Un sogno che non ho chiesto io di vivere

di _Crizia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo di alcune carte importanti ***
Capitolo 2: *** Un normale giorno fra amiche ***
Capitolo 3: *** Happy Birthday ***
Capitolo 4: *** Un malinconico arrivederci ***



Capitolo 1
*** L'arrivo di alcune carte importanti ***


 

 L'arrivo di alcune carte importanti
 

  
 
DRIIIN. DRIIIN!!!!!!!
 
Tiro fuori una mano da sotto le calde lenzuola che mi avvolgono per fermare lo scassante suono di quella maledetta sveglia che ormai suona come ogni giorno da circa 11 anni. Vado a tastoni sul comodino, la tocco e la getto per terra sicura che l'indomani sarà certamente risuscitata e accuratamente appoggiata dove era qualche attimo fa.
Che sfiga!!! Che tutte le sveglie possano essere maledette per l'infernale suono che producono!
Ritiro la mano e porto le coperte fin sopra la testa senza la minima voglia di alzarmi dal mio dolce giaciglio ma all'improvviso il rumore di una porta che sbatte, lo scalpiccio di alcuni passi e il suono delle persiane che si scontrano con il muro esterno della casa, mi fanno intuire che mia madre è entrata nella MIA camera.
Non faccio in tempo a formulare questo pensiero che sento lenzuola e coperte scivolare via dal mio corpo, istantaneamente l'aria fresca mi risveglia i sensi e una volta alzata mi trascino fino in bagno con gli occhi impastati dal sonno e un'andatura stile zombie.
Faccio una veloce doccia e mi soffermo a guardare il mio riflesso allo specchio: ciò che vedo è una normalissima ragazza di 17 anni, con una normale altezza di 1,70 m , un corpo abbastanza proporzionato, occhi di un comune ed insulso marrone, sinuosi boccoli castani fino a metà schiena.
Indosso i leggins in jeans, abbino sopra una lunga maglia bianca con una scritta rosa fluo al centro e calzo le mie inseparabili Converse bianche.
Matita nera sugli occhi e scendo in cucina a fare colazione, inizio a sgranocchiare qualche biscotto quando casualmente, grazie al cielo, volgo lo sguardo all'orologio appeso al muro.
Metto lo zaino sulla spalla e mi fiondo fuori casa diretta di corsa a scuola, per fortuna la strada non è molta.
 
"Please pay attention!".
Ed eccomi qui, nella mia 'adorata' classe durante l'ora di inglese, detto ironicamente si intende, figuriamoci se si può definire la scuola 'adorata', se poi si parla del liceo penso di avervi già detto tutto.
Finalmente suona la campanella, simbolo della bontà divina e ancora di salvezza per tutti gli studenti; non che io sia una lavativa, me la cavo abbastanza bene, ho un'invidiabile media dell'otto che a molti farebbe gola, ma la campanella rimane un melodioso suono di sollievo anche per me.
Esco dalla classe per la ricreazione quando mi sento tirare per un lembo della maglia, mi giro e mi ritrovo di fronte un bellissimo sorriso.
"Ehi Chiara! Non sai che notizia ho da darti! Hai presente i One Direction?", ecco lei è Beatrice una delle mie migliori amiche, la conosco dalla scuola elementare e vi posso assicurare che è una vera forza della natura.
 Il primo giorno di scuola elementare non conoscevo nessuno perché la mia famiglia si era da poco trasferita in questa nuova città, durante la pausa merenda mi ero accucciata in un angoletto mangiando tranquillamente il buon panino con la nutella che mi aveva preparato la mia dolce mamma.
Quando ho percepito che un'ombra era proiettata su di me ho alzato lo sguardo e ho visto una bambina che con un'aria un po' superiore mi ha detto: "Voglio assaggiare la tua merenda."
Io ero intimorita, non sapevo cosa fare, ho chiuso gli occhi e stretta forte la mia merenda fra le mani, non volevo che me la prendesse, la mia mamma l'aveva preparata per me...
"Lucrezia tornatene dalle tue false amiche e lascia stare Chiara!"
Vidi Lucrezia stringere occhi e mani, guardare di traverso la bambina che l'aveva ripresa, girarsi per poi andarsene.
La bambina che mi aveva aiutata mi tese la mano: "Ciao io sono Beatrice! Non ti preoccupare per quella, stai vicina a me e non ti succederà niente."
Titubante afferrai la sua mano, mi alzai in piedi, aggiustai il mio grembiulino a quadretti rossi e bianchi e le dissi un timido: "Grazie."
Lei ha iniziato a squadrarmi e mi ha fatto la domanda più semplice e infantile del mondo: "Vuoi diventare mia amica?".
Non sapevo cosa risponderle visto che non la conoscevo, ma qualcosa in lei mi ispirava fiducia, protezione e una richiesta di reciproco affetto.
Le ho fatto un piccolo sorriso ed ho annuito, lei ha ricambiato con un mega sorriso poi, cogliendomi di sorpresa, mi ha abbracciata.
Da quel giorno siamo diventate inseparabili, se si muove una si muove anche l'altra, se soffre una soffre anche l'altra, se è felice una è felice anche l'altra: entrambe dipendiamo l'una dall'altra, così come la terra gira e la luna le va dietro.  
Quante risate, quante lacrime, quanti segreti, quante passioni abbiamo condiviso e condividiamo!
Comunque ritornando alla domanda di sopra...
" Ehm... dovrei conoscere questi One cosi?"
" Ma come! Te ne parlo da non so quanto?!?! Ti ricordi quei cinque fighi anglo-irlandesi di cui ti ho fatto sentire tutte le canzoni?"
"Vagamente..."
"Chiara sei un caso perso!"
"Va bene sorvoliamo. Su raccontami."
"Sai che non passa giorno che io non mi tenga informata su di loro."
"Figurati se non lo so! Anche quando rimani tutto il giorno a casa mia, almeno una volta, devi attaccare il computer per sapere cosa hanno fatto o faranno!"
"Dunque ieri ho letto che passeranno la maggior parte dell'estate nella loro patria; i manager hanno detto che si sono meritati questa pausa di riposo dopo il loro strepitoso tour!"
"Ok, quindi...?"
"Niente è semplicemente una favolosa notizia!"
"Bene ora che lo so, mi potresti accompagnare in presidenza? Devo vedere se sono arrivate quelle carte per la vacanza-studio."
"Ok!"
Quindi ci avviamo verso la segreteria.
Per quanto riguarda le nostre passioni comuni, anche la musica è una di quelle, certo, non sono pazza di quei cinque ragazzi come Bea ma condividiamo altri interessi; tuttavia quella squinternata della mia migliore amica ha messo alcune delle loro canzoni nel mio Ipod, dicendomi che non potevano assolutamente mancare, per questo motivo mi capita che mentre ascolto la musica mi imbatta nei loro pezzi, senza mai prestare troppa attenzione ai testi è sottointeso.
 
"Buon giorno!"
"Buon giorno signorina Chiara! La stavo proprio cercando: oggi sono arrivati quei fogli che tanto attendeva, un momento che li prendo, eccoli a lei."
"Grazie. Arrivederci."
 
"Allora, Chiara, in quale parte dell'Inghilterra andrai quest'anno?"
"Da quello che è scritto in questi fogli, sarò ospitata da una famiglia londinese. C'è scritto che non hanno avuto altre esperienze di questo tipo, quindi per loro sarà la prima volta, ma hanno parecchi figli perciò non ci dovrebbero essere problemi."
"Non hai... paura? Cioè abiterai con degli sconosciuti che non sanno la tua lingua per circa un mese, aggiungi che sarai anche oltre mare..."
"A dire il vero non mi fa più molto effetto. Ormai sono quattro anni che passo un mese dell'estate in Inghilterra, è vero gli scorsi anni ero con altri coetanei, studiavo nel college e c'era un programma ben organizzato, ma fra un po' diventerò maggiorenne, la lingua la so quindi neanche mi serve più fare quel tipo di vacanza-studio.
Quest'anno sarà come abitare per un mese in terra straniera e sentirsi parte di un'altra cultura!
Comunque Bea, non sarà la stessa cosa senza di te, mi dispiace che i tuoi non ti lascino andare."
"No, no, no, cosa sono questi sensi di colpa verso di me?!?! Pensa alla tua estate, divertiti anche per me e telefonami almeno una volta al giorno, voglio sapere tutto di Londra, dei ragazzi che conoscerai e della famiglia che ti ospiterà.
E mi raccomando non fare cavolate, mi hai capita?" mi dice quella pervertita della mia amica ammiccandomi.
"Ma pensi sempre a certe cose?? Sei scandalosa!"
"E tu troppo pudica. Lasciati andare, datti alla pazza gioia, divertiti finché sei giovane!"
"E no è, anche la citazione dei One cosi no!"
"A proposito dei One Direction, magari sarai talmente fortunata da incontrarli per caso per le strade di Londra, così finalmente potresti capire perché li adoro così alla follia!"
"Ma perché hai in testa sempre e solo loro? E poi scusami ma secondo la probabilità statistica, la possibilità di incontrarli rasenta lo 0%."
"Ok, non mettere di mezzo la matematica che tanto lo sai che non ci capisco una mazza! Pessimista!"
"Sognatrice senza speranze!"
"Non è vero io nutro una grande speranza verso il mio sogno!"
"Cioè?"
"Quello di incontrarli!"
"Rettifico la mia analisi psicologica su di te: sei un caso perso di sognatrice senza speranze!"
"Anch'io ti voglio bene Chiara; ma ora ci conviene ritornare in classe, nonostante preferisca restare a parlare con te. Hai presente  quella megera impellicciata anche se ci sono 30° all'ombra che è comunemente definita prof di italiano? Mi dovrebbe interrogare per farmi recuperare il voto... quindi mi conviene, anzi ci conviene affrettarci."
"Questa volta hai ragione."
"Cosa?!?! Io ho sempre ragione!"
"Va be'... Andiamo!"
Così lascio cadere il discorso e ci avviamo in classe.
Essendo leggermente in ritardo l'insegnante ci guarda torva, ma immediatamente mi scuso e dico che eravamo in segreteria.
Delusa di non poterci fare una bella ramanzina ci manda a posto annuendo, poco dopo chiama sulla cattedra Bea e mentre lei viene interrogata io leggo più accuratamente quelle carte che sono il pass par tout per le mie favolose vacanze.
Noto il nome della famiglia che mi ospiterà: Tomlinson.
Non so come mai, ma mi suona familiare eppure è impossibile che io possa averlo sentito da qualche parte. 

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Capitolo 2
*** Un normale giorno fra amiche ***


Un normale giorno fra amiche
 

 

Pace.
Calma.
Quiete.
Silenzio.
Tranquillità.
Il melodioso cinguettio degli uccelli che vivacizzano la primavera.
L'antico canto delle foglie degli alberi mosse dal leggero venticello.
Momento sereno.
Composizione armoniosa.
Idilliaco attimo funesto.
Cielo limpido, chiaro, cosparso di pallidi e insoliti sbuffi.
Paradiso.
 
 
Intanto, il tempo continua a trascorrere inarrestabile, così la lancetta dei secondi inizia il fatidico cut-down.
3 - 2 - 1  DRIIIIN!!!
 
 
Brusii.
Parlottii.
Schiamazzi.
Urla.
L'equilibrio di prima distrutto, perso, irrecuperabile, lieto lontano ricordo.
Il trillo di quelle graziose creature, comunemente dette volatili, sorpassato, schiacciato, sormontato, calpestato dal rumore del caos.
Inferno.
 
 
  
I getti irregolari e colorati di studenti sono finalmente liberi di lasciar cadere le finte maschere del perfezionismo e del perbenismo, indossate fin'allora per la fama di scuola altolocata. Reduci di stressanti, noiose, soporifere nozioni di alcune materie che possono essere state recepite dalla tua mente annebbiata e delle quali non usufruirai mai in vita tua, possono iniziare a dare libero sfogo al loro io interiore.
 
"Non ci posso credere! 7, mi ha dato un insensato 7! Ora è ufficiale, odio quell'avvoltoio ricoperto di pelliccia! E io che ho sgobbato tutto ieri pomeriggio, mi sono chiusa in casa, senza dar conto a nessuno per studiare meglio ... e mi ritrovo con ... con questo squallido voto! Ah ma io l'ho capita, sai? Più di 6 non mi vuole dare!"
"Però non ti è andata tanto male, insomma il 5 della verifica scritta lo hai recuperato in pieno!"
"Ma per una volta che potevo alzare di qualche decimo la mia media, mi ritrovo con pezzetti di speranza fra le mani. Non è giusto!"
"Avrai altre occasioni per rifarti!", Bea sbuffa e insieme ci avviamo verso le scale, le scendiamo, percorriamo tutto il primo piano ed usciamo.
Camminando parallelamente e in sincrono, ci dirigiamo verso il cancelleto del liceo.
 
Da quando siamo amiche abbiamo creato una specie di rito settimanale, infatti ogni sabato pranziamo e trascorriamo il pomeriggio a casa dell'una o dell'altra; oggi sarei andata io da Beatrice.
"Siamo tornate mamma!"
"Ciao Chiara, ho preparato la penne al salmone, le tue preferite, vanno bene?"
"Certamente! Ma non si doveva disturbare tanto, sarebbe andato bene qualsiasi cosa avesse cucinato! È una bravissime cuoca!"
"Nessun disturbo cara, figurati!
Bea com'è andata l'interrogazione?"
"Mmh." mugugna Bea in risposta, allora mi faccio avanti io: "La prof le ha dato sette, ma Bea pensa che si meritasse di più."
"Be' comunque sette rimane un bel voto e hai recuperato la sufficienza.
Bea aspettiamo che torni tuo padre e pranziamo, se intanto volete "
"Non aggiungere altro mamma, Chiara andiamo in camera mia."
Saliamo le scale che portano al piano superiore, cioè la zona notte.
 
La casa della mia amica è una modesta dimora, al piano terra c'è la cucina, la sala, un delizioso bagno color crema e la lavanderia, al piano superiore le camere e un altro bagno sulla tonalità dell'azzurro con una vasca all'angolo che è una meraviglia, infine nel seminterrato il garage e un scantinato che fungeva anche da soffitta.
Se uno sconosciuto aprisse la porta della camera della mia amica, molto probabilmente la prenderebbe per una stalker, visto i biliardi di poster su i One Direction che ha appeso in camera; per non parlare poi dei cuscini sparsi con sopra le loro facce, il mega logo 1D sulle ante dell'armadio: diagnosi? Una pazza ossessionata da inviare in un manicomio con la richiesta di URGENZA.
Ma in questo caso mi vedrei costretta a prendere le sue difese, poiché io senza quella fuori di testa sono quasi persa.
Ovviamente non appena Beatrice ha letteralmente sbattuto la porta sul muro, si fionda sulla scrivania infondo alla stanza, apre il computer, lo accende, sclera per la lentezza della tecnologia avanzata, e da qui capite da sole cosa intendevo dire sopra, immette la password, clicca sull'icona di internet, parte con un'altra serie di parole che preferisco non riportare e si fionda subito a cercare le ultime notizie riguardanti la band.
Io invece me la prendo comoda, chiudo con attenzione la porta, mi avvio a passo lento verso il suo letto e mi ci butto sopra, allargo le braccia e chiudo gli occhi che qualche momento prima stavano osservando il soffitto, giro di poco la faccia e quando riapro gli occhi mi strozzo con un mezzo grido.  
Non riuscirò mai ad abituarmi ad una cosa del genere!
Infatti mi trovo davanti alla faccia la coperta del letto ad una piazza e mezza con stampate le facce di quei cinque ragazzi.
A volte mi chiedo come Bea riesca a dormire di notte con in camera tutti quegli occhi che la guardano, insomma io non riuscirei proprio ad appisolarmi, inizierei a soffrire di insonnia e alla fine penserei che sia meglio veramente farmi rinchiudere in un manicomio, almeno avrei la cristallina certezza che le pareti sono bianche o di qualche chiara tonalità, insomma qualcosa di normale perché di certo quello non lo è.
 
Facendo forza sulle braccia mi alzo a sedere e le chiedo:
"Allora?"
"Niente di che, le solite interviste con le solite domande del ca***."
Censurata appena in tempo!
Chiude la pagina internet ma lascia il pc acceso e anche lei viene a farmi compagnia sul suo letto.
"Allora fra poco pranziamo, poi ritorniamo un po' in camera mia a cazzeggiare, verso le quattro e mezza-cinque usciamo, alle otto ci mangiamo qualcosa solo noi due, ritorniamo a casa, ci vestiamo secxy ( è appositamente scritto così, come se fosse in forma ironica) e andiamo in discoteca a rimorchiare! YEAH!!!! Programma perfetto!"
Mannaggia mi è sfuggita la censura.
Comunque... "COSAAA?" urlo forse peggio di una pazza.
"Scordati gli ultimi due punti della lista, lo sai che
1 non mi vestirò mai con abiti che coprono ciò che devono coprire male e pena,
2 sai perfettamente che odio la discoteca, i luoghi affollati e confusionari, poi figurati se qualche ragazzo si fa sotto per me."
"Va bene ti vestirai come vuoi e cercheremo di non farci notare dalla fauna maschile, ma in discoteca ci devi venire, dobbiamo festeggiare il mio sette, poi altri validi motivi sono: che é quasi estate e d'estate ci si diverte, alla scuola non restano più molti giorni di vita, ed infine, ma non meno importante,...Tonight let’s get some
And live while we’re young e questo, Chiara, era tanto per schiarirti le idee!"
Così inizia a ridere come una matta, poiché io ho iniziato a farle il solletico, visto che sa che odio quando qualcuno fa battute sul mio nome, ma conoscendola e solo perché è mia amica e so che non lo fa con intenzioni offensive gliela faccio pagare in modo leggero e divertente.  
Dopodiché ci stendiamo sul letto, l'una di fronte all'altra, l'una lo specchio per l'altra, ci sorridiamo, ci abbracciamo ed insieme sussurriamo:" B double F", cioè Best Friends Forever.
Lo diciamo sempre così piano perché la nostra amicizia ci sembra talmente fantastica da apparire irreale e noi abbiamo paura di incrinarla o ancor peggio romperla.
Spero vivamente che nessuno possa mai infrangere il legame che l'amicizia crea. Amen.
Per lo meno questo e ciò che direbbe il parroco alla fine di una preghiera!
 
Mentre siamo ancora nella stessa posizione la chiamo:
"Bea?"
"Mh...?"
"Sai che per me ragazzi e discoteca sono argomenti tabù...", lei si stacca da me e la fiamma della felicità che prima ardeva nelle sue chiare pupille, lentamente si affievolisce come se stessi togliendo l'ossigeno, comburente del fuoco.
"... tuttavia come è successo altre, fortuite, volte, ti seguirò in questa -rocambolesca- avventura...", non mi fa finire di parlare che mi stringe nuovamente e con maggiore intensità; mentre la vedo tuffarsi verso la mia spalla riesco ad intravedere i suoi occhi che sono tornati a brillare per il ritrovato gaudio.
"Comunque le motivazioni che mi hanno convinto sono quelle scolastiche."
"Lo immaginavo che i One Direction non sarebbero serviti a farti scostare dalla tua ideologia, ma so che mi perdoni il fatto che io sia pazza di loro perché mi vuoi bene... e comunque avevo voglia di cantare la loro canzone... e in più si adattava perfettamente al contesto."
"Va bene te lo concedo. Meglio andare di sotto tua madre ci sta chiamando."
Bea annuisce, ci alziamo dal letto e scendiamo le scale per andre in soggiorno.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

 

P.S.
Ringrazio quelle venticinque anonime che hanno letto l'inizio di questa pazza storia e ringrazio maggiormente quelle due dolci anime che hanno trovato il tempo anche di recensire.
Ora vorrei appellarmi a tutti/e quelli/e che leggeranno questo post: potreste farmi, come posso dire, un po' di pubblicità?
Non vorrei essere sfacciata o arrogante ma visto la marea di ff che ogni giorno vengono create o aggiornate nella sezione dei 1D, una storia finisce in poco tempo qualcosa come pagina 6 o di più, quindi spesso è difficile trovarla per ciò vi sto chiedendo questo piccolo favore, per poter far conoscere a più persone(ragazze/i) la mia ff e poter conoscere il loro parere al riguardo.
Grazie per l'attenzione e al prossimo chappy!  

 

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Capitolo 3
*** Happy Birthday ***


Attenzione! Messaggio importante: mentre vagavo per la sezione dei One Direction mi sono imbattuta nella storia "Grazie a dio non sapevo l'inglese!" di Mara98 e trovato delle affinità con la mia storia, tengo a precisare che prima del giorno 2/01/13 non l'avevo mai letta e che quindi la mia storia non è un plagio, né un'imitazione della sua. Tutto quello che troverete scritto in questa ff è frutto della mia immaginazione! Dopo aver chiarito questo e aver scongiurato possibili equivoci, vi lascio al capitolo.
 
 

Happy Birthday!

 
  I giorni passano, il tempo è inarrestabile e la vita continua a trascorrere svolgendo il suo naturale ciclo che porterà irrimediabilmente alla morte.
La vita è effimera , influenzabile, fragile e preziosa come un cristallo, infatti in un batter di palpebre potresti non trovarti più in questo mondo, quindi si cerca di vivere al meglio e intensamente ogni attimo della nostra esistenza che ci è concesso.
Ebbene tutto questo giro filosofico sulla vita per arrivare a dire che oggi 25 Maggio sono finalmente diventata maggiorenne, sono strana forte eh?!
Incredibile come la vita cambi nel giorno in cui festeggi finalmente quei fatidici 18 anni di esistenza sulla faccia del pianeta Terra: è la tua prima indigestione di libertà, la vera possibilità di scoprire il mondo senza alcuna inibizione a frenarti, è come rinascere, aprire gli occhi per la prima volta; eppure quel giorno ti sembra assurdamente identico a quello precedente, in cui avevi 17 anni e tutto ti era ancora precluso e tu, ragazzo o ragazza che sia, non eri ancora padrone o padrona della tua vita.
A fare la differenza fra quei due giorni è una linea invisibile, sottilissima ma allo stesso tempo tangente e marcata profondamente.
 
Nonostante io sia consapevole di questa piccola-grande differenza in me, non riesco a pensare che oggi sia un inizio totalmente nuovo, per questo non ho un sorriso che mi arriva da un'estremità all'altra della faccia, ma la mia solita espressione serena e mezza insonnolita, visto che sono le sette e mezza di mattina e io sono seduta sul tavolo in cucina nel disperato tentativo di riuscire a tenere aperti gli occhi sorseggiando un bollente cappuccino con caffè.
Una volta finita la mia colazione, mi avvio a piedi verso scuola passando a prendere Bea.
"Sciao Chiafa!" ,dovrebbe essere un saluto ma la mia pazza preferita aveva una fetta biscottata in bocca e questo è ciò che è riuscita a fare.
Deglutisce il suo boccone una strana luce infastidisce i miei occhi il che è probabilmente causato dal suo splendente e tiratissimo, neanche si fosse fatta il lifting, sorriso.
Mi salta letteralmente al collo e avvicinandosi ad un orecchio, impresa non tanto difficile, mi urla:" Benvenuta nel modo dei maggiorenni sorella!!!!"
E vi pareva che Bea si dimenticasse di ricordarmi il mio compleanno?
Ovvio che NON poteva!!
 
Persino la mia famiglia ha tenuto a farmi sapere che se lo ricordava, stamattina si sono riuniti tutti intorno al mio letto e mi hanno svegliata con quella snervante canzoncina di auguri, certo ho apprezzato molto il pensiero ma dei semplici auguri sarebbero bastati, quella nenia è così vecchia e monotona che quasi mi riprendeva sonno!
Per non parlare poi del tragitto casa mia - casa Bea; avevo ricevuto telefonate e messaggi dei nonni da entrambe le parti, degli zii da entrambe la parti e dei cugini di ogni grado, sono stata sempre attaccata al cellulare tanto che qualche passante penso seriamente mi abbia scambiata per una segretaria molto indaffarata già di prima mattina diretta all'ufficio del suo capo, ma soffermandosi sul mio abbigliamento avrebbero avuto la mirabile rivelazione che non lo ero.
Dopo che Bea si stacca da me e il recupero delle mie facoltà uditive, ci affrettiamo verso scuola per non arrivare i soliti 5 minuti dopo il suono della campanella.
Per nostra grande fortuna mettiamo piede in classe con 3 minuti di anticipo (YEAH!!! nuovo guinness world record per Chiara!!!) e subito un tripudio di auguri, baci, bacini, abbracci, stirate di orecchie (povere le mie orecchie, dopo oggi mi chiederanno mesi di ferie!!) e le note di quella infantile canzoncina mi avvolge facendomi perdere per poco il senso dell'orientamento, rassegnata ringrazio tutti per il pensiero e mi appresto a sedermi al mio banco in seconda fila vicino alla finestra, mia attraente fonte di distrazione e ispirazione allo stesso tempo.
 
La prof di italiano, alias condor impellicciato, entra in classe e si accorge della mega scritta bianca -AUGURI CHIARA!- che i miei compagni hanno tracciato in maniera stravagante sulla lavagna nera, si gira verso di me e anche lei mi porge gli auguri, dopodiché inizia una soporifera lezione di letteratura.
Riesco a reggere e a prendere appunti per i primi 15 minuti tempo in cui ha veramente spiegato visto che poi inizia come al solito a straparlare, parte per la sua tangenziale parlando di qualcosa che ha letto su un giornale e l'ha colpita, a questo punto la classe depone le matite o le penne e cercando di fare delle facce più interessate possibili iniziamo a farci i fatti nostri.
 
Per quanto mi riguarda, osservo la vita della mia cittadina dalla finestra, ma non sono concentrata, infatti ho un maledetto pensiero che mi ronza per la testa da sabato scorso (che corrisponde a una settimana fa), quel nome -Tomlinson-, sono sicura di averlo sentito da qualche parte, quando ci penso sento come un fastidiosissimo campanellino accendersi dentro di me, ci penso fino a farmi scoppiare la testa e quando sembra che il mio subconscio abbia trovato la risposta questa scappa via dal mio conscio.
È una situazione frustrante!  
Ma perché mi sto arrovellando il cervello su 'sta questione?
Mi sa tanto che Bea mi ha influenzata con la sua pazzia!
Meglio non pensarci più, vivere spensieratamente i giorni che mancano per il mio viaggio, fare luce su questo mistero quando sarò arrivata in quella famiglia e godermi, seppure non ne ho la minima voglia, il giorno del mio compleanno con la mente libera.
 
Finito di perdermi fra le mie elucubrazioni mentali, mi volto verso la classe e vedo la prof alzarsi, segno che la lezione è finita, metto nella borsa a tracolla il materiale di italiano e tiro fuori quello di francese, azione inutile visto che arriva la bidella che ci avvisa che la prof-guai-a-chi-non-rispetta-il-bon-ton è a letto con la febbre, quindi staremo un'ora in biblioteca e l'altra avremo sostituzione con un prof a noi sconosciuto.
A parte le urla di esultanza per la dolce novella che implica 2 ore di cazzeggio assoluto (fatemi passare il termine!), mi chiedo come ci si possa prendere la febbre alla fine di Maggio: è assurdo, ma come le vie del destino sono infinite, così quelle della fortuna sfacciata sono imprevedibili.
 
Bene, a questo punto, posso tranquillamente dedurre che avrei potuto rimanere a casa a poltrire, dato che oggi abbiamo semplicemente concluso un bel niente tranne un quarto di italiano e un'ora di inglese (quest'anno ci è capitato il sabato con l'uscita alle 12, che figata!).
Dunque, questo sabato è Bea che deve venire a casa mia, quindi uscite di scuola, ci dirigiamo verso la mia dimora.
Arriviamo di fronte al cancelletto in ferro battuto, suono il campanello e la serratura scatta, entriamo nel vialetto di casa con il cigolio della chiusura, attraversiamo il giardinetto curato e già vedo mia madre sorriderci e salutarci dalla porta che ha aperto.
"Ciao ragazze"
"Ciao 'ma!" contraccambio e le scocco un sonoro bacio sulla guancia, nonostante il conflitto generazionale fra gli adolescenti e i genitori, che è una cosa assolutamente normale in questa età, io le voglio molto bene e se da un lato mi dimostro un po' distaccata dall'altro so essere molto affettuosa.
 
Mentre appoggio lo zaino per terra vicino all'appendi abiti che c'è all'entrata, sento una voce che immediatamente mi fa esplodere di felicità.
"Ehi sorellina come stai? Non vieni a salutare il tuo fratellone?"
Mi giro verso di lui con un sorriso a 32 denti e percorrendo la poca distanza che ci separa, getto le mie braccia dietro al suo collo, anche lui mi sorride, mette le sue braccia dietro la mia schiena e mi solleva un po' da terra, poi inizia a girare su se stesso.
Mi posa delicatamente a terra e per la differenza d'altezza (la mia testa gli arriva alle spalle) le mie mani scivolano sul suo petto e le incrocio dietro la sua schiena, mentre lui ha le mani dietro le mie spalle e il mento sopra i miei capelli.
Mi stacco dal mio fratellone e ancora incredula di averlo in casa gli chiedo:
"Ma-ma... quando sei tornato da New York?"
"Questa mattina alle 4, quindi scusami se alle 7 non sono riuscito a svegliarmi e a farti gli auguri con mamma e papà, ma rimedio subito", fa una piccola pausa teatrale di silenzio dopodiché mi abbraccia nuovamente gridandomi in un orecchio: "Buon compleanno!"
 
"Ah! Ciao Beatrice, scusami non ti avevo notato talmente preso da mia sorella!"
"Ciao Francesco! Non ti preoccupare so quanto vi volete bene e poi è da diversi mesi che non vi vedete..."
"Hai ragione, ma come mai sei qui?"
Allora mi intrometto nel loro discorso: "Ti ricordi che per noi il sabato è il giorno dedicato all'amicizia?"
"Già, è vero, non mi ricordavo più il vostro rito!
Ok, allora vi lascio salire in camera, non è ancora pronto.
E Chiara..."
"Sì?"
"Mamma sta cuocendo le lasagne..."
"Fra' dovresti ritornare un po' più spesso allora! Sai quanto mi piacciono le lasagne!", gli rispondo iniziando a salire le scale, invece Bea l'ho vista fiondarsi di sopra alla velocità della luce, già immagino che starà di fronte al mio povero pc a fare, ormai sappiamo tutti, cosa.
 
Il pomeriggio è passato alla grande: Bea ha organizzato segretamente tutto questo giorno ed è stata grandiosa!
Verso le 16 siamo uscite di casa e siamo andate ai giardinetti, lì ho trovato tutti i miei compagni di classe che avevano attaccato dei palloncini colorati sulle panchine e avevano legato un lungo striscione bianco fra due alberi.
La scritta rigorosamente con bombolette spray!
E al diavolo il problema del buco nell'ozono, almeno per oggi, anche se poi dovrò preoccuparmi questa estate di mettere sempre la crema solare, pazienza!
Abbiamo chiacchierato e scherzato tutto il tempo, poi siamo andati dal nostro gelataio di fiducia e ci siamo tutti gustati il nostro cono artigianale, peccato che Bea abbia detto a tutti che offrivo io, il mio portafogli si è esaurito!
Tuttavia non si erano ancora esaurite le sorprese che Bea aveva in serbo per me.
 
Infatti ora mi trovo sulla macchina di mio fratello con la mia amica e la nostra direzione è solo una: discoteca.
La cosa peggiore è il mio abbigliamento, Beatrice e mia madre si sono alleate e mi hanno costretta ad indossare quei fastidiosissimi collant semi-trasparenti con sopra un abitino blu elettrico e un paio di vertiginose decolté nere.
(http://m2.paperblog.com/i/10/108481/blugirl-una-pe-2011-da-sogno-tra-fiori-e-toni-L-BXQt6Z.jpeg -> abito)
(http://s.sbito.it/images/80/8097598609.jpg -> scarpe)
 
Siccome anche Francesco questa sera voleva uscire, ha deciso di venire con noi e di accompagnarci.
Sono sicura che vuole solo andare a caccia di conquiste, insomma è un ragazzo molto bello, io gli ho sempre detto che assomiglia moltissimo a Bradley James, quell'attore che ha la parte del principe Artù nella serie Merlin. (il mio fratellone ha ormai 21 anni e secondo me si deve trovare una ragazza, mi piacerebbe un sacco diventare zia, ma non corriamo troppo!)
Una volta arrivati, trovo anche lì la classe al completo, la musica altissima rimbomba nell'orecchie, la semi oscurità e le luci colorati lampeggianti creano quell'atmosfera di proibito e l'odore di alcool che si sprigiona dai bicchieri e in alcuni casi dalle bottiglie ha già preso il posto dell'aria.
Dopo l'entrata ho già perso di vista mio fratello, ma so che è responsabile, intanto noi due andiamo dai nostri compagni e dopo i convenevoli ci sparpagliamo a gruppetti.
Balliamo, ci divertiamo, ascoltiamo la musica (sempre se tale si può definire), qualcuno beve, vedo alcuni compagni provarci con delle ragazze con qualche anno in meno e qualche compagna cercare di attaccare bottone con 'tutta apparenza e niente sostanza', mentre ci sono altri corpi a me sconosciuti che in pista o sui divanetti si strusciano gli uni sugli altri, orribili da vedere.
 
Verso le 3:30 faccio uno squillo a mio fratello che mi dice di incontrarci alla macchina, così dopo aver salutato tutti esco dal locale facendo attenzione ad non far inciampare Bea che ha alzato un po' troppo il gomito, nulla di preoccupante.
Quando Francesco ci vede mi viene incontro e mi aiuta, mettiamo Bea in macchina distesa sul sedile posteriore, poi ci avviamo verso casa.
Alle 4 ci chiudiamo la porta della nostra casetta alle spalle molto silenziosamente per non far svegliare i nostri e mio fratello che ha Beatrice addormentata fra le braccia la porta in camera mia, gli do la buona notte baciandolo su una guancia così come facevo quando eravamo piccoli e si dilegua in camera sua.
Io mi giro e chiudo la porta della mia dopodiché mi occupo di Bea: sperando in un suo qualche segno vitale cerco di infilarle un mio pigiama dopo averla svestita.
Anch'io indosso i miei calzoncini e la maglia a maniche lunghe e subito dopo tiro le coperte sopra i nostri corpi semi infreddoliti.
 
Subito prima di cadere in un sonno profondo penso a tutto l'affetto che oggi mi è stato dimostrato e non posso far altro che pensare che sono tutte queste piccole cose a rendere felice la vita di una persona.
Per lo meno a me bastano, anche se comunque a volte sento un vuoto in me che non riesco a colmare e che quindi considero dovuto a l'assenza di qualcosa o forse... di qualcuno?

 
 
 

P.S.
Prego tutti/e quelli/e che seguono la mia storia di scusarmi per i lunghi tempi di aggiornamento, spero di poter tenere la media di un capitolo ogni due settimane circa.
Inoltre vorrei poter sapere qualche vostro parere, mi basta anche una parola, ma vi prego, date voce ai vostri pensieri!

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Capitolo 4
*** Un malinconico arrivederci ***


Un malinconico arrivederci


 
Finalmente è arrivata l'estate.
 
Niente più scuola, nessuna preoccupazione, nessuna ansia, nessuna tensione.
I nervi e tutte le membra si rilasciano.
L'insofferenza è finita.
 
Spazio alla spensieratezza, alla pigrizia, al divertimento sfrenato.
Benvenute lunghe dormite.
Salve amici divano e televisione.
Rilassatezza assoluta.
Giorni giulivi.
 
Tuttavia oggi sono un po' malinconica perché devo preparare le valige che trascinerò con me in Britannia, ciò significa che devo lasciare qui in Italia la mia B double F, il mio fratellone e la mia famiglia.
Riguardo Bea sapete già del legame che ci lega, i genitori sono i genitori e poi c'è Francesco...
 
Quando eravamo piccoli me ne a fatte passare di tutti i colori, mi rubava le caramelle, tagliava i capelli alle mie bambole, scarabocchiava i disegni che facevo per la mamma e mi faceva piangere spesso.
Poi crescendo abbiamo imparato a fidarci, a confidarci, lui ha iniziato ad essere protettivo verso di me e fra di noi si è creato un legame così saldo che mi rende fiera di essere la sua 'sorellina'.
Certe volte faccio più affidamento su mio fratello che su i miei genitori, forse perché infondo 3 anni di differenza non sono così tanti e quindi mi sento vicina a lui.
 
È un fratello d'oro (gli dovrei far costruire una statua celebrativa), infatti durante il periodo delle medie c'erano dei bulletti che mi dicevano un sacco di cattiverie, io cercavo di non prestarci attenzione, di farmi scivolare via di dosso tutto quanto, di dimostrarmi forte, ma la verità è che quando tornavo a casa ripensavo a tutto quello che dicevano e mi sorgeva spontaneo chiedermi "E se avessero ragione?", allora la mia testa veniva assillata da mille pensieri che se arrivavano agli occhi prendevano la forma di quelle salate goccioline.
Andavo in camera e cercavo di soffocare i singhiozzi nel cuscino, passavo tutto il pomeriggio in tristezza e mi sfogavo facendo tutti i compiti alla perfezione cercando la sicurezza che non avevo nei commenti gratificati dei professori a scuola.
Quando mio fratello tornava dopo la sua pesante giornata scolastica e i faticosi allenamenti di calcio, trovava sempre un po' di tempo per me, per starmi vicino, per consolarmi, per convincermi che ciò che mi venivano dette erano tutte fesserie.
Durante quel periodo lui è stato il mio salvagente, non mi ha fatto mai affondare, ovviamente anche Bea cercava di contribuire in tutti i modi standomi più vicina possibile.
 
Un'altra cosa che non sapete di me è la mia insensata paura per i fulmini e i tuoni, è vero ora sono grande, vaccinata, ormai quasi adulta, e pure ne ho ancora una fifa tremenda.
Prima che Francesco partisse per andare a cercare un buon lavoro a New York, quando c'era un temporale, di notte, mi infilavo sempre nel suo letto, non apriva neanche gli occhi tanto già sapeva che ero io, così mi faceva un po' di posto, mi abbracciava forte e io mi accoccolavo sotto il suo mento riuscendo finalmente a prendere sonno.
 
Qualche volta ci dedicavamo delle serate fratello-sorella, scacciavamo i nostri genitori da casa, mettevamo un film, prendevamo una scodella di popcorn fatti da me (mi vengono veramente buoni!) e con addosso degli orrendi pigiami, ci mettevamo al calduccio sotto un plaid a guardare il film scelto.
 
Quante gliene ho fatte passare!
Spero solo che non sia diventato troppo dolce stando con me, insomma alcune delle cose che facevamo e che ancora continuiamo a fare sono veramente diabetiche... ma sinceramente a me piacciono così!     
Piccoli momenti da assaporare lentamente mentre tutto il resto del mondo resta fuori da un porta con un gran cartello affisso che dice 'DO NOT ENTER'.
 
Va bene forse sto divagando troppo con i ricordi, quindi meglio tornare al presente.
Sento un campanello suonare, un momento quello è il campanello di casa mia, così mi alzo svogliatamente dal divano su cui ero seduta con davanti il ventilatore a palla e vado ad aprire la porta a quella dolcissima persona che mi è venuta a scassare le scatole, che avevo ben impilato, in questa giornata afosa; giuro che se sono i testimoni di Geova non rispondo di quello che potrebbe uscire dalla mia bocca, insomma quelli sono veramente dei rompi bip!
Pronta a mandare in qualche strano paese chi mi si presentasse davanti, una volta aperta la porta rimango piacevolmente sorpresa di trovarci Beatrice.
"Ehilà fratella!", mi saluta mentre si dirige verso il divano in sala che si trova a destra dell'entrata come se si trovasse proprio casa sua.
 Chiudo la porta e la seguo in salotto.
"Allora mio caro fringuello, pronta a spiccare il volo?"
Io faccio una faccia a metà tra lo sbalordita e il senza parole. °O°'''
"Ma tu di notte pensi alla battute da dire o dormi? Perché quella di prima era veramente pessima."
"Mi è venuta al momento.- si difende la pazza, -Comunque sei pronta?"
"Be' sai come la penso del fatto che tu rimanga qui..." non mi fa finire di parlare che sovrasta la mia voce dicendo:
"Stammi bene a sentire, è da quando ti è arrivato il foglio con i dati della famiglia che continui a pensare di mollare tutto per stare con me. Lo sai che apprezzo il tuo interessamento da amica a non lasciarmi da sola, ma ti ho categoricamente imposto di essere, almeno per una volta egoista e di pensare a quello che ti aspetta dall'altra parte della Manica.
Possibile che riusciresti a rinunciare a tutto quello che ti aspetta a Londra? Insomma è sempre stato uno dei tuoi sogni poterla visitare senza adulti intorno, ed ora ti lasceresti sfuggire questa occasione per me?"
"Ehm... sì?"dico titubante.
"Allora non hai capito niente di tutto il discorso che ti ho rifatto per la decima volta? Almeno provaci a pensare un po' solo alla tua felicità e non a quella degli altri, riproviamo: vai a Londra o resti qui infelice con me?"
L'ultima domanda di Chi vuol essere milionario, Chiara concentrati, Bea ti ha istruita e sai la risposta, non avrai un altro tentativo, dai la risposta giusta ora o avrai rimorsi di coscienza per la vita.
 Oh diamine! Anche le vocine nella testa, sono veramente alla soglia della pazzia!
Beatrice inizia a guardarmi semi-infuriata per il mio silenzio così mi decido a prendere una decisione finalmente decisiva:
"Va bene parto per Londra!!
Contenta?"
"ALLELUJA!!" esulta lei.
"Allora mi aiuti a preparare le valige? Purtroppo non si fanno da sole!"
"Certamente."
 
"Dunque magliette a maniche corte, OK;
magliette a bretelle, OK;
vestitini estivi, OK;
pantaloni lunghi, jeans compresi, OK;
shorts, OK;
pigiami, OK;
scarpe, ballerine, OK;
necessario per la toilette, OK;
trucchi, OK;
bigiotteria e roba varia, OK;
intimo, OK.
Sì, direi di aver preso tutto."
"Eh no, ti mancano vestitini-ini per serate disco, tacchi e intimo trasgressivo per notti di fuoco!"
"Ma tu sei completamente fuori! (mossa alla Colorado)"
"Forse giusto un po', però segui il mio consiglio, ti potrebbero servire una volta che sarai là."
"Giusto per farti contenta prenderò qualche abito non troppo mini e qualche paio di decolté, ma scordati QUEL tipo di intimo."
"Va bene mi accontenterò del tuo sforzo.
Comunque hai dimenticato l'occorrente per i giorni rossi."
"È vero! Che sbadata! Per fortuna che ci sei Bea!" e mentre mi sbatto una mano in fronte vado nel mio bagno personale a prendere un pacchetto di quelli che definirei 'i migliori amici di una donna', insomma è vero che quei cinque maledetti giorni al mese sono un po' una tortura, ma fortunatamente noi donne di oggi sappiamo su chi fare affidamento per continuare a vivere normalmente la nostra vita; mi sono sempre domandata come facessero le donne del Medioevo, del Rinascimento, di tempi ancora più indietro e di tutte quelle fino all'invenzione di quegli innovativi salva-figuracce, io non sarei riuscita a vivere senza i miei 'amici'.
Quando ritorno in camera vedo l'ombra di un sorrisino diabolico scomparire dalla bocca di Beatrice, chissà che diamine sta tramando.
Infilo il pacchetto fra le cose per la toilette che ho messo nel borsone delle scarpe poiché la valigia è strapiena e ho seri dubbi che riusciremo a chiuderla, infatti io e la mia amica ci sediamo su di essa cercando di far scorrere i cursori delle cerniere fino al punto d'incontro, cosa che riusciamo a fare dopo diversi tentativi e gocce di sudore.
Finito di preparare tutto ci sediamo sul letto, sospiriamo e ci accordiamo per passare il pomeriggio insieme, ovviamente dopo esserci fatte delle rinfrescanti e rinvigorenti docce.
 
La serata la trascorro fra gli affetti familiari e la notte la passo fra le braccia del mio fratellone che ho obbligato a dormire con me nel mio letto, visto che anche lui ripartirà per New York il giorno dopo la mia partenza e quindi voglio godermi il tempo che mi rimane stando con lui come ai vecchi tempi.
 
Durante l'estate la mia infernale sveglia si prende una vacanza, così mi sveglio più di buon umore, il sole entra già nella mia camera illuminandola di luce soffusa dato che i raggi passano attraverso la tenda, l'afa si fa sentire sin dal mattino e girandomi non trovo al  mio fianco mio fratello, mi metto seduta sul letto, passo velocemente in rassegna tutta la stanza quando lo sguardo si posa sulla porta che si apre svelandomi Francesco con un vassoio dove giace la mia colazione preparata dalla mia fantastica e favolosa mamma.
Alle 8:00 siamo tutti pronti, le valige in macchina, così passiamo a prendere Bea che vuole anche lei essere presente alla mia partenza e mio padre imposta il navigatore per l'aeroporto (gli piace così tanto sentire quella voce semi-umana che ti dice dove andare, io invece la trovo raccapricciante), direzione: Inghilterra.
 
Cerco di non dilungarmi troppo con i saluti perché so che altrimenti non me ne andrei più, ma riservo uno speciale abbraccio da orso a mio fratello che rivedrò fra chissà quanti mesi, mi avvio al mio gate e mi imbarco con tutti gli altri passeggeri del mio stesso volo.
Una volta seduta e decollata, accendo il mio Ipod, mi metto ad ascoltare la musica e a sonnecchiare, dopotutto mi sono svegliata presto per i miei standard.
Penso a tutte le certezze e le sicurezze che lascio in Italia e al punto interrogativo che mi sta aspettando, ma perché rattristarmi, sono sicura che là mi divertirò e finito il mese tornerò in patria, cosa mai potrebbe trattenermi a Londra?







 
 
 

P.S.
Ecco a voi l'aggiornamento bisettimanale, spero che il capitolo vi sia piaciuto, che recensiate e se vi sta un po' annoiando vi chiedo di tenere duro perché fra non molto i One Direction faranno la loro comparsa e allora penso proprio che la storia inizierà, almeno ai vostri occhi, a farsi più interessante.
Ringrazio quella gentilissima ragazza che a recensito lo scorso capitolo: GRAZIE!!!
Ed ora che mi sembra di aver detto tutto vi lascio.

 

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