dai miei spari.
- Oh Dio Sherlock, cosa hai fatto?-
Mi girai, John con le braccia allargate, la bocca aperta e le sopracciglia alzate non voleva dire nulla di buono.
- Ho appena scaraventato contro il muro il computer.-
Ovvio.
- Ma che diavolo ti è preso? Ho capito che hai scaraventato il mio computer contro il muro! Dio santo, contro il muro! Va bene i tuoi strambi esperimenti nel frigo o sparsi per tutta la casa, ma questo comportamento non lo accetto! Ma che diavolo ti è saltato in mente?-
Bip Bip.
Un messaggio, possibilmente di Lestrade guardando l'ora, a quanto pare non ha il coraggio di parlarmi in faccia per la nostra piccola discussione.
Una seconda vittima, stesse iniziali. Vieni.
-GL

Guardai John, non potevo affrontare quella discussione adesso e lui non poteva venire con me.
- Lestrade ha bisogno di me, non aspettarmi sveglio.-
Lo sorpassai sentendo i suoi occhi incollati su di me anche quando mi ritrovai ad indugiare sul portone di casa.. Cosa è questa sensazione?
                                                                         ****
Stupido. Stupido. E pensare che continua a dirlo a me che sono stupido, ma si è visto? Scaraventare un computer contro un muro senza motivo, chi può essere più stupido? A volte non lo capisco proprio, si può essere più ottusi?
Bip Bip.
Hei piccolo militare, che ne dici di una cenetta?
Sempre se il tuo capo te lo conceda.
-J
Come posso dirgli di no? Da quando è entrato nella mia vita Jasper ha solo migliorato le cose. Sorrido, forse solo a Sherlock concedevo questo tipo di sorrisi ma a quando pare a lui non importa molto.. Perché sono così dispiaciuto? "Sempre se il tuo capo te lo conceda" Sherlock non può decidere della mia vita.
Certo, vediamoci al nostro ristorante ;)
-JW
Il nostro ristorante.. mi sento uno stupido, cosa voglio dimostrare? Di potermi fare una vita dove Sherlock Holmes non è il protagonista? Perché non mi dimostra qualcosa? Che ne so "John in verità ti porto con me nelle scene del crimine perché ho bisogno di te" non deve scaraventare il mio computer e uscire di casa come se nulla fosse!
Bip Bip.
Wow, serata libera? Devo considerarmi fortunato!
Ci vediamo fra mezz'ora.
-J

A quanto pare sono disoccupato.
-JW
Piccolo militare, così mi provochi.
-J
Cosa ti fa pensare il contrario?
-JW
Subito al ristorante, non voglio di certo perdermi un'occasione d'oro.
-J
Ai suoi ordini.
-JW
Ma si può essere più idioti? D'istinto presi il giubbotto, pensavo non ci fosse bisogno di cambiarsi per una cena tra amici ma poi all'improvviso cambiai idea. Guardai l'armadio e vidi il maglione usato per il primo "appuntamento" con Sherlock (che in verità era un appostamento), con lui non mi ha portato fortuna, forse con Jasper potrebbe. Un momento, io non sono gay! Volevo dire che porterà fortuna alla nostra amicizia, è ovvio che a me piacciono le donne! Devo smetterla di parlare con me stesso, peggioro semplicemente la situazione. Mi cambio velocemente e scendo per le scale, chiamo un taxi e dopo aver detto il posto desiderato mi posiziono tranquillamente sul sedile.. PERCE' PENSO TUTTO IL TEMPO A SHERLOCK?! Va bene che ormai prendo il taxi sempre con lui, quindi una specie di "senso di mancanza" deve esserci per l'abitudine però devo smetterla di preoccuparmi, è adulto e vaccinato, può cavarsela anche senza di me!  
-Se non lo ha capito, siamo arrivati!-
-Si, grazie!-
Sbuffai e scesi  dal taxi, l'odore del ristorante mi investii completamente, che fame! Cercai Jasper con lo sguardo, c'è davvero tanta gente oggi.
- Hei!-
Mi girai, eccolo! I suoi occhi chiari in questo momento risplendono come due pietre preziose, è vestito davvero bene, con quella camicia color vino mi ricorda.. NO! Non mi ricorda nessuno!
- Buona sera. -
- Come mai così formali?-
Devo ammetterlo, oggi Jasper sembra un gay, possibilmente Sherlock lo avrebbe già preso in giro... Devo smetterla!
- Mi conservo per le occasioni speciali.-
Sorride, un gran bel sorriso devo dire.
- Oggi sei davvero imprevedibile.. mi piace.-
Un occhiolino e poi dritti dentro il ristorante. Mi fermo all'entrata, un posto davvero di classe con tanto di camerieri vestiti come dei pinguini e persone con abiti eleganti come se fossero ad un'opera teatrale. Un cameriere alto, giovane e simpatico ci mostra un tavolo accanto ad una coppietta di anziani dall'aria davvero snob. Mi siedo, tovaglioli ricamati a forma di cigni, quattro forchette, due cucchiai e tre coltelli.. ma dove sono finito?!? Ehm.. quale forchetta dovrò usare per prima?
- Mi sembri spaesato.-
Per un momento mi ero dimenticato di avere Jasper davanti a me.
- No, è che non sono abituato a questo tipo di ristoranti.-
- Pensavo che con Sherlock uscissi.-
- Infatti usciamo, ma lui non è tipo da merletti e camerieri.-
Ridiamo, una risata spontanea e calda, mi mancava davvero tanto una vita così.
- Sembri conoscerlo bene.-
- Non proprio, a volte sembra una persona completamente diversa..-
L'ho fatto di nuovo. Sto fissando il vuoto immaginandomi lui che scaraventa il mio computer per terra senza curarsi del suo gesto.
- Scusa, non volevo.-
- Ma che dici! Tanto tutti lo sanno che è strano.-
Rido amaramente, nemmeno io so perché l'ho detto.. autoconvinzione? No, Sherlock non è strano, è semplicemente diverso e mi manca da morire in questo momento.
- Comunque è meglio ordinare.-
Annuisco e prendo il menù, devo cercare di distrarmi.
Bip Bip.
- Deve essere il tuo cellulare.-
Il mio? Chi dovrebbe mandarmi un messaggio a quest'ora?
- Si, scusami, una attimo rispondo.-
- Tranquillo, fai pure.-
Prendo il cellulare e leggo:

Vieni subito.
-SH
 
Rido, starà scherzando sicuramente, sa che sono fuori a cena con Jasper.
- Qualcuno ti ha mandato una barzelletta?-
- Diciamo di si. -
Bip Bip.
Non ignorarmi.
Ho bisogno di te.
- SH
Quel "ho bisogno di te" mi fece rabbrividire, sicuramente sarà una scusa.
Per aiutarti a mandare un messaggio?
No, grazie.
-JW
Misi il telefono in tasca, non volevo interruzioni per questa serata. Jasper fece cenno ad un cameriere di venire, non avevo molta fame così mi limitai a prendere degli spaghetti alle verdure senza secondo, invece Jasper prese un sacco di cose, nonostante la sua magrezza mangia come un lottatore di sumo.
- Perché ridi?-
Mi disse squadrandomi in cerca di una risposta.
- Certo che mangi tanto.-
Incominciai a ridere senza motivo mentre Jasper mi guardava offeso con le braccia incrociate al petto.
Bip Bip.
Cosa vuole ancora?
E se fossi in un vicolo di Londra con un coltello conficcato nel fianco?
-SH
        
                                                                 ****
Mezz'ora prima.
- In verità non potresti essere qui, dovresti ringraziarmi.-
Sbuffai, a volte Lestrade è davvero noioso.
- Ho un fratello simpatico.-
Tagliai il discorso, in questo momento devo concentrarmi sulla vittima davanti a me.I tagli sulla fronte sono stati procurati quando la vittima era viva e possibilmente cosciente; causa della morte: soffocamento dovuto ad una corda di medio spessore. Residui di pelle sotto le unghie, deve essersi ribellata; livido sul gomito destro, possibile caduta dalle scale con conseguenze di stordimento. L'assassino ne ha approfittato e l'ha legata alla sedia e a quel punto l'ha uccisa.
- Era incinta. Né sposata né fidanzata. Era una scrittrice emergente mantenuta dai genitori e aveva un gatto, un certosino per la precisione. Deve essere andata nella soffitta perché aveva sentito dei rumori, appena arrivata è stata aggredita. Si è ribellata ma è stata buttata giù dalle scale, in quel momento l'assassino l'ha bloccata sulla sedia e le ha inciso le iniziali, è morta per soffocamento dovuto ad una corda precedentemente procurata dall'assassino. Però c'è una cosa che mi sfugge..-
 - Cosa?-
- Come è uscito l'assassino? -
Un rumore proveniente dalla soffitta. Stivali bassi, di gomma.. Nessun poliziotto li usa. Ma certo! Corsi velocemente facendo gli scalini due a due e poi vidi davanti a me una persona vestita di nero intenta ad uscire dalla finestra. Trovato. Velocemente gli andai incontro, ma ormai si era calato dal tetto e io feci lo stesso, non poteva scapparmi. Incominciai a corrergli dietro, è un uomo robusto però molto agile, a quanto pare non conosce queste strade perché si sta dirigendo verso un vicolo cieco.
- Non puoi scappare!-
Lo avevo preso, ero riuscito a fare qualcosa senza John. Vidi l'assassino davanti a me coperto da un cappuccio, Lestrade arriverà a momenti però è meglio che lo blocchi. Mi avvicinai ma ad un tratto sentii un dolore al fianco destro, una coltellata. Mi girai, non avevo previsto l'arrivo di un'altra persona, che stupido. Mi accasciai per terra, il dolore era lancinante e nel mentre vidi i due uomini allontanarsi senza lasciare traccia.. con John non sarebbe successo.
- Ho bisogno di te. -
                                                                        ****
-Sei un'idiota!-
Gli gridai in faccia fregandomene di tutti che ci guardavano.
- Dai John, lascialo respirare almeno.-
- Lasciarlo respirare? Ma sei impazzito Greg? Io lo ammazzo!-
Non mi importava se aveva una ferita al fianco, lui non deve permettersi di farmi prendere certi spaventi.
- Ok, hai ragione però così non concludi nulla, almeno lascialo respirare.-
Fissai Greg e poi Sherlock, mollai la presa intorno al suo collo e lo feci sedere sulla poltrona.
- Almeno andiamo in ospedale.-
- Gli ospedali sono noiosi.-
Noiosi? Ora lo ammazzo sicuramente.
 - Dai Sherlock, John vuole aiutarti.. almeno fai ciò che ti dice!-
- Uno che non riesce a confessare ad una ragazza i suoi sentimenti non può farmi la predica.-
- Cosa? E questo cosa centra adesso?E poi come fai a...-
- Laetitia.. giusto?-
Mi sono perso qualcosa?
-Ora lo ammazzo. -
Ci mancava solo Greg che voleva ammazzarlo, già bastavo io.
- Ok, Greg. Ricorda cosa mi hai detto!-
Ero un po' confuso da quella situazione ma per adesso quello che importa è portare Sherlock all'ospedale e poi ammazzarlo. Vidi Greg voltarsi per uscire dalla stanza ma ad un tratto si fermò, si voltò lentamente e con un dito voltato contro Sherlock incominciò ad urlargli contro.
- Se per te una persona che ammette i propri sentimenti a se stesso è stupida, allora una persona che non riesce ad ammettere ciò che prova nemmeno a se stesso cosa è? Ah, giusto, un sociopatico.-
Non avevo mai visto Greg così arrabbiato, non capivo cosa volesse intendere ma da come chiuse violentemente la porta capii che Sherlock aveva esagerato.
- Certo che tu riesci a far incazzare chiunque.-
Cercai di buttarla sul divertente nonostante fossi ancora arrabbiato con lui per il suo gesto.
- A quanto pare non riesco a fare niente da solo.-
Un dolce gattino nero sembrava in questo momento.
-Ma cosa dici? Sei il grande Sherlock Holmes!-
- Che non riesce a stare senza il suo Watson.-
Il suo Watson? Ok, forse lo dice perché siamo amici.. è assolutamente normale!
- Mi lusinghi. Ora rimani fermo così vado a prendere il necessario e ti cucio per bene.-
Mi alzai dalla mia poltrona e cercai il necessario per medicarlo, era una brutta ferita..
Bip Bip.
Forse è Jasper, devo scusarmi con lui per essere scappato.
Tu fai parte del mio lavoro.
-SH
Angolo autrice.
Scusate il ritardo, diciamo che non avevo completamente ispirazione però la mia Beta, Tovie, mi ha "convinto" ed eccomi qui.
Voglio ringraziare tanto Mrs Bored per la recensione e i suoi consigli, alla prossima! :)
 
  

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Capitolo 4
*** Elaborazione. ***


Dorothy Hope, 23 anni, incinta da circa tre settimane; Harvie Cleveland, 30 anni, sposato ma con un amante.. Cosa hanno in comune queste due persone? Non sono parenti, non sono amici.. Praticamente non sapevano dell'esistenza dell'altro.
Perché l'assassino li ha uccisi?
I Serial Killer uccidono persone senza un legame logico fra loro. Cancella informazione.
Questo Serial Killer incide le mie iniziali nella loro fronte, possibile legame fra i due.  Salva informazione.
-Sherlock.-
Possibili legami nella loro routine?
Persone che frequentano. Cancella informazione.
Luoghi che frequentano. Cancella informazione.
Vita sentimentale. Cancella informazione.
-Sherlock.-
John mi sta chiamando, gli risponderò dopo. Scrivere un post-it nella sezione "Cose da fare quando esco".
-Sherlock.-
 -Cosa diavolo vuoi John?-
Urlo, sono infuriato. Ma non con John, non potrei mai.
- Lestrade mi ha chiamato e-
-Mi hai fatto uscire dal mio palazzo mentale per una cosa con un'importanza pari al quoziente intellettivo di Anderson?-
Mi guarda, quasi spaventato, ti prego John non farlo.
- Scusami tanto se ti avviso di ciò che succede nella vita REALE.-
-Vita reale? Ma ti stai sentendo?-
- Sherlock stai dando troppa importanza a questo caso, così finirai per farti del male!-
Oh John.. sempre che ti preoccupi per me. Però oggi sei diverso.
- Troppa importanza? C'è un Serial Killer che si aggira per le strade di Londra divertendosi ad incidere le mie iniziali nella fronte delle persone e tu mi dici che sto dando troppa importanza a questo caso?-
Silenzio. Finisce sempre così.
-Esco.-
Una semplice ed innocua parola, così semplice da farmi sentire male, perché?
Aprire nuova sezione.
Perché John mi provoca queste reazioni?
Perché è il mio coinquilino. Cancella informazione.
Perché tengo a lui. Salva informazione.
Perché è il mio amico. Cancella informazione.
Perché è John. Salva informazione.
                                                                 
****
Mezz'ora prima.
Digito il numero di Jasper, oggi ho proprio bisogno di stare con qualcuno e Sherlock non è nella mia lista.
- Pronto?-
-Ciao, sono John. -
- Oh ciao! Dimmi.-
- Sei occupato?-
-No, tranquillo! Ti serve qualcosa?-
-Ti va di prendere una birra?-
- Oh, certo. Dove?-
- Al bar vicino il St. Bart's, mi sono sempre trovato bene lì. -
Jasper sospira, ha capito tutto.
- Arrivo.-
è incredibile come un consulente detective non riesca a capire cosa provi in questo momento e invece una persona normale si. Mi alzo dalla panchina trascinandomi fino al marciapiede... sono così stanco che la gamba incomincia a farmi di nuovo male.

- Hei, sono qui!-
Oggi il bar non è molto affollato, per fortuna, arrivo al tavolo dove Jasper è seduto e gli sorrido.
- Ciao. -
-Allora.. come va?-
- Bhè, si va avanti.. tu?-
- Tutto bene, a lavoro? Novità?-
Lo guardo, sorride ed io gli prendo la mano accarezzandola dolcemente, ho bisogno di qualcuno. Lui sussulta a quel contatto, ma si ricompone facilmente ricambiando la stretta.
- A lavoro ho conosciuto una ragazza di circa 15 anni, si chiama Sunshine, è molto dolce e sogna di diventare una scrittrice.-
Una pausa. Un sospiro da parte mia.
-  Era malata di leucemia.. eravamo riusciti a trovare un donatore ma... non è riuscito l'intervento.-
Silenzio, succede sempre anche con Sherlock.
- John, non è colpa tua.-
Cliché.
- Lo so, però in quest'ultimo periodo ne sto passando troppe e sono stanco.. piuttosto tu, come va a lavoro? Non ho mai capito cosa fai di preciso.-
- Va tutto liscio.-
Una ragazza sulla ventina si avvicina al nostro tavolo chiedendoci cosa ordiniamo, io una birra e Jasper pure, la ragazza mi fa l'occhiolino facendo ondeggiare i suoi capelli biondo platino e va verso il bancone, non è giornata. Jasper mi guarda come se fosse stato salvato dalla ragazza per sviare la discussione.
- C'è qualcos'altro?-
Mi conosce davvero bene.
-Sherlock.-
Jasper capisce tutto, annuisce e incrocia le braccia con fare pensieroso.
- Secondo me devi allontanarti da lui.-
- Cosa?-
- Hai sentito bene, devi allontanarti da lui... puoi venire da me. -
- Jasper io non posso.. sono il suo coinquilino!-
- E quindi?-
Silenzio. Non posso e non voglio lasciare Sherlock.
Bip Bip.
Buon giorno John.
Non riesco a contattare Sherlock.
C'è una nuova vittima, solo che questa volta è viva.
-GL

                                                                                     ****
- Dov'è John?-
Possibile che Lestrade sia così stressante?
- Non lo so e non mi interessa.-
Questo dovrebbe tenerlo a bada per qualche minuto, poi si concentrerà sulla vittima, si riaccorgerà che manca John e mi richiederà sue notizie.. banale. Devo concentrarmi sulla vittima.
- Allora signor..-
- Dewayne Johnathon.-
E poi si chiedono perché dimentico facilmente i nomi.
- Può spiegarmi a grandi linee cosa è successo?-
-Come sta?-
Si intromette Lestrade fulminandomi con gli occhi, cosa ho fatto di male?
- Bene, grazie.-
-Bene Lestrade, ora che ti sei informato sulla salute della vittima, che potevi tranquillamente leggere nella cartella clinica, fammi fare il mio lavoro.-
Sorrido tanto per alleggerire la tensione, funziona spesso con John.
- Quindi? Ha qualche ricordo?-
- No, mi dispiace... solo di un uomo ma non ricordo il volto.-
Non sta mentendo.
- Come si è rotto il crociato?-
-Sono caduto dalle scale e poi l'assassino mi è venuto addosso.-
Guardo Lestrade facendogli cenno di continuare ad interrogarlo, è solo uno spreco di tempo per me. Esco dalla stanza, odio gli ospedali invece a John sarebbe piaciuto... dov'è?  
Bip Bip.
Notando l'orario e il fatto che ho litigato con John e non mi parlerà o scriverà fino a domani deve essere Mycroft.
Buona sera fratellino! Bella giornata non è vero?
Io la condivido con Anthea, tu?
-MH

Mycroft evita questi giri di parole e vai dritto al punto.
-SH

Dovresti dare un occhio a John.
-MH

Può averne quanti ne vuole, basta che guarda nel frigo.
-SH

Non pensavo fossi così simpatico.
-MH

E tu così ritardato visto che John è così da due giorni.
-SH

Avevo dei problemi.
Comunque, se sta durando così tanto fatti delle domande.
-MH

 
Problemi?  Non trovi più uno dei tuoi ombrelli?
-SH

Il tuo umorismo è pari ad una oloturia depressa.
Evita di fare il bambino e pensa tu a John visto che io ho il crociato rotto.
-MH

Come è possibile che Mycroft abbia il crociato rotto? Lui non è così sbadato da cadere con le scale ed ha così tante guardie che un incidente in auto o in qualsiasi altro posto è impossibile.

Come è successo?
-SH

La tua preoccupazione mi spaventa.
Sono caduto dalle scale.
-MH

Caduto dalle scale come la vittima. Crociato rotto come la vittima. Possibile legame.

Note dell'autrice.
Salve a tutti :)
Mi limiterò a ringraziare amy holmes_JW  e  Roby22 per le recensioni in questa Fan Fiction :)
Grazie anche a tutte le altre recensioni nelle altre ff :)
Bye bye

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Capitolo 5
*** Un contrattempo. ***


Una gamba. Si, una gamba. Ok.. è tutto normale.
-C'è una gamba sulla mia poltrona.-
La sua chioma corvina ondeggia leggermente.
-Stai constatando l'ovvio, John. È irritante.-
Oh, certo. Mr. sono-un-genio-egocentrico-non-toccate-i-miei-esperimenti vuole sempre l'ultima parola.
- Sherlock, mi spieghi almeno il perché? In modo tale che io capisca.-
-É un esperimento.-
Si alza dalla sua poltrona e va verso la finestra dove, prendendo il violino in mano, incomincia a suonare una melodia a cui mancano alcune note. A volte stare con Sherlock è davvero esasperante.
- Lestrade.-
E adesso cosa centra Greg?
Ad un tratto sento dei passi lungo le scale e in poco tempo appare Greg tutto sudato.
- Sherl..Sherlock! L'assassino ha lasciato un biglietto.-
Si appoggia alla porta cercando di riprendere fiato.
-Come mai sei così agitato?-
- Nel biglietto c'è scritto: Caro SH, Sai che un amico è come un tesoro? Per questo esistono i pirati.-
Si guardano negli occhi, cosa vuol dire?
-Sappiamo a chi si riferisce.-
Continua Greg diventando estremamente serio. Sherlock rimane impassibile, poi mi fissa... cosa sta succedendo?
- Greg prestami il telefono, arrivo subito però non entro nella macchina della polizia.-
Greg annuisce e, stranamente, non sbuffa ai capricci di Sherlock, gli dà il telefono e scende le scale chiudendosi la porta alle spalle.
- Potevo prestarti il mio telefono.-
Dico posizionandomi davanti a lui. Lui non risponde e continua a pigiare i tasti del cellulare.
-Puoi spiegarmi cosa succede?-
Ancora nessuna risposta.
- Va bene! Fai quello che vuoi, io vado da Jasper!-
Lui alza lo sguardo verso di me e i suoi occhi sono più gelidi del solito.
- No. -
Dice continuando a fissarmi, chi si crede di essere? Mica devo chiedergli il permesso. Mi avvicino al tavolino e prendo il cellulare, poi la giacca e faccio un segno con la mano in segno di saluto. Appena apro la porta vedo Sherlock che con una mano la richiude e quando mi giro è vicinissimo a me. Ci fissiamo e sento il suo caldo respiro sulle mie labbra... perché si comporta così?
-Tu non puoi uscire da questa casa. -
Dice facendo toccare la sua fronte con la mia. Io lo allontano continuando a fissarlo negli occhi.
- Io vado dove voglio.-
-No, oggi non puoi.-
-Perché?-
-Perché lo dico io. -
Si allontana, prende la sua giacca e, quando si ferma davanti a me, non ho nemmeno il tempo di capire perché dalla sua giacca esce una piccola bomboletta, che la mia vista diventa completamente nera.

Mi sveglio, la testa mi fa molto male e per un momento non capisco dove sono. Apro gli occhi, mi guardo intorno: la stanza di Sherlock. Deve avermi drogato, perché? Mi alzo dal suo letto e cerco di aprire la porta: è chiusa.  Cerco il mio cellulare ma non c'è, le finestre sono bloccate e non so cosa fare, mica posso sfondare la porta! Mi siedo sul suo letto e appoggio la testa sulle mie mani.
Perché mi ha sbattuto qua dentro senza dirmi niente?
Caro SH, Sai che un amico è come un tesoro? Per questo esistono i pirati.
Le parole di Greg continuano a martellarmi la testa ancora dolente. Cosa vuol dire? Un amico... Se è indirizzato a Sherlock vuol dire che un suo amico è in pericolo, ma lui non ha amici.. lui ha solo me. Un attimo! Sono io l'amico del biglietto! Che stupido, l'ha fatto per proteggermi? Sento un rumore provenire dalla porta, Sherlock?
- John, mi senti?-
- Jasper! Cosa ci fai qui?-
Mi avvicino alla porta cercando di ascoltare meglio.
- Sono venuto per portarti via da questo posto! Allontanati dalla porta, la sfondo.-
Ma è impazzito? Si farà male!
- No, puoi farti male! Tranquillo, torna a casa. -
Lui incomincia a dare colpi alla porta.
- Se non ti allontani vorrà dire che ti arriverà la porta addosso.-
Mi allontano dalla porta, dopo alcuni colpi la porta cede e vedo Jasper che si massaggia la spalla destra. Mi avvicino a lui accarezzandogliela, per fortuna non ha niente.
- Vieni con me, lontano da qui.-
Dice improvvisamente prendendomi la mano, mi sento come una protagonista di quei film sdolcinati che piacciono tanto a Molly. 
-Ma sei impazzito? Io qui ho Sherlock, un lavoro, una casa e...-
Basta. Non ho più niente. Forse non ho nemmeno ciò che ho appena elencato. Perdo lo sguardo fra le assi del pavimento e Jasper se ne accorge, mi stringe forte a se e mi accarezza la testa continuando a ripetermi "vieni via con me". Non posso. Non posso e non voglio lasciare Sherlock, lui è mio amico e io sono l'unica persona che può stargli accanto.
-Non posso.-
Lo dico sussurrando, in verità non voglio che mi senta.
- Perché?-
Mi prende il volto fra le mani e i suoi occhi sembrano come dei coltelli che mi lacerano l'anima. Non guardarmi così, ti prego.
- Perché questa è la mia casa, possiamo rimanere amici se vuoi.-
Che affermazione stupida, vorrei tanto rimanere suo amico ma so che non sarà possibile.
- Amico?-
Dice e ad un tratto mi stringe così forte da non farmi respirare, cosa gli succede?
- Rimarrai con me, che tu lo voglia o no. -
Mi sferra contro la parete e in un attimo mi è addosso, cerco di divincolarmi ma è troppo forte e quando incontro il suo sguardo è diverso, gelido.
- Cosa ti succede Jasper?-
Cerco di accarezzargli la testa ma blocca le mie mani con una delle sue e con l'altra mi sferra un pugno sullo zigomo. Fa male, ma non quanto vedere lui in queste condizioni. Sono disteso a terra, stordito e l'ultima cosa che vedo è lui con una siringa in mano e il vuoto.
Non è giornata.
                                                                                         ****
-Voglio tutte le telecamere possibili.-
Dico fissando Mycroft, odio chiedergli aiuto ma non voglio che accada niente a John. Lui annuisce ed io mando un messaggio a Lestrade.
Avete scoperto altro?
-SH
No. Abbiamo bisogno del tuo aiuto, odio ammetterlo.
-GL
Esco senza salutare Mycroft, non c'è tempo e ogni minuto è prezioso. Prendo un taxi per andare a Scotland Yard e intanto fumo una sigaretta perché sono troppo nervoso.  Arrivo e incontro Anderson fuori dall'entrata, oggi non ho voglia di vederlo.
- Sherlock! Come mai qui?-
- Scommetto che Lestrade ti ha dato questa "ora buca", fatti delle domande.-
Lo supero e mi dirigo verso l'ufficio di Lestrade.
- Allora, da cosa posso cominciare?-
Lestrade mi guarda, più serio del solito, deve esserci qualcosa sotto. Non ha dormito a casa e i suoi vestiti sono di ieri sera ma non credo sia collegato al motivo di adesso.
- Non c'è bisogno di analizzarmi, devo solo dirti una cosa. John è scappato dalla casa. -
Lo guardo, come è possibile? Mi arriva un messaggio, possibilmente Mycroft vuole darmi la stessa notizia.
John è stato rapito.
-MH

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Capitolo 6
*** L'inizio. ***


Vedo e rivedo le registrazioni, perché non l'ho capito prima? È sempre stato davanti ai miei occhi, usciva con John solo per farmi capire che prima o poi lo avrebbe portato via da me, ma... Perché lo ha fatto? Non ho mai incontrato Jasper e non credo di aver fatto un torto alla sua famiglia.
Ricerca in corso sotto la voce Jasper Wright...
-Il caso del bambino scomparso. Cancella informazione.
- Il caso del bambino annegato. Cancella informazione.
- La morte di Mr. Wright. Cancella informazione.
Non riesco a trovare niente!
-Sherlock.-
È Mycroft, dal suo tono di voce ha una pista.
-Scoperto qualcosa?-
-Si...-
Si siede davanti a me, sulla poltrona di John, è molto serio e deve aver fatto una scoperta importante.
-Allora ti invito, gentilmente, a espormi ciò che hai scoperto.-
- È inutile che continui a cercare, eri troppo piccolo per ricordare. Come sai, nostro padre faceva l'avvocato e il suo ultimo caso fu su una rapina di una banca. L'uomo accusato si chiamava Darren Wright, sua moglie era morta e per mantenere il suo unico figlio rapinava le banche. A causa di nostro padre andò in carcere e, in seguito, si impiccò. Il figlio rimase con lo zio, l'assassino di nostro padre. Il ragazzo crebbe con il desiderio di vendetta nei confronti di noi Holmes ed io, senza sapere le sue intenzioni, lo aiutai a trovare una famiglia adeguata a lui, fino a quando uccise nostra madre e scomparve dalla circolazione. Non c'è bisogno che io ti dica chi è quel ragazzo.-
-Perché non ne ho mai saputo niente? Perché non sei intervenuto?-
Mi alzo di scatto, sono furioso. Prendo il violino per calmarmi ma non riesco a suonare perché sto tremando come a Baskerville, non voglio che la situazione si ripeta... Paura e rabbia mi sembrano così simili.
                                                                                       ****
-Cosa?-
Ripeto cercando di capire ciò che ha appena detto Jasper. Perché quando suo padre è morto non è venuto da me? Io sarei stato vicino a lui. Vedo un uomo entrare e parlare con Jasper, lui mi guarda e poi segue l'uomo fuori dalla stanza. Non so dove sono, c'è odore di muffa, le pareti sono grigie, il pavimento è formato da mattonelle bianche: alcune rotte, altre inesistenti; la sedia su cui sono seduto sembra una di quelle che si trovano nelle scuole e, ovviamente, sono legato. Cerco di liberarmi ma invano, le corde sono troppo strette e l'effetto del sonnifero ancora non è svanito del tutto. Come ho fatto a non capire prima le sue intenzioni? Perché uccidere quelle persone? Loro cosa centrano? La porta si apre di scatto ed entra Jasper con un sorriso dipinto sul suo volto.
-A quanto pare abbiamo un ospite.-
                                                                                        ****
-Sicuro di farcela?-
Dice Lestrade prendendomi per un braccio.
-Ho avuto a che fare con Serial Killer più pericolosi.-
Non voglio rassicurarlo, semplicemente dovrebbe sapere che io sono un esperto. Mi libero dalla sua presa ed esco dal taxi ritrovandomi, come previsto, nel cortile della vecchia scuola abbandonata. Molto banale come scelta, mio caro Jasper.
-Hai solo mezz'ora, poi entriamo.-
Lestrade mi guarda, poi abbassa il finestrino e il taxi gira l'angolo. Entro dentro l'edificio ed un odore di polvere da sparo mi investe facendomi supporre la loro posizione: la sala professori. Cammino con cautela, probabilmente mi hanno visto entrare, quindi mi dirigo direttamente verso la mia meta ma, prima di entrare, lascio cadere dalla mia tasca delle perline... Non si sa mai. Entrando attacco alla serratura una gomma da masticare che tengo nascosta dentro la bocca per bloccare la serratura e vedo davanti a me Jasper rivolto verso una finestra ormai in frantumi.
-Benvenuto Sherlock Holmes!-
Si gira verso di me, a giudicare dalle sue nocche deve aver colpito qualcuno ma no John...
- Tu e la tua mania di analizzare le persone!  Non c'è bisogno, ti spiegherò tutto io!-
Sorride. Un sorriso da psicopatico molto comune fra i Serial killer sicuri di se, è meglio non abbassare la guardia.
-Però, prima della nostra amabile conversazione, voglio farti vedere un video.-
Un uomo, che fino a poco fa era nascosto in un angolo della stanza, trasporta un computer e si posiziona davanti a me, sul monitor ci sono tre inquadrature: nella prima Dorothy Hope, nella seconda Harvie Cleveland e nella terza John legato che cerca di liberarsi.
-Sono dentro delle bare, se ti interessa saperlo.-
Cerco di avvicinarmi a lui per strangolarlo ma quell'uomo si pone fra me e lui, solo ora noto i tagli nella sua guancia, Jasper deve aver colpito lui.
-Perché?-
Odio quando no capisco, ma voglio salvare John. Vedo quell'uomo avvicinarsi alla porta e chiuderla.
- Tu hai cercato in tutti i modi una risposta logica, ma non esiste. È semplicemente un gioco di marionette: Dorothy interpreta tua madre, infatti è morta; Harvie interpreta tuo padre, ed anche lui è morto; Dewayne interpreta  tuo fratello ma, siccome Mycroft anni fa mi ha aiutato, non l'ho ucciso. Adesso indovina chi interpreta te. -
John! Devo sbrigarmi, devo trovarlo!
- Quindi ora ci ucciderai.-
- Si, penso proprio di si. -
- Non credo.-
Ora! Mi giro, do un pugno a quell'uomo nello stesso punto dove ci sono i tagli, è stordito: pungo allo stomaco. Mentre lui cade per terra mi giro verso Jasper che, ovviamente, ha una pistola in mano ma lo blocco facendolo girare dall'altro lato, lui cerca di dimenarsi e spara un colpo sfiorandomi il braccio, ora verrà Lestrade. Gli do una testata facendolo cadere per terra, mi occuperò di lui dopo. Apro la porta e altri due scagnozzi vengono verso di me ma inciampano nelle perline, a quel punto li colpisco facendoli svenire. sicuramente John non sarà in questo piano quindi salgo le scale e sento dei rumori provenire dalla fine del corridoio,  corro ed entro in una delle classi ma è vuota... provo e riprovo fino a trovare quella giusta: tre bare, John è al centro.
- Tranquillo, sono Sherlock!-
Urlo contro il legno, apro la bara e vedo John completamente legato e con gli occhi sbarrati. Lo slego e gli prendo la testa fra le mani fissandolo negli occhi, fortunatamente non lo hanno drogato.
-Tranquillo, sto bene.-
Cerca di parlare e si aggrappa a me cercando di alzarsi, sta tremando. Non so cosa fare, cerco di accarezzagli la testa ma poi rinuncio, cosa devo fare per tranquillizzarlo?
-A me basta che tu sia qui.-
Alza la testa e mi guarda, gli accarezzo la guancia senza farci caso, come se fosse naturale e lui sorride. Sento i passi di Lestrade e in un attimo è nella classe che ci guarda preoccupato.
-Cristo, per fortuna state bene!-
- Dov'è Jasper?-
Lui mi guarda e scuote la testa, lo hanno perso? Voglio urlargli contro ma John mi stringe il braccio guardandomi la ferita.
-E questa? Ora torniamo a casa e ti curo!-
Io annuisco ma non tolgo lo sguardo da Lestrade, sono degli incapaci! Aiuto John ad uscire dalla bara, ora è meglio che torniamo a casa.

-Sherlock.-
Siamo nel 221b Baker Street e Lestrade, come sempre, cerca disperatamente il mio aiuto.
- Cosa vuoi?-
-Abbiamo una pista, sappiamo dove si trova Jasper!-
Lo guardo, poi guardo John che annuisce e prende il suo cappotto e il mio. Finalmente una notizia buona! Mi alzo, prendo il cappotto dalle mani di John e prima di scendere le scale mi giro verso di lui.
-Devi dirmi qualcosa?-
Gli chiedo analizzandolo dalla testa ai piedi.
- Questa volta stringi la mia mano. -

Messaggio dell'autrice:
Eccoci qui con l'ultimo capitolo di questa long... si, l'ultimo! Grazie a tutte le persone che hanno recensito e messo la ff tra le preferito o nelle seguite, spero di ricevere una recensione anche da voi! :)
Grazie a chi mi ha dato consigli e mi ha sostenuto in questa impresa che per un momento mi è sembrata impossibile! Grazie alla mia Beta, Tovie, a cui dedico tutta questa long anche se non è il massimo! Ovviamente sto scrivendo altro su Sherlock, quindi spero che continuerete a seguirmi! Un bacio a tutti e (spero) a presto! :*
Bye bye

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