4 Real

di pluviophilia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Back To School, again. ***
Capitolo 2: *** Slythe...nclaw?! ***
Capitolo 3: *** You forget something. ***
Capitolo 4: *** Summer Rain. ***
Capitolo 5: *** Meetings. ***
Capitolo 6: *** The T̶r̶i̶wizard Tournament. ***
Capitolo 7: *** It's a nightmare, and I hope it'll finish soon. ***
Capitolo 8: *** Eavesdropping, love and fears. ***
Capitolo 9: *** The First Task. ***
Capitolo 10: *** The Golden Egg. ***
Capitolo 11: *** The Yule Ball is coming. ***
Capitolo 12: *** Lights, camera, dance! ***
Capitolo 13: *** It's... odd. ***



Capitolo 1
*** Back To School, again. ***


Alle Potterhead, alle Directioner, a Dalia (che continua a cambiare nickname su twitter) e alla mia futura signora Tomlinson.






-Joanne







Un casino. Ecco com'era Kings'cross il primo settembre. Un enorme immenso gigantesco casino. Babbani da tutte le parti, che si agitavano per ogni gufo che vedevano, manco fossero tigri siberiane. Bambinetti che si nascondevano quando passavi davanti a loro col carrello. Un bel respiro, il pensiero felice di non spiaccicarti sul muro come una frittella, e attraversi la barriera.
Eccolo, in tutto il suo putiferio, il binario 9 e 3/4.
Lasciai il grosso baule, dove erano incise le iniziali J.B. - inutile dire che fossi stata scambiata più volte per Justin Bieber - e raggiunsi il sesto vagone, cercando tra la folla, le dita strette sulla felpa troppo larga, che mi sarei tolta visto il caldo asfissiante di settembre, ma che si era rivelata necessaria per la pioggia di Wolverhampton quella mattina, quando svegliai Oliver con poca grazia per farmi accompagnare qui. Non gli erano bastate le cuscinate, ero dovuta ricorrere al bicchiere d’acqua ghiacciato in fronte per farlo uscire dalle coperte. E cosa avevo notato una volta riuscita in questa impresa impossibile? Che pioveva. Ma che bella idea far piovere il primo di Settembre, dopo settimane di afa. Proprio un bel diluvio, esattamente quello che ci voleva, visto che avevo chiuso a forza il baule con maglioni e sciarpe, e non avevo la minima voglia di riaprirlo. Spalancai le ante dell’armadio di mio fratello, cercai, scavai in profondità sotto alle magliette colorate e ai pantaloncini sintetici, ma tutto quello che trovai furono un maglione scucito e una felpa blu troppo grande per lui, figuriamoci per me. Ma aveva un cappuccio, ed io amo i cappucci, soprattutto quando piove. Così la indossai, cercando di non sembrare un sacco di patate tinto di blu scuro, e finii i preparativi. Colazione, "spegni la luce", prendi le chiavi, "ricorda la bacchetta", "mica sono così stupida", "Cazzo, il gufo!", risali le scale, apri la camera, prendi Queen, torna giù, richiudi la porta, corri in macchina, butta dentro il gufo, tuffati sul sedile posteriore, parti in quarta.
“Odissea Due, il ritorno.” Avrei potuto scriverci un libro.
E, come la musa ispiratrice colpisce ed ammalia i poeti, Steph mi colpii, con tutto il suo peso, sbattendo qua e là la tracolla di cuoio. Eccola, ora avevo anche l’ispirazione. Mi serviva solo una macchina da scrivere e sarebbe stato il nuovo libro del millennio.
"Jo!" Mi strinse in un abbraccio, uno di quelli veri, distogliendomi dai miei progetti.
"Steph, mannaggiammerlino, sono così contenta di vederti" appoggiai i palmi delle mani sulla sua schiena e la testa sulla sua spalla destra, chiudendo gli occhi.
Che bello, era lì, era tutto vero.
"Io no, nemmeno un po'- sorrise -Potevi almeno rispondere alle lettere
Mamma mi ha messo in punizione di nuovo. Un tormento quella donna. Oliver è riuscito a passarmi qualche lettera, ma rispondere era rischioso, sai com’è fatta”.
Oh si che sapeva com’era fatta. Mia madre, la distinta Fancy Retford, non era una strega, ma sospettavo che avesse qualche potere soprannaturale, derivato da lontani parenti, magari a loro volta nell’albero genealogico di Medusa, Ade o Crudelia Demon. Incredibile quanto fosse diversa da mio padre, sia di carattere sia d’aspetto. Lui era più un tipo alla buona, scherzoso, divertente, ma anche incredibilmente serio e comprensivo. Se mamma diceva no, era perché le andava; se papà diceva no, era no e basta.
"Almeno te e Maggie ci avete provato...” mi staccai dal suo abbraccio protettivo e la guardai, era sempre la stessa. I capelli marroni le ricadevano morbidi sulle spalle, gli occhi erano caldi, vivi, e il collo e i polsi erano sommersi di catenine, perline, e bracciali dell’amicizia, brutta abitudine babbana che le avevo contagiato qualche anno prima.
Figurati se quei due trovano tempo per scrivere. A volte penso che Fred-
"Chiamato?" vidi spuntare il gemello, seguito dall'altro gemello.
"Brutto deficiente!-sorpassai Stephanie per raggiungere Fred, scansandola- una lettera! Un briciolo di lettera, per tutta l'estate! Una..notizia! Pergamena! Busta! Telegramma! Raccomandata! ..M..N..L..insomma!-Mi fiondai tra le sue braccia- Sono stata in pensiero!” in realtà ora stavo molto meglio.
"Perchè avrei dovuto scriverti?" Sorrise.
"Perchè i migliori amici si scrivono, ecco perchè, brutto scemo" calmai il tono della voce.
Conoscevo Fred abbastanza bene da sapere che non mi avrebbe scritto nemmeno in punto di morte, nonostante facessimo tutto insieme, come se fossimo legati dalla nascita. La nostra era un'amicizia bellissima, profonda, ma anche equilibrata: sapevamo scherzare, divertirci, nulla era troppo grave quando eravamo uniti. Nonostante fosse bello, e questo lo ribadiva spesso, non avevo mai pensato a lui in quel senso, come un possibile fidanzato, e tantomeno lui a me, nonostante ripetesse che avrei potuto scegliere chiunque di tutta Hogwarts che "ci sarebbe stato". Una volta, l'anno prima, l'avevo perfino baciato per salvarlo da una Corvonero troppo insistente. Un bacio a stampo, veloce, per parargli il culo, in parole povere; e il giorno dopo tutto era tornato normale, come se non fosse mai successo nulla. Se c'era qualcuno su cui potevo contare, ancora più di Stephanie, era Fred. Nonostante fosse estremamente imbecille, assai testardo, ribelle e menefreghista di ogni regola, comandamento, precetto o consiglio, sapeva anche diventare serio, qualora servisse un atteggiamento più maturo, e dare i giusti consigli. Era un secondo fratello per me. Un primo ce l'avevo già, Oliver appunto, e anche con lui avevo un buon rapporto. Avevamo due anni di differenza, ed era sempre molto protettivo nei miei confronti. Oltre a Stephanie, con cui dividevo la stanza dal mio primo anno, ero particolarmente affezionata a Margaret, meglio nota come Maggie, una tassorosso conosciuta ad erbologia con cui avevo parecchie abitudini in comune, soprattutto perché entrambe eravamo nate babbane.
Di solito era un tipo puntuale; mi stupii molto quando la vidi arrivare con quello scansafatiche di Louis, sempre perennemente costantemente ripetitivamente in ritardo, perfino al suo settimo anno, l’ultimo, per fortuna. Non era così stupido da farsi bocciare e sprecare un altro anno della sua vita chiuso tra quelle mura, ma di sicuro non avrebbe ottenuto dei buoni M.a.g.o.
"Maggie!" Abbracciai stretta anche lei, sentendo di nuovo il cuore riempirsi di gioia " ... mancavi solo tu, ora mi sento a casa. ‘Bentornata Joanne’" mimai con le labbra l’ultima parte, sentendo gli occhi leggermente lucidi. Merlino solo sapeva quanto volevo rivedere tutti loro, sentire che erano ancora lì, che ci tenevano a me. Wolverhampton, da piccola cittadina, non aveva un gran numero di abitanti, e non c’erano molte ragazze, o ragazzi, della mia età, se si escludono la fidanzata di mio fratello, qualche suo amico, due ragazzine della seconda strada e tre ragazzi della zona a Est, più qualcun altro della mia via che non avevo mai calcolato troppo.
"Frasi ad effetto di prima mattina, Bolfrack?" mi risvegliò dai miei pensieri.
"Sì, per colazione ho mangiato pane e saggezza, a posto della nutella."
E anche tanti biscotti con gocce di simpatia, ricorda.” risi, quando mi torno in mente la nostra abbuffata storica di qualche mese prima.
Allentò la presa e incrociò il mio sguardo: "L'hai portata vero?" sussurrò.
"Come potrei essermene dimenticata?" Scorsi una scintilla nei suoi occhi verdi "Dai, saliamo, Steph è andata a prendere lo scompartimento- mi voltai, scorgendo ancora il mio baule- Raggiungila pure, controllo che sistemino bene la mia roba e prendo qualche galeone per le cioccorane.” Le feci l’occhiolino e mi allontanai, guardando Louis salire subito dopo di lei.
Raggiunsi il mio carrello, lo portai in coda al treno* e cercai nella borsa qualche galeone per il viaggio. Nulla, ma dove li avevo messi?
Stai cercando questi? Ti sono caduti dalla tasca, e ho pensato che.. beh..” era vero! La tasca! Come avevo potuto non pensarci?
Grazie” sbuffai, rimettendo i fazzoletti, le calze, le caramelle e qualche ampolla nel baule. Mi voltai per riprendere ciò che mi spettava, e lo sconosciuto mi sorrise, poi si allontanò, salendo qualche scalino.
Rimasi allibita: quello era il mio vicino di casa. Babbano. E cosa ci faceva il mio vicino di casa, o meglio, di via, per giunta babbano, al binario? A prendere un treno per una scuola dove insegnavano magia?! Magia. Non geografia o geometria, magia. Scossi leggermente la testa, dovevo aver visto male.
Quello non poteva essere Liam James Payne, il figlio dell’amica della sorella di mia mamma. Insomma, quello era un ragazzo normalissimo, carino, sì, anche gentile, simpatico e divertente per quanto avessi potuto osservare dalle poche volte che l’avevo incontrato, ma no, non poteva essere lì. Unica spiegazione possibile? Avevo visto male. E allora perché mi facevo tanti problemi? Su, Joanne, sali e fa poche storie.
I miei ragionamenti, come sempre, s’erano dilungati troppo, incurante di ciò che mi circondava, e l’espresso stava per partire. Sentii un fischio, le porte si stavano per chiudere.
No, cazzo!” urlai, e mi buttai dentro la più vicina, di collegamento tra l’ultimo vagone e quello di Serpeverde, oltre il quale mi aspettavano i miei amici.
Salii un gradino e poi mi slanciai, sperando di non rompermi l’osso del collo o scivolare all’indietro. Invece no, atterrai su qualcosa, o qualcuno, di morbido. Qualcuno che tirai giù, completamente, rovesciandomici addosso. Tutto ciò che vedevo era una maglietta di cotone, bianca. Che fosse mio fratello? Prima Liam e poi ora scoprivo che anche Oliver era un mago e non me l’aveva mai detto? No, questa no.
Ehm... hm... scusa- mormorai piuttosto imbarazzata – non mi ero accorta che stava partendo, insomma…” mi alzai risistemandomi la felpa e aprì la porta dello scompartimento, per raggiungere Maggie e gli altri, quando quello rispose “Nessun problema, torna quando vuoi.
Solo una persona aveva un tono di voce così, così, superficiale. Una moralità così inesistente. Un carisma così smisurato. Un ego così immenso. Un assortimento di magliette bianche di cotone così vasto. Dei capelli così lucenti. Delle labbra così, così… Cazzo. No, non potevo.
Aprii la porta del vagone, senza voltarmi, lo percorsi e raggiunsi il successivo, prendendo un respiro profondo e aprendo la porta del quinto scompartimento.
Allora, ragassuoli!” esclamai fiondandomi tra Louis e il finestrino, il mio posto da cinque anni ormai.
Fred, George, Maggie, Steph, Louis ed Io.

Merlino se ero a casa.
 
 
 












*premettiamo che non sappia dove caricano i bauli :’) Quindi ho immaginato che siano nell’ultimo vagone.
















































Mannaggiammerlino :'3
L'idea del crossover è mia-originale e ne sono fierissima.
Vi avverto che se qualcuno prova a scopiazzare si ritrova ad Azkaban.


So che vi verranno numerose domande, alcune verranno spiegate nei prossimi capitoli,
sentitevi libere di chiedere.

Ho creato questa storia per tutte le Potterheads Directioner, ce ne sono, e volevo fare qualcosa per loro <3

Alla prossima,
*sì, il titolo del capitolo è ispirato da una canzone di Grease 2, back to school, mentre quello della storia da una canzone della Lavigne


Joanne c:


Much Love xx



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Capitolo 2
*** Slythe...nclaw?! ***






-Liam

 
Prima porta, nulla.
Seconda, nemmeno.
Terza, neanche.
Quarta, aspetta!
Entrai e mi sedetti di fronte alle due ragazze, sentendo i loro occhi puntati addosso.
Le osservai perplesso e non staccarono le iridi blu dalle mie.
"He-Hey" sembravano risvegliarsi da una specie di trance.
"Oh ciao- rispose la prima, sorridendo con aria spensierata e porgendomi una mano -Luna Lovegood… e tu sei...?"
La strinsi titubante, per via dello strano comportamento della ragazza, che, senza offesa, sembrava fosse entrata nel giro di qualche spacciatore, per via dello sguardo perso e stralunato che mi rivolgeva.
L'altra, uguale alla prima se non per i capelli, che erano l'esatto opposto, continuava a sfogliare un giornale, al contrario. Ora capivo perché quello era l'unico scompartimento libero. Ma chi mi aveva mai convinto ad andare negli ultimi vagoni?
"Liam...- forzai un sorriso - Liam.."
"Payne" m’interruppe la mora, alzando lo sguardo.
"C-c-osa?"
"Payne. Mica ti chiami Payne?"
 Domandò leggermente perplessa, con le sopracciglia corrucciate.
"Si..." Ovvio, mi chiamavo Liam James Payne da quindici anni a quella parte.
"Allora tutto a posto" sorrise chinandosi di nuovo sul libro.
"Elizabeth...- la guardò Luna, accennando a me- ...su!"
Dovevano essersi fatte di qualcosa di molto pesante.
"Cosa su?" chiese l'altra, senza un filo di rabbia o di sentimento nella voce, rimanendo perfettamente calma.
"Forse non ci siamo presentate bene- parlò la bionda- lei è Elizabeth Whitey. Riesce a leggere nel pensiero- abbassò la voce e si accostò al mio orecchio- qualche volta fa anche predizioni, per il futuro, ma non ti fidare troppo" si ritrasse sorridendo leggermente.
"Lu, ti ho sentita." scosse la testa l'altra.
La bionda continuò, senza prestarle attenzione "Sbaglio o non ti ho mai visto qui?"
Mi risvegliai da uno strano stato di dormiveglia "No... cioè, si... più o meno, sono al mio quinto anno."
"Oh" annuiì sorpresa, facendomi capire che dovevo continuare.
"Ho cambiato scuola, tutto qui."
"Beh, ti hanno espulso, è un po'diverso" s’intromise Elizabeth, puntando i suoi occhi nei miei.
"El!- le tirò una gomitata Luna- basta con la legilimanzia! Potrebbe non gradire... " si voltarono entrambe verso di me.
Scossi le mani e la testa "No, no, tranquille" sorrisi, come a rassicurarle.
Rimasero in silenzio. Magari non volevo raccontare i miei fatti in giro, così cambiai discorso.
"Come funziona qui?"
"Non sono mai stata in un'altra scuola quindi non ti saprei dire..." Rispose in tutta sincerità Luna. Aveva ragione, Morgana.
"...Come, ecco, come si frequentano le lezioni? Non so, suppongo siano le stesse..."
"Si, le stesse della tua vecchia scuola, esclusa Geografia. L'unica materia collegata ai babbani che svolgiamo è babbanologia, appunto”.
Forse Elizabeth non aveva capito che mi dava fastidio che entrasse nei miei pensieri, ma un'occhiata di rimprovero da parte di Luna bastò a farla tornare al suo giornalino.
"Ho capito cosa intendi- sorrise -vedi, siamo divisi in quattro case..."
Allora non era così stupida come sembrava a primo impatto.
"... invece, le farà perdere punti." Finì il suo discorso.
Stavo per porgere una domanda, quando Elizabeth anticipò la mia risposta.
"Corvonero. Io sono al quinto, lei al quarto, Corvonero." sorrise per la prima volta alla mia occhiata scocciata.
"Beh, tanto l'avresti chiesto no?" Posò il giornalino vicino alla finestra.
"il cavillo" si riusciva a leggere in prima pagina.
Allora- mi guardò Luna sorridente –in che casa vuoi essere?
Ma... mica le scegliamo noi… tu hai detto che...
Sisi- scosse la mano Elizabeth – ma il cappello tiene conto della tua decisione e bla bla bla”.
“Ti piacerebbe essere Corvonero?” domandò Luna euforica.
Menomale che non stavo bevendo nulla altrimenti mi sarei strozzato a forza di risate, che non riuscì a trattenere.
Perché ridi?” Luna, oh Luna.
“Dopo aver visto due squilibrate come noi ovvio che non vuol stare nei Corvi, scema.” la rimbeccò l’altra.
Oh...” Luna appoggiò la schiena al sedile, guardando in basso.
No, ragazze, n-non fraintendete, il fatto è che… le case non le conosco, e, insomma…”
Tranquillo.- Elizabeth mi poggiò una mano sulla spalla – La tua casa sarà la tua famiglia, ti troverai bene in essa, qualunque sia, lascia da parte i pregiudizi. Beh certo, non ti consiglio i Tassorosso, sai, sono un po’… fuffi, ecco. Dico, va bene la lealtà, ma svegliatevi ragazzi!”.
El!- le tirò una pacca Luna – piantala! – si rivolse a me –Non crederci, non è vero, sta tranquillo. Tutte le case sono fantastiche! Anche Grifondoro e Serpverde! Anche Tassorosso! Anche Corvonero ovviamente! – la stavamo perdendo di nuovo – E non trovi che la luna sia fantastica?”
La luna. Era già sera.
Dovremmo metterci la divisa. Che palle “ bofonchiò Elizabeth, distogliendo lo sguardo dal cavillo.
Indossai il maglione e la toga ampia, cosa che richiedette più di una manciata di secondi, perché prima infilai la testa nel buco della manica destra, poi il braccio sinistro in quello della testa, poi la indossai al contrario e solo con l’aiuto di Luna al quarto tentativo la misi nel verso giusto.
Al collo delle due ragazze brillavano delle cravatte blu e rame, colori di Corvonero, a quanto avevo capito.
Per il resto del viaggio non parlammo. Io guardai fuori dalla finestra cercando di non pensare a nulla, e loro due lessero, almeno credo, quel giornale.
Quando il treno si fermò apriì la porta entusiasto, finalmente libero.
Il corridoio era già pieno di gente che correva su e giù.
“Fred!! Le gomme bolle bollenti!!”
“Jo, prendile tu!”
“Ma non può! Lei le mangia tutte!”
“Allora prendimele tu Steph, non ce la faccio a tornare!”
“Io?!”
“Oh, che palle siete
 – sbuffò un ragazzo buttandosi dentro lo scompartimento e urtandomi – Scusa, non volevo” sorrise per poi allontanarsi in fretta.
Dai Lou! Muovi il culo!”
“E Maggie dov’è?!”
“Tranquillo non te l’abbiamo rubata!”
“Sì, ma dov’è?!”
“Ah boh. Maggieeeeeeeeeeeeeeee!!!!”
 qualche studente si tappò le orecchie.
“Jo!” urlò il ragazzo moro, Louis da quanto avevo capito.
“Che vvoi?”
“Non urlare!”
“Ma non sto urlando!”
“Si che stai urlando!
-rispose una bionda uscendo dallo scompartimento a fianco- Eccome!”
“Maggie, sei salva! Lou stava mandando i soccorsi- le afferrò il polso - Andiamo! Mueves!”
Dopo che la combriccola se ne andò – avrei potuto giurare di aver visto la mora da qualche parte – riusciì a passare, più o meno, facendomi largo tra la folla a suon di ‘scusa’,’ciao’,’permesso’ e ‘non ti avevo visto’, senza contare un ‘mi dispiace di esserti venuto addosso’.
Scesi finalmente dal treno, e seguiì la massa di studenti su delle strane barchette, da cui non caddi per miracolo, prima di raggiungere un castello grandissimo.
Mi ci sarebbero voluti anni per ambientarmi, ma prima mi sarei perso e avrei vagato per mesi nei sotterranei di quel coso. Era troppo enormemente grande!
Luna – ma quella ragazza era ovunque! – mi diede una pacca faacendomi cenno di scendere, eravamo approdati.
Entrammo da un grandissimo portone, scortati da un omone grande, grosso, con la barba folta e i vestiti scuri. Non incuteva timore, ma non mi sentivo nemmeno di dargli fiducia.
Metà, anzi, ben più della metà degli studenti si diressero verso quella che doveva essere la “sala grande”, ma io dovetti rimanere con i primini, visto che, di fatto, lo ero pure io.
Una strega vestita di verde, elegante nei portamenti, ripeté quello che mi avevano detto Luna ed Elizabeth poco prima, e ci fece entrare nella stanza.
Stava per avere inizio la cerimonia dello smistamento.
Ordine alfabetico, meglio così, avrei dato meno nell’occhio, anche se supponevo che il preside avesse accennato qualcosa, visto che avevo molteplici occhi puntati addosso.
Sarei inciampato, rotolato, caduto e poi ricaduto mentre cercavo di alzarmi, ne ero sicuro.
Potevo sempre prendere tutto e correre via, dopotutto ero piuttosto veloce, facevo atletica da due anni ed ero uno dei migliori corridori della scuola.
No, non potevo, dovevo affrontare il peggio. Una buona parte di undicenni raggiunse i suoi tavoli, dove riconobbi Elizabeth e Luna, sedute con gli altri Corvonero, Louis a quello dei Grifondoro, in mezzo a due ragazzi identici, la bionda a quello dei Tassorosso, e la mora che – accipicchia! – al tavolo dei Serpeverde.
Quella era la mia vicina di casa! Ecco perché mi sembrava di averla già vista!
Era una strega? Davvero? No, non poteva essere. Aspetta, era la ragazza cui prima avevo raccolto il portafoglio? Sì, era lei! Questa, poi, da non crederci. Ad averlo saputo glielo avrei detto tempo prima, a Wolverhampton non credevo ci fosse una famiglia di maghi esclusa la mia. E invece si! Beh, certo, quei depravati dei miei genitori mi avevano mandato in un college irlandese, perché lo ritenevano la miglior scuola di magia, e quindi non conoscevo nessuno, mago o strega, delle mie parti. Livenbrack. Che nome di merda, Hogwarts era decisamente meglio. E ora che, ahimè, ero stato espulso e avevo dovuto cambiare plesso, si erano decisi a iscrivermi qui.
E avevo già socializzato con due persone! Beh, socializzato proprio no, e non ero nemmeno sicuro fossero persone e non qualche strano robot che leggeva al contrario, ma comunque era un grande passo. Nessuno avrebbe resistito al mio fascino. Si, ok, stavo scherzando, tsk tsk.
Una ragazza al mio fianco mi tirò una gomitata, accennando poi alla strega in verde, la McGranit. Perfetto, mi avevano chiamato e manco me ne ero accorto.
Di bene in meglio, Liam James Payne.
Mi feci strada tra gli altri novellini, che sovrastavo in altezza, e, sorridendo, mi avvicinai allo sgabello, prima che mi posassero in testa un cappello che, a quanto pare, parlava pure.
 
 
 
 
 


 

-Joanne

 
“Quello son sicura di averlo già visto da qualche parte” sussurrò Steph indicando col mento, appoggiato al palmo che a sua volta era appoggiato al braccio a sua volta appoggiato al tavolo, molto svogliatamente.
Menomale che non avevano ancora servito da mangiare, altrimenti mi sarei strozzata con il succo di zucca.
Ora non avevo dubbi, quello era Liam Payne! E stava per essere smistato!
Diedi una gomitata alla ragazza a fianco, zittendola. Volevo proprio vedere in quale casa sarebbe finito.
Ovviamente Serpeverde, indubbiamente, indiscutibilmente, palesemente Serpeverde.
Tassorosso proprio no, una delle poche volte che l’avevo incontrato non mi era sembrato quel tipo.
Grifondoro c’era già troppa gente che conoscessi, e… bah, nahhhh, corvonero non poteva essere.
Sarebbe stato Serpeverde e contro ogni mia volontà ci avrei anche fatto amicizia. Forse non quella sera, ma sarebbe andata così. Gli avrei anche sicuramente chiesto da quando era un mago, perché, come, cosa eccetera eccetera.
Perché lui sarebbe ovviamente finito in
“Corvonero!” esclamò il cappello.
“Ma che cazz-“ la mano che mi reggeva la testa era accidentalmente caduta, sbattendo sul tavolo. Accompagnata alla mia espressione scocciata, inevitabile dire che attirasse parecchio l’attenzione.
Jo, ti sta fissando mezza tavolata – credo fosse Stephanie a sussurrarmi all’orecchio, ma ero troppo occupata a osservare Payne che si sedeva al tavolo di Corvonero – Jo!” aumentò il tono di voce, distogliendomi dallo smistato.
La cosa che mi preoccupava di più erano Elizabeth e Luna, che gli stavano parlando animosamente.
Non avevo nulla contro di loro, anzi, conoscevo El dai tempi dei tempi, ma erano un po’…. ecco…strane, se si possono definire così. Non volevo si facesse strane idee.
Beh, certo, non che Louis, Fred e George fossero normali, però…
“è andata così, dai…- sorrise la mia amatissima amica – non è detto che non possiate conoscervi solo perché siete in case diverse”
Conoscerlo? E chi voleva conoscerlo? Corrucciai le sopracciglia e mossi la testa in segno di “no, ma che stai dicendo?”, ma sembrò non avere effetto.
“Dai- infatti sorrise nuovamente - e poi ti puoi sempre consolare” rise.
Steph, ma ti pare che … ahh, sei incorreggibile! E poi NO, capito? NO, io non mi consolerò mai con chi pensi TU, anche perché non ne ho bisogno. Smettila di farti film mentali su un ragazzo che FORSE, e sottolineo FORSE, è il mio vicno di casa, e mangia, che Brian ha dato inizio al banchetto."
Brian, così lo chiamavamo, Silente.
Stava spiegando di una cosa strana, coppa, calice, torneo bla bla bla, non che mi interessasse molto.
“Dicevo- continuò Steph imperterrita – c’è sempre lui, no?” sorrise, questa volta un po’ più maliziosamente.
“Ma tu riesci a pensare sempre e solo a questo?!” la rimproverai.
Hey, guarda, ci sta osservando, fai ciao!” non mi ascoltò.
Mi girai, piuttosto scocciata. Era vero, stava guardando nella nostra direzione, forse verso Steph, forse verso me, forse verso la sfilza di ragazzi dietro, poco importava. Sorrise. Ma che avevano tutti con questi sorrisi? Non ricambiai, e mi voltai di nuovo verso Stephanie.
“Stephanie Austin- riuscì a catturare la sua attenzione- basta. NO. No. NO. Mister maglietta bianca slinguatelo te, ok?”.

Va bene, forse ero stata un po’troppo diretta, ma era dall’anno prima che Stephanie continuava con questa storia, che era un ragazzo bellissimo bla bla, e anche simpatico bla bla, perché era stata vicina a lui ad una lezione bla bla e che aveva una bella voce. Poi, ovviamente, erano iniziati i suoi film mentali – se ne faceva troppi quella ragazza, anche se spesso ci azzeccava – e aveva iniziato a dire che secondo lei dovevo farci un pensierino. I suoi ultimi complessi erano stati su Margaret e Louis, pienamente azzeccati direi, forse, chi lo poteva sapere.
Ma, secondo me è un tipo interessante - nulla, nulla da fare, era una roccia – potrebbe essere divertent-“
“STEPHANIE. NON TROVO CHE MALIK SIA UN TIPO DIVERTENTE, PIANTALA CON I TUOI FILMINI”
 forse avevo alzato un po’troppo la voce.
La mia testa scivolò tra le mani, le dita a coprire gli occhi.
Urlavo troppo, ma quella donna era uno strazio.
Ero sicura che l’attenzione dei Serpeverde fosse nuovamente puntata su di me.
Non so se per puro autolesionismo, masochismo o sano sadicismo, mi voltai di nuovo.
Sorrise e tornò a mangiare la sua bistecca.
Cactus aum, bisogna ammettere che però era bello.






































Mannaggiammerlino è-è

Riguardo ai personaggi, questa è una mia idea, ma siete libere di immaginarle come volete:
 

Joanne 
Stephanie 
Margaret


 


Baci,
Joanne!

Much love xx
& Cactus Aum xx

PS- Per chi aveva pensato a Niall o Harry..... sbagliato! ;)


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Capitolo 3
*** You forget something. ***


                                                                 


-Zayn



 

 

"Zayn, zayn, svegliati!" sentii gridare.
No, negativo, voglia zero di alzarmi. Decisi di rimanere a letto, le lezioni potevano attendere.
"Zayn, minchia!!" mi arrivò un cuscino in faccia.
"Arthur ma ti sei bevuto il cervello?!" urlai; mai disturbare lo Zayn che dorme.
"No, cazzo, Zayyyyyn, siamo in ritardo, merdaaa!!" aveva la finezza di uno scaricatore di porto.
Risi alzandomi a sedere "Aspetta Arthur, sei preoccupato perchè siamo in ritardo?" notai anche David, Jim e Ed vesitrsi frettolosamente. Arthur era appena inciampato, stava cercando di allacciarsi la cravatta, la stanza era un campo minato.
Era solo il terzo giorno di lezioni, e già sembrava fosse passato un tornado per la nostra camera. O forse due. Esempio lampante ne era Ed. Non so come, quella notte mi ero svegliato con la sua sciarpa sotto il cuscino, le converse bianche che gli avevamo regalato allo scorso compleanno erano già sopra il baldacchino di Jim e il suo baule, che non era poi tanto piccolo, era scomparso. L'anno precedente era arrivato a non trovare più il suo gufo, quando, invece, era tranquillamente con gli altri pennuti nella gufiera. Per il baule scomparso avrei dovuto mettere una taglia, sentivo che non l'avremmo più trovato e lui sarebbe tornato a casa con i vestiti in mano. A dir la verità avrei optato per uno dei soliti incantesimi di David andato male, ma forse era solo nell'armadio e non se n'era accorto.
Arthur, quasi pronto per scendere, mi richiamò, parandosi davanti a me "La Mc Granitt, zayn! Sei scemo o tassorosso?! TRA DIECI MINUTI ABBIAMO LA MC GRANITT!"
Merda. Quella ci odiava, lo sapevamo. Eravamo arrivati un paio di volte a lezione in ritardo, e ci aveva fatto scontare quattro ore di punzione nella sezione proibita a riordinare volumi polverosi. Per non parlare di quando, accidentalmente, David aveva trasformato la sua penna in un paio di mutande a posto di un sasso. Poi, l'avesse fatto apposta! Era una frana con la trasfigurazione, ma alla vecchia sembrò uno scherzo di cattivo gusto, e gli fece trascrivere "Non sono a scuola per fare scherzi idioti" qualcosa come cinquanta volte. Era fissata: si, eravamo Serpeverde, ma allora? Si, qualche volta arrivavamo in ritardo, e con ciò? Mica volevamo sbranarla, quella s'era fatta idee strane sul nostro conto.
"E me lo dici ora?!?!? Svegliarmi prima, deficiente?!" imprecai allacciandomi la camicia.
"E scusa!!" sbuffò.
"No, non ti scuso - esclamai infilandomi le scarpe - Dai, muoviamoci!" lo afferrai sotto braccio e uscimmo di corsa, gli altri erano già in aula probabilmente.
Avvistammo la professoressa sulle scale, intenta a parlare con Gazza, e cercammo di fare in modo di non essere visti.
Senza troppi giri di parole, quel coglione di Arthur tirò su il suo mantello a mo' di pippistrello, esatto, e passammo il più vicino possibile al muro.
Quando entrammo in classe, ovviamente, erano rimasti solamente i posti avanti, primissima fila, quasi al di là della cattedra direi.
Affrettai il passo e mi buttai sulla sedia di sinistra.
"Zayn, io qui non mi siedo." mi inchiodò con lo sguardo, appoggiando la mano sullo schienale. Sapevano tutti che quella seduta era semi sfondata, e o stavi immobile o c'era il rischio di sprofondare. Gazza l'aveva riparata, eccellentemente a suo dire, ben sette volte l'anno prima, ma non una che funzionasse.
"Chi è che mi ha svegliato tardi? Per colpa di chi siamo in prima fila ora? Per colpa di chi il nostro solito posto in ultima laterale è occupato da - mi girai a controllare - dalla Austin e la Bolfrack? Eh? Sentiamo?" non poteva ribattere, si sedette sbuffando sonoramente, più che altro buttandosi a peso morto, e per poco non sfondò il ripiano.
"Detto fatto" risi. Dopotutto, nonostante io e Arthur ci insultassimo costantemente, erano scherzi, era sempre stato un buon amico, dovevo ammetterlo.
Iniziai a mangiucchiare la matita dondolandomi, la vecchia arpia non arrivava.
Grazie al cazzo Arthur, potevamo dormire dieci minuti di più.
 
 



-Joanne

 

 
Trasfigurazione. Bah, me la cavavo. Penso che, più che altro, stessi attenta solo per la McGranitt: un genio quella donna, a parer mio.
La trovavo, oltre che severa e precisa, come dovrebbe essere un'insegnante, anche molto dolce e comprensiva. Sembrava un po' una nonnina, ma non di quelle decrepite che si spanciano sul divano e russano tutto il giorno, di quelle che ti fanno le torte di mele. I miei nonni non li avevo mai conosciuti quindi, nella mia immaginazione, lei era un po' come una figura materna.
Entrò in classe con quindici minuti di ritardo, per nulla da lei. Non ci diede spiegazioni, si scusò e basta, tipico. La trovavo anche molto riservata, ma questo, se sei uno dei professori più esperti di Hogwarts, è più che corretto.
Io e Steph eravamo riuscite ad accaparrarci il banco in ultima fila. Eravamo molto stanche dalla sera precedente, che non si può definire esattamente "di sonno", e non volevamo essere riprese se ci fossimo distratte un attimo, cosa che sicuramente sarebbe successa.
Ordine del giorno: trasformare un mucchietto di vetri colorati in un calice, e riempire poi il calice con un fazzoletto, da trasfigurare in acqua cristallina.
Non ci disse come fare, ma non erano incanti tanto difficili.
Quella lezione, come altre, la dividevamo con i Corvi, e, ovviamente, Elizabeth, qualche banco avanti, aveva già fatto tutto, con una velocità impressionante.
"10 punti ai Corvonero, complimenti Withey, velocità notevole."
Il ragazzo a fianco a lei, invece, sembrava non ricordare la formula. Avevamo ormai tutti finito, e lui era ancora lì a provare. Aspettate, quello era Liam.
Mi scappò una risata, fortunatamente a bassa voce. Se non si ricordava un incantesimo di prim'ordine, come diamine poteva esser finito in quella casa?
L'ora finì, la mattina passò velocemente, fin troppo, come il pomeriggio.

Difesa contro le arti oscure; il nuovo insegnante doveva avere qualche serio problema, ma in fondo era simpatico.
 
La sera, subito dopo cena, ci riunimmo in sala grande, Fred e George avevano un grande esperimento da provare.
Nonostante non avessero l'età richiesta, volevano tentare e mettere i loro nomi nel calice.
"Non funzioneraaà." ribadì Hermione.
I gemelli l'ignorarono, e bevvero un siero da due piccole ampolle, prima di saltare nel cerchio dell'età tracciato da Silente, prcoducendo un tonfo sordo.
La stanza si riempì di applausi, ce l’avevano fatta!
"Così Fred!!- urlai - ti vogliamo vedere in quell'arena! Vai George!" mi uniì agli altri.
Peccato, già, peccato che poco dopo aver buttato le pergamene nella fiamma blu intenso, delle barbe grigie cominciarono a spuntare dai loro menti, e i capelli divennero dello stesso colore.
Una pozione invecchiante andata a male forse? O un grande, grandissimo stratagemma del vecchio Brian?
Erano esilaranti: si rotolavano sul pavimento senza alcuna misura.
"Tu avevi detto che avrebbe funzionato!!"
"No, tu lo avevi detto!!"
Quello che prima era il suono degli applausi lasciò spazio alle risa. Sarebbe scoppiata una rissa tra cariatidi? Chi lo poteva sapere. No, si rialzarono.
"Ma guardami, anche da vecchio sono estremamente sexy." Fred canzonò George.
"Si, sexy come Gazza in boxer fluorescenti." l'espressione di Fred era un misto tra lo scioccato e il disgustato.
"Noi andiamo... Ehm... In infermeria credo..." mi sorpassò.
"Ok, ci vediamo stasera, solita ora solito posto, va bene?"
"Certo, a dopo." sorrise.
 
"Sono sempre i soliti" sbuffò Steph.
"Era alquanto ovvio che non funzionasse, la linea dell'età è stata tracciata da Silente in persona." la riprese Hermione.
"Brian, Brian per favore." la corressi.
Steph mi tirò un'altra simpatica gomitata. Eh scusa sai, ma ci tengo che i professori vengano chiamati con i loro veri nomi.
Quando eravamo sul punto di andarcene, fece la sua entrata Louis, seguito, o meglio stritolato, da Maggie.
"Lou sei sicuro?" gli stava chiedendo.
"Maggie non succederà nulla..." rideva e avanzava nella sala con la mia amica alle calcagna.
"Si ma.... Capisci... Mortale... Ti estraggono e...." la ragazza era sul punto di piangere.
"Hey - Louis si girò verso di lei e le prese il volto tra le mani - guardami. Andrà tutto bene. Ti fidi di me?
Margaret annuì nervosamente, incapace di proferire parola.
"E allora lasciami fare." il ragazzo le lasciò un bacio a fior di labbra e si diresse verso il calice, rivolse un saluto a me e Stephanie e appoggiò sulla fiamma un piccolo pezzo di pergamena stropicciato.
Si avvicino frettolosamente a me e alla mora, ohibò, mora ero anche io, quindi si avvicinò a noi due more.
"Allora, stasera.. ?" si informò.
Annuì, guardando il muro dritto davanti a me.
"O... ok." tornò da Maggie e uscirono dalla sala.
 
Io e mora-due-la-vendetta ci girammo in contemporanea una verso l'altra.
"M-Maggie e… L-L-ou-u-is…" ero scioccata.
Feci un profondo respiro, seguita a ruota da Stephanie.
"Si sono baciatiiiii!!" urlammo, all'unisono.
La presi a braccetto e iniziai a girare, poi cambiammo senso e poi ancora. Sembravamo delle depravate, ma eravamo troppo felici.
"Io lo sapevo lo sa-pe-vo!- sentenziò Steph - quei due erano
Perfetti, lo sono e lo saranno! L'ho sempre detto io!
"
"Ohwww, io li trovo teneri, stasera cerchiamo di creare atmosfera, capisci..." Lasciai la frase in sospeso.
"Compriedo y intiendo senorita. Ora andiamo, ci riposiamo e prendiamo la roba, che sennò arriviamo tardi."
"La roba?" scoppiai a ridere.
"Sai benissimo cosa intendo." mi trascinò via per un braccio.
 


-Maggie 

 

 
 
Cavolo, avevo provato a far desistere quel ragazzo, ma nulla, assolutamente nulla. Era impossibile. Coraggio grifondoro?! Avrebbero dovuto chiamarla spregiudicatezza o non-controllo! Non era possibile, avevo un brutto presentimento, e come se ciò non bastasse prima mi era passata a fianco Elizabeth fischiettando "Sento che quest'anno qualcuno morirà".
Ma grazie tante! Ti prego, ti prego, ti prego fa che non sia Louis. Nemmeno gli altri, ovvio, ma Louis....
E poi quel cretino se ne sbuca fuori che vuole partecipare al tremaghi! Dovrebbe mangiare cibi molto salati, così magari gli torna un po' di sale in zucca. Per non parlare dei gemelli, poi! Fermarlo? Naaaah, perché mai? Lo incitavano! 
Speravo tanto non lo avrebbe fatto, e invece mi ritrovai appiccicata a lui pur di non farlo arrivare in sala grande. Inutile. Fece quello che ‘deve esser fatto’ e si congedò salutando amabilmente tutti.
Dopo il leggero bacio che mi diede, e che fu una distrazione abbastanza grande per non afferrarlo e tenerlo alla lontana da quel calice, pensai che avrei dovuto dare qualche spiegazione alle mie amiche.
Io e Louis eravamo sempre stati amici, ma non così tanto amici. I
nizialmente non conoscevo nessuno del ‘gruppo’; mi ero aggiunta dopo ed ero riservata, sapevo a stento i loro nomi.
Poi scopriì di provenire dallo stesso paesino di Lou, anche se dalla parte opposta, e visto che non avevo molti amici, se non due oche che cercavano di fare amicizia ma che respingevo a tutti i costi, cominciammo a vederci, d’estate, ogni tanto.
Sapete, un gelato, una ripassata di Difesa Contro Le Arti Oscure, un altro gelato e così via.
Se già mi piaceva come persona quando eravamo in compagnia, stare da sola con lui mi faceva sentire ancora meglio. Non era mai troppo indiscreto, di sicuro molto divertente, scherzoso, ma era anche accorto e dolce, a modo suo, e questo mi piaceva molto.
Quella giornata, me la ricordo, poco prima di fine luglio, faceva piuttosto freddino, nel senso, tirava un vento boia, ma eravamo usciti lo stesso. Se non c’era il tempo per il gelato, ciò significava irrimediabilmente cioccolata calda con panna e biscotti al bar dei miei genitori, che si affacciava alla spiaggia.
Al ritorno, prima di rientrare in casa, forse felice perché mi sarei presto avvolta nelle coperte, forse triste perché avrei dovuto lasciare Louis, mi aveva chiesto di fare una foto.
Una foto?” non capivo.
Beh si, dopotutto abbiamo passato tanto tempo insieme e mi piacerebbe avere un… ricordo, ecco.” Si era grattato la nuca, un gesto che trovavo adorabile.
Oh, va bene. – sorrisi e appoggiai il cellulare al muretto, impostando l’autoscatto – che faccia dovrei fare?” ero nervosa, cioè, facevo l’idiota coi pollici alzati o la duckface da bimba minchia? Amavo scattare foto-ricordo, camera mia ne era tappezzata, e alcune le postavo su un blog in cui avevo molti commenti positivi, ma ora, sinceramente, non avevo idee.
Uhm… aspetta…” girai il cellulare.
Cosa fai?” mi domandò perplesso.
Sorridi e fa qualcosa di interessante, storta è più artistica.” mi avvicinai a lui.
Mi poggiò una mano sulla spalla, e mi voltai “Hey, che fai?
Ho freddo!” si certo, come no. Almeno non era quello che speravo.
La macchina scattò.
Belli, belli, più dei fotomodelli.” sorrisi, era veramente una fotografia dolce.
Fa vedere.” cercò di prendermi il cellulare dalle mani.
No, no, mio caro, ciao!” sorrisi ed entrai in casa, chiudendomi la porta alle spalle.
Mi appoggiai ad essa, e postai la nostra immagine su facebook:
 

 “Louis Tomlinson, vedi che storta è meglio? Xx”

 
La commentò subito:
Sei una vera artista, ma mi sa che ti sei dimenticata qualcosa…” aggrottai le sopracciglia, cos’avevo dimenticato? Illuminazione ed inclinazione perfette, soggetti strabilianti, nulla di sbagliato.
Apriiì la porta di nuovo, ero sicura di trovarlo ancora lì.
Lou, cosa mi sono dimenticat- le sue labbra mi interruppero, posandosi dolcemente sulle mie.
Questo.” sorrise - quel suo bellissimo sorriso - si girò e agitò la mano.
Alla prossima.” di nuovo, un altro sorriso.
Alzai la mano e rimasi sull’ultimo gradino come un’ebete un altro po’.
Richiusi la porta dietro di me e scivolai appoggiandomi al muro, fino ad arrivare a terra.
Buttai la testa fra le ginocchia e risi, mordendomi il labbro. Mi aveva baciata.
 
 
 






































PippistrelloMode-ON.

Mannaggiammerlino a tutte voi!

Eheh lo so che volete sapere cosa faranno stasera ma.... dovrete aspettare!

A proposito, cosa ne pensate di Maggie e Louis? Ecco, io stavo pensando di chiamarli "Mousse" Perchè Maggie+Louis=Mouis, ma dato che loro sono dolciosi e cioccolatosi è una Mousse ahahahah no vabbè, datemi qualche nome please!


Approposito, si da il caso che abbia la foto....



.. tataaaaaaa!!!

Eppoi, se volete, questi è il prestavolto di Elizabeth per farvi un'idea...



Alla prossima,
-Joanne



Much love xx Cactus Aum xx & Pippistrelli carini e Coccolosi xx

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Capitolo 4
*** Summer Rain. ***


Soundtrack 
 








-Joanne


Steph, Steph, non è necessario tirarmi così forte! Mi si staccherà il braccio! So benissimo dov’è il salice! Ahio!” protestai mentre Stephanie correva con decisione verso il Lago Nero.
Che cosa andavamo a fare sotto un salice, quando il coprifuoco era scaduto, in prossimità del “temutissimo” lago nero? Prima di tutto avrei da ridire sul temutissimo, insomma, la sala comune di Serpeverde c’era completamente affacciata e non mi sembrava così spaventoso, ma a quanto pare inquietava tutti gli studenti delle altre cose.
Dicevo, cosa andavamo a fare con Louis, Maggie, Fred, George e occasionalmente Elizabeth sotto quell’albero?
E’ una lunga storia, molto, molto, molto lunga.


La prima volta che incontrai Fred fu proprio lì, ero al primo anno e uno studente della mia stessa casa mi aveva appena fatto uno scherzo di pessimo gusto.
Stavo correndo via, piangendo, volevo isolarmi un po’. Scorsi una figura in piedi, con i capelli rossi e gli occhi vispi, intenta ad aggiustare uno strano marchingegno, composto da un filo, qualche cavo e un bottone. Era lui. Stavo per andarmene, Merlino, volevo rimanere da sola, quando quello mi fermò.
Perché piangi?” mi chiese sorridente.
Non sto piangendo.” ribattei.
I tuoi occhi dimostrano il contrario.” insinuò mentre con il dorso della mano cercavo di pulirli dalle lacrime.
Non sono affari tuoi, credo…” proseguì decisa.
Chi è stato?” ignorò la mia affermazione.
Mi voltai, indicando con la testa due ragazzi che stavano passeggiando poco più in là.
Hanno buttato il mio compito di Erbologia nel lago, e prima mi hanno insultata, ci avevo messo una settimana intera per farlo…” me lo ricordavo bene quel compito, uno dei migliori che avessi mai scritto, che evidentemente aveva fatto ingelosire qualche scansafatiche.
Vieni qua.” Il ragazzo dai capelli rossi aveva finito di sistemare le funicelle ed era andato dall’altra parte del piccolo sentiero, nascondendone un capo dietro un cespuglio.
Che cosa vuoi fare?” mormorai.
Mi zittì con lo sguardo e si nascose con me dietro il grande tronco. Quando i due, di cui non ricordavo i nomi, passarono tranquilli, ghignando soddisfatti, in direzione del castello, Fred tirò la funicella e il più alto inciampò, finendo nel lago e bagnandosi fino alle ginocchia.
Era esilarante, nonostante avessi ancora gli occhi lucidi mi veniva da ridere, ma aspettai fino a quando non corsero via terrorizzati.
Sei forte.” elogiai il ragazzo che mi aveva aiutata.
No, sono Fred.” Scherzò.
Joanne, piacere.- gli tesi la mano – e grazie ancora, spero che smetteranno di darmi fastidio per un po’.
Tranquilla, con i gemelli Weasley non c’è scampo per nessuno – la strinse calorosamente – e non mi piacciono le persone che si prendono gioco dei più deboli. Io semmai lo faccio con i più grandi.” rise di gusto, travolgendo anche me.
Ora devo andare, tra poco scatta il coprifuoco e non vorrei che la McGranitt... “.
No, no, io ho appena usato una mia geniale invenzione e ora tu rimani un po’ qua a parlare con me, ti va? Tra poco arriverà anche mio fratello George, è un tipo a posto, e sta tranquilla, è il mio secondo anno, conosco tutti i passaggi segreti e non ci beccherà nessuno!” esclamò entusiasta.
V-va bene.” accettai, non mi ero ancora fatta molte amicizie e quella si prospettava interessante.
A proposito, di che casa sei?” mi domandò mentre mi sedevo vicino a lui sotto il grande albero. Dalla sua cravatta notavo spiccare i colori di Grifondoro, ma io non la indossavo quasi mai, mi dava fastidio e appena potevo la toglievo.
Serpeverde.” sussurrai, solitamente non andavamo a genio agli altri studenti.
Woha! – esclamò stupito – Non devi farti mettere i piedi in testa dagli altri! Salazar ne sarebbe disgustato!” continuò a scherzare.
S-si, lo so, ma vedi… - presi un grande respiro – I-io sono nata babbana e da quanto ho sentito quelli come me non possono stare in questa casa, perciò qualcuno mi ha preso di mira.” sentivo gli occhi pizzicare di nuovo.
Hey! – mi consolò sfregandomi dolcemente la spalla destra – Non devi essere triste! Un sacco di maghi famosi sono nati babbani, e se tu sei una delle poche così che riesce a entrare in Serpeverde vuol dire che hai grandissime capacità!” sorrise.
Lo pensi davvero?” alzai lo sguardo per incrociare il suo.
Sì, e ora ricordati: se qualcuno cercasse di dimostrarti il contrario, rispondi a tono e minacciali dicendo che si ritroveranno Fred Weasley con la bevanda cresci-ossa sotto il letto, e che li obbligherò a berla fino allo sfinimento! Oppure blatera che mi hai steso a duello! O, insomma, dimostra a questa gente che vali molto più di loro e delle loro critiche”.
Da allora, da quei pochi attimi passati con Fred, era cambiato tutto, avevo trovato un amico, che mi accettava per quello che ero: la sua simpatia era genuina, le sue battute spontanee, la sua voglia di vivere immensa; non si poteva evitare di affezionarsi a una persona come lui. Riguardo agli altri studenti, imparai a farmi rispettare, e nessuno, o quasi, ricordò il mio status di sangue dopo che diedi prova delle mie abilità nel duello. Il cretino che mi aveva buttato il compito in acqua, che riconobbi poi sotto il nome di Zayn Malik, dovette scusarsi e chiedere umilmente perdono, anzi no, questo non lo fece, ma imparò che con me doveva stare attento e che, “mezzosangue” o meno, non perdevo il mio tempo con cretini del suo calibro.
Da allora, da quasi ogni mese del secondo anno, ci ritrovavamo sotto quel salice a parlare di qualsiasi cosa ci andasse, mangiare Gelatine, Cioccorane, e chi più ne ha più ne metta. Era divertente, un attimo tutto per noi senza interruzioni, interferenze esterne o il rischio di essere scoperti: i grandi rami frondosi del salice ci circondavano, e proteggevamo sempre la zona dalla vista e dall’udito altrui.
Una volta c’era capitato di scorgere Gazza, e avevamo trattenuto il fiato impauriti quando si era voltato nella nostra direzione, ma nulla, non avevamo mai fallito.

Con l’arrivo, il giorno prima, degli studenti e delle studentesse di Durmstrang e Beuxbaton avevamo timore di poter esser visti, quindi ripetemmo gli incanti una volta ciascuno.
Mi accomodai salutando George e Louis, e appoggiai la schiena al grande tronco dell’albero.
Ordine del giorno?” chiese Fred.
Che quell’idiota di Louis ha messo il suo nome nel calice.” protestò Maggie.
Le pupille dei gemelli si dilatarono.
Ehy! Congratulazioni Lou! SPERIAMO DI VEDERTI PRESTO NELL’ARENA AMICO!!!!” urlarono in coro abbracciandolo, mentre mormorava i ringraziamenti soffocato dalla presa dei ragazzi.
Maggie roteò gli occhi al cielo, o meglio, all’albero, per poi posarli sui miei, alzando e abbassando le sopracciglia.
Tossii, quei colpi di tosse bruschi che si danno per attirare l’attenzione, e i presenti si girarono verso di me.
Bene… - cominciai giocando nervosamente con le mani - … prima di tutto lasciatemi finire di parlare, Ok? Ok. Io e Maggie quest’estate ci siamo ritrovate eccetera eccetera, a casa mia, a fine luglio, e, oh, insomma, abbiamo avuto un’idea per animare un po’queste serate…
Spogliarellisti?!
… Steph, per l’amor di Merlino, no, e lasciami finire di parlare... ” risposi all’interruzione della mora.
Gara a chi beve più succo di zucca senza vomitare?
No, Louis, ti prego, e ora vorrei-“ cercai di riprendere il filo del discorso.
Chi riesce a imitare meglio i professori?
Fred, mannaggiammerlino, NO. Potrei-“ cercai di zittirlo con il palmo della mano.
Lo so! Rotolarsi senza cercare di cadere nel lago?!
GEORGE, NO. MISERIA, SAPETE COSA VUOL DIRE ‘LASCIATEMI FINIRE DI PARLARE’?
“Idea! Provare a scalar-
ZITTO LOUIS!” lo feci tacere aprendo la piccola borsa che mi ero portata dietro, estraendone la novità di quella sera e lasciando tutti a bocca aperta. Per tutti s’intende, ovviamente, i due macho-men dalla chioma rossa del gruppo.

Che c’è, non avete mai visto una chitarra?” domandai infastidita, ma forse anche per coprire quell’imbarazzante silenzio.
 
C-cos’è quella roba?” domandò George avvicinando un dito alle corde.
Non si tocca! – la ritrassi – Bene, ora che ho la vostra attenzione... – pizzicai il La - … vorrei parlarvi di questa idea. LA CHITARRA – indicai lo strumento – si suona, produce diverse note che formano una melodia, e ci si può cantare sopra. Poiché io la so suonare molto bene, modestamente, e quest’estate ho praticato un po’con Maggie, aveva avuto l’idea di portarla per… ecco, boh, creare un po’di atmosfera.” conclusi suonando un accordo di Sol.
E-e-c-come hai fatto a farla stare qua dentro?” Louis indicò la borsetta.
Incantesimo estensivo irriconoscibile, la base.” Sbuffò Stephanie.
ah…” silenzio, regnava la quiete più assoluta, fin quando…
Suonaci qualcosa!” esordì George. Incredibile come quel ragazzo passasse da un umore all’altro, e quanto fosse curioso di conoscere cose nuove.
Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Ok, avrei suonato qualcosa, ma cosa?
Chiedere a loro che canzoni conoscessero era improponibile, dovevo affidarmi o a Maggie o a Louis, che almeno avevano vissuto a contatto con i babbani. Steph, per quanto l’avessi civilizzata, a modo di dire, era pur sempre una strega da generazioni, non se ne intendeva tanto.
Qualcosa per… - cominciò Louis - …non so, per creare atmosfera, ma senza calare troppo…” mi dicevano che avesse idee molto chiare. Tutto ma niente, niente ma tutto. Avrei potuto suonare una serenata proponendo alle coppie di ballare, ma non era esattamente il caso.
Volete una canzone attinente? No, perché le più facili sono di Avril Lavigne ma al momento non mi viene in mente nulla di… non so, di sensato…
Silenzio, cazzo, quanto erano di aiuto.
Sentite, andiamo da Macy’s Day Parade dei Green Day a Stairway To Heaven dei Led Zeppelin, da Complicated della Lavigne a The Edge Of Glory di Lady Gaga…*”.
Qualcosa che ricordi l’estate?” propose Stephanie.
Oh, l’estate, quella che non avrei rivisto prima di altri mesi e mesi ad Hogwarts, lei, eccola.
Se avessero tirato fuori minchiate come Danza Kuduro o Tacatà non sarebbero usciti vivi da lì, poco ma sicuro.
Summer Rain dei Jonas Brothers? Summer Paradise dei Simple Plan?” chiese speranzosa Maggie. Dire che andava matta per qualunque boy band era riduttivo. Tutte, tutte, le amava!
Facciamo Summer Rain, ha un bell’arpeggio.” tanto qualsiasi canzone avessi scelto,di sicuro Fred e George non l’avrebbero potuta riconoscere. Fortunatamente Stephanie era stata attaccata dalle manie di Maggie, quindi sapeva qualche strofa.
Allora, fa così, più o meno:
It's time for something
It's time for change
Time to get things rearranged
Summer heat
has been getting to me
And last summer's love is gone gone gone…“ cominciai a pizzicare le corde.
Effettivamente gli ultimi versi appena cantati ci potevano stare, e avrei potuto giurare che le iridi azzurre di Louis avessero incontrato quelle profonde di Maggie.
E poi, dopotutto era ancora estate, no? Quindi era più che consono cantare una canzone come quella, che parlava della pioggia estiva.
Ah sì, la pioggia estiva, rinfrescante e assolutamente terribile come quella che mi aveva svegliato pochi giorni prima, ancora a Wolverhampton.

Ma qualcosa di meno soporifero no?” tentò Fred.
Io risi, mentre Maggie gli tirò una pacca sul braccio e urlò di continuare.
A cantare eravamo in due, ma il suono delle corde sembrava cullarci e avvolgerci lentamente, tanto che non iniziai più a pensare ai tasti da premere, ma solo alla melodia in sé, che uscì da sola. Amavo quando ci riuscivo, quando semplicemente suonando mi isolavo dal mondo intorno a me.
Mi sentivo bene, mi sentivo felice, mi sentivo completa, mi sentivo forte, mi sentivo sicura.

Quando finii la canzone, che forse ripetei tre o quattro volte, sentendo man mano affievolirsi i già deboli cori di Maggie e Steph, alzai gli occhi pizzicando un’ultima volta le corde e trovai i miei amici sdraiati sul prato, con gli occhi chiusi e un’espressione beata.
Era davvero così soporifera? Dovevo cambiare repertorio.
Ebbi l’idea di strimpellare American Idiot e farli saltare in aria, invece mi limitai ad accarezzare i capelli di Fred.
Ti pare che possa essere già addormentato?” protestò.
Sorrisi debolmente e appoggiai la testa al suo petto, lasciando la chitarra poco distante.
Una leggera brezza iniziò a soffiare, muovendomi leggermente i capelli e facendo frusciare i grandi rami del Salice.
La prima volta che ci siamo incontrati è stato qui.” mormorai senza pensarci.
Mi ricordo.” ricevetti una risatina soffocata come risposta.
Non avevo bisogno di altro, sapere che il ricordo era vivo nella sua mente era abbastanza.
Forse dobbiamo andare… è tardi, Fred.” costatai a malavoglia.
Posso svegliare io Louis e George vero?!” aumentò leggermente il tono di voce, e sentii il suo petto alzarsi ed abbassarsi.
Si. - sbuffai spingendomi sulle mani, ripulendo poi i palmi dalla terra e infilando lo strumento nella borsa – Muoviamoci però, prometto che la prossima volta porto qualcosa di energico, così te e Louis fate a gara di chi balla meglio.” risi.
Io e Louis?! Io, Louis e George!” precisò alzandosi.
Ho paura, Fred.” dissi istintivamente.
… per Louis, vero?” controllò.
Si, questa roba è pericolosa, e so che voi sottovalutate Elizabeth, ma la conosco bene, era serena, non può aver sbagliato…
Louis sa badare a se stesso, Jo. Fidati, andrà tutto bene.” Mi sorrise per tirare un debole calcio al fratello e picchiettare sulla spalla di Maggie e Louis mentre sollevavo di peso Stephaniedalsonnopesante.
I nomi dei concorrenti sarebbero stati estratti due giorni dopo, ed ero molto nervosa. Anche se non lo davo a vedere, mi preoccupavo molto per tutti, conoscenti alla lontana, amici di famiglia, compagni di scuola… mi dava fastidio che le persone a me vicine potessero stare male, soffrire. Non lo volevo per loro, non lo desideravo per me.
Quando tutti, con parecchia fatica, si tirarono su, ci dirigemmo verso i gradini di pietra, abbastanza velocemente.
Era tardi, e fin quando saremmo rimasti a distanza debita potevamo permetterci di fare un po’di rumore.

Ci avvicinammo al castello, e salutammo Maggie, che doveva tornare alla sala comune facendo un giro piuttosto complicato, qualcosa a che fare con botti e cucine, e che per non essere scoperto comprendeva tre o quattro passaggi segreti.
Continuammo a salire, fin quando non notai qualcosa che non andava.
Mi fermai di colpo, e essendo la prima della fila bloccai tutti gli altri.
Merda.” costatai finemente.
Jo?” mi richiamò Stephanie.
Merda!” alzai una mano verso il cielo tendendo le dita nell’aria fredda, cercando di non alzare troppo il tono della voce.
Santa Morgana…” George fece la sua entrata in scena.
Una minuscola goccia cadde sul naso di Stephanie, che si accorse della criticità della situazione.
A più di cinquecento metri in salita da un luogo asciutto e nel pieno della notte, stava per piovere.
Le prime gocce iniziarono a scendere, bagnandomi leggermente i capelli.
Nonostante fosse una situazione critica, e anche se mi sarei presa uno dei miei soliti raffreddori, non riuscivo a odiare la pioggia. Dopotutto la consideravo un simbolo di vita, di fertilità, era indispensabile per l’uomo, ma allo stesso tempo poteva rivelarsi mortale per esso.
Iniziammo a correre sugli scalini umidi, cercando di non scivolare e raggiungere il porticato al più presto, ma la fortuna sembrava non essere dalla nostra parte.
Scorsimo una figura, esattamente là, dove saremmo dovuti arrivare per ripararci, e bloccai il gruppo, incitandoli ad abbassarsi per non essere scoperti.
ti prego fa che non ci veda, ti prego fa che non ci veda, Merlino se sei esistito ascolta le mie suppliche..’ cominciai a pregare mentalmente inginocchiata e avvolta dal mantello, mordendomi il labbro inferiore nervosamente.
Dopo pochi secondi, brevi ed eterni, l’individuo scelse di andarsene, ma la pioggia, dato che non poteva andare tutto bene, aumentò d’intensità.

Mi alzai dalle gambe doloranti e cominciai a correre incurante del pericolo di caduta, imprecando qua e là quando la pietra bagnata mi voleva far scivolare.
Mannaggia a me che avevo deciso di suonare “Pioggia estiva”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*So che la vicenda si svolge ai tempi di Harry e che alcune canzoni non erano ancora uscite, ma preferivo renderla più reale mettendo canzoni recenti.




































Mannaggiammerlino.
Salve! .

Parliamo del primo incontro di Fred e Jo? *-*
Mi sto facendo una lista mentale di tutte le possibili coppie, e sono davvero molte, quindi, ora, pongo una domanda a voi di fondamentale importanza.

Chi shippate? Lo so che è ancora presto, ma intravedo qualche Mousse dalle recensioni c:



Bene, corro a ripararmi dalla pioggia estiva c:
-Joanne



Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli carini e coccolosi xx & Gocce di pioggia estiva  xx (tra un po'occuperò metà pagina solo per gli xx ahahah).

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Capitolo 5
*** Meetings. ***





-Liam
 


Quella notte aveva piovuto. Parecchio.
La torre dove dormivano i Corvonero mi aveva dato una bellissima visuale dei nuovoloni grigi, e avevo passato molto tempo davanti alla finestra ad osservarli.
Sembrava quasi che si potessero prendere e strizzare come le magliette bagnate, e che fossero carichi di quantità d’acqua gigantesche.
Era stranissimo, poiché la sera sembrava limpida, ma ad un tratto erano arrivati e avevano scombussolato tutto.
Non avevo una vera opinione della pioggia, mi piaceva e basta.
Mi piaceva il modo in cui cadeva impetuosa, bagnava la terra, ticchettava sui vetri, ricadeva sugli alberi e ne impregnava le foglie, ma anche il modo in cui t’inzuppava i capelli quando non eri rincasato.
Per non parlare di quanto mi facesse dormire bene.
Come quella notte, ero stato veramente benissimo.
I miei compagni di stanza erano abbastanza simpatici, ma non esattamente il genere di persone che preferivo, troppo precisi e puntigliosi, così preferivo passare il tempo in sala comune, spesso in compagnia di Luna ed Elizabeth, anche se la maggior parte di volte leggevano, o giocavano a scacchi dei maghi, e cercavo invano di aiutare Luna alle mosse studiate di Elizabeth, anche se erano entrambe molto brave, di certo più di me.
Quella mattina avremmo avuto Cura Delle Creature Magiche, e temevo che si fosse creato un lago in prossimità della casa di Hagrid, quindi avvolsi la sciarpa fino al naso e indossai le scarpe pesanti. Quando uscii e vidi che c’era il sole rientrai e mi tolsi tutto, arrivando in ritardo.
Perfetto, visto che era una delle mie prime lezioni con Hagrid.
Tuttavia non sembrò importargliene molto, mi batté una mano calorosamente sulla spalla – con un po’ troppa forza – e mi fece segno di accomodarmi vicino agli altri Corvi.
Luna era a Divinazione, siccome era più piccola non condividevamo nessun’ora, e forse era meglio così.
Preferivo le lezioni pratiche a volte, ma in generale quelle teoriche, non so perché a dire il vero, forse erano più facili, e viste tutte le mie figuracce quando provavo a fare qualcosa e poi non riuscivo – si veda trasfigurazione – almeno sulla carta avevo una seconda chance.
Fortunatamente, quando uno di noi dovette avvicinarsi e accarezzare una strana creatura, una ragazza Serpeverde ci andò tutta contenta e lo stesso vale per gli altri “esperimenti” che ci propose Hagrid. L’ora passò tranquilla, me ne stavo seduto sul muretto ad ascoltare la lezione, la brezza era piacevole, non troppo forte, e anche il clima piuttosto mite, e il tutto era abbastanza silenzioso, se si escludevano gli strani vagiti dell’animale di Hagrid, “Cicci”.
Luna mi aveva detto che Hagrid prediligeva nomi molto ‘carini coccolosi e divertenti’ anche per animali che di divertente avevano ben poco in realtà, e aveva assolutamente ragione.
Prestai attenzione ancora per poco – fortunatamente – e poi potemmo risalire al castello per pranzo. Pranzo, che bella parola.
Avrei parlato un po’ con i miei compagni di stanza, poi magari sarei uscito e mi sarei riposato un attimo prima delle lezioni dell’ora dopo, Difesa Contro Le Arti Oscure, una delle mie materie preferite insieme ad Incantesimi, le materie che, oltretutto, trovavo anche più utili.
Afferrai i libri, che non avevamo utilizzato, e con estrema calma – odiavo fare le cose di fretta - cominciai a salire, senza badare a chi correva in preda dalla fame, non troppe persone per fortuna.
Hogwarts non era esattamente come me l’ero sempre immaginata: era anche meglio!
Avevo fatto bene a cambiare scuola, veramente bene, era meglio organizzata di quanto avessi mai sperato, perfettamente tenuta, aveva la fama di luogo sicuro e gli insegnanti erano di tutto rispetto, a parte una certa Sibilla C..c.. C, qualcosa, che era un po’ sclerata, e insegnava divinazione, ma ci stava, in una visione generale. Il cibo era ottimo, le camere sempre calde e pulite, ed era vero, in fondo c’era da studiare, ma lo spazio per farlo di certo non mancava. L’unica cosa un po’ inquietante erano i fantasmi, ma stavo cominciando ad abituarmi, dopo quattro giorni di incontri macabri per i corridoi.
I quadri erano dei veri chiacchieroni, ma erano simpatici in fondo, senza contare il fatto che fossero dei veri pettegoli, e per i corridoi, parlare di cose private era sempre un rischio.
Arrivai al porticato di pietra che conduceva alla sala grande, quando una mano picchiettò sulla mia spalla destra, così mi girai.
He-hey!” fece una ragazza muovendo la mano in segno di saluto.
Mi girai lievemente a destra e a sinistra, ma non c’era nessun altro, quindi voleva parlare con me.
Scusa se ti disturbo, ma mi ricordi tanto una persona, non so come dirlo…” ah, certamente, ora che aveva spostato i capelli che le ricadevano sugli occhi dietro l’orecchio, riuscivo a riconoscerla.
Bolfrack?” tentai.
Payne, giusto?” sorrise stringendomi la mano.
Non sapevo che fossi una streg-“
Non sapevo che fossi un mag-
Scoppiammo a ridere “Alora è così, ma come mai questo cambiamento?
“Sono stato espulso, o meglio, mi sono fatto espellere, non sopportavo la mia scuola, sono sempre voluto venire qui, ma visto che un mio lontano parente insegna là i miei genitori erano convinti che fosse la scuola migliore. Mi sembra strano però che non sapessi di te…
Oh beh, i miei genitori sono babbani, non avresti mai potuto capirlo! Le poche volte che ci siamo visti, sul serio, non avrei mai pensato che fossi un mago.
Lo stesso vale per me, sul serio. Ma Oliver…?
Oh, anche lui è babbano, sì, insomma, mica tanto normale però…. A parte questo, ti trovi bene in Corovonero?
A dir la verità non me lo sarei mai aspettato…” mi grattai la nuca sorridendo, ricordando i discorsi con Luna ed Elizabeth in treno.
Beh si, non sei una cima a Trasfigurazione…
Hey! Guarda che con gli incantesimi sono bravo!” ribattei alla sua espressione divertita.
Se lo dici tu, scusa eh?” rise.
Io… stavo andando a pranzo, diciamo che sto morendo di fame, anche tu…?
Oh sì, sì.” mi superò e ci incamminammo verso la Sala Grande.
Mi sembra ancora strano vederti qui, ma mi ci abituerò.” sorrise.
Lo stesso vale per me, che poi devo ancora abituarmi a tutto in pratica!
Dove andavi a scuola prima?” domandò.
In Irlanda, un posto abbastanza sconosciuto di nome Livenbrack, in mezzo alla pianura, lontanissimo dai centri abitati, con un tempo di merda.”
“Non che qui vada meglio, siamo in Inghilterra!

Sì, ma mi piace decisamente di più, l’acquazzone di ieri sera però è stato tremendo.
A chi lo dici… - sussurrò rivolgendo lo sguardo dall’altra parte - ti va di pranzare con me e i miei amici? Sempre che non ti aspettino Luna ed Elizabeth.” domandò.
Nonono! Figurati, anzi! - risi - A volte sono parecchio strane.
Lo so, conosco El da molto tempo, ma è una sveglia, solo che non lo dà a vedere, qualche volta però fa la strafottente, notato?
Già.” sorrisi mentre entrammo in sala grande.
Oggi siamo da Maggie.” accennò al tavolo dei Tassorosso.
Oh, va bene.” sorrisi, mentre mi precedeva verso la tavolata rumorosa.


 

-Joanne

 
Wei!” esclamai arrivando alle spalle di Fred.
Porco Merlin-
No! Non nominare il nome di Merlino invano!” gli tirai un finto coppino.
Ah no, perché cosa fai tu dalla mattina alla sera invece?
Io lo INVOCO in mia protezione, pivello.” Lo schernii.
Finii la conversazione quando mi accorsi che c’era Liam piuttosto imbarazzato dietro di me.
Ehm.. c-ciao.” mosse la mano in segno di saluto.
Ragazzi, questo è Liam.” gli poggiai una mano sulla spalla.
Il tuo vicino di casa?” chiese Stephanie prima di prendere un abbondante boccone di pasta.
Sì, proprio lui, ha cambiato scuola.” mi sedetti vino a Fred facendogli segno di accomodarsi.
Perché?” chiese Maggie pulendosi la bocca col tovagliolo.
Sono stato.. ehm… espulso.” sussurrò prendendo una porzione di primo.
Calò il silenzio più assoluto, seguito da un caloroso segno di approvazione di Louis.
Grande, amico! Io sono Louis, piacere. Qualche volta ho pensato che mi avrebbero espulso, ma devi essere a un livello superiore per esserci riuscito! Veramente magn-
Louis! Ma lo stai incitando a riprovarci? Deficiente!” lo sgridai.
Ma ti pare?! Non avevo mai conosciuto nessuno così! E’ un idolo questo ragazzo!
A proposito… - mi girai verso Liam – perché ti hanno espulso / ti sei fatto espellere?
Uno scherzo andato un po’ male – arrossì – alla fine mi sono preso la colpa solo io, di mia volontà, così mi hanno dovuto espellere per forza: non ce la facevo più in quella scuola, era un manicomio! Da pazzi!
E io che pensavo bigiassi le lezioni…” fece Louis deluso.
Ti pare che un Corvonero possa bigiare le lezioni, Louis?
Uff, che palle che sei Jo…” tornò a sgranocchiare la sua costoletta di pollo.
“Lascialo perdere, Liam – sorrisi – loro sono Fred, George, Margaret e Stephanie, se vorrai passare un po’ di tempo con noi sarai il benvenuto ma ti avverto, aspettati cose strane…” sussurrai l’ultima parte.
Ha parlato quella che ha voluto proporre la gara per chi riesce a tenere in bocca più Api Frizzole contemporaneamente…” arrivò Maggie, facendo ridere tutti, anche Liam.
Hey! Era una cosa seria!” scherzai unendomi a loro.
 
Allora Liam, come ti trovi?” domandò Stephanie quando avevamo quasi finito di mangiare.
Abbastanza bene, grazie. Un po’ male in trasfigurazione, ma davvero bene, mi piace questa scuola.” scostò i capelli dagli occhi.
Poi Louis fece la sua entrata in scena, ma ne avevo abbastanza per oggi, quindi mi girai verso Fred per porgergli una domanda.
Quando estraggono per la Tremaghi? Non ricordo più.” corrucciai le sopracciglia.
Domani sera, andiamo a fare il tifo per Lou-“ si bloccò fulminato da un’occhiataccia di Maggie.
Per lui, per colui che... che sarà estratto.” si corresse.
 
Quando finimmo di mangiare salutai Liam e gli altri, contenta di averlo riconosciuto.
Chi lo avrebbe mai detto! Mi ero sentita tranquilla a parlargli, era già capitato qualche volta a Wolverhampton, e almeno ora avevo un amico, per quando sarei tornata lì.
Afferrai i libri e m’incamminai verso l’aula di Divinazione, parecchio lontana, parecchio scomoda da raggiungere e parecchio spettrale, quasi quanto la Cooman.
Era capitato più volte che fossi sull’orlo di una dormita profonda, quando quella strega urlava qualcosa con la sua voce isterica e mi faceva saltare in aria.
Ero sempre disattenta, ma bastava guardarla e annuire con finto interesse per renderla contenta, e credo che le andassi particolarmente a genio, perché m’interrogava poche volte, e sugli argomenti facili.
Non ero l’unica della classe a cui riservava questo trattamento: un altro Serpeverde, del mio stesso anno, non riceveva mai sgridate o rimproveri, nonostante non stesse mai attento, e si vedesse benissimo.
Perché? Perché quella depravata della Cooman anni prima aveva fatto una sorte di profezia per ognuno, con sfere e tazze da tè, e le nostre erano “o Morgana... o Morgana.. terribili! La fine, la vendetta, il ritorno... ” e robe simili, a detta di Sibilla, così ogni volta che mi passava vicino mormorava “povera ragazza” o qualcosa di simile, nonostante non fosse mai accaduto nulla
Sì, aveva decisamente qualcosa che non andava: la cosa più brutta che mi fosse successa da allora era stata inciampare sulle scale e cadere di faccia, riuscendo a non rompermi nulla fortunatamente, anche se ero stata una giornata intera a letto.
 
Entrai in classe, Stephanie non era ancora arrivata e metà degli studenti erano già ai loro posti.
Lei, signorina, lavoro a coppie. Ecco, prenda posto. B-b…
Bolfrack.” Sbuffai scocciata. Ho già detto della sua pessima memoria? Ecco, scordava sempre i nostri cognomi, penso che l’unico che ricordasse fosse quello di Potter e di un paio di ragazzine nelle sue grazie, e basta poi, il nulla assoluto.
M’indicò un tavolino in seconda fila, così presi posto aspettando che iniziasse la lezione.
Il ragazzo seduto nell’altro banco aveva capelli e occhi scuri, la cravatta di Serpeverde annodata svogliatamente al collo e lo sguardo perso fuori dalla finestra.
Buttai i libri per terra, sul sontuoso tappeto, e mi accomodai di fianco a lui, rivolgendogli un sorriso e poi aspettando che la lezione avesse inizio.
Stephanie arrivò in ritardo, quando la professoressa stava per chiudere la porta, e le toccò stare con Malik, ma se l’era cercata lei.
Le feci la linguaccia, quando lei invece alzò e abbassò le sopracciglia muovendo le pupille da Zayn a me.
Avvicinai la mano alla toga e un simpatico dito medio con sorriso di accompagnamento fece capolino, così lei sospirò e si voltò a seguire la lezione.
In tutto quel tempo non mi ero accorta dello sguardo incuriosito del mio compagno di lavoro, che si presentò con un cenno.
Arthur.
Joanne.” la prima figura di merda, ero incorreggibile.
Uhm… anche lui mi ricordava qualcuno, possibile che tutti assomigliassero a qualcuno?!
Beh per forza, visto che ognuno è qualcuno e-
Capito, voi due, vero?” la Cooman si voltò verso di noi. Mannaggiammerlino.
Si, prof., capito.” Acconsentì Arthur.
La strega si voltò e continuò a spiegare, quando mi arrivò un’altra delle mie intuizioni geniali: il ragazzo che di solito girava con Zayn! Quello cui io e Steph avevamo fregato il posto a Trasfigurazione. Non mi ricordavo il cognome, ma era un vero cretino. Simpatico, ma cretino.
Sempre meglio di Malik, almeno.
E ora che mi veniva in mente, era anche l’altra vittima dei favoritismi della Cooman: perfetto, avremmo lavorato pochissimo!
L’ora proseguì lentamente, la ricerca era semplice e veloce, un pomeriggio in biblioteca, o anche un paio d’ore sarebbero bastate e così Divinazione era a posto.
Allora quando ci troviamo per farlo?” domandai mentre Sibilla stava preparando delle ampolle per una sorta di esperimento.
Mi fissò divertito.
Il compito intendo!” sbottai a ridere, allora non ero l’unica persona perversa della scuola.
Hai lezione questo pomeriggio?
No, avrei un’ora facoltativa ma potremmo svolgere la ricerca anche oggi, se per te va bene.
Sì, perfetto.” sorrise e tornò a seguire la lezione.
Quando l’ora finì, ora cui prestai attenzione perché altrimenti non avrei saputo nemmeno prendere i giusti libri per la ricerca, mi avvicinai a Stephanie e le dissi che non potevo venire giù al lago come avevamo programmato, ma che sarei andata a fare la ricerca.
Pensandoci bene non avevo la minima idea di come avrebbero fatto lei e Zayn: non erano il massimo della disciplina – beh, non che io lo fossi – e mi sarebbe dispiaciuto se Steph avesse preso un brutto voto.
Raggiunsi Arthur sulla porta e ci dirigemmo verso la biblioteca.
Sai già che libri consultare?” gli chiesi terminando la discesa sulle scale.
Stavo per farti la stessa domanda.” mi guardò ridendo.
Bene, allora vuol dire che ci penseremo quando saremo là.” sentenziai.
Beh, almeno avevamo qualcosa in comune, non sarebbe stato noioso fare la ricerca.
Mi chiedevo ancora come una persona del genere potesse frequentare Malik, una persona che d’altro canto non mi aveva mai rinfacciato niente sul mio status di sangue.
Stavamo per entrare in biblioteca, la ricerca l’avremmo fatta in sala comune, era decisamente meglio, tanto un paio di volumi sarebbero bastati, quando ne uscirono due ragazzi Serpeverde, della nostra età credo, che avevano bellamente saltato l’ora della Cooman.
Hey Arthur, dov’eri finito?” si fermarono a parlargli.
Teoricamente ero a lezione, tu David?” rispose squadrando quello più alto.
Praticamente non c’ero… - sorrise sarcasticamente - …da quando frequenti certa gente?” continuò volgendo lo sguardo verso di me.
Da quando mi pare, e tu da quanto frequenti la persona idiota che sei? Dalla nascita, o sei diventato così col tempo?
Hey, stavo solo scherzando amico – rise insieme all’altro – volevo solo dire, da quando vai in giro – vidi Arthur sfilare la bacchetta – con dei Mezzosang-
Il ragazzo non fece in tempo a finire la frase che Arthur lo afferrò per il colletto, e, sovrastandolo, penso che dovesse incutergli timore.
Non. Ti. Permettere. Mai. Più. David. Sono stato chiaro?” affermò mollando la presa.
Ora, io non sapevo leggere il linguaggio degli occhi, permesso che fosse mai esistito, ma le occhiate che si lanciarono qualcosa stavano a significare.
Il ragazzo e il suo amico se ne andarono, ed entrammo in biblioteca.
Lasciali stare, sono degli idioti.” sbuffò buttando il libro di divinazione su un tavolino e incamminandosi verso un corridoio, dove avremmo dovuto trovare i testi.
Sorrisi flebilmente, pensando che era davvero strano.
Prima faceva l’amichetto di Malik, poi con gli altri compagni di stanza a momenti mi difendeva.
E non lo conoscevo nemmeno.
 
 
 





































Mannnaggiammerlino *-*
Non pensavo che così tante di voi vedessero Fred e Jo bene insieme...
ma non posso dire nulla *si zippa la bocca*
Posso dirvi che Arthur non ci proverà, i problemi saranno altri.
Che tenero che è, Ohw.
Rispondendo allae vostre recensioni: sì, Elizabeth terrorizza anche me.
Nel prossimo capitolo le estrazioni del tremaghi, vi faccio penare ancora un po'.


Bacioni e alla prossima,
-Joanne



Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli Carini e Coccolosi xx & Gocce Di Pioggia Estiva xx & Scleri Della Cooman xx *ci stiamo espandendo ahaha*

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Capitolo 6
*** The T̶r̶i̶wizard Tournament. ***








-Joanne

 
 
 
Ero stesa nel letto, circondata da cuscini, le coperte aggrovigliate in malo modo.
E non volevo alzarmi.
Non lo avrei fatto nemmeno per una chitarra nuova di zecca, no.
Ero ben affezionata a Jackson e non me ne sarei mai divisa.
Sì, davo dei nomi alle mie chitarre, c'era qualcosa di strano?
No, cos'avevo mai fatto di così terribile per meritarmi questa sofferenza?
Ero distrutta, stanchissima, e quella dormita era stata semplicemente paradisiaca.
Avete presente quando, nonostante abbiate dormito poche ore, avete affondato la testa nel punto giusto del guanciale, il plaid è steso alla perfezione, e vi sembra di non poter chiedere di meglio?
Ecco. Mi capitava sempre quando mi dovevo alzare presto, diamine.
Era tutto così caldo, così morbido, così soffice...
 
Riaprii gli occhi realizzando di essermi addormentata di nuovo, e che la sveglia si avvicinava. La schiena non mi faceva più male, e le palpebre sembravano riuscire a mantenersi aperte.
Quando mai avevo pensato che la ricerca sarebbe stata facile?!
"Sì, due libri, forse tre... " cinque libri interi, mannaggiammerlino!
E tutte le informazioni necessarie nelle note a piè pagina!
Lo dicevo io che Piton era più simpatico della Cooman, almeno lui era un minimo prevedibile, altro che quella pazza.
Se non fosse stato per Arthur, Morgana che vegliavi su di me, mi sarei potuta addormentare, o peggio, avrei potuto scagliare un Incendio in preda da una crisi di nervi.
Non che il mio compagno fosse più ben disposto di me, anzi, ma faceva morire dal ridere. Era una delle persone meno fini che avessi mai conosciuto - e pensare che avevo conosciuto delle persone decisamente poco fini - e se ne veniva fuori con delle espressioni che facevano crepare.
Lo vedevi cercare sulla pagina corretta, scrivere tutto, poi girare per cambiare argomento e trovare una precisazione, sbuffare, cancellare con rabbia e imprecando cose poco carine verso la Divinazione, appoggiare la testa svogliatamente sulla mano, e cercare ancora. Alla fine eravamo arrivati a comune accordo di sintetizzare tutto: aveva detto che l'avrebbe ritirata a pochi sorteggiati, e speravamo nella Dea Bendata.
Così avevamo riportato i volumi in biblioteca, e strada facendo avevo scoperto che viveva con Zayn, a Bradford, anche se spesso si spostavano a Londra per lavoro "dei genitori", non intesi bene di chi fossero, i genitori, ma preferii non fare troppe domande.
Quando entrammo per riporre i volumi, trovammo Zayn spanciato completamente su un banco, e Stephanie che si torturava nervosamente le ciocche more con una matita.
Avevano scritto mezza facciata.
So solo che quella notte rientrò molto tardi nel dormitorio, e si buttò sul letto producendo uno scricchiolio insopportabile, ancora vestita.
Solo il giorno dopo avrei scoperto che erano arrivati a tre quarti di pagina, e speravano anche loro che con un paio di sorrisi sarebbero riusciti a scampare alla Cooman.
 
 
 

 
-Maggie
 

Stavo diventando un po’ nervosa, un pochino. Giusto un poco, eh. Ma proprio così poco che nemmeno lo sentivo. Già, dai, veramente pochissimo. Poco poco. Tanto poco. Molto poco. Poco. Nervosa? Io? Poco, naaah.
Ero in aula di erbologia. Nella serra, sì. L’aula di erbologia è la serra, Maggie.
Comunque, ero nella serra, ad ascoltare la mia ora preferita, con i miei compagni di casa, e la Sprite ci aveva appena assegnato venti punti per una brillante risposta.
Tutto bene, tutto perfetto.
Perfettamente tranquilla.
Monroe, la Dragula Canina è nel verso sbagliato!” scossi la testa leggermente, svegliandomi dalla mia disattenzione.
Oh, già, professoressa, scusi…” feci un finto sorriso a trentadue denti ridacchiando per coprire il mio terribile errore, ricoprendo poi le radici della pianta di terra.
Le radici, non le foglie, ecco, ora andava meglio.
L’ora fu un susseguirsi di disastri, alcuni rimediati per tempo, altri corretti dalla sempre più meravigliata insegnante, ma finalmente fui libera e potei correre in sala grande. Gli studenti si stavano già ammassando su sedie, tavoli e spalti, e riuscii a trovare un posto vicino alle mie amiche.
Hey!” mi salutò Stephanie.
C-ciao” Ricambiai accennando anche a Jo, seduta vicino a Fred e George.
E Louis?
O aveva cambiato idea ed era partito per il Paese delle Meraviglie, o doveva essere qui. Non che preferissi la prima opzione, perché non l’avrei più rivisto, ma quasi quasi…
Sentii cingermi i fianchi e qualcuno si fece spazio sulla panca vicino a me, poi percepii due mani abbracciarmi da dietro.
Morgana, Louis mi hai fatto prendere un colpo.” sospirai.
Vedrai quanti colpi ti farò prendere quando sarò…” si fermò giusto in tempo, da una parte fulminato da una mia occhiata, e dall’altra interrotto da Brian che iniziò a girare intorno al calice, che emetteva ancora quelle strane fiamme azzurrognole.
 
 
Seduti, è giunto il momento che tutti aspettavate: l’estrazione del campione” si girò verso di noi, iniziando a muovere le mani verso il calice.
La tensione era palpabile, la sala era un eco di sospiri, uno specchio di facce felici, a parte la mia, quasi bianca, e ci sarebbe stato anche un piacevole silenzio se Joanne e Stephanie avessero smesso di cincischiare.
Avevano fatto una scommessa con Fred e George, di sicuro.
Louis mollò la presa sui miei fianchi e mi prese per mano, stringendomela bene.
Fanculo Louis, prima metti il tuo nome lì dentro e poi mi stringi la mano” gli sibilai quando Silente si voltò dall’altra parte.
E smettila di guardarmi con questo sorriso idiota! Sei meschino!” sbuffai voltandomi dall’altra parte, prima che si avvicinasse per lasciarmi un bacio sulla guancia e tornare ad osservare il preside. No, non avrei mai potuto essere arrabbiata con lui.
Silente si avvicinò sempre di più al calice, ormai crepitante, e vi appoggiò le mani sopra, ritraendosi quando la fiammata si alzò prima di diventare rossa e sputare un piccolo pezzo di pergamena, bruciacchiato e rovinato.
Lo prese fra due dita e lo aprii con estrema cautela, rivolgendosi agli studenti in trepidante attesa.
E il campione di Durmstrang è… Viktor Krum!” i suoi compagni lo applaudirono, e alcuni gridolini eccitati si levarono in sala, quando, a mio parere, era palese che sarebbe stato estratto lui. Campione di Quidditch, ricco, notevole fama, spavaldo, anche abbastanza egocentrico. Si alzò, scendendo dagli spalti e stringendo la mano al preside, prima di incamminarsi verso una stanzetta dall’altra parte della Sala Grande.
Il calice non aspettò a dare il seguente verdetto, le fiamme si tinsero di nuovo di scarlatto, e un tondino di pergamena azzurro svolazzante uscì fluttuando dal calice, per essere afferrato e aperto prontamente da Silente.
Un pezzo di pergamena normale, evidentemente, era troppo difficile da trovare.
Il campione per BeauxBauton… è Felur, Delacour!” le ragazze in azzurro manifestarono il loro entusiasmo in gridolini da papere, mentre una ragazza, uguale a tutte le altre, si alzò dalla tavolata e si avvicinò sculettando finemente alla stanza dove già attendeva Krum.
Questa non me la sarei aspettata, insomma, mi sembravano più o meno tutte della stessa pasta, avrebbero potuto differenziarsi almeno un po’, no?
 
Era arrivato il momento.
Tre campioni, tre scuole, toccava a noi.
Tutti speravano in Diggory, un Tassorosso, sì, nulla di speciale a dire la verità.
Era bello – ovviamente non più di Louis – e aveva la fama di grande coraggioso – non più di Louis – e robe varie, tanto che tutti gli altri sembravano oscurati nei suoi confronti. Non che a me avesse dato questa grande idea di perfezione.
Oh, ma i Grifondoro sapevano bene che c’era qualcun altro, io lo sapevo, Jo e Steph lo sapevano, che c’era qualcuno con tutte le potenzialità di Cedric, che si contendeva il titolo, che voleva gareggiare per noi.



-Joanne

 

Silente tese la mano nell’aria carica di eccitazione, mentre tamburellavo nervosamente sulle gambe di Fred.
Mi morsi il labbro, com’ero solita fare quando il nervosismo mi assaliva, e presi a giocherellare con la manica del maglione e l’anello sull’anulare destro.
Ecco, dai, c’eravamo.
Il campione di Hogwarts,



Louis… Tomlinson!” potrei giurare di aver visto mezza sala urlare esultante, e un paio di ragazze voltarsi eccitati mentre Louis si alzava sorridendo.
Tutti lo erano, tranne i Tassorosso. Alcuni si erano uniti al coro, altri erano delusi, speravano in Cedric.
No, gente, il vostro Diggory non può competere con il nostro Tomlinson.
Un sorriso si allargò sul mio volto, applaudendo con i gemelli, felice, per un attimo dimentica della pericolosità dell’evento e rassicurata dalle parole di Fred.
Un sorriso che si spense quando vidi la mano di Louis, scendendo la platea, lasciare quella di Maggie, che si appoggiò allo schienale della panca.
Hey” tirai una gomitata a Steph facendole segno di consolarla, poi mi sporsi un po’ in avanti per poterla guardare in viso.
Non piangeva, figuriamoci, solamente… era scioccata, credo. Delusa.
Non pensava che sarebbe successo proprio a noi, proprio a lei.
Era sempre stata una persona molto amichevole, ma anche molto fiduciosa, si affezionava in maniera particolare a ciascuno, ed era sempre protettiva e preoccupata nei confronti degli amici più cari.
Ora però, doveva smetterla.
Maggie – sussurrai cercando la sua attenzione – Louis non è uno stupido, sa cavarsela, è riuscito in situazioni molto critiche e ce la farà a superare anche questa. Se si è proposto, tranquilla, vuol dire che ha confidenza nelle sue capacità, e che saranno sufficienti per superare le prove. Non essere triste perché TU non l’avresti voluto, cerca di essere felice perché LUI lo è, non lo vedi? Si capisce che non aspettava altro, ma si vede altrettanto bene che non vuole metterti in pensiero. Quindi cerca di supportarlo, fallo per lui.” le sorrisi.
Gli ho promesso che mi sarei fidata di lui, hai ragione.” acconsentì.
Quindi…
Quindi – si alzò mentre gli ultimi ragazzi si ricomponevano sedendosi sulle panche – STENDILI TUTTI LOUEH!” urlò sorridendo.
Il ragazzo si girò, sorridendo di ricambio, e s’incamminò verso la stanzetta, notevolmente privato di un peso.
Questa era la Maggie che conoscevo.
Ci sedemmo nuovamente cominciando a chiacchierare, quando capimmo che qualcosa non andava.
Silente era ancora in piedi, gli sguardi erano ancora rivolti al calice.
Il discorso che stava pronunciando poco prima si era spezzato, la fiamma cambiava.
Con la coda nell’occhio osservai alcuni insegnanti avvicinarsi curiosi alla coppa, cosa stava succedendo?
Schizzi di luce azzurra cominciarono a uscire freneticamente dal calice, fin quando non fecero mutare nuovamente colore alla fiamma in un rosso rubino.
Uno, due, tre… coppa Tremaghi, no, era decisamente strano.
La fiamma si rimpicciolì, fino a scoppiare rimettendo due pezzi di pergamena stropicciati, due biglietti che non sarebbero dovuti uscire, sotto gli occhi di un pubblico meravigliato.
Silente, quasi accecato dal bagliore, li afferrò chinandosi poi su se stesso.
heipatwie” udii solo un flebile sussurro.
Harry, Potter!” urlò nuovamente rivolgendosi verso di noi, dove Harry era seduto vicino a dei compagni.
Mannaggiammerlino, qualcosa non andava decisamente qui.
Vidi Hagrid scuotere veemente la testa, mentre Harry, incredulo, incerto sul da farsi, non riusciva ad alzarsi, e si guardava intorno spaesato.
Non poteva esser stato lui a mettere il suo nome nel calice, era troppo piccolo!
Come si dice in questi casi, qualquadra non cosava.
Hermione gli diede un colpetto sulla spalla, e Potter si alzò, avvicinandosi al preside.
Non una parola, non un cenno, gli fu consegnato il suo biglietto e, sotto gli sguardi stupiti di alcuni, arrabbiati e increduli di altri, si incamminò verso la stanza dei campioni.
Minerva si avvicinò ad Albus e vidi i due scambiarsi un gesto d’intesa, poi lei scosse la testa, ma forse rimproverata da lui volse lo sguardo alla platea, scorrendola lentamente.
Si girò e, camminando muovendo l’ampio mantello della veste, arrivò sulla soglia della camera in cui Harry, Fleur, Louis e Viktor stavano aspettando, per poi scomparire dietro di essa.
La sala rimbombò di commenti spregiativi su quanto appena accaduto, il fratello di Fred e George era rosso fino alla punta delle orecchie, e Hermione cercava invano di calmarlo.
Pensava che il suo amico lo avesse tradito, doveva essere terribile.
I gemelli rotearono gli occhi al cielo, ero quasi sicura che loro la pensassero come me; con tutti i casini che aveva, tra voi-sapete-chi, il suo passato, il suo padrino che a quanto pare era pluriricercato, e Malocchio Moody che sembrava avere una fissazione per lui, di certo per Harry mettere il suo nome nel calice per competere in una sfida mortale era l’ultimo dei pensieri.
Se io mi fidassi di una persona, e gli altri mi venissero a dire che questa mi ha tramato alle spalle, io non crederei loro, perché avrei fiducia nel mio amico.
E così avrebbe dovuto fare anche lui.
Sileeeeeeeeeeeeeeenzio!” l’urlo di Silente echeggiò in sala.
Merlino, mi ero dimenticata che c’era un altro biglietto fra le sue dita.
Aspetta… coppa cinque-maghi? Sarebbe passata alla storia.
Mi chiedevo solo chi sarebbe stato l’altro poveretto, o poveretta.
 
Roteai lo sguardo verso i Corvonero, dove Elizabeth e Luna erano attente a guardare Brian.
Improvvisamente, la prima impallidì vistosamente, e si girò nella nostra direzione.
Scossi la testa, per domandarle cosa mai avesse, ma quella spalancò solo gli occhi e mimò un monosillabo con le labbra.
Tu.
Bolfrack!- mi sentii richiamare da Silente – Joanne, Bolfrack!
































M A N N A G G I A M M E R L I N O
io-sto-sclerando.


Non dimentichiamoci la cosa più importante.
ANDRO' AL CONCERTO DI BRUNO MARS.
Vi dico, sto sclerando alskdjf sarà il mio primo concerto e io lo amo *w*
Ah, poi sono appena crepata dalle risate per 
questa gif. AHAHAHHAHAHHAHAHAHAHHAHAHH.

Poi, per ringraziarvi, ho una sorpresa per voi amate lettrici.

-è l'immagine della pagina facebook, io l'ho solo modificata, forse qualcuno l'ha già vista, ma dato che vi piace questa coppia...-



 



 

-Joanne-


Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli Carini e Coccolosi xx & Gocce Di Pioggia Estiva xx & Scleri Della Cooman xx & Plaid aggrovigliati xx

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Capitolo 7
*** It's a nightmare, and I hope it'll finish soon. ***





-Joanne

 
 
Bolfrack!- mi richiamò Silente – Joanne, Bolfrack!
nonostante fossi seduta, sentii le gambe cedere.
 
Non era possibile.
 
Io non avevo messo il mio nome nel calice.
Io non avevo fatto del male a nessuno.
Io non ero importante come Potter.
Io non avevo l’età richiesta.
Non potevo essere IO.
 
Aggrottai le sopracciglia e girai freneticamente la testa per tutta la sala, aspettando che una Joanne Bolfrack dell’ultimo anno, allegra e incredula, si alzasse sorridente per prendere il biglietto, quando nessuno lo fece.
Sentii Fred stringermi la mano – per richiamare la mia attenzione? – e mi fece segno di andare, ma io scossi solo la testa, incapace di proferire parola.
Non avevo mai preso le cose alla leggera, davo troppa importanza alle stupidate, figuriamoci ora.
Insomma, Potter aveva un suo perché, ma cosa ci facevo io là in mezzo?
Avevano detto che era sicuro, Morgana! Sicuro!
Deglutii rumorosamente, sentendo che però non riuscivo a mandar giù la tensione, e nonostante le mie mani tremassero, mi aiutai ad alzarmi dalla panca e a scendere, mentre m’imponevo di non crollare, non cadere, non fare scenate, non guardare nessuno, non compiere nessun movimento strano.
Sentivo di avere le labbra secche, aride, ma non avevo la forza di bagnarle con la lingua, non avevo la forza di fare nulla.
Quando mi avvicinai a Silente, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi, egli m’indicò la camera in cui era appena entrato Harry, notevolmente a disagio.
Cosa mi aspettavo? Che dicesse “Sei su scherzi a parte”? Che mi desse una pacca sulla spalla sorridendo, incitandomi a tornare al posto? Il suo sguardo era severo, ma anche preoccupato, e non vi era traccia della McGranitt.
Girai di poco la testa a sinistra per scorgere Elizabeth, ma poi la scossi nervosamente, per farglielo capire: non c’entravo nulla, volevo solo essere in un altro posto.
Magari era come nei film, mi sarei svegliata.
Tuttavia, il sonno sembrava persistere.

Aumentai il passo, la Sala Grande sembrava infinita ora che avevo tutti quegli occhi puntati addosso. Non mi era mai spiaciuto essere al centro dell’attenzione, ma al momento volevo solo diventare invisibile e sprofondare da qualche parte, o nascondermi in qualche angolo.
Sentivo la cravatta stranamente stretta al collo, ma era solo una suggestione. Avevo paura, e non era ancora iniziato nulla.
Si trattava solo di entrare in uno stanzino e lasciare che le voci circolassero, che la gente cominciasse a sparlarmi dietro, che qualcuno credesse che l’avessi fatto di proposito, ma perché poi?
Valicai la soglia della ‘stanza dei campioni’, espirando rumorosamente.
Tutti sembravano aspettarmi, Harry doveva averli avvertiti che non sarebbe stato l’unico.
Mi morsi il labbro e scossi nuovamente la testa guardando Louis, mentre sentivo che gli occhi stavano diventando lucidi.
N-non stata io, credimi…” sussurrai balbettando.
Stava per rispondere, per venire verso di me, quando sentii un rumore infernale provenire dai gradini all’ingresso della stanza.
Silente egli altri insegnanti si stavano precipitando verso di noi, seguiti dall’uomo che ci aveva spiegato alcune delle regole, un tipo del Ministero mi pare, così mi avvicinai a Harry, capendo però, dal suo sguardo, che nemmeno lui voleva essere lì.


 -


Era successo.
Avevo supplicato Merlino e Morgana di prendere me, ma non lei.
I miei peggiori incubi si erano appena avverati, non sarei potuto rimanere nell’oscurità ancora per molto.
Mi girai, era sbiancato, non era passato nemmeno per i suoi pensieri che sarebbe potuto succedere stasera.

-


-Fred

 
No, noi non ce ne andiamo di qui.” Io e Maggie ammonimmo ancora una volta George, che voleva aspettare Jo e Louis sotto il Salice, o tornare subito ai dormitori. L’evento di poco prima mi aveva sconvolto, ci aveva sconvolto.
Non pensavo davvero che Jo avesse messo il suo nome nel calice, viste tutte le preoccupazioni che aveva per Louis e il modo in cui aveva reagito al sorteggio, ma c’era qualcosa che non andava.
Eravamo seduti sotto un’arcata del grande portico che corre intorno all’ingresso di Hogwarts, e stavamo aspettando i nostri amici, che sembravano non arrivare.
Qualunque cosa stesse succedendo in quella stanza, di sicuro non era piacevole.
Certo, era stato uno shock sentire chiamare Harry, ma almeno non così grande come sentire il nome di Jo.
Doveva esser stato uno scherzo, insomma, chi mai avrebbe voluto farla partecipare a una sfida mortale, per la fama e il prestigio, contro la sua volontà? Perfino lei stessa non era stata sfiorata dal pensiero.
Silente stava discutendo con i campioni, ero certo che doveva dire loro qualcosa, ma mi stavo leggermente preoccupando, perché ci metteva così tanto tempo? Maggie sembrava più calma, ma si vedeva che non aspettava altro che abbracciare Louis, e magari tirargli pure un coppino bello forte per il guaio in cui si era cacciato.
Sentimmo le porte della sala grande aprirsi, e mentre Harry si allontanava nervoso verso la sala comune, Jo ci corse incontro, buttandosi tra le braccia di Stephanie.
Prima che potesse dire qualunque cosa, lei la rassicurò.
Sappiamo che non sei stata tu, Jo” le strofinò la mano sulla spalla, cercando di sorridere il più amichevolmente possibile.
Sì, m-ma che sia stata io o no, non posso tirarmi indietro.” mormorò con gli occhi lucidi.
Stephanie si staccò da lei quanto bastava per poterla osservare in volto.
Come?” chiese sbalordita.
I nomi sono stati estratti. Non si può tornare indietro, che sia stata a metterlo io o no. Così hanno detto. Coppa cinque maghi, ohmmerlino
Aspe-aspetta, se ha detto Ohmmerlino a posto di Mannaggiammerlino la cosa è piuttosto grave.” feci fintamente sconcertato.
Grazie Fred, sei sempre d’aiuto” si vedeva che non era arrabbiata, ma era uno di quei momenti dove l’ultima cosa che desideri era sembrare felice.
Ed era qui che subentravo io. Sì, mi sentivo molto Tabatha Coffey.
Hey, facciamo così, ora saremo tutti stanchi, cerchiamo di andare a dormire e penseremo a tutto più in là, non ha senso preoccuparsi già ora, cerca di affrontarla come Louis.” cercai di rassicurarla in qualche maniera.
A proposito, Louis dov’è?” domandò… Maggie, ovviamente.
Si è trattenuto di più in Sala Grande a parlare con Silente, credo. Prima ha fatto un discorsetto a me e Harry, poi è passato agli altri… ai campioni veri.” scosse le spalle.
Ci alzammo dal muretto e cominciammo ad avviarci verso i dormitori, ma la tensione fra noi era palpabile.
Jo – mi avvicinai a lei – ricorda, se la cosa si fa troppo difficile, in ogni sfida, puoi sempre ritirarti, non succederà nulla, e poi tu sei forte, ce la puoi fare.
Lo credi davvero Fred?” mi rivolse uno sguardo carico d’incertezza.
Certo che lo credo, non mi hai mai deluso fino ad ora.” le sorrisi.
Grazie.” ricambiò il sorriso e mi si avvicinò abbracciandomi, così le portai una mano intorno alle spalle fino a che non dovette dividersi da noi per scendere al dormitorio.
Stephanie ci salutò stancamente, ed io e George proseguimmo verso il dormitorio dei Grifondoro, anche se la mia mente si trovava altrove.




-

 

-Lo sapevo!- entrai in camera sbattendo la porta, prima di avvicinarmi all’armadio e tirarvi un pugno con la mano destra, ottenendo solo un dolore lancinante lungo tutto l’arto, che mi distolse momentaneamente dai miei piani di distruzione.
-Cosa si fa, ora?- mi richiamò sedendosi sul letto.
-Non lo so, aspettiamo. - sbuffai portandomi una mano alla fronte – è l’unica cosa che possiamo fare. Quando verrà l’ora, lo capiremo.- faticavo a mantenere la calma.
-Comunque, lo hai notato, Silente…- si andò ad appoggiare sul suo materasso, levandosi la cravatta.
-Sì, stavo pensando la stessa cosa, sapevo che ne era a conoscenza - ammisi.
-Secondo me, tutto verrà da sé -
-Meglio ora che mai, sarebbe successo comunque, tra qualche tempo - lo congedai e mi avvolsi nelle coperte, desideroso solo di dormire e placare tutti i problemi che mi sommergevano, pesanti come un macigno sul petto.
Tuttavia, fu molto più difficile di quanto pensassi.
 
 -

 



-Joanne

 
Il mattino seguente mi svegliai di soprassalto.
Avevo fatto un incubo, ed era da tantissimo tempo che non mi capitavano.
Nel sogno, affrontavo una prova del torneo, e venivo sommersa dall’acqua, cercavo di nuotare, ma le mie braccia non si muovevano, e dal velo trasparente dell’onda vedevo le facce felici dei miei amici, mentre cercavo di salire ancora di più, ma una forza mi spingeva sempre più in basso, fino a quando l’acqua non penetrava nei miei polmoni, uccidendomi, soffocandomi, e mi sentivo espoldere.
Il risultato fu che mi svegliai in un bagno di sudore e trovai Stephanie vicino al mio letto, a chiedermi se andasse tutto bene.
Annuii nervosamente, ma quando scorsi le grandi vetrate Serpeverde sul lago oscuro mi sentii morire, come se le pareti da un momento all’altro dovessero chiudersi su di me, così le dissi che dovevo prendere una boccata d’aria e, dopo essermi infilata il maglione, corsi fuori dal dormitorio, fuori dalla sala comune, fino al Salice, il mio unico riparo. Può sembrare un po’ stupido, pensandoci, visto che era appena l’alba e il tempo non era dei migliori, ma lo abbracciai.
Abbracciai un albero.
Merlino, dovevo stare proprio male.
Dopodichè, mi abbandonai scivolando sulla corteccia fino a toccare terra, e distesi le gambe doloranti. Doloranti, solo perchè nel mio incubo le sentivo risucchiare verso il basso. A pensarci bene, mi faceva male tutto.
Raddrizzai la schiena lungo l’albero e mi strinsi ancora di più nel maglione, realizzando di essere in pigiama e scarpe da ginnastica.
Poco importava, nessuno sarebbe uscito prima di tre ore, la maggiore delle mie preoccupazioni era incontrare qualche studente di ritorno dalla scappatella notturna.
Mi concessi un attimo per rilassarmi, inspirando ed espirando profondamente, controllando bene lo stato dei miei polmoni, e poi tornai a osservare il lago, per fortuna non troppo vicino ai miei piedi, e il salice.
I grandi rami erano cresciuti, e ora le foglie arrivavano quasi a toccare terra.
Mi ero sempre sentita a casa qui, anche perché nel mio giardino, quando ero molto piccola, vi era un Salice gigantesco, e passavo molto tempo con mio fratello a giocare fra i suoi rami, a creare ripari immaginari, stanze, rifugi dalla pioggia e dai nostri genitori quando ci dicevano di rientrare.
Da una parte le foglie erano molto fitte, impedivano quasi la visuale del castello, mentre si aprivano sul davanti, formando quasi un’apertura nella cupola naturale.
Nonostante cominciassi a sentire un po’ di freddo, il terreno era asciutto e compatto, per nulla umido, e rannicchiai le ginocchia al petto aspettando ancora un po’, attendendo di calmarmi, di sciogliere tutti i nodi che il nervosismo e l’ansia avevano creato in me.

Un improvviso rumore mi fece tornare alla realtà.
Qualcuno stava arrivando, ed io non mi sarei dovuta trovare lì.
 
Le possibilità erano due: o scappavo, rischiando però di essere sentita, o restavo immobile, sperando di non esser vista, e mi pareva la migliore delle ipotesi.
I miei desideri furono però infranti quando vidi due piedi avvicinarsi tranquillamente dalla mia parte, sovrastati da un paio di pantaloni di tuta grigi.
Tuta.
Ora che ci pensavo, indossavo i pantaloni a scacchi verdi e bianchi di Oliver, una canotta grigia e un maglione bianco fino alle ginocchia, non esattamente l’abbigliamento adeguato a una situazione del genere.
Era troppo tardi per scappare, quindi scivolai dietro la corteccia dell’albero tirandomi in piedi, aspettando che il ragazzo – lo notavo dall’andatura – passasse e se ne andasse il più in fretta possibile.
La sorpresa mi colse, quando nel varco delle foglie pendenti, scorsi Malik.
Zayn, Malik.
Va bene, mi sentivo molto James Bond.
E mi venne un secondo infarto, quando notai che invece di allontanarsi seguendo il sentiero, fece due passi e si sedette, dove mi trovavo io un attimo prima.
Mannaggiammerlino, questo inconveniente non mi serviva proprio.
Bene – pensai – per quanto si tratterrà? Prima o poi dovrà andarsene, no?
Passò qualche minuto, ma lui si tratteneva lì, ogni tanto lo sentivo sbuffare, poi si calmò, e pensai che si fosse addormentato, strano a dirsi, così mi rilassai, aspettando che fosse abbastanza assopito da poter andarmene inosservata.
Chiusi gli occhi per un istante, sussultando poi quando sentii un rumore improvviso di passi, ritrovandomi Zayn davanti.
Mattiniera eh, Bolfrack?” mi chiese appoggiando le mani al tronco, ai lati della mia testa.
Potrei chiederti la stessa cosa, Malik.” risposi sottolineando il cognome.
Eheh, tranquilla, mica volevo andare a dirlo alla vecchia, anche se effettivamente…” mi scrutò con i suoi occhi color… color… fango spiaccicato.
Sì, fango spiaccicato.
Oppure cioccolato fondente.
Io amavo il cioccol-no, fango spiaccicato, decisamente.
Potrei fare la stessa cosa.” ribadii scocciata.
Hai ragione. Quale buon vento ti porta qui?” era stranamente gentile.
Cosa vuoi Malik?” se pensava che ci fossi cascata, qualunque cosa volesse, si sbagliava di grosso.
Io? Nulla, solo sapere com’è stato quando ti hanno chiamata-“ inarcò gli angoli della bocca in una risatina sarcastica.
Sei stato tu?! – urlai – Tu o uno dei tuoi amichetti, eh?! A mettere il mio nome nel calice!” sbottai staccandomi dall’albero, facendo allontanare anche lui.
Ma ti pare?!”urlò in risposta, diventando subito nervoso.
E allora cosa vuoi, me lo spieghi?” gli rimbeccai.
Fare due chiacchiere.” scrollò le spalle.
Inventatene una migliore, per favore.” placai il tono della voce e raggiunsi i folti rami del Salice, spostandoli per risalire al castello.
Un lampo squarciò il cielo, presagio di maltempo, per completare il mio perfetto umore.
Se mi muovevo facevo in tempo a raggiungere il castello prima che la pioggia imperversasse, rimanere sotto l’albero era rischioso, sia per un’eventuale caduta dei rami, sia perché il terreno sarebbe diventato fradicio.

Per quanto mi spiacesse farlo, mi girai per richiamare Zayn.
“Ti conviene muovere il culo, sta arrivando un temporale, e anche se mi piacerebbe vederti crepare qua sotto, non voglio averti sulla coscienza.”








































MANNAGGIAMMERLINO.

Prima cosa: come vedete abbiamo il nuovo banner (
crediti alla mia amata Marianne_13 laskdj), perchè il prestavolto di Jo è cambiato, ho trovato finalmente quello perfetto alskdjf

Comunque eccola:

 


Poi: non smetterò mai di ringraziarvi abbastanza, ma grazie grazie ancora alle 23 preferite, 13 ricordate e 42 seguite.
Non sapete quanto voglia dire questo per me.


 

 

-Joanne-


Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli Carini e Coccolosi xx & Gocce Di Pioggia Estiva xx & Scleri Della Cooman xx & Plaid aggrovigliati xx & Occhi Zaynosi xx

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Capitolo 8
*** Eavesdropping, love and fears. ***




 


-Joanne

 

Dopo l’incubo e l’incontro con Zayn, tutto sembrò passare più velocemente del solito, in proporzione con la mia angoscia.
Nonostante i miei amici facessero a turni per rincuorarmi, era impossibile mantenere la calma.
Liam qualche volta pranzava con noi, ma passava molto più tempo con Luna ed Elizabeth, e spesso penso che lui e la bionda trattenessero l’ultima dal fare qualche strano presagio che mi avrebbe fatto diventare fin troppo preoccupata. Il tutto era anche abbastanza noioso, ma non avevo alcuna idea di quale fosse la prima prova, non potevamo ricevere aiuti, e la cosa mi stava davvero innervosendo. A quanto pare Minerva aveva scritto ai miei genitori, ma figurarsi, non era arrivata nessuna risposta, non potevano immaginare il pericolo cui stavo andando incontro, pensavano più che fosse una competizione scolastica di qualche tipo. La vita da babbani era realmente noiosa, non sapevo come facesse Oliver a resistere.
 
Qualche giorno dopo il sorteggio stavo camminando verso l’aula di trasfigurazione, quando m’imbattei in Malfoy, un ragazzo biondo del quarto anno, che mi porse una spilla.
“Tieni, la indossiamo tutti, è per far vedere a Potter quel che davvero vale.” rise insieme ad altri due suoi amici.
La presi in mano, esaminandola: era di un bel colore acceso, con la scritta “forza Krum”, ma no, io non tifavo per Krum, quindi non m’interessava. All’improvviso cambiò in un verdognolo disgustoso, e comparve la scritta “Potter fa schifo!” lampeggiante.
“Mi fate davvero pena, non la metterò mai! - gliela ridiedi disgustata, facendola cadere a terra - Ma quanti anni avete? Due?!”
“Oh oh, attenta mezzosangue, ti abbiamo risparmiata solo perché sei Serpeverde, rimani comunque una disagiata, non ci metterò nulla a farne altrettante con il tuo nome babbano.” rise di gusto Malfoy.
“Ed io non ci metterò nulla a schiantarti a terra così forte da farti passare il resto dell’anno da Madama Chips.” ribattei arrogante.
“Ma sì, lasciala stare Draco, deve difendere il fidanzatino.” inferì un ragazzotto basso a fianco a lui.
“Uuuh, ma non te la facevi con Weasley?” insinuò sfacciato questo.
“Sì, i Weasley sono proprio la feccia della società, il genere di persone che un Serpeverde non dovrebbe mai frequentare, magari ha alzato lo standard, ma non credi di volare un po’ troppo in alto?” continuò a ridere l’amico.
Se esternamente potevo sembrare molto calma, dentro di me scoppiò un inferno, ma non per i loro insulti, che non mi sfioravano proprio e avevo imparato ad ignorare, per il fatto che avessero dato contro a un mio amico, al mio migliore amico. Sfilai la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni e la puntai velocemente contro il ragazzino, mettendomi a una distanza adeguata.
“Stupeficium!” urlai attirando l’attenzione dei presenti, e facendo volare il tipo venti metri più in là. Qualche urletto si alzò da parte dei Tassorosso, e poi Malfoy si rivolse a me minaccioso.
“Mio padre lo verrà a sapere!” sputò con rabbia,
“Malfoy, detto tra noi, non me ne frega proprio un cazzo di quello che andrai a dire a tuo padre, perché qui i disagiati mentali siete voi, e se scopro che sei stato tu o quel verme di Lucius – a volte sentivo Harry parlarne – a mettere il mio nome nel calice, ti giuro che il tuo amico là in fondo sarà grato di quello che gli ho fatto in confronto a ciò che riserverò a te. E ora mi spiace, ma devo prepararmi per un torneo, e tempo da perdere con gente come te non ne ho davvero.” detto ciò girai i tacchi, sicura che, tanto codardo che era, non si sarebbe mai degnato di rispondere o contrattaccare.
 
 
 
 

-Fred


 
“Mi hanno detto che qualcuno ha fatto scintille oggi!” piombai alle spalle di Jo, ritornando dalla Sala Grande subito dopo cena.
“E ci sono andata piano, Fred. Mi hanno fatto venire una rabbia con questa storia delle spille e del torneo…” serrò i denti, interrompendo la frase.
“Ah, a proposito del torneo, ti devo dire una cosa.” la presi per mano e controllai in giro, ma era troppo affollato, quindi la trascinai verso le scale, luogo più sicuro, dove le avrei potuto parlare.
“Fred, ma dove…” protestò.
“Aspetta un attimo.” arrivammo in fondo al corridoio che dava al campo e alla capanna di Hagrid, dove nessuno ci avrebbe sentiti.
“Cosa c’è? Merlino, mi stai facendo preoccupare!” sbuffò.
“Allora, Hagrid ha detto a Seamus che ha detto a Ron che Harry e Neville… no, aspetta, non era così. Un attimo. Charlie ha detto a Hagrid che ha detto a Seamus che ha cercato Ron che doveva dire a Harry che Calì… no. Morgana, eppure me la ricordavo benissimo fino a un attimo fa. Charlie ha avvisato Hagrid che ha detto a Calì che Seamus-“
“FRED!”
“Cosa c’è?”
“Cosa mi devi dire?!” sbottò Jo.
“Draghi.” risposi ovviamente.
“Dra-che?” aggrottò le sopracciglia.
“Draghi, sono la prima prova. Mio fratello ha aiutato a portarli dalla Romania.”
“Oddio, non mi sento bene. – scivolò lungo il muro di pietra e si sedette a terra, sfregandosi le spalle con le mani – Mannaggiammerlino, Fred! Io non so combattere i draghi! Cazzo!”
Mi affiancai a lei “Ma mica dovete combatterli, sono che la prova prevederà un drago per ogni campione.” non sapevo quanto questo potesse tranquillizzarla.
“E… e… sono pericolosi?” sussurrò.
“Sono draghi, sinceramente credo che siano tutti pericolosi… cioè, volevo dire – mi corressi alla sua occhiata terrorizzata – uno è molto pericoloso, l’Ungaro Spinato. Gli altri sono più semplici, non dico innocui, ma più facili da battere.”
“Mi toccherà l’Ungaro Spinato.” mormorò.
“Come lo puoi dire?” domandai sorpreso.
“Lo so e basta, mi sento un po’ come Elizabeth ora, lo so. Mi capiterà quel fottutissimo drago che mi abbrustolirà come le alette di pollo che mangia Louis, Dio santo.” finii parlando veloce come solo lei riusciva a fare, e prendendo un grande respiro.
Restammo in silenzio qualche secondo, poi scoppiammo a ridere.
Louis e le alette di pollo erano un amore unico, fortunatamente Margaret non era gelosa, altrimenti ci sarebbe stata una battaglia.
Jo smise improvvisamente di ridere, e mi accostò un dito alle labbra.
“Sta arrivando qualcuno.” sussurrò, e allora sentii dei passi e un vociare, una voce femminile e una maschile sembravano, in direzione dell’entrata del ponticello, dove eravamo arrivati poco prima.
“Presto, qua dietro!” le afferrai nuovamente il polso e ci nascondemmo dietro a delle pietre poco distanti, abbastanza vicine da poter spiare inosservati, ma abbastanza lontane da non essere visti.
 



-Maggie
 

Era almeno da mezz’ora che cercavo di capire cosa volesse fare Louis. A cena continuava a mandarmi occhiate, alcune misteriose, altre imbarazzanti per un ambiente così affollato, e altre ancora troppo buffe per evitare di ridere. Finito di mangiare, aveva detto che voleva farmi vedere una cosa, un posto insomma, che però era un po’ lontano.
Era sera calata ormai, e del buio non mi fidavo particolarmente, avevo molte fobie a riguardo, ma sentendo Louis al mio fianco svanivano. Certo, se avesse dovuto fare un incantesimo di trasfigurazione per difendermi sarei stata messa piuttosto male, ma con gli schiantesimi vari se la cavava bene, e questo mi tranquillizzava.
Scendemmo le scale e ci avviammo verso il ponticello/corridoio di pietra, quello che portava alla capanna di Hagrid e alla foresta, tanto tranquillo di giorno, quanto macabro di notte.
“Louis, e se c’è qualcuno?” sussurrai stringendomi al suo braccio.
“Non c’è nessuno.” rispose concentrato.
“E se ci vede qualcuno? E se la McGranit lo scopre? E se arriva un lupo mannaro?”
“Non ci vede nessuno, non ci scopre nessuno e non arriva nessuno, Maggie.” ribatté divertito.
Era proprio questa una delle cose che mi piaceva di lui, il fatto che non si arrabbiasse mai, che anche quando ero insistente o nervosa rimaneva sempre con il sorriso sulle labbra, che quando lo assalivo di domande era sempre pacato o ironico.
Un’altra delle cose che amavo di Louis era la differenza di statura: in confronto a lui ero abbastanza bassa, ma questo mi faceva stare ancora meglio, e se si contavano i due anni di differenza poi, non era molto strano. Quando ero più piccola, volevo avere un fidanzato grande e muscoloso, ma anche simpatico e divertente, che mi facesse ridere e mi proteggesse dai bambini cattivi, e non avrei veramente potuto chiedere di meglio.
Gli avvolsi un braccio intorno alla vita e ricambiò con un sorriso, fin quando superammo il ponte di pietra e arrivammo nello spiazzo che dava alle colline circostanti, circondate dai boschi, veramente una visuale fantastica.
Ci sedemmo sul bordo del piccolo spiazzo, in modo da poter stendere le gambe comodamente, e mi appoggiai ai palmi delle mani, mentre lui si distese a osservare il cielo.
Era davvero una bella serata, degna di nota, e la luna era piena. Gli astri mi erano sempre piaciuti, adoravo Astronomia, la trovavo davvero affascinante e inquietante allo stesso tempo.
Ci faceva vedere com’eravamo piccoli in confronto al grande mare che era e che è tuttora, che sarà sempre l’universo.
Persa nella contemplazione, non mi accorsi che Louis mi stava osservando, così mi girai sorridente.
“Cosa c’è?” chiesi a bassa voce.
“Nulla. “ ribatté divertito.
“Dai, dimmelo!” gli tirai un pugno leggero sull’addome, mentre si poggiava sui gomiti.
Si sollevò e si avvicinò al mio volto. Non sapevo più se guardare i suoi occhi o le sue labbra.
Passò un pollice sulle mie, e mi trovai involontariamente a tremare, sapendo che non era per il freddo. I suoi occhi erano azzurri, bellissimi, e distolsi lo sguardo solo quando le nostre labbra si unirono, chiudendoli. Il bacio all’inizio fu molto calmo, dolce, e solo dopo poco diventò più passionale. Non avevo mai provato sensazioni del genere, nonostante non fosse assolutamente la prima volta che approfondivamo conoscenza con le labbra dell’altro.
Mi ritrovai a stringergli la maglietta a righe blu, suo tipico abbigliamento, tra i pugni, mentre si staccava da me.
“Io… ecco…. avevo pensato di darti una cosa.” abbassò la testa… imbarazzato? Gli accarezzai il braccio scoperto, per fargli capire che poteva continuare, perché stavo morendo dalla curiosità.
“Non credo che lo ricorderai, ma non importa. Ci siamo incontrati circa un anno fa, e il tempo è passato così in fretta che…” sorrise mentre parlava dei nostri primi incontri.
“Oddio Louis, che grave malattia hai? Tumore? Cancro?”
“No, no, no, aspetta – mi bloccò – volevo solo dirti che, ecco… noi ci siamo incontrati circa un anno fa e… tu per me sei davvero importante, Mag. Non sono bravissimo con le parole, preferisco la battute e lo sai bene, quanto io so che l’affetto non si dimostra con i beni materiali ma con le parole e i gesti, però ho pensato che poteva farti piacere… insomma… - sfilò qualcosa dalla tasca posteriore dei jeans - …e vorrei darti questo.” concluse porgendomi un anello di colore grigio scuro, mostrandomi all’interno la scritta Louis.
“Santa Morgana…”
“Ecco, non ti piace.”
“Cosa non mi piace, Lou? – urlai, cercando di trattenermi, saltandogli al collo – è veramente un pensiero dolcissimo, non sai quanto lo apprezzi, sul serio, grazie.” finii lasciandogli un bacio sulla punta del naso.
Me lo infilò, e notai che ne portava uno uguale alla mano destra.
“Anche dentro il mio c’è scritto Louis, perché sono bellissimo.” scherzò.
“Ma smettila!” gli tirai un pugno sul braccio, questa volta un po’ più forte.
“Ehi! Ahi” protestò fingendo una fitta di dolore.
“Non ti picchierò, non ancora, altrimenti chi vincerà il torneo?” scherzai.
“Io ovviamente, e lo vincerò per te.” sorrise lasciandomi un bacio a fior di labbra.
 


-A couple of days later-

 

Le parole scambiate qualche sera prima mi rimbombavano ancora in mente.
Vincerà per me.
proverà a vincere per me?
Sorrisi stringendo il cuscino, pensando che non avrei mai potuto trovare qualcuno migliore di Louis, quando mi tornò in mente che giorno era. Saltai giù dal letto cercando di non svegliare le mie compagne di stanza, che, tuttavia, presto sarebbero dovute andare a far colazione, presi un paio di abiti comodi, la sciarpa di Tassorosso e uscii dal dormitorio, raggiungendo la sala comune. Con mia grande sorpresa, vi trovai Cedric.
Per quanto non amassi particolarmente la sua compagnia, mi sembrava giusto salutarlo. Si vedeva che era deluso per non esser stato sorteggiato, e considerato che ero indiscutibilmente dalla parte di Louis, non doveva amare molto la mia compagnia.
A giudicare dalle occhiaie non doveva aver dormito moltissimo, e mi dispiaceva anche, dopotutto. Un paio di ragazzi entrarono parlando di chi avrebbero scommesso e quanto avrebbero puntato, ricordandomi che era ora di andare.
 
Noi Tassorosso eravamo particolarmente amici degli elfi che lavoravano in cucina, ed io e Jo avevamo deciso di incontrarci lì, per non stare nella confusione della Sala grande, che avrebbe solo peggiorato le cose. Stephanie dormiva alla grossa, e ci avrebbe raggiunte dopo, nell'arena.
Stavo camminando lungo il corridoio, quando sentii delle voci provenire dall’altro capo della stanza, il che era molto strano, in quanto non ci sarebbe dovuto essere nessuno a quell’ora nelle cucine, me esclusa. Erano più di una, probabilmente maschili.
Stavano parlando a bassa voce, quando uno urlò all’altro di lasciar stare, che non ne valeva la pena, o qualcosa del genere, e poi, dai rumori, notai che presero percorsi diversi, così mi acquattai dietro ad un angolo per non essere scoperta. Riuscii a sbirciare la figura di uno dei due, ma non fui in grado di riconoscerlo.
Prima di incappare in un altro contrattempo, corsi verso la stanza dove gli elfi lavoravano tutti i giorni, aprendo la porta e trovando la mia amica su una panca a giocare nervosamente con le dita.
“Jo!” la abbracciai appena si alzò in piedi e mi corse incontro.
“Maggie, santo cielo, sto male.” singhiozzò quella.
“Ehi, shh, va tutto bene.” cercai di tranquillizzarla, abbracciandola.
Abbassando lo sguardo notai che non aveva mangiato nulla, molto strano da parte sua, e cercai di cambiare argomento velocemente.
“Allora, Fred e George hanno già preparato tutto? Quanti soldi hai detto che vogliono tirare su?” cercai di ironizzare sui talenti dei gemelli.
“Tanti, figurati se si fermano un attimo quelli.” sorrise amaramente, forse pensando a quante persone avrebbero puntato su di lei, io di certo se non pensassi fosse solamente inutile, giacché avrei urlato e incitato con tutta me stessa i miei amici.
“Ricorda, non importa chi scommetterà o no, non importa quale sfida ti capiterà, tu cerca di mantenere la calma, ragionare come hai sempre fatto e andrà tutto bene… in caso contrario, immaginati il pubblico in mutandoni a pois arancioni e viola!” riuscii a strapparle un sorriso.
I rumori si affievolirono, e capii che alcuni degli studenti dovevano aver lasciato la sala grande, poiché gli elfi si dedicavano ai loro ultimi compiti mattutini con estrema lentezza.
Tra poco saremmo dovute andare, uscire fuori dalle mura di Hogwarts per raggiungere una grande arena, scenario della prima prova.
Non volevo forzarla, ma era ora di incamminarsi.
“M-mag… e s-se, il drago mi uccide?” nei suoi occhi c’era preoccupazione, e tanta paura.
“Nessuno ti ucciderà, te lo prometto.- le strinsi la mano senza capire il suo riferimento – ti fidi di me?”
Annuì nervosamente, incapace di proferire parola.
“E allora non ti succederà nulla, tranquilla.” le asciugai le lacrime esortandola a uscire, mentre rabbrividivo pensando che erano le stesse cose che Louis aveva promesso a me.
 
 
 





















Mannaggiammerlino.
Ho notato che una ragazza scrive senza leggere la storia, e una recensione era copia-incollata con un'altra. Ci sono rimasta un po' male, preferirei non ricevere nessuna recensione che qualcosa del genere.
Non ho segnalato nessuna, ma se le interessate leggeranno questa cosa, le inviterei a non farlo più.
errare è umano (imbrogliare meno), perseverare diabolico

Comunqueeeeee torniamo alla consueta allegria.
Nel prossimo capitolo, la prima sfida!
Su chi scommettete? ahah ne abbiamo tanti, cinque-maghi!

joanne :)

 


 

Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli Carini e Coccolosi xx & Gocce Di Pioggia Estiva xx & Scleri Della Cooman xx & Plaid aggrovigliati xx & Occhi Zaynosi xx Anelli di Louis(?) xx

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Capitolo 9
*** The First Task. ***






-Joanne




Tensione.
Ansia.
Angoscia.
Paura.
Ansia.
Tensione.

Questo era tutto ciò che riuscivo a palpare nell'aria, tutto ciò che provavo. Ero arrivata al grande tendone dei campioni con Maggie, che però mi aveva dovuta lasciare, e ora non facevo altro che camminare nervosamente su e giù per la stanza. Silente sarebbe arrivato fra qualche minuto con il signor Crouch e altri per spiegare le regole. Krum sembrava concentrato e pensieroso, seduto su quella sedia, e Fleur continuava a parlare a Madame Maxime, mentre Louis era momentaneamente scomparso ed Harry sembrava nella mia stessa situazione. Andai nella mia piccola zona, dove era stata allestita una brandina per riposare prima della sfida, decisa a stendermi un attimo, quando vi trovai sopra un biglietto. Mi girai, controllando che nessuno mi stesse osservando, e lo aprii lontano da occhi indiscreti.
Recava una scritta in una grafia simile alla mia: "Se il drago non potrà vederti, il drago non potrà prenderti. Occulto.".
Mi girai di scatto, ma nessuno sembrava interessato a me in quel momento. Chi era stato? La stessa persona che aveva messo il mio nome nel calice?
No, era da escludere. Doveva essere un mio amico, ma allo stesso tempo una persona che per qualche motivo non voleva dirmelo in faccia. Mi sarei dovuta fidare?
Rilessi mentalmente il nome dell'incantesimo più volte, cos'avrebbe fatto?
Occulto. 
Creato una specie di bolla invisibile in cui il drago non mi avrebbe vista?
Occulto.
 Lo avrebbe forse accecato? 
Occulto.
Era di attacco o di difesa? 
Occulto.
Non potevo provarlo, mi conveniva affidarmi all'ignoto o cercare qualche altra via di superare la sfida? Optai di decidere quando sarebbe stato il momento.
Sentii dei passi avvicinarsi e riposi il biglietto nella tasca della tuta, composta da un paio di pantaloni e una maglia nera, verde e griga, con recato il mio cognome sulle spalle e lo stemma di Hogwarts sul petto. 
Raggiunsi gli altri campioni, e notai che era arrivato Silente, e che Louis era miracolosamente ricomparso, con i capelli un poco più arruffati di prima.
"Signorina Bolfrack, ci raggiunga." mi fece segno il preside con la mano.
"Bene, ci siamo tutti. - controllò il mago del Ministero della Magia - Ora, mettetevi così, signorina Delacour, ecco, lì. Signor Krum, signor Tomlinson... - dispose in cerchio gli altri - e ora voi due." si rivolse a me ed Harry. Ero la penultima del giro.
"Ora, le regole. Ascoltatemi bene, non le ripeterò. Ogni campione avrà un drago, e ogni drago custodisce qualcosa di fondamentale importanza per andare avanti nel torneo. Il vostro compito, è di rubare al drago questo oggetto, una volta preso, la vostra prova sarà superata. Se non ci riuscirete, sarà impossibile che superiate la prossima. Domande?" si rivolse a noi, ma penso che fossimo tutti troppo intenti a pensare a come sarebbe stato là fuori, a quale fosse l'oggetto, a come si sarebbero comportati i draghi.
Nessuno, tuttavia, era troppo sorpreso: immaginavo che la spifferata sui draghi fosse arrivata, in qualche modo, a tutti.
Un mago tirò fuori un sacchetto di velluto, e il signor Crouch cominciò da Fleur, incitandola a pescare. Ne estrasse un drago in miniatura, verde e squamoso.
Alla vista dell'animale andai in iperventilazione, e dovetti distogliere lo sguardo per non farmi venire un attacco d'ansia.
"Signorina, signorina. Tocca a lei." mi richiamarono alla realtà poco dopo. Era già arrivato il mio turno?
Deglutii e infilai la mano nel sacchetto, sentendo subito le punta delle dita pizzicare per il calore e qualcosa mordermi i polpastrelli. Alla cieca, afferrai un corpo viscido e scivoloso e lo estrassi, aprendo la mano e prendendo un grande respiro.
Il drago che tenevo in mano era blu notte, lucido, con degli artigli affilati e poche squame di colore scuro, mentre gli occhi erano grigi e profondi.
"Oh, l'Albanese Rampante, molto bene." sorrise Crouch, passando il sacchetto ad Harry. Buttai fuori tutta l'aria trattenuta, incredula: non era l'Ungaro Spinato, forse quell'arena non avrebbe conosciuto la mia morte, non ancora almeno.
Volsi un'occhiata agli altri concorrenti, e con grande gioia mi accorsi che nemmeno Louis aveva in mano quel drago terribile, per via del grande sorriso che gli illuminava il volto. Che poi, Louis avrebbe riso persino in punto di morte.
Sentii Harry sussurrare il nome dell'ultimo drago rimasto, evidentemente sapeva anche lui che gli sarebbe capitato, e con grande coraggio lo estrasse dal sacchetto.
Mi dispiaceva molto, dire che gliene capitavano di tutte era riduttivo, non riusciva ad avere un anno di pace. Al mio secondo anno aveva combattuto contro una sorta di reincarnazione di Voldemort, al mio terzo aveva sconfitto un enorme creatura nella "camera dei segreti", e al mio quarto dovuto affrontare un professore licantropo e avuto a che fare con il suo padrino evaso da Azkaban.
A quanto mi aveva detto Fred, era una persona buona, e mi venne naturale chiedermi perchè queste sventure capitassero sempre ai buoni, e al nostro posto non ci fossero Malfoy e Malik. Evidentemente nessuno voleva la morte di Malfoy, sarebbe stato troppo patetico. Stessa cosa, ovviamente, per Zayn.
Un colpo di cannone seguito da varie grida e incitazioni scosse la tenda, e Fleur si dirise all'ingresso del grande campo di pietra, scenario del combattimento, a piccoli passi.
No, non ero per nulla tranquilla.





-Stephanie


La prova di Fleur fu poco entusiasmante, e se fossi stata in lei avrei ringraziato la scarsa mira del drago, perché ci mancò poco che non fosse arrostita per bene, e se dalla grotta fosse uscito Louis correndo in preda da astinenza di alette di pollo avrebbe avuto tutto il mio supporto. Quella di Krum fu senz'altro più vivace, metà arena o più aveva scommesso sul suo successo, e furono tutti ricompensati.
Quando arrivò il turno di Louis e un grande drago sui toni del rosso e del marrone fu legato nell'arena, ebbi un fremito di terrore: era molto più imponente degli altri due, e qualcosa mi diceva che le fiamme sarebbero state altrettanto forti.
Strinsi la mano di Maggie, sorridendole "Andrà benissimo, ne sono certa." 
"Certo che andrà benissimo! Ho pure scommesso su di lui!" alzò un piccolo biglietto di carta giallo, che riconobbi come dei gemelli.
"Maggie!" risi incredula.
"Cosa c'è di male? Alla fine ho pensato, tanto vincerà di certo, perchè non scommettere su di lui?" sorrise.
"Cambi idea molto facilmente." la rimproverai.
"Ha parlato quella che ha scommesso due volte su Jo." rispose.
"Cosa c'é di male? Alla fine ho pensato, tanto vincerà di certo, perché non scommettere su di lei?" la canzonai.
"Sei incorreggibile." sorrise.
"Anche tu." ricambiai, e poi tornai a portare la mia attenzione sull'arena.
Louis era appena entrato che il drago gli si fiondò addosso, e con un'abile mossa riuscì a schivarlo. Ora sì che Maggie era preoccupata, lo sentivo dalla sua mano sudata a contatto con la mia.
Lo scontro fu un susseguirsi di salti, fiammate, schiantesimi e bruciature, ma alla fine Louis riuscì a schiantare l'uovo d'oro giù dalla piattaforma dove si trovava, e ad afferrarlo, incastrato fra le rocce, prima che il drago lo potesse carbonizzare.
"Si, cazzo, sì!" Maggie si alzò esultante con tutti noi studenti di Hogwarts ad applaudire. Era un insieme di 'Lo-uis! Lou-is!' incredibile e Silente dovette riportare l'ordine con uno dei suoi 'Silenzio' per far tornare la tranquillità.
Louis fu scortato in un'altra tenda, abbastanza piano perché potesse lanciare un bacio a Maggie, e potei giurare di aver visto qualche ragazza guardarla piena di odio e invidia.
Quando ci fummo calmati completamente e riseduti, un drago blu, di dimensioni leggermente inferiori agli altri, fu portato dentro l'arena.
Alla prima fiammata che lanciò, tuttavia, impallidii: era di una lunghezza disarmante, nettamente superiore agli altri. Strinsi la mano di Maggie fino a farle lanciare un urlo di disapprovazione, quando vidi entrare Jo dalla caverna rocciosa.





-Joanne


Sentivo le tribune gridare il mio nome.
Sentivo le mie amiche fare il tifo per me.
Sentivo Steph urlarmi di prendere a calci in culo il drago.
Che finezza.
Sentivo gli occhi dell'Albanese Rampante puntati su di me.
Feci giusto in tempo a guardare l'uovo d'oro, che dovetti ripararmi dietro a un grande masso. La temperatura si alzava, e scommettevo che non fosse merito del sole, ma del mio amico infuocato lì vicino.
Non avevo alcune idea di come afferrare il mio obbiettivo, sapevo solo che la bacchetta poteva essere la mia salvezza, così continuai ad evitare le fiammate a suon di Protego, e riuscii a spegnerne qualcuna con degli incantesimi basati sull'acqua, rallentando anche le sue mosse, nonostante una fiammata riuscì a sfiorarmi. 
Mi stavo avvicinando all'uovo fra le grida del pubblico, quando il drago comparve esattamente davanti a me, facendomi scivolare in basso in uno dei sentieri di pietra creati dalle rocce. Mi alzai e cominciai a correre, fino a quando non mi resi conto che non sarei andata da nessuna parte, così mi rannicchiai dietro ad una grande pietra.
Riuscivo a capire che si stava avvicinando, e che dovevo fare subito qualcosa.
"L'incantesimo! - sentii gridare dal pubblico - Usalo!"
Con quel briciolo di coraggio che mi era rimasto, cercai di vedere dov'era il drago, trovandomelo a quindici metri di distanza.
Afferrai la bacchetta saldamente e pronunciai la parola scritta nel biglietto più volte, agitando il polso con fermezza, pregando che succedesse qualcosa.
Vidi uscire un sottile filo argentato dalla punta della bacchetta e creare una specie di rete intrecciata, ma il drago ne rimase immune.
Non era successo niente, l'intreccio si era già dissolto.
Il drago continuò ad avvicinarsi - e il mio battito cardiaco ad aumentare -  arrivando a meno di cinque metri, quando lo vidi guardare oltre di me, e superarmi in volo sfiorandomi appena con una zampa.
Il cuore smise di battere per un secondo, e non riuscii a comprendere perché l'avesse fatto. Mi alzai in piedi e cominciai correre verso l'uovo fin che ero in tempo, sentendo tante urla provenire dal pubblico.
E allora compresi.
Ero diventata invisibile, almeno agli occhi del drago.
Con la faccia sporca della fuliggine e le mani scottate, afferrai gli spuntoni nella roccia e mi arrampicai sopra il piano, afferrando l'uovo e alzandolo in aria affannando. 
Vidi una leggera cortina di fumo staccarsi dal mio corpo, sentii di nuovo le urla dei miei amici e percepii tante dita indicarmi.
Non potevo crederci.
Ci ero riuscita.


Il drago venne immobilizzato, e mi lasciai cadere a terra esausta, tenendo ben stretto l'uovo. 
Madama Chips arrivò, scortandomi verso una porticina dall'altro lato dell'arena, mentre riuscivo a sentire le urla di Fred, George e Stephanie.
"Resta qui cara, arrivo subito a vedere quelle brutte ustioni." mi indicò una specie di barella. Annuii, cercando di deglutire la saliva e di respirare correttamente.
Nonostante ne avessi appena data prova, non riuscivo ancora a crederci: avevo battuto il drago, emozionato gli studenti e preso l'uovo dorato, senza nemmeno conoscere l'incantesimo che avevo utilizzato.
Mi sedetti sulla barella, osservando le mie mani. Erano sporche di fuliggine nera, e alcuni sassolini appuntiti erano conficcati nella pelle, che rimossi con la punta delle dita.
"No, devo assolutamente entrare." sentii dall'altro capo della stanza.
"Signorina non credo si possa..." rispose una voce adulta.
"La prego, solo per un minuto." supplicò quella.
Un attimo dopo vidi Stephanie corrermi incontro.
"Merlino per Merlino, porca troia, Jo, quello che hai appena fatto è stato sensazionale!" urlò cercando di mantenere il contegno.
"Ma che ho fatto?"
"Sei come diventata invisibile! Invisibile! Cioè, noi ti vedevamo benissimo, ma ti sei celata agli occhi del drago! Come conoscevi quell'incantesimo? Sei stata eccezionale!" mi abbracciò.
"Ahi, ahi... Steph mi fai male. Non lo so!" protestai.
"Oddio, scusa!" si staccò subito da me.
"Tranquilla, al momento sono troppo felice per aver superato la prova. Louis com'è andato?" domandai.
"Bene, bene... Fleur è stata un po' patetica ma voi siete andati benissimo. Direi che stasera c'è da festeggiare! - esultò come una bambina in una stanza di bambole - Non posso rimanere purtroppo, Maggie è andata un attimo da Louis, è qui vicino. Elizabeth, Liam e Luna avevano scommesso su di te, e io pure. - sorrise - Vado a vedere la sfida di Harry, ho sentito che gli è capitato il drago peggiore... ci vediamo stasera." si allontanò saltellando esuberante.
"Stephanie!" la richiamai sulla porta, fermandola.
"Chi è stato a gridarmi dell'incantesimo? Il biglietto..." cercai di spiegarle.
"Nessuno ha urlato di un incantesimo, Jo... forse sei solo troppo provata, cerca di riposare." sorrise e richiuse la porta dietro di sé.
Tuttavia io ne ero sicura: in quel preciso momento, qualcuno aveva urlato di usare l'incantesimo. E quello stesso qualcuno doveva aver appoggiato il biglietto sul letto, nella tenda dei campioni.
Ciò che non riuscivo a capire era perché lo stesse facendo in questa maniera, celandosi.



-


Rientrammo in camera poco dopo il tramonto, finita la passeggiata con sosta al Salice.
"È andata bene, almeno questa." si tolse le scarpe.
"Ho dovuto ricordarle dell'incantesimo, non si fidava..." sussurrai.
"Neanche io mi fiderei, se qualcuno avesse messo il mio nome nel calice." ribattè.
"Sì, hai ragione. Spero solo che le prossime sfide saranno più semplici, i Draghi non sono mai stati il suo forte." sorrisi.
"Dubito che lo saranno, ma almeno il genere sarà diverso." disse avvicinandosi alla finestra.
"Stasera si festeggia, ringraziamo per questo. Entrambi i dormitori Grifondoro e Serpeverde saranno gremiti di gente, potrebbe essere divertente." mi tolsi la cravatta.
"Preferirei che non ci fosse nulla da festeggiare e che i nomi di Harry e Joanne non fossero stati mai estratti." sussurrò.
"Sai bene che l'avrei preferito anche io, ma era inevitabile. Arriverà il momento della resa dei conti, e dovremo essere pronti." mormorai.
"Te la senti?" mi appoggiò una mano sulla spalla.
"Certo che me la sento, devo solo trovare il momento adatto. Penso che sia abbastanza difficile per lei ora. Tuttavia, ho aspettato anche troppo per i miei standard."























 

Mannaggiammerlino.

Ho deciso di ordinare gli spazi autrice, woo.
Spero che la prova di Jo vi sia piaciuta, e se vi state chiedendo dov'è finito Liam,
entrerà ufficialmente in azione nel prossimo capitolo.
Ah, ho finito Dear Santa e iniziato una nuova storia nel fandom One Direction,

se vi va di passare, cliccate sul banner.



 

Direi che posso lasciarvi un piccolo spoiler, stavolta:
 

Non riuscii a crederci: le grida terrificanti si erano tramutate in voci dolce e vellutate che cantavano suadenti una filastrocca.
Riemersi all'istante, spalancando gli occhi e prendendo un respiro profondo, mentre i miei capelli bagnati facevano cadere delle goccioline gelate lungo la schiena.
"Mannaggiammerlino, ce l'abbiamo fatta." singhiozzai a Liam, portandomi una mano alla bocca.



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Capitolo 10
*** The Golden Egg. ***






-Arthur

 



"Io vado" avvisai Zayn chiudendo la porta del dormitorio Serpeverde di quinto anno. 
Scesi nella Sala Comune, vuota come d'accordo, e m'incamminai per i corridoi vuoti.
I Serpeverde non erano particolarmente contenti dell'esito della gara, nonostante Joanne fosse una di noi a tutti gli effetti, specialmente perchè molti avevano ancora qualche stupido pregiudizio e avrebbero preferito che la prova di Krum fosse stata più esaltante e quella della loro compagna di casa meno emozionante. Tuttavia, visto che dovevo aver fatto o detto qualcosa per cui aveva riposto fiducia in me, Jo mi aveva spifferato di questa sorta di festa, pregandomi di non parlarne con nessuno: i festeggiamenti erano concessi, ma questo andava un po' oltre, e se qualcuno come Malfoy lo fosse venuto a sapere, saremmo potuti finire in qualche guaio. 
Svoltai un paio d'angoli, e mi ritrovai davanti alla grande parete bianca, dove poco dopo comparì una grande porta di legno e ferro battuto. Controllai che non ci fosse nessuno nei paraggi, e varcai la soglia della stanza delle necessità.
La chiamavano così per via del fatto che fosse una camera nascosta, la cui porta si celava e appariva solo a chi aveva bisogno di uno spazio, per nascondere qualcosa, per ritrovarsi, o per qualsiasi altra necessità, appunto. Visto che era accessibile a chiunque, avevo sentito che ci sarebbe stata una sorta di festa comune: Harry, Louis e Joanne avrebbero portato le loro uova, e ci sarebbero stati studenti un po' di tutte le case, compresi alcuni loro amici Corvonero, contando che i Grifondoro sembravano avere una grande simpatia per la Bolfrack. 
Era stranissimo pensare come, teoricamente, ci sarebbe dovuto essere solo Louis a festeggiare, e invece era successa questa... disgrazia, credo sia il termine giusto, che di sicuro non era stata ben accolta dagli altri due sorteggiati, anche se ora erano leggermente più tranquilli, visto che una prova era andata, anche molto positivamente.
Quando entrai nella grande stanza, i festeggiamenti erano già iniziati: urla, grida, incitazioni, la calca più assoluta. Arrivai giusto in tempo per vedere aprirsi un varco nella folla, Jo salire sulle spalle di Fred, ed Harry e Louis su un tavolo traballante.
Ognuno di loro in mano teneva l'uovo d'oro, e con le dita toccava una specie di giuntura nella parte superiore, che doveva essere il "tappo" per aprirlo.
"Volete davvero che lo apra?" gridò Harry sollevando l'uovo in aria, seguito dagli altri due.
"Apri-lo! Apri-lo! Apri-lo!" la fola echeggiò spronando i campioni, stringendosi intorno a loro, battendo le mani.
"Al mio tre fanciulli... - cominciò Louis - ...tre!" gridò all'improvviso, svitando l'uovo e aprendolo in contemporanea con i vicini, presi alla sprovvista.
I visi dei presenti si contrassero in un'espressione di terrore e disgusto, provando una forte fitta alle orecchie per il rumore assordante che ne uscì.
Era come uno stridìo, un urlo di donna che più acuto di così sembrava difficile immaginarlo, che faceva vibrare i timpani a metri e metri di distanza.
"Chiudetelo!" si apprestò a urlare qualcuno dalla sala, e non se lo fecero ripetere due volte.
Girarono immediatamente la serratura, ansimando e massaggiandosi le orecchie.
"Ahia..." sussurrò Joanne, guardando spaventata gli altri due.
Qui qualcosa non andava, o, come si usava dire, qualquadra non cosava, decisamente.
 

 
-Joanne

 
Richiusi l'uovo con quanta forza avevo in corpo, inorridendo per il suono che aveva prodotto: e questo sarebbe stato tutto ciò su cui mi dovevo affidare per la prossima sfida? Potevo dire decisamente addio al titolo, mi sarei ritirata appena fosse iniziata.
Guardai Harry e Louis, ma sembravano essere nella mia stessa situazione.
"Direi che è meglio andare a letto, ora."  sentenziò il secondo, trovando l'approvazione degli altri. Sempre più stupiti, gli studenti iniziarono a diradarsi, fino a quando non rimanemmo in una decina.
"Grazie Fred, e scusami di averti rotto i timpani, ma davvero non immaginavo che sarebbe uscita una cosa simile." mi scusai con lui scendendogli dalle spalle.
"Tranquilla, il problema è quel coso, alla faccia dell'indizio." fece sorpreso.
"E ora che facciamo?" Maggie si sedette sfregandosi le mani, preoccupata.
"Ne usciremo fuori. C'è ancora tempo prima della prossima sfida." sorrise Louis.
"Sento che lo capirete presto." ci rassicurò Elizabeth, non so se per qualche predizione o per rincuorarci, ma riuscendo nel suo intento.
"In questi giorni saremo pieni di compiti, almeno parlando per me, poi farò qualche ricerca in biblioteca, e... e.. nulla, spero di riuscire a capirci qualcosa." dissi scrollando le spalle.
"Dai, torniamo nei dormitori." Stephanie mi tese la mano, e uscimmo furtivamente, uno alla volta, dalla stanza delle necessità. 
Salutammo subito Fred, George, Louis, Harry e Maggie, che presero il corridoio di destra, e percorremmo quello di sinistra con Liam, Luna e la veggente.
"Il fatto è... che... non riesco davvero a capire cosa possa essere." spiegai sconcertata.
"Sei solo stanca, magari domani avrai qualche idea." fece Luna.
Aveva ragione, ma nonostante tutto io ero già nel panico.
Il resto della strada la percorremmo in silenzio, forse troppo stanchi per parlare, o forse solo troppo delusi per l'indizio ricavato, indizio che per ottenere avevo quasi pagato con la vita, se non fosse stato per... per quell'aiuto.
Arrivato il momento di dividerci, Liam mi richiamò un attimo.
"Posso parlarti un momento?" chiese.
"Uh? Sì, certo... Stephanie, ti raggiungo subito.- lasciai la mia amica allontanarsi verso il dormitorio, e rimasi sola con lui - Cosa c'è?" cercai di parlare a bassa voce.
"Forse sei stanca ora, ma io... io... penso di poterti essere d'aiuto con l'uovo." sussurrò.
"Come d'aiuto?" domandai.
"Beh, ecco, vedi... a Livenbrack, nella mia vecchia scuola, avevo frequentato qualche corso in merito... più che altro era una sorta di materia collegata a Babbanologia, che trattava dei diversi suoni prodotti dalla natura e come essi possono essere distorti dalla magia oscura, e come ritrovare quelli originali... è difficile da spiegare, così... ma forse potrei esserti utile." spiegò sistemandosi i capelli ricci.
"Davvero? Mi aiuteresti?" domandai incredula.
"Certo che lo farei, non mi costa nulla usare le mie conoscenze per aiutare gli altri." sorrise.
"Per me andrebbe bene anche trovarci uno di questi giorni, cosa ne dici?" domandai impaziente di risolvere questo mistero.
"Anche a me, esclusi giovedì e venerdì, devo per forza mettermi a studiare Trasfigurazione." rise imbarazzato.
"Allora... aspetta, credo... se facciamo sabato, verso il primo pomeriggio, al lago nero? Intanto potrei passare, in settimana, in biblioteca, a... non so, cercare qualcosa." chiesi.
"Per me va bene, allora... a sabato, buonanotte." mi salutò.
"Aspetta, Liam! - lo richiamai - Ci vediamo al Salice, va bene? Ce n'è solo uno vicino al Lago, ed è abbastanza grande da esser visto dal castello." gli spiegai.
"Perfetto." sorrise.
"Buonanotte anche a te." ricambiai e tornai in Sala Comune, ringraziando per tutti gli aiuti che mi stavano offrendo, nonostante l'estrazione fosse stata un vero colpo per me.
Aprii piano la porta, attenta a non svegliare nessuna delle mie compagne di stanza, Stephanie per prima, che dormiva di già alla grossa, appoggiai l'uovo tra il cuscino e la testiera del letto, mi tolsi i vestiti, indossai una canottiera verde e i miei soliti pantaloni a scacchi e mi infilai sotto le coperte, rigirandomi fino a trovare una posizione abbastanza comoda per potermici addormentare.
Stavo per cadere in un sonno profondo quando pensai un attimo agli ultimi fatti, e senza poterlo evitare, ne trassi qualche conclusione: e se fosse stato Liam a lasciarmi quel biglietto?
 
 
Nei giorni seguenti ricevetti un sacco di complimenti per come avevo superato la prova, e quello che mi colpii di più fu senz'altro uno ricevuto dalla McGranitt in persona, che ringraziai di cuore. Quando i pomeriggi erano puro studio, il tempo passava lento, ma il tutto fu animato da alcune discussioni tra me e Fred, l'unico cui avevo spiegato chiaramente del biglietto, che stava cercando di aiutarmi a scoprire qualcosa. Mi disse della Coppa Di Quidditch, e di come fossero arrivati i seguaci di Voldemort a devastare tutto, e ne rimasi sinceramente colpita: allora stava succedendo davvero qualcosa di grave. Stilammo insieme una lista di persone che potevano essere coinvolte nella faccenda degli aiuti, e un'altra di possibili "cattivoni" a cui poteva interessare aver messo il mio nome nel calice.
Non glielo dissi, ma aggiunsi di nascosto il suo nome alla prima lista, perché qualcosa mi consigliava di non escludere nessuna ipotesi. Tuttavia, il mio lavoro non fu ripagato, e nonostante avessi conservato il biglietto e osservato più volte la grafia, non ne ricavai nulla.
Sabato pomeriggio, dopo pranzo, mi ritrovai con Liam al Salice, portando l'uovo e una busta di Api Frizzole, purtroppo senza alcun libro che ci sarebbe potuto essere utile.
Prima di tutto aprimmo di nuovo quella mostruosità rivestita d'oro, facendo calare notevolmente il nostro udito, anche se quel suono era fondamentale per comprendere. Gli dissi che non avevo trovato nulla di utile, e lui avrebbe cercato presto uno dei libri di testo che aveva a Livenbrack quando studiava i suoni e quant'altro, così avrebbe potuto consuntarlo. Decidemmo, di comune accordo, di non occuparci dell'uovo per quella volta, ma di mangiare le Api Frizzole sdraiati sull'erba, cercando di non soffocarci mandandole di traverso. Tirava un leggero vento autunnale, che muoveva armoniosamente i rami e le foglie del salice, ma l'aria non era affatto umida. Cominciai a lanciare le caramelle in aria cercando di afferrarle al volo con la bocca, ma ero negata, non c'ero mai riuscita con i popcorn e evidentemente anche i dolci non erano il mio forte. Liam, invece, le afferrava tutte, e ne mangiò molte più di me, poiché io ne dispersi la metà per terra, tra i fili d'erba e le grandi radici dell'albero. Ebbi occasione di parlare con lui, e conoscerlo un po' meglio di quanto già facessi, scoprendo alcune cose che avevamo in comune e altre totalmente opposte.
Scoprii, per esempio, che era un genio sui pattini a rotelle, di quelli che facevano ogni tipo di evoluzione, mentre era negato sullo Skateboard, e ci promettemmo che avremmo fatto uno da insegnante all'altro una volta tornati a Wolverhapton per le vacanze. Magari i nostri genitori avrebbero fatto conoscenza, e mia mamma sarebbe diventata un po' meno isterica, avendo qualcuno con cui parlare, inoltre lui aveva due sorelle maggiori, che avrei potuto presentare a mio fratello. Sempre che si fosse deciso a mollare la sua fidanzata, che ero sicura stesse con lui solo per una questione di aspetto fisico, perché sì, era impossibile negarlo, Oliver aveva preso i tratti migliori dei miei genitori, ereditando dei bellissimi occhi blu come il mare e dei capelli neri come la pece, che accompagnati dai suoi pettorali "niente male" facevano un certo effetto sul pubblico femminile, che si ritrovava puntuale alle partite di calcio della sua squadra.
Parlammo anche di quanto si diceva fosse stata pietosa la prova di Fleur, e provai un minimo di compassione per quella povera malcapitata, mentre elogiammo i banchetti della sala grande e con occhio critico giudicammo le nostre pietanze preferite, arrivando alla conclusione che la zuppa di broccoli era una delle peggiori.
Discutemmo di Elizabeth, e convenimmo di chiamarla qualche volta con noi per aiutarci con l'uovo, magari la sua preveggenza sarebbe stata utile e un'improvvisa ispirazione le avrebbe fatto risolvere questo mistero.
 
Tuttavia ogni tentativo, ogni studio, ogni libro, si rivelò inutile e fu solo in una tiepida giornata di Dicembre che io e Liam venimmo a capo dell'enigma, quasi per caso.
 
Ero seduta sotto il Salice, e stavo facendo rigirare l'uovo fra le mani.
"Comunque - iniziò il mio amico e compagno di studi, mangiucchiando una caramella - c'è ancora un sacco di tempo prima della sfida, e magari arriverà un'altra spifferata, come quella dei draghi, non credi?"
"E se non arrivasse?" risposi esasperata.
"Anche se fosse, non c'è motivo di abbatterti già da adesso." sentenziò.
"Sì ma... le abbiamo provate tutte, Liam, e solo aprendo quest'uovo cinque volte ho detto addio a parte del mio udito, non è possibile." protestai.
"Ero sicuro che qualche incantesimo ci avrebbe aiutato a comprendere il suono, o almeno a smorzarlo." sbuffò accartocciando il sacchetto di mentine, che aveva finito in tempo record.
"Smorzarlo?" domandai corrucciando le sopracciglia.
"Sì, renderlo più debole." spiegò mentre fissavo il lago davanti a me.
"Tieni l'uovo un attimo, voglio fare un tentativo." dissi illuminata da un barlume di speranza.
Mi alzai in piedi, svestendomi fino a rimanere in maglietta, e legai i capelli tirandoli in uno chignon disordinato.
"Passamelo." lo presi dalle sue mani.
"C-che vuoi fare?" domandò stupito consegnandomelo.
"Vedere se si riesce davvero a smorzare, magari tenendolo sott'acqua." m'inginocchiai sulla sponda del lago poco distante, che era molto profondo, ma fino a un paio di metri dalla riva non più di mezzo metro, e lo immersi rabbrividendo al contatto con l'acqua fredda.
Pentendomi già per il gesto affrettato lo aprii, tenendomi l'orecchio destro con la mano, cercando di limitare i danni.
Purtroppo non ne uscì nulla: né un grido acuto, né la soluzione dell'indizio. 
"Beh, almeno non abbiamo turbato la quiete e fatto morire d'infarto qualche vecchietto." scherzò Liam al mio fianco. 
Io, però, non ero convinta. Sentivo che mi stavo avvicinando al punto, che tutto sarebbe stato più chiaro se solo avessi fatto la mossa giusta.
Poi, credetti di capire, così, all'improvviso.
"Ti dispiace reggermi la punta dell'uovo un attimo?" gli domandai.
"No, affatto." si tirò su le maniche del maglione e immerse la mano nel lago.
Appoggiai i palmi il più possibile vicino al bordo, e penso che Liam intese benissimo quello che stavo per fare. Portai la testa accanto all'uovo, presi un grande respiro e la immersi, stendendomi sulla riva, in modo da avere le orecchie completamente sott'acqua.
Non riuscii a crederci: le grida terrificanti si erano tramutate in voci dolce e vellutate che cantavano suadenti una filastrocca.
Riemersi all'istante, spalancando gli occhi e prendendo un respiro profondo, mentre i miei capelli bagnati facevano cadere delle goccioline gelate lungo la schiena.
"Mannaggiammerlino, ce l'abbiamo fatta." singhiozzai a Liam, portandomi una mano alla bocca.






















Mannaggiammerlino.
Eccomi qui.
-Se siete interessate,
qui c'è la mia long sovrannaturale One Direction.

--Ieri ho scritto inoltre una piccola OS Larry - e fatto io il banner yeaaaaaah per la prima volta -
quindi, in caso qualcuna volesse leggerla, basta cliccare
qui.


Vi lascio con una gif dei nostri Mousse nel capitolo; che dedico a Ellie, in onore della sua OTP.






Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli Carini e Coccolosi xx & Gocce Di Pioggia Estiva xx & Scleri Della Cooman xx & Plaid aggrovigliati xx & Occhi Zaynosi xx Anelli di Louis(?) xx & Uova d'oro xx & Mentine di Liam xx

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Capitolo 11
*** The Yule Ball is coming. ***






-Joanne



Ce l’abbiamo fatta?” chiese sorpreso.
Sì, Liam. Cazzo, la prova!” gli saltai addosso abbracciandolo.
Ehi, ehi... ahi! Jo! Sto ancora tenendo l’uovo!” protestò ridendo.
Non hai idea di quanto sia felice ora, mi sento leggerissima.” continuai a sorridere, senza riuscire a crederci.
Te l’avevo detto che ce l’avremmo fatta, dopotutto siamo solo a inizio Dicembre, la prova è tra più di un mese e abbiamo anche le vacanze di Natale in mezzo!” rise.
Sì, sì, sì… va bene, è come dici tu. Il problema ora è venir capo all’enigma.” mi calmai.
Enigma?” domandò corrucciando le sopracciglia.
A quanto pare l’uovo non è esattamente la soluzione, ma solo un rompicapo.” mi abbandonai sull’erba sbuffando.
E noi abbiamo tutto il tempo per risolverlo. Ora rientriamo, sta iniziando a fare freddo e ho paura di cosa ci attenderà domani.” si alzò, tendendomi una mano per aiutarmi a rimettermi in piedi.
La McGranitt e gli altri capi casa, infatti, avevano annunciato una lezione particolare, e il solo pensiero di una gara di Trasfigurazione o chissà cosa gli metteva i brividi. Aveva detto che ci avrebbero parlato divisi per case, e non avevo la più pallida idea di quale potesse esserne il motivo.
Rientrammo nei rispettivi dormitori, io con un peso in meno, e lui con il sacchetto di mentine vuoto.
 
Il mattino seguente mi svegliai prestissimo, preparando un piano d’azione.
Fui tra i primi a far colazione, ma con mia sorpresa non incontrai nessuno nemmeno più tardi, né Maggie né Fred, che avevo intenzione di rendere partecipe alla risoluzione del mistero. Subito prima di pranzo ci presentammo da Severus Piton, ragazzi e ragazze, Serpeverde. Sarebbe stato lui a parlarci di questo straordinario evento.
Non che il suo viso esprimesse troppe emozioni, in ogni caso.
Era sempre stato un professore inquietante, macabro, particolarmente severo, ma aveva sempre avuto il mio rispetto, senz’altro svolgeva bene il suo lavoro, e quando riprendeva i membri delle altre case era impareggiabile. Non sembrava dimostrare né simpatia né antipatia nei miei confronti, e a me andava bene così, meglio non essere troppo al centro dell’attenzione, specialmente quando sei stato appena sorteggiato per il Torneo Tremaghi.
La vecchia aula in cui eravamo stati convocati era vuota, solo alcune panche correvano vicine ai muri.
Ci accomodammo, ragazze a destra, ragazzi a sinistra, e con un veloce battito di mani ci richiamò all’attenzione.
Il… - si soffermò – …Ballo Del Ceppo è una tradizione del Torneo Tremaghi sin dalla prima edizione... – iniziò con la sua solita cadenza – Prima della seconda prova, la sera della vigilia di Natale,voi e gli studenti delle altre scuole vi ritroverete in compagnia per una serata di svago.” camminò da una parte all’altra dell’aula, parlando come se avesse imparato un nastro.
Ora. – si bloccò, duro – Non sarà la casa di Serpeverde a far sfigurare il resto della scuola, non la disonorerete, anzi, pretendo da tutti voi un ottimo comportamento. Dopo ciò, sarà di vostro interesse sapere che, essendo un Ballo… si danza.” un brusìo di disapprovazione si levò dalla sala, principalmente dalla parte maschile, che già sapeva cosa li attendeva.
Qualcuno di voi, per caso, desidera mostrare le sue… mh… competenze?- nemmeno Piton era troppo convinto di quanto stava dicendo – Non vi sto chiedendo di ballare, quella sera. Ma di non comportarvi da babbei, recando vergogna, e punti in meno, alla vostra casa. Anzi, per quanto mi riguarda vi ho detto ciò che avevo bisogno di dirvi, e voi di sapere.” non volava un gufo.
Nessuno di voi si fa avanti? Bene. A n d a t e.” commentò macabro, scandendo l’ultima parola.
Senza farcelo ripetere due volte, ci precipitammo in corridoio, e afferrai Stephanie per il braccio prima che fosse travolta dagli studenti.
Ci hai capito qualcosa?” le domandai.
Ma certo, Jo! Il Ballo Del Ceppo! Oh, Il Ballo Del Ceppo!” fece un gridolino, entusiasta.
A me sembra un ballo normale, poi, i balli… insomma…” abbassai la voce.
Ma questo non è un ballo, è Il Ballo! Bisogna spiegarti proprio tutto, eh? Vieni, andiamo.” due secondi dopo stavamo correndo a velocità di Firebolt verso la Sala Grande, per pranzo.
Le facce dei miei amici erano divertite, quella di Maggie radiosa – chissà perché, qualcosa mi diceva che c’entrasse Louis.
Il pasto fu un susseguirsi di spiegazioni, di Fred che correggeva Stephanie ogni volta che esagerava ad elencare i pregi di quel ballo, di Louis che sgranocchiava costolette di pollo e George che rideva come se avesse visto Silente ballare la samba in costume da bagno sulla torre di Astronomia.
Finito il succo di zucca non ebbi nemmeno il tempo di salutare che già stavamo correndo in Sala Comune Serpeverde, la mia testa in confusione e i miei piani per l’uovo scombussolati.
Dunque, era un ballo.
Si restava a scuola per le vacanze di Natale, tutto per questo.
Ci si trovava un partner.
Ci si comprava un bel vestito.
Si danzava insieme tutta la sera.
Qualcuno mi doveva ancora spiegare il senso, ma sembrava divertente, anche perché chi ne era già a conoscenza garantiva che era una festa più simile a quelle dei babbani che i gran galà dei maghi.
Steph, Steph, lasciami, devo andare.” la strattonai entrando in dormitorio.
Non mi aiuti a cercare un partner?” fece la faccia da cucciolo che tanto le piaceva, cercando di convincermi.
Abbiamo ancora due settimane, sono sicura che lo troverai. Io voglio togliermi un peso, devo fare un paio di ricerche per l’uovo.” le risposi di spalle, prendendo un asciugamano blu, un pezzo di pergamena e una penna, indossando le ciabatte.
Ma... ehi, dove vai con un asciugamano?” chiese mentre uscivo.
Ehm… hai presente il bagno all’ultimo piano? Quello con la vasca? Ciao, Stephanie, ciaooo.” chiusi la porta dietro di me prima di sentire la risposta.
Il mio piano era semplice: scrivermi la poesia sulla pergamena, per rifletterci meglio. Così l’avrei avuta sempre con me, e avrei potuto lasciare l’uovo al sicuro in dormitorio, e magari tornare a indagare anche dopo le vacanze di Natale.
Salii le scale a passi lenti, accelerando ogni qual volta sentivo un rumore sospetto dietro di me. Finalmente arrivai in bagno, riempii la vasca stando attenta che nessun fantasma sbucasse dal lavandino, rimasi in costume – le precauzioni non erano mai troppe – e m’immersi nella grande vasca.
La sensazione era più che piacevole, ma non riuscivo a trattenere il fiato per molto, e passai più di dieci minuti solo per stilare qualche riga.
Il risultato non era così logico, ma dopotutto era un trabocchetto.
Lo rilessi più volte, nella mia mente.
 

« Vieni a cercarci dove noi cantiamo,
che sulla terra cantar non possiamo,
e mentre cerchi, sappi di già:
abbiam preso ciò che ti mancherà,
hai tempo un'ora per poter cercare
quel che rubammo. Non esitare,
che tempo un'ora mala sorte avrà:
ciò che fu preso mai ritornerà. »

 
 
No, non era per nulla logico.
Di sicuro sarebbe stata una sfida d’alta quota, in aria, o di bassa quota, nel mare. Ma nessuna delle due opzioni poteva essere giusta: già la prima di era disputata con una creatura del cielo, e il mare ad Hogwarts non c’era.
Perché doveva essere tutto così maledettamente complicato?
Jo, ci sei… ?” una voce mi fece sobbalzare.
Fred?” domandai incerta.
Merlino, eccoti. Stephanie è stata molto vaga. Cosa sta succedendo?” fece capolino dalla porta, con indosso la sciarpa di Grifondoro.
Succede che sto cercando di capire qualcosa di questo maledetto uovo, ma ogni volta che faccio un passo avanti torno indietro di tre.” sbuffai appoggiandolo al bordo della vasca.
Fa vedere – prese tra le mani la filastrocca – Uhm… di sicuro sarà una specie di caccia al tesoro… comunque ti volevo chiedere se venivi a vedere la partita.” lo appoggiò dove era prima.
Partita? – improvvisamente mi ricordai – La partita, mannaggiammerlino! Cazzo! Hai ragione! Quidditch! Ecco cosa dovevo fare questo pomeriggio. Arrivo!” mi tirai uno schiaffo da sola per la mia stupidità, continuando a confabulare tra me e me.
Allora ci vediamo giù, muoviti però, che sta per cominciare.” sentii i suoi passi veloci scendere le scale.
In men che non si dica ero fuori dalla vasca, e mi stavo asciugando le gambe, poi il torace, poi le braccia. Per i capelli optai per un vecchio incantesimo che me li lasciò solo un po’ umidi, m’infilai i vestiti e corsi al Dormitorio, per prendere il maglione e appoggiare il resto, sperando di essere ancora in tempo per il fischio d’inizio.
Il Quidditch mi era sempre piaciuto, e se non ero mai entrata in squadra era solo perché non amavo le tattiche di gioco Serpeverde, alcuni dei componenti erano decisamente troppo sleali per i miei gusti, e anche se apprezzavo le scorciatoie e ambivo alla vittoria, non avrei mai potuto scaraventare George o un altro ragazzo giù da una scopa per segnare un punto.
Corsi al campo con quanta energia avevo ancora, stringendo il foglietto di pergamena in tasca: nulla ci avrebbe mai divisi, mai.
Quando arrivai la partita era già iniziata da un pezzo, e Grifondoro stava vincendo di trenta punti. Brutta cosa, poiché sapevo bene che scatenava ancora di più l’odio dei Serpeverde.
Infatti, non appena mi sedetti su una delle tribune, una ragazza fu brutalmente spinta giù dal manico, e la mia casa guadagnò dieci punti per un goal segnato.
Grifondoro si riprese, e ne segnò altri venti.
Quando la partita sembrava essere ormai persa per uno svantaggio enorme, un ragazzo dai capelli scuri, anzi, due ragazzi dai capelli scuri iniziarono a saettare in cielo, segnando ben sette punti uno dopo l’altro, di cui l’ultimo spettacolare, e facendo vincere Serpeverde fra la gioia del pubblico.
Tra grida e vari spintoni verso il castello, riuscii a scoprire che i famosi campioni non erano altro che Arthur e Zayn, e che sicuramente mi sarei complimentata con il primo per la bravura, se solo fossi riuscita a rapirlo un attimo dal cerchio di ragazzine esaltate che gli si stringeva intorno.
Quando entrai in Sala Comune lo cercai, distogliendolo da altre ammiratrici desiderose di informazioni – e, se fossimo stati a Wolverhampton, avrei potuto dire di numeri di cellulare.
Ti volevo fare i complimenti per la partita, siet- cioè, sei stato davvero bravo.” mi corressi all’ultimo momento, mordendomi il labbro.
Grazie, ma il merito è anche di Zayn, insieme siamo una bella squadra…” sorrise nominandolo.
Già, beh… allora io vado, ci si becca in giro.” salutai, facendo per andarmene, quando Arthur mi richiamò all’attenzione.
Comunque dì a Steph che anche Zayn è d’accordo, quindi va benissimo.” urlò fra la folla.
D’accordo per che?” corrucciai le sopracciglia.
Non te l’ha detto? Prima della partita m’è venuta a chiedere se eravamo liberi per il Ballo Del Ceppo – rise – precoce, ovviamente non ce lo aveva ancora chiesto nessuno, se avesse provato ora, beh...
Lo fissai con insistenza, tenendo lontano il mio cervello dal collegare quelle parole e tentare un omicidio verso la mia carissima amica.
Con “eravamo” intendi te e Z-z…?
Io e Zayn, sì. All’inizio mi aveva chiesto di accompagnarla, ma subito dopo ha aggiunto che se Zayn era libero potevate andarci insieme, che tu non l’avevi chiesto a nessuno.” spiegò pacatamente.
Ah.- continuai la mia scena muta, girando i tacchi – Se non ti dispiace, ora dovrei raggiungere Stephanie piuttosto urgentemente.” senza sentire la risposta del moro ero già sulla porta del dormitorio, mentre la sbattevo con rabbia.
AUSTIN?! MA COSA TI E’ VENUTO IN MENTE?!” urlai.
La chioma mora di Stephanie fece capolino da un vecchio armadio, leggermente scompigliata, e un sorriso sornione comparve sul suo volto.
Non c’è bisogno che mi ringrazi.” sussurrò divertita.
 
 






















Mannaggiammerlino.
Vi lascio con una gif di Arthur che dovrebbe risvegliare un po' tutte - me in primis - ahahahahahahahah.

Se volete le immagini dei personaggi e spoiler, fate un salto in pagina (link sotto) :)
Joanne



 
 

  
 

Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli Carini e Coccolosi xx & Gocce Di Pioggia Estiva xx & Scleri Della Cooman xx & Plaid aggrovigliati xx & Occhi Zaynosi xx Anelli di Louis(?) xx & Uova d'oro xx & Mentine di Liam xx & FilastroccheDelCeppo (puahauahauahauh) xx

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Capitolo 12
*** Lights, camera, dance! ***


 
-Joanne
 

"Fanculo." sbuffai rimirando la mia immagine allo specchio per la centesima volta.
"Fanculo Stephanie." ripetei specificandone il destinatario, aumentando il tono di voce.
In tutta risposta sentii una risatina provenire dall'altra parte della stanza, dove la mia amica stava indossando un paio di eleganti orecchini.
Ebbene sì, il ballo del ceppo era - sfortunatamente - arrivato.
Tutto quello che era successo fino ad allora era di poco conto: Fred che cercava di distrarmi dal torneo, Fred che rischiava di essere sospeso per uno scherzo - geniale, eh - fatto a Gazza, Fred che mi aiutava con le ricerche, scorpacciate di mentine con Liam e serate in compagnia sotto il Salice, in cui mi sembrava di essere stranamente leggera, come se non avessi alcuna preoccupazione. Cose che mi succedevano sempre, quando suonavo.
Avevo proposto più volte - più, e ci terrei a sottolineare il più - a Stephanie di fare scambio di accompagnatori, perché, diciamolo, Arthur non era né brutto né antipatico, anzi, mentre Malik mi stava sulle ovaie a prescindere. Ma lei, ovviamente, non ne aveva voluto sapere, si sentiva troppo realizzata per essere riuscita a organizzare qualcosa fra me e Zayn, quindi prendeva la mia insistenza come una voglia matta di uscire con lui. 
La coppia dell'anno, Margaret e Louis, aveva fatto il suo scalpore, e dopo la settima ragazza che aveva chiesto al bel campione di uscire, lei non lo lasciava solo un attimo, anche se, e noi tutti lo vedevamo, Tomlinson non avrebbe potuto chiedere di meglio, e la gelosia di Maggie lo divertiva soltanto. Ero proprio curiosa di vedere cosa sarebbe successo quella sera, se sarebbero scomparsi a metà Ballo o si sarebbero scatenati in pista, ance perché il ventiquattro dicembre non era solo la vigilia di Natale, ma anche il compleanno di Louis. Riguardo al mio misterioso aiutante non c'era stata alcuna novità, ma a dirla tutta non me ne ero aspettate, e vagavo in un mare di dubbi.
Saremmo dovute scendere in venti minuti, ma la rabbia mi ribolliva ancora sotto la pelle.
Rabbia, eh.
"Stephanie, sei sicura di non volere fare uno scambio? No, perché io sarei-
"Non se ne parla Jo, per la trecentonovantaquattresima volta, no!" sbuffò compiaciuta, mentre lisciava nervosamente il corpetto del suo abito azzurro polvere. Era semplicemente bellissima, e il vestito le calzava a pennello: aveva uno scollo a cuore, leggermente squadrato, ed era aderente sul torace, mentre dalla vita in giù si concedeva qualche sbuffo, diventando più ampio e nascondendo le ballerine argentate, abbinate agli orecchini. I capelli erano mossi con dei piccoli e precisi boccoli, una treccia era portata sulla nuca da entrambi i lati del viso per evitare che ciocche ribelli cadessero sugli occhi, ed era fermata da una piccola spilla. Il trucco era semplice ma efficace, e a mio parere i suoi timori erano ingiustificati: chiunque si sarebbe accorto della sua bellezza, senza troppe pretese ma allo stesso tempo raffinata, diversa dalla Stephanie di tutti i giorni, esuberante e logorroica. Una perfetta ballerina, lei sì che si sapeva adattare alle occasioni.
In qualche attimo di speranza mi veniva da pensare che il mio abito verde, dopotutto, non fosse così tremendo. Anzi, a me piaceva molto. Me l'aveva spedito mamma contro la mia volontà, ma l'aveva scelto Oliver su consiglio della sua fidanzata, studentessa di moda, che in queste cose ci capiva parecchio, grazie al cielo.
Sembrava essere fatto apposta per me, per esaltare l'orgoglio della mia casa: era un modello quasi a sirena, che a prima vista avrei quindi scartato, sul verde smeraldo, anche se in diversi punti sfumava su toni più freddi. La scollatura era semplice, dritta, ma un lungo serpente argentato si avvolgeva intorno all'abito e al braccio sinistro, qui sorretto da un tessuto trasparente, simile a quelli che usavano le pattinatrici, terminando in un anello sull'indice. Un abito complicato, adatto per chi amava essere al centro dell'attenzione, come mi sarebbe toccato quella sera. Avevo tirato su i capelli cercando di non sembrare ridicola, e steso due linee di eye-liner nero e un velo di lucidalabbra trasparente. Nonostante tutto avevo paura di essere fuori tema: o comica, o esagerata. Ero fatta così.
Per tornare ancora sull'argomento, se fossi andata con Fred o Liam, persino con Arthur o George, mi sarei sentita molto più a mio agio, e invece no, nemmeno quello. Fred aveva invitato Angelina Johnson - bah - Liam sembrava essere il cavaliere di Elizabeth, strano ma vero, l'avrei scoperto quella sera, e di George non ne avevo la minima idea.
 

 
-
 
"Alla fine non ti sei fatto vivo" sussurrò concentrato, mentre si allacciava la cravatta.
"Ho deciso, sarà dopo la seconda prova." sentenziai, non troppo convinto.
"Nulla, quindi, stasera?" domandò ignaro.
"No, non... Io non... Cazzo, è difficile."  alzai notevolmente il tono della voce.
"Ehi, tranquillo. Sono d'accordo con te." mi posò una mano sulla spalla.
"E poi sai che vorrà spiegazioni anche da te, caro mio." cercai di sdrammatizzare.
"Gliele darò..." mormorò incerto.
"Capirà, ne sono sicuro.- cercai di rassicurarlo a mia volta - E ora andiamo, non vorrai arrivare in ritardo."  uscii dalla camera, diretto in Sala Grande.
 

-
 
 
-Maggie
 

Alla fine la mia scelta di raccogliere i capelli si rivelò giustificata, non ero ancora entrata in Sala Grande ma la temperatura si era notevolmente alzata, merito delle centinaia di persone riunite ad aspettarci. Perché sì, i campioni e i rispettivi partner avrebbero dovuto aprire le danze, e l'idea mi rendeva piuttosto nervosa.
Inutile aggiungere che ero come incantata dal mio accompagnatore: quel completo elegante gli donava alla perfezione, ma le ragazzine sapevano che era mio, e l'avrei difeso con i denti. Il punto era che di Louis mi fidavo, ma di loro no, stupide oche.
Quella sera, poi, era anche il suo compleanno, e avremmo organizzato una cosa clandestina sotto il salice, per le tre, quattro o cinque di notte che fossero, finito il Ballo.
"Agitata?" mi domandò a bassa voce, e lo percepii sorridere sul mio orecchio.
"Mh..." scossi la testa, indecisa.
"Ti invidieranno tutte." sussurrò, sistemandosi il ciuffo.
"Era un complimento o un notevole atto di egocentrismo, Tomlinson?" domandai divertita, alzando un sopracciglio.
"...entrambi, ma specialmente il primo." concluse dopo qualche attimo.
Lasciai stare Louis e controllai un'ultima volta il mio abito da sera rosso - sì, avevo osato - e constatai che tutto era perfetto, ora rimaneva soltanto da aspettare gli ultimi arrivati, cioè  la mia amica e Zayn-NonSiCapisceQuelloCheVoglioMaSonoFigoELoSo-Malik.
E sì, non ero mai stata cattiva, ma Jo completamente rossa d'imbarazzo non me la volevo perdere per nulla al mondo.
 

 
-Zayn
 

Io e Arthur eravamo da cinque minuti fuori dalla Sala Grande, come accordato, e le persone si erano ormai ammassate all'interno della stanza. La McGranitt ci aveva detto che io e Joanne avremmo dovuto aprire le danze con gli altri campioni, e la cosa mi metteva un po' in ansia: non ero mai stato un ballerino provetto, danzavo, questo sì, ma non mi era mai piaciuto particolarmente, e lo trovavo parecchio stupido.
Quando alzai lo sguardo verso la gradinata di pietra, vidi le ragazze arrivare a passo spedito. Stephanie sembrava calma, leggermente tesa, mentre Jo si guardava in continuazione intorno, torturandosi un anello.
Non ero scemo, non a questo punto, e sapevo che ballare con me non era la cosa che desiderava di più al mondo. Ma, dopotutto, tre settimane prima Arthur me l'aveva proposto su richiesta della mora, e io avevo acconsentito, non mi sembrava una brutta idea, affatto.
Mi rendevo conto di essere un po' strafottente, e forse era questo che le impediva di vedere in me una 'bella persona', ma lo ero sempre stato e non me ne ero mai fatto un problema, anzi, mi piaceva vedere le reazioni della gente alle mie frecciatine.
Indossavano degli abiti lunghi, e mi complimentai - mentalmente - con la mia accompagnatrice per la scelta estremamente Serpeverde, che ci avrebbe dato un punto un più agli occhi dei professori e degli altri studenti. Era allo stesso tempo elegante, le calzava a pennello, e potei giudicare dal modo in cui scendeva le scale che era molto insicura, ma non aveva alcun valido motivo di esserlo, almeno non ai miei occhi.
"Ciao!" salutò Stephanie venendoci incontro, accostandosi ad Arthur.
"Ciao..." aggiunse Jo, con un po' meno enfasi.
"Noi andiamo, i campioni devono aprire le danze. A dopo." salutò il mio amico prendendo a braccetto la mora, dopo che ricambiammo i saluti.
Rimasti soli, ci avviammo verso Harry Potter e una ragazza dalla carnagione olivastra, in una specie di corta fila. Dentro, sembrava una gara per chi indossava il vestito più bello.
"Dimmi che sai ballare, ti scongiuro." Jo aprì bocca.
"So ballare, lo giuro." risi, mentre la prima coppia entrava in sala.
"L'hai detto solo perché te l'ho chiesto, vero?" domandò deglutendo preoccupata.
"Lo scopriremo." al diavolo, Zayn Malik faceva sempre bella figura, pensai, mentre le afferravo una mano e facevamo la nostra entrata, raggiungendo le altre quattro coppie.
 
Una cosa era sicura: Silente si era dato da fare. Migliaia di minuscoli fiocchi cadevano dal soffitto, fermandosi poco prima delle nostre teste, e tutto sembrava provenire da uno di quei palazzi di ghiaccio delle favole. Ci eravamo appena posizionati in pista e potevo scorgere Viktor Krum e Hermione Granger alla nostra destra, mentre i due amici di Jo, tra cui il campione di Hogwarts, a sinistra. Tra la folla riuscii anche a distinguere Arthur e la mora, che sembravano commentare - o meglio, criticare - alcuni dei presenti in sala.
All'improvviso la musica partì, e portai la mano sul fianco della Bolfrack, unendo l'altra con la sua e iniziando a girare in cerchio, quello che loro definivano ballare. Inizialmente eravamo abbastanza rigidi, ma pensando che in questo modo ci rimetteva soltanto lei, cercai di sciogliermi, e non andò così male, almeno rispetto a Potter, che sembrava un ermellino imbalsamato, con le code dello smoking che gli arrivavano quasi fino ai piedi.
"Pensavo andasse peggio." commentai sarcasticamente.
"Fidati, sta già andando male, e prova a mollarmi al prossimo salto che sarà l'ultima cosa che farai nella vita." mormorò terrorizzata, prima di appoggiare entrambe la mani sule mie spalle e staccare i piedi da terra per un attimo.
"Non sono così stupido." feci acido, ma per chi mi aveva preso?
"Davvero? Non si direbbe." rispose a tono, senza perdere la concentrazione.
"Forse sei solo tu che non vuoi capirlo." touché, Bolfrack.
"O forse sei solo tu che non riesci, e specialmente non vuoi, dimostrarlo." rispose con un sorrisetto strafottente, appena prima che altre coppie ci raggiungessero: La McGranitt e Silente, Madame Maxime e il guardiacaccia, fino agli studenti, tra cui il mio amico e Stephanie fra i primi, più impazienti di quanto immaginassi.
Quanto era stupido, aveva preso con troppa felicità la notizia della festa, ma lo sapevo meglio di chiunque altro che non si sarebbe mai tirato indietro a un evento del genere: era da quando aveva appena tre anni che ci frequentavamo, e ogni pretesto era buono per organizzare - o andare a - un party. Almeno lì non dovevi ballare un lento pieno di giravolte, a mio parere.
Dopo altri dieci e infiniti minuti decidemmo di andarci a sedere, faceva troppo caldo e cominciavo ad annoiarmi. Prendemmo qualcosa da bere da un grande tavolo adibito a buffet, e adocchiammo due sedie non troppo lontane dalla pista.
"Grazie al cielo è finita." sbuffò Joanne, abbandonandosi sul sedile della prima.
"È stato così terribile?" domandai, quasi ridendo.
"Non immagini quanto, in più in questo vestito mi sembra di soffocare, e di essere anche parecchio ridicola..." annuì, cercando con lo sguardo qualcuno in pista.
"Secondo me non sei ridicola, ti sta bene." cercai di essere gentile, anche perché era quello che pensavo.
"Ma ti prego." rise, appoggiando a terra il bicchiere.
"Cosa c'è?" domandai stizzito.
"Scusa ma non riesco davvero a crederti, prima fai l'arrogante 'Torna quando vuoi' e ora il gentile, non ti capisco." spiegò divertita.
"Beh, ovvio, se ti buttassi addosso a me in questo preciso momento non mi tirerei indietro, però non sono proprio odioso." abbozzai un sorriso.
"Mi butterei volentieri addosso a te, per strangolarti." specificò tagliente, ridendo.
"Oh-oh, aggressiva. - la assecondai - E quindi è così, Bolfrack, non ci sarà mai nulla tra noi." la punzecchiai.
"E invece io vorrei che ci fosse qualcosa. - si alzò, sistemandosi una spallina - Qualcosa tipo un muro di mattoni.
"Questa era vecchia, parecchio." le feci notare.
"Lo so, ma non toglie che tu ci sia rimasto male lo stesso. - fece spallucce - Ci vediamo dopo, quando la cosa si farà più interessante, io vado a cercare una persona." si allontanò tra la folla, sparendo poco dopo.
Sì, ci ero decisamente rimasto.
 

 
-Joanne
 

Lo dovevo ammettere: ballare con Zayn non era stato tragico come temevo. Non era pessimo, e dalle poche battute che ci eravamo scambiati mi era sembrato di capire che non voleva che lo vedessi come un acerrimo nemico.
Rimaneva il suo solito tono arrogante, e a volte temevo soffrisse di bipolarismo, per questo non lo capivo davvero. Un anno lo passava a rinfacciarmi il mio status di sangue, il successivo quasi a temermi e ignorarmi, quello dopo a fare frecciatine stupide, maliziose o irritanti, e ora sembrava volersi redimere.
Immersa in questi pensieri m'immischiai nella folla alla ricerca di Liam, e trovandolo al tavolo del rinfresco, afferrai la piccola borsa che avevo lasciato sul portico e mi diressi in sua compagnia al Salice, che si prospettava perfetto sotto il cielo stellato, per la festa di Louis.
La neve era stata spianata su tutti i gradini, e ormai conoscevo a memoria gli incantesimi necessari per sistemare lo spiazzo e coprirlo dal vento gelido che soffiava imperterrito.





















Mannaggiammerlino.
Che siate 1000, 100, 10 o 1, grazie, grazie di cuore.
**
Veniamo a noi, finalmente è arrivato il Ballo Del Ceppo! Vi è piaciuto?
Per il vestito di Stephanie mi sono ispirata a questo; per Jo a un mio disegno. Per Maggie, guardate sotto.
**
Auguro buon rientro a tutte voi; ancora grazie (:
Vi lascio con i nostri amati Mousse;
Jo



Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli Carini e Coccolosi xx & Gocce Di Pioggia Estiva xx & Scleri Della Cooman xx & Plaid aggrovigliati xx & Occhi Zaynosi xx Anelli di Louis(?) xx & Uova d'oro xx & Mentine di Liam xx FilastroccheDelCeppo (puahauahauahauh) xx & Abiti da sera xx (è pessima, sì)

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Capitolo 13
*** It's... odd. ***





-Joanne
 

"Allora, com'è stato ballare con Malik?" domandò Liam, una volta seduti sotto i rami del grande albero.
Appena usciti dal portico avevo usato un incantesimo di materializzazione e sostituzione, e i nostri abiti complicati avevano lasciato posto a dei normali vestiti caldi.
"Meglio di quanto immaginassi. Ed Elizabeth?" gli chiesi a mia volta.
"Meglio di quanto immaginassi." sorrise, prendendo dalla tasca dei pantaloni una mentina.
"Gli altri arriveranno a momenti, trascinando giù Louis, anche se credo immagini già qualcosa di quello che sta per accadere." spiegai, senza lasciare che cadesse il silenzio.
"Che regalo gli hai preso?" fece curioso.
"Oh, io e Stephanie abbiamo messo insieme qualcosa e gli abbiamo comprato la maglia e la sciarpa della sua squadra di Quidditch preferita, te?" risposi.
"Io non avevo la minima idea di cosa potesse piacergli, così ho optato per mezzo chilo di Gelatine Tutti I Gusti Più Uno - rise - mentre Luna ed El hanno preso qualche strano talismano, se non sbaglio, dai poteri poco chiari." concluse.
"Capisco." sorrisi, ripensando all'anno prima, quando le due Corvonero se ne erano arrivate con un libro sulla vita di strane creature, Gorgosprizzi o qualcosa di simile, animali che nessuno nel gruppo aveva ancora capito cosa fossero. Anche se era il primo anno che festeggiavamo con Louis il suo compleanno, gli avevamo sempre fatto qualche regalino.
Era bello stare in gruppo, ognuno aveva le sue caratteristiche, le sue qualità e i suoi difetti che lo differenziavano dagli altri, ed ero felice che Liam si fosse aggiunto a questa piccola combriccola, e anche se all'inizio doveva sentirsi un po' fuori luogo, magari, ora era dei nostri più che mai. George, Fred e Louis avevano trovato un compagno di scorpacciate, Luna ed El una persona gentile, Maggie e Stephanie un nuovo compagno di avventura, ed io, cosa avevo trovato? Molto probabilmente un amico, una persona molto simile a me che se le cose fossero andate in maniera diversa non avrei mai avvicinato. Un collaboratore, con il quale ero venuta a capo di un'enigma che capo non aveva, e un semplice ragazzo con cui passare i pomeriggi fra battute e risate.
A volte pensavo che tutto questo fosse troppo, tutti gli amici, tutti i ritrovi. Riuscivo a scovare tanto oro negli altri quanto carbone in me, e se ogni nuova conoscenza portava tanta felicità allo stesso tempo causava incertezza, paura di sbagliare, di vedere tutte le persone importanti allontanarsi da me, una delle mie peggiori paure.

Alzai lo sguardo sul Lago Nero, imponente e all'apparenza innocuo, sotto la sua coltre bianca. Tutto era candido: gli alberi, i sentieri, il paesaggio, le montagne. L'unica cosa che si stagliava su di loro era il cielo, scuro, puntinato di luce, qualora si trovasse un stella. Era uno spettacolo bellissimo, mozzafiato, da cui non avresti mai voluto distogliere lo sguardo.
Se volgevo lo sguardo in verticale, esattamente sopra di me, vedevo i rami del salice frusciare, scontrarsi fra loro, le fronde spostarsi, svelando un pezzo di cielo stellato, andando poi a richiudersi e portarlo via con sé. Avevo visto poche cose nella vita che battessero lo spettacolo di quella sera.
Poi mi sembrò di vedere qualcosa, qualcosa le cui foglie si staccavano da quelle lunghe e delicate della pianta, ma erano piccole e appuntite. Il rametto cominciò a prendere forma, e, coronato da due piccole bacche rosse, riconobbi del vischio farsi posto fra le fronde del Salice.
Sbattei le palpebre più volte, ma l'immagine rimaneva fissa sopra la mia testa, e sembrava essere vera. Ero sicura di sapere cosa significasse il vischio, specialmente a Natale. Un'usanza, forse una credenza dei babbani. Ma perché un rametto aveva deciso di comparire proprio sopra la mia testa?
Magia, forse era questa la risposta.
Oppure ero solo io che me lo stavo immaginando.
Avevo appena riflettuto, appena deciso cos'era Liam per noi tutti: per me era un amico, ed ero quasi certa di non provare nulla per lui che andasse oltre la simpatia, anche se, dovevo ammetterlo, avrei tanto voluto che all'inizio dell'anno venisse smistato in Serpeverde. Forse era andata così perché già io ero Mezzosangue, e una pecora nera in famiglia bastava e avanzava. O forse perché a volte gli ostacoli più alti sono quelli che stimolano di più a saltare.
Mi girai verso Liam, che aveva lo sguardo puntato sulla coltre bianca che rivestiva il lago. Dopo qualche secondo si accorse della mia presenza, e si girò a sua volta.
"Qualcosa non va?" domandò a bassa voce.
"Nulla, è che... pensavo." risposi, alzando lo sguardo un'ultima volta, e accorgendomi che del rametto di vischio non era rimasto nulla.
Anche Liam alzò gli occhi al cielo, probabilmente rimanendo sorpreso, visto che ora l'unica cosa che si distingueva fra le fronde era lo scintillìo delle stelle.
"A cosa pensavi?" chiese, leggermente stupito dal mio comportamento.
Aprii bocca per rispondere, ma non riuscii a formulare una frase completa. Sentivo che non sarebbe servito dire molto, spiegare a quanto tenessi a lui e agli altri, finendo senza giungere a una vera conclusione. 
Alzai lo sguardo.
I suoi occhi erano strani, la parola più azzeccata per definire il colore sarebbe stata nocciola, ma preferivo optare per caramello. Una glassa dolce, di colore caldo, che brillava fra il bianco velo della neve e l'oscuro manto del cielo.
Non ci pensai molto, presi un piccolo respiro e posai le mie labbra sulle sue, appoggiando una mano sulla sua spalla. Liam rimase sorpreso, lo sentii dalla contrazione dei suoi muscoli, ma servì poco perché si sciogliesse.
Mannaggiammerlino, forse non ero stata l'unica ad aver visto il vischio.
 

 
-Louis
 

"Non sei stanco?" mi domandò Maggie, quando ormai eravamo rimaste una delle poche coppie in pista. 
Tutti stavano prendendo le loro borse, salutando gli amici per risalire ai dormitori, ma noi eravamo stretti a ballare. Non c'era più nessuno che conoscessi bene, perfino Stephanie se ne era andata qualche minuto prima, raggiante.
"Louis Tomlinson non è mai stanco." risposi facendola girare in una piroetta.
"Ma Margaret Monroe può esserlo?" rise, rallentando ulteriormente il ritmo.
"Solo con un valido motivo..." rimasi vago.
"E se avessi un validissimo motivo, o meglio, sorpresa?" sussurrò prendendomi per mano.
"Vorrà dire che farò finta di non sapere che mi stai portando sotto il Salice per festeggiare il mio compleanno." risi, quando ormai eravamo usciti dalla Sala Grande.
Maggie sbuffò, applicando un incantesimo su se stessa che le tolse il vestito rosso, coprendola di un paio di jeans chiari, una sciarpa e un grande maglione. Si girò, puntandomi la bacchetta contro prima che potessi spostarmi: il mio completo scomparve, rivelando dei pantaloni pesanti e una giacca a vento blu.
"Ehi, non ero pronto!" feci spiazzato, mentre scendevamo le scale che portavano al Lago Nero, cingendola per le spalle con un braccio.
"Tranquillo, il tuo abito dovrebbe essere nel Dormitorio ora." sorrise, mentre le guance le si arrossavano per il freddo, e minuscoli fiocchi di neve si bloccavano fra i suoi capelli biondi.
Cadde il silenzio, interrotto solo dal rumore dei nostri passi, attutiti a loro volta dalla neve.
"Sei eccezionale." sorrisi, quasi arrivati al Salice.
"Grazie Lou, anche te lo sei." ricambiò, come se fosse una cosa ovvia.
"No, ma io intendevo eccezionale sul serio, fidati, potrò essere tutto quello che vuoi, ma non mi merito questo appellativo più di te, affatto." dissi, e le posai un bacio sulla fronte.
La percepii sorridere, e poi si staccò da me.
"Aspetta qui, ora. Tra un paio di minuti raggiungici... o meglio, raggiungimi sotto il Salice.
Rimasi in piedi a guardare la neve cadere, e poco dopo mi diressi verso il grande albero frondoso, assumendo l'espressione più ignara e meno sospettosa possibile.
"Maggie, dove sei?" chiesi, senza riuscire a evitare il tono divertito.
"TANTI AUGURI LOUIS!!" i miei amici urlarono non appena entrai nell'area protetta dagli incantesimi, fiondandosi addosso a me. 
Fred e George mi placcarono, stritolandomi per bene, e perfino Luna e Liam erano presenti. 
C'erano tutti, e festeggiare il compleanno qui con loro, e non a Doncaster come al solito, era un'emozione nuova e bellissima.
 
-Liam
 

Tutto, dalla mattina del ventiquattro dicembre, mi faceva pensare che quella giornata sarebbe stata strana.
Mi ero svegliato più tardi del solito, e ciò era inusuale.
Avevo mangiato di meno a pranzo, e ciò era parecchio insolito.
Il Ballo Del Ceppo era andato una meraviglia, e non ci avrei affatto scommesso.
Ma che poi Jo mi avrebbe baciato, no, non ci avrei mai pensato.
E invece era successo, sotto lo stesso Salice che ci aveva visto quei pomeriggi di Novembre, sotto lo stesso Salice che si era imbiancato di neve.
E sì, era stato strano.

Non che l'aggettivo strano escludesse il bello, o che lo intendessi con una connotazione negativa, era semplicemente la parola che esprimeva meglio come mi sentivo.
Dopo che avevo capito cosa stava succedendo, dopo che tutto era finito, non avevo saputo cosa dire. E forse era meglio, perché se avessi aperto bocca sarebbero uscite solo stupidate.
Eravamo rimasti lì, a guardare la neve cadere. Poi Joanne aveva parlato, dichiarando che non aveva la minima idea di cosa dire, e avevo notato una nota di rimprovero nella sua voce.
Le avevo detto che non si doveva scusare, né con me, né, molto probabilmente, con se stessa, e lei mi aveva sorriso. Poco dopo erano arrivato Fred e George, e avevo cercato di rimuovere quanto appena successo, aiutandoli a predisporre la zona con nuovi incantesimi di protezione per la festa. Erano giunte Luna ed Elizabeth, la prima con ancora indosso l'abito da ballo, con il pretesto di non avere freddo, e, anzi, che lo trovasse davvero di un bel colore, e infine si era aggiunta Stephanie, esausta dalle danze.
Joanne le aveva chiesto se un tipo di nome Arthur sarebbe arrivato o meno, e lei aveva detto di no, che gli altri non lo conoscevano ed era meglio così. 
Jo aveva annuito, ma ero riuscito a scorgere un velo di tristezza nei suoi occhi.
Anche questo era strano, qualcosa stava succedendo, e io non riuscivo a capire cosa.
Poi avevo lasciato stare i pensieri, e con Maggie fummo pronti.
Louis scostò le fronde del salice, e tutti gli saltammo addosso, coprendolo di spintoni e auguri di buon compleanno: era diventato maggiorenne, ma non avrebbe mai perso il sorriso e la battuta pronta.
Ora eravamo seduti lì, in cerchio, con un mucchio di regali da scartare, e sembrava che non ci fosse nulla di più bello. Ogni volta che ci pensavo avevo voglia di tornare indietro e farmi espellere da Livenbrack al primo anno, non al quarto, ed evitare di perdere tanti altri di quei bei giorni.
"Apri-lo! Apri-lo!" incitammo Louis.
"Ragazzi, non è che qua dentro c'è un altro uovo, vero? Perché me lo ricorda vagamente..." rise Louis, scartando l'ultimo pacchetto.
Tuttavia nessun enigma strillante fu trovato, ma prese il suo posto un singolare libro di erbologia, che, a sentire gli altri, nessuno gli aveva regalato.
"Erbologia non é mai stata la mia materia preferita, ma ciò non toglie che apprezzi lo stesso. Visto che non è di nessuno, però, credo lo regalerò a mia volta a Mag." rise, passandolo alla bionda. 
Io non ne ero sicuro, ma poteva darsi che fosse il regalo di Elizabeth: no, non era il tipo che rimpiangeva le scelte fatte, ma sembrava l'unica spiegazione possibile.
Oppure era da parte di una delle sue tante ammiratrici, che nel corso della giornata avevo visto consegnarli piccoli pacchetti, con tanto di bigliettini di auguri da persone che Louis non aveva mai sentito nominare e che probabilmente non avrebbe più rivisto se non nei corridoi della scuola.
Finito di scartare i regali Jo estrasse una chitarra, o meglio, Jackson, dalla borsetta posata vicino a lei. L'avevo sentita suonare qualche volta, e dovevo ammettere che non se la cavava affatto male. Io sapevo fare qualche accordo, nulla di più.
"Louis, cosa ti va? Niente sulle condizioni meteorologiche, per favore!" rise.
"Uhm... Non saprei. Una via di mezzo fra una ninna nanna e un concerto hard-rock c'è?" domandò, vago.
"Vi va Time Of Your Life, dei Green Day?" chiese, prendendo il plettro.
Conoscevo quella canzone, e mi piaceva molto. L'arpeggio era rilassante ma anche coinvolgente, e i Green Day erano una delle band predilette da suonare sulla chitarra in compagnia.
L'approvazione fu generale, anche se dubitavo che maghi purosangue come Fred, George e Stephanie potessero conoscere il brano di cui stavamo parlando.
Jo sorrise, e iniziò a muovere le dita della mano sinistra sulla tastiera, mentre con la destra andava a pizzicare le diverse corde per ricreare la melodia della canzone.
Maggie canticchiava a bassa voce, e tutti erano stesi ad osservare il cielo stellato, beandosi del sottofondo musicale che rendeva l'atmosfera ancora più magica.
Mi appoggiai al Salice, incrociando le braccia, e pensai.
Pensai che era stata una giornata bella, ma decisamente strana.























Mannaggiammerlino.
Ehm, ok, posso dire che c'è una svolta in questo capitolo? ahahah.
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere mi raccomando;
e mi scuso se ci ho messo un po' a postare. Grazie a tutte.
Spoiler: il libro di erbologia :))))))))), traetene voi le conclusioni.
Vi lascio con un Liam fantastico che sembra dica "odd" ed è pure com'è nella storia -> stra-azzeccato per il capitolo; asdfghjkl

Jo



 

 


Much Love xx & Cactus Aum xx & Pippistrelli Carini e Coccolosi xx & Gocce Di Pioggia Estiva xx & Scleri Della Cooman xx & Plaid aggrovigliati xx & Occhi Zaynosi xx Anelli di Louis(?) xx & Uova d'oro xx & Mentine di Liam xx FilastroccheDelCeppo (puahauahauahauh) xx & Abiti da sera xx (è pessima, sì) & Rametti di vischio immaginari xx

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