The Sontaran Project

di El_Roy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alla fine ***
Capitolo 2: *** Era un bel gabinetto? ***
Capitolo 3: *** Fuochi d'artificio ***



Capitolo 1
*** Alla fine ***




Magari passeggiando per Lecester Square vi domanderete cos'è quella specie di enorme scavatrice che è sbucata al centro della piazza e che sfrigola rumorosamente. Magari se foste degli attenti osservatori notereste che non è propriamente una scavatrice come la mente umana dipinge solitamente il suo concetto, ma piuttosto un qualcosa con una grande trivella sulla pancia che punta al suolo e sopraelevata da quattro zampe metalliche aracnoidi. Tralasciate l'occhio rosso che zigzaga furiosamente; se riuscite a vederlo siete troppo vicini e datevela a gambe. Sul serio. A gambe.
Diciamo però che siete dei folli (e dopotutto siete umani, quindi non me ne stupirei per niente) e che decidete quindi non solo di avvicinarvi abbastanza da scorgere la gelida pupilla vermiglio, ma anche di entrare all'interno della bizzarra macchina. Se schivate un paio di Sontaran a guardia, prendete il corridoio a destra e proseguite dritto fino ad una porta pesante con un oblò sopra e, se vi pare, apritela. Dentro troverete me.
No, non sono James Bond anche se la situazione può essergli familiare. Legato ad un tavolo, con un sadico bellicoso alieno che armeggia con un dispositivo laser puntato direttamente al mio inguine (ma ancora inoperoso, per fortuna!) e nessuna via di scampo.
"Dottore! Stavolta la fine è vicina, e l'Impero Sontaran conquisterà con il suo pugno d'acciaio questo ammasso di pietre!" sbraita il tipo che pare aver sistemato il laser.
Comunque, eccomi qua. Sono il Dottore, su una scavatrice Sontaran emersa dalle profondità della Terra e se dovessi dirvi se solo 24 ore prima avessi immaginato di essere in una situazione come questa....beh, probabilmente direi di si, ma solo perchè mi capita un sacco spess.....
 
....whops! Cos'è stato? Qualcosa là fuori ha fatto "kaboom!" e tutto si è mosso per un attimo. Ok, tutto pare tornato normale, se per "normale" intendiamo "situazionesenzascampoconunSontaranapochimetrididistanza". Se non altro è uno solo, magari riesco ad ingannarlo in qualche mod...
 
...oh, fantastico. Eccone altri tre.
"Sono il Dottore, non sono un idraulico accidenti!"
"Cosa stai urlando, Signore del Tempo?" mi chiede il Sontaran appena arrivato con in braccio un fucile più alto di lui.
"Niente, un piccolo sfogo che serve a ricordarmi QUAL E' IL MIO POSTO!" dico mentre mollo un calcio nel vuoto per la rabbia. Sul serio, dovevo lasciar perdere quel gabinetto. Aah, se solo avessi una macchina del tempo. Si certo, ce l'ho, ma è un modo di dire no?
Mh. Sto iniziando a pensare troppo. Parlo davvero così tanto? Oh cielo, fa che non l'abbia sistemato.
"Il laser è sistemato, Dottore! Pronto a farti dividere a metà? Danzeremo sui tuoi resti e berremo copiosamente sulla tua dipartita. Sontar-ha! Addio, Dottore!" 
E il Sontaran abbassa la leva. Con un "fzzz" il laser si accende e  punta poco più in basso del mio povero inguine che urlerebbe, se potesse. Trapassa il tavolo incenerendo l'obiettivo su cui è puntato e poi inizia lentamente a scorrere verso di me. E' davvero un modo stupido per farmi fuori. Perchè non possono farlo e basta?! No, la tortura psicologica.
"Oh, oh, oh, oh, ok! Ok! Avete vinto! Mi arrendo! Ora slegatemi e me ne andrò! Siete più forti voi!" tentativo patetico. Non funzionerà mai.
"Tentativo patetico!" risponde uno dei Sontaran "Non funzionerà mai!"
Ecco, per l'appunto. Pensa, Dottore, pensa stupido vecchio Dottore!
"Ah! Ehm! Ultimo desiderio?" improvviso poco speranzoso, mentre il laser è a pochi centimetri dal primo contatto con la mia carne di Signore del Tempo. Non sono mai stato abbrustolito prima d'ora, chissà che odore ho.
"Abbraccia la morte con onore, Dottore! Sontar-ha! Sontar-ha! Sontar-ha!" Tutti gli altri Sontaran partecipano al coro di battaglia, ma io sto seriamente per lasciarci le penne stavolta. Sollevo un po' le gambe giusto per dare qualche centimetro in più al mio corpo, ma le braccia completamente bloccate mi impediscono ogni altro genere di movimento. Gli altri Sontaran sono un po' distanti dalla tavola, ma anche se riuscissi a sopraffare in qualche modo questo soldato con le sole gambe, dovrei spegnere il laser e cavermela in qualche modo anche contro gli altri. Il che potrebbe essere davvero complicato. Questa situazione indica chiaramente due cose: a) che il piano B non ha funzionato. 2, o b) che dovrò morire per mano di alieni patata. Più di mille anni ed è il tubero a fregarmi, oh andiamo! Accidenti! Ci siamo.
 
[24 ore prima]
"E' giusto Dottore, è giusto. Lo sai  che Amy e Rory devono vivere la loro vita e tu non puoi pretendere che stiano sempre a viaggiare nel Tardis e a rischiare il collo nelle tue folli avventure. Devono avere i loro spazi, stare un po' da soli, tempo da marito e moglie". Questo è quello che mi ripetevo in testa mentre vorticavo con il mio Tardis in tutto lo spazio e il tempo. "Inoltre tu hai finalmente il tempo di vedere cose che magari i Pond non avrebbero apprezzato! I Tucani di Karakovio! Con colori per i quali ancora non sono stati inventati dei nomi! Le distese erbose di Letamio...beh, non ci prendiamo in giro, lì c'è solo puzza. E i Pond avrebbero gradito i Tucani. Aaaaah!" Sospirai, assorto nei miei pensieri e un po' indeciso sulla mia prossima meta; ma (s)fortunatamente, la carta psichica mi venne in aiuto. La sentii bruciacchiare nella tasca della mia giacca e la estrassi sospettoso mentre con l'altra mano mi sistemavo il ciuffo più per riflesso che per estetica. Sul pezzo di carta apparentemente intonso, campeggiavano parole che anche a me suonarono incredibilmente bizzarre: "Mi è sparito il gabinetto. Credo di aver bisogno di te, Dottore. Craig." Oh che gentile Craig a scrivermi sulla carta psichica. No aspetta, come fa Craig a scrivermi sulla carta psichica? Non lo vedo da quella faccenda dei Cybermen! Gli è sparito il gabinetto, mh. In effetti suona strano, di solito i gabinetti non se ne vanno in giro sulle proprie gambe a far baldoria; anche perchè di solito non hanno le gambe, se escludiamo "I Gabinetti Danzanti di Madam Frougart", nome francese ma originaria del Pianeta Deshowkingartergantur. Potrei dare un'occhiata. O, invece, potrei farmi i fatti miei e andare a teatro. 
...
Oh, andiamo, chi prendo in giro. Andiamo a dare un'occhiata.
Fu così che qualche "wroomp wroomp" dopo atterrai a Colchester, in una radiosa giornata soleggiata e immersa negli allegri fischiettii di qualche volatile in vena di cantare. Feci capolino dal mio Tardis e constatai giubilo di aver fatto centro e di essere atterrato proprio davanti a casa di Craig. Festa grande per le mie doti di pilota, wooo-oooh!
"Knock knock!" scandii mentre bussavo con le nocche sulla porta. Craig imprecò un po' contro i venditori ambulanti, asserendo che "non è un buon momento" e di ripassare più avanti, magari anche quando sua moglie sarebbe rincasata. Poi spalancò la porta e mi fissò a bocca aperta, come ogni volta.
"Dottore....Dottore....Dottore? Dottore! Non è...io...non è possibile." fece mentre si guardava alle spalle ed indicava un punto non precisato della casa.
"Certo che lo è, Craig. Tu hai chiamato, io ho risposto." dissi mentre mi sistemavo il farfallino. Tocco di stile.
"Io...effettivamente io ho pensato a te, Dottore...ma non credevo davvero che..."
"Oh, capisco." mi era chiaro finalmente "Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Quella brutta faccenda con il tuo....coinquilino? Ti detti un po' del mio sapere, delle mie memorie. Residuo psichico, carta psichica. Tu pensi a me, lei intercetta; ma non farci l'abitudine, la scia prima o poi evapora. Comunque..." feci mentre mi facevo spazio verso Craig e gli stampavo due impacciati baci sulle guance. Quest'usanza terrestre continuava a risultarmi un po' atipica. Quanti baci dovevo dare? E dove? E dovevo solo abbozzarli o sfiorargli le guance? O magari appoggiarle? Ora gli stringo la mano.
"...vediamo questo gabinetto." conclusi.
Craig mi fece strada ancora un po' stupito dal mio repentino intervento.
"Sophie e Alfie sono fuori casa. Dalla madre di Sophie, qualche giorno. Ho sempre paura quando se ne vanno, perchè di solito è il momento buono in cui succede qualcosa che non posso sistemare senza l'aiuto di...."
"...di un Dottore, si." conclusi io. Craig sorrise timidamente e poi mi abbracciò inaspettatamente.
"Ma che rimanga tra noi." disse poi puntandomi contro un dito semi-accusatorio. Mi fece strada verso il bagno e spalancò la porta. 
Effettivamente il gabinetto non c'era più.

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Capitolo 2
*** Era un bel gabinetto? ***




Ok, ok, sto per morire. E' meglio che mi metta l'animo in pace ed accetti questa condizionNONVOGLIOMORIREVIPREGOSALVATEMIIIIIIIIII!!!!!!!!
Avete presente quel luogo comune secondo il quale nel momento della tua morte dovresti rivivere la tua vita in pochi istanti? Beh, ho più di mille anni. Questo spiegherebbe perchè ne sto vedendo solo gli highlights. Tutte le mie vite, tutti i miei companion, i miei viaggi, i miei nemici e quella bellissima cabina blu con quel suono così dolce. Sta tutto per finire; non darò ai Sontaran la soddisfazione di cancellarmi nel silenzio e nella paura, devo trovare una frase ad effetto per la mia grande uscita di scena, qualcosa che si porteranno dietro come un monito echeggiante per il resto delle loro vite da clone. Raccolgo tutto il fiato possibile e con le mie vite precedenti che vorticano ancora dietro le mie palpebre chiuse urlo: "GRADIRESTE UNA JELLY BABY?"
 
[Un passo indietro]
"Ok Craig, il tuo gabinetto non c'è." dissi perplessamente eccitato mentre scannerizzavo con il mio cacciavite ciò che restava del gabinetto: un buco nel pavimento che portava verso un nero abisso apparentemente senza fine. Poi un pensiero ansioso mi balenò in testa e guardai imbarazzato Craig.
"Non è che....cioè, voglio dire. Non è che mentre il gabinetto è sparito tu stavi...stavi...gabinettando, giusto?" Craig parve capire e alzò gli occhi al cielo come fà di solito quando ho quasi colto nel segno.
"No, Dottore non ci ero seduto sopra. Stavo per sedermici, ma quello con un boato se n'è andato via, risucchiato chissà dove da chissà chi. Sophie impazzirà e mi rimprovererà, ne sono sicuro." Mentre Craig continuava a piangersi addosso mi sporsi verso l'abisso aggrottando la fronte. Se volevamo scoprire che fine avesse fatto il gabinetto di Craig, c'era un solo modo di affrontare la faccenda.
"Devo scendere là sotto." annunciai, interrompendo le lamentele adolescenziali del mio amico. "I gabinetti non scompaiono così, per magia. Scompaiono perchè qualcuno se li porta via. Era un bel gabinetto? Oh cielo, un ladro di bei gabinetti? Sarebbe terribile! Pensa a tutta la Terra senza un posto per..."
"Dottore, vengo anche io." Mi sistemai il cravattino dando le spalle a Craig e sorrisi tra me e me: sapevo che non avrebbe resistito. Ad ogni modo recitai la mia parte ancora una volta: "No Craig, non puoi. E' troppo pericoloso. Non sappiamo quali creature e pericoli ci attendono nell'oscurità là sotto."
"Se rimango qui qualcosa potrebbe spuntare dalla voragine e sarei da solo. E' pericoloso in entrambi i casi Dottore." Craig aveva totalizzato un punto. Annuii incerto mentre lui aggiungeva: "E giusto perchè tu lo sappia, la teoria del ladro di gabinetti è pessima." Mi sedetti ponderante sull'orlo del buco nel bagno di Craig, mentre lui passeggiava pensieroso sulla soglia della stanza.
"Ci serve una corda, giusto? Non credo di averne una abbastanza lunga....e poi lunga quanto? Non sappiamo fin dove arriva l'abisso. Dobbiamo trovare un modo per scendere silenziosi e soprattutto illesi. Mh...che ne dici di...Dottore, mi stai ascoltando?" Lo guardai sorridendo poco prima di dire "Geronimo!" e di tuffarmi a candela verso l'ignoto. Riuscii a sentire "Dottore, non ti azzardare!" dalla voce di Craig prima che il tutto mutasse in un urlo che mi stava alle costole. La cosa strana fu che non cademmo; scivolammo. Qualche metro dopo l'apertura, immerso nell'oscurità, c'era uno scivolo metallico che ci accolse e ci portò zigzagando sempre più in basso. Fu un sacco divertente, yuuuu-huuuuu! Nell'aria il grido "Dottoreeeeee!" sfumava sempre di più e la discesa sembrava essere destinata a durare per miglia e miglia ancora. Proprio mentre pensavo questo, lo scivolo terminò improvvisamente. Craig ed io venimmo sbalzati nel vuoto e cademmo subito dopo con un poderoso "tumpf" sul pavimento roccioso. Poco prima, mentre fantasticavo su cosa ci avrebbe aspettato al termine di quel piacevole intermezzo ludico, mi ero dipinto un luogo completamente al buio, franante e gocciolante. Ciò che ci ritrovammo a fissare fu esattamente l'opposto; proprio dove atterrammo era stata scavata una specie di stanza circolare, con i muri ben levigati e candele sparse sul muro appese a grossi bracci metallici. Dalla stanza partivano quindici corridoi in varie direzioni, scavati egregiamente e sempre visibili grazie alle candele sulle pareti. Un alveare, pensai senza sapere neanche il perchè.
"Sembra....ordinato." riuscì a dire Craig dopo essersi rialzato e spolverato le ginocchia dalla polvere che ricopriva il pavimento. "Non dovrebbe essere ordinato, giusto Dottore?"
In effetti non dovrebbe. Sonicizzai un po' i corridoi alla ricerca di non so neanche io cosa. Poi feci un gesto con la mano al mio partner e scelsi un tunnel a caso, l'undicesimo. Il cuniculo si rivelò più basso di quel che pareva e fummo costretti ad avanzare curvando la schiena.
"Secondo te dove portano questi tunnel, Dottore?" chiese Craig.
"Direi da qualcuno di molto basso che sa scavare tunnel, che ne dici? Oh, i tunnel. Una volta ne ho scavato uno dalle prigioni della Regina Vittoria fino a...beh, alla stanza da letto della Regina Vittoria. Storia lunga, te la racconterò un'altra volta; ma il punto è. Secondo te dove portano questi tunnel, Craig?" La domandà cadde nel dimenticatoio quando iniziammo ad udire dei suoni. Qualcuno che bussa? No, no. Un tamburo. Più tamburi. Decisamente dei tamburi, si. Una festa del popolo degli Uomini Talpa? Improbabile. Non compariranno prima di mille anni nelle viscere della Terra e non saprebbero neanche trovarlo un tamburo. Ci vedono poco.
"Tamburi." bisbigliai. Craig tese l'orecchio ed entrambi continuammo ad avanzare.
"Sembra ci sia qualcos'altro Dottore, insieme ai tamburi." In effetti era così. Sembrava che qualcuno stesse ritmicamente dicendo qualcosa, al ritmo dei tamburi. Un canto? No. Un grido di guerra? Purtroppo questa ipotesi mi sembrò più probabile. Perchè sono sempre le ipotesi più brutte le più probabili? Non poteva semplicemente essere una colonia di pappagalli giganti il cui unico sogno era quello di fondare un'orchestra di tamburi al centro della Terra? Avanzammo ancora e finalmente intravedemmo la fine del tunnel. Dico la fine, perchè proprio terminava nel vuoto. I tamburi e il grido si facevano sempre più distinti mano a mano che ci avvicinavamo. Fu così che iniziai a capire e mi detti un colpetto con il palmo della mano sulla fronte. Quando arrivammo alla fine del corridoio, ciò che sospettavo si fece più concreto. Intanto il tunnel si immetteva nella parete di una stanza altissima nella quale arrivavano centinaia e centinaia di altri cuniculi. Alcuni larghissimi, altri stretti come quello dove ci trovavamo noi in quel momento. Giù verso il pavimento dell'enorme antro scavato dal diametro incalcolabile, vi erano strani macchinari di sembianze aracnoidi alternate ad esoscheletri pilotabili alti quasi due metri; ma nessuna di queste cose fu quella che mi fece raggelare il sangue in quel momento. Ciò che mi fece rabbrividire erano le centinaia e centinaia di Sontaran che marciavano verso una posizione non precisata e, all'unisono, intonavano "Sontar-ha! Sontar-ha! Sontar-ha!" Mi voltai verso Craig che osservava la scena pietrificato.
"Craig, abbiamo un problema."

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Capitolo 3
*** Fuochi d'artificio ***





"Ok, ok...ci sono un mucchio di Sontaran nelle viscere della Terra che rubano gabinetti." esordì Craig passato lo stupore misto a premonizione di morte che ci aveva bloccato per alcuni secondi.
"Non essere sciocco, Craig." risposi "Probabilmente stanno scavando uscite in superficie...e sfortuna ha voluto che una di esse fosse proprio il tuo gabinetto."
"Ma perchè fare...tutto questo?" chiese Craig gettando un occhio alla moltitudine di Sontaran che marciavano in file composte. File che per qualche bizzarro motivo ricordavano gelatine. Yum.
"Beh Craig, se più di 1000 anni di battaglie contro popoli alieni mi hanno insegnato qualcosa...è che il cattivo prima o poi svela sempre il suo piano in modo plateale." Un rumore in lontananza fece voltare Craig di scatto che mi afferrò la manica della giacca e chiese "Cos'è stato?"
"Fa diesis, a orecchio." risposi. Poi i Sontaran si fecero tutti vicini ad un piccolo palco al centro dell'antro scavato nelle profondità della Terra, dove uno di loro passeggiava eroico davanti ad una fila di soldati tutti armati e celati dall'elmetto da guerra. Fortunatamente l'eco ci fece arrivare quello che di fatto fu il discorso di incitamente alle armi di quel generale patata.
"Miei soldati!" iniziò "Per tanto abbiamo desiderato la conquista della Terra, pianeta in posizione militarmente strategica. Ci siamo insidiati da mesi e mesi nella pancia del nostro obiettivo e oggi, finalmente, saliremo in superficie per reclamare il nostro premio!" Urla di incitamento da parte dell'esercito. 
"Le trivelle sogno pronte! Quando tutte saranno all'aria aperta, la trivella centrale manderà un impulso alle altre e si formerà un rete elettrica che attraverserà qualsiasi cosa fulminando ogni essere vivente sulla sua strada. E la Terra sarà nostra! Vittoria per i Sontaran! Sontar-ha! Sontar-ha!" tutti ripeterono il ritornello, compresi gli esoscheletri alti quasi tre metri pilotati da qualche soldato.
"Problematico." borbottai.
*Ka-klack!*
"Craig? Perchè fai *ka-klack*, Craig?" chiesi voltandomi titubante perchè quasi mai un *ka-klack* è di buon auspicio. Infatti, due Sontaran mi stavano puntanto i loro fucili, mentre Craig era sparito.
"Rilevato intruso." fece uno patatone parlando al suo braccio.
"Lo scannerizzo." rincarò l'altro puntandomi contro il suo bracciale che mi investì con un fascio di luce verde scandagliandomi dalla testa ai piedi. Ora che ci penso fu un po' maleducato.
"Signore, i dati dicono che è il Dottore." disse il primo sempre parlando al suo bracciale che rispose con un robotico "Portatelo nella trivella centrale e incatenatelo. Penserò io a lui." 
Mh. Un trattamento degno di un re. Ad ogni modo l'ultimo ricordo che ho è uno dei due Sontaran che mi colpisce con il calcio del suo fucile, uno stormo di canarini che cinguettavano in cerchio e di essere stato trascinato per chilometri. Parecchi chilometri a giudicare da quanto è indolenzito il mio sedere. 
E torniamo all'inizio della storia, proprio qua. Vi ricordate? Ho appena tentato di offrire una jelly baby al mio esecutore, il quale ovviamente mi risponderà....
...."Non accetto caramelle dalla feccia umana." Beh, il monito non lo ricordavo proprio così, ma penso sia comunque valido. E mentre il Sontaran porta il suo grosso dito sul pulsante di avviamente del laser, io non posso fare altro che....tremare? Strano. No aspetta, è tutta la trivella che trema. Cosa sta succedendo? Wooooh....wooooooh! Il soldato davanti a me cade lungo la parete della stanza. Il che sarebbe alquanto strano, se non vi dicessi che adesso tutto sembra ruotato di circa 90 gradi. E' come se qualcuno avesse distrutto le gambe di un solo lato della ragnotrivella. Ok, a dopo le domande. Corri. Ah, giusto, sono legato ad un tavolo, ecco perchè non me ne sono andato prima. 
"Dot-to-re?" Una voce metallica mi chiama da destra e mi volto. Un esoscheletro (probabilmente con gambe magnetizzate altrimenti non mi capaciterei di come riesce a stare in equilibrio su questo pavimento inclinato) mi si avvicina. Riesco ad intravedere chi c'è dentro, con mio sommo sollievo.
"Dove ti eri cacciato, Craig?" Il vetro del robot si apre e il volto di Craig mi sorride. "Ero tornato indietro per cercare il mio gabinetto e non ti ho più trovato! Cos'è tutto questo macello? Fuori la gente scappa in preda al panico!"
"Ok Craig, non perdiamo tempo. Liberami, avanti." L'esoscheletro si avvicina. Un attimo, se tenta di liberarmi con quelle manone robotiche mi spezzerà perlomeno un braccio. E non può scendere sul pavimento perchè farebbe la fine del Sontaran e di questo tavolo, se non fosse stato inchiodato al pavimento. Dobbiamo trovare una soluzione, sperando che non stia tentando di wooooooooooh! Con un impeto di forza robotica l'esocheletro mi solleva sradicandomi dal pavimento, ancora legato al tavolo. Rapido e funzionale.
"Fuori di qui. Portami fuori!" Craig si volta sui suoi passi e torna verso l'uscita. Con un balzo siamo giù dalla trivella che effettivamente pende di lato proprio a causa della distruzione delle quattro zampe laterali da parte di Craig, provetto pilota di esoscheletri Sontaran. Prima che possa mettermi giù, tre soldati ci si parano davanti.
"Scusa, Dottore." 
"Non osare." rispondo io. E invece osa. Mi lancia addosso ai tre Sontaran come se fossi una mazza e tutti accusiamo il colpo. Ouch. Se non altro adesso può scendere in tutta tranquillità e liberarmi dalle mie catene.
"Di nuovo libero!" sorrido mentre mi massaggio i polsi. Mi ero sempre chiesto perchè la gente lo facesse. Probabilmente perchè è piacevole.
"E adesso?" chiede Craig con l'esoscheletro alle sue spalle, sempre vicino alla trivella.
"E adesso facciamo i fuochi d'artificio. Vedi questo?" dico estraendo il mio cacciavite sonico.
"E' un cacciavite sonico. Sonicizza un sacco di cose interessanti. Tipo questo." lo punto verso l'esoscheletro che con un *bip* attiva la sua modalità di autodistruzione.
"E vedi questa?" faccio indicando la trivella. "E' la trivella centrale. Quella da cui parte l'impulso a tutte le altre. Impulso che renderebbe la Terra il nuovo punto strategico dell'Universo per i Sontaran. In pratica....corri." 
E corriamo. Non abbastanza per non essere sbalzati via dal "boom!" dell'esoscheletro e da quello della trivella in successione. Io e Craig ci ritroviamo a terra, con un sorriso ebete e adrenalinico stampato in faccia.
"Abbiamo vinto!" fà lui.
"Certo che abbiamo vinto."
"E tutti i Sontaran rimasti? Quelli...sai, là sotto?"
"Suvvia, Craig. E' una sconfitta. Gli ci vorrà del tempo per riprendersi, sono Sontaran. E se tanto mi dà tanto ci penseranno un bel po' prima di tentare nuovamente di prendersi la Terra."
"Quindi torneranno?" chiede Craig.
"Certo. Lo fanno sempre...." sospiro io. Poi mi torna in mente una cosa triste, che forse rovina il momento di pace.
"Craig..." inizio.
"Si?" 
"....probabilmente dovrai comprarti un gabinetto nuovo."

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