New York, dove tutto può capitare

di Bad Bionda Bana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Mi slacciai le cinture, mi alzai prendendo il mio bagaglio a mano e, seguendo gli altri passeggeri lungo tutto il corridoio, scesi dall'aereo: il sole risplendeva luminosissimo; una brezza calda mi scompigliava i capelli.

-E oggi, 12 Giugno 2013, comincia un nuovo capitolo della mia vita.- dissi guardando quel cielo talmente blu da ipnotizzarmi.

Andai a prendere la mia valigia per poi uscire dall'aeroporto. Finalmente ero arrivata a New York. Quell'estate l'avrei passata con delle mie amiche: Yuui, che ci stava già aspettando nell'appartamento che avevamo affittato per questi tre mesi, Asja e Giulia, che sarebbero arrivate il giorno dopo.

Ad aspettarmi al parcheggio c'era mio cugino Jang Hyunseung. La nostra era una parentela molto alla lontana, visto il fatto che io ero italiana e lui coreano, ma grazie a vari parenti americani, eravamo cugini acquisiti. Nonostante la distanza, eravamo praticamente come fratello e sorella: dispettosi e competitivi, ma anche molto legati.

-Finalmente sei arrivata Angel. Ce ne hai messo di tempo!- disse caricando la valigia nel baule.

-Scusa, ma sai com'è, un viaggio dall'Italia fino in America è un po' lungo.- risposi con una smorfia.

-Non quanto dalla Corea fino in Italia.-

-Vuoi sempre avere l'ultima parola, non sei cambiato di una virgola.- dissi salendo in macchina.

-Ma certo che non sono cambiato! Tu mi vuoi bene così come sono, vero?- chiese cercando di fare una pseudo faccia da cucciolo.

-Per prima cosa, sei inquietante. Seconda cosa, muoviti a far partire l'auto. E ultima, ovvio che ti coglio bene così come sei!- dissi dandogli un pugno sull'avambraccio.

-Anche tu non sei cambiata per niente, manesca come al solito, ma pur sempre la mia cuginetta.- contraccambiò scompigliandomi i capelli.

 

Durante il tragitto dall'aeroporto fino all'appartamento, cominciammo a scherzare su tutte quelle cavolate che facevamo in quelle rare occasioni in cui Hyunseung veniva in Italia: la prima volta in cui mi sono ubriacata, perché lui mi aveva costretto a bere; quando andavamo insieme alle lezioni di video dance; anche di quella volta in cui mi rimase vicino perché ero stata mollata dal mio ragazzo.

Poco dopo arrivammo a New York: bella, grande, luminosa. Era proprio come me la ricordavo da quando c'ero andata con la mia famiglia. Anche Hyunseung si trovava li in vacanza con i suoi amici, e avevano l'appartamento nel nostro stesso palazzo, lontano solo un isolato da Time Square.

-Bene, eccoci qua.- prese la mia valigia e mi accompagnò fino alla porta -Ricorda, io sto al 48esimo piano, tre piani sotto il tuo, quindi, se c'è qualsiasi problema o altro, non preoccuparti e chiama, ok?-

-Certamente, dovrò pur chiamare qualcuno quando questa notte sarò con gli occhi sbarrati per il jet lag.- dissi con un sorriso impertinente.

-Tu fallo e giuro che vengo su ad ucciderti con le mie mani.-

-Se ne sei convinto tu oppa.- risposi per poi entrare dentro. Appena varcai la soglia con un piede, vidi Yuui corrermi incontro.

-Sei arrivata!- disse abbracciandomi.

-Si, si ok, sono qua, sono arrivata, ma non uccidermi subito.-

-Scusa, è che stare a New York è più divertente se si ha un'amica con cui scherzare.- rispose lasciandomi.

Andai a disfare la valigia in camera di Yuui e mia. C'erano due camere, ognuna con due letti ad una piazza e mezza. Il salotto era abbastanza spazioso, il divano era a due metri dalla tv. La cucina era incorporata alla sala da pranzo, in mezzo alla stanza c'era un tavolino con una sedia per lato; in ogni caso la maggior parte delle volte ci saremmo messe a mangiare sul divano in salotto.

Dopo aver finito di sistemare i miei vestiti, mi buttai sul letto devastata dal lungo viaggio. Non mi ci volle molto per addormentarmi.

 

-Sto volando.- dissi con un sorriso da ebete -Cosa? Sto volando?!- gridai rendendomi conto di ciò che stava succedendo. Ero sospesa in aria: attorno a me un cielo meraviglioso, con qualche nuvola; sotto di me il nulla, una distesa di nero.

-Ancora in difficoltà a volare?- sentii dietro le mie spalle. Mi girai, ma non vidi nessuno.

-è inutile che ti guardi in giro. Non mi troverai facilmente. Nessuno trova il suo angelo con facilità.-

-E quando ti troverò mi insegnerai a volare come si deve?- chiesi continuando a cercare.

-Ania, non sarò io ad aiutarti.-

-E allora come farò a trovarti se tu voli? E chi mi insegnerà?-

Sentii improvvisamente due braccia stringermi con dolcezza da dietro.

-Ti aiuterò io.- disse Hyunseung -Ma non ora. Adesso devi tornare con i piedi per terra.- e nel momento in cui sciolse l'abbraccio, caddi nel vuoto, in quel nero penetrante.

 

-Ania oppa!- urlai svegliandomi di soprassalto.

-Oddio! Mi hai spaventata, oltre che svegliata.- disse Yuui stiracchiandosi.

-Mianhabnida eonni. Che ore sono?- chiesi grattandomi gli occhi per risvegliare anche la mia vista.

-Sono le nove.-

-Di sera?-

-Di mattina tesoro.- rispose aprendo le tende in modo tale che la luce del sole potesse entrare e uccidere i miei occhi da poco abituati alla luminosità della bajour sul mio comodino.

-Yah! Quanto ho dormito?-

-Tanto. Forse è il caso che cominciamo a prepararci, dobbiamo andare a prendere la Giulia e la Asja all'aeroporto tra due ore, e non ci si mette poco ad arrivarci in macchina.-

-E poi potremmo finalmente cominciare la nostra vacanza!-

Ci lavammo e vestimmo per poi uscire per fare colazione nel primo Starbucks che vedevamo.

-Dici che ce la presta la macchina tuo cugino? O ci tocca andare in taxi?- mi chiese Yuui finendo di mangiare il suo biscotto.

-Probabilmente potrebbe anche accompagnarci in macchina. Ha sette posti, ci stiamo siano noi che i bagagli.- risposi finendo la mia cioccolata.

-Perfetto! Ora torniamo a casa e tu vai a chiedergli questo favore!- e con gran forza mi prese il braccio trascinandomi dal locale fino al nostro palazzo alla velocità della luce, per poi mollarmi alla porta dell'appartamento di Hyunseung e scappando nell'ascensore.

-Oppa sei sveglio?-

Non ricevetti subito una risposta, ma sentii che c'erano delle persone che discutevano facendo un lieve rumore.

Finito il brusio Hyunseung uscì velocemente chiudendosi subito la porta alle sue spalle.

-Oppa, va tutto bene?- chiesi preoccupata vedendolo con il fiatone.

-Ne ne, tranquilla.- riprese fiato -Hai bisogno di qualcosa?- chiese forzando un sorriso.

-Volevo chiederti se ti andava di accompagnare Yuui e me fino all'aeroporto per andare a prendere la Asja e la Giulia. Ti va? Per favore?- chiesi sfoggiando uno dei miei aegyo migliori.

-Ovviamente, tutto per il mio angioletto che non sa volare.- al suono di quelle parole un brivido partì dalla mia cervicale per poi arrivare al fondo schiena -Vado a prendere le chiavi, aspettatemi giù.- e detto ciò scomparve di nuovo dietro quella porta.

Ripensai a ciò che mi aveva detto, al mio sogno, e se ci fossero collegamenti, ma mi convinsi che era stato solo un caso, e poi il mio nome era pur sempre Angel. Raggiunsi Yuui che stava aspettando fuori dal palazzo.

-Allora? Che ha risposto?- chiese.

-Ci accompagna.-

 

-Dai corri!-

-Lo sto facendo Angel! Lo sto facendo!-

-Dove sono gli arrivi?-

-Di qua! Muoviamoci, potrebbero essere già arrivate! Ahi!- urlò Yuui essendosi scontrata con qualcuno altrettanto di fretta.

-Sc-scusate... Aspetta un attimo.-

Anche le persone che si trovavano dall'altra parte dell'aeroporto poterono sentire le nostre urla di gioia.

-Finalmente tutte insieme.- disse Giulia.

-Ora si che ci divertiremo.- continuò Asja.

Ci abbracciammo talmente forte che il respirò manco un po' a tutte. Ci mollammo poco prima di poterci mettere tutte a piangere, rischiando di attirare ulteriormente l'attenzione.

-Ragazze, è meglio se andiamo, o mio cugino ci lascia a piedi.- dissi prendendo una delle loro valigie. Appena mi avvia verso l'uscita, le sentii sussurrare e ridere su qualcosa, ma non ci feci molto caso.

-Eccoci arrivate.- dissi una volta giunte alla macchina -Ragazze, lui è mio cugino Hyunseung, oppa loro sono Giulia e Asja.-

-Piacere di conoscervi.- disse facendo un inchino.

-Annyeong oppa.- salutarono entrambe con un sorriso abbastanza inquietante.

Durante tutto il viaggio in macchina non volò una mosca.

-Volete una mano con i bagagli?-

-Ania oppa, ce la facciamo da sole.- risposi sorridendogli.

-Ok, in ogni caso, sono sempre a soli tre piani da te.- disse scompigliandomi i capelli e dandomi un bacio sulla fronte, poi tornò all'ascensore.

-Non so voi, ma dopo aver disfatto la valigia penso che andrò a dormire.- disse Giulia prendendo su il suo bagaglio.

-Perché non facciamo tutte un bel pisolino, così questa sera saremo tutte sveglie e in forma per la nostra prima notte a New York tutte insieme.- suggerì Asja.

-Io condivido, in fondo, la vita qua è più bella di notte.- disse Yuui.

-E allora tutte a dormire! Esultò Giulia.

Detto ciò andammo tutte a letto.

 

-Niente lezioni di volo questa volta? Uffa.- dissi quando, aprendo gli occhi, mi ritrovai sotto acqua.

-Bene, sei arrivata.- disse la solita voce misteriosa.

-Se volevi insegnarmi a nuotare mi dispiace per te, ma ne sono già capace.- dissi orgogliosa di me.

-Qui imparerai a muoverti sospesa.-

-Aspetta un attimo, tu sei un angelo, non dovresti essere in acqua.-

-Non è tanto il fatto che sono un angelo, ma che sono il tuo angelo, quindi ti seguirò ovunque andrai.-

-Bene, quando cominciamo le lezioni?-

-Quando richiuderai gli occhi.-

Cominciai a sentire le palpebre sempre più pesanti, finché i miei occhi non si chiusero del tutto.

 

Quando li riaprii ero di nuovo nel mio letto. Erano le nove passate, andai a svegliare le altre.

-Comincia ufficialmente la nostra vita newyorkese!-

Ci preparammo per la nostra prima vera uscita.

-Senti Angel, non è che possiamo invitare fuori anche tuo cugino?- chiese Asja speranzosa.

-Infatti. Visto che dovremo passare molto tempo tutti insieme, è il caso di conoscerci un po' meglio.- continuò Yuui.

-Non vorrete mica provarci con lui, vero? Perché nessuno tocca il mio oppa.-

-Angel, non puoi biasimarci, è troppo figo!- disse Giulia.

-Non sarai mica gelosa, o sbaglio?- chiese Yuui.

-Si, sono gelosa e protettiva nei suoi confronti, quindi io gli chiedo pure se vuole venire, ma vi tengo d'occhio.-

-Va bene.- disse Asja delusa come le altre due.

 

Scendemmo al 48esimo piano, per poi dirigerci verso l'appartamento di Hyunseung.

-Oppa,- bussai -sei a casa?-

Dopo il solito disordine di rumori, venne alla porta.

-Annyeong ragazze, che succede?-

-Volevamo sapere se ti andava di passare la serata con noi.- disse Giulia sicura di sé.

-Con piacere. Mi cambio e arrivo.-

-Certo che sei un pessimo amico, nemmeno ci presenti.- disse una voce sconosciuta proveniente da dentro l'appartamento.





Ecco un'altra storia venuta fuori dalla mia mente puramente perversa e anormale ^^ a differenza delle altre, questa la scrivo in contemporanea alla pubblicazione, quindi capiterà che passi una notevole quantità di tempo tra un capitolo e l'altro, non solo pochi giorni u.u comunque spero vivamente che vi interessi e che continuiate a seguirla ^^ un bacio a tutti/e!!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Davanti a noi si presentò un ragazzo alto, capelli lunghi e castani, poco più chiari dei suoi occhi. Il suo sorriso era talmente luminoso e dolce da ricordare quello di un bambino.

-Piacere, io mi chiamo Minho. Tu devi essere Angel.- disse voltando lo sguardo verso di me.

-Intuito maschile o hai semplicemente provato ad indovinare?-

-Se con intuito maschile intendi il fatto che tuo cugino non fa altro che parlarci di te, naturalmente vietandoci di guardarti o parlarti, allora si.-

-Lo capisco.- dissi guardando Hyunseung -Beh Minho, piacere. Loro sono Yuui, Asja e Giulia.- presentai le ragazze.

-Che soave visione, una più bella dell'altra.- disse dando un bacio sul dorso della mano di ognuna, soffermando il suo sguardo all'altezza di quello di Yuui -Molto piacere.- continuò con voce profonda e suadente. Vidi Yuui letteralmente sciogliersi e perdersi negli occhi del moro.

-Che sta succedendo qua? Come mai state alla porta?- disse qualcuno raggiungendoci -Annyeong a tutte.- ci salutò anche lui con un fantastico sorriso. Anche lui era alto, ma non quanto Minho. Occhi scuri, capelli medio lunghi di un rosso scuro ma vivo.

-Ragazze, lui è Byunghun.- disse Hyunseung.

-Vi prego, chiamatemi L.Joe.-

-Loro sono Angel, mio cugina, e le sue amiche Yuui, Giulia e-

-Ma quanto sei carina? Sembri una bambolina. Come ti chiami raggio di sole?- chiese ad Asja pizzicandole le guance, ormai rosse per la timidezza.

-Mi chiamo Asja.- disse lei con voce leggera.

-Yeppuda!- esultò -è troppo tenera e carina!-

-Hey hey hey! Sono io l'unico sano di mente e con un buon gusto da poter giudicare se una cosa è bella o meno.-

-Eccolo che arriva.- sospirò Hyunseung sorridendo.

-Diamine, era cominciata così bene la serata.- disse Minho ironicamente.

-Ah ah ah, molto divertenti.- e arrivò l'ultimo del gruppo. A prima vista mi sembrò un ragazzo molto strano. In sé non c'era nulla che spiccava, nulla a parte i suoi capelli: erano corti, metà neri e metà bianchi.

-Non mi avevi detto che c'era anche Crudelia Demon, oppa.- dissi con un sorriso scherzoso -Piacere, io sono Angel.-

-Altro che angelo, sei un piccolo diavolo tu. D'ora in poi ti chiamerò Mefi.-

-Ho paura a chiederlo, ma Mefi starebbe per Mefistofele?-

-Esatto! Comunque piacere, io mi chiamo Jiyong, ma potete chiamarmi GD.-

-Annyeong, loro sono Asja e Yuui. Io sono Giulia.- disse con sguardo deciso.

-Annyeong, penso che noi due andremo molto d'accordo.-

-Beh, direi che si esce tutti insieme questa sera. Ci siamo appena conosciuti e si sono già formate le coppie. A parte noi, oppa, i due cugini sfigati.- dissi con un po' di amaro in bocca.

-Non buttarti giù Angel. New York è grande e la vacanza è appena cominciata.- cercò di tirarmi su di morale Hyunseung -ma ricordati che ti tengo d'occhio.-

Aspettammo che i ragazzi si cambiassero per poi finalmente addentrarci nel mondo newyorkese.

 

Nonostante fosse notte, la luce dei tabelloni di Time Square risplendeva talmente tanto da poterci accecare. Per le strade si poteva trovare ogni genere di persona: dal lavoratore sempre di fretta agli artisti di strada. Trovammo anche persone con dei costumi: c'erano alcuni Muppet, la Statua della Libertà. C'erano dei vestiti fatti in modo impeccabile, e altri che erano orribili.

-No, non ci credo!- dissi dopo aver visto ciò che mi si presentò davanti. Una ragazza snella, vestita in modo particolarmente succinto, top e shorts, il tutto coperto da un'enorme pelliccia, probabilmente sintetica, e ai piedi delle scarpe con tacco 12; capelli lunghi che ricadevano morbidi sulle spalle nude, metà bianchi e metà neri, e le labbra di un rosso sangue molto acceso.

-Ti prego, GD oppa, posso farti una foto con lei?- chiesi in posizione da preghiera.

-Ma neanche se mi paghi. Ania!-

-Te ne prego, e per un giorno intero farò tutto quello che vuoi te.-

-Tutto quello che voglio dici? Non sembra essere una brutta idea avere Mefistofele sotto il mio controllo.- disse GD con un ghigno malefico.

-Il solo pensiero mi terrorizza, ma si.-

-D'accordo.-

-Vai anche te Giulia.- le dissi facendo l'occhiolino. Lei annuì e corse dietro a GD, mettendosi a fianco a lui. Scattai due foto: la prima normale; nella seconda inquadrai solamente Giulia e GD, a loro insaputa. Lei aveva un sorriso splendente, i suoi occhi esprimevano una gioia spensierata, come se fosse ritornata fanciulla. Lui era molto posato, con un sorriso appena accennato, ma che mostrava comunque quanto fosse felice. La sua mano era poggiata leggera sul fianco di Giulia.

-Thank you.- ringrazia la ragazza -Ora direi di andare a mangiare, sono affamata.- dissi al gruppo di amici.

-Potremmo andare in un Burger King.- propose L.Joe.

-Ania! Non permetterò che il mio angioletto mangi in un fast food la prima sera che è a New York. E poi queste belle ragazze si meritano qualcosa di più elegante.- disse Hyunseung.

-Allora andiamo al Bubba Gump.- decise Asja indicando il ristorante dall'altra parte della strada.

-Ogni vostro desiderio è un ordine ragazze.- disse Minho porgendo il braccio a Yuui come un cavaliere del diciottesimo secolo. Appena entrammo notammo subito che, grazie a tutta la nostra fortuna, erano appena uscite otto persone. Giusto il tempo di riapparecchiare il tavolo per poi farci accomodare.

-Voi sapete già cosa prendere?- chiese Giulia continuando a sfogliare il menu.

-Quasi quasi prendo dei gamberetti. Anzi no! Prenderò i gamberoni.- disse L.Joe chiudendo deciso il listino. Il suo sguardo era serio, come se avesse avuto davanti a sé la scelta più importante e difficile di tutta la sua vita, sguardo che si tramutò, come quello di un bambino che non riesce a capire perché due più due faccia quattro, quando improvvisamente vide i nostri volti dubbiosi se stesse scherzando o se fosse veramente serio. Tutti a parte Hyunseung.

-State tranquilli, la sua mente è relativamente semplice, ma non è ritardato. Probabilmente, più in là col tempo, vi mostrerà il suo lato più maturo. Per ora limitatevi a sorridere e annuire.- disse senza nemmeno staccare gli occhi dal menu, essendosi reso conto della situazione solamente dal silenzio imbarazzante che travolse il tavolo.

-Forse è per questo che gli piaccio, mi vede come una sua coetanea, la dolce compagna di classe. Il problema è che non so se prenderlo come un complimento o come un insulto.- rifletté Asja tra lo sconsolata e il felice.

Girammo il simpatico cartello che c'era sul tavolo con scritto “Stop Forrest Stop” e un cameriere si fermò subito al nostro tavolo per prendere gli ordini. Era molto intelligente l'idea del cartello, il quale, in caso di mancanza del bisogno del cameriere, si girava su “Run Forrest Run”. Qualsiasi vassoio passasse a fianco al tavolo era pieno di ogni tipologia di crostacei, cucinati con le ricette più disparate: gamberetti fritti; tempura di gamberi; aragosta con burro fuso; gamberetti al cocco. I nostri ordini arrivarono relativamente presto: erano tutti piatti differenti tra loro, ed erano abbastanza sostanziosi. Tutti assaggiarono qualcosa dagli altri, tutti tranne me; io stavo bene con i miei gamberetti fritti e le patatine.

Finimmo la cena abbastanza velocemente, non tanto perché eravamo affamati o delle belve voraci che addentano e ingoiano senza masticare, ma perché i ragazzi volevano andare in qualche bar a divertirsi, continuando a stressarci. I nostri “accompagnatori” pagarono il conto da bravi gentiluomini, anche se non si trattennero dal commentare su quanto fosse caro. Dopo essere usciti non ci volle molto prima di trovare un bar carino che non fosse pieno come un uovo, ci bastò fare un paio di isolati.

 

Il locale era veramente bello: da un lato c'erano sei tavolini di plastica neri, ciascuno con quattro sedie; il resto della stanza era occupato dalla pista da ballo, sopra la quale c'erano tantissime luci di ogni colore che si riflettevano anche sul lucido dei tavoli e delle sedie; in fondo, a collegare le due parti, c'era un bancone blu elettrico con tre baristi, dietro le cui spalle c'erano svariate bottiglie e un minifrigo per le lattine di Red Bull; alla fine del bancone c'erano la console e il Dj, che mandava qualsiasi tipo di musica, dalla più vecchia alla più recente, dalla più tranquilla alla più energica.

I ragazzi si offrirono di andare a prendere i drink mentre noi andavamo a prendere il tavolo, o meglio, i tavoli. Noi ragazze prendemmo tutte delle bibite analcoliche, visto che non avevamo ancora compiuto la maggiore età americana e non volevamo causare problemi, non la prima sera almeno.

-Ecco qua le vostre bibite.- disse L.Joe mettendo parte dei drink sul tavolo.

-Questa è tua Angel.- Hyunseung mi porse un bicchiere con dentro una bibita di un giallo più chiaro del normale.

-Sei sicuro che sia Red Bull? È così chiara.- dissi con uno sguardo poco convinto.

-Beh, se non la vuoi la bevo io.- continuò GD cercando di prendermi il bicchiere.

-Ania ania, la bevo, tranquillo.- e ne buttai giù un sorso -Magari è quella senza zuccheri, ha un gusto diverso.-

quando finii il bicchiere avevo una sensazione strana, percepivo le cose attorno a me in modo diverso. Come portarono via il bicchiere ne arrivò un altro. I ragazzi confabulavano e ridevano tra loro, le ragazze erano disorientate quanto me su cosa stesse succedendo, ma quando arrivò il terzo bicchiere, ancora più chiaro e con sempre meno il gusto di Red Bull, cominciarono a ridere anche loro. Cominciai a ridere pure io, dicevo cose assurde e senza senso. In quel momento non mi era possibile capirlo, ma mi avevano portato un drink con metà Red Bull e metà Vodka, e a ogni bicchiere la prima diminuiva mentre la seconda aumentava. Non ci stavo più con la testa, ero ubriaca. Ad un certo punto presi Yuui e la portai sulla pista da ballo con me, dissi al Dj di mettere su “What About Me” di Cascada e cominciammo a ballare. Per fortuna, nonostante il fatto che ero un po' brilla, me la cavai decentemente: non ero un gran che mentre ballavo, ma non facevo nemmeno così schifo da ridermi dietro; inoltre non c'erano neanche molte persone che ballavano, quindi non andai addosso a nessuno e non pestai alcun piede. Gli unici che ridevano di gusto alla scena erano GD e il mio carissimo, dolcissimo e bastardissimo cugino, del quale era stata l'idea di farmi ubriacare.

 

Più il tempo passava e più le mie forze e la mia energia andavano a farsi benedire, a tal punto che Hyunseung dovette portarmi in braccio fino in camera a fine serata. Durante il tragitto mi addormentai pacificamente. A causa di tutto ciò non sognai nulla, solo il nero più assoluto.

-Sveglia sveglia dormigliona!- gridò Hyunseung aprendo le tende.

-Eh? Cosa? Come? Quando? Perché?- mi svegliai talmente di soprassalto che caddi dal letto -Ti sembra il modo di svegliare qualcuno?-

-Poche storie e muoviti a cambiarti.- disse buttandomi in faccia i miei vestiti e uscendo dalla stanza: mi aveva lanciato dei pantaloncini corti di jeans e la mia maglietta bianca con scritto “Trouble” davanti e “Maker” dietro. Mi lavai la faccia e i denti, anche se non avevo ancora fatto colazione.

-Dove sono la Asja, la Giulia e Yuui?- chiesi uscendo dalla porta e percorrendo il corridoio fino all'ascensore.

-Sono con i ragazzi a fare colazione. Prima che tu mi chieda perché non siamo con loro ti dico subito che noi andremo a fare colazione da un'altra parte e non chiedermi come mai, capirai dopo.-

-Ok.- risposi facendo spallucce.

I numeri dei piani scorrevano veloci sopra le porte, finché non arrivammo al piano terra. Quando si aprì l'ascensore il mio viso si trasformò da incuriosito a entusiasta.







E alla luce di questo bellissimo 3 Febbraio (parlo per me visto che c'è una giornata molto soleggiata ^^) ecco la seconda puntata di questa strana vacanza a New York ^^ spero che vi piaccia ^^ alla prossima!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Non appena l'ascensore si aprì, scorsi una figura alta e snella entrare dalla porta d'ingresso del palazzo. Era una ragazza orientale, i suoi capelli erano veramente lunghi, tanto da arrivare fino a metà schiena, e di un arancione chiaro tendente al rossiccio. Anche lei indossava dei pantaloncini di Jeans corti, a cui stavano di gran lunga meglio, ed una canottiera bianca.

-Mi stai prendendo in giro?- chiesi dando una leggera gomitata a Hyunseung.

-E invece no cara combina guai.- rispose la ragazza per poi corrermi in contro e darmi un abbraccio enorme.

Hyunseung si avvicinò e ci prese entrambe sottobraccio.

-Che ne dite, andiamo a mangiare?- chiese spingendoci verso l'uscita.

-Ok oppa!- dicemmo entrambe in coro seguite da una risata dolce del ragazzo. Ad aspettarci fuori dal palazzo c'era una decapottabile blu bellissima, la luce del sole si rifletteva così bene sulla carrozzeria lucida quasi da accecarmi.

-E questo gioiellino sarebbe tuo? Come te lo sei permesso?- chiesi abbagliata da tanta bellezza.

-Ogni cosa a suo tempo. Salite, vi porto a fare colazione da me.-

-Hai una mega villona anche qua in America?-

-Simpatico come sempre Hyunseung.- disse lei mettendo in moto.

-Mi sei mancata tantissimo Hyuna.- urlai abbracciandola di nuovo.

-Anche tu Angel.-

 

Hyuna aveva sempre avuto una vita abbastanza agiata, ma, nonostante il fatto che i soldi non erano un problema per la sua famiglia, i suoi genitori non la viziarono, anzi, le avevano insegnato che solo chi si impegna e lavora sodo può ottenere ciò che vuole.

Suo padre era un famosissimo psicologo in tutta la Corea del Sud. Molto spesso veniva chiamato il “camaleonte”, perché il primo giorno di terapia ogni paziente doveva spostare i mobili e colorare i muri dello studio a seconda di ciò che lo faceva sentire a suo agio; ciò gli permetteva di seguire bene una sola persona alla volta, e una volta finite le sedute, lui e Hyuna risistemavano tutto e imbiancavano le pareti.

Durante i suoi anni di praticantato elaborò una sua tecnica personale: cercava di pensare come un bambino che crede a tutto ciò che gli dicono come fossero favole, cercando di entrare nel pensiero del paziente e dandogli corda come fosse un gioco; in questo modo riusciva a trovare la soluzione dentro la mente della persona stessa.

Sua madre era una donna bellissima: alta con capelli lunghi fino ai fianchi snelli, mossi e castani come gli occhi; tra la spalla destra e il collo si era fatta tatuare il nome di sua figlia in Hangul. Durante il giorno lavorava come avvocato. Era veramente brava nel suo lavoro, soprattutto perché prima di occuparsi di un caso, lo studiava per capire se il suo probabile cliente meritava ciò che chiedeva al giudice. Solo in questo modo poteva dare del suo meglio. Ma non era diventata famosa per questo lavoro. Era uno dei più importanti maestri di arti marziali: tutti volevano anche solo assistere ad una sua lezione. Io avevo avuto l'onore, essendo una grande amica di Hyuna, di seguire un paio di lezioni private, totalmente gratuite, giusto per avere un po' di autodifesa personale. Da quel giorno i bulletti della scuola non vennero più ad infastidirmi.

 

Eravamo per strada da più di mezz'ora. Eravamo arrivati fuori da New York. Il calore del sole batteva forte sulle nostre teste, anche se grazie all'aria fresca che ci scompigliava i capelli non ci dava per niente fastidio. Il paesaggio attorno a noi scorreva veloce: alberi alti da cui volavano stormi enormi di uccelli; casette accoglienti con i propri proprietari seduti sui portici per godersi questa bellissima giornata d'estate e osservare i figli o nipoti giocare con le canne dell'acqua per rinfrescarsi. Dopo un ulteriore quarto d'ora di viette in mezzo al bosco, arrivammo finalmente ad un possente cancello. Oltre questo si ergeva un'enorme abitazione: era alta tre piani; sul retro c'era una piscina e una vasca idromassaggio; sul lato destro un campo basket regolamentare; sulla sinistra un piccolo monolocale staccato dal tutto, insonorizzato per prove di ballo e canto.

-Vi do il benvenuto nella mia umile dimora.- disse Hyuna aprendoci le porte d'entrata. L'interno sembrava un sogno. Pareti di un bianco immacolato, come anche i mobili; a dare un po' di colore erano i vasi con i fiori e i quadri appesi ai muri.

-E per te questa sarebbe umile?- chiese Hyunseung sarcastico -C'è così tanto bianco che sembra l'interno di una lampadina.-

-Mi sento come se fossi appena entrata in paradiso.- dissi sbalordita e meravigliata.

-Certo, ora ti crescono le ali e l'aureola. Ma c'è un piccolo problema, non sai volare An.- disse Hyunseung con tono ironico.

Mi tornò di nuovo quella strana sensazione e ricordai quei sogni strani. Al solo pensiero il mio viso si fece più dubbioso. Chissà se avrei rifatto quei sogni e se sarei finalmente riuscita a volare.

-Uooh? Sei andata in standby?- chiese Hyuna scuotendomi e riportandomi alla realtà -Vedo che nemmeno te sei cambiata. Sempre a perderti nei tuoi pensieri.- e andammo tutti insieme in cucina.

 

Conobbi Hyuna nell'estate del 2008, durante il mio primo viaggio in Corea. I miei decisero che era arrivato il momento di riallacciare i contatti con la famiglia di Hyunseung, così mi mandarono da sola per imparare tutto della loro cultura. Venni ospitata a casa loro e mi lasciarono dormire in camera con mio cugino e il suo cane Yoseob, un piccolo Yorkshire molto amorevole: era sua abitudine andare a svegliare tutti in casa leccandogli le guance.

Fu Hyunseung a presentarmi Hyuna, visto che erano migliori amici fin dai primi anni di scuola. Nonostante fossimo diverse esteriormente, caratterialmente eravamo molto simili, così tanto che si creò una grandissima amicizia tra di noi. Spesso, quando uscivamo da sole senza Hyunseung, mi usava come esca per farsi notare dai ragazzi, continuava a dirmi che i ragazzi locali non erano abituati ad incontrare ragazze occidentali e che potevo tenerli in pugno, ma io non ci facevo molto caso, visto che ero ancora giovane.

Durante quell'estate prendemmo tutti e tre delle lezioni private, pagate dai genitori di Hyuna, di ballo. Formammo un piccolo gruppetto e partecipammo anche a qualche concorso, e uno lo vincemmo pure. Grazie al nostro talento alcune persone di rilievo ci proposero delle opportunità, ma noi rifiutammo soprattutto a causa mia: ero troppo giovane, dovevo ancora finire la scuola, e poi ero li solo di “passaggio”.

Dopo quell'estate continuammo a tenerci in contatto via Internet, e qualche volta anche lei veniva in Italia con Hyunseung.

 

-Bene signori, cosa ordinate?- chiese lei appoggiando un tovagliolo sul braccio come un cameriere.

-Io direi del caviale fresco servito su una fetta di pane tostato integrale, non vorrei rischiare di perdere la linea. Il tutto accompagnato dal vino rosso migliore della vostra cantina.- dissi sistemandomi degli occhiali inesistenti con fare altezzoso.

-Ne, per te latte e cereali.- si girò verso la credenza, la aprì e si allungò per poter prendere la scatola in fondo. Appena alzò il braccio, la canottiera seguì il movimento scoprendo un po' il fianco destro.

-E te Hyunseung?-

Mentre Hyuna si faceva strada fra i biscotti, notai che Hyunseung si era incantato a fissarla.

-Oppa,- gli diedi una gomitata -ti ha chiesto cosa vuoi per colazione.-

-Ne, ci sono. Uhm, mi basta un po' di caffè.- rispose abbassando il viso un po' arrossito.

-Ok, comunque chiedi pure quando vorrai qualcosa da mangiare.-

Hyuna cominciò a preparare la colazione, mentre Hyunseung ed io preparammo la tavola.

-Ecco a voi.-

-Cibo cibo cibo!- dissi euforica.

-Il tuo caffè oppa.- e gli passò la tazza cercando un contatto visivo con i suoi occhi.

-Grazie.- rispose prendendo il caffè. Le loro mani si sfiorarono provocando un dolce sorriso a lei e facendo arrossire ulteriormente lui, che cominciò a bere facendo finta di nulla.

-Allora Hyuna, come va a ragazzi? Sei riuscita ad accalappiarne uno?- chiesi con leggerezza e in modo scherzoso, prendendo poi il cucchiaio con il manico azzurro cielo e affondandolo nei cereali zuppi di latte. Non appena quelle parole uscirono dalla mia bocca, Hyunseung ebbe un improvviso colpo di tosse da quasi soffocarsi con il caffè.

-Stai bene?- chiese Hyuna un po' preoccupata. Nel momento in cui si alzò per aiutarlo, lui saltò in piedi con uno scatto velocissimo.

-Ne ne, tutto bene.- tossì -Devo solo andare un attimo in bagno.-

-Vieni, ti accompagno.- disse lei dirigendosi verso la porta.

-Anio, non disturbarti, lo trovo da solo. Finisci pure la tua colazione.- e andò in cerca del bagno.

-Bene, ora che siamo sole sputa il rospo.- dissi con uno sguardo più serio e maturo del solito.

-Cos'è che dovrei sputare scusa?- mi chiese, sbigottita.

-Mi hai capita benissimo. Parla! Confessa!- sembravo il classico poliziotto cattivo che si vede nelle serie tv quando interroga un sospettato.

-Angel, mi stai terrorizzando.- si strinse nelle spalle.

Mi avvicinai pian piano senza toglierle gli occhi di dosso, mi avvicinai al suo viso e la scrutai in tutti i suoi particolari. Lei chiuse gli occhi.

-Ti piace Hyunseung?- le sussurrai in un orecchio.

Quando riaprì gli occhi vide che il mio viso era più sereno, come quando una bambina chiede alla mamma come si è innamorata di suo papà.

-Noi siamo sempre stati un trio, Qui Quo e Qua, i tre moschettieri, l'acqua il fuoco e la terra.-

-Mettiamoci anche Articuno Zapdos e Moltres già che ci siamo.- dissi ironicamente.

-Bello! Io voglio essere Moltres.-

-Unnie.- la chiamai.

-Poi tu saresti Articuno.-

-Unnie.- la richiamai.

-E Hyunseung invece Zapdos.-

-Hyuna!- urlai richiamando la sua attenzione -Ti stavo prendendo in giro. E poi sarei io la bambina del gruppo?- dissi tornando a sedere.

-Scusami.- disse ridacchiando -Comunque volevo dire che noi siamo migliori amici da molto tempo, ed è fantastico, ma ultimamente ho cominciato a pensare a lui in modo diverso, in un modo del tutto nuovo per me.- prese la tazza come se volesse scaldarsi le mani con il calore della bevanda.

-Sai, da piccola ho sempre pensato che vi sareste messi insieme.- rivelai fissando i cereali ripensando a tutti i bei ricordi che ci siamo costruiti insieme.

-Quindi non sei arrabbiata?-

-Ma no, anzi, ne sarei felice. E lui?-

-Non lo so, ultimamente si comporta in modo strano, sembra che mi voglia evitare.-

In quel momento cadde un silenzio tombale nella stanza.

 

Cominciai a riflettere. Hyunseung era sempre stato bravo con le ragazze, aveva avuto un sacco di storie, soprattutto durante le vacanze estive. Ero abbastanza conosciuta in Corea per il semplice fatto che parlava di me ad ogni sua ragazza: lui mi diceva perché è fiero di me e perché mi vuole veramente bene, ma sapevo che la causa più probabile era che mi “usava” come modalità di conquista. Però le sue storie non duravano mai più di qualche settimana, si stufava presto dicendo “è meglio essere single”, per poi passare da scapolo solo un paio di settimane prima di trovare un'altra con cui stare.

 

I miei pensieri vennero interrotti da Hyuna.

-Forse è vero che mi sta evitando. Potrebbe essere che non gli piaccia.- a quelle parole stavo per rispondere con un po' di ilarità, ma mi trattenni non appena vidi il suo viso: non l'avevo mai vista così sconsolata, i suoi occhi erano lucidi, e vidi una lacrima scivolare lungo la sua guancia.

-Che succede?- disse Hyunseung entrando all'improvviso in cucina e facendomi prendere un piccolo spavento.

-Nulla, è che Angel mi stava facendo delle imitazioni così divertenti da fari piangere dal ridere. Scusatemi, ma ho urgente bisogno di andare in bagno. Torno subito.- e con sguardo basso si alzò e andò.

-Angel, è risaputo che non riesci nemmeno a imitare il morto a galla in piscina, figuriamoci essere spiritosa nel farle. Quindi dimmi la verità.- mi chiese Hyunseung con un'espressione tanto seria da farmi paura.

-Hyunseung, lo sai che ti voglio bene come se fossi un fratello per me, e che ti dico sempre quando sono in difficoltà, ma questa volta dovrai aspettare. Per favore, sii paziente.- e mi alzai per raggiungere Hyuna. Quando trovai il bagno non riuscii ad aprire, potevo sentire piangere da fuori.

-Perché mi ritrovo sempre in situazioni del genere?- e mi sedetti per terra in fianco alla porta.





*si inginocchia* scusatemi se cì ho messo così tanto ad aggiornare T^T  ho avuto un periodo orribile!!! però ne sono uscita vincitrice e ora, con le vacanze di pasqua, cercherò di andare avanti un bel po' ^^ beh, che altro, spero che il nuovo capito vi sia piaciuto e di scriverne di più belli ^^ alla prossima!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La giornata per le ragazze era cominciata altrettanto bene. Si erano svegliate presto, o almeno prima di me, e erano andate a svegliare i ragazzi per fare colazione tutti insieme. Bussarono alla porta.

-Chi è?- chiese una voce spenta a causa del sonno da dietro la porta -Oh mio, ragazzi! Svegli e pimpanti, e in fretta anche!-

Le ragazze sentirono qualsiasi cosa stava succedendo nell'appartamento e risero lievemente.

-Quanto casino che fanno. Probabilmente stanno sistemando tutto per non fare brutta figura con noi. Che dolci.- disse Yuui portandosi una mano davanti alla bocca per nascondere le risate.

Ad aprire la porta arrivarono Minho e L.Joe. La finestra si trovava perfettamente dall'altra parte dell'appartamento e faceva si che la luce si scontrasse contro le schiene dei due ragazzi, avvolgendoli in un'atmosfera quasi angelica. Sul collo di Minho si potevano notare alcune gocce, residui dell'acqua usata per lavarsi il viso, che percorrevano lentamente la sua pelle fino ad arrivare alla clavicola in vista grazie ad una scollatura abbastanza profonda. L.Joe si mordeva dolcemente le labbra ancora umide per togliersi quel poco di dentifricio che era rimasto, per poi passarci delicatamente la lingua. A quella visione Asja e Yuui si stavano letteralmente sciogliendo.

-Buon giorno ragazze. Siete venute perché volevate fare colazione insieme?- chiese Minho passandosi la mano per tutta la scia bagnata che l'acqua aveva lasciato sul suo collo.

-Giulia, Jiyong ha detto di mandarti da lui. Sembra non volersi muovere dal letto. Vuoi provare a svegliarlo tu?- chiese L.Joe mostrandole la camera del dormiglione.

-Ma certo! Sono una campionessa nello svegliare le persone.- e si addentrò in camera del ragazzo con un sorriso molto soddisfatto.

-Beh, visto che anche Hyunseung è uscito, è meglio lasciarli soli.- disse Minho chiudendo la porta dietro le sue spalle e quelle del compagno.

-Voi dove vorreste andare? Dite qualsiasi posto e noi vi ci porteremo.- chiese L.Joe facendo strada verso l'ascensore. L'apparecchio sembrava essersi fatto improvvisamente più stretto per le due ragazze. I due giovani le avevano prese sotto braccio e strette al loro fianco.

-Io vorrei andare allo Starbucks. Mi piacciono un sacco i dolci che hanno là.- disse Asja leggermente arrossita. Aveva lo sguardo basso a fissarsi le mani mentre continuava a stressarsi le dita dal nervosismo e dalla felicità. L.Joe le alzò il viso con la mano da sotto il mento e la guardò negli occhi.

-E Starbucks sia.- disse dolcemente accarezzandole la guancia con il polpastrello. Asja riprese a respirare dopo qualche secondo, nel momento in cui l'ascensore arrivò al piano terra.

-Anche tu vuoi andare da Starbucks Yuui?- chiese Minho togliendole una ciocca di capelli dal viso accarezzandole la fronte.

-Anio, mi porteresti in un Hi-Hop? Per favore.- rispose Yuui prendendogli le mani come se stesse pregando.

-Se è quello che vuoi, sarà un piacere.- rispose Minho baciandole la fronte.

L'ascensore si aprì e le due coppie si diressero verso la porta d'entrata del palazzo. Una volta usciti i ragazzi presero per mano le ragazze e si scambiarono uno sguardo di intesa.

-Bene, qui si dividono le nostre strade. Ci vediamo.- disse L.Joe, e si salutarono tutti.

 

Giulia entrò nella stanza un po' titubante, era completamente buia, non riusciva a vedere nemmeno i suoi piedi, figuriamoci dove li metteva. Poteva fare affidamento solo sul suo udito. Sentiva un muoversi lento di coperte, ma si fermò praticamente subito. La sua vista si stava abituando al buio pian piano, ma non servì perché fu improvvisamente scaraventata su una superficie morbida, il materasso probabilmente. Non fece in tempo ad alzarsi che una figura oscura le bloccò gambe e braccia.

-Hai osato profanare la tana del drago.- le sussurrò quell'ombra direttamente nell'orecchio -Meriti di essere punita.-

Giulia sperava con tutta se stessa che il ragazzo non potesse vedere la sua espressione decisamente compiaciuta. Fece finta di opporre resistenza dimenando i polsi e le gambe.

-No, ti prego, lasciami!- disse in modo teatrale.

Nella stanza c'era un caldo assurdo, Giulia riusciva a sentire delle piccole gocce di sudore scendere per il suo collo. Erano talmente vicini che potevano sentire l'uno il profumo dell'altra.

Jiyong cominciò ad avvicinarsi sempre di più al collo di Giulia, finché le sue labbra non entrarono in contatto con la sua pelle. Lei soffocò un piccolo gemito, non voleva sembrare così facile e desiderosa. Voleva essere lei a giocare con lui e non il contrario. Doveva trovare un modo per ribaltare la situazione, però Jiyong non sembrava voler mollare facilmente la presa sui suoi polsi. Pensò a qualsiasi modo per potersi liberare, ma purtroppo la sua mente si faceva sempre più annebbiata man mano che il ragazzo risaliva dal collo la linea della mandibola fino a trovare le labbra di Giulia. Le diede un bacio praticamente casto, un semplice contatto tra le labbra.

-Tu vuoi dirmi che mi stavi facendo soffrire le pene dell'inferno solamente per questo?- Jiyong stava per rispondere, ma Giulia si era accorta di essere più libera di movimento e rovesciò facilmente la situazione.

-Ora vedrai come si fa a punire seriamente una persona.- disse lei alzandogli la maglietta fino al petto, senza togliergliela.

 

Yuui e Minho erano finalmente arrivati all'Hi-Hop. Il tragitto era stato abbastanza silenzioso, nessuno dei due cominciò un discorso se non per chiedere informazioni su quale fosse la strada giusta.

Quando entrarono nel locale, un cameriere li accompagnò al tavolo. Il posto era molto grande, riempito da ogni tipo di tavolo, da due posti o più, ognuno con sopra i menù e le varie marmellate e sciroppi. Il loro tavolo si trovava vicino alla porta della cucina, e nel momento in cui i camerieri entravano o uscivano, una dolce fragranza di pancake e waffle li avvolgeva teneramente facendo aumentare il loro appetito.

-Prendi pure tutto ciò che vuoi, offro io.- disse Minho sorridendo beatamente alla ragazza.

-Sicuro? Non devi sentirti costretto a farlo, e poi dovrei avere abbastanza soldi.- rispose prendendo la borsa per controllare quanti dollari aveva portato con se. Minho le prese le mani e la guardò negli occhi. Si sporse in avanti e diede un bacio sul dorso di entrambe le mani.

-Non perché mi sento obbligato, ma perché voglio offrirti io la colazione. Pensala così, almeno avrai più soldi da spendere per shopping e vari souvenir.- ribatté Minho con un sorriso dolce passandole il listino.

Quando arrivò la loro colazione cominciarono a mangiare molto lentamente, come se volessero passare più tempo possibile loro due da soli.

-Raccontami, cosa ci fai qui a New York?- chiese Minho cercando di intavolare un discorso.

-Sono venuta in vacanza con le ragazze. Dopo un anno a studiare, ci voleva un po' di relax. E tu?- rispose Yuui prendendo un boccone senza interrompere il contatto visivo.

-Io ho semplicemente seguito Hyunseung. Anche da noi ci sono le vacanze estive e non avevo nessuna voglia di rimanere a casa a non far nulla dalla mattina alla sera. E poi ero molto curioso di vedere New York. È una città stupenda, non trovi?-

-Si, è veramente molto bella. Ma perché a casa da solo? Non hai una ragazza con cui uscire?- chiese la ragazza abbassando lo sguardo un po' imbarazzata dalla stessa domanda che aveva fatto. Solamente dopo averlo chiesto rifletté sulle parole che aveva appena detto. Voleva sotterrarsi. E se le avesse prese come una presa in giro? Oppure si sarebbe potuto offendere per aver anche solo pensato che un bel ragazzo come lui sia ancora single.

-Sinceramente no. È da un po' che non esco con nessuno se non i miei amici. Non per sembrarti superficiale, ma sembra che ogni ragazza a cui piaccio non sia quella giusta, come se le mancasse qualcosa.- rispose con uno sguardo un po' malinconico -E invece te? Scommetto che una ragazza dolce e attraente come te abbia già qualcuno che la aspetta a casa.-

-Purtroppo sono sulla tua stessa barca ma nella direzione inversa, sembra che per ogni ragazzo che mi piace io non sia abbastanza, come se mi mancasse qualcosa.- rivelò lei con una punta di serenità per la coincidenza e per lo spiraglio di opportunità che le si era aperto grazie alla confessione del ragazzo.

Si alzarono, Minho andò a pagare e poi uscirono riprendendo il discorso cominciato a tavola.

-Devo proprio dirtelo, mi hai lasciato di stucco.- disse lui fissando la strada con aria sorpresa.

-Perché? Per la storia dei ragazzi? Ormai ci sono abituata, è normale per me.- rispose un po' amareggiata strascicando i piedi sul marciapiede.

-Ma che razza di gusti hanno i ragazzi da voi in Italia per lasciarsi scappare una ragazza come te?- e lanciò un piccolo sasso come se quell'oggetto rappresentasse l'intera comunità di giovani ragazzi italiani.

-Non posso dire altrettanto di te. Probabilmente hai la sfilza di ragazze che ti corrono dietro in Corea. Ma perché nessuna ti sembra quella giusta?- chiese lei con mola curiosità di sapere ogni singolo particolare della vita del ragazzo.

-Perché quelle ragazze vogliono stare con me solo per fare invidia alle altre ragazze, non per affetto o amore. Non mi interessa stare con una ragazza che poi mi userebbe solo come accessorio. Questo tipo di ragazze riesco a riconoscerle a chilometri di distanza. Per esempio so che tu non faresti mai una cosa del genere ad un ragazzo, e questa è una cosa che mi piace di te. Beh, una delle tante.- rispose voltando il viso verso di lei e prendendola per mano.

Yuui non sapeva come rispondere a quelle parole non tanto perché non sapeva cosa dire, ma non riusciva più a parlare. Le parole le morivano in gola dall'emozione.

 

Mentre si dirigevano verso lo Starbucks, L.Joe e Asja sembravano due ragazzini delle elementari. Continuavano a ridere, scherzare, farsi i dispetti. Il mondo sarebbe potuto finire in quel momento che loro non se ne sarebbero accorti.

-Vado un secondo in bagno. Per me prendi pure qualsiasi cosa, basta che sia fredda. Con questo caldo rischio di evaporare. E anche un biscotto per favore.- disse Asja appena entrarono nel locale.

-Ok, spero solamente di prendere qualcosa che ti piaccia. Non vorrei che saltassi la colazione a causa mia.- rispose il ragazzo sorridendo e dirigendosi al bancone per ordinare.

-Bene Asja, mettiamo la carte in tavola.- si disse guardandosi allo specchio con tono convinto. Per fortuna non c'era nessuno in bagno.

-Non si può andare avanti così, insomma, bisogna smuovere la situazione o lui non si smuoverà dalla zona amicizia. Bisogna fargli capire che tu non sei una bambina, Asja, ma sei una ragazza. Forza e coraggio, ce la puoi fare. Fighting!- e uscì come se nulla fosse accaduto.

L.Joe stava ancora aspettando la loro colazione. Asja non riusciva a non pensare a quanto fosse bello. Il problema era che lui la vedeva come una bambina piccola con cui giocare, come se fosse sua cugina. Ma lei si sarebbe impegnata per far si che ciò cambiasse, e in quel momento le venne un'idea.

-Hey L.Joe, che ne dici di andare al cinema? La colazione la mangiamo durante il tragitto. Non ho voglia di sedermi ad un tavolo per poi dovermi alzare subito dopo aver finito di mangiare.- chiese lei appoggiandogli le mani sulle spalle e alzandosi in punta di piedi per arrivare più o meno alla sua altezza.

-Si dai! Ci sarebbe un bel film che vorrei vedere, ma mi vergogno ad andare con i ragazzi. Allora è deciso, si va al cinema!- rispose prendendo la colazione per poi andare fuori.

Il cinema si trovava abbastanza vicino, quindi non ci misero molto per arrivarci, quel tanto che gli serviva per poter finire di mangiare e bere senza strafogarsi. Dopo essere andato a prendere i biglietti, L.Joe andò a comprare un po' di caramelle gommose in caso di attacchi di fame durante il film.

Quando entrarono nella sala, Asja notò che non c'era molta gente, infatti della loro fila erano gli unici, il resto delle persone si trovava nelle file davanti a loro. La pubblicità era appena cominciata, e dovendo riempire quel tempo morto, L.Joe cominciò a fare il solletico ad Asja. La ragazza si dimenava senza emettere una singola risata per non essere rimproverata dalle altre persone, anche se il film non era ancora iniziato. Però, dopo qualche minuto fu il suo turno di divertimento e fu lei a torturarlo con il solletico, anche se si fermò praticamente subito risedendosi composta al suo posto. Il suo sguardo si perse nel nulla. Cominciò a parlare tra sé e sé nella sua testa.

-Ma allora non hai capito nulla! Il tuo obbiettivo, il nostro obbiettivo non è questo, ma è qualcosa di più subdolo. Devi fargli capire quali sono le tue intenzioni! Pensa pensa pensa, come si potrebbe fare? Bisogna trovare qualcosa per la quale vorrebbe ribellarsi ma non può a causa del film. Uhm. Oh, guarda. Sui suoi pantaloni ci sono delle cerniere sulle cosce. Perfetto! Ora lascio a te il resto. D'altronde io sono la mente e tu il braccio.-

Quando uscì dal suo stato di trance, Asja si accorse che il film era già iniziato da un po'. Si girò verso L.Joe e notò dal suo sguardo che aveva perso interesse verso la storia.

-A te piace questo film? A me piace sempre meno. Speravo fosse diverso, sembrava molto più bello e coinvolgente dalla pubblicità, invece è una noia mortale. Se non piace nemmeno a te possiamo anche andare a vedere un altro film oppure andarcene da qualche altra parte.- disse lui fissando deluso il sacchetto con dentro le caramelle gommose.

-Nemmeno a me piace, però avrei un'idea migliore in mente.- rispose lei avvicinandosi pericolosamente a lui e cominciando a baciarlo dolcemente sul collo. Preso da quelle attenzioni, L.Joe non si accorse nemmeno che Asja gli aveva già tirato giù una delle due zip, ma se ne accorse nel momento in cui lei infilò una mano nella falsa tasca accarezzandogli la gamba lentamente. Il ragazzo stava già odiando quella situazione, non potendo esprimere il suo piacere per non disturbare ed essere cacciato fuori. La mano di Asja passava leggera su e giù per la coscia, sfiorando appena la pelle con le unghie. Nel frattempo con l'altra mano aveva afferrato L.Joe da dietro il collo per avvicinare le loro labbra. La ragazza, avendo sentito il ragazzo soffocare un piccolo gemito in gola, decise di approfondire la questione, e quindi di portare la mano un po' più in alto e di massaggiare con un po' più di forza , ogni tanto avvicinandosi pericolosamente all'inguine. L.Joe non riusciva più a resistere, stava per scoppiare, ma non poteva farsi beccare dalle persone attorno.

 

Dopo aver passeggiato un po' per Time Square, Minho e Yuui tornarono a casa. Una volta fuori dal palazzo, Minho bloccò Yuui per i polsi.

-Io devo fare delle cose ora, quindi non vengo su. Tu vai, ci vediamo più tardi, magari anche con gli altri.- disse lui con un sorriso quasi imbarazzato.

Avevano entrambi lo sguardo basso. A fare il primo passo fu il ragazzo, il quale si avvicinò e prendendo la ragazza da sotto il mento le diede un bacio sulle labbra. Yuui cercò di far durare quel momento il più possibile, ma il ragazzo sciolse il bacio e scomparì tra la folla, lasciandola con un senso di felicità incompiuta. Ma la ragazza sapeva che il momento giusto sarebbe arrivata, e non molto tardi. 





Buon salve a tutti!!! ecco qui un nuovo capitolo, e devo ammetterlo, mi sono particalarmente divertita a scriverlo XD spero vi piaccia quanto piace a me ^^ ringrazio ancora tutti quelli che stanno seguendo questa storia, e vi prego di scrivere qualche recensione, così posso capire in cosa sbaglio ^^ alla prossima!!! CIAO!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 

-Siamo tornate! Scusa se ti abbiamo fatto aspettare Hyunseung, ma sai com'è, ci siamo dovute incipriare il naso, sistemarci i capelli, insomma, cose da ragazze.- dissi appena entrammo in cucina con un leggero tono da presa in giro.

In quel momento Hyuna si accese come se si fosse ripresa da un blocco momentaneo. -Ragazzi, io purtroppo non sono qua per trascorrere una vacanza, ma ho un sacco di lavoro da fare. E qui arriva la grande notizia.- cominciò a sorridere per l'eccitazione -Mi hanno presa come trainee in una famosa casa discografica!- urlò esaltata.

-Davvero? Oddio! Non ci posso credere!- risposi saltandole addosso per abbracciarla, o meglio,

stritolarla. Ero così felice che non contenevo la gioia e la forza, ed essendo lei abbastanza magra,

era anche leggermente fragile.

-Congratulazioni! E ti hanno già detto quando debutterai?- chiese Hyunseung accennando un piccolo e solitario applauso.

Hyuna cercò di rispondere, ma a causa del mio abbraccio le mancava l'aria sufficiente per emettere qualsiasi suono al di fuori di alcuni versi indefiniti. Sentendomi battere sulla spalla e vedendo l'amica di un colorito insolito in volto, mollai la presa e Hyuna prese tre lunghi respiri profondi.

-Non mi hanno detto ancora nulla, se non che questo percorso è pieno di imprevisti e ostacoli e blah blah blah, le solite cavolate. Comunque, da come hanno commentato la mia audizione, sembra che sarò pronta per debuttare in poco tempo. La base di canto c'è, l'immagine pure, per non parlare della base di ballo.- prese un enorme respiro gonfiando il petto orgogliosa -Li ho stupiti con i nostri passi, quelli che avevamo studiato per il nostro primo contest di ballo.- disse mostrandoci un sorriso più bello che mai.

-Quindi tu sei qui per l'allenamento?- chiesi sperando in una risposta negativa. Avrei voluto passare quell'estate anche con lei, e non vederla solo in quei rari momenti in cui non avrebbe avuto alcun impegno importante.

Certo, ero felicissima per lei, ma la parte egoista di me avrebbe preferito che Hyuna fosse a New York per passare una bella vacanza insieme a me e non per "lavoro".

-Purtroppo si, e ne avrò di tutti i tipi, di ballo, di canto, di recitazione. Le mie giornate saranno fitte di lezioni, quindi sarà un po' difficile vedersi, ma farò il possibile per non farti pesare ciò, ok?- disse pizzicandomi le guance.

-Ok.- risposi con un tono quasi da bambina -E tu ci hai detto tutto questo ora perché?-

-Perché sono in ritardo pazzesco!- disse correndo a prendere la sua borsa -Ero così felice di rivedervi che mi sono totalmente dimenticata della lezione. Per sdebitarmi vi do uno strappo a casa.- concluse prendendo le chiavi della macchina.

-Siamo venuti qui con te. O ci riportavi te o saremmo dovuti andare a piedi.- disse Hyunseung dandole una piccola pacca in testa.

-Giusto.-

 

I due ragazzi si erano appisolati l'uno tra le braccia dell'altra, si stavano per addentrare nel mondo dei sogni quando squillò il telefono dell'appartamento. Jiyong si alzò e andò a rispondere.

-Yobseo?- rispose con un tono tra l'addormentato e il seccato.

-Buon giorno, chiamo dall'inferno. Per caso Giulia è li?- dissi una volta riconosciuta la voce del ragazzo.

-Oh, giorno Mefi. Si è qua con me, vuoi che te la passi?-

-No no grazie, volevo solo chiederle se le andava di andare a fare la spesa insieme, ma a quanto pare ha altro a cui pensare.- dissi -Chiamerò la Yuui. Vi lascio ai vostri lavoretti. Ciao.- e riattaccai il telefono.

Jiyong tornò in camera, si distese sul letto e con la mano cercò Giulia, senza trovarla però.

-Giulia? Dove sei?- chiese guardandosi in giro con occhi ancora stanchi.

-Sono in cucina,è ora di alzarsi quindi preparo la colazione.- rispose lei serena.

Il ragazzo la raggiunse in cucina. La abbracciò lasciandole un semplice bacio sul collo.

-L'aspetto e il profumo sembrano deliziosi.- disse lui vedendo la pancetta e le uova nella padella.

-Spero anche il sapore.- concluse lei dandogli un bacio sulle sue labbra morbide che tanto desiderava.

 

-Non può?- chiese Hyunseung.

-No. La Asja non risponde quindi proviamo con la Yuui. Spero non abbia nulla da fare. Non voglio andare a fare la spesa da sola.- risposi componendo il numero del nostro appartamento.

-Yobseo?- rispose una voce piatta, senza alcun sentimento.

-Yuui? Sei tu? Sono Angel. C'è qualcosa che non va?- chiesi allarmata.

-Lunga storia, parla prima te.-

-Ok. Senti, devo andare a fare la spesa, vuoi accompagnarmi? Sento che mi perderò se ci vado da sola.- dissi un po' imbarazzata. Il mio senso dell'orientamento era pari a zero e nemmeno quello della Yuui era tanto meglio, ma almeno ci saremmo perse in compagnia.

-Certo, ho bisogno di svagarmi un po' e di sfogarmi con qualcuno. Ti aspetto all'entrata.- rispose con un tono leggermente più felice.

-Cinque minuti e arrivo! Ciao.-

-Ciao.- chiuse la chiamata.

 

Quando arrivammo, Yuui era appoggiata al muro con lo sguardo basso. Salutai velocemente Hyuna e Hyunseung per poi correre dall'amica per capire cosa fosse successo. Come ci incamminammo per il supermercato cominciò a raccontarmi come si era svolta la sua colazione.

-Io non capisco. Ho fatto qualcosa di sbagliato secondo te?- chiese Yuui trattenendo le lacrime.

-Ma no, probabilmente era solo troppo presto. E poi è stato lui a baciarti, in questo caso tu sei la vittima.- cercai di rassicurarla.

-E se non gli fosse piaciuto? Magari ha cambiato idea perché non so baciare bene.-

Le diedi una piccola sberla sulla testa -Senti, ti stai facendo solo dei problemi inutili. Io non so dirti cosa è successo, solo lui può. La prossima volta che vi vedrete ne parlerete. Ora non ci pensare, preoccupiamoci della spesa invece.- conclusi prendendola per il polso e strattonandola dentro.

Proprio come me lo aspettavo, il posto era enorme, le corsie sembravano non finire più. Dovemmo chiedere aiuto ai commessi più di una volta, per poi scoprire in certi casi che ciò che stavamo cercando era davanti ai nostri nasi. Cercammo di prendere il minimo indispensabile per non spendere troppo, giusto qualcosa per la colazione e qualche snack per le merende o in caso di attacchi di fame notturni.

 

Il film era finito, e appena uscirono, L.Joe si catapultò immediatamente in bagno per sistemarsi, ma soprattutto, per darsi una calmata. Era stravolto, non avrebbe mai pensato che la Asja fosse così e che ci sapesse effettivamente fare. Lui pensava di metterla a suo agio comportandosi come amico all'inizio e poi passando al livello successivo, ma a quanto pare si sbagliava. Ciò lo rendeva felice, almeno non si sarebbe dovuto più trattenere con lei, come lei non si è trattenuta con lui.

Quando uscì dal bagno, Asja si stava mettendo a posto i capelli. Lui si avvicinò abbracciandola da dietro e poggiando la testa sulla sua spalla.

-Non stressarti i capelli, sei perfetta.- le sussurrò nell'orecchio.

Asja si girò mettendogli le braccia attorno al collo -Noto un cambiamento nel tuo modo di fare. Che sia grazie al film?- disse sorridendo.

-Diciamo più grazie a quello che è successo durante il film.- rispose avvicinando le loro labbra e dandole un bacio dolce.

Lei si strinse ad L.Joe. Era felicissima, aveva finalmente raggiunto il suo obbiettivo, ora L.Joe era tutto suo, e difficilmente lo avrebbe fatto scappare.

-Che ne dici, torniamo a casa?- le chiese prendendola per mano.

-Forse è meglio di si, guarda qua.- rispose mostrandogli il telefono. C'erano una decina di chiamate perse. Anche Yuui aveva provato a chiamarla. Mise il cellulare nella borsa e uscirono per tornare a casa felicemente per mano.

 

-Grazie per il passaggio.- disse Hyunseung abbassando lo sguardo.

-Di nulla, poi eri in ritardo, se ti avessi lasciato a piedi era peggio. Spero che il tuo amico non si arrabbi.- rispose Hyuna.

-Hyuna, penso che dovremmo parlare noi due. Non intendo ora in questo momento, ma comunque presto.- chiuse la portiera delicatamente.

-Non ti preoccupare, prima non mi sentivo molto bene, per questo ero un po' giù di morale. Ma ora sto meglio.-

-In ogni caso vorrei chiarire alcune cose prima che la situazione peggiori.- disse accennando un sorriso -Ora vado, o sul serio il mio amico mi uccide. Ciao.-

-Ciao.- rispose lei partendo. Dopo aver superato un paio di isolati sul volto della ragazza apparì un sorriso imbarazzato.

Hyunseung entrò nel bar e andò a sedersi con Minho.

-Scusa il ritardo.-

-No tranquillo. Scusa tu per il poco preavviso, ma dovevo assolutamente parlare con qualcuno, sfogarmi.- rispose Minho bevendo un sorso di Coca Cola.

-Forza e coraggio, spiegami cosa ti affligge amico.- disse Hyunseung poggiandogli una mano sulla spalla.

-Penso di aver fatto un errore irreparabile e aver buttato via la mia unica chance con la Yuui.-

Minho cominciò a spiegare la situazione all'amico proprio come aveva fatto Yuui.

-L'hai mollata li così?- chiese Hyunseung quando Minho finì di parlare -Come hai fatto a lasciarla lì così, senza nemmeno dirle qualcosa?-

-Qualcosa le ho detto!-

-Penso che “ora devo andare” non fossero le parole che voleva sentirsi dire, soprattutto dopo un bacio.- lo rimproverò.

-Sono un pezzo di idiota. Ora come faccio? Come minimo mi odia adesso.- disse sbattendo la testa sul tavolo.

-Devi parlare con lei, è l'unico modo per aggiustare ciò che hai fatto.-

-Dovrei, vero? Bene! La prossima volta non commetterò errori!-

-Minho fighting!- lo incoraggiò Hyunseung.

 

Il carrello era ormai pieno, aveva preso forse un po' troppe cose. Almeno ci sarebbero bastate per tutta la vacanza.

-Certo che io aiuto la gente nelle questioni di cuore quando la mia vita sentimentale fa schifo. Prima Hyuna e Hyunseung, ora tu e Minho.-

-Cosa? Hyunseung ha la ragazza?- chiese Yuui.

-Non ancora, ma ben presto si. Così sarò del tutto sola.-

-Non preoccuparti, incontrerai anche tu qualcuno. Siamo a New York! Tutto accade a New York!- disse mettendo le cose sul nastro della cassa.

-Buongiorno, volete un sacchetto?- chiese il cassiere.

-Forse anche due.- risposi ridendo.

Yuui mi diede una piccola gomitata in pancia -Certo che è carino.- mi sussurrò indicando con un cenno della testa il cassiere -Perché non ci provi?-

-Yuui, ok che fino a tre secondi fa mi sono lamentata perché non ho nessuno, ma mica devo trovarlo ora.- risposi pagando. Però Yuui aveva ragione, quel ragazzo era molto carino e sembrava anche gentile.

-Ecco a lei il resto.- disse porgendomi i soldi.

-Oh, grazie.- dissi sorridendo.

Appena uscimmo, Yuui mi diede una pacca sulla schiena.

-Perché non gli hai lasciato il tuo numero?-

Non feci nemmeno in tempo a rispondere che sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Mi girai sorpresa e vidi che era il cassiere che mi stava porgendo un fogliettino.

-Ti eri dimenticata lo scontrino.- disse sorridendo -An, mi chiamo Donghae.- concluse facendomi un occhiolino e indicando lo scontrino nella mia mano.

Non capivo ciò che era appena successo, finchè Yuui non girò il foglietto mostrandomi il numero di cellulare scritto sul retro.





*si inginocchia* mi scuso per il ritardo!!! sto avendo problemi con questa fanfiction, ma vi prometto che non la abbandonerò. Però non posso promettervi che il prossimo capitolo sarà pronto a breve, devo ancora riordinare le idee da scrivere poi... spero che questo capitolo sia valso l'attesa (anche se non saprei T^T) Ringrazio molto per le recensioni ^ ^ e tutti quelli che stanno seguendo questa storia. Grazie mille e alla prossima!!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-Cosa stai aspettando? Chiamalo!- disse Yuui buttando le buste della spesa sul divano mentre io continuavo a fissare lo scontrino -Yah! Svegliati!-

-Cosa? Come? Quando?- mi guardai in giro spaesata incontrando poi lo sguardo di Yuui, si riusciva a leggere “questa è pazza” nei suoi occhi.

Non mi era mai capitato che un ragazzo mi lasciasse il suo numero così di punto in bianco, e la cosa mi aveva lasciata un po' perplessa. Mentre tornavamo dal supermercato, pensai a cosa avrei potuto fare, mi vennero in mente un milione di possibilità. Prima di prendere una decisione dovevo liberare la mente e, noncurante di Yuui, cominciai a mettere via la spesa. Prima di poter mettere via i cereali Yuui mi girò bruscamente verso di lei e cominciò a picchiettarmi sulla testa come per svegliarmi.

-Pronto? Terra chiama Angel. Cosa stai facendo? Prendi il telefono e componi quel cavolo di numero!-

-Ma ma ma, se lo chiamo subito sembrerei disperata, e non voglio dare questa immagine di me ad un ragazzo così carino e dolce.- mi persi un momento a pensare al viso di Donghae finchè Yuui non mi diede una sberla in testa.

-Sei un caso perso. Almeno mandagli un messaggio così si salva il tuo numero, magari sarà lui a fare la prima mossa.- disse Yuui disperata -Spero per lui che faccia la prima mossa, o se pensa di aspettare te rischia di finire l'estate.-

-Ha ha ha, molto simpatica. Va bene, gli mando un messaggio.- presi il cellulare, aprii i messaggi e mi bloccai -Ma cosa gli scrivo?-

Senza nemmeno lasciarmi finire Yuui mi prese di mano telefono e scontrino per poi correre a chiudersi in camera. La rincorsi rischiando di prendermi una porta in faccia. Cominciai a bussare e ad urlarle di uscire finchè non aprì la porta. Prima che potesse dirmi qualsiasi cosa, presi il cellulare e lessi il messaggio che gli aveva inviato.

Io mi chiamo Angel e questo è il mio numero ;P”

Mi girai a fissare Yuui -La faccina potevi risparmiartela.- dissi cominciando poi a ridere insieme a lei.

 

L.Joe e Asja stavano tornando a casa quando videro Minho seduto sul marciapiede davanti al palazzo con il viso fra le mani, stava borbottando qualcosa tra sé e sé. Il rosso fece segno alla ragazza di non farsi sentire e piano piano si avvicinò al moro spaventandolo.

-Yah! Ti sembrano cose da fare a qualcuno che si trova sul ciglio della strada? Sarei potuto morire!- urlò Minho ancora con gli occhi sbarrati per lo spavento.

-Esagerato, non ti avrei mai fatto cadere per strada.- ridacchiò L.Joe -Piuttosto dicci, perché sei così pensieroso? Hai perso a qualche sport e vuoi avere la rivincita?-

-Simpatico come sempre.-

-Lascialo perdere Minho, oggi è più felice del solito.- disse Asja sospirando.

-Oh, e a cosa è dovuta tutta questa felicità?-

Per un momento Asja e L.Joe si guardarono con un sorriso divertito.

-Non è questo il punto.- disse Asja cercando di sviare il discorso -La cosa importante è il perché eri seduto sul marciapiede con quell'espressione da condannato a morte.-

-La storia è abbastanza lunga.- cominciò Minho -Però voi potreste aiutarmi! Riuscireste a far scendere la Yuui? Vorrei parlarle per chiarire alcune cose.-

Nell'istante in cui nominò il nome della ragazza Asja si ricordò delle varie chiamate perse dell'amica e il suo viso cambiò radicalmente espressione.

-Che le hai fatto?! Cosa dovete chiarire?!-

-Tranquillizzati Asja! Come mai fai così?- chiese L.Joe cercando di trattenerla dal picchiare Minho.

-Come mai? E lo chiedi pure? Ti sei già dimenticato di tutte le chiamate che mi ha lasciato?-

-Senti, andiamo su prima che ti butti lei in strada. Ti mandiamo giù la Yuui, così sistemerete qualsiasi cosa sia successa.- disse L.Joe prendendo Asja in braccio ed entrando.

Non appena entrarono in ascensore e le porte si chiusero il ragazzo la mise giù e la abbracciò cercando di calmarla, riuscendoci in parte. Quando le porte si riaprirono la ragazza corse verso l'appartamento quasi sfondando la porta cominciando ad aggredire Yuui con tutte le domande che le potessero passare per la mente. Passarono tre minuti buoni prima che Asja finisse l'ossigeno così da lasciar parlare L.Joe mentre prendeva aria.

-Qua davanti? Ma da quanto sta aspettando fuori?- chiese Yuui con un'espressione preoccupata in viso.

-Non saprei, quando siamo arrivati era già seduto sul marciapiede. Ci ha detto che deve chiarire qualcosa insieme a te. Dobbiamo preoccuparci?- disse L.Joe mettendole una mano sulla spalla.

-Non so se sono pronta ad affrontare il discorso.- disse Yuui girandosi verso di me -In fondo mi ha lasciata li come una stupida.-

-Prima di trarre le conclusioni prova ad ascoltare ciò che ha da dirti.-

-Angel ha ragione. Mi sembrava abbastanza giù di morale. Magari sa di aver commesso un errore.- continuò il rosso.

-Magari l'errore non è stato l'andarsene all'improvviso, ma il bacio in sé.-

-Bacio? Quale bacio? Quando? Dove?- ricominciò Asja dopo essersi ripresa.

-Prima che mi spacchi di nuovo i timpani con le sue domande, vai a parlargli prima di pensare il peggio.- dissi portando Yuui fino alla porta e chiudendola fuori.

-Yah! Perché sono l'unica a non sapere di questa storia?-

-Ti spiegherò quello che è successo, ma prima ho delle novità.-

-Vi lascio ai vostri discorsi da ragazze, ci vediamo dopo.-

-Ok, a dopo.- lo salutò Asja con un piccolo bacio a stampo prima che uscisse dalla porta.

-Noto con piacere che anche te hai delle novità.- dissi sorridendo finchè non ricordai che Giulia era insieme a GD -Beh, se ne accorgerà quando entrerà nel loro appartamento.-

-Di cosa unnie?-

-Nulla, lascia perdere.- risposi sorridendo.

 

Yuui era agitata, si stressò le mani per tutto il tragitto dell'ascensore. Quando si aprirono le porte prese un grande respiro e andò verso l'ingresso. Nel momento in cui uscì e vide Minho seduto ancora sul marciapiede perse un battito del cuore. Cercò di tornare in sé e di tranquillizzarsi, finchè non la vide davanti alla porta. Il ragazzo si alzò velocemente e corse subito verso di lei prendendole le mani. I suoi occhi erano lucidi e spaventati, le mani tremavano, la bocca era aperta ma non diceva nulla, come se le parole avessero avuto paura di uscire. Vista la situazione fu Yuui a parlare per prima.

-Meglio se andiamo a parlare da un'altra parte. Qui in mezzo mi sentirei un po' osservata.- disse e tenendolo per mano chiamò un taxi.

Non appena salirono ognuno cominciò a fissare fuori dal proprio finestrino e così cadde il silenzio nell'auto. Addirittura il tassista poteva sentire la tensione che era nata tra i due ragazzi. L'auto si fermò davanti al Central Park, Yuui pagò l'autista e poi andarono a cercare un posto tranquillo sotto qualche albero.

-Bene, di che cosa volevi parlarmi?- chiese Yuui in ansia abbassando lo sguardo.

-Ehm, penso che ricordi quello che è successo questa mattina.- iniziò Minho -Volevo parlarti di quel bacio.-

Yuui perse un battito quando lo sentì dire quella parola, aveva paura di quello che avrebbe potuto dire, stava immaginando tutti i peggiori scenari. Però era tanto timore quanta paura per come l'aveva trattata e per quello che aveva fatto, cosa che, secondo il suo punto di vista, era quasi imperdonabile.

 

Non feci nemmeno in tempo a iniziare il discorso che squillò il mio telefono.

-Oh mio Dio, ciò di cui volevo parlarti mi sta chiamando ora.- dissi bloccandomi a guardare lo schermo del cellulare.

-Muoviti e rispondi!.- urlò Asja riportandomi alla realtà.

-Yobseo?-

-Hey, sono Donghae, ricordi? Il cassiere che ti ha riportato lo scontrino.- disse sghignazzando.

-Uhm, fammi pensare un attimo. Giusto, ora ricordo.- dissi ridendo -In cosa posso aiutarti?-

-Mi chiedevo se avessi qualche impegno questa sera. Ti andrebbe di uscire a cena con un umile cassiere?-

-Con molto piacere.-

-Le andrebbe una bella cenetta a base di gamberetti al Bubba Gump?-

-Ma certamente. Per che ora desidera incontrarci?-

-Per le 20.00 andrebbe bene?-

-Orario perfetto. Allora a questa sera. Ciao.-

-A questa sera Angel.- e chiuse la telefonata.

Asja mi fissò per tutto il tempo, stava aspettando delle mie spiegazioni, e poi non riusciva a capire al massimo il discorso sentendo solo le mie risposte. Sul mio viso si stampò un sorriso enorme. Ero felicissima, la sera sarei uscita con quel bel ragazzo, e sapevo già a chi chiedere aiuto per vestito, trucco e capelli.

-Allora? Vuoi dirmi cosa è successo o mi vuoi lasciare sulle spine ancora per molto?- chiese Asja guardandomi un po' infastidita e stanca di aspettare.

-Ho un appuntamento!- urlai abbracciandola e cominciando a saltare per tutta la stanza.

 

L.Joe stava felicemente pensando a quello che era successo poco prima al cinema finchè un urlo non lo riportò alla realtà. Giulia era in piedi davanti a lui con indosso solo una camicia di GD. I due rimasero a fissarsi increduli della situazione per alcuni secondi.

-Hey! Cosa fai li in piedi vestita si e no a metà? Vai a vestirti!- disse GD indicandole la sua camera da letto -E tu che stai guardando? Da quando sei diventato così pervertito da guardare le donne altrui?-

-Piano, io non sono un pervertito, e poi non è colpa mia se mi ritrovo la tua donna nel nostro appartamento. Potevi prevederlo che sarei tornato a casa prima o poi, o ti sei dimenticato che anche io vivo qui?- disse L.Joe poggiando le chiavi sul mobile d'entrata.

-Tranquilli, non vorrete litigare per una sciocchezza del genere. In fondo L.Joe ha ragione, dovevamo immaginarcelo.- disse Giulia ritornando in salotto per calmare i due amici -E poi non mi ha mica vista nuda, nell'armadio ho vestiti anche più corti di una semplice gonna.-

-Oh, buono a sapersi.- disse GD sorridendole e facendole l'occhiolino.

-Hey hey, non vorrete cominciare a flirtare davanti a me. Se proprio dovete andate in camera di Jiyong.- disse L.Joe ridendo.

-Sei solo geloso perché noi sappiamo come divertirci.- lo provocò GD.

-Fidati, anche Asja sa benissimo come divertirsi.- concluse andando in camera sua e chiudendo la porta.

 

Tra i due ragazzi era caduto di nuovo il silenzio. Si potevano sentire benissimo tutti i rumori della città e del parco, tranne che le loro voci. Minho stava pensando al modo migliore per spiegare la situazione senza rendere triste o far arrabbiare Yuui, ma sapeva che si sarebbe presentata una delle due reazioni, non poteva evitarlo.

-Per prima cosa voglio chiederti scusa. Mi sento un verme per quello che ho fatto, ti ho mollata davanti alla porta senza alcuna spiegazione. Ma il punto è che è stata una cosa inaspettata anche per me. Non so cosa mi sia preso, sta di fatto che il mio subconscio mi ha spinto a darti quel bacio, e di quello sono felicissimo. Però in seguito a ciò, dopo aver realizzato quello che avevo appena fatto, sono entrato nel panico.-

-Ma non capisco il perché? Cosa ti spaventava così tanto?-

-Avevo paura di come avresti reagito, nel caso mi avessi rifiutato non sarei riuscito a sopportarlo.-

-Rifiutato? Come avrei potuto rifiutarti? Ho cercato di farti capire che mi piacevi tutta la mattina.-

-Quindi mi perdoni?- chiese Minho congiungendo le mani e fissandola con degli occhi da cucciolo.

Yuui ci rifletté sopra. Non sembrava molto convinta di quella spiegazione, di quelle scuse. Dentro di sé sapeva quanto Minho le piaceva, ma sapeva anche che le sue non erano valide giustificazioni per come l'ha trattata.




Buona sera a tutti!!! Sono tornata con il sesto capitolo! Avviso subito chiunque stia seguendo questa storia che ora che ricomincia la scuola difficilmente riuscirò ad aggiornare (quinta... paura esami ç___ç) spero che questo capitolo vi piaccia!!! L'ho scritto tutto d'un fiato dopo aver letto una recensione molto dolce <3 ringrazio (per l'ennesima volta XD) tutti quelli che seguono/leggono/reccensiscono questa storia ^ ^ alla prossima!!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


-Fammi capire bene, dopo colazione sei andata a fare la spesa, giusto?-

Annuii.

-Insieme alla Yuui, dico bene?-

-Esattamente.-

-E quando sei uscita, questo Donghae, ti ha riportato lo scontrino che ti eri dimenticata come un'idiota.-

-Si si.- risposi accennando un sorriso e facendo roteare gli occhi.

-E dietro c'era scritto il suo numero. Bene!- urlò congiungendo le mani rumorosamente facendomi trasalire -Direi che è stato tutto grazie a me.- concluse sorridendo.

-No, aspetta, come sarebbe?- chiesi un po' perplessa.

-Se non fosse stato per il fatto che non ho risposto al telefono, non avresti mai chiamato la Yuui, non sareste mai andate a fare la spesa parlando di questioni amorose, non avresti dimenticato, e ripeto, come un'idiota, lo scontrino permettendo al tuo caro Donghae di scriverci sopra il suo numero di cellulare e di riportartelo.- spiegò Asja gesticolando come un attore durante uno dei monologhi più importanti dell'intera opera.

Rimasi un paio di secondi a fissarla stupefatta dal suo contorto ragionamento. Non sapevo se darle corda usufruendo di altre teorie a sostegno o che avrebbero smontato la sue tesi, facendole capire nel momento culminante della discussione il io tono sarcastico, o se semplicemente darle un colpo in testa sperando che le tornasse la ragione.

Optai per il colpo in testa.

Il resto del pomeriggio lo passai a preoccuparmi del vestito e del trucco. Ero nel panico, qualsiasi cosa sembrava inadatta per la situazione. La soluzione era solo una, solo lui ne era capace.

-Non riesco ancora a capacitarmi di aver chiesto consigli per vestiti e trucco proprio a- venni interrotta dal rumore della porta che si apriva e da quella voce unica e inconfondibile.

-Eccomi qua! Pronto a trasformare radicalmente la cara Mefy!- disse GD con un sorriso stampato in faccia.

-Il mio nome sarebbe Angel.-

-Eh no, un angelo lo diventerai dopo che avrò fatto la mia magia.- concluse per poi dirigersi verso il mio armadio.

Per non rischiare che andasse a mettere le mani dove non doveva, preparai sul mio letto quei vestiti che mi sembravano più adatti: c'erano vari pantaloni, maglie eleganti, un paio di vestiti e, in fondo al letto, delle scarpe, rigorosamente senza tacco. Appena GD vide gli abiti sul letto si bloccò e, scuotendo la testa, rimise in ordine i vestiti. Lo guardai esterrefatta per poi girarmi verso Giulia ed Asja, le quali avevano la mia stessa espressione.

-Ora possiamo cominciare.- disse dopo aver messo via tutto -Scusate, ma ho bisogno di stare da solo con Mefy.- accompagnando gli altri fuori dalla camera e chiudendo la porta.

-Spiegami una cosa, perché hai messo via tutto?- chiesi quasi con timore della risposta.

-Perché tu non hai capito il concetto di appuntamento. Ciò che ti serve sono vestiti, preferibilmente corti e scollati, calze a rete e scarpe con il tacco. Come sei messa a biancheria intima?-

-Guarda che è solo un appuntamento!- urlai mentre il mio viso si faceva più rosso.

-Ma che vai a pensare? La biancheria giusta serve per una questione psicologica, per sentirti più attraente.- disse aprendo un po' di cassetti in cerca di quello giusto -Hai qualche completo in pizzo?-

-Ehm, forse qualche reggiseno.-

-In pizzo e anche imbottiti.- disse sorridendo malignamente.

-Quelli sono dettagli!- risposi imbarazzata.

-Oh! Questi sono perfetti!- e poggiò sul letto un completo slip e reggiseno rosso -Ora il vestito. Visto che sei molto chiara di carnagione direi qualcosa di non troppo scuro, non vogliamo farti sembrare un fantasma.-

-Dovrei avere un vestito di colore azzurro, non è cortissimo, ma almeno è scollato.- dissi cercando l'abito e facendolo vedere a GD.

-Uhm, si, potrebbe andare.-

-Per le scarpe ne ho solo un paio con il tacco.- gli mostrai un paio di scarpe con tacco da sei centimetri nere -Ci stanno con il vestito?-

-Devono! Non pensare nemmeno a pronunciare le parole “scarpe da ginnastica”! Bene, ora cambiati.- disse aprendo la porta ed uscendo -Poi vieni fuori e mostrami come stai!- concluse chiudendo la porta.

Rimasi a fissare quei vestiti un paio di secondi, cercando di non pensare a ciò che avrei dovuto indossare. Presi coraggio e cominciai a cambiarmi e, una volta finito, uscii trovandomi tutti ansiosi di vedermi vestita come mai nella mia vita. Quattro paia di occhi mi squadrarono peggio di un detector da capo a piedi in maniera tale da farmi accapponare la pelle.

-Ehm... Allora? Come sto?- chiesi un po' a disagio sia per i loro sguardi sia per come ero vestita.

-Parola al mago, prego.- disse Giulia indicando GD.

-Inanzi tutto vediamo che effetto fai alla popolazione media maschile alla quale puntiamo.- disse GD con un'espressione compiaciuta.

-... Che cosa?- chiedemmo tutti insieme non avendo capito una sola parola.

-Vediamo la reazione di L.Joe.- spiegò sinteticamente GD girandosi poi verso il rosso.

Il suo sguardo continuava a scorrere soffermandosi su petto e gambe. Più mi guardava più il suo cervello si annebbiava lasciando spazio solo a certe immagini. Stufo di aspettare un responso che non sarebbe mai arrivato, GD gli diede un pugno sul braccio facendolo così tornare alla realtà.

-Ok, abbiamo constatato la reazione desiderata. Però c'è ancora qualcosa che non mi convince.- e cominciò a camminarmi attorno osservandomi in ogni mio singolo dettaglio cercando quel particolare mancante.

-Ehm!- mi schiarii la voce -Penso di sapere cosa manchi.- dissi poggiando le mani sui fianchi stringendo appena e facendo aderire il vestito ad essi.

-Giusto! Come ho fatto a non pensarci? Una cintura!- e corse in velocità fino in camera sua nel loro appartamento.

Rimanemmo ad aspettare qualche minuto il suo ritorno, e quando tornò aveva con sé una fascia in pelle nera. Mi prese per mani per portarmi davanti allo specchio e, dopo aver adagiato la cintura attorno ai miei fianchi, cominciò a stringerla pian piano avvisandomi di fargli un cenno nel momento in cui fosse stata troppo stretta. Arrivata alla misura giusta GD fece un nodo semplice ma resistente per poi allontanarsi per poter ammirare meglio l'opera completata, o almeno la parte dei vestiti. Ora mancava trucco e parrucco.

 

Dopo aver cercato di aiutare Minho, Hyunseung decise di fare una passeggiata per rilassarsi un po' per Time Square. Le luci dei televisori sembravano illuminare ancora di più il giorno, la vita caotica di ogni persona riempiva il silenzio della sua mente, finchè una musica attirò la sua attenzione: un semplice suono di una goccia che cadeva e poi un forte crescendo. Capì che quella musica veniva da una piccola via poco frequentata, ma appena ci entrò notò una grande insegna con scritto “The Cube”. La musica ripartì uscendo fluente dalle finestre e stuzzicando la curiosità del ragazzo.

Entrò nel palazzo e, senza dare troppo nell'occhio, salì fino al piano dove c'erano le sale prova. C'era chi si esercitava con il canto, chi con il ballo, chi in gruppo e chi da solo; con tutta quella musica Hyunseung faceva fatica a stare fermo, il suo desiderio di ballare cresceva lentamente. Passò nel corridoio a passo di formica, immergendosi in quel mondo, finchè non si fermò del tutto davanti ad una sala: una voce lo aveva catturato, una voce a lui familiare. Si affacciò alla finestrella della porta riconoscendola dai suoi movimenti. Hyuna stava provando con un gruppo di ballerini su quella canzone che tanto aveva attirato il ragazzo, il quale sentiva il suo cuore battere sempre più velocemente.

Rimase li a guardarla per qualche minuto mentre un gruppo di ragazzi uscì dalla sala a fianco. Accorgendosene, Hyunseung decise di approfittarne ed entrò chiudendo la porta e, non essendo organizzato per certe situazioni, mise nello stereo il primo cd che trovò: su di esso c'era scritto “Trouble Maker”. Arrancò qualche passo per scaldarsi, si tolse la maglia e rimanendo in canottiera prese a ballare in modo più serio. La musica era molto alta, sovrastava addirittura i pensieri del ragazzo stesso fino a farli scomparire. Quella canzone sembrava scorrergli nelle vene, come se la conoscesse da molto tempo.

In quel momento passò un signore, vestito bene e con aria autoritaria, che notò il ragazzo ballare per conto suo: stava per entrare quando si accorse che la porta era chiusa dall'interno, ma prima di chiamare il custode per farsi aprire, rimase colpito dalla bravura del ragazzo.

-Buongiorno Presidente!- salutò Hyuna dopo aver finito le sue prove -Sta controllando i trainee alle prime armi come suo solito?- chiese avvicinandosi alla porta per osservare anche lei.

Le ci volle un attimo per riconoscerlo, la sua figura magra, i suoi passi di ballo, e le ci volle ancora meno per rimanere confusa dalla sua presenza in quel posto.

-Hyunseung? Ma che ci fa lui qua?-

-Lo conosci?- le chiese il signore.

-Si, anche lui faceva parte del gruppetto con la quale ballavo in Corea.-

-Ma è magnifico!- rispose aprendo velocemente la porta con le chiavi che si era dimenticato di avere e cominciando ad applaudire.

Hyunseung si bloccò immediatamente per la paura delle conseguenze, le quali, a sua insaputa in quel momento, sarebbero state positive. Corse immediatamente a spegnere lo stereo e con un profondo inchino cominciò a scusarsi, senza nemmeno rendersi conto della presenza di Hyuna.

-Mio caro ragazzo,- si avvicinò al ragazzo poggiandogli una mano sulla spalla -come te la cavi con il canto?- chiese sorridendo e stupendo entrambi i ragazzi.

 

Mi sedetti a quello che Yuui ed io chiamavamo ironicamente “il nostro piano di lavoro”: una piccola scrivania con uno specchio abbastanza grande davanti e con i cassetti pieni di trucchi, tutti divisi ordinatamente.

-Da quello che vedo tieni di più al trucco che hai vestiti.- disse GD sorridendo mentre pensava a quale trucco fosse il migliore.

-Caro mio, vedi male.- risposi ridendo.

Scelto il trucco cominciò a tirare fuori tutto l'occorrente e a pitturarmi il viso come un bambino pittura un foglio interamente bianco. Io cercai di rilassarmi nonostante fossi un po' in ansia sul risultato finale. Sentivo creme, pennelli, pennellini, liquidi, polverine adagiarsi sulla mia pelle come stelle nel cielo e fiori nel prato. Con il trucco fu più svelto e dopo pochi minuti aveva già terminato. Mi disse che potevo pure aprire gli occhi, ma non ci riuscivo; non ero particolarmente attratta dal trucco, non riuscivo mai a trovarne uno che mi donasse, ma speravo nel tocco magico di GD. Aprii piano piano gli occhi timorosa di quello che avrei visto, ma nel momento in cui riuscii a riconoscermi rimasi stupefatta da ciò che vidi; la mia carnagione rimase uguale, non mi mise nessun fondotinta, nessun tipo di terra, era candida come sempre; sulle palpebre un leggerissimo velo di ombretto azzurro, quasi impercettibile, una sottile linea di eyeliner giusto per dare un po' di definizione, e un mascara abbastanza scuro da far sembrare le mie ciglia lunghissime; sulle guance mi mise un pizzico di fard color pesca, per dare un po' di colorito al mio viso.

-Allora? Ti piaci?- mi chiese GD guardandomi dallo specchio.

-Se mi piaccio? GD tu sei sul serio un mago!-

-I capelli lasciali così, sciolti sulle spalle. Oh, stavo per dimenticarmi!- disse dandosi un colpetto in fronte -Manca il tocco finale.- e prese da uno dei cassetti un rossetto color pesca rosato e me lo mise con delicatezza per non sbavarlo.

Ora che ero finalmente pronta per uscire presi la borsa, e in quel preciso momento sentii la suoneria del mio cellulare: era Donghae, ed era arrivato. Il cuore batteva all'impazzata, sembrava volesse balzarmi fuori dal petto per poi scappare via. Salutai tutti in velocità correndo verso l'ascensore. Una volta chiuse le porte cercai di calmarmi, non volevo apparire troppo ansiosa: dall'agitazione stavo addirittura tremando. Però, nel momento in cui le porte si riaprirono e lo vidi aspettarmi all'entrata sentii le gambe meno stabili di prima. Il colpo di grazia fu vederlo girarsi verso di me e sorridermi.

 

Erano li, sotto l'ombra di uno delle tante miriadi di alberi che verdeggiano il Central Park, in silenzio. Il viso e lo sguardo di entrambi esprimevano tutt'altro che felicità e serenità: Minho era sinceramente dispiaciuto per quello che aveva fatto e preoccupato di non ricevere il perdono di quella meravigliosa ragazza; Yuui era confusa, non sapeva cosa fare, come comportarsi e se dare una seconda chance a quel dolce ragazzo fosse la cosa giusta. “Ok” fu la parola che fece trasalire il ragazzo.

-Ok, per non rovinare la vacanza a tutti gli altri ti perdono, e poi...- disse Yuui prima guardandolo negli occhi e poi abbassando lo sguardo.

-E poi?-

-E poi, dopo tutte quelle cose dolci che mi hai detto questa mattina, mi sono affezionata un po' di più a te, e non vorrei che tutto finisse dopo nemmeno un giorno.- rispose la ragazza sorridendo.

Gli occhi di Minho si illuminarono quanto il suo sorriso mentre correva verso Yuui per abbracciarla e ringraziarla. Era riuscito ad avere una seconda possibilità e non poteva permettersi un secondo errore.

-Delucidami su una cosa.- disse Minho lasciandola.

-Delu che cosa?- disse Yuui ridendo.

-”Non vorrei che tutti finisse”. Cosa intenderesti con quel “tutto”?- chiese il ragazzo accennando un sorriso.

-Beh, questo dipende da te.- rispose la ragazza appoggiando le mani sulle spalle del ragazzo -Ma prima di questo devi prendermi.- sussurrò avvicinandosi al suo orecchio per poi scappare via ridendo.

Minho le lanciò uno sguardo di sfida per poi rincorrerla senza sforzarsi per prenderla sul serio, voleva divertirsi un po'. Scherzarono così per quasi tutto il resto della giornata.






Mi inginocchio a voi implorando il vostro perdono per il ritardo!!! ci ho messo moltissimo per scrivere questo capitolo ç___ç i miei nemici, la scuola, la mancata ispirazione, erano contro di me! ma sono riuscita a difendermi bene U.U quindi eccomi qui... spero vi sia piaciuto questo capitolo ^ ^ spero vivamente di riuscire a pubblicarne un altro durante le vacanze di natale! ma per ora vi saluto!! ciao, e grazie ancora a tutti quelli che stanno seguendo questa storia ^ ^ CIAO! *^^^*/

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Una volta lasciata la stanza per l'appuntamento, tra i quattro ragazzi rimasti calò il silenzio, finchè una voce non lo squarciò.

-Vi va un doppio appuntamento?- chiese L.Joe dando un colpetto sul braccio a GD. Lui in risposta guardò le due ragazze, il loro viso si era illuminato grazie ad un radioso sorriso. Senza dire nulla presero i ragazzi per le spalle, li girarono e li spinsero verso la porta.

-Tra 10 minuti all'entrata!- dissero in coro chiudendo poi la porta. I ragazzi si guardarono, entrambi mostrando una poker face più unica che rara.

-Direi che la risposta è si.- disse GD scoppiando a ridere con il compagno per poi dirigersi all'ascensore.

 

Nonostante il sole fosse già tramontato, Yuui e Minho si trovavano ancora al parco a ridere e a scherzare, qualcosa sembrava essere rinato tra loro. Cominciando a sentire la stanchezza decisero di fare una piccola passeggiata cenando con un hot dog. La luce della luna si rifletteva debole nell'acqua dei laghetti, rendendo l'atmosfera estremamente dolce; gli scoiattoli si affrettavano a tornare alle loro tane con le guance piene di noci; le cicale cominciarono a comporre le loro melodie notturne nell'erba. Yuui era incantata da questo spettacolo a tal punto da allungare d'istinto la mano verso quella di Minho per poi stringergliela. Il ragazzo in un primo momento ne fu sorpreso e si girò verso di lei, ma non appena la vide con quell'espressione serena in volto decise di non rovinare quel momento e di ricambiare la stretta. Il suo cuore batteva a più non posso, cercava di distrarre la mente invano, non riusciva a non pensare a quella splendida ragazza, ai suoi bellissimi capelli biondi, alla sua morbida mano, ai suoi occhi luminosi e alle sue labbra, le quali doveva essere le più dolci del mondo.

-Yuui- la chiamò un po' nervoso.

-Che succede? Vuoi tornare a casa?- chiese lei accorgendosi poi del gesto che aveva fatto inconsciamente -Oh! Scusa!- disse cercando di ritirare la mano. Lui in risposta le riprese la mano e strattonandola strinse a sé la ragazza poggiando la fronte sulla sua.

-Scusa, ma non resisto oltre.- e piano avvicinò le sue labbra baciando dolcemente quelle della ragazza.

 

Puntuali come un orologio svizzero, GD e L.Joe stavano aspettando le loro fanciulle all'entrata del palazzo. Erano vestiti eleganti, ma senza esagerare: entrambi indossavano un paio di jeans neri e scarpe da ginnastica; GD indossava una maglia color crema con sopra una giacca di pelle nera; L.Joe invece una camicia blu elettrico con i primi bottoni sbottonati.

Erano curiosi di vedere la reazione delle ragazze alla loro bellezza quando l'ascensore si aprì, insieme ai loro occhi increduli. Le ragazze sapevano bene dove andare a colpire i punti deboli dei loro gentiluomini. Giulia arrivò in jeans aderenti a vita bassa e con una maglia la cui scollatura non lasciava nulla all'immaginazione. Asja optò per un vestito decisamente corto senza spalline. Tutte e due indossavano dei tacchi a spillo da far invidia a delle modelle.

I due giovani a quella visione deglutirono all'unisono ammaliati da tanta meraviglia.

-Spiegatemi una cosa, GD ci ha messo quasi un'ora per preparare Angel, e voi invece siete riuscite a prepararvi in soli dieci minuti?- chiese L.Joe ricevendo poi un pugno di disaccordo sul braccio da GD -Hey, non era per offenderti!-

-Uhm, diciamo che per Angel è stato un completo affidarsi a lui, mentre Asja ed io ci siamo aiutate a vicenda.- rispose Giulia sorridendo -Bene, dove pensate di portarci?-

-Spero non in un locale squallido visto come ci siamo vestite.- disse Asja facendo la finta snob.

-Voi non preoccupatevi.- e i due ragazzi aprirono elegantemente le porte per le fanciulle -L'unica cosa della quale dovete preoccuparvi voi è quella di essere meravigliose ai nostri occhi ma non a quelli degli altri ragazzi, o potrebbe scattare la rissa, giusto L.Joe?-

-Addirittura? Fareste a botte per noi?- Asja si voltò verso Giulia ridendo -Che onore!- concluse un po' sarcastica lanciandole uno sguardo d'intesa subito ricambiato. I ragazzi erano impegnati a cercare di chiamare un taxi per accorgersi di ciò che stavano tramando quelle due -Lasciate fare a me.- Asja spostò i due ragazzi e con Giulia si misero sul ciglio della strada e solo porgendo una mano verso la strada un taxi si fermò immediatamente.

-Hey bellezze, dove vi posso portare?- chiese il tassista squadrandole da capo a piedi irritando i ragazzi che presero per mano le proprie donne.

-Al Royal Restaurant con i loro ragazzi!- disse quasi minacciosi GD aprendo la portiera per le fanciulle, ma L.Joe prese un attimo da parte Asja.

-Stai attenta ragazzina.- il suo sguardo era un misto di rabbia e maliziosità -Al cinema mi avrai anche fregato grazie alla situazione, ma non hai la minima idea di cosa potrei fare io.- si era avvicinato al suo orecchio sussurrando. Alla ragazza vennero i brividi non tanto per le parole, ma per la mano del ragazzo che dalla coscia si era fermata appena sotto il bordo del vestito. Dopo essere stati chiamati ripetutamente dai compagni anche loro due salirono sul taxi.

Una volta arrivati al ristorante i ragazzi accompagnarono le loro dolci metà alla porta come dei veri galantuomini. Il posto era elegante ma non troppo, adatto alla situazione. Aspettarono che qualcuno li condusse al loro tavolo per poi sedersi le ragazze da un lato e i ragazzi dall'altro, Giulia di fronte a GD e Asja a L.Joe. Appena sedute le fanciulle si scambiarono uno sguardo fin troppo malvagio, tanto che anche i ragazzi se ne accorsero e le guardarono un po' spaventati.

-Allora, che mangiate voi?- chiese Asja sfogliando di continuo il menu indecisa -Ci sono troppe cose, e di sicuro tutte buonissime!-

-E se prendessimo un piatto di spaghetti con le polpette in due?- chiese L.Joe sorridendole.

-Un po' alla Lilly e il Vagabondo? Si insomma vuoi farti notare.- rispose lei ridendo -L'idea è carina, ma meglio farlo un'altra volta, a casa soli soletti.- continuò facendogli l'occhiolino.

-Io penso prenderò solo un primo, ho come la sensazione che le porzioni qui saranno enormi! Quindi... vada per gli spaghetti allo scoglio!- decretò Giulia chiudendo il menu soddisfatta.

-Io invece prendo solo il secondo, ho troppa voglia di carne. Mi prendo il filetto di manzo.- decise GD annuendo -Se ti faccio assaggiare un po' di filetto, tu mi fai assaggiare un po' di spaghetti?- chiese a Giulia cercando di fare una faccina da cucciolo.

-Se la smetti di guardarmi così si, sei inquietante! Il carino non è il tuo stile!- scoppiarono tutti a ridere mentre GD fulminò con lo sguardo solo L.Joe -Da bere prendiamo del vino?-

Tutti concordarono, e non appena arrivò il cameriere ordinarono i piatti e del vino rosso.

 

Dopo che il Presidente dell'agenzia uscì dalla sala, Hyuna prese Hyunseung da parte.

-Come ci sei arrivato qua? No aspetta. Perché sei qua?- chiese lei con tono sorpreso.

-Dopo essere andato a parlare con il mio amico ho fatto un giro, giusto per riflettere un po' e quella canzone, quella che stavi provando, mi ha come catturato. Così incuriosito sono entrato e ti ho vista. Sono rimasto un po' a guardarti dalla porta, non hai perso il tuo stile, quello che tanto mi piaceva.- disse lui accennando un sorriso e guardando in basso -E a vederti ballare mi è venuta nostalgia di tutte le prove e i concorsi ai quali siamo andati insieme anche ad Angel così, quando uscirono dalla stanza i ballerini non ho resistito, la voglia di ballare mi ha sopraffatto e sono dovuto entrare. Ho preso il primo cd che ho trovato e ho iniziato a ballare come-

-Come facevi una volta.- disse Hyuna interrompendolo senza essersene accorta. Lui la guardò un po' sorpreso, sapeva che lei lo conosceva bene, ma non pensava così tanto.

-Ovviamente se per te non è un problema, potremmo provare a farlo quel duetto di cui parlava il Presidente.- sorrise appena guardandola negli occhi. Si avvicinò piano a lei fino a che lei non lo fermò poggiando una mano sul suo petto.

-Prima di parlare di quello.- si fermò un secondo incuriosendo il ragazzo -Rivestiti idiota!- urlò tirandogli addosso la maglia che aveva buttato a terra -Sarai anche mio amico, ma sono pur sempre una ragazza, e alla vista di un ragazzo in canottiera leggermente sudato non posso pensare con chiarezza!- concluse voltandosi e uscendo. Hyunseung la seguì con lo sguardo finchè non fu fuori dalla sala, sul suo viso quel sorriso si accentuò diventando quasi malizioso.

 

La serata proseguiva nel migliore dei modi, le due coppie ridevano e scherzavano come se nulla fosse. Dopo poco portarono al tavolo tutte le ordinazioni. Come aveva predetto Asja tutti i piatti erano buonissimi e veramente abbondanti, non era rimasto nemmeno uno spazietto per il dolce. Rimasero ancora un po' al ristorante giusto per finire la bottiglia di vino.

-Hey, hai visto quelle due ragazze?- dei ragazzi del tavolo a fianco stavano commentando a voce non poi così bassa -Sono bellissime.-

I commenti arrivarono sia alle ragazze, facendole sorridere, sia ai ragazzi, i quali si sbrigarono a pagare il conto per potersene andare. Le ragazze cercavano di trattenersi dal ridere per la gelosia di GD e L.Joe, gelosia che le inteneriva molto.

-Dove vi va di andare ora?- chiese GD.

-Vi ci sta un drink o siete piene anche per bere?- chiese L.Joe ridendo.

Le ragazze annuirono e così presero un altro taxi per lo stesso bar alla quale erano andati la sera prima. Anche se ci erano già stati, quel locale li lasciava sempre senza fiato. Trovarono facilmente un tavolo, mentre le ragazze prendevano posto, i ragazzi andarono al banco per ordinare. Quando GD si girò per dare un'occhiata in giro notò che dei ragazzi si erano già avvicinati al loro tavolo per parlare con le ragazze. Diede un colpetto con il gomito a L.Joe perché si girasse e non appena vide cosa stava accadendo, prese i drink e con prepotenza si avviarono entrambi al tavolo.

-Scusate, ma queste due belle fanciulle sono già occupate.- disse L.Joe poggiando i bicchieri sul tavolo.

-An si, e voi due chi sareste? I loro ragazzi?- disse uno dei ragazzi ridendo insieme agli altri -Tornatevene a mangiare il sushi, noi stavamo parlando.- e si girò verso Giulia.

-Ehm, la discussione finisce qua bimbetto. Quanti anni avrai? Forse sedici. Tornatevene voi a giocare con i videogiochi.- disse GD spintonandolo appena.

-Hey, stai cercando rogne?- gli si avvicinò con prepotenza -Guardate che bel figurino ragazzi, maglietta, giacchetta di pelle. Sei sicuro di non essere già impegnato con il tuo amico?- continuò ridendo.

-Ora mi hai stufato.- disse L.Joe battendo il pugno sul tavolo.

-Yah!- si alzò di scatto Asja allontanando GD e il ragazzo -Qua la situazione sta prendendo una brutta piega gente!-

-Tu pensa agli affari tuoi tesorina, che poi ci penso io a te.- disse il ragazzo spingendola in modo da farla sedere di nuovo.

-Come ti permetti?!- urlò Giulia -Ti prego, sei solo un idiota! Tu e i tuoi compari compagni di classe. Pensavate sul serio che ci stessimo? Ma per favore! Abbiamo di meglio che stare con bimbetti come voi!-

GD e L.Joe sorrisero vedendo la reazione delle ragazze.

-Bene, soddisfatti? Ora scusateci, ma noi volevamo goderci la serata tra di noi.- disse L.Joe picchiettando piano sulla guancia del ragazzo. Il gruppetto se ne andò umiliato e deriso dall'intero locale, mentre i ragazzi si godevano la loro vittoria con i loro drink -Stai bene Asja?- le chiese un po' preoccupato.

-Si si, tutto apposto.- sorrise e la serata continuò come se nulla fosse accaduto.

 

Quel bacio portò entrambi i ragazzi in paradiso, Yuui sperava potesse durare all'infinito, ma ad un certo punto Minho lo interruppe. Rimase a fissarla negli occhi con la fronte contro la sua.

-Che ne dici, torniamo a casa?- sorrise dolcemente in attesa della risposta.

-Va bene.-

Tenendosi per mano optarono per tornare a casa a piedi, per poter passeggiare ancora per quelle strade così affollate. Sembrava come se tutte le altre persone non esistessero per loro due, una specie di cupola li avvolgeva, loro e quello che piano piano cresceva tra loro. Con calma arrivarono al grattacielo, presero l'ascensore e una volta davanti alla porta dell'appartamento delle ragazze Yuui si girò verso Minho per dargli un altro bacio.

-Buona notte Minho.- disse sussurrando ancora sulle sue labbra.

-Buona notte Yuui. Sogni d'oro.- rispose lui accarezzandole i capelli.




Finalmente sono tornata!!! Non odiatemi vi prego, ma questo anno scolastico è stato il peggiore di tutti ç___ç ma ora finalmente è finito!!!  Sta diventando sempre più difficile trovare ispirazione per questa storia, ma ci metterò tutto l'impegno possibile!!!! Al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


L'atmosfera stava diventando sempre più strana, entrambi ci sentivamo un po' a disagio, insomma, ci eravamo visti solo una volta al supermercato e ora eccoci qui nella sua macchina diretti ad un appuntamento. Cercavo di guardare con naturalezza fuori dal finestrino, ma ogni tanto buttavo l'occhio su di lui: era veramente bello, vestito elegante toglieva il fiato. Ovviamente notai anche i suoi sguardi di apprezzamento verso di me, ma mentre io apprezzavo più il suo viso, lui era più concentrato sulle mie gambe scoperte dal vestito. Senza nemmeno rendermene conto arrossii di colpo.

-Oh, scusami!- disse lui nervoso tornando a guardare solo che la strada -Non volevo imbarazzarti! Sei veramente bella.- continuò mostrandomi un sorriso stupendo.

-Tranquillo, è che non sono molto abituata a vestirmi così, quindi non sono nemmeno abituata agli sguardi di un ragazzo affascinante come te.- risposi girandomi e notando il rossore sulle mie guance dallo specchietto. Come ogni sera la città era illuminata a giorno, uno spettacolo meraviglioso. Poco dopo arrivammo al ristorante, come un vero gentiluomo dopo aver parcheggiato venne ad aprirmi la portiera e una volta all'entrata mi aprì la porta.

-Buona sera, ho prenotato un tavolo a nome Lee Donghae.- disse al cameriere che ci accompagnò al nostro tavolo -Ti andrebbe del vino?- mi chiese.

-Preferirei di no, non sono grande amante del vino.- sorrisi -E poi tendo a non controllarmi quando bevo alcool.- conclusi ridendo.

-Buono a sapersi.- disse Donghae guardandomi e ridacchiando -In questo caso una bottiglia di acqua.- si rivolse al cameriere per poi aprire il menu. Anche se il piatto principale in quel ristorante erano i gamberetti, li servivano in tutte le maniere possibili, c'era fin troppa scelta. Rimasi a sfogliare il menu per una decina di minuti, e come me anche Donghae, non riuscivamo proprio a decidere che piatto scegliere, alla fine optammo per due piatti che interessavano ad entrambi così avremmo potuto assaggiarli entrambi.

-Allora, adesso devi proprio dirmelo. Perché mi hai scritto il tuo numero sul retro dello scontrino? Ti ho colpito così tanto da fare una cosa così pazza e tenera allo stesso momento?- chiesi guardandolo e ridendo.

-Beh, potrei chiedere lo stesso di quando mi hai mandato il messaggio, non credi? Ti ho colpito a tal punto da mandare un messaggio ad un ragazzo del tutto sconosciuto?- rispose guardandomi soddisfatto della sua risposta.

-Ma nel mio caso è stato diverso! Insomma, mica tutti i giorni un ragazzo carino mi lascia il suo numero!-

-Uhm, prima affascinante, ora carino.- si avvicinò un po' -Devo piacerti proprio eh?- chiese sorridendo appena. Io distolsi lo sguardo sentendo la pelle del viso bruciare per il rossore -Prenderò le tue dolci guance rosse come un si.- disse poco prima che arrivassero i nostri piatti. Per tutta la serata non fece altro che lanciarmi occhiatine soddisfatte, mi ero fregata da sola con quella domanda.

 

Hyunseung stava per uscire dall'agenzia quando il signore lo fermò.

-Hyunseung!-

-Oh, scusi Presidente,volevo venire a salutarla ma non l'ho trovata nel suo ufficio. Penserò alla sua proposta e ne parlerò con Hyuna.- disse facendo un inchino.

-Lo so bene ragazzo, ma per sicurezza- gli porse il cd con la traccia audio -Tieni questo. Magari ascoltandola e provando qualche passo con Hyuna posso sperare in una risposta affermativa.- sorrise poggiandogli una mano sulla spalla -Da quello che ho capito voi due avete ballato insieme per molto tempo. Domani mi sarei dovuto incontrare con uno dei nostri coreografi per discutere della coreografia per questa canzone, ma voglio che ci pensiate voi due.-

-Ma signore, noi non siamo dei professionisti!- rispose Hyunseung un po' agitato -E poi è da veramente molto tempo che non balliamo insieme Hyuna ed io.- continuò abbassando lo sguardo.

-Senti figliolo, io sono il presidente di questa agenzia da molti anni, riconosco un talento ad occhi chiusi. Quando ti ho visto ballare in quella sala, non solo ho visto un ragazzo di talento, ma ho rivisto Hyuna.-

-In che senso? Non la seguo?-

-Hyuna mi aveva parlato del vostro gruppo,- disse sorridendo -e solo vedendoti ballare avevo capito che eri tu il ragazzo con il quale ballava una volta. Tra voi c'è ancora quell'armonia di un tempo, per questo sono sicuro che fare un meraviglioso lavoro con la coreografia per questa canzone.- il Presidente alzò appena gli occhi e il suo sorriso si allargò -È meglio se vai ora, qualcuno ti sta aspettando.- e se ne andò.

-Arrivederci Presidente.- lo salutò Hyunseung e non appena si girò verso l'uscita vide che Hyuna era rimasta ad aspettarlo -Come mai ancora qua?- disse lui una volta uscito.

-Non pensi che noi due dobbiamo parlare di alcune cose? Ti riaccompagno a casa, così cominciamo il discorso almeno.- e tirando fuori le chiavi aprì la macchina.

I due ragazzi salirono e subito Hyunseung mise il cd nel lettore e fece partire la canzone.

-Non è male come canzone, assomiglia un po' allo stile che avevamo una volta.- disse lui muovendo la testa a tempo di musica -An si, prima che mi dimentichi, il Presidente vuole che noi pensiamo alla coreografia.-

-Cosa?- chiese Hyuna inchiodando con la macchina per non andare addosso a quella davanti rischiando di far sbattere la testa al ragazzo contro parabrezza.

-Yah! Sei impazzita?-

-Scusami. Ripeti quello che ti ha detto il Presidente.-

-Ci ha dato il compito di creare una coreografia per questa canzone. Penso indipendentemente dalla decisione di fare coppia o meno.-

-Fare coppia?- Hyuna arrossì lievemente.

-Intendo entrare nell'agenzia come duetto. Per me andrebbe anche bene! Sono esperienze uniche nella vita. Quindi dipende da te, non voglio costringerti a far-

-Facciamolo.- disse lei interrompendolo -Vengo a prenderti domani mattina presto, facciamo colazione, un po' di riscaldamento e poi pensiamo alla coreografia.- continuò fermandosi davanti al grattacielo.

-Ok, va bene!- Hyunseung era rimasto un po' sorpreso dalla sua risposta così improvvisa -Allora a domani!- scese dalla macchina e entrò nel palazzo mentre Hyuna ripartì per tornare a casa sua.

 

Donghae continuava a ordinare piatti di gamberetti, i camerieri era praticamente sempre al nostro tavolo.

-Qualcosa mi dice che hai fame.- dissi ridendo.

-Tu non ti preoccupare, in ogni caso sono io quello che pagherà il conto. Sei sicura di essere a posto te? Ordina pure quello che vuoi, per una sera mi permetto di fare lo spendaccione!- annuì mangiando un altro gamberetto.

-No no grazie, sono piena. Se mangiassi un altro gamberetto il mio stomaco entrerebbe in sciopero!- entrambi ridemmo -Immagino dal tuo accento che tu non sia propriamente di qui, e dai tuoi occhi azzarderei dire che sei asiatico. Da dove vieni?-

Donghae alzò il viso dal piatto sorpreso -Che sei un'investigatrice?- rise -Sono coreano, sono nato in Corea del Sud.-

-Come mio cugino!-

-Tu hai un cugino in Corea del Sud?- il suo sguardo diventò ancora più sorpreso e anche curioso.

-Ho anche vissuto per un periodo in Corea del Sud io. Noi ci definiamo cugini acquisiti.- annuii -E come ci sei finito a New York?-

-Dopo la perdita di mio padre avevo bisogno di cambiare un po' aria.- disse abbassando lo sguardo -Avevo proposto anche a mia madre di venire con me, ma pensava fosse meglio lasciarmi andare da solo, ed eccomi qui. Quando riesco a mettere su abbastanza soldi prendo l'aereo per andare a trovare mia madre e i miei amici.-

-Mi dispiace. Non volevo farti ripensare a questi ricordi tristi.- poggiai la mano sulla sua stringendola e cercando il suo sguardo con il mio. Donghae alzò lo sguardo e stringendo a sua volta la mia mano accennò un sorriso.

-Sei veramente un angelo, cara Angel.- chiamò il cameriere e dopo aver chiesto il conto pagò -Forza, andiamo a svagarci un po' per non pensare a certe cose. Non vorremmo rovinarci la serata.- disse sorridendo e tornando alla macchina sempre tenendomi per mano.

 

Come l'uscita di Yuui e Minho, anche il doppio appuntamento del resto del gruppo era finito e le due coppiette si salutarono con un dolce bacio per poi tornare nei propri appartamenti. Per le ragazze sarebbe stata una serata interamente dedicata alle risatine e ai pettegolezzi sulle rispettive serate, un continuo scambio di notizie e di complimenti verso i propri ragazzi, un vero e proprio Pigiama Party. Per i ragazzi la serata si sarebbe conclusa diversamente. Presero ognuno un controller e cominciarono a giocare tutti e tre insieme, e ovviamente si aggiunse anche Hyunseung una volta a casa. I commenti sulle uscite dei ragazzi non furono molti, furono di più i commenti sulla proposta di Hyunseung di fare il duetto con Hyuna.

 

-Ora dove mi porterai?- chiesi sorridendo.

-Purtroppo devo portarti a casa.- e mise in moto la macchina -Come ben sai, domani devo lavorare, in più mi tocca fare l'orario d'apertura.- continuò sbuffando come un bambino.

-Tranquillo, sono stata bene questa sera, potremmo uscire ancora, sempre se per te va bene.- ridacchiai -Magari la prossima volta potremmo uscire a ballare.-

-Ti piace ballare?- chiese incuriosito fermando la macchina.

-Ballare è tutta la mia vita. Solo mentre ballo mi sento veramente me stessa.-

-Con ciò vorresti dirmi che mi hai mentito per tutta la sera?- Donghae scoppiò a ridere.

-Dai, sai cosa intendo.- risi anche io per poi aprire lo sportello per scendere -Grazie per la bella serata.- mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia -Buonanotte Donghae.-

-Buonanotte Angel.- rispose per poi ripartire. Eravamo entrambi arrossiti un po' per l'imbarazzo creato da quel mio gesto. Presi l'ascensore e tutta felice mi diressi all'appartamento. Ma quella felicità si spense nel momento in cui le mie amiche mi assalirono per sapere tutti i dettagli della mia uscita con Donghae.

-Piano piano piano! Lasciatemi almeno cambiarmi d'abito!- dissi chiudendomi in camera.

-Ma puoi parlare anche mentre ti cambi! Dai siamo curiosissime!- disse Yuui quasi cercando di sfondare la porta. Le feci aspettare più tempo possibile prima di entrare, quella loro “disperazione” mi divertiva. Una volta di nuovo nelle loro grinfie raccontai tutto nei minimi dettagli.





Salve a tutte!!! Ecco finalmente un altro capitolo! Spero vivamente che sia di vostro gradimento. Grazie a tutti coloro che stanno seguendo questa storia e a chiunque volesse lasciare recensioni! Baci!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Per quella notte nel nostro vocabolario la parola “dormire” era stata cancellata. Parlammo tutta la notte come delle bimbe uscite a dormire tutte insieme, ci accorgemmo del tempo che era passato solo una volta sorto il sole, ma non appena un raggio provò a farsi strada nella stanza attraverso la finestra, prontamente Yuui chiuse le tende il più possibile, decretando così l'ora di andare a dormire. Avevamo l'intera estate per divertirci insieme, anche se una giornata la passavamo in tranquillità a dormire non sarebbe stato tempo sprecato, anzi, a parere di molte, dormire non è mai tempo sprecato. Giulia si occupo' del resto delle finestre e delle tende mentre Asja mise il cartellino “non disturbare” fuori dalla porta sulla maniglia e tutte spegnemmo il telefono per evitare chiamate inattese. Io mi limitai a buttarmi sul letto e a prendere sonno, mille pensieri mi giravano per la testa, tranne uno, quello che di li a poco avrebbe rovinato la nostra giornata di sonno.

Un essere il quale doveva essere umano ma sembrava più un invertebrato si stava muovendo sotto le coperte, finchè non sbucò fuori la testa di L.Joe. Guardò l'ora e come fosse stato telecomandato da qualcuno tirò un cuscino addosso a GD, il quale al primo colpo si limitò a girarsi dall'altra parte, al secondo emise dei versi che non esprimevano di certo la sua felicità, o la sua voglia di alzarsi, al terzo rilanciò tutti i cuscini addosso al compagno di stanza. Per loro sfortuna uno dei cuscini colpì le tende aprendole, e la loro reazione alla luce fu come quella di un vampiro, tanto che entrambi tornarono sotto le coperte. Vista la confusione che si era creata nella stanza affianco Minho e Hyunseung si svegliarono già con il desiderio comune di uccidere i loro amici. Si alzarono, andarono in bagno a lavarsi la faccia e ancora in pigiama entrarono nell'altra camera.

-Avete finito di fare tutto questo baccano? Guardate che è sole, mica un raggio mortale venuto dallo spazio.- disse Minho richiudendo appena le tende ma lasciando che un po' di luce entrasse -In ogni caso è ora di alzarsi pigroni.- concluse mentre Hyunseung rimase tranquillo in piedi con le mani dietro alla schiena, come se avesse voluto nascondere qualcosa.

-Per prima cosa prenditela con lui!- disse GD indicando il compagno -È stato lui a cominciare lanciandomi i cuscini. Seconda cosa lasciatemi stare che voglio dormire.-

-Yah, è ora di alzarsi.- disse con voce ancora addormentata L.Joe -E poi avresti preferito che venissi a svegliarti con un bacino sulla guancia in modo tenero?- continuò alzandosi e stiracchiandosi per bene. Senza aggiungere altro se ne andò in bagno per lavarsi la faccia, GD era ancora sotto le coperte e i due amici rimasti erano ai lati del suo letto. Si guardarono e come se si fossero letti nella mente annuirono all'unisono, Hyunseung portò avanti le mani che tenevano due bicchieri d'acqua e ne porse uno a Minho. Senza emettere alcun rumore svuotarono il liquido addosso a GD svegliandolo così definitivamente.

-Sveglia che si va a fare colazione.- disse Hyunseung andandosene via insieme all'amico.

Dopo una decina di minuti tutti e quattro erano svegli e vestiti, pronti per la colazione.

-Avete provato a sentire le ragazze voi?- chiese L.Joe con un'espressione sul viso quasi preoccupata -Io ho provato a chiamare Asja ma ha il telefono spento.-

-Forse si è dimenticata di spegnerlo e si è scaricato durante la notte. Provo a chiamare Yuui.- disse Minho prendendo il suo telefono invano -Nulla, anche lei ce l'ha spento.-

Hyunseung si diresse al telefono della stanza e digitò il numero dell'appartamento delle ragazze, sentii il telefono squillare per qualche secondo e poi la linea cadere d'un tratto: appena sentito il telefono squillare Asja staccò la spina inconsciamente ancora nel mondo dei sogni. Ognuno provò a chiamare ma nessuno ebbe risposta. Da organismi semplici come sono i maschi, non avrebbero mai pensato che stessimo ancora dormendo o altro, no, pensarono tutti gli scenari peggiori preoccupandosi tantissimo.

 

Anche Hyuna si stava svegliando. Si alzò dal letto, prese dei vestiti puliti e andò in bagno per farsi una doccia rinfrescante. Accese lo spruzzo regolandolo su una temperatura tiepida e dopo essersi spogliata entrò beandosi del tocco leggero dell'acqua che sfiorava la sua pelle. Qualsiasi cosa facesse si portava sempre il telefono con sé in caso di emergenza, e quando lo sentì squillare sul mobiletto tra la doccia e la vasca, perché lei era più solita farsi il bagno ma per quando era di fretta la doccia era più efficace, sporse una mano fuori dalle tendine e rispose mettendo il viva-voce.

-Pronto?-

-Pronto? Hyuna? Che è tutto questo rumore?- chiese Hyunseung non capendo e facendo fatica a sentire cosa stesse dicendo dall'altra parte l'amica.

-Sono sotto la doccia.- rispose alzando la voce -Perché mi hai chiamata?-

Non appena sentì quelle poche parole il ragazzo entrò nel pallone, e purtroppo per lui era in viva-voce anche il suo telefono, così anche gli altri ragazzi stavano ascoltando e iniziarono a punzecchiarlo senza però farsi sentire dalla ragazza.

-Hoy, ci sei ancora?-

-Oh! Si si!- rispose più agitato di prima -Nulla volevo solo chiederti se per caso hai sentito Angel.-

-No, mi sono appena svegliata, e sai che la prima cosa che faccio la mattina è una doccia o il bagno, o te ne sei dimenticato?- a quel punto i ragazzi scoppiarono a ridere mentre Hyunseung si stava facendo trascinare dall'immagine ormai nella sua testa della ragazza sotto la doccia.

-Ok! Se dovessi sentirla dille di chiamarmi. Ciao!- e in fretta chiuse la chiamata.

Hyuna fece spallucce e tornò alla sua doccia. Una volta uscita e asciugata si vestì e curiosa della chiamata dell'amico decise di provare a chiamarmi, anche lei senza risposta.

-Forse sta ancora dormendo.- sorrise e scese in cucina per fare colazione.

 

I ragazzi si stavano ancora prendendo gioco di Hyunseung e di quella chiamata imbarazzante -In ogni caso nemmeno lei l'ha sentita. Direi di andare direttamente al loro appartamento.- disse dirigendosi deciso verso la porta seguito dagli altri tre. Una volta arrivati alla porta bussarono, più di una volta, senza risposta.

-Che diamine, non è da loro dormire fino a tardi.- disse L.Joe.

-Che sia successo qualcosa?- chiese Minho preoccupato -Dovremmo chiamare il portinaio!- non fece in tempo a ricevere una risposta affermativa che GD era già in ascensore diretto all'entrata dello stabile. Pochi minuti dopo furono già di ritorno, con la chiave di riserva.

Nel frattempo io mi ero svegliata per il trambusto, e ancora mezza addormentata me ne andai in bagno per lavarmi la faccia, ogni tanto sbattendo contro qualche porta. Entrai in bagno e aprii il rubinetto però sull'acqua bollente e non appena misi le mani sotto il getto d'acqua un urlo di dolore risuono in tutto l'appartamento.

-Che cos'era quell'urlo?- chiese Hyunseung allarmato -Muoviamoci!- ed una volta aperta la porta entrarono con in viso un'espressione spaventata. Io stavo uscendo dal bagno con un asciugamano bagnato fresco in mano per attenuare il dolore e non aspettandomi i ragazzi davanti a me urlai di nuovo spaventandomi per qualche secondo. Quel secondo urlo arrivò anche alle ragazze, le quali si alzarono e uscirono dalle camere per capire cosa succedesse.

-Cosa urli?- chiese Giulia preoccupata.

-Chiedilo a loro! Mi hanno fatto prendere un colpo!- dissi riprendendo il giusto ritmo del battito cardiaco.

-Yah! Abbiamo sentito qualcuno urlare e pensavamo ci fossero dei problemi!- si giustificò Hyunseung.

-Direi, ho aperto l'acqua calda e mi sono quasi ustionata le mani. Aspetta, quindi eravate voi a fare tutto quel rumore in corridoio? Mi avete svegliata!- dissi lanciandogli l'asciugamano.

-Stavate... dormendo?- chiesero tutti i ragazzi in coro inclinando la testa come se non capissero.

-Ma ci siete o ci fate?- chiese Yuui -Certo che stavamo dormendo, ma voi che ci facevate in corridoio davanti alla nostra porta?-

I ragazzi si guardarono tra loro e capirono di aver fatto una cavolata -Abbiamo provato a chiamarvi e non rispondevate, ci stavamo preoccupando.- avanzò timoroso Minho. Il silenzio calò nella sala. Rimanemmo a guardarci per qualche minuto, noi ragazze con sguardo talmente serio da poterli fulminare da un momento all'altro, i ragazzi a testa bassa cercando conforto tra di loro. Il tutto venne bloccato dalla suoneria del telefono di Hyunseung.

-Pronto?-

-Ho provato a chiamare Angel ma non risponde, può essere che stia ancora dormendo e che abbia spento il telefono per non essere svegliata.- disse Hyuna. Hyunseung deglutì e mi guardò.

-Penso anche io.- disse ridacchiando nervoso.

-Non andare a svegliarla, sai com'è, se spegne il telefono vuole dire che ha bisogno di dormire.- Hyuna fece una pausa pensierosa -Magari è uscita e fatto tardi.-

-So benissimo com'è se vuole dormire.- deglutì di nuovo -Grazie per avermelo detto, ciao.- e chiuse la chiamata accennandomi un sorriso.

-Direi che una bella colazione ora ci stia bene.- disse Asja.

-Hai ragione! Forza, vi portiamo a fare colazione!- disse L.Joe sperando di smorzare tutta quella tensione.

-Eh no caro mio, la colazione ce la preparerete voi.- rispose lei sorridendo -O no ragazze? Devono pagare per ciò che hanno fatto.- ci fu una risata collettiva.

 

Quella sarebbe stata la prima di moltissime mattine, tutte passate così. 



Salve a tutti... Nota molto importante: non penso di riuscire a continuare la storia come pensavo quando l'avevo iniziata. Purtroppo più scrivo e meno mi soddisfa, quindi molto probabilmente il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Mi dispiace tantissimo perchè avevo molte idee ma avrei solo che peggiorato il tutto. Purtroppo non sono molto brava a gestire storie a capitoli, e sto ancora "imparando". Mi scuso ancora con tutti e ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino a questo punto. Grazie.

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