La foresta degli incubi

di xbirdgirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Pioggia ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Gli occhi ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - La storia ***



Capitolo 1
*** Prologo - Pioggia ***


Passo dopo passo sull’erba ancora bagnata, gocce d’acqua che scivolavano giù da quei fili rossi e d’argento, un fuoco che le accendeva i capelli nella fiamma più accecante che gli occhi potessero sopportare. Fuoco, spento in quel momento, mentre lei si dirigeva verso il suo destino, senza una meta precisa, vestita di tutte quelle parole che avevano dato forma alla sua vita, nel bene e nel male. Che cosa avrebbe potuto fare, in quel momento? Arrendersi e cadere giù? Lottare per qualcosa che davvero le apparteneva? Sapeva solo che doveva allontanarsi da quella casa a pezzi...andare via, lontano...dove almeno per un giorno lui non potesse raggiungerla...

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Gli occhi ***


Custodire la chiave di quell’azzurro, di quei due occhi...
Era quella la missione che le era stata affidata. Ma di chi erano quegli occhi? Perché doveva vagare senza riposo solo per trovare quei due occhi? Chi avrebbe trovato, sul suo cammino?
Non sapeva chi le avesse dato quell’ordine, o perché si sentisse così in dovere di portarlo a termine, ma sapeva che doveva.
Era tutto ciò che le interessava. Continuava a canticchiare nella sua testa, per trovare un po’ di pace, per placare l’ansia che iniziava a colorare il suo sangue di nero, bisbigliava tra le labbra quelle parole che non sortivano nessun effetto sulle proprie emozioni. I suoi piedi si incastravano tra rami che continuavano ad intralciarle il cammino. E ancora cercava, si guardava intorno, memorizzava nella propria mente ogni angolo di quella foresta, nel tentativo di scrutarvi qualcosa di nuovo. Ma niente. Il nulla affogava nel buio della notte e continuava a girare intorno, persa.
Quando tutto le sembrava finito, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e cadde sulle ginocchia, guardando la terra sotto di sé, perennemente bagnata.
Macchie nere sporcavano la sua camicia da notte. Alzò gli occhi cercando risposta dalla luna, ma la luna non era al proprio posto quella notte. Passò forse delle ore seduta sulle ginocchia a fissare il cielo di quel blu talmente buio da sembrare nero. Si fece leva sulle braccia per alzarsi dalla terra fredda, ma proprio mentre le mani affondavano nel terreno, altre mani le afferravano la schiena e la riportavano a terra violentemente.
Hannah si guardò intorno con aria impaurita, ma non c’era nessuno accanto a lei...solo alberi e ombre...
Si mise in piedi dopo qualche attimo, barcollando, ma quando i suoi occhi incontrarono alcune ombre, rimase paralizzata al suo posto. C’erano degli occhi, in quel buio. Ma no...non erano gli occhi che stava cercando...quelli erano occhi più bestiali, perversi, che riuscivano quasi a colpirla con la sola forza dello sguardo.
Quegli occhi la fissavano, e lentamente si facevano più vicini...le ombre che li circondavano presero una forma vagamente più umana, e proprio mentre Hannah aveva iniziato la sua corsa verso un luogo più sicuro, quell’ombra umana, armata di quegli occhi, aveva preso a rincorrerla. Poteva sentire i passi veloci dietro di sé, e la propria aria spezzarsi nei polmoni, facendole mancare il respiro, facendole male...ma non poteva fermarsi...non poteva essere preda di quegli occhi neri. Già tante volte prima aveva corso in quel modo, già altre volte l’avevano inseguita fino a farle perdere il fiato.
Sembrava che fosse sempre l’unica a stancarsi in tutti quegli inseguimenti. Ma cosa volevano da lei? Perché la sua mente era il burattino di chissà quali altre forze? Continuava a farmi domande, accellerando il passo, voleva salvarsi prima che poteva, ma nemmeno sapeva dove stava correndo, e quella cosa era ancora a pochi passi da lei, pronta ad approfittare del primo secondo perso, ma proprio quando quella mano l’aveva quasi afferrata, il piedi di Hannah trovò il vuoto sotto di sé e cadde...cadde...
...riaprì gli occhi, nel panico, ma si ritrovò nel suo letto, ancora coperta, ma con il respiro corto. Si guardò intorno...non c’era niente di strano, solo la sua solita camera...eppure nella sua mente c’erano ancora quegli occhi...quelli bestiali, e quelli che invece avrebbe dovuto trovare...doveva davvero, trovarli? O era solo un altro trucco della propria mente?

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - La storia ***


Come abbiamo già detto, Hannah era una ragazza abituata a scappare. A 20 anni viveva da sola in una piccola casa che aveva affittato dopo aver finito il liceo. Frequentava l’Università a giorni alterni. Era quella che tutti - o quasi tutti - definirebbero una ragazza “strana”. Ma forse, chi non lo è?
Ognuno ha la sua dose di stranezza nel DNA, anche se molti la nascondono.
Da piccola era stata una bambina brillante e sveglia, come i suoi occhi azzurri, e i suoi riccioli rossi.
Era bella, a modo suo. 1 metro e mezzo di curiosità e dolcezza. Viveva per i libri. Passava ore ed ore a leggere i libri, cercando di dimenticare tutto quello che la circondasse. Cercava di non pensare al fatto che non avesse mai avuto un ragazzo prima, o che le sue labbra fossero ancora vergini. Certo, non era quella che si definirebbe una sfigata.
Molto spesso aveva attirato l’attenzione di ragazzi, colpiti dalla sua innocenza, che si proponevano come dei cavalieri si propongono per salvare una damigella in pericolo. Ma lei non voleva...c’era sempre qualcosa, in fondo all’anima, che continuava a rimproverarla per il non riuscire mai ad innamorarsi. Spesso ci era andata davvero vicina, era ad un passo dal provare quella tanto agognata emozione, ma proprio all’ultimo passo le scivolava via dalle mani, e dal cuore...si ritrovava di nuovo persa, e da sola, fredda come il ghiaccio.
Forse ciò era anche da attribuire al matrimonio fallito dei suoi genitori. O forse no. Forse aveva letto talmente di quei libri, e aveva incontrato così tanti uomini vicini alla perfezione - solo nella sua mente -, che ormai faticava a pensare che nel mondo reale ce ne fosse qualcuno all’altezza delle sue aspettative.
Detto ciò, immaginatevi quel tipo di ragazza, seduta sul letto, con un libro a portata di mano e gli occhi persi nel cielo. Quella è Hannah.
Certo, c’era molto di più in lei, che di questo.
Poteva sembrare ad un primo sguardo la persona più solare e felice del mondo. Sempre allegra, pronta a dispensare consigli, eternamente col sorriso sulle labbra. Ma se qualcuno si soffermava di più, ad un secondo - o magari al terzo, quarto, quinto...- si poteva scorgere qualcosa di molto più complesso, dentro quegli occhi. Ombre, che oscuravano il suo sguardo e la rendevano assente a qualsiasi cosa le succedesse intorno.
Quelle ombre erano i luoghi buio che Hannah si portava dentro. Ricordi e immagini che non aveva mai vissuto davvero, ma che poteva vedere distintamente ogni notte, quando cadeva nel sonno. Erano sempre lì ad aspettarla, luoghi di cui nessuno avrebbe saputo parlare. Luoghi di pace e terrore dove solo una persona dal cuore puro sarebbe potuta uscire. Lei aveva quella forza. Lei aveva la forza di affrontare la paura stessa e di uscirne intatta. Ma, Dio...forse non così intatta come credeva.
Ad ogni risveglio, dentro di sé, c’era una nuova crepa. Si stava pian piano spezzando al volere di quegli incubi, di quelle creature che ogni notte la inseguivano e la costringevano a scappare via fino a sentir cedere il cuore. Correre incontro al nulla. Non poteva fermarsi o guardare chi aveva alle spalle. Lei doveva correre e mai fermarsi. Se si fermava, era perduta.
E in tutto questo, tutto quello che avrebbe voluto era una persona a cui poter confidare tutto senza sentirsi una pazza, una bambina troppo impressionata da un incubo. Avrebbe voluto dire a qualcuno che era tutto vero: che c’era un mondo che ogni notte l’aspettava e che ogni notte la uccideva. Lei poteva toccarlo. Avrebbe solo voluto qualcuno che la abbracciasse di notte e dicesse: “Va tutto bene, ci sono qua io.” Ma era sola. Sola, con i suoi libri.

“Non potrei essere libera, finché non troverai quegli occhi. Cerca nella tua anima stessa.”

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