Gli eroi di Munroch Hill

di Russian Sonia 1992
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Once upon a time... ***
Capitolo 2: *** Meet the Justice League ***
Capitolo 3: *** Questions, questions... ***
Capitolo 4: *** Crystal ball, tell me everything you know... ***
Capitolo 5: *** Help from the Witch Doctor ***
Capitolo 6: *** The profile ***
Capitolo 7: *** A very long epilogue ***



Capitolo 1
*** Once upon a time... ***


MH1

Gli eroi di Munroch Hill








Pioveva moltissimo quella notte, così tanto da non fare uscire di casa gli abitanti di Washington e chi era solo di passaggio.

"Mammina, io ho tanta paura!" gridava la voce di un bambino, proveniente da un piccolo appartamento.

"Sto arrivando, tesoro, non ti preoccupare!"

JJ sapeva con certezza che suo figlio era terrorizzato dai tuoni che si sentivano quella notte.

Nonostante la stanchezza per il viaggio da Menphis (ovviamente, per un caso che definire intricato era riduttivo), correva nella camera del piccolo, in modo da poterlo rassicurare.

"Sono qui: cosa ti prende?"

"Quei rumori non mi fanno dormire!"

"Lo so, tesoro; qualcuno dai piani alti ha deciso che stanotte ci siano i tuoni. Adesso la mamma ti racconterà una bella favola, contento?"

"Va bene, ma voglio una favola diversa!"

"Diversa... come?"

"Voglio una favola in cui ci sei tu! E in cui ci sono anche gli zii!"

Se c'era una cosa in cui JJ non era brava, era quella di inventare storie in cui fosse la protagonista; questa volta desiderava assecondare il piccolo Henry, ma si poneva una domanda: vale la pena raccontare una storia ispirata alla propria vita e al proprio lavoro?

"D'accordo, ma sarai abbastanza coraggioso da ascoltarla tutta?"

"Lo farò, mammina!"

Dopo aver fatto un respiro profondo, JJ incominciava a raccontare...




Tanto tempo fa esisteva un piccolo paese situato nel sud della Virginia; esso era chiamato Munroch Hill e aveva una particolarità: non accadevano cose brutte.

Era un paese talmente tranquillo da non avere forze di polizia, perché il male praticamente non esisteva.

O almeno così pensavano tutti.

Da molti giorni, infatti, alcune fanciulle in età da marito sparivano nel nulla, senza che gli abitanti di Munroch Hill se ne accorgessero; poi ritornavano...

"Ma se poi tornavano, cosa c'era di tanto brutto?"

"Se mi lasci finire, lo spiegherò. Dicevo...


Poi ritornavano, ma non del tutto: a Munroch Hill arrivavano solo i vestiti che indossavano quando sono sparite e, cosa alquanto insolita, anche i loro capelli.

C'erano ragazze nobili, borghesi e qualcuna di bassissimo rango.

A quest'ultima classe sociale apparteneva Elizabeth Rossi, figlia di uno spazzacamino di origine italiana.

Quando aveva trovato il vestito grigio e i capelli corvini della figlia, il povero uomo non riusciva a trattenere le lacrime e i singhiozzi.

"Qualcosa non va, David?" chiedeva un rappresentante dell'alta borghesia, cliente abituale dello spazzacamino.

"Signor Hotchner"  rispondeva, gli occhi arrossati dal pianto "Questi resti appartengono alla mia Elizabeth; non riesco a credere che non sia più qui!"

"Orsù, vieni a casa mia; la mia cameriera ti preparerà una tazza di tè per rimetterti in forze."

"La ringrazio, non c'è miglior rimedio!"

Entrati nella dimora di Hotchner, i due uomini si sedevano su delle poltroncine situate nel salotto.

"Ecco il suo tè, padrone, ed il suo, signor Rossi!" esclamava una giovane donna bionda.

"La ringrazio, Jennifer!" rispondeva Hotchner.

"Sei tu, mammina!" esultava Henry.

"Potevo forse mancare?"

"No, mammina!"


"Allora, David, da quanto tempo Elizabeth non si faceva più viva?"

"Due settimane e tre giorni." rispondeva singhiozzando.

"E come hai saputo del suo... ritrovamento?"

"Un mio collega mi ha riferito di aver trovato dei vestiti e dei capelli in un vicolo."

"E come hai fatto a capire che erano di tua figlia?"

"Insieme ad essi c'era anche questo!"

David tirava fuori dalla tasca dei pantaloni un ciondolo di smeraldo.

"Apperteneva a sua madre e lo ha portato sempre con sè, sin da quando ci siamo trasferiti qui."

"Ascoltami, io posso aiutarti a scoprire chi ha preso tua figlia. Conosco delle persone fidate che possono darci una mano."

"Davvero lo faresti, signor Hotchner?"

"Certo: non posso rifiutarmi di aiutare un amico e tu per me lo sei."

David abbracciava l'altro uomo e gridava: "Grazie, è ciò che volevo sentirmi dire!"

"Ehm... posso venire con voi?" li interrompeva Jennifer.

"Quello in cui andremo non sarebbe un luogo da donne" affermava Hotchner "Ma se vuole che qualcuno la protegga, può contare su di noi; lei ha la stessa età delle dodici ragazze scomparse, perciò se fosse da sola, sarebbe in pericolo di vita."

"Ma le ragazze scomparse hanno i capelli neri o castani, quindi non dovrei essere in pericolo, visto che sono bionda."

"In teoria non lo sarebbe, ma chiunque abbia rapito quelle giovani donne potrebbe sempre cambiare idea."

"Quindi posso unirmi a voi nel trovare quel farabutto?"

"Lei deve unirsi a noi; io e David siamo contenti di questa sua iniziativa."

"Siete certi di riuscire a trovarlo?"

"Ne siamo più che certi, Jennifer!"










Eccomi a voi!

Da tempo concepivo quest'idea folle, ma sono riuscita a partorirla solo oggi.

Inizio col dirvi che questa AU è in parte ispirata al film "Profumo - storia di un assassino", con la differenza che:

- la vicenda è ambientata nell'immaginario paese di Munroch Hill ai primi del Novecento, invece che nella Provenza del Settecento;

- è narrata dal punto di vista dei nostri profiler, qui in altre vesti.

Per facilitarne la realizzazione, ho dovuto aggiungere una cornice narrativa, ovvero JJ che la racconta (pur esitando inizialmente) a suo figlio come se fosse una favola.

Spero che la mia idea sia di vostro gradimento.

Russian














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Capitolo 2
*** Meet the Justice League ***


MH2"Perché stiamo entrando in una delle case più pericolanti di questo paese?" chiedeva una preoccupatissima Jennifer.

"Perché è lì che troveremo chi potrà aiutarci!" replicava Hotchner.

Effettivamente Crowlington House non era certo famosa per la sua stabilità, perciò i tre erano entrati nell'edificio con molta cautela."

"Cos'è una cautela?"

"Vuol dire che stavano molto attenti, altrimenti la casa cadrebbe in mille pezzettini!"

"Capito."



"Ci siamo: domandiamo se ci fanno passare." annunciava Hotchner, non appena erano arrivati al piano superiore.

"Sei sicuro che lo facciano?" chiedeva Rossi.

"Lo scoprirete adesso!"

Da una porta, alla quale erano vicini, si sentiva una voce gridare: "Chi va là?"

"Derek, sono Aaron! Non so se ti ricordi di me, ma sono venuto fino in Ohio per chiederti aiuto su quello che è successo di recente!"

"Sei quell'Aaron Hotchner che mi ha fatto uscire di prigione?"

"Certo!"

"Un momento: ha detto "prigione"?" chiedevano Rossi e Jennifer.

"Va bene, passa pure!"

Dopo l'apertura della porta, i tre si trovavano faccia a faccia con un uomo di colore, dalla capigliatura rada e dalle spalle larghe.

"Signori, vi presento Derek Morgan: un tempo era un famigerato rapinatore, ma quando ha saputo di questa casa e dell'organizzazione che ospita, le guardie della prigione l'hanno lasciato andare."

"Voi chi siete?" domandava Morgan.

"Io sono David Rossi, padre dell'ultima ragazza rapita."

"E io sono Jennifer Jareau, cameriera del signor Hotchner."

"Non fateli entrare! C'è una donna con loro!" gridava un altro indivduo, che aveva molti sfregi sul viso."

"Non preoccuparti, Balthazar: mi fido di costoro!"

Appena entrati, notavano molti individui dedicarsi alle più svariate attività: alcuni combattevano corpo a corpo, altri prendevano a pugni e calci alcuni sacchi, altri ancora erano addormentati su alcune vecchie poltrone e russavano rumorosamente.

"In cosa consiste questa... organizzazione?" chiedeva Jennifer, pur essendo ancora malvista da "Faccia sfregiata".

"Qui ci vanno gli ex criminali che desiderano riabilitarsi, allo scopo di compiere azioni a fin di bene."

"In pratica... sareste giustizieri!"

"Una specie."

"E avete già operato da queste parti?"

"No, quest'organizzazione è nata dopo il ritrovamento dei resti della terza e quarta vittima."

"Non stare ad ascoltare quella donna! Porterà qui solo guai!"

"Sta' zitto, Balthazar!" tuonava Morgan, poi, rivolgendosi di nuovo a Jennifer: "Dovresti scusarlo, si comporta così da quando abbiamo assunto una donna."

"C'è anche una donna nell'organizzazione?" domandava Rossi.

"Certamente. Ed è il nostro migliore elemento."

"Potresti presentarcela?" chiedevano i tre all'unisono.

"Con molto piacere! Emily, vieni subito qui!" gridava, rivolgendosi ad una donna dai cortissimi capelli neri, intenta a bloccare i polsi di un energumeno grande il doppio di lei.

"Eccomi, cosa c'è?"

"Questi signori sono venuti per chiederci aiuto riguardo agli ultimi strani avvenimenti."

"Lieta di conoscervi; io sono Emily Prentiss, facevo il palo in una rapina avvenuta sei anni fa e mai riuscita."

Dopo le presentazioni, la mora domandava: "Allora, cosa vi porta fin qui?"

"Alla luce di questi fatti" iniziava Hotchner "Volevamo chiedervi se siete disposti a trovare l'artefice di questi rapimenti."

"Sarebbe una vittoria per tutti noi." replicava Morgan.

"Quindi collaborerete con noi?" chiedeva ansiosa Jennifer.

"Avrete la mia fiducia!" annunciava Morgan con fierezza.

"Verrò anch'io con voi; ho bisogno di essere valorizzata al giorno d'oggi!" si aggiungeva Emily.

"Perfetto! Questo è solo l'inizio di una splendida collaborazione!" erano le parole di Hotchner e gli altri due non potevano non trovarsi d'accordo.









Eccoci al secondo capitolo!

Innazitutto, se nel capitolo precedente ho introdotto JJ, Hotch e Rossi, in questo ho presentato Emily e Derek. Vi piacciono queste loro vesti alternative?

Riguardo ai personaggi rimasti:

1)Penelope sarà introdotta nel prossimo capitolo, oppure fra due capitoli;

2) gli ex profiler (Gideon, Elle...) potrebbero essere citati nel corso della vicenda;

3) Last but not least, Spencer non ci sarà (non perché non mi piaccia, ma perché non saprei che personaggio fargli interpretare), quindi non sperate in una sua comparsa!

Ad un certo punto, Morgan parla di una "terza e quarta vittima"; un modo come un altro per dire che si tratta dei resti di due gemelle.

Spero che vi piaccia.

Russian.

PS: Una recensione (anche negativa) sarebbe gradita.

















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Capitolo 3
*** Questions, questions... ***


MH3Ora che avevano trovato dei collaboratori, potevano finalmente dare inizio alle indagini.

Il primo passo da compiere era quello di interrogare i parenti delle altre ragazze rapite.

Ma non tutti gli interrogati reagivano bene alle domande della "squadra"...

"Perché siete interessati a cose che non vi riguardano?" chiedeva il padre delle gemelle Fitzherbert.

"Si da il caso" cominciava Rossi "Che anche mia figlia è nella stessa situazione delle vostre, perciò esigo un maggiore rispetto!"

"Ma questo non significa che dobbiate entrare nelle nostre vite, per giunta senza bussare!" sbraitava il signor Fitzherbert.

"Ma noi abbiamo bussato." bisbigliava Jennifer all'orecchio dell'altra donna.

"Era una metafora per dire che siamo piombati all'improvviso." sbuffava Emily, sempre sottovoce.

"Scusami, ma questa è la prima volta che esco di casa per un motivo che non sia fare la spesa per il padrone."

"Lascia che io mi occupi di lui."

Emily cercava di avvicarsi all'uomo, ma costui la blocca, ringhiando: "Qui non c'è posto per una sottana!"

Allora Fitzherbert veniva scaraventato a faccia in giù, con il piede destro della donna che gli pressava la schiena.

"D'accordo, entrate, ma lasciatemi andare!"

Il vecchio, a malincuore, faceva accomodare i tre ospiti.

"Quando si è accorto che le sue figlie non si facevano più vedere?" domandava Rossi.

"L'ultima volta che ho visto Gwendolyn è stata tre mesi fa. Ho mandato Vivian a cercarla, ma due giorni dopo non ho visto tornare nemmeno lei."

"Quando ha ritrovato vestiti e capelli delle ragazze?" chiedeva ancora Rossi.

"Un mio amico mi aveva chiesto di venire al porto ed è stato allora che ho visto i loro resti. Non riuscivo a credere che si trattava delle mie bambine!"

"Io" cominciava Jennifer flemmatica "Sono solo una semplice cameriera, ma Gwendolyn, Vivian e le altre mi stanno a cuore, nonostante non abbia mai parlato con loro."

"Davvero lo comprende?"

"Certo. Sono giovane come loro e potrei correre il rischio di essere rapita e portata via da qui."

Poi la ragazza aggiunge: "La mia famiglia si è trasferita a Munroch Hill quando avevo dodici anni; quando ho raggiunto la maggiore età, volevo lasciare questo paese per seguire un riccone che volevo sposare, ma nel preparare il corredo ho capito che questo posto faceva al caso mio più di qualsiasi grande città."

"Con questo cosa vuole dire?"

"Che avrà sempre un ricordo delle sue figlie, anche se associato a qualcosa di doloroso."

***************

"Quando ha ritrovato i resti di sua sorella?" domandava Morgan.

"Un mese e mezzo fa." rispondeva il calzolaio Peabody "Ultimamente non vedevo Caitlin molto spesso, ma quando mi sono imbattuto nei suoi capelli e nei suoi abiti da lavoro ho cominciato a disperarmi come non avevo mai fatto prima."

"Ha parlato di abiti da lavoro; cosa faceva Caitlin?" domandava Hotchner.

"Lavava i panni degli abitanti del quartiere. Non era il lavoro più redditizio, ma le piaceva non poco."

"Ha visto qualcuno di sospetto prima della scomparsa?" chiedeva ancora Morgan.

"Io no, ma nella conceria qui accanto ho sentito un tizio farneticare di filtri e pozioni; doveva essere un matto!"

"La ringrazio."

**************

"Allora come siete messi?" domandava Emily alla fine di quel pienone di interrogatori.

"Per ora abbiamo solo un profilo abbozzato." replicava Morgan.

"In pratica dobbiamo cercare un pazzo che si diverte a manipolare delle provette come se fossero giocattoli." aggiungeva Hotchner.

"Domani dovremo setacciare l'intera Munroch Hill per la seconda volta!" si lamentava Morgan.

"Forse non sarà così..." affermava Jennifer.

"Cosa vorresti dire?"

"Ogni tanto, quando vado al mercato, incontro una mia amica d'infanzia. Costei afferma da sempre di poter prevedere il futuro."

"E tu le credi?" domandava scettico Morgan.

"Certo."

"In effetti potrebbe esserci utile per trovare quel gaglioffo..." replicava Emily.

"Domani vi condurrò da lei!"






Ecco anche il capitolo numero tre!

Se qualcuno mi fa sapere il segreto del saper gestire dialoghi fra più di due persone, sarei la donna più felice del mondo!

Scherzi a parte, sto seguendo lo schema di una normale puntata di CM (adesso siamo passati all'interrogatorio a chi era legato alle vittime ed al profilo prelimanare).

Ci vediamo al prossimo capitolo, con l'entrata in scena dell'indovina (che, come ho accennato in precedenza, sarà Penelope)!

Russian










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Capitolo 4
*** Crystal ball, tell me everything you know... ***


MH4Ogni giorno il mercato, situato nella piazza centrale di Munroch Hill brulicava di clienti.

Non c'era abitante che non si recasse lì per fare compere e scambiare quattro chiacchere con gli amici.

Si potevano trovare beni di prima necessità provenienti da qualsiasi parte del globo, questo grazie al commercio per via navale.

"Sei sicura di trovarla da queste parti?" domandava Emily.

"Ne sono più che sicura!" le rispondeva Jennifer "Dovrebbe essere più o meno... eccola lì!"

Vicino al banco del pesce, si trovava una ragazza dall'aspetto particolare: era piuttosto rotondetta, cosa che faceva intuire che non era di Munroch Hill, con dei capelli rossi e ricci; portava una lunga veste lilla scuro, dotata di ampie maniche color salmone; completavano l'opera un mantello fucsia e degli stravaganti ciondoli e anelli di ogni forma e colore.

"Penelope, sono qui!"

"Chi è che mi sta chiamando... oh, salve Jennifer! Vedo che hai portato degli amici!"

Dopo le dovute presentazioni, la ragazza chiedeva: "In cosa posso servirvi?"

"Dato che sei una veggente..." iniziava Jennifer.

"Ammesso che lo sia veramente." la interrompeva Morgan, ancora incredulo.

"Scusalo, cara, non crede nelle forze occulte. Comunque volevamo sapere se tu ci puoi aiutare..."

"... a trovare il rapitore delle dodici fanciulle!" concludeva Penelope.

"Come lo sa?" domandava perplesso Hotchner.

"Lo so e basta! Volete venire a casa mia, così mi spiegate meglio la faccenda?"

"Per me va bene, ma non so cosa pensano gli altri." incalzava Jennifer.

Dopo altri quattro consensi (di cui uno involontario), il gruppo s'incamminava verso l'abitazione dell'indovina.

"Gradite una tazza di tè?"

"Per me no, la ringrazio. Preferirei una tisana." replicava Emily.

"Ho diversi tipi di erbe; quale preferisce?"

"La vorrei all'estratto di magnolia."

"Perfetto!"

Non appena tutti gli infusi erano stati serviti, Penelope si sedeva al proprio tavolino e interpellava la grande sfera di cristallo che vi era collocata sopra.

"Allora, cosa sapete di questo farabutto?"

"Che ha una preferenza per le ragazze giovani, più o meno sulla ventina, e scure di capelli, senza distinzione di classe." cominciava Rossi.

"E che ha a che fare con filtri e pozioni." proseguiva Morgan.

"Sarà una ricerca dura! Ci saranno un sacco di stregoni, pozionisti e alchimisti! Vedo cosa posso fare!"

"Ci sono anche gli stregoni?" chiedeva Morgan.

"Certo" rispondeva Hotchner "Ma non sappiamo distinguere gli stregoni veri dai ciarlatani."

"Voi no, ma io sì!" aggiungeva Penelope, continuando la ricerca.

"Davvero? E come ci riesce?" s'incuriosiva Emily, sorseggiando la propria tisana.

"Perché gli stegoni veri hanno... un momento: cosa sta succedendo?"

"Si direbbe un'interferenza." osservava Hotchner.

Nella sfera, al posto della sequela di nomi, c'erano grandi nuvole nere, che a loro volta venivano sostituite da un'altra immagine...

"C-Cos'è?" chiedeva Jennifer atterrita.

"A prima vista sembrerebbe l'interno di un antro." constatava Emily.

"E infatti lo è!" concludeva Penelope.

Nonostante l'oscurità di quell'immagine, si poteva scorgere una catasta di corpi, talmente anonimi da non poterli distinguere con chiarezza.

A un certo punto l'immagine si sposta su una figura incappucciata, intenta a maneggiare delle fiale.

"Ci siamo quasi! Fra poco catturerò la tredicesima fanciulla e la pozione sarà finalmente completa!" sibilava la figura.

"Riesci a inravedere il suo volto?" chiedeva Jennifer, mentre cercava di placare gli animi di Rossi.

"Con quel cappuccio si vede a malapena il mento." osservava Penelope, mentre la figura proseguiva il suo sproloquio.

"Appena questo mio progetto sarà concluso, la gente sarà obbligata ad acclamarmi e sarò il più grande pozionista che sarà mai esistito! Quel tizio che mi ha prestato gli ingredienti si pentirà di aver dubitato di me!"

"Un momento: ha detto "che mi ha prestato gli ingredienti", quindi non è un pozionista!" strepitava Morgan.

"No, ma prima di quei delitti ne ha frequentato uno!" intuiva Penelope.

"Ci chiediamo ancora come faccia a riconoscere quelli veri dai ciarlatani." sentenziava Emily.

"Semplice: i pozionisti autentici hanno una vera e propria laurea in stregoneria!"

"Una laurea in stregoneria?" domandava Morgan, sobbalzando dalla sedia e rovesciando il poco tè rimasto.

"Sì, puoi conseguirla all'Università della Magia di Boston. I laureati sono in tutto ventidue e sono sparsi in tutta l'America."

"Poveri noi! Adesso dobbiamo cercare in lungo e in largo!" si lamentava Hotchner.

"Non c'è bisogno!"

"Come sarebbe a dire?"

"Uno di questi laureati esercita la sua professione proprio qui!"

"Dove possiamo trovarlo?"

"Al numero 87 di Cinnamon Street!"

"Non sappiamo come ringraziarla."

"Nessun problema! Se vi serve il mio aiuto, contate su di me!"







Eccovi servito il quarto capitolo!

Devo dire che questa versione AU di Penny non è dissimile dall'originale: stravagante, informata, ben disposta verso gli altri e capace di trovare il buono in tutto. La adoro!

La vicenda si fa sempre più interessante e presto scopriremo chi sarà il pozionista assassino.

E chi sarà il laureato in stregoneria che i nostri eroi incontreranno?

Lo scoprirete solo nel prossimo capitolo, ma si accettano ipotesi!

Russian.

























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Capitolo 5
*** Help from the Witch Doctor ***


MH5All'interno del numero 87 di Cinnamon Street, ogni cosa sprigionava magia dappertutto.

Un grosso calderone in peltro bolliva sul fuoco ed alcuni contenitori erano sparpagliati su di un tavolinetto, seppur con cura eccessiva.

"Unghie, setole, bulbi oculari... non li mette mai sullo stesso ripiano!" osservava perplessa Emily.

"In fondo è normale" precisava Rossi "Chiunque non sarebbe in grado di mettere una setola di cinghiale vicino ad un'unghia di coccodrillo!"

"Sì, ma li ha messi tutti..."

"In ordine alfabetico!" gridava una voce dall'alto.

"Come sarebbe?" domandava Morgan.

"Adesso, per esempio, ho tirato fuori il barattolo con le ciglia di scorfano, che si trovava tra quello con la ciglia di sciacallo e quello con le ciglia di seppia." replicava, mentre scendeva da una scala a pioli.

"Continuo a non capire..."

"Prima ho tirato fuori la scatola con le ali di pipistrello, che si trovano tra quelle di picchio e quelle di poiana. Ora vi ho chiarito le idee?"

"Sì" rispondeva Hotchner "Ma ci dica dove si trova il suo capo."

"Il mio... capo?"

"Lei non è al servizio di un tale Sedgewick Reid?"

"Che ci crediate o meno, sono io Sedgewick Reid! Scommetto che m'immaginavate più vecchio!"

In effetti non era ciò che si aspettavano da un alchimista esperto: era molto giovane, presumibilmente sulla ventina, talmente magro da poter attraversare senza problemi una ciminiera strettissima; inoltre si poteva intuire dal brufolo sulla guancia sinistra, dalle occhiaie spesse e dai capelli scompigliati che l'unica cosa di cui non si preoccupasse era il proprio aspetto.

"Come posso esservi d'aiuto, signori?"

"Lei è realmente uno... stregone?" chiedeva scettico Morgan.

"Provengo da una stirpe di stregoni, alchimsti ed indovini; a cominciare dal mio avo sbarcato dal Mayflower, che preparava infusi per incrementare il raccolto, passando per il mio bisnonno, che voleva ingraziarsi il re di Francia con un potente antidoto, e se saliamo ancora più in alto, troveremo tra i miei antenati un aruspice etrusco, che aveva predetto..."

"Continuo a non credere che lei non sia un ciarlatano. Quella laurea è autentica?"

"Ve lo dimostro subito!"

Il giovane prendeva un'ampolla contenente un liquido verdastro, poi tirava fuori dalla tasca del panciotto un contagocce e con esso posizionava il liquido sulla pergamena.

"Cosa sarebbe questa roba?" s'incuriosiva Emily.

"Siero rivelatore; con questo ho smascherato un finto sciamano nel cuore dell'Africa."

Attorno alla cornice si era appena formato un alone verde.

"Questo significa..."

"... Che la mia laurea è autentica. Adesso ci credete? Prenderò questo silenzio per un sì!"

"Sapevo che lo zio Spencer era un mago, lo sapevo!"

"Perché sa molte cose più di tutti noi messi insieme?"

"Sì, ma perché gli hai cambiato nome? Non ti piace quello che ha già?"

"Sì, ma Sedgewick è un nome più stregonesco e poi apparteneva ad un suo pro-prozio!"


"Prima dei rapimenti è passato un individuo sospetto nel suo studio?" domandava Jennifer, che finora non aveva proferito parola.

"Ora che me l'ha chiesto, ricordo un tizio che era venuto tre mesi or sono per degli ingredienti."

"Lo ha visto in faccia?" chiedeva Emily.

"Aveva un cappuccio talmente grande da non riuscire a scorgere il suo volto. Mi sono sempre chiesto come riesca a vederci senza urtarsi contro qualcosa o inciampare..."

"Dobbiamo fidarci di lui?" chiedeva Morgan sottovoce.

"Abbiamo scelta?" replicava Rossi.

Sedgewick, intanto, proseguiva la sua spiegazione.

"... Mi aveva chiesto degli ingredienti insoliti, quali essenza di rose o peli di cuccioli d'orso; io non volevo consegnarli, ma lui ha insistito..."

"A cosa potevano servire?" chiedeva Hotchner.

"Si direbbero ingredienti per qualcosa come... un filtro d'amore!" intuiva Jennifer sconcertata.

"Secondo lo Statuto dei Pozionisti e Alchimisti, è vietata la preparazione di qualsiasi intruglio che interferisca nel libero arbitrio di una persona, come ad esempio i filtri d'amore. Spero che lo possiate acciuffare, così il Gran Giurì della Magia gli darà il carcere a vita." concludeva Reid.

"Non sappiamo come ringraziarla. Presto, torniamo da Penelope per un profilo più accurato!" ordinava Hotchner.

"Le dispiace se vengo con voi?"

"Per me non ci sono problemi."

"Concordo: un cervello in più fa sempre comodo." sentenziava Rossi.

"Anch'io sono d'accordo." rispondeva Jennifer.

"Anche per me va bene." replicava Emily, poi aggiungeva: "Derek, cosa ne pensi?"

"Io... mi associo alla maggioranza." sbuffava Morgan.

"
Perfetto: uscire dal mio antro non può farmi che bene!" concludeva Reid.










Signore e signori, ecco il quinto capitolo!



Perdonatemi il grande ritardo, ma era molto difficile da mettere in cantiere.


Di questo posso dire solo che era necessario un cervello in più, spece se il cervello in questione è quello di un certo dottore di nostra conoscenza... OK, inizialmente non l'avevo previsto, ma cosa ci posso fare se non sono riuscita a trovare un altro personaggio (originale o inventato) che possa vestirne i panni così bene?

Stay tuned (and review)!

Russian




 













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Capitolo 6
*** The profile ***


MH6"Già di ritorno, miei giustizieri?" domandava una sorpresissima Penelope.

"Abbiamo ottenuto informazioni rilevanti sul sospettato e sulle sue intenzioni." le rispondeva Hotchner.

"Pefetto! Vedo che avete portato ospiti..."

"Questo è Sedgewick Reid, l'achimista che ha ricevuto la visita del nostro uomo."

"Molto piacere, ma cosa sta facendo?"

"Voglio solo farle un piccolo omaggio."

Così il giovane alchimista afferrava una tazza finemente decorata e ci versava al suo interno un liquido grigio.

"Stia fermo! Vuole per caso avvelenarmi?"

"Non è nelle mie intenzioni avvelenare una gentile signorina!"

Poco dopo, il liquido era sparito, ma al suo posto erano apparsi nove magnifici fiori.

"Oh, che meraviglia!" gridavano stupite le tre donne.

"Sono dei lillà australiani; l'aborigeno che mi ha insegnato questo trucco sostiene che il loro profumo funga da calmante." rispondeva, porgendoli alle dirette interessate.

"Allora, miei cari, chi dobbiamo smascherare?"

"Ma il cattivo porta un cappuccio, non una maschera!" protestava Henry.

"Lo so, ma qui è un modo per dire che prima o poi svelerem... sveleranno l'identità del cattivo!"



"Cerchiamo un uomo, di età compresa tra i trenta e cinquant'anni, che ha già avuto guai con la legge." cominciava Hotchner.

"Per questo motivo si vergogna di farsi vedere in giro a volto scoperto; e inoltre deve essergli accaduto qualcosa che lo faccia sentire frustrato." proseguiva Rossi.

"Nell'interferenza che avevamo visto diceva che riconosceremo il suo talento, perciò dovrai cercare tra coloro che sono stati cacciati con disonore dall'Università della Magia." seguitava Emily.

"Oppure potrebbe non essere un mago, così tenta di dilettarsi con le pozioni magiche, seppur in modo crudele." aggiungeva Morgan.

"Il suo scopo è quello di preparare un filtro d'amore, cosa vietata dallo Statuto dei Pozionisti e degli Alchimisti; ricordo un caso avvenuto anni fa, nel sud della Francia, in cui un uomo aveva ucciso tredici ragazze dai capelli rossi, allo scopo di creare un'essenza che facesse innamorare le donne di lui, ma alla fine..."

"Intendeva dire che il nostro sospettato è un emulatore." sintetizzava Morgan.

"E commette quest'infrazione forse perché in passato è stato rifiutato da una donna, la quale è diventata un'ossessione tanto grande da alterare il suo equilibrio psicofisico." concludeva Jennifer.

"Ragazzi, c'è un'altra interferenza succulenta! Venite a vedere!" gridava Penelope.

Nella sfera era comparsa la stessa inquadratura della volta precedente, ma l'unica cosa che cambiava era il monologo dell'individuo incappucciato.

"La resa dei conti si avvicina! Presto la mia opera sarà completata, il mondo riconoscerà la mia fama e lei non potrà fare a meno di cadere ai miei piedi! Quell'inetto la pagherà molto cara per aver osato contraddirmi!"

"L'inetto sarei io..." reclamava Reid.

"Così sembra. Quello deve essere sciocco nel dubitare delle tue capacità." lo consolava Jennifer.

"Aha! Ho trovato un riscontro!"

"Di chi si tratta?" domandava Emily.

"Jasper Hallazim, trentotto anni, cacciato dall'Università della Magia per cattiva condotta, per colpa di una pozione riuscita male ha la metà superiore del viso ustionata, da cui si spiega il cappuccio."

"Sei la migliore veggente che ci sia in circolazione, Penelope!" esultava Morgan abbracciandola abbastanza forte.

"Ti ringrazio, uomo di cioccolato!" gli rispondeva ridendo.

"Ci puoi dare l'ubicazione dell'antro?" chiedeva Reid.

"Mi spiace deludervi, ma non vi sono indirizzi che possano ricondurvi all'abitazione di Hallazim."

"Non importa, sei stata ugualmente preziosa per noi." la rincuorava Jennifer.


************

Non appena era calata la notte, la giovane cameriera, nel sistemare i piatti in un bacile colmo d'acqua, udiva dei rumori provenire dall'esterno.

Jennifer si reinfilava il cappotto blu sull'abito giallo e usciva dalla porta sul retro.

"Strano, non c'è nessuno qui fuori. Sarà meglio che io rientri..."

Ma mentre rincasava, una figura incappucciata la afferrava da dietro e le tappava la bocca, pronunciando solo queste parole:

"Finalmente sei mia, numero tredici!"



Siamo quasi alla fine, tentevi forti!

Riuscirà JJ a sopravvivere ad Hallazim?

Come l'aiuterà il resto della squadra?

Lo scopriremo solo nel prossimo capitolo!

Russian

(e recensite!)










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Capitolo 7
*** A very long epilogue ***


MH7"D-Dove mi trovo?" si chiedeva Jennifer, non appena le era stato tolto il bavaglio.

Davanti ai suoi occhi si era palesato l'antro di Hallazim.

Assomigliava allo studio di Reid, ma era molto più macabro di come se lo immaginava.

"Benvenuta nel mio regno, numero tredici!"

"Smettila di chiamarmi in quella maniera! Io ho un nome!" protestava Jennifer.

"Avevi un nome, ma da oggi non sei che un misero numero!" ringhiava minaccioso Hallazim.

"Questo lo dici tu!"

"Fra poco finirai come le altre ragazze e nessuno verrà a salvarti!"

"Ne sei sicuro?"

"Più che sicur... aspetta: come hai fatto a liberarti?"

"Consideralo un segreto. Ci vediamo all'inferno!" gridava la ragazza prima di sferrare un pugno al suo aguzzino.

"Non pensare di fuggire via così facilmente!"

Ma Hallazim minacciava invano: Jennifer era già in fuga verso la libertà.

************

"Cosa è successo?" chiedeva Rossi preoccupato.

"Un'interferenza di dimensioni ciclopiche!" rispondeva sbigottita Penelope.

"Non so come questo sia potuto accadere..." rifletteva Emily.

"Non lo sa nessuno. Stupido aggeggio, come osi abbandonarmi quando ne ho più bisogno?"

"Non serve a nulla prendertela con la tua sfera, visto che è un modello non perfezionato." cercava di calmarla Reid.

"Grazie per l'appoggio, strego-genio!" rispondeva sarcastica Penelope.

"Tutto questo trambusto non riporterà Jennifer qui!" si lamentava Hotchner.

"Oppure sì..." reclamava una voce familiare.

"Santi numi... Jennifer, sei proprio tu?" domandava Penelope.

"In carne, ossa... e fiatone!" riapondeva la ragazza sbuffando; aveva l'abito leggermente sgualcito e lo chignon completamente sfatto, segno che non aveva passato un momento piacevole.

"Siamo tutti felici del fatto che tu stia bene." constatava Emily.

"Avevi i polsi legati con un nodo gordiano, perciò ti chiedo: come sei riuscita a liberarti?" domandava Morgan.

"Mentre mi legava, ho incrociato i polsi..."

"E poi cosa è successo?" s'incuriosiva Reid

"Quando li ho diacrociati, il nodo cominciava ad allentarsi, così ho liberato almeno la mano destra e tolto i lacci dalla sinistra."

"Sei stata insuperabile!" gridava gioiosa Penelope.

"Ma come farai con Hallazim?" chiedeva dubbiosa Emily.

"Diciamo che verrà qui più o meno... adesso!" replicava Jennifer.

"Ti ho trovato, finalmente!"

"Perché non prendi me al suo posto? Del resto, sono come le altre tue vittime!" affermava sarcastica Emily, parandosi di fronte all'altra ragazza.

"Voglio solo la biondina!" replicava beffardo Hallazim.

"Allora dovrai vedertela con noi!" tuonava Morgan.

Era davvero una lotta meritevole di essere vista.

Pur non avendo il fisico conforme al combattimento, Hallazim riusciva a sferrare pugni e calci a più non posso, che venivano prontamente schivati sia da Morgan che da Emily.

Poco dopo, i due ex criminali erano riusciti a mettere al tappeto l'uomo incappucciato.

"Hai il siero rivelatore?" chiedeva Rossi a Reid.

"Non me ne separo mai." rispondeva il giovane.

Dopo aver estratto la fiala dalla tasca del panciotto, Reid riusciva a far bere il siero ad Hallazim sino all'ultima goccia.

"Allora, perché hai commesso questi delitti?" cominciava Hotchner.

L'uomo era restio a rispondere.

"Perché lo hai fatto?" proseguiva Morgan con un tono minatorio.

"Coraggio, vogliamo solo sapere cosa ti ha portato a compiere questo scempio." replicava Emily, però con un tono più calmo.

"Perché la zia Emily è così tranquilla, mentre lo zio Derek è arrabbiato con lui?"

"E' il gioco del poliziotto buono e del poliziotto cattivo, tesoro!"

"E funziona?"

"Non sbaglia mai!"


Dopo aver esitato ancora un poco, Hallazim si era finalmente deciso a proferire parola.

"Vorrete certamente sapere come mai sono arrivato a questo punto; la mia storia ha dei risvolti particolarmente utili per la vostra curiosità.

Anni fa conobbi una ragazza del Maine che era venuta a trovare alcuni suoi parenti; lei assomigliava alla vostra amica bionda ed io la trovavo talmente bella al punto di innamorarmene al primo sguardo.

Un giorno ho avuto finalmente il coraggio di dichiararmi a lei, ma mi reputava un inetto e mi aveva respinto.

Inizialmente volevo uccidermi per il dolore, ma ho avuto un colpo di genio: Michelle doveva essere mia per forza!"

"Così ti sei iscritto all'Università della Magia." affermava Reid.

"Non interrompermi, scarafaggio!

Comunque ho pensato di ricorrere alla magia; ce la mettevo tutta per ottenere la laurea, ma gli esaminatori non mi giudicavano idoneo.

Dopo questo fallimento, mi sono sentito un verme e ho rinunciato alle pozioni.

Ma un giorno, vedendo una giovane e avvenente pescivendola, ho avuto un'idea diabolica: dovevo creare un filtro che facesse in modo che Michelle s'innamorasse di me!

Sapevo di dover infrangere la legge, così ho dovuto cercare un rifugio sicuro per poter operare tranquillamente.

Il piano era perfetto..."

"... Finché non siamo arrivati noi a comprometterlo!" ribatteva Emily.

"Esatto! Ora, se non vi dispiace, finirò quello che ho iniziato!"

"Non così in fretta!" lo bloccava Rossi.

"Cosa pensi di farmi, vecchio fuligginoso?"

"Penelope, hai qualche arma contundente?" chiedeva Jennifer all'amica.

"Certamente, vado subito a prenderla!"

Intanto Hallazim cercava di sfuggire alla presa di Emily e Morgan, ma i due continuavano a bloccarlo.

Poco dopo, Penelope ritornava con in mano un bastone blu dall'impugnatura dorata.

"Sei sicura che funzioni?" domandava irrequieto Rossi.

"Il suo colpo dovrebbe essere efficace; non l'ho mai testato prima d'ora!"

"Grazie!"

Rossi, con un colpo ben assestato, faceva comparire un grosso livido sulla fronte di Hallazim.

"Quali sarebbero gli effetti collaterali su chiunque vada incontro a questo bastone?" chiedeva Morgan incuriosito.

"Li vedrete fra tre minuti." replicava Penelope.

Passati i tre minuti, Hallazim si risveglia leggermente stordito.

"C-Chi sono? Cosa ci faccio qui? E voi chi siete?"

A Reid era venuta un'illuminazione: "So di cosa si tratta!"

"Cosa sarebbe... questo?" domandava perplesso Hotchner.

"Trattasi di uno Xsondreniobata o Bastone Scaccia-memoria: è molto diffuso in Siberia e viene usato principalmente sui truffatori del luogo; inoltre gli stregoni consigliano di utilizzarlo una volta soltanto."

"Ma cos'è questo posto? Quale forza misteriosa mi ha portato qui?" insisteva Hallazim.

Intanto un vicino, che aveva sentito i rumori provenienti dall'abitazione, bussava alla porta.

"Si può sapere cosa sta succedendo qui?" chiedeva l'uomo con insistenza.

Ad aprire la porta erano andate Penelope e Jennifer; l'una perché raramente riceveva visite (infatti erano in molti a considerarla una ciarlatana), l'altra perché abituata ai suoi doveri di cameriera.

"Oh, salve, signor Gideon, come possiamo aiutarla?" chiedevano entrambe all'unisono.

"Ho udito dei rumori sospetti, perciò volevo capire quel che è successo in questa casa!"

"Sembra incredibile, ma... abbiamo preso l'assassino delle dodici fanciulle!" affermava gioiosa Jennifer.

"Mi prendete in giro?" insisteva Gideon.

"Nossignore, non è nient'altro che la mera verità!" replicava Penelope.

"Allora dimostratemelo!"

"Tu chi sei? E chi sono io?" chiedeva confuso Hallazim.

"Me lo spiegate o no?" sbraitava Gideon.

Il primo a proferire parola era Rossi: "La dodicesima vittima di questo verme era la mia unica figlia, così ho trovato conforto nel signor Hotchner, uno dei miei clienti abituali..."

Il diretto interessato rispondeva: "... Così facendo, noi due, insieme alla mia cameriera, abbiamo cercato dei validi elementi per poter avviare quest'indagine..."

Jennifer proseguiva: "... Così abbiamo fatto un lavoro di squadra: io sono stata rapita per poi scappare e condurlo qui, Emily e Derek hanno combattuto contro di lui fino a metterlo al tappeto, Sedgewick l'ha spinto a confessare con l'ausilio di una pozione e Rossi l'ha stordito con quello strano bastone."

"E lei cosa c'entra?" domandava Gideon, indicando Penelope.

"Grazie ai miei poteri, ho aiutato queste persone a scoprire chi era l'aguzzino e dove operava. Sembra incredibile, ma è così!"

"Dunque chi sareste, di preciso?"

"Ci consideri come una forza di polizia." replicava Hotchner.

"Ma questo paese non ha forze di polizia!"

"Adesso ce l'ha: siamo noi!"

In men che non si dica, la popolazione di Munroch Hill era venuta a conoscenza dei fatti che erano avvenuti.

A partire da quella notte, lo spazzacamino, gli ex criminali, la veggente, l'alchimista, la cameriera e il suo padrone verrano riconosciuti come degli eroi e la loro impresa verrà ricordata nei secoli a venire.

"Ti è piaciuta, tesoro?"

"Sì, mammina, ma ho qualcosa da chiederti."

"Dimmi pure."

"Domani lo racconterai agli zii?"

"Può darsi." rispondeva JJ, accarezzando la testolina di Henry.

"Quindi posso dormire bene!"

"Eh, sì, dormirai come un angioletto!"












Ed eccoci giunti alla fine!

Ci ho messo un po' tanto, ma alla fine è venuto fuori questo lungo capitolo.

Spero che questa storia vi sia piaciuta almeno la metà di quanto è piaciuta a me.

Russian









































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