I nomi della Verità

di Vedra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Gemma in cui scorre la Vita ***
Capitolo 2: *** Il bocciolo di una rosa mai fiorita ***
Capitolo 3: *** La freccia incoccata dall'arco del Destino ***
Capitolo 4: *** La torcia del mio popolo ***
Capitolo 5: *** La dignità tra le lacrime ***
Capitolo 6: *** La stella che splende di giorno ***
Capitolo 7: *** Il fulmine che cade nel deserto ***
Capitolo 8: *** La maestosità del sole che tramonta ***
Capitolo 9: *** La lama che fredda le anime ***



Capitolo 1
*** La Gemma in cui scorre la Vita ***


La Gemma in cui scorre la vita


 

Io sono la vita che scaturisce dal fuoco, sono la fiamma ardente da cui tutto nasce e che tutto distrugge.

Sono il ruggito del tuono e le ali del vento.

Sono la stella sfavillante del tramonto e la prima luce dell’alba.

Sono il vento che soffia impetuoso e che trascina con sé tutto quanto incontra sul suo cammino.

Sono la luna nuova che nasconde il viso e la luna piena che splende in cielo quando giunge il suo tempo.

Sono l’Unica, la Sola.

La solitudine è la mia unica compagna, giusta pena per un destino scritto nelle stelle, per un nome destinato a risuonare per l’eternità.

Sono la certezza di un futuro sicuro.

Sono uno specchio su cui si riflette ogni cosa in questo mondo.


Sono una eppure sono tre.

Sono la Figlia del Vento, la creatura prediletta dal Fuoco.

Sono il terrore dei miei nemici e la speranza dei miei alleati.

Sono sogno e realtà.

Sono l’azzurro del cielo mattutino, il blu del manto notturno.


Sono la lama forgiata nell’oscurità, che splende sotto il sole lucente del giorno.

Sono la gemma in cui scorre la vita.

Il sangue è la mia linfa, la morte il mio nutrimento.


Sono lo splendore della vita, la fiamma della speranza.

Sono verità, sono mistero, sono amore e odio, coraggio e paura.

Io, sono l’Ultima dragonessa del mondo conosciuto.
 
 

Io, sono Saphira. 
 


 

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Capitolo 2
*** Il bocciolo di una rosa mai fiorita ***



 

Il bocciolo di una rosa mai fiorita


 

Io sono la notte che scintilla di stelle.

Sono l’impossibile cambiamento della mia razza, la ribellione a norme troppo rigide.

 

Sono l’identità nascosta. 

L’amore mai sbocciato.


L’acciaio dietro al velluto.
 

L’Illusione, per me e per altri.

Sono l’enigma da svelare, la risposta da trovare, la reticenza da sconfiggere.

Sono il fuoco mitigato dall’aria.

Sono la principessa che non lo fu mai.

Sono la perfezione che incanta i sensi.


Sono l’Eterna e la Leggiadra.

Sono la mente remota e antica.

Sono la principessa della Foresta, la sua figlia prediletta.


Sono il desiderio struggente, l’amore lontano.

Sono il contegno e la timidezza, la fierezza e la nobiltà, l'aterigia e il distacco.

Sono la danza che diventa mortale.

Sono colei che versa sangue per dimenticare quanto non ha mai potuto avere.

Sono la forza della Mente e del Corpo.


Sono la luna nascosta dietro le nuvole.

Sono la stella offuscata dalla luna.

Sono l’astro del mattino.

L’ombra celata.

Sono la vita eterna e la portatrice di morte.

Sono l’arte mai svelata.

Sono al centro tra tre razze, senza più identità.


Sono la disperazione nascosta dietro il contegno.

Sono la speranza perduta.

Sono il bocciolo di una rosa mai fiorita.

Non sono più quella che fui.


Io, sono la Regina degli Elfi.

Io, sono Arya

 

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Capitolo 3
*** La freccia incoccata dall'arco del Destino ***



La freccia incoccata dall'arco del Fato


Sono il sole che splende in cielo.

Sono la speranza incarnata.

Sono la ricerca struggente dell’amore, l’ostinazione e la tenacia, la perseveranza e l’insistenza.

Sono l’ignoranza e l’inconsapevolezza.

Sono la prima foglia rossa dell'autunno e l'ultima verde dell'estate.

Sono una marionetta in mano a potenze maggiori.

Sono l’anello che congiunge l’Antica Conoscenza alla Nuova.

Sono l’ultimo raggio del tramonto insanguinato e il primo dell’alba lucente.

Sono l’astro che illumina il mondo con la sua luce.

Sono lo scintillio che acceca il popolo.

Sono la lama forgiata solo per adempiere al suo destino.

Sono due, prima ero uno solo.

Sono la povertà che spezza, con la sua luminosità, le tenebre dell’anonimato.

Sono l’ingenuità, il coraggio sfrontato, la fortuna e la sorte.

Sono unico tra migliaia di altri.

Ero nulla, adesso sono tutto.

Sono il più importante, ma non il più potente.

Sono la curiosità pericolosa, il cambiamento repentino.

Sono il contadino che non fui mai.

Sono il cacciatore di ombre, la luce che spazza via le tenebre.

Sono io, ma non so perché sono io.

Sono l’immortalità della mia razza mortale.

Sono il vento gelido che turbina nell’inverno.

Sono il mare impetuoso che si infrange sulle scogliere bianche.

Sono la vita e la magia.

Sono la freccia incoccata dall’arco del destino, che, brillante e lucente, fende l’aria lasciando dietro di sé uno scintillio stellato.

Sono da molti invidiato, e da molti temuto.

Sono la benedizione che diventa maledizione, sono la foglia sfolgorante che orna l’albero come un gioiello.

Sono il primo frutto della primavera e l’ultimo dell’autunno.

Io, sono l’Ultimo Cavaliere dei Draghi dell'antica Stirpe e il Fondatore del nuovo Ordine.

Io, sono Eragon. 


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Il prossimo capitolo arriverà quando il primo raggiungerà le cento visualizzazioni oppure, quando la storia riceverà tre recensioni 

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Capitolo 4
*** La torcia del mio popolo ***




La torcia del mio popolo
 

Sono la luna che spende sulla Foresta.

Sono la stella più luminosa del firmamento.

Sono l’acqua che scorre sulle rocce, il velo che copre l’armatura, il ghiaccio nell’anima.

Sono la regalità e il distacco, la freddezza e il calcolo.

Sono il sospetto.

Sono la bellezza gelida, la madre assente.

Sono il cuore pulsante della Foresta.

Sono la stella che brilla in tutto il suo splendore.

Sono il raggio di luce che porta la speranza.

Sono la sicurezza di una decisione ponderata.

Sono il passo felpato di un gatto, il mistero del mare, lo scintillio delle stelle.

Sono l’astro del mattino e della sera.

Sono la saggezza e la pretesa, il gelo e il ghiaccio.

Sono la brezza gelida che si insinua tra le pieghe delle vesti, invisibile, pacata, eppure mortale.

Sono la luce tenue del mattino e quella esplosiva del mezzogiorno.

La luce sanguigna del tramonto e quella argentea della notte.

Sono l’Eterna.

Sono la mente remota e antica. 

Sono una rosa bianca nel pieno del suo splendore.

Sono la carta su cui i secoli hanno scritto la loro storia.

Sono la testimonianza di epoche remote.

Sono l’amore che brilla come una torcia.

Sono la torcia del mio popolo.

Sono la nobile che sono sempre stata.

Sono la Regina del popolo fatato. 

Io, sono Islanzadi 


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Spero che questo capitolo vi piaccia, il prossimo arriverà quando la storia riceverà cinque recensioni o quando il primo capitolo arriverà a centoventi visualizzazioni.
 

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Capitolo 5
*** La dignità tra le lacrime ***



 

La dignità tra le lacrime




Sono la solitudine.

Sono il relitto di una nave affondata secoli fa.

Sono l’ultimo del Passato, entrato nel Vuoto prima della  Fine.

Sono il vento che sradica gli alberi, il ruggito del Tuono, la potenza del fulmine.

Sono il Fuoco della rabbia.

Sono l’ombra più nera della notte.

Sono la sera malinconica, sono il dolore che paralizza le membra.

Sono il sole che splende in tutta la sua magnificenza.

Sono la dignità tra le lacrime, l’orgoglio nel dolore.

Sono la vita che ha perso significato.

Sono la morte apparente, il corpo scomparso e la mente ancora viva.

Sono la forza che nasce tra le fiamme della collera e le tenebre del dolore.

Sono la consapevolezza dei sacrifici necessari a raggiungere la Verità Ultima.

Sono la sapienza ricercata, la potenza invidiata.

Sono l’irruenza incanalata  e trattenuta grazie a secoli di disciplina.

Sono la morte e la solitudine, il silenzio dell’anima e l’armonia del corpo.

Sono la collera e la determinazione che impedisce all’anima di cedere alla follia.

Ero uno solo, divenni due e poi fui diviso nuovamente.

Sono l’insicurezza che deriva dalla conoscenza, l’immortalità vera.

Sono il sogno di ciascuno e la realtà di uno solo.

Sono l’aiuto agognato e troppe volte negato.

Sono il testimone della Storia, il suo portavoce veritiero nei secoli che seguiranno.  

Io, sono l'ultimo degli Antichi

Io, sono Glaedr
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Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Per essere certa che la storia abbia un seguito tale da essere degna di essere proseguita, aggiornerò quando la storia stessa riceverà sette recensioni oppure quando il primo capitolo avrà centotrenta visualizzazioni.
LadySaphira

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Capitolo 6
*** La stella che splende di giorno ***




La stella che splende di giorno





Sono prigioniero di un nome mai voluto, di un uomo odiato, di una donna che non potrà mai amarmi.

Sono la redenzione desiderata, l’inconsapevolezza, la vita guidata dal destino e non dalla volontà ferrea.

Sono un mero burattino nelle mani della magia, nelle mani del fato e della follia incarnata.

Sono l’illusione di una vita diversa.

Sono la scelta che non è mai concessa.

Sono il pugnale che splende, terribile e minaccioso, in una notte di luna piena.


Sono la spada che trafigge, la lama portatrice di morte.

Sono l’opposizione a invisibili catene di ferro.

Sono il sole che splende dietro un manto troppo fitto di nubi.

Sono la dannazione Eterna, il rifiuto e il desiderio mai esaudito.

Sono la speranza creduta persa, ma che si cela sotto strati di rabbia, rassegnazione e dolore.

Sono l’impossibilità di amare e di essere amato.

Sono il rifiuto della vita.


Sono l’egoismo e la superbia, l’odio  e la rabbia, la disperazione e il dolore.

Sono l’ombra della pienezza. Sono la metà mai voluta, la parte scartata, la faccia nascosta di una medaglia che splende in cielo.

Sono la stella che brilla di giorno, il volto celato della luna.

Sono la crudeltà dettata dalla disperazione. Sono l’oscurità che cala nella sera, sono il sangue di un tramonto.

Sono l’inversione delle leggi umane.

Sono l’attesa e l’indolenza, l’osservazione e l’amore drammatico.

Sono una stella che non brillerà mai abbastanza intensamente.

Sono una luce troppo tenue per imporsi in questo mondo.

Io, sono il primogenito dell’Ultimo Rinnegato.

Io, sono Murtagh

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Capitolo 7
*** Il fulmine che cade nel deserto ***



Il fulmine che cade nel deserto


Sono la volontà spezzata dalle catene della magia.

Sono la libertà negata.

Sono la gemma vermiglia portatrice di morte e disperazione.

Sono la fanciullezza imprigionata in un corpo troppo adulto.

Sono un semplice strumento nelle mani altrui.

Sono il vento che soffia impetuoso su un mondo protetto da una cupola di vetro impenetrabile.

Sono la giovinezza negata.

Sono il fuoco che scaturisce dalla terra e che si riversa su lastre di marmo bianco, senza riuscire a distruggerle.

Sono la violenza di una tempesta estiva.

Sono il frutto spremuto fino all’ultima goccia per ricavarne il prezioso succo e poi gettato in strada.

Sono l’onda che si infrange sulla scogliera, impotente.

Sono il fulmine che cade nel deserto.


Sono la solitudine.

Sono la cattiveria scorta dalla lente dei nemici.

Sono il terrore dei miei nemici, ma non la speranza dei miei alleati.

Sono la stella morente, la creatura che lotta disperatamente per sopravvivere.

Sono la potenza imbrigliata, la maestosità trattenuta.

Sono la liberà resa schiava da un potere che non ho mai posseduto.

Sono la goccia di sangue più splendente, la gemma dai riflessi più minacciosi.

Sono l’astro rosseggiante del tramonto, l’inferno di fiamme che brucia nell’Oltretomba.

Sono l’amore mai conosciuto, la tenerezza solo sfiorata, la solitudine mal sopportata.

Sono il tessuto intriso di violenza.

Sono il sangue che dona la vita e che testimonia la morte.

Io, sono l’ultimo drago schiavo di un pazzo troppo potente per essere distrutto.

Io, sono Castigo. 

 

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Capitolo 8
*** La maestosità del sole che tramonta ***




La maestosità del sole che tramonta
 


Sono l’ultimo combattente per la libertà, l’ultimo dei Primi.

Sono il sangue che scorre vermiglio per difendere un’eredità troppo grande, un’eredità senza più alcun valore.

Sono la vita ceduta per proteggere coloro che un tempo minacciarono di distruggere il mio popolo.

Sono il dominio e la saggezza, sono il primo e il più potente.

Ero uno, adesso sono due, tra pochi istanti la Dama Nera ci separerà per sempre.

Sono l’inquietudine di un osso bianco come la neve.

Sono la mente remota e antica.

Sono l’amore appagato e tranquillo.

Sono la democrazia che combatte la tirannia. 

Sono l’ultima speranza.

Sono la fiamma che brucia ardente fino all’ultimo istante.

Sono la sicurezza della responsabilità.

Sono l’annullamento dei propri desideri e delle proprie ambizioni per gli altri.

Sono la maestosità del sole che tramonta, la solennità della luce del crepuscolo.

Sono il coraggio e la dignità nella morte, come lo sono stato nella vita.

Sono l’eternità spezzata da una lama grigia come il fumo.

Sono una spada il cui filo non si è mai spezzato e si infrange solo ora, davanti a un potere che è follia, davanti a un potere che è malattia.

Sono la soglia ultima della coscienza, in cui il risultato perde importanza e ne acquisisce solamente la sostanza.

Sono l’importanza di un lungo cammino, la consapevolezza di se stesso come entità unica e irripetibile.

 La conoscenza ultima delle azioni mortali, poiché anche io, ora, sono diventato tale.

Io, sono la mortalità della mia razza immortale.

Io, sono Vrael. 

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Capitolo 9
*** La lama che fredda le anime ***



La lama che fredda le anime
 




Sono l’eccesso d’amore che porta alla follia.

Sono il capriccio e la mutabilità.

Sono la volubilità delle opinioni e delle decisioni.

Sono l’astro che brucia ogni cosa i suoi raggi sfiorino.

Sono la magia più nera e più profonda.

Sono la conoscenza temuta, troppo antica e oscura per essere apprezzata.

Sono l’ipocrisia e la manipolazione.

Sono il filo sottile che cinge e trattiene le belve più potenti.

Sono il pensiero tagliente e insinuatore. 

Sono la follia potente.

Sono la collera che scopia violenta come una tempesta estiva.

Sono la lama che fredda le anime.

Sono la mente antica e folle, troppo potente persino per le ossa della terra.

Sono la richiesta negata, il desiderio represso, il dolore per una perdita troppo grande.

Sono la superbia e l’alterigia.

Sono  la presunzione di poter sfidare la forza del Fato.

Sono la mente spezzata, la convinzione che la vita è strumento e l’energia prezzo.

Sono il rifiuto dei sentimenti, la forza nel gelo. 

Io, sono il Distruttore e il Creatore.

Io, sono Galbatorix.

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