Onore e sentimento

di Kim NaNa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** La festa di compleanno ***
Capitolo 3: *** Endy Della Rosa ***
Capitolo 4: *** La lettera ***
Capitolo 5: *** Piani sovvertiti ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


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DISCLAIMER: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
 

 

Onore e sentimento


Introduzione


Colpita dalla perdita del marito, donna Selene, del casato dei conti Queen, si ritrovò sola a dover crescere due figlie: Serenity e Nehellenia. Serenity, la primogenita, occhi cerulei e chioma dorata, docile ed obbediente. Nehellenia, neri capelli e occhi cobalto, ribelle e sfrontata.
Ritrovatasi improvvisamente in disgrazia, Selene si preoccupò del futuro delle sue bambine e, per amor loro, chiese aiuto a sua cugina Beryl, duchessa e moglie del potente e ricco Chronos Prince.
«Cugina, sono molto dispiaciuta per la tua perdita e cercherò di offrirti tutto il mio aiuto affinchè tu possa tenere alto l’onore dei conti Queen. Le tue figlie sono molto graziose, ma mantenerne due non sarà molto semplice per te… Che ne dici di mandare Nehellenia a Tokyo, da tua cugina Kakyuu?»
«Oh, no, Beryl! Non voglio separarmi dalle mie bambine!» fu la triste risposta di Selene.
«Non essere egoista! Pensa al bene di tua figlia. Kakyuu la farà studiare nelle scuole migliori, le farà frequentare l’alta società e farà di Nehellenia una contessa degna del suo nome! E per Serenity non devi preoccuparti. Lei resterà qui con te perché sarò io ad occuparmi di lei e della sua istruzione. Voglio che da grande diventi la perfetta sposa per mio figlio Diamond.» continuò sua cugina Beryl.
«Ma io…»
«Suvvia, cugina… non devi preoccuparti più di nulla! Il futuro delle tue bambine è ormai sicuro.» Si passò una ciocca fulva dietro un orecchio e accarezzò i morbidi capelli di Serenity.
«Vedrai bambina mia… tu e Diamond sarete felici.»
Affranta per la decisione presa da sua cugina, Selene strinse fra le braccia la vivace Nehellenia, posandole un bacio sulla fronte.
«Madre… lasciami andare! Zia Beryl mi ha detto che andrò a stare dalla zia Kakyuu, a Tokyo e che presto diventerò una signorina dell’alta società!»
Vanitosa e loquace, Nehellenia parve entusiasta della notizia.
«Hai visto, Serenity?! Diventerò una vera e propria contessina!» disse a sua sorella, girandole attorno.
Serenity si limitò a sorriderle, continuando a giocherellare con la sua piccola gatta nera, certa che la sua mamma avrebbe fatto ogni bene per le sue amate figlie.

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Capitolo 2
*** La festa di compleanno ***


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La festa di compleanno
 


In occasione del compleanno di suo marito, Chronos Prince, Beryl diede una grande festa nel regale palazzo di famiglia situato a Tokyo, invitando l’intero parentato e tutta l’alta società della città.
«Su, Serenity! Fa’ presto. Hai disfatto le tue valigie?» Donna Selene si sistemava il lungo abito di taffetà lilla, cercando di arrivare puntuale alla festa di sua cugina.
«Madre! Devo proprio indossare questo?» fece eco Serenity, girandosi nel suo abito di seta bianco, adornato di perle e fili d’oro.
«Certo che devi! Zia Beryl lo ha comprato per te e poi è stata così cara ad ospitarci nel suo palazzo.»
Serenity rimirò la propria immagine riflessa. I capelli dorati acconciati nell’identica pettinatura di sua madre, orecchini d’oro pendevano alle sue orecchie e un unico bracciale ornava il suo polso destro.
«Sarà… Ma io ho l’impressione di essere una meringa e poi sono stufa di fare tutto quel che mi ordina zia Beryl! Ho sedici anni, madre mia e non ho più bisogno di una balia!» rispose stizzita, la giovane fanciulla.
«Serenity! Smettila di fare i capricci e scendi. La festa ha avuto inizio.»

Le note di Mozart riempivano la grande sala, sovrastate, però, dal continuo chiacchiericcio degli invitati.
«Nehellenia, sorella mia! Che piacere rivederti!» Serenity corse subito da sua sorella, stringendola in un abbraccio.
«Serenity…» mormorò appena la ragazza dai lunghi capelli corvini, senza ricambiare l’abbraccio. «Smettila di usare gesti così plateali! Qui non siamo in paese… dove sono le tue buone maniere?» Nehellenia la guardò con occhi severi e Serenity sbuffò.
«Bell’accoglienza la tua. Non ci vediamo dalla scorsa estate e io ho così tante cose da chiederti!»
Gli occhi cerulei di Nehellenia si illuminarono. «Oh, sì! Anche io ho qualcosa di cui parlarti! Hai conosciuto Seiya? Il nipote di zia Kakyuu?» prese Serenity sotto braccio e, trascinando il suo sontuoso abito, raggiunsero il centro della sala.
Con indosso un completo nero e una camicia immacolata, Seiya, del casato dei marchesi Kou, sorrise alla vista di Nehellenia.
«Mia cara, diventi ogni giorno più carina!» esclamò, baciandole il dorso della mano che lei gli porse.
«E tu, diventi ogni giorno più adulatore! Ma lascia che ti presenti Serenity, mia sorella maggiore.» continuò la ragazza, indicando sua sorella.
«Lieto di fare la vostra conoscenza, signorina! Ho sentito molto parlare di voi.» da perfetto gentiluomo baciò la mano della fanciulla, sorridendo.
«Il piacere è mio, Marchese Kou. Suppongo, mia sorella non si sia risparmiata parlando di me…» aggiunse Serenity, inchinandosi appena e guardando di sbieco Nehellenia.
Seiya rise.
«Sorellina, Seiya è un vero ruba cuori qui a Tokyo! Non c’è ragazza che resista ai suoi grandi occhi blu. Lui le incanta con la sua voce… si dice in giro che sappia cantare… Sta’ attenta a non cadere intentazione! Oh, scusa. La tua istitutrice ti avrà detto che è peccato parlar troppo con un uomo!» Gli anni non avevano ammansito il carattere ribelle di Nehellenia e non l’avevano resa neanche meno tagliente.
«Nehellenia, tu sei…»
«Su, sorellina. Niente piagnistei e tragedie greche! Eschilo, Euripide e Sofocle, non li apprezzavo neanche durante le lezioni al collegio!» Rise accompagnata da Seiya, che si chiedeva come mai Nehellenia trattasse con tanto sarcasmo sua sorella.
«Non dovresti essere così dura con lei, è tua sorella!» Le bisbigliò in un orecchio.
«Sta’ tranquillo. Io la conosco e Serenity non è la santa fanciulla che vuole far credere. Hanno sempre biasimato me, ma io sono quel che sono, non ho mai nascosto il mio modo d’essere.»
Il giovane si allisciò un angolo del collo della sua camicia prima di dire: «Se non ti conoscessi, direi che in te c’è qualcosa di perfido… C’è da avere paura di fanciulle come te, Nehellenia!»
«E fai bene!» esclamò la ragazza dai lunghi capelli scuri.
«Sorella cara, continui a burlarti di me?» chiese Serenity, ironica.
«Io? Non lo farei mai, sorellina adorata…»
«Serenity, bambina mia. Fatti guardare.»
Beryl Queen, al braccio di suo marito fece il suo ingresso in sala, catturando gli sguardi di tutti gli invitati presenti.
«Quest’abito ti sta d’incanto! Sono felice tu l’abbia indossato. Ma adesso vieni con me. Diamond ha avuto un periodo di licenza ed è tornato a casa per omaggiare suo padre.»
Serenity guardò Nehellenia. Durante quei lunghi dieci anni, in cui avevano vissuto separate, si erano scambiate una lettera al mese e la giovane dalla chioma dorata aveva sempre espresso il suo disappunto nei confronti di quel matrimonio combinato.
«Pensa a nostra madre… morirebbe dalla vergogna se ti rifiutassi di sposare Diamond. Ricorda che è il giovane più ricco di Tokyo.» Le sussurrò in un orecchio, Nehellenia.
Controvoglia Serenity seguì sua zia Beryl, raggiungendo un salottino non molto distante.
«Diamond, figlio mio!» esclamò la donna non appena ebbe varcato l’ingresso.
Un giovane alto e dagli occhi color del ghiaccio la strinse a sé. Indossava una divisa militare bianca con striature blu e aveva un portamento fiero ed elegante.
Arrossì appena Serenity quando incrociò il suo sguardo.
Non credevo fosse diventato così affascinante! Si disse la fanciulla.
«Serenity, mia cara. Avvicinati, voglio presentarti il tuo promesso sposo.»
Lenta e imbarazzata, si fece più vicina al giovane che non distolse mai gli occhi dai suoi.
«Diamond, ricordi Serenity, vero?»
«Come potrei non ricordare due occhi azzurri così profondi? Felice di rivedervi, contessina.» le sfiorò la mano con le labbra e Serenity deglutì.
Non avrebbe mai creduto di poter essere attratta da Diamond, non dal figlio della donna che aveva sempre creduto celasse un aspetto infimo e malvagio.
«Sono certa avrete molte cose di cui parlare. Vi lascio soli, miei cari.»
Il cuore che le batteva forte, le mani che le sudavano, gli occhi che non sapevano dove posarsi.
Buon Dio! Non sono mai stata sola con un giovane! È sconveniente! La mia istitutrice non mi ripete altro!
«Serenity… sembrate nervosa! Vi disturba la mia presenza?» chiese Diamond, passandole accanto.
«Oh, no… è che… è sconveniente che un uomo e una donna…»
«Ma noi siamo fidanzati!» la interruppe lui, sedendosi su di una poltrona rossa.
«Già… fidanzati.» mormorò lei.
«È ironia la vostra o mi sbaglio?» domandò, guardandola mentre si torturava le unghia.
Prese un respiro profondo Serenity prima di dire: «Ecco… io… Voi davvero ricordate il vecchio accordo delle nostre madri?»
«Come potrei averlo dimenticato? Mia madre mi ha portato sempre delle vostre foto e mi ha informato sulle vostre lezioni di cucito, pianoforte, letteratura, inglese, francese… So anche che odiate tutto questo, che preferite mangiar dolci e chiacchierare con le vostre amiche. Mi hanno detto che avete una gatta nera, Luna, con la quale ve ne andate spesso in giro per il paese a sognare di regni incantanti e di principi impavidi e coraggiosi. So anche che il 30 giugno è il vostro compleanno e non perdonereste nessuno se mancasse di farvi gli auguri!»
Sorpresa dalla quantità di informazioni da lui apprese, si sedette anche lei, stando ben attenta a non essergli troppo vicina.
«Voi non avete avuto mie notizie?» chiese ancora.
«Ehm… sì. Zia Beryl mi leggeva tutte le vostre lettere, mi informava della vostra istruzione, della vostra condizione di militare e di ogni vostro singolo viaggio… Ma credevo foste troppo impegnato per pensare al fidanzamento con una giovane signorina di campagna…»
«Una contessa, colta e di buone maniere, questo siete. La gente di campagna non sa neanche leggere.» Disse Diamond, brusco.
La gente di campagna si spacca la schiena nei campi e non può permettersi né di frequentare collegi, né di avere precettori! Ma che puoi saperne tu che te ne vai in giro di festa in festa! Pensava Serenity, mentre fissava il succo d’arancia che le aveva offerto.
«Sembrate contrariata, ho detto qualcosa che non condividete?» giocava con il calice tra le mani e si sorreggeva la testa con un braccio.
«No, è solo che la gente di campagna non può permettersi di studiare. Deve lavorare per vivere.» Disse, seccata.
«Avete ragione.» si alzò, porgendole una mano.
«Permettete? I miei genitori stanno per dare l’annuncio ufficiale.»
Serenity si portò una lunga ciocca color del sole dietro un orecchio, si lisciò la veste e respirò a pieni polmoni.
Per tua madre, Serenity. Fallo per tua madre. Si perse un attimo nei i suoi pensieri, prima di posare la sua mano in quella del giovane.
«Sono pronta.»
Diamond afferrò la sua mano, la portò alle labbra e sorrise. Poi le si avvicinò, costringendo Serenity a rifugiarsi in un angolo della stanza.
«Tremate come una foglia, mia cara. Perché? Non vi mancherò di rispetto…»
Quando Serenity si ritrovò con le spalle al muro, lui le sollevò il mento con un dito e la guardò negli occhi.
«Questi occhi… ho sempre immaginato di poterli guardare così da vicino. Da questo momento siete mia, Serenity. Solo mia.»
Si allontanò da lei, aprendo la grande porta bianca e lei sentì uno strano presagio pesarle sul cuore.
Stava davvero facendo la scelta giusta per il bene di sua madre?



NdA: ed eccomi di ritorno, con il primo capitolo di questa strambissima fanfiction. Premetto che non mi convince, che non l'ho riletto e che l'ho pubblicato così come mi è stato dettato dalla mia folle mente. So anche che il capitolo è piuttosto breve, ma, come dire, la storia sta "carburando" e ben presto avete capitoli intensi! (Prometto di rivederlo domattina, sperando di non dovermi vergognare troppo T___T)
Detto questo, spero che la trama vi incuriosisca un po' e che sia almeno un pochettino interessante. Ne approfitto per ringraziare tutte le lettrici che mi hanno dedicato un po' del loro tempo, recensendo l'introduzione di questa fic, ringrazio anche coloro che l'hanno inserita tra le preferite e le seguite e tutti gli altri che hanno semplicemente letto. :D
Con affetto,


la vostra Nanà-sshì

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Capitolo 3
*** Endy Della Rosa ***


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Endy Della Rosa



«Endy… figliolo! Ma cosa ci fai qui? Saresti dovuto rimanere a casa.»
Soichi Tomoe, nel suo nuovo abito da gala, strinse con forza il braccio del giovane.
«Perché? Non è gradita la presenza di comuni mortali come me? Le loro altezze potrebbero indignarsi dinanzi al mio cospetto? Non temete, Signor Soichi… non ho intenzione di andare da Diamond e svelargli che razza di persona sia suo padre…»
Occhi del colore della notte, capelli ebano e sorriso sprezzante, Endy Della Rosa guardava, con arroganza, gli invitati alla festa di compleanno di Chronos Prince.
Soichi Tomoe, medico della cittadina di Miyakojima (*), paese di nascita delle giovani sorelle Queen, sospirò scuotendo il capo.
«Ragazzo mio, quando ti libererai di tutto questo astio verso questa gente?»
Endy lo fissò con sarcasmo.
«Forse mai, Signor Soichi.» Si liberò della stretta dell’uomo e raggiunse il centro della stanza.
Vide Diamond Prince avvicinarsi alla sua amata madre, posarle un bacio sulla mano e sorridere amabilmente ai presenti.
Oh, ma guardatelo! Che perfetto gentiluomo! Pensò, mostrando un ghigno.
«Signori e Signore» La voce del duca Prince si fece largo tra il rumoroso chiacchiericcio, attirando l’attenzione dei presenti.
«Ringrazio voi tutti per aver preso parte a questo delizioso ricevimento, organizzato dalla mia diletta moglie Beryl in occasione del mio compleanno. In questo allegro giorno di festa siamo lieti di annunciare il fidanzamento di mio figlio Diamond con la bellissima contessina Serenity, figlia della contessa Selene Queen.»
Diamond allargò le labbra in un sorriso, offrendo la mano ad una fanciulla dalla chioma color grano.
Endy non riuscì a vederle il volto, gli invitati si erano stretti intorno ai festeggiati per congratularsi, impedendo al giovane di avvicinarsi al duca.
Applausi e commenti di assenso riempirono l’aria.
«Ci conosciamo?» Una piacevole voce femminile lo raggiunse, costringendolo a voltarsi.
Una fanciulla dai grandi occhi blu e dalla chioma fluente lo guardava con interesse.
«Ne dubito. Lei è?» Rispose Endy, apprezzando il fascino e la bellezza della giovane.
«Nehellenia»
La fissò per un lungo momento. Le fanciulle dall’alta società erano solite presentarsi con il proprio titolo nobiliare, sfoggiando sorrisi smielati e manfrine di circostanza.
«Il suo nome?» domandò ancora la ragazza.
«Endy» baciò appena la mano che gli aveva offerto e indugiò sulle labbra turgide di Nehellenia.
Si limitò a sorriderle, evitando di proseguire la conversazione in quel luogo gremito di nobili. Non poteva svelare di essere un senza nome, un figlio illegittimo che chiamavano Della Rosa perché cresciuto tra i roseti della città di Miyakojima.
«Le chiedo scusa signorina, ma devo ritirarmi. Il dottor Tomoe mi attende.» Disse, indicando con gli occhi il signor Soichi.
«Lieto di averla conosciuta, Signor Endy…» mormorò Nehellenia, sorridendo maliziosamente.
«Incantato.» rispose lui, prima di allontanarsi da lei.

«Con chi stavi parlando?» Soichi Tomoe fissò l’espressione del giovane e scrutò tra i presenti.
«Ho appena conosciuto una fanciulla davvero bella…» sussurrò Endy.
«Non le avrai detto che sei…» cominciò Soichi.
«Si calmi dottore. Non le ho detto nulla.» Un velo d’amarezza si posò sul suo viso, costringendolo ad abbassare gli occhi.
«Endy… Endy…» bisbigliò il dottore.
«Vado a prendermi qualcosa da bere… Ma non preoccupatevi, andrò via prima che altri si accorgano della mia sgradita presenza.» Diede le spalle all’uomo, avvicinandosi ad uno dei tavoli da buffet.
«Soichi, vecchio mio!»
Chronos strinse la mano all’uomo con affetto. «È passato davvero molto tempo… Ti avrei raggiunto in questi giorni a Miyakojima, ho da farti alcune domande…» disse, con fare circospetto.
«Capisco, caro duca… Non lo avete visto? Lui è qui.»
L’uomo si guardò in giro stupito, disperdendo lo sguardo tra gli invitati.
«Non riuscirai a vederlo se ha deciso di nascondersi…» mormorò ancora Soichi.
«Voleva conoscerti.»
Gli occhi grigi del duca divennero due piccole fessure e dalle labbra scomparve quel sorriso che l’aveva accompagnato sino a quel momento.
«Sono in debito con quel ragazzo… vorrei parlargli e spiegargli tutto…»
Il dottor Tomoe gli si fece più vicino: «Endy non è un ragazzo domabile e non ha il temperamento di un gentiluomo. È buono, educato, istruito, ma in fondo al cuore ha solo dolore e amarezza.»
«Ti sono grato per esserti preso cura di lui per tutto questo tempo, Soichi. Oggi stesso parlerò con Beryl e cercherò la migliore delle soluzioni per quel giovane. Vorrei tanto che lui e Diamond diventassero buoni amici…»
Soichi ridacchiò, compiaciuto.
«Endy è taciturno e solitario, ma con le giuste persone accanto è gradevole ed altruista… Ti somiglia, non credi?»
«Dici?»
«Chronos… in paese lo sanno tutti. Ti somiglia molto.»
Il duca scosse il capo, perplesso.
«Caro! Qualcosa non va?» Beryl, raggiunse il fianco di suo marito senza lasciarsi sfuggire l’espressione preoccupata dipinta sul suo volto.
«Va tutto bene, Beryl. La tua festa è davvero un gran successo.» mentì l’uomo.
«C’è qualcosa che non riesce alla tua amata moglie?» scherzò lei, portando un sorriso sulle labbra di entrambi gli uomini.
«Dottor Tomoe! Sono lieta di averla tra i miei invitati.» disse dopo, porgendo la mano a Soichi.
«È sempre un piacere essere insieme a voi!»
«Permettete che vi presenti la futura moglie di Diamond, è una fanciulla davvero graziosa.» Continuò la donna, facendo un cenno ai due giovani fidanzati.
«Dimenticate duchessa che anche io vivo a Miyakojima e che la famiglia Queen è mia amica da sempre.»
«Che sbadata! Diamond, figliolo. Ricordi il dottor Tomoe?»
Il ragazzo si fece avanti con modi eleganti, sotto gli occhi imbarazzati di Serenity.
«Come potrei averlo dimenticato? Che piacere rivederla! Mi dica, signor Soichi… ha più visto il giovane Endy? Sono passati dieci lunghi anni dall’ultima volta che l’ho visto. Vorrei poterlo frequentare e ci terrei a presentargli la mia futura moglie.»
«Diamond… Endy non è più un ragazzino con il quale puoi giocare. È un uomo come te adesso.»
Diamond si lasciò sfuggire un risata: « Endy non è mai stato un ragazzino, l’ho sempre considerato più maturo rispetto alla sua età ed è per questo che lo consideravo un fratello maggiore.»
«Ne sono felice.» Rispose compiaciuto Soichi, incontrando gli occhi basiti di Beryl.
«Figlio mio… non vorrai recuperare i rapporti con quel giovane mendicante?» squittì la donna.
«Madre! Vi chiedo di portare rispetto per coloro che io stimo. Endy è solo un ragazzo che non ha avuto la fortuna di essere figlio di un uomo facoltoso come mio padre.»
Chronos Prince chinò il capo.
Sul suo volto sembrava essersi abbattuto qualche nefasto sortilegio.

«Serenity! Bambina mia… sono così tanto felice per te!» Donna Selene strinse la ragazza tra le braccia, congratulandosi per il suo imminente matrimonio.
«Siete felice, madre mia?» domandò Serenity, ricambiando l’abbraccio.
«Immensamente.» rispose, liberandola dalla stretta. «Oh, dottor Tomoe! C’è anche lei! Che piacere incontrarla!»
«Il piacere è mio, Donna Selene. Le mie felicitazioni, signorina Serenity.»
La ragazza abbozzò un sorriso e avvertì una mano cingerle un fianco.
«Potresti anche fingerti entusiasta, non credi?» le sussurrò Diamond in un orecchio.
Gli occhi color ghiaccio le provocarono un brivido lungo la schiena.
«Resterete a lungo qui a Tokyo?» chiese Soichi a Demando.
«Sei mesi. Non è stato ancora disposto il mio congedo.»
«Capisco. Suppongo che vi vedrò spesso a Miyakojima…»
«Se la mia fidanzata gradirà la mia presenza, sarò lieto di venire in paese!»
Serenity avvampò.
Che impudente! Madre, volete davvero darmi in sposa ad uno come lui? Pensò, fissando gli occhi di Selene.
«Qualcosa non va, mia cara?» le domandò sua madre.
«No.» mentì subito. «Sono solo un po’ emozionata.»
«Come biasimarti, Serenity! È stato appena annunciato il tuo fidanzamento con Diamond e molto presto stabiliremo la data delle nozze. Sarai trattata come una sovrana, la degna sposa del mio unico erede.» Beryl le accarezzò i capelli, sorridendo soddisfatta.
Endy? Chi sarà mai? Un ufficiale? Un conte? No, no. Zia Beryl è stata troppo dura nei suoi riguardi per essere un nobile. Endy… non ho mai sentito parlare di lui.
Con cautela, Serenity scrutava i volti dei presenti per scovare questo misterioso giovane del quale Diamond parlava pochi prima.
Che sciocca che sono! Come potrei riconoscerlo, se non l’ho mai visto?
«Dovresti avere occhi solo per me, futura sposa.» Diamond la strinse più a sé, solleticandole il collo con la scia dei suoi respiri.
«Oh… io cercavo solo mia sorella…» mugugnò lei, allontanandosi.
«Nehellenia? Sarebbe piacevole conversare con la mia futura cognata.» disse lui, guardandola con attenzione.
Ne avrete sicuramente occasione. Lei vive qui a Tokyo, con mia zia Kakyuu…»
«Serenity… rilassati. Non ho intenzione di mancarvi di rispetto.»
Le baciò una mano con dolcezza, suscitando un compiaciuto applauso degli invitati

«Sta' scappando?»
Nehellenia aveva seguito Endy, scrutando ogni suo piccolo movimento.
«Non sono mai scappato in vita mia. Di fronte a niente e nessuno.» rispose stizzito il giovane. «E non sono qui per farmi spiare da una principessina viziata e capricciosa. Anche se ammetto che la sua bellezza è davvero ammaliante.»
Una risata piena di ilarità colpì la ragazza.
«Lei è gentile. Ma mi dica, chi le dice che io sia una principessina?»
«I vostri abiti, i vostri modi, i vostri pregiudizi… La gente dell’alta società è così prevedibile e scontata…» Un’espressione di disgusto calò sul suo volto.
«Se permette… vorrei andar via. Questi ricevimenti non fanno per me…»
«Aspet…» Nehellenia non riuscì a terminare la frase, il giovane era sparito nel centro della sala, inghiottito dai presenti.
Zirconia, la sua cameriera personale, la raggiunse, porgendole dei guanti di pizzo bianco.
«Non ne ho più bisogno, Zirconia.»
«Signorina… perché parlavate con quell’uomo?» s’intromise Zirconia.
«Lo conosci? Sai chi è?» domandò incuriosita Nehellenia.
«Ma certo! A Miyakojima lo conoscono tutti. Lo chiamano Endy Della Rosa.»
«Della Rosa?»
«Sì, Della Rosa. È cresciuto tra i roseti della città, non ha genitori, né un nome, ma è stato educato ed istruito dal dottor Tomoe… Si ricorda di lui?» continuò la domestica.
«Certo… è davvero bello. I suoi occhi, le sue labbra…» cominciò Nehellenia.
«Oh, signorina… non dovreste parlare così! Però è vero, Endy è affascinante e ha molto successo con le donne…»
«Ma davvero… credo tornerò da mia madre per qualche tempo… D’improvviso Miyakojima non è più la cittadina noiosa e di campagna che ricordavo!» disse, ammiccando, la ragazza.
«Signorina… lei non cambierà mai!»

Quando agli invitati fu dato il commiato e le donne del palazzo furono andate a letto, Chronos volle parlare con Soichi.
«Domattina andremo dal notaio. Voglio che Endy porti il mio cognome. È mio figlio e voglio che sia trattato come tale.»
Soichi si sistemò l’orologio da polso, poi rispose: «è una scelta saggia. Endy ha sofferto molto. Ha conosciuto la fame e la miseria e ha sempre lottato per sopravvivere. È un giovane impulsivo e coraggioso e ha un grande cuore. Merita di essere felice o quantomeno di essere riconosciuto come figlio legittimo.»
Legato da un profondo affetto paterno, Soichi Tomoe, ripensò alla dura infanzia del giovane.
«Non ha mai voluto che lo riconoscessi come figlio mio… Se mio padre non desidera che sia suo figlio, allora non sarò figlio di nessuno. Mi ha sempre risposto così… è testardo come te.»
Chronos sospirò.
«Ikuko? Sai qualcosa di lei?»
Soichi Tomoe si incupì.
«Per anni ha pagato in silenzio l’aver avuto una relazione con te. Suo marito, Kenji non le ha mai perdonato di aver avuto un figlio da un altro… è morta quando Endy aveva solo quattro anni…»
Una lacrima scese dagli occhi del vecchio duca, al quale pesava maggiormente il senso di colpa che lo aveva accompagnato in tutti quegli anni.
«Prepara i documenti, Soichi. Domani voglio che tutta la nobiltà riconosca mio figlio maggiore come tale. Endymion Prince. Gli darò il nome che gli è sempre spettato.»


Note: Miyakojima, città dell'isola Miyako, nella prefettura di Okinawa.


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Capitolo 4
*** La lettera ***


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La lettera

 
La luce fioca di una lampada illuminava la penombra della camera da letto dei coniugi Prince, mentre fuori il canto delle cicale musicava l’atmosfera.
Beryl, seduta davanti alla sua specchiera, spazzolava i suoi lunghi  capelli mogano e osservava suo marito adagiato sulla sua poltrona preferita.
«È stata una festa eccezionale, non credi, caro?»
L’uomo, con gli occhi rivolti al cielo notturno, si limitò ad assentire con un cenno del capo.
«Qualcosa non va, marito mio?» La donna posò la spazzola e si girò a guardare Chronos che aveva lasciato la poltrona per esserle di fronte.
«Dobbiamo parlare, Beryl.»
Era serio, gli occhi blu s’erano fatti due piccoli zaffiri neri e, sulla fronte, una ruga mostrava la sua preoccupazione.
«Voglio riconoscere Endy Della Rosa come mio legittimo figlio.»
Beryl balzò in piedi, urtando la specchiera.
«Questo mai!»
Prese a camminare per la stanza, strisciando la camicia di raso lilla sul pavimento.
«Non permetterò mai che il figlio di un’adultera porti il nome altolocato e rispettabile dei Prince!»
«E io non permetterò mai che mio figlio maggiore continui a vivere come un nessuno, privato di ogni privilegio e onore. Per anni ha vissuto nella miseria del suo paese natio e ringrazio Iddio per aver messo Soichi Tomoe sul suo cammino. È merito suo, se Endymion ha ricevuto educazione ed istruzione.» Tuonò Chronos , afferrando la moglie per un braccio.
«Allora lascia che sia lui a riconoscerlo come suo figlio. L’ha cresciuto come tale e ne ha sempre avuto il desiderio.» Beryl cercava di far rinsavire suo marito e di evitare uno scandolo di quella portata.
«No, mai. È mio figlio. Mio! È porterà l’unico nome e titolo che gli spetta. Andrò subito dal notaio. Non voglio perdere altro tempo!» liberò la donna dalla stretta e afferrò una giacca.
«Ma è notte fonda… la gente di buona famiglia riposa a quest’ora…» urlò Beryl.
«Mio figlio ha dormito in un roseto per ripararsi dal freddo… la gente di buona famiglia può anche prendersi il lusso di rinunciare ad una notte di sonno ristoratore!» Aprì la porta della stanza, sbattendola violentemente alle sue spalle.
«Chronos, no! Te ne prego!» gridò ancora. «Maledetta Ikuko… e maledetto quel bastardo che hai messo al mondo.»
Intanto, Chronos Prince, con indosso un lungo soprabito color pervinca,  si era fermato nel suo studio e prese a scrivere, con foga, una lettera destinata a Soichi Tomoe.
Una lacrima sigillò la fine dello scritto, prima di uscire dal palazzo e raggiungere le vie della città.
 
Camminava a passo spedito Chronos, quando si accorse di una banda di delinquenti che si picchiava selvaggiamente per strada. Li sentì urlare ed insultare a vicenda; qualcuno era reo di aver barato durante una partita alle carte e, tale gesto, significava ledere l’onore del giocatore ingannato.
Si affrettò a superarli, facendosi più vicino alle arcate della via, ma qualcosa gli imperdì di proseguire.
Un pugnale lo colpì alle spalle, trafiggendolo. Cadde riverso al suolo, stringendo tra le mani la lettera scritta di suo pugno.
«L’hai ucciso, bastardo!» Un uomo si pulì il viso sanguinante con il braccio, continuando ad urlare. «Qualcuno vada a vedere se è vivo o morto.»
Un giovane, malconcio e trasandato, raggiunse il corpo del duca, spostandolo su di un fianco.
«Dannazione! È Chronos Prince! Presto, qualcuno  sparga la voce! Chiamate Soichi Tomoe che è qui in città e spariamo da qui.»
Si dileguarono tra il trambusto della gente scesa a vedere quel che era accaduto, mentre il duca Prince mormorava la stessa nenia: «Mio figlio… è mio figlio.»
 
Quando Soichi Tomoe fu avvertito dell’incidente, afferrò la sua borsa degli strumenti medici e raggiunse Chronos, trasportandolo nella sua casa, dove fu subito soccorso dall’intero personale e dal medico di palazzo.
Beryl fu la prima a vederlo e, nonostante i singhiozzi e l’angoscia che la pervase, notò la busta color avorio stretta nella mano insanguinata del marito.
Liberò, piano, l’uomo dalla lettera e ne lesse il contenuto.
 

Al giudice Taiki Kou.

 
Io sottoscritto, Chronos Prince, duca del casato dei Prince della città di Tokyo, riconosco il giovane Endymion Mamoru, noto con il nome di Endy Della Rosa, come mio legittimo figlio, frutto dell’amore nato tra me e la defunta marchesa Ikuko Yamato. Notifico che la presente relazione è avvenuta anni prima del mio matrimonio con la duchessa Beryl, principessa della città di Osaka e che eventuali responsabilità e mancanze devono essere attribuite alla mia persona.
Oltre al facoltoso nome di Endymion Prince, attribuisco a mio figlio la metà delle mie proprietà e dei miei beni; la restante metà appartiene di diritto al mio secondogenito, Demando Prince.
Dispongo, inoltre, che sia il mio fidato amico e medico, Soichi Tomoe, a disporre dei documenti relativi al riconoscimento e all’eredità sopra citata.

 Chronos Prince

 
Le gambe di Beryl cedettero, il cuore le batteva all’impazzata e la rabbia si impossessò di lei. Tremante e sconvolta, fu costretta a sedersi lì dove giaceva il marito morente.
«Come puoi farmi questo? Come puoi riconoscere il frutto di un adulterio come tuo primogenito? Come puoi umiliarmi così? Diamond è il tuo unico figlio. Unico e solo! Non hai altri figli! Mai! Il figlio di Ikuko non porterà mai il mio nome, mai!»
Un rantolo venne fuori dalle labbra di Chronos e la donna si affrettò a nascondere la lettera nel cassetto del suo scrittoio, nascondendo la chiave nel suo stesso stivaletto.
«Aiuto! Aiuto!» gridò dopo. «Mio marito sta morendo! Dove sono i medici? Perché nessuno lo assiste?» Soichi varcò la porta della stanza, con al seguito i migliori medici che era riuscito a contattare a quell’ora della notte.
Spero tu muoia, maledetto traditore! Pensò la duchessa.
«Padre! Padre!» Diamond, informato dell’accaduto, irruppe nella stanza visibilmente provato.
«Diamond, figlio mio.» Beryl strinse il figlio al petto, piangendo.
«Voglio parlare con mio padre, madre. Fatemi parlare con mio padre!» gridò, liberandosi dall’abbraccio.
«Non è il caso che tu soffra così tanto, figliolo.»
«Cosa state dicendo, madre! Io voglio parlare con mio padre…»
Soichi Tomoe, affranto e provato, fece cenno al giovane Prince di avvicinarsi, lasciando che si sistemasse al capezzale dell’amico.
Chronos, spinto da un’improvvisa forza, riuscì a trovare la voce per dire: «Mi dispiace, Diamond. Ricorda che tuo padre ti ha amato molto e che in punto di morte ti ha chiesto di adempiere il suo volere… prenditi cura di Endy Della Rosa… so che in passato siete stati buoni amici e che gli sei molto legato…» tossì, ansimando.
«Endy? Padre, vi preoccupate delle sorti altrui anche in una situazione simile? Certo che ve lo prometto, farò tutto quel che volete! Per amor vostro, farò qualunque cosa mi chiediate. E poi, provo un sincero affetto per Endy, ho un bel ricordo di lui e della nostra vecchia amicizia, aiutarlo sarà un vero piacere…» Diamond strinse con forza le mani di suo padre.
«Sei un bravo figliolo, Diamond… sono fiero di te. Non dimenticarti di Endy… io ho… lui… lui è…» Le ultime parole sparirono insieme al suo ultimo respiro, tra lo sconcerto e il dolore dei presenti e l’improvviso sollievo della distinta Beryl.
 
Nessuno seppe mai cosa ci faceva il duca Prince fuori dal suo palazzo nel cuore della notte. Nessuno seppe mai della lettera che aveva scritto per Endymion. Nessuno seppe mai del segreto della duchessa Beryl.
Fu la stessa vedova Prince a dichiarare che suo marito, colpito da una strana insonnia, quella notte era sceso in strada per cercare una drogheria aperta dove poter acquistare erbe rilassanti e che una banda di delinquenti lo aveva aggredito per derubarlo e ucciderlo.
Nei giorni che seguirono, Serenity scoprì il lato fragile di Diamond e quel momento ebbe la certezza di dover sposare l’uomo adatto.
«Sì, madre. Sono felice. Capisco il terribile dolore che Diamond si è trovato ad affrontare e vorrei provare a stargli accanto. Credo di esserne innamorata… lui è arrogante, un po’ dispotico, questo è vero, ma è molto legato alla sua famiglia e alle persone che ama e questo fa di lui un uomo buono e gentile. E poi è così bello…» disse, in confidenza a sua madre.
«Innamorata? Così presto? Oh, beata giovinezza!» rispose donna Selene, abbracciando la figlia.
«Sono certa che Diamond farà di te una sposa felice, anche se mi preme comunicarti che, inseguito a questo grave lutto, Demando a deciso di ritornare in marina e di occuparsi di sua madre,  delle tenute di suo padre e di tutte le sue questioni lasciate in sospeso.»
«Comprendo, madre. E vorrei che zia Beryl contasse anche sul mio sostegno…»
«Lei ti adora, Serenity cara e questo non cambierà.» Le disse ancora sua madre, rassicurandola.
«Allora siete qui?!» la voce di Nehellenia le raggiunse. «Vi ho cercate in tutto il palazzo. Hey, Serenity… quando hai intenzione di presentarmi il mio futuro cognato? È stata una mancanza di rispetto da parte tua, non avermi presentato al tuo prossimo sposo… sono proprio curiosa di vederlo…» Disse, sedendosi e sistemando il tulle del suo abito blu notte.
«Figlia mia! Cosa penserà la gente non vedendoti indossare il lutto? Chronos Prince era tuo zio!» l’ammonì Selene.
«Madre, non me ne vogliate e non me ne voglia neanche la buona anima di zio Chronos, che riposi in pace…. Ma il nero non risalta la mia carnagione candida e i miei occhi sembrano spenti e stanchi. Ora che Serenity ha trovato un buon partito da sposare, pretendete forse che io resti zitella o che prenda i voti?» squittì Nehellenia.
«Nehellenia! È questo quello che ti insegnano nei collegi di Tokyo? A mancare di rispetto alla tua stessa madre? Ad offendere la memoria di un parente defunto?» Serenity parve visibilmente colpita dalle parole fredde e pungenti della sorella.
«Oh, chiedo scusa, Santa Serenity di Miyakojima… non volevo turbare i suoi pensieri casti e puri.» Per nulla toccata, Nehellenia si alzò, rivolgendo una smorfia contrariata alla sorella e, dopo aver sistemato alcune lunghe ciocche di capelli, lasciò la stanza canticchiando.
«Benedetta ragazza…» mormorò sua madre. «Non c’è verso di farla ragionare. Credo di aver sbagliato permettendo a tua zia Kakyuu di crescerla qui in città. Nehellenia è diventata capricciosa, arrogante, sfacciata e vanitosa! Troppe feste e ricevimenti le hanno montato la testa… A volte nei suoi occhi mi sembra di scorgere una luce oscura…»
«Una luce oscura?» domandò Serenity.
«Sì… un velo d’ombra… qualcosa che le oscura la mente, qualcosa che mi fa paura…»
 
 
Tokyo – 13 mesi dopo
 
Le note della Primavera di Vivaldi riempivano l’atmosfera del ricevimento tenuto dal Marchese Seiya Kou. Un vivace chiacchiericcio, accompagnato dal fruscio delle stoffe dei lunghi abiti delle gentildonne presenti, animava la festa con risa e parole di compiacimento.
«Bella festa, caro il mio Kou. Ci hai messo un po’ prima di deciderti, ma alla fine hai ceduto!» disse Nehellenia, porgendo la sua mano al giovane.
«Avrei preferito che tua sorella fosse presente…» rispose lui, ammiccando, dopo averle baciato la mano.
«Lascia perdere… Serentiy non è per te. È già fidanzata e tu lo sai… e poi… sai che noia con quella lì? Immagino: oh, quello non si fa. Quello è sconveniente! Quell’altro è disdicevole…»
Risero entrambi, mentre delle giovani nobil donne la guardavano con occhi truci.
«Quella Nehellenia! Proprio non la sopportò!» Minako Aino, figlia del ricco proprietario terriero Aino, parlottava con le sue amiche, lanciando occhiate fugaci alla giovane contessina.
«Parla più piano, Minako!» l’ammonì Petz. «Vuoi che qualche gentiluomo ascolti le nostre conversazioni? È già fin troppo umiliante permettere a quella Queen Nehellenia di rubarci la scena con i suoi grandi occhi blu e quella bocca scarlatta…»
«Fosse solo quello, amica mia…» proseguì Minako.
«Ha ragione Minako, sorella.» si intromise Kouan. «È il suo carisma, il suo fascino, il suo saper parlar bene che riesce ad oscurarci… quella lì ci sa fare con gli uomini. Li ammalia e quelli stupidi non riescono a staccarle gli occhi di dosso.»
«Che antipatica!» bofonchiò Minako, mordendo la tartina che aveva in mano.
«Hey, guardate lì…» Kouan indicò una coppia di giovani altolocati, appena entrati nella dimora dal marchese padrone di casa.
«Accidenti, che carino!» esclamò Minako, guardando uno dei due invitati.
«Sai chi è il giovane in divisa?» domandò.
«Come?» strillarono all’unisono le due sorelle.
«Non conosci Diamond Prince?» continuò Petz.
Minako scosse il capo. «Sono tornata da Parigi solo qualche mese fa e faccio ancora fatica a riconoscere la nobiltà di Tokyo… » spiegò la ragazza.
 
«Achiral!» enfatizzò Nehellenia. «Qual buon vento ti porta a casa del Marchese Kou? Non dicevi di odiare i ricevimenti tutti lustrini e donzelle sorridenti?» proseguì, salutandolo.
«Non quando la fanciulla più graziosa di Tokyo ne allieta l’atmosfera.» sottolineò il giovane dalla capigliatura chiara.
«Il solito adulatore.»
«Chiedo scusa… ma, Achiral credo sia egoistico da parte tua non presentarmi ad una signorina così tanto graziosa.» la voce di Diamond fece voltare le donne presenti e ammutolire gli uomini d’affari.
«Oh, che sbadato! Perdonate la mia mancanza. Il duca Diamond Prince, la contessina Nehellenia Queen.» dopo il consueto baciamano, il duca temporeggiò sugli occhi color zaffiro della fanciulla, poi domandò: «Parente di donna Selene Queen?»
«Sì. Sono la secondogenita, duca.»
Nehellenia rammentò di non aver avuto occasione di far la conoscenza del giovane duca e sorrise compiaciuta dello sguardo eloquente rivoltogli dal giovane.
«Credo di non aver mai avuto il piacere, contessina…» affermò lui, sorridendo.
«Il piacere è tutto mio, duca.»
«Suvvia, non siate così formale… siamo lontani parenti, possiamo parlarci in modo del tutto confidenziale.» suggerì l’uomo.
«Come desiderate, Diamond.»
Lo sguardo complice tra i due giovani non sfuggì a nessuno dei presenti.
«Ma guardatela quella civetta…» bisbigliò Minako.
«Diamond Prince è il giovane più ricco e facoltoso di tutta Tokyo e guardatelo… ora ha occhi solo per quella lì… Aah! Avrei voluto che non fosse mai venuta!»  si lamentò Kouan.
«Dimentichi che non ha mai perso un ricevimento e che è la dama più attesa ad ogni festa…» le rammentò Petz.
«Un momento... ma Diamond Prince è... è fidanzato!» esclamò la giovane dalla lunga capigliatura dorata.
«Fidanzato? Oh, ma che disdetta!» constatò Petz.
«Forse è meglio così... Neanche quell'antipatica di Nehellenia potrà avere un giovane altolocato e carino come lui, non credi, sorellona?» rispose Kouan, rassicurando sua sorella.
«Oh, no... Serenity! Devo avvisarla del ritorno del suo fidanzato!» Si disse Minako, guardando furtivamente quanto accadeva tra il duca Prince e la contessina Queen.
«Devi sempre prenderti le donne migliori, tu… eh?» scherzò Achiral, sorseggiando un cognac con Diamond.
«Quella Nehellenia è una fanciulla davvero adorabile ed incredibilmente bella…» sussurrò il duca.
«La più bella tra le belle, amico mio! E me l’hai soffiata da sotto il naso… perché ti piace non è vero? Guarda che non puoi negarlo…»
«Sì, mi piace…» ammise lui.
«E anche a lei devi piacere tu.» Seguitò Achiral.
«Tu credi?»
«Credo, credo. Gli occhi blu di Nehellenia erano rivolti solo a te, sembrava non fosse presente nessun altro intorno a lei.»
«Buon per me. Ho intenzione di rivederla ed essendo suo parente ne ho tutti i diritti.» confessò.
«Ma non eri fidanzato?»
«Quello era prima. Prima della morte di mio padre, prima della morte in battaglia del mio migliore amico, Saphir… e poi, ammetto che, durante questi mesi, l’avevo quasi dimenticato. Ho visto Serenity solo per alcuni mesi, poi sono tornato in marina e non ci ho più pensato. Quello era solo un capriccio di mia madre, era lei che mi parlava di Serenity nelle sue lettere, dei suoi studi, dei suoi capelli color oro, dei suoi grandi occhi azzurri, della sua bontà d'animo… Ammetto che è molto bella, è ingenua, pura, sincera, però Nehellenia mi piace molto e non credo che conoscerla meglio sia contro le regole di questo paese.»
«Ah! Beato te che sei ricco e bello! Io al massimo posso aspirare a cercare una donna ricca che mi sposi e mi offra la sua cospicua dote…»
«Hai un cuore di pietra, te l’ha mai detto nessuno?»
Risero insieme, portando dietro di loro lo sguardo incuriosito e soddisfatto di Nehellenia.



NdA: dopo aver sistemato i miei problemi di connessione, sono tornata con un nuovo aggiornamento su questa mia stramba fanfiction (nella mia mente ambientata, più o meno, tra il '700 e l'800)
Che ve ne pare? Sono pronta alle critiche. Mi auguro, quantomeno, di avervi proposto una piacevole lettura.

Con affetto,

Nanà-sshì

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Capitolo 5
*** Piani sovvertiti ***


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DISCLAIMER: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

NdA: Care, affettuose  lettrici, come potete vedere sono ancora viva. Vi chiedo scusa per i miei lentissimi aggiornamenti, ma, per chi non lo sapesse, sono in attesa di una piccola lady e questo richiede un grosso dispendio di energie (e un mare di gioia!)... però vi assicuro che non ho abbandonato nessuna delle mie storie e che le porterò tutte a termine. :D
Spero tanto che vi piaccia il capitolo seguente e se volete commentare e darmi dei consigli sono qui che vi aspetto. ^_^


Kim Nanà


Piani sovvertiti

 

Una brezza proveniente dal mare solleticò le caviglie appena scoperte di Serenity, la quale, seduta sul manto verde del suo giardino, raccoglieva margherite bianche, intrecciando una ghirlanda.
«Ah, che buon profumo!» Si disse, mentre annusava quel piccolo cerchietto, prima di posarselo sui capelli.

«Signorina! Signorina Serenity!» La voce sempre più incalzante di una delle donne di servizio di casa Queen la fece voltare.
«Venga, presto. Sua madre la cerca. È arrivata una lettera di sua sorella Nehellenia.»
Serenity balzò in piedi, sorridendo.
«Madre!» urlò, entrando in salotto. «Cosa scrive Nehellenia?»
Donna Selene ricambiò l’ampio sorriso della giovane figlia, rispondendo: «Dice che è molto felice, che sta partecipando a molti ricevimenti e che in una grande città come Tokyo è impossibile annoiarsi. Inoltre scrive che la moda importata da Parigi veste molto audace e che i cappellini che tanto ci piacciono vanno un po’ più piccoli!» Risero insieme sfogliando le pagine della lettera.
«Serenity… ho paura che tua sorella sia diventata un po’ troppo frivola…» ammise la donna. «E credo di esserne responsabile. Forse non avrei dovuto lasciarla così tanto tempo con Kakyuu nella capitale!»
«Madre non datevi pena! Grazie a zia Kakyuu, Nehellenia ha ricevuto un’ottima educazione e la zia l’ha cresciuta con il medesimo amore di una madre. Inoltre, non dimenticate che laggiù è molto facile che Nehellenia riesca a trovare un buon marito, bella com’è!» La rassicurò Serenity.
«Me lo auguro, figliola, ma dubito possa avere la fortuna che hai avuto tu.» Le disse stringendole le mani. Serenity si lasciò andare ad un sorriso diverso, un sorriso caldo, un po’ timido, imbarazzato quasi.
«Non credo esista un giovane migliore di Diamond…»
«Naturalmente, no…» convenne Selene, accarezzandole i capelli. «Adesso ascolta cos’altro scrive tua sorella…»
«Madre… ma zia Beryl non vi ha portato notizie di Diamond?» chiese la giovane, improvvisamente dubbiosa.
«Ma Serenity!? Diamond scrive all’inizio di ogni mese, che domande fai improvvisamente?»
«È che nell’ultimo anno zia Beryl si limita a dirmi che Diamond manda per me un saluto affettuoso, che mi pensa sempre…» si giustificò, mordendosi il labbro inferiore.
«Sta’ tranquilla, Serenity. Quando Diamond tornerà dal suo ultimo viaggio in Europa avranno inizio i preparativi delle vostre nozze!»
A Serenity le si illuminò il volto e volteggiò nella stanza nel suo morbido abito di taffetà color cipria. «Sono tanto felice, madre!»


Intanto a Tokyo, nel salotto della casa del marchese Kou, Diamond Prince chiacchierava, con fare complice, in compagnia dell’amico Achiral.
«Tu non credi che Nehellenia sia la signorina più bella presente a questo ricevimento?» domandò l’amico, sorseggiando il suo drink.
Diamond si limitò a cercare lo sguardo della fanciulla intenta a conversare con altre signorine dell’alta società.
«È affascinante, affettuosa, sensuale, una vera fiamma incandescente in mezzo a tutte queste acque chete.» Continuò il giovane dai capelli color argento, nonostante la giovane età.

«Quanto entusiasmo, Achiral!»
«Come potrei non averne, amico mio! Guardati intorno. Gli occhi di ogni gentiluomo presente sono tutti per lei!»
Il duca Prince si soffermò a lungo ad osservare colei che era sua lontana parente e per un istante gli occhi dei due giovani si incontrarono, scambiandosi uno sguardo eloquente che non sfuggì nemmeno ai presenti.

 

«Signorina Serenity… chiedo scusa.» La voce di Zirconia, cameriera della famiglia Queen, irruppe nella stanza.
«Dimmi pure, Zirconia.»
«Fuori c’è qualcuno che ha chiesto di voi. Si tratta della signorina Aino.»
Serenity balzò in piedi, allargando un sorriso.
«Minakochan! Madre! Madre! …È tornata Minako.»
Donna Selene posò il suo lavoro di cucito e sorrise affettuosamente a sua figlia.
«Falla accomodare, Zirconia. Figliola, io vado a prendere della limonata fresca, Minako sarà assetata dopo il suo lungo viaggio.»
Il cigolio della porta spinse Serenity a raggiungere l’ingresso in tutta fretta.
«Minako!»
«Serenity!»
L’abbraccio che si scambiarono fu l’incastro perfetto tra due anime amiche riuscite a battere la lontananza per mezzo di infinite lettere.
«Quanto sono felice di rivederti! Devi raccontarmi tutto! Quando sei tornata? Come stai? Com’era Parigi? E Vienna? Oh Cielo, quante domande! Prima accomodati, per favore, mia madre ti porterà subito qualcosa da bere.»
«Contessina Serenity Usagi Queen, smettila di blaterare e tieniti forte. Ho da darti una notizia con i fiocchi.» sentenziò Minako, alzandosi in piedi.
Serenity fissò la ragazza per alcuni istanti.
«Per tutte le lune! Deve essere qualcosa di estremamente importante per aver ricorso al mio nome di battesimo completo.»
Minako le afferrò le mani e specchiò i suoi occhi azzurri in quelli così tanto simili dell’amica.
«Indovia chi ho visto nella capitale?»
«Nehellenia?» domandò trepidante, Serenity.
«Anche lei, purtroppo…» disse Minako, poco felice di aver ricordato la fanciulla in grado di catturare ogni sguardo maschile.
«Su, Minakochan… non essere cattiva con lei…»
«E va bene… basta così, non mi piace parlare di quella civetta di tua sorella. Diamond. Ho visto Diamond Prince al ricevimento del marchese Seiya Kou.»
Serenity trattenne il respiro.
«Diamond?! Diamond è tornato? Dici davvero?»
«Sì, dico davvero! È molto bello, amica mia ed ha molto fascino. Pensa che ogni ragazza presente non faceva che lanciargli sguardi languidi. Anch’io, prima di scoprire chi fosse, l’ho guardato con aria trasognata. Non sei gelosa?» la informò Minako, parlando con foga.
«Sì… no. Non saprei… se è così bello è normale che le ragazze lo guardino… ma se è tornato… questo vuol dire che presto potrò rivederlo!» disse con aria trasognata. «È trascorso più di un anno dall’ultima volta che l’ho visto e cominciavo ad essere stanca delle lettere che lui ha mandato solo a zia Beryl. Oh, Minakochan… e se non mi riconoscesse?» un guizzo di panico comparve nei suoi occhi.
«Ma che dici! In un anno non sei certa cambiata così tanto, anzi, sei più bella e lui avrà sicuramente ricevuto delle tue foto da tua zia.»
La cosa convinse Serenity che si lasciò andare ad un profondo sospiro.
«Minako… sto per rivedere Diamond! Accidenti, come mi batte il cuore!»
L’amica sorrise: «Sei felice, non è vero?» domandò.
L’abbraccio che Serenity le regalò fu più eloquente di ogni altra parola.

 

Intanto a Tokyo, Nehellenia rincasava accompagnata da Seiya.
«Perché non hai detto a nessuno che Diamond è il fidanzato di tua sorella?» Le domandò il ragazzo, aprendole la porta d'ingresso.
«Perché avrei dovuto? Lo sanno tutti, no?» Squittì Nehellenia.
Il giovane Seiya si lasciò sfuggire un inconfondibile sospiro.
«Dimmi... Sono molto innamorati?» Chiese.
«Innamorati? Ma che dici! Serenity e Diamond si sono rivisti lo scorso anno, dopo dieci lunghi anni e solo in occorrenza del compleanno della mia sorellina... poi è ripartito.» Rispose Nehellenia, scuotendo il campanello della servitù.
«E questo cosa significa? La lontananza non impedisce certamente a due persone di amarsi.» Continuò Seiya, mentre una domestica riempiva due bicchieri di limonata fresca.
«Oh, per favore! Non essere sciocco!» Esclamò la fanciulla, sorseggiando la bevanda. «Come si può amare qualcuno senza vederlo mai?»
«E perché no? L'amore è un sentimento che nasce dal cuore...» Seiya scrutò l'espressione di Nehellenia per carpirne i pensieri.
«Seiya! Quanto sentimentalismo!» esordì stupita. «D'accordo, hai ragione. L'amore nasce dal cuore, ma passa attraverso gli occhi, si coltiva con le parole, con gli sguardi e si suggella con i baci, le carezze...»
Seiya rise di gusto, mentre Nehellenia ultimava la sua frase: «E conoscendo quella santarellina di mia sorella, sono certa che fra di loro non ci sarà stata neanche la più timida delle carezze!»
«Ad ogni modo, Diamond Prince resta uno dei giovani più belli e ricchi della città... e tua sorella Serenity è davvero molto fortunata.»
«Già... molto fortunata...» Mormorò, scrutando fuori dalla finestra.

 

A cena, Serenity non riuscì a trattenersi dal raccontare a sua madre quanto Minako le aveva riferito.
«Diamond è tornato? Sul serio?» Chiese donna Selene, un po' incredula.
«Sì, era proprio Diamond, madre. Mi domando perché zia Beryl non ci abbia informato del suo ritorno.»
Donna Selene rivolse un sorriso calmo e rassicurante alla sua primogenita.
«Sicuramente sarà stata impegnata con la tenuta! Ricorda che è una donna sola che si occupa di tutti gli affari di Miyacojima e anche dell'immensa villa Prince.»
Selene provava un profondo affetto verso sua cugina e cercava sempre di giustificare le sue scelte e decisioni.
«Forse avete ragione voi, madre, ma io e Diamond siamo fidanzati, avrei dovuto essere la prima a sapere del suo ritorno.» Osservò sua madre con occhi tristi, sorseggiando il suo tè al tiglio. «Voi non credete sia strano che Diamond, dopo quella volta trascorsa qui lo scorso anno, non mi abbia mai scritto? È sempre stata zia Beryl a darci sue notizie...» fissò i suoi occhi cerulei in quelli identici di sua madre e attese la risposta.
«Se la metti su questo piano, neanche tu gli hai mai scritto.» Puntualizzò Selene.
«Perché è sempre l'uomo che deve scrivere per primo... e poi, dopo il nostro ultimo incontro, avrebbe dovuto almeno scrivermi un rigo.»
Serenity chiuse gli occhi e ripercorse a ritroso i momenti trascorsi con il giovane Diamond l'anno prima.
Ricordò il giorno della sua partenza, aveva indossato l'abito più bello che aveva e s'era precipitata al porto per salutarla.
«Siete bellissima, mia cara.» Le disse lui, accarezzandole una ciocca di capelli fluttuante. Serenity si mordeva nervosamente un labbro, sforzandosi di trattenere le lacrime che spingeva sugli angoli dei suoi occhi.
«Aspetterete il mio ritorno?» Diamond le si fece più vicino.
«Certo che vi aspetterò!» sibilò lei con la voce tremante.
Lui le strinse le spalle e le sfiorò la fronte con un bacio.
«Tornerò da voi perché ora siete mia.»
Serenity lo vide salire la scaletta e raggiungere la prua della nave e mentre la stessa di allontanava dal porto ripeté: «Vi aspetterò. Vi aspetterò, Diamond perché sono innamorata di voi.»
Donna Selene capì i pensieri di sua figlia si erano perduti in qualche romantico pensiero e cercò di distrarla.
«Forse a Diamond non piace scrivere. Non ti angustiare, Serenity. Vedrai, quanto prima Diamond sarà qui e dovremmo sbrigarci con i preparativi per il matrimonio.»
«E se non gli piacessi più?» Continuò Serenity, perplessa.
Donna Selene rise.
«Siate seria, madre! Diamond è stato in Europa per tutto questo tempo e avrà sicuramente frequentato ragazze più belle e di un livello sociale più alto... non so, magari mi riterrà troppo provinciale...»
«Perché pensare cose simili? Tua zia Beryl ti ha fatto ricevere l'educazione di una principessa e sai tutto quello che una signorina dell'alta società dovrebbe saper fare e saper dire. Visto che è la madre di Diamond, saprà sicuramente quello che piace a suo figlio, non credi?» Abbracciò piano sua figlia e Serenity riuscì a sentirsi più tranquilla e rincuorata.
Il giorno seguente Serenity incontrò la sua amica Minako e le parlò dei suoi dubbi.
«Non capisco perché te ne preoccupi solo adesso, Usachan.» Constatò la ragazza dai lunghissimi capelli dorati e chiamandola con quel secondo nome che tanto piaceva a Serenity. «Magari Diamond è solo troppo pigro per scrivere o forse è così impegnato da non avere molto tempo a disposizione. Non sarà solo una scusa la tua solo perché non sei sicura di amarlo?» Continuò Minako, mentre passeggiavano per il paese.
«Io? Ma che dici, Minachan! Forse all'inizio... però, dopo la morte di mio zio Chronos ho visto il suo lato più fragile e standogli accanto ho capito che non sarebbe stato così terribile vivere al suo fianco... è stato nel giorno del mio diciassettesimo compleanno che mi sono accorta di essermi innamorata. Abbiamo ballato per tutta la sera e Diamond mi ha regalato delle bellissime orchidee e un bracciale di diamanti con le nostre iniziali incise su delle placche in oro. Ero davvero molto felice e poi lui mi guardava come se fossi la ragazza più bella del pianeta... per questo non ho fatto altro che pensare a lui, aspettando il suo ritorno.» Ammise Serenity, volteggiando nel suo abito di raso rosa.
«E allora smetti di preoccuparti, Serenity Usagi Queen e pensa solo al suo ormai imminente ritorno. Vedrai, sospirerà per un tuo bacio!» Concluse Minako, ammiccando.
«Minakochan! Non essere irriverente!» Esclamò Serenity, imbarazzata e sorpresa.
«Mi riferivo ai baci coniugali.» Rispose Minako, strizzandole l'occhio.
«Sì, certo. Non ho dubbi.» Risero entrambe, abbracciandosi istintivamente.

 

Un sole timido illuminava il salottino del giardino di casa Kou, dove Nehellenia attendeva l'arrivo di sua zia Kakyuu.
Vide la sagoma di qualcuno oltrepassare il cancello del giardino e raggiungerla.
«Diamond! Ma che sorpresa!» disse, mentre il giovane le si avvicinava.
«Buongiorno, Nehellenia. Mi sono permesso di portarle dei dolci.» Esordì Diamond, porgendole una scatola di cioccolatini.
«Grazie, è molto gentile, ma non doveva disturbarsi così tanto. La prego, non resti in piedi, si accomodi pure.»
«Mi hanno detto che la signora Kakyuu non c'è.» Disse lui, sedendo di fronte a lei.
«No, è andata con Seiya a far visita ad una sua cara amica tornata dall'Inghilterra, la signora Galaxia Sailor. Volevate vedere mia zia?» Chiese la ragazza, vestendosi del suo più angelico sorriso.
«A dir il vero, volevo chiederle il permesso di far visita a voi?» Ammise Diamond, guardandola con vivo interesse.
«A me?»
«Vi dispiace?»
«Ehm... no, diciamo che mi sorprende...» Gli occhi blu di Nehellenia cercarono di carpire informazioni da quelli color ghiaccio di lui.
«E perché mai? Siete la fanciulla più graziosa che abbia conosciuto e dal primo istante che vi ho visto non ho fatto che pensare ai vostri occhi...» spiegò lui, senza mai distogliere lo sguardo.
«Che adulatore! Chissà quante belle fanciulle avete visto ed incontrato in Europa; dite a tutte così?» disse Nehellenia, con fare civettuolo.
«Nessuna era bella come te.»
Il complimento e il tono confidenziale usato dal giovane Prince colpì Nehellenia. Diamond continuò a fissarla con insistenza e la ragazza avvertì improvvisamente dell'imbarazzo.
«Non mi guardate in quel modo, mi fate arrossire.» Disse, costringendo Diamond ad abbassare gli occhi.
«Andrete alla festa di Achiral, giovedì sera?» chiese lui, per cambiare il tono della conversazione.
«Sì e sarà il mio ultimo svago per parecchio tempo. Mi dispiace dover tornare a Miyakojima.» Sospirò Nehellenia.
«Perché?»
«Miyakojima è un paese insignificante, la gente è così diversa da quella della capitale.» Sottolineò la ragazza.
«Vi piacciono le feste?» insisté ancora lui.
«Molto. Sono divertenti e sono un pretesto per vedere le amiche, chiacchierare, sapere quel che accade...» Rise Nehellenia, pensando a quanto si divertiva a partecipare alle serate di gala.
«Di cosa preferite parlare?» Mormorò appena Diamond, facendosi più vicino a lei.
«Quante domande! Perché non mi parli un po' di te?» Tergiversò Nehellenia, ammiccando.
«E cosa vorresti sapere?»
«Ad esempio...» cominciò lei, umettandosi le labbra. «Quali sono i vostri gusti, di cosa vi piace parlare con i vostri amici...»
Diamond le prese una mano sfiorandola appena con le labbra.
«Ultimamente non ho fatto altro che parlare di una ragazza bellissima che credo mi abbia stregato...» gli occhi color ghiaccio fissi in quelli blu come la notte di lei.
«Ah, sì?» Nehellenia optò per un tono di voce sbarazzino e vezzoso. «E mi confideresti il suo nome?» Diamond si alzò e le fu difronte in un attimo, il vestito sontuoso di lei frusciò contro la divisa di lui.
«Credo non sia necessario risponderti.» Uno sguardo più che eloquente accompagnò una carezza azzardata sulla bocca scarlatta della giovane che, fingendosi turbata, abbassò lo sguardo.
«Non vi sembra di essere troppo audace?» chiese.
Diamond le sollevò il mento, piano, senza mai distogliere lo sguardo: «Se vi ho importunata vi chiedo di perdonarmi...» disse lui, con aria enigmatica.
Nehellenia tossì appena, volteggiando intorno a lui.
«Oh, no! Non mi avete importunata... è solo che non sono abituata a stare sola con un gentiluomo.»
Diamond sorrise, mostrando una schiera di denti bianchi e delineati, pareva compiaciuto. «Chiedo perdono.» mormorò, ostentando un inchino. «Spero tu non sia in collera con me, per questo.»
Nehellenia sorrise. «Credo non potrò mai essere in collera con voi...» Concluse, ritrovando una sorta di formalità. Diamond comprese di aver avuto il suo momento per quel giorno, così, tornandole vicino, esclamò: «Bene... allora ci rivedremo al ricevimento di giovedì... semmai voleste la mia compagnia...»
«Ne sarò onorata!» Rispose lei, mentre il giovane si congedava con un delicato baciamano.

 

La campanella di casa Queen riecheggiò nel grande salone, attirando l'attenzione di Serenity che giocava sul pavimento con la sua gatta.
«Zia Beryl!» Esclamò, aprendo la porta. «Che piacere vederti!»
Prince Beryl, con indosso un abito nero con molti merletti e lustrini, fece ingresso nella stanza, accettando di buon grado l'affettuoso saluto bacio che Serenity le offrì.
«Anche io sono felice di rivederti. Lascia che mi accomodi, però. Il lungo viaggio mi ha stremata. Non ricordavo fossero così in pessimo stato le strade del paese. E tua madre?» disse la donna, accomodandosi in salotto.
«È andata al mercato, ma non tarderà ad arrivare. Volete della limonata o del tè freddo?» Serenity era euforica ed allegra.
«No, grazie, mia cara. Sono solo di passaggio, mi fermerò solo per qualche giorno perché sabato parto per Tokyo... Diamond è tornato!» La informò con gli occhi pieni di orgoglio.
«Lo so.» Ammise Serenity «Minako Aino lo ha visto nella capitale.» Fu la sua sincera risposta.
«Deve solo risolvere un affare con dei capitalisti francesi, dopodiché lo avremo qui per sempre. Adesso è un uomo facoltoso che ha visto il mondo e frequentato i circoli più altolocati. È stato un sacrificio per me non averlo vicino dopo la perdita di suo padre. Ora tocca a lui occuparsi delle tenuta e di Palace Prince... con il tuo aiuto, naturalmente.» Aggiunse l'ultima frase con estrema dolcezza, accarezzando piano le mani di Serenity e perdendosi nei dettagli di quello che sarebbe divenuto il matrimonio più discusso ed elegante dell'anno.
Serenity arrossì ed emozionata ed incredula, ringraziò sentitamente quella donna che, per lunghi anni, le aveva permesso di ricevere un'illustre istruzione ed educazione e scegliendola come degna consorte del suo unico figlio.
«Avete fatto così tanto per me, zia... Non smetterò mai di ringraziarvi!» Lei venne istintivo di abbracciare la donna che, seppur sorpresa, ricambiò il gesto.
«Non mi devi ringraziare affatto. Ti chiedo solo di essere una buona moglie per mio figlio.»
Le gote di Serenity avvamparono. «Non occorre che me lo chiediate. Io voglio molto bene a Diamond...» confessò, suscitando un compiaciuto sorriso sul volto della duchessa Prince.

 

Giovedì pomeriggio, come da invito, casa del giovane Achiral era gremita di nobil donne e gentiluomini e, non appena fu arrivato, Diamond Prince cercò gli occhi blu di colei che tanto lo attraeva.
Era in veranda con sua zia Kakyuu, Nehellenia, parlava del suo non voler lasciare la capitale, del suo non voler vivere in un paese di campagna pieno di contadini, pescatori e delinquenti.
«Come potrò trovare un pretendente lì, se non sono riuscita a trovarlo nemmeno qui, nella capitale.» Piagnucolava.
«Asciugati quelle lacrime da coccodrillo, mia cara, non ti si addice...» la rincuorò Kakyuu, aggiustandole un ciuffo sulla fronte. «...e poi, guarda chi è arrivato?! Diamond Prince.» Le posò un fazzoletto di seta in grembo, volgendo la sua attenzione al giovane che chiese subito: «Disturbo?»
«Affatto, duca Prince. Cercavo di confortare Nehellenia. Sapete, è un po' triste all'idea di dover tornare a casa.» Rispose Kakyuu con dolcezza.
«Sì, sono molto legata a zia Kakyuu e mi dispiace moltissimo non poterla più rivedere.» fece eco Nehellenia, portando il fazzoletto all'angolo di un occhio.
«A questo si può porre rimedio.» Fu la pronta risposta di Diamond. «Palace Prince è talmente grande da essere onorato di poter ospitare la gentilissima marchesa Kakyuu e la sua famiglia tutte le volte che lo desidereranno e per il tempo che vorranno.»
Le due donne si scambiarono un sorriso quasi complice.
«Siete molto gentile, duca.» Ringraziò Kakyuu.
«E per voi, signorina Nehellenia, il mio palazzo sarà sempre a vostra disposizione.» Concluse Diamond, guardando la fanciulla con fare eloquente.
«Dite davvero? Voi fareste questo per me?» cinguettò Nehellenia.
«Questo ed altro, pur di vedervi sorridere.» Affermò lui.
Nehellenia lo guardò con i suoi grandi occhi da cerbiatta e sorrise, ammaliando completamente il duca.

 

Non appena fu giunta a Tokyo, la duchessa Beryl si fece condurre subito a casa di suo figlio Diamond e attese il suo rientro con impazienza e trepidazione.
Un tonfo della porta la fece sobbalzare.
«Madre!»
«Diamond, figliolo!» Sinceramente commossa, Beryl strinse amorevolmente suo figlio, che ricambiò il suo abbraccio con altrettanto calore.
«Perché non mi avete avvisato?» Chiese lui, tenendole le mani.
«Le lettere arrivano sempre in ritardo! Ed io morivo dalla voglia di rivederti.» Si giustificò la donna, con prontezza. «Ma non temere, ho viaggiato tranquillamente in treno, solo all'arrivo in stazione ho trovato un po' di confusione e anche qualche conoscente. Pensa, ho incontrato la secondogenita di mia cugina Selene, era in procinto di partire...»
«L'avete vista?» Chiese Diamond con fare concitato.
«Sì, la trovo molto graziosa. Ma dimmi... »
«Graziosa, dite? Nehellenia è una fanciulla davvero bella, madre. In quest'ultimo mese l'ho vista ogni giorno e ho deciso... voglio sposarla!»
Beryl impallidì, lasciando la prese delle mani di suo figlio e in preda allo sgomento azzardò: «Cosa hai detto?»
«Ho detto che voglio sposarmi. Con Nehellenia Queen.»
Allibita dalla notizia, Beryl si lasciò cadere sul sofà, rammentando le parole di Serenity: Io voglio molto bene a Diamond.

 

Serenity non poteva immaginare la tempesta che stava per abbattersi.

 

 

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