Taylor bought me a star in the sky tonight

di shadowsymphony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Loving in Truth (I) ***
Capitolo 2: *** Waiting for the night fall (II) ***
Capitolo 3: *** I live my life inside a dream (III) ***
Capitolo 4: *** I’ll always belong in the sky (IV) ***
Capitolo 5: *** Somebody said gotta cherish the day (V) ***
Capitolo 6: *** Imagine me whispering in your ear (VI) ***
Capitolo 7: *** A million lights behind you ***
Capitolo 8: *** It’s just who you are ***
Capitolo 9: *** I wasn't finished dreaming ***
Capitolo 10: *** And you're glowing from inside ***
Capitolo 11: *** I can feel you now ***
Capitolo 12: *** Stamp of his Mermaid, Stamp of her Sailor ***
Capitolo 13: *** ... and you are mine ... ***
Capitolo 14: *** good morning, princess! ***
Capitolo 15: *** she's still shining like lightning... ***



Capitolo 1
*** Loving in Truth (I) ***


Erano passati 2 mesi da quando Taylor aveva visto di persona la sua amata per l'ultima volta: Los Angeles, al suo ristorante preferito. Avevano cenato allegramente, come facevano quasi ogni sera, e parlato del più e del meno davanti a un piatto di lasagne. Un qualunque cliente del ristorante avrebbe potuto descrivere così la scena: seduti dietro ad un tavolo rotondo, vicini vicini, lei che rideva divertita guardando raggiante il suo bell'uomo, lui che la prendeva affettuosamente perchè ridendo aveva fatto cadere i panini dal tavolo. Bellissimi, affiatatissimi, una coppia perfetta. Poi lei, mentre la cena stava finendo, gli aveva detto che a causa del suo tour non avrebbero potuto vedersi per moltissimo tempo. lui aveva risposto "ma non c'è problema, tesoro. Verrò io a trovarti ovunque sarai, appena ho un attimo libero" e lei si era messa il cuore in pace.

2 mesi dopo la cena, il ragazzo era seduto sul letto di una stanza di hotel a LA, dove era rimasto per delle riprese di una fiction cui partecipava. Aveva il computer portatile appoggiato sulle ginocchia, e sconfortato leggeva le centinaia di articoli su una loro presunta rottura. Lei lo aveva chiamato su skype una settimana prima dicendogli, piuttosto confusa, che non era sicura di poter riuscire a gestire l’impegnativo tour e l’amore allo stesso tempo. Taylor non aveva ribattuto, troppo sorpreso dall’improvviso cambiamento della fidanzata, ma dentro di sé sapeva che lei non voleva veramente lasciarlo. Era solo un attimo di smarrimento. Fissò lo schermo del computer, le centinaia di titoli tutti uguali “Lady Gaga and Taylor Kinney broke up”… e decise di darsi da fare per sistemare la situazione.

Telefonò al PA di Gaga e gli espose il suo piano: avendo qualche settimana libera dalle riprese, sarebbe andato da lei a Bangkok per farle una sorpresa e riconquistarla. Ma nessuno doveva sapere di questa “fuga d’amore” segreta, quindi si fece promettere dal pubblicista di non dirlo a nessuno e si fece dire esattamente dov’era alloggiata la fidanzata. Preso il nome dell’hotel, prenotò una stanza per due giorni dopo e un biglietto aereo di sola andata. Prenotato l’hotel e il volo, si sentì più sicuro di sé. “potrei portarle dei dolcetti, quelli che le piacciono tanto… Angie va matta per gli M&M’s, sicuramente non ce ne sono in Thailandia, sarà meglio comprargliene qualche pacchetto! pensò, e corse a comprare degli snack per l’amata. Sarebbero stati un pensierino per lei, insieme ad un altro regalo, molto più prezioso...

Due giorni dopo, con solo uno zaino per bagaglio (non aveva avuto tempo di preparare tutto, agitato ed emozionato com’era), salì sull’aereo che ogni secondo lo portava sempre più vicino alla fidanzata.

10 ore dopo l’aereo atterrò a Bangkok. Taylor era momentaneamente calmo, e mise piede sulla terra tailandese quasi dimenticandosi perché era lì. Ma sapeva che doveva andare avanti, andare in quell’hotel, come attratto da una voce di sirena. Prese un taxi, che lo portò pochi metri davanti all’entrata dell’hotel in cui alloggiava Gaga. Alla vista delle dozzine di Little Monster fuori dall’edificio, realizzò perché era lì. “oddio lei è lì dentro, così vicino a me!!” pensò, emozionatissimo e col cuore che batteva a mille. Scese dal taxi e passò in mezzo alle frotte di fan salutandoli e pensando “sì, lei è proprio lì dentro.”. Entrò nella hall dell’hotel: il pubblicista era lì ad aspettarlo. Lo salutò e i due salirono in ascensore, verso l’ultimo piano dove c’era la suite di Gaga. Taylor era eccitatissimo e agitatissimo. L’ascensore si fermò e il PA lo portò davanti alla stanza di Gaga. “è lì” disse. Taylor fissò la porta di legno chiaro, pensando “ho fatto mezzo mondo per lei, e finalmente eccola, solo una porta a separarci. Bussò. Dal dentro si sentì la vocettina di Gaga dire “chi è?”. Il ragazzo trasalì e si commosse nel sentirla, e dopo qualche secondo rispose “sono io”. Silenzio. Poi all’improvviso sentì uno scalpiccio forsennato verso la porta, che si aprì. Eccola lì davanti a lui, finalmente: la parrucca arancione un po’ scapigliata, senza trucco, in tuta e a piedi nudi… ma a Taylor non era mai sembrata così bella. Eccolo, lui davanti a lei: la barba nera che cresceva incolta da settimane, le occhiaie, il viso stanco… lei lo guardò. Pensò “oh mio dio ma è veramente lui?”, lo fissò per qualche secondo e poi urlò di felicità. Gli saltò addosso, rischiando persino di farlo cadere, e iniziò a baciarlo dappertutto. “oddio… oddio… oddio ripeteva lei, accarezzandolo e abbracciandolo forte “ma sei proprio tu? Sei venuto fin qui solo per me?”. Lui rispose “e per chi, sennò?” col suo sorriso dolcissimo che lei adorava. Lei continuò a baciarlo e toccarlo, come se non credesse che fosse veramente lì tra le sue braccia, e poi si accorse che stava piangendo.

 

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Capitolo 2
*** Waiting for the night fall (II) ***


ma non piangere, tesoro” ridacchiò lui, guardando i suoi occhi color della giada velati dalle lacrime “sono io, proprio io, proprio qui con te e non me ne vado per nulla al mondo!”. Gaga era ancora incredula e portò Taylor nella sua stanza come in trance. Lui chiuse la porta e lei lasciò cadere sul letto sfatto con un sospiro. Fissò il soffitto per qualche secondo e poi sussultò quando anche lui si sedette sul letto. “non ci posso credere…” sussurrò lei ancora piangendo, drizzandosi e appoggiando la testa sulle cosce del ragazzo. Lui le accarezzò il viso dolcemente e i due rimasero così per qualche minuto, finché lei smise di piangere. Nella sua mente frullavano tanti pensieri… il primo fra tutti “ma cosa mi era venuto in mente? Lasciarlo? Mai!” pensò, guardando i suoi occhi azzurri come il cielo estivo, la sua espressione felice, il suo sorriso contagioso contornato da quelle morbide, dolci labbra “ha fatto mezzo mondo solo per me. Non ci posso credere… non posso! È troppo surreale…” e chiuse gli occhi, assaporando il calore delle sue gambe sulla sua guancia. Dopo un po’ lui disse “allora, vogliamo restare così tutto il giorno o darci da fare?” divertito, e lei si alzò e si asciugò gli occhi con le mani. Gli diede un bacio sulla guancia, appoggiando le labbra sulla sua barba ispida e annusando il suo dolce profumo, che sapeva cioccolato, vodka, whiskey e sudore. Gli si avvicinò all’orecchio e gli sussurrò qualcosa. Lui si fece serio ma dopo un attimo rispose “ma certo, tesoro, non ti preoccupare, lo sapevo” sorridendo e lei gli diede un piccolo bacio sulla guancia, felice. “scusami per tutto questo disordine ma, sai, non sono un tipo molto ordinato!” esclamò lei imbarazzata, spingendo via con un calcio le scarpe e i libri sparsi sul pavimento. “non importa!” sorrise lui “ehi, guarda qua cosa ti ho portato…” aprì lo zaino e tirò fuori i pacchetti di snack che si era portato da Los Angeles. Lei li vide e battè le mani entusiasta “oh te ne sei ricordato, grazieeee, ma che carino! Quanto mi erano mancati gli orsetti gommosi!” disse, aprendo il pacchetto di caramelle.

I due passarono una mezzoretta a mangiare dolcetti e parlare felici, poi Gaga decise di fare una piccola festa per il ritorno di Taylor. Invitò la sua band e i suoi ballerini nella sua suite, i quali salutarono con affetto il ragazzo, e insieme passarono la serata bevendo, ascoltando musica e ballando. Gaga non stava mai a più di un metro di distanza da Taylor; appena poteva, gli cingeva la vita con un braccio e appoggiava la testa sui suoi grandi bicipiti. Il ragazzo, vedendo che lei non riusciva a raggiungere il suo viso per baciarlo, ridacchiava chiamandola scherzosamente “piccolina” e la prendeva in braccio. Si guardavano negli occhi per minuti interi, il tempo sembrava fermato mentre attorno a loro i ballerini e la band suonavano e ballavano imperterriti, dopodiché uno dei due si metteva a ridere e tutto ripartiva.

Alle undici di sera Gaga salutò band e ballerini per restare da sola con Taylor. I due si distesero insieme nell’enorme vasca idromassaggio, circondati da candele profumate e da una spumeggiante schiuma. Taylor la guardò sorseggiare whiskey tenendo il bicchiere tra le sue labbra rosate, posò lo sguardo sulle sue guance rotonde, gli occhi verdi e le lunghe ciglia scure. Poi si spostò sul suo collo candido, le sue esili  spalle coperte in parte dai capelli della parrucca, e dopo sul decolleté liscio e i piccoli, morbidi seni. Da oltre due mesi che non la vedeva di persona, e non le era mai sembrata così bella. Lei sorrise, notando il suo sguardo, e lui ricambiò. Anche lei lo guardò attentamente: i capelli scuri, la fronte abbronzata, gli occhi azzurrissimi, i baffi e la barba, le spalle larghe e muscolose, i bicipiti, le grandi mani che reggevano il bicchiere di whiskey, i pettorali scolpiti… ma soprattutto il suo bellissimo sorriso. Non lo vedeva di persona da più di due mesi. Lui non poteva minimamente immaginare quanto le era mancato, quanto aveva sofferto nel riferirgli che non era più sicura di riuscire ad amare il lavoro e lui allo stesso modo, quante notti aveva passato a pensare a lui nel letto da sola. E lei non sapeva quanto gli era mancata, quante sere lui aveva passato a bere bicchieri e bicchieri di brandy per dimenticare i magnifici momenti passati insieme a lei, che lo torturavano come mille lame, senza riuscirci.  Ma ora finalmente erano lì, insieme, di nuovo innamorati, e non potevano essere più felici. Lui si avvicinò e iniziò a baciarle il collo umido, annusando il suo magnifico profumo di pelle e sudore che gli faceva venire i brividi. Inavvertitamente fece cadere il bicchiere sul tappetino, versando il whiskey, ma nessuno dei due ci fece caso. Lei appoggiò il bicchiere sul bordo della vasca e mise il viso tra i suoi capelli, accarezzandolo sulla schiena bagnata e tatuata. “Ti amo, cucciolo, ti amo…” sussurrò. “Io di più, piccola” rispose lui, baciandola sulle labbra e leccando le minuscole goccioline di whiskey che ci erano rimaste attaccate. Poi Taylor, emozionato, tuffò la mano nell’acqua e accarezzò dolcemente il sedere della sua Angie, poi le cosce e in un solo gesto salì lentamente verso i suoi seni. Lei gli si aggrappò al collo, eccitata dal tocco, e iniziò a leccarlo e baciarlo sul viso. Gli toccò gli addominali in rilievo, gli sfiorò i peli delle parti intime, le cosce muscolose, e i due si abbandonarono alla passione, circondati dalle bolle dell’idromassaggio.
 

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Capitolo 3
*** I live my life inside a dream (III) ***


Alle 9 del mattino Taylor si svegliò. Il sole caldo entrava dalla finestra semi aperta, gettando un raggio sul suo viso. Si girò e guardò l’amata, addormentata abbracciata a lui. Era così bella, il corpo nudo, i corti capelli biondi illuminati, la bocca socchiusa e il suo flebile respiro. Si fermò un attimo a pensare: cosa lo aveva portato lì, fino in Thailandia, dalla lontanissima Los Angeles? Era impazzito? Era praticamente scappato per andare da lei, aveva lasciato tutto. Questo gli fece venire in mente ciò che le aveva detto Gaga il primo giorno in cui si erano incontrati; stava raccontandogli brevemente la sua idea per il video di You And I, e aveva detto riguardo a esso e alla canzone “… l’idea che, quando tu sei lontano da qualcuno che ami, è una tortura… camminare per centinaia i migliaia di chilometri per riportarlo indietro”. Era quasi quello che aveva fatto lui. Le parti si erano invertite: nel video lei era scappata per poi tornare indietro a riprendersi il suo scienziato pazzo, lì invece era lo scienziato che andava a riprendersi la creatura. Non si era mai spinto tanto per una donna, mai. Perché lei era diversa dalle altre? Pensieroso, rimase a guardarla dormire per qualche minuto, poi la spostò dolcemente e scese dal letto. Si vestì, poi andò a prendere una cosa dal suo zaino: era una piccola scatola rossa. La aprì e dentro c’era un bellissimo anellino d’argento con un diamante; lo prese e lo infilò delicatamente nel dito della sua piccola addormentata. Aprì le finestre della stanza e il sole entrò, illuminando tutto e colpendo il diamante dell’anello, che spargeva bagliori arcobaleno dappertutto. Il sole svegliò Gaga, che socchiudendo gli occhi vide il suo bel ragazzo circondato dalla luce, come un angelo. Sorrise soddisfatta e poi notò di essere nuda; ricordando la notte selvaggia appena passata, rise. Lui la sentì e si girò, poi le diede il buongiorno. “buongiorno anche a te, Tay” disse lei, stiracchiandosi. Vide gli sprazzi arcobaleno sul muro e meravigliata notò l’anello sul suo dito. Lo guardò a bocca aperta, poi guardò Taylor e poi ancora l’anello. “ma… ma…” balbettò, commossa, fissando il bellissimo gioiello. “un altro regalino per la mia piccola!” disse il ragazzo, sedendosi sul letto vicino a lei. “ooooh è bellissimo!” esclamò lei, abbracciandolo “ma grazie!!!”. “quell’anello vuole ricordarti che tu sei il mio diamante, mio e solo mio, di nessun altro!” la avvertì sorridendo. Emozionata, lei lo baciò.

I due chiamarono in servizio in camera e mangiarono contenti la colazione, poi Gaga gli disse che di pomeriggio aveva le prove del concerto, ma che voleva tantissimo andare da qualche parte con lui. Qualche giorno prima, mentre la portavano in auto all’hotel, aveva visto un luogo molto carino e decise di portarlo lì quella sera, senza dirgli niente.

Iniziò a fare buio. Uscirono dall’hotel e salirono in auto furtivamente. L’autista mise in moto e lei gli disse dove doveva andare, ma senza farsi sentire da Taylor, che la guardò curioso. Durante il viaggio la coppia parlò del più e del meno, cosa che non facevano da molti mesi e che era mancata a tutti e due. “Ti piacerebbe venire a uno dei miei concerti? Puoi stare nel backstage, ci sono degli schermi da dove puoi vedere tutto come se fossi nel pubblico. Ti piacerà!” propose lei sorridendo. “con molto piacere! Non ho mai visto un tuo show live” rispose lui “però tu prima o poi devi venire a vedermi mentre giriamo. Di solito il set è chiuso, non credo s’infiltrerà qualcuno”. Gaga non era mai stata su un set di un film e l’idea la stuzzicava “ma non avrò tempo per un bel po’!”. “aspetterò” rispose Taylor “ti aspetterò sempre”.

Uscirono da Bangkok e i due iniziarono a vedere il mare dai finestrini dell’auto, illuminato dalla luna. “Ma dove mi stai portando?” chiese Taylor. “vedrai… un bellissimo posto!” rispose lei “scommetto che ti ricorderà qualcosa”. Mezz’ora dopo arrivarono vicino ad una spiaggia: il mare era nero come il cielo, ma si sentiva il suo profumo fresco e salmastro. La spiaggetta era stranamente vuota e l’autista parcheggiò. I due scesero. “allora, cosa ti ricorda?” chiese lei, indicandogli il litorale illuminato dai lampioni. A lui venne subito in mente una serata che mai avrebbe dimenticato: San Diego, fine dicembre.

La spiaggia di San Diego quel giorno era deserta. Dopo aver passato un’oretta al bar vicino al litorale a bere e scherzare, Taylor aveva portato lì la sua ragazza per ammirare il mare alla luce della luna. Entrambi erano un po’ alticci e stentavano a camminare sulla sabbia, affondando ad ogni passo e ridendo come matti quando uno dei due inciampava. “allora, cosa facciamo qui?” aveva chiesto lei, camminando piano e aggrappandosi a Taylor per non cadere. “sei mai stata su una spiaggia di notte, da sola?” gli chiese lui, fermandosi. “credo di no…” rispose, un po’ intontita. “e allora questa è la volta buona! Godiamocela questa spiaggia tutta per noi, seguimi!” rise lui, iniziando a correre e trascinandosela dietro. Lei, divertita, si tolse le scarpe e lo seguì; riuscì a raggiungerlo e gli saltò addosso. I due persero l’equilibrio e caddero nell’acqua, e non riuscivano più a smettere di ridere. “oddio… mi sono bagnata tutta!” sogghignò lei, strizzandosi i capelli e cercando di alzarsi in piedi per togliere gli shorts bagnati. Taylor la prese mentre si alzava e la tirò a sé. “faccio io, mia dama” e le tolse gli shorts buttandoli sulla sabbia. “ahaha grazie mio cavaliere” rise lei al gesto “sarà meglio ricambiarvi il favore” e gli tolse i bermuda completamente inzuppati. I due ricaddero con la testa nell’acqua ridendo ancora, poi si tolsero a vicenda le magliette. “ora inizia a fare freddino” commentò Gaga, strofinandosi le braccia. “ma vi scaldo io, milady” disse Taylor, e prendendola in braccio la portò fuori dall’acqua “guarda cos’ho trovato, una sirena! Bella sirenetta bionda, me lo concedete un bacino?”. “ma certo, mio bel principe” e la ‘sirena’ lo baciò. I due si sdraiarono sulla sabbia e fecero l’amore, illuminati solo dalla luna e dalle stelle.

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Capitolo 4
*** I’ll always belong in the sky (IV) ***


allora, cosa ti ricorda?” ripeté lei, indicandogli la spiaggia. “Mmh… non saprei” mentì lui “dimmelo tu”. L’aveva appena ritrovata, appena riconquistata, perché voleva fargli subito ricordare la serata più perfetta che avevano passato insieme? Dovevano ricominciare con calma. Avevano fatto tutto troppo in fretta. “Proprio non te lo ricordi? Allora seguimi!” disse Gaga sorridendo; tolse le scarpe, prese Taylor per mano e insieme camminarono fino al mare. Tutto era buio silenzioso, solo la luna e le stelle brillavano in cielo. Mentre avanzavano, lei gli si accostò all’orecchio e gli sussurrò “guarda in alto” e lui lo fece. Fissò intensamente in cielo stellato e vide in lontananza un bagliore, non giallo o bianco come quello degli altri astri, ma leggermente verdino e subito capì. “la stella!” esclamò, a bocca aperta “si vede anche qui!”. Lei annuì e i due rimasero a fissare quella lucina verde a lungo. “l’altra sera sono passata di qui e ho visto la nostra stella proprio sopra questa spiaggia magnifica… Pensavo che non avrei mai più avuto l’occasione di vederla insieme a te, ma ora sei qui con me… è stato un segno del destino!” sussurrò lei,  lo abbracciò. “sai, anch’io qualche giorno fa l’ho vista anch’io, dalla mia finestra a Los Angeles… ma qui Stefani è più bella che mai!” sorrise Taylor “hai ragione, è proprio un segno del destino”. I due si sdraiarono sulla morbida sabbia e guardarono il cielo, lei aggrappata a lui, con il mare che bagnava loro i piedi.

dove mi stai portando?”. Faceva piuttosto freddo a Lancaster, quella notte. Taylor, dopo cena, aveva detto a Gaga di mettersi addosso qualcosa di caldo, perché sarebbero usciti.  Lei aveva afferrato curiosa il suo enorme e pesante maglione grigio a collo alto e aveva seguito il ragazzo fuori dalla sua casa. Appena varcata la soglia, Taylor aveva chiuso la porta e le aveva messo le mani sugli occhi, chiedendole di camminare piano perché l’avrebbe portata a vedere una sorpresa, un regalo. “dove mi stai portando? Dai, dimmelo!” aveva ridacchiato lei, mentre lui la accompagnava lentamente in giardino. “aspetta un attimo e vedrai, curiosona” le aveva risposto, facendola sedere per terra in mezzo al prato. “tieni chiusi gli occhi, che arrivo!” e le aveva lasciato il braccio. Gaga si sdraiò sulla morbida erbetta tenendo gli occhi chiusi e aspettò. Poi socchiuse un occhio per un attimo e si girò a guardare: Taylor era lì vicino a lei, in piedi, e stava sistemando un telescopio. “ma cosa stai facendo?” chiese. “ehi, ti avevo detto di non guardare!!” rise lui “comunque ho finito. Alzati pure”. Lei si alzò e si avvicinò. Il ragazzo le indicò il cielo stellato. “riesci a vedere quella stella lassù, quella un po’ verdina?”. Gaga osservò il cielo e tutte le piccole stelle più e più volte, ma non la trovò. Scosse la testa. “allora prova con questo” e Taylor la invitò a guardare nel telescopio. Lei guardò e la vide, enorme, di uno strano colore verde pallido con dei bagliori gialli. Era molto bella e particolare. “che bella!” esclamò  “già, è stupenda. appena l’ho vista ho pensato subito ai tuoi occhi” disse lui. Si staccò dal microscopio e lo abbracciò contenta. “aaw ma che dolce che sei!” gli disse. “ma non è tutto!” esclamò Taylor, e andò alla panchina di sasso. C’era appoggiato un foglio, e glielo portò. "Ci siamo conosciuti esattamente sei mesi fa, e ho pensato di farti un regalino. Non sapevo cosa darti, poi ho visto la stella e… l’ho comprata. E le ho anche dato il tuo nome. Tieni, questo è l’attestato: Stefani è mia, e te la regalo”. Lei fissò il grande foglio decorato, con il suo nome scritto in oro al centro, e lesse che l’aveva proprio comprata. “ma…” balbettò, totalmente incredula “ma… una stella, ma come è possibile?”. “si possono comprare. Non è proprio una cosa ufficiale, ovviamente, ma noi due da ora in poi sappiamo che quella bellissima stellina verde è la nostra stella. Anzi, è tua!” gli rispose, sorridendo. Lei ancora non ci credeva. “tu sei pazzo, oddio…” e senza sapere cos’altro dire, lo abbracciò e lo baciò, piangendo commossa “grazie, grazie!”. “ah, di niente tesoro” e ricambiò i baci, soddisfatto di averla fatta contenta “così ogni volta che tu non sarai con me, mi basterà alzare gli occhi al cielo e cercare Stefani, e lei mi terrà compagnia e mi ricorderà che tu, la mia stupenda stellina lontana, esisti ed io sarò felice”.

ma come ti è venuto in mente di regalarmi una stella?” sorrise Gaga, guardandolo il suo viso illuminato dalla luna “sei pazzo, non smetterò mai di dirlo”. “pazzo di te. Sono pazzo di te” sussurrò Taylor “lo sai?”. “certo che lo so, sciocchino. Lo sono anch’io. Forse di più” e lo baciò, e la lontana stella verde sembrò diventare più luminosa.

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Capitolo 5
*** Somebody said gotta cherish the day (V) ***


“ahahha dai smettila!!!” ridacchiò lei, prendendo rapidamente il cuscino che aveva accanto e colpendolo “mi fai il solletico! Via!!”. “no no no non ci penso nemmeno!” rispose lui, rubandole il cuscino dalle mani e facendole il solletico ancora più forte. “piantala Tayl… ahaha, dai!!! e anche lei, esaurite le armi di difesa, cercò di solleticarlo sulla schiena. “mi dispiace signorina ma non lo soffro, è inutile” sorrise, e poi smise di stuzzicarla. I due ridacchiarono, poi Taylor raccolse il cuscino e glielo lanciò, e Gaga lo prese all’ultimo rischiando di cadere dal letto. “aaah preso!” esclamò, e iniziò a darglielo in testa “non mi fare più il solletico, chiaro?”. “va bene, va bene capo. Niente più solletico!” si arrese lui, ridendo e alzando le mani. Allora lei appoggiò il cuscino dietro alla schiena e si appoggiò al muro, sospirando contenta. Guardò con aria divertita il casino che si era formato nella stanza dopo quella mattinata di “battaglia”: ovunque, vestiti dappertutto, scarpe spaiate in giro per la suite, armadi aperti e completamente rivoluzionati, unghie finte cadute qua e là… “santo cielo che caos!” esclamò ridendo. “sarà l’aria australiana!” commentò Taylor, alzandosi e guardandosi attorno in cerca delle mutande. Le trovò per terra davanti fuori dal bagno “come diavolo sono finite fino a qui?” e le indossò “che lancio da manuale, miss”. Gaga rise, sdraiandosi nuda nel letto vuoto e con le lenzuola tutte stropicciate e raccolte sul bordo. Le spinse via coi piedi e si stiracchiò. Guardò il ragazzo mentre si vestiva, cercando gli abiti per terra. “sapessi che casino che ho in casa mia… per trovare qualsiasi cosa ci vorrebbe un detective!” commentò, scendendo dal letto e mettendosi in cerca delle mutande. “eccole!” disse lui, passandogliele “erano finite davanti alla finestra. Se non era chiusa volavano fuori!”. Le indossò e poi prese una maglietta bianca dall’armadio incasinato, e stiracchiandosi ancora se la mise addosso, poi guardò fuori dalla finestra. “che bella giornata! E’ stata un’ottima idea iniziarla con un po’ di movimento”. “ahah già, magnifica! Io vado fuori un attimo a fumare, vieni anche tu?". " Taylor uscì da solo sul balcone e si accese una sigaretta, ammirando il panorama di Brisbane. c'era il sole, ma l'aria era frizzante e quindi poco dopo rientrò a prendere una felpa. Uscì di nuovo. Gaga uscì dal bagno e lo seguì sul terrazzo, e gli allacciò la zip della felpa con un gesto delicato, ammirando i suoi bellissimi pettorali. Lui la guardò e l’accarezzò sul collo, e lei deliziata chiuse gli occhi godendosi il tocco insieme all’aria fresca. "sei proprio bellissima stamattina, lo sai?” le disse, scostandole i capelli dal collo per toccarla meglio. La baciò sulla testa e aggiunse “proprio magnifica”. “aaw grazie, ma anche tu… sei sempre bellissimo!” rispose lei, alzandosi sulla punta dei piedi per baciarlo e ricambiando la carezza “sei perfetto. Ti amo” lo abbracciò forte e lo accarezzò sulla schiena. “io di più” disse lui, e la baciò appassionatamente. Gaga si appoggiò a Taylor e lo guardò rapita mentre guardava la città movimentata sotto di loro.

scusate se è un po' corto rispetto ai precedenti, ma questo capitolo è dedicato alle foto uscite stamattina dei due sul balcone dell'hotel di Brisbane. se arriveranno altre foto mi verrà in mente qualcos'altro e continuerò con un altro capitolo :)

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Capitolo 6
*** Imagine me whispering in your ear (VI) ***


“che caldo che si è fatto … ci prendiamo qualcosa di ghiacciato da bere?” chiese Gaga, slacciandosi la tunica. Qualche ora prima lei e Taylor avevano pranzato al ristorante, e nonostante quella mattina il tempo non fosse stato troppo caldo, appena usciti dal locale il sole aveva iniziato a riscaldare Sidney. Tornati in hotel, erano subito usciti in terrazza cercando un po’ di refrigerio... ma nonostante Gaga fosse seduta sulla sdraio all’ombra, con tanto di cappellone e ventilatore, faceva ancora caldo. “Ma sì, dai… due birre?” rispose Taylor, alzandosi dalla sdraio e stiracchiandosi. “vada per le birre. Ghiacciate, mi raccomando.” disse lei, aumentando la velocità del ventilatore. Il ragazzo entrò nella suite e chiamò il servizio in camera; poco dopo, uscì di nuovo con in mano due bottiglie. “birra ghiacciata per la signora” disse, stappando la bottiglia e passandogliela. “aaah magnifica! Grazie!” disse Gaga, sorseggiandola. I due bevvero in silenzio per un attimo, poi Taylor ritornò sulla sdraio a prendere il sole. “se fossimo a Los Angeles, saremmo subito andati a Venice Beach…” mormorò lui, guardando il mare in lontananza. Lei pensò alla fresca spiaggia di LA e poi si ricordò all’improvviso “aspetta un momento! Non c’è mica una piscina all’ultimo piano?!”. “mmh… mi pare di sì” rispose lui, illuminandosi. “e allora andiamoci!”.

mi sono anche dimenticata il costume!” ridacchiò Gaga, appoggiando il cappello su una sdraio sul bordo della piscina. “e chi ha bisogno del costume?” disse Taylor, togliendosi i pantaloni e invitandola a togliersi la tunica. Lei lo fece e si guardò, in reggiseno e mutande di pizzo bianco, poi commentò “Mi sa che li perdo appena entro in acqua…”. “ora vediamo!” esclamò lui, e la prese in braccio. “noooooo non ci provare, non ci provareeeee!!!” e mentre lei urlava aggrappata al suo collo, Taylor la buttò nella piscina, tra enormi schizzi. “cretino!” rise lei, appena riemerse, e nuotò fino al bordo “te la farò pagare!!! Vieni qui!” e cercò di prendergli la gamba e trascinarlo in acqua . “allora, hai perso le mutande? Com’è l’acqua?” rise lui. “mutande a posto, acqua freddissima! Senti!” rispose Gaga, schizzandolo. “perfetta, arrivo!” disse lui, scendendo le scalette della piscina. “vieni a prendermi!” esclamò lei, nuotando velocemente via da lui. “ti prendo, ti prendo” ridacchiò Taylor, inseguendola nell’enorme piscina. Lei fece il giro e arrivò alle scalette e uscì dall’acqua, ma lui la seguì veloce e mentre usciva la prese in braccio. “non mi scappi!” disse, mentre scendeva le scalette con lei che rideva divertita, scuotendo i capelli gocciolanti. La riportò in acqua e poi la abbracciò “Bella sirenetta bionda, me lo concedete un bacino?”. “ahah sempre con questa storia della sirena” sorrise lei, guardandolo negli occhi “ma certo!” e lo baciò. “quanto sei bello con la barba” disse, strofinando la guancia su quella irsuta di Taylor. “e quanto sei bella tu con quel sorrisone” disse lui, abbracciandola più forte. Si baciarono ancora, abbracciati e appoggiati al bordo della piscina. All’improvviso disse “non hai ancora perso il reggiseno… che ne dici che ci provo io?” e le slacciò il reggiseno di pizzò, lanciandolo fuori dall’acqua. “rimaniamo in mutande o ci togliamo anche quelle?” chiese Gaga, infilando la mano nei suoi slip. “magnifica sirena, ormai mi hai incantato, puoi fare di me quello che vuoi” le sussurrò nell'orecchio, e quindi lei glieli tolse. Stessa cosa fece Taylor, e i due rimasero nudi nella piscina. Lui le accarezzò i morbidi glutei e la strinse a sé, mentre lei si aggrappava al suo collo e provava a rialzarsi per arrivare al suo viso e baciarlo; poteva sentire ogni muscolo dei suoi addominali, talmente era attaccata al suo corpo. Lui la strinse ancora, si appoggiò all’angolo della piscina, la sollevò alla sua altezza e finalmente lei riuscì ad arrivare al suo viso a baciarlo con passione.

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Capitolo 7
*** A million lights behind you ***


e benvenuta nella mia umile dimora” disse Taylor, aprendo la porta della sua casa sulla spiaggia. Gaga guardò dentro: era piccolissima, piena di oggetti e un po’ disordinata… ma, a un primo sguardo, le piaceva. “ehm… scusa il disordine, ci vorrebbe una proprio una donna qui dentro” ridacchiò lui. “ah non chiedere a me di sistemare… se vedessi la mia camera quando non ci sei tu, ti spaventeresti!” rise anche lei. Si tolse gli stivali col tacco, per non cadere, e a piedi nudi si avventurò tra vestiti e oggetti lasciati sul pavimento di legno. In fondo al piccolo corridoio c’era una finestra che dava sul mare di San Diego, un bellissimo panorama. “ma quindi tu abiti qui? Con altri 3? Ma come fai?” chiese, guardandosi attorno: riusciva ad abbracciare la casa con un solo sguardo. “ci si prova” disse lui, raggiungendola “ma oggi è tutta per noi”. E mentre Gaga guardava fuori dalla finestra le onde mosse dal vento, lui si mise dietro di lei e la baciò dolcemente sul collo, scostandole i capelli con un gesto leggero. Fu scossa da un brivido, mentre le labbra morbide e calde del suo uomo le sfioravano il collo, mentre le accarezzava la testa e passava le dita tra i capelli. La abbracciò da dietro: era così piccola e minuta, sembrava tanto delicata che aveva paura a stringerla troppo… ma lei, tra le forti braccia del ragazzo, si sentiva protetta e invulnerabile.

Quel pomeriggio i due decisero di approfittare del bel tempo per andare a fare una passeggiata per la città. Mentre giravano per le strade affollate, si sentivano come una normale coppia di ‘fidanzatini’: mano nella mano, ridacchiavano e chiacchieravano del più e del meno, e nessuno si curava di loro. “un giorno mi devi insegnare a surfare!” disse Gaga, elettrizzata dall’idea di cavalcare le onde. Ci aveva già provato qualche mese prima in Messico, ma con poco successo. “certamente! È un po’ difficile all’inizio, ma appena impari a stare i piedi sulla tavola… tutto viene da sé” rispose Taylor, sorridendo. “sono sicura che sarai un ottimo insegnante!” commentò lei “le pago già la prima lezione” e si alzò sulle punte per dargli un bacio sulla guancia. “grazie mille signora” rispose, ricambiando il bacio “ e io le pago il gelato. Ti va? Fermiamoci qui” disse, passando davanti a un bar. “ci vorrebbe proprio con questo caldo!” esclamò la ragazza. I due si avviarono dentro il locale e ordinarono due gelati, poi uscirono e si sedettero a un tavolino sulla veranda per mangiarlo. “posso?” chiese Taylor, rubandole un po’ di gelato alla fragola col cucchiaino. “non vale!” disse lei, facendogli il broncio. Di tutta risposta, affondò il cucchiaio nel suo gelato al cioccolato e lo mangiò ridendo.  Finito il gelato, decisero di fare il giro lungo per tornare a casa, costeggiando la spiaggia. Il mare era bellissimo, scintillante sotto i raggi del sole, e la spiaggia era affollata di bagnanti. “chissà com’è vederlo di notte dalla tua finestra” commentò Gaga, fermandosi un attimo ad ammirare l’infinita distesa azzurra come gli occhi del suo uomo. “è magnifico, ma mai come te” rispose lui, baciandola e mettendole un braccio sulle spalle. Stessa cosa fece lei, e i due camminarono sorridendo fino a casa tutti abbracciati, sotto al sole, senza neanche accorgersi dei paparazzi che li avevano fotografati per la prima volta insieme.

La notte scese sulla calda città, e delle luci soffuse si accesero nella casetta di Taylor. Gaga guardò ancora fuori dalla finestra, impressionata dal mare e dal cielo completamente neri, impossibili da distinguere uno dall’altro… anche le stelle si riflettevano sull’acqua, un milione di piccole luci. Era surreale. Intanto il ragazzo stava tirando giù dai letti singoli due materassi, disponendoli uno accanto all’altro in mezzo alla stanzetta e coprendoli con un lenzuolo. “scusa ma non ho un letto matrimoniale” si scusò, ma lei gli sorrise e disse “non importa, tranquillo!”. Finito di sistemare, lui la prese in braccio e la adagiò delicatamente sul letto. Si sdraiò vicino a lei e i due si guardarono a lungo negli occhi, sorridendo.  “sei bellissima” le disse poi, accarezzandola. Le infilò la mano sotto la canottiera e gliela sfilò, ammirando i morbidi seni coperti dal reggiseno nero. Le baciò il décolleté vellutato, e la annusò: sudore, pelle tiepida, sale e un leggero profumo di vaniglia. Quella fragranza gli s’impresse nella mente e si augurò di non dimenticarla mai più. Iniziò a baciarla delicatamente sul petto, poi sul collo fino ad arrivare alle labbra, umide e calde. Si abbandonarono all’estasi di quel bacio, circondati dalle luci tremolanti e dal rumore del mare.



flashback dedicato alla giornata in cui sono state scattate le prime foto di loro insieme, un giorno memorabile... e 2 giorni dopo ero lì ad ammirare quelle foto e urlare col cuore a mille, piena di felicità... non me lo scorderò mai. 
(scusate se ho cancellato il capitolo sui fiori, ma non mi piaceva tanto :/)

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Capitolo 8
*** It’s just who you are ***


Era mattina inoltrata e un luminoso raggio di sole entrava dalla finestrella della casetta sulla spiaggia di San Diego, facendosi strada tra le serrande. Raggiunse il viso di Gaga, la quale si svegliò abbagliata dalla luce. Si guardò intorno e per un attimo non riuscì a capire dov’era; poi si girò e vide il suo Taylor, il bell’addormentato, che ronfava tranquillo e sorrise, ricordando tutto. Rimase a guardare ammirata il ragazzo per qualche minuto: aveva un braccio dietro la testa, l’altro fuori dal materasso; i piedi attorcigliati nelle lenzuola ammucchiate in fondo al materasso, ed era nudo. Perfettamente nudo. Si accorse all’improvviso che anche lei era nuda, ma non ci fece caso. Iniziò ad accarezzargli delicatamente la pancia, passando il dito sugli addominali in rilievo, poi il petto e il collo e il mento… e infine osservò a lungo il bellissimo viso. Il ragazzo però russava con la bocca aperta, facendo dei rumori talmente buffi che poco dopo non riuscì più a trattenere le risate e scoppiò a ridere divertita, svegliandolo. Taylor si stiracchiò un attimo e poi la vide ridere e chiese curioso “che c’è?”. “dovevi vederti mentre russavi con la bocca aperta, eri così divertente!” ridacchiò lei. “ahaha lo so, scusa, spero di non averti disturbato!”. “figurati! Piuttosto spero di non averti disturbato io” sorrise Gaga, allungandosi per raccogliere i suoi vestiti dal pavimento. Il ragazzo si alzò dal materasso e, stiracchiandosi, chiese “Allora, che si fa oggi?”. “non lo so, dimmelo tu” disse lei, mentre si vestiva. “ti va di andare al parco a rilassarci un po’? È un posto bellissimo, secondo me anche meglio di quello di New York!”. “io non ci spererei…” controbatté lei “però andiamo a vedere, magari cambio idea”. “benissimo! Sono sicuro che ti piacerà. Vestiti e andiamo” disse lui, infilandosi i pantaloni. Si vestirono e uscirono di casa; Taylor fece salire la ragazza sulla sua moto e insieme partirono per il parco della città.

Dieci minuti dopo arrivarono all’entrata dell’enorme spazio verde, pieno di alberi e prati. Taylor parcheggiò la moto e aiutò Gaga a scendere e a togliere il casco. “questa volta per fortuna l’hai tenuto su!” rise “non te ne compro un altro, evita di buttarli per aria mentre sto andando a 80 all’ora”. “non ti preoccupare, non lo faccio più!” ridacchiò anche lei, sistemandosi i capelli “ma comunque ho portato con me una sorpresina per ripagarti”. “mmh non vedo l’ora di vederla!” esclamò il ragazzo, baciandola sulla testa e prendendola per mano. I due entrarono nel parco e furono investiti dall’aria fresca e pulita, diversa da quella piena di smog del resto della città. Era tutto pieno di prati, alberi, fontane, panchine e piccoli chioschi da cui usciva un profumino delizioso; il tutto reso ancora più allegro dal canto degli uccellini. “hai fame? Ci prendiamo qualcosa al banco delle frittelle?” chiese il ragazzo, indicando un chioschetto poco distante. “mmh… non saprei…” borbottò lei, un po’ titubante. “su, dai, non ingrassi mica con una piccola frittella!” sorrise lui, e così si decisero e andarono a comprare qualcosa. Con in mano due grandi frittelle fumanti e ripiene di nutella, si sedettero su una panchina all’ombra di un albero e mangiarono in silenzio. Gaga si guardò attorno: il parco era veramente bello e tranquillo, quasi meglio di Central Park… sempre troppo affollato. Davanti a loro passavano mamme con i bimbi in passeggino, vecchiette con i cani al guinzaglio, giovani innamorati mano nella mano… senza che nessuno la riconoscesse. Sorrise e finì di mangiare la deliziosa frittella, poi guardò Taylor: anche lui aveva finito di mangiare, ma aveva tutta la bocca sporca di nutella. Rise e lui la guardò un po’ confuso e chiese, per la seconda volta in quella mattina, “che c’è? Sono sempre così divertente?”. Lei senza dire niente gli si avvicinò e gli leccò via la nutella dalle labbra. “sei dolcissimo, amore” disse “ora chiudi gli occhi, c’è la sorpresa!”. “uuh non sto più nella pelle!” esclamò lui, curioso, chiudendo gli occhi. La ragazza infilò la mano nella tasca dei suoi shorts e tirò fuori un anellino d’oro; prese la mano di Taylor e glielo mise al dito. Lui aprì gli occhi e guardò a bocca aperta il piccolo gioiello, che scintillava colpito dal sole che penetrava tra i rami dell’albero sopra di loro. “oddio grazie, non so cosa dire…” sussurrò, meravigliato. “ma non dire niente, mi basta un bacio” disse lei, facendogli l’occhiolino e baciandolo. I due si baciarono all’ombra delle fronde, a lungo, poi decisero di incidere le loro iniziali sulla panchina, come ogni coppia d’innamorati. “ ST, ecco qua!” esclamò il ragazzo, dopo aver fatto il disegno sulla spalliera della panchina con le chiavi della moto: le iniziali, un cuore attorno, come tutte le altre incisioni che ricoprivano le dozzine di panche del parco. “questa sarà sempre la nostra panchina!” disse Gaga, guardando felice il disegno “torneremo qua tutte le volte che saremo a San Diego, intesi?”. “certo!” disse Taylor, baciandola sulla guancia.

ispirato al "sogno della panchina" fatto dalla mia fedelissima lettrice Stefani (a cui voglio un mondo di bene e ringrazio ancora per leggere le mie storie pazze). spero sia all'altezza del tuo magnifico sogno ;)

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Capitolo 9
*** I wasn't finished dreaming ***


Gaga si svegliò nella sua stanza di hotel a Chicago… forse un po’ troppo tardi. Stiracchiandosi, allungò il braccio e cercò di afferrare il cellulare sul comodino, e guardò l’ora: erano le 11 e un quarto. Sullo schermo inoltre lampeggiava il promemoria “15 luglio: SORPRESA!!”, con l’allarme che avrebbe dovuto suonare alle ore 9. “oh cazzo! Telefono di merda… ” esclamò, alzandosi di scatto dal letto “speriamo che non si sia ancora svegliato…”. In fretta e furia si diede una pettinata e si mise addosso un paio di pantaloncini. La sera prima aveva pensato a tutto, dal trucco ai capelli ai vestiti… ma in quel momento era senza trucco, con i capelli un po’ sparati, in canottiera e pantaloncini. Guardò il bellissimo vestito a fiori appoggiato sulla valigia, comprato apposta per l’occasione, e sbuffò “e vabbè non ho tempo!”, senza neanche guardarsi allo specchio. Aprì il frigo bar e tirò fuori un vassoio di pasticcini e dello champagne che aveva messo lì la sera prima, e due bicchieri. Avendo le mani occupate, chiuse lo sportello con il piede e uscì dalla stanza, a piedi nudi. Scese al piano di sotto e arrivò davanti alla stanza 209. Appoggiò pasticcini, bicchieri bottiglia per terra, si sistemò un po’ i capelli e bussò. Silenzio. Bussò di nuovo. “chi è?” sentì poi dall’interno. “sono io!” disse lei, sorridendo. Sentì il letto che scricchiolava e pensò “ahaha povero, stava ancora dormendo… per fortuna!”. Tirò su il vassoio e il succo e sentì i suoi passi verso la porta, che si aprì. “Buon compleanno Taylor!” esclamò tutta contenta, appena il viso del ragazzo comparve da dietro la porta. Lui rise divertito guardandola: aveva il vassoio su una mano, i bicchieri nell’altra e lo champagne sottobraccio, e riusciva a malapena a tenere le quattro cose... fra pochi secondi sarebbe caduto tutto! Disse “ma che dolce, grazie mille!” baciandola sulla guancia “entra pure! Aspetta che ti aiuto” prese prontamente il vassoio e i bicchieri e li portò in camera. Gaga entrò e chiuse la porta. “uffa, avevo pianificato tutta la sorpresa… ma mi sono svegliata tardi, non mi sono neanche truccata…” disse, appoggiando la bottiglia sul comodino. “ma cosa dici, sei stupenda! Invece guarda me... sono in mutande e ancora nel mondo dei sogni” ridacchiò Taylor. Anche lei rise “ma io ti volevo proprio così, appena svegliato, almeno metà del piano si è compiuta!”, andandogli vicino e ricambiando il bacio sulla guancia, poi disse “allora… buon compleanno, vecchio mio! Festeggiamo?” aprendo la bottiglia di champagne, che stappò con un botto. Riempì i bicchieri e i due bevvero e mangiarono i pasticcini seduti sul letto.

Erano le 7 e di sera, e mancano due ore alla cena. Gaga aveva prenotato nel suo ristorante preferito di Chicago per festeggiare e il compleanno di Taylor, soli soletti, lei e lui. Per fortuna aveva il tempo di prepararsi per l’evento e voleva essere il più scintillante e bella possibile per il suo bellissimo ragazzo, per cui aveva pianificato tutto anche per la cena… sperando che niente andasse storto! Chiamò la sua truccatrice e la parrucchiera ed espose loro le sue due semplici idee: capelli ricci (non li aveva mai fatti, ma voleva sperimentare e sicuramente a Taylor sarebbero piaciuti!), trucco focalizzato sugli occhi. In un’ora era pronta, e si guardò allo specchio compiaciuta: i capelli lisci erano stati trasformati in magnifici ricci e boccoli biondi, e i suoi occhi verdi contrastavano benissimo con l’ombretto dorato, impreziositi da lunghe ciglia finte nere con degli strass argentati. Inoltre si ricordò che a Taylor piacevano gli orecchini, gliene aveva regalati tantissimi, e quindi indossò i suoi preferiti che le aveva donato a natale: d’oro, con tre sottili catenelle pendenti che brillavano alla minima fonte di luce. Scosse la testa per vedere l’effetto con gli strass delle ciglia e dell’ombretto con i glitter, e gli orecchini risplendevano anche nascosti da quella montagna di riccioli biondi. Sorrise, poi indossò il vestito che le aveva regalato al suo compleanno: bianco, scollato, aderente sul busto ma con la gonna morbida fino alle ginocchia, con fili dorati nella trama che luccicavano solo quando c’era la giusta luce. Un paio di semplici tacchi in vernice nera, e infine si fece aiutare ad allacciare la collana con l’anello col diamante che le aveva regalato a Bangkok. Si guardò un’ultima volta allo specchio, soddisfatta, e ringraziò truccatrice e parrucchiera. Prese con sé una borsa con dentro il regalo, un bolero di pelliccia nero e uscì dalla suite, pronta ad andare a prendere il ragazzo. Per la seconda volta in quella giornata, si fermò un attimo davanti alla porta della stanza 209 ed emozionata bussò. Quella volta la porta si aprì subito, e Taylor appena la vide rimase a bocca aperta. “sei… oddio… perfetta” disse meravigliato, abbracciandola. “anche tu!” sorrise lei, vedendo che almeno quella volta si era vestito più elegante del solito, con camicia e pantaloni grigi… proprio perfetto anche lui. “allora andiamo?”.

I due, senza essere visti, andarono al ristorante. Avevano prenotato il solito tavolo nella saletta privè e passarono la serata chiacchierando e mangiando come facevano sempre. Poi, arrivata l’ora del dessert, le luci nel privè si spensero… e Gaga si alzò un attimo e andò via. C’era la sorpresa finale! Aveva chiesto allo chef di infilare il regalo per Taylor nella torta di compleanno, e se poteva portarla lei al tavolo. Le luci nel privè si riaccesero e poco dopo comparve lei con un’enorme torta al pan di spagna ricoperta di panna e scaglie di cioccolato. “ancora buon compleanno!” esclamò, appoggiandola sul tavolo. Sul dolce c’era proprio scritto “buon compleanno Taylor”. “oddio ancora!” rise lui, poi si alzò e la abbracciò “grazie tesoro!”. “aspetta che la taglio io…” disse lei, prendendo un coltellone e tagliando la fetta dove c’era nascosto il regalo. La mise sul piatto di Taylor, e la fetta cadde su un lato rivelando che all’interno c’era qualcosa di luccicante. “che cos’è?” chiese il ragazzo. “un piccolo regalino da parte mia!” disse lei sorridendo, guardandolo mentre tirava fuori il gioiello dalla torta. Era un braccialetto d’argento e oro, a catenelle e con una placchetta sul davanti. “oddio è bellissimo! Ma grazie, è stupendo!” esclamò lui. “guarda un po’ cosa c’è scritto sopra…” disse la ragazza, indicandogli la placchetta. C’era il cuoricino con le loro iniziali, proprio come quello che aveva inciso sulla panchina del parco. “un anno fa ci incontravamo per la prima volta, ricordi? Questo è per festeggiare il tuo compleanno e… una specie di nostro anniversario” gli spiegò, emozionata. Il ragazzo si commosse e, non sapendo cosa dire, la baciò proprio come aveva fatto la prima volta, un anno prima, in mezzo a uno sconfinato campo di mais… era per finta, ma chi avrebbe mai immaginato che alla fine si sarebbero innamorati veramente? 


scusate l'estrema sdolcinatezza del capitolo, ma... in questi giorni si festeggia un anno dal loro primo incontro e io, da pazza pazzissima fan della coppietta, sto fantasticando come non mai xD

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Capitolo 10
*** And you're glowing from inside ***


Taylor si svegliò presto quella mattina, e decise di fare una ‘piccola’ sorpresa alla sua bella addormentata. La guardò un attimo mentre dormiva vicino a lui tutta scomposta, a pancia in giù, con i capelli che le coprivano la faccia… e sorrise. Poi cercò di scendere dal letto senza farlo sobbalzare e andò in punta di piedi fino al comò, aprì piano un cassetto e tirò fuori una collanina di perle con dei ciondoli dorati. Aprì la porta e piano piano scese di sotto; arrivato in salotto, andò verso il barboncino di Gaga (che le aveva regalato per il suo compleanno) che dormiva sul divano. Si avvicinò e gli allacciò la collana al collo, ma il cane si svegliò e iniziò a uggiolare. “shh piccolino, sono io! Vieni che andiamo a fare una sorpresa a mammina” sussurrò, prendendo il cagnolino in braccio e portandolo di sopra. Tornato in camera, fece scendere il cane sul suo cuscino, e il cucciolo si sdraiò e subito si riaddormentò, con la collanina legata al collo. Taylor controllò che la ragazza dormisse ancora e quindi tornò al piano di sotto, intenzionato a continuare la sua sorpresa. Aprì la porta di casa: come sempre sull’uscio c’erano i fiori freschi che faceva recapitare alla sua ragazza ogni mattina. Li prese, li sgocciolò dall’acqua del vaso e li portò in camera: appoggiò i fiori su tutto il letto, attorno al cane, sul comodino, per terra, sulla poltrona, e infine alcuni li infilò delicatamente alcune corolle tra i capelli biondi sparsi dappertutto sul cuscino. Si guardò attorno e l’effetto era proprio carino; prese il telefono e scattò una foto da aggiungere al loro album: “Sorpresa delle 9 e 10” pensò di intitolarla. Dopo aver scattato la foto, si avvicinò al viso della ragazza, le scostò i capelli e la baciò sulla guancia sussurrando “hey, sveglia! Bella addormentata… sveglia!”. Lei mugugnò un attimo, poi aprì gli occhi e se lo ritrovò davanti. “buongiorno!” esclamò lui. Lei sbadigliò, poi sorrise e rispose “buongiorno a te”, si girò a pancia in su e si stiracchiò, e facendolo urtò il cane e i fiori con il braccio. Sobbalzò e si guardò intorno, tutto pieno di fiori. “oddio… “ poi vide il cane con la collana, tutto circondato da rose bianche e rosse. “sorpresa!” disse lui ridendo e lei rispose “un'altra??!! ma sei pazzo, sei completamente pazzo!” e lo abbracciò forte “grazie, è bellissimo! Il buongiorno più bello che potessi desiderare” e prese il piccolo barboncino, che si svegliò e sbadigliò. Il ragazzo la aiutò a togliere la collana dal cane e ad allacciarsela al collo, poi prese in braccio Gaga e cagnolino e li portò in cucina a fare colazione.

Nel pomeriggio, mentre si rilassavano sdraiati sul letto, Gaga stava facendo vedere a Taylor il suo sito littlemonsters.com e spiegandogli i vari modi in cui poteva interagire facilmente con i suoi fan e loro con lei. “ognuno ha il proprio profilo” e gli mostrò com’erano fatti i profili. “questo è il mio. Posso pubblicare anch’io cose come fanno tutti gli altri membri, foto, stati, parlare in chat eccetera…” poi lo guardò e chiese “ti va se ci facciamo una foto e la pubblichiamo? Così vedi com’è!”. Il ragazzo annuì e lei selezionò l’opzione di fare una foto con la webcam; non erano ben centrati, così Gaga spostò il computer un po’ più in là poi chiese “com’è secondo te? Si vede bene? Vieni più vicino ”. Taylor si sistemò un attimo più vicino a lei, controllò sullo schermo poi rispose “mmh… per me sì. Ora va bene. Per te?. “perfetta. Ora scatto” cliccò e la foto comparve sullo schermo. “ok, ora cosa ci scrivo sopra?” domandò. “non saprei… fammici pensare” rispose lui, pensando a una frase. “mmh… e un semplice ‘Io e T’? Che ne dici?” propose lei, sorridendogli. “a me va benissimo qualsiasi cosa” rispose il ragazzo, mettendole un braccio sulle spalle e guardando mentre pubblicava la foto.

allora mettiti lì, sulla poltrona, dai che te ne faccio un’altra” ridacchiò Taylor, scendendo dal letto. Gaga si alzò e si sedette sulla poltrona davanti alla finestra, con le gambe sui braccioli. “così?” chiese. “perfetta” sorrise lui, e le scattò una foto. Fece per scattarne un’altra ma lei esclamò “aspetta aspetta la prossima la voglio mettere sul sito, mi copro un attimo” e si rannicchiò, nascondendo il seno. Taylor fece un’altra foto e poi passò il cellulare alla ragazza. “bellissime, grazie mille!” disse, dopo aver riguardato le foto più o meno decenti che avevano fatto durante tutta la serata “domani ne pubblico alcune. Ora sarà meglio che mi vesto…” e fece per alzarsi, ma lui la prese in braccio e mentre rideva la adagiò sul letto, quasi completamente nuda, facendo scappare il cane che si era addormentato poco prima sul cuscino. “ahaha quel cane è dappertutto” rise lei “Pawsie, torna qui!”. Taylor la lasciò un attimo sul letto e corse a prendere il cane, che era uscito dalla stanza e stava scendendo di sotto. Lo riportò dentro e lo passò alla ragazza, che lo accarezzò e lo baciò. “è morbido e peloso come te, lo sai?” disse, riempiendolo di bacini sul musetto riccioluto del barboncino. “è meglio lui o me?” chiese Taylor, ridacchiando. “ma tu, ovviamente, che domande mi fai!” rise lei “non posso baciare un cagnolino come bacio te” e lasciato andare il cucciolo, baciò il ragazzo appassionatamente sulla bocca. “ora si ragiona” sorrise lui, ricambiando il bacio.

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Capitolo 11
*** I can feel you now ***


Gaga e Taylor si erano appena svegliati, e nessuno dei due aveva voglia di uscire dal letto in cui avevano fatto scintille quella notte. Sdraiati vicini, il ragazzo le stava accarezzando i capelli e lei, chiudendo gli occhi, si godeva il delicato tocco. Rimasero in silenzio per un po’, poi lei mormorò, sempre tenendo gli occhi chiusi e sorridendo “ehi, ti ricordi cos’è successo proprio un anno fa?”. Anche lui sorrise e disse, continuando ad accarezzarla “mmh… dimmelo tu”. “lo so che lo sai” disse la ragazza, aprendo gli occhi e guardandolo con un sorriso.  “no che non lo so” mentì Taylor, mettendosi più vicino a lei… ma i suoi occhi ridenti tradivano l’innocente bugia.  Dato che lui aveva smesso di accarezzarla, iniziò lei a coccolarlo passando le mani sui suoi morbidi capelli neri “allora… devi sapere che, proprio un anno fa, un bel ragazzo alto e con dei magnifici occhi azzurri ha parcheggiato la sua moto sotto casa mia. Poi ha bussato alla porta, io l’ho fatto entrare, mi ha sorriso, me ne sono innamorata e da quel giorno non l’ho più lasciato”. “sorriso killer!” commentò “devi sapere che anch’io, proprio un anno fa, ho parcheggiato la mia moto davanti alla casa di una bella ragazza con dei magnifici occhi verdi. Poi ho bussato alla porta, lei mi ha fatto entrare, mi ha sorriso, me ne sono innamorato e da quel giorno non l’ho più lasciata”. “e chi è questa bella ragazza? La conosco?” chiese lei, guardandolo negli occhi e sorridendo. “forse. E tu dimmi, chi è quel bel ragazzo? Lo conosco?” chiese lui, guardandola negli occhi e sorridendo. “forse. In questo momento mi sta sorridendo proprio come ha fatto quella sera… ed io lo sto guardando come ho fatto quella sera… e ora aspetto che mi baci come ha fatto quella sera”. Allora il ragazzo la prese in braccio e, tutti e due nudi, andarono nella piscina del giardino sul retro. “io la mia ragazza l’ho baciata qui…” e si immerse in acqua. Lei si aggrappò a lui e si fece trasportare nell’acqua luccicante sotto il sole del mattino. “… e l’ho baciata così…” e arrivati a metà piscina, si baciarono per un lungo, lunghissimo minuto. Tutti e 2 provarono le stesse sensazioni, gli stessi odori e sapori che avevano sentito un anno prima… e le loro menti li catapultarono indietro nel tempo, proprio quella sera di agosto di un anno prima.

Taylor le aveva appena risposto al suo sms dicendo che sarebbe arrivato a casa sua tra un’ora. Il ragazzo non poteva neanche immaginare l’agitazione in cui lei si era trovata appena letto il messaggio… la casa era piuttosto in disordine, lei era in tuta e maglietta, e si aspettava che quel magnifico ragazzo la vedesse in quelle condizioni? Come una furia, sistemò alla buona la cucina e il salotto, poi corse di sopra a farsi una doccia veloce. Ancora mezza bagnata, raggiunse la sua camera da letto e spalancò l’armadio in cerca di un vestito carino. “questo andrà bene, dai!” si disse, tirando fuori un vestitino magenta e arancione con la cintura. Lo buttò sul letto, corse di sotto e raggiunse la scarpiera; prese il primo paio di tacchi che le capitò tra le mani. Guardò l’orologio: mancavano solo 20 minuti! Ritornò di sopra, si asciugò meglio, infilò il vestito e si sedette davanti allo specchio.  Si guardò e farfugliò “no, non va bene così! Non va bene”, aprendo i cassetti della specchiera alla ricerca di fondotinta e rossetto. Si truccò velocemente, si diede una controllata e passò gli ultimi 5 minuti rimasti a buttare decine di parrucche per aria, cercandone una decente.

Gaga aveva appena risposto al suo sms dicendo “allora ti aspetto fra un’ora!”. La ragazza non poteva neanche immaginare l’agitazione in cui lui si era trovato appena letto il messaggio… era un appuntamento vero e proprio, e lui era ancora fidanzato con un’altra! Ma per fortuna la sua ragazza era dall’altra parte degli Stati Uniti, non aveva motivo di preoccuparsi, e cercò di dimenticarla. Però era agitato lo stesso, era il suo primo appuntamento con una ragazza dopo tanto tempo, e si era dimenticato che lo rendevano molto nervoso. “cosa faccio? Cosa faccio?” farfugliava tra sé, correndo su e giù per le scale più inquieto che mai. Corse a farsi una doccia. Ancora mezzo bagnato, raggiunse la sua camera da letto e spalancò l’armadio alla in cerca di qualcosa di elegante da mettersi. Sbuffando indeciso, tirò fuori un paio di jeans e una t-shirt dal cassetto. “ma sì, andrà poi bene” si disse. Si asciugò meglio, s’infilò pantaloni e maglietta e ritornò al piano di sotto e allacciò un paio di scarpe da ginnastica. Andò all’ingresso, tirò giù la giacca e il casco dall’attaccapanni e si diede un’ultima occhiata allo specchio rotondo vicino alla porta. Allacciò la giacca e usci.

Gaga sentì il rombo di una moto avvicinarsi a casa sua, mentre era ancora davanti allo specchio a sistemarsi la parrucca. “oddio!” esclamò, guardando fuori dalla finestra e vedendo che la moto era proprio fuori dal cancello. Afferrano le scarpe e correndo al piano di sotto. Se le infilò mentre si avvicinava alla porta, schiacciò il pulsante per aprire il cancello elettrico e aspettò che qualcuno bussasse, col cuore a mille.

Taylor vide le luci accese della casa della ragazza e l’agitazione, che era svanita leggermente durante il viaggio, ritornò. Si fermò davanti al cancello chiuso e tentennò: doveva suonare il campanello? All’improvviso il cancello iniziò ad aprirsi da solo e il cuore gli balzò nel petto “oddio, mi ha visto!” esclamò, e dopo un attimo entrò nel vialetto. Il cancello si richiuse dietro di lui. Parcheggiò la moto poco lontano dalla porta d’ingresso e si tolse il casco. Lentamente si avvicinò alla porta, col cuore a mille.

Sentì battere alla porta e sobbalzò. “E’ qui, è qui!” si disse, emozionata. Aprì la porta e si ritrovò davanti quel bellissimo ragazzo dai magnifici occhi azzurri.

Bussò alla porta. Emozionatissimo, aspettò che lei aprisse. La porta si aprì e si ritrovò davanti quella bellissima ragazza dai magnifici occhi verdi.

ciao” disse Taylor, sorridendole. Gaga si sentì travolgere da una miriade di emozioni e a sua volta sorrise, rispondendo al saluto quasi impercettibilmente. “ehm… entra pure!” esclamò lei, facendoli il gesto di entrare. Il ragazzo entrò e lei chiuse la porta. “ti ringrazio per essere venuto! Ehm… vieni pure! Ti offro qualcosa? Vuoi un whiskey, vodka, altro…?” balbettò, cercando di non incontrare il suo sguardo. Non voleva che la vedesse così agitata. “ehm… magari whiskey, grazie! Sei molto gentile” disse lui, avvicinandosi. Lei allora lo accompagnò in salotto e lo fece sedere sul divano. “togliti pure la giacca, fa come se fossi a casa tua! Arrivo subito!” e andò in cucina a prendere i bicchieri. Arrivata davanti alla credenza, respirò profondamente per calmarsi. “calmati, calmati” si disse, aprendo lo sportello e tirando fuori due bicchieri. Intanto Taylor sul divano si tolse la giacca, la appoggiò vicino a sé e si guardò in giro, cercando di calmarsi. La ragazza all’improvviso rientrò in salotto con i bicchieri. “eccomi! Che whiskey vuoi? Tullamore? Jack Daniels? Talisker?” chiese, aprendo l’armadietto dei liquori. “quello che vuoi tu” rispose sorridendo. Allora la ragazza tirò fuori una bottiglia di Jack Daniels e riempì i bicchieri, poi si sedette sul divano vicino a Taylor e gli passò il bicchiere.

I due passarono la loro prima serata insieme a parlare del più e del meno come amici da una vita, e piano piano l’alcool li rilassò. Un’ora e una bottiglia di whiskey dopo, i due si ritrovarono nel giardino sul retro, sdraiati vicino alla piscina e accarezzati dal leggero venticello. Era agosto, faceva caldo, così lei propose “ehi vuoi farti un bagno con me? Fa troppo caldo”. Il ragazzo accettò e lei si tolse le scarpe e il vestito e si buttò nella piscina, in mutande e reggiseno. Anche lui si spogliò e scese nell’acqua. Lei guardò eccitata il corpo muscoloso di Taylor, e sentì un desiderio inarrestabile di toccarlo, stringerlo e baciarlo. Voleva sentirlo, voleva averlo. Doveva averlo. Iniziò a inseguirlo per la piscina, e lui scappò, ridendo come un pazzo. All’improvviso però si fermò, si girò verso di lei,  la afferrò e la prese in braccio, stringendola a sé. Lei rise, chiedendo “ma cosa fai? Ti dovevo prendere io” mentre il cuore le batteva all’impazzata. I due si guardarono negli occhi per qualche secondo e, insieme, attratti da una forza irrefrenabile, si baciarono.

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Capitolo 12
*** Stamp of his Mermaid, Stamp of her Sailor ***


Alla luce mattutina che penetrava tra le tende alla finestra, Taylor fece girare gli orecchini che aveva preso delicatamente tra le dita e li guardò, mentre un raggio di sole passava attraverso le pietre che li decoravano e veniva rifratto dalle sfaccettature.  Adorava, quasi ogni mattina, fare sorprese alla sua bella addormentata, facendole trovare qualche gioiellino addosso ogni volta al risveglio. Così era ancora più splendente… e poi lei andava pazza per i gioielli – come ogni ragazza, d’altronde – e a lui piaceva così tanto vederla impazzire di felicità, proprio come una bambina, davanti a ogni suoi regalino luccicante! Si rigirò nel letto, a destra, e guardò la sua piccola mentre dormiva tranquillamente a pancia insù, con i capelli sparsi dappertutto, un braccio sulla testa e uno giù dal letto, con addosso la sua maglietta grigia… grande il doppio di lei. Ridacchiò e delicatamente le infilò gli orecchini nei lobi; l’aveva fatto tante volte senza problemi, ma aveva sempre paura che lei si svegliasse proprio sul più bello… E infatti, mentre le stava mettendo il primo orecchino, lei iniziò a muoversi e aprì gli occhi, ritrovandoselo davanti. Sbadigliò e si stiracchiò, mormorando “buongiorno tesoro”. “Ma noooo, non dovevi svegliarti!” rise lui “ti dovevo fare una sorpresa”. “ahahah, oddio, scusami!” esclamò lei, e si rimise nella stessa posizione in cui stava dormendo, e chiuse gli occhi “ok, ora sto dormendo. Vai con la sorpresa”. E mentre Taylor le rimetteva gli orecchini, lei iniziò a ridere cercando di immaginare che cosa stesse facendo. “non ridere nessuno ride mentre dorme” la avvisò, sorridendo. Lei rise ancora poi disse “va bene, ora sto zitta” e cercò di non ridere più. Il ragazzo controllò che gli orecchini fossero agganciati e poi, come faceva ogni volta, le sussurrò all’orecchio “bella addormentata, sveglia!” e la baciò delicatamente. La bella addormentata fece finta di svegliarsi e, come faceva ogni volta, lo salutò con “buongiorno, mio principe azzurro” e un bacio. Però ormai era completamente sveglia e la scena non era venuta bene come sarebbe dovuta andare. Gaga si toccò gli orecchini e cercò di capire com’erano fatti. Erano grandi, con una pietra… “sono una chiave di violino e una nota musicale, per la mia bellissima musa” le svelò il ragazzo, sorridendole. “aaaaw, che bello! Ora vado a vedermi! Grazie tesoro” esclamò tutta eccitata, e lo baciò di nuovo, poi si alzò per andare a specchiarsi in bagno. Scostò i capelli e guardò gli orecchini: erano proprio bellissimi, tutti decorati finemente, d’argento con una pietra trasparente. “sono bellissimi, grazie ancora!” gli disse, tornando in camera e saltando sul letto vicino a lui “ma anch’io oggi ti farò una sorpresa, per ripagarti” e fece l’occhiolino. “ma non ce n’è bisogno, piccola!” rispose lui, abbracciandola. “sì invece. Vedrai!”. 

Dopo pranzo, Gaga portò Taylor a fare una passeggiata per le vie di Amsterdam. Mano nella mano, i due andarono a spasso per la bellissima città, parlando tra di loro come due fidanzatini adolescenti. “ma allora, la sorpresa?” chiese lui, mentre camminavano in una stradina piena di caffè. “aspetta ancora un po’…” gli disse lei, e gli rubò il cappellino e se lo mise in testa ridacchiando. Poco lontano si fermarono e lei gli chiese di farle una foto. Il ragazzo prese la sua fotocamera e lei si mise in posa, e lui scattò. fatta? chiese lei. “sì!” rispose lui, andando verso di lei e facendole vedere lo scatto, e la ragazza si mise a ridere per la posa alquanto bizzarra in cui si era messa. “oddio che stupida che sembro” rise “vai lì, ne faccio una anche a te”.
 
Dopo aver scattato qualche foto, un’auto venne a prenderli per portarli al luogo dove sarebbe avvenuta ‘ la sorpresa ‘. Si fermò davanti a un negozio di tatuaggi, e lì subito il ragazzo intuì tutto. “no, non dirmi che ti fai un tatuaggio…”. “sì, esatto!” sorrise lei, mentre l’auto si fermava “e sarà tutto dedicato a te. Sorpresa!” e lo baciò sulla guancia. “noo, non devi!” esclamò lui, meravigliato. “sì invece, te lo meriti più di ogni altro, T!” rispose lei. “allora me ne farò uno anch’io” propose allora il ragazzo. Gaga s’illuminò e tirò fuori la collana da sotto la maglietta; era una catenina d’oro, regalo di Taylor, con appesi due pendenti che rappresentavano loro due: una valigia con delle pietre simboleggiava lei (la “sirena” sempre i
n viaggio alla ricerca di un marinaio da ammaliare) e un’ancora dorata simboleggiava lui (il suo “marinaio”, che riusciva a farla fermare ogni tanto… come un’ancora). “Ti ricordi quando mi hai detto ‘l’ancora sono io, la valigia sei tu’?” sorrise, mostrandogli i ciondoli “ecco, io mi tatuerò l’ancora. Tu puoi fare la valigia”. Il ragazzo rimase meravigliato dalla sua scelta, e decise di tatuarsi la valigia. Entrarono nel negozio e Gaga si fece tatuare un’ancora sul costato, il “marchio della sua sirena, che era anche una T rovesciata; Taylor invece la valigia decorata, sulla mano (il "marchio del suo marinaio")

Dopo continuarono in giro per la città e il ragazzo era ancora stupito dell’idea del tatuaggio che non sapeva proprio come commentare. “È un mio regalo per te, per ripagarti di tutte le cose belle che mi hai fatto, e ora che ce ne hai uno anche tu, ci lega ancora di più. Sei un tesoro, ti amo” disse lei sorridendo e cercò di baciarlo ma, nonostante indossasse dei tacchi molto alti, riuscì solo a raggiungere la guancia. “io di più, piccola” disse lui ridendo, sollevandola e baciandola sulla bocca. Lei lo abbracciò e continuarono la passeggiata. 

Dopo aver sostato in un caffè e aver curiosato in un teatro, i due si fermarono davanti a un muro pieno di graffiti e scritte. C’era una coppia di fidanzati, proprio come loro, che stavano scrivendo sul muro i loro nomi con un pennarello, tra le tante dediche e cuori sparsi. “Dai, scriviamo anche noi!” propose Gaga, tirando Taylor per il braccio. Andò dai due ragazzi e chiese loro se potevano prestargli il pennarello per scrivere, e i due accettarono. “allora, cosa scriviamo?” chiese il ragazzo, appena trovato uno spazio libero sul muro. “mmh… fammi pensare…” mormorò lei, poi s’illuminò e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. Lui sorrise e annuì, e così lei scrisse KISSES FROM MERMAID & TAYLOR (al posto di Sailor, marinaio :D). Fece un piccolo autografo con un cuoricino, poi gli passò il pennarello e altrettanto fece lui. Diedero il pennarello indietro alla coppia di ragazzi, poi lui la prese a cavalluccio e si allontanarono di nuovo, ridendo.



scusate se ho cancellato la storia ieri, ma subito dopo averla pubblicata ho scoperto che anche Taylor si era fatto un tatuaggio... e nella storia non c'era, quindi ho dovuto cambiare qualche parte. Tuttoggi il mondo ignora cosa si sia tatuato, ma data che forse Gaga per il tatuaggio si è ispirata all'ancora della sua collana coi ciondoli, in molti pensiamo che il nostro Tay abbia scelto la valigia. aaaaaaaw che dolci *W* SPOSATEVI ORA.

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Capitolo 13
*** ... and you are mine ... ***


dove sono i biscotti?” chiese Taylor, aprendo la credenza della cucina. “li ho finiti io stamattina, mi dispiace” sorrise Gaga, seduta al tavolo davanti al portatile. “uffa, io ho fame…” si lamentò lui, continuando a cercare qualcosa da mangiare. “ma tu hai sempre fame, T!” rise lei, alzandosi e andandogli vicino. Guardò l’orologio. “sono le sei e mezzo… beh dai, prendiamo una pizza?” propose, abbracciandolo dal dietro con un sorriso. “vada per la pizza!” ricambiò il sorriso e l’abbraccio, e la ragazza prese il cellulare sul tavolo e chiamò Pizza Domino. “sì, una alle verdure e… T, come la vuoi la pizza?” chiese, girandosi verso di lui. “fai… ai funghi!” rispose lui, mentre si sedeva al tavolo davanti al computer. “e una ai funghi, grazie. Arrivederci” riattaccò e tornò al tavolo. “arrivano fra 20 minuti… che fai?” si sedette vicino a lui. “guardavo cosa stavi facendo al computer… hai scritto della puntata” disse Taylor, indicando lo schermo su cui appariva la pagina twitter di Gaga. “sì! Scriverò qualcosa anche stasera… la guardiamo insieme?” propose, accarezzandogli il braccio. “certo!” rispose lui “il divano ci aspetta!”.

Un quarto d’ora dopo suonarono alla porta. Taylor andò ad aprire. Tornò poco dopo in cucina con i cartoni della pizza. “sono bollenti!” esclamò, appoggiandoli sul tavolo. “che profumino!” commentò la ragazza. Andò alla credenza e la aprì; “prendo i piatti o la mangiamo così?” chiese, e girandosi vide che il ragazzo aveva già aperto la sua pizza e la stava affettando con le mani. Rise e prese solo un tagliapizza dal cassetto. “vacci piano, però” lo avvertì scherzosamente, sedendosi davanti a lui e aprendo con calma il cartone. “ho fame” mugugnò lui, masticando un’enorme fetta ricoperta di mozzarella filante. “vedo” sorrise lei, e iniziò a tagliare la sua pizza. Prese il telecomando che aveva accanto e si girò verso la tv e la accese. Si mise la fetta in bocca e intanto che la mangiava fece zapping, cercando qualcosa di interessante. Capitò su un canale di cartoni animati, c’erano i Pinguini di Madagascar. “mm, lascia su qui, adoro i pinguini!” esclamò Taylor, mangiando un intero quarto di pizza. Allora Gaga appoggiò il telecomando sul tavolo e si sedette vicino a lui, e insieme mangiarono e risero, guardando il povero Mortino scagliato da re Julien nell’habitat dei gorilla solo perché gli aveva toccato i piedi.

Verso le 8 e mezza, dopo aver passato 2 ore a guardare i cartoni animati, Gaga si alzò dal divano. “vado a mettermi in pigiama e arrivo!” disse a Taylor, che stava guardando i Fantagenitori. Il ragazzo annuì e la lasciò andare di sopra; poi, senza farsi vedere, la seguì. Dal pianerottolo, la vide entrare in bagno; salì le scale e si appostò davanti alla porta, aspettando che uscisse. La sentì aprire e chiudere l’acqua, poi l’impercettibile fruscio degli abiti. La immaginava mentre si toglieva i pantaloni e la t-shirt, sbuffando e gettandoli sulla lavatrice, come faceva sempre. La vide slacciarsi il reggiseno e infilare il top rosa che usava come pigiama, poi la tuta grigia… all’improvviso sentì un colpo, un “ma cazzo!” e ridacchiò: aveva di nuovo sbattuto contro il lavandino. Eccola… sapeva che, appena messo il pigiama, si guardava allo specchio e si sistemava i capelli, controllava che fosse a posto… e poi usciva. “BUUU!” urlò il ragazzo, appena lei aprì la porta. “cretino!” gridò lei, picchiandolo sul braccio “mi hai fatto prendere un colpo!”. Però poi si mise a ridere e lo stesso fece lui. “sei fuori!” commentò la ragazza, appoggiando la testa sul suo petto. “era da questo pomeriggio che pensavo di farti questo scherzetto, sai?” disse lui “semplice ma… è venuto bene”. “anche troppo” disse lei, ridendo “scendiamo?”. “ora mi metto io in pigiama, arrivo subito” disse Taylor “tu aspettami”. “va bene” disse lei, e tornò in salotto.

Gaga sentì i passi del ragazzo scendere le scale, e poco dopo comparve sulla porta in tuta, canottiera e a piedi nudi. “non senti freddo ai piedi?” chiese, mentre gli faceva posto sul divano. “ma no… al massimo me li scaldi tu” sorrise lui, sedendosi. La ragazza spostò il portatile che aveva sulle ginocchia sul tavolino accanto al divano e si accoccolò vicino a Taylor, che la abbracciò. Rimasero così per qualche minuto, guardando la tv, poi lei disse “che ore sono? Non sta per iniziare Chicago Fire?”. Si allungò verso il pc e guardò l’ora: 8,55. “mancano 5 minuti! Metti sulla NBC”. Taylor cambiò canale, e Gaga chiude la scheda di littlemonsters.com e riaprì twitter, poi tornò a sedersi. “cosa succede in questa puntata?” chiese, curiosa. “non posso dirtelo… ma comunque sarà un po’ triste” disse lui. “ah…”. All’improvviso partì la pubblicità di Chicago Fire e guardò ammirata il suo bell’uomo in veste di pompiere. Così coraggioso, dal sangue freddo, pronto a salvarti… recitava benissimo la sua parte, ma sapeva che lo era anche nella realtà. Le sarebbe piaciuto essere salvata da lui.

La puntata cominciò. All’inizio subito sorrise quando vide Kelly Severide, in personaggio interpretato da Taylor, abbracciare teneramente i bambini di Heather, la moglie del suo collega Andy Darden morto in un salvataggio. Poche scene dopo, però, una ragazza che non c’era nella prima puntata, la nuova segretaria di nome Nikki, scoccò uno sguardo un po’ troppo confidenziale a Kelly… Ma il tutto venne smorzato dalla sirena che richiamava la squadra all’azione: un uomo era caduto in un buco in un incidente sul lavoro, ed era rimasto intrappolato. Kelly cercò di aiutarlo, ma l’uomo non voleva farsi amputare la gamba bloccata sotto un sasso, così prima di morire gli disse di fargli un ultimo favore e chiamare qualcuno per lui; Severide purtroppo non riuscì a salvarlo, e tornò alla caserma totalmente addolorato. Non ebbe il coraggio di chiamare la persona dell’uomo che era appena morto gli aveva detto, e inoltre l’uomo continuava ad iniettarsi antidolorifici.

Che ansia” commentò, stringendosi a lui come se stessero guardando un film dell’orrore “ma finisce bene, poi?”. “sì, tranquilla” la calmò il ragazzo, sorridendo.

In seguito, la squadra dava l’annuale barbecue dei pompieri. E Nikki continuava a guardare Kelly in un modo troppo strano… quel sorrisino…

Taylor la notò e le chiese “cosa c'è?” ridacchiando. Gaga borbottò qualcosa e tornò a guardare la scena.

Heather, la moglie di Darden, continuava a incolpare Severide della morte del marito. Appena Heather se ne andò, riecco quella Nikki. “da quanto sei un pompiere?” gli chiese. “dal giorno in cui sono nato” rispose Kelly, e le passò una birra. Scena seguente: la ricciolina bussa alla porta di casa di Kelly, dandogli la giacca che aveva dimenticato al barbecue. E… lo bacia.

Sgranò gli occhi, scioccata, e Taylor rise divertito guardando la sua espressione adirata. “ma non me l’avevi detto!” esclamò lei. “su, non fare la gelosa! Dai, che per questa puntata quella brutta Nikki non ci sarà più” disse lui, abbracciandola. “sarà meglio” brontolò la ragazza, prendendo il portatile e scrivendo un piccolo sfogo su twitter.

Poco più tardi, la squadra di salvataggio deve liberare due ragazze intrappolate in un’auto, su cui stanno cadendo pezzi di un ponteggio appesi all’edifico sovrastante. Una ragazza è ancora viva e viene portata in ospedale, ma purtroppo l’altra è già morta e il tenente Casey non riesce a salvarla.
Alla fine della puntata, Kelly riesce finalmente a chiamare Georgie, la moglie dell’uomo morto nell’incidente, e va a casa sua. Le mostra un video, filmato poco prima della morte di suo marito, dove l’uomo le ricorda tutto il suo amore per lei, i loro sogni che non è riuscito a realizzare… e poi dice “so cosa stai pensando di Kelly. È esattamente il figlio che avevamo pensato per noi. E se non fosse stato per lui, non avrei avuto quest’opportunità di dirti addio. Oh, amore mio. Ti ricordi di come ti avevo fatto promettere che mi avresti lasciato morire prima di te? Beh, grazie, amore mio. Perché non potrei vivere un altro giorno in questo mondo senza di te”. La donna abbracciò Kelly e i due piansero.


Finita la puntata, Gaga si commosse. “Bellissima. Per fortuna è finita bene… speriamo che Kelly faccia contenta quella povera donna”. “Lo vedrai nelle prossime puntate, non preoccuparti” le disse Taylor “ehi, sei ancora gelosa di Nikki?”. “Beh, è ovvio” rise lei “Kelly non si tocca! E’ mio!” e lo afferrò per il braccio. “e tu sei mia!” disse Taylor, prendendola per la vita e tirandola a sé. I due, faccia a faccia, si guardarono negli occhi e, sorridendo, si baciarono.
 

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Capitolo 14
*** good morning, princess! ***


La suoneria del cellulare ruppe il silenzio mattutino. Lo schermo s’illuminò e il telefono iniziò a vibrare sul comodino, e il rumore interruppe il sogno di Gaga, che si svegliò. Per un attimo non riuscì a capire cosa fosse quel suono, poi si accorse che era il telefono e allungò il braccio verso il comodino per prenderlo. Strizzò gli occhi annebbiati e guardò lo schermo: “T – accetta/rifiuta”. Sorrise e sfiorò la cornetta verde, mise in vivavoce e appoggiò il cellulare sul cuscino, vicino a sé, e chiuse gli occhi. “pronto” disse, avvicinando la testa al telefono. “buongiorno, piccola” e la voce che più adorava le entrò nelle orecchie, quel tono così tenero e profondo allo stesso tempo “ti ho svegliato?”. “adoro quanto mi svegli tu” sorrise, sentendo la sua voce così chiara, come se lui fosse lì nel letto con lei. “allora… come sta la mia bellissima principessa? Come va laggiù?” chiese Taylor. Lei ridacchiò deliziata, come sempre quando la chiamava principessa “va tutto bene, dai, ma fa un caldo… non dirmi che a Chicago fa freddo”. “sì, fa un freddo cane. Mi sto congelando” rise lui. “vieni qua da me” sorrise lei, aprendo gli occhi e fissando il telefono come se riuscisse a vederlo attraverso lo schermo. “non posso, tesoro, sennò sarei venuto subito” rispose lui, rigirandosi nel letto. Anche lui l’aveva messa in vivavoce e aveva appoggiato il telefono sul cuscino. Anche lui fissò lo schermo del cellulare come se riuscisse a vederla. “quanto puoi venire?” chiese Gaga, quasi impaziente “dai, sono quasi 2 mesi che non ti vedo…”. Lui sospirò, poi disse “appena ho un momento libero vengo subito, non ti preoccupare… fosse per me, sarei già su un aereo in questo momento.”. ci fu un momento di silenzio, in cui l’uno sentiva solo i sospiri dell’altro gracchiare attraverso il telefono. “manca poco, dai, poi abbiamo il Natale tutto per noi” sorrise Taylor, rannicchiandosi sotto le coperte. Lei s’illuminò al pensiero e fissò il soffitto della stanza, ricordando il giorno di Natale dell’anno prima, a New York. Solo lei e lui, sdraiati sul divano davanti alla tv, sotto le coperte, mentre fuori faceva freddo… e il magnifico pranzo che avevano preparato insieme, e poi i regali… lui aveva nascosto tanti piccoli regali dappertutto per la casa e lei si era così divertita a trovarli tutti!

“bene, ne mancano ancora tre!” disse Taylor, appoggiando la scatoletta con dentro un piccolo peluche sul tavolo della cucina, su cui c’erano tutte le altre scatole con i regali. “tre??? Ma ho cercato dappertutto!” sbuffò Gaga, ritornando in salotto “ma dove diavolo li hai messi?”. “se te lo dico, non è più una sorpresa! Su, dai, cerca bene…” rise lui.  Lei si guardò attorno, in alto e in basso; sotto l’albero di natale aveva già controllato, anche sotto ai cuscini del divano e dentro i cassetti dei comodini. Si girò verso di lui e chiese “un indizio, dai! Sono qui o di sopra?”. “uno è qui, gli altri di sopra” le disse il ragazzo. Lei sbuffò di nuovo e, spostando i capelli che le erano caduti sul viso, ricominciò a cercare dappertutto. Taylor la guardava dalla porta della cucina, sorridendo; la sua ragazza si stava divertendo come una bambina, e lui adorava farla felice. Bastava anche un giochino come questo. Si stava divertendo da matti, anche se non lo dava a vedere e sbuffava impaziente ogni volta che non riusciva a trovare l’ennesimo regalo. Lì, davanti al caminetto, la sua piccola figura avvolta da un enorme golfino grigio, i pantaloni del pigiama e le calze di lana… sembrava proprio una bambina eccitata che non vedeva l’ora di aprire i suoi regali di Natale. La ragazza s’inginocchiò vicino al mobile della tv e guardò su tutti i ripiani, dietro all’apparecchio, spostando i telecomandi… ma non c’era niente. “uffa! Ma sei sicuro che è qui?” esclamò, rialzandosi in piedi. “fidati! Ci sei vicinissima, guarda bene!” disse lui, avvicinandosi. “ma dove?” chiese lei, guardandosi intorno. All’improvviso, vide qualcosa di rosa tra le riviste impilate sotto il tavolino del salotto. Si chinò per guardare e tirò fuori un’altra scatoletta. “SIIII! L’HO TROVATA!!!” esclamò, euforica. Taylor la abbracciò ridendo e disse “e brava la mia piccola! Aprilo”. Gaga iniziò a sfilare il nastrino rosa della scatola e chiese “che cos’è?”. “le solite cose… che ti piacciono sempre” sorrise lui, guardandola mentre apriva l’astuccio. Alzò il coperchio ed ecco comparire un braccialetto pieno di ciondoli brillanti. “dopo tutte quelle collane e quegli orecchini, mancava un braccialetto!” disse il ragazzo. “ooh T, mi stai sommergendo di gioielli, non sono mica una principessa! È magnifico, grazie!” esclamò lei, baciandolo sulla guancia e guardando attentamente tutti i pendenti ricoperti di cristalli e pietruzze colorate. “ma tu sei la mia principessa, ti meriti questo e altro” e ricambiò il bacio.

Sospirò felice, guardando il braccialetto di pendenti che aveva al polso, facendolo scintillare alla luce che entrava dalla finestra. “non vedo l’ora che arrivi Natale” disse, rigirandosi verso il cellulare. “ti riempirò di sorprese anche questa volta!” sorrise Taylor, sistemandosi nel letto “a proposito… quando ti alzi, guarda fuori dalla porta. Dev’esserci qualcosa per te”. “oddio, ancora? Ma che cosa?” esclamò lei, stupita, alzandosi a sedere sul cuscino e prendendo in mano il telefono. “le solite cose, che ti piacciono sempre” disse lui, poi sbadigliò “mi dispiace, ora devo lasciarti, sto morendo di sonno, è l’una di notte… ci sentiamo questo pomeriggio! Buona giornata, amore!” e schioccò un bacio. “buona notte!” rise lei, baciando il microfono del telefono. Riattaccò. Appoggiò il cellulare sul comodino e scese dal letto, avviandosi verso la porta. Girò la chiave e la aprì, poi guardò di fuori. Ai suoi piedi c’era un magnifico mazzo di rose. Lo tirò su, e nella plastica che lo avvolgeva c’era il biglietto. Aprì la busta, sorridendo come sempre ogni volta che leggeva i suoi messaggi infilati tra le rose, e dentro c’era un cartoncino rosato con scritto “buongiorno, mia principessa”.


(scusate la sdolcinatezza del capitolo, ma dopo 2 mesi che non li vedo insieme non so più cosa fare, mi escono solo queste storie improntate di romanticismo puro... dai che manca poco alle vacanze di Natale, e li rivedremo *_*)

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Capitolo 15
*** she's still shining like lightning... ***


Il giorno di santo Stefano, dopo cena, Gaga stava chattando sulle littlemonster.com. era a casa di Taylor a Lancaster, aveva passato il natale con i suoi genitori. Era seduta sul divano davanti al computer mentre lui sistemava i piatti nella lavastoviglie. “dopo vieni con me? Voglio farti vedere una cosa” disse all’improvviso, mentre sistemava le tazze. “che cosa?” chiese lei, curiosa, alzando lo sguardo dal computer. “la mia sorpresa di Natale” rispose, chiudendo la lavastoviglie. Lei lo guardò con un’espressione talmente buffa che si mise a ridere. “vedrai, ti piacerà. Arrivo subito” disse, e uscì un attimo di casa. Gaga tornò al computer, battendo le mani tutta eccitata. Emozionata, scrisse in chat “Taylor mi porterà al mio regalo sorpresa di Natale. Non so cosa sia. Temo sia di fuori” e lo inviò. Poi si lascò andare sul divano, sospirando. Le aveva già fatto un mucchio di regali per Natale, il giorno prima, cos’altro mancava? Iniziò a fantasticare, senza curarsi dei messaggi in chat, e all’improvviso la porta si aprì e la fece sobbalzare, riportandola alla realtà. “eccomi. Sei pronta?” chiese Taylor, prendendo la sua giacca e due caschi dall’attaccapanni. “si si arrivo” disse lei, salutando brevemente in chat e spegnendo il computer. “mettiti la giacca che fa freddo” disse, passandole il giaccone e il casco. “dove andiamo?” chiese. “è una sorpresa, non te lo posso dire” sorrise il ragazzo “vieni”. Uscì e lei lo seguì. Fuori faceva abbastanza freddo, ed era già buio. davanti al cancello c’era la sua moto. Non aveva sentito che l’aveva spostata dal garage. Taylor aprì il cancello e poi salì sulla moto. “vieni”. “ma andiamo lontano?” chiese gaga, facendo dondolare il casco. “non ti preoccupare. Stai tranquilla. Vieni” disse lui, tendendo la mano per aiutarla a salire. La ragazza allora salì dietro sulla moto e si allacciò il casco, un po’ confusa, e si aggrappò a lui. Anche lui indossò il casco e accese il motore. “tieniti” disse, e la moto partì con un rombo. Uscirono dal vialetto e imboccarono la stradina a destra. Il vento freddo sbuffava contro i caschi, producendo uno strano rumore. Vicino a loro passavo le auto, veloci come un lampo. Nonostante il buio, le luci dei lampioni e delle case ai lati della strada illuminavano il loro percorso. Gaga appoggiò la testa sulla schiena di Taylor e chiuse gli occhi; non voleva più sapere dove stavano andando. Per un tempo indeterminato, sentì solo il rumore del vento e il motore della moto e delle auto vicine. Non aveva idea di quando spazio avevano percorso, dove fossero in quel momento, quanto tempo era passato. Ma all’improvviso si accorse che il rumore delle auto era scomparso, sentiva solo la moto. Stavano andando in salita. Aprì gli occhi e si guardò attorno: erano in alto, lontano dalla città. Vedeva le luci delle auto e delle case sotto di loro. Non c’era nessuno sulla strada. “quanto manca? Dove siamo?” chiese. “manca poco, tieniti forte” rispose lui. Accelerò per la salita, piena di curve. Era buio pesto, c’era solo la luce dei fari della moto. Anche il vento era quasi scomparso. Aveva un po’ paura perché non era mai stata in quella parte della città, non sapeva dove la stesse portando. Poco dopo la strada cambiò, diventando un sentiero alberato. Sollevando una nuvola di polvere, Taylor guidò fino ad arrivare davanti ad una vecchia casa, e lì si fermò. “siamo arrivati!” esclamò, abbassando il cavalletto. Gaga scese dalla moto e si tolse il casco. Lo appese al manubrio e si guardò attorno: c’era un prato che dava su uno strapiombo, alberi, un muretto, ma era buio e non si vedeva niente. Il ragazzo aprì il baule della moto e tirò fuori qualcosa. “vieni con me” disse. Le prese la mano e la accompagnò sotto a un albero in mezzo al prato. “ma dove siamo qui?” chiese lei, seguendolo. “fuori città. Siamo parecchio lontani. Sediamoci qui”. L’albero era vicino allo strapiombo. Sotto c’era la strada e poi la città, le luci, le auto, le case, i neon. Era magnifico. Erano così in alto che riuscivano a vedere le stelle nel buio totale. Taylor stese una coperta sotto l’albero, si sedette appoggiandosi al tronco e la strinse a sé. “allora, dov’è la sorpresa?” chiese lei. C’era un silenzio così assoluto, che aveva paura che l’avesse sentita l’intera Lancaster sotto di loro. “è qui, dopo la vedrai” sorrise “allora, ti piace questo posto?”. Faceva freddo, e gaga si accoccolò nelle sue braccia, appoggiando la testa alla sua spalla. Sentiva la sua barba pizzicarle la fronte, e il suo collo caldo. “mmh… è un po’ buio. E fa freddo” commentò. “e che ci posso fare?” ridacchiò Taylor. “eh… scaldami” disse lei, ridendo con la sua risata quasi infantile, acuta e contagiosa. Allora lui, unendosi alla sua risata, tirò un lato della coperta libera e con quello la avvolse. “va bene adesso? Posso continuare?”. “sì signore”. “allora… sai cos’è questo posto freddo e buio?” chiese il ragazzo, guardandola negli occhi alla debole luce della luna. “venivo sempre qui quando ero piccolo, a giocare. Qui una volta c’era un vigneto e a Natale appendevano le luci agli alberi e si vedevano da ogni parte della città. I proprietari me le hanno anche fatte accedere qualche volta. Adesso non lo fanno più”. Arrotolò una ciocca dei suoi capelli al dito. “perché?” chiese gaga. “con tutte le luci della città, non si sarebbe visto niente. Credo” rispose “ma qui è sempre più buio. Ti ricordo l’anno scorso?”. Lei alzò la testa, verso il suo viso, e lo guardò confusa. “guarda là” e indicò il cielo. C’era la stella verde. “aaah guardala la mia stella! C’è ancora!” esclamò lei, sedendosi dritta per vederla meglio “cavolo, era da un po’ che non la vedevo. Ma è sempre qui?”. “magari ci segue” rise lui. “te l’avevo detto che sei completamente pazzo?”. “è colpa tua. Prima ero un ragazzo normale. Tu fai impazzire tutti”. “ah!” esclamò lei, dandogli uno schiaffo sulla spalla “ma che stronzo” e ridendo si appoggiò di nuovo al suo petto. Guardò la stella che scintillava lontano, separata dalla luna e dalle altre stelle bianche. All’improvviso si ritrovò le mani di Taylor sugli occhi. “aaah!” urlò “ma… stavo guardando…”. “sta arrivando la sorpresa, non puoi guardare” disse lui “tieni gli occhi chiusi, che devo togliere le mani. Tienili chiusi!!”. Tolse le mani. Gaga allora si coprì gli occhi con le sue, emozionata. Sentì un rumore. “ora puoi guardare piano però” disse Taylor, sposando le mani. Lei aprì gli occhi lentamente, e fu quasi accecata dalla luce. Strizzando gli occhi, si guardò attorno: c’erano tubi luminosi dappertutto, sugli alberi, per terra, appesi allo strapiombo. Rimase a bocca aperta. Si girò verso dove avevano parcheggiato la moto, e c’erano luci che scendevano dal muretto, attorcigliate al cancello della casa. Tutto era illuminato, persino alcuni rami dell’albero sotto cui erano seduti. Era uno spettacolo magnifico. “ma… ma le vedono dalla città?” balbettò gaga, ancora stupita “le hanno messe solo per me?”. “le HO messe solo per te” sorrise lui. “sei pazzo. Pazzo. Pazzo” mormorò lei, continuando a guardarsi attorno. Poi all’improvviso lo abbracciò. “è colpa tua!” ripeté lui, ridendo. La baciò, mentre le luci lampeggiavano attorno a loro. Se qualcuno dalla città avesse guardato fuori dalla finestra, forse li avrebbe visti. “vieni, andiamo in quella casa che fa freddo” disse Taylor, prendendola per mano. “ma possiamo entrare?”. “ho le chiavi” rispose, tirando fuori un mazzo di chiavi dalla tasca dei pantaloni. Si avviarono verso la vecchia casa, portando la coperta. Scavalcarono il muretto ed entrarono nel giardino davanti. Taylor infilò la chiave nella vecchia porta di legno e la aprì. La spinse e scricchiolò. Sul muro dell’entrata c’erano degli interruttori, e accese la luce. “tranquilla, non ci sono i fantasmi” ridacchiò, facendola entrare. Gaga chiuse la porta dietro di sé e guardò l’interno: era una semplice dimora, con una piccola cucina con tavolo e fornelli, e un salotto con caminetto e divano, e le scale per il piano superiore. “ma ci abita qualcuno?” chiese, rimanendo sulla porta. “solo d’estate. D’inverno è vuota. Dai, vieni, non ci sono i mostri dietro la poltrona”. “non ho di certo paura dei mostri” rise lei, e lo seguì. Taylor entrò nel piccolo salotto a sinistra. C’era un caminetto, un vecchio divano, una poltrona e una sedia a dondolo. Vicino al camino c’era ancora della legna e dei giornali; li mise dentro e con un accendino gli diede fuoco. I giornali bruciarono subito, e insieme la legna. “fra poco ci sarà un bel calduccio” disse, rialzandosi. La ragazza era ancora sulla porta, stringendo la coperta. Con diffidenza entrò nel salotto, guardandosi attorno. “siediti” disse il ragazzo, prendendo la coperta e appoggiandola sul divano. “cos’è, hai paura?” rise. “no!” ribatté lei, rimanendo in piedi e ferma davanti a lui. “sì invece” e la prese in braccio. Si sedette sul divano e la fece accomodare sulle sue ginocchia. “non ci sono fantasmi, non ci sono mostri, non ci sono animali feroci… solo qualche ragnetto e qualche topolino che si nasconde” sussurrò, togliendole la giacca e buttandola sulla poltrona di fronte a loro. Gaga immediatamente mise i piedi sul divano, fissando il pavimento un po’ schifata. Piano piano la stanza si scaldò, mentre i due rimanevano sdraiati sul divano a guardare il fuoco. Dalla finestra coperta dalle tendine di pizzo, riuscivano a vedere i bagliori delle luci di fuori. Taylor le stava accarezzando la spalla, lasciata scoperta dal golfino grigio. La baciò leggermente e annusò il suo profumo. Lei chiuse gli occhi e appoggiò la testa al bracciolo del divano. C’era il silenzio assoluto, interrotto ogni tanto dal crepitio della legna nel camino. “dici che c’è qualcosa da bere qui?” chiese all’improvviso, rompendo il silenzio. Il ragazzo smise di baciarla e poi disse “mmh credo di sì. Vuoi che vada a vedere?”. “mmh-mmh” annuì lei, tenendo gli occhi chiusi e la testa appoggiata. Taylor si alzò, spostandola delicatamente dalle ginocchia. Gaga lo sentì andare in cucina, camminando sul pavimento di legno scricchiolante. Il ragazzo aprì la credenza sopra al vecchio fornello, ma non c’era niente. Aprì l’armadietto sottostante e gli sportelli, ma era tutto vuoto. Sbuffando, ritornò in salotto, dove c’era un armadio a vetri. Lo aprì, e dentro c’erano alcune bottiglie. “eccole qua!” esclamò “c’è whiskey, bourbon e… whiskey” disse, tirando fuori le bottiglie. “whiskey allora” sorrise lei, aprendo gli occhi e sedendosi sul divano. Le passò la bottiglia di whiskey mezza vuota e si sedette vicino a lei. Gaga guardò l’etichetta della bottiglia. “1987. È vecchiotto” commentò, e svitò il tappo: l’odore era pungente. “diamoci dentro” e ne bevve un sorso. Era talmente forse che la fece lacrimare. “dio!” esclamò, asciugandosi le lacrime. Taylor rise e prese la bottiglia. Ne bevve anche lui un sorso, e cominciò a tossire. “mmh… è buono però” disse, prendendo un respiro profondo. “ne ho bevuti di migliori” rise lei, e si appoggiò alla sua spalla. Bevvero tutta la bottiglia, e iniziò a fare ancora più caldo. Si tolsero le scarpe e il golfino, buttandosi sul pavimento. Le luci di fuori continuavano a lampeggiare.

“anch’io ho una sorpresa per te, sai?” disse lei all’improvviso, mentre gli stava accarezzando la testa. “mmh?” fece lui, guardandola negli occhi. “non è bella come la tua, ma… accontentati, sono solo una cantante” rispose, ed entrambi si misero a ridere. “è una canzone?”. Lei annuì. Sdraiata sotto di lui, si tirò un po’ su appoggiando la schiena al bracciolo del divano. Iniziò a cantare, con gli occhi chiusi. La sua voce profonda riempì la stanza, cantando di un ragazzo… e di lei. E dell’amore. Taylor la ascoltava attentamente. Era una canzone totalmente diversa dalle sue solite. Non l’aveva mai sentita cantare così dolcemente. “e ovviamente sto parlando di teee…” canticchiò alla fine, ridendo. Poi la canzone cambiò, era più “dura”. Appena sentì parlare di sesso, lui esclamò “hey! Ma cosa c’entra?”. Lei non gli rispose e continuò a cantare, ma appena la canzone diventò più esplicita, si mise a ridere e non riusciva a smettere. Anche lui rise, appoggiandosi al suo seno. “c’è una ragazza sotto di te” canticchiò lei tra le risate, completamente ubriaca. “la vedo, la vedo” rise lui, iniziando a baciarla sul collo. Lei infilò la mano sotto la sua maglietta e cercò si sfilargliela, gli accarezzò la schiena muscolosa. La tolse, e lui fece lo stesso con la sua canottiera, poi le slacciò il reggiseno. Lanciarono tutto sul pavimento. Iniziò a baciarla, dal collo fino all’ombelico, poi la prese in braccio e la portò sul tappeto davanti al caminetto, e s’inginocchiò sopra di lei. Gaga si tenne i capelli per non farli andare vicino al fuoco e poi appoggiò la testa sul vecchio tappeto polveroso. Talor la baciò, la schiena illuminata dalle luci intermittenti che entravano dalla finestra. Le tolse le mutande e lei si aggrappò alla sua schiena con le gambe. L’ubriachezza rendeva il fuoco più caldo e le luci più forti e, quasi storditi, fecero l’amore davanti al camino.

Erano le 6 del mattino. L’orologio a pendolo al piano di sopra suonò, svegliando gaga dal sogno confuso che stava facendo. Aprì gli occhi: era buio, la luce del salotto era ancora accesa e il fuoco spento, c’erano solo alcuni tizzoni crepitanti. Era tutta sudata, ma aveva freddo; Taylor era sdraiato vicino a lei, e si accoccolò a lui per scaldarsi. Chiuse un attimo gli occhi. All’improvviso sentì un pizzicore al naso e li riaprì: davanti a lei c’era un topo che la stava annusando. Urlò spaventata, e si alzò in piedi; il topo scappò in un buco nel muro, più spaventato di lei. La ragazza ritrovò i vestiti per terra, insieme alle bottiglie di liquore, e si vestì. Sbadigliando, guardò fuori dalla finestra: le luci erano ancora accese, illuminando il cielo scuro. Guardò sorridendo il suo ragazzo che russava nel suo solito modo, nudo sul tappeto, e lo coprì con la coperta. Attizzò il fuoco, si sedette sul dondolo scricchiolante e rimase a guardarlo dormire. Era così carino, con i pugni chiusi come un bimbo, ma russava come un vecchietto. Il topo sbucò fuori dalla sua tana e, annusando l’aria, si avvicinò al whiskey. “vai via!” sussurrò lei, per non svegliare Taylor. Il topo la guardò. “vai via! Dai!” e si alzò dalla sedia. Il topolino scappò di nuovo. Ritornando a sedersi, vide la giacca del ragazzo sulla poltrona e la sistemò. Toccandola, sentì uno strano rumore e controllò le tasche: c’era un foglio. Lo tirò fuori e lo aprì per curiosità, e scoprì che era una lettera per lei. Probabilmente si era dimenticato di dargliela la sera prima. Si sedette sul dondolo e la lesse. “per la mia Stef. Prima di tutto, buon natale! Spero che la mia sorpresa ti sia piaciuta. Certamente accendere tante di quelle luci da dare quasi fuoco a una vecchia vigna non è chissà che sorpresa, ma non mi bastava regalarti qualche gioiello. Ne hai già troppi, potresti aprire una gioielleria XD tu sei una ragazza che va stupita, che ha bisogno di novità… io voglio vederti  con gli occhi che brillano ogni giorno. Di certo un oggetto luccicante non basta. Volevo che luccicasse qualcosa di più grande, e spero che un pezzo di Lancaster sia bastato. Ma illuminerei l’intero mondo solo per vedere illuminarsi i tuoi occhi”. Gaga rimase senza parole. Lanciò un’occhiata a Taylor: dormiva ancora come un bimbo, russando così rumorosamente da spaventare i topi che volevano uscire dalla tana. Sorrise, sospirò e continuò a leggere. “ti preoccupi sempre di non riuscire a ricambiare i miei regali perché non sai mai cosa voglio… ma è perché ce l’ho già. Il mio regalo è la tua felicità. Il tuo sorriso è il regalo più bello del mondo. Ora la smetto di fare il solito innamorato sdolcinato. Buon Natale, tesoro. Continua a brillare come la tua stella. Ti amo”. Aveva le lacrime agli occhi. Appoggiò la lettera sulla poltrona e si alzò. S’inginocchiò vicino al ragazzo e gli diede un bacio. “tesoro…” sussurrò “hey…” e gli diede un altro bacio. “mmh” mugugnò lui. “ti amo tanto, lo sai?”. “mmh”. “mi senti?” gli sussurrò lei nell’orecchio. “mmh”. “hai capito cosa ho detto?” chiese, cercando di non ridere. “mmh” e sbadigliò “si… ‘ti amo tanto’, giusto?”. Lei rise e gli diede un altro bacio. “anch’io” disse lui, stiracchiandosi e aprendo gli occhi. Si guardò attorno, ancora un po’ addormentato. “che freddo!” esclamò, e si strinse nella coperta “che ore sono?”. “le sei e qualcosa…. Le luci di fuori sono ancora accese” sorrise lei, dandogli i vestiti. “oddio sarà meglio spegnerle!” esclamò, alzandosi in piedi. S’infilò le mutande e il golfino e, a piedi nudi, andò di fuori. Dietro la casa c’erano un contatore e le prese per la corrente, e staccò le prolunghe. Le luci si spensero, il sole stava sorgendo. Tornò dentro, correndo al caminetto per scaldare i piedi. “allora, ti è piaciuta la sorpresa?” chiese, mentre si metteva le calze “lo so che non è stato chissà che cosa, ma… la tua faccia quando hai visto le luci è stata indescrivibile”. “è stato magnifico. Sei pazzo, non so quante volte te lo devo ripetere…” disse, abbracciandolo “ma la lettera è stata la cosa più bella”. “l’hai letta?!” esclamò lui “ma no, volevo leggertela io! È così sdolcinata…”. “ma piantala! È il regalo più bello che abbia mai ricevuto. E non ti preoccupare, non c’è bisogno di illuminare il mondo intero per farmi felice. Basta portarmi in una vecchia casa piena di topi, e basta che tu sia con me per scacciarli… e non lasciare che mi mangino il naso mentre dormo!”. Taylor scoppiò a ridere “un topo ti ha mangiato il naso?”. “sì! Prima, stavo dormendo, ho aperto gli occhi e c’era quella bestiola davanti a me. Mi sono presa un colpo” rise lei “poi è ritornato. Mi sa che vuole il whiskey”. Il ragazzo allora si alzò, svitò il tappo della bottiglia vuota e lo riempì di bourbon, e lo lasciò fuori dal buco nel muro da dove era uscito il topo. “buon Natale” lo salutò “vedi, non c’erano né fantasmi né mostri. Solo topi alcolizzati. Andiamo a casa?”.

Spensero il fuoco, sistemarono le bottiglie e portarono in casa tutte le luci. Il sole era ormai sorto, e illuminava Lancaster che si stava svegliando. La stella verde, però, era ancora visibile. “secondo me ci segue” commentò gaga, tirando su i tubi luminosi dallo strapiombo “come a Bangkok”. Riportarono tutte le luci nella casetta, poi salutarono il topolino e chiusero tutto. Taylor rimise la coperta nel baule della moto, diede alla sua ragazza il casco e la aiutò a salire. Ripartirono verso la città, seguiti dalla stella verde che scompariva piano piano alla luce del sole.



se domani prendo 2 nell'interrogazione di storia, dite al mio prof che è colpa di questa fanfiction che mi ha rubato in totale 10 ore in 3 giorni, e non ho avuto il tempo di studiare. ma non me ne pento :P spero vi piaccia!! è un po' lunga rispetto alle precedenti ma oggi ero ispirata, ho scritto per 7 ore quasi ininterrottamente... e potevo anche continuarla! spero non sia troppo sdolcinata, ma... ho un animo romantico ;)

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