Don't go away

di KissOfPayne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E dire che mi fidavo... ***
Capitolo 2: *** E tu??? ***
Capitolo 3: *** Sei unico... ***
Capitolo 4: *** Perché a me? ***
Capitolo 5: *** What have you done? ***



Capitolo 1
*** E dire che mi fidavo... ***


 
 
E DIRE CHE MI FIDAVO...



Va bene ammetto… Stare da sola in un bar alle dieci di sera non è il massimo per una ragazza di 21 anni, e ora che ci penso, mi farei offrire volentieri una birra da questo bel cameriere che mi gira attorno da quando sono entrata nel locale.
Kim, ma cosa pensi? Torna in te! Ricordati, tu sei qui solo perché stai aspettando tuo marito. Già, ero lì perché mio marito mi aveva dato un appuntamento per comunicarmi qualcosa di molto importante.
-Kim, scusa ma ho avuto un contrattempo e poi c’era traffico- disse Scott avvicinandosi a me con fare molto freddo e distaccato, avevo capito che c’era qualcosa che non andava ma cercai di non farglielo capire, tanto nell’ultimo periodo succedeva quasi ogni giorno, quindi non ci facevo più caso.
-Scott, che succede, ti vedo stravolto.
-E che sto lavorando molto in questi ultimi mesi- cercò di giustificarsi lui, ma no, questa volta non gliel’ avrei data per vinta.
-Scott, non sono una bambina, allora o mi dici quello che sta succedendo o mi dici quello che sta succedendo? Allora? Ti tocca una scelta facile.
-Ecco Kim…
-Ecco Kim un bel niente, smettila di fare il misterioso sul pisello e dimmi che diavolo succede!
-Ho incontrato un'altra.
-Ecco ci voleva tanto? Aspetta, tu hai fatto cosa?
-Si ho incontrato una ragazza che mi capisce e non mi assilla come invece fai tu.
-Oh scusa tanto se sono tua moglie.
-Già, ora ti renderai conto che è stato solo un enorme sbaglio che abbiamo commesso.
-Peccato che tu te ne sia accorto dopo tre anni.
-Non è colpa mia Kim.
-No, giusto, ora sarebbe colpa mia, vero?
-Sei tu quella che si comporta da pazza.
-Certo, perché io vado a lavoro, torno a casa ti preparo da mangiare, ti lavo i vestiti, faccio tutte le faccende che farebbe una normale casalinga e poi sei tu quello a cui non va mai bene niente.
-Si ma tu non mi lasci i miei spazi.
-Spazi? Quali spazi, visto che rientri alle dieci quanto tutto va bene. No, ma va bene così, vorrei sapere solo una cosa… Da quanto?
-Un anno.
-E in tutto questo tempo tu non mi hai detto niente, hai fatto finta che tutto andasse bene, mi guardavi negli occhi e mi dicevi che mi amavi. Sei solo un bastardo e ora sparisci dalla mia vista, e non avere il coraggio di ritornare a casa mia.
Lui non protestò e se ne andò, probabilmente aveva già portato via tutte le sue cose. Mi sentivo uno straccio, il mondo intero mi era crollato addosso e ora l’unica cosa che volevo fare era piangere, la persona che amava di più mi aveva tradito per tutto questo tempo pur facendomi la faccia lavata. Quanto posso odiare questo genere di persone! Perché devono giocare con i sentimenti della gente? Chi si credono di essere?
Poggiai il viso sul tavolo del bar, non ce la facevo più, quanto sentii qualcuno appoggiarmi una mano sulla mia, ma non volevo parlare con nessuno, tantomeno guardarli negli occhi.
-Non serve che tu dica niente- disse lo sconosciuto  e notai che aveva la voce più bella e roca che avessi mai sentito.
-E perché mai dovrei dire qualcosa?- dissi alzando lo sguardo.      
-Scusa, non volevo immischiarmi nei fatti tuoi.
-Fa niente, scusami tu, non dovevo prendermela con te, tu non c’entri niente. Comunque hai sentito qualcosa?
-Veramente ho sentito tutto.
-Ehh?
-Hai gridato così forte che ti potevano sentire benissimo da venti kilometri.
-Ohh, non me ne sono resa proprio conto.
-Vuoi che ti porto qualcosa?
-Si, una birra.
-Che ne dici di una cioccolata calda?
-Tanto se insistessi a dire che voglio la birra non me la porteresti lo stesso, vero?
-Risposta esatta!-detto questo se ne andò a ordinare la cioccolata calda.
Era un bellissimo ragazzo, anche se non  era proprio l’icona della responsabilità e della serietà, però sembrava un bravo ragazzo. Con due bellissimi occhi verdi, dei ricci che gli incorniciavano il viso e due belle fossette, le avevo potute benissimo notare, visto che faceva lo scemo per tirarmi su di morale.




SPAZIO AUTRICE
Ciau a tutte carotine mie!!!
Dovete scusarmi, ma è la prima FF che scrivo, quindi dovete scusarmi, ancora ci devo prendere la mano.
Mi raccomando, però recensite in tanti...
A presto amori mie!!!
Lei è la mia Kim...

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Capitolo 2
*** E tu??? ***


DON'T GO AWAY...

                                 E TU???



-Già di ritorno?- chiesi sbalordita, non erano passati nemmeno due minuti, che il riccio ritornò con due tazze fumanti.
-Si, devi sapere che a noi, camerieri, viene riservato un servizio tutto speciale,  e poi se sei sexy come me, non devi temere.
-Vedo che non ti manca nemmeno la modestia- dissi facendogli una smorfia.
-Che vuoi? Il Signore le ha lasciate tutte a me…-disse, facendomi subito scoppiare a ridere- Oh ma che sono sbadato! Non mi sono ancora presentato, io sono Harry, Harry Styles, di nome e di fatto- si presentò facendomi l’occhiolino.
-Piacere Styles, io sono Kim Staimon, lo so che il mio nome purtroppo non è così bello come il tuo ma dovrò farmene una ragione.
-Sei simpatica lo sai?
-Lo so, me lo dicono in tanti, e un’altra cosa che so è che ora dovrei proprio andare.
-Che ne dici se ci vediamo uno di questo giorni?
-Non lo so, mi farò vedere io. Quindi a presto Styles-lo salutai porgendogli la mano che lui prontamente strinse, quasi non volendomi lasciare andare.
-A presto babe- aggiunse lasciandomi andare.
Non sapevo dove andare, non volevo più stare nella stessa casa, dove probabilmente mio marito aveva fatto cose non tanto belle con la sua ‘amata’, almeno prima di ritornarci avrei restaurato tutto, però non mi andava nemmeno  di lasciare a lui il mio appartamento, d’un tratto mi ricordai che Scott aveva affittato una suite nuziale, in un costoso hotel al centro di Londra, oltretutto non era nemmeno così lontano dal quartiere dove abito e la chiave l’aveva data a me, quindi molto probabilmente lui non ci aveva nemmeno messo piede.
Passai in fretta a casa mia per prendere dei vestiti, tanto l’indomani ci sarei passata per prendere il resto delle cose, dopodiché mi diressi verso l’albergo.
Entrai e mi ritrovai in una suite meravigliosa, notai da subito la cucina e il bagno, però oltre a queste vidi due porte, ma non ci feci caso, una sarà stata la stanza da letto e l’altra uno sgabuzzino, insomma non m’importava più niente.
Entrai nel bagno, che era di un bell’azzurro chiaro, e mi feci una doccia bollente, ne avevo proprio bisogno, dopodiché mi avvolsi in un asciugamano che mi arrivava giusto, giusto un po’ più sopra del ginocchio e mi diressi verso la cucina, per prepararmi un tè, ogni sera per poter dormire bene dovevo prendere un tè bollente.
Mentre preparavo il mio benedetto tè, sentii uno strano rumore provenire da una delle stanze, mi avvicinai alla porta e la aprii lentamente, perché avevo troppa paura per farlo tutto d’un tratto. La scena davanti alla quale mi trovai, mi fece gridare come un’isterica, c’era un ragazzo in boxer sul mio letto.
-Mamma mia, la smetti di gridare?
-Chi cavolo sei, e che cavolo ci fai nella mia stanza, anzi no, nel mio appartamento?
-Nel tuo appartamento? Veramente dolcezza questo appartamento è mio, ci ho messo piede prima io.
-Si certo, non dire scemenze, ci sono entrata prima io, e poi mio marito l’aveva prenotato già da qualche mese.
-Ooo tuo marito? E potrei sapere dov’è pappino?
-Non sono cazzi tuoi!
-Che siamo volgari!
-Lo sono solo con chi me lo fa essere. Ora vado a cambiarmi e quando ritorno non ti voglio trovare più qui. Ci siamo capiti?
-Se vuoi te ne vai tu, io da qui non mi muovo.
-Vedremo…
Andai a vestirmi ovviamente col pigiama fidato che mi porto dietro da un bel po’ di tempo, il mio amato pigiama con gli orsetti, almeno ora ero presentabile, forse solo per modo di dire se non altro non ero più mezza nuda. Ritornai in cucina e ritrovai quel ragazzo lì, era carino, è vero, alto, muscoloso e tatuato, ciuffo alto un bel paio di cm, e due occhi scuri a mandorla.
-Orsetti, eh?
-Si, li adoro e quindi?
-No, niente, mia sorella ha lo stesso pigiama.
-Si vede che lei ne capisce…
-Si, ma lei ha solo 5 anni, ahaha- disse scoppiando a ridere e facendo ridere anche me, stranamente.- Hai paura che io sia un maniaco pervertito, vero?
-Madonna, leggi nei pensieri?
-Come siamo divertenti… Ha ha.
-Comunque si, ho paura che tu sia un maniaco pervertito, come faccio a sapere che tu non lo sia veramente?
-Non puoi, ti devi solo fidare.
-Non parlarmi più di fiducia, per favore, non dire mai più quella parola con me in giro.
-Va bene, non ti chiedo che è successo, perché so già che mi manderesti al diavolo e ti chiuderesti nella tua stanza.
-Te l’ho detto che leggi nei pensieri, solo che ora stai cominciando a farmi paura.
-Tranquilla, sono solo un ragazzo normale, niente poteri, altrimenti non mi troverei qui, no? Comunque io sono Zayn Malik.
-Io sono Kim Staimon. Ti va un tè bollente?
-Volentieri!     








SPAZIO AUTRICE
Ciau careeeee, lo so, sono dei capitoli abbastanza corti, però spero vi piacciano lo stesso...
E vi prego fatemi sapere quello che ne pensate.
A presto carotine!!!


Vi lascio con un'altra gif della mia Kim, Skyler Samuels...  

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Capitolo 3
*** Sei unico... ***


DON'T GO AWAY...

                                    SEI UNICO!!!



 Il mattino seguente mi svegliai al sorgere del sole per colpa della confusione che proveniva dalla cucina, ad un certo punto mi alzai per impedire a Zayn di distruggere l’appartamento. Entrata in cucina mi dovetti chiudere il naso con le dita, c’era una puzza tremenda di bruciato, in una ciotola c’era dell’impasto per i pancake, quindi evidentemente non era per niente bravo ai fornelli.
-Zayn, ma questo è un attentato per bruciare l’albergo?

-E’ che, che… Va bene sono una frana in cucina, ma almeno il caffè lo so fare-disse porgendomi una tazza enorme rossa.
-Sei sicuro che si può bere o c’è qualcosa di velenoso dentro?
-Tranquilla non c’è niente, se vuoi lo bevo io al tuo posto.
-Giù le mani dal mio caffè!
-Che ne dici se ti porto fuori per la colazione?
-E che ne dici se invece io preparo i pancake?
-Idea allettante… Li sai preparare?
-Penso… Altrimenti non te l’avrei chiesto, no genietto?
-Va bene capo, allora io vado a farmi una doccia.
-Vai, vai che puzzi- dissi facendo una smorfia e portandomi una mano davanti al naso.
Quando Zayn fu di ritorno, i pancake erano sul tavolo, mentre io ero girata perché stavo lavando i piatti, quando mi girai, mi ritrovai con il moro in accappatoio  che si stava gustando la sua colazione. Rimasi pietrificata davanti a quell’immagine, non sapevo come reagire.
-Che c’è, hai visto un fantasma?
-Ehh?
-Mi stai fissando Kim…
-Ti sarà sembrato, comunque come sono?- dissi indicando il piatto.  
-Ottime, sei proprio una brava cuoca, le dovrai fare più spesso.
-Io non starò per sempre qui, caro mio.
-Cosa? Mi lascerai morire di fame?
-Fino ad ora sei sopravvissuto, no?
-Si ma, ma…- ribatté facendomi gli occhi da cucciolo.
-Va bene, facciamo che qualche mattina ti chiamerò a mangiare a casa mia ora però smettila con questa faccia. Devo ammettere sei incorreggibile Zayn Malik-dissi alzando gli occhi al cielo. 
-Ma se hai una casa, perché stai qui?
-E’ una storia lunga…
-Prima o poi me la dovrai raccontare, no? Che ne dici se inizi ora?
-Praticamente è successo che tre anni fa, circa, mi sono trasferita qui per seguire il ragazzo dei miei sogni, che alla fine ho sposato e con il quale ufficialmente sarei ancora sposata. Ieri sera mi ha dato un appuntamento ad un bar nel centro per dirmi cosa? Che era finita, che io ero noiosa, che non gli lasciavo i suoi spazi, ma soprattutto che aveva un’altra, più bella e che lo sapeva capire, insomma che aveva le qualità che io non ho.- dissi scoppiando a piangere.- E’ solo un bastardo che mi ha usata, che mi ha ferita, non gli ha importato realmente di me e ora anche se dopo tanto, ne ho la conferma.
-Mi dispiace Kim, ieri sera quando avevi detto che eri sposata, ti giuro che non ci ho creduto, pensavo mi stessi solo prendendo in giro, pensavo volessi sbarazzarti di me.
-Non preoccuparti, non è colpa tua, me lo sono scelto io quell’idiota, non tu.
-Ma tu dicevi che hai una casa, no?
-Si, ma il fatto è che, vedi, non so cosa Scott ci abbia fatto dentro e con chi, quindi prima vorrei ristrutturare e disinfettare tutto.
-A capisco, penso sia la scelta giusta.
-E tu come mai ti trovi qui, solo?
-Io sono all’università, ma i miei genitori abitano a qualche chilometro di distanza, solo che mi sento più libero, posso fare quello che voglio, rientrare quando voglio, insomma nessuno che mi controlla, sai com’è…
-Si lo so, ci sono passata anch’io. 
-Ma posso sapere quanti anni hai?
-Compierò ventuno il 26 giugno. Perché me l’hai chiesto?
-Parli in modo così maturo, sei così matura, è un complimento, sai...
-E tu quanti anni hai?
-Ventuno compiuti il 12 gennaio.
-Quindi possiamo dire che abbiamo la stessa età. Cosa studi?
-Letteratura inglese, mi piacerebbe tanto diventare un professore d’inglese. E tu cosa fai?
-Io lavoro come architetto, sai mio marito aveva dei contatti quindi mi ha fatto avere il diploma prima del tempo, ma non dirlo a nessuno, altrimenti ti dovrò uccidere-dissi scoppiando a ridere e facendo ridere anche lui dopo qualche minuto di silenzio usato per guardarmi male, perché non aveva capito che era una semplice battuta.
Quel pomeriggio chiamai un’azienda di ristrutturazioni, volevo cambiare aria al mio appartamento e volevo farlo al più presto, di conseguenza anche il pomeriggio stesso.





SPAZIO AUTRICE
Hey amori, sono già al terzo capitolo e secondo me non è poi così male...
Voi che ne pensate? Fatemelo sapere... 
Grazie a tutte!
A presto!!!
Ora vi lascio con una delle mie gif, sembra siano fatte apposta per la mia FF...

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Capitolo 4
*** Perché a me? ***


DON'T GO AWAY...

                   PERCHE' A ME?

-Pronto- risposi al telefono che non smetteva più di squillare.
-Kim, ma ti sei dimenticata di me?- rispose prontamente una voce femminile dall’altra parte della apparecchio.
-Stacy, non mi sono dimenticata di te, solo che sono successe un paio di cose e non mi andava di parlarne.
-E’ per questo che ti ho chiamata. Scott sta dicendo in giro che l’hai tradito, e che va avanti da qualche anno.
-Ma che stronzo, è proprio il contrario.
-Lo so Kim, solo che dobbiamo fare qualcosa altrimenti vincerà lui.
-Stacy, non m’importa chi vince, non è una guerra, e io voglio solo essere lasciata in pace, voglio solo godermi la vita, tanto di tempo ne ho perso abbastanza.  
-Certo cara,  solo che non t’importa di cosa pensano i tuoi colleghi al lavoro? Non t’importa di quello che penserà la tua famiglia, diranno che hanno educato male la loro bambina e che crescendo, invece di diventare più matura, si è solo rovinata.
-E quindi cosa dovrei fare, dovrei organizzare un flash mob, solo per far vedere alla gente quant’è stronzo Scott? Mi ridicolizzerei da sola e lui probabilmente userebbe la carta del ‘IO SONO LA VITTIMA E NON LEI’, ormai lo conosco fin troppo bene.
-Dove ti trovi ora?
-Sono in albergo.
-Cosa?
-Si, lui aveva prenotato una suite e io ne ho approfittato dell’occasione per rinnovare il mio appartamento.
-Dimmi come si chiama così ti raggiungo.
-Forse è meglio se ci vediamo allo Starbucks, così ti racconto un paio di cose.
Riattaccai la chiamata e andai a prepararmi, misi un paio di jeans,un lupetto bianco e la camicia rossa a quadri di sopra, sciarpa rossa e bianca, stivali neri ed infine il cappotto nero  di sopra. Misi un filo di matita, un po’ di mascara e un rossetto chiaro ed ero pronta.
In meno di dieci minuti arrivai e da lontano intravidi la sagoma della mia amica, sorridente come al solito, la ammiravo moltissimo per questo, non perdeva mai il sorriso, al contrario di me, che ero quasi sempre col musone.
-Kim- cominciò a gridare la mora correndo come una bimba nella mia direzione.
-Stacy, non ti ho fatta aspettare, vero?
-No, sono appena arrivata.
-Magnifico, entriamo che ho sete.
Entrammo e senza rendermene conto andammo a sederci dove la sera prima mi ero trovata a litigare con Scott, ma perché avevo scelto lo stesso locale?
-Cosa posso portarvi- ci chiese cortesemente il cameriere.
-Io prendo una coca-cola- dissi alzando lo sguardo verso quest’ultimo.
-Kim, quindi alla fine ti sei fatta viva, pensavo non saresti più tornata.
-Styles, veramente sono qui con la mia amica- dissi indicando Stacy.
-La mora?
-Direi…
-Bhè, lei è mia cugina-disse lanciandomi un sorriso malizioso, quasi come per dire: HO VINTO IO, RIPROVA LA PROSSIMA VOLTA.    
-Come? Voi vi conoscete?- ci guardò lei confusa.
-Veramente, non è che ci conosciamo, è che lui ieri sera mi girava attorno e ha sentito tutto quello che io e Scott ci siamo detti.
-Ancora con questa storia? Sei stata tu a gridare, non io, e se vuoi ci sono anche i testimoni.
-Va bene, va bene hai vinto tu, mi arrendo. Ti va bene adesso?
-Si babe, ricorda Styles vince sempre.
-E questo che c’entra?
-Niente, era solo per fare un pochino il fighetto.
-Si, si, ok, ora ci porti due coca cole? Muovi il sederino cugino!- quest’ultimo sentendo queste parole scomparii in meno di un secondo.  
-Perché non mi hai mai parlato di tuo cugino?
-Lo vedi com’è combinato, no? Che c’è da dire è solo uno scemo e basta, d’altra parte pure vanitoso.
-E quindi? Resta il fatto che è sempre tuo cugino, sangue del tuo sangue…
-Ok, ho capito ora smettila per favore- m’interruppe Stacy.- Ma con Scott cos’hai intenzione di fare?
-Lo vuoi sapere veramente? Niente, non ho voglia di fare proprio niente.
-Ma sei impazzita? Hai la febbre, perché se è diversamente ti giuro che non ti capisco, se fossi stata io al tuo posto li avrei già ammazzati.
-Da quando sei diventata così violenta?
-Bhè, lo sono sempre stata, solo che non lo davo a vedere.
-Aha, capisco. Comunque, ripeto per il momento non ho intenzione di compiere io il primo passo.




SPAZIO AUTRICE
Sono molto contenta di come stia andando la storia e spero che vi piaccia, lo so, lo ripeto sempre ma, fatemi sapere quello che ne pensate...
Ora vi lascio con delle gif di Kim (Skyler Samuels)

A presto ora vi lascia con delle gif di Kim( Skyler Samuels)  
   

E di Stacy( Phoebe Tonkin) 

 

E questa potrebbe essere la faccina stupida di Harry... Ci sta!

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Capitolo 5
*** What have you done? ***


DON'T GO AWAY...

                               WHAT HAVE YOU DONE?



Il mattino seguente, come al solito Zayn era chiuso in bagno, diceva:’’ Che vuoi? Mi devo fare bello, ci sono tante ragazze sexy all’università…’’  e si chiudeva a chiave per diverse ore, fino a quando il suo ciuffo non era apposto, che oltretutto secondo me era tutta scena, perché si ritrova con i capelli allo stesso modo di un  pazzo con un kilo di gel.
-Zayn ti muovi? Devo uscire.- cominciai a gridare e bussare nella porta.- Dai Zayn, muovi il sederino, è da 1 ora che sei chiuso qua dentro, se non di più.- e non stavo scherzando, quando lui entrava in bagno poteva succedere qualunque cosa che lui non usciva.
Dopo diversi minuti di urla, finalmente aprì la porta.
-Sia lodato il cielo, finalmente.
-Non gridare, mi fa male la testa.-disse lui massaggiandosi la testa,e notai che era in boxer, niente di strano visto che lui dormiva sempre così, solo che a quell’ora sarebbe dovuto essere già pronto.
-Ma Zayn come mai non sei ancora pronto?-chiesi aprendo sempre più la porta.
Non appena entrai vidi la sagoma di una ragazza, mezza nuda per terra, vicina alla finestra.
-Zayn, che diavolo succede?-chiesi allarmata.
-Niente Kim.
Mi girai di nuovo verso di lui che stava per chiudere la porta lasciandomi dentro, quando vidi delle bottiglie di birra, ormai vuote e un altro ragazzo vicino alla porta.
-Zayn!-gridai nuovamente- Vieni subito qui!
-Eccomi capo!
-Te lo chiedo nuovamente, che diamine succede?
-Lei è Sasha.- disse indicando la ragazza, che ormai si stava svegliando a causa del baccano.
-Sara- ribatte lei.
-Ecco ti avevo detto, lei è Sasha.
-Zayn, lei ha appena detto che si chiama Sara.-lo corressi .
-Eh, e io cos’ho detto?
-Sara…
-Avrete capito male.
-E lui chi sarebbe?- chiesi del ragazzo, poggiato con la testa sulla vasca da bagno.
-Lui è mio cugino.
-Si certo! Uno biondo e l’altro moro, uno chiaro e l’altro scuro, e per il resto non posso parlare perché non lo conosco, ma comunque, chiunque direbbe che non può essere, siete troppo diversi.
- Lui è stato adottato dai miei zii, visto che loro non potevano avere bambini, però siamo cresciuti praticamente insieme e frequentiamo perfino la stessa università, solo che lui ha avuto più fortuna perché ci abita vicino.
-Aha, capisco. Ma ora potrei sapere cose’è successo qui dentro? Sembra un porcile, avete per caso fatto un menage a trois o cosa?
-Veramente, loro mi hanno messo qualcosa nella birra e mi hanno fatto addormentare, poi quello che hanno combinato loro due, non lo so- disse il biondino massaggiandosi la schiena mentre si alzava da terra.
-Non è vero, non abbiamo fatto niente.
-Si, certo è perché lei sarebbe mezza nuda e tu in boxer? Malik, voglio vedere questo bagno pulito più che mai e soprattutto disinfettato, ci siamo capiti?
-Si, signor capitano- ci scherzò su lui, però notando che ero abbastanza seria cominciò a raccogliere le cose da terra, mentre la ragazza cominciò a vestirsi.
-Lo sai che hai un bel sedere- esclamò il biondino.
-E’ vero? Pure io lo pensavo, solo che non glielo avevo ancora detto-concordò Zayn.
-Ehm, grazie, ora però muovetevi che devo andare in bagno.
-Comunque, piacere, io sono Niall Horan.-disse il biondino porgendomi la mano.
-Piacere mio, io sono Kim Staimon.
-Che ne dici se ti offro un caffè?
-Accetto volentieri.
-Perché lui si ed io no?- chiese Zayn arrabbiato.- Certo con lui vuoi uscire ma con me no.
-Vieni pure tu, se ti fa così piacere, solo che a questo punto vi va se chiamo una mia amica?
-E’ sexy come te?
-Abbastanza, se non di più !
 -Allora chiamala!-disse quasi urlando Zayn.
-Va bene, vado a chiamarla.
    




SPAZIO AUTRICE...
Hey ragazze, volevo chiedere a tutti quelli che leggono questa FF, di lasciarmi i loro commenti, perché a volte mi chiedo, se abbia senso che io la continui...
Comunque un grazie in anticipo a tutti :)  
Ora vi lascio con delle gif molto interessanti...
  

Niall 



E Kim, però immagginate che quel ragazzo sia Niall, addormentato... ahahah 

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