Geisha no love story

di SabryKagamine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Geisha and the Meshitsukai ***
Capitolo 2: *** The Beautiful boy is so special for me.. ***
Capitolo 3: *** Non ti permetterò di fare quella fine ***
Capitolo 4: *** "She was beautiful like a dea..." ***
Capitolo 5: *** "What is a 'kokoro'?" ***
Capitolo 6: *** "A kiss for two" ***
Capitolo 7: *** "Your Voice..." ***



Capitolo 1
*** The Geisha and the Meshitsukai ***


                                                                                                                                                       






                                                                                                         The Geisha and the Meshitsukai
 

 




"Mi perdoni,master"
"Non ti preoccupare piccola Rin-chan" disse Kaito, accarezzando i capelli della sua amata geisha,i suoi capelli color del sole,color dell'oro,che si posano delicatamente sulle sue spalle senza però oltrepassarle.
"Ritirati pure nelle tue camere,per oggi va bene cosi" concluse lui,guardando Rin con aria soddisfatta.
"Grazie infinite,mio master" rispose la fanciulla con la sua solita aria distaccata.Andata nella sua camera,Rin potè finalmente togliere quel kimono che indossava dalla mattina.Quel kimono rosso decorato con fiori dorati e neri e chiuso da un obi color del mare,come i suoi occhi di un azzurro cosi intenso e profondo...ma anche freddo,congelato che rispecchiava perfettamente la sua tristezza,quel kimono tanto odiato.
Ella si mise davanti al grande specchio della sua camera.Guardando il suo corpo da quindicenne non potè fare a meno di notare come stesse cambiando : si era alzata molto dall'ultima volta che si era guardata per bene,i suoi capelli si erano allungati...anche troppo forse, e le sue curve si erano accentate anche se il suo piccolo seno dimostrava il contrario...
Sbuffando per questo suo particolare non gradito,cominciò a osservare i suoi occhi...da quanto tempo era diventata cosi? Da quanto tempo i suoi occhi avevano perso significato?
 
                                                                         ***
"Mia signora,sono arrivate le sarte per decidere cosa debba indossare per i suoi futuri incontri"
"Mhh...falle entrare velocemente,non voglio perdere tempo con loro" si limitò a dire quella scontrosa nobile.
" Come desidera,mia signora",il servo se ne andò concludendo con queste parole.
"Con permesso" dissero all'unisono le tre sarte,tutte molto anziane ma che sicuramente nascondevano molta esperienza.
"Mh...questo no...troppo lungo...neanche questo..troppo appariscente!Per non parlare di questo cosi semplice!Che razza di vestiti mi avete portato!?Vedete di non rifarlo la prossima  settimana o saranno guai!ANDATEVENE SU!" disse la ragazza dopo aver provato tutti i vestiti che le sarte avevano cucito con le stoffe migliori,le pietre piu preziose e costose del mondo e i modelli approvati dalle principesse e regine degli altri regni.La principessina viziata che si presenta ai nostri occhi è Miku,Miku Hatsune,una ragazza considerata gia donna per la sua bellezza e una bambina per i suoi atteggiamenti infantili.I suoi lunghi capelli verdi raccolti in due codini,gli occhi del medesimo colore e il suo sguardo da cerbiatto non rispecchiavano il vero aspetto che quella "strega",definita cosi dalle persone,aveva. In molti erano però coloro che volevano sposarla...probabilmente quelle persone non la conoscevano realmente.
A pensarla cosi era anche il suo servo,un ragazzo molto,molto bello che le aveva sempre obbedito.
Si pensava che lei fosse innamorata del suo servo a causa del modo in cui lo trattava...di gran lunga meglio degli altri.
Dopo aver consumato l'abbondandte cena preparata dai chef migliori in circolazione,Miku disse al suo servo:
"Ho voglia di mangiare qualche porro!Domani và a comprarne alcuni...hai il mio permesso.Ti darò un po di soldi,compraci ciò che ti ho chiesto e con il resto qualcosa che ti piace! Voglio anche la tua felicità."
Il servo fece un falso sorriso,ringraziò e si ritirò nelle sue stanze.Non sopportava quella ragazza...
 
 
                                                                             ***
     
"Riiiiin,svegliati o farai tardi!Il master ti punirà se non gli porti la colazione a letto alle sette e mezza precise!"
" 'Azz,che dolore!" disse Rin sbattendo al soffitto dopo aver sentito le grida dell'altra cameriera.Il suo letto era posizionato in alto,come un letto a castello e preferiva  dormire al letto di sopra,anche se quello sotto era molto piu grande.
Scese,si vestì,con il solito odiato kimono rosso,prese la colazione preparata dalle cuoche e si diresse verso la stanza del master.
"Sei in ritardo,Rin-chan" disse Kaito.Le sette e trentacinque.
pensò Rin.
"Per questa volta non ti punisco però dovrai fare una commissione,Rin-chan"
Odiava il modo in cui lui la chiamava.Rin-chan.Rin-chan.Rin-chan. Sempre cosi,per ogni minima cosa.
Qualche volta lo aveva detto anche in modo po' erotico,curioso di vedere la sua reazione, ma lei se ne fregava,non si scomponeva. Non gli piaceva in quel senso il suo master anche se
 a dir la verità,era molto gentile con lei,carino e comprensivo perciò qualche fanciulla la invidiava.
"Dovresti andare a comprarmi un po di gelati,frutta e verdura per le cuoche.I gelati sono per me perciò stacci attenta!" disse il ragazzo.
 "Si,master"rispose Rin.
 Mentre si incamminava verso la città osservo il paesaggio: i ciliegi erano in fiore e i petali avevano formato un tappeto rosa lungo il viale; gli uccelli cinguettavano componendo melodie tristi e allo stesso tempo piene di speranza;le persone erano tutte di fretta,chi doveva correre a lavoro chi doveva affrettarsi a portare i propri figli a scuola.
 Arrivata al negozio dove da sempre comprava gli alimenti per il suo master,tutto cibo di prima qualità ovviamente,notò dapprima gli scatoloni contenenti le arance,il suo cibo preferito, e ne comprò qualcuna,il master non si sarebbe arrabbiato se lei si fosse comprata qualcosa che avrebbe condiviso con lui; comprò immediatamente anche i gelati,se si fosse scordata questi il master si sarebbe infuriato sicuramente!
 Avviandosi verso l'uscita,con buste cosi piene da impedirle di vedere,sbattè sicuramente contro qualcosa o qualcuno visto che si ritrovò a terra con il contenuto delle buste completamente rovesciato a terra.Fu sorpresa quando vide che "la cosa" contro cui aveva sbattuto era un ragazzo.Un bel ragazzo.Anzi un gran bel ragazzo.
 I capelli della stesso colore della fanciulla legati in un codino alto;gli occhi dello stesso colore del cielo primaverile. Era vestito molto bene:una camicia bianca e un gilet nero su cui non si distingueva molto la cravatta stropicciata sempre nera.
Un paio di pantaloni del medesimo colore e delle belle scarpe,probabilmente molto  costose,completavano l'aspetto del ragazzo.
Assomigliava a un maggiordomo.Rin ne rimase affascinata tanto che rimase a guardarlo sbalordita tutto il tempo,ossia i 20 secondi prima che lui si alzasse.
"Cavolo,mi scusi infinitamente signora.Oh,volevo dire bellissima signorina.Sono terribilmente dispiaciuto!La aiuto col suo permesso" disse lui.
"Oh...n-non ti preoccupare faccio tutto da sola..."rispose timida Rin mentre continuava a contemplarlo.
"Comunque il mio nome è Len,piacere di conoscerla!" disse infine il ragazzo,baciando le mani della giovane geisha.

     




N.d.A.
Ciaooo a tutti!
Questa è la mia prima FF in assoluto;sono un po’ emozionata :’)
Spero che troviate interessante almeno questo primo capitolo che non è altro che un’ introduzione alla storia in sé.
Dedico però questo primo capitolo della mia prima FF alla mia sorellona Dora-nee,
(TheDarkAngel su EFP)!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** The Beautiful boy is so special for me.. ***


                                            
 
 
 
 
 
 
 
                                                   The beautiful boy  is so special for me...
 
 
 
 
 
 
"Comunque il mio nome è Len,piacere di conoscerla!" disse infine il ragazzo,baciando le mani della giovane geisha.
Rin arrossì notevolmente , facendo spuntare sulla sua faccia una strana smorfia imbarazzata e impacciata.
Il ragazzo alzò lo sguardo e vedendo la sua reazione cominciò a ridere , nascondendosi per non mettere ancora di piu in imbarazzo la geisha.
“E- ehm…io..io sono Rin , il piacere è tutto mio…” rispose ella , spostando lo sguardo dal ragazzo ad altrove per evitare di arrossire ulteriormente.
 Quella che si presentava sembrava la scena di una favola per bambini :
 l’incontro di una semplice ragazza con uno stupendo principe che mai si sarebbe sognata di riuscire ad ammirare nella sua monotona vita una cosi rara bellezza.
I due continuarono a fissarsi per altri cinque buoni minuti mentre i fiori di ciliegio continuavano a fluttuare nell’aria , come se fossero le lacrime delle stelle che piangevano per la loro distanza l’una dall’altra. Il tutto creava un’atmosfera stranamente romantica. Però i due scansarono il loro sguardo, presi dalla timidezza
“ Allora, Rin-san , vorrebbe fare una passeggiata con il sottoscritto? Sempre che non vada di fretta ,ovviamente” disse Len , cercando di smorzare l’aria divenuta ormai pesantissima.
“Ah…bhe non credo che ci siano problemi…in fondo è ancora presto…Accetto volentieri la sua proposta , Len-san.” rispose Rin sorridendo , mentre pensava:
“Tanto il master non si preoccuperà piu di tanto…gli dirò una piccola bugia e via”.
Cosi essi si incamminarono verso un lago molto grande che faceva la sua figura; animali di tutti i tipi si apprestavano a usufruire dei “servizi” che offriva : gli uccellini si rinfrescavano nelle acque limpide e fresche mentre si potevano notare dei cerbiatti addomesticati che bevevano ingenuamente quelle stesse acque; si sentivano distintamente le rane , il cui gracidio sembrava quasi stonare con il meraviglioso canto dei citati uccellini ; anche la meravigliosa orchestra delle cicale si univa alle rane ma quest’ultima manteneva un tono triste , come se stessero celebrando il funerale di un vecchio amico.
Camminando intorno alla recinzione che li divideva dalle  rive del lago , Len cominciò a fare varie domande a Rin , incuriosita da questa particolare ragazza :
“Allora, Rin-san, quanti anni hai?”
“Quindici…lei?”
“Io ne ho diciassett-…oddio mi scusi! Le ho dato del tu senza accorgermene mi dispiace , Rin-san” disse il ragazzo , assumendo un atteggiamento impacciato e maldestro.
“Oh , non si preoccupi per me non c’è nessun problema , può darmi del tu semplicemente , senza farsi troppi problemi.” rispose lei, atteggiando al contrario un sorriso divertito e sereno dopo aver visto la reazione del giovane uomo.
“ Beh allora anche te dovrai darmi del tu,ok? “ Rin annuì.
“Comunque sei molto giovane per essere una geisha…sei una geisha giusto..?” ribbattè Len.
“Gia, ma comunque, non sai che per diventare una geisha si studia moltissimo fin da quando si è molto molto piccoli? Inoltre io sono in un età normale per essere una geisha , anzi sono anche abbastanza vecchia…non ho ancora trovato un compagno e uno sposo… e poi sarà troppo tardi…però spero di trovare un uomo che sia gentile e comprensivo, che non mi faccia del male soprattutto…”
Rin disse queste ultime parole con molta tristezza e sofferenze , riportando alla mente ricordi a cui ormai non voleva piu pensare…ricordi di un rosso cremisi….come il sangue…il sangue di una donna uccisa troppo tempo fa.
Le lacrime ripresero a scorrere e a fuoriuscire da quei zaffiri che erano i suoi occhi.
Len rimase sconvolto dalla reazione di Rin e la osservò con occhi sgarrati mentre vedeva il suo trucco disfarsi e creare vere e proprie lacrime nere cadenti dai suoi occhi , mentre la vedeva soffrire e lo esprimeva bene , senza però emettere alcun suono o gemito : era inginocchiata di fianco a lui ,
con le mani che coprivano il naso e le guancie , lasciando ben visibili gli occhi che erano tornati di un colore grigio dal color zaffiro che avevano assunto poco dopo l’incontro con Len.
Il ragazzo non sapeva cosa fare…sapeva che comunque era qualcosa di troppo personale per poter chiedere spiegazioni sul motivo del suo pianto , essendo uno sconosciuto , alla fine , non aveva nessun diritto di immischiarsi nei suoi affari.
Len si limitò ad accarezzare la guancia della geisha , ossia la mano che la ricopriva, e a guardarla con uno sguardo attento, premuroso e dolce. Ella non potè non guardarlo e pensare che in quel momento sembrava molto piu maturo e vecchio di quello che era.
Rin si buttò al suo collo , abbracciandolo , cosa che non aveva mai fatto da molto tempo.
Cioè , lo faceva con il suo master ma non ci metteva amore e sentimento come fece invece con Len.
All’improvviso però si accorse di una cosa : stava mostrando le sue debolezze , il suo lato debole,
la vera Rin. Si staccò prepotentemente dal ragazzo che rimase sorpreso di questo suo gesto.
“ Scusami. Non accadrà piu…mi dispiace che te abbia dovuto assistere a una scena tanto patetica e pietosa.” sospirò Rin dopo essersi rialzata , aiutata da Len.
“Non dire piu cose del genere , piccola Rin-chan. So che io non sono nessuno alla fine, ma..non voglio piu vederti piangere cosi…” disse lui andando incontro alla ragazza e abbracciandola nuovamente.
E Rin ,come successe prima, arrossì mostrando un’espressione imbarazzata e cominciando a battere sulla schiena del ragazzo.
“NON CHIAMARMI RIN-CHAN!E ORA LASCIAMI!” urlò lei, con una faccia rossa dalla rabbia e dall’imbarazzo.
Len si scostò velocemente da Rin mentre rideva spensierato , quasi con le lacrime agli occhi e sul volto della ragazza tornò a splendere un sorriso ormai dimenticato.
“Non so te ma per me è ora di andare…è ormai tardi..” disse alla fine Rin.
“Oh…Beh,aspetta un attimo!”rispose Len mentre correva verso un carretto dove venivano venduti dei fiori di vario tipo. Egli tornò quasi subito dalla geisha con in mano una splendida rosa rossa.
“Tieni , rossa come lo splendido kimono che indossi . E’ incantevole e ti sta veramente benissimo.
Ti prego, ricordati di me.” disse il ragazzo ancora affannato.
“Oh, grazie mille. Non ti dimenticherò , te lo prometto” concluse Rin mentre si voltava con grande grazia verso la strada che conduceva alla dimora del suo master.
“Arrivederci Len-kun”
“Arrivederci!”
Quel kimono tanto odiato si era ora trasformata nell’abito piu bello che lei potesse mai possedere.
 
 
 
 
                                                                    **********
 
 
 
“ Bentornata Rin-san” disse Luka, una delle cameriere della residenza di Kaito,mentre apriva la porta e si inchinava di conseguenza.
Luka era la piu adulta fra le cameriere della residenza e sicuramente la piu matura.
Aveva dei lunghi capelli rosa come i petali di ciliegio e degli occhi ,del medesimo colore,
 molto profondi.Era molto alta ,con un portamento fiero e serio. Sembrava quasi una mamma a cui chiunque avrebbe rivelato i propri problemi e le sue angosce. Tutte invidiavano il suo fisico : magra ma non troppo , molto formosa ,con le curve giuste e molto molto bella; tanti la scambiavano per una modella.
“Grazie mille, Luka. Senti preparami un bagno cortesemente e metti queste cose a posto in cucina..
sono distrutta..” ribattè Rin
“Subito Rin-san . In effetti il trucco ti è colato tutto…non credo che il master ti accetterebbe in
 questo stato.” ridacchiò Luka con il suo solito fascino materno.
 Rin non fece in tempo a oltrepassare la camera del master che si sentì chiamare…
“Cavolo” pensò.
“Rin, dove sei stata tutto questo tempo? Ci hai messo molto…è successo qualcosa..? disse Kaito preoccupato piu per il fatto che qualcuno si possa esser avvicinato a Rin che qualcuno le abbia fatto del male.
“Non si preoccupi Master, non  è successo nulla. Il fatto è che ho impiegato molto tempo perché al negozio era presente tanta gente che doveva fare compere. Inoltre volevo guardare i ciliegi perciò mi sono trattenuta ulteriormente. Mi scusi.” rispose Rin ferma nel mezzo del corridoio.
“Umh…va bene…appena finisci di lavarti vieni qua, devo parlarti.” ribattè Kaito, seduto come sempre mentre beveva il suo solito thè.
Kaito era un giovane uomo di vent’anni che da poco abitava in quella residenza, ereditata da suo padre.
A guardarlo da lontano sembrava un normale ragazzo in tutto e per tutto : capelli blu scuro scompigliati, occhi piu chiari dei capelli in cui ci si poteva perdere facilmente, un fisico da urlo con muscoli scolpiti, un carattere gentile e tranquillo. Nessuno poteva immaginare che dietro a quel bravo ragazzo che da anni aiutava molto la citta si nascondesse un uomo crudele e avaro.
“Subito Master…” disse infine la geisha mentre si avviava verso le vasche da bagno.
Si lavò in fretta, senza potersi rilassare come invece desiderava. Sinceramente non voleva ascoltare cosa aveva da dirgli Kaito, in quel momento pensava solo a Len. L’aveva colpita cosi tanto che non riusciva a toglierselo dalla mente: così carino , disponibile…e comprensivo..
Dopo essersi rifatta velocemente il trucco e essersi sistemata i capelli , tornò dal suo Master per ascoltarlo.
“Allora Rin, domani verrà qui una persona importante. E’ una ragazza particolare che mi interessa e quando giungerà qui voglio che tu sia il piu disponibile possibile..e cerca di sorridere un po’!
Verrà intorno alle 10 perciò ti farò svegliare da Luka intorno alle 6 in modo che possa sistemarti a dovere e che tutto sia perfetto. Voglio e devo fare colpo.” spiegò in fretta il giovane uomo, guardando in modo serio la geisha che intanto gli si era seduta sulle gambe abbracciandolo.
“Certo Master, farò del mio meglio per non farla sfigurare.” rispose lei.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
Uhuh ciao a tutti!
Ringrazio chi continua  a seguire questa fic e chi la scopre solo ora.
Ho iniziato a fare anche delle illustrazioni sulla storia visto che disegno dalla mattina alla sera XD
Vi prego di recensire e commentare questa storia perché essendo una novellina non so se stia facendo qualcosa di buono o un completo disastro ^^’’
La continuerò molto presto!
 
                                                                                Sabry-Chan Kagamine

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Capitolo 3
*** Non ti permetterò di fare quella fine ***


 
 
 
 
                                                 “Non ti permetterò di fare quella fine”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Allora Rin, domani verrà qui una persona importante. E’ una ragazza particolare che mi interessa e quando giungerà qui voglio che tu sia il piu disponibile possibile..e cerca di sorridere un po’!
Verrà intorno alle 10 perciò ti farò svegliare da Luka intorno alle 6 in modo che possa sistemarti a dovere e che tutto sia perfetto. Voglio e devo fare colpo.” spiegò in fretta il giovane uomo, guardando in modo serio la geisha che intanto gli si era seduta sulle gambe abbracciandolo.
“Certo Master, farò del mio meglio per non farla sfigurare.” rispose lei.
“Ottimo, Bambolina”
“La prego di non chiamarmi cosi Master” contestò Rin guardando a sua volta il suo padrone.
“Ok Rin-chan, come preferisci” rispose Kaito, cominciando a toccare le cosce della ragazza in modo provocante, come se volesse lanciarle una sfida.
Lui la rispettava molto e infatti non era mai andato oltre a baci molto passionali o a qualche toccatina qua e là però era risaputo come donnaiolo del paese. Tutte le donne desideravano passare almeno una notte d’amore con il ragazzo, sapendo benissimo che alla fine erano solo una tra le tante. Tutte tranne Rin, ovviamente. Rin e questa strana ragazza che avrebbero dovuto incontrare.
Tanto egli avrebbe fatto innamorare di sé comunque la giovane e se la sarebbe portata a letto in uno o due giorni. La geisha ovviamente non aveva mai ceduto e infatti, dopo un anno di convivenza con Kaito, le sfide che lui le lanciava quasi ogni giorno, ci aveva fatto l’abitudine.Lei non voleva essere “una tra le tante”.
< Ah si ancora con questa storia, vuoi vedere chi dei due la vince? Sono stata istruita per questo, non mi batti pervertito> pensò ella, ricambiando il sorriso malizioso che le era stato rivolto dal ragazzo.
“Ottimo, inizia la partita. Giochiamo un po’, Bambolina” sussurò lui all’orecchio di lei.
“Non chiamarmi cosi” disse Rin, buttandolo a terra, restando comunque sopra di lui.
Iniziò a baciarlo sul collo ma quelli non erano baci fatti d’amore, erano baci che probabilmente volevano essere morsi. Iniziò a usare la lingua ma quella che lasciava probabilmente non voleva che fosse saliva, ma un qualche tipo di acido. Poi si fermò e lo guardò in faccia.
Aspetta un attimo. Len? Perché c’era lui lì? Non era Kaito quello che doveva battere a questo gioco di passione?
Accarezzò dolcemente una guancia al ragazzo…
“Rin-Chan?” disse Kaito un po’ preoccupato. Lei non gli aveva mai fatto una carezza cosi dolce in tutto il tempo che avevano passato insieme.
La geisha aprì gli occhi: il dubbio era sparito, quello era Kaito, non Len…Perché aveva immaginato che quello fosse Len? No, non può essere. Lei non era una tipa da amore e smancerie, avendone mai ricevuto, o almeno lei si definiva cosi. Chiuse per un attimo gli occhi. Il gioco continuava.
Rin cominciò ad aprire il kimono del suo Master, per esporre ciò che il suo corpo offriva.
“Che bei muscoli” disse tra sé e sé mentre gli accarezzava il petto scolpito e lo leccava.
“Lo so” ridacchiò Kaito sentendola.
A questo punto egli decise di ribaltare la situazione. In pochi secondi la ragazza si ritrovò in trappola: mani strette al pavimento da quelle di lui, il suo corpo esile sovrastato da quello possente del ventenne.
Aprì leggermente il kimono, solo per poter scoprire le spalle e il collo della geisha, le sue prede.
Iniziò a mordicchiarle leggermente, lasciando segni abbastanza evidenti. Poi fissò le labbra di Rin e piano piano si avvicinò sempre di più al viso di ella, che intanto era rimasta impassabile.
“Ho vinto” sussurò Kaito quando le loro labbra si sfiorarono.
“No, mi dispiace” disse decisa Rin, rigirando nuovamente la situazione.
Si alzò lentamente dal corpo del padrone e si diresse verso l’uscita della stanza, per andare nella sua.
“Uno a zero per me, Master.”
“Ovviamente Bambolina.” disse lui, ancora steso sul pavimento, con il kimono leggermente aperto.
 
 
Chiusa nella sua stanza, Rin si buttò sul letto. Quella mezz’ora di passione le era sembrata un anno intero ed era sempre cosi ogni volta che faceva un qualche servizietto di questo tipo al suo Master.
Certo, lui non era mai andato oltre qualche bacio e qualche leccatina e Rin sapeva che non lo avrebbe mai fatto, si fidava di lui…un pochino.
“Rin-san, è pronta la sua cena! Sto entrando!” disse Gumi mentre apriva la porta.
Gumi era la piu giovane delle cameriere ed era arrivata da poco alla residenza.
I suoi capelli verde chiaro,i suoi occhi di un verde leggermente piu scuro e il suo corpo esile, simile a quello di Rin, rispecchiavano perfettamente il suo carattere allegro, vivace e solare.
Era sempre felice. “Come fa?” si chiedeva continuamente la geisha ogni volta che la osservava.
Ma per Rin era piu di una semplice cameriera : era la sua amica piu cara in quel momento.
Ogni sera si fermavano a parlare del più e del meno, sulla loro giornata, sulle loro avventure prima di venire da Kaito ma soprattutto dei ragazzi! Ovviamente non avevano l’occasione di vederne molti, stando chiuse per la maggior parte del tempo però se il padrone invitava qualche amico o le mandava a fare qualche compre era la prima a cui Gumi faceva caso!
A Rin non importava molto, pensava che la sua vita sarebbe andata avanti ogni giorno ugualmente al fianco di Kaito finchè lui non l’avrebbe venduta a qualcuno o uccisa.
Tanto ormai la sua vita era noiosa, anche se Len aveva acceso una piccola fiammella di speranza ma comunque era certa che non l’avrebbe rivisto.
“Allora Rin, come hai passato la giornata?” iniziò Gumi, stendendosi vicino all’amica.
“Bah,è andata piuttosto bene…ho incontrato un ragazzo…carino…” disse Rin arrossendo visibilmente.
“Ihihihih, su racconta, comè?!?” urlò la cameriera in preda all’euforia.
“Ehi, ci sentiranno! Abbassa la voce! Comunque…è biondo, i capelli sono legati in un codino, gli occhi sono come i miei…no aspetta, sono azzurri i suoi…è alto e ha diciassette anni…si chiama Len…”concluse la geisha velocemente.
“Uhuh ottimo! Magari potrai rivederlo e-“
“No, non credo che lo rivedrò. Dai vestiti che portava sembrava un ricco, erano di qualità e sicuramente costosi. Inoltre non credo che Kaito mi permetterebbe di stare con un qualche uomo visto che alla fine io sono la sua “compagna” per ora. Non ho molta scelta…sono rinchiusa in questo incubo gia da quando ero piccola e ci vivrò per sempre, non importa se lo voglia o no.
Te lo sai bene…la fine che farò appena mi sveglierò da questo incubo e di certo non sarà un risveglio felice…anzi…non sarà neanche un risveglio.”
Mentre concludeva la frase atteggiò le labbra in un sorriso triste, di chi già conosce il suo futuro, e Gumi lo notò certamente. La cameriera dall’animo allegro e vivace rimaneva sempre sbigottita quando invece l’altra ragazza diceva frasi di questo tipo. La faceva riflettere molto.
Forse lei non avrebbe fatto la sua stessa fine, forse sarebbe rimasta lì fino a quando non sarebbe invecchiata o forse se ne sarebbe andata di sua volontà, sarebbe fuggita anche se ciò non sarebbe servito a nulla visto che Kaito era uno degli uomini piu ricchi e importanti del paese e aveva a sua disposizione le guardie della città.
“Ehi Rin, io devo andare a letto visto che domani mi dovrò svegliare prestissimo ma sappi che non ti permetterò di fare quella fine.” La cameriera divenne improvvisamente seria mentre richiudeva la porta della stanza di Rin.
La geisha, invece, come se non fosse successo nulla, si svestì e si stese sul letto, a guardare il soffitto.
Pensò, pensò alla reazione di Gumi e a ciò che aveva affermato tanto sicura. Sapeva bene che non ci sarebbe mai riuscita anche se ne era tanto convinta, tutti sapevano che il suo destino era quello che era.
“Non voglio svegliarmi domani” disse semplicemente, sospirando, prima di addormentarsi.
                                                                   
 
 
 
                                                                          ***
 
 
 
“Riiiin-san! E’ ora di svegliarsi su!”
“Seee Luka, son solo le sei, ma dove vai alle se-..Cavolo!” urlò Rin dopo essere stata colpita da uno schiaffo dell’altra donna. La sua pigrizia era risaputa da tutti e per questo Kaito aveva deciso che sarebbe stata Luka, con le sue maniere forti e decise, a svegliare la geisha.
“Forza, vestiti velocemente che dobbiamo iniziare a pettinarti e a farti il trucco” disse seria la servitrice, come se fosse stata sua madre ma, per fortuna, non lo era.
Rin si mise il solito kimono rosso, che ormai era divenuto il suo preferito, legato da un obi dorato che creava un fiocco maestoso ma elegante. Quell’abito evidenziava piu di tutti il suo esile corpo essendo abbastanza aderente sul busto e molto piu largo sulle maniche, dove si formavano varie pieghe molto evidenti.
Luka iniziò subito a occuparsi dei capelli: il Master aveva deciso che non avrebbe avuto la solita pettinatura composta dai suoi capelli sciolti e uno chignon retto da semplici bacchette ma voleva la pettinatura che le maiko* hanno, non voleva nemmeno le parrucche delle altre geisha.
Dopo un’ora e mezza i capelli erano finalmente pronti: Rin sembrava ormai ritornata una maiko con quelle loro strane pettinature formate da due enormi chignon (?) e rette da alcune bacchette decorate.
A rifinire il tutto c’era un enorme fiore e alcune foglie appartenenti a esso attaccate a uno dei due chignon.
Ora era il turno del trucco e per quello ci sarebbero voluta almeno un’altra ora e mezza se non due ore. Il viso, normalmente lasciato al naturale, era stato imbiancato completamente; sugli occhi vari ombretti rossi e neri erano stati sfumati, creando cosi un effetto stupendo visto che erano accostati con i colori del kimono. Ecco ora sembrava proprio una bambola e ciò la infastidiva non poco.
Sorseggiò velocemente una tazza di thè prima di notare l’orologio. Oh, ottimo, erano gia le dieci.
Si affrettò a scendere le scale e dirigersi dal suo Master per dargli il buongiorno prima dell’arrivo degli ospiti.
“Buongiorno Master, si è riposato adeguatamente per il suo incontro di oggi?”
“Buongiorno Rin-Chan, direi che sono abbastanza in forma.” disse sereno Kaito, seduto nel salone e pronto a ricevere gli invitati.
Lui al contrario della ragazza, non avevo cambiato nulla del suo normale abbigliamento però fu felice nel vedere Rin cosi agghindata. Era veramente bellissima.
Ad un tratto la geisha sentì qualcuno bussare al portone principale.Oh no, erano già qui.
Si avviò verso la porta velocemente. Davanti alla porta, chiuse gli occhi per cinque secondi poi aprì la porta.
“Ohayoo Gozaimasu, irasshaimase*” disse Rin ancora con gli occhi chiusi. Appena li aprì si ritrovò davanti due figure: una ragazza molto giovane con un vestito appariscente e un ragazzo.
Quest’ultimo sgarrò gli occhi e disse con un filo di voce: “Rin…?”
Ella rimase impassabile, con la solita espressione triste e seria. Non importava il fatto che quello era proprio Len.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N.d.A
Ciaoo a tutti!
Scusate per il clamoroso ritardo ma tra disegni e sub non ho avuto molto tempo per riguardare, correggere e pubblicare..
Comunque non credo che questo capitolo riscuoterà molti consensi…non dice molto in fin dei conti però mi serviva per delineare i personaggi di Gumi e anche Kaito.
Non mi uccidete per il piccolo KaitoxRin anche perché non c’è sentimento in ciò che fanno e poi da qua si è un po’ capito il rapporto tra loro due ossia una sfida continua di passione!
In ogni caso vi prego di recensire perché ciò mi servirà per sapere se sto facendo na schifezza o qualcosa di decente!

Al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 4
*** "She was beautiful like a dea..." ***


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“She was beautiful like a dea...”
 
 
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“Ohayoo Gozaimasu, irasshaimase*” disse Rin ancora con gli occhi chiusi. Appena li aprì si ritrovò davanti due figure: una ragazza molto giovane con un vestito appariscente e un ragazzo.
Quest’ultimo sgarrò gli occhi e disse con un filo di voce: “Rin…?”
Ella rimase impassabile, con la solita espressione triste e seria. Non importava il fatto che quello era proprio Len.
Lui al contrario rimase molto sorpreso di vederla e, diciamolo, anche felice. Non si aspettava di incontrarla ancora dopo la mattinata precedente, trascorsa magnificamente secondo il ragazzo.
Però qualcosa non andava. C’era qualcosa in Rin di diverso rispetto al giorno prima: l’aspetto?
Bhe, certo, per un ricevimento importante, chi non si agghinda come meglio crede…o come gli altri meglio credono?
In ogni caso, l’aspetto fisico non c’entrava nulla…il solito e magnifico kimono rosso le donava come quando l’aveva conosciuta e i suoi capelli, raccolti in quella strana pettinatura, facevano risaltare il suo viso, dove Len soffermò particolarmente il suo sguardo. Eccola là, quella stranezza tanto sentita!

Il suo sorriso, il suo meraviglioso sorriso, non c’era più. Al suo posto un’espressione malinconica e triste era posata in quelle labbra sottili e rosee cosi invitanti.
Comunque anche Rin era rimasta un po’ sorpresa di quella visione, senza darlo a vedere naturalmente.
Era quasi certa che Len avesse una fidanzata o una compagna, troppo bello per non averne.

Infatti la ragazza che era davanti alla porta teneva sottobraccio il giovane che invece puntava proprio a lei.
Due codini color verde-acqua, legati con due nastri bianchi, un vestito molto vistoso bianco e corto,tanto da far notare le sue mutandine a righe azzurre e bianche, sbrilluccicante da ogni singola parte e smanicato, che assomigliava quasi a un kimono solo per il fatto che portava in vita una cintura legata da un grande fiocco, un paio di guanti bianchi uguali al vestito, un paio di calze a rete e un paio di stivali non molto alti bianchi ornavano la figura della giovane. Alta pochi centimetri più della geisha, magra e con occhi verdi che sembravano seguire ogni movimento della geisha e penetrarle gli occhi freddi.

Un’altra bella ragazza sprecata, ecco.
“Oh ma che bella ragazzina abbiamo qui! Len la conosci?” disse lei,sfoggiando un sorriso derisorio e toccando il naso di Rin,visibilmente irritata.
<< Toh’, n’altra puttana, che bello!>> pensò la bionda mentre non mostrava nessun tipo di reazione al gesto dell’altra. Già le stava antipatica.
Len intanto fece finta di non sentire le parole che quella gli rivolse e continuò a guardare il viso spento di Rin: ne era attratto come un magnete anche in quel caso.
“Vi prego di seguirmi nell’altra stanza dove il mio master è pronto a ricevervi” annunciò improvvisamente dopo aver fatto entrare gli ospiti e aver richiuso la porta.
Attraversarono un lungo corridoio abbastanza largo, decorato da quadri di grande valore rappresentanti tutti una figura femminile in varie pose e paesaggi, una geisha.
Da questo corridoio si arrivava alla maggior parte delle stanze del piano terra della residenza mentre alla fine di esso si trovavano le scale per raggiungere il primo dove vi era anche la stanza di Rin con il suo bagno personale.
Rin guidò i suoi ospiti silenziosamente da Kaito che fu ben felice di vedere la ragazza dai capelli verdi.
“Master, gli ospiti sono qui”
“Ottimo Rin!”, le schioccò un bacio sulla guancia, “ Ehilà Miku! Quanto tempo che non ci si vede eh? Indossi ancori questi abitini succinti come una volta a quanto vedo, accomodatevi pure, te e il tuo amichetto” disse Kaito abbracciando l’ospite.
<< Ma questo chi è..?>> fu l’unico pensiero di Rin dopo aver assistito alla scena che le si era presentata davanti. Il suo padrone non era mai stato cosi felice. Quello non era lui!
<<Lo avranno rapito gli alieni. Si, è cosi, non mi spiego questo cambiamento .>>
Intanto tutti presero posto intorno al tavolo su cui erano riposte delle tazzine contenenti del thè.
Il padrone di casa iniziò a parlare mentre sorseggiava la bevanda:
“Allora Hatsune, sono felice che te abbia accettato il mio invito. E’ da quando ti sei ritirata dal liceo che non ci vediamo, è un sacco di tempo! Come vanno i tuoi studi privati? E la tua famiglia?”
<<Ritirata dal liceo!? Ma se avrà la mia stessa età, gia è tanto se lo ha iniziato questa…>> pensò Rin.
Miku portò alla bocca una tazzina e dopo averne bevuto gran parte del contenuto rispose:
“Già, va tutto a meraviglia. Sto studiando un po’ di politica e mi sto addentrando nel settore finanziario.
Per quanto riguarda la mia famiglia, mio padre è morto da non molto, ormai sono rimasta solo io.”
Lo disse così, tranquillamente e facilmente, come se ne fosse felice e la bionda giurò di aver visto un sorriso spuntarle in volto. Dopo questo breve dialogo il silenzio calò e l’aria si fece improvvisamente tesa e imbarazzata.
La situazione era questa: Rin guardava malissimo Miku che guardava Kaito che la guardava a sua volta mentre Len osservava la geisha. I loro pensieri?
Rin: << Questa la dà a tutti
>>, solito sguardo serio;
Kaito: << Questa me la dà>>, solito sguardo pervertito;
Miku: <<A questo non la do eheh  >>, sguardo divertito di chi si vuole far desiderare;
Len: << Rin…sorridi!>>, sguardo preoccupato. (ndA. Santo Len, l’unico che non pensa a robba sconcia, per ora..XD)
E mentre venivano scambiati sguardi strani, Rin venne chiamata da Kaito che la fece accomodare a cavalcioni sulle sue gambe.
“Sai piccola Rin-Chan, lei è una delle persone piu potenti del paese come me …quando eravamo piu piccoli abbiamo frequentato le medie e i primi anni del liceo insieme…devi trattarla bene e essere gentile con lei visto che è una mia amica…ok?” disse lui mentre baciava leggermente il collo della fanciulla e mordicchiava le sue orecchie.
“Da quando ti sei dato alle puttanelle, Kaito?” disse Miku guardando con uno strano sorriso Master e geisha.
“Mi dispiace ma io non ti assomiglio nemmeno vagamente, non sono un’oiran* e almeno a me non si vedono le mutande” rispose Rin gustando la faccia stranita di Miku che si sistemava il vestito dopo la sua risposta.
L’unico che rimaneva in disparte sembrava Len che continuava a fissare la bionda e l’altro ragazzo che la baciava. Era geloso e si vedeva anche molto dalla sua espressione, un misto tra “arrabbiato” e “deluso”. Ma perché era geloso se quella ragazza nemmeno la conosceva in fin dei conti?

 
 
 
 
                                                                           ***
 
 
 
L’aria di sfida che si era creata poco prima era ormai svanita dopo che Kaito aveva chiesto a Rin di esibirsi per una piccola dimostrazione di danza.
“Certo Master.”
Ella salì sul basso tavolino e aprì lo spacco del kimono per tirare fuori dalle sue calze un velo rosso.
Len andò in visibilio solo guardando le cosce della bionda ma poi quando ella ne accarezzò una per prendere il velo non riuscì a trattenersi e guardò incantato la scena mentre diventava color del velo.

Poco dopo la geisha iniziò a danzare come se non fosse in quella stanza con tre persone che la guardavano.
Dava quasi l’idea di una fatina che va di fiore in fiore a sistemare i petali per renderli perfetti se qualcuno dovesse vederli con i suoi movimenti leggiadri ed eleganti mentre faceva volteggiare il velo che teneva ad entrambi i lembi. Magari invece stava combattendo contro qualcosa o qualcuno che le aveva fatto un torto e voleva vendicarsi, con il suo animo che non teme né la morte né ogni altra cosa.

Con i suoi piccoli passi e i suoi gesti mostrava un eleganza che solamente pochi possedevano, con quelli piu complessi invece era piu aggressiva e seria di una rosa con le sue spine allontana chiunque.
Sembrava presa da una magia che non la faceva fermare, la faceva continuare sempre più velocemente ma mano a mano che andava avanti i movimenti si facevano più taglienti e bruschi, come se fossero guidati da una sorta di melodia malinconica che descriveva i suoi sentimenti ma tutto improvvisamente finì.

Rin teneva ora in mano due katane dal manico rosso con le lame incrociate, puntate una al collo di Miku e una al collo di Kaito i quali,intanto, mostravano un’espressione completamente sconvolta; un solo movimento e si sarebbero tagliati. Gli occhi della geisha semi-chiusi e la sua espressione ancor piu seria facevano intendere che non era un caso la posizione che aveva preso.
Gia…una fatina leggiadra quanto letale che poteva decidere se curare o strappare i petali di ogni fiore su cui posava gli occhi e una guerriera talmente abile da poter uccidere con una sola mossa il suo nemico per non parlare di una rosa che può avvelenare chi osa toccarla con le sue armi.
Tutti erano stupiti e non sapevano che dire chi dalla rabbia come Miku, chi dallo stupore come Len che era rimasto affascinato dai passi leggiadri quanto letali della geisha.
Come avevano fatto a non vedere che quel velo era invece una coppia di katane?!?

Rin invece ripose tranquillamente le due spade sotto il kimono e si riposizionò accanto al suo master.
“E-emh Rin-Chan ora puoi anche andare, io e Miku dovremmo discutere di alcune cose private molto importanti” disse velocemente Kaito balbettando.
“A-anche t-t-u Len, se vuoi andare vai” continuò la ragazza dai capelli verdi.
Rin silenziosamente si alzò e aprì le porte scorrevoli della stanza che permettevano di accedere all’immenso giardino e seguita da Len si avviò verso i tranquilli alberi.
Il giardino della dimora di Kaito era noto a tutti per la sua grande estensione e per le varie specie animali e vegetali che ospitava soprattutto in quella stagione cosi viva e ricca che era la primavera.
I ciliegi in fiore facevano ricadere i loro fiori sui viali in mattonelle che portavano ai vari punti dove rilassarsi come per esempio la “grande piazza” dove vi erano panchine di pietra e un profondo pozzo da dove veniva presa quotidianamente l’acqua.
Gli alberi, con il fruscio delle loro foglie, e l’orchestra delle cicale facevano sembrare quello un posto sacro, dove i piu meritevoli potevano risanare le ferite del loro animo accompagnati da quella splendida melodia quasi religiosa.
Rin si diresse verso lo steccato che separa i prati verdi del giardino dalle sponde di una parte del lago che arriva fino alla città e si appoggiò a esso, chinandosi e mettendo una mano sulla sua guancia, facendole assumere un’espressione annoiata.
Len le si accostò vicino e dopo un breve momento di imbarazzo, parlò.
“Emh…non pensavo di rivederti sinceramente…però come te la passi qui? Insomma è un bel posto alla fine e anche Kaito sembra una brava persona…”
“Si, Kaito è gentilissimo e premuroso con me e con gli altri ma…conosci il detto “Non si giudica un libro dalla copertina”? Ecco, questa è la regola a cui devo sottostare ogni dannatissimo giorno che sto con lui. Si mostra gentile ma è solo crudele, crudele e spietato. In ogni caso non mi pare che anche te stia male con la tua fidanzatina ricca..” disse Rin mantenendo la sua aria annoiata che celava al contrario il suo interesse per la tranquillità del lago.

“Fidanzatina? Ma che vai a pensare! Io sono solo il suo maggiordomo nulla di più… e sinceramente non voglio diventarlo…Miku è solo una ragazzina viziata e capricciosa che vuole essere al centro dell’attenzione…e poi mi sta troppo appiccicata…dimmi una cosa te…perché sei cosi triste? Insomma, ieri non avevi quest’espressione da depressa..” disse il ragazzo.
“Io non sono depressa. Quella che tu hai visto ieri era una Rin che pochi hanno conosciuto, nemmeno Kaito l’ha mai vista. Io sono tutti i giorni come mi vedi ora e poi a te non interessa veramente sapere il perché sono cosi triste..nessuno se lo chiede…” rispose la geisha fredda come non mai.
“Bhe io voglio saperlo invece, me lo sono chiesto appena non ho visto quel tuo bellissimo sorriso che al contrario volevo tanto contemplare…” disse Len, dopo aver preso tra le sue mani quelle della bionda mentre la guardava teneramente arrossire.

Lei qualche secondo dopo aver scrutato i meravigliosi occhi azzurri del ragazzo, si staccò da lui e tornò ad avere il volto triste e annoiato di prima, contemplando il lago.
“ Da piccola…a cinque anni..i miei genitori mi hanno abbandonato in una delle tante okiya* del paese dove fui ospitata fino a che Kaito non mi comprò un anno fa…in quel posto vi erano cosi tante ragazze di ogni età che venivano affittate da maniaci o simili che rimasi scioccata appena arrivata. Nessuna di quelle voleva avvicinarsi a me perché ero considerata aggressiva, strana…  però una ragazza dai capelli dorati e dagli occhi azzurri cosi dolci mi si avvicinò dicendo…
*(inizio flashback narrativo)
“Ehi, te devi essere Rin e da quanto so sei arrivata da un mese, giusto? Perché sei qui tutta sola!?”
“I-i-io…nessuno vuole avvicinarsi a me perché sono pazza…”
“Che?!? Ma quale pazza! Non starle a sentire quelle galline, te non sei pazza, vieni con me, da ora in avanti staremo sempre insieme! Uhuh sei cosi carina invecee! Comunque, io sono Lily, piacere di conoscerti!” *

Ella diventò una sorella per me, eravamo sempre insieme con i nostri piccoli kimono coloratissimi e tutti ci conoscevano come le due bionde inseparabili. Aveva i capelli molto lunghi e un ciuffo le divideva la faccia a metà, quasi arrivando a coprire uno dei suoi magnifici occhi azzurri. Era sempre allegra, vivace ma anche molto saggia e la cosa che ammirava di più di lei era la sua forza; era dannatamente forte, anche dopo aver visto i suoi genitori morire davanti a sè. Però lei aveva tre anni in più di me e perciò quando io ero solo una shikomi*, lei era già una minarai* e imparava velocemente tutto dalla sua onee-san Meiko un’altra delle ragazze piu forti e belle che abbia mai visto, che era già una maiko*. Quando a tredici anni divenne una maiko e Meiko di conseguenza una geisha , era cosi felice di poter insegnare a me, una minarai, tutti i segreti per poter migliorare mentre lei lo faceva sotto la guida di Meiko.
A quattordici divenne una tra le geishe più belle dell’istituto tanto che in molti litigavano per affittarla anche solo un giorno e per questo non la vidi piu molto e mentre lei era con qualche cliente,

Meiko divenne la mia insegnante, anche se pure lei aveva il suo da fare. Il giorno dei suoi sedici anni venne da me e mi disse:
*“Riiiin, uno degli uomini piu ricchi del paese mi ha comprata e ora andrò a vivere da lui! Ma ci credi!? Sarà bellissimo e poi lo conosco già essendo un mio cliente, è veramente gentile! Mi dispiace ma non ci vedremo piu per un po’ di tempo però sta’ certa che io ti verrò a trovare e un giorno ti porterò via da questo posto orribile…”*
 Iniziò la frase entusiasta e la finì in lacrime come molte volte l’avevo vista mentre era presa da una delle sue crisi. Anche lei odiava quel posto, come tutte noi d’altronde, essendo il negozio in cui venivamo vendute, comprate e affittate da uomini ricchi e pervertiti o poveri ubriaconi, come se fossimo oggetti e dove per anni eravamo trattate come schiave e molte tra cui anche me, lei e Meiko, venivano picchiate anche per cose inutili. In ogni caso era bellissima anche quando piangeva lei.
Dopo che lei partì, io continuai a vivere felice insieme a Meiko che si prendeva cura di me come aveva fatto con Lily e l’unica volta che seppi qualcosa da quest’ultima fu per il mio quattordicesimo compleanno, quando mi spedì questo kimono rosso che il suo Master, che mi rivelò voleva sposarla, le aveva regalato.
Un giorno però una delle macchine dell’istituto partì e riportò una ragazza…nessuna era interessata a scoprire chi fosse e non so quale forza misteriosa mi spinse ad andare…giuro che un giorno la ucciderò quella forza. Il corpo che mi si presentò davanti era quello della mia amata sorellona..in un bagno di sangue…il suo collo per gran parte staccato reggeva a stenti la sua testa…sul suo volto ancora il sorriso che le donava tanto…scoppiai a piangere mentre guardavo il suo corpo ridotto cosi male…Meiko appena la vide urlò, prese una pistola e si suicidò, non reggendo il dolore per la morte della anche sua sorellina che aveva accudito da sempre. In ogni caso lei era lì, attraente come ogni giorno, bella come una dea..Avevo perso le due uniche persone che si erano prese cura di me in un solo giorno, le uniche che amavo! Gli assistenti dissero che era stato il suo padrone a ucciderla, gia, proprio il suo padrone che di lì a poco l’avrebbe sposata. Ecco perché odio questo kimono, donatole da quel bastardo che spero vivamente sia morto. Anzi spero che non sia morto, cosi potrò ucciderlo io con le mie stesse mani prima di fare la stessa fine. Ed ecco anche il motivo della mia tristezza, io odio la mia vita, questa vita che ha gia un finale prestabilito e che è immersa nel dolore da quando avevo tre anni. Ogni giorno io ripenso a quella ragazza che mi accudì e a sua “sorella” che mi amavano tanto ma ormai niente e nessuno potrà portarle indietro…nulla le riporterà indietro Len!”

E mentre la ragazza in lacrime si girava, Len la strinse a sé fortemente e quando si accorse che le stava facendo male, allentò la presa per paura di rompere quel corpicino fragile e delicato.
Lei, incredula, lo stringeva sempre di più mentre sfociava  in un pianto che non avrebbe mai potuto mostrare a Kaito o Gumi o Luka ma a Len sì. Poteva mostrare i suoi sentimenti a quel ragazza che le ispirava tanta fiducia e che in fondo la faceva stare bene.
“Lei…lei era bella come una dea, Len, come una dea e…e io non la rivedrò più, non ho fatto nulla per lei e per Meiko, solo perché sono tanto fragile e inutile..!” urlò Rin guardando negli occhi il biondo che serio la ascoltava sfogarsi. Quando lei finalmente si calmò Len si avvicinò molto e accarezzò i suoi capelli che ormai si erano sciolti e potevano mostare i loro riflessi e il loro colore simile a quello del grano e arrivò a sfiorare le sue labbra, fissandola negli occhi ma una voce ruppe l’atmosfera.

“LEEEEEEEEEEEEEEEN! VIENI QUI, DOBBIAMO ANDARCENE!” Miku.
Egli si allontanò velocemente dalla geisha senza guardarla in faccia, preso dall’imbarazzo e dopo averla aiutata ad alzarsi, si avviò verso la residenza.

“Tu…hai ancora la mia rosa..?” esordì il biondo all’improvviso.
“Si..”
“Ottimo, allora fai si che non appassisca..ti prego..” disse Len voltandosi a guardare teneramente la ragazza che intanto lo seguiva silenziosamente.
 
 
 
N.d.A.
Ehilà gente! Mi dispiace per il mio ritardo ç____ç Avrei dovuto aggiungere questo quarto capitolo almeno due giorni fa ma visto che una sera sono tornata a casa molto tardi e un’altra è venuta da me un’amica non ho potuto farlo!
Inoltre sono occupatissima con i disegni e i sub delle canzoni…in poche parole scusate!

Mi piace un sacco questo quarto capitolo in cui si parla della storia di Rin e in cuin entra in scena Lily *W* la mia amatissima Lily *la adora*. Sappiate che nella maggior parte delle mie storie sarà presente!
Comunque per la scena di Rin che danza mi sono ispirata a una canzone ossia “Rin to shite saku hana no gotoku” cantata da Rin (http://www.youtube.com/watch?v=j205RzcN6AA) che mi ispirava una Rin combattiva e energetica xd
In ogni caso, molti se ne saranno accorti, ma nello scorso capitolo mi sono dimenticata di mettere le traduzioni alle frasi in giapponese che ho inserito, bhè, eccole qua insieme a quelle aggiunte in questo!

Ohayoo Gozaimasu, irasshaimase  = Buongiorno, benvenuti.
oiran = prostituta in poche parole. Le geisha venivano scambiate molto spesso per prostitute perché il
            loro aspetto era molto simile a quello delle oiran però quest’ultime portavano l’obi nella parte
            davanti, per scioglierlo più facilmente. Ciò viene frainteso soprattutto in Cina perché in cinese
            la parola geisha è tradotta comeyì jì (艺妓), dove  (妓) ha il significato, appunto, di       
            “prostituta”.
okiya =  le “case di geisha” dove esse venivano istruite per diventare vere e proprie geisha.
 
shikomi = il nome con cui venivano chiamate le geisha nella prima fase di apprendimento delle dove veniva forgiato il loro carattere.
 
minarai = il nome con cui venivano chiamate le geisha nella seconda fase di apprendimento e dove  facevano esperienza sotto la guida delle loro sorellone.
 
maiko = il nome con cui venivano chiamate le geisha nella terza fase di apprendimento e dove si imparava dalla onee-san, seguendola in ogni momento, l’arte della conversazione e altre abilità che non apprendevano nella scuola.
 
Recensite in tanti, onegaishimasu! Al prossimo capitolo!
 
                   

 
 

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Capitolo 5
*** "What is a 'kokoro'?" ***


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                “What is a ‘kokoro’ ?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Egli si allontanò velocemente dalla geisha senza guardarla in faccia, preso dall’imbarazzo e dopo averla aiutata ad alzarsi, si avviò verso la residenza.
“Tu…hai ancora la mia rosa..?” esordì il biondo all’improvviso.
“Si..”
“Ottimo, allora fai si che non appassisca..ti prego..” disse Len voltandosi a guardare teneramente la ragazza che intanto lo seguiva silenziosamente.
Rin si ritirò subito nella sua camera dopo aver salutato il ragazzo…era molto, molto stanca e di certo raccontare ancora una volta quella storia era assai faticoso, riportava alla mente troppi ricordi, troppi problemi che non voleva di certo rivivere e affrontare in quel momento.
Era stata in fondo una bella giornata e tutto ciò che chiedeva era semplicemente parlare con la sua Gumi. Chissà come sarebbe stata felice dopo aver sentito ciò che le era accaduto!
Passati dieci minuti a risistemare le ciotole, i bicchieri e le posate che Luka le aveva portato per la cena a base di semplice riso al curry e tempura, vide entrare, felice e solare come sempre, Gumi che indossava ancora la sua uniforme da cameriera semplice ma allo stesso tempo graziosa con le sue balze bianche sul nero cotone, cosi morbido e comodo, e la grande cintura verde come i suoi capelli che si chiudeva sulla schiena con un grande fiocco.
Solitamente lei toglieva la divisa dopo cena visto che Luka svolgeva i turni notturni, in quanto piu anziana e esperta, per servire Kaito se avesse avuto qualche necessità, e indossava i suoi abiti normali: una gonna con tre balze, una arancione, una gialla e una bianca, una cintura verde per tenere quest’ultima, una camicia molto corta arancione e gialla, collegata alla gonna attraverso un pezzo di tessuto giallo, e un paio di occhialini dalle lenti rosse. Le scarpe consistevano in stivali bianchi con decorazioni verdi, mediamente alti.
Rin la trovava veramente molto carina e, sinceramente, sprecata per quel posto visto che nessuno l’avrebbe mai presa in sposa però aveva un difetto enorme..anzi possiamo considerarlo anche un problema: si affezionava troppo alle persone. Era visibilmente ingenua ed estroversa e tutti si sarebbero approfittati di lei in ogni occasione sfruttando la sua gentilezza; naturalmente, la geisha non voleva.
“Konbawa Rin-chan! Allora facciamo progressi con il ‘biondino col codino’?!? Eh?!”
“Konbawa Gumi! Vai subito al dunque insomma!” disse la geisha in risposta “ Bhe non è successo nulla ovviamente! L’ho visto due volte, cosa vuoi che succeda!?”
“Ma potresti fare qualcosa almeno!” rispose una Gumi visibilmente presa dalla conversazione.
“Cosa dovrei fare, saltargli addosso e violentarlo, scusa!?!” gridò Rin.
Le due amiche cominciarono a ridere come matte dopo aver riflettuto su ciò che stavano dicendo, o meglio urlando, non pensando che al piano di sotto Kaito avrebbe potuto sentire tutto!
“Gumi! Rin! State disturbando il master! Cosa stat-“. Luka non riuscì a finire la frase che, aprendo la porta, fu  investita dalle risate vivaci delle due e non potè che rimanere sconvolta, in senso positivo, di fronte a una Rin tanto divertita e diversa dal solito. Seriamente, a lei non piaceva vedere quella ragazza sempre malinconica alla sua età ma nel profondo la capiva, alla fine; non doveva essere una bella cosa essere destinati a stare per tutta la vita al fianco di un uomo, oltretutto strano come Kaito, e essere usati in ogni modo come oggetti, anche se pure lei sarebbe dovuta rimanere per sempre accanto al suo master per servirlo in quanto SUA cameriera, tanto nessuno si sarebbe preso cura di lei.. come era sempre accaduto in passato.
“Ehi Luka-Luka! Hai visto il biondino che oggi ha accompagnato la signorina Hatsune?!? Ecco a Rin lui p-…Mhh! Mhhh! MHHH!” disse Gumi fermata appena in tempo da Rin, che ormai rossa come un pomodoro, le aveva tappato la bocca con la mano per non farle dire quelle parole che non sapeva se fossero vere o false.





 
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Varie settimane passarono: la primavera se ne era andata e aveva lasciato spazio al sole estivo che  faceva patire a persone, animali e anche piante, un terrificante caldo.
Chi possedeva un ventilatore o anche condizionatori si poteva considerare fortunato ma questi, visto il loro prezzo esagerato, erano posseduti da non molte persone.
Chi invece non ne aveva, beh, avrebbe patito quel clima straziante per l’intera stagione.
Fortunatamente, la villa di Kaito si affacciava sul grande lago che occupava la maggior parte della città, cosi da essere condizionata dal clima intorno a esso e non temere la stagione che era, ormai, quasi inoltrata.
La Hatsune venne a trovare tutti i giorni Kaito per discutere sul paese, sulla sua politica e sulla sua economia oppure semplicemente per parlare un po’ con quel ragazzo stravagante.
Consecutivamente, anche Len e Rin ebbero più occasioni per parlare tra loro del piu e del meno, per conoscersi meglio, guardarsi e soprattutto amarsi.
Si, perché piu il tempo passava, più Len rimaneva incantato dalla bellezza e dalla semplicità di Rin, dalle sue labbra rosee, dal suo sorriso mentre rideva, dal suo volto pensieroso e cupo…e Rin, invece, era rimasta abbagliata dagli occhi brillanti di Len mentre esponeva un argomento, nella maggior parte dei casi troppo complesso per lei, dal suo corpo che si sviluppava sempre di più, dai suoi modi cosi gentili e premurosi ma allo stesso tempo rispettosi…però non voleva ammetterlo, non voleva affermare il suo amore verso quell’angelo di ragazzo.
Tanto, perché Len avrebbe dovuto scegliere proprio una ragazza come lei, una geisha che non avrebbe potuto avere, con un passato tristissimo e depressa, quando nella moderna e grande città poteva trovare ragazze con corpi scolpiti, un carattere perfetto, un’istruzione perfetta,
piene di soldi e tutto quanto?
Decisamente meglio reprimere il sentimento, sì, fa male ma cosi si risolve tutto: nessun sentimento, nessuna delusione, niente dolore ed è presto fatto!
Eh eh però non è cosi facile come sembra! Se quel sentimento non è molto avanzato magari si riesce facilmente a reprimere ma..se si parla di unico e vero AMORE è assai difficile..non si può dimenticare o ignorare cosi’ la persona che ci piace, è contro la nostra natura che vuole assolutamente vederlo, guardarlo, ammirarlo e amarlo. Poi stiamo parlando di Rin, per cui è la seconda volta che prova un sentimento cosi, non è esperta, non ha esperienza, non sa cosa fare semplicemente.
A questo pensava tutte le sere, prima di dormire, dopo aver salutato il suo “biondino col codino” come diceva Gumi, e tutte le sere non riusciva mai ad arrivare ad una conclusione…
Una volta che provava un sentimento come quello verso un ragazzo non voleva reprimerlo, anche se impossibile, ma non voleva rimanere delusa, era già accaduto, aveva capito che faceva male e non voleva riprovare sentimenti come quelli, come un cane che prova a fare qualcosa di cui ha una voglia matta, come che ne so, scavare una buca in mezzo a un giardino ma non lo fa perché ha paura di essere sgridato dal suo padrone, essendo gia successo con la famiglia di cui faceva parte prima..ma magari le persone di quella famiglia sono diverse da questa, questa potrebbe essere più comprensiva, visto che è un cucciolo e bisogna fargli imparare con calma le regole ma invece può essere perfettamente uguale alla precedente; non si sa, se non lo si prova, il rischio c’è sempre.
Un giorno la geisha prese coraggio e decise di raccontare tutto alla sua migliore amica Gumi per avere un parere, un consiglio su cosa fare.
Tutto ciò che ricevette fu uno schiaffo, potente, forte, carico di sentimenti come la rabbia e la passione.
“Ma non ti vergogni!? L’amore è il sentimento più bello che esista e te vuoi reprimerlo! Seriamente mi hai deluso Rin, ti credevo piu..innamorata, si questa è la parola giusta.”
“ Tu…non puoi capire ciò che provo..lo hai visto no? E’ cosi bello che avrà la città ai suoi piedi, con un sorriso conquisterebbe l’America e con un occhiolino l’Europa intera..io sono troppo poco per lui…” rispose la bionda mentre si massaggiava la guancia, rossa più che mai.
“ Non ci pensi a noi qua, vero? Io e Luka che non possiamo permetterci di guardare neanche i cuochi della villa, noi non abbiamo la possibilità di provare l’amore e te che invece hai un’opportunità, la reprimi? Si, sei molto deludente…molto.” disse cosi una Gumi con le lacrime agli occhi.
“Allora dimmi te cosa dovrei fare, visto che sono cosi deludente! Cosa ne posso sapere io di che rapporto ha con quella Hatsune, magari sono fidanzati e non me lo vuole dire, magari gli faccio solo pena! E…se finissi come Lily? Se alla fine lui fosse un egoista e io finissi morta? Non lo so, certo dovrei rischiare ma posso mettere in gioco la sua vita? Sai benissimo cosa sono e cosa finirei per fargli se un giorno “lei” si dovesse risvegliare…”
Bam. Un altro schiaffo, sull’altra guancia stavolta, ancor piu rossa dell’altra.
“Tu non puoi capire cosa sia l’amore!! Non sai la bellezza di quel sentimento, la felicità che esso ti dona! Non l’hai mai provata!” E proprio mentre Gumi, piangendo mentre urlava quella frase, stava per sferrare un altro dei suoi ceffoni micidiali, Rin la fermò. Le prese il braccio e lo strinse forte, molto forte, troppo, tanto da far gridare dal dolore la cameriera che cercava di liberarsi.
“Gia, io non conosco l’amore non l’ho mai provato! Non so cosa significhi la parola “affetto”, non so cosa sia il “cuore” e le emozioni che ci fa provare, va bene!? NON LO SO, CAVOLO, NON LO SO!”  Gli occhi verdi di Gumi fissavano quelli rossi della bionda; il braccio di Gumi ormai rotto completamente e il silenzio, dopo la sfuriata di Rin.
Oh..la sua mano..era diventata nuovamente un arma..e oh, oh no, la mano di Gumi.. dov’è la sua mano? Dov’è la struttura del braccio? Dove è andata a finire?
“No..no..no!” La geisha prese il “braccio” dell’amica, era molle, come se non ci fossero piu le ossa che infatti non si sentivano, era scollegato da tutto il resto del corpo.
“NO!” Alla vista di ciò che aveva fatto a Gumi, riuscì solo a scappare, fuggire da quel luogo. Mentre correva verso il bagno andò a sbattere contro Luka, che sentendo le urla delle due si era preoccupata. La rosa riuscì a non gridare dopo aver visto le condizioni in cui era ridotta Gumi bensì corse a chiamare Kaito che rimase sorpreso, ma non sconvolto. Naturalmente la portò a “medicarsi”, cosa che fece lui stesso, avendo ampie conoscenze in campo medico. Certo, non poteva fare molto per un braccio spappolato ma in ogni caso avrebbe potuto ridurre il dolore della ragazza.
Gumi, con un insolita espressione seria, si diresse verso la sua stanza, non avendo più nulla da dire e Luka, comportandosi come una mamma premurosa e preoccupata, la seguì decidendo di rimanere con lei per aiutarla in ogni cosa. Kaito invece andò a cercare Rin. Guardò nei bagni, nulla; guardò nelle cucine, nulla; guardò nelle camere da letto, ancora nulla. Della geisha non c’era traccia in casa ma fuori, nel giardino, dei segni erano ben visibili: una scia di sangue che partiva dal portone scorrevole del salone, colorava l’erba di un rosso quasi nero.  Si fermava proprio là davanti al lago, nel posto in cui la ragazza e Len solitamente si riunivano per parlare e infatti proprio lì  vi era la geisha che piangeva mentre guardava la sua mano impregnata di sangue violaceo. Questa, ora, era tornata come prima e i suoi occhi avevano assunto la normale tonalità azzurro-grigia. Kaito si sedette vicino a lei, non la toccò, non la consolò, la guardò solamente; ed era questo ciò di cui aveva bisogno in quel momento Rin: non qualcuno che la consolasse ma qualcuno che la ascoltasse, che la lasciasse riflettere da sola e sfogare. Quando vide che la bionda si era calmata, Kaito si rialzò e entrò di nuovo in casa, per ritornare alla sua stanza. Rin rimase a guardare l’acqua, tranquilla, pura, limpida…ciò che lei proprio non era.
 



 
 
 
 
 
N.d..A

Ok prevedo che molte persone abbiano abbandonato la mia ff…è un sacco di tempo che non aggiorno,è vero, ma purtroppo tutte le mie idee su questa storia erano come scomparse e c’ho messo un po’ per ritrovarle..mi dispiace tantissimo perché anche io mi sono ritrovata nei panni di un lettore che aspetta tanto tempo una storia e poi si stufa, so come ci si sente!
Comunque..non so quando pubblicherò il prossimo capitolo perché sono impegnatissima con la scuola!
Spero che questo capitolo un po’ troppo corto vi piaccia comunque perché ciò che verrà dopo sarà moooooolto importante ;)
Avevo in mente di pubblicarne anche un’altra però solo vedendo cosa è successo in questi mesi c’ho ripensato un po’ ^^”
Vi prego di recensire in tanti perché ho seriamente bisogno dei vostri pareri per migliorare questa storia!
Ciao a tutti e alla prossima!

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Capitolo 6
*** "A kiss for two" ***


 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
                                       
                             “ A kiss for two”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Kaito si sedette vicino a lei, non la toccò, non la consolò, la guardò solamente; ed era questo ciò di cui aveva bisogno in quel momento Rin: non qualcuno che la consolasse ma qualcuno che la ascoltasse, che la lasciasse riflettere da sola e sfogare. Quando vide che la bionda si era calmata, Kaito si rialzò e entrò di nuovo in casa, per ritornare alla sua stanza. Rin rimase a guardare l’acqua, tranquilla, pura, limpida…ciò che lei proprio non era.
Nei giorni a seguire Rin cercò di evitare in ogni modo Gumi per non vedere la rabbia nei suoi confronti e ciò che lei le aveva procurato al braccio, che ora era stato fasciato pazientemente da Kaito; Gumi però non provava rancore verso Rin anzi cercava di beccarla o per i corridoi o in compagnia del master per parlarle e reinstaurare il loro rapporto di amicizia ma lei invece la “ignorava”, non la guardava in faccia, non si girava se la chiamava, cosa che un’amica avrebbe dovuto fare.
Kaito disse a Miku che in quei giorni non sarebbe potuta venire alla villa perché la sua geisha era malata e doveva prendersene cura.
“Che!!? Preferisci quella stupida sgualdrina a me?! Bene, ma quando tornerò aspettati belle sorprese, Kaito Shion!” disse quella quando Kaito le telefonò. A volte se la prendeva troppo quella ragazza per cose tanto stupide ma non ci si puo aspettare molto da una principessina vissuta nel lusso e nelle attenzioni come lei.
Quando tutto sembrò tornare alla normalità, Kaito invitò subito Miku la quale cacciò quasi immediatamente Len dalla stanza per le visite, chiudendolo in giardino.
“Ora te la vedrai con me Kaito Shion!” aveva detto…poi solo gemiti.
Il povero ragazzo rimase qualche secondo davanti alla porta ma appena udì i rumori che  producevano quei due si avviò alla ricerca della biondina.
Len cercò per svariati minuti Rin pensando che fosse nel solito posto in cui erano soliti incontrarsi ma invece la trovò vicino a un tempietto, in una zona piu profonda del giardino ma che comunque si affacciava al  grande lago della città.
La geisha risplendeva di una luce semplice e naturale, circondata dalle piante del giardino e dai fiori che in quel periodo fiorivano e dagli animali che popolavano il boschetto: conigli, volpi, scoiattoli, cerbiatti, cervi e qualche passerotto sembravano elogiare la bellezza della giovane. Tutto sembrava renderle grazie in quell’atmosfera innaturale e affascinante contornata dal canto che ella intonava, angoscioso, quasi fosse un requiem.
Rin era vestita di un kimono lungo nero, con uno spacco laterale che lasciava fuoriuscire delle balze rosso scuro e dorate, alternate, fino alla fine di esso; l’obi era dorato come anche i ricami sopra il kimono che rappresentavano dei draghi in stile cinese che sembravano rincorrersi lungo il tessuto, mentre la sottoveste era rossa, richiamando le balze. I capelli erano sciolti come sempre e le ricadevano in modo semplice sulle spalle e portava un fermaglio formato da fiorellini di pietre alternati rossi-neri-dorati, che sembrava costare quasi quanto una macchina.
Infine, gli occhi erano decorati con dell’eyeliner nero e un ombretto dorato con brillantini molto compatti mentre le labbra erano messe in risalto con un lucidalabbra rosso.
Il biondo non volle avvicinarsi piu di tanto per non disturbare la quiete del momento e incuriosito dalle parole della canzone di Rin.
“Dark the oceans, dark the sky.
Hush the whales and the ocean tide.
Tell the salt marsh and beat on your drum.
  Gone their master, gone their son…
  Dark to light and light to dark. Three black carriages, three  white carts.
  What brings us together is what pulls us apart.
Gone our brother, gone our heart…
Hush the whales and the ocean tide.
Tell the salt marsh and beat on your drum.
  Gone their master, gone their s-“
La ragazza non riuscì a finire la canzone quando si accorse che Len era lì, impalato a guardarla a pochi metri da lei. Gli animali scapparono appena ella smise di cantare impauriti da Len(o forse lei stessa?).
“E-ehm, scusami, Rin-san, non sono riuscito a resistere al suo canto e senza farci caso devo aver urtato qualcosa e cosi..e..”
“Chiamami pure Rin. E’ un canto che mi ha insegnato la mia nee-san Lily quando ero molto piccola.
All’okiya, quando era triste la cantava sempre cosi ho finito per impararla. E’ leggermente cupa ma molto importante per me.”
“Capisco…” disse infine Len, sedendosi vicino a Rin. “Cos’è successo in questi giorni? Kaito-san ci ha detto che sei stata malata perciò..”
“Ho ferito Gumi-chan, una delle servitrici. Le ho quasi ridotto in poltiglia un braccio.” Len sgranò gli occhi nel sentire quelle parole.
“Gumi-san è la ragazza carina dai capelli verdi?”
“..Si..”
“E dimmi, lei ha un ragazzo?”
‘Ah…a lei mirava..mi pareva strano’ fu l’unica cosa che Rin pensò notando l’interesse di Len per Gumi.
“No, Kaito non permette alle servitrici di avere rapporti con degli uomini al di fuori di quelli che secondo lui non possono attrarle”
“E..tu? Tu puoi ?” Il ragazzo si avvicinò leggermente a Rin mentre la guardava fissa negli occhi.
“Ovviamente no. Io sono la geisha del master e, in quanto mio danna, è colui che io devo soddisfare in tutti i sensi, è quasi come un marito tranne il fatto che manca la cosa piu importante, l’amore.
Io non ne provo per lui e lui non ne prova per me.” rispose schietta la geisha.
“Mhh..ok, credo di aver capito..Comunque..perchè l’hai ferita?”
“Non era mia intenzione farle del male..stavamo solo parlando e lei mi ha stuzzicato e subito dopo mi sono ritrovata col suo “braccio”, se cosi vogliamo definirlo, tra le mani. Kaito l’ha curata e ora sta meglio ma Luka-san la sostituirà ancora per un po’ di tempo. Seriamente, io non volevo farle cosi male! Lei è la mia unica amica qui oltre a Luka-san con cui ho meno confidenza!
Io non vorrei essere cosi.. ma non posso farci molto!”
“Secondo me sei perfetta così!”  Len si avvicinò ancora di piu alla bionda fino a sfiorarla però quest’ultima si allontano con uno scatto per poi dire:
“Len, tu non capisci! Io non sono normale! Ti ho detto che i miei genitori mi hanno venduto a quell’okiya ma te non sai il perché..Ebbene loro erano due scienziati rinomati e non avevano programmato una figlia ma fatto sta che sono qui e perciò non volevano sprecare del tempo dietro una bambina. Quando avevo circa 3 anni mi cominciarono a usare come cavia per i loro esperimenti per farmi stare buona. Venivo rinchiusa per la maggior parte del tempo in delle grosse macchine e ogni giorno mi venivano iniettate sostanze stranissime ma un giorno le cose non andarono come previsto: dopo avermi iniettato una dose di una potente sostanza appena scoperta  notarono che la mia violenza aumentava e che i miei occhi continuavano a diventare di un colore sempre piu rosso fino a che dopo qualche giorno non ferii dei bambini che mi passavano vicino. Aggredivo sempre piu persone e quando alla fine ne uccisi una mi gettarono in un’okiya per qualche yen ma anche lì continuavo ad aggredire le geishe o le maiko che vi abitavano tanto che ormai le padrone mi consideravano uno spreco di soldi e il mio debito verso di loro aumentava a dismisura.
Ma Lily fu l’unica ad accettarmi come Meiko quando ero cresciuta. Loro mi bastavano.”
“E Kaito conoscendo tutto questo ti ha comprato come se nulla fosse?” Len non sembrava tanto sconvolto da ciò che gli era stato riferito, solo molto triste, molto molto triste.
“No anzi, pagò tutti i miei debiti con l’okiya però…venivo maltrattata anche da lui inizialmente..
Ogni giorno mi puniva in tutti i modi possibili se provavo a disobbedire a un suo ordine, o se facevo qualcosa di sbagliato, o ancora se tentavo di aggredire qualcuno. Per questo lo odio, non ha mai cercato di capirmi, ha solo usato le mani..da subito..come loro…” rispose tristemente Rin.
“Basta, ti prego.” Il biondo la strinse a sé e in un attimo la baciò mentre il suo sguardo era puntato sui suoi occhi azzurri quanto il mare.
Era un bacio puro, casto e pieno d’amore che Rin condivideva pienamente. Era come se il mondo si fosse fermato per quei due giovani davanti a quel lago mentre le loro bocche combaciavano perfettamente. Essi si stavano prendendo uno una parte dell’altro per comprendersi e amarsi ancora di piu. Il vento non soffiava, l’acqua non produceva il solito rumore tranquillo, gli uccellini non cantavano piu; tutto si era fermato insieme ai loro battiti.
Quando Len si staccò dalla ragazza non credeva a ciò che aveva appena fatto, lui non aveva mai avuto il coraggio di baciarla prima, figurati ora che gli aveva rivelato di non poter avere un amante e una parte della sua tragica storia.
Per quanto riguarda Rin, lei era rimasta immobile con una mano appoggiata alle labbra e con gli occhi spalancati e in più aveva il viso completamente rosso. Oltre ai baci che aveva dato a Kaito quando le veniva richiesto, non aveva mai baciato qualcuno per amore e non ne aveva mai ricevuto uno fino ad ora perciò, possiamo considerare benissimo questo come il primo bacio di Rin, immagino.
Len si grattò la testa poi disse:
“Emh..Rin..secondo me tu sei piu che perfetta cosi, non importa quanto tu sia pazza o malata, io ti trovo affascinante e intelligente  anche se odio maledettamente quella tua espressione triste continua! Voglio vederti sorridere perché è stato quello a farmi innamorare di te e a farmi accorgere della tua bellezza! Inoltre, so cosa provi e cosa stai provando anche se le nostre situazioni sono del tutto opposte! Non importa di Kaito o di chiunque altra persona si metta tra me e te perché, Rin, io ti amo! Il mio però è amore vero non è quello che il primo che passa può darti, è un’amore coltivato in tutto questo tempo in cui ci siamo visti e ringrazio il cielo per avermi dato l’occasione di incontrarti cosi tante volte dopo quella prima volta!”
Ci mise un secondo per dire i suoi sentimenti nascosti  da ormai troppo tempo a Rin e lo fece tutto d’un fiato per essere sicuro di non bloccarsi per la vergogna mentre l’unica cosa che la geisha riuscì a fare fu piangere per la gioia mentre abbracciava e baciava nuovamente quel ragazzo speciale che ricambiava i suoi sentimenti.
“Scusatemi!”
I due si staccarono subito nel sentire quella parola.
“Ma Len-san è desiderato da Miku-san per tornare alla propria dimora. Sembra che si sia ricordata di un impegno improvviso.” disse una Gumi sorridente che guardava Rin e Len sempre piu felici.
Mentre Len si incamminava verso la villa, Rin abbracciò con tutta la forza che aveva Gumi, cercando di non stritolarla poi si affrettò a raggiungere Len e con un semplice bacio lo salutò mentre sfoderava nuovamente quel suo sorriso tanto meraviglioso che aveva fatto innamorare il biondino.




                                                           *****************
 
 
 
 
Quella sera Rin chiamò subito Gumi di sua iniziativa senza aspettarla come sempre all’ora di cena.
“WAAAAAAAAAAAAAAAAA MA CHE CARINI CHE SIETE, RIN-CHAN!” urlò immediatamente Gumi.
“O-oh, tu dici?!  Ma-ma hai visto com’è carino lui!? Oddio ha detto che mi ama Gumi, mi ama! Neanche fosse caduto il mondo avrei immaginato che qualcuno me lo avrebbe mai detto e ora so che è una sensazione bellissima! Non ne posso fare a meno, devo risentire quelle parole e il calore che trasmettono!” fu l’unica cosa che una Rin gasata riuscì a dire.
“Te lo avevo detto io che l’amore era bello! Ma te ‘noooo io non posso provare amoree!’ e invece eccoti qua che sembri una bambina con la sua bambola nuova! Questa è la Rin che voglio vedere tutti i giorni, sia chiaro! COMUNQUE, siiiii è veramente carino! Ottima scelta Rin-chan!”
Dopo che l’euforia si fu calmata in pochi secondi, Rin respirò profondamente per poi dire:
“Senti, Gumi, mi dispiace veramente tanto per ciò che ti ho fatto l’ultima volta che ci siamo viste..
Sai qual è il mio problema no..? In ogni caso ne ho parlato anche con Len e lui non mi è sembrato tanto spaventato o questo è ciò che mi ha fatto credere se fingeva..”
“Secondo me l’ha presa bene, sappiamo entrambe che è una storia delicata la tua e meglio di cosi non poteva reagire, con un bel bacio! E’ stato molto tenero a parer mio!” rispose Gumi.
“S-si…hai ragione!”
“GUMI! VIENI A PORTARE LA CENA AL MASTER! SU-BI-TO!” Si sentì Luka gridare dal piano di sotto, infuriata come sempre perché Gumi passava troppo tempo a parlare con Rin nel dopocena mentre doveva portare il cibo a Kaito.
“Bah, devo andare! Ci vediamo comunque domani Rin-chan! Buonanotte! Chuuu-“ e Gumi finì con un bel bacio sulla guancia di Rin la conversazione serale.
 Appena Gumi uscì dalla camera, la geisha snodò l’obi e sfilò il kimono,la sottoveste e tutto le parti del vestito, poi sciolse i capelli e cominciò a pettinarseli, un impresa a dir poco difficile vista la grande quantità di nodi accumulatasi nel corso della giornata.
Si infilò il “pigiama” se cosi lo vogliamo definire: una camicia da notte gialla simile a un kimono con decorazioni floreali colorate e una fascia simile ad un’obi solo decisamente meno stretta e grande, di un colore rosso scuro.
A quel punto Luka entrò nella camera per piegare i vestiti di Rin e metterli ordinatamente negli armadi. Era seria come sempre ma con un’espressione felice stampata in faccia.
“Luka-san, secondo te, l’amore è qualcosa di giusto e bello?” disse la geisha abbassando il volto imbarazzato dalla domanda.
“Bhe” rispose Luka mentre piegava le calze “ io non sia bello, di più; credo che sia qualcosa di indispensabile per chiunque e chi non lo prova non può essere considerato umano, è semplicemente incompleto. E qualcosa di tanto bello non può essere altro che giusto ma in alcuni casi diventa cosi ossessivo da diventare sbagliato, tanto sbagliato e spero che a te non capiti mai una situazione del genere.” Scese una lacrime sul viso della 18enne che non si decompose in ogni caso.
Dovete sapere infatti che Luka non è stata sempre una cameriera lì nella dimora di Kaito.
Prima viveva nella grande città e aveva una splendida casa, un lavoro che le piaceva e anche un marito che amava. Era stata fortunata in fin dei conti visto che i suoi genitori aveva combinato il suo matrimonio con la persona che amava ma essendo tanto giovane in quegli anni non poteva distinguere il falso dal vero.
Il suo matrimonio andava benissimo quando un giorno suo marito non la picchiò per aver tardato nel tornare a casa e non aveva preparato la cena o altre volte perché lui credeva che lei lo stesse tradendo. Ogni giorno lei doveva indicare il luogo, l’orario, il mezzo e le probabili persone che avrebbe potuto incontrare durante il suo tragitto verso un luogo mentre la gelosia e sfiducia nei confronti della ragazza aumentavano a cause delle false convinzioni dell’uomo. Episodi simili a questo si susseguirono varie volte ma una notte, mentre lui voleva picchiarla per strada in modo da umiliarla, apparve Kaito che la salvò da ulteriori maltrattamenti e ,l’allora Luka appena 16enne, venne impiegata come cameriera nella sua dimora.
Da allora lei serve Kaito con il massimo rispetto e diligenza per ringraziarlo di tutto ciò che le ha donato : una vita nuova, portandola via da quel luogo tanto terrificante.
“In ogni caso credo che ormai sia venuta l’ora che tu ti innamorassi di qualcuno, poi di un cosi bel ragazzo come quel biondino! Ho sperato tanto nella tua felicità, Rin, ed è ora che tu provi cosa significhi realmente. Tu ti meriti questo amore.” concluse la rosa guardando amorevolmente la geisha.




 

                                                  ******************************
 
 
 
 
 

La mattina seguente Rin si svegliò stranamente tardi dal suo solito visto che il sole era gia alto ma nessuno era venuto a sveglierla; probabilmente il Master non aveva richiesto la sua presenza o forse era uscito, chi lo sa.

Comunque Rin chiamò in fretta Luka per farsi aiutare a mettere il suo kimono preferito, quello che aveva messo quando aveva incontrato per la prima volta Len  però stavolta si fece una pettinatura piu complessa del solito visto che Kaito “l’aveva richiesta” cosi.
Scese velocemente le scale per andare nella stanza di Kaito, che la attendeva con delle tazzine di thè e dei biscotti semplici sul tavolino per fare colazione.
“Ohayo-gozaimasu, danna-sama.” disse Rin che col fiatone aveva aperto la porta del salone.
“Ohayo, Rin-chan..” rispose debole Kaito.
Rin si sedette vicino a lui e iniziò a versare il thè nelle tazzine le quali erano decorate con dei bellissimi disegni raffiguranti le montagne e il paesaggio giapponese.
“Rin-chan…lei mi ha scaricato..” iniziò il ragazzo mentre teneva in mano il thè e le lacrime scendevano.
“Non so perché…ma mi ha scaricato..Io le ho rivelato i miei sentimenti e lei li ha buttati via…mi sento tradito da quella stupida bambina!”
“Chi l’ha offesa in tal modo, danna-sama?” disse Rin spaventata.
“Hatsune…Miku Hatsune…Diceva che mi amava quando eravamo lì a regalarci passioni e gemiti ma mi ha mentito e ora se ne è andata lontano da me…si allontana sempre di piu….ma tu Rin-chan, oh mia Rin-chan, rimarrai per sempre qui con me e amerai soltanto me, non è cosi!??!”
Kaito urlò in faccia alla geisha sempre piu spaventata quelle parole; sembrava quasi pazzo, un po’ come lei ma per amore in questo caso…Miku lo aveva rifiutato ed era abbastanza evidente il fatto che per lei fosse solo qualcuno di carino con cui andare a letto.
Il ragazzo improvvisamente butto a terra tutto ciò che era sul tavolino, rompendo vasi, tazze e piatti mentre invece vi ci posizionava sopra Rin.
“C-cosa sta facendo!?”
“Ora tu diventerai mia.” disse semplicemente Kaito.
“ N-n-no perché dovrei farlo, Master??! Non voglio! Perché, perché deve farlo?!?” Rin era nel panico piu totale.
“Perché cosi tu sarai mia per sempre e nessuno ti porterà via.”
Il ragazzo si posizionò sopra la ragazza e cominciò a svestirla, aprendole il kimono e lasciandola mezza nuda.
“No, Master, la prego, io non voglio farlo, non posso fare questo con lei! LA PREGO!” Ora la geisha era in lacrime e il trucco le stava colando mentre pregava il padrone che invece aveva gia iniziato a svestirsi, mostrando il suo corpo scolpito.
“E’ arrivata l’ora del tuo mizuage, Rin-chan. Se lei non vuole essere mia per sempre, lo sarai tu!” disse infine Kaito tra i singhiozzi della ragazza.
“NOOOOOOOOOO!” urlò solamente mentre la gola le si restringeva sempre piu.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
Oh..dopo tanto tempo mi rifaccio con un capitolo piu lungo della media e ne sono felice perché a me piace molto e spero che piaccia anche a voi naturalmente!
Ho disegnato gli schizzi di Rin, Gumi e Luka e presto li pubblicherò su Facebook perciò chi vuole vederli mi dovrà aggiungere e  IDENTIFICARSI!
La canzone che canta Rin inizialmente è “Gone” di Ioanna Gika e viene dalla colonna sonora del film “Biancaneve e il Cacciatore” nel momento in cui muore uno dei nani…
In conclusione ringrazio moltissimo colori che hanno recensito la mia storia e che se ne ricordano!
Ringrazio anche Taiga Takasu per la sua recensione stupenda e Larichan98 per voler disegnare anche lei la mia storia! Grazie infinite, mi rendete veramente felice!
A presto e ciao a tutti ^^
Per chi non lo sapesse, il "mizuage" è l'evento in cui una geisha ha il suo primo rapporto sessuale e offre la sua verginità come in un'asta al miglior offerente ma in questo caso, essendo Rin di proprietà di Kaito, può offrirla solo a lui.

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Capitolo 7
*** "Your Voice..." ***


                        
 
 
           
 
 
                                     “Your Voice..”  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Ora tu diventerai mia.” disse semplicemente Kaito.
“ N-n-no perché dovrei farlo, Master??! Non voglio! Perché, perché deve farlo?!?” Rin era nel panico piu totale.
“Perché cosi tu sarai mia per sempre e nessuno ti porterà via.”
Il ragazzo si posizionò sopra la ragazza e cominciò a svestirla, aprendole il kimono e lasciandola mezza nuda.
“No, Master, la prego, io non voglio farlo, non posso fare questo con lei! LA PREGO!” Ora la geisha era in lacrime e il trucco le stava colando mentre pregava il padrone che invece aveva gia iniziato a svestirsi, mostrando il suo corpo scolpito.
“E’ arrivata l’ora del tuo mizuage, Rin-chan. Se lei non vuole essere mia per sempre, lo sarai tu!” disse infine Kaito tra i singhiozzi della ragazza.
“NOOOOOOOOOO!” urlò solamente mentre la gola le si restringeva sempre piu.
In quel momento, mentre il ragazzo dai capelli blu continuava a svestirla, Rin pensò a Len, pensò a ciò che era successo il giorno prima, il bacio, le dolci parole del biondo, i loro sguardi..ma anche a tutto ciò che era accaduto nei mesi prima, al loro primo incontro, alle loro giornate passate insieme parlando davanti al tranquillo lago..
Altre lacrime scesero dagli occhi della geisha che erano chiusi per non dover vedere anche il viso di chi l’avrebbe usata come una qualche prostituta per sfogarsi e per lasciare per qualche momento la realtà troppo difficile da affrontare per lui.
Kaito iniziò a baciare il collo dalla ragazza fino a scendere sulla pancia dove lasciò segni di ogni tipo e, mentre aspettava una qualche reazione della ragazza la schiaffeggiò.
Quest’ultima lo guardava stupefatta come se alla fine quei due schiaffi furono solo l’ultimo dei suoi problemi in quel momento. Non si muoveva. Il minimo movimento avrebbe fatto scattare una qualche strana reazione in Kaito probabilmente e li sarebbe stata la fine.
Rin prese a urlare piu forte che poteva di essere lasciata andare mentre spingeva via il ragazzo dai capelli blu battendo sui suoi pettorali ben definiti senza risultati.
La bionda stava cercando di farsi sentire da Luka, al piano di sopra indaffarata a sistemarle e pulirle la stanza quasi sicuramente visto che Gumi era andata a comprare le scorte di gelato stavolta e  quando Rin sentì i passi sempre piu veloci di Luka scendere le scale sperò di essersi salvata ma ormai tutto era gia finito: Kaito l’aveva violata con una spinta forte che racchiudeva probabilmente tutta la sua tristezza dovuta a Miku. Quando Luka aprì la porta col fiatone e urlò un potente “NO!” l’unica cosa che riusciva a vedere ormai era una Rin sconvolta, piena di dolore, sia fisico che psicologico,  tra lacrime e sangue. In meno di un secondo la cameriera prese Rin, la avvolse con una coperta posta là vicino e la prese in braccio mentre guardava con disgusto quello che doveva essere Kaito; gli si parò davanti e lo colpì con uno schiaffo che quasi sicuramente aveva la potenza di cinque o piu solo per il tonfo che ne conseguì e la manata stampata sulla guancia del ragazzo.
“Questo..questo non dovevi farlo..Non mi importa se mi hai salvato dalla strada, tu non devi piu toccare questa ragazza in quel modo o giuro sulla mia stessa vita che ti stacco una delle tue orecchie a morsi cosi magari ti concentrerai meglio sui gemiti di dolore che lei ha urlato.”
Luka gli ringhiò queste precise parole all’orecchio mentre non si scomponeva di un millimetro, con un tono autoritario, serio e spaventoso, soprattutto spaventoso.
Lui non si mosse, tenendo lo sguardo basso quasi umiliato dal trattamento ricevuto dalla cameriera, trattato come un bambino quale si era comportato..eppure aveva vent’anni, non tanto pochi..
La rosa portò Rin al piano di sopra, nel bagno, e la lavò, sfregandola con molta cura sembrando quasi una mamma premurosa, anche se la bionda rimaneva in silezio, occhi spenti.
“Non è stata una bella esperienza…mi dispiace non essere intervenuta prima, Rin-Chan..io volevo che quel momento fosse solo tuo e di Len-san mentre invece non ho fatto nulla per impedirlo..perdonami..” Luka non riuscì a contenersi e sfociò in un pianto tanto doloroso che Rin non potè non accarezzare la diciottenne mentre piangeva in silenzio.
 
 
 
                                            ********************************
 
 
Rin, ora, era rinchiusa nella sua stanza. Luka invece, dopo essersi ripresa, aveva aiutato la geisha a vestirsi e asciugarsi poi non si era piu vista, come scomparsa.
La bionda si era seduta appoggiata alla porta, le gambe raccolte al petto, mentre ripensava nuovamente a ciò che era successo con Kaito e poi alla reazione di Luka. Non l’aveva mai vista tanto arrabbiata ma probabilmente Kaito aveva toccato una delle sue ferite e ciò aveva scatenato in lei quella reazione. Anche quando le stava facendo il bagno, quella ragazza tanto matura e forte era sembrata fragile e dolce...Naturalmente Rin sapeva che quella della ragazza responsabile e severa era una maschera di Luka fatta per non essere piu ferita esteriormente ma in ogni caso, nel nostro cuore, le ferite si sentono, eccome se si sentono.
L’ora di pranzo era passata da molto tempo ma lei non aveva mangiato nulla e non l’avrebbe fatto nemmeno a cena, non voleva vedere il viso di quel..di quel..pazzo? Forse è questa la parola che lo rispecchia maggiormente, si.
“Rin…?”
< Oh no…ti prego..tutti ma lui no!>
Quella voce era impossibile da confondere, l’avrebbe riconosciuta tra altre mille sicuramente…Len..
“C-cosa vuoi?” La ragazza cercava di non piangere per non farsi sentire dal ragazzo.
“Solo sentire la tua voce”
Un singhiozzo scappò alla ragazza che inevitabilmente iniziò a piangere silenziosamente, mordendosi le labbra per non far scappare altri versi.
“Perché stai piangendo..?” Sembrava calmo, appoggiato dall’altro lato della porta.
“N-non sto piangendo! Chi ti dice che lo stia facendo?”
“ Tu. La tua voce non rispecchia le tue parole.”
Il labbro inferiore della geisha era ormai divenuto viola e tutto il trucco era andato.
“Quando mi aprirai la porta, Rin-Chan?” La voce di Len cominciava a farsi piu sensuale e desiderosa.
“Non credo che lo farò oggi..”
“Perciò mi farai rimanere qui fuori tutto il giorno..?”
“Probabilmente..ma visto che non sei stupido te ne andrai dagli altri a sentire tutti i loro contorti discorsi..”
“Probabilmente invece sarò stupido e rimarrò qui accanto a te finchè non mi aprirai. Se non lo sai il tuo caro Master ci ha offerto di rimanere qui per la notte, deve parlare con Miku chiaramente, dice.”
pensò Rin. Come poteva resistere a quel ragazzo tanto affascinante e premuroso?
“Cosa ti ha fatto?”
“C-chi, chi mi ha fatto cosa? Nessuno mi ha fatto nulla! Non è successo nulla!” disse mentre singhiozzava la ragazza, non le importava piu se lui la sentiva.
“ E ovviamente non stai piangendo..Una porta non può impedirmi di vederti o sentirti sai?
  Forza aprimi, so che lo farai tanto..”
 La ragazza si alzò lentamente e si asciugò qualche lacrima. Non fece in tempo ad aprire la porta che Len le era gia addosso e la stava abbracciando forte. Tanto forte.
“Farai ancora per molto la ragazza forte davanti a me?” le disse lui mentre le accarezzava i capelli e le strofinava il naso contro il collo liscio.
 “Aspetta..richiudo la porta, non dovrebbero disturbarci in ogni caso..” Rin si staccò controvoglia e richiuse la porta evitando di fare rumore.
 “Anche cosi sei bellissima sai? Anche con gli occhi gonfi, con le labbra di uno strano colore, le guance rosse e dei comuni vestiti della tua età” Len le sorrise ammiccando.
Rin infatti non era vestita con i soliti abiti da geisha, lunghi kimono, obi ingombranti e pettinature complesse bensì aveva addosso una semplice canottiera arancione senza maniche che mostrava le esili braccia e  dei pantaloncini corti di un azzurro profondo che le facevano risaltare le gambe perfette mentre i capelli erano sciolti, un po’ arruffati.
“ E’ un disonore per una geisha mostrare tutte queste parti del corpo perciò ritieniti fortunato a vedermi cosi, non ci saranno altre occasioni probabilmente!”
 “Tu dici ? Io dico di sì, e mostrerai anche molta piu merce di questa” rispose lui leccandosi le labbra in un modo tanto..sensuale..era irresistibile!
Len attirò a sé la ragazza e, sollevandole un pezzo della canottiera, iniziò a baciarle la pancia.
No, per oggi ne aveva abbastanza di quelle cose.
“L-len, smettila! Se ci vedono cosi saranno guai e poi io soffro il solletico, sisi, soffro il solletico sulla pancia perciò non baciarmi là!”  Era arrossita nuovamente ma si notava un po’ di ansia.
“Non mentirmi, mia principessa”

“Non ti sto mentendo! Ti prego smettila!”
“E se io non volessi?”
“Allora ti punirei! E io sono una s-s-sadica affermata eh!” Disse con “convinzione” Rin.
“Pff questa era bella principessa, qui il sadico sono io. Vuoi una prova?”
“NO! Ora falla finita!” La bionda cercò di staccarlo con forza ma non ci riuscì facilmente.
“Okok però esaudirai un mio desiderio, qualunque esso sia e quando io lo vorrò, va bene?”
“Si, come vuoi, mio principe!”
Ora era Len quello che arrossì leggermente mentre sul suo volto aleggiava un sorriso angelico.
Le ore di quel pomeriggio passarono velocemente accanto a Len anche se era difficile per la geisha resistere alla tentazione di saltargli addosso e baciarlo con passione.
Arrivati all’ora di cena lei non si presentò al tavolo come gli altri ma Len le portò ugualmente del cibo, che fece finta di mangiare, mentre lui era obbligato da Miku a rimanere là.
Rin non ne era triste in fin dei conti lui l’aveva fatta stare un po’ meglio..esteriormente.
Nel profondo della ragazza invece una bambina piangeva, seduta ad un angolo, buio, sola, fredda.
La bionda pensava al comportamento di Kaito dopo l’accaduto visto che ora che Len non c’era poteva anche sfogarsi per un po’: non si era fatto né vedere né sentire, nessun messaggio da parte di Luka o Gumi, non si era preoccupato di lei nemmeno per la cena e il pranzo, né l’aveva avvertita dell’arrivo dei due ospiti…lo avrebbe volentieri ucciso ma non l’avrebbe fatto. Per ora.
Quando Len tornò nella stanza della ragazza, la trovò addormentata seduta per terra e appoggiata al letto.
Fu affascinato da quella visione tanto dolce; sembrava quasi una bambina in quella posizione e con quell’espressione..
Decise di non svegliarla e cosi la prese gentilmente, cercando di non fare rumore, e la mise a letto, sotto le coperte.
“Oyasumi, boku no hime” e se ne andò nell’altra stanza, dove invece non si intendeva andare a dormire.
 
 
 
 
  
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Len si svegliò con i raggi del sole che gli colpivano gli occhi. Aveva dormito abbastanza bene dopotutto, un bel cuscino morbido sotto la testa, un materasso alto e duro e una stanza singola, tutta per lui.
Infatti il posto in cui Miku aveva dormito non lo sapeva ma non voleva neanche saperlo probabilmente.
Non era tardi per cui nessuno si era ancora alzato da quanto aveva notato.
Velocemente si lavò, si vestì e andò in soggiorno dove avrebbe preso qualcosa da mangiare per fare colazione e non disturbare le cameriere ma vide che la stanza era gia occupata: una geisha dai capelli biondi come il sole che lo aveva svegliato quella stessa mattina stava versando in due tazzine del the mentre la tavola era gia apparecchiata con dolci di ogni tipo.
“Buongiorno, mia principessa”
“Buongiorno, Len-san. Ha dormito bene stanotte? O forse avrei dovuto farle un massaggio per distendere i muscoli e farlo dormire meglio?”
< Ecco, è tornata di nuovo la geisha di tutti i giorni!> pensò lui mentre l’ascoltava, con quel tono cosi formale.
“Quanto zucchero?” chiese Rin.
“ Nulla, grazie. Mi piace cosi. E poi ne ho gia abbastanza di cose dolci.”
“Ad esempio?”
“Ad esempio te.” Len vide che la ragazza sorrise a quel complimento.
“Ora, vorrei raccontarle di un fatto strano sa” disse la geisha dopo aver bevuto parte del suo the “ ieri sera, mentre aspettavo una determinata persona, mi sono addormentata vicino al mio letto ma per qualche strana causa mi sono ritrovata nel mio caldo letto stamattina! Mi chiedo chi sia stato..” finì lasciando in sospeso la frase con un sorriso furbo  sul volto.
“ Se ti dico chi è, come mi ricompenserai?” lui si avvicinò al viso di lei.
“ Non lo so Len-san,  esprima un desiderio semplicemente..”  la geisha si alzò dopo aver visto che ormai il the del ragazzo era finito e che aveva mangiato a sufficienza e si diresse verso il giardino.
Quando arrivò sotto un grande albero, le cui foglie erano mosse dal vento insieme al lungo kimono e all’obi, si fermò e assunse un’espressione triste.
“Len” prese fiato e si girò verso il biondo, “ lui mi ha violata.”
Gli occhi blu di Len si spalancarono in un’espressione di tristezza, terrore, dolore mentre le sue guance venivano bagnate dalle lacrime.
 
 
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
Emh..Hello!
Ancora tanto tanto tempo è passato dall’ultimo capitolo e mi dispiace veramente tanto!
Sono impegnatissima con la scuola tanto che sto trascurando anche i sub e il disegno ç^ç
Però devo dire che l’anno è iniziato bene sotto molti punti di vista J
Va bene, concludiamo qui! Ringrazio di cuore tutti coloro che mi seguono ancora, che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ ricordate e chi recensisce sempre <3
Un ringraziamento speciale va assolutamente a Taiga Takasu che mi sta sostenendo da vicino nel continuare la storia!

Al prossimo capitolo ^^

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