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di Geilie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno, due, tre, quattro (Wilfred) ***
Capitolo 2: *** Memory (Doctor/Master) ***
Capitolo 3: *** L'ultima parola (River/10th Doctor) ***
Capitolo 4: *** Conseguenze (9th Doctor) ***
Capitolo 5: *** In attesa (Rose/10th Doctor) ***
Capitolo 6: *** Some things never change (Amy/Rory) ***
Capitolo 7: *** Escher (River/11th Doctor) ***
Capitolo 8: *** Antiquities (10th Doctor) ***
Capitolo 9: *** L'arte dell'attesa (10th Doctor/Martha) ***
Capitolo 10: *** Di scale e montagne russe (Jack) ***
Capitolo 11: *** Mr. Pond (Rory) ***
Capitolo 12: *** Come respirare (Amy/Rory) ***
Capitolo 13: *** Some would run away (11th Doctor) ***
Capitolo 14: *** Picnic ad Asgard (River/11th Doctor) ***
Capitolo 15: *** Nascondino (11th Doctor) ***
Capitolo 16: *** Indovina chi viene a cena (Jenny - The Doctor's Daughter) ***
Capitolo 17: *** Scommettiamo (River/11th Doctor) ***
Capitolo 18: *** Il respiro delle stelle (11th Doctor, Amy) ***
Capitolo 19: *** Il Minotauro (7th Corsair) ***
Capitolo 20: *** Giorno di fioritura (River/11th Doctor) ***



Capitolo 1
*** Uno, due, tre, quattro (Wilfred) ***


Scritta in occasione della Drabble Night del 18/01/13, organizzata per festeggiare in ritardo il mio compleanno.
Ho creato io i pacchetti per la serata: poiché erano piuttosto sostanziosi - i fandom in lista erano nove - evito di copiare qui le caratteristiche del pacchetto per intero e mi limito a riportare i dettagli della singola storia.

PACCHETTO OTTO
Fandom: Doctor Who
Personaggio: Wilfred
Prompt: Skyfall - Adele




Uno, due, tre, quattro
251 parole - malinconica e sicuramente poco originale. Non betata, anche...

Ancora non sei riuscito ad assimilare del tutto quello che è successo. L’alieno biondo, il cattivo, alla fine ha fatto qualcosa di molto eroico - o molto egoistico - e ha ricacciato tutti quei Signori del Tempo nel loro mondo malato. Il Dottore ti dà le spalle ma è vivo, si sta rialzando da terra.
Tiri un sospiro di sollievo - non per te, non perché sai che senza di lui non potrai uscire da questa strana cabina in cui ti sei rinchiuso per sbaglio, ma perché quel povero ragazzo ti ha fatto davvero preoccupare con tutti quei suoi discorsi strani sulla morte. Bussi sul vetro per attirare la sua attenzione - una, due, tre, quattro volte.


A quel punto lui si irrigidisce. Si volta, quegli occhi tanto più vecchi del suo viso che ti dicono addio e quella bocca tanto più giovane che ti implora indirettamente di salvarlo.
Capisci la situazione, davvero - e in fondo sei vecchio, la tua vita non è importante. Glielo dici, anche. Lui è così importante per tante, troppe persone, mentre tu sei solo un uomo, uno dei tanti.
E invece lui si raddrizza, mentre tutto gli crolla addosso, e va incontro alla sua fine con un coraggio che crede a torto di non possedere.

Perché il Dottore non ha mai incontrato una persona che non fosse importante e tu, che vedi Donna ogni giorno e ogni giorno vorresti dirle che intere galassie cantano il suo nome e la ringraziano, dovresti saperlo meglio di tutti.

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Capitolo 2
*** Memory (Doctor/Master) ***


Scritta in occasione della Drabble Night del 18/01/13, organizzata per festeggiare in ritardo il mio compleanno.
Ho creato io i pacchetti per la serata: poiché erano piuttosto sostanziosi - i fandom in lista erano nove - evito di copiare qui le caratteristiche del pacchetto per intero e mi limito a riportare i dettagli della singola storia.

PACCHETTO CINQUE
Fandom: Doctor Who
Personaggi: 10th Doctor, Master
Prompt: nostalgia di casa




Memory
211 parole - non esattamente allegra, non betata; si potrebbe considerare un Missing Moment.

«Ci pensi mai? A Gallifrey…» aggiunge prima che l’altro possa chiedergli spiegazioni, anche solo con lo sguardo. È che lui ci pensa sempre, per lui l’oggetto della domanda è fin troppo ovvio.
«Non è stato il pensiero di Gallifrey a farmi tirare avanti per tutti questi anni, se è quello che mi stai chiedendo.»
Ah! Quasi lo invidia, ora… Ma no, la sua domanda era un’altra.
«Ma ci hai ripensato, qualche volta?»
Silenzio. E poi, sottile, quasi inudibile, una risposta.
«Sì. Certo» dice, con un sorriso piccolo e invisibile quanto quelle due parole.
Si concede un sorriso anche lui, allora. Sono seduti su un cumulo di calcinacci, ma non importa a nessuno dei due. Nelle loro menti, adesso, sotto la stoffa dei loro pantaloni non c’è un mucchio di polvere: c’è dell’erba rossa, morbida e solleticante. Sopra le loro teste non c’è un cielo scuro decorato di puntini luminosi: ci sono due soli che splendono su uno sfondo aranciato.
Gallifrey per loro è quello dell’infanzia, quello dei tempi dell’Accademia - tempi così lontani… Il loro Gallifrey è un luogo che non esiste più da così tanti secoli, ormai, che il fatto che non esista più neanche fisicamente comincia a sembrare una sottigliezza.
E forse, solo forse, fa un po’ meno male.

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Capitolo 3
*** L'ultima parola (River/10th Doctor) ***


Scritta in occasione della Drabble Night del 25/01/13, organizzata per festeggiare il compleanno di Nadia.
Ancora una volta i pacchetti sono stati creati da me e di nuovo, poiché erano parecchio sostanziosi, mi limito a riportare le caratteristiche della singola storia.

PACCHETTO QUATTRO
Fandom: Doctor Who
Personaggi: River/10th Doctor
Prompt: in amore e in guerra tutto è lecito




L'ultima parola
246 parole - non betata, drammatica con leggerezza (spero).
 
Non è la prima volta che le capita di volerlo prendere a pugni, ma è la prima volta che lo fa davvero.
Per un attimo le viene da pensare che è proprio curioso, curioso che in tanti anni di conoscenza - e matrimonio, e picnic ai quattro angoli dell’universo - la prima e unica volta in cui gli tira un pugno è per salvargli la vita e non per il gusto di levargli dalla faccia quel dannato, adorabile sorrisetto compiaciuto.
È curioso anche che non sia la faccia a cui è abituata, quella che ha appena colpito.
Curioso davvero…
 
Sta connettendo gli ultimi cavi quando lui si risveglia e la implora di lasciargli il ruolo di eroe - lui e le sue manie di protagonismo! Forse questa rigenerazione è addirittura peggio di quella che ha sposato lei!
Gli dice quel che gli può dire - ed è così poco in confronto a tutto ciò che vorrebbe dirgli se al posto di una cravatta ci fosse un papillon - e lo saluta, a modo suo. Un’uscita di scena ad effetto, come tutte le uscite di scena di River Song.
Curioso davvero, pensa nell’ultimo istante, avere l’ultima parola della loro eterna schermaglia.
Morire per un pugno ben dato.
 
(Il fatto che la morte non sia quel che lui aveva pianificato per lei non dovrebbe stupirla; d’altronde la vecchia volpe ha avuto anni per potersi aggiudicare quell’ultimo punto.
E nel loro gioco non ci sono mai stati colpi proibiti.)

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Capitolo 4
*** Conseguenze (9th Doctor) ***


Scritta in occasione della Drabble Night del 27/01/13, secondo round di quella del 25 (sempre in onore di Nadia).
Pacchetti sempre di mia creazione, indico solo le caratteristiche della singola storia.

PACCHETTO UNO
Fandom: Doctor Who
Personaggi: 9th Doctor, Rose
Prompt: imparare




Conseguenze
134 parole - non betata, con accenni Doctor/Rose e richiami leggeri a Eleven (e ai Dottori passati).
 
Si sorprende di quanto questa rigenerazione sia diffidente, a volte. Oh, certo, una guerra cambia un uomo in mille e mille modi, però…
 
Quella ragazzina gli sta alle calcagna e non ha intenzione di lasciarlo sparire, e a lui tornano alla mente i vecchi tempi in cui aveva dei compagni coi quali condividere le meraviglie dell’universo, ma non si decide a lasciarsi andare. Sarebbe facile prenderla per mano e mostrarle quel di cui è capace la sua nave spaziale, sarebbe bello avere qualcuno da stupire con i suoi trucchi da mago consumato. Non c’è mai nessuno a guardarlo mentre fa sfoggio del suo genio, adesso.
 
Quando domanda a se stesso cosa lo abbia frenato tanto a lungo, scopre di dover imparare da capo la fiducia, e forse è la realizzazione che più lo atterrisce.

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Capitolo 5
*** In attesa (Rose/10th Doctor) ***


Scritta per il primo round della doppia Drabble Night dell'11-12/02/13, con pacchetti di MedusaNoir.

PACCHETTO MEZZORCO DRUIDO
Fandom: Doctor Who
Pairing: Rose/Ten
Prompt: 
Pink Floyd - Wish you were here



In attesa
214 parole - angst, ma giusto un pochino.
 
Per Rose la sua assenza è insopportabile.
Nei primi giorni non dorme. Come una bambina che cerca di combattere il sonno durante la vigilia di Natale, nella speranza di cogliere lo svolazzo biancorosso dei vestiti di Santa Claus, Rose non osa chiudere gli occhi: li tiene puntati sul cielo, sognando di veder comparire tra una stella e una nuvola una scatola blu. La sua fiducia va sgretolandosi, notte dopo notte dopo notte, ma ha imparato a non smettere mai di sperare e di lottare per lui.
Il momento peggiore arriva dopo, quando la stanchezza diventa eccessiva e il suo corpo stremato reclama qualche ora di riposo; Rose si sveglia, una mattina, e per un istante le sembra di essere ancora con lui, nella sua stanzetta sulla TARDIS. Ma il cuscino è troppo morbido, i muri troppo bianchi, la luce troppo intensa.
Ed è lì che desidera che lui apra la porta di quella stanza così sbagliata e le dica che è solo un sogno, che è tutto un brutto incidente; è lì che desidera che lui le dica di prendergli la mano, in fretta, perché dovranno correre come fulmini per tirarsi fuori dai pasticci.
 
Dalla porta entra solo suo padre col vassoio della colazione in mano e per Rose quello è il momento peggiore.

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Capitolo 6
*** Some things never change (Amy/Rory) ***


Scritta per il primo round della doppia Drabble Night dell'11-12/02/13, con pacchetti di MedusaNoir.

PACCHETTO NANO RANGER
Fandom: Doctor Who
Pairing: Amy/Rory
Prompt: lettera




Some things never change
233 parole - tendenzialmente angst, di nuovo; concedetemi l'inglese della citazione finale (tratta da The Angels take Manhattan), perché non ho mai visto DW in italiano.
 
Il ticchettio della macchina da scrivere si sovrapponeva al tamburellare della pioggia sui vetri.
Rory, in piedi davanti alla finestra, osservava il nuvoloso cielo newyorkese e pensava che certe cose - la pioggia, ad esempio - non cambiano proprio mai.
Il frusciare della sedia sul pavimento lo riscosse dai suoi pensieri e si voltò appena in tempo per vedere Amy tirar via dalla macchina da scrivere il foglio con la postfazione alle avventure di Melody Malone.
«Finita» disse sua moglie, fissando la pagina fitta di parole.
Rory si avvicinò e rimase in piedi dietro di lei, posandole le mani sulle spalle.
«Credi che ci darà retta? Credi che- » cominciò lei, prima di interrompersi con un sorriso, scuotendo appena la testa. «No, certo che no. Quell’uomo è dannatamente testardo quando si tratta di farsi del male.»
Rory la strinse in un abbraccio.
«River lo terrà d’occhio. E poi quando mai qualcuno è stato in grado di disobbedire ad Amelia Pond?» disse, e un sorriso più caldo fece capolino sul volto di Amy.
Rory sapeva di aver mentito, sapeva che il Dottore si sarebbe dato le colpe e che avrebbe cercato la solitudine. Lo sapeva anche Amy, anche meglio di lui. Ma decisero tacitamente di consolarsi con quella piccola bugia, nella consapevolezza che non avrebbero mai saputo la verità e che ciò che non sai per certo può ancora essere cambiato.
 
“Hello, old friend…”

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Capitolo 7
*** Escher (River/11th Doctor) ***


Scritta per il primo round della doppia Drabble Night dell'11-12/02/13, con pacchetti di MedusaNoir.

PACCHETTO GNOMO BARBARO
Fandom: Doctor Who
Pairing: River/Eleven
Prompt: immagine




Escher
285 parole - romantica, introspettiva e decisamente non betata. Il titolo si riferisce a Maurits Cornelis Escher e alle sue costruzioni impossibili; il riferimento al Morphus, nella storia, vuole essere una specie di citazione da Il pianeta del tesoro (ricordate Morph, il cosino rosa multiforme?).
 
«Buonanotte, River» dice lui, ancora rosso in faccia per l’ultimo bacio inaspettato, e si ritira con un mezzo inchino e un tocco al cappello - un trilby grigio, stavolta, e lei non l’ha ancora fatto saltare in aria solo perché a dire il vero le piace quando il suo Dottore si mette in tiro per portarla fuori a cena. Lo farà sparire alla prima occasione utile, comunque, ed è certa che Amy la aiuterà.
La porta della sua cella si richiude, le porte blu della TARDIS obbediscono allo schiocco di dita del loro padrone e River prende il suo diario per cominciare ad annotare gli eventi della serata - o giornata? Gran seccatura i viaggi nel tempo, quando si tratta di farsi un quadro della situazione!
Che strana coppia sono, lei e il Dottore. Due comete che corrono tra le galassie e di tanto in tanto si trovano a incrociare l’una l’orbita dell’altra, chissà come e chissà dove (e quando).
Persone meno abituate alle stranezze dell’universo riterrebbero la loro relazione del tutto impossibile; River la vede solo come una costruzione improbabile, un edificio assurdo che cresce tra le nuvole senza fondamenta né tetto e tuttavia è solido come la roccia, e la pioggia non lo allaga mai. Un castello di carte su un precipizio battuto dai venti e dai fulmini, eppure un castello di carte che oscilla e non cade.
 
River quella notte - ha deciso che è notte, infine - dovrebbe scrivere di mari d’argento liquido abitati da strane creature cangianti, dovrebbe scrivere di come il Dottore sia riuscito a salvare un Morphus da morte certa, ma tutto quello che prende posto sulle pagine del suo diario è il disegno di un castello improbabile.

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Capitolo 8
*** Antiquities (10th Doctor) ***


Scritta per il secondo round della doppia Drabble Night dell'11-12/02/13, con pacchetti di MedusaNoir.

PACCHETTO ELFO STREGONE
Fandom: Doctor Who
Personaggio: Ten
Prompt: “Conosci il gelido scorrere degli eventi?”




Antiquities
229 parole - angst e introspettiva, con accenni a vari personaggi e vari avvenimenti dell'era Ten.
 
Sei giunto alla fine della tua strada. Meglio, sei giunto alla fine di questa strada: sai bene che chiusa una porta se ne apre un’altra, per te in modo più ovvio che per altri.
Conosci il gelido scorrere degli eventi, quel gelo te lo sei sentito addosso in così tante occasioni ormai…
Davanti a te rivedi Donna, che ti chiede di salvare qualcuno, almeno qualcuno, da una città che sarà presto solo un ricordo e che nel giro di qualche secolo farà la gioia di tanti archeologi.
Archeologi. Un tempo quella parola ti rendeva irascibile, ormai ti ricorda una donna che un giorno conoscerai davvero - e ora le sue parole sono così chiare, così ovvie, che lasciare il posto a un’altra versione di te non ti pesa più così tanto, per un attimo.
Rivedi te stesso davanti a un’esploratrice coraggiosa, rivedi le fiamme lambire una stazione spaziale su Marte e senti di nuovo un colpo di pistola che ti ha sconfitto dopo la vittoria.
E senti anche un altro colpo di pistola, vedi il tuo antico rivale e ancor più antico fratello dare la vita per te e per un pianeta intero. Senti battere quattro volte su un vetro; di nuovo, la sconfitta dopo la vittoria.
 
Sei giunto alla fine della tua strada, Dottore, ma sapevi che sarebbe andata a finire così.
Conosci bene la tua maledizione, ormai.

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Capitolo 9
*** L'arte dell'attesa (10th Doctor/Martha) ***


Scritta durante la Drabble Night del 15/03/13. Pacchetto di Eterea.

PACCHETTO GONGOLO + GREYJOY
Fandom: Doctor Who
Pairing: Ten/Martha
Prompt: “La pazienza è l’arte di sperare.”




L'arte dell'attesa
187 parole - non betata, romantica (ma onesided, come pairing richiede) e introspettiva.
 
Martha è umana, ha innumerevoli difetti: quando è innamorata si ingelosisce facilmente, è fin troppo sentimentale, spesso non riesce ad avere fiducia in se stessa e si lascia ferire dalle persone a cui tiene, a volte, per non dover rinunciare alla loro compagnia, per non rimanere sola…
Ma tra tanti difetti, Martha ha anche due o tre ottime qualità.
Ha un’intelligenza brillante, aperta alle novità, priva di pregiudizi; ha coraggio da vendere, anche se non ne è sempre consapevole; è, più di ogni altra cosa, paziente.
La pazienza l’ha imparata da sua nonna, una donnina rotondetta e gioviale che, tra un’infornata e l’altra di biscottini alla cannella, ha insegnato a Martha l’arte dell’attesa.
«Essere pazienti, Martha» le diceva quando era piccola, «vuol dire essere ottimisti.»
«E cosa significa “essere ottimisti”, nonna?» chiedeva lei.
«Significa non perdere mai la speranza che le cose possano migliorare da un momento all’altro, stellina.»
 
Perciò Martha spera, spera sempre che un giorno lui si accorga di lei, che la veda davvero, che la lasci entrare. E anche se sa che sarebbe pressoché impossibile, Martha spera di potergli insegnare la pazienza, un giorno.

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Capitolo 10
*** Di scale e montagne russe (Jack) ***


Scritta per la doppia Drabble Night di Pasqua del 29-30/03/13. Pacchetto di Eterea.

PACCHETTO DOTTO + LANNISTER
Fandom: Doctor Who
Personaggio: Jack Harkness
Prompt: immagine (Hol en Bol - M.C. Escher)




Di scale e montagne russe
203 parole - non betata e ambientata nella terza stagione, quando Jack rientra in scena; non ne sono troppo soddisfatta, il Capitano non è un personaggio che mi venga troppo naturale e temo che si veda.
 
Gli era mancato, Dio se gli era mancato!
Star dietro al Dottore è come fare decine di rampe di scale, su e giù in un infinito saliscendi - in parole povere, dannatamente faticoso. Ma correre è sempre faticoso, non è così? Correre per non perdere di vista lui, invece, correre con lui ha qualcosa di magico; le rampe di scale ci sono sempre - e con l’età che avanza, non è neppure un male: quando non si può morire conviene tenersi in forma! - ma sono scale a rovescio. Scale che si attorcigliano, si arrampicano, cadono giù a capofitto, si interrompono sull’orlo di un precipizio e riprendono a salire, sempre più su, fino ai confini dello spazio e del tempo.
Sì, gli era mancato.
Forse è un concetto troppo ventunesimo secolo per un uomo come lui, ma correre con il Dottore gli ricorda le montagne russe: la stessa sorprendente varietà, la stessa scarica adrenalinica che ti dà alla testa, quella sensazione che ti fa venir voglia di fare ancora e ancora e ancora lo stesso giro della morte.
E come da ogni dipendenza, anche Jack può guarire dalla sua. Tutto quel che gli serviva era il giusto Dottore e ora, finalmente, l’ha trovato.

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Capitolo 11
*** Mr. Pond (Rory) ***


Scritta per la doppia Drabble Night di Pasqua del 29-30/03/13. Pacchetto di Eterea.

PACCHETTO DOTTO + LANNISTER
Fandom: Doctor Who
Personaggio: Rory Williams
Prompt: “Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema. Comprendi?” - Jack Sparrow (Pirati dei Caraibi)




Mr. Pond
223 parole - non betata; ironica, romantica e ambientata in un qualunque missing moment dell'era Pond. Dedicata a Nykyo: non potevo non dedicarti Rory, tesoro.
 
«Il problema non è il problema, Rory. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema» annuncia il Dottore facendo una mezza giravolta per poterlo guardare in faccia. Ha un fez in testa, chissà da dove l’ha tirato fuori.
«Il problema è il mio-? Il problema, Dottore, è che Amy è mia moglie!» esclama Rory, e pensava davvero che non ci fosse bisogno di constatare l’ovvio.
«Ne sono perfettamente consapevole, Rory. Non dire cose inutili, le cose inutili sono inutili.»
Appunto - e non gli farà neanche notare che tutta quella solfa sulle cose inutili è un altro splendido esempio di constatazione dell’ovvio, perché è certo che il Dottore risponderebbe che il punto era esattamente quello. Ma allora perché si ostina a suggerire che sua moglie vada a “distrarre con le sue doti femminili”, testuali parole, l’orribile alieno giallognolo che sta a guardia del passaggio che devono imboccare?
«Ma è-» prova ancora a obiettare lui, ma la voce di Amy lo richiama all’ordine: «Rory? Chiudi il becco» dice, con quel suo sorriso che illumina il mondo. Poi si avvicina, gli schiocca un bacio sul naso e si avvia verso l’alieno-guardia sistemandosi la gonna.
«Atteggiamento rispetto al problema, Rory, che ti avevo detto?» gli ricorda il Dottore in un sussurro.
Già.
E dire che dovrebbe aver imparato che il Dottore ha sempre ragione, ormai.

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Capitolo 12
*** Come respirare (Amy/Rory) ***


Scritta per la Drabble Night estemporanea del 16/05/13.

PRIMO PACCHETTO (by Schnusschen)
Fandom: Doctor Who
Pairing: Amy/Rory
Prompt: Red is the Rose - The High Kings, in particolare “You choose the road, love, and I'll make the vow/And I'll be your true love forever”.




Come respirare
155 parole - non betata; romantica e drammatica.
 
I Pond fanno così, i Pond affrontano tutto insieme.
Sono sul tetto di un palazzo e Rory sta in bilico sul cornicione, pronto a lanciarsi nel vuoto. Rory ha scelto la strada, la giusta strada, ed Amy lo segue, perché seguirlo è naturale come respirare. Così cadono, insieme, e insieme si rialzano quando tutto finisce.
Ma poi sono in un cimitero e Rory sta guardando la sua stessa lapide. Qualcosa non è andato come doveva andare, è evidente, e il tocco sulla spalla lo coglie all’improvviso eppure non del tutto inaspettato.
Rory non ha scelto la strada, stavolta, semmai una strada è stata scelta per lui; ma dove va Rory va Amy, perché seguire l’uno i passi dell’altro è naturale come respirare. Così Amy, contro ogni istinto di sopravvivenza e al contempo assecondandoli tutti, volta le spalle al pericolo e cade. Sa che ci saranno le braccia di Rory ad accoglierla.
I Pond fanno così.

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Capitolo 13
*** Some would run away (11th Doctor) ***


Autore: Geilie
Fandom: Doctor Who (2005)
Personaggio: Eleven
Rating: verde; Pg
Avvertimenti: angst, introspettiva, ambientata durante “The Name of the Doctor” (7x13), quando il Dottore decide di andare a Trenzalore.
Word count: 355 (Word)
Note: partecipa ai Prompt Days indetti da Pseudopolis Yard per inaugurare la sezione contest. Il titolo è una citazione da “The Sound of Drums” (3x12).
Prompt: Stanco


Some would run away

Non ti ci abituerai mai, ma non è la prima volta che ti capita. Non è neanche la prima in cui potresti scegliere di continuare a scappare e invece decidi di fermarti, voltarti e affrontare i tuoi demoni. Ma in realtà non ce l’hai mai, quella scelta, non è vero? Sei il Dottore, e se è vero che hai iniziato a correre non appena ne hai avuto l’occasione e non hai mai avuto intenzione di smettere di farlo, è anche vero che non lasceresti mai che qualcuno subisca per te le conseguenze del tuo… egoismo? Della tua codardia? Non puoi accettarlo, in ogni caso; hai scelto il nome che hai scelto per un motivo e non intendi venir meno alla promessa che hai fatto a te stesso, mai più.
Certo, speravi che Trenzalore non ti raggiungesse mai. O meglio, speravi di non dover mai essere costretto a farti raggiungere. Speravi di avere più tempo, se non altro, più tempo per vedere, viaggiare, imparare. Più tempo per Clara, che hai cercato così a lungo e già ti viene strappata via… Noti con un sorriso amaro che perfino a un essere come te, che di vite ne ha un’infinità, il tempo pare non bastare mai.
Ma sei stanco di fuggire da qualcosa che non puoi evitare per sempre. Ci hai già provato, in passato, e ci sei mai riuscito? La tua precedente rigenerazione aveva provato di tutto per salvarsi da un destino annunciato e non aveva fatto altro che avvicinarsi più in fretta alla fine. Perché è questa, la verità, Dottore: tu corri e corri e corri, vai sempre più veloce, finché non fai un giro completo, superi te stesso e non ottieni altro che andare a sbattere di petto contro ciò da cui stavi scappando.
E ora sei proprio stanco di andare a sbattere contro il tuo destino, pensi mentre scacci via l’ansia e ti asciughi gli occhi umidi con una manica della giacca. Questa versione di te conosce l’importanza di un’entrata ad effetto, perciò, in tutta calma, ti raddrizzi il papillon, ti spolveri i pantaloni e ti fermi.
Che Trenzalore sia, se Trenzalore deve essere.

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Capitolo 14
*** Picnic ad Asgard (River/11th Doctor) ***


Autore: Geilie
Fandom: Doctor Who
Personaggi: River/Eleven
Rating: verde; Pg
Word count: 367 (Word)
Avvertimenti: slice of life con un pizzico d’ironia
Note: partecipa al Summer Writing Day di 24hours_of_fun.
Summer Prompt #7: Doctor Who, River/Eleven, gita in bicicletta (by Emme).
 

Picnic ad Asgard

 
La TARDIS apparve davanti alla sua cella e River non fece neanche in tempo ad alzarsi dalla branda per andare incontro a suo marito che già lui era lì davanti e le poneva una domanda - una di quelle sue domande strane e apparentemente spuntate fuori dal nulla.
«Sai andare in bici, River?»
River, che al curioso funzionamento del cervello del Dottore si era abituata molto in fretta e da molto tempo, non si scompose granché.
«Non abbiamo ancora fatto il giro turistico di Magrathea, ne deduco» rispose soltanto, perché River era fatta così e a una domanda rispondeva sempre con un’altra domanda, anche se le toglieva il punto interrogativo. Il cicloturismo era diventato un trend, su Magrathea. O lo sarebbe diventato, prima o poi.
«No, non l’abbiamo fatto. Magrathea? Organizzano giri in bici su Magrathea, ora?» fece lui, con quel solito luccichio di aspettativa tutta infantile, negli occhi, che a River faceva pensare immancabilmente a un bambino sgusciato fuori dalle coperte durante la notte di Natale nella speranza di veder apparire un omone in rosso e bianco.
«Spoilers! Oggi dove andiamo?» chiese, mentre il Dottore apriva la porta della sua cella e le offriva il braccio.
«Giusto, sì! Ero ai campionati di surf antigravitazionale su Saturno, no? Gran bella gara, Jim è più in forma che mai! O lo sarà, tra esattamente cinquantasei anni, ad essere precisi. Comunque… A un tratto mi è venuta una gran voglia di picnic. Perciò mi son detto: è da un po’ che non vado a trovare il vecchio Odino! E non te l’ho mai presentato, quindi eccomi qui.»
«Picnic ad Asgard?»
«I migliori prati dell’universo» dichiarò lui, compiaciuto.
«Che ruolo hanno le bici in questo allegro quadretto?»
«Be’, il miglior prato di tutti non è proprio a portata di mano, dal Bifrost, ma mi rifiuto di andarci di nuovo a cavallo, dopo l’ultima volta. No, fidati, non vuoi davvero sapere» aggiunse frettolosamente in risposta al sopracciglio inarcato di River. «E poi sono andato a recuperare due Graziella originali degli anni ’60…»
«E perché siamo ancora qui, dolcezza?» domandò lei, mani sui fianchi e sguardo malizioso.
Lui sorrise e le tenne aperte le porte della TARDIS.
«Dopo di te, mia cara».
 


Note: Magrathea è il pianeta costruttore di pianeti di “Guida galattica per gli autostoppisti” e il Jim menzionato sarebbe il protagonista de “Il pianeta del tesoro” (la versione Disney, s’intende). Per Asgard mi sono riferita all’universo Marvel, invece. Insomma, viva i crossover!

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Capitolo 15
*** Nascondino (11th Doctor) ***


Fandom: Doctor Who
Personaggi: Eleven, River, Amy (e Rory, en passant)
Prompt: parole non dette (by Trick)
Parole: 284 (Word)
Note: non betata, ironico-malinconica, ambientata da qualche parte tra la quinta e la sesta stagione, credo.

 

Nascondino
 
«Comincio a pensare che le cose che dici siano nettamente meno importanti di quelle che non dici, sai Dottore?» commenta Amy, tentando di recuperare il fiato dopo la rocambolesca fuga dall’incrociatore Vogon(1) su cui erano finiti per errore.
Si riferisce all’omissione di quel minuscolo dettaglio sui micromissili inalabili implosivi, sicuramente - una dimenticanza, davvero ingiusto incolparlo di qualcosa del genere in una situazione tanto critica - ma, prima che lui possa ribattere, River coglie l’istante di silenzio e infila nel discorso la propria opinione come una ballerina con un passo di tango.
«È un uomo pieno di segreti. Non è vero, dolcezza?»
«Non sono un uomo, tecnicamente parland-» prova a rispondere lui, raddrizzandosi il papillon per darsi un tono. Amy, tirandosi dietro un ansante Rory e dirigendosi a passo deciso verso la piscina della TARDIS, non gli lascia finire la frase.
«Sarà presto un uomo pieno di rimpianti, se non la pianta!» gli lancia da sopra una spalla, tutta fuoco, e sparisce dietro alla porta del corridoio.
Il Dottore rimane immobile per due secondi. Poi sorride, piano, di quel sorriso un po’ triste e un po’ rassegnato che si è abituato a fare per non doversi tenere tutto dentro quando non può dire niente.
Sul volto di River, che lo guarda dall’altro lato della console, c’è un sorriso simile.
«È sveglia» dice, e il sorriso-non-sorriso rimane dov’è.
«Scelgo solo i migliori, River. È quello il problema…»
«Lo so» risponde lei, e poi di nuovo: «lo so», più enigmatica, prima di sparire in un frizzare di energia statica.
Non è lui l’unico a nascondersi dietro alle parole non dette, realizza il Dottore, e il pensiero, chissà come e chissà perché, gli strappa un sorriso vero.
 
 
 
Note:
(1) Mini incursione in Guida Galattica per gli Autostoppisti.

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Capitolo 16
*** Indovina chi viene a cena (Jenny - The Doctor's Daughter) ***


Scritta per la Drabble Night estemporanea del 03/10/13, con pacchetti di Emme.

PACCHETTO "CONIGLIO D'ANGORA"
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Jenny (la Jenny “figlia” del Dottore, però, non la Jenny compagna di Vastra), Eleven, River
Prompt: immagine
Parole: 302 (Word)
Note: non chiedete, avevo in mente di scrivere qualcosa su questa povera figliola da un po’ e ho colto l’occasione al volo. Secondo il mio headcanon, Jenny è una Time Lady a tutti gli effetti (rigenerazioni comprese, nonostante nella serie non abbia cambiato aspetto dopo essere rinata) ed è entrata in possesso di una TARDIS.

 

Indovina chi viene a cena

Lui e River stanno prendendo il sole su una delle diecimila spiagge rosa di Pentasol quando la ragazza dai capelli pazzi li trova.
«Ciao, papà! Ti sei fatto più giovane!» dice, e per una volta il Dottore rimane senza parole.
River no, River non rimane mai senza parole, e non si fa scrupoli a mettere i puntini sulle i e le stanghette sulle zeta dell’alfabeto universale malarochiano. «Papà?» chiede, senza alzare gli occhi dalla sua rivista di archeologia. «C’è qualcosa che dovrei sapere, dolcezza?»
Il Dottore, per la seconda volta nel giro di venti secondi, non sa come rispondere. Tecnicamente sì, ci sarebbe qualche spiegazione da dare, ma praticamente no, non sa neanche da dove iniziare, perché teoricamente quella che si è presentata chiamandolo papà e che altri non può essere che a) una sua figlia venuta dal futuro o, più plausibilmente, b) una sua pseudo-figlia venuta dal passato, ovvero Jenny, dovrebbe essere morta. Sepolta. Kaput.
Perciò perché la ragazza dai capelli pazzi che altri non può essere che Jenny lo guarda, gli fa l’occhiolino e si acciambella tranquillamente accanto a loro?
«Tu...» ...non eri morta?
...come sei arrivata qui?
...dove hai preso quella splendida paglietta?
«...hai i capelli più folli che abbia mai visto» dice alla fine, perché è davvero la prima cosa che gli sia passata per la mente. O quasi.
E non si fa spiegare niente, per ora: c’è tempo per i se e i ma e i perché. Per ora si limita a guardare gli occhi pieni di stelle e galassie di quella ragazzina entusiasta. Per ora si diverte a subire l’occhiataccia con cui River lo fulmina quando la presenta come “la tua matrigna”. Per ora ha ritrovato una famiglia, e anche se è folle quanto lo sono i capelli variopinti di Jenny, a lui va bene così.

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Capitolo 17
*** Scommettiamo (River/11th Doctor) ***


Autore: Geilie
Fandom: Doctor Who (2005)
Personaggi: River Song, 11th Doctor
Rating: verde; Pg
Word count: 500 (Word)
Avvertimenti: è stupida. Molto stupida.
Note: partecipa al 24 Norse Hours di 24hours_of_fun.
Norse Prompt #1: Birra


 
Scommettiamo


«Scommettiamo» dice River, e quel tono non lo tranquillizza proprio per niente. Quel tono porta sempre un sacco di guai.
Già.
Non dovrebbe piacergli affatto, ma non dovrebbero piacergli neanche le armi da fuoco, e invece River riesce a piegare l’universo attorno a sé e rendere possibile l’impossibile. Tipico.
Può anche eccitarlo un pochino, d’accordo, ma di sicuro non lo tranquillizza. Non quando si trovano a Tortuga e River ha appena usato quel tono per scommettere una birra con un omaccione alto due metri e largo altrettanto, centimetro più centimetro meno, che riuscirà a batterlo a braccio di ferro.
«River, non mi sembra una buona idea…»
Lo dice, ma in fondo lo fa solo per mantenere le apparenze, e lo sanno entrambi.
«Sta’ tranquillo, dolcezza, non è la prima volta.»
Ecco, questo lo tranquillizza ancora meno.
Un barile vuoto viene capovolto sul pavimento sconnesso della bettola in cui si sono infilati, due sgabelli appaiono dal nulla e un capannello di pirati dall’aria divertita (ma minacciosa, sempre minacciosa!) si chiude attorno ai due contendenti. Due boccali di birra schiumosa aspettano in mano a una cameriera.
«Una bella donna come te…» e il pirata sputa. Sputa un grumo di saliva ogni tre o quattro parole, a dirla tutta, e il Dottore pensa che un’intera colonia di Saliviani potrebbe comodamente stabilirsi nella pozzanghera che presto quel tipo lascerà per terra.
«…non dovrebbe andare in giro a ‒» sputo «‒ dire certe cose.» Altro sputo. «Non vorrei doverti ‒» ennesimo sputo «‒ spezzare quel bel braccino bianco.» Sputo finale.
River sorride di quel suo lento sorriso felino che a lui provoca immancabilmente un brivido. Se di terrore o di qualcosa di molto diverso dipende dal contesto.
«Il mio bel braccino bianco si sa difendere egregiamente, dolcezza. Fossi in te mi preoccuperei del tuo.»
E la sfida inizia, condita dai ruggiti di incoraggiamento degli spettatori.
Poiché lui conosce River, e la conosce bene, il fatto che abbia un asso nella manica che le permette di vincere la sfida non lo stupisce per niente. È esuberante e indisciplinata, sì, e magari anche un po’ folle, ma mai irragionevole: non si sarebbe volontariamente cacciata in una situazione pericolosa senza aver pronta una via di fuga. Gli somiglia.
Si aspetta, però, che i pirati si accorgano del bracciale assai anacronistico che le adorna il polso e che comincia a inviare scosse a basso voltaggio al pirata con problemi di salivazione dal momento in cui afferra la mano di River. Invece no, nessuno se ne accorge (probabilmente è davvero troppo anacronistico perché qualcuno capisca che sta succedendo) e i pirati non fanno altro che issarsi sulle spalle la nuova campionessa di braccio di ferro della peggior bettola di Tortuga e innaffiare lei e il suo accompagnatore ‒ lui ‒ di birra finché non sorge il sole.
Sì, ci sono tante cose di River che dovrebbero non piacergli affatto, ma River ha la capacità di piegare l’universo attorno a sé e rendere possibile l’impossibile, e chi è lui per resisterle?

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Capitolo 18
*** Il respiro delle stelle (11th Doctor, Amy) ***


Autore: Geilie
Fandom: Doctor Who (2005)
Personaggi: 11th Doctor, Amy Pond
Rating: verde; Pg
Word count: 450 (Word)
Avvertimenti: malinconica, ma non troppo; ambientata da qualche parte all’inizio della quinta stagione.

Note: partecipa al 24 Norse Hours di 24hours_of_fun.
Norse Prompt #4: L’uomo sciocco giace sveglio tutta la notte pensando ai suoi molti problemi. Quando arriva il mattino egli è esausto, e i suoi problemi sono ancora lì. – Hávamál, 23


 

Il respiro delle stelle



Amy non l’avrebbe mai creduto possibile, all’inizio, ma la TARDIS le crea non pochi problemi di… be’, immagina di poterlo definire jet lag. Suppone di aver capito come debbano vivere gli astronauti, o i norvegesi durante i loro sei mesi di buio, che non possono distinguere il giorno dalla notte e perdono i bioritmi naturali.
Sta di fatto che sulla TARDIS Amy ha cominciato a soffrire d’insonnia. Non che sappia se è davvero notte, quando si sveglia, perché mentre viaggiano è tutto relativo e in effetti non è mai notte (né giorno). A dormire ci prova ancora, però, e immancabilmente si sveglia nel suo lettino a castello, nel bel mezzo di qualche sogno, e non riesce più a riaddormentarsi. Allora ha preso l’abitudine di alzarsi e vagare per i corridoi. Ha scoperto così la biblioteca con piscina, due campi da tennis, una stanza con uno strano albero-lampadario e una camera da letto piena di vasi di fiori, con una maglietta rosa un po’ sgualcita piegata sul cuscino. Non ha mai chiesto niente al Dottore, a riguardo, ma si è convinta che si tratti di una specie di tempietto privato e ha deciso di non metterci più piede.
Stanotte va dritta verso la sala di controllo, con l’idea di affacciarsi dalla porta della TARDIS per guardare le stelle, e si stupisce non poco di trovare lì il Dottore.
«Tu non dormi mai?» chiede, e in effetti è curiosa di scoprirlo. Magari gli alieni come lui non hanno neanche bisogno di dormire…
«Quasi mai, no. Starei sveglio tutto il tempo in ogni caso e alla fine sarei più stanco di prima, perciò preferisco star sveglio direttamente.»
«La logica di questo ragionamento mi sfugge…»
«E poi trovo che ci siano modi molto più produttivi per trascorrere il proprio tempo. Monitorare lo stato di salute delle stelle, ad esempio. Alpha Centauri ha un po’ di tosse, ultimamente, sono preoccupato» dice lui in tutta serietà, tirando fuori uno stetoscopio chissà da dove.
«Mi stai prendendo in giro. Mi stai prendendo in giro?»
Lui le piazza un dito sulla bocca per intimarle di fare silenzio.
«Mi shtai shicurrmente prndend in giro» bofonchia lei.
Poi lui la fa avvicinare, le porge lo stetoscopio e le dice solo “ascolta con le tue orecchie”.
 
Amy, col tempo, capisce che il Dottore non dorme perché ha paura di sognare, e non è sicura di volerne sapere il motivo. Ma tutte le notti (o giorni, o quel che è), quando si sveglia e non riesce a riprendere sonno, non ci riflette su, non si mette a rimuginare; invece, infila i piedi nelle pantofole, va fino alla sala di controllo e si siede accanto a lui, ad ascoltare il respiro delle stelle.

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Capitolo 19
*** Il Minotauro (7th Corsair) ***


Scritta per il primo round della mia Drabble Night di compleanno (), con pacchetti di Emme.

PACCHETTO "ETEREA"
Fandom: Doctor Who (2005)
Personaggi: Settimo Corsaro, Bastet
Prompt: Dove il protagonista parla con un gatto (o una lepre) e si versa una tazza di tè.
Parole: 303 (Word)
Note: è una sorta di mini-sequel della mia Era una notte buia e tempestosa. Se non l’avete letta, vi basti sapere che il settimo Corsaro (che è una donna, ribadiamo sempre) sta viaggiando con un gatto mutaforma parlante, che si chiama Bastet e viene da un pianeta di nome Nyaulontis, dopo aver combinato una delle sue marachelle e aver avuto un incontro non del tutto positivo con Thor. La sua TARDIS è un veliero (che nel mio headcanon si chiama Bonny Read), per questo parlo di cambusa.


Il Minotauro

Bastet è ancora irritato, quando tornano sulla Bonny.
Il Corsaro imposta la rotta, entra in cambusa e ne esce con un bollitore fischiante in mano.
«Avanti, Bas, quel muso lungo non ti si addice. Tè?»
Bastet le lancia un’occhiataccia e non risponde, ma allunga la zampa per afferrare la tazza che gli è stata offerta.
«Thor è un tipo irascibile,» continua intanto lei, «non è colpa sua… Ha avuto brutte –»
«– brutte esperienze con i gatti, sì, ti ho sentito la prima volta. Sarei proprio curioso di scoprire quali esperienze possano essere tanto brutte da spingere un omone grande e grosso a tentare di ridurre in poltiglia a colpi di martello una creaturina dolce e indifesa come me
Il Corsaro inarca un sopracciglio, oltre il bordo della tazza di porcellana.
«Che vuoi? Mi sono meritato una mezz’ora di vittimismo, adesso mi sopporti» borbotta Bastet, senza cedere terreno.
«E sei curioso, perché tutti i gatti sono curiosi, perciò –»
«Io non sono un gatto.»
«Perciò scommetto che vuoi sapere la storia di Thor, non è vero?»
Bastet rialza il musetto dalla sua tazza, le palpebre abbassate e i baffi vibranti di sdegno, e risponde:
«Assolutamente no.»
«Bene, menomale!» esclama subito il Corsaro, con un moto di gioia improvviso. «Tutte ‘ste storie di giganti, serpenti, incantesimi... una noia mortale. Ho sempre voluto sapere, piuttosto: gira voce che il Minotauro fosse un nyaulontese, sai mica se è vero?»
«Che assurdità! Lo sanno tutti che i nyaulontesi trovano le mutazioni parziali rivoltanti» replica Bastet, piccato. «Quella del Minotauro, mia cara, è tutta un’altra storia…»
Così, mentre sorseggiano il loro tè e la Bonny veleggia felice nel Vortice, Bastet racconta al Corsaro la vera storia del Minotauro; e lei, che vede gli occhi del suo compagno felinoide riaccendersi di buonumore, sorride tra sé e ascolta in silenzio.

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Capitolo 20
*** Giorno di fioritura (River/11th Doctor) ***


Autore: Geilie
Titolo: Giorno di fioritura
Fandom: Doctor Who (2005)
Personaggi: Eleven/River
Rating: verde; Pg
Avvertimenti: fluff post-Pond e pre-Darillium con un pizzichino di angst, probabilmente OOC sul finale
Parole: 580 (Word)
Note: partecipa alla Caccia al Tesoro organizzata per festeggiare il primo compleanno di Pseudopolis Yard. Ed è una schifezza colante melassa, ma l’ispirazione mi ha abbandonata in corso d’opera e ho dovuto fare i salti mortali per arrivare alla fine.
Prompt: 1.3 = 
The Handsome Family - Far From Any Road


 
Giorno di fioritura


Quando la Biblioteca comincia a incombere sempre più minacciosamente sulle loro teste e il Dottore fatica a impedirsi di pensarci in ogni momento della giornata (o nottata ‒ o giornottata, se per caso si trova nel sistema di Sintex), l’unica contromisura possibile gli sembra quella di non impedirselo affatto e di sfruttare, anzi, la cosa a suo vantaggio, per portare River in tutti quei posti che ogni volta si ripromette di mostrarle e che poi, per una ragione o per un’altra, finiscono col passare in secondo piano. Sarà perché sono quasi tutti posticini romantici e poco pericolosi, famosi per il tramonto mozzafiato o per le libellule ballerine iridescenti o per qualche altra particolarità sdolcinata del genere, ma alla fine la scelta ricade sempre su mete meno idilliache e con un più alto indice di pericolosità. River è una donna energica, d’altronde…
Ma adesso il tempo comincia a stringere, l’eternità è ridotta allo spazio di una manciata di mesi, e ci sono così tante cose che il Dottore vuole farle vedere, così tante cose che meritano una pagina in quel diario blu, e da qualche parte bisognerà pur iniziare.
Perciò ora si trova su una delle tante pianure sabbiose di Echinopsis ‒ una luna di scarso interesse per chiunque non sia un botanico, un romantico o un botanico romantico ‒ in una calda e appiccicosa serata primaverile. Stavolta ha dato appuntamento a River direttamente sul posto, invece di passare a prenderla a casa, giusto per variare un po’ la routine. La aspetta con una spalla poggiata contro un lato della TARDIS, fischiettando una vecchia canzoncina sui numeri primi per tenersi compagnia.
River non lo fa aspettare a lungo, in ogni caso. Accompagnata dal solito frizzare di elettricità statica che caratterizza la materializzazione via Manipolatore del Vortice, fa infatti la sua comparsa a pochi passi da lui e gli va incontro aggiustandosi i capelli (sostiene che il Manipolatore glieli elettrizzi, ma lui continua a non trovarci alcuna differenza).
«Professoressa Song, mi lasci dire che stasera è un vero schianto!» la saluta lui, facendole il baciamano.
River inclina la testa e inarca un sopracciglio. «Dici così solo perché l’ultima volta che mi hai vista ero ricoperta di melma rosa dalla testa ai piedi?»
«Assolutamente no» risponde lui con finto scandalo, e River ride e lo attira a sé per un bacio.
«Ciao anche a te, dolcezza.»
Si guardano per un lungo istante, poi River fa scorrere lo sguardo sulla distesa di sassi e cactus che li circonda.
«Curiosa location per un appuntamento galante. Cosa ci facciamo in mezzo a un deserto pieno di piante grasse?» chiede. Non c’è ombra di rimprovero o di disappunto, nel suo tono, solo genuina curiosità e un pizzico di eccitazione. Il Dottore non potrebbe adorarla di più.
«Stiamo aspettando» le risponde, laconico.
«Aspettando cosa?»
Il Dottore le fa l’occhiolino, poi si mette alle sue spalle e le copre gli occhi con le mani.
«Stiamo aspettando» inizia, guidandola in avanti di qualche passo, «che il solo momento dell’anno in cui valga la pena di essere su Echinopsis abbia inizio. Stiamo aspettando… esattamente… questo» le sussurra nell’orecchio e le permette infine di riaprire gli occhi sulle centinaia e centinaia di boccioli che uno dopo l’altro, come di comune e tacito accordo, si stanno lentamente schiudendo, liberando nell’aria il loro dolcissimo profumo.
«È bellissimo» è tutto quello che riesce a dire River, gli occhi che brillano, e dopo c’è solo silenzio e due figure abbracciate in mezzo a una radura fiorita.

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