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Era una splendida mattina di
inizio luglio: il cielo era terso, di un azzurro pallido nelle prime ore del mattino ma senza traccia delle nuvole che, da qualche giorno
a quella parte, avevano causato violenti temporali su tutta la regione; la
temperatura dell’aria era fresca, sebbene l’estate fosse alle porte, ma il sole
stava già cominciando a scaldare il terreno bagnato, creando spirali di vapore
che si alzavano pigramente verso il cielo.
La Tana era immersa nel silenzio
placido del primo mattino; al suo interno la famiglia Weasley sonnecchiava
tranquilla in attesa che il grande evento avesse
inizio, ignara dei funesti eventi che avrebbero reso quella giornata memorabile,
per tutti loro.
Improvvisamente un urlo ruppe la
quiete domestica.
- Tutti in piedi! Abbiamo un matrimonio da organizzare! – la
voce squillante di Molly Weasley risuonò nei svariati piani della casa,
buttando giù dal letto tutti i suoi, altrettanto
numerosi, ragazzi.
- Mamma, è presto, - bofonchiò
Charlie, mettendo la testa rossa scarmigliata fuori dalla
porta della sua stanza e sbadigliando vistosamente.
- No, tesoro. Sono le 5 e mezza,
il che vuol dire che abbiamo solo 6 ore e mezza per preparare tutto prima che gli
invitati comincino ad arrivare. E’ ora di alzarsi, - trillò sua madre,
sorridendogli.
- Ma’, si sposano Bill e Flebo,
che cosa c’entriamo noi? – domandò quindi Fred, sbucando dalla porta della
stanza che condivideva con il gemello, ancora nelle braccia di Morfeo.
- C’entrate che Bill è vostro
fratello, e quindi dovete aiutare anche voi, come tutti.
- Tutti chi? Ci siamo solo noi…
- Arriveranno anche Tonks,
Kingsley e forse anche Remus, se riesce a finire il lavoro che stava facendo,
quindi giù dal letto. Vi voglio in cucina tra 10 minuti. RON, - urlò poi Molly.
– Mi hai sentito?
- Umpf – un grugnito provenne
dalla camera del più piccolo maschio Weasley, e fu tutto quello che testimoniò
il fatto che Ron era sveglio.
Nove minuti e mezzo dopo erano
tutti riuniti attorno al tavolo della cucina ed insieme a loro c’era la
famiglia Delacour al gran completo: Fleur, fresca e riposata nel suo vestito
estivo azzurro, Gabrielle, la sua sorellina, che appariva decisamente più
assonnata di lei; sua mamma, molto simile alla figlia
maggiore, sia nell’atteggiamento che nell’aspetto; e il papà, le cui occhiaie
blu scuro mostravano chiaramente come la notte precedente avesse fatto tardi al
pub del paese, non aspettandosi una levataccia il mattino successivo.
- Non capisco perchè dobbiamo
alzarsci così presto, in fondo non sci vorrà così tonto puor prèparer tutto, oui?
– chiese Fleur con il suo accento francese, scuotendo la chioma di capelli
argentei.
Ginny fece una smorfia,
nascondendo il volto dentro la sua tazza, Molly le lanciò uno sguardo maligno, trattenendosi però poi dal ricordarle come quello fosse il suo matrimonio e come tutti si fossero
alzati presto per lei. Per il suo
Bill, avrebbe sopportato anche questo.
Non altrettanto fece il suo Bill,
però. - Tesoro, sono giorni che ne discutiamo. Dobbiamo preparare tutto: il
patio fuori, le sedie, il banchetto, - le rispose paziente, osservando la
smorfia sul volto della sua quasi moglie ma sorridendole, nonostante tutto.
Ginny sprofondò ancora di più
nella sua tazza per evitare che sua madre vedesse l’espressione di disgusto che
le era apparsa sul volto, i gemelli però la notarono:
Fred e George sorrisero tra loro. Fleur rimase in silenzio qualche istante,
continuando a giocare con le sue uova strapazzate, poi, cambiando completamente
discorso, disse - Questa colazione est terribile. In France abbiamo cose molto più lègère…
Il sorriso sulle labbra dei
gemelli morì all’istante, nessuno aveva mai osato criticare il modo di cucinare
di Molly Weasley prima di allora. Nella cucina scese un silenzio imbarazzante
fino a che la signora Delacour non assentì, dicendosi assolutamente d’accordo
con quando affermato dalla sua primogenita.
- Devo andare al Ministero,
questa mattina, - disse improvvisamente Arthur Weasley, osservando preoccupato
la moglie diventare viola per la rabbia, cercando in questo modo di distrarla dai
commenti alle sue famose uova alla Wealsey.
In un certo senso questa tattica ebbe successo, lo sguardo di Molly passò da Fleur ad Arthur.
– Vai al lavoro? Oggi? – chiese.
- De… devo, cara. Ho lasciato
alcune cose in sospeso, ieri, e devo
assolutamente andare a concluderle oggi. Sai, - aggiunse poi tentando di darsi
un contegno importante. – Sono cose molto importanti.
Sua moglie lo fulminò con lo
sguardo, aprì la bocca per replicare che lui NON poteva semplicemente andarsene,
non il giorno del matrimonio del suo primogenito e, soprattutto, non il giorno
del matrimonio del suo primogenito con quella ragazzina snob, lasciando la sua
metà in balia dei parenti francesi, ma lui la precedette. – Ma sarò a casa per
le 11. Anche prima, se riesco a liberarmi in tempo! – esclamò Arthur, facendo
un timido sorriso in direzione della moglie.
Molly lo fissò per un attimo, indecisa
su cosa dire, poi decise di tacere e accettare quella decisione senza discutere,
quindi permise alle sue labbra di stirarsi in un sorriso
quando, qualche minuto più tardi sulla porta di casa, salutava il
consorte.
- Harry e Hermione a che ora
arrivano? – chiese Ginny a Ron.
- ‘On
bo, - rispose lui con la bocca piena di porridge.
La ragazza fece un’espressione
disgustata. – Scusa?
Ron inghiottì. – Non lo so, ho
detto. Credo che arrivino più tardi.
- E per allora voglio che fuori
sia già tutto a posto, sono stata chiara? – dichiarò Molly, osservando Charlie
che faceva levitare le stoviglie della colazione nel lavello, prima di stregare
spazzola e panno affinché le lavassero e le asciugassero
a dovere.
- Perché? – chiesero in coro i
gemelli.
- Perché lo dico io, ecco perché.
E poi perché così dopo potremmo occuparci della preparazione del banchetto e
poi delle damigelle e della sposa. Senza contare che anche voi dovrete darvi
una bella sistemata.
- Moi? – esclamò Fleur, sentendosi chiamata in causa, interrompendo
bruscamente il suo fitto dialogo in francese con la madre. – Non ‘o bisogno di preparazione. Je suis parfaite! – rispose,
quasi scandalizzata.
- Perfetta? Tanto per cominciare
non dovrebbe parlare continuamente in francese, dato che siamo in Inghilterra e
che nessuno di noi capisce quello che dice… - bofonchò Fred.
Ginny, dal canto suo, alle parole
della giovane si era infilata due dita in bocca, mimando poi il gesto di rimettere;
Fred e George sogghignarono alla vista della sorella, pregustandosi la scenata di
Molly a quelle parole; Charlie non ci fece caso, troppo preso dalla rivista
“Tutto per la cura dei Draghi” per interessarsi di altro al mondo; Bill stava
osservando Fleur con lo sguardo velato, incapace di fare altro che osservare la fidanzata ammaliato.
- Ehm, - si schiarì la voce Molly
cercando di dominarsi, mandare a stendere la sua futura nuora proprio il giorno
delle nozze non sarebbe stato un buon inizio. E il suo Bill sembrava così
innamorato di lei, sebbene nessuno ne capisse il motivo. – Certo, cara, - disse
quindi con un tono di voce quanto più dolce riuscì a trovare.
Fred cadde dalla sedia.
- Bene, se avete finito direi che
possiamo iniziare i preparativi! – riprese Molly.
- Oui, non potrei mangiàre autre,
- rispose Fleur, alzandosi con grazia dalla sedia, seguita dalla sorellina.
Ginny e Ron salirono lentamente
le scale, diretti svogliatamente alle loro camere per “mettersi qualcosa di
comodo”, come su consiglio della signora Weasley. Al pianerottolo del primo
piano si separarono: Ron si diresse in camera sua, Ginny alla propria. Mentre
stava passando davanti allo studio del padre, però, un braccio sbucò fuori dalla stanza e l’afferrò, trascinandola
indelicatamente dentro la stanza.
Lo studio traboccava di oggetti
Babbani: ovunque si potevano vedere spine elettriche smontate, vecchi
televisori a cui mancavano delle parti, bollitori,
radio e, accantonato in un angolo, persino un personal computer. La scrivania
era invasa da fogli, tra le pergamene sbucavano, chiazze di colore sul nero
monocromatico delle prime, riviste Babbane sugli argomenti più disparati: dalla
pesca con la mosca alla riparazione fai-da-te delle
automobili.
- Ahi! Cavolo, George, mi hai fatto male! – si lamentò la
giovane in direzione del fratello che, nel trascinarla dentro la stanza, aveva
perso l’equilibrio finendo per andare a scontrarsi con Fred.
- Scusa, Ginny.
- Era necessario, doloroso forse,
ma decisamente necessario, - rispose Fred rialzandosi e osservando il braccio
arrossato della sorella.
- Che cosa c’è di così
necessario? Mamma sta diventando isterica di sotto, non mi sembra il caso di
arrivare in ritardo, - rispose lei.
- E’ questo il punto, Ginny, - le
disse George.
- Questo matrimonio NON deve aver
luogo, né ora, né mai, -ribadì Fred.
- Non vogliamo quella megera come
parente…
- E neanche Bill la vuole, -
aggiunse Fred, sapendo di andare a toccare il punto debole di Ginny: il suo
fratellone preferito.
- Bill la adora, avete visto come
la guardava questa mattina?
- L’abbiamo visto, - risposero in
coro i gemelli. – Ed è per questo che ci siamo convinti ad agire.
- Non vi seguo.
- Bill non ama Fleur, - le spiegò
George, saltando sulla scrivania del padre e sedendosi su una pila di
documenti.
- No, infatti… la adora, - disse
con voce smielata Ginny, facendo una smorfia di disgusto.
- Esatto!
Ginny scosse la testa, non le
sembrava una situazione su cui ci fosse qualcosa di
cui essere contenti.
- La adora, Ginny. Non è normale!
Si conoscono da poco, si sono messi subito insieme… non è normale… e lei è una
Veela, - ribadì Fred.
- Ha stregato Bill, - concluse semplicemente
George.
Ginny spalancò la bocca per la
sorpresa, poi sorrise e infine scoppiò a ridere. – Voi credete veramente che Fleur abbia stregato
Bill? – disse asciugandosi le lacrime dagli occhi.
- Beh? Che cosa ci trovi di divertente?
- Tanto per cominciare se avesse
usato il suo potere Veela sareste tutti innamorati di lei e adesso stareste in
cucina a sbavarle dietro, come Bill…
- E infatti
è così…
- … guarda Ron. Quando c’è Fleur
in giro si comporta come un cretino, - dichiarò Fred.
Ginny inarcò un sopraciglio.
- Ok, ok, si comporta più da
cretino del solito, - si corresse lui.
- E poi c’è papà…
- Papà non è innamorato di Fleur!
– sbraitò Ginny, disgustata anche solo dal pensiero.
- No,ma
sente che lei sta mettendo in atto le sue doti Veela e fa di tutto per non
esserci quando lei circola per la Tana, anche oggi.
- Oggi aveva da fare al
Ministero.
- Questo è quello che ha detto
alla mamma…
- E Charlie? – chiese Ginny,
preferendo lasciare correre il discorso precedente.
- Charlie è troppo preso dai suoi
Draghi per comprendere che al mondo c’è altro, soprattutto in questo momento in
cui ha un sacco di lavoro, - spiegò George.
- E in cui al lavoro c’è una
certa Violet…
- Chi sarebbe Violet? – chiese
Ginny scrutando torva Fred.
- Ohh, nessuna. Solo una sua
collega, una ragazza che ha finito da qualche anno Hogwarts e che adesso sta
facendo l’apprendistato con lui.
- Carina?
- Così pare.
- Antipatica?
- Non ne ho idea. Ma non è lei il
problema adesso.
- Giusto, fratello. Fleur,
pensiamo a lei, per adesso, - dichiarò George.
- Sei dei nostri? – chiesero in
coro a Ginny.
Lei ci pensò su qualche istante,
in fondo di trattava della felicità del suo
fratellone, quindi annuì vigorosamente, facendo ondeggiare la chioma fulva. –
Ci sto, mandiamo a monte questo matrimonio!
Fred e George annuirono
soddisfatti, potevano sempre contare sulla loro sorellina.
- Che cosa avevate in mente di
fare? – chiese Ginny con aria cospiratoria.
- Che
cosa stavate facendo lassù voi tre? – chiese con tono sospettoso la signora Weasley quando, dopo mezz’ora, vide ricomparire i gemelli e
Ginny in cucina.
- Niente, mamma. – rispose la
ragazzina, innocentemente. – Allora, che cosa dobbiamo fare? –
chiese cercando di sviare l’attenzione materna e trovando subito l’argomento adatto
per farlo.
Molly,
sebbene ancora sospettosa, fu riportata alla necessità di organizzare tutto in
tempo utile per l’arrivo dei primi invitati. – Andate fuori, Bill, Charlie e Ron stanno già iniziando a montare in gazebo per il
rinfresco, dopo quello ci sarà da sistemare anche il
patio con l’altare, le sedie, i palloncini colorati…
- Ehm, si sono… offerti… di fare
un giro in paese per prendere le ultime cose, - rispose la donna, leggermente
imbarazzata.
- Alle 7 del mattino? – chiese Ginny ma sua madre svicolò la domanda.
- Ah, dimenticavo… - disse poi. -
Un paio di voi dovrebbero andare a dare una mano a Fleur a disinfestare il retro del giardino, pare che alcuni
gnomi siano tornati dall’ultima volta che l’abbiamo sistemato.
- Stai facendo disinfestare il
giardino a Flebo? – chiese allibita Ginny pensando
che, forse, il loro piano non sarebbe stato così indispensabile grazie
all’involontario, ma essenziale, aiuto che Molly
stava dando loro.
- Beh, qualcosa doveva pur fare,
no? Dice che lei è perfetta così, non volevo che si
annoiasse in queste…- dette una rapida occhiata all’orologio della cucina. –
Cinque ore che la separano dal matrimonio.
I gemelli sghignazzarono, dandosi
reciproche gomitate e Ginny sorrise maligna. – Vado a darle una mano, allora, - disse e partì alla volta della porta sul retro.
Capitolo 4 *** La disinfestazione del giardino ***
3
Come sempre, per chi sa il francese, mi
perdoni l’orrenda forma in cui ho scritto le poche frasi di Fleur
3.1 La
disinfestazione del giardino
La Tana era circondata da due
giardini che comunicavano tra loro tramite uno stretto passaggio che
costeggiava la cucina: nel giardino anteriore, più grande e meglio tenuto, si
sarebbe montato l’altare, il patio e le sedie per la cerimonia; in quello
posteriore, decisamente più piccolo e alquanto
trascurato, si sarebbe invece allestito lo spazio per il banchetto di nozze.
Entrambi erano stati sistemati al meglio nelle
settimane precedenti ma, negli ultimi giorni a causa degli impegni sempre più
serrati dei componenti della famiglia, erano tornati quasi allo stato
originario e sarebbe stata necessaria una bella opera di pulizia e sistemazione
per renderli consoni allo scopo.
Ginny
raggiunse Fleur proprio mentre questa stava cercando
di prendere uno gnomo, il quale le stava facendo delle smorfie da dietro un
cespuglio di rododendri.
- Mon dieu,
vieni qui petit gribouillage,
- stava bofonchiando la giovane francese quando Ginny
le sbucò alle spalle.
- Ciao, Fleur,
ti serve una mano, per caso?
- Ginnì!
Oui,
questi piccoli cosi spuntano ovunque, - rispose la giovane francese alzandosi e
spazzolandosi il vestito, già macchiato di terriccio.
- Forse dovresti metterti
qualcosa di più comodo per fare questo lavoro, - azzardò la giovane, ben
sapendo che il suo suggerimento non sarebbe stato preso in considerazione.
- Moi?
Dovrei indossare un paio di quei calzoni sgualciti e rattoppati come… - squadrò la ragazzina con aria disgustata. – Oui, commelestiens? No, merci, sto benissimo così.
- D’accoooordo.
Guarda, ti faccio vedere come si fa, - risposeGinny chinandosi mentre uno gnomo le passava vicino,
afferrandolo per le orecchie e poi, dopo avergli fatto fare un paio di giri in
tondo, lanciandolo il più lontano possibile, dritto nel campo di grano
limitrofo.
- Che
cosa brutale! – esclamò la ragazza francese. – Il n'est paspossible usare la magia? Così rischio di scheggiarmi
le unghie!
- Eh no, mi dispiace, proprio no. Mamma dice che per oggi ci sarà abbastanza uso di magia
da queste parti, quindi la dobbiamo limitare solo allo stretto indispensabile,
- mentì spudoratamente la giovane Weasley.
- Tresbien, - sospirò Fleur e afferrò,
non senza qualche problema, uno gnomo. Gli fece fare
un mezzo giro in aria e poi lo lasciò cadere, con un urletto,
ad un metro di distanza.
- Ops,
mi sono dimenticata di avvertirti… mordono, - disse Ginny, riuscendo a nascondere un ghigno dietro
un’espressione profondamente contrita.
Dopo un’ora di lavoro il
vestitino estivo di Fleur era in condizioni pessime,
sporco di terriccio e macchiato qua e là di erba, e
l’umore della ragazza non era in condizioni migliori; gli gnomi d’altra parte continuavano
a scorrazzare liberamente per il giardino.
- Il n'est paspossible! – esclamò la giovane con uno sbuffo alla
vista di altri due gnomi che scorrazzavano ai suoi
piedi. – Sembra quasi che si replichino! – aggiunse mentre afferrava quello più
vicino a lei e lo lanciava con forza nel campo di fronte non notando, almeno
così parve, Ginny che prendeva la bacchetta e
richiamava con un incantesimo d’appello lo gnomo nel loro giardino.
Poi fu questione di un attimo: la
bacchetta di Ginny volò in aria, fece un giro e finì
dritta nella mano tesa di Fleur che la tenne a distanza
di sicurezza, in modo che lei non se ne potesse riappropriare, mentre con l’altra
mano stringeva la sua bacchetta, puntata addosso alla giovane Weasley.
Ginny squadrò
torva Fleur e notò come il suo volto all’improvviso avesse perso la sua proverbiale bellezza apparisse
grigiastro e allungato, ma fu solo questione di un momento, rapidamente le
fattezze della ragazza francese tornarono ad essere quelle di sempre. – Credevi
veramente che non mi fossi accorta di niente, ragazzina? – chiese con voce pungente.
Ginny
non rispose ma scattò in avanti con l’intenzione di riprendersi la sua bacchetta.
- Fossi
in te, non lo farei, chérie. Ascoltami bene: oggi io
sposerò Billì, est clair? E
quando saremo sposati ce ne andremo in un paese civile,
lontano dalla vostra grande famille de rustres. E tu non riuscirai ad
impedirmelo. Ai-jeétéclaire ? – le chiese in tono glaciale.
- Cristallina, - bofonchiò Ginny. – Dimmi solo una cosa, perché Bill?
Fleur
rimase in silenzio per qualche secondo, considerando se rispondere o meno alla domanda, poi fece un sorriso sottile. – Perché è stata una sfida conquistarlo. Et
perché lui era terriblementjoli
Ginny
sbuffò ma decise di non replicare, la lotta era appena
iniziata. - Posso riavere la mia bacchetta? – chiese.
Fleur puntò
la bacchetta di Ginny contro di lei, mentre la sua fu
indirizzata al cespuglio di rododendri. – Accio
gnomi, - disse e subito una decina di piccole creature volarono verso di lei. Indirizzò
poi, con un aggraziato colpo di bacchetta, il gruppetto verso il campo vicino e
questi sparino dalla vista delle due ragazze con una
serie di grida irritate. – Tresbien,
per un po’ non daranno più fastidio.
Poi restituì la bacchetta di Ginny alla sua legittima proprietaria e si diresse con
passo ancheggiante verso il cortile principale, dove risuonavano le voci
concitate di Bill e Charlie.
- Insomma… Charlie, Bill,
smettetela di fare i bambini! – strepitò Molly spuntando dalla cucina con addosso un vecchio grembiule giallo, tutto macchiato.
- Scusa, mamma, - rispose Charlie
lasciando cadere per terra il tendone del gazebo che sarebbe servito per il
ricevimento, in quel momento parte integrante di una scultura moderna che lui e
Bill stavano costruendo in aria a colpi di bacchetta.
- Come vanno i preparativi? – si
informò la signora Weasley.
- Bene, ma’, non ti preoccupare,
- rispose Bill posizionando al suo posto il tavolo che avrebbe fatto da altare
per la cerimonia.
- Oh, Fleur. E di là come vanno
le cose? – domandò la donna vedendo spuntare la quasi nuora da dietro l’angolo,
accompagnata da una stranamente tranquilla Ginny.
- Tutto a meraviglia, maman.
Molly fece uno
smorfia nel sentirsi chiamare in quel modo ma decise di restare in
silenzio e di tornare ai suoi fornelli, mentre i gemelli si guardavano perplessi
per quel comportamento.
- Com’è andata? – sussurrò Fred a
Ginny, quando questa lo raggiunse.
- Male, - borbottò. – Sarà più
difficile del previsto.
- Lascia provare a noi! – le
rispose George mostrandole un minuscolo ragnetto nel palmo della mano. Con un
colpo di bacchetta il ragazzo fece levitare l’animale fin sulla chioma
argentata di Fleur, che in quel momento stava chiacchierando amabilmente con
Charlie, e poi lo fece scendere delicatamente, mentre Fred mormorava – Engorgio,
- puntandovi la sua bacchetta contro.
Il ragno iniziò a crescere ma, proprio per questo, Charlie si accorse di lui
e, con un gesto vago della mano, lo allontanò dalla giovane facendolo volare involontariamente
verso Ron. Quando l’insetto raggiunse il ragazzo era grosso come un pulcino e,
piombandogli sul volto, lo fece cadere all’indietro, terrorizzato e in preda a
una crisi isterica.
- ARGHH. Toglietemi…. TOGLIETEMI QUESTA COSA... DI … DOSSO, - strillò
Ron, richiamando l’attenzione di tutti i suoi fratelli e di sua madre, la quale
accorse dalla cucina con un coltello gigantesco in una
mano e quella un pezzo di carne enorme dall’altra.
- Non poteva tenere il naso fuori dai nostri affari? - sbuffò Fred contrariato,
guardando torvo in direzione di Charlie.
- Già, sarebbe stato perfetto, se
solo non fosse intervenuto lui, - assentì George.
- Che cosa state combinando voi
due? – sbraitò Molly, diretta verso i gemelli. – Bill, togli quella cosa da tuo fratello! SUBITO! - aggiunse quando vide che Bill era, come tutti gli altri, in
preda alle risa alla vista del fratello minore che, bianco come un morto,
correva in giro per il giardino con il ragno che continuava a crescere, ed era
oramai grande come un gatto, appeso al viso. Alla fine Bill si riprese a
sufficienza per far levitare il ragno lontano da Ron e riportarlo alle sue
dimensioni originarie.
- VOI DUE, - ruggì Molly. – Quando
la finirete con questa storia? Va avanti da quando Ron
aveva tre anni, mi sembra che possiate anche piantarla adesso. Siete in
punizione per una… anzi, meglio due, settimane! – urlò sventolando davanti al
viso dei due gemelli il lungo coltello con lo sguardo truce. – E adesso filate
a lavorare! – finì tornando in cucina.
- Molto divertente, davvero.
Siete due idioti, - brontolò Ron andandosene dal giardino dando un calcio a un
montante che era stato abbandonato per terra.
- Dove credi di andare? Devi
aiutarci! – gli urlò dietro Charlie, ma Ron fece un gesto poco educato con la
mano e li lasciò soli.
- Oh, Billì, que susceptible tuo
fratello Ron, – civettò Fleur, avvinghiandosi a Bill e cominciando a baciarlo,
lanciando nel contempo occhiate maliziose in direzione di Ginny, rossa di
rabbia.
- Smorfiosa, - mormorò la giovane
Weasley.
- Smorfiosa ma fortunata, - corressero
i gemelli.
- Ehi, voi tre, - li chiamò
Charlie. – Venite a darci una mano con questa cosa.
I tre si mossero di mala voglia e
andarono ad aiutare a montare l’impalcatura che avrebbe ospitato i due sposi
durante la cerimonia. Con la magia fu relativamente semplice e, sebbene né i
gemelli né Ginny perdessero occasione di cercare di sabotare il lavoro, il
tutto fu completato senza ulteriori incidenti, grazie all’intervento provvidenziale, ma indesiderato, di Bill e Charlie.
- Dobbiamo inventarci qualcosa… il tempo passa, - mormorò George quando anche l’ultima sedia
fu sistemata al suo posto.
- Provo io, - rispose Ginny con
un ghigno. Senza dare nell’occhio puntò la bacchetta verso delle grosse bolle
sospese nel giardino che contenevano migliaia di palloncini, i quali sarebbero
stati liberati non appena la cerimonia si fosse conclusa. Ginny mormorò un
incantesimo, in modo da non essere sentita, e poi fece esplodere la bolla
direttamente sopra il punto in cui Fleur era avvinghiata a Bill. Una miriade di
oggetti iniziò a cadere sulla coppia ma, stranamente,
non assomigliavano assolutamente a palloncini. Bill, agendo d’istinto, lanciò
un sortilegio scudo che li protesse entrambi, mentre una pioggia di massi, tutti
grandi quando un pugno, pioveva attorno a loro.
- Per Merlino, ma che succede? –
urlò con voce strozzata Charlie, mentre una pietra rimbalzava su una sedia
accanto a lui, mandandola in pezzi.
I gemelli si voltarono di scatto
verso Ginny, che era impallidita. – Ma sei matta? Non possiamo ucciderla! –
sbottò Fred tirando indietro la sorella prima che qualche ultima pietra vagante
la colpisse.
- Non l’ho fatto io! Ve lo giuro!
Non sono stata io! Io li avevo trasfigurati in rane, solo rane… non è stata colpa
mia, - si difese la giovane sempre più pallida, reggendo ancora la bacchetta in
mano e fissando sconvolta Bill e Fleur, ancora troppo atterrita da quello che
era successo per notare che la ragazza francese stava riponendo la sua
bacchetta nel vestito.
George prese la bacchetta di
Ginny e la fece sparire prima che uno dei fratelli maggiori sospettasse
qualcosa.
- Cosa è successo? – ruggì Bill, avvicinandosi loro con sguardo
torvo. – Chi è stato?
- Nessuno, - si difesero i
gemelli, scuotendo la testa. – Andiamo, Bill, non crederai che qualcuno di noi
ti abbia lanciato addosso una grandinata di pietre
volontariamente, no? – rispose Fred.
Bill li fissò disorientato,
sapeva che Fleur non piaceva alla sua famiglia, ma sapeva anche che, nonostante
tutto, non avrebbero mai pensato di farle del male.
Forse.
- Deve essere successo qualcosa
prima, quando stavamo montando il tutto, o quando ci siamo messi a giocare con
la struttura, - disse Charlie crollando su una sedia, ancora scosso da quanto
successo. – Voi due state bene? – chiese.
- Oui, grazie al mio Billì, -
rispose Fleur con voce melliflua, mentre Bill si limitava ad annuire. – Sapevo
che aveva dei riflessi surprenants! – disse poi guardando direttamente Ginny.
- Sarà meglio non dirlo alla
mamma, - dichiarò Charlie ascoltando la voce di Annabella Cartwater provenire
dalla vecchia radio in cucina.
- No, meglio di no, - annuì Bill.
– E’ sufficientemente agitata così.
- Sistemiamo tutto noi, - disse
George, alzando la bacchetta verso le altre sfere.
- NO… no, grazie. Meglio che
faccia io, - ribatté Bill puntando a sua volta la bacchetta in alto,
trasfigurando il contenuto delle sfere, qualunque esso fosse,
in palloncini e poi facendone scoppiare una per controllo. Una pioggia di sfere
argento e dorate cadde su di loro. – Bene, dovrebbe essere tutto a posto
adesso.
- Ho bisogno di riposormi, Billì,
- bisbigliò Fleur prendendo sotto braccio il ragazzo e conducendolo all’interno
della Tana, seguita poco dopo anche da Charlie.
- Si può sapere che cosa hai
combinato? – chiese Fred quando furono soli.
- Niente, ve l’ho detto! Non sono
stata io.
- Magari hai sbagliato
incantesimo, - suggerì George.
- So trasfigurare dei palloncini,
George! E li sotto c’era anche Bill, non sono stata io.
I due gemelli si guardarono e
annuirono, se era possibile, anche se poco probabile, che Ginny tentasse di
uccidere Fleur, era decisamente fuori discussione che provasse a fare del male
a Bill.
- E’ stata Fleur, - disse la
giovane pensierosa.
- Che cosa? – chiesero in coro i
gemelli.
- Fleur. E’ stata lei.
- Stai dicendo che Flebo ha
tentato di suicidarsi?
- No, scemo. Sto dicendo che
Fleur sapeva che Bill avrebbe reagito e ha fatto in modo che lui scoprisse che
stiamo sabotando il matrimonio.
- E se Bill non avesse fatto in
tempo? Potevano farsi male davvero là sotto, - rispose Fred preoccupato.
- Lei aveva la bacchetta in mano,
- disse pensieroso George.
- Era pronta ad intervenire se
non lo avesse fatto lui, è ovvio! – rispose Ginny
saltando in piedi. – Deve essere così, per forza, - aggiunse cominciando ad
andare su e giù, inquieta.
I gemelli rimasero in silenzio,
riflettendo.
- Andiamo dentro anche noi, tra
poco inizieranno ad arrivare i primi ospiti. Se facciamo tardi mamma ci ammazza
sul serio questa volta, - disse Fred incamminandosi,
seguito poi dagli altri due.
Ed ecco finalmente comparire anche loro due, lo so che almeno la metà di
voi li aspettavano con ansia, e quindi eccoveli qui…
Ed ecco finalmente comparire anche loro
due, lo so che almeno la metà di voi li aspettavano con ansia, e quindi eccoveli qui… tanto ormai lo abbiamo
capito tutti che non ce la faccio a scrivere una storia che non abbia anche un
briciolo di Tonks/Lupin al
suo interno!
Per adesso più che arrivare non fanno, ma
nei prossimi capitoli…beh, vedrete.
Buona lettura, grazie a tutti voi che
commentate e leggete questa storia.
P.S grazie soprattutto
ad Alektos
che ne ha aggiustato il titolo.
4. Tonks e Lupin
Quando furono da soli Fleur si strinse a Bill. - Ho avuto paura, meno male che c’eri tu, - miagolò
al suo orecchio.
Il volto di Bill
avvampò. – Sì, beh. E’ stato un incidente, ho solo avuto
i riflessi pronti.
- Sei sicuro che sia stato solo un
accident?
- Certo. I gemelli hanno detto di
non aver fatto nulla e, anche se in effetti talvolta
sono un po’ esuberanti, non posso credere che abbiamo fatto volontariamente
cadere quelle pietre.
- Potrebbe essere stata Ginnì…
- CHI? Ginny?
No, non è possibile che lei c’entri qualcosa, - negò
risoluto Bill. – Ginny è
una ragazzina tranquilla, non farebbe del male a nessuno, e poi tu lei piaci.
Fleur storse il naso. –
Je ne crois pas. E poi credo che sia gelosa di
me… tu sei sempre stato il suo preferito.
- Ma tra
me e lei non cambierà nulla, sarà come sempre la mia sorellina! No, è stato
solo un incidente, - ripeté il ragazzo, ma meno convinto di prima.
Alle 11, così come aveva
promesso, Arthurtornò a casa e con
lui arrivarono anche un’agitatissima Tonks e
un molto più compìtoLupin.
- Credevo che anche Kingsley sarebbe arrivato prima, - disse Molly dopo aver salutato i nuovi arrivati e aver offerto
loro un bicchiere di thè freddo.
- Così voleva fare infatti, ma poi ha avuto del lavoro in più… sarà bloccato
al Ministero fino all’ultimo momento, - le rispose il marito, trascurando di
dire alla moglie che aveva dovuto chiedere al collega di finire una relazione
che avrebbe dovuto consegnare lui stesso, tre giorni prima ma che non aveva mai
fatto.
- Oh. Beh pazienza, ce la
caveremo senza di lui. Spero solo che non arrivi in
ritardo per la cerimonia, - sbuffò. - Come state? – chiese poi rivolgendo la
sua attenzione a Tonks e Lupin,
come ricordandosi improvvisamente della loro presenza. I due erano in piedi
alla finestra della cucina, intenti a guardare i lavori che si erano spostati
nel giardino posteriore.
- Bene, grazie Molly, - rispose Lupin,
distogliendo l’attenzione della scena per rivolgerla alla sua interlocutrice.
- Stupendamente! – esclamò decisamente più allegra Tonks, i
capelli rosa acceso in netto contrasto con la maglietta verde acido che
indossava. – Allora, cosa possiamo fare per te? – chiese piena di entusiasmo. – Magari i ragazzi hanno bisogno di aiuto là fuori…
- Oh… ehm sì, cara. Credo che, se
Remus ne ha voglia, potrebbe andare ad aiutare a
montare il gazebo, tu invece perché non raggiungi le ragazze di sopra, Ginny e Gabrielle si stanno
preparando, poi potreste dare una mano anche a Fleur.
- Oh… sì… certo, - rispose la
giovane con molto meno entusiasmo.
- Se non
ti va… - cominciò Molly.
- No, no.
Certo che mi va, siamo venuti appositamente per aiutarvi.
Beh, allora io salgo. A dopo, - mormorò dando un bacio sulla guancia a Remus e lanciando un’ultima occhiata al giardino.
Quando
fu uscita Lupin si sentì in dovere di spiegare lo
strano comportamento della compagna. – Prima di arrivare qui
mi ha raccontato una cosa: durante i primi anni a Hogwarts
lei e Bill erano molto uniti, non lo ha detto
esplicitamente ma credo che fossero…
- Fidanzatini, me lo ricordo bene.
- finì per lui Molly con voce sognante e le lacrime agli occhi, nel
ricordare il passato del suo primogenito.
- Poi però si sono
un po’ persi di vista, - continuò Remus, con tono
interrogativo, come a chiedere conferma di quanto era venuto a sapere.
- Sono cresciuti. Bill ha conosciuto July al quinto
anno.
- July?
- JulySimmond, un amore di ragazza; abita ancora qui vicino,
nella casa dietro alla collina. Oh, a quel tempo lui non stava già più con Tonks, la loro è stata una storia
molto breve, erano troppo giovani perché durasse più che una bella amicizia tra
di loro.
- E
questa July che fine ha fatto? – chiese Remus, piuttosto interessato.
- QuandoBill fu assunto alla Gringott
iniziò a girare alla ricerca di tesori perduti, July
semplicemente un giorno si stufò di aspettare il suo ritorno a casa. Credo che
il mio Billne abbia
sofferto davvero molto; la loro storia, sebbene già in crisi da tempo, è finita
poco prima che lui conoscesse Fleur.
- A Tonks
non piace Fleur, - affermò Remus,
come rispondendo ad una domanda diretta.
- A nessuna ragazza piace Fleur, - rispose Molly rendendosi
conto tardi di aver detto troppo. Arrossì violentemente e distolse lo sguardo
dal volto sorridente di Remus. – Ti spiace andare ad
aiutare quei quattro? – chiese infine indicando i suoi figli intenti nel
cercare di costruire il gazebo. – Prima che si facciano del male?
- Certo. Vado,
- e, dicendo questo, Remus uscì dalla stanza.
Tonks
bussò alla porta della camera di Ginny e poi entrò
timidamente.
- Oh, Ninfadorà,
- esclamò Fleur sorridendo all’arrivo della sua
vittima preferita. Quella ragazza era un tale disastro che chiunque, vicino a
lei, faceva una bella figura e la giovane francese in particolare non faceva
che brillare di una luce ancora più intensa.
Lo sguardo di Tonks
divenne di ghiaccio. – Primo: al massimo sarebbe Ninfadora
e non Ninfadorà. Secondo: comunque
è Tonks. Solo Tonks.
- Tonks,
benvenuta! - la salutò con più entusiasmo del solito Ginny,
sbucando da sotto quella che sembrava una montagna di
trine e merletti.
- Ciao Ginny.
Tua mamma mi ha mandato su per aiutarvi.
- Tu? Quando vorrò macchiare o
distruggere il mio vestito, TU tuseras
le premier à qui je m'adresserai,
fino ad allora…
Tonksdivenne viola, Ginny si trattenne
a stento da lanciare alla francese una Fattura Orcovolante.
– Capiti a proposito, invece Tonks…. Vieni un momento con me, - disse la ragazzina tirandosi
dietro la giovane Auror fino al bagno. - Ascolta, devo assentarmi qualche momento per… finire di fare
una cosa. Puoi restare qui con Flebo al posto mio?
- Che
cosa devi fare? – chiese sospettosa Tonks.
- Vorrei…vorrei
davvero spiegarti tutto, ma adesso non c’è più tempo. Se
mia mamma scopre che non sono pronta o che sono uscita, mi uccide. Coprimi per
qualche minuto, per favore, per il bene di Bill.
Tonks
rifletté qualche attimo, ma poi si decise. – E va bene,
vai. Ma non cacciarti nei pasticci! Spero almeno che
tu abbia un piano, un buon piano, - rispose facendole
l’occhiolino e indicandole la porta.
- Lo spero anche io, - sorrise la
ragazza correndo fuori.
- Bene, pare che siamo rimaste solo noi due, per un po’, - dichiarò Tonks entrando di nuovo nella stanza in cui Fleur stava aspettando, un’espressione indispettita dipinta
sul volto.
- Dov’è Ginnì?
- Ginnì,
- rispose l’Auror, imitando l’accento francese. – Si
è dovuta assentare un momento, ma ci sono io. Contenta?
Fleur
sbuffò ma non disse nulla, osservando con aria preoccupata la bacchetta che
spuntava minacciosa dalla tasca dei jeans della
giovane.
Eccomi qui, scusate per l’attesa ma … ehmm come dire, mi sono
dimenticata di postare in settimana…
Eccomi qui, scusate per l’attesa ma … ehmm come dire, mi sono dimenticata di postare in settimana…
Grazie mille dei commenti e grazie ad Alektos per avermi fatto notare la mia piccola (e
insignificante) svista su Billino ;)
5. L’arrivo degli ospiti
Mezzogiorno si stava avvicinando
rapidamente, gli ospiti già arrivati avevano finito di fare gli ultimi
preparativi e avevano infine indossato i loro abiti da cerimonia, in attesa che anche gli altri giungessero alla Tana. Fleur era stata consegnata in camera di Ginny
fino all’inizio del matrimonio, affidata alle amorevoli cure della madre e
all’invidia della sorellina; Ginny, Ron (insieme a Hermione e Harry, giunti da poco), Fred e George avevano avuto il compito di scortare amici e parenti
a sedere, in modo che il tutto avvenisse con una certa calma e ordine.
Tonks e
Lupin osservavano la scena, salutando di tanto in
tanto i loro conoscenti e ammirando l’ottimo lavoro che era stato fatto nella
casa e nel giardino: le sedie immacolate erano state sistemate alla perfezione
lasciando una passatoia centrale cosparsa da fiori d’arancio in cui sarebbe
passata la sposta, che avrebbe così raggiunto l’altare, posizionato
sotto un piccolo patio di legno. Sopra le sedie, oscillando pigramente nel
venticello estivo, erano posti i piccoli globi contenti i
palloncini, e delle vere fate volavano pigre, lasciando dietro di loro delle
scie luminose, scintillanti nella luce del sole.
Tonks
aveva lasciato nella camera di Ginny i vecchi jeans
sgualciti e la maglietta verde e aveva indossato un abito rosa pallido smaniato,
mentre al posto delle solite scarpe da ginnastica indossava un paio di scarpe
intonate al vestito, aperte sul davanti. Remus
faticava a concentrarsi su qualcosa di diverso dalla sua giovane
accompagnatrice, soprattutto considerato il fatto che lei aveva, sebbene dopo parecchie insistenza, accettato di mettere da parte per qualche
ora la sua chioma fucsia per sfoggiare una più banale, ma in quel caso anche
più appropriata, capigliatura castano chiaro.
- Prendi nota, Remus, - mormorò Tonks
avvicinandosi al mago e sussurrandogli direttamente all’orecchio. – Quando ti deciderai a sposarmi, voglio che sia tutto
esattamente così… solo un po’ più rosa, - sorrise la giovane con aria sognante.
Remusle si avvicinò a sua volta, posandole un bacio sul collo. - E chi ti dice che abbia intenzione di chiederti di sposarmi?
– le sussurrò a sua volta.
Tonks
si allontanò di scatto da lui tirandogli un pugno sul braccio ma quando vide il
suo sorriso non poté fare a meno di esserne contagiata. Era semplicemente
adorabile nel suo vestito da cerimonia blu scuro, i capelli disordinatamente
ordinati e gli occhi che brillavano di malizia.
Videro sfilare davanti a loro un
discreto numero di chiome rosso fuoco e rimasero ad osservare Ron stretto in un abbraccio quasi letale da una vecchia
strega piuttosto grassoccia, che contemporaneamente dette uno scappellotto a Fred che stava mimando l’atto di vomitare dietro le sue
spalle. Risero entrambi e solo in quel momento Tonks
si accorse, con un moto di orrore, che Ginny non era ancora tornata.
- Tonks,
proprio te cercavo, - Molly
comparve alle spalle della giovane nell’istante stesso in cui lei mentalmente
pregava che la donna non si facesse vedere.
- Oh, ehm... Molly. Ciao, - balbettò incerta.
- Hai visto Ginny?
E’ un pò che non la vedo in
giro e ormai siamo quasi pronti. Charlie è nella stanza
di Bill, lo sta aiutando a prepararsi, dovrebbero arrivare tra qualche attimo. Poi mandiamo a
chiamare Fleur. Non può essere in
ritardo, è una delle damigelle!
- No, - rispose la giovane impallidendo
e cercando di nascondersi dietro a Remus. – Da quando
siamo uscite dalla stanza di Fleurnon
l’ho più vista.
- Strano. Fleur
mi ha detto che è andata via quasi subito quando sei arrivata tu… dove si sarà
cacciata quella ragazza? – bofonchiò Molly
lasciandoli soli per andare a cercare la figlia dispersa.
Tonks
prese mentalmente nota di uccidere Fleur, sempre che Ginny non lo facesse prima di lei.
Due piani più in alto Billera affacciato alla finestra
della sua camera e osservava i suoi parenti e amici sistemarsi ai propri posti.
Aveva già indossato il suo abito da cerimonia nero con rifiniture verde
brillante che mettevano in risalto il colore dei suoi occhi; i capelli rossi erano
legati quasi con noncuranza dandogli un aspetto elegante ma non ricercato a cui
contribuiva anche il suo amato orecchino, che non aveva assolutamente voluto
togliersi.
- Bill?
- Sì? – rispose scuotendosi dai
suoi pensieri e girandosi verso il fratello.
- Bill,
tu sei… insomma… non prenderla male ma… sei sicuro di quello che stai per fare?
- Sposarmi intendi? Non inizierai
a parlare come la mamma, adesso? – disse rivolgendo però al fratello un timido
sorriso.
- Intendo sposarti con Fleur. Voi siete così… diversi.
Negli occhi di Bill passò un ombra di furore ma
sparì rapidamente com’era venuta, sostituita da uno sguardo triste. – Immagino
che sia la cosa più giusta da fare.
- Immagini? –
chiese Charlie, sedendosi sul letto accanto a lui e
guardandolo negli occhi.
- Immagino. Sono…
sono così confuso in questi giorni. Sai, ogni tanto mi trovo a pensare…
mi chiedo se non abbia ragione mamma, se non stiamo facendo tutto troppo di
corsa. Se lei sia la persona giusta e non solo… non so.
- E non
credi che, avendo questi dubbi, sarebbe più opportuno lasciare perdere? Rimandare
per qualche tempo?
- No, - rispose lui, questa volta deciso. – Avrei dovuto
pensarci prima, adesso è tardi. Non è il momento per
essere indecisi questo, - e dicendo così si alzò, diretto alla porta
seguito da Charlie.
Quando arrivarono in giardino Bill si rese subito conto che
c’era qualcosa che non andava: sua mamma stava correndo avanti e indietro per
il sentiero che avrebbe, da li qualche minuto, visto procedere Fleur nel suo abito da sposa. I suoi fratelli la stavano
osservando con sguardo vagamente allarmato mentre Arthur
cercava, tutte le volte che si avvicinava a lui, di calmarla senza mai
riuscirci.
- Che
cosa sta succedendo questa volta? – sussurrò Charlie
a Ron che si trovava di fianco a loro vicino ad una
quasi irriconoscibile Hermione.
- Ginny,
- rispose solo lui.
- Che cosa
ha combinato?
- Non c’è.
- Come sarebbe a dire “non c’è”?
– chiese questa volta Bill, allarmato.
- Tonks
dice che è andata via mezz’ora fa ma non è mai tornata.
- E dove
sarebbe andata?
- Non lo sa.
- Oh, Ron!
Speriamo che non le sia successo nulla, - disse con
voce tremula Hermione, aggrappandosi al braccio
dell’amico.
Charly
fissò la giovane con orrore, realizzando solo in quell’istante
la potenziale gravità di quello che stava succedendo. Fu in quel momento, quando
Molly stava per cedere alla crisi di nervi, che Ginny fece il suo ingresso nel giardino. Era scarmigliata
ma innegabilmente pronta per il suo ruolo da damigella d’onore, sebbene il
vestito che indossava fosse sgualcito e le scarpe leggermente impolverate.
Svicolò la folla dei parenti chiassosi e si diresse lesta verso il suo posto,
di fianco a Gabrielle, sfuggendo all’ira materna solo per il ritardo ormai
quasi drammatico
Solo quando il caos scatenato dal
suo arrivo si fu placato e la folla riprese posto, ci si rese conto che Ginny però non aveva fatto il suo ingresso da sola: in
piedi, in mezzo al sentiero, c’era una giovane strega dai capelli corti,
piuttosto ribelli. La ragazza indossava un vestito azzurrino che metteva in
risalto i suoi occhi e la sua carnagione abbronzata, così differente dal
colorito eburneo di Fleur .
La giovane rimase immobile, gli occhi fissi su Bill,
come ipnotizzata.
- July,
- mormorò Molly. – Ma cosa…
GINNY!
Ginny sorrise serafica. –
Scusa il ritardo, mamma, ma Tonks e io ci siamo accorte che l’invito di July
era rimasto sotto la pila dei miei compiti delle vacanze. Non potevano
permettere che mancasse, no?
Tonks arrossì
per la vergogna di trovarsi sotto lo sguardo di rimprovero di quasi tutta la
numerosa tribù Wealsey ma non contraddisse la
giovane, stritolando la mano di Remus per cercare
conforto.
- Oh, ehm no.
Certo che no, - fu costretta a risponde Molly.
- Molly,
mi… mi dispiace molto, io… io non sarei dovuta venire, - dichiarò July, arrossendo a sua volta ma non riuscendo a distogliere
lo sguardo da Bill.
- No, Ginny
ha fatto bene. Avrei dovuto pensarci io, - disseBill avvicinandosi alla giovane e scortandola lui stesso ad
un posto libero di fianco a Tonks, in una delle prime
file. Poi fece appena in tempo a riprendere il suo posto di fianco a Charlie prima che Fleurcomparisse dalla porta della cucina a braccetto del padre,
annunciata dalla marcia nuziale che scandiva i suoi passi verso l’altare e
verso Bill. La giovane era letteralmente splendente:
i capelli fluttuavano attorno a lei mandando riflessi argentati, gli occhi
grigi erano lucenti; avanzava con passo deciso ma sufficientemente rilassato
perché tutti i presenti avessero tempo di osservarla bene, e restare ammaliati
dalla sua presenza. Infine Fleur giunse vicino aBill, il padre si
allontanò dall’altare lasciandola da sola e lei si voltò, raggiante, verso il
pastore non perdendo però l’occasione di lanciare un sogghigno soddisfatto
verso Ginny, che era in piedi al fianco di Gabrielle.
La giovane Weasley lanciò un’occhiata disperata verso
July e poi tornò a guardare davanti a sé, nel farlo,
quasi senza volerlo, incontrò lo sguardo di Fred che,
inaspettatamente, le fece l’occhiolino mentre George
al suo fianco alzava il pollice sorridendo tranquillo.
La cerimonia ebbe inizio: gli
invitati erano incantati dalla figura di Fleur, i signori Delacourt erano
entrambi in lacrime, come d’altronde Molly, Gabrielle osservava la sorella con
un misto di orgoglio e invidia mentre Ginny stava letteralmente ballando da un
piede all’altro, spostandosi in continuazione e guadagnandosi parecchie
occhiate ostili.
E poi tutto ebbe inizio.
Ci fu uno schianto, un urlo e il
rumore di grattamento di parecchie sedie che venivano
spostate mentre gli invitati si alzavano per osservare meglio quello che era
successo. Bill parve svegliarsi da un sogno: scosse la testa e allungò il collo
per osservare il trambusto che si era creato proprio dove, poco più di mezz’ora
prima, aveva scortato July. Tonks era seduta per terra, rossa dalla tasta ai
piedi, mentre ai suoi lati July e Remus la stavano aiutando a districarsi dai
frammenti della sua sedia, distrutta. Molti invitati risero
quando si resero conto di quello che era successo, Molly scattò in
piedi, l’iniziale espressione preoccupata che stava lentamente scomparendo dal
suo viso per lasciare spazio ad una decisamente più truce, ma fu Bill il primo
a muoversi verso di lei, lasciando Fleur da sola.
- Ti giuro, Remus, questa volta non ho fatto nulla,
davvero! – stava mormorando Tonks, gli occhi arrossati un po’ per il dolore, un
po’ per l’imbarazzo.
- Lascia stare adesso… piuttosto
dimmi: ti sei fatta male? – le chiese il mago, abituato ai disastri della
giovane.
- No, - rispose lei tirandosi in
piedi. – AHI! – esclamò appena July le sfiorò il gomito, cercando di aiutarla.
- Merlino, scusami, non volevo, -
mormorò la giovane strega, anche lei imbarazzata dal ritrovarsi improvvisamente
gli occhi di tutti addosso.
Tonks le fece un debole sorriso,
lasciandole intendere che non aveva nulla di cui
scusarsi.
- Tonks, tutto ok? – chiese anche
Bill che nel frattempo era arrivato fino da lei.
- Sì, ho solo preso una botta al
gomito, sto bene…. Merlino, Bill, mi dispiace tanto. Non volevo, davvero, io…io
ero solo seduta lì… non stavo facendo nulla, credimi.
- Non dire sciocchezze, se stai
male devi farti vedere subito, non vorrei che fosse rotto… - rispose il giovane
guardandola preoccupato.
- Ne pas
dire sciocchiezze!
L’attenzione dei presenti si
spostò improvvisamente da Tonks e Fleur.
- Cosa? – chiese Bill, girandosi
anche lui verso la ragazza francese.
- Il est
ainsi manifeste che tutto questò è stato organizzato da lei… - disse indicando
con disprezzo Tonks, che adesso si massaggiava il gomito dolente. – …solo per
mandare a monte il mio mariage, -
rispose lei, i tratti del volto contratti dalla rabbia, decisamente meno
attraente di prima.
- Ma che cosa stai dicendo? –
chiese allibito Bill, distogliendo l’attenzione da Tonks per riportarlo sulla
sua fidanzata.
- Che tutti loro, - rispose lei
indicando i gemelli, che erano stranamente pallidi e fissavano con sguardi
decisamente colpevoli Tonks, - E lei, - continuò poi indicando Ginny. – E’
tutto il giorno che tentano di mandare monte la cerimonia!
- Non è vero, - si difese Ginny
con un’espressione talmente innocente che persino sua madre le credette e
lanciò uno sguardo torvo a Fleur, che stava accusando metà della sua progenie senza
avere le prove che avessero effettivamente fatto qualcosa di grave. – Non
abbiamo fatto nulla!
- Ah, no? Gli gnomi tornavano da
soli in giardino?
L’incanto di poco prima,
l’atmosfera da sogno in cui tutti si erano sentiti immergere all’arrivo di Fleur,
si era irrimediabilmente rotta dalla repentina trasformazione subita dalla
giovane. I suoi tratti si erano allungati e, sebbene in superficie fosse ancora
ben visibile il suo volto dolce, osservando bene si poteva vedere che dietro la
maschera traspariva un muso allungato da uccello.
- E’ STATA LEI, - gridò con tono
isterico in direzione di Ginny. – Lei e quei due démons dei suoi fratelli, loro
hanno fatto in modo che tutto andasse male.
- No. Stava già andando male, -
questa volta fu Bill a parlare. – Ammettiamolo Fleur, erano settimane che
c’erano problemi tra noi…
- Billì… ma io ti amo, - rispose
lei tornando ad essere la ragazza splendida di poco prima.
- No, tu amavi l’idea di noi... –
rispose lui tristemente. – Pensaci Fleur, tu sei bellissima, meriti qualcosa di
meglio, qualcuno che ti apprezzi per quello che sei veramente e non per quello
che stavi cercando di diventare. Noi non abbiamo nulla in comune, apparteniamo
a due universi totalmente differenti…
- Stavamo bene prima che loro si mettessero in mezzo…
- Loro, - rispose Bill rivolgendo
lo sguardo ai suoi famigliari. – Saranno sempre in mezzo, sono la mia famiglia.
- Ma non saranno mai la mia, –
replicò lei con una nota di sdegno nella voce. – Scegli: moi ou eux.
Bill lanciò uno sguardo alla madre
in lacrime e alla moltitudine di chiome rosse attorno a lui, e infine il suo
sguardo si spostò sulla giovane che ancora sorreggeva Tonks, come se si fosse
dimenticata di quello che stava facendo, troppo presa dalla scena che si stava
svolgendo sotto i suoi occhi per pensare a qualunque altra cosa.
- Loro.
- Tres bien, hai fatto la tua
scelta, - disse la giovane francese allontanandosi, seguita dalla madre e dal
padre, che si fermò solo il tempo necessario per afferrare la figlia minore e
trascinarla via con loro, un’espressione di furore dipinta sul volto.
- Portala in cucina, credo che sia meglio metterci del ghiaccio e fasciarlo, - mormorò Bill
tornando a rivolgere la sua attenzione a Tonks ma parlando direttamente a
Remus.
- Non ti preoccupare, ho una
certa esperienza negli incantesimi di guarigione. Starà bene, – rispose il mago
scortando la giovane in cucina, più che altro per allontanarla dalla folla di
Weasley che per vera necessità.
Bill annuì, il volto stanco ma
risoluto. – Sistemo qui e vi raggiungo.
E anche con questa siamo alla fine… spero che la storia vi sia piaciuta
e che non vi abbia annoiato troppo
E anche con questa siamo alla fine… spero
che la storia vi sia piaciuta e che non vi abbia annoiato troppo. Gli amanti di
Fleur mi perdonino per come l’ho trattata, ma la
ragazza si presta bene a farsi maltrattare (ihih me
perfida).
Grazie a chiunque abbia letto e un grazie
speciale a chi ha commentato queste pagine.
7. Epilogo (La cerimonia 2)
- Tonks!
– esclamarono in coro i gemelli entrando in casa di corsa.
- Come stai? – chiese Fred avvicinandosi a lei e allungando il collo per vedere
quello che stava facendo Remus.
- Che cos’è tutto questo
interesse? – chiese quest’ultimo inarcando un sopraciglio.
- N…niente, volevamo solo sapere…
- MA SIETE MATTI? – Ginny entrò a sua volta nella cucina, il volto arrossato e
il fiato corto. – POTEVATE FAR… oh, ciao Remus.
- Dicevi? – chiese il mago
osservando a turno i Weasley, tutti con lo sguardo a
terra assolutamente colpevole, e Tonks che, passato
il male e ripresasi dalla figuraccia, stava cercando di non ridere.
- Nulla. Come stai, Tonks?
- Niente di rotto, - rispose la
giovane Auror. – Volevo solo essere coccolata un po’,
- aggiunse lanciando uno sguardo malizioso a Remus,
che impallidì. – Non credevo che ci sarebbe stata anche July,
oggi.
- Un’idea di Gnny,
- rispose orgoglioso Fred.
- Una gran bella idea, in
effetti.
- Non mi pare che sia stata così
bella, però, - si lamentò Ginny.
- Ah no? Io non vedo più il
nostro fratellone, - rispose George.
– E…guarda… neanche July è più al suo posto…
- Non mi dire? – esclamò Ginny. – HA FUNZIONATO! HA FUNZIONATO! HA FUNZIONATO! – si
mise a ballare per la stanza.
- Eh, calma. Ho solo detto che
non li vedo, mi sembra un po’ presto per spedire le partecipazioni di
matrimonio.
- E’ un peccato
però, era già tutto pronto, e noi avevamo già questi… - aggiunse Fred fissando con sguardo dubbioso il suo abito da
cerimonia.
- Beh, - mormorò Remus, che aveva seguito con aria perplessa questo scambio
di battute, incerto se ridere o arrabbiarsi per quello che aveva sentito. – Non
è detto che debba andare sprecato…
- Oh, per quando siamo sulla
buona strada non credo che Bill tenterà di sposarsi
due volte nello stesso giorno.
- Uhm, lui no, - rispose il mago,
fissando lo sguardo negli occhi di Tonks e arrossendo
visibilmente.
Fred, George e Ginny stavano ancora
scrutando il giardino dove, lentamente, le cose tornavano normali
mano a mano che i parenti di Fleur e i più
lontani parenti Weasley se ne andavano indignati per
una fine tanto repentina del loro personale divertimento. Nessuno di loro
quindi si accorse dello scambio di occhiate tra i due e delle rispettive
reazioni.
- Stai scherzando? – chiese Tonks.
Fu solo a queste parole che i
fratelli Weasely ritornarono a prestare attenzione ai
loro due ospiti.
- No, mai stato così serio in vita
mia, temo.
- Temi?
- Sta a te adesso, Dora.
- Chiedimelo, Remus.
Voglio sentirtelo dire.
Remus
emise un gemito, come se quello che stava facendo richiedesse tutta la sua
forza di volontà e anche il semplice respirare fosse
diventato difficilissimo per lui. – NinfadoraTonks, - si fermò, per permetterle di commentare sull’uso
del nome, ma lei non disse nulla, fece solo un sorriso e sospirò, in attesa. – Vuoi sposarmi?
Tonks
aprì la bocca per rispondere ma lui la bloccò. – No,
aspetta. Rifletti prima di rispondere… pensaci un’ultima volta. Non ho nulla da
offrirti, - aggiunse alzando le mani verso di lei, in un gesto di impotenza.
Dora sorrise. – Mi basti tu, stupido
licantropo cocciuto. E sì… ti voglio sposare, - rispose intrecciando le dita
con quelle di lui.
Il sole brillante del primo
pomeriggio illuminava il giardino della Tana. In piedi di fronte all’altare
improvvisato RemusLupin,
impeccabile nel suo abito da cerimonia blu scuro, osservava una radiosa Tonks procedere verso di lui a braccetto del padre. Dora
appariva letteralmente splendente, circondata da un alone rosato creato dal
riflettersi dei raggi del sole sul suo vestito rosa pallido, i capelli corti
spettinati e rigorosamente fucsia, un sorriso sognante dipinto sul volto a
forma di cuore. Lupin distolse l’attenzione dalla
giovane solo il tempo necessario per ammirare il suo operato: le sedie, prima
di un bianco candido, erano state sostituite da altre decisamente più rosa,
così come i nastrini e i fiocchetti che ornavano il passaggio che portava verso
il piccolo patio, persino i palloncini, pronti a cadere sugli sposi nel momento
del fatidico “sì”, erano stati trasfigurati in modo da seguire i gusti della
sposa. Il tutto, Remus se ne rendeva ben conto,
appariva forse un po’ eccessivo ma tali erano state le
richieste di Dora, e così era stato fatto. Quello era il suo giorno e lui
desiderava solo che tutto fosse così come lei lo voleva.
C’era stato giusto il tempo di
sistemare tutto, prima che i coniugi Tonks
giungessero alla Tana, inizialmente sconvolti dal motivo della convocazione, ma
tutto sommato soddisfatti che la loro bambina avesse infine
ritrovato la felicità.
La cerimonia fu rapida e, questa
volta, nulla ne turbò lo svolgimento. Alla fine una pioggia di palloncini rosa
e bianchi cadde sugli ospiti mentreRemus si curvava per baciare Tonks,
i cui capelli virarono rapidamente al rosso fuoco non appena le labbra
dell’uomo sfiorarono le sue.
- Bill!
– Tonks lanciò un grido in direzione del ragazzo,
sventolando poi la mano per richiamare la sua attenzione.
Bill si
diresse verso la coppia tenendo per mano July. –
Bene, bene… Remus, credo che tu mi debba un
matrimonio! – scherzò il ragazzo.
- Credo anche io, Bill. Lo credo davvero, - rispose Lupin
sorridendogli e osservando con curiosità la giovane che era con lui. Sembrava
imbarazzata dal fatto di essere per mano a quello che, in quella giornata,
avrebbe dovuto essere lo sposo di un’altra, ma al contempo decisamente felice.
- Oh, voi non vi conoscete, vero?
– chiese Bill. – Remus, lei
è JulySimmond. July, questo è RemusLupin, un mio grande amico.
Remus
tese la mano, July rimase immobile per qualche
istante osservandolo attentamente come alla ricerca di un segno di disprezzo
nei suoi confronti, quando non ne trovò fece un timido sorriso e strinse la
mano nella sua. – E’ un piacere, Remus, Bill mi ha parlato di te.
- Tonks
te la ricordi, vero? – chiese quindi Bill.
- Certo! Come stai?
- Splendidamente, July. Credo di non essere mai stata meglio in vita mia!
Dovresti sposarti, Bill. E’ una cosa meravigliosa.
- Sì, beh… era nei miei progetti,
infatti, - rispose il ragazzo lanciando uno sguardo fugace a July che fece arrossire e sorridere entrambi.