Apple Juice

di Armesia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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PROLOGO.

 

Era un grigio mattino di fine ottobre. Alysia stava seguendo distrattamente la lenta discesa delle gocce lungo la finestra della sua aula. A lei non piaceva la pioggia, ma ormai era abituata alla sua presenza. D'altronde viveva ad Holmes Chapel, un piccolo paesino nel mezzo del Regno Unito, dove piove per la maggior parte dell'anno.
Aveva cominciato il college da quasi due mesi, eppure non si era ancora abituata all'idea di dover frequentare quello stupido corso di medicina. Lei voleva cantare, girare il mondo. Ma i suoi genitori, il primario dell'ospedale della città e un'importante giudice, non glielo avevano permesso. “Devi studiare, diventare qualcuno!” dicevano. Sì, certo, diventare qualcuno in questo schifo di città però.

Sarebbe stato tutto diverso se solo qualche anno prima i suoi genitori non le avessero impedito di partecipare ad un provino per un importante Talent Show insieme al suo ragazzo. Lei sapeva che avrebbe potuto farcela. Ma per Alysia era stato inutile anche solo chiederlo. Figurarsi, la figlia delle personalità più egregie della città che vuole diventare una cantante grazie ad un programma televisivo! Sarebbe stato uno scandalo, un disonore.

Finalmente suonò la campanella dell'ultima ora. Alysia raccolse i suoi libri e si affrettò verso l'uscita, diretta al giardino del college dove aveva parcheggiato la sua bicicletta. Dopo appena dieci minuti era a casa. Trovò sua sorella più piccola, Maya, davanti alla TV che cantava sulle note di un video trasmesso da MTV.
Get out, get out, get out of my head..” stava intonando la bambina. Non appena Maya si accorse della sorella spense subito il televisore.
Sapeva quanto Alysia soffrisse ogni volta che venivano nominati gli One Direction, quando veniva nominato lui. Era passato tanto tempo, più di due anni ormai, ma lei ci stava ancora male. Tutta colpa dei suoi genitori. Di quegli stupidi egoisti a cui non interessava niente della figlia. Almeno secondo Alysia.
Se solo fosse andata quel giorno di luglio di due anni prima a quella stupida audizione adesso loro sarebbero ancora insieme, starebbero girando il mondo. Insieme. Avevano tanti progetti. Certo forse un po' troppo ambiziosi e presuntuosi, anche perchè all'epoca avevano appena sedici anni, però erano pur sempre dei progetti. Stare insieme per sempre facendo quello che a loro piaceva. Ma ovviamente i signori Gray, i genitori della ragazza, dovevano impedire che tutto ciò si avverasse.
Scusa, mi dispiace... – provò a cominciare Maya. - Non pensavo saresti tornata così presto… Sai che a me piacciono...”.
Tranquilla, non c'é assolutamente problema - rispose Alysia accennando un sorriso - Non puoi mica cambiare gusti per me!”.
A dire il vero, anche ad Alysia piaceva questo gruppo. Eppure lo odiava allo stesso tempo. Già a partire dal nome. One Direction. Quello sarebbe dovuto essere il loro nome. Era stata lei a pensarci. “Noi dobbiamo essere famosi. Punto. - aveva detto un giorno Alysia, accoccolata sul divano tra le braccia di Harry. - E per diventarlo dobbiamo seguire questa via, l'unica che possiamo intraprendere. Il nostro nome sarà One Direction perchè abbiamo preso questa strada e non abbiamo intenzione di tornare indietro. Che ne dici?”. Ripensandoci si sentiva tanto stupida, ingannata, tradita. Lui aveva rubato il loro nome e l'aveva dato ad un gruppo di cui lei non faceva parte, un gruppo famoso internazionalmente, sulla bocca di tutti, anche se questi “tutti” non sapevano che il nome fosse suo. Tutto ciò le faceva male. Tuttavia lo amava ancora, dopo tutto questo tempo e dopo tutto quello che era successo. Ed era perennemente arrabbiata perchè non sarebbero mai più potuti stare insieme.
Ma nonostante tutto, ascoltava le loro canzoni, aveva il cd, i libri, il dvd... Era una fan.
Nei testi delle loro canzoni riconosceva la personalità del ragazzo di cui era innamorata tempo fa. E poi la sua voce. Dio, quando sentiva la sua voce tutto intorno a lei si bloccava. C'era solo lui. Che cantava per lei. Come una volta. Si sentiva tanto patetica.
Raggiunta la sua stanza si buttò sul letto e accese l'ipod su brani casuali. “I'm broken. Do you hear me?” Era incredibile come ogni loro canzone fosse perfetta. Li amava e li odiava. In quel momento si sentiva esattamente così. A pezzi. E sempre con una domanda in testa, che la tormentava ogni giorno. Ma lui si ricorderà di me? Di quello che eravamo? Di quello che volevamo diventare insieme? Domande a cui pensava non avrebbe mai ottenuto risposta.
Alysia sapeva che ascoltare le canzoni, seguirli ossessivamente su Twitter e sui vari blog la faceva stare ancora peggio, ma sperava sempre che Harry si ricordasse di lei. Che le mandasse un tweet, un sms, una chiamata.. una lettera! Ma niente. Dopo la loro rottura, nel dicembre 2010, quando Harry tornò nella sua città, ricevette una sola telefonata. Era marzo dell'anno successivo, il 16 per la precisione. Era il giorno del compleanno di Alysia. La futura super star l'aveva chiama per farle gli auguri. Erano stati al telefono pochi minuti. La conversazione era fredda, vuota, imbarazzata. Si scambiarono qualche convenevole e basta, come se tutto il tempo prima non fosse mai passato, come se fossero semplici conoscenti.
Alysia odiava i ricordi. Tuttavia ci pensava spesso. Decise che fosse meglio prendere un po' di aria fresca, non le importava della pioggia. Si vestì, si mise le scarpe da corsa e uscì. Ebbe il tempo di fare solo pochi passi che, svoltato l'angolo, andò a sbattere contro una donna. “Oh, mi dispiace, mi dispiace tanto...” cominciò la ragazza. Le due donne alzarono la testa e si guardarono.
Alysia!” disse la signora, sorpresa.
Anne!” rispose lei, con la faccia forse un po' troppo terrorizzata. Oh, no. Anne Cox. Era parecchio tempo che Alysia non vedeva la madre di Harry. E non avrebbe voluto vederla per molto altro.
Oh santo cielo, quanto tempo Alysia! Come stai?”. Anne era molto cambiata dall'ultima volta. Era molto più curata, vestita in modo elegante. Certo, con un figlio milionario.
Molto bene, grazie - mentì la ragazza. - E tu invece?”
Io splendidamente, cara! Sai, ho appena ricevuto una piacevole telefonata. Harry sarà a casa tra qualche giorno! Erano quasi due anni che non tornava a casa, di solito andavo io a trovarlo a Londra! Oh come sono contenta!”

Harry? A casa? A Holmes Chapel? A pochi metri da lei?

OH NO.

 

 

Salve a tutti!!

Allora, questa è la mia prima long in assoluto. Sono consapevole che questo prologo non sia niente di che, l'ho scritto molto tempo fa e non mi è uscito un granché bene. Prometto che i prossimi proverò a scriverli meglio (anche se in gran parte li ho già scritti).

Allora, parliamo della storia. Fino ad ora si capisce che Alysia è una ragazza inglese (che io mi sono immaginata con la faccia di una Crystal Reed più giovane) che una volta stava con il nostro Harry ora diventato famoso. Prometto che ci saranno degli sviluppi interessanti (?).

Sei sei arrivato fin qui, mille mille grazie. E se lasci una recensione ti farò un monumento (?). Per favore ditemi cosa ne pensate, essendo la mia prima Long è importante per me sapere cosa ne pensato.

Ah, e scusate per l'orribile banner, non sono portata per queste cose.

Grazie ancora:)

Baci, A.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


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Capitolo 1

 

Now things are only getting worse, 
and you need someone to take the blame. 
When your lover's gone 
there's no-one to share the pain. 

 

Alysia ritornò immediatamente a casa, scordandosi del perchè fosse uscita. Non era molto lucida in quel momento. Harry. Non riusciva a pensare ad altro. Si sarebbero visti? E cosa si sarebbero detti? Sarebbe stata una conversazione imbarazzante e breve, di quelle che non si vede l'ora che finiscano? Di sicuro non per Alysia. Sebbene sapesse che sarebbe stato molto meglio non vedersi, non la smetteva di pensare al loro incontro, sperando che sarebbe successo qualcosa di grandioso, come Harry che le confessa di averla amata per tutto questo tempo.
Sì, come no, pensò tra sé.
Alysia sapeva della reputazione di Harry, aveva seguito tutte le sue mini-storie dal giorno in cui lui l'aveva lasciata. E sapeva anche che non avrebbe dovuto desiderare che lui la volesse ancora, l'aveva ferita troppo in passato.
Che è successo? Hai un aspetto orribile.” chiese la signora Grey alla figlia appena rincasata. “Harry torna in città.” rispose lei, con voce spezzata, al limite delle lacrime.
Oh!” disse la madre. “Beh ma è una bella notizia! - continuò – Oppure no?” concluse, cambiando subito tono, vedendo la faccia sempre più sconvolta di Alysia.
Non lo so.” rispose lei secca.

Alysia andò in camera sua e chiuse la porta, accasciandosi lentamente contro questa. Non aveva voglia di parlare con nessuno, men che meno con sua madre, che ancora incolpava, forse ingiustamente, per ciò che le era capitato. Voleva piangere, urlare, distruggere tutto. Voleva sorridere, chiamare le amiche, pensare a come potersi preparare per risultare perfetta davanti ai suoi occhi. Era piuttosto confusa.


Il giorno dopo la città era in fermento. Harry Styles, il semplice ragazzo ormai diventato una star mondiale, sarebbe tornato a casa. Per le strade era pieno di ragazzine urlanti, evidentemente sue grandi fan, che parlottavano con le amiche su come farsi notare dal loro concittadino. I negozi stavano addobbando le vetrine con degli striscioni con scritto "Welcome home". Il sindaco stava organizzando una parata. Neanche fosse un eroe nazionale, un fondatore della città o Saint George! Alysia non capiva come potessero essere così fieri di un ragazzo che prima non avevano mai considerato. A scuola tutti si fermavano a chiederle notizie sul suo arrivo: evidentemente si era diffusa la notizia della loro amicizia di vecchia data. Ma lei rispondeva in modo vago, non voleva che si sapesse tutta la storia, che tutti fossero a conoscenza di quanto lei fosse stata male, perchè l'avrebbe fatta stare molto peggio. Sempre che si possa stare peggio di come stava in quel momento.
Alla quarta ora aveva un'ora buca. Ne approfittò per parlare con Valerie, la sua migliore amica. Lei sapeva sempre tirarla su di morale e aiutarla in qualsiasi situazione. Come quando Alysia aveva perso le fedi di matrimonio di sua cugina.
Valerie era una ragazza davvero solare, saggia e molto più esperta di Alysia in fatto di ragazzi. Erano mesi che la rimproverava per la sua scarsa vita sociale, dicendo che sarebbe finita come una monaca di clausura o una zitella attorniata da decine di gatti.
Alysia la trovò nell’aula studio della biblioteca del loro college, al loro solito tavolo. Non frequentavano la stessa facoltà, Valerie studiava giornalismo, però si ritrovavano sempre dopo le lezioni per studiare insieme.
"Aly, ho saputo, ne parlano tutti. Come stai?" chiese Valerie, seduta a gambe incrociate su una sedia.
"Sinceramente non lo so. - disse Alysia sedendosi - Cioè all'inizio ero sconvolta, poi felice, poi triste, poi stupida, poi felice di nuovo e ora profondamente depressa. Come dovrei sentirmi?"
"Eh non saprei. Cioè immagino che per te sia terribile, anche perchè lo ami ancora e questo si sa, ma dovresti reagire! Quando arriva gli chiedi di vedervi in modo molto tranquillo, gli chiederai come sta, parlerete e niente di più. Devi fargli capire che l'hai superato e che lui non ha più alcun potere su di te!"
"Ma io non l'ho superato!" ribattè Alysia, accasciandosi sul tavolo con disperazione.
"Ovvio che no, lo so questo! Però non puoi stare per sempre attaccata al ricordo di quello che eravate, no? Quante volte te l'ho detto?? Devi andare avanti, e questa è l'occasione giusta per farlo." disse Valerie con aria risoluta.


Tornando a casa Alysia decise di fermarsi da Anne Cox per avere informazioni sul ritorno del figlio, dimostrando a se stessa grande coraggio. Non voleva essere impreparata quando sarebbe giunto il grande evento, non voleva incontrarlo per caso per la strada senza sapere cosa dire, cosa fare.
"Oh Alysia! - l'accolse Anne. - Ho appena saputo da Harry che sarà a casa domani! Quindi pensavo di organizzare una cena con i suoi familiari e amici più stretti per dargli il benvenuto! Tu sei invitata ovviamente cara! Ti aspetto alle 6. Harry sarà così contento di vederti, mi chiede sempre di te!" disse Anne in un fiume di parole.
Alysia però si concentrò in particolare sulle ultime "Harry... chiede sempre di me?" chiese un po’ titubante, sicura di aver capito male.
"Certamente! E come non potrebbe? Sei stato il suo primo amore e la sua prima vera amica! Gli manchi tanto, sai. Certo, ha trovato dei grandi amici negli altri membri della band e anche in tutte le persone che gli sono attorno però nessuno sarà mai come te, tu gli ricordi casa. Sai cara, mi dispiace che non ne abbiamo mai parlato prima, tu sei davvero una brava ragazza. Oh beh, sono proprio felice che tu sia passata! A domani allora!"

Alysia se ne andò da casa Styles un po’ sconcertata. Non poteva credere a quello che Anne le aveva appena riferito. Lei mancava ad Harry. E tutte le ragazze che aveva avuto? Tutte le uscite nei nightclub? Per non parlare poi della recente intervista a Vogue in cui diceva di essere innamorato... eh se..? No, impossibile.

Doveva smetterla di fare certi pensieri, e sicuramente doveva finirla una buona volta di guardare commedie romantiche strappalacrime dove tutto è maledettamente perfetto.





Ciaooo:)

Allora avevo pensato di postare la settimana prossima, tipo martedì, a dopo la grande richiesta (ahahahahhaha, no.) ho deciso di postare già oggi:)

So che il capitolo è corto, è di passaggio, nulla di speciale. Però entra in scena un nuovo personaggio, Valerie, che nella storia sarà quasi sempre al fianco della nostra Aly. Io me la sono immaginata con la faccia di Jennifer Lawrence ma voi potete immaginarla come volete:)

Volevo ringraziare tanto tutte le persone che hanno recensito il mio obrobrioso (?) prologo, grazie mille davvero:) Spero che il numero di recensioni salirà, ma mi va bene anche così:)

Se sei arrivato fino a qui, grazie mille davvero:) e lascia una recensione per favoreee! Anche io una volta non recensivo niente, ma essendo ora un'autrice capisco quanta gioia dia vedere una nuova recensione:) ma grazie anche se hai solo letto e se continuerai a farlo!
Ok, vi ho tediati abbastanza.

Grazie milleee ancora:) al prossimo capitolo spero!

Baci, A.

Image and video hosting by TinyPic So che Harry non è ancora entrato ufficialmente nella storia, però qui è troppo carinooo:)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


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Capitolo 2

 

So I got busy throwing everybody underneath the bus
And with your poster 30 foot at the back of Toys-R-Us
Now we can put it down to circumstance, our childhood then our youth.

 

Le strade erano ormai buie. Alysia pedalava lentamente, la mente troppo ingombra di pensieri contrastanti.
Doveva accettare l’invito? Ovviamente Anne aveva dato per scontato che Alysia non avrebbe rifiutato e non l’aveva nemmeno fatta rispondere, ma era davvero un buona idea presentarsi a quella cena? Non ne era troppo convinta.Erano anni ormai che non vedeva Harry e incontrarlo per la prima volta in una stanza gremita di gente non sembrava una prospettiva allettante. Doveva inoltre tener conto della sua timidezza quasi cronica, che l’avrebbe di sicuro messa in imbarazzo e a disagio in una situazione del genere. No, non partecipare alla festa di Harry era la cosa migliore, e in più lanciava un messaggio: Alysia aveva superato la storia con il riccio e aveva altro da fare che aspettare disperata la prima occasione per incontrarlo di nuovo.
Ovviamente la ragazza sapeva benissimo che non era affatto così, ma almeno ne avrebbe data l'impressone.

"Sono a casa!" annunciò Alysia alla famiglia Gray, varcando la porta d'ingresso. Subito l'esile figurina di Maya le si parò davanti, con le mani dietro la schiena e ondeggiando avanti e indietro, come se avesse qualcosa da nascondere.
"Prometti che non accenderai il computer!" disse la bambina, troppo ingenua per sapere che quando qualcuno dice di non fare una cosa, è risaputo, viene ancora più istintivo farla. O forse avrebbe dovuto saperlo, essendo che faceva ripetutamente quello che Alysia le proibiva di fare, come provarsi i suoi vestiti o rovistare nella sua camera.
"E perchè mai non dovrei accenderlo?" chiese la sorella maggiore sospettosa, immaginando già il fumo che sarebbe uscito dal suo computer una volta premuto il tasto di avvio, pensando che Maya l'avesse rotto.
"Tu non farlo e basta!" rispose la piccola, con un grande sorriso come per rassicurarla.

Non essendo ancora pronta la cena, Alysia si rifugiò in camera sua, per evitare le domande del padre sull'andamento dei corsi. Da medico era così fiero che la figlia seguisse la sua stessa carriera, anche se era consapevole del fatto che l'aveva praticamente costretta a seguirla, e non perdeva mai occasione di informarsi sul programma della ragazza, come per rivivere la sua vita universitaria. Le faceva domande sugli esami, sui corsi, sui professori, sui compiti, e Alysia non lo sopportava: era costretta a sorridere ed essere carina per evitare un'altra delle numerosi liti, ma in realtà voleva solo urlare che a lei non fregava proprio niente di anatomia, cellule staminali, neutrini e cose varie.

La prima cosa che ovviamente Alysia fece, dopo essersi tolta gli scomodi jeans che portava quel giorno ed aver indossato un paio di più confortevoli leggings, fu accendere il computer. Tirò un sospiro di sollievo quando questo si avviò senza emettere strani rumori e scintille e senza esplodere.
All'avvio di internet si aprì la pagina di uno dei più famosi blog di aggiornamento sui One Direction, poichè Alysia aveva così impostato. Il primo titolo, scritto in grassetto e molto in grande, attirò l'attenzione della ragazza. Diceva "Ascolta il nuovissimo single dei 1D: Little Things".
Alysia rimase paralizzata davanti al computer, il volto sconvolto illuminato dalla luce dello schermo. Non poteva crederci. Sembra uno scherzo. Un brutto scherzo.
Little Things.
Ricordava il giorno in cui aveva sentito quella canzone per la prima volta come se fosse stato solo il giorno prima, e non come se fossero passati più due anni. Come aveva potuto renderla nota a tutti? Come aveva potuto esporre così se stesso e anche Alysia? Probabilmente nessuno era a conoscenza della storia di quella canzone, Harry aveva di sicuro finto di averla scritta così, per caso. E invece quelle note e soprattutto quelle parole avevano una lunga storia. Alysia notò suo malgrado una prima lacrima scendere lentamente lungo la sua guancia. D'istinto di alzò dalla sua sedia verde e si diresse verso la libreria. Da un cassetto estrasse un cd con un cuore rosso disegnato sulla copertina. Lo accarezzò con una mano e lo guardò con dolcezza, prima di riprendersi e gettarlo malamente sul letto.
Fece partire il video del nuovo singolo indicato dal blog, ipotizzando speranzonsa che potesse trattarsi di una coincidenza. Magari solo il titolo era lo stesso. Le note, le stesse note, si propagarono per la stanza e subito una voce che non apparteneva certamente ad Harry cominciò a cantare. "Your hand fits in mine like it's made just for me..." . Alla lacrima che aveva rigato la guancia di Alysia se ne aggiunsero molte altre. Continuò ad ascoltare quelle voci, di certo conosciute, ma non amate.
E poi la sentì. La sua voce roca, più profonda di quanto la ricordasse, che cantava la strofa preferita da quella ragazza immobile che si trovava di fronte a quel maledetto computer.
Harry aveva scritto quella canzone per Alysia, come regalo per il loro secondo anniversario. La ragazza aveva pianto quasi un'ora per la dolcezza di quel gesto, immaginando quanta fatica fosse costata al suo amato. Perchè l'aveva resa pubblica? Alysia non se ne capacitava. Tutto il mondo ora sapeva praticamente ogni cosa di lei. Anche se ovviamente non sapevano che la persona descritta era lei. Forse Harry la odiava? Forse aveva semplicemente pensato che la loro storia non fosse stata così importante e aveva deciso di riciclare una bella canzone.
Alysia continuò a guardare quel video, impotente, immobilizzata dallìamaro stupore e dall'infinita tristezza. Quando questo finì, lo stoppò immediatamente per evitare che ricominciasse. Chiuse con foga il suo portatile, forse con un po' troppa rabbia, e si gettò sul letto, continuando a piangere sul cuscino.
Sapeva che non avrebbe dovuto, che la loro storia era finita da tempo, che lei non aveva alcun diritto su niente, però sapere che a lui non importava un accidente di quella canzone, q quindi della loro storia, non poteva che farla soffrire.

"Hai visto il video, non è vero?" chiese Maya a cena, notando lo sguardo rabbuiato della sorella.
"Sì, ma tranquilla, sto bene. All'inizio è stato uno shock, ma mi sono ripresa. In fondo l'ha scritta lui, può farne ciò che vuole" rispose Alysia, cercando di convincersi su quello che stava dicendo, volendo evitare una discussione su suoi sentimenti in presenza della sorella più piccola e dei genitori.
"Che canzone?" chiese con poco interesse la madre, mentre sfogliava le cartelle dei processi che avrebbe dovuto tenere il giorno seguente.
"Harry, Harry Styles intendo, ha inciso con il suo gruppo la canzone che aveva scritto per Alysia" rispose con voce stizzita la piccola della famiglia Gray.
"Oh beh, è proprio una bella canzone" rispose la madre, cambiando cartella.
Suo padre continuava a mangiare tranquillamente la sua insalata come se nessuno avesse parlato. "Come va all'università, Alysia?" disse poco dopo, senza alzare gli occhi dalla sua insalata.
Era incredibile come i genitori di Alysia non capissero mai la figlia, non fossero mai in grado di intendere il suo umore, i suoi desideri o le sue aspirazioni. Non le avevano mai fatto mancare niente, certo, ma erano sempre stati piuttosto assenti, tutti presi dal loro lavoro.

Alysia tornò in camera sua, rimuginando su ciò che era successo. Harry l'aveva completamente dimenticata e non aveva più alcun riguardo per lei. Beh, di sicuro lei non sarebbe rimasta a compiangersi e disperarsi per tutta la sua esistenza. Ma come aveva anche solo potuto pensare di occupare ancora, anche solo per un momento, i pensieri di Harry Styles?
Era un errore che non avrebbe mai più commesso.

 

 

Ciaooo gente:)
come state? Allora, eccomi qui con un nuovo capitolo. Sono piuttosto incostante nella pubblicazione, mi spiace, ma d'ora in poi ho deciso che pubblicherò ogni martedì, cascasse il mondo.
Dunque, questo capitolo non mi è uscito benissimo, scusate (dovrete abituarvi comunque, ahahahaha), comunque è, diciamo, di svolta. Harry ha fatto qualcosa che proprio non doveva fare e la nostra Aly ha cambiato opinione. Evviva! Non la volevate ancora innamorata persa che si compiangeva vero? O forse si? Vi prego ditemi cosa ne pensate!
Volevo ringraziare tanto tanto le persone che recensiscono, vi prego, continuate a farlo, e anche le persone che tengono questa storia tra le preferite/seguite. Sono molto poche ma sapere che qualcuno legge questa cosa mi dà una gioia immensa:)
Quindi grazie grazie grazie, e se sei arrivato fin qui ti pregoooo recensisci:)

Al prossimo capitolo spero!

Baci, A.

Image and video hosting by TinyPicPrometto che prima o poi entrerà a far parte della storia ahahah. Ciaooo:)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


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Capitolo 3

I used to think that we were forever ever
And I used to say “Never say never…” …
But now I know we are never getting back together.
Like, ever.

 

Hai ragione. Hai sempre avuto ragione. E io sono proprio una stupida patetica idiota. Ma come sono potuta essere così depressa per tutto questo tempo? Non lo merita. E ho pure perso uno dei ragazzi migliori che potessi trovare a causa sua. Basta, questa volta sul serio, ho voltato pagina.” Alysia parlò velocemente, il cellulare appoggiato sull’orecchio, come per non pentirsi e rimanere convinta di quello che stava dicendo.
Aly? Sei tu? Ma che…” rispose una Valerie piuttosto assonnata. Come biasimarla, erano le 3.07 am.
Alysia non riusciva a dormire quella notte. Continuava a pensare da una parte a quello che le aveva detto Anne il giorno prima, che lei mancava a Harry, dall'altra pensava all'ipocrisia con cui lui aveva tranquillamente reso pubblica quella canzone. Era indecisa su come si sentisse. Le aveva fatto sicuramente piacere sapere che Harry pensasse a lei, però quello che aveva letto in internet l’aveva quasi risvegliata dal lungo sonno in cui il suo cuore spezzato l’aveva fatta cadere. Finalmente aveva tutto chiaro: se era stata innamorata di Harry ora non lo era più, lui non meritava il suo amore. Era solo uno stronzo. Una volta era stato il ragazzo più dolce che Alysia avesse mai conosciuto, ma ora era sicuramente uno stronzo. Basta, questa volta aveva deciso: la Alysia-depressa ritornava ad essere la Alysia di prima, quella a cui piace ridere e parlare a vanvera, nonostante il suo essere timida. Tenendo però comunque un po’ di depressione, magari ben nascosta. In fondo, le canzoni tristi le piacevano proprio, e lamentarsi e struggersi in modo drammatico era il suo forte.
Mi sei stata a sentire? – disse Alysia dopo essersi ripresa dal filo dei suoi pensieri – Ho detto che sono pronta a dire addio a Mr. Harry Styles”.
Questo sembrò risvegliare completamente la bionda. “Cosa hai detto? Davvero? E come? Perché? Quando?”.
Alysia si immaginava l’amica, nel suo pigiama rosa di Snoopy, i corti capelli scompigliati, seduta a gambe incrociate sul letto, mezza saltellante e con una mano chiusa davanti alla bocca che nascondeva un sorriso a 32 denti.
Allora, ieri pomeriggio sono andata da Anne per…” cominciò Alysia.
Tu sei cosa??” la interruppe Valerie, con evidente meno felicità di prima nella voce, forse con un accenno più da istinto omicida.
Val, lasciami finire, ti prego! Dicevo, ieri sono andata da Anne per chiederle informazioni sul ritorno di Harry. Lei mi ha detto che lui sarebbe tornato domani, cioè, oggi, e mi ha invitato a cena a casa sua insieme a qualche altro amico, non so chi, per tipo una festa di ben tornato.” disse Alysia.
E tu hai aspettato così tanto per dirmelo? – la interruppe di nuovo Valerie – Beh, ti perdono solo perché sei tu e ti voglio tanto bene. Ma che non ricapiti più che ti tieni per te una cosa del genere così a lungo! Dunque, hai intenzione di andarci? No perché io te lo proibisco.” “Gentile come sempre tesoro. – fece Alysia – Comunque no. All’inizio pensavo di sì, anche per fare un piacere ad Anne. Poi però ho subito cambiato idea ponderando e riflettendo sul fatto che forse è meglio se non mi presento. E ciò anche prima che scoprissi il fatto determinante.”
Che fatto determinate?” chiese Valerie piena di curiosità.
Il nuovo singolo del suo, uscito oggi, è niente meno che Little Things. La mia Little Things.” rispose Alysia, con una nota di amarezza nella voce.
Oh” fu l'unica cosa che la bionda riuscì a rispondere. Poteva immaginare benissimo come si sentisse la sua amica, ricordava quanto fosse felice il giorno che Harry gliela regalò. E aggiungendo il fatto che sapeva che fino a qualche ora prima era ancora innamorata, si rendeva conto che questo fosse stato un duro colpo.
Beh è proprio un bastardo senza cuore. È la persona più... Ah che rabbia, non mi viene nemmeno un aggettivo abbastanza crudele per descriverlo! - si infuriò Valerie – mi dispiace tanto Aly, non ti merita. È diventato un montato senza sentimenti, tu puoi avere molto di più.”
Sì, è quello che ho pensato anche io! - fece Alysia – Visto quanta più autostima ho di me?” “Sì, sono molto fiera, dottoressa canterina. Ma perché sei andata da Anne, comunque?” chiese Valerie, per cambiare discorso.
Te l’ho detto. Per sapere quando sarebbe tornato Harry!” fece Alysia, scocciata.
Solo per questo?”
Beh sì. Cioè, ero interessata a sapere quando sarebbe tornato. Non sapevo ancora, in quel momento, se fosse perché così, sapendo tutto, sarei riuscita ad evitarlo o se fosse perché lo volevo incontrare. Comunque ora per me può anche non esistere più.” disse Alysia risoluta, annuendo a se stessa con la testa, essendo fiera della sua scelta.
E brava la mia piccola moretta, – rispose Valerie – e poi cosa hai fatto dalla signora Cox? Ti sei intrattenuta per bere il tè?”. Valerie, era così, molto ironica e sarcastica, ed era una cosa che Alysia non sopportava, non capiva mai se la sua amica fosse seria o meno.
Ah ha, simpatica. No, per questa volta niente tè, però Anne mi ha detto una cosa interessante. Si è lasciata sfuggire che Harry chiede sempre di me! Mi pensa! Gli manco!” disse Alysia, forse in maniera un po’ troppo euforica e concitata.
Ehm, amica bella, non ci starai ricadendo per caso? Cos’è che avevi appena detto sul voltare pagina?” rispose Valerie, rassegnata e irritata insieme, ma evitando appositamente di ricordarle anche l'episodio della canzone.
Ma sì, non volevo dire che sono contenta! Cioè sono contenta, però è ancora più bello sapere che lui pensa a me dopo che io ho deciso di non pensare più a lui!” Alysia era sempre più sveglia e allegra.
Sarà meglio per te, altrimenti ti farò il lavaggio del cervello finchè non cambierai idea. A pensarci bene però si, è una bella cosa. Così, quando vorrà riconquistarti, sarà ancora più appagante vedere la sua faccia triste a causa di un tuo rifiuto.” Valerie invece, sebbene rispondesse, era sempre più nel mondo dei sogni.
Ma che dici! – fece Alysia – Figurato se vuole riconquistarmi! Torna nella realtà per favore.” “Beh però è bello pensare che dovrà soffrire un po’ anche lui per te – disse Valerie - Con tutto quello che hai sofferto tu…” Silenzio. “Beh Aly ammettilo che ti ha fatto proprio stare di merda e che non si merita niente.”
Sì, hai perfettamente ragione! Al diavolo Harry Styles, io ricomincerò a vivere la mia vita, e se lo incontrerò, bene, farò come se nulla fosse. In fondo, per me ora è nulla.” A parlare così Alysia si sentiva quasi una suffragetta.
Così si parla ragazza! E se riesci a dire a Harry di andare al diavolo, tu che usi cavoli come più grande imprecazione, vuol dire che sei proprio guarita. – disse Valerie con una grande sbadiglio - Senti, ora andiamo a dormire, e domani ne riparliamo. Per fortuna domani è sabato, altrimenti ti avrei già ucciso per avermi svegliata a quest’improponibile ora della notte. Passo io da te nel pomeriggio, così non sei costretta ad uscire e vedere Riccioli d’Oro per caso in giro, ok? Buonanotte sweetheart”.
Alysia riagganciò e appoggiò il cellulare sul comodino, felice della sua chiacchierata. Sapeva benissimo che Valerie sarebbe stata contenta, però la sua reazione la rese felice e sempre più sicura di aver fatto la scelta migliore.
Dopo una rivelazione così grande era impensabile dormire, era troppo agitata – nel senso buono del termine, però. Scese le scale e andò in cucina per prendere qualcosa da mangiare. Era la prima volta che mangiava nel cuore della notte, ma l’aveva sempre visto nei film e quello le sembrava il momento adatto per farlo. In fondo bisognava festeggiare. Prese del succo di mela da frigorifero, la sua bevanda preferita, e un bicchiere. Ma poi ci ripensò, rimise al suo posto il bicchiere e lasciò la cucina. Se doveva festeggiare, doveva farlo in grande stile! E poi i suoi genitori odiavano che le loro figlie bevessero dalla bottiglia, era una cosa proprio maleducata. Alysia risalì le scale in silenzio, pensando a che film avrebbe potuto guardare per festeggiare.
Una volta optato per La lunga estate calda – gli addominali di Paul Newman non avrebbero potuto che farla stare ancora meglio – si sedette sul letto e prese una sorsata di succo.

Succo di mela. Quella era la bevanda preferita di Harry, era lui che l'aveva fatta conoscere anche ad Alysia. Probabilmente era diventata la bevanda preferita della ragazza proprio perchè l'aveva bevuta innumerevoli volte in compagnia del uso ex fidanzato.
Sciocchezze, lei amava il succo di mela punto e basta.
E doveva smetterla di collegare ogni cosa ad Harry. Insomma, ad un sacco di persone piace il succo di mela!



Ciaoo:)
dato la drastica scesa di recensioni e visualizzazioni degli ultimi due capitoli mi sono depressa non poco, ma ho deciso di pubblicare lo stesso oggi come promesso perchè non riesco a lasciare le cose a metà. Secondo voi dovrei smettere? Dovrai cambiare qualcosa? Vi prego datemi qualche consiglio altrimenti impazzisco! 
Comunque questo capitolo è di passaggio, niente di che, volevo precisare che Alysia ha dimenticato Harry e che non vorrebbe tornare con lui per nulla al mondo, mai mai mai. Like ever.
Grazie per quelli che continuano a leggere, recensire e tenere quasta storia tra le seguite/preferite, non sapete quanto io vi voglia bene!!
Ti prego ti prego ti prego dimmi la tua opinione!
Baci, A.

Image and video hosting by TinyPic Non c'entra niente, ma una cosa del genere non può essere ignorata... Aahahahhahaha:)

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


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Capitolo 4

 

Come up to meet you, tell you I’m sorry,

You don’t know how lovely you are.

I had to find you, tell you I need you

Tell you I set you apart.

 

Ho portato pizza e gelato! Sei pronta per un super pomeriggio in sola compagnia mia e di Cary Grant?” annunciò Valerie, appena Alysia aprì la porta d’ingresso della sua villetta per farla entrare.
Per il mio Cary sono sempre pronta. Che film hai preso questa volta?” si informò Alysia, tutta emozionata. Adorava il cinema, soprattutto quello d’epoca, e Cary Grant era indubbiamente il suo attore preferito. Se accompagnato da Katharine o Audrey Hepburn poi era la fine del mondo.
Allora, per la tua felicità, ho Scandalo a Filadelfia e Un Amore Splendido. Sai che io preferisco i film in cui è un comandante in qualche missione della seconda guerra mondiale, ma per oggi mi sorbirò qualche commedia per te.”
Alysia era al settimo cielo, non poteva prospettarsi pomeriggio migliore.

Stavano guardando il film da un po’ di tempo, mangiando schifezze e facendo commenti piccanti su quanto bello fosse Cary Grant. All’improvviso, suonò il campanello. Era il postino, che aveva un pacco da consegnare, e per questo serviva la firma di un membro della famiglia.
Finalmente le mie scarpe nuove!” disse Alysia raggiante. Insieme al pacchetto però il postino aveva affidato alla ragazza anche una lettera. Ne riconobbe subito la calligrafia.
David.

David era arrivato nel periodo più buio della sua vita, circa un anno prima. A quel tempo si era trasferito da poco dall’America e aveva cominciato a frequentare l’High School di Holmes Chapel. Lui ed Alysia si erano conosciuti al corso di spagnolo, erano stati messi in coppia assieme durante le lezioni di speaking. Entrambi erano pessimi nel pronunciare la lettera “r”. Si capirono subito.
La solarità di David era come un’energia nuova, e ormai da lei dimenticata, che si infondeva in Alysia e la faceva sorridere, essere allegra, serena e viva. Tutti avevano ormai capito come sarebbe andata a finire tra i due. E infatti uscirono insieme per tutto l’anno, fino al diploma, al cui ballo andarono ovviamente in coppia.
David era riuscito a far dimenticare ad Alysia Harry, o almeno a lei sembrava. Ma lui era consapevole che non era affatto così, lui sapeva che quel ragazzo dai capelli ricci avrebbe sempre avuto uno spazio speciale nel cuore della sua Alysia. Forse l’aveva sempre saputo, ma il suo amore per la ragazza aveva prevalso sul quel sentimento di quasi gelosia che provava per Harry. E fino al diploma andava tutto bene, erano tutti felici.
Poi però, un giorno d’estate poco dopo la fine della scuola, David andò a casa di Alysia per farle una sorpresa: era il loro mesiversario. Fu Maya ad aprire. Il ragazzo entrò, salì l’ampia scalinata che portava al piano superiore ed entrò nella seconda camera a destra, quella di Alysia.
La trovò con le lacrime agli occhi, le canzoni più tristi dei One Direction che uscivano delle casse di uno stereo e il computer della ragazza aperto su diverse pagine di gossip. Tutte parlavano di Harry. Alysia non si accorse di lui fino a quando non sentì la porta sbattere dietro le sue spalle e i suoi passi veloci che scendevano le scale. Cominciò subito a seguirlo ma fu inutile, quando uscì di casa lui era già sparito.
David aveva avuto la prova di quello che sospettava da mesi, ma che non aveva mai avuto il coraggio di ammettere a se stesso. Era ancora innamorato di lei, ma così non poteva continuare. Lei amava di più l’altro. Il giorno seguente Alysia si presentò a casa di David. Spiegò tutto, disse che le dispiaceva, che lo amava, il che era vero. Alla fine del suo monologo David annunciò che la sua famiglia sarebbe tornata in America per motivi di lavoro e che lui li avrebbe seguiti per fare il college lì. Ne fu distrutta.
Erano passati quattro mesi, e ancora si dispiaceva per come fosse andata. Ora si sentiva davvero stupida, più di quanto non l’avesse mai fatto prima.
Un bell’amore finito per colpa Harry Styles. Stare con lui era quasi un’utopia, lei ne era consapevole, eppure ci pensava, anche se aveva al suo fianco un ragazzo davvero meraviglioso. Per fortuna, pensò ora, aveva deciso definitivamente di voltare pagina.
Lei e David non si erano sentiti per un po’ di tempo.
Alysia si sentiva troppo in colpa e David credeva che ormai lei si fosse dimenticata di lui. Poi però un giorno Alysia decise di spedirgli una lettera, dove ribadiva che era dispiaciuta e informava David di tutto quello che le stava capitando. Aggiunse anche che sentiva davvero la sua mancanza. Qualche settimana dopo trovò la risposta dell’americano nella cassetta della posta. Da quel momento cominciò una fitta corrispondenza tra i due. Mandarsi lettere era una cosa troppo sottovalutata dalla civiltà moderna. Ad Alysia piaceva aspettare impaziente una risposta, sbirciare il postino dalla finestra della sua camera per vedere se avrebbe lasciato una busta. Era quasi romantico e sicuramente più sentimentale che mandarsi delle mail, che si leggono subito e a cui bisogna rispondere immediatamente, senza lasciare nel cuore quella piacevole sensazione d’attesa. Alle volte si scambiavano anche qualche telefonata, ma nulla era paragonabile alle lettere che Alysia conservava gelosamente. Grazie a quelle lui l’aveva perdonata ed erano diventati buoni amici. Anche se avevano un oceano che li divideva.

La lettera di David era ancora sul tavolo, sigillata. La ragazza aspettava di essere sola per aprirla. Non che Valerie fosse d’intralcio o non fosse a conoscenza di quelle lettere, solo che Alysia la vedeva come una cosa molto personale, e per lei era un momento davvero speciale leggere quelle missive.
Sono quasi le 5, non trovi che dovresti dire ad Anne che non sarai lì tra circa un’ora per dare il benvenuto al figliol prodigo?” disse Valerie all’improvviso, proprio quando Cary Grant stava salendo sulla cima dell’Empire State Building. Solo ora Alysia notava come quella scena fosse stata brutalmente copiata per Chuck e Blair di Gossip Girl.
Oh cavoli! Mi sono completamente dimenticata? Dici che si arrabbierà? Oh no, oh no, oh no! E ora che faccio? Che le dico?” Alysia si era completamente dimenticata di quella scomoda faccenda, presa com’era dalla tragica storia d’amore tra Cary e Deborah Kerr. Se prima era disperata per l’auto che aveva appena investito l’amata del suo Cary, ora era piuttosto agitata, preoccupandosi più per se stessa che per l’attrice.
Povera, ingenua Aly. – cominciò Valerie, piuttosto divertita dalla reazione che aveva suscitato nell’amica – Dille che devi badare a Maya! O che stai male.”
Ok sì, ottimo consiglio. – disse Alysia andando a prendere il telefono e componendo il numero – Sta squillando. Pronto? Anne? Ciao! Come stai? Senti volevo dirti che mi dispiace davvero tanto ma questa sera non ce la faccio proprio a venire! Io… Ehm… mi è appena salita una febbre terribile, per non parlare del mio atroce mal di gola! Non vorrei mai contagiare Harry, a cui credo non gli faccia bene un mal di gola visto il suo lavoro.”
Patetica” mimò Valerie con le labbra.
Oh cara! Mi dispiace tanto! – rispose invece Anne dall’altra parte del filo – Tesoro, speravo proprio che venissi strasera. Per fortuna non l’aveva ancora detto ad Harry, volevo fosse una sorpresa! Oh beh, sarà per un’altra volta. Allora a presto spero! Riguardati!
Sì, lo farò, grazie. – fece Alysia – E scusami ancora! E saluta Harry!”
Ok, forse la parte del saluto potevi risparmiartela. – disse Valerie con un’espressione di disapprovazione sul volto – Ora devi solo non andare in panico la prima volta che lo vedrai.”
Rintoccò l’orologio del salotto. “Sono le 6. In questo momento è a meno di mezzo miglio da qui.” disse Alysia.



Ciaooo gente!!
Chiedo umilmente perdono per aver postato in ritardo, ma ieri era l'ultimo giorno di carnevale e mi sono lasciata travolgere da Venezia:)
Comunque, scusate anche per la lunghezza del capitolo. E' corto, di passaggio e fa schifo. Sorry. Però arriva David, per cui non ho un volto a cui mi sono ispirata (quindi se avete consigli, ditemi), e che diventerà importante per la storia. Ok, non dico altro.
Grazie mille per le persone che recensiscono, anche se diventano sempre meno e questa cosa mi fa stare piuttosto male, perchè evidentemente la mia storia non è bella se nessuno la legge. Uff. Ok, scusate lo sfogo. Comunque, grazie grazie grazie a chi recensisce e tiene questa storia tra le seguite/preferite.
Vi pregooo recensite! Ho bisogno di sapere cosa ne pensate, cosa devo cambiare, cosa non vi piace, cosa invece vi piace...
Grazie se hai letto fino a qui.
A presto spero!
Baci, A.
P.S. Vi prometto che nel prossimo capitolo arriverà finalmente il nostra Hazza, che farà un'entrata in grande stile:)

 

Image and video hosting by TinyPic Scusate, non c'entra niente, ma qui Niall fa TROPPO ridere!! 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


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Capitolo 5

 

The same old look in your eyes; it's a beautiful night,
I'm so tempted to stay.
But too much time has gone by; we should just say goodbye,

and turn and walk away.

 

La mattina successiva Alysia uscì piuttosto presto di casa. Come ogni domenica lei e Valerie si trovavano per fare colazione nel loro bar preferito, un caldo cafè poco fuori dalla piazza principale, dove servivano dei muffins eccezionali. Era una tradizione che portavano avanti ormai dalla seconda media.
Era una fresca mattina stranamente soleggiata e Alysia decise di raggiungere il luogo dell'incontro a piedi. Adorava l'autunno, le foglie rosse e gialle che coloravano gli alberi, quella brezza fredda ma non ancora gelida che soffiava tra i capelli. In più era quasi Halloween, quindi la cittadina era decorata con tante zucche arancioni e altre decorazioni più o meno appariscenti. Attraversando il piccolo paesino, Alysia salutò quasi tutti i suoi abitanti, lì si conoscevano tutti. Incontrò, però, anche molte facce nuove, soprattutto di ragazzine molto allegre vestite in modo troppo colorato. Ma non vi fece molto caso, in fondo non conosceva così bene i cittadini più giovani di Holmes Chapel.
Giunta nella piazza del municipio la ragazza notò che era ancora appeso lo striscione per il bentornato di Harry. Era curiosa di sapere quando si sarebbe tenuta quella sottospecie di parata.
Buongiorno Martha” disse Alysia allegramente, non appena la porta del cafè si chiuse alle sue spalle facendo suonare una seconda volta la campanella che vi era appesa. Una volta dentro si guardò intorno, ma ovviamente Valerie non era ancora arrivata. Era sempre in ritardo quella ragazza.
La dolce vecchietta che rispondeva al nome di Martha l'accolse con un sorriso “Buongiorno a te Aly, ti porto il caffè finchè aspetti?” Era come una nonnina premurosa, e alle due ragazze stava tanto simpatica.
Sei un tesoro, grazie.” rispose la futura dottoressa, che non riusciva a carburare la mattina se non dopo aver bevuto una buona tazza di caffè. Dopo essersi svegliata nel vero senso della parola, Alysia cominciò ad osservare fuori dalla grande vetrata del bar. Notò che per le strade c'era più gente del normale. Anzi forse c'era troppa gente, anche se tutti gli abitanti di Holmes Chapel si fossero riversati fuori dalle loro case non ci sarebbe stato tutto quel movimento.
Salve a tutti! - annunciò Valerie. Finalmente era arrivata. - Ho fatto un'interessante scoperta venendo qui. Il sindaco ha organizzato una festa per il nostro migliore cittadino.”
Intendi Harry? - chiese Alysia – Beh si sapeva, voglio dire, è quasi una settimana che è appeso quello stupido striscione.”
Sì ma quello che non sai, perchè in teoria è top-sicret , è che si farà alle 11 di questa mattina e che Harry farà un concertino! Che cosa squallida” proseguì Valerie.
Erano da poco passate le 10, quindi Alysia per l'ora della parata sarebbe stata a casa e non avrebbe avuto incontri imbarazzanti barra spiacevoli.
Il tempo però ridendo e scherzando, e soprattutto riempiendosi lo stomaco di ottimi dolci, passò in fretta. Il campanile scoccò undici rintocchi.
Oh no, sono le 11!” Alysia cadde dalle nuvole.
Le due ragazze guardarono fuori dalla finestra. La strada in cui si trovava il bar era stracolma.
Un po' perplesse le due amiche si avviarono verso la piazza principale, facendosi largo tra la folla che diventava sempre più fitta. Giunte a destinazione si guardarono intorno: le estremità delle strade che immettevano in quello spiazzo erano transennate e c'erano poliziotti vestiti in giallo evidenziatore ovunque.
Ma ci stanno prendendo per il culo? - fece Valerie continuando a voltarsi da tutte le parti – Neanche dovesse arrivare la regina in persona!”
C'erano centinaia di fotografi, di telecamere, di poliziotti e di ragazzine urlanti con cartelli di tutte le forme e i colori.
Effettivamente non ci avevo pensato prima, però ogni volta che qualcuno dei One Direction fa un'apparizione in pubblico questo è ciò che scatena” disse Alysia all'amica facendo un ampio gesto con la mano, indicando tutta la gente che si era riversata su quella piazza.
Cosa facciamo, ce ne andiamo o restiamo?” chiese Valerie.
Non ci fu bisogno di ottenere risposta, perchè nel frattempo le due erano state circondate da moltissima altra gente ed era impossibile muoversi.
La folla dovette aspettare una buona mezz'ora prima che accadesse qualcosa. All'improvviso Alysia si accorse che il sindaco stava salendo sul palco e diede una gomitata all'amica perchè guardasse anche lei.
E' una gioia per me vedere così tanta gente qui oggi. – cominciò il signor Sullivan tra gli applausi e le urla – Ma è una gioia ancora maggiore il motivo per cui noi tutti siamo qui. Oggi vogliamo dimostrare tutto il nostro orgoglio ad un ragazzo che è nato e cresciuto qui, e vogliamo rendere a lui nota anche la nostra immensa gratitudine per la nuova area dell'ospedale da lui finanziata.”
Non sapevo che avesse fatto una donazione all'ospedale! Che cosa... carina” disse Alysia allibita.
Oh, come è magnanimo” la cantilenò Valerie.
E' ora con mio grande piacere e onore – proseguì il sindaco – che faccio salire qui sul palco una ragazzo che nonostante la fama e la fortuna non ha dimenticato i valori importanti, come la casa e la famiglia. Ecco a voi Harry Styles.”
Queste due ultime parole furono seguite da un boato di dimensioni epiche, e finalmente lui si mostrò davanti a tutti.
Alysia era un po' laterale rispetto al palco, ma comunque abbastanza vicina per notare bene Harry. Quanto era cambiato dall'ultima volta. Certo, l'aveva visto nelle immagini di computer e giornali, però dal vivo faceva un altro effetto. Era sicuramente più alto. E più bello. Era diventato quasi un uomo. E la sua voce lo testimoniava sicuramente.
Prima di tutto vorrei ringraziare il sindaco e la città di Holmes Chapel per aver fatto tutto questo per me, non mi sembra vero, davvero. E poi un grazie gigantesco anche a tutti voi che siete venuti qui oggi. - Quando parlò una profonda voce calda riecheggiò per tutta la piazza e ad Alysia vennero i brividi lungo la schiena. Era troppo tempo che non lo sentiva così vicino. - E per ringraziare al meglio tutti voi, che siete stati decisamente troppo buoni con me, ho deciso di deliziarvi con qualche canzone. Spero vi divertirete.”
Mentre Harry parlava degli strumenti furono portati sul palco cosa che, insieme all'annuncio del concerto, mandò in visibilio le fans. Subito della musica si propagò per tutto lo spiazzo gremito di gente. Non sembrava una canzone dei One Direction.
Che faccia tosta, crede persino di avere il diritto di rubare una canzone ai Kings of Lion." fece Valerie con la faccia schifata. A lei ovviamente piaceva la voce di Harry però non sopportava quel gruppetto di cui faceva parte, tanto meno le loro canzoni.
Finita la prima canzone Harry prese un sorso d'acqua da una bottiglietta e subito riaccostò il microfono alle sue labbra.
"Questa è la nuova canzone del mio gruppo. La dedico ad una persona molto speciale che abita proprio qui, a Holmes Chapel. Lei è stata la mia prima grande amica" disse il ragazzo guardandosi intorno, come per cercare qualcuno.
Evidentemente non aveva trovato il volto cercato, perchè subito cominciò a cantare. E le note di Little Things cominciarono a diffondersi per la piazza.
No, questo era troppo per Alysia, non poteva sopportare che questa canzone venisse cantata in sua presenza, nella sua città. Fece per andarsene, ma un'orda di ragazzine ululanti la travolse e si piazzò intorno a lei con decine di cartelloni che emettevano luci intermittenti e altre diavolerie del genere. Harry sembrò accorgersi di queste devote fans, infatti si girò dalla loro parte facendo loro una grande sorriso.
Alysia stava continuando a cercare una via di fuga, che ovviamente non riusciva a trovare quando si accorse che le note della canzone non erano seguite dalla voce del ragazzo. Harry aveva improvvisamente smesso di cantare.
Alysia, curiosa, si voltò verso la sua direzione.
I loro occhi si incrociarono. Entrambi rimasero zitti ed immobili per quell'attimo che sembrò durare un'eternità. Troppo stupiti di rivedersi dopo tanto tempo. Di specchiarsi l'una negli occhi dell'altro dopo troppo tempo. Fissava quegli splendidi occhi verdi che l'avevano fatta innamorare e in cui tante volte si era persa.
Alysia sentiva dentro di lei l'istinto di andarsene, ma nonostante ciò in lei c'era anche uno strano impulso che le impediva di muoversi. Il cervello, che dovrebbe dominare l'uomo e guidarlo sempre, era in quel momento sopraffatto dal cuore e dalla sua irrazionalità. Ma non era l'amore a bloccarla lì. O meglio, non l'amore che l'aveva legata una volta a quel ragazzo. Era un altro tipo di amore. Era ferma in quella piazza gremita di gente, aveva gli occhi di tutti puntati su di lei, perchè sentiva il bisogno di sapere come stava Harry. Semplicemente così.
Poi, improvvisamente, sentì il suo nome riescheggiare per tutto lo spiazzo.
Harry aveva sussurrato quel nome al microfono, che abbandonò subito su uno sgabello, per poi dirigersi verso le scale che lo avrebbero fatto scendere dal palco e l'avrebbero portato dalla ragazza.
A quel movimento però, le migliaia di ragazze che si trovavano lì, cominciarono a spingere verso la direzione in cui stava andando il loro idolo. Una grossa guardia del corpo, accortasi della situazione, bloccò Harry prima che potesse raggiungere il pavimento della piazza e quindi la furiosa ondata di fans.
Il riccio allora disse qualcosa all'uomo che lo aveva salvato. Inaspettatamente, questo scese nello spiazo dove Alysia si trovava, e scortò la ragazza direttamente sopra al palco.
"Se non posso scendere io, almeno puoi salire tu" le disse Harry, una volta che lei si trovò di fronte a migliai di persone.
Queste furono le sue prime parole. Nemmeno un saluto, come se gli fosse tutto dovuto. Perchè doveva comportarsi in questo modo?
Alysia era troppo scioccata per proferire parola. Si sedette sullo sgabello da cui Harry aveva recuperato il microfono.
"Gente – cominciò lui, la voce amplificata – questa è una mia vecchia amica. È la ragazza a cui volevo dedicare la canzone che stavo eseguendo poco fa. Fortunatamente, abbiamo avuto l'onore che si sia unita a noi".
Detto ciò, come se niente fosse, Harry ricominciò a cantare da dove si era interrotto. Dal pezzo di Alysia.
Cantò guardandola negli occhi, come se tutto fosse normale e il tempo non fosse mai passato. Poteva quasi sembrare sincero.
Alysia però non ci sarebbe più ricascata. Quegli occhioni color del mare non l'avrebbero più ingannata.
Harry si stava solo mettendo in mostra, dedicando una canzone ad una ragazza presa dal pubblico. Le suo fans sarebbero andate in visibilio per questo.
"Fate un bell'applauso ad Alysia!" disse il ragazzo, terminata la canzone.
Lei si alzò in piedi, guardò per un secondo Harry, che stava ricambiando il suo sguardo, sorridente. Quel sorriso la faceva scogliere ogni volta.
Ma presto riprese il pieno possesso delle sue facoltà mentali e, piena di imbarazzo e di rabbia verso Harry, corse giù dal palco.
Il cantante la seguì con gli occhi, con l'aria delusa. Avrebbe tanto voluto parlarle, abbracciarla. Gli era sembrata una cosa carina, sul momento, dedicarle la sua canzone. Voleva seguirla, fermarla e portarla lontano da tutta quella gente. Però era consepevole di non poterlo fare, sia perchè sarebbe stato travolto, sia perchè non poteva abbandonare il concerto.

"Che scena madre" fu il commento sarcastico di Valerie, quando finalmente Alysia riuscì a raggiungerla, sul limitare della piazza.
"E' stato tanto imbarazzante, vero?" chiese Alysia mentre le due cercavano di farsi spazio per poter giungere alla via che le avrebbe portate a casa.
"Beh, diciamo che sei riuscita a far tacere un migliaio di ragazzine. Credo che vorranno tutte ucciderti" Valerie e le sue battute. Simpatica.
"Non pensavo mi avrebbe notata tra così tanta gente, comunque..." cominciò la mora sovrappensiero.
"Oh no, non ricadrai un'altra volta nel vortice Styles, signorina!" la ammonì la bionda.
"No, infatti. Non sai quanto lo odi in questo momento per aver fatto quello che ha fatto! Sembrava tanto una scena da film, vero? Peccato che la protagonista non apprezzi più la canzone che il bel giovane le ha cantato!"

Alysia aveva la testa ingombra di pensieri. Odiava Styles sempre di più, quel ragazzo si prendeva gioco di lei come se fosse un hobby.
Una volta a casa, prima di salire in camera sua, notò la lettera di David ancora sul tavolo.
Sicuramente quella l'avrebbe tirata su di morale. La portò con se al piano di sopra, insieme ad un'enorme bottiglia di succo di mela.


Signore e signori (?) ecco a voi Mr. Harry Styles!!! (Puntuale come promesso?
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Contenti? Finalmente è arrivato anche lui:) dunque, che dire di questo capitolo. Non molto, a parte che entra Harry.. nel prossimo non sarà di nuovo molto presente ma da quello dopo dopo ci sarà sempre, I promise:) Come promesso, entra in grande stile (stile-styles ahahahah ok no) facendo un po' il presuntuoso anche se non avrebbe voluto apparire così.. ma fatevi la vostra idea:)
Ok, spero vi sia piaciuto e spero che mi farete sapere cosa pensare! Ormai mi sono rassegnata a pregare in ginocchio per una recensione, sono già contenta per le poche persone che mi recensiscono assiduamente, non sapete quanto vi io vi voglia bene:) quindi grazie grazie grazie! Anche alle persone che tengono questa storia tra le preferite/seguite, lo apprezzo davvero!
Se siete arrivati fin qui, grazie davvero:) vi pregooo lasciate una piccola recesione, basta una giusto per farmi capire cosa ne pensate!
Al prossimo capitolo spero!!
Baci, A.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


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Capitolo 6

 

Who was I to make you wait?
Just one chance,
just one breath,
just in case there's just one left.
'Cause you know that I love you.
I have loved you all along.
And I miss you.

 

Alysia era distesa sul letto, la busta sulla sua pancia, il succo ancora sul pavimento e gli occhi incollati a quelle pagine che David aveva riempito con tanti sinceri pensieri.
Il giorno prima, dopo l'incontro con Harry, era stata a letto tutto il pomeriggio, guardando vecchi film. Aveva fatto una maratona di Audrey Hepburn, guardando Vacanze Romane, Sabrina e Funny Face. E anche la mattina seguente era stata a poltrire l'intera giornata, leggendo ancora una volta Orgoglio e Pregiudizio e immaginando il Signor Darcy, interpretato da Colin Firth nella serie televisiva, che esce dal lago con la camicia bagnata incollata al suo petto. Doveva smetterla di fantasticare su uomini che non peteva avere, e non solo perchè, per la loro età, che sarebbero potuti essere suoi padri.
La lettera di David era stranamente lunga, erano due pagine fitte di parole. Lui non era mai stato così loquace, sembrava come se stesse prendendo tempo. Alysia pensò fosse un pensiero buffo, prendere tempo in una lettera. L'americano la informava su come andavano i suoi corsi di cucina – aveva da poco imparato a fare un soufflè che non si appiattisse – sul suo nuovo hobby, la caccia, sulle condizioni di salute di sua madre che non erano molto stabili – era stata ricoverata in ospedale per una strana influenza la cui causa era ancora ignota. Aggiungeva inoltre che si era da poco appassionato alla fotografia e aveva scoperto l'amore per i vecchi film. Alysia aveva sempre provato a farglieli vedere, ma lui si era sempre rifiutato. Sorrise quando lesse che l'ultimo film visto dal ragazzo era stato Dalla Terrazza, il cui attore è un bellissimo Paul Newman sempre abbronzato e in canottiera.
Giunta quasi alla fine, con mille idee su cosa rispondere, Alysia si bloccò alla vista delle ultime righe scritte dal ragazzo.

Ho voluto lasciare la bella notizia alla fine perchè questa sarà la mia ultima lettera che riceverai. Tranquilla, non disperarti, non mi sono stancato di te.

È l'ultima semplicemente perchè mi sembra stupido inviarsi lettere quando si è a poche

miglia di distanza.

Ebbene sì, puoi cominciare a saltare di gioia: torno in Inghilterra.

Sei contenta? Io molto. Adoro l'America, non pensare male, ma mi manca la tranquillità della Madre Patria, e poi mi manchi tu.

Ora, credo di doverti dare qualche spiegazione: mio padre ha ottenuto una promozione nell'azienda in cui lavorava lì, quindi ha deciso di trasferirsi nuovamente e io ho intenzione

di seguire, ancora una volta, la mia famiglia.

Loro torneranno nella nostra vecchia casa che non eravamo ancora riusciti a vendere, ma io non abiterò con loro. A Holmes Chapel non c'è una scuola di cucina all'altezza di quella in cui andavo qui a Boston, quindi io vivrò a Londra.

Ti immagini? Studierò cucina nella più grande capitale del mondo, dove si mescolano tutti i tipi di cucina presenti su questa terra! Sono troppo emozionato!

Ovviamente tu potrai venirmi a trovare ogni volta che vorrai, e io mi assicurerò di avere sempre un divano libero per te. Abiterò con degli altri ragazzi ma non credo ci saranno problemi, tu sarai sempre benvenuta.

Bene, ora le cose importanti. Tornerò il 4 novembre, dovrei essere a Heathrow per le 10 di sera. Ormai mancano pochi giorni!

Non vedo l'ora di vederti, mi manchi tanto!

Ti voglio tanto bene,

David. >>

 

Cosa?

David tornava? Alysia era sconvolta. Succedeva spesso in quel periodo, pensò.

Fino a qualche giorno prima la sua vita era tranquilla, forse aveva pure accettato il fatto di essere sola e non innamorata, ed ecco che i due ragazzi più importanti per lei tornavano nella sua vita.
Tutto succedeva troppo in fretta, era tutto strano e confuso.
Certo, era contentissima che il suo David tornasse. Però avere vicini contemporaneamente sia lui che Harry sarebbe stato alquanto strano, non sapeva come avrebbe reagito.
Cominciò a formulare ipotesi per molto tempo, facendosi tantissimi viaggi mentali pieni di se e di ma.
Un messaggio sul suo cellulare la riportò alla realtà.
"Vengo a prenderti tra mezz'ora. Questa volta vedi di vestirti adeguatamente! Val"
Oh no! Si era completamente dimenticata che quella sera sarebbe dovuta uscire con la sua amica. Era il giorno di Halloween e Alysia aveva promesso a Valerie di accompagnarla ad una festa di un qualche amico della bionda.
Il tempo stringeva e Alysia non aveva la minima idea di come doversi preparare. Lei odiava le feste. Non che non le piacesse ballare, anzi, da piccola aveva anche preso lezioni di danza, ma le feste non erano proprio il suo ambiente. Se fosse vissuta nel 1800, quando c'erano i grandi balli, con tutti gli invitati che erano eleganti e cordiali tra loro, sarebbe stato un altro discorso. Ma a tutti i party a cui era andata non si era mai divertita. Detestava le ragazze troppo svestite e stupide, i ragazzi troppo ubriachi, la musica assordante e la pista da ballo piena di gente non non ballava, si strusciava. Certo, non tutti erano così, ma la maggior parte. Inoltre detestava i ricchi ragazzi che davano quelle feste e che facevano parte della sua "classe", come diceva sua madre. Erano tutti presuntusosi, esibizionisti, egoisti e terribilmente viziati.
Infilò un vestito che le pareva adatto all'occasione, era bianco, sufficientemente corto e con delle perline dorata sul davanti. Lei non avrebbe mai comprato una cosa del genere, infatti era opera di sua madre. La signora Gray, al contrario della figlia, avrebbe tanto voluto che Alysia patecipasse più frequentemente a feste come quella a cui stava per andare. Riteneva che la figlia fosse una specie di emarginata, era pienamente convinta che dovesse mostrarsi di più in società. L'aveva costretta a fare il debutto in società a sedici anni, come per mostrare a tutti che la sua bella figlia fosse finalmente sul mercato, e Alysia l'aveva odiata profondamente per questo. Forse Mrs. Gray non si rendeva conto di quanto stupidi e superficiali fossero i ragazzi dell'età di Alysia. Secondo lei, tutti erano brillanti come i loro genitori, che erano importanti medici, imprenditori, avvocati. E sicuramente tutti erano dei buoni partiti. Le era quasi venuto un attacco di panico quando scoprì che Alysia usciva con Harry, che aveva avuto un lavoro come panettiere. Poi però venne anche a sapere che la famiglia del ragazzo possedeva un cottege con piscina e allora il suo atteggiamento cambiò subito nei suoi confronti. David invece era il ragazzo perfetto: ottimo giocatore di polo, figlio di un importante imprenditore americano, con una nobile famiglia alle spalle. Alysia però non l'aveva scelto per tutte queste cose, ma per il fatto che anche lui, sebbene appartenesse al mondo dei "privilegiati", non vedeva l'ora fuggirci, proprio come la ragazza. E lo stesso valeva per la sua amicizia con Valerie. Lei era forse la più ricca ragazza che conosceva, eppure non le era mai apparsa tale – a parte per il fatto che girasse su una costosissima Range Rover.
Erano solo all'asilo quando si trovarono. Tutte le altre bambine giocavano con le loro bambole costose, mentre Alysia e Valerie preferivano arrampicarsi sugli alberi e cantare a squarciagola, sedere a gambe incrociate anche se avevano la gonna e giocare sull'erba.
Alysia sorrise ripensando a tutto ciò, pensando quanto loro due erano simili. A parte per un piccolo, isignificante fatto: Valerie adorava le feste. La mora aveva sempre pensato che questo fosse un controsenso e che andasse contro tutti i loro principi, ma c'era poco da fare. La bionda adorava ballare come voleva, senza vergognarsi mai, non rifiutava mai un drink quando gliene offrivano uno e a lei piaceva anche prendere in giro quegli stupidi ragazzi, facendo finta di essere interessata. Forse era un po' stronza, ma era divertente. Inoltre adorava le scarpe con il tacco alto, e quando metterle se non a quelle feste? Alysia invece non le sopportava, non riusciva a camminarci.
Quando mancavano poco più di dieci minuti, indossò delle ballerine, sue grandi alleate in queste occasioni, sistemò i capelli come meglio poteva, lasciandoli sciolti sulle spalle, e mise un filo di matita e di mascara sugli occhi, giusto per non farsi sgridare troppo dall'amica che sarebbe stata lì a minuti.
Quando sentì il clacson suonare, Alysia infilò un cappotto, prese la piccola pochette che si trovava sulla sua scrivania e si precipitò al piano di sotto. Salutò velocemente la madre, che rispose solo perchè consapevole di dove stesse andando la figlia, e uscì.
"Vado abbastanza bene?" chiese la mora alla bionda, chiudendo gli occhi per mostrare la matita e aprendo il cappotto per far intravedere le perline.
"Scarpe?" fece Valerie, sporgendosi oltre il posto del guidatore per osservare meglio l'amica.
"Uffa, lo sai che non ci so camminare! E poi se me li mettessi sarei più alta di molti ragazzi e non mi va!" disse Alysia, nascondendo i piedi uno sotto l'altro.
Valerie face una faccia di rimprovero e partì. La bionda guidava all'andata, mentre la mora al ritorno,era sempre stato così, fin da quando avevano preso la patente. In questo modo Valerie poteva bere quanto voleva senza problemi, e ad Alysia non pesava poi tanto.
La destinazione era la casa di un amico di Valerie, poco fuori Birmigham. Le due ragazze avevano quasi un'ora di strada da fare, quindi acceserò le casse dell'auto collegate all'ipod di Valerie e cantarono le loro canzone preferite, proprio come quando erano piccole.
Alysia sapeva di dover dire all'amica di David, ma non voleva farlo ora. Avrebbero avuto poco tempo per discuterne e non voleva turbarla poco prima di una festa, poi non si sarebbe più divertita.
Finalmente arrivarono. Davanti a loro c'era un grande cancello in ferro battuto spalancato. Percorsero un lungo vialetto sterrato che le portò ad una magnifica villa immersa nel verde e fiancheggiata da una maestosa piscina, sfortunatamente deserta a causa della temperatura troppo bassa.
Appena entrate, una musica assordante invase le orecchie delle due ragazze. Gettarono i cappotti su un divano – almeno quello che pareva un divano, era talmente buio che non vedeva niente. Valerie fu subito raggiunta da un ragazzo alto e massiccio dai corti capelli biondi.
"Aly, lui è Tom, il padrone di casa. Tom, lei è la mia amica Alysia" Valerie fece le presentazioni facendo l'cchiolino al ragazzo, che sorrise.
Dopo qualche altra presentazione, Valerie fu letteralmente trascinata a ballare da qualche ricco ragazzo, e Alysia non potè fare altro che ripiegare sul bar. Prima di raggiungerlo però fu agguantata per un braccio dall'amica.
"Ehi, io ti ho portata qui, non credere di sfuggirmi!" disse, portando anche lei sulla pista.
Dopo un primo momento di imbarazzo, anche Alysia riuscì a sciogliersi e cominciò a divertirsi ballando con l'amica.
Le dure ragazze erano stremate dal ridere e dal muoversi. Alysia decise che era finalmente giunto il momento di andare al bancone delle bibite.
"Un Margarita e una soda" ordinò non appena giunse il suo turno.
Non appena ebbe in mano i suoi drink, si girò velocemente per tornare da Valerie. Forse però lo fece troppo velocemente, perchè rovesciò tutto quello che aveva in mano sulla camicia del tipo che stava in fila dietro di lei.
"Oh scusami, scusami tanto!" cominciò la ragazza, mortificata ma allo stesso tempo incapace di trattenere una risata.
Il ragazzo invece non sembrò molto divertito, nonostante Alysia non riuscisse a vedere la sua faccia a causa del buio. Ma dedusse che non lo era affatto dal modo in cui incominciò ad insultarla.
"Non c'è bisogno che ti scaldi tanto sai! Prova ad essere più gentile! Senti mi dispiace, vieni in bagno che provo a rimediare al mio disastro" fece la ragazza, trascinandolo via.
Entrati nel lussuoso bagno, Alysia si diresse verso il lavandino e lo aprì.
"Senti, non pensare male, ma togliti la camicia così..." disse girandosi verso lo sfortunato annaffiato di tequila. Ma non riuscì a finire la frase. Il ragazzo dietro di lei, il ragazzo su cui aveva versato i suoi cocktails e che poi l'aveva insultata era lui.
E i loro occhi si incrociarono per la seconda volta quel giorno.
Quel ragazzo era Harry.


Ciao a tutti. Scusate per il capitolo, non mi piace molto e poi non c'è Harry se non alla fine. Volevo far capire meglio il personaggio di Alysia (che qui è più o meno una descrizione di me stessa) e volevo concentrarmi un pochino su David, che ritorna! E io non ho ancora scelto il suo volto. Dannazione! Comunque scusatemi, non succede nulla, nel prossimo ci sarà un po' più di azione. Mi piaceva l'idea di farli incontrare casualmente un'altra volta, giusto per aumentare un po' l'imabarazzo. Non odiatemi:) Allora, quale sarà la reazione dei due ragazzi?? Ditemi cosa pensate succederà nelle recensioni:) Vi pregooo recensite!! Giusto 10 paroline per farmi capire se vi piace o devo darmi all'ippica (effettivamente, i cavalli mi piacciono).
Volevo ringraziare tutte le persone che recensiscono assiduamente questa storia, vi adoro:) e un grazie anche a tutti i lettori silenziosi che però tengono questa storia nelle seguite/preferite/ricordate. Grazie davvero:)
Con un'ultima implorante richiesta per una recensione, mi congedo.
A presto spero:)
Baci, A.


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Chi come me ha visto tutti i video del concerto illudendosi di esserci stata??:)
Comunque sono sempre molto seri durante gli assoli di Harry. E Niall con quella canottiera è davvero figo

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


 

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Capitolo 7

 

Where were you when everything was falling apart?
All my days were spent by the telephone.
It never rang and all I needed was a call
That never came...

 

Rimasero immobili a guardarsi, come era successo il giorno precedente. Un misto di rabbia, stupore, felicità e tristezza ribolliva dentro Alysia.
Senza preavviso, Harry fece un passo in avanti verso di lei e l'abbracciò, sprofondando la testa tra i soffici capelli castani di lei.
Alysia era spiazzata, le braccia tese lungo i fianchi. Sentendo il suo profumo, lo stesso che aveva quando stavano insieme, le venne quasi l'istinto di ricambiare quell'abbraccio. Ma prima di lasciarsi incondizionatamente sopraffare dal suo istintivo cuore, riprese la piena lucidità delle sue facoltà mentali.
"Cosa credi di fare? – gli urlò la ragazza, allontanandolo da sè – Tu credi di poter ripiombare qui come se niente fosse e pretendere che sia tutto come prima? Beh, spiacente di darti la notizia, Harry, ma non è tutto come prima".
Alysia superò il ragazzo un po' incredulo e si avviò verso la porta. La mano di lui però le afferrò il polso.
"Perchè te ne sei andata ieri?" la guardò profondamente con quegli splendidi smeraldi che si trovava al posto degli occhi.
"Perchè hai diffuso quella canzone?" Alysia rispose con un'altra domanda. Non poteva credere che lui fosse così sfacciato, presuntuso, insensibile. Oppure era terribilmente ingenuo e non ci arrivava. Ma quest'ultima ipotesi fu subito esclusa.
"Io..." cominciò Harry, tendando di formulare una frase tra i numerosi balbettii che uscivano dalle sue labbra.
"Te lo dico io perchè. – Alysia era sempre più furiosa, la rabbia accumulata in quei due anni si stava riversando fuori tutta insieme – Perchè è una bella canzone, vero? Non importa lo scopo per cui l'avevi scritta. E' bella, commerciale e le tue fans la adorano. Non importa se ora il mondo sa tutto di me, tutte le piccole cose che mi riguardano. Non importa se io ho scoperto attraverso uno stupido sito che la mia canzone è diventata un successo globale. Non importa se mi ha fatto ricordare quanto ho sofferto quando tu te ne sei andato. Pensi solo a te stesso, proprio come l'ultima volta. Ti sarai dimenticato che quella canzone era per me, proprio come ti sei dimenticato di me l'ultima volta".
Le lacrime scorrevano prepotenti lungo le guance della ragazza. Non voleva piangere, non di fronte ad Harry, lui non meritava le sue lacrime,ma la rabbia era troppo forte per essere repressa.
Harry, che era rimasto in silezio durante tutto lo sfogo di Alysia, provò ad avvicinarsi nuovamente, ma lei fece un passo indietro.
"Mi dispiace. Davvero. Scusami, per tutto. So di non essermi comportato bene con te. Ma io mi sono allontanato da te per non farti soffrire ancora. L'ho fatto solo perchè tu andassi avanti con la tua vita, senza pensare a me che sarei sempre stato lontano. Lo so, forse sono stato stupido, ma ho pensato.. Sì insomma, pensavo che lasciarti andare fosse la cosa migliore per te. Magari mi sbagliavo. È stata dura lasciarti, io ti amavo, io ti... – Harry fece un respiro profondo, Alysia lo guardava, impassibile – Credevo che ti avrebbe resa felice la pubblicazione della canzone. Pensavo che fosse un gesto per farti capire che io penso ancora a te, non è assolutamente come credi tu. Non mi sono affato dimenticato di te, non l'ho mai fatto".
"Non mi hai mai dimenticata, eh? E allora come mai non ti sei mai fatto sentire? Non hai mai chiamato? Io sono stata a pezzi per moltissimo tempo, e tu non ti sei mai preoccupato di accertarti su come stavo. Per quanto ne sapevi, io sarei anche potuta essere morta! Per non parlare poi di tutte le ragazze che hai avuto! Ormai hai una reputazione che potrebbe benissimo fare concorrenza a quella di Casanova" le lacrime si erano fatte più rade, il volte aveva assunto un'espressione dura.
"Pensavo potesse essere più semplice. Per te ma anche per me. Ho sbagliato, scusami".
"La verità è che io ero un peso per la star mondiale Harry Styles, vero? Per questo ti sei liberato di me. Beh, sono contenta che tu l'abbia fatto, perchè altrimenti non avrei mai incontrato il ragazzo migliore del mondo". E con queste ultime parole, Alysia svincolò il suo polso dalla grande mano del ragazzo e uscì dal bagno, lasciandolo solo e rammaricato.
Alysia non pensava veramente quello che aveva detto. Almeno non tutto. In fondo al suo cuore sapeva che era stato difficile anche per lui allontanarsi. Però credeva anche che ci avesse messo molto poco a superare la rottura. E anche per quanto riguardava David... Sì, certamente lui era uno dei migliori ragazzi che avesse mai conosciuto, era però anche vero che avevano rotto perchè lei pensava ancora ad Harry.
Lei stava davvero male per quanto era appena accaduto. Perchè doveva tornare? Perche doveva rendere tutto più difficile?
Si diresse verso il bar, decisa sul da farsi. Le sembrava di ricordare che sul "Piccolo Principe" ci fosse un personaggio che "beveva per dimenticare". Decise che ci avrebbe provato, peggio di così non poteva andare.
"Dammi due bicchieri della cosa più forte che hai" disse al barman.
Appena ebbe davanti a lei i suoi drink ne afferrò uno e, per la prima volta nella sua vita, lo buttò giù tutto d'un fiato, neanche fosse uno shot.

Harry era profondamente avvilito. Dopo che Alysia se n'era andata, era rimasto immobile a fissare la porta per quella che sembrava un'eternità. Era perfettamente conscio del fatto che lei aveva sofferto molto e che aveva tutti i motivi per odiarlo. Dopo tutto quel tempo si chiese come mai fosse stato così stupido da lasciarla andare.
Le suo parole gli rimbombavano nelle orecchie.
Il ragazzo migliore del mondo.
Quindi Alysia, la sua Alysia, era fidanzata. Un improvviso e istintivo moto di rabbia cominciò a ribollirgli dentro. Era forse gelosia? Probabilmente sì. Era giusto che lei fosse andata avanti con la sua vita, in fondo era proprio questo il motivo per cui l'aveva lasciata. Ma allora perchè si sentiva così? Era furioso con il mondo. Cominciò inspiegabilmete a calciare il muro, facendosi male al piede e rompendo una delle mattonelle.
Alysia si era appena sfogata con lui, gli aveva urlato contro tutte le cose che non aveva potuto dirle in quegli anni perchè lui non l'aveva mai chiamata. E lui l'aveva ascolta senza poter ribattere. O meglio, ci aveva provato, ma lei, convinta delle sue idee, non gli aveva dato ascolto. Perchè non voleva ascoltarlo? Perchè non voleva capire che lui l'aveva fatto per lei? Ora era furioso anche con lei, la ragazza che aveva sempre amato. Lei l'aveva già dimenticato, stava con un altro. E nonostante ciò rimproverava Harry per tutte le presunte storie che aveva avuto. Perchè questo erano, stupide invenzioni dei media per vendere.
Ora le mattonelle del bagno in frantumi erano due.
Uscì finalmente da quel bagno, i pugni serrati e le nocche sudate per il nervosismo.
Vide Valerie che gli fece un irritante segno con la mano. Si accorse presto che, anche se non voleva, i suoi occhi stavano scrutando i volti degli invitati in un'affannosa ricerca. Perchè quella ragazza continuava ad invadergli i pensieri?
Finalmente la vide. Stava ballando con un ragazzo e aveva l'aria divertita. Quindi non solo era fidanzata, ma ci provava anche con altri ragazzi. Era lui il povero stupido ragazzo ingenuo che l'aveva aspettata per tutto quel tempo. Pensava che una volta diventato famoso con una carriera più stabile e affermata rispetto ai primi tempi tutto sarebbe stato più semplice. Ma era stato tutto inutile. Lei era impegnata.
I suoi pensieri furono distratti da una ragazze che gli chiese una foto con lui. Era piuttosto carina. Alysia non voleva più saperne di lui. Perchè allora continuare a sperare? L'avrebbe lasciata perdere. Lui era Harry Styles, poteva avere qualunque ragazza.

Alysia, che stringeva in mano il suo quarto bicchiere, stava ballando con Tom, il padrone di casa, in mezzo alla pista. Ormai alla ragazza tutto pareva annebbiato e confuso, però i muscoli della sua faccia erano tesi in un sorriso, quindi era piuttosto convinta che si stesse divertendo. Si stava muovendo come mai aveva fatto, imitando tutte le ragazze dai vestiti troppo corti e dai tacchi troppo alti che aveva sempre preso in giro, le braccia intrecciate intorno al collo del ragazzo. A lui non sembrava dispiacere.
"Che ne dici se ce ne andiamo in un posto più appartato?" le bisbigliò lui all'orecchio.
Alysia fece un risolino acuto. Lui la prese per mano e cominciò a farsi largo tra l'oceano di gente, diretto alle scale.
"Un letto!" rise Alysia, buttandosi sopra di esso, contenta di potersi finalmente distendere.
"Sì, è proprio un letto, e ora ci divertiremo." ammiccò Tom, cominciando a slacciarsi la camicia bianca.
Alysia parve non accorgersene, aveva gli occhi chiusi e stava quasi per sprofondare in un sonno profondo.
Il suo dormiveglia fu interrotto pochi secondi dopo dal peso di Tom che gravava su di lei, le umide labbra che le baciavano il collo.
"Ehi ma che fai?" disse lei con voce flebile, tendando, inutilmente, di farlo spostare.
"Stai tranquilla, non ti faccio niente. Ci divertiamo solo un po', so che lo vuoi anche tu". I baci di Tom si erano fatti sempre più prepotendi e vagavano frenetici sul corpo sfinito di Alysia. Il ragazzo la voltò prepotentemente, alla ricerca della zip del vestito di lei.
In quel preciso istante la porta sbattè e una persona entrò nella stanza buia. Alysia sentì che il peso che fino a poco tempo fa era sopra di lei era sparito e riuscì finalmente ad addormentarsi.

Harry stava insultando pesantemente Tom, che si trovava a terra con il naso sanguinante dopo aver ricevuto un pugno in pieno volto dal riccio.
Qualche momento prima Harry, che continuava a ribollire dalla gelosia, aveva guardato nella direzione dove prima si trovava Alysia, sperando che vedesse che lui si stava divertendo. Non trovandola però, l'aveva cercata con lo sguardo e l'aveva vista inciampare sulle scale, sorretta ad un ragazzo che lo stava portando di peso al piano di sopra. Intuendo cosa stava succedendo, si era faticosamente fatto largo tra la folla e li aveva seguiti.

Dopo avergli assestato un calcio nello stomaco che fece gemere Tom, Harry prese dolcemente Alysia, addormentata, tra le braccia e la portò al piano di sotto. Dopo averla fatta distendere sui sedili posteriori della sua auto tornò in casa per cercare Valerie. Non avendola trovata – probabilmente stava baciando qualche ignaro ragazzo che avrebbe scaricato subito dopo – si diresse nuovamente verso la sua Audi e partì velocemente alla volta di Holmes Chapel.
Dopo aver frugato nella borsa di Alysia alla ricerca delle chiavi di casa, condusse la ragazza in camera sua, le tolse le scarpe e la infilò tra le morbide coperte.
Era tentato di lasciare un biglietto, ma preferì non farlo. Non gli importava che lei sapesse come era tornata a casa, l'importante per lui era che stesse bene.
Dopo averla coperta bene, le stampò un bacio sulla fronte e se ne andò.

"Che fine hai fatto ieri sera?? – la voce di Valerie rimbombava dall'apperecchio appoggiato all'orecchio di Alysia – Mi hai fatto preoccupare tantissimo! Nessuno sapeva che fine avessi fatto. La macchina era ancora a casa di Tom ma tu non c'eri! Non fare mai più una cosa del genere, hai capito Alysia Amanda Gray? Mai più!"
La voce dell'amica continuava a uscire dal cellulare ormai appoggiato sul cuscino, Alysia aveva un mal di testa troppo atroce per poterle parlare. Dopo averle assicurato di stare bene, ad eccezione per la sbornia, congedò l'amica dandole appuntamento per il pomeriggio.
Poco dopo il telefono vibrò ancora.
"Ti ricordo il nostro appuntamento per pranzo, spero non mi darai buca per una piccola sbronza:) ci vediamo dopo! Xx Gemma".
Oh no. Gemma. Non si ricordava più di doversi incorntrare con la sorella di Harry. Perchè aveva accettato? Certo, erano tanto amiche una volta, quando Alysia stava con suo fratello. Dopo la loro rottura però anche le due ragazze, prima inseparabili, si erano allontanate. Poco tempo prima, qualche giorno prima del ritorno di Harold, si erano incontrate e avevano promesso di trascorrere del tempo insieme. Quel momento era arrivato.
Di mala voglia, Alysia si trascinò dal letto alla doccia. Dopo essersi resa presentabile, per lo meno per quanto le sue occhiaie lo rendessero possibile, uscì di casa dirigendosi, ovviamente in bici, al Cafè di Martha. Entrata, accompagnata dal rumore della campanella sulla porta, vide Gemma e le sorrise andando verso di lei. Dopo un paio di passi però si bloccò, notando chi sedeva di fianco all'amica. Harry. Fece per voltarsi e andarsene quando Gemma la raggiunse.
"Ciao Aly. Senti scusa non essere arrabbiata, ma pensavo doveste chiarire! Mi dispiace, non volevo mettermi in mezzo, anche Hazza non sapeva che tu saresti venuta".
Alysia guardava la sua amica traditrice con aria sconvolta. Nel frattempo anche Harry le aveva raggiunte.
"Si, scusa, non andartene. Io mia sorella la vedo sempre e comunque ho da fare. Me ne vado io, ciao" disse, rivolgendo un sorriso ad entrambe.


Il pranzo fu piuttosto piacevole. Ricordare vecchi momenti, aggiornarsi sulle proprie vite. È sempre bello ritrovare un amico che si pensava perso.
"E così ieri sei stata tu ad aver alzato un pochino il gomito, eh?" disse Gemma ad un certo punto, mentre ricordavano dell'esilarante dichiarazione d'amore che Ricky Weils aveva fatto a Gemma durante una festa qualche anni prima.
"E tu come lo sai? Comunque sì, lo ammetto. È la prima volta che capita e credo non capiterà mai più. Sta mattina è stato un trauma. E poi non mi ricordo assolutamente nulla di ieri sera" rispose Alysia, che era tutta la mattinata che tentava di ricordare qualcosa.
"Beh, Harry non mi ha raccontato i dettagli, non posso aiutarti, mi spiace. Mi ha detto che non avevi un bel colorito quando ti ha messa a letto stanotte" rise Gemma, inconsapevole di quello che aveva appena detto.
"Cosa? - scoppiò Alysia – è stato Harry a riportarmi a casa?"
"Come? Non lo sapevi? – fece Gemma, che poi, dandosi una pacca sulla fronte, aggiunse – Oh no, forse era questo che non voleva che ti dicessi. O voleva? Boh, non mi ricordo. Ora lo sai."

Alysia pedalava velocemente verso casa. E così era stato Harry a prendersi cura di lei. L'aveva portata fuori da quella casa e si era preoccupato di riportarla a casa. Alysia si ritrovò ad essere felice di quella notizia. Ma non doveva. Ero stato gentile, certo, ma è da persone umane fare un gesto del genere, no? Beh, lei doveva vederla così, altrimenti Valerie l'avrebbe uccisa.


Il cellulare di Harry si illuminò.
"Grazie davvero per ieri sera. Non so come avrei fatto senza di te. Aly"
E così Gemma aveva spifferato tutto. Però gli aveva anche riferito che Alysia non ricordava assolutamente nulla. Meglio così, non voleva che quei momenti la turbassero.
Si distese sul letto, unico posto in cui trovava pace dalle fans che l'avevano seguito tutto il giorno. Si addormentò leggendo e rileggendo il messaggio di Alysia.
Non poteva mentire a se stesso. Lui era ancora innamorato.

 

 


Hellooo people!
Allora, innanzi tutto scusate per la lunghezza del capitolo. Forse avrei dovuto dividerlo a metà, ma poi non volevo che la storia procedesse a rilento. Beh, grazie se siete arrivati fin qui e avete letto questo infinito testo:)
Comunque! Finalmente Harry diventa parte attiva della storia!! Happy?:) Vi piace in versione supereroe? E quanto odiate Aly? Io qui la odio, è troppo stupida.
Beh comunque spero vi sia piaciuto anche se non succede praticamente niente. È solo una sfilaza di emozioni confuse dei sue personaggi. Ma il nostro confuso Harry ha deciso cosa vuole! Cosa farà ora? (io non lo so ancora).
Cosa ne pensate dei pov di Harry? Vi piace l'idea che la storia sia vista anche dal suo punto di vista? Vi prego ditemi cosa ne pensateeee!
Grazie millissime (?) a quelli che recensiscono assiduamente e che tengono questa storia tra le preferite/seguite/ricordate. Vi adoro:)
Mi congedo, supplicandovi di lasciare una recensione piccola piccola.
A presto spero!
Baci, A.

 

Image and video hosting by TinyPic Quanto stupido è Louis? Ahahahha! Nello scorso capitolo mi sono anche dimenticata di dire quanto sono fiera dei miei ragazzi
che hanno vinto il Global Success ai Brits! Bravi bravi bravi e belli:)

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


 

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Capitolo 8

 

And I know it's only in my mind
That I'm talking to myself and not to her
And although I know that she is blind
Still I say, there's a way for us

 

Harry era seduto sul divano, fissando la televisione spenta. Sua madre era uscita e Gemma era tornata all'università. I suoi amici e colleghi erano a casa dalle loro famiglie, divisi tra Regno Unito e Irlanda. Probabilmente gli aveva fatto bene questo periodo di pausa, erano tutti stressati a causa della promozione del nuovo disco. Di lì a poco sarebbo dovuto partire di nuovo alla volta di Italia, Francia e Spagna.
Harry però si sentiva profondamente solo. Pensava che il ritorno a casa fosse una buona occasione per risistemare le cose con Alysia e tornare ad esserle almeno amico. Non si era reso conto di quanto effettivamente le mancasse fino a quando non l'aveva rivista. Sentiva il bisogno dei suoi caldi abbracci, delle sue parole di conforto e di sostegno, della sua capacità di farlo ridere sempre. Gli mancava il suo sorriso e quelle adorabili fossette che le si formavano sulle guance, tratto che li aveva sempre accomunati e resi "una coppia adorabile".
Erano passati tre giorni dall'ultima volta che si erano visti, in quel caffetteria, e da allora non si erano più parlati. Harry le aveva mandato numerosi messaggi e l'aveva chiamata parecchie volte, ma lei non aveva mai risposto. Lui sperava che dopo che Alysia aveva scoperto cosa era accaduto durante quelle festa – magari non tutto, anche solo il fatto che lui l'avesse portata a casa sana e salva – lei lo avrebbe perdonato. Non sperava minimamente che lei ricadesse tra le sue braccia con uno schiocco di dita, ma che quanto meno gli parlasse. Evidentemente il messaggio che gli aveva mandato quella sera era stata solo una forma di cortesia, un gesto giusto ed educato, come sue madre aveva sempre cercato di insegnarle.
Il telefono sul tavolino si illuminò, e con lui anche il volto di Harry, sperando fosse Alysia che finalmente si era decisa a rispondere.

"Amico è da un po' che non ti fai sentire, e questo non si fa, non con me! Ieri ho sentito i ragazzi e ci manchi, quindi abbiamo deciso di venire a trovarti. Niall è a casa di Liam perchè i suoi sono in vacanza, credo partiranno tra poco. Anche Zayn stava per partire Non mi interessa se non vuoi, tanto io sono già in macchina, in due ore sono lì. Sinceramente tuo, Louis".

"Ma i periodi di pausa non si fanno per staccare?" sbottò Harry, rivolto al suo cellulare. Nonostante volesse stare lontano dal mondo – anzi, volesse stare solo con Alysia – era contento che i suoi migliori amici venissero da lui, l'avrebbero tirato su di morale. Avevano la straordinaria capacità di capirsi a vicenda, di intuire quando qualcuno aveva bisogno degli altri. Era vero che erano proprio come fratelli.


Alysia era rannicchiata sotto il piumone a leggere Harry Potter e il calice di fuoco. Era stata una pessima giornata e aveva solo bisogno di rilassarsi e distrarsi. All'università era stata un giornata insostenibile, tra analisi chimiche e ore interminabili di anatomia in cui un vecchietto parlava e parlava con la sua voce soporifera. Inoltre aveva scoperto che per l'imminente esame di metà trimestre avrebbe dovuto portare un libro che era spesso come gli ultimi tre libri di Harry Potter messi insieme. E, come se non bastasse, era stata tormentata tutto il giorno dai messaggi e dalle chiamate di Harry. Non Potter purtroppo, ma quello vero.
Perchè non la lasciava semplicemente perdere? Continuando a cercarla avrebbe solo reso tutto più complicato. Lui ormai era una superstar. Era famoso. Aveva degli obblighi, doveva fare tour, girare il mondo... Quindi se ne sarebbe andato di nuovo. Presto. E lei? Avrebbe dovuto soffrire di nuovo? Non ci pensava nemmeno, una volta era più che sufficiente. Perchè non capiva che era meglio così per entrambi? Lei avrebbe continuato la sua vita e lui sarebbe andato in giro per il mondo e avrebbe potuto relamente condurre la vita sregolata della star che i media già gli attribuivano.

 

"Regalale un'auto!" propose Louis.
Harry lo guardò torvo.
"Hai altre strategie per conquistare una donna se non quella di farle dei regali, tanti tanti regali?" continuò lui.
Gli One Direction al completo avevano invaso casa Styles da ormai parecchie ore. Dopo aver giocato con i videogiochi per la maggior parte del tempo, finalmente Harry cominciò a sfogarsi con loro. Gli raccontò tutto, dall'inizio. Non l'aveva ancora mai fatto, aveva sempre tenuto tutto per sè. Non sapeva nemmeno lui il perchè, forse per il motivo che, inconsciamente, sapeva che questo era ancora un tasto dolente.
"Louis, non dire stupidaggini. – lo rimbeccò Liam – Harry secondo me devi lasciarle un po' di tempo per riflettere sul fatto che se ripiombato nella sua vita. Non dico che tu non debba farti più sentire, perchè altrimenti non capirebbe, però devi farti vivo con sporadici gesti carini. Inoltre c'è questo... Come si chiama..."
"David" continuò secco Harry.
"David, esatto. Dicevo, inoltre c'è questo David, e lei sta con lui adesso quindi non devi metterle pressione altrimenti si attaccherà ancora di più a lui".
"Ma come è saggio il nostro Liam!" rise Niall con una fetta di pizza in bocca.
"Bah, secondo me un bel diamante è più d'effetto" rispose Zayn, e subito Louis gli battè il cinque.
"Mi chiedo come Eleonor e Perry riescano ancora a stare con voi! Avete la sensibilità di un pallone da calcio" rispose Liam.
"Almeno noi una ragazza ce l'abbiamo" fece Louis, che tese un pugno chiuso a Zayn perchè lo battesse.
"Io e Danielle siamo in pausa, ok? Quante volte ve lo devo ripetere?" rispose stizzito Liam.
Vedendo la sua reazione, Niall scoppiò a ridere e la sua risata inconfondibile contagiò presto anche gli altri.
Harry, con il sorriso sulle labbra, pensò che era bella averli a casa.
"Mi siete mancati, sapete?" disse Harry, esternando quello che pensava.
Dopo un dolce abbraccio di gruppo, Louis si alzò.
"Bene, tutto bello, ci vogliamo bene, ok. Ora, festeggiamo! Styles, siamo senza birra. Provvedi"
"Ok, ok, non agitatevi, vado a comprarla!" disse Harry ridendo ancora, infilandosi la giacca.

 

"Alysia! Maya ha la febbre, puoi passare in farmacia tesoro? Io devo andare! Ciao!" urlò tutto d'un fiato la signora Gray, chiudendosi la porta di casa alle spalle.
Stranemente toccava ad Alysia prendersi cura della sorella. Non aveva la minima voglia di uscire. Con uno sforzo immane, sgusciò fuori dal letto, infilò giacca e scarpe e uscì.
Fuori era buio, freddo e cadeva una pioggia leggera, quella che quasi non si vede ma che bagna lo stesso.
Le mani in tasca e la testa bassa per riparsi dal vento, Alysia si dirigeva a passi veloci verso il centro.
All'improvviso, sbattè contro qualcosa e alzò di conseguenza il viso.
"Scusa" disse ad una figura con cappello e sciarpa che gli copriva naso e bocca.
"Dovremmo smetterla di incontrarci così" rispose quello.
Era Harry.
"Dovremmo smetterla di incontrarci e basta" disse Alysia che, nonostante la risposta brusca, aveva involontariamente sorriso.
"Io preferirei di no. Anzi, ritengo che ci vediamo troppo poco".
"Birra?" rispose Alysia sbirciando nel sacchetto del ragazzo e sviando ciò che lui aveva appena detto.
"Oh, sì – rispose lui, seguendo lo sguardo della ragazza – Sono venuti a trovarmi i ragazzi e avevano voglia di birra e così... Ti va di conoscerli?"
Quelle parole uscirono velocemente dalla bocca di Harry, senza che lui ci riflettesse e potesse bloccarle. "Ricorda quello che ti ha detto Liam" continuava a ripetersi, mordendosi le labbra.
"Oh, beh, io... Non so... Dovrei..." farneticava Alysia. Sicuramente non avrebbe potuto, c'era Maya malata a casa, però forse le sarebbe piaciuto. Sì, le sarebbe piaciuto perchè era la band più famosa del mondo al momento e perchè lei era una loro fan, non di certo perchè così avrebbe passato del tempo con Harry. No, aveva la coscienza a posto. Valerie non l'avrebbe rimproverata anche se avesse accettato. Almeno sperava.
"Beh se non vuoi lo capisco..." Harry sembrava deluso.
"No, non è che non mi va, solo che c'è Maya a casa con la febbre e dovrei..." si trovò sorprendentemente intenerita dallo sguardo deluso di lui.
"Oh si, devi mettere in atto le tue doti di medico".
Il sorriso di Harry era il più bello del mondo, pensò Alysia.
"Come? Sì esatto, il dovere mi chiama"
Il sorriso di Alysia era il più bello del mondo, pensò Harry.
"Ok ti lascio andare. Allora... ci vediamo?" chiese Harry.
"Sì, sì ci vediamo" rispose Alysia.
No! Perchè lo stava facendo? Sentiva la vocina di Valerie nella sua testa "Alysia Amanda Gray, rimangiati quello che hai detto. Alysia, no!"
"Promesso?" si accertò Harry.
"Promesso" fece Alysia.
E si allontanarono, ognuno con le fossette dell'altro impresse nella mente.

 

 

Scusatemiiiiiii!!
Scusate scusate scusate! Ma la scuola mi uccide al punto tale da tranciare anche la mia vena artistica. Ebbene sì, ero completamente senza ispirazione. Infatti scusate per il terribile capitolo in cui non succede assolutamente nulla, ma è stato davvero difficile scriverlo. Tutto quello che mi veniva in mente era "devi studiare la Rivoluzione francese!" (infatti non so se notate, ma la canzone è tratta da "Les Miserables" anche se l'ho leggermente modificata). Quindi chiedo umilmente perdono per il ritardo, promettendo che mi impegnerò affinchè non ricapiti più. Ok come dicevo non succede nulla, se non che entrano in scena anche gli altri ragazzi. Evviva! Ok, mi congedo. Ditemi cosa ne pensate per favore:) potete anche solo dirmi che siete profondamente arrabbiate per il terribile capitolo.

E ancora grazie mille a tutti quelli che recensiscono e che seguono/preferiscono questa storia, vi voglio troppo bene:)


A presto spero:)
Baci, A.
 

Image and video hosting by TinyPic Scusate, non c'entra niente, ma è troppo TROPPO bello:)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***



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Capitolo 9

 

I'm not a perfect person.
There's many things I wish I didn't do,

but I continue learning
I never meant to do those things to you
And so I have to say before I go
That I just want you to know
I've found out a reason for me
To change who I used to be.
A reason to start over new.
And the reason is you.

 

"Dove stiamo andando?" chiese Alysia in una risata, i piedi che si muovevano veloci per stare al passo con quelli di Harry.
"È una sorpresa, ma presto capirai" rispose lui, con un sorriso altrettanto splendido sulle labbra.
Quel pomeriggio Harry era andato a prenderla al termine delle lezioni al college. Come facesse a sapere l'orario in cui lei finiva, per Alysia era un mistero, ma la ragazza aveva il presentimento che fosse stata Maya ad informarlo. La sua sorellina aveva sempre avuto un debole per Hazza, senza aggiungere il fatto che ora era una sua fan accanita con tanto di camera tappezzata di posters.
Harry era camuffato come il solito, con cappuccio in testa e occhiali da sole sebbene il cielo fosse perennemente grigio, ma nonostante ciò qualche ragazzina l'aveva riconosciuto e aveva preteso una foto con lui. Si erano dovuti fermare un paio di volte a causa di queste fans che li seguivano. Alysia era sconvolta dall'effetto che provocava la presenza di Harry, ma avrebbe dovuto immaginarlo, bastava che pensasse a Maya. Era anche però sorpresa dalla premura e dalla pazienza che Harry aveva con loro. Era davvero dolce, non rifiutava mai un autografo e rispondeva sempre in modo gentile nonostante le urla e le richieste delle ragazze.
Ben presto, come aveva detto Harry, Alysia capì dove erano diretti.
Non sapeva nemmeno lei cosa l'avesse spinta a seguire il ragazzo quel giorno. Era successo tutto in fretta, lei stava slegando la sua bici arrugginita quando qualcuno le afferrò il polso e la trascinò via. Appena vide di chi si trattava si lasciò trasportare senza opporre resistenza e senza dire una parola. Le erano sempre piaciuti i gesti avventati ed improvvisi, li trovava avventurosi. Harry questo lo sapeva bene: Alysia adorava le sorprese, anche se la curiosità la uccideva, e per questo aveva deciso di presentarsi alla sua università. Lei aveva promesso che si sarebbero visti, ma non era ancora successo. Harry, insicuro, non voleva continuare a insistere riempendola di telefonate e messaggi, voleva che fosse lei a decidere di vederlo. Quel pomeriggio però, spinto da non qualcosa che neanche lui sapeva cosa fosse, aveva sentito il bisogno di stare con lei, e decise dunque di fare una delle istintive azioni che ad Alysia piacevano tanto.
Correvano veloci, ora mano nella mano, fino a quando giunsero a destinazione.
Era tutto esattamente come lo ricordavano. L'erba un tantino troppo lunga, le due panchine rosse leggermente scheggiate, le altalene mosse dal vento e il salice piangente nel mezzo dello spiazzo: Saint George Park, un parco poco frequentato perchè veramente minuscolo, era sempre lo stesso.
Erano almeno due anni che Alysia non vi metteva piede, l'ultima volta forse c'era stata proprio con Harry. La vista di quel luogo meraviglioso fece allargare ancora di più il sorriso della ragazza.
Quello era il loro posto. Era stato la loro oasi di pace e tranquillità, il loro rifugio segreto da tutto e da tutti. In quel luogo si sentivano veramente loro stessi. Una volta ci andavano ogni giorno dopo la scuola, specialmente con il bel tempo, ma anche se era freddo, per stare un po' da soli, per studiare, per leggere, per cantare insieme. Quel luogo aveva visto il loro primo duetto e il loro primo bacio. Lì si erano fuse le loro voci e le loro bocche e lì era nato il loro amore.
I due ragazzi si guardarono, sorridenti, senza bisogno di dire una parola. Harry prese nuovamente Alysia per mano e cominciò a correre. Lei sapeva dove era diretto. Spostando dolcemente i lunghi e leggeri rami dell'albero, i due entrarono sotto la protettiva campana di foglie del salice piangente, dove tante volte si erano rifugiati.
"Guarda, c'è ancora" disse Harry sognante, indicando qualcosa sul tronco dell'albero.
Alysia si avvicinò e notò l'incisione a cui il ragazzo si riferiva: una "A" e una "H" circondate da un cuore sbilenco. Sotto le due lettere, Alysia notò un'altra piccola incisione: "1D". Non si ricordava avessero aggiunto anche quella scritta alla loro dichiarazione di amore eterno. Era buffo pensare cos'erano stati quel numero e quella lettera per loro e cosa invece erano diventato oggi. Il nome del gruppo più famoso del mondo, un marchio quasi.
"Avevamo giurato che saremmo stati insieme per sempre" continuò Harry, per rompere il silenzio, avvicinandosi alla ragazza.
Alysia non aveva ancora detto nulla, troppo spaesata da quello che stava accadendo e troppo confusa. Perchè l'aveva portata lì? Certo, era bello ricordare i vecchi tempi, però ogni volta che ci pensava le veniva una fitta al cuore.
"Così è la vita..." disse lei, quasi parlando tra sé e sé.
"Sì, ma la vita dà seconde occasioni, e le cose cambiano. – provò Harry, facendosi sempre più vicino – Possiamo provare a mantenere la promessa".
Ma Alysia continuava a rimanere in silenzio, incantata ad osservare il tronco del salice, come se quasi non sentisse una parola di quello che il ragazzo diceva, come se fosse sola.
"Mi manchi Aly, – continuò Harry, un po' dubbioso su quello che stava facendo ma sicuro di ciò che voleva ottenere – mi manchi da due anni ormai. Mi mancano le tue battute che non fanno ridere nessuno ma per cui io ridevo fino alle lacrime. Mi manca cantare insieme a te. Mi manca cucinare il tuo dolce preferito, non sono più riuscito a farlo da quando non ci siamo allontanati. Mi manca camminare con te per la strada e prendere in giro la gente. Mi manca stare tutto il giorno sul divano a guardare Love Actually e mi manca quando dici quanto sono belli Hugh Grant e Colin Firth solo perchè sai che questo mi fa irritare. Mi manchi tu, e tutte le tue piccole cose."
Solo in quel momento Alysia si voltò verso Harry, notando quanto fosse vicino.
Improvvisamente, qualche goccia iniziò a cadere sulle guance dei ragazzi, gocce che si moltiplicarono ben presto trasformandosi in un vero acquazzone, bagnandoli completamente nonostante fossero in parte protetti dal salice.
Harry borottando maleddisse il tempo inglese e Alysia rise. Quanto amava quella risata cristallina.
Rimasero sotto il salice, senza preoccuparsi della pioggia che lentamente si infilava sotto i loro cappotti.
"Possiamo tornare amici, Harry" disse infine Alysia.
Harry si chiese se la ragazza avesse ascoltato il suo discorso. Non era abbastanza romantico? No, non si trattava di questo. Alysia non era mai stata una ragazza che pretendeva troppo. Lei amava le cose semplici piuttosto che quelle in grande stile. Non era più interessata, non c'era altro da aggiungere. L'aveva superata, e aveva fatto bene. Aveva voltato pagina. E poi c'era quel David. Da quando Gemma aveva accennato al fratello il nome del presunto ragazzo di Alysia – presunto solo perchè Harry non l'aveva mai visto – lui non faceva altro che pensare a quel nome senza volto con disprezzo. E così, lui, il famoso Harry Styles, era stato lasciato da parte. Lei aveva preferito un altro.
"Ma se non vuoi..." continuò Alysia, notando lo sguardo di Harry, che era un misto di delusione, amarezza e odio verso David.
"No certo che voglio! È proprio ciò di cui ho bisogno! Ti ho detto che mi manchi, non è così? Questo significa che voglio stare con te ma senza necessariamente stare con te".
Alysia gli rivolse un'occhiata dubbiosa.
"Nel senso – proseguì lui – che voglio passare del tempo con te, ma questo non significa che tu debba essera la mia ragazza. In fondo tu eri la mia migliore amica".
"E tu il mio" aggiunse lei con un dolce sorriso.
Con sua grande sorpresa, Harry vide Alysia avvicinarsi e cingerlo con un tenero abbraccio.
Il piano aveva già cominciato a funzionare. Nel momento in cui lei gli aveva proposto di diventare amici, infatti, ad Harry era venuta in mente una frase di un celebre film: uomini e donne non possono essere amici. La sua illuminazione era infatti quella di diventare prima suo amico e poi, si sa, dall'amicizia all'amore il passo è breve. Tantissimi film ne erano la prova. Proprio come in "Harry, ti presento Sally". E tutto assumeva un'aria ancora più realistica se Harry pensava che il protagonista del film aveva il suo stesso nome.
"Aly, penso che questo sia l'inizio di una bella amicizia" disse Harry con enfasi, cingendole le spalle con un braccio.
"Mi mancava qualcuno con cui parlare a citazioni di film" sorrise Alysia.
"Quindi ora siamo amici? – aggiunse poi – È strano, non trovi?"
Harry la guardò. Sarebbe potuto rimanere a guardarla per ore intere.
"Forse un pochino. Ma nessuno ti conosce bene come ti conosco io e nessuno conosce bene me come mi conosci tu. Sarà facile" rispose Harry.
Alysia rise ancora.
"Perchè ridi adesso?"
"Niente, solo che la tua frase mi sembrava un po' contorta come quelle di Jack Sparrow".
Risero. Risero per tutta la strada del ritorno, senza preoccuparsi del fatto che erano ormai completamente fradici di pioggia.
"Allora ti chiamo domani?" chiese Harry, non appena furono di nuovo a scuola dove Alysia aveva lasciato la sua bicicletta rosso bordeaux.
"Ok, basta che non diventi troppo assillante Styles!" rispose Alysia prima di sfrecciare via.
"Tranquilla, sono una star ormai, ho un sacco di cose a cui pensare io!" gli urlò in risposta Harry.

Quando era ormai quasi giunta a casa, Alysia si fermò di colpo. Cosa stava facendo? Perchè si stava riavvicinando ad Harry? Lui se ne sarebbe andato di nuovo. Però ora era lì. E voleva stare con lei. Non era completamente sicura delle intenzioni del ragazzo. Aveva praticamente ignorato la sua dichiarazione, ma l'aveva sentita bene. Voleva davvero essero solo suo amico?
Aveva bisogno di parlarne con qualcuno. Girò la bici e ricominciò a pedalare.
"Sei pazza ad andare in giro con questa pioggia? Sembri un pulcino bagnato!" l'accolse Valerie.
Alysia si tolse le scarpe ed entrò in casa dell'amica senza senza tanti complimenti, mentre questa andava a prenderle un asciugamano.
"Harry è venuto a scuola oggi – cominciò non appena furono sedute davanti al caminetto con una tazza di tè fumante tra le mani – mi è venuto a prendere e mi ha portata al Saint George".
"Quel ragazzo non si darà mai per vinto" commentò Valerie.
"Che vuoi dire?" Alysia non capiva dove l'amica volesse arrivare.
"Dai Aly, si vede che ti muore dietro! E devo dire che mi piace un sacco, si vede che sta soffrendo" rispose con ovvietà, aggiungendo alla frase una finta risata malefica.
"Beh comunque io gli ho proposto di ritornare amici" disse Alysia.
"Mmh, non sono molto d'accordo, sai come la penso. Però si vede troppo che lui ti fa stare bene. Ogni volta che ne parli gli occhi ti brillano. Avrai anche detto di averla superata, ma io non ne sono tanto convinta. E lui che ti ha risposto? Comunque presto se ne andrà di nuovo, e tu tornerai alla vita di sempre, vederlo per un po' come amico non ti farà poi così male. E poi tra poco torna David, quello si che è un bravo ragazzo".
Valerie aveva sempre avuto un debole per David. Lo vedeva come la versione maschile di Alysia, era perfetto per lei. Harry invece, secondo lei, era sempre stato solo un montato.
"Lui ha detto che era d'accordo, che era quello che voleva. Ha detto che 'Vuole stare con mesenza necessariamente stare con me'. Io non so cosa pensare, ma credo fosse sincero."
"Ma figurati! Quello vuole tornare con te e basta. – tagliò corto Valerie – Comunque, cosa hai intenzione di fare con David?" continuò Valerie.
"Ancora non lo so. Non so, credo sarà strano rivederlo. Voglio prima capire che effetto mi fa. Da quando se n'è andato siamo diventati molto più amici di quanto non lo fossimo prima".
"Tanto lo sai anche tu che tornerete insieme. Che bello!" rise Valerie, ottenendo come risposta una cuscinata dall'amica seguita da un sorriso sincero.

"E così ti sei dichiarato, eh? Bravo. Sentimenti, quelli sì che contano, altro che stupidi regali" disse Liam scoccando un'occhiata a Louis e Zayn appena Harry fece ritorno a casa.
"E come è stato?" chiese Niall con la bocca piena. Harry sperava non gli avesse svuotato il frigo.
"Vuole che rimaniamo amici" rispose sconsolato Harry.
Silenzio generale.
"Ma io ho un piano – risprese Harry, recuperando l'attenzioni di tutti – sarò il migliore amico che lei abbia mai avuto. Starò sempre con lei e la farò innamorare di nuovo di me"
"E credi funzionerà?" chiese Louis un po' preoccupato.
"Certo! L'amore trionfa sempre!"
"Sei un po' troppo romantico, Liam" fece Zayn.
"Beh, ragazzi, io ho piena fiducia nel nostro Hazza e so che ce la farà. Lui ottiene sempre quello che vuole. Però Harry, cioè, noi non saremo qui per sempre, lo sai vero? Tra poco comincerà il tuor promozinale e poi il tuor di concerti che occuperà gran parte dell'anno e..." disse Liam, il più romantico ma anche il più pratico e realista del gruppo.
"Sì lo so, e questo mi preoccupa. Ora che l'ho ritrovata non so se riuscirò a lasciarla di nuovo. Ma per ora non voglio pensarci. Non fare oggi quello che potresti rimandare a domani".
"Grande filosofia di vita, Harry!" gli urlò Louis dal divano.

"Torno domani, non vedo l'ora di vederti. Ti voglio bene, David".
Alysia sorrise allo schermo del suo computer leggendo quella mail. E così dal giorno successivo si sarebbe complicato tutto ancora di più.

 



Ciaooo:)
scrivere questo capitolo è stato difficilissimo. Ho perso l'ispirazione! Sapevo esattamente come cominciare e so come finirò (sapevo, ora mi sono affezionata troppo ai personaggi quindi non so più), però per la parte in mezzo c'è un grande buco nero nella mia testa. Voi che ne pensate? Quanto odiate Aly? E che mi dite del piano di Harry? Per favore ditemi cosa pensate e cosa vi sareste aspettate/cosa vi aspettate per i prossimi capitoli. Mi farebbe davvero piacere una vostro opinione visto il mio blocco dello scrittrore.
Detto ciò, mi dileguo, altrimenti il mio breve commento diventa più lungo del capitolo. Prima però voglio ringraziare ancora una volta tutte le assidue lettrici e commentatrici (?) grazie davvero, vi voglio troppo bene! E grazie anche a tutte le persone che seguono/preferiscono questa storia! E grazie anche alle lettrici silenziose, ogni volta che vedo una nuova visualizzazione mi fate felici:)
Ok, ora me ne vado sul serio. Ditemi cosa ne pensate pleaseeee!
A presto spero:)
Baci, A.
 

Avete visto il nuovo video delle "Avventurose Avventure"? Io sono MORTA.
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"Liam's turned into Gollum! Or should I say... GOL-LIAM"

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


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Capitolo 10

 

Don't wanna break your heart
I wanna give your heart a break
I know you're scared it's wrong
Like you might make a mistake
There's just one life to live
And there's no time to wait, to wait
So let me give your heart a break

 

Valerie, nelle sue pelose pantofole verdi a pallini, stava in piedi davanti alla libreria, completamente assorta ad osservare la sua sterminata collezione di DVDs. La sua era quasi una mania. Doveva possedere il DVD di tutti i film che aveva visto e che le erano piaciuti, in caso avesse voluto rivederli. La maggior parte delle ragazze impazzisce per le scarpe, o colleziona borse. Valerie invece adorava il cinema. Erano pochi i film che non aveva mai visto, anche se allo stesso tempo era molto esigente. Si lamentava sempre che ultimamente il cinema aveva perso quella magia di cui invece era intriso un tempo. Non esistevano più le grande trame e i grandi attori del tempo della giovinezza della sua adorata nonna. A meno che i film non fossero basati su dei meravigliosi libri, in quel caso il film poteva diventare abbastanza interessante. Infatti l'altra mania di Valerie era la lettura, forse per questo desiderava fare la giornalista.
Sconsolata, non volendo fare un torto a nessuno dei suo film preferiti, si buttò sul letto e afferrò il cellulare.

"Sono in crisi. Stasera Jane o Paul? Ah, il gelato lo porti tu. Val."

Il Blackberry di Alysia vibrò nella tasca del suo cappotto. La ragazza, uscendo di casa correndo perchè in ritardo, aprì il messaggio della migliore amica.
Appena lesse si bloccò di colpo.
Maledizione.
Si era completamente dimenticata dell'appuntamento con Valerie. In realtà non era esattamente un appuntamento, era più una tradizione. Ogni giovedì, non importava che giorno fosse, le due ragazze avevano la "serata film". La tradizione l'aveva fatta cominciare Valerie l'estate prima. Si era messa in testa di rivedere tutti i film di Harry Potter in attesa dell'uscita del nuovo, ultimo film. Da quel giorno, ogni giovedì le due ragazze sceglievano un tema e guardavo almeno tre film, mangiando schifezze e ridendo come pazze.
Alysia era davero dispiaciuta di dover annunciare all'amica che per quella settimana avrebbero dovuto saltare. Ricominciando a camminare, cominciò a digitare lentamente i tasti.

Valerie era ancora incantata davanti ai DVD, pensando ancora se fosse meglio una serata in compagnia della dolce Jane Austin o del bellissimo Paul Newman. Era tantissimo tempo che non guardavano "La Lunga Estate Calda" ma il bacio tra Elisabeth e Mr Durcy che c'è nel finale alternativo presente nel DVD le mancava troppo.
Fu distratta dal trillo del suo telefonino.

"Val senti mi dispiace tantissimo, ma questa sera dobbiamo rimandare. Mi ero completamente dimenticata che oggi è giovedì e ho promesso a Harry di vederlo. Scusaaa! Domani ti offro un cupcake grande come la tua testa:) xx, Aly"

Questo era troppo. Non aveva mai sopportato quello sbruffone e ora lo detestava ancora di più. Le aveva rovinato la serata, ma questo contava relativamente. Si stava riavvicinando ad Alysia sempre di più. Ma se ne sarebbe andato di nuovo e lei avrebbe sofferto di nuovo. Alysia si era appena ripresa, Valerie non poteva tollelarlo.
Si infilò velocemente cappotto e All Star e uscì di casa sbattendo la porta, infuriata. Sarebbe andata da quel ragazzo e gli avrebbe finalmente detto di lasciare in pace la sua amica, perchè non la meritava affatto.
Dopo appena cinque minuti era giunta alla porta di casa Styles. Sfortunatamente, abitavano a due traverse di distanza.
Bussò.
Nessuna risposta.
Provò ancora.
Questa volta, dal vetro della porta, Valerie scorse una figura.
"Chi è?" chiese dall'altro lato del portone rosso.
"Sono Valerie e devo assolutamente parlare con Harry!"
"Mi spiace, non posso aprire, il tuo nome non è sulla lista" rispose dopo qualche secondo.
"Ma cosa stai dicendo? Aprimi subito!" Valerie era sempre più infuriata.
"Non posso aprire agli sconosciuti, e tanto meno alle fan impazzite".
"Cosa? – si mise ad urlare Valerie – senti, non sono una fan e tantomeno una di quelle impazzite. Ora vedi di aprirmi che devo assolutamente parlare con Harry".
"E' a proposito di Alysia!" provò ancora la ragazza.
A quelle parole, la porta si aprì leggermente.
Valerie si imbattè in due meravigliosi occhi nocciola che celvano della perplessità.
"Oh mio Dio" fece lei.
Lui la guardò ancora più interdetto.
"Oh, l'ho detto ad alta voce?" Valerie arrossì leggermente.
Lui rise. Aveva una risata stupenda, leggermente profonda.
Valerie si accorse che stava fissando intensamente quel ragazzo. E come non avrebbe potuto, si trovava faccia a faccia con Liam Payne degli One Direction. Scacciò subito quel pensiero dalla mente. Era solo il componente di una stupida band – perchè non si può definire "gruppo" un insieme di cinque persone che cantano senza suonare nemmeno uno strumento – che ha come fans un'orda di dodicenni in calore.
"Allora, Harry?" fece lei, cercando di mostrarsi più fredda e distaccata.
"Tu sei l'amica di Alysia? Quella che odia Harry, vero?" disse lui, in modo veloce e con una voce calda e profonda, completando il tutto con uno splendido sorriso.
Anche Valerie sorrise, cercando di rendere quel sorriso il più falso possibile.
"Beh comunque Hazza non c'è" proseguì lui.
In quel momento arrivò sulla porta un altro ragazzo. Valerie riconobbe in lui il biondo irlandese. Come si chiamava, Neil?
"Allora, non ci presenti la tua amica?" fece quello appena arrivato, con un sacchetto di patatine in mano.
"Beh, io vado. Ciao" disse Valerie voltandosi, non avendo trovato quello per cui era uscita.
"No aspetta! Io... io sono Liam" disse quello, tedendole la mano.
"Sì, lo so. – rispose Valerie – Cioè, piacere" si corresse subito, stringendo quella mano tesa.
"Io sono Niall!" fece quello biondo, intromettendosi tra i due che avevano ancora le mani unite e si guardavano, assorti, negli occhi.
Ecco come si chiamava, pensò Valerie.
"Ti va di entrare?" chiese Liam.
"Come? Mi hai appena dato della fan impazzita! Già cambiato idea?" rise Valerie. Cercava di essere spontanea e provocante, come aveva sempre fatto con i ragazzi. Ma con lui era, per qualche strano motivo, più difficile. Aveva un viso talmente dolce.
"Beh... si" rispose timidamente Liam.
"Ok, sono contenta che tu abbia cambiato opinione su di me così velocemente – Valerie sfoggiò uno dei suoi sorrisi più belli – Sei gentile, però devo veramente andare. Ci vediamo!" li salutò, andandosene.
Era possibile che uno di quelli là, che aveva sempre disprezzato, potesse sembrarle così carino? Sembrava talmente vero.
Rise da sola per l'insano pensiero che aveva avuto.
Seduta sul divano premette play. Aveva deciso di guardare "La dolce ala della giovinezza", aveva bisogno di Paul Newman in tutto il suo splendore.

Alysia e Harry erano seduti l'uno di fronte all'altra all'Ice&Co. uno dei loro posti preferiti. Le coppe di gelato che facevano lì erano imbattibili.
Stavano ridendo mangiando gelato al cioccolato da quasi un'ora, ma non sembrava fosse passato nemmeno un secondo. Erano davvero in sintonia, come se non si fossero mai lasciati, come se non ci fossero stati due anni a separarli.
Alysia era contenta che Harry avesse accettato subito la sua proposta, anche a lei quel ragazzo mancava profondamente.
Alysia era incantata dai racconti di Harry. Avrebbe dato qualunque cosa per poter essere anche lei in tournèe, per visitare così tanti posti, cantare tutto il tempo.
Un paio di volte erano stati interrotti da qualche coraggiosa fan che aveva chiesto una foto con Harry, ma questo ormai ad Alysia non dava più fastidio, si era abitutata alla sua notorietà.
Mancavano solo una paio di fragole per finire la sua coppa, quando Alysia ricevette un messaggio.

"Come mai non eri all'aeroporto? Ci sono rimasto un po' male. Ma potrei perdonarti:) ora sono quasi a casa. David"

Alysia ebbe un tuffo al cuore. Il secondo della giornata.
Come aveva potuto dimenticare che David, il suo David, sarebbe tornato quel giorno? Giorni prima aveva anche preparato il cartellone di bentornato.
Harry le faceva quell'effetto? Le faceva scordare tutto e tutti? Poteva essere vista come una cosa positiva, ma in quel caso non lo era, non lo era affatto.
Sentendosi la persona più ignobile, egocentrica e menefreghista del mondo, spinse velocemente Harry fuori dal caldo locale.
"Devi assolutamente portarmi in un posto" disse al ragazzo, al limite delle lacrime.
"Aly, è tutto ok?" chiese lui un po' preoccupato.
"Sì... Cioè, no... Dobbiamo andare" farfugliò.
Si sentiva ancora peggio a chiedere ad Harry di accompagnarla da lui, ma a piedi ci avrebbe messo troppo tempo.
"Allora, dove stiamo andando di preciso?"
"All'inizio di Abbey Street" rispose Alysia, rimandendo vaga su che cosa corrispondesse a quell'indirizzo.
Appena imboccata la via, Alysia scese dalla macchina che ancora si muoveva.
Sul vialetto della prima casa della strada c'era un Suv rosso scuro con tutte le portiere aperte.
Una di quelle anteriori si chiuse con un tonfo.
E da dietro spuntò David.
Alysia cacciò un gridolino e corse ad abbracciarlo.
Lui la sollevò in aria e la fece girare.
Si guardarono per un momento, incapaci di proferire parola, e si abbracciarono di nuovo.
Era stupendo, per Alysia, sentirsi avvolta da quelle braccia forti e muscolose, tra le sue larghe spalle da nuotatore si sentiva protetta.
Harry, che guardava la scena dalla macchina, decise di scendere, abbattuto, per avvertire Alysia che se ne stava andando.
"Allora... Io vado" disse, ancora mezzo dentro l'auto.
"Oh no aspetta – fece Alysia avvicinandosi, tenendo per mano David – David, lui è Harry. Harry, David".
I due si strinsero conrdialmente la mano, anche se nessuno aveva pensieri molto cortesi per l'altro.
David aveva vissuto la sua relazione con Alysia all'ombra di Harry, in perenne competizione con lui. Non l'aveva mai detto alla ragazza, ovviamente, ma si era sempre sentito oppresso dal ricordo del primo ragazzo di Alysia, che lei ricordava sempre con aria quasi sognante. In più, David aveva tutti i motivi del mondo per provare rancora nei confronti di Harry, anche se non l'aveva mai conosciuto personalmente: lui era stato la causa della loro rottura, anche se indirettamente.
"Harry, – proseguì Alysia, dopo aver fatto le presentazioni – lui è..." ma non riuscì mai a finire la frase.
In quel preciso istante arrivò una mandria di ragazzine che brandiva cellulari, pennarelli, poster e CD. Harry fu costretto a rimontare velocemente nella vettura e partire molto in fretta, a meno che non volesse essere travolto.
Andandosene pensò che finalmente il ragazzo che voleva sconfiggere aveva un volto. Pensò anche che sarebbe stato tutto più difficile, avendo visto quanto Alysia era felice di vederlo. Era quasi convinto che lei non lo avrebbe mai lasciato.

"Scusa scusa scusa! – cominciò Alysia, con un braccio di David ancora attorno alle spalle – Sei arrabbiato?"
"Non potrei mai essere arrabbiato con te – disse lui, abbracciandola di nuovo – e di sicuro non oggi. Oggi bisogna solo festeggiare. Però devo ammettere che mi ha dato un po' fastidio vederti con lui".
Alysia non rispose, non avrebbe saputo cosa dire. Non voleva riaprire la ferita causata dal suo amore per Harry nel cuore di David. Si limitò a ricambiare l'abbraccio.
"Dai, facciamo qualcosa. Chiama anche Val, voglio rivedere anche lei".
"Oddio! Val mi odierà! Oggi le ho dato buca".
"Che dovevate fare?"
"Serata film".
"Ah sì, mi avevi accennato alle vostre serate. No, oggi è un giorno speciale quindi non vi lascerò poltrire sul divano. Andiamo tutti al Sundek, offro io".
Alysia sorrise radiosa, prendendo in mano il cellulare.
Era bello riaverlo a casa.

 

 

 

 

Hellooo:)
Eccomi qui con un nuovo capitolo. Devo dire che avevo zero ispirazione, sapevo solo che Dave doveva tornare. Poi ho pensato che mi mancava un po' Val, c'era sempre meno nella storia, quindi ho voluto dedicarla una buona parte del capitolo, anche per conoscerca un po' meglio. Che ne pensate? Buona idea o lascio perdere? Vi prego ditemi cosa ne pensateee!! Non so più che fare per farvi lasciare una mini recensioncina. Devo dire che è davvero frustrante trovare sempre la massimo 4 recensioni a capitolo, perchè non capisco cosa non va nella storia perchè nessuno me lo dice! (scusate lo sfogo).
Comunque, ci sono le persone che recensisco davvero sempre e io vi ringrazio con tutto il cuore:) grazie anche ai lettori silenziosi che hanno la FF nelle preferite/seguite, grazie davvero:) spero che prima o poi vi deciderete a darmi la vostra opinione:)
Maledizione, i miei brevi commenti sono sempre troppo lunghi.
A martedì prossimo spero:)
Baci, A.

 

Image and video hosting by TinyPic Avete visto che bravi i nostri ragazzi, che hanno vinto tutti e due i premi ai KCA?? Sono così fiera di NOI che li abbiamo votati:)

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


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Capitolo 11

 

He drives to school every morning
While I walk alone in the rain
He’d kill me without any warning
If he took a look in my brain

 

"Liam Payne? Davvero tu hai una cotta per Liam Payne? E dov'è finita la cosa sono solo dei bambini, che imparino a fare della musica che si possa definire tale?" rise Alysia, incorniciando le ultime parole con delle virgolette mimate nell'aria.
"Oh senti, se cominci a prendermi in giro non ti dico più nulla. E poi non è vero che ho una cotta" rispose Valerie, muovendo le dita come aveva fatto l'amica poco prima.
"No ok, scusa scusa scusa – si affrettò a ribattere l'altra, abracciandola con un gesto teatrale – dai, raccontami tutto".
Valerie allora cominciò a narrare alla sua migliore amica di quando era andata a casa Styles e si era imbattuta in Liam, ma Alysia la interruppe subito.
"Ripetimi il motivo per cui saresti andata a casa di Harry?! Credo di essere in grado di badare a me stessa, grazie". Ora era abbastanza irritata.
"Sì hai ragione, ma in quel momento ero arrabbiatissima. E poi non volevo che ti facesse soffrire ancora... Prometto, non mi impiccerò più. Pace?" rispose l'altra, allungando il mignolo destro davanti al suo naso.
"Pace. – concordò Alysia afferrandolo – Dai, continua il racconto del tuo colpo di fulmine".
Dopo che Valerie si protasse a parlare per quasi mezz'ora, puntualizzando più di una volta che lei non aveva assolutamente alcun interesse per quel Liam, Alysia propose un incontro.
"Andiamo! Posso chiedere ad Harry di uscire tutti insieme, non sembrerà affatto strano!"
"Ma no! Ma cosa dici, è imbarazzante! E poi lui ha la ragazza... Sta con una certa Danielle qualcosa. Che nome orribile. Ed è pure vecchia".
Ora Alysia aveva davvero le lacrime agli occhi da quanto stava ridendo.
"Quindi ti sei anche informata?"
"Io... Sì, l'ho googlato. E smettila di ridere!"
"Allora, lo vuoi sì o no questo appuntamento?" chiese Alysia, dopo aver riaquistato una respirazione normale.
Valerie annuì timidamente con la testa. E scoppiò a ridere insieme all'amica.

 

"Cosa fai oggi? Potrei cucinarti i tuoi muffins preferiti con la mia nuova super ricetta:) xx David"

"Cosa fai oggi? Potremmo cantare un po' insieme, sono fuori allenamento ultimamente:) xx Harry"

Alysia continuava a rileggere quei due messaggi che aveva ricevuto quasi contemporaneamente. Non aveva la minima idea di cosa fare. David era appena tornato quindi avrebbe dovuto stare con lui, però ogni volta che si trovava insieme ad Harry si sentiva... Felice.
Ma anche con David stava davvero bene. Sì, forse avrebbe dovuto allontanarsi leggermente da Harry, Valerie aveva ragione, lo stava lasciando avvicinarsi troppo. E poi David aveva perso tutti i contatti con i suoi vecchi amici di Holmes Chapel, Alysia non voleva che si sentisse solo proprio la prima settimana che era a casa. E presto, sistemate le cose in famiglia, si sarebbe trasferito a Londra e l'avrebbe visto davvero poco.
Dopo aver pedalato per cinque minuti, Alysia si ritrovò davanti a quella casa tanto familiare. Il portico bianco, la lavanda nelle aiuole del giardino, i balconi rossi che aveva sempre trovato divertenti. Tutto era esattamente come lo avevano lasciato mesi prima.
"Aly! Come sono contenta di vederti, tesoro caro!" la signora Thomas la accolse con il suo marcato accento newyorkese e con un forte abbraccio, di quelli che distinguono gli americani dai sobri e più formali inglesi.
"Anche per me è un piacere vederti, Penny" rispose Alysia, quasi soffocando tra le braccia della donna.
Penelope Thomas era una donna imponente, dai lunghi capelli castani e dal viso invidiabilmente giovane. Molto simile al marito, Paul, un uomo abbronzato e muscoloso sebbene i capelli brizzolati.
A salvare Alysia da quell'interminabile abbraccio arrivò David.
"Mamma, ti prego, lasciala respirare! Vieni Aly, ho una sorpresa per te".
Dopo che fu finalmente riuscita a liberarsi, David le prese la mano e la guidò su per le scale, nella sua camera.
La stanza era ancora ingombra di scatoloni che non sarebbe stati svuotati fino a quando non avessero raggiunto la loro destinazione finale, cioè un appartamento londinese.
David fece sedere Alysia sul letto sfatto e uscì velocemente dalla camera.
Prima ancora che la ragazza potessere chiedere qualcosa, quello era già di ritorno. Tra le mani portava quella che sembrava una meringata al cioccolato, al torta preferita di Alysia, sulla quale erano state applicate delle statuine di zucchero rappresentanti Alysia e David. La ragazza indossava una gigantesca felpa dell'università di Harvard e un cappellino del MIT e stringeva tra le mani un microfono e uno stetiscopio mentre il ragazzo aveva un cappello da cuoco, un grembiule con tre stelle e una tortina tra le mani.
"Oh mio Dio David, è fanatastica! Ma serei stata io a doverti fare un regalo, mi sento una persona orribile".
"Ma finiscila, mi hai involontariamente aiutato ad esercitarmi. Mi sento sempre in colpa a cucinare una quantità industriale di torte che poi nessuna mangia" rispose il ragazzo sorridendo.
"Allora – proseguì lui – questa torta rappresenta la nostra vita. Ricordi tutte le ore spese a parlare sul nostro incerto futuro? Eccole qui. Tra qualche anno io sarò un importante cuoco da tre stelle Michelin, mentre tu sarai una plurilaureata che vive la sua vita tipo Hannah Montana, divisa tra il canto e la medicina".
Alysia tratteneva a stento le lacrime. Ma erano lacrime di gioia. Fino a quel momento non si era resa davvero conto di quanto gli fosse mancato.
"Grazie Dave, è davvero bellissima. – riuscì finalmente a dire – Anche se io non mi laureerò mai ad Harvard".
"E perchè no? Nulla ti impedisce di iscriverti lì per gli ultimi due anni. So quanto ti piacerebbe. In più, hai anche già la felpa" sorrise lui.
"Io non ho la felpa!" ribattè Alysia.
"Sì invece" fece lui, lanciandole in faccia qualcosa di rosso bourdeaux.
"Oh mio Dio! – squittì lei, stendendo davanti al viso ciò che l'aveva appena colpita – Grazie è fantastica... Tu sei fantastico".
In quel momento Alysia ebbe un'illuminazione e si bloccò di colpo.
"Che c'è?" chiese David, preoccupato.
"Anche io ho qualcosa per te" disse Alysia, con uno dei sorrisi più felici che avesse mai sfoggiato.
David la guardò in modo interrogativo, mentre lei si scopriva il polso sinistro arrotolando le maniche della suo nuova felpa.
Dopo aver armeggiato con uno dei vari braccialetti che teneva legati al polso, tese al ragazzo una striscia di tessuto intrecciato blu che aveva un bottoncino all'estremità.

Il sorriso di David andò ad unirsi a quello di Alysia.
"Il tuo braccialetto. – fece lei – Ricordi? Dovevo custodirlo e ridartelo solo quando saremo stati di nuovo insieme".
Lui prese il cordoncino che la ragazza gli tendeva e si avvicinò a lei.
"Sei stato sempre con me" continuò lei.
Allora David si alzò, si avvicò alla scrivania e prese il suo portafoglio.
"Anche tu sei stata sempre con me" disse, estraendo uno foto sgualcita che ritraeva loro due, sorridenti e spensierati, e che aveva come sfondo un azzurrissimo mare.

"Valerie? Ti sei preso una cotta per Valerie Cavendish?" disse Harry, spiazzato dalla notizia. "Ah, quindi è così che si chiama.. Cavendish... Valerie Cavendish...– fece Liam sognante – Ehi! Io non ho una cotta!" concluse, riprendendosi.
"Sì certo, come no – sbottò Niall – è da quando l'hai vista che non parli d'altro".
"Ma non è vero! E poi io sto con Danielle, quante colte devo ripetervelo?"
"Non sono d'accordo, vi siete mollati" disse Louis dall'altro capo della stanza, armeggiando con un joysick, tutto intento a fare goal nella porta della squadra di Zayn.
"Sapete che non è così! Smettetela di dire che ci siamo mollati, è solo una pausa!" fece Liam parecchio irritato, andandosene in cucina.
"Sì che si sono mollati, lei ha chiuso" disse Zayn senza staccare gli occhi dal televisore. Tutti assentirono con un mugolato.
"E poi io non la sopporto proprio Danielle" sbottò Niall, buttandosi sul divano tra i due amici.
"Già nemmeno io. Anche Eleanor l'altro giorno mi ha confidato che non le sta poi così simpatica. Continua a dire che è troppo appiccicosa" assentì Louis.
"Io dico di organizzare a Liam un appuntamento con questa Valerie, tanto Danielle non ne vuole più sapere di lui" propose Zayn.
"Ma guardate che anche Valerie è insopportabile! E' la persona più acida che conosca! Danielle non è nulla a confronto" ribattè Harry. Non erano mai andati d'accordo quei due.
"Io l'ho conosciuta e mi è sembrata simpatica" fece Niall.
"Dai, non più essere peggio di Danielle. Lei è la persona che se la tira di più tra tutte quelle che conosco. Ti guarda sempre dall'alto in basso e ti mette un sacco in soggezione" concordò Louis.
"D'accordo, ma tanto Liam non acconsentirà mai. Sapete come la pensa" affermò Harry.
"Non è necessario che lo sappia. – precisò Louis – Chiedi ad Alysia di uscire, dille di portarsi dietro anche lei e tu ti prendi Liam. O magari veniamo tutti così sembrerà ancora meno evidente".
"Ok, si potrebbe fare. Non dovrebbe essere troppo difficile. Ma quando andrà male non dite che non vi avevo avvertiti!" acconsentì il riccio.

"Scusa, non voglio disturbarti ancora, ma possiamo vederci? Dovrei parlarti. Xx Harry"
David sbirciò il messaggio che era appena arrivato ad Alysia,sporgendosi sopra la spalla di lei.
La ragazza lo guardò. Vide che si era incupito.
"Ti dispiace... Se vado? Sembra importante" disse lei timidamente.
"No tranquilla, vai pure, ti ho monopolizzata abbastanza per oggi" rispose lui, abbozzando un sorriso.
"Prometto che la prossima volta niente e nessuno interromperà le nostre abbuffate di torta" sorrise Alysia, saltellando giù per le scale cercando di infilarsi una scarpa.
Arrivata davanti alla porta, risalì velocemente le scale, diede un bacio sulla guancia a David, bisbigliò un "A presto", e ridiscese altrettanto velocemente.

Harry le aveva dato appuntamento al loro parco, non se la sentiva ancora di presentarla ufficialmente agli amici. Prima voleva essere sicuro che non si sarebbero allontanati di nuovo. E non voleva assolutamente che succedesse.
Aveva parlato di lei talmente tante volte da quando i ragazzi erano a casa sua che ormai loro l'avevano mitizzata, quasi fosse una dea, una reliquia. Voleva tenerla tutta per sè ancora per un po'.
Alysia notò Harry su una panchina scheggiata, lo sguardo rivolto verso il cielo plumbeo. Il ragazzo stava ricordando, come gli capitava spesso in quei giorni, i tempi in cui i sue stavano insieme. Il suo pensiero si soffermava prepotentemente su di lei: i suoi capelli lucenti, le adorabili fossette, l'incavo del suo collo che spesso aveva baciato, il suo sorriso sempre solare e splendente.
"Ehi ciao. – si avvicinò lei per poi sedersi accanto a lui – Che succede, devo preoccuparmi?"
"No niente di preoccupante, avevo solo voglia di vederti – ammise lui, allungando un braccio sullo schianale della panchina dietro ad Alysia – e volevo proporti una cosa".
"Sono tutta orecchi" sorrise la ragazza.
"Non so se Valerie – Harry disse quel nome con un po' di difficoltà, che risultò evidente ad Alysia, la quale si lasciò sfuggire un risolino – ti abbia raccontato qualcosa, ma è venuta a casa mia l'altro giorno".
Harry attese la conferma di Alysia che non tardò ad arrivare.
"Ecco, è venuta. Solo che io non ero in casa, e allora è andato Liam ad aprire la porta e... Beh, da quel momento Liam non parla d'altro".
Alysia sorrise felice. Era proprio quello che stava capitando alla sua amica.
"Quindi stavo pensando – continuò il ragazzo – che dovremmo farli incontrare".
"Mi sembra una splendida, splendida idea" fece Alysia.
"Mi è piaciuta l'imitazione di Izma. – rise Harry – Quindi è deciso, li faremo incontrare. Solo che..."
"Non acconsentirà mai" conclusero la frase contemporaneamente.
Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
Dopo essersi sfiorati con un dito la punta del naso per aver detto la stessa cosa nello stesso istante, i due tornarono seri, a progettare il loro piano.
"Ok, allora una sera di queste usciamo tutti insieme" sorrise Harry.
"Magari in un posto non troppo conosciuto, altrimente non faremo altro che essere interrotti dalle vostre fans scalmanate" fece Alysia.
"Ehi, devi abituarti alla notorietà se vuoi stare con me!"
Alysia la guardò storto.
"Cioè, non intendevo stare insieme... Dai che hai capito!"
Lei gli diede una spinta sulla spalla e lui fece finta di cadere.
"Dai andiamo, ti riaccompagno a casa".
Mentre camminavano verso casa di Alysia, la bici che Harry stava spingendo a mano si bloccò di colpo.
"Mi hai bucato la bici?!" sbottò la ragazza.
"Ehi non l'ho fatto apposta! Deve esserci stato un chiodo o qualcosa del genere..."
"Oh no, e adesso come vado a scuola domani?" piagnucolò lei.
"Ti porto io – sorrise lui – vengo a prenderti... Alle 10?"
Alysia scoppiò in una falsa risata.
"Sì, ti piacerebbe. Ti aspetto alle 8 in punto davanti a casa mia".
"Ok, però mi perdoni per averti bucato la ruota allora".
"Mmh vedremo" rispose Alysia quando ormai erano nel vialetto di casa sua.
A quelle parole Harry lasciò cadere la bicicletta e si mise a rincorrere Alysia che stava scappando da lui, ridendo felice.
Quando finalmente la afferrò, cominciò a farle il sollettico.
I due caddero a terra tra l'erba umida.
Era tanto tempo che Alysia non si sentiva così libera.
Era tanto tempo che Harry non si sentiva così felice.

Erano le 8.10 e di Harry nemmeno l'ombra. Alysia avrebbe fatto tardi.
Finalmente arrivò, guidando la sua Audi grigio chiaro.
"Spero tu abbia una buona scusa per essere arrivato tardi".
"Buongiorno anche a te" disse lui, allungando sulle gambe di lei una busta bianca.
Alysia l'aprì. Conteneva due croissants caldi.
"Ok, perdonato" sorrise Alysia, addentando una brioche, mentre le prime goccie di pioggia cadevano sul parabrezza.
Pochi minuti dopo erano davanti all'università.
"Allora, devo anche venire a prenderla, milady?" scherzò Harry, mentre Alysia stava scendendo.
"Oh non occorre, – rispose Alysia fingendo una voce da donna altolocata – mi farò scortare da Valerie. Grazie, Harold".
I due si sorrisero. Alysia si allontanò dalla macchina con gli occhi di Harry puntati addosso.

David era seduto su una panchina nel cortile della scuola, vicino al parcheggio delle biciclette. Tra le mani teneva due muffins ai frutti di bosco.
Stava aspettando Alysia.
Aveva deciso di farle una sorpresa. Sapeva che la ragazza si svegliava sempre tardi e perciò non aveva mai tempo di fare colazione.
Improvvisamente una macchina grigio metallizzato si fermò a pochi metri dalla porta della scuola.
Dopo pochi istanti da quella macchina scese Alysia, sorridente.
David scorse, al di là del vetro, il guidatore della macchina: era Harry.
Allora lei non l'aveva dimenticato.
David in tutti quei mesi passati lontano da lei aveva sperato che il suo amore per Harry svanisse. L'aveva perdonata sperando di poter ricominciare.
Ma era tutto inutile, lei preferiva ricominciare con quello piuttosto che con lui.
Sconfortato e affranto, David si incamminò da solo verso casa, scordandosi i muffins sulla panchina ormai bagnata dalla pioggia.

 

 


Ciaooo bella gente:)
allora, intanto buona Pasqua:) spero abbiate mangiato tanto cioccolato, io quest'anno non ho visto l'ombra di nemmeno mezzo uovo:(
Comunque! Che ne pensate del capitolo? Valerie entra sempre più a far parte della storia. Come andrà secondo voi tra lei e Liam?
E povero David, non vi fa un sacco di pena in questo capitolo? Poveroo:(
Voglio ringraziare tutti quelli che recensiscono costantemente e anche i nuovi lettori silenziosi che non sono più tali perchè mi hanno fatto sapere cosa ne pensano! Mi piace un sacco leggere e rispondere alle vostre recensioni, parlare con voi è fantastico.
Grazie grazie grazie anche a tutti quelli che seguono/preferiscono la mia storia, siete sempre di più e mi fate un sacco felice:)
Ah e volevo aggiungere che Danielle forse nel corso della storia potrebbe sembrare un pochino antipatica.Non che abbia qualcosa contro di lei ma... Diciamo che preferisco Eleanor. Non odiatemi per questo:)
Beh felice rientro a scuola a tutti:) anche se le parole "felice" e "scuola" suonano male nella stessa frase.
A presto spero:)
Baci, A.

 

Image and video hosting by TinyPic Avete visto il lancio del nuovo Talent Show dello zio Simon? Quanto dolcino è Niall qui??:)))

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


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Capitolo 12

 

Maybe you want her maybe you need her
Maybe you started to compare to someone not.

Looking for the right one you line up the world to find
Where no questions cross your mind
But she won't keep on waiting for you without a doubt
Much longer for you to sort it out

 

"Harry!" la voce di Maya risultò più stridula del solito pronunciando quell'unica parola. La ragazzina cominciò a correre lungo il corridoio e si fiondò sulla porta, stringendo forte i fianchi del ragazzo e affondando il viso nella sua maglietta.
Harry, un po' sconcertato, ricambiò quell'abbraccio improvviso.
Maya gli rimase appiccicata lungo tutto il tragitto dalla porta al divano, con Alysia che guardava la scena tra l'irritato e il divertito.
"Ehi Maya, è da tanto che non ci vediamo noi due! Come sta il mio piccolo orsetto lavatore?" disse Harry, spettinando leggermente i capelli della piccola.
A quelle parole lei quasi svenne. Era tanto tempo che nessuno lo faceva, solo lui la chiamava così.
"Harry mi sei mancato tantissimissimo! Promettimi che verrai più spesso" rispose invece Maya.
"Lo spero proprio" disse Harry, lanciando un'occhiata eloquento ad Alysia, come se il suo tornare o meno dipendesse tutto da lei.
"Per me puoi venire quando vuoi – la ragazze sostenne lo sguardo – basta che non ti porti appresso centinaia di fans".
"Anche perchè sono io la tua fan numero uno!" si intromise Maya.
"Di questo sono onorato" le sorrise Harry.
Quel pomeriggio Harry era andato a casa di Alysia per farle compagnia mentre era costretta a badare alla sorella minore. Valerie doveva assolutamente finire un'articolo per il giornale del College, mentre David era andato a trovare degli amici che aveva da quelle parti; Harry invece non aveva nulla da fare se non ascoltare i patetici discorsi dei suoi amici, quindi aveva chiesto ad Alysia di passare un po' di tempo con lui.
"Non per essere pessimista, negativa o che, però... Tra quanto te ne dovrai andare?" chiese Alysia, dopo che l'entusiasmo di Maya si era un po' placato ed erano riusciti a piazzarla davanti al suo cartone prefertio, Pocahontas.
"La settimana prossima" rispose Harry con un filo di tristezza nella voce.
"Ehi! Non azzardarti ad essere triste! Vai a girare il mondo, mica in guerra! È quello che hai sempre voluto" disse lei, spingendolo leggermente con la spalla.
"È quello che abbiamo sempre voluto" puntualizzò lui, alzando i suoi meravogliosi occhi verdi per cercare quelli di lei.
"Già, ma la vita non ci ha dato le stesse opportunità. Devi vivere tu al meglio il nostro sogno, per tutti e due".
"Ma tu sei brava, io lo so. Se solo..."
"Se solo cosa? Harry lo abbiamo fatto un milione di volte questo discorso. Io non sono destinata ad essere una cantante. Stop. Mi comprerò Sing Star e mi andrà bene così".
"Mi sento sempre più in colpa ad essere andato a quell'audizione senza di te. Non devevo farti questo, sono stato proprio egoista. Ho preferito me a noi. Ti ho persa. Scusami".
"Harry – cominicò Alysia, prendendogli le mani – ne abbiamo già parlato tantissime volte, ricordi? Questo è il tuo sogno, il tuo destino. Abbiamo sempre saputo che eri nato per cantare, da quando eravamo all'asilo e la maestra dava sempre a te la parte del solista nelle recite. Non sei felice? Perchè ora hai tutti questi ripensamenti?"
"Perchè essere tornato mi ha fatto capire quanto mi manchi e quanto ho bisogno di te".
Una lacrima triditrice rigò la guancia di Harry. Si affrettò ad asciugarla.
Alysia si fece più vicina a lui e lo cinse con le braccia, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Ehi, io ci sarò sempre".

"Dunque – cominciò Harry a metà del terzo cartone del giorno, risvegliando Alysia che era incantata davanti alla tv – ti va di conoscere gli altri?".
Quella domanda la spiazzò.
Gli altri? Cioè i One Direction? Probabilmente era il sogno di qualunque ragazza. Ma lei non sapeva che rispondere. Non sapeva se sarebbe stata in grado di contenere l'emozione nel vederli. Non volevo far sfigurare Harry davanti ai suoi amici comportandosi come una fan isterica. Lei aveva sempre preso in giro Harry per tutta la mandria di ragazze che lo inseguivano per avere una foto con lui, ma aveva taciuto che probabilmente si sarebbe comportata allo stesso modo, se solo non avesse conosciuto lui.
Sì limitò quindi ad annuire. In fondo, erano ragazzi normali come tutti gli altri. Quasi.
"Fantastico – sorrise Harry – così potremo finalmente far incontrare anche Liam e Valerie, anche se io non approvo. Che ne dici? Stasera?"
"Sì sì, mi sembra perfetto" sorrise lei, meno agitata all'idea che ci sarebbe stata anche l'esuberante Val.
Harry cominciò a scrivere dei messaggi ai suoi amici per avvertirli.
Il primo a rispondergli fu Liam. Disse che per lui andava bene, aveva voglia di uscire e di conoscere la fantomatica Alysia.
Con Louis e Zayn però non abbero la stessa fortuna. Entrambi si stavano dirigendo a Londra per incontrare le loro fidanzate.
Niall invece sembrò entusiasta, soprattutto perchè Harry menziò che avrebbero anche mangiato.
"Ma non avvisi Valerie?" disse poi Harry.
"Mi sembri leggermente teso Styles, come mai? – rise Alysia – comunque lo farò dopo, tanto ho in programma di vederla per ridarle un vestito. E non rifiuterà mai un'uscita, tranquillo".
Dopo aver bevuto un buon tè caldo, parlando di come sarebbe andata tra Liam e Valerie, le persone più diverse tra loro che conoscevano, Harry salutò Alysia con un affettuoso bacio sulla guancia e se ne andò.
Dopo poco arrivò Valerie, trafelata.
"Ho letteralmente dovuto fare mischia, e cercare di uscirne viva, tra un gruppo di ragazzette accampate qui fuori. Ma le hai notate? Il mondo è impazzito" disse la bionda sistemandosi i capelli un po' arruffati.
Alysia scostò una tenda della cucina e guardò fuori. Una dozzina di ragazzine era al limite del suo vialetto, telefonini e macchine fotografiche nelle mani.
Alysia stava per uscire per chiedere a tutte di andarsene ma Valerie la bloccò per il braccio.
"Non farlo, sono impazzite" disse con tono molto serio.
Alysia la guardò negli occhi. Le due scoppiarono a ridere e ci misero un po' a fermarsi.
Dimenticandosi perchè voleva uscire, Alysia si diresse in soggiorno.
"Là c'è il tuo vestito, poi ricordati di prenderlo".
Valerie annuì, sprofondando sul divano.
"Allora, finito l'articolo?" continuò Alysia.
"Sì, grazie al cielo. Manca solo il layout e poi sono a posto. Spero che a Jeff vada bene".
"Lo adorerà, tranquilla. Quindi, se hai finito, stasera sei libera!" buttò lì Alysia.
"Cosa odono le mie orecchie? Tu che chiedi a me di uscire la sera? Wow, sono colpita Aly. - rise Valerie – Comunque sì, sono libera. Cosa mi proponi?"
"Ecco... Beh è da un po' che non usciamo, quindi pensavo di andare al pub. Ti va? Magari incontriamo qualcuno di interessante" Alysia tossicchiò dicendo le ultime parole. Pensò fosse meglio non dire all'amica il suo vero piano. E soprattutto non dirle che ci sarebbe stato anche Harry.
"Sì ci sto, tutto pur di dimenticare il mio articolo che sicuramento non andrà bene".
Dopo qualche minuto suonò il campanello.
"Maya! Campanello!" urlò Alysia, sperando che la sua voce arrivasse al piano superiore.
Quando non ebbe nessuna risposta e il campanello suonò di nuovo, si avviò verso la porta strascicando i piedi, pensando che avere una sorella minore era davvero inutile.
Temendo di ritrovarsi faccia a faccia con una fan con istinti omicidi perchè, secondo tutti i blog, lei stava "cercando in tutti i modi di ammaliare nuovamente la sua vecchia fiamma, Harry, nonostante per lui fosse stata solo un'avventura di poco conto", fu piacevolmente sorpresa di notare che si trattava di un ragazzo biondo.
"Ho portato del riso dolce al cocco, dovevo testarlo su qualcuno" disse allegramente David entrando in casa, abbracciando Alysia con un braccio per non rovesciare il piatto che teneva con l'altro.
"Quando si tratta di cibo, noi siamo le cavie perfette!" rispose Valerie dall'altra stanza.
David la salutò di rimando.
Assaggiarono il riso, che era ovviamente buono come tutto quello che usciva dalla cucina di David, e cominciarono a parlare del più e del meno, senza naturalmente mai accennare ad Harry.
"Che fate stasera?" chiese poi David.
"Beh noi..." cominciò Alysia.
"Andiamo al pub, – prese invece la parola Valerie – pensa, è stata di Aly l'idea. Vuoi venire? Sarà divertente, magari potresti cominciare a parlare di calcio con qualche ragazzo e poi presentarcelo".
"Aly? Sono molto sorpreso di te! Beh sì, verrò volentieri, grazie" rispose lui sorridendo, anche se era chiaro che la parte dei ragazzi non gli andava a genio. Non si sarebbe messo nessun altro in mezzo tra lui e Alysia.
"O forse tu non vuoi che venga?" aggiunse poi il ragazzo, notando lo sguardo allarmato di Alysia.
"No, io... Certo che mi fa piacere che tu venga!" rispose, sfoggiando un sorriso un po' forzato.
Non poteva di certo dirgli che non lo voleva. Ciò avrebbe significato o dire la verità a Valerie, che sicuramente poi non sarebbe più voluta andare, o essere vaga con la conseguenza di ferire David. Certo che avere quei due, Harry e David, insieme, nella stessa stanza, non sarebbe stato facile da gestire. O forse sì? In fondo erano tutti amici. Alysia si appigliò a questa idea e rimase allegra per il resto della giornata.

Alysia e Valerie si stavano preparando insieme per la serata, era tanto tempo che non lo facevano. Fortunatamente la bionda voleva sempre apparire perfetta, anche per quella che all'apparenza era una semplice serata tra amici. Avrebbe di sicuro lasciato Liam a bocca aperta con quel vestito blu trasparente sulla schiena che si stava accingendo ad infilare.
Anche Alysia si preoccupò più del solito del suo abbigliamento. Non che di solito si vestisse male e si trascurasse, era una ragazza molto rigorosa e perfettina, ma cercava di stare comoda in ogni situazione. Neanche lei sapeva il motivo che la stava spingendo ad indossare una gonna rossa e una maglietta bianca un po' troppo trasparente. Voleva apparire carina per... Per chi poi?
Come al solito guidò Valerie fino al pub, distante qualche miglia da casa dell'amica.
Dentro c'era molta gente dei tipi più disparati: uomini di tutte le età che, vestiti di camicie di flanella e T-shirt, guardavano la partita di calcio con grandi bicchieri di birra in mano, ragazzi più eleganti con drink colorati o bicchieri di vino, ragazze troppo svestite che ridacchiavano, tutte ammassate in una parte del locale.
Alysia abbe la terribile sensazione che dove si trovavano quelle ragazze avrebbero trovato anche i One Direction. O almeno tre quinti di loro.
Prima che potesse avviarsi verso quella parte, Valerie la prese per un braccio e la trascinò verso un tavolo vuoto.
"David mi ha detto che arriva un po' più tardi – disse la bionda – si è fermato alla stalla per strigliare i cavalli dopo il polo. Ora gli scrivo che siamo arrivate".
Alysia annuì e approfittò della distrazione dell'amica per scrivere a suo volta un messaggio.
"Harry, siamo nell'angolo del locale opposto al vostro, a destra dello schermo gigante della partita. Aly".
Alysia fece appena in tempo ad inviarlo che il destinatario si trovava già di fronte a lei, con i due amici al seguito.
"Che coincidenza! – disse il ragazzo con finto tono sorpreso – Aly! Valerie! Come mai da queste parti?"
Valerie fulminò Alysia con lo sguardo. Era troppo sveglia, aveva già capito tutto.
"Noi ci abitiamo, Styles" rispose acida.
"Ciao Valerie" disse timidamente Liam.
Lei alzò lo sguardo incontrando i suoi caldi occhi nocciala e quasi si sciolse sulla sedia.
"Ciao, io sono Niall, ti ricordi?" si intromise l'irlandese, ma Valerie, persa nello sguardo di Liam, il quale era smarrito in egual maniera, non ci fece caso.
"Aly, lui è Niall. E lui è Liam. Ragazzi, lei è Alysia" Harry fece le presentazioni. Niall le strinse cortesemente la mano e Liam, udendo il suo nome, venne come richiamato dalla trance in cui si trovava e allungò anch'egli la mano.
I tre nuovi arrivati presero posto al tavolo delle ragazze.
Liam si sedette ovviamente vicino a Valerie e cominciò subito a parlare con lei, incespicandosi leggermente, mentre Niall, Harry e Alysia fecero un gruppetto a parte.
Liam e Valerie si intendevano benissimo. Nonostante ciò che pensavano tutti, loro due non erano affatto opposti: Valerie, anche se aveva una facciata dura, era in realtà molto dolce e Liam, si sa, è uno dei ragazzi più sensibili del mondo. Sebbene fossero tutti e due molti timidi, riuscirono subito a parlare allegramente e scoprirono presto di aver molti interessi comuni, come l'amore per The Script, per il West Bromich Album Footvall Club – "non pensavo ci fosse ancora qualcuno che lo supportasse!" dissero quasi insieme - , per Toy Story, il cui terzo film aveva fatto piangere entrambi, e tutti e due erano nati ad agosto, anche se Liam era della Vergine mentre Valerie era del Leone.
Mentre i due discutevano animatamente senza preoccuparsi minimamente di ciò che gli accadeva intorno, gli altri tre ammiravano il loro operato gongolando.
"Oh mio Dio! – disse Niall ad un certo punto – Quella ragazza è bellissima! E sta venendo qui. Mi sono appena innamorato".
"Ciao" disse pochi istanti dopo la misteriosa ragazza dai lunghi capelli castani.
"Ciao Amy" la salutò sorridente Alysia.
Niall le rivolse uno sguardo alla "tu la conosci!".
"Amy voglio presentarti Niall e Harry. Val la conosci già e quello vicino a lei è Liam, anche se dubito che quei due potranno essere di compagnia. Ragazzi lei è Amy, una mia compagna di corso".
Niall tese subito la mano, alzandosi. Era palesemente agitato.
Amy però trovò tutto ciò adorbaile, perchè poco dopo propose a Niall di seguirlo al suo tavolo. L'irlandese non se lo fece ripetere due volte e si eclissò.
Proprio quando Alysia e Harry erano rimasti praticamente soli, David varcò la porta del locale. Notò subito la ragazza e si diresse verso il suo tavolo. Si bloccò di colpo quando vide anche Harry.
Alysia si alzò in piedi per cercare di tenere l'atmosfera rilassata.
"Anche lui è qui" dissero entrambi i ragazzi a denti stretti.
"David, ciao – lo accolse calorosamente la ragazza – dai, vieni a sederti con noi"
"Non... Non sarei dovuto venire. Non vorrei disturbare" rispose lui titubante.
"Ma che dici! Non ci disturbi affatto! Vero Harry?" disse lei, tirando una gomitata al ragazzo seduto accanto a lei.
"Certo che no, amico. Vieni pure" rispose nel modo più freddo modo possibile.
David si avvicinò.
"Allora – cominciò Harry – Alysia mi ha detto che cucini"
"Sì, tra pochi giorni mi trasferirò a Londra per continuare gli studi. Amo cucinare, spero sia il mio futuro. Almeno il cuoco è un lavoro vero" rispose David, in un tono che non era per nulla il suo, risultava troppo strafottente.
"Sì beh, almeno io faccio i milioni".
"Ragazzi! Che ne dite se ordiniamo qualcosa da bere?" si intromise Alysia, gli zigomi rossi per l'imbarazzo. Quei due erano davvero immaturi, si stavano comportando come dei bambini. Perchè poi?
Dopo aver bevuto qualche sorso, David raccontò ad Alysia di come era andata al maneggio.
"Dovresti venire quache volta. Ti ricordi quando ti ho fatto cavalcare per la prima volta? Quello sì che è stato un bel momento".
"E invece ti ricordi quando noi abbiamo cantato la nostra prima canzone insieme? È stato così profondo" si intromise Harry, come per sfidare David.
"E quando ho provato a farti cucinare? Alla fine ci siamo ritrovati per terra tutti sporchi di farina. Che momento romantico".
"E quando abbiamo inciso le nostre iniziali sul salice? Quello è stato romantico".
Ormai i due ragazzi non guardavano nemmeno più Alysia. Avevano gli occhi l'uno puntati addosso all'altro, con aria di sfida e disprezzo.
"Beh, se vogliamo parlare di romanticismo dovremmo menzionare quando noi l'abbiamo f..." David non riuscì a completare la frase.
Alysia si era alzata, infuriata, e se n'era andata.
Ormai era chiaro. Quei due si odiavano. E il motivo era solo uno. Lei. Ormai era chiaro che loro non volevano solo essere suoi amici. Loro volevano qualcosa di più. Ma lei non poteva permettersi di perderli di nuovo.
Camminò nel buio fino a casa, la testa ingombra di questi pensieri, incurante del freddo e dei possibili pericoli.
Aveva bisogno di tempo per pensare. Da sola.



Hellooo bella gente:)
scusate se non ho aggiornato ieri ma ero completamente prima vi ispirazione per questo capitolo, e quando sono finalemente riuscita a scriverlo la connessione è saltata. Evviva.
Stranamente non ho molto da dire. Che ne pensate? L'odio tra David e Harry? Chi vincerà? Boh, sarebbe bello saperlo ahahah.
Per favoreeee ditemi cosa ne pensate, i vostri suggerimenti mi sono davvero davvero utili! A tal proposito voglio ringraziare tutti quelli che leggono e recensiscono sempre, in particolare
Twayla che è colei la quale mi ha spinto a pubblicare e mi aiuta per ogni capitolo e Ce Ci e MN125 che con le loro recensioni mi fanno sempre sorridere e mi danno anche dei consigli fantastici. Tra l'altro, scrivono tutte e tre molto bene, quindi se avete voglia passate per i loro profili.
E poi mi sono sempre dimenticata di dire che se volete posso avvertirvi degli aggiornamenti anche su Twitter, io sono @Armesia_ e scrivetemi pure se volete parlare della storia (o anche di qualunque altra cosa).
E volevo anche annunciare che ho finalmente deciso che volta ha David! Si tratta di
Peter Hancock, un bellissimo modello. Non so, mi dà l'aria di un americano riccone che gioca a polo ma è simpatico. O forse mi fa questa impressione la camicia che indossa.
Ok, questo spazio sta diventando più lungo del capitolo.
A presto spero:)
Baci, A.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


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Capitolo 13

 

I got a notion that says it doesn't feel right
got the answer in your story today
you gave me a sign that didn't feel right
so don't knock it, don't knock it, you been here before
so don't knock it, don't knock it, you been here before

 

"Aly aspetta!" disse una voce alle spalle di Alysia. Una voce inconfondibile.
La ragazza si voltò scocciata. "Stare sola" aveva appena pensato.
"Che vuoi Harry?".
"È vero? Quello che stava per dire David intendo... È vero?" Harry la guardava negli occhi e il suo sguardo traspariva una profonda delusione.
Nonostante l'ambigua domanda, Alysia capì subito a cosa si riferisse il ragazzo.
"Beh, sì".
Voleva apparire dura, ma dentro di lei si sentiva morire. Senza un preciso motivo, non voleva che Harry scoprisse che era stata a letto con David. Non c'era nulla di strano, perchè allora si sentiva così male mentre guardava quegli occhi smeraldo
"Avevamo detto che avremmo aspettato. Che avremmo atteso il momento giusto per noi, ricordi?" ora il ragazzo sembrava davvero triste.
Certo che Alysia ricordava. Come un flash le venne in mente quel preciso momento. L'imbarazzo per l'argomento di cui stavano discutendo, l'intimità che ne conseguiva, l'amore che provavano l'uno vero l'altra.
"Beh non mi pare che tu ti sia fatto problemi ad aspettare" disse lei acida e scontrosa.
"Ma che ne sai tu, non me l'hai chiesto e io non ti ho detto nulla. Non puoi sapere" rispose lui.
"Forse non sei a conoscenza del fatto che sei talmente famoso che ormai i paparazzi sanno anche quando fai pipì!". E questo era vero. Ogni giorno su giornali come The Sun c'erano almeno un paio di notizie sul famoso Harry Styles e tutte le sue scappatelle notturne.
"Tu credi veramente a quella roba? Ma non capisci che sono tutte stronzate scritte per vendere? Se credi a quei giornali allora non mi conosci più. E io non conosco più te perchè non ti facevo così".
"Però le foto in cui ogni sera sei appiccicato ad una nuova ragazza non sono montature" provò Alysia. Perchè si stava comportando in modo così... geloso?
"Ma quelle sono solo amiche! Per mesi hanno provato a scrivere che frequentavo Cara Delevingne e ora si scopre che sta con Rita Ora e che quindi non poteva essere minimamente interessata a me. E come se non bastasse i miei menagers mi obbligano ad uscire con parecchie ragazze perchè tra le nostre fans sta spopolando l'idea che io e Louis stiamo insieme. È tutta una questione di immagine! E poi perchè ti comporti così da gelosa? Vuoi dire che l'hai fatto solo per ripicca verso di me?".
"Certo che no! – ribaettè Alysia al lungo monologo di Harry – io amavo David. Non l'ho mica fatto per te! E poi non sono gelosa".
"Questo non toglie il fatto che sei andata a letto con lui. Invece di aspettare me".
"Te? Ma fai sul serio? Tu non ti sei fatto sentire per quasi due anni! Cosa dovevo fare, farmi monaca? Avrei dovuto aspettarti per dieci anni come fa Elisabeth Swan con Will Turner? Per quanto ne sapevo tu saresti potuto non tornare più".
"Beh, si che avresti dovuto aspettare! Io l'ho fatto, cazzo! Nonostante tutto quello che dicono i giornali io sono vergine. Io ho aspettato te! Noi ci eravamo promessi che ci saremmo sempre ritrovati, qualsiasi cosa sarebbbe successa. Ed io ci ho creduto. Io ho mantenuto la promessa. Io non ho mai smesso di amarti".
Alysia rimase a guardarlo in silenzio, senza sapere cosa ribattere.
Proprio in quell'imabarazzante momento arrivò David.
Aveva un labbro sanguinante.
"Che ti è successo?" chiese Alysia, più per rompere il silenzio che per vera curiosità. Era molto arrabbiata con David. Si era comportato come un bambino e per colpa sua aveva appena avuto quell'umiliante conversazione con Harry.
David, come risposta alla domanda della ragazza, guardò Harry.
Subito dopo che Alysia era uscita dal locale, David si era alzato per seguirla. Harry l'aveva preso per un braccio e l'aveva rispinto al suo posto, dicendo che sarebbe andato lui da Alysia. Il labbro spaccato di David era il simbolo della sua opposiozione a quell'imposizione.
Alysia era sconvolta. Il suo sguardo passava veloce dall'uno all'altro ragazzo.
Quei due si erano picchiati per lei. La sua rabbia cominciava a ribollire un'altra volta senza saperne il motivo. Molte ragazze avrebbero pensato che quello fosse stato un gesto romantico. Tutte vorrebbero che due ragazzi si picchiassero per loro. Ma non Alysia. In quella situazione si sentiva quasi un trofeo che sarebbe andato al vincitore della contesa.
Sapeva che quei due ragazzi avrebbero portato solo guai.
Non sapendo che dire, serbando un misto di rancore, rabbia e amarezza nel cuore, se ne andò di corsa, le lacrime che cominciavano a bagnarle le guancie.

"Combino sempre dei casini!" disse Alysia, le gabbe incrociate e un barattolo di geleto nel mezzo.
"Ma figurati, non è mica colpa tua! Sono loro degli scemi! Pensano di potersi comportare come vogliono e pretendono che tu sia lì ad aspettarli! Guarda Harry: lui se n'è andato lasciandoti in questa triste vita – senza offesa – per fare la super star e quando torna pretende che tu sia ancora pronta ad accoglierlo tra le tue braccia! Non siamo mica degli oggetti noi donne! Per David è lo stesso, ma almeno lui è simpatico". Valerie illustrò la sua tesi. Quella ragazza era anche una femminista molto convinta.
Il bello di Valerie era che la sua porta era sempre aperta. Qualunque giorno a qualsiasi ora, se Alysia aveva bisogno di lei, Valerie c'era sempre. Specialmente perchè rimaneva sveglia fino a tardi a scrivere i suoi articoli.
"Sì hai ragione! Ma ora Harry mi odia e David... Boh, lo odio io credo. Però mi fa pena sapere che Harry l'abbia picchiato".
"Uffa, Harry mi sta sempre più antipatico, non può rovinare il bel faccino da angioletto di David. – rise Valerie – Però che squallidi, hanno fatto a botte. Neanche fossimo nell'età della pietra insieme ai Flintstones. E poi che ti frega se Harry ti odia? Te lo togli di torno e stop! Tanto tra un po' si toglierà di torno da solo".
"Sì ma a me dispiace che si tolga di torno, capisci?" sputò fuori Alysia prima di riuscire a trattenere le parole.
"Quindi ti piace ancora?" Valerie strabuzzò gli occhi.
"No! Cioè sì! Cioè... Non proprio. Non lo so".
"Quindi il carino e amorevole Dave non ha più nemmeno una chance?".
"No anche David mi piace! Cioè, sono stati entrambi il grande amore, come si fa ascegluere? Che poi, io non voglio scegliere! Io sono una donna emancipata e sto benissimo così".
"Così si parla ragazza! Però mi sa che devi chiarirti un po' le idee, non puoi tenere un piede in due staffe e illuderli entrambi" disse Valerie risoluta.
"Sì ma eravano amici! Come faccio ad alludere qualcuno se gli sono solo amica? Perchè non possiamo essere tutti amici e batsa?" piagnucolò Alysia.
"Perchè così è la vita. Loro ti hanno fatto intendere decisamente che non vogliono essere tuoi amici. O almeno, non solo quello".
"Ora sono depressa. Ti prego, tirami un po' su con la tua vita amorosa. Come va tra te e Liam?" chiese Alysia per distrarsi.
"Va fantasticamente! Cioè, ti giuro, non posso credere stia capitando a me! Sembra di essere in una favola.ha detto che tra un paio di settimane, quando tonerà qui, mi porterà a vedere il musicol del Re Leone. Che ragazzo romantico! E ci siamo visti solo una volta! Beh due, contando la volta che gli ho praticamente urlato in faccia".
"Come sono contenta per te! Ma lui non farà la fine di tutti gli altri, vero?"
"Spiritosa. No, lui è speciale. È diverso da tutti gli altri, sembra vero, il che è proprio un paradosso, non trovi?" Valerie aveva l'aria sognante.

 

Il giorno seguente, David si presentò alla porta di Alysia.
"Scusami. Mi sono comportato come uno stupido, solo che quel ragazzo mi è sempre stato antipatico e di persona è anche peggio. Mi puoi perdonare?" chiese speranzoso il ragazzo, con in mano un mazzo di fiori commestibili.
Alysia sorrise.
"Tu e Valerie sareste una coppia perfetta. Comunque sì, ti perdono" rispose lie.
"Bene, e allora vestiti che si va a Londra!" disse David.
"Come, a Londra?" chiese stupita la ragazza.
"Tra un paio di giorni cominnciano i miei corsi e devo trasferirmi nel nuovo appartamento! E tu mi aiuterai, vero?".
"Io ti aiuterò sempre" sorrise Alysia.
"Grazie – disse lui, abbracciandola – avevo chiesto a mia madre, ma sta nuovamente male".
"Davvero? Mi dispiace tanto! Ma l'altro giorno stava così bene!". Alysia si era parecchio rabbuiata. La signora Thomas era sempre stata forte e indistruttibile, sapere che stava male era molto triste.
"Sì ma va a periodi. Comunque i medici dicono che potrebbe anche peggiorare. Ma non pensiamo negativo! Dai, andiamo in città!".

Alysia e David passeggiavano per le strade di Londra, il braccio di lui cingeva le spalle di lei.
Il nuovo appartamento del ragazzo era davvero piccolo e c'era ben poco da sistemere in quanto non ci entrava molta roba. Dopo un paio d'ore di lavoro quindi decisero di andare in giro per la città.
Ridevano e scherzavano, non erano così felici da molto tempo. Il momento della sera precedente era passato, e ora erano tornati vecchi amici.
Valerie si sbagliava, era possibile essere amici. Forse con Harry sarebbe stato più difficile, ma fattibile. Poi Alysia ricordò le ultime parole del ragazzo. "Io non ho mai smesso di amarti". Come ci si doveva comportare in questi casi? Lei non lo sapeva prorpio. Non era mai successo che un ex fidanzato tornasse da lei. Tranne in quel momento ovviamente, in cui il problema era duplice.
Sperava solo di rivedere Harry il più tardi possibile.
Poco dopo, i suoi desiri furono ovviamente esauditi.
A pochi metri da loro camminava, nella direzione opposta, proprio Harry, stretto nella sua giaccia di pelle marrone.
Non appena li vide si bloccò.
Perchè doveva vederli ovunque? Aveva capito che quei due stavano insieme, ma dovevano proprio ricordarglielo ovunque lui andasse? Si era allontanato brevemente da Holmes Chapel proprio per non incontrarli e loro l'avevano seguito a Londra.
Ogni volta che li vedeva Harry aveva un tuffo al cuore. Ogni volta che lei sorrideva guardando l'altro il suo stomaco si contorceva. Ogni volta che quello la sfiora lui aveva l'istintivo impulso di distruggero tutto. Soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti.
Possibile che dopo averle confessato, ancora una volta, il suo amore lei non dicesse nulla? Si sentiva davvero ferito e umiliato, e come se non bastasse lo era dalla persona a cui teneva di più al mondo.
Decise di cambiare strada per non doverli incontrare, sperando che non l'avessoro notato. Odiava vederla felice tra le braccia di quel David.
Alysia però l'aveva scorto. I suoi capelli ricci spiccavano alti ed inconfondibil tra la folla. Stava per salutarlo, dimenticando il perchè non volesse incontrarlo, ma lui cambiò presto strada. Perchè l'aveva fatto? Anche lui non voleva vederla? Allora era vero che la odiava. E come dargli torto.
Questa situazione andava risolta.
Alysia doveva assolutamente capire dove la portava il suo cuore. E sentiva che il suo cuore, tra le braccia di David, non era completamente felice.

 

 

Holaaa:)

vi prego non uccidetemi! Mi scuso per l'imperdonabile ritardo, sono super dispiaciuta! Ma domani (anzi, tra qualche ora) parto per andare in gita, e in questi giorni tra i preparati e il resto avevo troppe cose da fare. Vi prego di perdonarmi! E mi scuso anche per l'inutile e insensato capitolo, ma mi sentivo troppo in colpa a partire senza postare. E scusate anche se non vi avverto dell'aggiornamento, non faccio in tempo.

La settimana prossima sono, appunto, in gita, quindi non so quando pubblicherò, vi farò sapere.

Scusate ancora, non odiatemiiii:)

Oddio che capitolo osceno.

Spero continuerete a leggere, prometto che i prossimi saranno migliori:)

grazie a tutti quelli che recensiscono, anche per messaggio privato, mi fate sempre un sacco contenta:)

A prestos spero:)

Baci, A.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


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Capitolo 14


I promise you
I'm always there
When your heart is filled with sorrow and despair
I'll carry you
When you need a friend
You'll find my footprints in the sand

 

Alysia estrasse il suo Blackberry malandato a causa delle cadute dalla tasca del cappotto. Voleva scrivere ad Harry, voleva scusarsi, voleva parlargli, voleva vederlo. Voleva dirgli che aveva sbagliato, che sarebbero sempre dovuti stare insieme, che non avrebbe mai voluto che lui la lasciasse "per il suo bene". Voleva dirgli che lei e David non stavano insieme, perchè non era completamente convinta che lui avesse capito come stavano in realtà le cose, che lei non aveva ancora scelto. Ma che forse si sentiva pronta a farlo.
In quel momento una suoneria pervase l'aria. Proveniva dal cellulare di David.
Il ragazzo rispose, un po' svogliato. Sarà la sua famiglia, pensò Alysia.
Dopo pochi secondi David si bloccò, si fece rigido ed immobile. Chinò il capo e cominciò a singhiozzare.
Ignara di quel che stava accadendo, Alysia corse ad abbracciarlo. Non capiva proprio cosa potessere essere successo. La ragazza non l'aveva mai visto piangere. Non aveva pianto quando il suo cane, Spock, era morto, e nemmeno quando si erano lasciati, o quando lui aveva dovuto abbandonare tutti i suoi amici inglesi per tornare in America.
I sussulti di David si facevano sempre più frequenti e le lacrime scendevano copiose sulle sue guance.
Dopo quelle che sembravano ore, il ragazzo rialzò la testa. Gli occhi arrossati e ridotti a due fessure, il viso completamente bagnato.
Con voce roca, provò a dire alla ragazza poche parole: "Mia madre... Mia mamma... Lei è...".
Non riuscì a completare la frase che subito riprese a piangere più forte di prima.
Anche la presa di Alysia si fece più forte.
"Dai, torniamo a casa" disse infine la ragazza.

"Mi dispiace davvero tanto, Paul. Non sai quanto" disse Alysia, le lacrime che le rigvano il viso, la voce spezzata.
Si trovano all'ospedale di Holmes Chapel.
Penelope Thomas era passata a miglior vita solo poche ore prima, qualche minuto prima che David ricevesse quella telefonata da suo padre.
I medici stavano facendo l'autopsia a quel corpo troppo giovane per morire per capire la causa del decesso.
David era accasciato su di una squallida sedia foderata di quell'orribile sala d'aspetto. Non si era mosso di un millimetro da quando i due ragazzi erano arrivati, sconvolti. Non aveva proferito parola. Ora le lacrime avevano smesso di scendere lungo il suo volto, ma il suo sguardo era vuoto, vitreo.
Alysia invece non riusciva a darsi pace. Continuava a vagare su e giù, percorrendo a grandi falcate la stanza, come se fosse in attesa. Ma non c'era nulla da aspettare, Penolope non sarebbe tornata indietro.
Paul invece in alcuni momenti era agitato come la ragazza, in altri sembrava svuotato e sconsolato priprio come il figlio.
Alysia, dopo aver attraversato quello spazio infinite volte, andò a sedersi vicino a David. Gli mise un braccio attorno alle spalle e appoggiò la testa sulla spalla di lui.
Il ragazzo, come risvegliato a quel contatto, si voltò di scatto e posò le sue labbra su quelle di lei, le lacrime che ricominciavano a scendere.
Inaspettatamente, Alysia non si ritrasse da quel gesto improvviso ma, anzi, ricambiò quel bacio bagnato di tristezza e dolore.
E quel bacio fu fatale: Alysia finalmente capì, per qualche arcana ragione, che era esattamente quello il posto in cui doveva essere, accanto a David. Non era solo compassione, ne era sicura. Ma David in quel momento aveva bisogno di lei, e lei ci sarebbe stata. In fondo, l'aveva già amato una volta, perchè non poteva farlo di nuovo?

Quando i medici fecero la loro apparizione, dicendo che la causa che aveva portato Penny alla morte era stata una forte aritmia cardiaca che aveva provocato la cosiddetta "morte improvvisa", per loro non c'era più nulla da fare in quel tetro ospedale.
David accompagnò Alysia a casa. Il viaggio fu silenzioso, ma era un silenzio pieno di dolore, rimpianto, sofferenza e angoscia. Alysia tenne stretta la mano di David tutto il tempo, un gesto che valeva più di mille parole.
Ormai si era fatto davvero buio, però, giunti nel vialetto di casa della ragazza, notarono un'ombra che si muoveva sotto il porticato.
L'ombra venne avanti, uscendo dal portico, proprio mentre grossi goccioloni cominciavano a cadere. Anche il cielo piangeva per Penelope.
La figura cominciò a delinearsi: uomo, alto, capelli ricci afflosciati a causa della pioggia. Era Harry.
"Vuoi entrare?" chiese Alysia a David prima di scendere dalla macchina, un attimo prima di notare Harry che avanzava lungo il cortile.
"No, voglio stare un po' da solo adesso. E poi c'è lui" rispose il ragazzo, indicando fuori dal finestrino dell'auto.
I due si salutarono con un breve ma intenso bacio. Poi Alysia uscì dalla vettura, correndo sotto la pioggia.
David sgommò e partì velocemente verso casa.
"Che ci fai qui?" chiese Alysia, urlando per farsi sentire sotto quella che ormai era diventata una tormenta.
"Sono qui per te. Senti, come ti ho già detto io ti amo. So che tu ora stai con David, ma lo sai anche tu che lui non è il ragazzo giusto per te, è troppo ordinario, è..." cominciò a dire Harry, facendosi sempre più vicino alla ragazza.
"Harry..." provò ad interromperlo Alysia.
"Lui è così normale, non ha le tue stesse aspirazioni. Lui vuole fissarsi un un posto e aprire un ristorante, non è come te, come noi. Noi siamo fatti per viaggiare, vedere il mondo. Noi siamo fatti per stare insieme. Tu magari ora non lo capisci ma so che torneremo insieme. Vorrei dirti che posso aspettarti, ma non ci riesco più. Insomma, tu mi manchi troppo, ho troppo bisogno di te...".
"Harry...".
"Io ti amo, lo capisci? E voglio stare con te. Ora e per sempre".
"Harry, la madre di David è morta oggi" sputò Alysia.
Ora aveva nuovamente le lacrime agli occhi. E non solo per il ricordo della scomparsa di Penelope. Il discorso di Harry l'aveva toccata nel profondo. Anche lei si era resa conto, qualche ora prima, di tutte quelle cose. Forse anche lei amava Harry. Ma visti i recenti avvenimenti non poteva allontanarsi da David, non ora. Forse magari amava anche lui.
"Oh" fu l'unica cosa che riuscì a dire Harry.
Notando gli occhi della ragazza arrossati per il pianto poi aggiunde: "Mi dispiace".
Harry si apinse in avanti e avvolse Alysia nelle sue lunghe e muscolose braccia. La ragazza si lasciò cullare per qualche istante, sfogando tutte quelle lacrime che non si erano ancora arrese ad uscire.
Poi però ebbe un tremito ed allontanò velocemente il corpo di Harry dal suo.
"Harry, devo dirti una cosa – cominciò, la voce ancora insicura a causa dei singhiozzi – io non sto con David. Cioè, non stavo. In questo periodo, da quando tu sei tornato io non sono stata con lui. Però ora le cose sono cambiate. Capisci, lui ha veramente bisogna di me in questo momento. Ha già perso sua madre, non può perdere anche me, ne soffrirebbe troppo. E io gli voglio troppo bene per vederlo così. Ora più che mai ha bisogno di qualcuno, di una spalla su cui piangere, di qualcuno con cui parlare e che lo aiuti a distrarsi. E quel qualcuno sono io".
"Ne parli come se fosse un dovere" disse freddo Harry. Gli dispiaceva per David, nonostante fosse il suo "acerrimo nemico in amore" , però non poteva trascurare il fatto che tutto ciò stesse allontanando Alysia da lui.
"Beh, è un mio dovere! È il mio dovere da amica e da... Da fidanzata" rispose Alysia, ormai fradicia ed infreddolita.
"Ma tu non lo ami" tentò ancora il ragazzo.
Questa volta sembrava aver fatto centro, perchè la ragazza non rispose.
"Harry, se tu vuoi essere mia amica, bene. Ma devi accettare il fatto che io stia con David. Se non lo accetti... Beh, mi spiace ma dovremmo dirci addio. Continuare a vederci non mi sembra giusto nei confronti di David" disse Alysia in tono piatto.
Harry si allontanò dal prato della ragazza. Quando era giunto quasi al limitare del vialetto disse: "Tu sei troppo generosa Aly. Invece che pensare al bene degli altri, ogni tanto pensa anche a te stessa". E con queste parole, sparì nel fitto della pioggia.

Il funerale di Penelope fu piuttosto intimo. Solo la famiglia, Alysia, Valerie ed i pochi amici e parenti amiricani che con così poco preavviso avevano potuto attraversare l'Atlantico.
Era una giornata stranamente soleggiata per il mese di novembre, anche se piuttosto fredda.
Alysia era stretta nel suo cappotto nero, mano nella mano con David. Stringeva con l'altra mano un fazzoletto, ormai completamente umido di lacrime.
David aveva uno sguardo duro, distaccato. Sembrava in un mondo tutto suo, sembrava non voler accettare ciò che era successo. Eppure lui era vigile e soffriva immensamente. Sentiva la mano calda di Alysia stretta alla sua, ed era un calore che gli scaldava anche il cuore ormai gelido da giorni. Nonostante tutto, era felice di aver almeno riconquistato Alysia. Sperava solo che lei non lo facesse solo per compassione, perchè capiva che aveva bisogno di lei. Lui la amava davvero. Sarebbe stato tragico se lei non provava lo stesso.

 

 

Hello bella genteee:)

allora, prima di tutto devo scusarmi (strano) : scusate se sono così in ritardo ma in questi giorno non ho avuto tempo, scusate per l'ora tarda ma non mi ricordavo più che avevo una partita (che è anche stata rimandata di un'ora a causa di uno stupido allarme antincendio che si è messo a suonare), scusate per la brevità del capitolo ma visto l'argomento non volevo appesantirlo. E scusate la tristezza di questo capitolo. Che poi, non me la spiego nemmeno io, sono felice in questo periodo! Mah.

Bene, ecco il BOOM! Forse non è nemmeno così boomoso (?) però boh, a me ispirava. Non doveva andare proprio così ma questo è ciò che è venuto fuori. Chissà se le cose si metteranno mai a posto in questa FF! Ma non odiatemi David, per favore, lui è dolcino ed è ignaro di tutto!

Comunque, volevo ringraziare immensamente tutti quelli che recensiscono/preferiscono/seguono/ricordano, vi adorooo:)

E anzi, scusate se non riesco più a avvisarvi degli aggiornamenti ma siete diventati un sacco! Cioè, 16 preferiti, 2 ricordati e 43 seguiti. Magari potranno non sembrare tanti, ma io sono super super super lusingata/contenta/salto d gioia. Quindi grazie, di cuore.
Però se volete posso ancora avvisarvi, basta che me lo diciate. Magari su Twitter, così faccio prima:) io sono @Armesia_

Bene, ho blaterato abbastanza.

Al prossimo capitolo spero:) e sarà di martedì/mercoledì, spero di tornare regolare.

Baci, A.
 

In memoria dei vecchi tempi
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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


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Capitolo 15

 

Said I’d never leave her
Cause her hands fit like my t-shirt
Tongue tied over three words, cursed
Running over thoughts that made my feet hurt
Bodies intertwined with her lips

 

"Invece che pensare al bene degli altri, ogni tanto pensa anche a te stessa".
Le parole di Harry continuavano a rimbombare nella testa di Alysia.
Lei pensava anche a se stessa. Con David era felice, lo amava, perchè Harry doveva insinuare nella sua mente cattivi pensieri? Era solo geloso. Era solo egoista. Alysia ormai aveva scelto, David era in un momento difficile e Harry questo non poteva e non voleva accettarlo. Doveva ottenere quello che voleva, ecco come stavano le cose.
Nonostante tutto, quel tarlo continuava a rosicchiare la mente della ragazza. E se davvero l'avesse fatto solo per lui? Se Penelope fosse ancora in vita, come sarebbero andate le cose?
Ma comunque Harry era finalmente ripartito per il suo tour da superstar. Non girava più intorno alla ragazza come aveva fatto nell'ultimo periodo. Anche se Alysia doveva ammettere che le aveva fatto piacere averlo tra i piedi. Ma lui se n'era andato, di nuovo.
E se Alysia avesse scelto lui, cosa sarebbe successo? Avrebbe dovuto attenderlo ancora una volta per chissà quanto tempo? Anche questo era egoistico da parte di Harry. Un minuto le dice che la ama e quello dopo è già sparito. Perchè non poteva semplicemente ammettere che David era molto più adatto a lei?
E se invece era solo Alysia a vederla così, e in realtà il suo cuore apparteneva ancora a Harry?
Ma la storia, come diceva l'unico professore che Alysia avesse mai stimato, non si fa con i "se" e con i "ma". Ormai le cose erano così. E lei insieme a David era felice.
O almeno credeva di esserlo.

"Ehi" David salutò Alysia, avvicinando il suo viso a quello della ragazza.
"Ciao" sorrise Alysia, catturando le sue labbra in un dolce bacio.
"E' successo qualcosa?" le chiese David.
"No. – rispose Alysia, sorpresa – Perchè?"
"Sai da succo di mela. E il succo di mela lo bevi solo quando sei estremamente felice o estremamente triste, ti conosco ormai" disse David, allontanandosi un po' da lei per guardarla meglio negli occhi.
Quello che David diceva era vero. Ma Alysia non se n'era nemmeno resa conto. Quella mattina si era svegliata con un'impellente voglia di succo di mela, senza saperne l'esatto motivo. Forse era felice di stare con David. Forse era triste per la morte di Penelope.
"Io... Io non lo so. È un periodo strano, Dave" rispose infine.
David non rispose, si limitò ad abbassare gli occhi con sguardo triste.
"Scusami, dovrei essere io quella che consola e si preoccupa per te in questo momento, non il contrario" disse Alysia poco dopo, abbracciandolo.
"Non sono mica un piccolo bambino indifeso sai! Sto passando un brutto momento, okay, ma sono in grado di badare a me stesso!" sbottò David.
"Oh, beh, scusami se mi preoccupo per te!" fece Alysia con un tono per nulla dispiaciuto.
"Non arrabbiarti ora Aly! Dai ammettilo, sono giorni che mi tratti come se fossi un invalido, come se avessi bisogno sempre bisogno di qualcosa. Mia madre è morta, sì, ma io sono la stessa persona di prima. Mi fa piacere che tu pensi a me però così è eccessivo. A volte mi sembra di essere con la mia baby-sitter invece che con la mia ragazza" spiegò David, cercando Alysia con gli occhi ad ogni parola.
"Beh se non hai bisogno di me, allora me ne vado!" disse Alysia, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la porta.
David la trattenne per il polso.
"Dai non fare così – disse, attirandola a sedere tra le sue braccia – lo so che lo fai con buone intenzioni, ma io sto bene. Pensavo di non riuscire più ad essere felice dopo quello che era accaduto ma poi ho visto che tu rimanevi al mio fianco ed è stato tutto più semplice. Tu mi hai dato la forza per andare avanti. E non voglio che tu te ne vada dalla mia vita, a meno che non lo voglia tu, però voglio che rimani solo come mia ragazza perchè mi ami. Come io amo tantissimo te. Aly, io voglio solo che tu sia felice".
Alysia rimase in silenzio, accoccolata tra le sue braccia. Quello che David provava per lei era vero amore.

Ora le giornata di Alysia, da frenetiche, erano diventate vuote. David era a Londra, per la scuola, e Harry... Beh, non le importava davvero dove fosse Harry. Però le mancava un po' passare il tempo con lui. Riusciva sempre a farla distrarre e farle tornare il sorriso. Quello era l'effetto provocato da Harry Styles. Quando non c'era, si sentiva la sua mancanza. Ma Alysia era ormai abituata a quella sensazione. Si sarebbe nuovamente abituata alla sua assenza, e sarebbe successo presto, ne era convinta.
Non le aveva mai scritto, ma, in fondo, era ciò che lei aveva chiesto. Chiudere tutti i contatti, per il bene della sua storia con David.
Decise che aveva voglia di uscire, di divertirsi un po'.
"Ciao Val!" disse allegra, dopo che il telefono dell'amica aveva squillato un paio di volte.
"Ehi Aly, come stai?"
"Mmh, sono annoiata. Che fai oggi? È sabato, serata tra donne?" propose Alysia speranzosa.
Dall'altro capo del telefono Valerie stava silenziosa. Molto strano.
"Val, qualcosa non va?"
"No, no, ma... Stasera non posso, mi vedo con Liam. Ti avevo detto di quei biglietti per il musical del Re Leone, no? Beh è finalmente arrivato quel giorno!" rispose l'amica.
"Ma... Liam è tornato a casa dal tour per vederti? Che carino!" disse Alysia, anche se le pareva molto strano che gli avessero permesso di fare una cosa del genere.
"No, in realtà... Ecco sono tornati. Cioè, hanno finito il tuor in Europa e ora hanno qualche giorno prima di ripartire per il Nuovo Mondo".
"Ah – fece Alysia, con un accenno di delusione nella voce – Beh allora divertitevi!"
"Aly, mi dispiace".
"Ma che dici, scema! Dai dai, passate una bella serata, salutami Liam, anche se lo conosco davvero poco per poter dire così. E domani chiamami che voglio sapere ogni cosa! Ciao sweetheart" Alysia salutò l'amica.
E così era tornati. Di nuovo. E Harry non glielo aveva detto. Beh, meglio così. Strano però che non l'avesse mai visto in giro. Si nascondeva da lei? Voleva evitarla? Non ne avrebbe avuti tutti i torti, pensò Alysia. E invece sì, pensò subito dopo. Insomma, al cuore non si comanda, giusto? Lei aveva preso una decisione e Harry doveva accettarla, doveva andare avanti e comportarsi da persona civile se mai si sarebbero incontrati.
Ma allora, perchè ci era rimasta così male a sapere che lui era lì, a poche miglia da lei, e non glielo aveva detto?

Alysia camminava per le piccole vie di Holmes Chapel, diretta in libreria. Era il suo negozio preferito in città perchè vendeva, oltre ai comuni libri, Cd, DVD e libri di seconda mano, senza contare che lì il caffè era ottimo.
Aveva deciso che, essendo ancora pomeriggio, si sarebbe rintanata nel negozio, sperando magari di incontrare qualcuno mentre vi si dirigeva. Non aveva voglia di chiedere a qualcun altro di uscire con lei, non riusciva a dare troppa confidenza alle persone. Se avesse incontrato qualcuno, sarebbe stato destino.
Quando aveva quasi raggiunto la destinazione vide una faccia familiare.
"Ciao Amy!" chiamò la ragazza, che attendeva fuori la porta di una caffetteria, dirigendosi verso di lei.
"Ciao Aly! Come stai?" la salutò la ragazza dai lunghi capelli castani.
"Tutto bene grazie. Stavo cercando di studiare ma ad un certo punto sono impazzita e ho sentito il bisogno di prendere un po' d'aria fresca. Stupida biologia. Tu invece?" disse Alysia.
Ma proprio in quel momento un ragazzo biondo uscì dal bar, avvicinandosi con due bicchieri in mano.
"Ehi Niall – disse Amy – guarda chi ho incontrato!"
"Alysia!" fece il biondo abbracciando la ragazza. Era decisamente un ragazzo che concedeva facilmente la confidenza alle persone.
"Ciao Niall" disse Alysia, un po' spaesata dal quell'improvviso gesto d'affetto. Pensava che gli amici di Harry la odiassero, come pensava facesse anche Harry stesso. Evidentemente per Niall non era così.
"Che fai? Vuoi unirti a noi?" propose l'irlandese
Alysia tentennò un istante ma poi, non volendo essere di disturbo una delle poche volte che i due potevano stare insieme, rifiutò. A ciò si aggiungeva il fatto che il suo stomaco cominciava a ribollirle di rabbia. No, non era rabbia, era irritazione. Non ci sarebbe dovuto essere motivo, eppure vedere Niall con Amy le aveva dato fastidio. Non aveva nulla contro di loro, proprio no. E non c'entrava nemmeno il fatto che lei, per come era fatta, aveva un innato astio verso l'amore altrui, anche perchè in quel momento era fidanzata e quindi non aveva nulla di cui essere invidiosa. Era irritata per colpa di Harry. Tutti i suoi amici tornati a casa, come prima cosa, erano andati ad Holmes Chapel, dalle loro ragazze. E l'unico ragazzo di Holmes Chapel non si era visto. Non che Alysia si considerasse la sua ragazza, ovviamente no, però le dava alquanto fastidio.
Continuando a camminare passò davanti al negozio di musica. Decise di entrare, magari Joe, il ocmmesso, leavrebbe permesso di suonare il pianoforte. Appena varcata la soglia si addentrò nel settore delle chitarre, unica via per raggiungere il piano. Ma appena superò lo scaffale con gli spartiti lo vide: Harry. Era seduto su uno sgabello, delle enorme cuffie sulle orecchie, tutto intento a suonare la chitarra. Alysia si fermò ad osservarlo, appoggiata al muro. I suoi ricci, la mascella definita, lo sguardo concentrato. Prima che Alysia si rendesse conto che si era quasi incantata nel guardarlo, quello voltò la testa. All'inizio spalancò gli occhi, ma poi uno solendido sorriso incorniciato da due atrettanto splendide fossette si formò sul suo volto.
"Sei bravo. Quando hai imparato?" disse Alysia. Era imabrazzata, un po' di averlo trovato, un po' per il modo in cui lo stava fissando.
"In tour, sul pullman, abbiamo un sacco di tempo. E Niall è un ottimo insegnante" rispose lui, appoggiando le cuffie su di un altro sgabello.
"Anche la canzone che suonavi era bella. Cos'era?" Alysia sperava che continuando a fare domande non avrebbero dovuto cambiare discorso.
"L'ho scritta io qualche giorno fa. Per ora ci sono solo gli accordi, la prima strofa e il ritornello, però non è male. Grazie" rispose lui.
E poi, quel fatidico momento di silenzioso imbarazzo. Alysia cercava di guardare altrove ma Harry era come una calamita per i suoi occhi. Lui invece, non faceva altro che fissarla.
"Se vuoi ti insegno" disse lui infine.
"Oh no, sono proprio negata" rispose Alysia.
"Dai, non è difficile" insistette lui, facendole segno di avvicinarsi.
Alysia si sedetta accanto a lui. Harry le porse la chitarra e si fece più vicino, per posizionare le dita della ragazza sulle corde giuste. Quando lui le prese la mano un brivido percorse la schiena di Alysia.
Harry, dopo aver posizionato correttamente le dita della ragazza, fece scorrere le sue lungo le corde, producendo un dolce accordo.
Si voltarono istintivamente l'uno verso l'altra. I loro nasi quasi si sfioravano. Rimasero così, a guardarsi negli occhi, vicinissimi, per chissà quanto tempo.
Poi Alysia si ritrasse, restituendo la chitarra ad Harry.
"È meglio se fai tu, sono proprio incapace" disse.
Rimase seduta mentre il ragazzo suonava qualche accordo. Poi, ricominciando, iniziò anche a cantare.
"Said I’d never leave her cause her hands fit like my t-shirt ...".
Alysia rimase ad ascoltarlo fino alla fine del ritornello. Quella canzone era stupenda, ma si sentiva troppo presa in causa, come se fosse stata scritta per lei. Harry non aveva distolto gli occhi dai suoi, sebbene lei cercasse di osservare le sue scarpe, che erano improvvisamente diventate molto interessanti.
Infine, troppo imbarazzata, si alzò dallo sgabello, facendolo ovviamente cadere, e si allontanò di fretta, abbattendo anche un leggio con degli spartiti che si sparpagliarono ovunque.
Salutò Harry con la mano.
Aveva ancora quel meraviglioso sorriso stampato in viso.

 

 

Ciaoooo:)

SCUSATEMI. No, davvero, sono imperdonabile. Però questa volta è stata una causa di forza maggiore perchè internet non funzionava. Oggi finalmente è arrivato il tecnico (nella mia famiglia siamo abbastanza incapaci) et voilà!
Che ne pensate del capitolo? È insensato e inconcludente? Credo siamo in dirittura d'arrivo, ma non ne sono certa. Potrebbe capitare un altro imprevisto che all'inizio avevo proggettato ma di cui ora non sono più tanto sicura.
Odiate ancora David? Lui vuole solo la felicità di Aly, povero!
Strano che non abbia altro da dire. Questo commento è estremamente corto (come dovrebbe essere).
Grazie mille a tutti quelli che continuano a seguire/preferire/ricordare/recensire la mia storia, vi adoroooo:) no, sul serio, vi adoro.
Al prossimo capitolo!
Baci, A.

 

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Quante hanno in mano un biglietto dei 1D e non fanno altro che ammirarlo tutto il giorno?
Quante invece sono depresse, tristi e incazzate con il mondo e non vogliono che domenica/lunedì arrivi?
Quante sono, come me, triste e depresse. ma anche senza biglietto andranno a Verona (o Milano) e spereranno nel miracolo?

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


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Capitolo 16

 

And the walls kept tumbling down
In the city we love
Great clouds roll over the hills
Bringing darkness from above.

But if you close your eyes,
Does it almost feels like
Nothing changed at all

 

"È stato magnifico!" sentenziò Valerie, con un'aria sognante che poche volte aveva solcato il suo volto, buttandosi sul letto di Alysia.
"Non mi accontento di tre parole. Dettagli prego" la incitò l'amica con un grande sorriso. Era davvero contenta di vedere Valerie così presa da un ragazzo e così felice.
"Allora. Mi è venuto a prendere a casa e siamo andati a Londra, cantando i Take That e parlando tanto. Poi siamo arrivati a teatro e anche lì è stato magnifico, finalmente un ragazzo che ama i classici Disney quanto noi! Durante gli intervalli canticchiava tutte le canzoni, che tenero. Certo, qualche ragazzina un po' urlante si è fermata per fare una foto con lui, ma a parte questo tutto tranquillo. Il problema è stato quando siamo andati a cena. Sai che io sono una persona discreta anche se a volte un po' esuberante e avere tutta quell'attenzione puntata addosso mi ha messa un pochino in soggezione. Però è stato ugualmente bello. Lui è davvero fantastico, così dolce, gentile, disponibile. È un vero gentleman".
Valerie si prodigò per molto altro tempo su tutti i dettagli più significativi della serata. Dall'abbigliamento di Liam al suo modo di parlare secondo lei troppo veloce, dall'adorabile voglia sul collo al momento in cui l'aveva presa per mano.
"Hai intenzione di torturarmi ancora a lungo? Vi siete baciati o no?" eruppe Alysia dopo mezz'ora di narrazione.
Dopo un breve silenzio enfatico, Valerie emise un gridolino e annuì con la testa, prima di sommergerla nel cuscino che stringeva.
Alysia si unì al suo entusiasmo, senza mancare però di colpirla con un altro cuscino per aver taciuto così a lungo quella notizia.
Dopo una lunga descrizione del fatidico momento, Valerie cominciò a fissare intensamente negli occhi l'amica.
"Anche tu hai un segreto, l'ho capito. Cos'è che non mi hai detto?" disse poi.
"Non è niente" rispose Alysia.
"Aly, ti conosco da troppo tempo, che c'è che non va?" insistette Valerie.
"Ho sfiorato il naso di Harry" rispose l'amica tutto d'un fiato.
"Tu cosa? Racconta".
E così Alysia raccontò l'incontro avuto poco tempo prima con il ragazzo.
"Perchè sei rimasta? Cioè insomma... Perchè ti sei seduta con Harry e tutto il testo? È tutto ok con David?" chiese Valerie preoccupata, alla fine del monologo.
"Io... Sì va tutto bene. Cioè almeno così credevo. Poi ho visto Harry e... Boh sai che quando lo vedo il mio cervello mi abbandona. Credo mi mancasse. Ma sono felice con David! Lui è così premuroso, è sempre presente, mi fa stare bene!" rispose Alysia.
"Non devi convincere me, devi esserne convinta tu" disse saggiamente Valerie.
"Ma io so che è così. Solo che Harry... Insomma, lui è Harry".
"È da quando è tornato che non riesci più a togliertelo dalla testa. Tu cerchi di convincerti di voler stare con David solo perchè hai paura di quello che potrebbe capitare con Harry. Ma si vede che non sei completamente felice. Mi scoccia ammetterlo, ma se ssaresti più felice con Harry dovresti andare da lui".
"Da quando ti sei messa a fare la psicologa?" Alysia sgranò gli occhi.
"Mi sono iscritta ad un corso di psicologia, così da capire meglio le persone che intervisto" rispose Valerie sorridente.
"Se sei contenta tu. Comunque Harry non vorrà mai tornare con me. L'ultima volta che ci siamo parlati – senza contare l'episodio della chitarra – gli ho detto che se non voleva essere mio amico dovevamo dirci addio per sempre e lui se n'è andato senza dire una parola".
"Oh Dio, non essere così sciocca Aly! Ti ha sfiorato il naso!".
Alysia non riuscì a capire se quella frase fosse ironica o meno. Tipico di Valerie.
"Secondo me dovresti provarci tu – continuò la bionda – lui ci ha provato talmente tante volte e tu l'hai rifiutato. Se ci tieni davvero dovresti dirglielo".
"Ma io sto con David! Perchè nessuno di voi lo capisce? Io non voglio Harry, sto benissimo così!" Alysia scoppiò in lacrime, ma erano lacrime nervose.
"Perchè menti a te stessa?".
"Non... Non sto mentendo a me stessa – disse Alysia tra i singhiozzi – perchè non riesci ad accettare che anche io sia felice?".
"Aly, ma cosa stai dicendo? Io sono la tua migliore amica, certo che voglio vederti felice!" rispose Valerie, cominciando a scaldarsi.
"Beh non sembra! Parli tutto il tempo di Liam! Ho capito che tu sei felice, ma prova ad accettare anche la felicità degli altri invece di essere così egoista!" urlò Alysia.
"Tu sei fuori di testa".
E con queste parole Valerie lasciò la stanza dell'amica sbattendo la porta.

Valerie era furiosa. Ma nonostante la sua rabbia capiva che l'amica non stava affatto bene e, nonostante tutto, voleva aiutarla.
Per la seconda volta nella sua vita, si diresse verso la casa della persona da lei più odiata in assoluto, ma questa volta per un motivo completamente diverso.
"Val! Che sorpresa!" sbuffò Harry, dopo aver aperto la porta.
"Ciao Styles" lo salutò freddamente Valerie.
"Liam non c'è, ma suppongo tu lo sappia. Che vuoi?".
"Alysia non sta bene". Valerie andò dritta al punto.
"Cos'ha? È all'ospedale? È tanto grave?" si preoccupò subito Harry.
"No Harry, semplicemente non ha te". Valerie si addolcì subito dopo aver visto la preoccupazione del ragazzo.
"Vuoi entrare?" chiese Harry, aprendo completamente la porta.
Valerie annuì.
"Allora, senti, noi ci odiamo e si sa" cominciò Valerie.
"Io non ti odio" la interruppe Harry.
Valerie lo fulminò con lo sguardo.
"Continua" si scusò lui.
"Dicevo, noi siamo le ultime persone che avrei mai potuto vedere alleate. Ma Aly è una persona che sta a cuore a tutti e due e dobbiamo fare qualcosa, non può continuare così, oggi è completamente impazzita. Sono giorni che è irritabile, lunatica, scontrosa... Sembra perennemente mestruata!".
Ad Harry scappò un risolino subito scacciato.
"Quindi – proseguì Valerie – dobbiamo fare qualcosa per lei. Lei ci è sempre stata per noi, è una persona davvero gentile, e noi dobbiamo aiutarla".
"Perchè stai dicendo a me tutto ciò e non al suo ragazzo? David come si chiama" chiese Harry.
"Perchè è palese che con lui non è felice. E può esserlo solo con te" sbuffò Valerie, roteando gli occhi verso il soffitto.
"Sì ma è anche palese che lei non vuole me ma lui" notò Harry.
"Solo perchè in questo momento è sconvolta e non razionale. Il tuo ritorno, il ritorno di David, l'indecisione tra voi due e infine la morte di Penelope devono averla scossa parecchio".
"Da quando sei diventata una psicologa?" fece Harry.
"Uffa! Vuoi essere serio?".
"Scusa, dimmi il piano bellezza" sorrise Harry.
"Allora, numero uno: non mi chiamare mai più bellezza. Numero due: non c'è un vero piano dobbiamo farle riaprire gli occhi. Tu cerca di farti vedere ovunque. Io proverò a parlare di nuovo, sperando che questa volta non mi urli dietro. E magari parlerò anche con David, sempre che non abbia capito già da solo, è uno intelligente".
"Macchè" fece Harry.
"Puoi dire quello che vuoi, ma lui è davvero un bravo ragazzo, e lo preferirei un milione di volte a te ma, purtroppo, lui non la fa felice come quando invece è con te" tagliò corto Valerie.
"Ti ha accennato al nostro sfioramento di nasi, eh?" gongolò Harry.
"Sì, e allora?".
"Niente. È stato un gran bel sfioramento di nasi. Fatto praticamente sotto gli occhi di David L'intelligentone".
"Guarda che ritiro la proposta di pace e ti trasformo in un scarafaggio e ti metto dentro un milione di scatole e poi ti spiaccico con un martello, come Izma".
"Chi?" fece Harry.
"Dai! Le Follie dell'Imperatore! – rispose Valerie, esasperata – Grazie al cielo Liam non è come te".
"No infatti, grazie al cielo. Pensa a stare con te".
I due si guardarono e rabbrividirono. Poi scoppiarono a ridere.

Alysia era rimasta stesa sul letto a piangere quasi tutto il pomeriggio da quando Valerie se ne era andata. Avevano litigato? Non l'aveva ancora capito. Loro non avevano mai litigato, in tutta la storia della loro amicizia.
Ma le lacrime di Alysia erano di rabbia, non di tristezza o rimpianto. Perchè la sua migliore amica non poteva accettare la sua felicità? Perchè tutti continuavano a ripeterle che non era felice? Era ovvio che poi avrebbe cominciato a crederci! Prima Harry, poi David e ora anche Valerie. Tutti che continuavano a preoccuparsi per lei! Che la lasciassero in pace!
Però si rendeva anche conto di non essere stata del tutto gentile con Valerie. Anzi, era stata proprio una stronza. Rinfacciarle il fatto di parlare di Liam era stata una mossa davvero bassa. Sapeva benissimo che era la prima volta che Valerie parlava così di un ragazzo.
Ora le lacrime erano diventate anche di rabbia verso se stessa.
Prese il cellulare e digitò veloce il numero dell'amica.
Val, mi dispiace” provò a dire tra i singhiozzi.
Ehi, va tutto bene, ti ho già perdonata. Ice&Co stasera? Ci sta un mega coppa gelato” rispose serenamente l'altra.
V-va bene. Invito anche David, ok?” accettò Alysia, sorridendo, anche se si rendeva conto che l'amica non poteva vederla.
Mmh, se proprio vuoi. Allora a dopo! Ciao Aly!”
Ciao Val!”.
E dopo un secondo, quando entrambe non avevano ancora riagganciato : “Val?”
Sì?”
Grazie”.
E Valerie riattaccò, anche lei ora sorridente.
Stasera all'Ice&Co. Ciao”.
Valerie digitò veloci i tasti e inviò il messaggio ad Harry.

E poi gli ho detto che poteva usare la sua ricetta la prossima volta! E indovinate? Il mio soufflè è venuto perfetto mentre il suo si è afflosciato tutto!” rise David.
Anche Valerie si unì di gusto alla risata, dopo aver ascoltato la storia che l'amico aveva appena finito di raccontare.
Alysia invece era assente. Aveva lo sguardo un po' vuoto, perso nel nulla.
Tutto bene?” chiese David, intrecciando le sue dita con quelle di lei e lasciandole un dolce bacio sulla guancia.
A quel contatto Alysia si risvegliò.
Mmh, cosa? Sì, sì, tutto bene”.
Pochi istanti dopo dalle scale che collegavano il ristorante alla gelateria superiore, dove i ragazzi si trovavano, spuntò una massa di capelli ricci.
David fu il primo a notarlo, avendo la visuale dritta in quella zona. Si irrigidì subito.
Alysia lo guardò per capire cosa stava succedendo e seguì veloce il suo sguardo, fino a raggiungere quello di Harry.
Si irrigidì di colpo anche lei. E se Harry avesse accenato al loro incontro? Non voleva far soffrire Davdi più di quanto non stesse già soffrendo.
L'unica che non sembrò sorpresa fu Valerie.
Harry, solo, si diresse verso il loro tavolo.
Buonasera” disse rivolto a tutti.
Ciao Harry”. Valerie fu l'unica a rispondere.
Alysia la guardò storto.
Vi dispiace se mi unisco a voi?” continuò lui, prendendo posto vicino alla bionda.
In realtà sì” rispose freddo David.
Ma come sei gentile Thomas. Aly, anche a te dispiace se mi siedo con voi?”.
Alysia non rispose, continuò a guardarlo, come rapita dalla sua persona.
Io me ne vado” fece David alzandosi.
Ma no! David, aspetta!” Alysia, come risvegliata, lo seguì.
Se non mi vuoi tra i piedi basta che me lo dici” sputò David appena furono faccia a faccia, lontani dai chiacchiericci dei ragazzi usciti a fumare.
Ma di cosa stai parlando?” chiese Alysia.
Ho visto come l'hai guardato quando è entrato. Ti sei come illuminata. E si vedeva lontano un miglio che non volevi che se ne andasse” spiegò David, ancora duro.
Ma cosa dici! Ero solo sorpresa di vederlo lì! Dai non fare il geloso adesso!” disse Alysia.
Io non sono geloso, vedo semplicemente le cose come stanno”.
Dai, non fare lo scemo, non me ne frega nulla di lui” disse Alysia, mordendosi il labbro e distogliendo lo sguardo da David per portarlo verso il suolo di ghiaia.
David non rispose, non sembrava ancora del tutto convinto.
Io sto con te, io amo te” continuò Alysia, dirigendosi verso di lui e appoggiando le sue labbra su quelle del ragazzo. Nel fare ciò la sua voce però non era calda, il suo gesto era quasi automatico.
David però sembrò non farci caso.
Dai, andiamocene da qui” fece lui.
Ok, lasciamo Harry e Valerie da soli, chissà che facciano amicizia” rise Alysia.
Harry non deve fare amicizia con nessuno” ribattè aspro David.
Hai ragione, ma non tanto non sarebbe successo lo stesso”.

Mi ha appena scritto che lei e David sono andati via” disse Valerie a Harry, ora seduto di fronte a lei.
Sapevo che era inutile e che non avrebbe funzionato!”.
Pazienza Harry, ci vuole pazienza”.

 

Ciaooo:)
scusate il mio ritardo, ormai è prassi.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che ne pensate dell'inaspettata alleanza Styles-Cavendish? Funzionerà il loro piano? Mah, non so nemmeno io. Comunque credo la storia stia per finire. Altri 2/3 capitoli (sempre se non metto in atto il mio colpo di scena per cui voi potreste commettere il mio omicidio).
Ma vi piace come sta andando la storia? Non la trovate ripetitiva e inconcludente?
Comunque, lo so che magari non ve ne frega nulla, ma volevo esprimervi la mia felicità: sono riuscita a vedere i ragazziii:) ebbene sì, la speranza è l'ultima a morire, e la fortuna per una volta si è ricordata che anche io esisto. E all'Arena è stato davvero magico, “the best show ever” mi dicono! C'era qualcuno di voi? Sono ancora super emozionata! Comunque, per tutti quelli che non ce l'hanno fatta, per i più svariati motivi, dico solo: non perdete la speranza. Io non l'ho fatto e sono stata ricompensata, vedrete che succederà di sicuro anche a voi:)
Comunque, prima di lasciarvi, volevo ringraziare tutte le persone che continuano a recensire/seguire/preferire/ricordare questa FF. Anche se le visite scendono sempre di più io so che voi ci siete e questo mi basta e mi fa stra felice:)
E dopo il mio blateramento, mi dileguo.
A presto:)
Baci, A. (Una Directioner felice)

Ah, e se volete che vi aggiorni si twitter o semplicemente parlare con me, io sono @Armesia_

 

Image and video hosting by TinyPic Questo è il nostro Nialler, a Verona, che fa questa adorabile faccia perchè noi cantiamo fortissimo e sappiamo tutte le parole. Non è un amore?
(scusate se gongolo un po' per essere andata al concerto, mi dispiace davvero per chi non c'era, io ero una di quelle persone, e so davvero quanto ci si sta male, però allo stesso tempo ora sono troppo felice)

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


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Capitolo 17

 

Am I, your fire?
Your one, desire,
Yes I know, it's too late,
But I want it that way

 

 

"Allora, verrai con me?" chiese raggiante David ad Alysia.
"Non lo so, è tutto così improvviso... Ma sì, partire ci farà bene" rispose lei, sorridendo a sua volta
Quella mattina David si era presentato alla porta della ragazza con due biglietti aerei tra le mani. La destinazione era Cannes, nel sud della Francia. Sicuramente dicembre non era il periodo migliore per un viaggio in quella zona, ma gli zii del ragazzo gli avevano proposto di andare qualche giorno nella casa che possedevano laggiù, per cambiare aria. Dopo la morte di Penelope, tutta la famiglia si era adoperata per fare il possibile per David e suo padre, e gli zii ritenevano che al ragazzo avrebbe fatto bene prendersi una vacanza, staccare la spina, non pensare a tutti i suoi problemi per qualche giorno. E David, nonostante tutto, era entusiata dell'idea e aveva subito proposto alla sua ragazza di accompagnarlo. La partenza sarebbe stata di lì a pochi giorni, poco prima delle vacanze di Natale.
Alysia si era mostrata all'inizio molto dubbiosa, ma poi aveva ceduto all'insistere di David. Sarebbe stato molto romantico e si sarebbe divertita, ne era sicura. Era l'accasione perfetta per allontanarsi da Harry e per riallacciare una volta per tutte il suo rapporto con David. E la Francia è sempre la Francia, non si possono avere dubbi sull'andarci o meno.
"Bene, sono felicissimo! – disse David dopo che Alysia aveva acconsentito, abbracciandola e sollevandola in aria – Vedrai, sarà bellissimo: passeggeremo per il lungo mare, berremo fiumi di cioccolata calda, andremo a Parigi...".
David cominciò a enumerare tutte le meravigliose cose che avrebbero fatto, felice, e Alysia lo guardava, sorridendo a sua volta vedendo quanto emozionato era il suo ragazzo. Sì, andare lontani per un po', solo loro due, avrebbe giovato ad entrambi.

"E così te ne vai in Francia e mi lascia qui tutta sola. Vergognati!" disse Valerie dopo che l'amica ebbe riferito la notizia.
"Oh come sei melodrammatica, starò via una decina di giorni!" rise Alysia, rilanciando a Valerie il cuscino che l'aveva appena colpita sullo stomaco.
"Ma sei sicura di volerci andare?" chiese Valerie, con finto disinteresse. In realtà sperava che l'amica le rivelesse qualche dubbio da riferire subito a Harry; era incredibile come quei due avessero legato in così poco tempo.
"Beh, all'inizio ero un po' dubbiosa, ma ora non vedo l'ora di partire!". Valerie, sentendosi leggermente in colpa, non era assolutamente contenta della felicità che risultava dalla voce dell'amica.
"E quando partite?" chiese, continuando a sfogliare l'Economist.
"Tra solo due giorni!" rispose Alysia, molto eccitata.
"Non perde tempo..." commentò Valerie, voltando una pagina con una tale forza da strapparla.
"Come?" fece Alysia, troppo occupata ad essere felice per badare agli ironici commenti dell'amica.
"No, nulla, dico solo che dovrai muoverti a fare la valigia".
"La valigia! Dio mio non ci avevo pensato, cosa devo portare via? Aiuto. Andiamo, devo fare shopping".
E così le due, Valerie controvoglia, uscirono in fretta di casa.

"Ora non posso, ma dobbiamo parlare."

Valerie inviò velocemente il messaggio a Harry. Lui, preoccupato, rispose subito, chiedendo se ci fosse qualche problema, ma Valerie disse di rimandare ogni spiegazione a dopo. Dovevano ideare un nuovo piano d'azione.
La futura giornalista aspettava fuori dal camerino di un negozio in cui l'amica l'aveva trascinata. Faceva solo dei cenni del capo ogni volta che Alysia le chiedeva consiglio, mentre nella sua mente frullavano tutte le possibili idee che potevano utilizzare. Le varie dichiarazioni di Harry non avevano mai funzionato fino a quel momento, come far cambiare ad Alysia in così poco tempo?
I suoi pensieri furono presto interrotti. Alysia spuntò fuori dal camerino in una succinta sottoveste di pizzo blu che lasciava intravedere il completino intimo coordinato.
E di questo, cosa ne dici?” chiese, guardandosi allo specchio.
Ehm, Aly, a che ti serve?” chiese a sua volta Valerie, un po' turbata.
Per fare la spesa! Secondo te a cosa potrebbe mai servire? Non fare la santarellina adesso!” rispose Alysia sogghignando.
Sì, no, intendevo... Hai deciso che è arrivato il momento?” chiese, cercando di nascondere la sua aria preoccupata.
Beh, in realtà il momento era già arrivato, ricordi? Credo sia ora di ricominciare... Da dove ci eravamo interrotti. Insomma, in Francia, solo noi due...”
Sì, giusto, mi sembra ovvio. Quale momento migliore...”. La situazione cominciava a farsi disperata. Alysia stava veramente ricominciando ad innamorarsi di David. Harry e Valerie dovevano agire al più presto.

E cosa potremmo fare?” chiese Harry sconsolato, dopo aver appreso tutti gli avvenimenti della giornata.
Ma insomma, devo dirti sempre tutto io! Fatti venire anche tu qualche idea, cazzo!” rispose Valerie, con lo stesso tono di agitazione di quando, al giornale dell'Università, sono in ritardo per la pubblicazione. In quei momenti viene fuori la Valerie più fine.
Ma io ho provato di tutto! Le ho dedicato una canzone, ne ho scritta un'altra, mi sono dichiarato un numero infinito di volte...” fece Harry, sempre più avvilito, accasciato sul tavolo della sua cucina. Si erano visti a casa Styles, sarebbero sembrati troppo sospetti se qualcuno li avesse visti insieme in pubblico.
Beh, senti, io li raggiungo in Francia” annunciò lui, dopo qualche istante di silenzio, in cui era quasi possibile sentire le rotelle che giravano nella mente di quei due che erano ormai diventati amici.
Vai in Francia? Secondo me Alysia si arrabbierà un sacco. Sia con me perchè ti ho detto dove si trova, sia con te perchè ti comporti da stalker” rispose Valerie.
Sì, beh, potrei anche far finta di essere lì per caso. In fondo vanno in un posto famoso e di lusso, io sono una star e sono ricchissimo...”
Non gasarti adesso, Styles” fece Valerie.
...quindi magari non sarebbe troppo strano vedermi lì” concluse Harry come se non fosse stato interrotto.
Sì d'accordo. Anche se forse sarebbe più romantico se l'avessi seguita...” ragionò Valerie.
Uffa! Beh una volta lì mi inventerò qualcosa. Mi farò trascinare dal momento”.
Come sei poetico. Ok dai, prenota il biglietto” disse Valerie, tendendo verso il computer che si trovava davanti a lei.
Bellezza, io sono Harry Styles, non ho bisogno di prenotare” ammiccò lui come risposta.
Valerie sbuffò.

Buon viaggio!” disse la signora Gray, che in via eccezionale aveva accompagnato la figlia all'aeroporto, sventolando la mano.
Ciao sorellona! – disse invece Maya, abbracciando Alysia. – Portami un regalo! Anzi, un mare di regali!”.
Non temere, sarai sommersa” sorrise David. Maya si aggrappò anche alla sua vita.
Fai divertire mia sorella, è un pochino triste in questo periodo” sussurrò Maya all'orecchio del ragazzo, dopo averlo fatto abbassare strattonandolo per la maglia.
David le fece l'occhiolino. In teoria, avrebbe dovuto essere lui quello triste. Ma la felicità di Alysia era anche la sua, quindi avrebbe fatto di tutto per farla stare bene.
Se vedete il primo ministro, ditegli che è un idiota!” fu invece il saluto di Valerie, che comunque abbracciò con calore i due amici. Anche se in quel momento credeva che Alysia si stesse solo illudendo, e che David in realtà non era il ragazzo per lei, non poteva non voler bene a quell'americano dagli occhi azzurri. Semplicemente pensava che quei due dovessero solo rimanere amici.
E tu cosa farai durante le Vacanze?” chiese Alysia quando si fu sciolta dall'abbraccio con l'amica.
Oh, Liam vuole portarmi a Wolverhampton dalla sua famiglia” rispose Valerie con finta nonchalance.
Cosa? E me lo dici solo ora?”.
Beh ero... Sono un po' agitata, ecco” rispose Valerie arrossendo. Lei non arrossiva mai.
Andrà benissimo, stai tranquilla. – disse Alysia abbracciandola nuovamente – Ti scrivo appena arriviamo. E cerco subito una cartolina, so che odi le cartoline che arrivano quando le persone sono già tornate. A presto”.
Valerie guardò i due allontanarsi oltre il metal detector, sorridendo e salutandoli con la mano. Sperava solo che Alysia si rendesse finalmente conto dei suoi veri sentimenti.

Partiti. Il piano ha inizio.”
Valerie scrisse a Harry e la risposta non si fece attendere a lungo.
Quale piano scusa?”
Ma che ne so, ho sempre voluto dirlo! Ora non metterti a fare il guastafeste e prepara la valigia. A presto, e tienimi aggiornata.”
Vale lo stesso per te. Ciao”
Valerie sorrise leggendo quei messaggi. Non avrebbe mai pensato, mai in tutta la storia dell'universo, di poter essere alleata di Harry. Le costava molto ammetterlo, ma quel ragazzo, dopotutto, era davvero simpatico.


Siamo arrivati a Cannes, qui è tutto bellissimo. Gente che grida <> da tutte le parti. Ti divertiresti un sacco a prenderli in giro insieme a noi. Stasera ci aspetta una cenetta al porto. A presto, xx”.
Alysia inviò quel messaggio a Valerie e tornò ad osservare la strada in cui stavano passeggiando. Donne avvolte in voluminose pellicce con scarpe su cui sembrava impossibile camminare camminavano tranquille osservando le vetrine di gioielli. Ragazze, tutte rigorosamente bionde, camminavano a gruppetti, strizzate nei loro vestiti, e ridacchiavano tra loro, qualcuna con un povero cagnolino tra le braccia. Ragazzi troppo abbronzati per essere a dicembre si aggiravano coperti solo da un leggero cappottino, così da mettere in risalto i loro addominali perfettamente scolpiti.
Alysia e David avevano passato la giornata ad ammirare la buffa gente che animava quella ricca città. Non che loro fossero meno facoltosi di tutte quelle persone, ma avevano sempre snobbato la gente che ostentava troppo la propria ricchezza.
Verso le cinque del pomeriggio, decisero di fermarsi in un intimo bar che avevano visto quella mattina passeggiando per riscaldarsi con una cioccolata.
Ti ricordi dov'era?” chiese Alysia a David.
Io... Mi pare...”
Dai aspetta, prendo la cartina” rise Alysia.
I due si fermarono sul marciapiede di un'affolata strada, armeggiando con una cartina decisamente troppo ingombrante, mentre limousine, Porsche e Ferrari sfrecciavano loro vicino, beffarde.
Serve una mano?” chiese una profonda voce alle loro spalle. Risultava piuttosto familiare.
I due ragazzi si voltarono e si trovarono faccia a faccia con l'ultima persona che entrambi avrebbero voluto incontrare: Harry.
E tu che diavolo...” cominciò Alysia.
Ce la caviamo benissimo, Styles. Addio” disse David, prendendo Alysia per un braccio e allontanandola.
Harry fu però svelto e afferrò il braccio libero della ragazza, costringendo i due a rimanere dove si trovavano.
Non osare toccarla!” sbottò David in tono minaccioso.
Al massimo sei tu quello che tocca un po' troppo, amico. Io voglio solo parlare” fece di rimando Harry, sprezzante.
Beh noi non abbiamo niente da dirti”.
Non voglio parlare con te, ma con lei”.
Ma chi cazzo credi di essere, eh? Sbuchi ovunque ci troviamo. La segui? Sei pazzo, amico”.
Beh, in un certo senso sì. La amo quindi posso ritenermi pazzo d'amore”.
A quelle parole David lasciò andare Alysia e si parò davanti a Harry. Lui fece lo stesso. I due erano della stessa altezza ed erano a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro furenti di rabbia.
David, senza preavviso, colpì Harry in pieno viso.
Alysia, che fino a quel momento aveva urlato disperata cercando di dividerli, si ammutolì.
Andiamo!” le urlò David.
Lei non si mosse.
Alysia, ti prego...” disse di nuovo, questa volta in modo meno perentorio e più dolce,per quanto dolce potesse essere un momento del genere.
Harry era caduto a terra, lo zigomo spaccato.
Lo sguardo di Alysia correva veloce tra i due.
Siete due idioti” cominciò a piangere lei.
Alysia ti prego, io ti amo – cominciò David, approfittando del silenzio di Harry, ancora intento a tastarsi la guancia – io voglio solo stare con te. Mi dispiace per questo, ho perso il controllo. Ma lui spunta ovunque e... Io voglio solo che tu sia felice”.
Ma lei non vuole te” sputò Harry.
Questo non è vero!” sbraitò David.
Io...” fece Alysia.
David intercettò il suo sguardo. Era evidentemente confuso, supplichevole, e troppo spesso puntava verso terra dove si trovava ancora Harry.
Bene, allora la mia presenza qui non è più gradita” disse David. Si voltò di scatto per raggiungere l'altro capo della strada, dove aveva intravisto un taxi.
David aspetta!” urlò disperata Alysia.
Ma quella richiesta fu inutile. Era troppo tardi.
Una lucida auto che sfrecciava a tutta velocità aveva colpito in pieno David, che ora si trovava immobile, lungo disteso due metri più avanti.

 

 

 



Helloooo darlings:)

SCUSATEMI. Davvero, non ci sono parole per quanto io sia dispiaciuta di questo ENORME ritardo. No davvero, non ho mai tardato così tanto. Ma tra le ultime verifiche, la fine della scuola e tutti gli impegni che questo comporta non avevo un attimo libero. Prometto non capiterò più, giuro.
Allora, cosa ne pensate del capitolo? Che fine avrà fatto David? Cosa sperate? Cosa pensate? Comunque, io ho finalmente deciso come andrà a finire questa storia! Ci sarà solo un altro capitolo e poi l'epilogo.
Voglio ringraziare ancora una volta tutti quelli che continuano a leggere questa FF, nonostante la sua insulsità (?) e i miei vergognosi ritardi (no davvero, mi vergogno proprio).
Beh, strano ma non ho altro da dire. A parte che sono felicissima che noi italiane ci siamo fatte notare vincendo il Best Fans agli MTV Awards, per non parlare del Best Band:) brave crazy mofos!
A presto (giuro).
Baci, A.

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Capitolo 19
*** Epilogo ***


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Epilogo

Heartbeats fast 
Colors and promises 
How to be brave 
How can I love when I'm afraid to fall 
But watching you stand alone 
All of my doubt suddenly goes away somehow 
One step closer 
I have died everyday waiting for you 
Darling don't be afraid I have loved you 
For a thousand years 
I love you for a thousand more 


La sveglia di Alysia stava suonando, più tardi rispetto alle solite mattine. Molto lentamente scese dal letto, si legò i capelli in una coda e infilò quel vestito nero che ormai aveva indossato molte volte, troppe. Si avviò verso la chiesa, da sola, in silenzio, senza nemmeno il ronzio dei suoi pensieri a disturbarla. Da un anno la sua mente era vuota. Si trovava a fare qualunque cosa come se fosse un automa. Andava all'università, studiava, mangiava e dormiva. Nient'altro. Si era allontanata da tutto e da tutti. Si era allontanata anche da Valerie, la sua amica storica, la quale riusciva sì e no a strapparle un saluto quando si incrociavano per caso nei corridoi.
La chiesa era ancora vuota, mancava ancora qualche minuto all'inizio della funzione. Alysia si sedette in un banco laterale, in modo da non dover scambiare troppe parole con i presenti.
E lì, sola come lo era da un anno, i ricordi cominciarono a occuparle la mente. I primi mesi era così ogni giorno. Immagine di David, della loro vita insieme, della sua morte e di Harry le occupavano la mente tutto il giorno. Con il tempo aveva però imparato ad escludere questi pensieri, capendo che, se non li avrebbe vissuti di giorno, la notte gli incubi l'avrebbero lasciata in pace. Ma in quella chiesa, con la foto di David vicino all'altare, tutto prendeva forma nitidamente nella sua mente.
Loro che passeggiavano su quel marciapiede esattamente un anno prima. L'arrivo di Harry. La litigata. Il modo in cui David si era allontanato. E quella macchina. Quella maledetta macchina che gli aveva distrutto la vita, il suo sogno di diventare un cuoco, la sua voglia di vedere il mondo. Con lei.
L'autista della vettura che aveva stroncato la vita di David se l'era cavata con una misera multa. C'era stato un processo, certo, ma troppi testimoni potevano affermare come David si fosse buttato in strada, molto lontano dalle strisce pedonali, e come fosse stato impossibile per l'autista frenare in tempo.
L'urto era stato talmente violento che il ragazzo era morto sul posto. Per i medici dell'ambulanza che era arrivata poco dopo non c'era stato nulla da fare, era inutile tentare di rianimarlo, nonostante le grida di Alysia che li supplicava di tentare. Se non fosse stato per Harry che la teneva stretta a sé, probabilmente Alysia avrebbe tentato lei stessa a fare qualcosa. O avrebbe picchiato i medici finchè non avessero fatto quello che lei chiedeva.
Lei ed Harry erano tornata in Inghilterra il giorno dopo, con il corpo di David nella stiva dell'aereo. Non si erano rivolti la parola per tutto il tempo. Harry aveva tentato di confortare le urla silenziose di lei, ma non ci era riuscita. Lei continuava a tacere e ad ignorarlo, come se fosse in uno stato di trance.
Le prime persone cominciavano a prendere posti sulle panche della chiesa. Non ci sarebbe stata molta gente, come al funerale dell'anno prima. Anzi, probabilmente ce ne sarebbe stata molta meno essendo semplicemente una commemorazione.
Il signor Thomas era stato molto combattuto quando era stato il momento di decidere dove seppellire il figlio. Doveva decidere se riportarlo in America o lasciarlo a Holmes Chapel. Optò per la seconda, sarebbe stato vicino alla madre. E sarebbe stato nel luogo dove aveva lasciato il suo cuore, vicino ad Alysia.
Poco dopo il signor Thomas entrò. Si diresse verso Alysia. Ormai lei era rimasta l'unica persona che poteva considerare parte della famiglia. La salutò e si sedette vicino a lei. La ragazza non si preoccupò più di tanto, lui era diventato esattamente come lei, taciturno e solitario. D'altronde, non aveva più nessuno.
Mentre aspettava l'inizio della cerimonia, Alysia si trovò a domandarsi se Harry avrebbe partecipato. Probabilmente no, quasi sicuramente era impegnato in un qualche tour mondiale. Poteva trovarsi in Europa come in America o in Australia.
Sicuramente rivederlo sarebbe stato troppo strano e troppo triste.
Dopo l'accaduto, quando finalmente aveva ripreso l'uso della parola, Alysia si era scagliata contro Harry, urlando parole di fuoco, dicendo che era tutta colpa sua, che se lui non fosse venuto non sarebbe successo. Lui le aveva risposto di calmarsi e l'aveva baciata. Lei si era scostata dandogli uno schiaffo sulla guancia e cominciando ad urlare e piangere ancora più istericamente. Non poteva stare con Harry, era un insulto alla memoria di David. Stare con Harry, Harry che David odiava e che aveva allontanato Alysia da lui.
Non si sarebbe mai data pace.
Per questo si era completamente concentrata sulla scuola, lasciando perdere tutto il resto. Ogni minima cosa le ricordava David. Trovava insopportabile uscire e vedere i luoghi in cui andavano insieme, mangiare i cibi che tante volte lui aveva preparato per lei, ascoltare le loro canzoni. Non era più in grado di vivere.
Un giorno, qualche mese prima, Harry le aveva detto di essere in città. Lei non voleva vederlo per niente al mondo ma lui si era presentato a casa sua. Aveva detto che gli dispiaceva, che capiva se lei era arrabbiata e sconfortata e persa, ma doveva andare avanti. Aveva detto quanto la amava. Quanto avrebbe voluto confortarla e stare con lei per tutto quel tempo. Quanto le mancava. Lei aveva risposto con delle lacrime. Avrebbe voluto amarlo, davvero, ma ormai si sentiva svuotata, non aveva più le forze per amare nessuno. Certamente le sarebbe stato d'aiuto, Harry. Avere qualcuno con cui parlare, con cui sfogarsi, piangere . Qualcuno che aveva vissuto quel momento e che l'avrebbe capita. Si era allontanandola da tutti perchè non riusciva a esprimere quello che provava davvero, non riusciva ad esternare tutto il suo dolore. Ma magari con Harry sarebbe stato diverso. Ma in quel momento Alysia, suo malgrado, non ce la faceva. Era rimasta infatti in silenzio. A quel punto Harry, alzandosi, aveva detto che l'avrebbe aspettata. Alysia rispose che era inutile e lui, senza aggiungere altro, se ne era andato.

L'omelia era stata molto bella. Il prete aveva parlato di come la vita è breve, imprevedibile. Di come bisogna seguire i propri sogni e andare sempre avanti, perchè Dio ci ha dato la vita per viverla. E ciò aveva fatto ragionare Alysia. Magari doveva davvero voltare pagina. Il suo ragazzo nonché migliore amico era morto. Non era colpa di nessuno, era stato un incidente. Un fatale incidente. Lui non avrebbe voluto che lei si rovinasse la vita a causa sua.
Mentre si dirigeva verso l'uscita, per ultima, si accorse che stava piovendo, e lei aveva dimenticato l'ombrello. Il piazzale era deserto, tutti se n'erano già andati. Fatta eccezione per un isolato ombrello rosa che spiccava nel grigiore invernale. Era un uomo. Mentre scendeva i gradini, Alysia pensò che fosse una cosa buffa. L'uomo cominciò ad avvinarsi a lei, e lei lo riconobbe. Aveva dovuto immaginarlo.
Perchè non sei entrato?” chiese.
Non sonoa rrivato in tempo” rispose Harry.
Lei, improvvisamente, senza pensarci e con grande sorpresa di lui, lo abbracciò. Harry ricambiò il suo caldo abbraccio.
Ti ho portato una cosa” disse, mentre infilava una mano nella tasca del cappotto.
Ne tirò fuori un piccolo bricco di succo. Era succo alla mela.
Ho pensato che magari ti andava di berlo con me” aggiunse, estraendone un secondo.
Alysia sorrise. Era tanto tempo che non sorrideva. Si sentiva leggera e... felice.
I due ragazzi si allontanarono dalla chiesa, stretti sotto l'ombrello rosa e bevendo un bricchetto di succo come se fossero stati ancora alle elementari, bambini felice e senza alcuna preoccupazione al mondo.



Helloooo!!
Beh, come dire, sono IMBARAZZATA per il mio clamoroso ritardo. L'altro giorno mi hanno fatto notare che sono quasi due mesi che non aggiorno quindi prima di aprtire /parto domani) hho deciso di farlo. Scusatemi davvero, mi vergogno un sacco per questo ritardo. L'unica scusa che posso addurre è che è estate, evviva!! E scusate se è corto, ma lo volevo così, incisivo.
Comunque, come avrete capito, questo è l'epilogo, l'ultimo capitolo, THE END.
Detto ciò, credo sia arrivato il momento di alcune spiegazioni: forse qualcuno di voi si è chiesto perchè sul banner c'è scritto "Eternity is too long without you". Ebbene, la mia idea iniziale era di fare morire Harry, e per questo l'eternità di Alysia sarebbe stata troppo lunga senza di lui. Poi però mi sono accorta che la maggior parte di voi mi avrebbe uccisa se Harry fosse morte, quindi ho deciso da far morire David perchè qualcuno volevo che morisse. Mi dispiace per Dvaem mi stava simpatico, ma c'est la vie. Avevo anche pensato fino all'ultimo di non far tornare insieme Harry e Alysia ma in questo modo ambiguo potete immaginare quello che volete così io resto fedele alla mia idea e voi siete fleici ahahha :)
Bene, ora è il momento dei ringraziamentii. Vorrei ringraziare personalmente ciauscuno di voi. Quelli che hanno seguito questa storia dall'inizio, quelli che si sono aggiunti dopo, quelli che recensiscono, quelli che non lo fanno, insomma, tutti quelli che l'anno letta, e che soprattutto hanno sopportato me, i miei personaggi e i miei terribili ritardi. Un grazie speciale a
Twayla, che mi ha spinto a pubblicare e mi ha consigliato fin dall'inizio, finchè non me la sono cavata da sola, e alla fantastica Aries Pevensie (un tempo Mariuga) che non ha saltato la recensione ad un solo capitolo, mi ha dato un sacco di consigli, mi ha minacciato ed è diventata mia amica.
Quindi grazie a tutti, veramente, spero he questa storia vi sia piaciuta. E spero leggerete anche i mie prossimi lavori, in caso mi vengano idee brillanti!
A presto,
un super bacio a tutti, 
A.

 

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