VIP - Namine Ritsu

di Sabichi
(/viewuser.php?uid=308432)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Fratelli ***
Capitolo 2: *** II. Sogni e scadenze ***
Capitolo 3: *** III. Talento ***
Capitolo 4: *** IV. Pace e mistero ***



Capitolo 1
*** I. Fratelli ***


I sogni sono l'essenza dell'essere umano. "Sogno". 
Desiderio, obiettivo, vetta da raggiungere, per arrivare al culmine, o alla soddisfazione.
Queste giungono solo durante il cammino, ma nella vetta diventa perenne.
Se si raggiunge il proprio sogno.
Ma non è questa la cosa importante.
Quello che più preme è sentire di avere un motivo per cui vivere, sapere che si desidera qualcosa con tutto se stesso. 
Il resto non conta.  
Sicchè, senza, un umano non ha ragione di vita.
Sognare per vivere...
Vivere per sognare?
 
-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -
 
Era una fredda e comune mattina d'inverno, la neve cadeva copiosa dal cielo bianco e vuoto come un foglio di carta. Come se il tempo si fosse fermato.
Una giornata comune, forse, per una persona qualsiasi in un paese qualsiasi. Ma in Giappone molte persone in particolare aspettavano con ansia quel giorno, che con un po' di fortuna, avrebbe cambiato loro la vita.
 
"Nii-chan?"*
 
Ritsu si sentì toccare il braccio, e scuotere insistentemente per qualche istante. Portandosi una mano alla bocca spalancata sbadigliò ed aprì gli occhi pigramente, come fosse appena uscito da un lunghissimo sogno. Con la vista ancora appannata, alzò il collo leggermente, cercando di capire cosa stesse succedendo, nella confusione mattutina.
 
"Nii-chan?"
 
La stessa voce si ripetè, con un tono visibilmente irritato, accompagnato da un'altra scossa un po' più brusca della precedente. Ritsu si strofinò gli occhi lentamente, con le mani a pugno, per poi sgranarli faticosamente, riconoscendo finalmente la figura del fratello maggiore Ritsuko che iniziava, sfocata, a crearsi.
 
"Nii-san...?"*
 
"Finalmente ti sei svegliato,eh?"
 
Fece Ritsuko, mettendosi le mani sui fianchi con espressione di rimprovero, imbronciato.
 
"Ancora 5 minuti."
 
Il ragazzo assonnato lo ignorò e si rotolò nel letto fra le coperte arruffate, affondando il viso nel cuscino, quasi come un vampiro fa per nascondersi dal sole.
Non vorrà farmi alzare adesso...
 
"Va bene... conoscendoti lieviteranno presto a 10, o forse 15, ma anche 20, perchè no? Fatti pure un bel riposino! Intanto io vado."
 
"Grazie."
Yawn, buonanotte...
 
"Goditi il tuo ritardo a scuola!"
 
"CHE COS-"
 
Come se le sue parole fossero stata una doccia fredda, Ritsu, con un balzo felino, saltò giù dal letto in posizione eretta. Si guardò attorno nervosamente per poi scrutare il fratello con l'aria di uno che stava per perdere l'aereo.
 
"CHE ORE SONO?!"
 
"Le 9.15."
 
"STAI SCHERZANDO?!"

Sta scherzando.
Se scherza lo uccido.
Se non scherza lo uccido ugualmente.
 
"Sì. Sono le 6 e le scuole sono chiuse per la neve."
 
 
Questo è pazzo.
 
In quel momento il rosso fu fortunato ad avere un sesto senso così acuto, che, facendolo spostare di lato, gli fece evitare un violento pugno del fratello minore il quale andò a finire dritto contro l'armadio. Il maggiore scoppiò in una risata così forte da farlo piegare in due per la fatica, con una mano si massaggiava la pancia, con tanto di lacrime agli occhi, mentre Ritsu ululava carezzandosi il pugno per il dolore.
 
 
"SEI UNO SPASSO, SEI DAVVERO UNO SPASSO."
 
Il ragazzo lanciò uno sguardo intriso d'odio al fratello maggiore e lo zittì immediatamente, per poi dirigersi in bagno, sbattendo la porta un istante prima di vedere il fratello fare spallucce, rispondendo con una linguaccia.
 
Namine si sciaquò la faccia e spazzolò i denti rapidamente, per poi prendere un respiro profondo per calmarsi. Si riavviò i lunghi capelli con le mani, per poi iniziare a pettinarli con una spazzola pulita. 

Ma guarda questo qui, se non mi fa prendere un infarto alle 6 di mattina.
 
Ritsu era un ragazzo molto carino, forse più grazioso che carino, tanto che tutte le persone che non lo conoscevano, come quelle incontrate in giro, si riferivano a lui come una ragazza.  Per questo Ritsu, iniziò a vestirsi come una ragazza, diventando un Crossdresser*, nascondendo a tutti la verità, conosciuta solo dal fratello maggiore. I suoi capelli erano lunghi oltre il bacino, di un color rosso vivissimo. Teneva sempre la riga dei capelli, nascosta, nel mezzo, da cui partivano due frangie opposte e squadrate, che si dividevano a loro volta con lo stesso taglio squadrato, per poi scendere nei capelli liberi. Il viso femminile, incorniciato dal paio di frange sempre ordinate e sciolte, era poco comune, di una rara bellezza. Ma ciò che rimaneva più impresso del suo viso erano gli occhi. Profondi e di un colore verde brillante, con dei riflessi viola verso la parte bassa. Fisicamente, aveva in tutto e per tutto l'aspetto di una ragazza.
 
Sospirò di nuovo e sorrise con decisione, schiarendosi la voce. Si diede una sistemata al reggiseno imbottito che teneva la notte e uscì dal bagno chiudendo la porta con cura per poi dirigersi verso l'ampio open-space della cucina, senza curarsi che stava indossando solo la biancheria intima. L'appartamento in cui abitava era piuttosto piccolo ma pulito e accogliente, e arredato con cura. Si appoggiò al davanzale della finestra, osservando la neve che cadeva pesante, coprendo il piccolo quartiere in cui viveva. Nell'aria c'era un buon profumo di crêpes, di cui riconobbe l'odore all'istante. Con un salto scavalcò il largo divano di tessuto e saltò in groppa al fratello che armeggiava con i fornelli, che per lo spavento stava per far cadere la padella per terra.

Ritsuko Namine aveva circa vent'anni, tre in più di Ritsu. Gli somigliava molto fisicamente, solo che lui, portava i capelli corti, come qualsiasi ragazzo, con una frangia rossa che sulla fronte; era una spanna più alto del fratello. Nel carattere, invece erano piuttosto diversi. Ritsu è un tipo timido e chiuso, soprattutto con gli sconosciuti, tranne che con il fratello, con cui è sempre aperto, ma con cui litiga spesso. Ritsuko è un tipo gentile ed altruista, si occupava lui dei lavori di casa, ma era testardo come il fratello minore; ragion per cui a volte c'era del contrasto dei due, ma non era mai nulla di così grave da mettere in crisi il loro rapporto di fratelli.
 
Ho fame...
"Fratellone. Cosa mi prepari?"
 
"Vuoi dire cosa -CI- prepari ?"
 
"E' uguale."
 
"Certo che sei proprio egoista, tu."
 
Ritsu sbuffò ridacchiando, stringendosi al collo dell'altro ragazzo.
 
"Siamo una famiglia,no? Quindi siamo una cosa sola!"
Cosa mi tocca dire, pffff.
 
...
 
Entrambi scoppiarono a ridere. In casa Namine, anche se i due fratelli vivevano da soli, c'era sempre un clima rilassato. Come se fossero due bravi bambini che tenevano la casa ordinata e si arangiavano da soli in attesa del ritorno dei propri genitori. 
 
"Sei proprio bravo a sparare cavolate."
 
"Cavolate? Ma... io credevo mi volessi bene!"
Ecco che incomincia...
 
"Và ad apparecchiare la tavola piuttosto, donna."
 
"HAI FINITO DI PRENDERMI IN GIRO?!"
Questa me la paghi.
 
I due fratelli si misero a bisticciare, tanto per cambiare, mentre le frittelle erano inevitabilmente già bruciate da un pezzo, liberando il pungente odore solo una volta divenute immangiabili, suscitando l'ira del fratello minore, che si mise ad urlare ancora di più.
 
"IDIOTA, HAI BRUCIATO LA MIA COLAZIONE."
Che rottura, e adesso che si mangia?
 
"LA NOSTRA COLAZIONE."
 
"ADESSO HO FAME!"
 
"MA E' COLPA TUA SE-..."
 
In quell attimo l'attenzione di Ritsuko, che posò il mestolo con cui stava difendendosi dalle ire del fratellino, fu attirata piuttosto dalla televisione che trasmetteva il telegiornale mattutino. 

"Ho sentito qualcosa..."
 
"TI ARRENDI, EH?"
 
"Zitto! Guarda."
 
In pochi istanti era già sul divano,sedendosi senza fare rumore, portandosi l'indice alla bocca in segno di silenzio verso il fratello minore.
 
« E le previsioni di oggi danno neve copiosa ancora per un lungo periodo sembra che la stagione invernale sia appena iniziata! »
 
« Ahahah! Preparate i cappotti! E ora torniamo alle notizie in prima pagina di quest'oggi! Finalment... »
 
"Ma crede di far ridere?"
Ma perchè tutto d'un tratto si mette a guardare questa robaccia?
Non l'ho mai visto seguire così un telegiornale.
 
Ritsuko sospirò seccato e zittì nuovamente il fratello, mettendogli la mano sulla bocca e sorridendogli con aria di complicità guardandolo con la coda dell'occhio.
Il fratello minore sembrò innervosito, ma capì subito la ragione di tanto interesse nel telegiornale. Il suo viso si illuminò in un istante, con la comparsa di un sorriso entusiasta ed incredulo allo stesso tempo.

Non è possibile... non ci credo!

-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -




Note
Nii-chan: modo per dire "fratellino, fratello minore" in giapponese.
Nii-san: modo per dire "fratellone, fratello maggiore" in giapponese.
Crossdresser: un ragazzo o una ragazza che usa vestirsi con abiti tipici dell'altro sesso. Tipicamente maschile, dato che le ragazze tendono a vestirsi anche con vestiti maschili; mentre per un ragazzo che veste con vestiti come gonne, top e reggiseni imbottiti, o/e che porta i capelli lunghi, essere visto come una ragazza è molto probabile.



Ciao a tutti! Grazie mille per aver letto la mia storia.
Sono _Ritsu_ e questa è la mia prima fanfiction scritta!
Ritsu Namine è un UTAU che mi piace molto, sia come personaggio che come voce, ed ho quindi provato ad immaginare la sua storia. Scusate molto per eventuali errori nelle note o nella storia! Spero che vi piaccia! (Immagine by me) 
_Ritsu_

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II. Sogni e scadenze ***


Ritsuko sospirò seccato e zittì nuovamente il fratello, mettendogli la mano sulla bocca e sorridendogli con aria di complicità guardandolo con la coda dell'occhio. 
Il fratello minore sembrò innervosito, ma capì subito la ragione di tanto interesse nel telegiornale. Il suo viso si illuminò in un istante, con la comparsa di un sorriso entusiasta ed incredulo allo stesso tempo.
 
Non è possibile... non ci credo!
 
-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -
 
« ...Fra non molto dovrebbero iniziare i provini! Non si conoscono ancora tutti i particolari! Si vociferà che sarà allestita una giuria composta dai membri più importanti di Vocaloid, che giudicheranno di persona gli aspiranti... »
 
"Provini... per diventare Vocaloid?"
 
Che cosa?
Voglio saperne di più...
 
"Già."
 
« Passo il collegamento alla collega in diretta dalla sede centrale di Vocaloid - CRYPTON nel centro di Tokyo. Buongiorno Risa! »
 
« Buongiorno! Sono le 8.05 e la sede è praticamente sommersa dai giornalisti nel tentativo di accaparrarsi qualche scoop. Ma non caveranno un ragno dal buco, è tutto chiuso ancora! Ahahah! Si vocifera che potrebbero uscire alcuni rappresentanti della giuria verso le 10, e siamo già in così tanti ad aspettare. »
 
« Bene! Grazie per l'aggiornamento Risa, passiamo ora alla... »
 
« Un momento... le porte si stanno aprendo! Così in anticipo? »
 
« Pare ci siano nuove notizie, riapriamo il collegamento! »
 
« Qualcuno sta uscendo! Provo ad avvicinarmi! »
 
"Quella mi sembra di averla già vista da qualche parte..."
 
"Ci credo! Quella è Luka Megurine, la 03! E' impossibile non averla mai vista da qualche parte."
 
"03? Una veterana insomma?"
 
Devi sempre parlare strano tu.
Veterana?
 
"E' una Vocaloid quella, no?"
 
"Esatto."
 
"E che ci fa lì?"
 
"Shhh!"
Beh, forse se stessi zitto riusciremmo a capire qualcosa!
 
I due fratelli erano piuttosto agitati, soprattutto il minore tanto da fissare il grande schermo in piedi con gli occhi sgranati. Non era mai rimasto così stupito da qualcosa, non così tanto da rimanere ipnotizzato. 
 
Come quando te ne stai sempre tappato fra casa e lavoro, e un giorno ti fai una vacanza, rimani sbigottito. Ti tocca psicologicamente. Come... un impiegato con difficoltà economiche che non è praticamente mai uscito da un piccolo e recluso quartiere giapponese. Trovandosi improvvisamente davanti la Tour Eiffelle, rimarrebbe in bilico fra l'immensa gioia e una sensazione di libertà, e un grande senso di confusione interiore. La sensazione di avere la possibilità di realizzare un sogno. Di diventare qualcuno.
 
« Risa, mi senti? »
 
« Ora ti sento, Kazuya! E' stato difficile divincolarsi nella folla, ma ho raggiunto la Megurine! »
 
"Ahahahh! Ma quanto parla, quella? Sembra Indiana Jones...alla ricerca della Megurine!"
 
Poi sono io quello che dice fesserie!
"Sta' zitto!"
 
In un attimo la donna fu accerchiata da un foltissimo gruppo di giornalisti. Da quelli dei telegiornali,  a chi aveva solo un trafiletto su una rivista settimanale: tutti volevano sapere il più possibile!
 
« Ahem. »
 
Un colpo di tosse deciso, forte. Bastò solo quello per far diradare la folla di curiosi, che indietreggiavano inquieti, ma mantenendo i microfoni il più vicino possibile alla cantante. Sembravano dei fotografi che se ne stavano attorno ad una rara tigre, che al primo passo falso li avrebbe potuti sbranare.
 
« Sarò breve. Fra due giorni inizieranno i provini in questa sede. Noi... »
 
« Fra due giorni!? Manca davvero poco allor.. »
 
« NOI ci aspettiamo molto da tutti voi. »
 
Ringhiò con fare seccato e severo, ammutolendo immediatamente la ragazza che la interruppe, che indietreggiò.
 
« Professionalità, ma soprattutto serietà. Abbiamo deciso di darvi questa possibilità perchè sappiamo che questo paese, questo mondo, straripa di talenti. Per questo non possiamo permetterci di perdere tempo.»
 
«Ooh...»
 
"Sta parlando di te, nii-chan!"
 
Ma piantala...
 
Talento... Io?
Ho sempre amato cantare... Ma non ne sono capace. Ci ho provato così tanto.
Alle medie ho frequentato un corso di canto, ho persino provato ad entrare in un coro ma non ci sono riuscito. Dicevano che la mia voce copriva quella degli altri.
Sono solo un prepotente, anche se non è colpa mia.
E poi non ho niente di così speciale. Solo perchè ti piace fare una cosa non è detto che la sai fare anche bene. E' diverso.
 
"Baka..."

"Pff, che falsa modestia."
 
Ritsuko diede una gomitata gentile al fratello, che si portò una mano alla nuca imbarazzato, ridacchiando nervosamente. Continuava a fissare quella donna così giovane, la Megurine. Era davvero severa. Ora si sentiva un po'intimorito. Che fossero stati tutti così? O addirittura peggio?
 
« Per questo motivo non abbiamo posto un limite nel numero di persone per le iscrizioni ai provini,ma la data di scadenza per l'invio dei moduli è oggi. » 
 
Ah.
...
Sapevo che era troppo bello per essere vero.
 
 
« L'annuncio ufficiale è stato tre settimane fa ed è più che sufficiente, visto l'enorme numero di moduli già ricevuti. Ci scusiamo in anticipo con le persone che non riceveranno la  lettera di accettazione del modulo, perchè non soddisfavano i requisiti necessari, o sono state mandate oltre la mezzanotte di ieri. »
 
« Ma... quindi non bastava inviare il modulo entro tre settimane dall'annuncio, perchè la propria richiesta può essere rifiutata prima ancora del provino? »
 
Uno sguardo di ghiaccio fulminò per l'ennesima volta lo spaventato autore di quel vano tentativo di fare una domanda, che abbassò lo sguardo.
 
« Non ho altro da dire. »
 
Con un rapido movimento della spalla spezzò la folla dinnanzi a lei avanzando verso una limousine bianca, per poi sedersi accavallando una gamba e sistemandosi il vestito vedendo chiudere la portiera dietro sè. Naturalmente seguita da un pugno di gorilla ancora intenti ad allontanare i giornalisti, che alla fine del breve discorso della cantante avevano continuato a porre domande ininterrottamente fino alla fine, nonostante non ebbero mai una risposta.
 
"Certo che ha un bel caratterino, quella lì..."
 
Scaduti oggi...
 
« Anf! Mi scusi signore, mi ha pestato un piede!...No... S-Si figuri! Kazuya, sono costretta a chiudere il collegamento! B-Buona giornata! »
 
« Wow... Grazie mille Risa-san! Vi terremo informati in caso di ulteriori aggiornamenti. Ed ora passiamo alla cronaca del gior-»
 
In quell'istante lo schermo della televisione divenne nero, e Ritsu posò il telecomando sul tavolo. Si lasciò cadere sul divano senza forze, con uno sguardo vuoto. Non ci poteva credere. Aveva visto una piccola speranza accendersi, lui ancora faticava a crederci, ma dovette così. Tutto si spense. Il quel momento il mondo attorno a lui si spense. 
Si sollevò a fatica e si mise seduto, guardando in basso.
 
"Fratellino... tutto bene?"
 
"Scadevano oggi..."
 
"Sì,lo so. Mi dispiace."
 
"Beh... che ci possiamo fare?"
 
Si torna alla solita vita! E' stato bello sognare, anche se per poco.
 
Intrecciò le dita fra di loro ed allungò le braccia verso l'alto, stiracchiandosi. Fissò a lungo il pavimento, percorrendo mentalmente le cavità fra le piastrelle color ghiaccio e lucide, come i suoi occhi in quel momento.
Ritsuko iniziò a guardarlo con aria curiosa, ma il suo sguardo confuso iniziò a tramutarsi in un'espressione preoccupata.
 
Silenzio.
 
In un istante lo sguardo di Ritsu diventava sempre più nero e cupo, le guance iniziavano a rigarsi. Appena il fratello se ne accorse non ce la fece più a trattenersi; prese il viso del minore fra le mani e lo strinse, guardandolo negli occhi. Con i pollici gli asciugava le lacrime, massaggiandogli le gote.
 
"Fra due giorni io e te andremo a quel provino."
 
"E-Eh?"
 
In quel momento Ritsuko sorrise dolcemente al fratello, che era ancora confuso da quelle parole, mentre continuava a piangere.
 
Che cosa significa?

-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   - 

Ed eccomi con un nuovo capitolo! 
Se qualcuno dovesse chiedersi perchè ho cambiato il nome del fratello, è per il semplice motivo che il nome richiamava troppo un personaggio già esistente, persino nel cognome e nell'aspetto!
Quindi ho preferito usare il 'genderbend' di Ritsu ma in caso di dubbi, è comunque un maschio! Ahah!
Luka Megurine l'ho sempre vista come un tipo severo, di classe, una che ti guarda dall'alto verso il basso. E credo proprio di essere riuscito nell'impresa! = = 
Grazie mille a coloro che leggeranno! Il prossimo capitolo è in arrivo!
_Ritsu_

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III. Talento ***


 

"Fra due giorni io e te andremo a quel provino."
 
"E-Eh?"
 
In quel momento Ritsuko sorrise dolcemente al fratello, che era ancora confuso da quelle parole, mentre continuava a piangere.
 
Che cosa significa?
 
-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   - 
 
 
Non riuscendo più a reggere quello sguardo Ritsu si stacco rapidamente dal fratello, arrossendo lievemente. Si voltò dall'altra parte e si levò le lacrime con le dita, ancora imbarazzato per quella situazione scomoda. Ma forse lo era solo per lui.
 
"Comunque... Che cosa vuol dire che andremo a quel provino? Non vorrai mica farmi rimanere lì a guardare gli altri arrivare al successo così?"
 
Sentendo la gola seccata da tutti quegli eventi fastidiosi, allungò una mano verso la bottiglia d'acqua sul tavolo, riempiendo il bicchiere fino all'orlo e portandoselo lentamente alle labbra.
 
In realtà lo potrebbe anche fare, conoscendolo. E scommetto che ora mi risponderà: 'Sarebbe una occasione per imparare'.
 
"A dire il vero ti ho già iscritto."
 
Per un pelo a Ritsu non andò di traverso tutta l'acqua, posò violentemente il bicchiere sul tavolo e si voltò verso il fratello, a bocca aperta.
 
"CHE?"
 
"Ti ho iscritto appena ho sentito l'annuncio alla tv in un bar, mentre ero fuori a fare la spesa. Allora ho scaricato quel fottuto modulo e l'ho mandato alla CRYPTON tramite e-mail. Visto che per Natale non ti ho fatto nulla, ho pensato di farti una sorpresa."
 
Ritsuko si sentì un po' strano dicendo quelle parole, non sapendo cosa aspettarsi, e si mise a ridere. In meno di un secondo il fratello gli fu addosso e il maggiore sebbene sorpreso, ricambiò stringendolo fra le sue braccia, asciugando di nuovo le sue lacrime di gioia.
 
"Nii-san... Ti adoro!"
 
"MI STAI STROZZAN-"
 
"Ouh, gomennasai*."
 
I due si staccarono e si sorrisero. Ritsu era al settimo cielo, ma era ancora confuso per il fatto dell'iscrizione. Non sapeva davvero cosa dire, non si sarebbe mai aspettato che la situazione prendesse una piega simile. 
 
"E-Ehm..."
 
Ritsuko arrossì appena, indicando il petto del fratello con l'indice, distogliendo lo sguardo.
 
"Ops."
 
Inclinando la testa di lato, Ritsu si accorse solo dopo qualche istante cosa intendesse dire il fratello maggiore; si richiuse bene il reggiseno e sistemò bene la canottiera aderente nera, con il pizzo grigio decorato attorno ai bordi. Il fratello maggiore lo vedeva davvero come una sorella, più che un fratello. Ritsu non ci aveva mai pensato su, ma in quel momento non ne aveva certo il tempo.
 
"Ko-chan*, ma era vero o era tutto uno scherzo?"
 
"Parli dell'iscrizione?"
 
"Sì."
 
"Certo che ero serio!"
 
Ritsu fece un sorriso compiaciuto, abbassando lo sguardo. Come quando ci viene fatto un regalo che ci è piaciuto molto o detto qualcosa di gentile, ci viene da sorridere per la gioia e si cerca di trattenersi; e il risultato è una sorta di ghigno contorto alquanto imbarazzante.
 
"Beh, se ne hai più voglia posso anche chiedere di ritirare la richiesta al provino."
 
NO
NO
Questo lo uccido-
 
"Eh?"
 
"L'hai sentita la Megurine no?"
 
"Non lo faresti!"
 
"...Già, non lo farei."
 
"Tutto questo mi sembra un po' strano... deve esserci qualcosa sotto."
 
"Non è vero."
 
"Secondo me sì."
 
"No."
 
"Sì."
 
"No."
 
"Sì"
 
"No."
 
"No."
 
"Sì."
 
"VEDI? LO DICI ANCHE TU."
 
Fregaaatooo.
 
"ARGH! TU E I TUOI TRUCCHETTI."
 
Ritsu si aggrappò al braccio del fratello maggiore strofinando la guancia contro la sua spalla, tutto sorridente. Ritsuko lo guardò perplesso sentendosi stringere l'avambraccio, ma ricambiò il sorriso guardandolo.
 
"Sai, secondo me Kanabe-sensei* era un'idiota."
 
Non l'ho mai sentito riferirsi così ad un adulto... 
E poi l'irrispettoso sono io, ovviamente!
 
"Beh, un po' ragione ce l'aveva."
 
"Lei diceva che la tua voce copriva le altre e che eri stonato, ma invece sei intonatissimo. Doveva sicuramente essere gelosia, perchè avevi più talento tu di tutti gli allievi che lei ha seguito per mesi messi assieme."

Già. E pure i senpai* erano degli insopportabili piagnucoloni figli di papà.
 
"Esagerato come al solito."
 
"No, sono serio. Tu hai davvero una bella voce ed io ti ho iscritto non solo perchè sapevo che è il tuo sogno fin da piccolo, ma buttar via una voce così è veramente un peccato."
 
Il maggiore posò lo sguardo sulla grande finestra alla sua destra, guardando la neve che continuava a cadere pesante. Tutti quei fiocchi che diventavano sempre più grandi, che a volte ritornavano fini e fitti, per poi ingrandirsi di nuovo, erano come pezzi di un mosaico bianco che crollava silenziosamente.
 
"Ti ricordi quando da piccolo canticchiavi sempre? Eri così carino."
 
"Ma ora che sono un adulto sarebbe inquietante se fossi carino, no?"
 
"Non si copiano le battute dei manga famosi."
 
"Tsk."
 
"Tranne quando io cercavo di dormire e tu continuavi a strillare."
 
"E poi mi prendevi a cuscinate e mi svegliavo tutto pieno di lividi!"
 
"Anche tu non scherzavi però,eh!"
 
"Baka."
 
"Ritsu, dimmi una cosa."
 
"Mh?"
 
"Da piccolo eri proprio cocciuto. Si sa che quando si è bambini sognare e dire cose strane era normale, ma tu eri davvero deciso per la tua età.
'Voglio diventare un cantante!'
Però da quando hai iniziato a frequentare il corso di quell'idiota, che dopo mesi non ti ha nemmeno fatto partecipare al saggio di Natale, sei cambiato e non mi dicesti più niente."
 
"Beh, mi sembra una cosa normale rimanerci male poi."
 
"Ma non hai smesso, ne sono sicuro. E poi ti conosco... sei davvero troppo cocciuto."
 
"Non ti sembra di esagerare con i complimenti?"
 
"Ahah, scusa sorellina."
 
"FINISCILA!"
 
Ritsu lasciò il braccio del fratello e lo guardo negli occhi imbronciato, per poi mutare la sua espressione in un sorriso. 
 
Grazie.
Ti voglio bene, Ko.
 
Dopo una rapida scompigliata ai capelli del minore, il ragazzo più grande si sollevò dal divano alzandosi in piedi e si dirise verso la sua stanza. Ritsu si alzo e fece per seguirlo, ma si sedette di nuovo quando vide Ritsuko tornare con un computer portatile sottobraccio, per poi sedersi di nuovo sul divano. Buttò i piedi sul tavolo appoggiando i talloni e mettendo il pc sulle ginocchia per poi accenderlo. Il tutto suscitò la curiosità di Ritsu, che fissava lo schermo illuminato in attesa.
 
"Mh? Che stai facendo?"
 
"Non vuoi vedere il modulo d'iscrizione?"
 
"Il modulo d'iscrizione? Voglio vederlo."
 
Entrato nella casella di posta elettronica, clicco sull'icona delle bozze e sorrise alla comparsa del modello vuoto del modulo, che a Ritsu pareva solo un complicato groviglio di informazioni e campi sparsi da riempire, che il ragazzo era intento a cercare con gli occhi.
 
"Vediamo... "
 
 
Nome e Cognome
 
Sesso
 
Età
 
Professione
 
Elencare eventuali esperienze passate (conservatorio, università, corsi di canto ecc.)
 
Suoni uno strumento?
 
Se no, sei favorevole ad imparare l'utilizzo di almeno uno strumento musicale professionale? 
(Chitarra elettrica, batteria, flauto traverso ecc.)
[Influisce sulla scelta di accettazione]
 
Facoltativo: Allegare un file 
(Base di una Canzone off-vocal e/o karaoke, testo di una canzone, registrazione vocale con o senza base)
[Influisce sulla scelta di accettazione]
 
"Riassumendo sono queste le cose che gli interessava sapere, niente di difficile. Namine Ritsu, 17, Femmina, Studente..."
 
Le solite cose.
 
Aspetta.
Eh?
Femmina?
 
All'improvviso Ritsu si voltò piantando gli occhi in quelli del fratello con uno sguardo incredulo facendo quasi cadere il portatile a terra, fortunatamente salvato dalla presa svelta di Ritsuko, che fissava il fratello indietreggiando lentamente.
 
"Che significa 'femmina'? MI HAI REGISTRATO COME RAGAZZA?!"
 
"Ehi, n-non ti agitare, è solo..."
 
"Lo hai fatto?"
 
"Ecco... sì."
 
"CHE COSA?!"
 

-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -

NOTE:
Gomennasai: Scuse cortesi.
Ko-chan: Modo particolare di Ritsu di chiamare il fratello Ritsuko. Visto che entrambi hanno lo stesso nome solo che il maggiore ha in più il "ko", spesso lo chiama solo così.
Non si copiano le battute dei manga famosi: Riferimento al manga 'Ao No Exorcist' n.1 in cui compare la stessa battuta che dice Ritsu.
Kanabe-sensei: Durante la seconda media Ritsu inizia a frequentare un corso di canto e supera in breve tempo tutti gli altri allievi che erano lì da molto più di lui, suscitando l'invidia dei compagni e persino dell'insegnante.
Senpai: "collega" più grande. Per esempio, i senpai di un ragazzo di prima media sono tutti quelli più grande di lui (seconda media in poi). Nel caso di Ritsu, erano i ragazzi che frequentavano il corso dall'anno precedente, o comunque da molto prima di lui.

-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -

 





Ed eccomi al capitolo 3: avendo deciso di pubblicare un giorno sì e uno no ero convinta che non ce l'avrei mai fatta entro oggi, e invece ce l'ho fatta!
*Phew"
Ritsu: Scansafatiche.
Ritsuko: Parla lui!
Eh voi due, non bisticciate e tornate nella storia!
Alla prossima!
_Ritsu_

 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** IV. Pace e mistero ***


All'improvviso Ritsu si voltò piantando gli occhi in quelli del fratello con uno sguardo incredulo facendo quasi cadere il portatile a terra, fortunatamente salvato dalla presa svelta di Ritsuko, che fissava il fratello indietreggiando lentamente.
 
"Che significa 'femmina'? MI HAI REGISTRATO COME RAGAZZA?!"
 
"Ehi, n-non ti agitare, è solo..."
 
"Lo hai fatto?"
 
"Ecco... sì."
 
"CHE COSA?!"
 
-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -
 
 
Ritsuko deglutì spostando la testa indietro, con la nuca poggiata contro il bracciolo del divano, mentre il fratello si avvicinava con aria minacciosa gattonando fino a trovarsi sopra di lui, continuando a fissarlo con un'espressione infuriata.
 
"MA CHE TI SALTA IN MENTE?!"
 
"Beh, visto che sei un okama* credevo fosse la cosa migliore."
 
"AVRESTI DOVUTO CHIEDERMELO!"
 
"Ma era una sorpresa."
 
"Tu e la tua sorpresa."
 
Idiota.
Anzi...
 
Chi se ne frega.
 
Non importa.
Il sogno di una vita, qualcosa di irrealizzabile... ed io la possibilità di trasformarlo in realtà.
Sono un idiota.
 
Non mi farò certo sfuggire questa occasione!
 
"Ko-chan?"
 
 
Ritsuko non rispose ma rimase a fissare il fratello negli occhi per qualche istante.
 
Improvvisamente il silenzio si ruppe quando lui si mise a ridere, spostandosi da sopra il fratello; poi si sedette sul divano a gambe incrociate poggiando le mani a pugno sulle ginocchia sorridendo, mentre si voltò di nuovo verso Ritsuko.
 
"Va bene così. 
Questo è già il regalo migliore che qualcuno mi avesse potuto fare, sai?"
 
Anche Ritsuko si sollevò sedendosi però composto e fissò il fratello, per poi dargli un'altra scompigliata ai capelli. Il minore sbuffò riluttante, per poi gettarsi fra le braccia del fratello maggiore, stringendosi forte a lui. Ritsuko ricambiò la stretta, carezzandogli la testa. Entrambi persi nei loro pensieri.
 
Ritsu e Ritsuko non erano comuni fratelli. Anche se litigavano, se c'erano incomprensioni, che li portasse ad ignorarsi per giorni, fra loro c'era un legame indissolubile, che nulla e nessuno poteva spezzare, loro erano uniti.
 
I due rimasero in quella posizione finchè Ritsuko iniziò sentire la sua maglietta leggermente umida, sentendo delle goccie sul proprio petto. Sollevò Ritsu gentilmente poggiando le punte delle dita sotto il suo mento e lo guardò negli occhi, tornando quasi serio per un istante per poi sorridere di nuovo. 
 
"Non piangere però."
 
Ritsu scosse la testa, asciugandosi le lacrime e annuendo deciso, incrociando le braccia.
 
"Ho deciso."
 
"Uh, che hai deciso?"
 
"Per QUESTA VOLTA ti perdono."
 
"COME SAREBBE A DIRE?!"
 
"CHE TI PERDONO! ORA VA' IN PACE."
 
Ritsuko si innervosì ed afferrò un cuscino sbattendolo fortemente contro il viso del fratello per poi alzarsi in piedi e correre verso il bagno, come se sapesse che avrebbe scatenato l'inferno.
 
"ARGH!"
 
Ovviamente il fratello si infuriò, si guardò intorno ed afferrò il primo oggetto che gli capitava a tiro -che in quel caso era la padella che era sul fornello, appena dietro il divano- e la scagliò senza pensare in direzione del fratello.
 
"BLEEEH."
 
Ritsuko mostrò la lingua ridendo sommessamente chiudendo prontamente la porta del bagno dietro di sè, contro cui finì la padella lanciata con tutta la forza del fratello minore infuriato provocando un rumore assordante e facendo sobbalzare il ragazzo nascosto nello stanzino.
 
Ritsu corse verso il bagno ed iniziò a battere il pugno contro la porta incessantemente, con le sottili bretelle della canottiera che pendevano verso i suoi gomiti.
 
"ESCI IMMEDIATAMENTE DI Lì."
 
"NO!"
 
Dio.
 
ALTRO CHE CONTARE FINO A DIECI, ORA BUTTO GIU' STA PORTA.
 
Grrr.
 
In pochi minuti Ritsu era già stufo e tornò a sedersi sul divano, dopo aver sistemato bene i cuscini. 
Anche se non sembrava era un maniaco dell'ordine e bastava qualche dettaglio visibilmente fuori posto per farlo innervosire costringendolo a mettere tutto a posto, qualunque fosse il suo stato d'animo.
 
Passò sì e no una mezzoretta quando la porta del bagno si socchiuse e il rosso cacciò fuori la testa, ancora all'erta.
 
"Sei sbollito?"
 
"Per tua fortuna sì."
 
Per tua immensa fortuna.
 
"Che stai facendo?"
 
"Guardo il modulo."
 
Ritsuko si avvicinò poggiandosi con i gomiti allo schienale del divano da dietro di esso, guardando lo schermo del pc sul tavolino di vetro.
 
Qualcosa mi sfugge.
 
"Che devo fare quando sarò lì?"
 
"Parla con la gente, ahah! Loro lo sapranno di sicuro. Così almeno superi la tua misantropia*."
 
"MI STAI DANDO DELL'HIKIKOMORI?*"
 
Ritsuko si zittì appena vide che una mano del fratello intenta ad allungarsi di nuovo verso i fornelli in cerca di una nuova arma, si avvicinava ai mestoli di metallo e ai coltelli da cucina, e alzò subito le mani in segno di innocenza.
 
"Dicevo. In cosa consiste di preciso, questo provino?"
 
"Mmmh. Innanzitutto devi essere accettato. In quel caso dovrebbero dirti tutto loro... Credo che quando sarai là dovrai fargli vedere che sai cantare, no?"
 
"E come?"
 
"Che domande mi fai? Portando una canzone ovviamente."
 
Questo lo sapevo pure io, idiota.
Ma vabbé.
 
"Comunque... secondo te come mi dovrei vestire? E' un'occasione importante... e poi... Giusto! Ogni Vocaloid si veste allo stesso modo, è come se i loro abiti li caratterizzassero... Secondo me faranno tutti così!"
 
"Quello c'è chiaramente scritto.."
 
"Hai detto qualcosa?"
 
"Niente di niente."
 
Il ragazzo si voltò verso il fratello guardandolo con gli occhi sgranati in attesa di un'illuminazione, battendo le palpebre allungate dalle ciglia coperte di mascara -che fra l'altro si metteva anche se era solo in casa- freneticamente.
 
"Comunque a quello ci penso io. Lascia fare a me!"
 
Eh?
Che vuol dire?
 
Ma soprattutto,c'è da fidarsi?
Vabbè.
 
"Come vuoi..."
 
Sbuffò. Inizialmente era felice per il provino e con la testa in aria per la gioia non pensava a niente, anche se aveva solo 2 giorni scarsi per prepararsi. Appena se ne rese conto iniziò a sentirsi nervoso.
 
"Il tempo stringe... che cosa devo fare ora di preciso?"
 
"Ehi, mi stai ascoltando?"
 
Ritsu si smosse finalmente da quella posizione per voltare lo sguardo alla sua sinistra, vedendo Ritsuko con indosso cappotto e jeans ed intento a sistemarsi le scarpe, tenendo in bocca gli occhiali da vista per la bacchetta per via delle mani entrambe occupate.
Ritsuko era leggermente miope e se si trattava di leggere molto, spesso aveva bisogno degli occhiali. Solitamente, negli ultimi anni di università e al lavoro si metteva le lenti a contatto ma si lamentava per il fastidio e a volte smetteva per un po'.
 
Dove va tutto imbottito? Non vorrà mica uscire?
 
"Ehy nerd, che fai?"
 
"Mi sono ricordato adesso di dover prendere delle cose."
 
"Quali cose?"
 
"Non ti sei accorta che il frigorifero è semivuoto, donna?"
 
"HAI ROTTO RITSUKO!!"
 
Il ragazzo fece un cenno con la mano ed uscì chiudendo la porta a chiave. 
 
Il frigorifero? Non ci avevo fatto caso...
 
Ritsu si alzò in piedi sistemandosi bene le spalline del reggiseno che erano anch'esse scese, tirandole su. Aggirò il divano ed afferrò svogliatamente la maniglia del frigorifero,  aprendolo, e fissò i ripiani strapieni, percorrendoli con gli occhi; merendine, latte, verdure -fra cui dei cavoli cinesi, di cui andava matto- eccetera, c'era anche troppa roba a parer suo. 
 
Richiuso il frigorifero incrociò le braccia e si affacciò alla finestra, guardando il cielo e le case, i prati, i marciapiedi, le automobili e tutto il resto coperti di neve. 
 
Non me la racconta giusta.
Che sarà uscito a fare? 
 
Come al solito sarà andato a comprare le sue lenti a contatto. 
Come se non sapessi che le porta...
 
Si portò una mano alla bocca coprendo uno sbadiglio e riavviandosi i capelli con la mano libera tornò al divano e si sdraiò pensieroso, accanto al pc.
 
"Che devo fare ora? Uff."
 
~     ~      ~      ~     ~
 
Alle 20 circa Ritsuko tornò a casa. Notando che Ritsu non era in soggiorno si dirise verso la sua stanza tenendo fra le mani un paio di grosse buste di pastica piene di un qualcosa di ingombrante, aprendo la porta a fatica. Camminava lentamente, quasi non volesse esser sentito da nessuno. Poco prima di entrare si fermò fissando il muro e tendendo l'orecchio sentì la voce del fratello proveniente dalla camera di quest'ultimo, che stava cantando, sembrava che si stesse anche impegnando. Un ghigno compiaciuto comparve sul suo volto.
 
"Benone, è proprio quella."
 
Il ragazzo richiuse la porta a chiave dietro di sè, cosa che non aveva mai fatto prima.
 
Appena Ritsu si accorse che erano passate quasi cinque ore uscì dalla sua stanza e si guardò attorno in cerca del fratello, non vedendolo.
Notando le scarpe bagnaticce accanto alla porta di casa si dirise alla stanza di Ritsuko e bussò.
 
Che ha fatto tutto il pomeriggio fuori?
 
"Ritsuko, ci sei? Sto entrando..."
 
Ritsu abbassò la maniglia ma la porta non si apre, e rimase confuso. Non era dal fratello chiudersi dentro, e iniziava a pensare che ci fosse qualcosa di strano. Bussò di nuovo un po' più forte.
 
"Ritsuko?"
 
"Ho cenato fuori, buonanotte."
 
Ma questo che ha nel cervello? 
La segatura?
 
"Vabbè, fai come ti pare." 
 
Il ragazzo rassegnato si allontanò dalla porta per tornarsene nella sua stanza, ma si fermò quando sentì uno strano rumore. Scuotendo la testa in disappunto attraversava il corridoio, fermandosi davanti allo specchio. Si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la frangia dall'altro lato, e si osservò per qualche istante.
Tirò un sospiro ed entrò in camera sua.
 
Steso sul letto con un quaderno intento a scrivere una sorta di testo, mordicchiava il tappino della penna e appena si rese conto di quel che stava facendo, da tale maniaco dell'igiene e dell'ordine che era, lo lanciò via facendo una specie di versetto disgustato.
 
Che schifo.
 
"Credo che quella canzone andasse bene... magari la modifico un po'. Mmmh..."
 
Namida no ame tasogare wa hohoemi 
Yami ni toke komu tsumi to batsu*
 
"Questo pezzo mi piace! Però... Mi serve anche un titolo."
 
Mentre scriveva Ritsu abbozzava degli spunti per un titolo fra la correzzione di una strofa ed un'altra, canticchiando una sinfonia. In realtà le idee erano tutte concentrate nella sua mente, ma il difficile era proprio tirarle fuori.
 
Pochi istanti dopo un lampo di genio sembro arrivare, si mise a scrivere il titolo in grandissimo sopra al testo, cerchiandolo più volte.
 
"Perfetto! Eternal Force Blizzard!"
 
Ce l'ho fatta!
Almeno un tentativo l'ho fatto, domani lo farò leggere a Ko-chan.
 
Annuendo soddisfatto si voltò con la schiena sul letto e chiuse gli occhi stringendo il quadernino al petto, come fosse un tesoro prezioso. Aveva uno strumento per realizzare il suo sogno, e doveva averne cura.
Sorrise fissando il soffitto, completamente perso nei suoi pensieri. Faceva ancora fatica a crederci.
 
"Ce la metterò tutta."
 
Delle ultime parole, quasi dei sussurri uscirono dalle sue labbra, prima che si addormentasse.

-   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -   -

Note
Okama: Crossdresser.
Misantropia: La misantropia è l'odio totale o sfiducia nei confronti del genere umano, l'attitudine all'antipatia e alla sfiducia verso le altre persone. Ritsu ne "soffre" fin da piccolo tranne con il fratello con cui si apre totalmente.
Hikikomori: è un termine giapponese che si riferisce a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento a causa di vari fattori personali e sociali delle loro vite. Il termine si riferisce sia al fenomeno sociale in generale che a coloro che appartengono a questo gruppo sociale.
Namida no ame tasogare wa hohoemi; Yami ni toke komu tsumi to batsu: Il crepuscolo mi sorride in una pioggia di lacrime amare; Nel buio il crimine e il rimpianto non sono chiari. Prima strofa della canzone ''Eternal Force Blizzard'' (EFB).
 

Quarto capitolo!
Questa volta come al solito pubblico a pelo, ma ce l'ho fatta a pubblicare ogni due giorni! (?)
Per farmi perdonare ecco un capitolo un po' più lunghetto; forse allungherò anche quelli successivi così concentro di più la storia!
Alla prossima, kisses!
_Ritsu_

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1543026