Bad Boy

di dahbanana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo    

 

Lucy Hastings si svegliò di soprassalto, destata dalla suoneria del suo cellulare.

Emise un verso di lamento mentre con una mano si strofinava gli occhi e con l'altra, cercava a tastoni l'apparecchio, che ricordava aver appoggiato sul comodino di fianco al suo letto. Lo prese, rimanendo abbagliata un attimo dalla luce dello schermo, prima di rispondere.

Dall'altra parte, Silver prese a parlare nel momento in cui sentì che la conversazione si era aperta. «Che stai facendo, ora?»

«Quello che si fa la domenica mattina» rispose Lucy con voce ancora impastata dal sonno, mentre con la coda dell'occhio si accorgeva della presenza del moro, che dormiva beatamente accanto a lei. Lo squadrò da capo a piedi con occhio esperto: era coperto quasi completamente, tranne per le braccia muscolose che erano lasciate morbide lungo i suoi fianchi al di sopra delle lenzuola bianche, la mascella era rilassata, gli occhi chiusi e i capelli castano scuro leggermente spettinati.

«É lunedì, ed é mezzogiorno a Londra» sbuffò Silver, alzando gli occhi al cielo.

Lucy sospirò stiracchiandosi, prima di accendersi una sigaretta. «E tu che ne sai? Non dovresti essere su un'isola caraibica a quest'ora?» le chiese reprimendo uno sbadiglio.

«Zitta e ascolta!» esclamò l'altra in risposta. «Tu non sai che notizia ho ricevuto oggi! Io l'avevo detto che era tutto troppo perfetto! Era ovvio che sotto ci fosse un inganno. Come ho fatto a non capirlo prima? Per quale motivo se no mia madre mi avrebbe regalato un viaggio tutto compreso per due persone, per trascorrere le vacanze ai Caraibi? Non é da lei essere così generosa e carina, l'avrei dovuto capire subito! Dio quanto la odio! Io mi trasferisco da te, oppure da Liam o da Harry, o in qualsiasi altro luogo, ma a casa mia non ci torno!» cominciò a sbraitare cose senza senso.

Lucy aveva smesso di ascoltarla più o meno dopo “notizia”. Conosceva bene la sua migliore amica, e sapeva quanto potesse essere drammatica ed esagerata, quindi cercava di non darle peso e di ignorarla il più delle volte, facendo finta però di essere sempre attenta ed interessata ai suoi discorsi, giusto per evitare che si innervosisse ancora di più.

«E cosa sarebbe successo di così grave da farti alterare così tanto?» le domandò mentre osservando il ragazzo al suo fianco, che aveva appena cambiato posizione voltandosi sul fianco, forse infastidito dal rumore che stava facendo, le si era dipinto un mezzo sorriso sul volto soddisfatta al ricordo della notte precedente.

«Prima c'è stato Garfield, il gatto arancione obeso, che poi abbiamo anche scoperto essere una femmina. E lì, anche se tutti sanno quanto io odi i gatti, ho fatto finta di nulla. Poi é stata la volta di Scott, l'husky trovato abbandonato in una scatola di fianco al suo ufficio. Ed anche lì, le ho tenuto il muso per una settimana, ma poi ho lasciato correre. Ma adesso é troppo! Ti rendi conto che quella squilibrata di mia madre ha deciso di prendere in affidamento un piccolo criminale?» continuò a strillare Silver fuori di sé.

«Criminale?» ripeté Lucy confusa, dopo aver aspirato un altro tiro dalla sua sigaretta.

«Sì! Presente quelli che commettono dei reati? Ecco li chiamano criminali, Lucinda. Cri-mi-na-li!»

Lucy alzò gli occhi al cielo e prese un lungo respiro per evitare di risponderle per le rime. Silver Mckenzie era la sua migliore amica più o meno da quando erano diventate compagne di banco alle elementari. Erano sempre andate molto d'accordo ma quando ci si metteva d'impegno, era capace di farle saltare i nervi.

«So cos'è un criminale, Silver. Ti sto chiedendo cos'ha fatto per essere considerato tale!» ribatté infastidita.

«E che ne so io! So che é stato in riformatorio per tre mesi e questo mi basta ed avanza per decidere che a casa mia non ci torno. Non se quello viene ad abitarci!» sottolineò perentoria.

Lucy intanto aveva spento il mozzicone nel portacenere e si era alzata dal letto, posizionandosi davanti all'enorme specchio del bagno della sua camera.

Indossava solo una maglietta scura che le arrivava fino a metà coscia, appartenente al ragazzo con cui aveva trascorso la notte. Una cascata di capelli neri e lisci le cadevano morbidi e disordinati sulle spalle, mentre gli occhi verde acqua erano cerchiati da un alone nero di trucco, colatole probabilmente durante la notte.

«Quanto la fai tragica Sil! Magari é figo e ti ci diverti un po'...» borbottò mentre afferrava una salvietta struccante. «Quelli con l'aria da bad boy poi sono estremamente sexy!» aggiunse convinta.

Silver, che non aveva smesso di girovagare nervosamente per la sua camera d'albergo, scosse la testa, passandosi una mano fra i capelli biondi. «Non dire stronzate, Lu. Prima di tutto io sto con Liam, e poi, piuttosto che frequentare un criminale preferirei dare fuoco al mio guardaroba» ribatté rabbrividendo al solo pensiero.

Per lei infatti, il suo guardaroba era ciò che avesse di più prezioso al mondo, e il solo pensiero di vederlo in fiamme le faceva mancare il respiro.

«Ah già... Liam! A proposito come sta?» cercò di cambiare discorso la mora, fingendosi interessata. Se doveva essere sincera infatti, di Liam non gliene poteva importare di meno. Non le era mai piaciuto: troppo egocentrico, narcisista e figlio di papà per i suoi gusti.

«Alla grande! É andato in spiaggia a surfare. Stavo per raggiungerlo...» rispose la bionda, con tono più calmo.

Lucy sentì dei rumori provenire dalla sua stanza ed immaginò che il moretto si fosse svegliato. «Perfetto, vai allora! Non vorrai che una troietta caraibica te lo porti via!» cercò di liquidarla.

«Ma...» cercò di ribattere Silver, venendo subito interrotta dalla mora. «Niente ma! Cerca di goderti il resto delle tue vacanze, ne riparliamo quando torni! Baci baci!» esclamò prima di chiudere la chiamata, senza nemmeno attendere una risposta da parte della sua migliore amica.

 

~

 

 


*Spazio Autrice*


Ehi, ciao bellissime :)
Questa storia frulla nella mia mente da un bel po', ma come al solito ho finito per accantonarla, per poi riprenderla e trovare infine il coraggio di postarla.
É un po' diversa dalle storie d'amore, non pensiate che sarà tutto rosa e fiori, ma state certe che ci sarà un “happy ending” ;)
In questo prologo ho dato un'idea generale del carattere di due dei personaggi principali, ovvero Silver e Lucy, e dell'idea intorno alla quale si svilupperà la trama, ovvero “l'arrivo del piccolo criminale a casa Mckenzie”.
Non é ancora stata svelata l'identità di questo personaggio, ma sono molto curiosa di sapere la vostra opinione se vi va!
Ditemi se devo cancellarla o se vale la pena di continuarla. Sul serio non abbiate timore di dirmi quello che pensate, ci tengo davvero molto :)
Bacioni,
-S

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 

Era mezzogiorno passato quando Silver Mckenzie, si svegliò nella sua camera da letto, dell'enorme appartamento dove abitava con i suoi genitori, nel quartiere di Belgravia, uno dei più ricchi e lussuosi di Londra.
La sera precedente era tornata dai Caraibi con Liam, il suo ragazzo, ed arrivata a casa, era talmente stanca per il lungo viaggio che non appena si era sdraia, era caduta in un profondo sonno ristoratore.
Si stiracchiò pigramente e si alzò lentamente, infilandosi le sue pantofole a forma di coniglio, prima di dirigersi verso la porta della stanza. Non appena l'ebbe aperta, la luce del sole che entrava delle ampie finestre del corridoio, la colpì in piena faccia, facendole arricciare il naso per il fastidio.
Si passò una mano fra i capelli, per sistemarli alla bel e meglio e poi, invitata dall'odore di caffè, si diresse in cucina.
«Buongiorno» l'accolse la domestica, una donna di mezza età dal sorriso materno.
Silver mugugnò qualcosa di incomprensibile, mentre Scott le aveva cominciato a saltellare intorno scondinzolante, in cerca di qualche carezza.
«Ha dormito bene?» provò ancora la donna mentre finiva di preparare una tipica colazione inglese, a base di uova e bacon.
Silver annuì distrattamente, ancora intontita dal sonno, sedendosi su una sedia posizionata davanti al tavolo della cucina.
«Grazie» disse con voce ancora impastata dal sonno, quando la domestica le ebbe porto una tazza di caffè e riempito il piatto.
«Di niente, signorina.» le sorrise gentilmente la donna, poggiando sul tavolo una cesta di pane tostato «Se le serve qualcos'altro, io sto andando a sistemare la sua camera da letto.» aggiunse mentre si dirigeva verso l'uscita.
«Va bene Iris, grazie.»

***

Scott raschiò alla porta prima di abbaiare, richiamando l'attenzione della ragazza, che stava finendo di prepararsi.
«Sì, ho capito. Andiamo!» sbuffò Silver, finendo di sistemarsi i capelli in un alta crocchia malfatta ed afferrando il guinzaglio che aveva appoggiato precedentemente sul suo comodino.
Scott cominciò ad abbaiare e a saltellare allegro e la ragazza osservandolo, non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
Gli fece una carezza tra le orecchie e si diresse verso la porta di casa, seguita subito dietro dal suo husky.
«Iris, esco a fare una passeggiata con Scott.» esclamò mentre affrancava il guinzaglio al collare del suo cane. E ancora prima di ricevere una risposta, uscì dall'appartamento e scese in strada.
Passeggiarono lungo la via, fino a raggiungere un enorme parco che attraversarono per intero, passando vicino ad una fontana di pietra. Silver si fermò ad un chioschetto per prendere una bottiglietta d'acqua, prima di rimettersi in cammino verso casa, decidendo di fare una strada diversa, allungando un po' la passeggiata per aproffittare di quel caldo pomeriggio, dato che non erano molto comuni a Londra.

Stava camminando velocemente a testa bassa, mentre leggeva un messaggio di Lucy, e Scott non la piantava di giocare con il guinzaglio, mordendolo.

“Sei tornata? Com'è andato il volo? Due sere fa sono stata alla Ministry of Sound! Non puoi nemmeno immaginare quanto sia figo il nuovo barista. Ci andiamo domani? Vogl...”

Non ebbe nemmeno il tempo di finire di leggere che il suono di una frenata brusca la fece sussultare. Alzò lo sguardo, appena in tempo per scorgere una moto nera che, guidata da quello che sembrava essere un ragazzo che ne aveva perso il controllo, stava per travolgerla. Grazie ai suoi riflessi, Silver riuscì a fare un balzo all'indietro, perdendo la presa dal guinzaglio e facendolo cadere per terra. Scott però rimase fermo, cominciando ad abbaiare, non venendo investito per un soffio dalla moto.
«Razza di idiota, sei completamente impazzito?» strillò imbufalita, rivolgendosi al tizio che l'aveva quasi messa sotto. Era un ragazzo piuttosto alto, dalle spalle larghe, che indossava una giacca in pelle nera.

«Idiota a me?» esclamò lui incredulo con voce profonda e mascolina, mentre si toglieva il casco, rivelando il suo volto abbronzato.
La ragazza rimase un attimo abbagliata dalla perfezione dei suoi tratti e dalla profondità dei suoi occhi scuri, che gli infondevano una certa sicurezza, poi però, cercando di non lasciarsi intimorire dal suo aspetto di bel tenebroso e dallo sguardo truce che le stava rivolgendo, riprese a sbraitare in preda all'isterismo.

«Esatto!» confermò, raccogliendo il guinzaglio da terra «Non so se l'hai notato, ma mi hai quasi investita!» lo accusò.
«Guarda che eri tu che stavi attraversando senza nemmeno guardare!» ribatté lui in risposta, incrociando le braccia al petto ed assumendo un'espressione strafottente.
«Non osare dare la colpa a me! Avresti potuto uccidermi!» esclamò ancor più irritata «Fortuna che ho degli ottimi riflessi, se no il tuo volerti fare figo sulla tua moto, sarebbe potuto costarmi la vita.» sbraitò diventando rossa in volto dalla rabbia. Il ragazzo assunse un sorrisetto spavaldo, alzando gli occhi al cielo «Esagerata» sbuffò.
«Al massimo ti saresti fatta un po' male, ma non saresti mica morta.»
Silver scosse la testa allibita ed indignata «Incredibile! Questo é tutto quello che riesci a dire?» gli chiese.

Il ragazzo si strinse nelle spalle. «Non vedo cos'altro dovrei dire.» rispose completamente indifferente.
Silver strinse i pugni, trovando alquanto irritante la sua aria da spaccone. «Beh per esempio, scusarti.» gli suggerì, sempre più indispettita.
A quel punto il moro scoppiò a ridere, come se avesse appena sentito l'idiozia più grande della sua vita.
«Scusarmi? E per cosa? Ti sei forse presa paura principessa?» la canzonò sfacciatamente.

«Principessa un corno! Devi scusarti per avermi quasi uccisa!» insistette lei.

«Hai detto bene, “quasi”.» le fece notare, facendola arrabbiare maggiormente «E adesso se non ti dispiace, avrei degli impegni.» aggiunse, per poi bloccarsi, assumendo uno strano sorriso «O forse, tutto questo tuo accanimento non é altro che un modo per attaccare bottone con me?» insinuò ironicamente. «Che c'è, vuoi uscire con me?» le chiese con un tono canzonatorio, parecchio irritante, inarcando un sopracciglio.
«Che cosa? Sei pazzo?» chiese Silver, scandalizzata.

Lui, di tutta risposta, fece un mezzo sorriso scuotendo la testa.
«No per niente. Sei tu dei due quella che sta sbraitando da più di mezz'ora.» le fece notare, prima di infilarsi il casco. «Comunque, io ora devo andare, nel caso cambiassi idea fammi sapere okay? Ci si vede principessa!»
la salutò con un cenno del capo, prima di lasciarla lì, impalata come una cretina a fissarlo a bocca aperta, completamente irritata, mentre lui si allontanava spavaldo e fiero sulla sua moto.
Silver ringhiò fuori di sé, voltandosi verso Scott «Da non credere! Hai visto che gente che c'è in giro?» si rivolse al cane, che in tutta risposta abbaiò.


***

«Non puoi!» esclamò un uomo dall'aria minacciosa, con tono colmo di rabbia ed irritazione, facendo sussultare i presenti «Una volta entrati nella E5, non si esce mai più, lo sai.» gli ricordò, mentre due scagnozzi mantenevano immobile il ragazzo.
«Kane pensaci! Sono appena uscito dal riformatorio, gli sbirri sono alle mie calcagna e controllano ogni mia mossa.» ribatté il ragazzo, cercando di farlo ragionare «Vuoi davvero mettere in pericolo tutte le operazioni?» gli chiese con tono deciso e sicuro, inarcando un sopracciglio, in attesa di una risposta.
Dawson Kane, rispettato e temuto capo della gang di pericolosi criminali che deteneva il controllo dell'East End di Londra, lo osservò per qualche istante in completo silenzio con gli occhi ridotti a due fessure, facendo accrescere la tensione dentro al ragazzo, che cercava di mostrare una maschera di completa indifferenza, nonostante in realtà, stesse morendo di paura.
Una sola parola di quell'uomo e sarebbe morto giustiziato, senza nemmeno ottenere il diritto di proferire le sue ultime parole.
Dopo minuti di tensione, in cui l'uomo aveva riflettuto a lungo sulle sue parole, camminando avanti e indietro per il capannone desolato in cui si trovavano, girandosi fra le mani una pistola, si voltò verso il ragazzo, aprendosi in un sorriso divertito.
«Come sempre, ci sai fare con le parole Tomlinson, lo devo ammettere» ghignò, accarezzandogli una guancia con la punta della pistola, per poi riporla nella parte posteriore dei suoi pantaloni.
«E va bene» sbuffò rassegnato «sei fuori dalla E5.»
Il ragazzo si aprì in un sorriso sollevato, rilassando i muscoli delle spalle, rimasti tesi al massimo fino a quel momento.
«Ma...» aggiunse Kane, cancellandogli il sorriso dalle labbra «si tratta solo di qualcosa di provvisorio, sia chiaro. Lasceremo passare alcuni mesi, in modo che le acque si calmino, ma poi tornerà tutto come prima.» specificò tornando alla sua espressione severa e minacciosa «Ci siamo chiariti?» gli chiese, avvicinandoglisi minacciosamente e prendendolo per il colletto della camicia che stava indossando.
Il ragazzo annuì, cercando di mostrarsi tranquillo «Certo, nessun problema.» confermò, stringendosi nelle spalle con finta indifferenza.
Dawson Kane sorrise, dandogli un buffetto sulla guancia, prima di mollare la presa. «Così mi piaci, ragazzo» esclamò soddisfatto «E ora lasciatelo pure andare» si rivolse ai suoi scagnozzi, che obbedirono istantaneamente.
Louis Tomlinson si sistemò la camicia, rivolgendo delle occhiate di disprezzo verso i due scagnozzi.
«Attento a ciò che fai, non provare a fregarmi ragazzo. Ti teniamo d'occhio.» lo minacciò l'uomo, facendolo voltare in sua direzione.
«Stai tranquillo Kane, mi conosci» gli sorrise amichevolmente il ragazzo, prima di dirigersi verso la sua moto.
                                                                                                                                   ~

                                                                                                                   *Spazio Autrice*

Ciao bellissime! :)
Eccomi qui con il primo e vero capitolo, in cui le cose cominciano a schiarirsi piano piano, anche se non troppo.
Ovviamente non é ancora stata svelata l'identità del ragazzo moro, risvegliatosi nello stesso letto di Lucy, ma sono al contrario, solo aumentate le domande e la suspence con la parte finale del capitolo, in cui compare Louis ahahahhaah
Ringrazio di cuore tutte quelle che hanno lasciato una recensione al prologo, o che l'hanno anche solo letto. Siete dei tesori!
Un grazie ancora più grande ai tesori che hanno messo già la storia fra le ricordate/seguite/preferite! Vi adoro, davvero 

Spero il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere ;)
Ne aprofitto per farmi un po' di pubblicità e vi lascio in fondo alla pagina i link delle mie altre due fan fiction e della mia OS.
Bacioni,

-S

ps: mi servirebbe un banner, se qualcuno fosse disponibile a farmene uno, oppure conoscesse qualcuno disposto a farlo, mi faccia sapere! Grazie mille in anticipo :)
 

Occhi verde speranza

E
ven the sun sets in paradise

 

 


O
ne Shot - Niall e Amy

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Harry si stiracchiò per l'ennesima volta, sbuffando sommessamente prima di accumulare il coraggio e la forza necessarie per alzarsi dal letto e andare ad aprire la porta di casa. Stavano suonando il campanello dall'incirca una decina di minuti, con un'intensità ed animosità che Harry avrebbe potuto attribuire soltanto ad una persona.
«Buongiorno Silver» la salutò infatti, non appena ebbe aperto la porta.
Silver Mckenzie, le lunghissime gambe strette in un paio di jeans di marca e una camicia di seta blu cobalto a fasciarle il petto, entrò nell'appartamento senza nemmeno salutare, ancheggiando ritmicamente sul suo tacco quindici, fino a raggiungere il divano in pelle del salotto, sul quale abbandonò la sua borsa Chanel, prima di accomodarcisi compostamente sopra.
Harry seguì pigramente i movimenti della ragazza, inarcando un sopracciglio.
«Certo, accomodati pure.» borbottò poi alzando gli occhi al cielo, mentre richiudeva la porta.
«Suvvia Harry non fare l'antipatico.» l'ammonì la bionda, facendo un gesto disinteressato con la mano «Sono tua cugina, quindi sono di casa. È ovvio che mi prenda certe libertà».
«Si da il caso però, che io stessi dormendo.» le fece notare il ragazzo seccamente, spettinandosi i capelli con una mano, prima di rivolgerle un'occhiata di rimprovero.
«Ah quante storie!» sbuffò la ragazza con aria annoiata, prendendo ad analizzarsi le unghie laccate di rosso «Vengo qui con tutte le buone intenzioni a farti un invito, ed ecco come vengo trattata!» si finse offesa.
Harry scosse la testa, alzando gli occhi al cielo, senza però riuscire a trattenere un sorriso divertito.
Sua cugina era sempre la solita. Incredibilmente drammatica ed esagerata.
«E va bene, scusami cuginetta.» le rivolse un sorriso affascinante, al quale sapeva non sarebbe riuscita a resistere. Nessuna ragazza ci sarebbe mai riuscita, effettivamente. Harry Styles e i suoi sorrisi mozzafiato, fatti di perfetti denti bianchi e di graziosissime fossette, avevano sempre fatto perdere la testa a molte ragazze e donne.
«Di che si tratta?» le domandò, lasciandosi cadere pesantemente sul divano, accanto a lei.
La bionda si aprì in un sorriso soddisfatto ed accavallò le gambe, prima di cominciare a spiegare.


«E quindi, siccome oggi è l'ultimo giorno prima che la mia vita si trasformi in un completo inferno, abbiamo deciso di uscire a divertirci.» concluse Silver, in un sospiro.
Harry, che era rimasto tutto il tempo in silenzio ad ascoltare più o meno attentamente ciò che sua cugina aveva da dirgli, si grattò una guancia, ricoperta da un leggero strato di barba. «La zia Ellen ha preso in affidamento un ragazzo, che è stato per tre mesi in riformatorio?» ripeté interrogativamente le parole, che poco prima erano state pronunciate dalla ragazza, a mo' di conferma.
«Esattamente! Mia madre è completamente impazzita, non so davvero più cosa fare con lei. Chiederei aiuto a papà, ma come ben sai, per lui tutto ciò che dice quella donna è legge oppure santo, quindi non servirebbe a nulla.» sbuffò esasperata la ragazza, colpendo poi il divano con i pugni serrati.
«Che figata» commentò invece il riccio, come se non avesse sentito la lamentela disperata della cugina, la quale gli rivolse un'occhiata fra l'incredulo e l'indignato, che lo fece scoppiare a ridere.
Silver in tutta risposta gli tirò una sberla sul braccio.
«Ahia! Mi hai fatto male» si lamentò il ragazzo, prendendo a massaggiarsi il punto leso, ma senza però riuscire a controllare le risate.
«Ti sta bene! Se la consideri “una figata”, allora facciamo pure scambio! Io vengo ad abitare a casa tua e tu vai a casa mia!» esclamò arrabbiata, incrociando le braccia al petto.
«E perdere l'occasione di divertirmi a vederti impazzire?» domandò retoricamente Harry, inarcando un sopracciglio. «Non se ne parla» scosse la testa con vigore, riprendendo poi a ridere.
Silver fece una falsa risatina, tornando subito dopo seria. «Sì, molto divertente, complimenti Styles.» ribatté con pungente ironia, prima di alzarsi dal divano, recuperando la sua borsa.
«Cerca di essere puntuale stasera.» gli raccomandò mentre si avviava verso l'uscita.
«Certo, tranquilla.» rispose il riccio non perdendo la sua aria divertita.
La ragazza aprì la porta dell'appartamento ma prima di uscire, si voltò a guardare il cugino, con una strana espressione sul volto. «Ah, quasi dimenticavo.» esclamò «Ci vediamo davanti alla Ministry of Sound e passi tu a prendere Lucy. Io vado direttamente con Liam da casa sua.» annunciò aprendosi in un ghigno, mentre Harry invece si era fatto improvvisamente serio in viso, quasi pallido.
«Neanche morto!» ribatté immediatamente sulla difensiva, scuotendo la testa con enfasi.
«E dai Harry! Sono passati più di due mesi! Non fare l'immaturo.» lo rimproverò con aria ironica. «Ti aspetta alle undici, non arrivare in ritardo. Sai quanto Lucy odi aspettare...» gli fece l'occhiolino allusiva.
«Sei una stronza.» ringhiò fra i denti il moro, incenerendola con lo sguardo.
Silver scoppiò in una risata cristallina. «Ti voglio bene anch'io, cuginetto.» disse, mandandogli un bacio volante, prima di uscire dall'appartamento, chiudendosi la porta alle spalle.
Harry tirò un pugno sul divano e si passò una mano tra i suoi ricci, buttando poi la testa indietro.
«Vaffanculo» ringhiò frustrato.

 

***

 

Era appena arrivato davanti a casa Hastings.
Prese un profondo respiro e scese dalla macchina. Percorse il vialetto e dopo essersi passato nervosamente una mano fra i capelli ricci, spettinandoli ancor più di quanto già non fossero, suonò il campanello.
Aspettò qualche minuto prima che la porta venisse aperta da Agathe, la più piccola della famiglia.
«Harry!» esclamò la quattordicenne, aprendosi in un sorriso a trentadue denti e saltando letteralmente in braccio al riccio che ridacchiò divertito, ricambiando l'abbraccio accarezzandole dolcemente i capelli biondo dorati, completamente diversi da quelli scuri della sorella maggiore.
Le lasciò un bacio sulla fronte prima che la ragazzina si staccasse, prendendolo per mano e facendolo entrare in casa.
«Cosa ci fai qui?» gli chiese felice di vederlo lì, mentre lo conduceva in salone, dove Matthew, il fratello maggiore, si intratteneva giocando ad una partita di FIFA alla playstation 3.
«Ehi amico» lo salutò spostando per un attimo gli occhi dalla televisione per rivolgergli un sorriso, che Harry ricambiò, prima di voltarsi nuovamente verso Agathe che lo guardava in attesa di una risposta.
«Sono venuto a prendere tua sorella.» sbuffò, arricciando le labbra in una smorfia di disappunto.
Nel sentire il tono lamentoso con cui aveva pronunciato quelle parole entrambi i fratelli Hastings scoppiarono a ridere divertiti, comprendendone anche il perché.
«Vado a vedere se è pronta allora.» annunciò la bionda, prima di dirigersi al piano superiore, mentre Harry prendeva posto sul divano in pelle rosso, di fianco a Matt, che mise pausa per rivolgergli un po' di attenzione.
Matthew Hastings, ventunenne dal fascino irresistibile, la battuta sempre pronta, due occhi verde acqua come quelli della sorella maggiore ed i capelli corti e chiari perennemente spettinati, studiava psicologia al King's College. Lui e Harry si erano conosciuti da piccoli ad una delle tante feste organizzate dalle loro famiglie, che erano sempre state molto unite e legate da una profonda amicizia, diventando a loro volta grandi amici, quasi inseparabili per un periodo della loro vita.
«Tutto a posto Hazza?» gli domandò inarcando un sopracciglio, dopo averlo scrutato in silenzio per qualche momento.
Il riccio grugnì in risposta «Mai stato meglio.»
Gli angoli delle labbra di Matt si incurvarono inevitabilmente all'insù, percependo il suo sarcasmo pungente. Gli lasciò una pacca sulla spalla prima di alzarsi, invitandolo a seguirlo in cucina.
«Come mai sei venuto tu a prenderla?» gli domandò il maggiore degli Hastings, aprendo il frigorifero e tirandone fuori due birre. Le stappò con un apribottiglie, prima di passarne una al riccio che lo ringraziò. Ne aveva proprio bisogno.
«Avevamo organizzato di uscire stasera con gli altri e...»
«Silver ti ha chiesto gentilmente se potessi dare un passaggio a Lucy.» concluse ironico al suo posto, prima di prendere un sorso dalla sua birra.
Harry annuì, aprendosi in una smorfia capace di esprimere tutto l'odio che stava provando per la cugina in quel momento «E tu sai quanto Silver possa essere persuasiva...»
Matt ghignò, annuendo comprensivo «Eccome se lo so» fece allusivo, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del riccio.
«Ehi, che schifo stiamo parlando di mia cugina!» esclamò a mo' di rimprovero facendo ridere l'altro di gusto.
«Hai ragione amico, mi dispiace.» fece poi assumendo un'aria più seria. «Dai brindiamo!» aggiunse poi avvicinandosi a Harry che lo guardò interrogativo.
«A che vuoi brindare?»
Matt ci pensò un attimo infine sorrise sardonico. «A quella figa di tua madre.»

 

***

 

«Sei completamente impazzito?» esclamò Lucy non appena Harry ebbe frenato bruscamente, parcheggiando l'auto vicino alla Ministry of Sound, locale in cui si sarebbero dovuti incontrare con gli altri. «Ci stavi per far ammazzare!»
Harry non si scompose minimamente, tirando il freno a mano ed uscendo in tutta calma dall'auto. «Sei tu ad avermi detto di fare in fretta» si giustificò stringendosi nelle spalle muscolose «“Più veloce arriviamo, meno tempo dovrò passare insieme a te dentro a questo spazio claustrofobico.”» citò le parole della mora, imitandone in modo acuto ed esagerato la voce, rivolgendole infine un sorrisetto di sfida mentre la ragazza usciva a sua volta dall'auto, sbattendo violentemente lo sportello della sua Audi sportiva.
Harry sobbalzò, fulminandola subito dopo con lo sguardo «Non ti azzardare a farlo mai più.» ringhiò a denti stretti.
La ragazza inarcò un sopracciglio, rivolgendogli un'occhiata di sfida «Altrimenti?»
Il riccio strinse i pugni con forza, cercando di scaricare la rabbia accumulata in quei cinque minuti di discussione.
Lucy Hastings era capace di attentare gravemente e pericolosamente al suo sistema nervoso. Se fosse stato un ragazzo probabilmente si sarebbero già presi a pugni almeno un centinaio di volte.
Il ragazzo le lanciò un'ultima occhiata ricolma di odio ed infine si voltò, incamminandosi verso il locale dal quale proveniva la musica e fuori dal quale era già venuta a crearsi una fila gigantesca.
Fortuna che Lucy conosceva il proprietario, se no non sarebbero mai riusciti ad entrare.
Almeno si era dimostrata utile in qualcosa, non poté fare a meno di pensare Harry.



                                                                                                                                   ~
 

                                                                                                                   *Spazio Autrice*

Ciao bellissime! :)
Lo so, mi scuso tantissimo per l'enorme quanto vergognoso ritardo, ma posso assicurarvi che se ho preferito aspettare per aggiornare è solo perché a questa storia ci tengo e voglio davvero che esca come me la sono già immaginata interamente nella mia testolina. Farlo però, non è semplice come potrebbe sembrare nel dirlo.
Come riuscirete a capire man mano che avvengono sviluppi capitolo dopo capitolo, si tratta di una trama abbastanza intrecciata in cui non mancheranno problemi, litigi ma specialmente problematiche serie che non sto ad anticiparvi per non spoilerarvi nulla ;)
Un'altra cosa che mi è venuta in mente appunto per tutto quello detto prima, è che forse sarebbe meglio cambiare il rating in rosso, ma non ho ancora deciso. Voi cosa ne pensate?
Parlando invece del capitolo, che ne pensate? Spero vi sia piaciuto, ma in ogni caso fatemi sapere le vostre opinioni, è molto importante per me :)

Ringrazio tutte i tesori che continueranno a leggere questa storia, che mi hanno sostenuta con recensioni, messaggi privati e mettendo la storia fra le seguite/preferite/ricordate.
Ne aprofitto anche per farmi un po' di pubblicità e vi lascio in fondo alla pagina i link delle mie altre due fan fiction e della mia OS.
Bacioni,

-S

ps: continuo alla ricerca di qualcuno disponibile a farmi un banner, quindi se conoscete qualcuno fatemi sapere! Grazie mille in anticipo :)
 

Occhi verde speranza

E
ven the sun sets in paradise

 

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