Change.

di Lady Atena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Blu. ***
Capitolo 2: *** Rosso. ***
Capitolo 3: *** Giallo. ***
Capitolo 4: *** Bianco. ***
Capitolo 5: *** Nero. ***



Capitolo 1
*** Blu. ***



Tabella: Blu

01.Onde del mare 02.Cielo stellato 03.Occhi
04.Mirtillo 05.Ghiaccio 06.Scelta libera

Progressi: 6/6





Titolo: Change.
Autore: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Personaggi: Altri; Pepper; Tony.
Paring: Tony/Pepper.
Genere: Introspettivo; Romantico; Slince of life.
Rating: Verde.
Tabella: Blu.
Prompt: Onde del Mare, Cielo stellato, Occhi, Mirtillo, Ghiaccio, Tristezza.
Note: Ho altre storie da aggiornare, lo so. L'ispirazione è andata a farsi una passeggiata da qualche settimana e non vuole saperne di tornare. Non riesco a scrivere nemmeno recensioni, figurarsi capitoli. Questi non sono capitoli, infatti, sono cosi. No, non potevo risparmiarmela; grazie lo stesso di averlo chiesto. Un saluto ^^


Blu.
 

Onde del mare.

Pepper poggiò la mano sul vetro della finestra, abbassò lo sguardo; le onde frusciavano battendo contro la scogliera. Si prese una ciocca rosso chiara e se la portò dietro l'orecchio, socchiuse gli occhi e sospirò.
< Non avrei dovuto convincere Tony a partecipare a quella missione > si disse.
Piegò le dita facendole strusciare contro il vetro, lasciando l'impronta di cinque dita. Due onde colpirono la roccia in contemporanea, amalgamandosi in una schiuma bianca. La donna scosse il capo, tolse la mano dal vetro e se la passò sulla giacca nera; tirandone giù i bordi fino a coprire l'inizio della gonna nera.
< No. Se lui non ci fosse andato, il mondo adesso non sarebbe qui > pensò.
Chiuse gli occhi ascoltando il frusciare delle onde del mare, rilassò le spalle e inspirò; riaprì le iridi stringendo le labbra.
< Non posso certo permettere al signor Stark di usare i miei sensi di colpa per non lavorare fino a data da destinarsi. Non sarebbe professionale >.

Cielo stellato.

Tony strusciò il dito sullo schermo sospeso, l'icona sparì e lui sogghignò; si voltò verso di lei e le fece l'occhiolino.
“Allora, signorina Potts? Mi sono meritato un premio per il duro lavoro?” domandò.
Pepper strinse la presa sulla tazzina di caffè, la fece ruotare e se la portò alle labbra; bevve qualche sorso, la poggiò sulla scrivania e piegò il capo di lato, socchiudendo un occhio.
“Non si era appena ripreso da morte certa, signor Stark?” chiese.
Tony sporse il labbro, annuì due volte e poggiò una mano sul reattore ARC.
“Morte certa. Certissima. Praticamente sono morto” assicurò.
Pepper scosse il capo, lo alzò e osservò il soffitto per metà crollato; una serie di fili di rame e pezzi di pavimento penzolavano a poco dalle loro teste, s'intravedeva uno scorcio di cielo blu scuro punteggiato da stelle argentee grandi quanto un pugno. Tony si sporse in avanti, alzò e abbassò il capo scrutando la donna, seguì la direzione dello sguardo di lei e osservò le stelle nel cielo. Inarcò un sopracciglio castano.
“Non la facevo romantica, signorina Potts”.
Pepper abbassò di scatto il capo, arricciò il naso e strusciò il tacco destro della scarpa in terra, spostando un paio di detriti con un suono stridente.
“Mi fa piacere che il cielo non sia crollato” borbottò.
Tony l'afferrò per un fianco e la tirò a sé, la strinse e le si avvicinò; poggiando la propria fronte contro quella di lei. Ghignò, schiuse le labbra e le portò l'altra mano al fianco.
“Non avrei permesso che il cielo crollasse. Mi avevi promesso qualcosa di troppo allettante, Pep”.

Occhi.

Tony aprì gli occhi di scatto, spalancò la bocca e si tirò seduto; portò la mano al reattore ARC e ne toccò i bordi sentendolo avvitato al suo petto. Inspirò, espirò; il sudore gli colava lungo il volto e gli aveva fatto attaccare le ciocche castane ai lati del volto, le orecchie gli fischiavano. La coperta accanto a lui si mosse, Pepper mugugnò e si voltò, batté le palpebre; si scostò un lembo di coperta strusciando le labbra tra loro.
“Tony?” chiese.
L'uomo portò la mano libera su quella di lei, le strinse le dita carezzandole le nocche; annuì e prese un altro respiro profondo, sentiva la gola secca.
“Sì, Pep. Solo un incubo” disse.
La donna si sollevò seduta, il lenzuolo le scivolò fino al ventre scoprendo i seni nudi; lei lo prese con la mano libera tirandoselo su e strinse le dita di Tony.
“Il tuo rapimento?” domandò.
Tony si leccò le labbra, socchiuse gli occhi e scosse il capo; abbassò la testa guardando la piega delle lenzuola, fece una smorfia.
“Gli occhi di Loki”.

Mirtillo.

Tony strinse la cassetta di frutta, strusciò i pollici sul bordo di plastica macchiandoli di blu; alzò gli occhi da terra osservando la donna a braccia incrociate, si umettò le labbra e abbozzò un sorriso.
“Mi dispiace Pep. Non volevo davvero” disse.
Pepper sospirò, sciolse le braccia abbandonandole lungo i fianchi; roteò le iridi azzurre e si sporse in avanti, prese la cassa dalle mani di Tony. L'uomo alzò il capo, sogghignò e la guardò.
“Perdonato?” chiese.
La donna abbassò il capo, guardò la confezione sigillata e scosse il capo, una ciocca sfuggì dal chinone ondeggiandole davanti al volto.
“Vuoi sapere cosa mi preoccupa, Tony?” domandò.
Tony batté le palpebre, sporse il labbro e sgranò gli occhi.
“Sei allergica ai mirtilli?”.
Pepper si leccò le labbra, deglutì e inspirò.
“No. Ed è la prima volta che non sbaglia il frutto da regalarmi, signor Stark”.

Ghiaccio.

Natasha inarcò entrambe le sopracciglia, accavallò le gambe; la gonna da segretaria mostrò una porzione di coscia. Ticchettò con la penna sul taccuino, lasciando dei puntini neri sul foglio, sospirò e alzò il capo.
“Fammi capire. Avete litigato perché non le hai portato qualcosa a cui è allergica?” chiese.
Tony scosse il capo, camminò tre passi a destra, strusciò il piede in terra e si voltò camminando tre passi a sinistra; teneva le mani dietro la schiena e la testa abbassata.
“Tu non capisci, Ice Queen, le ho portato delle more invece che delle fragole! E pensavo fosse allergica ai mirtilli!”.
Natasha assottigliò le iridi ghiaccio, piegò il capo di lato facendo ondeggiare un ciuffo cremisi.
“Mentre solitamente le porti una cassa di fragole, alle quale è allergica, ma ti ricordi improvvisamente la sua allergia una volta che gliele devi consegnare”.
Tony si fermò, alzò il capo e allargò le braccia; le iridi castane erano sgranate e teneva la bocca socchiusa.
“Esatto!”.
Natasha chiuse il taccuino con un piccolo tonfo, si alzò e infilò il quadernino nella scollatura della camicia bianca; avanzò di due passi e guardò l'uomo. Strinse le iridi ghiaccio, le labbra rosse schioccarono tra loro.
“Non mi hai nemmeno guardato la scollatura, Stark. Credo sia ufficiale. Sei malato”.

Scelta libera. Tristezza.

Tony piegò il capo all'indietro, affondandolo nello schienale del divano. Allargò le gambe strusciando i piedi in terra; sollevò il braccio e piegò il gomito, guardò la bottiglia semi-piena, aprì la bocca arcuando il gomito. Deglutì continuando a versarsi la bevanda fino a vuotare la bottiglia, abbandonò il braccio di lato con un tonfo, aprì la mano e sentì il suono di vetro che rotolava. Chiuse gli occhi, deglutì e intravide dei lampi verde-azzurri sospesi nel vuoto; riaprì le palpebre, sentì qualcosa premere alla base della gola e un sapore acido in bocca. Scivolò leggermente verso il basso, la maglia si sollevò scoprendogli una porzione di schiena.
< Fidanzati! Tutti i capi si mettono con le loro segretarie! È un rapporto facile e senza impegni! > ironizzò.
Si rizzò, ondeggiò a destra, a sinistra e in avanti; ingoiò un conato di vomito e avanzò fino al bancone del bar, afferrò una bottiglia; scivolò verso il basso fino a cadere sullo sgabello con un tonfo.
< Se prendo lo stronzo che l'ha detto, lo denuncio! > pensò.
Gettò il capo all'indietro e portò la bottiglia alle labbra, la agitò e socchiuse gli occhi; il tappo era chiuso. Sbuffò, abbandonò il braccio di lato e guardò il soffitto.

 

 


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Capitolo 2
*** Rosso. ***


Tabella: Rosso

01.Cuore 02.Prima cotta 03.Primo bacio
04.Fuoco di Bivacco 05.San Valentino 06.Scelta libera

Progressi: 6/6



 

Titolo: Change.

Autore: Lady Atena.

Fandom: The Avengers.

Personaggi: Altri; Pepper; Tony.

Paring: Nessuno.

Genere: Introspettivo; Slince of life.

Rating: Giallo.

Tabella: Rosso.

Prompt: Cuore, Prima cotta, Primo bacio, Fuoco di bivacco, San Valentino, Passione.

Note: Scritte sempre con il blocco dello scrittore. Abbiate più pietà.

 

Rosso.
 

Cuore.

Tony si portò la mano al reattore ARC, passò indice e medio sui bordi metallici sentendo le saldature che lo ancoravano al suo petto. Guardò il contenitore sulla scrivania, al centro del vetro il vecchio reattore brillava azzurrognolo; leggermente ripiegato verso sinistra. La scritta sottostante era illuminata e le lettere dorate risaltavano.
“La prova che Tony Stark ha un cuore” sussurrò.
Allungò la mano e afferrò il contenitore, si alzò dalla sedia con con uno stridio; alzò il braccio e strinse i denti, accentuò la presa sul vetro guardando verso il pavimento.
“Signore, mi permetto di ricordarle che le ha salvato la vita, recentemente” disse l'AI.
La mano di Tony tremò, strusciò i denti tra loro e strinse gli occhi, grugnì battendo il contenitore di vetro sul tavolo. Il cuore all'interno tremò, si spostò leggermente verso destra e rimase fermò; continuando a brillare.

Prima cotta.

Steve assottigliò gli occhi, piegò la schiena in avanti e strinse le labbra; i ciuffi biondo cenere oscillavano attorno al suo volto.
“Non vorrei dirlo io, Stark, ma sembri uno che è stato lasciato dalla sua prima cotta”.
Tony alzò il capo e spalancò la bocca, sgranò gli occhi, la mano gli tremò facendo oscillare il bicchiere di vetro; si alzò dallo sgabello e si sporse.
Tu parli a me di prime cotte?” chiese.
Steve inarcò un sopracciglio, si mise ritto e incrociò le braccia; annuì e indurì il tono.
“Noi tutti siamo preoccupati, Stark. La signorina Potts era l'unica ad avere un qualche potere di convincimento su di te”.
Tony si passò una mano tra i capelli, scosse il capo; si sedette e poggiò la schiena contro il bancone, sogghignò.
“Se sembra così a te, Captain Antiquato, dovrei essere io quello preoccupato”.

Primo bacio.

Tony avvicinò le labbra a quelle di Pepper, lei si sporse sulle punte e fece leva con le mani sulle spalle di lui; entrambi tenevano gli occhi socchiusi. Tony intravide la bocca rosea della donna ad un palmo dalla sua, Pepper profumava di mare.
“Questo” sussurrò lei “Non dovremmo”.
“Decisamente” mormorò lui “Forse sarebbe meglio”.
I loro nasi si sfiorarono, i capelli castani di Tony si confondevano con quelli rosso chiari di Pepper. Lei inspirò, sporse le labbra.
“Sarebbe il mio primo bacio” mormorò “Con il mio capo”.
“Non siamo a lavoro, signorina Potts” sussurrò lui.
Un lampo verde li abbagliò, si scostarono; la risata di Loki rimbombò.

Tony spalancò gli occhi, li strinse, guardò i cubetti di ghiaccio sospesi nel bicchiere davanti a lui; qualche goccia di liquido ambrato dava al ghiaccio una sfumatura aranciata.
< Loki > pensò.
Strinse le labbra, grugnì e scosse il capo; afferrò il bicchiere e finì il liquore.
< Ancora quel piccolo cervo >.

Fuoco di bivacco.

Iron Man si guardò intorno, le chiome verdi sotto di lui erano leggermente nerastre a causa del buio.
“Localizzato qualche segno di falò, Jarvis?” chiese.
“Negativo, signore. Nel raggio di 200 km vi sono solo fuochi da campeggio o da cucina”.
Iron Man accelerò, si avvicinò alle chiome degli alberi.
“Espandi il campo della ricerca. Non voglio che Captian Impazienza mi scagli contro Ice Queen, se arrivo tardi”.
“Le ricordo che avrebbe dovuto farsi dare le coordinate precise dalla signorina Potts, signore”.
Iron Man strinse le labbra, si tuffò tra due alberi; il suo schermo rilevò tracce di sangue.
“Muto, Jarvis. Li ho trovati prima di te, e senza falò”.

San Valentino.

Tony aggrottò le sopracciglia, alzò il capo e guardò Banner. Lo scienziato strinse la presa sulla scatolina a forma circolare, allungò le braccia e abbozzò un sorriso, gli occhiali leggermente calati sul naso.
“Ho pensato che ti sarebbe dispiaciuto non avere regali a San Valentino, abituato come sei alle tue donne. Così –”.
Tony spalancò gli occhi, guardò il nastro rosso che chiudeva la scatolina con un fiocco; alzò il capo osservando il sorriso tirato di Banner e tornò alla confezione. Sogghignò, allungò la mano e la prese; tirò l'estremità sinistra del fiocco facendolo sciogliere, sollevò il coperchio. Afferrò un cioccolatino strappandolo dalla carta, lo portò alla bocca, masticò e lo ingoiò, sorrise.
“Lo sapevo che prima o poi l'amico in verde avrebbe ceduto alle mie avance!” disse.

Scelta libera. Passione.

Tony guardò il lato vuoto del letto, si poggiò una mano sul reattore ARC e socchiuse gli occhi.

Pepper gli avvicinò le labbra all'orecchio, sporgendosi verso di lui.
“Se questa volta fai il bravo almeno per finta, prenderò una settimana di ferie”.
Tony socchiuse un occhio, la guardò di traverso e arricciò il labbro sinistro. Pepper sorrise, gli morse il lobo dell'orecchio.
“Una settimana da passare insieme a letto” mormorò.
Lui sorrise, si leccò le labbra e lei si ritrasse.

< Una settimana da passare insieme a letto > pensò.
Voltò il capo verso il soffitto, aprì le dita delle mani; occupava tutto lo spazio del reattore e la luce azzurrina filtrava appena lanciando ombre sopra la sua testa.
< Nemmeno due notti e addio alla passione. Sono davvero pessimo > si disse.



 


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Capitolo 3
*** Giallo. ***


Tabella: Giallo

01.Sole 02.Spiaggia 03.Grano
04.Pallina da tennis 05.Mimosa 06.Scelta libera

Progressi: 6/6



Titolo: Change.
Autore: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Personaggi: Altri; Clint; Natasha; Steve; Tony.
Paring: Clint/Natasha.
Genere: Malinconico; Introspettivo; Slince of life.
Rating: Giallo scuro.
Tabella: Giallo.
Prompt: Sole, Spiaggia, Grano, Pallina da tennis, Mimosa, Invidia.
Note: Continuate a ricordare il blocco dello scrittore, grazie.

 

Giallo.

Sole.

Thor si sedette con un tonfo, facendo scricchiolare la gamba dello sgabello. Piegò la schiena in avanti e girò il capo verso Tony, socchiuse gli occhi azzurri.
“Uomo di metallo, il tuo umore è in grado di oscurare perfino la luce che Odino regala a Midgard” disse.
Tony batté le palpebre, alzò il capo e lo voltò verso Thor; inarcò un sopracciglio accennando un ghigno.
“Si dice di oscurare il sole, Point Break. Ma apprezzerò comunque l'interessamento”.
Thor strinse le labbra, alzò una mano e gliela poggiò sulla spalla; premette stringendo le dita.
“La luce di Odino supera le nubi Midgardiane. Ma nulla potrebbe contro l'oscurità che ti avvolge. Di essa stessa si nutriva Loki, senza che nessuno se ne rendesse conto”.
Tony gli scostò la mano con la propria, la agitò in aria e afferrò il bicchiere; lo fece ondeggiare.
“Rilassati, Thor. Non indosserei mai un casco così fuori moda”.

Spiaggia.

Tony inarcò entrambe le sopracciglia, sollevò il capo sporgendo la schiena e sgranò gli occhi.
“Cosa?”.
Fury si piegò in avanti, lo fissò con l'unico occhio socchiuso; le labbra tirate a scoprire i denti.
“Ho detto che andrai in spiaggia e ti prenderai una vacanza, Stark. Ci sarebbe più utile Loki a difendere il mondo di te in queste condizioni!”.
Tony incrociò le braccia, piegò le ginocchia strusciando i piedi in terra.
“Non sono in nessuna condizione, Monocolo. Sto bene, benissimo, potrei trasportare un'altra decina di testate nucleari e farmele esplodere contro anche subito. Anzi, fai una ventina; bando alla modestia”.
Fury strusciò i denti tra loro, poggiò le mani sui fianchi.
“Non era una richiesta, Stark. Domani tu prenderai il primo volo per la prima spiaggia a tuo piacimento. E gli Avengers verranno con te”.
Tony aprì la bocca, Fury allungò una mano con l'indice sollevato.
“Per evitare che tu faccia sciocchezze. E se fai il bravo, Stark, non riceverai altri ordini. Per ora”.

Grano.

Tony piegò il capo all'indietro poggiandolo sul bordo dello schienale della sedia, abbandonò le braccia ai lati lasciandole ciondolare e scivolò verso il basso divaricando le gambe.
“Niente alcool. Niente donne. Niente tecnologia. Vuole uccidermi, non mandarmi in vacanza!” si lamentò.
Natasha inarcò un sopracciglio, alzò il capo dal libro e schioccò le labbra.
“Niente donne?” ripeté.
Banner si avvicinò a Tony, gli sorrise e gli porse la tazza fumante che teneva in mano. Tony la prese per il manico, era calda e liscia sotto le dita.
“Senza offesa, Ice Queen” disse.
Portò la tazza alle labbra, bevve due sorsi e l'allontanò, arricciò il naso; aggrottò le sopracciglia e storse le labbra.
“Che roba era?” chiese.
Banner si tirò su gli occhiali, strinse le labbra.
“Caffè d'orzo”.
Tony aprì le labbra, socchiuse un occhio sgranando l'altro, guardò il caffè e l'amico; allontanò la tazza tenendola con entrambe le mani.
“Mi hai fatto bere del grano?”.
Barton voltò il capo verso di loro, poggiò un braccio a lato del divano e lasciò il telecomando.
“Gli hai fatto bere del caffè nevrotico com'è?” chiese.
Steve sospirò, scosse il capo e guardò la televisione; Natasha abbassò il capo sul libro. Banner puntò gli occhi sul pavimento, borbottò qualcosa. Tony sbuffò.
“Grazie del grano. E anche del necrotico, sì”.

Pallina da tennis.

Natasha fece un palleggio, chiuse la pallina nel pugno e la buttò di nuovo in terra; l'afferrò, la porse a Tony e strinse le labbra. Tony afferrò la pallina tra pollice e indice, la girò seguendo una delle linee bianche; la buttò in terra. La pallina rimbalzò in avanti di due tonfi e rotolò ai piedi di Clint. Steve strinse le labbra, incrociò le braccia; la racchetta da tennis poggiata contro la gamba.
“Non sai giocare, Stark?” chiese.
Tony sogghignò, piegò il capo all'indietro.
“Mi sorprendo per la tua arguzia” ironizzò.
Bunner sospirò, si tirò su sulla sedia e prese tra le dita il fischietto.
“Sicuri di voler giocare comunque?” chiese.
Clint tirò la palla in aria, l'afferrò, la lanciò e la riprese; ghignò.
“Non mi perderei mai Stark contro una pallina da tennis” disse.
Tony arricciò le sopracciglia, strinse la destra sulla racchetta e rizzò la schiena.
“Vedremo di fartene pentire, Legolas!”.

Mimosa.

Natasha chiuse il libro con un tonfo, alzò il capo.
“Oggi è la festa della donna” disse piatta.
Clin premette il tasto muto, si voltò verso di lei e piegò la testa di lato.
“Davvero?” chiese.
Steve si alzò, si guardò intorno e si morse il labbro.
“Qui non ci sono posti dove cercare un regalo” disse.
Tony ghignò, accavallò le gambe e appoggiò la schiena contro il muro; guardò Natasha.
“Beh, non c'è problema. Tanto non vedo donne, qui”.
Natasha poggiò il libro sul divano, socchiuse le palpebre.
“Le devo ricordare le occhiate alla mia scollatura, signor Stark?” chiese.
Banner aprì la porta della stanza, spostò il capo a destra e sorrise.
Stavate litigando per la festa della donna?” domandò.
Avanzò, un paio di fiori gialli caddero lungo il pavimento. Si piegò in avanti, porse il mazzo a Natasha. La donna strinse le labbra, guardò Tony. Tony sogghignò.
“Cos'è? Sei allergica alla mimosa?” le chiese.
Natasha afferrò i fiori, li avvicinò al voltò e inspirò, socchiuse gli occhi.
“Assolutamente no, Stark”.

Scelta libera. Invidia.

Tony si alzò dalla sedia, allungò le braccia facendole scricchiolare e avanzò superando la porta. Fece tre passi nel corridoio fino ad una porta, sentì un mugolio e si poggiò al muro, sporse il capo verso l'interno. Clint stringeva la vita di Natasha con una mano, l'altra era sparita tra i capelli di lei. La donna teneva la schiena al muro e le gambe attorno alla vita dell'uomo, le loro labbra erano incollate; dei mugolii misti a sospiri uscivano ovattati. Tony ritirò il capo, si portò una mano sul reattore ARC, ne sfiorò il contorno con pollice ed indice; chiuse gli occhi stringendoli fino a vedere completamente nero.
< Sono tuoi amici, Tony. Devi essere felice per loro > si disse.
Fece due passi avanti, le ginocchia gli tremarono; superò la porta e inspirò.
< Cielo. Quel pensiero sembrava di Pepper > pensò.

 


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Capitolo 4
*** Bianco. ***


Tabella: Bianco

01.Fiocco di neve 02.Vestito da sposa 03.Piatto di porcellana
04.Nuvola 05.Sale 06.Scelta libera

Progressi: 6/6



Titolo: Change.
Autore: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Personaggi: Altri; Loki; Tony.
Paring: Accenni Tony/Loki e Clint/Natasha.
Genere: Introspettivo; Slince of life.
Rating: Giallo.
Tabella: Bianco.
Prompt: Fiocco di neve, Vestito da sposa, Piatto di porcellana, Nuvola, Sale, Luce.
Note: Vi ricordate il blocco dello scrittore? Tenetelo presente fino al prossimo – nonché ultimo – capitolo. Grazie.

Bianco.

 

Fiocco di neve.

Tony si buttò sul divano con un tonfo, piegò il capo all'indietro e sospirò.
“Ah, Tower dolce Tower!” mormorò.
Sentì una risatina, girò il capo verso il vetro. Loki stava in piedi sulla piattaforma d'atterraggio davanti alla finestra, le mani intrecciate tra loro e le labbra arricciate. Tony batté le palpebre, vide la figura del semidio dissolversi in uno scintillio verde per ricomparire davanti a lui; seduto sul tavolinetto davanti al divano con le gambe accavallate.
“Stark”.
Tony arricciò il naso, storse le labbra e sospirò.
“Eccoti, finalmente. Ero stanco dei tuoi giochetti, piccolo cervo. Non è mia abitudine sognare persone di sesso maschile, la notte”.
Loki si sporse in avanti, gli prese il mento tra due dita schiacciandogli le guance; lo sollevò facendosi guardare negli occhi, le iridi verdi erano sfumate d'azzurro.
“Cosa ti fa supporre che io abbia un qualche collegamento con ciò che sogni?” sussurrò.
Tony socchiuse gli occhi, il collo gli faceva male e respirava appena, la stretta di Loki gli faceva dolere la mascella. Sogghignò, sporse il capo verso l'altro tenendo gli occhi appena aperti.
“Sei più freddo di un fiocco di neve. E a me non piacciono le cose che si sciolgono facilmente” disse.
Loki sogghignò, piegò il capo di lato facendo ondeggiare delle ciocche nere.
“Facilmente come il tuo così detto amore per quella midgardiana?” mormorò.
Tony aprì la bocca per ribattere, la presa sulla sua mascella scomparì e alzò il capo; una serie di scintille verdi volteggiavano davanti ai suoi occhi.

Vestito da sposa.

Natasha inarcò entrambe le sopracciglia.
“Cosa?”.
Tony si morse il labbro, lanciò un'occhiata a Clint. L'uomo fissava il bersaglio davanti a sé, la schiena ritta e le gambe divaricate; le braccia tese. Tony si voltò verso Natasha, ghignò.
“Ho chiesto chi indosserà l'abito da sposa alle nozze, Ice Queen” ripeté.
Udì uno schiocco, si girò, la freccia di Clint aveva colpito il centro. Clint si portò una mano dietro la schiena, prese dalla faretra un'altra freccia e la incoccò, tese l'arco. Natasha schioccò la lingua, aderì con la schiena al muro.
“Qualsiasi cosa tu stia insinuando, Stark, non ci saranno nozze” sancì.
Tony incrociò le braccia.
“Oh, peccato. A Legolas l'abito bianco donerebbe”.
Si sentì uno schiocco, entrambi si voltarono, Clint aveva colpito la freccia precedente al centro. Natasha si girò verso Tony, stirò le labbra in un sogghigno; le iridi azzurre brillarono e strinse le braccia incrociate.
“Anche a Loki donerebbe” sibilò.

Piatto di porcellana.

Loki si sporse, sfiorò con l'indice il profilo del piatto, facendolo scorrere fino alla base. Annuì, lo prese e lo poggiò davanti a sé.
“Hai un ottimo gusto per le porcellane, Stark”.
Tony alzò il capo, la forchetta d'argento gli cadde di mano con un tintinnio. Raggiunse Loki, afferrò il piatto e lo tirò, strappandolo dalle mani del semidio. Si sporse sulle punte, lo mise a posto e chiuse la credenza.
“Quello è il servizio buono di Pepper. Mi uccide se viene a sapere che l'hai toccato”.
Loki si piegò in avanti, schiuse le labbra e piegò il capo di lato facendo oscillare delle ciocche nere.
“È peggiore che scopra che ho adoperato i suoi piatti o che tu giuravi di averli perduti?”.
Tony grugnì, aprì la credenza; si sporse sulle punte afferrando il piatto, lo ondeggiò davanti a Loki.
“Prendili pure tutti”.

Nuvola.

Tony aprì un occhio, intravide qualcosa di verde e bianco sopra di sé. Batté le palpebre e aprì entrambi gli occhi, incassò il capo nel cuscino stringendo le labbra. Loki ridacchiò, si mise seduto sulle proprie gambe a lato dell'uomo e poggiò le mani sulla ginocchia.
“Non pensavo che i sensi di voi midgardiani fossero così poco affinati. Avrei potuto ucciderti nel sonno senza che tu nemmeno lo notassi” disse.
Tony si sollevò seduto, si toccò il polso tastando il bracciale dell'armatura, inspirò ed espirò; sogghignò.
“Non è colpa mia se non puoi starmi lontano nemmeno un secondo, piccolo cervo”.
Loki inarcò entrambe le sopracciglia, piegò il capo di lato socchiudendo un occhio. Tony accentuò il ghigno, si sporse in avanti.
“Com'è che dicono le ragazzine d'oggi? Tu sei la luna e in quanto tale, girerai sempre intorno al sole. Ergo; me!”.
Loki strinse le labbra, socchiuse gli occhi.
“Se qualcuno può essere paragonato all'astro dorato, non sei certo tu, Stark”.
Si piegò in avanti, poggiò la fronte contro quella di Tony, le iridi verdi erano languide e screziate d'azzurro.
“Io sono una nuvola. Copro il sole e la luna allo stesso modo; ma sono destinato a svanire subito dopo la pioggia”.

Sale.

Loki socchiuse gli occhi, si sporse lateralmente e allungò il braccio; sfiorò la guancia di Tony fino all'occhio, raccogliendo una lacrima. Tony gli afferrò il polso, aprì gli occhi e alzò il capo guardando il semidio, deglutì leccandosi le labbra; aveva la gola secca e il fiato corto. Loki lo guardò, le iridi verdi erano striate di riflessi azzurri, stava adagiato su un fianco con il dito ancora teso e la punta dell'unghia umida.
“Hai chiamato il nome di quella midgardiana nel sonno”.
Tony gli lasciò il polso, si tirò seduto facendo scivolare il lenzuolo; il reattore ARC illuminò d'azzurro i loro volti.
“Ti sapevo emo, psicotico e con pessimi gusti; ma non pensavo anche stalker”.
Loki avvicinò il dito alle labbra, leccò la lacrima e la ingoiò. Socchiuse gli occhi, poggiò una mano oltre il corpo di Tony e si tirò su, troneggiando sopra di lui. Abbassò il capo e lo guardò, sogghignò.
“Sai perché le vostre lacrime hanno il sapore del sale, Stark?” chiese.
Tony deglutì, incassò il capo tra le spalle; i capelli castani strusciavano contro la parete. Loki accentuò il ghigno.
“Il sale brucia, Stark. Ma cura le ferite”.

Scelta libera. Luce.

Tony lasciò la presa sulla bomba, ricadde all'indietro e socchiuse gli occhi; sentì il battito diminuire e un ronzio confuso nelle orecchie, udì uno scoppio e vide bianco. Allungò le mani verso la luce, le chiuse a pugno stringendola tra le dita.
< Sono davvero unico > pensò < Ho in pugno perfino il paradiso >.

Tony si sentì stringere le mani, socchiuse gli occhi e vide le iridi di Loki tra le loro dita intrecciate. Spalancò gli occhi, il semidio sogghignò e inclinò il capo di lato facendo ondeggiare qualche ciuffo nero.
“Davi l'impressione di essere in procinto di giungere da mia figlia Hel, Stark”.
Tony deglutì; guardò le loro dita intrecciare, le iridi di Loki e ancora le loro dita. Accennò un sogghigno, strusciò le labbra tra loro.
“Non ti credevo così attaccato a me, Psycho”.

 


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Capitolo 5
*** Nero. ***


Tabella: Nero

01.Notte 02.Inchiostro 03.Corvo
04.Paura 05.Liquirizia 06.Scelta libera

Progressi: 6/6



Titolo: Change.
Autore: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Personaggi: Banner; Loki; Tony.
Paring: Accenni Tony/Loki.
Genere: Introspettivo, Slince of life.
Rating: Giallo.
Tabella: Nero.
Prompt: Notte, Inchiostro, Corvo, Paura, Liquirizia, Morte.
Note: Ho finito. E speriamo sia finito anche il mio blocco dello scrittore, ho due fiction da aggiornare e almeno una da recensire <3

Nero.

Notte.

Loki sentì la porta cigolare, sollevò il capo dal libro e lo chiuse; piegò la testa di lato facendo ondeggiare qualche ciocca nera, sorrise ferino socchiudendo gli occhi.
“Stark. Mi sorprende vederti sveglio e sobrio a quest'ora di notte” disse.
Tony sbuffò, spinse la porta chiudendosela alle spalle e si poggiò al muro; incrociò le braccia sotto il reattore ARC, la luce bluastra gli illuminava il pizzetto e le guance.
“Lo so che è difficile, ma questa è casa mia. Sono libero di girare dove voglio all'orario che preferisco” disse.
Loki poggiò il libro sul comodino, si mise le mani in grembo intrecciandole tra loro e socchiuse le labbra, lasciando intravedere i denti bianchi.
“Noto un accenno d'inquietudine nella tua naturale ironia. Il tuo turbamento giunge quindi a questi livelli?”.
Tony si passò una mano tra i capelli castani, sbuffò e si avvicinò.
“Il punto, Psycho” iniziò “È che ancora non mi hai spiegato perché ti sognavo ogni notte”.
Loki scosse il capo, poggiò le spalle contro il muro e sorrise.
“Mi pare di avertelo già detto, Stark. Non puoi affermare con certezza che io abbia fatto qualcosa”.
Tony roteò gli occhi, si sedette sul letto e vi poggiò le gambe; mise la schiena contro il muro intrecciando le mani sopra il reattore. Sogghignò, si voltò verso Loki e socchiuse gli occhi.
“Vorrà dire che ti ricambierò il tormento notturno, piccolo cervo”.

Inchiostro.

Loki intinse la penna d'oca nell'inchiostro, la ticchettò contro il bordo del contenitore facendo colare qualche goccia nera; sollevò la penna portandola sul bordo del foglio rigato. Tracciò un semicerchio, risalì verso l'alto e tracciò un altro semicerchio. Staccò la penna dal foglio, sentì dei passi e alzò il capo. Tony guardò il foglio, la penna d'oca e il contenitore d'inchiostro; arricciò il naso sollevando le sopracciglia e si voltò verso Loki, un occhio era sgranato e l'altro socchiuso.
“Tu scrivi ancora con questo?” domandò.
Loki sospirò, poggiò la punta della penna sul foglio e tracciò una linea verticale; vi fece un trattino diagonale sulla punta.
“Più è primitivo lo strumento con cui si tracciano le rune, più efficiente è la magia. Non per nulla, l'inchiostro più adeguato è il sangue umano, Stark”.

Corvo.

Tony si ticchettò con il medio sul labbro inferiore, incassò il capo tra le spalle e piegò la schiena in avanti; strusciò un piede in terra sporgendo le labbra, mugugnò.
“Vediamo. È vero che puoi diventare un corvo?” domandò.
Loki socchiuse le palpebre, inspirò, alzò il capo e chiuse il libro; lasciandovi il dito indice al centro.
“Non hai più alcuna idea per tediarmi, se ti rifuggi in convinzioni di questo genere”.
Tony sogghignò, abbassò il braccio e poggiò le spalle contro lo schienale del divano; piegò il capo di lato.
“Non sottovalutarmi, piccolo cervo” disse.
Loki espirò pesantemente, chiuse gli occhi; poggiò il libro sul tavolino al suo fianco e si alzò, raggiunse Tony, si piegò in avanti e aprì gli occhi.
“Allora ponimi quesiti più accattivanti, Stark” sussurrò.
Tony sporse il capo, guardò il semidio negli occhi e accentuò il ghigno.
“Non posso chiederti se ti sei fatto un cavallo, Psycho. Mi hai dimostrato di essere più pudico di una vergine al primo amore”.

Paura.

Tony incrociò le braccia, socchiuse gli occhi e sogghignò; si piegò in avanti.
“Hai paura, Psycho” dichiarò.
Loki chiuse il libro con un tonfo, si alzò e lo lasciò sulla sedia; si sistemò una ciocca nera dietro l'orecchio avanzando a passi lunghi, sollevò il mento socchiudendo gli occhi.
“Avevo intuito tu fossi un avventato, Stark, ma non immaginavo possedessi tendenze masochistiche”.
Tony accentuò il ghigno, allargò le braccia.
“Non avrei ospitato uno psicotico con complessi d'inferiorità che ha quasi conquistato la Terra ed è arrivato a tanto così dall'eliminarci tutti, altrimenti”.
Loki strinse le labbra, inspirò e si fermò a due passi da Tony; si sporse in avanti guardandolo dall'alto, sogghignò.
“E sentiamo, Stark, di quale situazione dovrebbe possedere timore un Dio eterno come me?”.
Tony lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, le iridi castane si scurirono tendendo al nero e avvicinò il volto a quello di Loki; le labbra tese e strette tra loro.
“Di legarti a qualcuno che invece non è eterno, piccolo cervo”.

Liquirizia.

Banner strinse le labbra e si piegò in avanti, portò una mano davanti alla bocca; lanciò un'occhiata a Loki seduto sul divano, si girò verso Tony, gli occhiali gli scivolarono sul naso e Banner socchiuse gli occhi.
“Sicuro di non essere sotto incantesimo?” sussurrò.
Tony sbuffò, roteò gli occhi e afferrò il bicchiere, il ghiaccio tintinnò contro il vetro quando lo piegò. Deglutì il liquido ambrato fino a svuotare il bicchiere, abbassò il braccio e sogghignò.
“Sicuro. Lo ospito da più di tre mesi oramai” disse.
Banner deglutì, si morse il labbro e guardò nuovamente Loki. Il semidio alzò il capo dal libro, assottigliò lo sguardo; sogghignò e inclinò la testa di lato facendo ondeggiare i ciuffetti neri. Riabbassò il capo tornando a guardare le pagine, Banner si portò una mano al polso.
“Non vorrei distruggerti casa, Tony” mormorò.
Tony scrollò le spalle, allungò la mano e prese da una ciotola tre gomme nere; le mise in bocca masticandole, sogghignò.
“Se ti fai venire la pressione alta non potrò offrirti la specialità del piccolo cervo, brother”.
Banner inarcò un sopracciglio, sentì un tonfo e dei passi, alzò il capo e Loki gli sorrise. Si chinò, prese una liquirizia dalla ciotola e la portò davanti agli occhi di Banner, tenendola tra pollice e indice.
“Stark trova che siano particolarmente buone, dottore. Le offrirei di usufruirne, ma sono sicuro che le sembrerebbe una provocazione”.
Tony inarcò un sopracciglio, afferrò una manciata di liquirizie e le ingoiò; deglutì, tossicchiò e arricciò il naso.
“Perché gli dai del lei? Non dirmi che discrimini il mio fratellino verde solo per il colore” chiese.
Banner si schiaffeggiò il volto, inspirò e scosse il capo. Loki sorrise.
“Esclusivamente poiché lui, contrariamente a te, ha un quoziente intellettivo, Stark”.

Scelta libera. Morte.

Loki sospirò, scosse il capo e socchiuse gli occhi.
“Thor è partito per il regno di Hel e non farà ritorno, sta volta” sussurrò.
Intrecciò le mani tra loro poggiandosele in grembo, sulle gambe accavallate. Tony si voltò, inarcò entrambe le sopracciglia e arricciò il naso; poggiò sul banco il cacciavite e il bracciale dell'armatura, si avvicinò a Loki.
“Hai un altro dei tuoi sdoppiamenti, Psycho? Ho visto Point Break solo ieri”.
Loki voltò il capo verso Tony, arricciò le labbra e le lunghe ciglia nere fremettero.
“Non immaginavo riuscissi a comprendere i riferimenti alla nostra cultura, Stark”.
Si portò una mano ai capelli, prese due ciocche corvine e le sistemò dietro l'orecchio.
“Ho incontrato Thor sta mane. Ha annunciato che mi perdona ogni torto ed è pronto a sopportare millenni di patimenti pur di pagare quelli che mi ha inflitto”.
Tony arricciò il labbro, inspirò e si piegò; incrociò le braccia sotto il reattore ARC socchiudendo gli occhi, schioccò la lingua sul palato e si piegò poggiandosi al tavolinetto.
“E quindi lo dai per morto? Non è molto carino”.
Loki chiuse gli occhi, strinse le labbra e scosse il capo.
“Stark, porresti mai termine alla tua fuga da ogni regola?”.
Tony ghignò, si sedette sul tavolinetto.
“Nemmeno morto! La faccia di Monocolo e Captain Ghiacciolo è troppo esilarante”.
Loki sospirò, aprì gli occhi e guardò Tony, arricciò il labbro.
“Forse hai ragione, Stark. Se Thor ha rinunciato alla sua tipica irruenza, è molto più che morto”.

 

 


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