Pandora: l'organizzazione

di Marie Claire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cronache di Mr. D. E. ***
Capitolo 2: *** White Knight ***



Capitolo 1
*** Cronache di Mr. D. E. ***


Pandora
 
 
 
Gli esseri umani commettono errori.
È qualcosa di insito dentro di noi, esseri portati al peccato, scegliere la strada sbagliata.
Spesso però scegliere la strada sbagliata può essere fatale.
E se non lo è per noi, lo è per chi ci sta accanto.
Quando il rimorso e la disperazione per la scelta presa erroneamente diventano insopportabili, arrivano loro.
I Chain, le creature dell’Abisso.
Queste creature propongono ai peccatori un’alleanza, un patto, che consentirà loro cambiare il passato, facendo in modo che quella strada errata non venga mai percorsa, in cambio di vite umane.
Gli umani accettano, e offrono innocenti in pasto a questi mostri.
Infine, appesantiti dalle catene per i loro peccati, finiscono risucchiati nell’Abisso.
Per questo è nata Pandora.
Per controllare i peccatori che stringono patti con i Chain tramite il sangue umano, detti Contraenti Illegali.
Anche noi ci serviamo di Chain per combatterli, ma non corriamo il rischio di finire nell’Abisso, dati i nostri scopi differenti.
Ormai io sono vecchio, e lascio queste memorie come prova di ciò che vidi, delle persone che incontrai, e delle avventure che abbiamo vissuto assieme.
Perché nessuno compia gli stessi errori.
Perché il richiamo dell’Abisso è forte, e ancora di più lo è quello delle creature che lo abitano.
 
Mr D. E., diciottesimo secolo, Inghilterra, Cronache di Pandora.
 

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Capitolo 2
*** White Knight ***


White Knight
 
 
Il quartier generale della Pandora era stranamente silenzioso, alle dieci del mattino.
Silenzioso, ma di certo non operoso: diverse guardie pattugliavano i corridoi, i sotterranei, e la sala principale, dove in quel momento si stava facendo una riunione.
Vicino alla sala, a soltanto un corridoio di distanza, c’era l’ingresso dell’edificio,  dove tre ragazze stavano lavorando silenziosamente a delle grosse scrivanie.
La prima, una donna sui venticinque anni con i capelli blu scuro mossi e occhi grigioblu, stava compilando dei documenti.
La seconda, una ragazza di diciassette anni con i capelli castano chiaro raccolti in due folte trecce e sognanti occhi viola stava etichettando numerose foto distrattamente.
La terza, una sedicenne dai capelli corti a caschetto blu chiari e gli occhi dello stesso colore, stava guardando ansiosamente il grande orologio alla parete, che segnava le dieci e un quarto.
–in ritardo, come al solito-sospirò rassegnata.
–Tenma non cambia mai, eh?
disse Akane, la ragazza con le treccie.
–eppure glielo avevo detto di essere puntuale …
Aoi si lasciò cadere su una sedia.
SBAM!
All’improvviso il mastodontico portone si aprì.
Sulla soglia un ragazzo dai capelli castani da una  bizzarra forma che ricordava il vento ansimava.
–Tenma! Finalmente, la riunione è già cominciat-
Il ragazzo neanche la lasciò finire, si avventò direttamente nel corridoio per raggiungere la sala correndo come un pazzo.
–SONOINRITARDOSONOINRITARDO!!!!
Appena davanti alla porta l’aprì e mise la testa dentro.
–scusatemi, non volevo arrivare in-
CRASH!
Schivò appena in tempo una teiera che si frantumò sul muro a due centimetri dalla sua faccia.
–NON CI PROVARE MAI PIÚ, BRUTTO …!
Un ragazzo dalla pelle scurissima e i capelli azzurro ghiaccio stava urlando contro un un altro ragazzo dai capelli viola, che lo guardava palesemente divertito.
–perché, ti da fastidio che ti chiami nanet-
Fu interrotto da una tazzina che si infranse sulla sua testa.
–PIANTALA!!
Con molta cautela, Tenma si sedette al grande tavolo rotondo, vicino a un ragazzo dai capelli turchesi e gli occhi dorati.
–da quanto continuano?
–da un quarto d’ora, ormai. Quel Minamisawa ha cominciato a dire che Norihito gli arriva appena all’ombelico e lui … lo sai com’è fatto, ha preso la cosa più vicina a lui e gliel’ha lanciata contro.
Sbuffò con aria annoiata. Poi si girò verso Tenma.
–fammi indovinare, ti sei svegliato due minuti fa, eh?
Il suo sguardo sarcastico si soffermò sulla divisa del compagno, abbottonata al rovescio e mezza storta.
Tenma sorrise un po’ imbarazzato.
–eh sì.
–… secondo te dovremmo fermarli? Il capo non è ancora arrivato e la situazione sta degenerando.
Infatti Kurama stava ancora sbraitando a Minamisawa, il quale ormai mostrava un bel taglio sopra il sopracciglio destro, dal quale colava lento un rivolo di sangue, e il labbro rotto.
–ragazzi, calmatevi, dobbiamo discutere di argomenti importanti e ho bisogno della vostra massima collaborazione.
Dalla porta era appena entrato un ragazzo alto e di bell’aspetto dai capelli mossi castani.
Gli occhi nocciola vagarono sulla sala, ristabilendo l’ordine in un attimo.
A Tenma brillarono gli occhi dall’ammirazione, mentre Masaki Kariya, il ragazzo seduto accanto a lui , fece una smorfia e sussurrò : “il solito megalomane”.
Il nuovo arrivato prese subito posto.
–bene, ecco la cosa urgente di cui dovevo parlarvi. Da quel che sembra, si è aperto un passaggio che dall’Abisso porta qui.
Un mormorio percorse tutta la sala.
–un Chain chiamato il Cavaliere Bianco è arrivato qui da poche ore, in cerca di un Contraente. Le vostre prossime missioni saranno incentrate sul suo ritrovamento.
–scusa se ti interrompo, ma come facciamo a trovarlo, se non sappiamo neanche il suo aspetto?
Masaki guardava il suo superiore con strafottenza.
–se tu lo lasciassi finire di parlare, Kariya, sapresti che abbiamo delle informazioni concrete su di lui.
Un ragazzo dai capelli rosa si avvicinò e mise sul tavolo dei documenti corredati da foto.
–ecco, è tutto qua, Akane ci ha lavorato fino ad adesso, Takuto.
Shindou Takuto ringraziò sorridendo e passò i fogli agli altri membri.
–questo è ciò che vi serve, documentatevi e preparatevi ad andare in ricognizione.
Tenma prese in mano una foto che raffigurava il Chain.
Non riuscì a trattenere un brivido mentre la guardava.
Cosa poteva spingere una persona ad allearsi con un mostro del genere?
 
….
In un vicolo di un quartiere di periferia, un ragazzo boccheggiava.
Delle gocce di sangue cadevano copiose dalla sua mano.
–che c’è? Fa male? Io ti avevo avvertito che avresti dovuto darmi del tuo sangue per suggellare il patto, quindi ora non lamentarti.
Gli occhi arancioni come quelli di un gatto del ragazzo scintillarono verso il suo interlocutore, risentiti.
–sbaglio o sei stato tu a chiedermi con insistenza di fare questo patto?
–non sbagli. E non ti pentirai di aver accettato la mia proposta.
Già. Aveva fatto bene a fidarsi di lui? Di un Chain?
Non aveva senso chiederselo ancora.
Ormai aveva firmato la sua condanna , e non poteva tornare indietro.
–vedi allora di non farmene pentire.
Il Chain uscì allo scoperto.
Era un’armatura fluttuante, di un candore spettrale, che impugnava una spada sporca di rosso. L’elmo lasciava intravedere gli occhi , due braci incandescenti che brillavano maligne.
–oh, non succederà di certo.
 
 
 
 

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