Live like there's no tomorrow

di rebecca1D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Feels like snow in september ***
Capitolo 2: *** Words will be just words ***
Capitolo 3: *** You can take my heart like a criminal ***
Capitolo 4: *** One way or another ***
Capitolo 5: *** One Time ***
Capitolo 6: *** So I tell myself that I'll be strong ***
Capitolo 7: *** You make me glow ***
Capitolo 8: *** Be my runaway baby ***



Capitolo 1
*** Feels like snow in september ***


1.
Fells like snow in september







Dling dlong


‘Merda è già qui!’ sbraito finendo di passarmi il mascara sulle ciglia. ‘ehi signorina, ti sembra questo il linguaggio da utilizzare?’ questa è mia nonna. ‘Fallo entrare, ho quasi finito’ le rispondo. ‘Certo che lo faccio, lo faccio tutte le mattine ormai. Io alla tua età mandavo avanti la casa, tu non riesci nemmeno a prepararti in tempo! Ah come mi piacerebbe tornare indietro nel tempo a quando…’ la sua voce svanisce. Non so se è perché non la sto più ascoltando o perché è andata ad aprire alla porta, quello che so è che sono pronta. Mi do un’ultima occhiata allo specchio. Non l’avessi mai fatto, ora mi sembra che tutto il trucco che mi sono messa non serva a niente, sono brutta anche con su questa maschera. Fanculo, perché io non posso essere bella? Mentre penso a questo sono già arrivata giù dalle scale.

‘Ciao Mac! Ogni giorno ci mettiamo sempre di più eh a vestirci?’ ‘non chiamarmi Mac, lo sai che lo odio’ rispondo mentre mi trascino fuori dalla porta. Non so da dove lo abbia tirato fuori questo soprannome, forse fal fatto che MC sono le iniziali del mio nome, oppure perchè ho un odio verso il Mc Donald's, o anche perchè qualche anno fa desideravo tanto un mac... Fatto sta che questo è il mio soprannome.
‘ciao nonna’ saluto, e subito ricevo una risposta: ‘Buona giornata Maryclare’. Ecco il mio nome. I miei genitori erano indecisi se chiamarmi Mary o Clare, e alla fine li hanno uniti. Poco importa, tanto ora loro non ci sono più. Sono morti cinque anni fa, quando avevo dodici anni. Ancora non ho realizzato che loro non ci sono più. Resta il fatto che io vivo con mia nonna. E' malata di cuore, ogni due per due deve andare a fare dei controlli all'ospedale. Spero che muoia il più tardi possibile, perchè le voglio un bene dell'anima, è come la madre che non ho più e la sorella che ho sempre voluto (si, sono pure figlia unica); e quello che meno voglio adesso è un altro funerale di una persona che amo. 'Allora, pronta per storia Mac?' mi riprendo e ritorno alla realtà. 'Storia? Cosa c'è di storia?' quasi mi prende un infarto. 'Ma come, non hai studiato per la verifica di oggi? ha detto che il voto che prendiamo in questa verifica lo riporterà sulla pagella, non tenendo conto di tutti quelli precedenti' 'CHE COSA? non ho studiato neanche una frase!' Dovete sapere che storia proprio non fa per me, non capisco come gli altri riescano a trovare interessante studiare a memoria delle date di guerre che hanno portato tristezza e sofferenza a tanta gente.

Sento una risata, di gusto. 'AHAHAHAHHA Mac, dovevi vedere la tua faccia! Sembri un fantasma AHAHAHAH non c'è nessuna verifica oggi! Con te è troppo facile Mac' Ecco a voi Taylor, il mio migliore amico nonchè vicino di casa. Ci conosciamo da quando siamo piccoli, lui è il classico ragazzo figo della scuola, e mi sorprende che nonostante io sia conosciuta come 'l'amica di Taylor' o come 'la vicina di casa di Taylor' (si, sono abbastanza "sfigata" e se non fosse per lui la scuola non saprebbe neanche chi sono), lui sprechi ancora tanto tempo con me quanto quando eravamo piccoli. Molto facilmente chi è nuovo della scuola ci scambia per fidanzati, ma io nonostante ammetta della sua figaggine, non mi piace, non sono interessata in quel senso a Taylor. Lo insulto pesantemente, come sempre, e lui mi prende come suo solito in braccio, mentre io mi divincolo ridendo. 'Come riesci a trovare tutta questa forza la mattina prima di andare a scuola?' gli chiedo. Non sento la sua risposta perchè viene coperta dal suono della campanella. Finalmente mi libera da quella presa mortale, mi sistemo i capelli, prendo il mio zaino, saluto e vado nella mia classe di storia, e mi scappa una risata mentre penso allo stupido scherzo che mi aveva fatto poco prima.
 

Finalmente le sei interminabili ore di scuola finiscono. Mi dirigo verso il cancello dell'edificio; raggiunto mi fermo ad aspeettare Taylor: lui è all'ultimo anno e i professori non so perchè li tengono in classe altri dieci minuti da quando è suonata la campanella. Le troie della scuola non mi salutano perchè ovviamente lui non è qui con me, sennò farebbero le dolciose da diabete per farsi apparire più belle e gentili ai suoi occhi. Come se lui non sapesse che la danno a il primo umano dotato di un qualcosa che loro non hanno... Taylor ogni tanto si diverte a provarci con qualcuna di loro per vedere la reazione. Io gli dico sempre che anche se non sembra pure loro hanno dei sentimenti e non bisogna giocarci, ma lui mi dice di stare tranquilla.
La sua voce mi riporta alla realtà. 'Ehi Mac, come è andata la verifica di storia?' 'Vaffanculo prorpio dal profondo del cuore Tay' gli rispondo tirandogli una gomitata. Camminando e scherzando quasi non  ci accorgiamo che siamo già a arrivati a casa mia. 'Ciao Mac' mi saluta abbracciandomi. RIcambio il saluto ed entro in casa.
 'Ciao nonna' 'Ciao Maryclare, come è andata a scuola?' 'Bene' rispondo sedendomi a tavola dove mi aspetta il mio pranzo. Dopo essermi ingozzata guardo un film con mia nonna. Finito mi costringe a studiare, ma proprio non ho voglia. Apro il libro di fisica, ma la mia testa è altrove. Mentre penso ai fatti miei guardando il libro aperto sulla pressione, vedo il mio cellulare illuminarsi. Guardo il messaggio. E' da parte di Anne, una delle troie; mi chiede se venerdì sera ho voglia di andare alla sua festa. Le rispondo che va bene, e dopo neanche tre secondi mi arriva un altro suo messaggio in cui mi dice che se voglio posso portare un amico. Ovviamente so a chi si riferisce, così di malavoglia invio un messaggio a Taylor chiedendogli se ha voglia di venire, e mi risponde subito con una risposta affermativa. Bene, farò una sera a vedere Anne strusciarsi su e giù da Taylor. Questo pensiero mi fa un effetto strano, quindi chiudo il libro e vado a preparare l'acqua per fare un bagno caldo.                         





ook, questa è la mia nuova FF, questo capitolo fa un po' schifino ma è un po' la presentazione ed è essenziale. Nella mia idea originale diventerà più avventurosa dopo, spero che non sarà una FF normale e tranquilla... vedremo :) intanto se lasciate qualche recensioncina non mi dispiacerebbe pleasee :)
ps vorrei ringraziare tantissimo @cuorvato che mi ha fatto con molta pazienza il meraviglioso banner... Grazie mille!

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Capitolo 2
*** Words will be just words ***


2.

Words will be just words


 



 

Oggi è venerdì e Taylor è malato. Bene, vuol dire che alla festa non ci saranno strusciamenti, o almeno non sul suo corpo. Finita la scuola torno a casa e studio un'oretta per poi concentrarmi sul mio aspetto fisico. Mi faccio una doccia, la ceretta, le sopracciglia e tutto il resto per poi passare alla fase vestito.
visto che non fa nè caldo nè freddo decido di vestirmi con un look non molto da sera, ma pazienza. Metto i classici leggings neri e sopra una canotta bianca un po' larga con delle righe gialle e rosa (la mia preferita). Per le scarpe opto per delle classiche sneakers bianche basse, e come accessorio finale una sciarpa. Per la capigliatura decido di piastrermi i capelli e raccoglierli in una coda di cavallo.

Verso le 21 esco salutando mia nonna e dicendole di non aspettarmi sveglia, anche se so che lo farà; e mi dirigo verso la casa di Anne. La sua casa è qualcosa di esagerato, ed ha pure la piscina interrata. Si sente già la musica, segno che la festa è già iniziata. Suono il campanello e viene ad aprirmi una Anne vestita con una gonna (descrittibile solo con l'aggettivo giro-figa), una canotta color panna e dei tacchi 14.
'Ciao Mary'. Mentre pronuncia queste due parole i suoi occhi guardano alla mia destra, sinistra e infine dietro di me, per poi chiedermi con aria delusa: 'Taylor non c'è?' 'No, è malato' 'Ah... Beh che fai qui fuori? Dai entra!' Entro esitando in quella casa a me sconosciuta.
Quello che noto dal primo istante che metto piede dentro la casa sono le coppiette che fanno ben altro che baciarsi.
Guardo in giro se conosco qualcuno e non trovando nessuno mi dirigo verso il bancone dei drink. Ne prendo uno leggero, non voglio ubriacarmi e fare cose di cui mi pentirei.

Passo credo un'ora seduta sul divano accanto ad una coppia. Quello che ha fatto tutto quel tempo non ci interessa, potete semplicemente immaginarlo. Mi alzo per cercare Anne e dirle che me ne vado, e quando la trovo non faccio in tempo ad aprire bocca che subito lei mi chiede se mi sto divertendo alla festa. 'Beh... In realtà io volevo...' la ragazza mi interrompe. 'Conosci Greg?' dice fermando un ragazzo che è appena passato accanto a lei.'No, ma in realtà io volevo...''Beh ma allora vi presento!' Queste continue interruzioni mi stanno cominciando a dare sui nervi. 'Greg, ti presento Maryclare, Mary questo è Greg. Dai fate un po' di conoscenza!' Faccio per obbiettare, ma la ragazza se ne è già andata a prendere un altro drink.
'Ehi' mi dice Greg guardandomi con il classico sguardo a cui nessuna ragazza riuscirebbe a resistere, me inclusa. Ora che lo guardo bene non è niente male. Parliamo per un po' più di mezzora, quando ad un tratto lui mette il suo braccio intorno ai miei fianchi e comincia a cercare di baciarmi. Io gli tolgo il suo braccio dal mio corpo e lo saluto.  'Mary ma che ti ho fatto?'dice prendendomi per un braccio. 'Scusa, non so come tu sia abituato, sicuramente ci sono ragazze che cadono ai tuoi piedi e darebbero qualsiasi cosa per un tuo bacio, ma io non sono una di loro.' dico liberandomi dalla sua presa.

Trovo Anne poco lontano, ormai ubriaca marcia, intenta a cercare di rimanere in piedi senza vomitare.'Anne io vado' come risposta ricevo un rigetto sul pavimento. Disgustata esco da quella casa e mi avvio a piedi verso casa.
Decido di prendere la scorciatoia, meno illuminata ma che mi risparmia circa dieci minuti di camminata. Quando sono a metà, sento un'auto dietro di me. Non ci faccio caso, non è strando che passino delle macchine.
Quando però questa comincia a rallentare man mano che si avvicina a me, io comincio ad accelerare il mio passo. Sento una proveniente dall'auto. 'Ehi vuoi un passaggio?' guardo nella direzione dalla quale è arrivata la domanda. Non conosco la persona che me l'ha rivolta, quindi rifiuto accelerando ancora di più il mio passo. Praticamente sto correndo. 'Ehi non correre! Dai è solo un passaggio a casa!' L'auto continua a seguirmi. 'Ho detto di no!' urlo, trattenendo le lacrime. Ora sto correndo più veloce che posso.
Dall'auto, che continua a seguirmi, scendono due tizi vestiti con un camice bianco e uno di loro non so come riesce a placcarmi, cosìcche l'altro mi metta un fazzoletto impregnato di una sostanza che mi fa perdere i sensi.

Quindi ora ci sono io, senza sensi, trasportata su un'auto guidata da un ragazzo con seduti sui sedili posteriori due uomini vestiti di bianco con l'aria soddisfatta.

 
 



Alloora, come potete vedere le cose si stanno complicando c:
credo che abbiate capito che non sarà una FF alla 'tizio incontra caio, si innamorano e vivono per sempre felici e contenti' (non fraintendetemi, io amo quel tipo di FF, infatti se guardate tra quelle che sto scrivendo ce ne è una di quel genere c; )

coomunque, visto che a scuola il periodo concentrato di verifiche è passato, spero di continuare ad aggiornarla.

Se avete voglia lasciatemi qualche recensione per darmi qualche consiglio o semplicemente per farmi sapere come vi sembra c:

p.s. vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, grazie mille!

pps. vorrei fare un grazie speciale ancora a @cuorvato che mi ha fatto il meraviglioso banner, grazie davvero c:

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Capitolo 3
*** You can take my heart like a criminal ***


3.
You can take my heart like a criminal



 



Un rumore impovviso mi sveglia.


Apro gli occhi e mi guardo in giro. Sono in una camera da letto tutta bianca e sterilizzata, sembra di essere in un ospedale. Questa idea mi rallegra: ecco dove sono, in un ospedale, qualcuno mi ha vista su quell'auto e mi ha portata all'ospedale perchè ha visto lo stato in cui mi trovavo.
Ora che la metto giù così l'idea, smbra un po' improbabile. Beh, mai dire mai.

Mi guardo e vedo che indosso una tuta bianca. Con uno sforzo disumano mi alzo dal letto sul qual mi ritrovo distesa e mi dirigo verso l'armadio, anch'esso bianco, per vedere che altri vestiti ho a disposizione: i miei abiti che avevosu alla festa e un numero infinito di tute bianche.
Vado in bagno per darmi una sciacquata quando noto qualcosa di lampeggiante nel mio braccio, così torno sul mio letto a studiarlo.

Dopo circa un'ora non ho ancora capito di cosa si tratta, così mi dirigo verso la finistra della mia camera.

E' abbastanza grossa per passarci attraverso, ed è aperta, così la scavalco per andare a fare un giro nel giardino.
Neanche il tempo di di mettere i piedi sul terreno che la cosa nel mio braccio comincia  a lampeggiare di rosso e sento un allarme partire dall'edificio da cui sono appena uscita.

Mi guardo in giro allarmata e vedo alcune guardie vestite pure loro di bianco correre verso di me. Mi saltano addosso iniettandomi qualcosa nel braccio.

Quando mi risveglio non sono più nella camera in cui avevo passato la mattinata.Sono invece su una specie di barella e sono legata. Cominicio a divincolarmi, ma con scarso successo.

'Oh, la nostra fuggitiva si è svegliata e già vuole scappare eh? Ma hai già compiuto un record stamattina' giro la testa nella direzione da cui è provenuta la voce. E' un uomo che parla, ed ha su un camice bianco come quello dei dottori. 'nessuno aveva provato a fuggire così presto. Ma comunque non andrai da nessuna parte finchè avrai questo' dice l'uomo indicandomi l'oggetto lampeggiante che ho nel mio braccio sinistro.'Che cosa è?' chiedo. 'E' un localizzatore' mi risponde una donna accanto all'uomo e vestita esattamente come lui. 'ci indica dove si trova uno di voi e fa scattare l'allarme nel caso usciste dalla struttura''Noi chi? Perchè non mi slegate?' chiedo. 'Ora ti sleghiamo, ma prometti che non cercherai mai più di fuggire.' mi dice l'uomo. 'sisi lo prometto, ma non avete risposto alla mia prima domanda' dico io in modo sbrigativo.

'Oh ma quanta impazienza!'la donna dopo aver pronunciato queste parole si mette a ridacchiare insieme all'uomo. Quella li mi sta già sulle palle, scommetto che è stata sua l'idea di legarmi.
'Lo scoprirai adesso' mi dice l'uomo dopo aver finito di ridere come un deficiente insieme alla sua amichetta.

Finalmente mi slegano, io mi alzo forse con troppa violenza e cado per terra. Mi dico che l'effetto del liquido che mi avevano iniettato nel braccio le guardie sicuramente non è ancora svanito, mentre l'oca e il suo amico ridono fino a piangere.

Due ragazzi che più o meno avranno l'età di Taylor mi accompagnano fuori dalla porta. 'Mi dispiace' mi dice uno dei due.Lo guardo in faccia, si intravede un velo di malinconia nei suoi occhi. 'Per cosa?'gli chiedo. 'Per essere qui, ormai non potrai più tornare indietro'. Un brivido mi percorre su per la schiena. 'In che senso?'sussurro con una voce rotta dalla paura, ma non ricevo una risposta poichè i due ragazzi aprono la porta davanti a me.

Essa da su un'altra stanza bianca e grigia ma piena di ragazzi e ragazze vestiti come lo siamo io e i due ragazzi che mi hanno aiutata a camminare. Un'uomo identico a quello che mi ha slegata se non fosse per il viso molto più anziano e severo si avvicina a me. 'Lei è Maryclare Smith giusto?'mi domanda. Annuisco. Come fa a sapere come mi chiamo? Chi è lui? Dove mi trovo? Comincio ad agitarmi.

L'uomo mi guarda negli occhi e come se mi stesse leggendo nella mente mi dice 'Tutto quello che vuole sapere verrà detto ai nuovi arrivati a momenti, si metta in riga insieme alle altre cavie'. Cavie. Questa parola mi provoca un altro brivido.

Mi posiziono in riga, come mi ha detto l'uomo. Dopo pochi minuti comincia a parlare.

'Voi siete stati scelti da noi per essere delle nostre speciali cavie. Ognuno di voi ha una caratteristica unica nel mondo e vogliamo studiarla, è per questo che siete qui. Tutti voi avete una camera con bagno privati. Avete diritto a una chiamata al mese, che durerà due minuti esatti. Non potete rivelare dove siete, anche perchè relativamente non lo sapete. Non potete dire cosa succede qui. Verrete pagati 15 dollari al mese, quindi non dovreste lamentarvi. Buona permanenza'
La fila di cavie si scioglie.

 


 




Allora, scusate per l'osceno capitolo ma in questi giorni sono malata, però dovevo aggiornarla. Grazie per tutte le recensioni degli altri due capitoli c:
ps Si, lo so, per il fatto del localizzatore ho preso spunto da Hunger Games, ma questa FF è un sogno che ho fatto una notte, e visto che mi è piaciuto, ho pensato di scriverlo. Ah, Taylor Lautner non si trasformerà mai in un lupo mannaro. cwc
pps. vorrei ancora ringraziare @cuorvato per il banner. Grazie mille!





 

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Capitolo 4
*** One way or another ***


4.
One way or Another




 

Due guardie mi scortano fino alla mia stanza, la stessa da dove ero "scappata" quella mattina.



Mi butto sul letto pensando a quello che mi sta succedendo.
Sembra un incubo, uno scherzo; se lo è, non è divertente.

Decido di farmi una doccia per schiarirmi le idee; quando esco trovo un biglietto sul comodino che mi invita alla cena che si terrà alle 19.30, cioè tra circa tre quarti d'ora. Mi infilo uns delle tante anonime tute ed esco dalla mia camera per esplorare la struttura.

Appena uscita noto che siamo in tre che giriamo a vuoto, ma sempre sotto il controllo delle guardie. Non voglio andare a fare conoscenza con le altre due cavie perchè non ho voglia di presentarmi, e poi sono sempre stata una ragazza non proprio asociale ma che sta sulle sue, ecco. Così cammino un po' in giro da sola, e quando mi sembra che sia più o meno ora chiedo ad una guardia se può dirmi dove si trova la sala da pranzo. La guardia mi accompagna fino ad una porta, quindi la apro.

La stanza in cui mi ritrovo sembra infinita. Ci sono tantissimi tavoli lunghi almeno sette metri l'uno, che possono contenere tantissime persone, molti di essi sono già occupati,quindi io decido di sedermi in uno mezzo vuoto. Dopo poco servono la cena: come primo una minestra e come secondo una bistecca con dei pomodori. Niente di che, ma mangio fino a saziarmi, visto che non tocco cibo da ieri sera. Dopo circa un'ora e mezza abbiamo finito tutti di mangiare e le guardie ci scortano nelle camere dicendoci che domani la sveglia sarà alle sei in punto.
Mi getto bel bagno per sciacquarmi prima di andare a dormire.

Neanche quando andavo a scuola mi svegliavo così presto. A scuola. Sono qui da neanche un giorno e già voglio tornare a scuola. Mi manca la normalità, la nonna, Taylor.Taylor.

Pensare alle persone a cui voglio più bene mi fa venire da piangere, e mentre le lacrime mi rigano il viso, la stanchezza prende il sopravvento e mi addormento ancora con le guancie appiccicose per le lacrime appena versate.

La mattina seguente mi sveglio per colpa di un suono come di una sirena, realizzo che deve essere la sveglia.
Dopo essermi lavata via i residui delle lacrime di ieri mi infilo un'altra tuta bianca e mi dirigo verso la stanza dove ho cenato ieri.

Dopo aver fatto una abbondante colazione l'uomo che ieri ci ha spiegato il regolamento. Si dirige verso il centro dell'enorme sala.

'Stamani come al solito alcune di voi cavie verranno analizzate, mentre altre si alleneranno. Oggi pomeriggio essendo l'ultima domenica del mese potrete chiamare a casa, ma con le solite regole. Se qualcosa non vi è chiaro, non esitate a chiedere alle guardie'

Detto questo se ne va e ci dividono in due gruppi, il primo in cui le cavie verrano allenate e il secondo in cui ci sono le cavie che verrano analizzate. Mi domando se in quest'ultimo ci sia qualche possibilità di uscire vivi se queste analisi sono fatali.
Questo dubbio me lo dovrò tenere fino a quando non sarò io in quel gruppo. Infatti oggi mi ritrovo nel primo, quello degli allenamenti.
Seguo le persone che sono con me e mi ritrovo in una palestra  bianchissima con degli attrezzi, alcuni semplici, altri mai visti.
Si presenta un ragazzo non molto più vecchio di me e dice di essere il nostro allenatore e ci assegna degli esercizi da svolgere.
Passo la mattinata in quella palestra e verso l'ora di pranzo ci concedono l'opportunità di farci una doccia.

Dopo esserci lavati via il sudore andiamo a mangiare, e noto che la metà dei ragazzi che erano stati messi nel gruppo delle cavie non è presente. Cerco di non pensarci, ma comunque è evidente, la sala è mezza vuota.
Cerco di pensare piuttosto che questo pomeriggio potrò telefonare a qualcuno. Decido di telefonare a mia nonna, ovviamente. Per quanto voglia bene a Taylor, se telefono a mia nonna poi sicuramente lei glielo dirà che io sto bene.

Finito di pranzare ci dicono di metterci in coda, ci sono tre telefoni, di quelli vecchi ancora con la rotella al posto dei tasti, ovviamente bianchi, e ci dividiamo in tre file indiane più o meno uguali per ognuno dei telefoni. Io sono più o meno al centro della mia fila, spero di arrivare presto al telefono. Non vedo l'ora di sentire la voce di mia nonna, dirle che sto bene e di non preoccuparsi. Sicuramente si preoccuperà lo stesso, però almeno sa che sono viva.

Mentre penso a queste cose arriva il mio turno.

Con la mano tremante compongo il numero di casa. Alzo la cornetta all'orecchio. Tuu tuu tuuu.
Perchè non risponde? tuu tuu tuu. Cominciano a scendermi le lacrime dagli occhi. Metto giù la cornetta, ed esco dalla fila. Cerco di trattenere le lacrime, ma comincia a bruciarmi la gola e alla fine scoppio.
E qui non c'è nessuno che mi consola.
Sono sola.

Sola
in questo posto sconosciuto.


 



 



 

Allora, prima di tutto voglio scusarmi per il ritardo, ma volevo pubblicarlo l'undici, il compleanno di Taylor, ma alla fine sono stata male e non ho potuto pubblicarlo, poi l'altro giorno l'ho messo e alla fine non si vedeva niente ed era come se non l'avessi pubblicato D:
comunque mi scuso anche per lo schifo immondo, infatti questo dovevano essere due capitoli ma li ho tagliati ed è uscito questo schifo che non mi piace neanche un po'.
Vorrei ringraziare ancora @cuorvato per il banner :)

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Capitolo 5
*** One Time ***


5.
One time


 



Ormai sono più o meno tre settimane che sono qui.

Secondo i miei calcoli la prossima domenica dovrebbe essere quella tanto attesa in cui mi daranno i miei 15 dollari e, la cosa più importante, finalmente potrò chiamare a casa.

Questa volta chiamerò Taylor.

Durante questo periodo ho conosciuto una ragazza, Abigale, e un ragazzo, il suo migliore amico, Devon. Non è che siamo amicissimi, ma ogni tanto quando ci icontriamo parliamo un po'. Hanno un anno in più di me e ormai sono qui da un bel po' di tempo.
Sembrano che si siano rassegnati all'idea di non vedere mai più i loro parenti, ma io non sono di questo parere: secondo me un giorno riuscirò a scappare da questo posto.
Comunque alle domande su che cosa facessero quei pazzi vestiti di bianco quando vieni 'sezionato' non ci sono ancora state risposte, infatti se un giorno ti capita la sfortuna di capitare in quella parte delle cavie, le guardie ti conducono in una stanza dove ti iniettano del sonnifero e ti risvegli nella tua camera con delle cicatrici sul corpo. Non è molto bello, ve lo posso assicurare.

Le giornate qui passano tutte uguali: ti svegli, se capiti nel gruppo dell'allenamento ti alleni poi pranzi e ti alleni ancora, ceni e vai a dormi; se invece capiti nel gruppo del sezionamento dormi fino al giorno dopo.


Finalmente è arrivata la domenica tanto attesa da tutti. 'Finalmente è arrivata vero? Primo stipendio della tua vita!' mi giro, è Devon. Gli sorrido. 'Preferirei non prenderlo ed essere a casa mia' Gli rispondo. 'Beh questo è quello che vogliono tutti' un'altra voce, è quella di Abigale. Le sorridiamo e andiamo a sederci al tavolo della colazione. Per tutta la durata del pasto nessuno fiata, sono tutti troppo preoccupati a pensare che cosa dire ai propri parenti, mentre io spero solo che qualcuno mi risponda, non come il mese scorso. Quando tutti abbiamo finito di mangiare il solito uomo vestito di bianco ci spiega la procedura della giornata.
'Questa mattina sarà una mattina speciale, infatti mentre le nuove cavie si alleneranno quelle che si trovano qui da un mese prenderanno il loro stipendio, 15 dollari. Questo pomeriggio potrete fare una telefonata, seguendo le regole, cioè non superare i due minuti e si può fare una sola chiamata. Le nuove cavie possono andare in ordine nella palestra'
Guardo i ragazzi che si alzano, sul loro viso si vede un velo di disperazione e smarrimento. Mi ritrovo in loro, in fondo sono ancora in quello stato, non ho ancora accetato di essere qui.

Mentre penso Devon e Abigale si sono già alzati per andare a ritirare i soldi, quando vedono che sono persa nei miei pensieri non ci pensano due volte a riportarmi alla realtà, così mi posiziono anche io in coda.

Dopo circa dieci minuti mi consegnano una busta bianca chiusa e ci dicono che possiamo riposarci nelle nostre camere.

Mi getto sul mio letto e apro la busta, dentro ci sono i miei 15 dollari. Li metto dentro il cassetto del comodino e mi addormento.

Una guardia bussa alla mia porta dicendomi di sbrigarmi che il pranzo è pronto; così mi alzo e vado nella sala da pranzo.
Finito di mangiare c'è una confusione totale fra noi cavie, non mi ricordavo che il mese scorso fosse così. Le guardie non riescono a farci stare in code ordinate, così sedano i 'rivoltosi'. Io non sono una di quelli, anche perchè non vedo il motivo di agitarsi quando verrà data a tutti la possibilità di chiamare. Dopo un'ora finalmente si riesce a stabilire l'ordine, e dopo mezz'ora arriva il mio turno.

Con la mano tremante compongo il numero di telefono di Taylor, sollevo la cornetta all'orecchio e aspetto.
Tu tu tuu.
Taylor, ti prego rispondi.

Tu tu tuu. No, non un'altra volta. Non può risuccedere.

'Pronto?'

  



 

  

 

Allora,
lo so cosa state pensando. Che questo capitolo è schifoso, corto e insignificante.
Dovete scusarmi tantissimo, è che ho avuto la febbre in questi giorni (i miei anticorpi quest'anno fanno schifo) e non ho avuto ispirazione.
Spero che il prossimo capitolo sia qualcosa di più bello.
Vorrei ringraziare tutti quelli che leggono e/o recensiscono la mia FF, grazie mille!
Al prossimo (speriamo più bello) capitolo
ps volevo ringraziare (ancora) @cuorvato per il fantastico banner, che mi sono appena accorta che la tipa sta bevendo dal bicchiere del Mc Donald's, neanche a farlo apposta tutto coincide! Ahahahah ok mi ritiro.
 

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Capitolo 6
*** So I tell myself that I'll be strong ***


6.
So I tell my self that I'll be strong

 




'Pronto?'

Il mio cuore fa un salto, in un secondo è arrivato in gola.

'Pronto, sei Taylor?'
'Sì, chi parla?'

Cerco di trattenere con scarso risultato le lacrime.

'Taylor, sono io, Maryclare.'
'Mac?' la sua voce sembra come piegata. Non posso credere che stia piangendo per me, come io sto piangendo per lui.
'M-mac, s-sei davvero tu?'
'Sì Tay, sono io'
'Dove sei finita?'
'Non posso dirtelo. Ma sto bene, non preoccuparti. Per favore, dillo anche a mia nonna che non mi è successo niente'
'Mac, sono felice che tu stia bene e vorrei dirlo a tua nonna ma ecco, vedi... La tua scomparsa è stata un'emozione troppo dolorosa per lei...' Ormai sta piangendo a dirotto. 'Mary, tua nonna è morta'

La cornetta del telefono mi cade di mano. Una guardia la rimette al suo posto e mi spinge delicatamente di lato per far passare Devon dietro di me. Io mi appoggio al muro. Non può essere. La nonna non può essere morta.
Ad un tratto vedo tutto intorno a me in modo sfuocato, non capisco da che parte sono girata, sento l'impatto con il terreno e perdo i sensi.
Mi risveglio nella mia camera. Non capisco come chi mi riporti qui sappia che questa è la mia. Appena riacquisto i sensi mi rendo conto di cosa è successo.
Ormai qui su questo pianeta di merda mi è rimasta solo una persona a cui voglio bene, Taylor. Non posso farcela ancora per molto.
Vado a farmi una doccia e poi mi stendo sul letto per cominciare a pianificare un metodo per scappare di qui. Ho guadagnato 15 dollari, come minimo devo fare un altro mese per avere 30 dollari, se riesco a resistere anche a due mesi ne avrò 45 e sarà più facile. Vedrò il prossimo mese, al giorno della paga se il mio piano sarà già completo o se mancheranno dettagli e quindi dovrò aspettare un altro mese.
Ma io ce la farò, fuggirò da questo inferno.



 




Allora, scusate per l'enorme ritardo. Questa volta non ho nessuna scusa, non avevo l'ispirazione per il capitolo e questo è il risultato: una meidda. Corto e brutto se non osceno. Ma VI PROMETTO che il prossimo sarà mooolto più bello, ce l'ho già in mente! E non ci metterò un mese a scriverlo lol
Vorrei ringraziare tutti i recensori e chiunque legga la mia FF, grazie!
Al prossimo (migliore) capitolo c:

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Capitolo 7
*** You make me glow ***


7.

You make me glow




 


Sono passati due mesi da quando Taylor mi ha detto di mia nonna.
Sono riuscita a resistere, ora ho 45 dollari. In questo tempo ho pensato ad un piano, spero che funzioni. Lo metterò in pratica fra pochi giorni. Non ne ho parlato con nessuno, neanche con Abigale e Devon, non voglio che li incolpino per qualcosa con cui non hanno a che fare o che mi chiedano di venire con me. Devo agire da sola, è l'unico modo per farcela.
Cerco di mangiare il più possibile e di dormire tutte le ore che mi sono concesse, devo essere nel pieno delle mie forze.

Finalmente è il grande giorno. La mattina sono studiata come cavia, mi risveglio il pomeriggio prima che possa accorgemene. Faccio una doccia e poi vado a cenare.
Dopo essermi saziata ritorno nella mia stanza, dove aspetto che arrivi il buio totale.
Fuori è arrivata la bella stagione, la luce del giorno stenta ad andarsene per lasciare posto alle tenebre.
Quando finalmente arriva la notte mi dirigo nel bagno. So che forse l'azione che sto per compiere non funzionerà, ma tentar non nuoce giusto?
Mi appoggio con le braccia al lavello, mentre penso a quello che sto per fare. Se qualcosa andrà storto potrò anche morire. Ma meglio morta che stare qui, praticamente senza una vita.

Sposto i miei capelli di lato e mi rimbocco le maniche della tuta strappandone un pezzo perchè mi servirà tra poco.
Prendo una saponetta ancora nuova ed impacchettata e la scaglio con forza addosso allo specchio di fronte a me che subito si frantuma in tanti pezzi.

Non mi interessa se mi porterai sette anni di sfiga, adesso sei la mia salvezza.

Raccolgo uno dei frantumi che adesso ci sono per terra e lo appoggio delicatamente sul mio braccio sinistro. Lentamente comincio a passarlo sulla mia pelle, calcando più che posso.
Le lacrime cadono nel lavandino mischiandosi con il sangue che esce dalla profonda ferita.
Quando ho creato un taglio abbastanza profondo, riesco a prendere il localizzatore e toglierlo dal mio braccio. Prendo il pezzo di manica che avevo strappato pocco prima e lo lego in un nodo stretto, cercando di imitare un laccio emostatico con scarso risultato. Apro il materasso del mio letto e ci metto dentro il localizzatore che fino a pochi minuti fa era nel mio braccio.
Facendo in questo modo credo che nessuno si accorga di niente, in fondo è più o meno dove dovrei essere io adesso, cioè a letto; e se l'avessi rotto sicuramente sarebbe suonato qualche allarme. Prendo i vestiti che avevo la sera della festa, quando mi hanno rapita, li indosso e metto in tasca i 45 dollari.

Cercando di non fare rumore apro la finestra e sguscio fuori.
Quando sono nel giardino aspetto che qualche guardia mi aggredisca, invece non si vede nessuno.

 Corro fuori dal giardino scavalcando una recinzione senza problemi, quei pazzi che si divertono a studiare delle persone si fidano troppo dei localizzatori.

Mi ritrovo su una strada, così comincio a correre e a tratti camminare per allontanarmi il più possibile da quel posto e cercando un cartello per sapere dove mi trovo.





Visto che ieri ho pubblicato quel capitolo (se si può chiamare così) che era osceno e cortissimo, oggi mentre aspettavo il pullman ho scritto questo. Sono abbastanza soddisfatta, voi che ne dite? Lasciatemi una recensioncina, anche piccola piccola, per farmi sapere come lo trovate, vi prego!
Ringrazio ancora @cuorvato per il banner c:

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Capitolo 8
*** Be my runaway baby ***



8. Be my runaway baby




 

 

POV. Taylor

E' da mesi che non vedo Maryclare.
Non faccio altro che pensare a lei, non riesco neanche a studiare e infatti il mio rendimento scolastico ne risente.
Non so che fare, mi sento totalmente inutile, lei mi chiama una volta al mese dicendomi che sta bene e di non preoccuparmi, ma io non ce la faccio.
Quando è scomparsa abbiam otrovato una lettera su cui c'era scritto che era stata 'presa in prestito' per degli studi scientifici e di non cercarla o di provare a chiamare la polizia altrimente le cose si sarebbero messe male sia per lei che per le persone a lei care. Ma più passa  il tempo più mi convinco ad andare a sporgere una denuncia, ma se poi le facessero del male? Non so proprio che fare. Andare a scuola senza di lei, non poterla sentire vicino a me, questo mi uccide. E non so neeanche se potrò mai rivederla, la mia mac. Mi chiedo sempre se lei stia pensando a me come io sto facendo per lei.
La sveglia suona e mi alzo dal letto, un'altra notte insonne a pensare a lei e un altro giorno senza di lei.



POV. Maryclare

Ormai credo che siano più o meno un paio di ore che sto camminando. Finalmente scorgo un cartello, comincio a correre per vedere dove mi trovo. Sono non molto lontato da Grand Rapids, cioè da dove vivevo prima e dove tuttora abita Taylor. Per fortuna non mi hanno portato in Russia o chissà dove. Cammino ancora un po' finchè non trovo una fermata dell'autobus con anche un piccolo negozietto fortunatamente aperto 24h, dato che è piena notte. Entro e decido di comprare solo un biglietto per tornare a casa, visto che non ho cenato molto tempo fa. La corriera passerà tra non molto, così decido di sedermi alla fermata, riposandomi dopo quella lunga camminata. Finalmente il pullman arriva, è quasi vuoto, credo sai per l'orario, così mi siedo in uno dei tanti posti liberi, e il sonno prende il sopravvento su di me. Faccio sogni agitati, sogno che quei pazzi riescono a rintracciarmi e mi riportano in quella struttura. Mi sveglio di soprassalto e scopro che tra non molto dovrò scendere. Guardo fuori dal vetro, mentre dormivo è cominciato a piovere. Seguo con lo sguardo le goccie che scendono lentamente sul vetro, quando mi accorgo che questa è la mia fermata. Scedo e non capisco dove mi trovi. Non c'è in giro nessuno, piove e non so orientarmi in questa parte della città.
Comincio a camminare senza meta. Dopo circa mezz'ora raggiungo un quartiere che conosco, quindi mi dirigo verso la mia casa. Sto tremando, ho freddo e sono completamente bagnata per colpa della pioggia, ma finalmente ho trovato la strada per tornare a casa. Passo di fronte alla mia scuola, mi fermo a guardarla, quanto mi è mancata.
Finalmente arrivo a casa mia, sembra ancora abitata, l'erba è tagliata, probabilmente sarà stato Taylor. Provo ad entrare, ma ovviamente la porta di casa è chiusa a chiave.
Così mi dirigo verso la casa del mio vicino, nonchè mio migliore amico. Devo essere uno spettacolo orripilante, bagnata, con i capelli fradici che mi arrivano alle costole e una cicatrice nel braccio. Non so se suonare, in fondo sono le 3 e mezza di notte.





Allora, prima di tutto vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, grazie mille davvero per i consigli, e li ho pure seguiti facendo la pov. Taylor come mi avevate suggerito ;) poooi ho già in mente il prossimo capitolo quindi non ci metterò così tanto (si spera) a pubblicarlo...
VOrrei ringraziare @cuorvato per il banner e lasciate una recensioncina per darmi ancora qualche consiglio, non mi offendo lol
Al prossimo capitolo

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