Perdonami

di LazySoul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Perdonami_1

Eccomi tornata all'attacco con una nuova Dramione, questa volta però una long! xD

Scommetto che vi sono mancata... -.-

Comunque come al solito vi invito a recensire e a dirmi cosa ne pensate, posterò al più presto il secondo capitolo, magari già domani, come regalo di Natale! ;)

Buona lettura! :D

Lazysoul

Perdonami

1.

 

Era accaduto tutto talmente in fretta che non avevo avuto il tempo di ragionare, afferrai sconvolta l’asciugamano che si trovava a pochi centimetri da me e me lo avvolsi intorno al corpo nudo e tremante dal freddo.

«Vattene!», sentii la mia voce urlare, senza che il cervello avesse dato il comando alle labbra di muoversi.

Vidi il ragazzo di fronte a me aggrottare le sopracciglia, prima che sul suo viso comparisse un ghigno perfido e malizioso.

Non si mosse minimamente, mentre continuava a fissare le mie gambe nude, le spalle e il mio viso arrossato dall’imbarazzo.

«Malfoy? Mi hai sentito? Ti ho detto di...», iniziai, ma venni interrotta dalla sua voce:«Mi dispiace Mezzosangue, ma non capisco perché tanta fretta di mandarmi via, non possiamo chiacchierare un po’?»

La sua domanda mi lasciò basita per qualche istante, prima di rendermi conto che stava (per fortuna) scherzando.

«Certo Malfoy, cosa vuoi? Prendere il tè con me, magari? Così possiamo spettegolare come due vecchi amici, va bene?», risposi acida, mentre indietreggiavo fino a dove avevo lasciato i miei vestiti.

«Per me non c’è problema, solo non credo che tu indossi gli abiti adatti per una situazione simile...», disse ghignando, ma il modo in cui fissava il mio asciugamano era piuttosto serio.

«Beh, allora che ne dici di uscire da qui un istante, in modo che io possa vestirmi e poi possiamo andare a prendere il tè?», proposi stringendomi al petto la mia divisa stropicciata.

«Non ci penso proprio Granger, mi sto divertendo un mondo, sai non pensavo che l’avrei mai detto, ma finalmente sono riuscito a metterti in difficoltà e questa situazione, oltre ad essere piuttosto divertente, non me la perderei per nulla al mondo»

«Razza di...», le parole mi si impigliarono in gola, non ce n’era una che fosse abbastanza dura, abbastanza volgare, abbastanza... per ferire Malfoy.

Presi un respiro profondo, prima di tentare qualche passo verso i separé del Bagno dei Prefetti, ma lui anticipò la mia mossa e con un colpo di bacchetta li fece sparire tutti.

Non riusci a trattenere un ringhio, prima d'urlare: «Bastardo!»

Lui ridacchiò piano: «Sai Granger, se tu mi prometti che esaudirai ogni mio ordine per una settimana, giuro che esco dalla stanza senza opporre resistenza. Allora?»

Rimasi sconvolta per qualche istante, prima di incominciare a ridere di gusto: «Esaudire ogni tuo ordine? Ma sei pazzo? Non lo farei mai, neanche sotto tortura!», ammisi, vedendo il suo volto contrarsi in una smorfia.

«A sì?», sussurrò, mentre con un colpo di bacchetta faceva sparire i vestiti che tenevo in mano.

Quando mi accorsi di star stringendo il nulla, la mia furia aumentò ancora di più e sollevai le braccia al cielo, mentre incominciavo ad urlargli insulti: «Brutto Idiota che non sei altro! Ma era proprio necessario?! Allora? Lo era? Spiegami, lo stai facendo apposta a comportarti da bambino di tre anni o è una cosa che ti viene spontanea? La guerra è finita Malfoy, potresti anche provare, come chiunque altro qui dentro, a cambiare e cercare di essere, non dico amichevole, ma almeno sopportabile! E invece tu non fai altro che attaccar briga, insultare e ignorare il prossimo! Sto cominciando a stancarmi del tuo comportamento!»

Vidi il suo sguardo seguire tutti i miei movimenti, prima di fissarsi insistentemente sul mio braccio dove la scritta “Mezzosangue”, incisami da sua zia Bellatrix Lestrange, spiccava rispetto alla mia pelle chiara.

I suoi occhi divennero due fessure, mentre distoglieva lo sguardo e fissava il pavimento chiaro, vicino alla vasca d’acqua in cui mi stavo per immergere prima che arrivasse lui e mi interrompesse.

Studiai sconvolta i suoi muscoli tesi, i suoi pugni serrati e la smorfia di disgusto che albergava sul suo viso più pallido del solito.

Aspettai che dicesse qualcosa, che ribattesse, che mi insultasse a sua volta, ma il suo sguardo non incontrò più il mio, mentre sentivo appena il suo respiro farsi più pesante e vedevo i suoi occhi chiudersi, come se stesse lottando contro qualcosa che lo tormentava.

«Malfoy? Che succede?», sussurrai, spaventata dal suo cambiamento improvviso, facendo un passo verso di lui.

Lo vidi tremare appena, prima di fissare finalmente i suoi occhi ghiacciati e spaventati nei miei: «Non continui ad insultarmi? In fondo me lo merito...», sussurrò prima che la bacchetta gli scivolasse di mano e cadesse a terra con un suono sordo.

Io scossi la testa e mi avvicinai ancora a lui.

In quell’istante sembrava così fragile, così piccolo ed indifeso, che non riuscii ad impedirmi di prendergli il viso tra le mani, per studiare meglio il suo volto.

Era sempre stato un bel ragazzo, era impossibile non notarlo, ma in quel momento sembrava un fantasma, uno spirito triste e pentito per ciò che aveva fatto.

I suoi occhi si abbassarono a terra e io cominciai a pensare ad un modo per farlo tornare il bastardo che era stato fino a pochi secondi prima, preferivo la sua bocca avvelenata dagli insulti che imbronciata e silenziosa come una tomba.

«Che desiderio vuoi che io esaudisca, Malfoy?», gli chiesi senza pensarci, sperando che si riprendesse in fretta.

Lo vidi alzare di colpo il capo e fissare il mio viso, attento alle mie espressioni, pronto a leggere la menzogna in esse: «Perdonami»

Sentii una stretta al cuore, mentre osservavo il suo viso farsi speranzoso e i suoi occhi diventare improvvisamente lucidi: «Perdonami, Granger»

«Per cosa? Per aver fatto sparire i miei vestiti?», chiesi, sinceramente confusa.

Lui scosse la testa: «Perdonami per non aver impedito che accadesse», sussurrò sfiorando con le dita la scritta che sfregiava il mio braccio.

Sentii un dolore bruciante ovunque, ripensando alle torture di sua zia, la sofferenza, la paura...

Sorrisi timidamente, prima di dire: «Ti perdono, Malfoy»

Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, che ad un certo punto strabordarono, rigandogli il viso: «Sul serio?»

«Si, Malfoy. Ti perdono».

Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, prima di mormorare: «Grazie, Granger».

Gli sorrisi, asciugandogli il volto con le dita, prima di allontanarmi di un passo, certa che avesse bisogno del suo spazio.

Lo vidi raccogliere la bacchetta, far comparire di nuovo i separé e i miei vestiti, che mi caddero ai piedi.

Fece alcuni passi verso l’uscita del Bagno dei Prefetti, ma poi si bloccò di colpo, si voltò verso di me e, con uno sguardo meno scontroso del solito, disse: «Sai, non avrei mai pensato di dirlo, ma hai delle belle gambe. Ci vediamo, Granger»

In pochi secondi era già fuggito e io non potei non sorridere al pensiero che Draco Malfoy fosse dotato di sentimenti come chiunque altro.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Perdonami_2

Buon Natale a Tutti! :)

E dato che a Natale siamo tutti più buoni, spero che abbiate voglia di lasciarmi una recensione! Intanto ringrazio le 5 persone che mi seguono e quelle che mi hanno inserita tra le ricordate e le seguite!

Thank you a lot! <3

E come avevo promesso ecco un altro capitolo, spero che vi piaccia!

Mi raccomando, recensite!!! :D

Lazysoul

2.

 

Passavo la maggior parte del mio tempo libero con i miei due migliori amici: Harry e Ron.

Erano cambiati molto dopo la guerra, come chiunque d’altronde, ma in loro – per un’osservatrice come me – la differenza era abissale.

Ron era diventato più serio e a volte si impegnava davvero quando doveva studiare, cosa che mi aveva colta alla sprovvista quando lo avevo notato la prima volta. Quel lato di lui mi affascinava, ma era troppo presto per parlare d’amore, certo, durante la guerra ci eravamo baciati, ma poi mi aveva detto che era stata una cosa troppo strana per lui, dato che si era sentito come se avesse baciato sua sorella, Ginny.

All’inizio quel suo commento mi aveva dato fastidio e profondamente ferita, ma poi avevo capito che aveva ragione e avevamo deciso di comune accordo di dimenticare quel bacio.

Harry invece sembrava sempre tra le nuvole, anche lui aveva deciso di studiare e di dare il massimo, ma il suo metodo era diverso da quello di Ron. Entrambi riuscivano a fare i compiti da soli, ma sapevo che – come accadeva anche a me – i ricordi e i sogni li tormentavano.

Quasi tutta Hogwarts aveva deciso di comune accordo di smettere con le rivalità tra le Case e le uniche persone che ancora si ostinavano a provare astio erano i Serpeverde, soprattutto Malfoy. Anche se quella sera, nel Bagno dei Prefetti, mi aveva mostrato il suo lato vulnerabile, il suo comportamento superiore e snob era rimasto come una maschera sul suo volto.

Più volte avevo desiderato avvicinarlo per parlargli, ma poi il coraggio mi era sempre mancato, sapevo che se avessi detto a qualcuno di ciò che era successo la notizia si sarebbe sparsa in un secondo e che quindi, a quel punto, lui non si sarebbe mai più fidato di me.

Certo, può sembrare strano, ma ero gelosa del nostro piccolo segreto, era bello pensare di averlo reso libero dal senso di colpa ed era bello ricordare il suo complimento.

A volte mi ritrovavo a sognare le sue lacrime, il suo volto contratto in un smorfia di disgusto per ciò che sua zia mi aveva scritto sul braccio e la sua bocca che sussurrava quella supplica a fior di labbra: “Perdonami”.

«Hermione? Secondo te dovrei chiederglielo io?», chiese Ginny, mentre si torturava con le mani l’orlo della gonna, totalmente dimentica del compito di Erbologia sul tavolo davanti a lei, che non aveva ancora concluso.

«Come scusa?», domandai, scacciando simili pensieri dalla testa e concentrando l’attenzione sulla mia amica.

«Harry non mi ha ancora invitato per la festa di Lumacorno e ho tanta paura che non lo faccia, quindi stavo pensando che magari potrei prendere io l’iniziativa, tu che dici?», sussurrò, mentre si guardava attorno, alla ricerca di orecchie vicine che avessero potuto udire le sue parole.

«Certo Ginny, tanto Harry non rifiuterebbe mai un tuo invito ad andarci insieme, lo sai che ti vuole bene, che ti ama tanto e che farebbe di tutto pur di vederti felice», mormorai, prima di fissare intensamente il foglio ancora bianco che avevo di fronte.

La Biblioteca era silenziosa, proprio come piaceva a me, ma non ero riuscita a trovare ancora le parole adatte per iniziare il compito di Trasfigurazione.

«Si, hai ragione!», esclamò raccogliendo tutti i suoi libri e sorridendo: «Meglio che glielo chieda subito, prima che mi manchi il coraggio. Ci vediamo, Herm».

Appena Ginny scomparve, mi sentii istantaneamente abbandonata.

Provai una sorta di panico e il cuore iniziò a battermi all’impazzata, ma la sensazione durò un istante prima che la sedia di fronte alla mia si muovesse, facendomi alzare di scatto lo sguardo.

«Granger», salutò cortesemente, anche se con un tono affilato, Malfoy, prima di sedersi e tirare fuori dalla borsa alcuni libri.

Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso, chiedendomi come mi sarei dovuta comportare con lui.

«Malfoy», ricambiai il saluto e per un istante incontrai i suoi occhi freddi.

Quello sguardo mi fece capire che tra di noi non era cambiato nulla.

Tornai a fissare il foglio davanti a me e, miracolosamente, trovai le parole da utilizzare per l’inizio del compito. Dettavo distrattamente, con un filo di voce, alla penna ciò che doveva scrivere, mentre sfogliavo il libro di Trasfigurazioni, dove avrei di certo trovato spunto per la parte più teorica del compito.

Mi ero quasi totalmente dimenticata del ragazzo che sedeva di fronte a me, quando lo udii borbottare qualcosa e sfogliare con rabbia il libro di Incantesimi.

Lo guardai di sottecchi per qualche secondo, chiedendomi che cosa gli fosse preso, prima di notare un livido bluastro sulla sua mandibola.

Aprii bocca per chiedergli chi gli avesse fatto male, ma poi mi bloccai, sentendo la gola improvvisamente secca.

Non erano affari miei e di sicuro non avrebbe gradito la mia curiosità, così tornai a dettare alla penna ciò che doveva scrivere.

Rimanemmo in silenzio per un’altra mezz’ora, si sentivano solo i nostri sussurri e il rumore della piuma sulla carta, la Biblioteca sembrava totalmente vuota. Un tempo forse avrei provato un leggero timore a rimanere sola con Malfoy, ma in quel momento continuavano a spuntarmi in mente i ricordi delle sue lacrime e della sua vulnerabilità e non potevo fare a meno di sentirmi triste e malinconica.

Ad un tratto lo sentii sbuffare sonoramente e non potei impedirmi di alzare il capo a quel rumore inaspettato.

Incontrai i suoi occhi chiari e impassibili, mi chiesi cosa stesse pensando in quel momento e se un giorno o l’altro sarei riuscita di nuovo a vedere dei sentimenti trapelare dal suo viso.

«Cos’hai da guardare?», chiese con un tono d’astio nella voce: «Vuoi una foto?»

Io scossi la testa, prima di tornare a fissare la pergamena e di dettare alla piuma ciò che doveva scrivere.

«Mezzosangue, ti ho fatto una domanda. Rispondimi», sibilò tra i denti, poggiando le mani coi palmi aperti sul tavolo e alzandosi in piedi.

«Non volevo disturbarti, ti ho sentito sbuffare e istintivamente ho alzato lo sguardo», ammisi, prima di prendere il compito finito e di riporlo nella mia borsa.

Ritirai tutti i libri e feci per andarmene, quando lo sentii chiedere in un sussurro: «Dove stai andando?»

Per un istante mi tornò alla mente il suo volto rigato di lacrime e sentii il cuore sussultare.

Tornai a fissarlo e vidi sul suo viso l’unico sentimento che non mi sarei mai aspettato di vedere: pentimento.

Era pentito per le parole dure e piene d’astio che mi aveva detto, pentito per non esser stato in grado di parlarmi normalmente, senza lasciar trapelare il suo nervosismo per qualcosa di cui io ero all’oscuro.

Non risposi alla sua domanda, ma gliene posi un’altra: «Vuoi che rimanga?»

Vidi i suoi occhi sbarrarsi, sorpresi dalle mie parole, prima che il suo sguardo gelido tornasse sul mio volto e lo sentissi dire: «Certo che no! Hai infettato abbastanza l’aria con la tua semplice presenza Mezzosangue»

«Avevi solo da sederti da un’altra parte», ribattei sorridendo appena, zittendolo, prima di allontanarmi e uscire dalla Biblioteca.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Perdonami_3

3.

 

Dopo quel giorno ce ne furono altri in cui Malfoy si sedeva davanti a me per fare i compiti, ma non mi rivolse più la parola, tranne un cenno di saluto appena seduto e un altro prima di andarsene.

Diversamente da come avrei pensato, la sua presenza non mi infastidiva affatto, anzi era confortante il pensiero di non essere sola, il pensiero di avere accanto qualcuno, anche se quel qualcuno era un egoista bastardo, gelido e snob figlio di papà.

Ad Harry, Ginny e Ron non dissi niente, preferendo che loro non cominciassero a porre le domande sbagliate, e poi infondo non succedeva nulla di male, semplicemente ci tenevamo compagnia l’un l’altra.

Spesso capitava che durante quei pomeriggi mi sentissi osservata e sapevo che Malfoy mi stava guardando, in quei momenti non potevo fare a meno di sollevare il capo ed incontrare i suoi occhi per pochi istanti, prima di vederlo distogliere lo sguardo e tornare a concentrarsi sui suoi compiti.

Dopo un paio di settimane che si ripeteva sempre la stessa identica cosa, decisi che avremmo potuto provare a parlare come due persone civili per una volta.

«Malfoy», lo salutai, appena si sedette di fronte a me.

Lui fece un cenno del capo e tirò fuori alcuni libri dalla sua borsa.

«Pozioni?», chiesi, notando lo stesso libro che avevo di fronte io e ricordando che Lumacorno aveva assegnato a Serpeverde e Grifondoro gli stessi compiti.

Lui alzò un sopracciglio, fissandomi per pochi istanti, prima di annuire e tornare alla sua pergamena.

Sbuffai sonoramente, facendo una smorfia infastidita.

«C’è qualcosa che non va?»

Lo vidi bloccarsi e lanciarmi uno sguardo penetrante, quasi stesse cercando di capire cosa mi desse fastidio.

«No», risposi, senza distogliere gli occhi dai suoi.

«A me sembra di sì», mormorò lui, studiando il mio volto.

«E solo che non posso impedirmi di chiedermi perché continui a sederti di fronte a me», ammisi, torturando con le dita la mia povera piuma.

Vidi il suo viso indurirsi: «Non sono affari che ti riguardano»

«Pensavo che la mia presenza ti desse fastidio, che puzzassi», dissi, guardandolo fisso.

«Ti sbagli», mormorò tornando a fissare la pergamena che aveva di fronte.

Quella risposa mi colse talmente di sorpresa che non riuscii a trovare nulla con cui poter ribattere.

Tornai a svolgere i miei compiti, sentendomi accaldata, mi sfilai il maglioncino che indossavo e allentai distrattamente il nodo della cravatta e abbottonai un bottone della camicia all’altezza del seno, che si era sfilato dall’asola.

«Pizzo nero, Granger?», chiese Malfoy, osservandomi all’altezza del petto, dove notai si intravedeva appena il reggiseno che avevo indossato quella mattina.

Arrossi istantaneamente, incontrando i suoi occhi chiari: «Si, perché?»

«Beh, sei piena di sorprese, non me lo sarei mai aspettato», sussurrò, prima di passarsi una mano tra i capelli: «Cos’hai? Una terza, giusto?»

Se possibile il mio volto divenne ancora più rosso, mentre gli lanciavo contro la mia piuma: «Non credo siano affari tuoi!»

«Ho sbagliato? Una seconda?», chiese ghignando e sporgendosi verso di me, mentre la penna gli passava a mezzo metro di distanza, dimostrazione di quanto ottima fosse la mia mira.

«Non ho una seconda!», esclamai, cercando qualcosa che lo potesse distrarre dal continuare a pormi domande così imbarazzanti.

«Dammi un indizio, più o meno di una terza?», mormorò allungando una mano e sfiorando la mia mano.

Mi ritrassi di scatto, schiaffeggiandolo sulle dita: «Smettila»

Vidi i suoi occhi scintillare di una strana luce: «Rispondimi»

«No!»

«Di cos’hai paura Granger?», mormorò sorridendo appena.

«Io non ho paura!», chiarii, mentre raccoglievo i miei libri e li posavo in borsa.

«Allora rispondimi»

«Ho una terza abbondante! Contento?», urlai, tappandomi subito dopo la bocca, spaventata che qualcuno avesse potuto udire la mia voce.

Vidi il suo ghigno aumentare, prima di allungare una mano e afferrare a terra la mia piuma, porgendomela: «Dovresti migliorare la mira»

«Grazie», dissi con tono acido, posando il volume nella mia borsa e alzandomi in piedi.

«Già finiti i compiti?», chiese, mentre tornava a scrivere qualcosa su una pergamena.

«In effetti no, ma dato che la compagnia è pessima, me ne vado».

Vidi i suoi occhi saettare alla parola “pessima” e alzatosi in piedi, mi fissò con uno sguardo pieno d’odio.

«Non ti scomodare, Mezzosangue. Me ne vado io», sibilò e in meno di un minuto era già scomparso, lasciandomi sola.

Sentii una fitta al cuore, al pensiero che l’avevo ferito. Non ero certa di come fosse successo, ma alla fine gli avevo fatto male.

Mi diedi della scema, prima di fissare insistentemente il posto vuoto davanti a me.

In quell’istante mi accorsi di una cosa.

Si era dimenticato il volume di Erbologia.

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Angolo autrice:

Sorpresa, sorpresa ho aggiornato di nuovo! Contenti? ;)

Non è giusto però, io da brava aggiorno e scrivo nuovi capitoli, ma voi non mi dite che ne pensate! :(

E io come faccio a sapere se questa storia piace o no? >.<

Comunque che ne dite di questo capitolo?

Penso che la "litigata" tra Draco e Hermione sia abbastanza come dire... naturale? In fondo loro si sono sempre odiati... Comunque spero che vi sia piaciuto! E poi siamo solo all'inizio, presto le cose tra i due miglioreranno... ma non vi anticipo nulla! :P

Che dite? Mi lasciate una recensione? *.*

Ah, stavo per dimenticarmene, Buon Santo Stefano a tutti e ringrazio le 9 persone che mi seguono!! :D

Lazysoul

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Capitolo 4
*** 4 ***


Perdonami_4

4.

 

Il pomeriggio dopo non lo vidi, e nemmeno quello dopo ancora, così cominciai a pensare ad un altro modo per restituirgli il suo volume di Erbolgia.

Il problema era che non potevo semplicemente passarglielo durante una delle lezioni in comune, o quando lo vedevo per i corridoi e il motivo era uno solo: i miei ed i suoi amici.

Non volevo che si creassero equivoci scomodi e, per questo motivo, pensai di poterglielo semplicemente spedire.

Il sabato mattina mi diressi verso la guferia con l’intento di liberarmi di quel libro e, appena finii di salire le scale che portavano in cima ad essa, mi accorsi di non essere sola.

«Harry? Che ci fai qui?» gli chiesi, sorridendo ed avvicinandomi a lui.

«Oh, ciao Hermione! Non ti avevo sentita arrivare...» rispose lui, ricambiando il sorriso e scostandosi dalla finestra, dalla quale stava guardando – probabilmente – il panorama.

«Ero venuto qui per spedire una lettera  al signor Weasley, ma poi mi sono concesso una pausa».

Lo fissai a lungo, scrutandolo in viso e poi notai le sua guance cominciare a tingersi di rosso e mi chiesi il motivo di una tale reazione.

«Tutto a posto? Hai la faccia dello stesso colore dei capelli di Ron...», dissi, sovrappensiero, mentre mi avvicinavo a lui.

«Oh, beh ecco... io... io vorrei chiederti una cosa» mormorò, prima di chiudere gli occhi e scuotere insistentemente la testa. Sembrava in imbarazzo, anzi di più.

«Certo, dimmi!» lo incoraggiai, curiosa.

«Ecco io, era da un po’ che volevo chiedertelo, ma aspettavo il momento giusto, insomma volevo parlartene io e te soli...», la sua insicurezza mi fece preoccupare: «Harry, tutto a posto?»

«Certo!»

Rimanemmo a lungo a fissarci, io che aspettavo che lui continuasse il discorso e lui fermo, ancora rosso in volto con gli occhi fuori dalle orbite che non aveva il coraggio di guardarmi.

Alla fine lo sentii prendere un respiro profondo e alzare lo sguardo fino ad incontrare il mio.

«L’altro giorno sono andato in Biblioteca, volevo parlarti di non mi ricordo più nemmeno cosa e ti ho vista seduta allo stesso tavolo con Malfoy...»

Io sbarrai gli occhi a quelle parole: “Dimmi che non si è messo ad origliare”, sperai, anche se dalla sua espressione sembrava proprio di sì.

«Eh, beh, ho sentito la vostra conversazione e vorrei tanto sapere per quale motivo ecco... lui si è permesso di... e poi tu...»

Era parecchio in difficoltà, capivo che la situazione lo imbarazzasse e in effetti anche io ero parecchio rossa di vergogna, ma più di tutto mi chiedevo perché si stesse preoccupando tanto.

«Quello che vorrei sapere e come mai? Insomma... c’è “qualcosa” tra di voi?»

La sua domanda mi lasciò basita.

Rimasi a lungo a fissarlo con la bocca spalancata dalla sorpresa, sentendomi una cretina.

«Certo che no! Semplicemente ogni tanto si siede nel posto davanti a me a fare i compiti e cerchiamo di non scannarci a vicenda e l’altro giorno mi si è slacciato un bottone della divisa e lui ne ha approfittato per farmi domande imbarazzanti per mettermi in difficoltà! Sai com’è fatto, no? È solo un bambino viziato...»

La sua espressione da rossa, imbarazzata e preoccupata cambiò in un istante distendendosi e rilassandosi: «Mi dispiace di aver dubitato di te, è solo che era molto fraintendibile come conversazione... comunque se anche ci fosse qualcosa tra te e Malfoy preferirei che me ne parlassi, insomma lo potrei accettare, penso... infondo tra amici ci si sostiene a vicenda, no?»

Io annuii, imbarazzata: «Se Malfoy dovesse propormi di sposarlo saresti il primo a venirlo a sapere, tranquillo», dissi con un tono scherzoso, certa che quel giorno non sarebbe mai arrivato.

Rimanemmo ancora qualche secondo a fissarci, poi lo vidi chiudere una lettera e legarla alla zampa di un piccolo gufo scuro.

«Scusa Herm, ma ora devo andare, ci vediamo a pranzo».

In meno di un secondo se ne era già andato.

Sospirai piano, cercano di dimenticare l’imbarazzo appena provato e di concentrarmi su quello che ero venuta a fare nella guferia.

Eppure continuavo a chiedermi se Harry fosse stato l’unico ad assistere all’imbarazzate conversazione con Malfoy quel giorno in biblioteca o se altri avessero sentito.

Distrattamente afferrai un pezzo di pergamena e scrissi poche righe, prima di inserirle nella prima pagina del volume di Erbologia.

Stavo guardando i gufi ad uno ad uno nella vana speranza di poterne trovare uno piuttosto anonimo, quando sentii dei passi dietro di me e – istintivamente – mi girai incontrando un paio di occhi color ghiaccio.

«Granger» salutò lui, rimanendo immobile a pochi passi da me.

«Malfoy», arrossii pensando a quello di cui avevamo parlato pochi istanti prima io ed Harry, ma cercai di non dare a veder il mio imbarazzo.

Vidi i suoi occhi posarsi sul libro che avevo tra le braccia e un suo sopracciglio alzarsi.

«Oh!» esclamai, mentre mi tornava in mente il motivo per cui ero lì: «L’hai lasciato l’altro giorno in biblioteca, volevo restituirtelo, ma non sei più venuto, così stavo per mandartelo via gufo...», spiegai, porgendogli il volume.

«Grazie» rispose, posandolo subito in borsa.

«Figurati».

Feci per andarmene quando mi sentii afferrare per un braccio.

Mi voltai verso di lui e rimasi sconvolta da quanto fossero belli i suoi occhi con quella luce; sembravano trasparenti.

«Granger, posso chiederti una cosa?» domandò, senza lasciare la presa sul mio braccio.

«Certo».

«Davvero pensi che la mia compagnia sia pessima?» mormorò e per pochi istanti mi sembrò di nuovo estremamente fragile e delicato, una statua di cristallo...

«No» ammisi, mordendomi subito dopo il labbro inferiore.

«Allora se dovessi venire di nuovo a studiare con te, non ti darei fastidio?»

«No».

«Bene» sussurrò, talmente piano che, se non fosse stato per il movimento delle labbra avrei scambiato quella parola per un semplice soffio di vento: «Allora ci vediamo presto, Granger».

In due secondi se ne era già andato via, lasciandomi sola a pensare a ciò che era appena successo e a chiedermi cosa fosse accaduto a Malfoy per farlo cambiare in quel modo.

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Angolo autrice:

Hola!! :)

Eccomi con un nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto! ^^

Come al solito vi invito calorosamente a recensire! XD

Questa volta, oltre a ringraziare  le 2 persone che mi hanno inserita tra le ricordare, le 19 tra le seguite e le 5 tra le preferite vorrei dedicare un ringraziamento speciale a demebi che mi ha suggerito per la parte in cui Hermione ed Harry parlano. Grazie! :D

Volevo inoltre chiedervi di dare un'occhiata ad altre due mie storie (Questa non è una fiaba: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=848698&i=1

L’ingiustizia degli autori: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1151510&i=1) che  sono delle Dramioni comiche, se avete tempo e voglia di farvi quattro risate (e magari lasciarmi anche una recensione... xD), mi farebbe piacere! ;)


Grazie ancora tutti!

Al prossimo capitolo (che spero di aggiornare presto!) ! ;)

Lazysoul

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Capitolo 5
*** 5 ***


Perdonami_5

5.

 

«Caposcuola Granger!»

Appena mi sentii chiamare mi voltai, vedendo in lontananza Mclaggen farsi largo tra un gruppo di studenti, sbracciandosi per farsi notare.

Sentii le guance imporporarmisi al ricordo dell’ultima volta in cui gli avevo concesso di parlarmi in privato e del suo bacio un tantino fuori luogo e comunque non desiderato dalla sottoscritta.

Continuai a camminare imperterrita, fingendo di non sentire le sue urla e rifugiandomi in Biblioteca con il sollievo più che visibile sul volto, mentre mi accomodavo al mio solito tavolo, salutavo gentilmente Madame Pince e poi cominciavo a tirare fuori i miei compiti.

La mia speranza era che non avesse visto dove ero andata o che magari decidesse di rimandare il suo attacco nei miei confronti ad un altro momento.

Mclaggen era ancora più soffocante di un tempo, se il sesto anno lo avevo reputato rompiscatole ora potevo solo definirlo ossessionato. Il fatto strano era che non capivo il motivo di tutto questo attaccamento nei miei confronti.

Sentii le porte della biblioteca aprirsi un paio di volte, ma non mi lasciai distrarre e cominciai ad aprire il libro d’Incantesimi e recuperare una pergamena e la penna dalla borsa.

Ero intenta a cercare la pagina su cui dovevamo consegnare la relazione, quando sentii un ciuffo dei miei capelli abbandonare lo chignon con cui avevo provato a domarli e scivolarmi lungo la guancia e poi davanti all’occhio fino a raggiungere le labbra.

Stavo per spostarlo infastidita, quando nel mio campo visivo delle dita lunghe svolsero il gesto al mio posto e adagiarono la ciocca dietro al mio orecchio.

M’immobilizzai un istante, chiedendomi cosa avesse spinto Mclaggen a sfidare la mia pazienza quel giorno ma, alzando lo sguardo, mi ritrovai a fissare il viso serio di un’altra persona.

«Granger», mi salutò Malfoy, sedendosi nel posto di fronte al mio.

«Ciao», dissi, ancora confusa, ma lusingata dal suo gesto.

Lo osservai per ancora qualche secondo, prima di tornare a concentrarmi  sulla pergamena ancora bianca davanti a me.

Eppure, per quanto cercassi di concentrarmi sul compito, non riuscivo a levarmi dalla mente il fatto che lui fosse di nuovo lì con me.

Azzardai ad alzare di nuovo lo sguardo.

Malfoy stava leggendo il volume di Trasfigurazione e le sue labbra si muovevano ad una velocità impressionante, come se stesse pronunciando delle parole ma qualcuno avesse messo la scena in muto. I capelli biondi erano scompigliati e il viso pallido era serio e concentrato, la fronte aggrottata e, all’altezza del mento, sempre lo stesso livido, anche se meno evidente di pochi giorni prima.

La voglia di chiedergli come o chi glielo avesse fatto era forte, ma per non parlare mi morsi forte il labbro inferiore e tornai a fissare la mia pergamena.

Dovevo concentrarmi sul compito, solo sul compito...

Non ci riuscii e alzai di nuovo lo sguardo, questa volta però incontrai i suoi occhi grigi scrutarmi.

«Ti do fastidio?» chiese, lanciando un’occhiata alla pergamena di fronte a me; doveva essersi accorto che non stavo lavorando come al mio solito.

«No!», esclamai, sconvolta dalle sue parole: «Non mi dai fastidio, nient’affatto».

A quel punto avrei dovuto distogliere lo sguardo e cercare di tornare in me, invece rimasi immobile, i miei occhi nei suoi.

«Secondo me invece sì, altrimenti non mi fisseresti in continuazione...», disse con tono malizioso, facendomi arrossire.

«N-non è... io... volevo... non...»

Mi sentii ancora più patetica di prima, adesso non riuscivo neanche più a formulare una frase di senso compiuto; che vergogna!

Lo sentii sospirare: «Se proprio lo vuoi sapere ho litigato con un mio compagno di casa e lui ha avuto la fortuna di colpirmi per primo, ma se vai in infermeria puoi vedere come l’ho conciato per le feste».

La sua spiegazione non sembrava far una piega, quindi mi convinsi che fosse stato sincero, ma poi mi resi conto di non aver posto nessuna domanda, o almeno, non ad altra voce.

«Mi hai letto nella mente!», esclamai, confusa e sconvolta e anche un tantino imbarazzata e presa in contropiede; il fatto che potesse ascoltare tranquillamente i miei pensieri mi faceva sentire a disagio.

«Ero curioso, non ho saputo resistere, ma non l’avevo mai fatto prima e se vuoi non lo faccio più...», sussurrò posando la piuma e passandosi una mano tra i capelli, spettinandoseli distrattamente.

«Ah», dissi con le guance ancora color pomodoro e una voglia matta di sotterrarmi per l’imbarazzo.

«Allora?», chiese, facendomi corrucciare la fronte: «Allora cosa?», risposi confusa.

«Posso o no leggerti ancora la mente?»

Stavo per rispondergli negativamente quando vidi la porta della Biblioteca spalancarsi e Mclaggen entrare e guardarsi intorno.

«Oh, cazz...cavolini!», dissi notando lo sguardo di Madama Pince; davanti a lei niente parolacce, era una regola.

«Cosa...?», domandò Malfoy, voltandosi verso la porta e notando il ragazzo dirigersi verso di noi.

«Granger! È da mezz’ora che ti cerco, non mi hai sentito che ti chiamavo prima per i corridoi?», domandò Mclaggen.

«No, scusa...», dissi, non sentendomi affatto dispiaciuta.

«Ah, non importa... volevo solo chiederti se hai voglia di venire come mia dama alla festa di Lumacorno di Sabato sera».

Lanciai uno sguardo d’aiuto a Malfoy, che se la rideva sotto i baffi, poi tornai a guardare il mio ammiratore, chiedendomi con quali parole potessi declinare il suo invito senza ferirlo troppo.

«Io...», iniziai ma, con mia grande sorpresa la mia voce venne sovrastata da quella di Malfoy.

«NOn ce l’hai già un cavaliere per Sabato?»

Io guardai il Serpeverde, vedendolo farmi l’occhiolino, prima che nella mia testa sentissi la sua voce: “Stai al gioco”.

«Eh, già. Ho un cavaliere, mi dispiace Mclaggen», dissi con un tono di voce leggermente titubante.

«Ah, sarà allora per la prossima volta...», disse il mio cagnolino scodinzolante.

«No», intervenne Malfoy: «Non penso che il suo ragazzo sia della stessa idea, temo che tu debba cominciare a girare intorno ad un'altra ragazza, la Granger non è più disponibile...»

«Come?! Ragazzo? E chi è?», esclamò Mclaggen stupito.

“Lo vedrai alla festa, dillo!”

«Lo vedrai alla festa», sussurrai, confusa dal suono della voce di Malfoy nella mia testa e indecisa se essere felice perché mi stava aiutando a liberarmi di quel ragazzo o arrabbiarmi dato che non avevo affatto un ragazzo e che avrei fatto la figura della stupida Sabato, arrivando da sola.

«Ah. Beh, allora io vado... ci vediamo...», salutò Mclaggen, prima di scomparire oltre la porta della Biblioteca.

Rimasi un istante in silenzio, prima di lanciare uno sguardo di fuoco al Serpevedre che se la rideva tranquillamente davanti a me.

Alla fine tra la gratitudine e la rabbia aveva vinto quest’ultima.

«Ma sei cretino!? E ora che faccio? Non ce l’ho un cavaliere! E neanche un ragazzo, se è per questo!», esclamai, sporgendomi verso di lui per non farmi sentire da nessuno e per tentare di sembrare minacciosa almeno un po’.

«Sì che ce l’hai», disse, ridacchiando.

«Ma, davvero? E chi sarebbe?», chiesi con tono sarcastico.

«Ce l’hai di fronte»

A quelle parole sentii il mio corpo congelarsi, troppo sconvolto per riuscire a formulare un pensiero di senso compiuto, il mio cervello doveva aver dato le dimissioni.

«Come!? Tu?!», esclamai aggrottando le sopracciglia.

«Che sarà mai Granger? Vengo con te Sabato sera poi fingiamo di aver rotto e stop, fine della nostra “travagliata” relazione».

Ok, come l’aveva spiegata lui sembrava maledettamente semplice, ma ero certa che si dimenticasse qualcosina.

«E come pensi di riuscire ad essere in modo credibile il mio ragazzo? Tu non sai niente di me, come io non so niente di te. È impossibile riuscire a far credere a qualcuno che ci sia qualcosa tra di noi!» dissi, sentendomi fiera del mio discorso che non faceva una piega.

«Semplice, Granger, tu scriverai un elenco delle cose che ti piacciono o comunque le informazione che di solito tra fidanzati si condividono, io te ne do uno uguale e ce lo studiamo per Sabato».

Ok, ora sembrava ancora più facile di prima.

«E se dovessero chiedere delle dimostrazioni... diciamo “fisiche” che noi stiamo insieme?»

«Non dirmi che ti preoccupa di più darmi un bacetto che Mclaggen».

A quelle parole non riuscii a trovare risposta e rimasi semplicemente a fissarlo.

«Allora, Granger? Ci stai?»

Annuii appena, certa di star firmando la mia condanna a morte.

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Hola! :)

Come vi sembra questo capitolo? Voglio saperlo, quindi mi raccomando: recensite! ^^

Ringrazio tutte le persone che mi seguono, che mi inseriscono tra i preferiti e tra i ricordati, ma anche chi ha commentato: Thank you a lot! ;D

Il prossimo capitolo non so ancora quando riuscirò a postarlo... Spero di riuscirci per Martedì...

E, prima che me ne dimentichi, vi auguro di passare un felice Capodanno!! :) :)


Lazysoul

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Capitolo 6
*** 6 ***


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6.

 

«Colore preferito?»

«Verde».

«Libro preferito?»

«È un libro babbano, giusto?»

«Sì»

«Era per caso “Romilda e Giulio?”»

«No, Malfoy, il titolo è “Romeo e Giulietta”»

Mi sedetti sulla poltrona di fronte alla sua, sconsolata.

Era impossibile riuscire ad imparare tutte quelle cose entro quella sera, sia per lui che per me, anche perché, sembrava quasi che l’avesse fatto apposta, ma a lui piacevano solo le cose complicate. Per esempio, il suo colore preferito non era azzurro, ma turchese, il suo libro preferito invece era innominabile, le vacanze gli piaceva passarle in una piccola cittadina magica in Italia con Blaise per le prime due settimane, poi per un mese nella villetta nello Yorkshire che possedeva la sua famiglia e infine per il resto dell’estate in una città a scelta tra New York, Roma, Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Berlino, Los Angeles, San Francisco, Boston o Madrid, dove aveva degli appartamenti che, da come li aveva descritti lui, erano più degli attici di lusso. Per non parlare dei suoi piatti preferiti o i suoi hobby.

«Già stanca, Granger?», chiese, rileggendo per l’ennesima volta il foglio che gli avevo dato io qualche giorno prima, con un’espressione seria in volto.

«Ho deciso. Basta. Io sta sera mi presento da sola dicendo che ho rotto con il mio ragazzo, di cui non dirò il nome. Fine della faccenda. Ti ringrazio per il tuo aiuto Malfoy, ma non può funzionare»

Tornai in piedi andando a raccogliere la mia borsa, che avevo posato su un divanetto, il bello della Stanza delle Necessità era soprattutto la comodità, ma anche il fatto che ci permetteva di passare del tempo insieme inosservati, prima di dirigermi verso la porta.

Sentii la sua mano afferrarmi il braccio e d’istinto mi voltai verso di lui.

«Abbiamo faticato tanto e siamo migliorati molto come coppia, non ha senso mollare tre ore prima della festa. Non ti devi preoccupare, andrà tutto bene. Fidati di me».

Abbassai lo sguardo, insicura, prima di tornare a guardarlo.

Sembrava così sicuro di sé, così... coraggioso.

«Va bene, ma ora devo andare a prepararmi», sussurrai.

Lo vidi sorridere e poi aggrottare appena le sopracciglia: «Solo una cosa».

Stavo per chiedergli cosa volesse ancora dirmi, quando lo vidi avvicinarsi titubante e, dentro di me, mi chiesi se stesse per fare davvero quello che temevo.

Spostò dietro al mio orecchio una ciocca riccioluta di capelli e poi appoggiò piano le sue labbra sulle mie.

Il contatto non durò troppo, ma mi fece arrossire come un pomodoro e sentire le gambe molli come se fosse stato uno di quei baci travolgenti che mi aveva raccontato Ginny quando stava con Dean.

Si allontanò di pochi centimetri, sorridendo, per poi tornare ad accarezzare la sua bocca sulla mia, cercando di trovare un modo per poter intrufolare la sua lingua dentro di me, ma io non riuscivo a reagire in nessun modo, ero concentrata sulle sue mani che mi accarezzavano i capelli e la schiena con una dolcezza che da lui non mi sarei mai aspettata.

Alla fine quando ci allontanammo mi sembrava di non aver consistenza.

«Sarò davanti alla torre Grifondoro per le sette in punto. A dopo, Granger».

Mi diede un altro piccolo bacio a stampo e poi scomparve oltre la porta.

Inutile mentire, non riuscii a muovermi per due minuti buoni, mentre continuavo a premere la mano contro le labbra che mi sembrava di sentire bruciare.

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Ciao a tutti! :)

Come avete passato l'ultima serata del 2012? Spero che questo nuovo anno sia iniziato bene per tutti come per me; sta mattina mi sono svegliata a mezzogiorno e mezzo! :D

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se è piuttosto corto... -.-"

Come al solito vi chiedo di recensiore, dicendomi che ne pensate della mia storia, please! xD

Ringrazio infinitamente tutte le persone che mi seguono, che mi hanno inserito tra le ricordate e tra le preferite! 

Thank you! ;)

Un abbraccio!

Lazysoul

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Capitolo 7
*** 7 ***


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7.

 

«Nero o Rosso?», chiese Ginny, mentre continuava a muovere come una pazza due vestiti completamente diversi, appoggiandosi contro prima uno e poi l’altro ad una velocità esagerata. Quello scuro era un tubino che arrivava fino al ginocchio, con un nastro sulla vita e le maniche di raso, mentre quello color fuoco era molto più corto, senza maniche e con un fiocco sul fianco sinistro.

«Se stai un po’ ferma, forse riesco a consigliarti», la rimproverai mentre prendevo dal baule quel vestito costoso che mi aveva regalato mamma anni prima e che non avevo mai avuto il coraggio e l’occasione adatta per indossarlo.

Era bordeaux, corto e scollato; in poche parole molto poco adatto a me, per non parlare del fatto che la schiena era letteralmente nuda.

«È che a me piacciono tutti e due, solo che con quello rosso sembro una troia e con quello nero, al contrario, assomiglio ad una suora!»

«Secondo me quello nero non ti sta male, non sembri affatto una suora, anzi credo che ad Harry piacerà molto...», le dissi in modo un po’ malizioso, indossando il mio vestito e cominciando la ricerca per le uniche scarpe col tacco, color della pece che possedevo.

«Già... a proposito! Tu chi hai invitato per la festa di Lumacorno?», domandò posando l’abito rosso sul letto per indossare l’altro.

«Ma...», mi bloccai di colpo, pensando per la prima volta alla situazione e rendendomi conto che a quella festa non ci sarebbe stato solo Mclaggen, ma anche i miei amici, che avrebbero di sicuro assistito alla mia entrata in scena con Malfoy a braccetto e non l’avrebbero presa di sicuro bene!

Accidenti! Ma perché non ci avevo pensato prima?!

«Ma...?» mi incitò Ginny a continuare.

«Non posso dirtelo»

«Perché no?»

Trovai finalmente le mie scarpe col tacco e le infilai, sentendomi nervosa e in trappola.

«Guarda che non giudicherò in nessun modo la faccenda. Allora?»

E invece io ero sicura che avrebbe detto anche la sua, facendomi sentire in colpa.

«Ti arrabbieresti», sussurrai, sedendomi sul letto.

Lei mi raggiunse, scivolando accanto a me sul letto: «Giuro che rimarrò calma»

La guardai poco convinta per qualche istante e poi mi lasciai scappare quel nome: «Draco Malfoy»

«Come?!», la sua espressione sbalordita era buffa e minacciosa allo stesso tempo, per fortuna aveva promesso che non si sarebbe arrabbiata...

«Tu vieni alla festa di Lumacorno con quel viscido, viziato e sfruttatore di Malfoy?!»

Annuii appena, cercando di farmi piccola piccola e di trovare un modo per scomparire.

«Sei impazzita per caso?»

Era quasi buffa con la scarpa in mano e il tacco puntato verso di me, anche se probabilmente voleva sembrare minacciosa

«No, senti l’ho invitato solo per cercare di levarmi di torno Mclaggen, va bene?», cercai di spiegarle.

«E non potevi scegliere qualcun altro?»

«Malfoy è cambiato, non è più quello di qualche anno fa. La guerra cambia le persone e lui è diverso!»

La vidi prendere un profondo respiro: «Hai ragione, sei grande e abbastanza intelligente da non farti fregare in nessun modo da nessuno, sono certa che se hai chiesto a Malfoy è perché ti fidi di lui e io rispetto la tua scelta, ma se ti fa soffrire gli spacco le ossa una ad una».

La sua comprensione mi lascio di stucco per qualche secondo, prima di abbracciarla stretta e ringraziarla.

«Ed ora dobbiamo finire di truccarci, ti farò diventare talmente bella che Malfoy questa sera avrà problemi a resistere ai suoi bassi istinti!», esclamò facendomi arrossire.

Avrei tanto voluto tornare indietro nel tempo, per impedirmi di invitare Malfoy a quella stupida festa!

Perché non avevo pensato di chiedere a Ron di accompagnarmi? Ci saremmo divertiti senza che la gente avesse avuto motivo di spettegolare, dato che tutta la scuola sembrava sapere che tra me e lui c'era solo amicizia, per fortuna.

Ed invece no! Mi ero lasciata prendere da chissà quale pazzia e... e...

In un lampo mi tornò in mente il bacio che mi aveva dato e una strana sensazione all’altezza dello stomaco mi fece sorridere e mi lasciai trascinare da Ginny, che mi fece sedere sul una poltroncina rossa che si trovava davanti ad uno specchio ovale con il bordo dorato.

Sapevo quello che avrebbe fatto; mi avrebbe trattato come una bambolina, truccandomi e acconciandomi i capelli come se non fossi capace di fare da sola e, se da una parte le sue attenzioni mi facevano piacere, dall’altro ero spaventata dal fatto che la mia mente non si dovesse concentrare su nulla e quindi fosse libera di costruire castelli in aria e chissà cos’altro. Avrei voluto poter smettere di pensare a quel bacio, ma era come un tatuaggio indelebile sulla pelle, potevo provare ad ignorarlo, ma ci sarebbe sempre stato.

Speravo soltanto che non mi desse buca quella sera, anche se qualcosa dentro di me continuava a dirmi che non l’avrebbe fatto.

 

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Ciao a tutti! :)

So che non vedete l’ora di leggere della festa da Lumacorno, ma dovete ancora aspettare un po’! xD

Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto!

Ringrazio tutte le persone che mi seguono, chi mi ha inserito tra le ricordare e tra le preferite! Muchas gracias! :)

Ma soprattutto grazie a chi ha commentato, dicendomi che ne pensa della mia storia, fa sempre piacere ricevere recensioni! :D

Al prossimo capitolo! Che spero di riuscire a postare Domenica, come regalo della Befana! Eh, sì, ammetto di avere un brufolo sul naso e di andare in giro a cavallo di una scopa! ;)

Un abbraccio a tutti!

Lazysoul

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Capitolo 8
*** 8 ***


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8.

 

Si sentiva la campana della torre di Hogwarts che suonava sette rintocchi.

Il corridoio della torre Grifondoro era silenzioso, la maggior parte degli studenti era andato a mangiare in Sala Grande, mentre i pochi fortunati invitati alla festa di Lumacorno erano già andati nelle stanze del professore a cenare.

Probabilmente in tutto il castello ero l’unica che non aveva ancora mangiato nulla.

Mi sentivo una cretina, anzi peggio.

La speranza di veder spuntare da un momento all’altro Malfoy stava svanendo a poco a poco e, dentro di me, il pensiero che mi avesse presa in giro si faceva largo e si espandeva come la peste.

I tacchi intanto cominciavano già a farmi dolere i piedi e l’abito, che mi stava a pennello, sembrava togliermi il respiro.

“E se non venisse?”

Mi morsi l’interno guancia, corrucciando la fronte.

Ero stata stupida a fidarmi in quel modo di lui, ma in quei giorni insieme mi era sempre sembrato così sincero che non avevo potuto fare a meno di credergli in ogni singolo istante.

Studiare con lui era rilassante, ma la parte che preferivo ogni pomeriggio era il momento in cui cominciavamo a chiacchierare sottovoce, in modo che Madame Pince non ci sentisse.

Chiusi gli occhi, ricordando il bacio di quel pomeriggio e chiedendomi perché mai me lo avesse dato.

Certo, quella sera probabilmente avremmo dovuto come minimo tenerci per mano per sembrare davvero una coppia, ma almeno poteva chiedermi il permesso, se volevo o meno quel bacio...

Inutile, per quanto cercassi di classificare quel bacio come insignificante e da dimenticare, la mia mente tornava sempre a quel breve istante in cui le sue labbra e le mie si era sfiorate; quel momento che mi era sembrato perfetto e che avrei voluto vivere per ancora qualche secondo.

«Granger?»

Al suono di quella voce aprii di scatto gli occhi, incontrando lo sguardo grigio-azzurro di Draco Malfoy, che mi stava fissando da pochi centimetri di distanza.

«Ciao», lo salutai, confusa come non mai su quello che il mio corpo e la mia mente mi suggerivano di fare; perché se il primo mi consigliava di baciarlo, l’altra ordinava di trattarlo con indifferenza.

«Andiamo?», mi chiese, porgendomi il braccio e sorridendomi, appena mi lasciai scortare da lui.

Osservai il suo abbigliamento, il suo completo scuro e il modo in cui risaltava rispetto al suo pallore e ai suoi capelli biondi.

«Ti vedrò mai vestito con colori diversi dal verde, il nero e l’argento?», gli chiesi, con l’intento di spezzare il silenzio che si era creato tra di noi.

«Può darsi...»

Arrossii quando i suoi occhi iniziarono a sondare con occhio critico il mio vestito, il mio trucco e la mia pettinatura.

Lo vidi socchiudere le labbra per dire qualcosa, ma poi le richiuse.

Distolsi lo sguardo, certa che si sentisse in imbarazzo quasi quanto me per la situazione, anche se dentro mi ossessionava il desiderio di sapere che cosa pensava del mio look così diverso dal solito.

Avevo tentato di dissuadere Ginny dal truccarmi troppo, ma alla fine non ero riuscita ad impormi abbastanza e mi aveva riempita di mascara e aveva reso i miei capelli boccolosi, legandoli in testa con la magia.

Arrivati davanti alla porta che conduceva alle stanze di Lumacorno deglutii a disagio, lanciando una fugace occhiata al mio “accompagnatore”.

Incontrare i suoi occhi riuscì in qualche modo a rilassarmi, mentre mi passava il braccio intorno alla vita e mi stringeva a sé.

«Sei pronta?», mi chiese, bloccandosi con una mano sulla maniglia della porta.

Io annuii, felice che il mio coraggio Grifondoro non mi avesse abbandonata.

Appena entrammo ebbi giusto il tempo di notare lo sguardo sconvolto di tutti gli invitati, tranne Ginny, prima che la cena iniziasse e Lumacorno invitasse tutti a sedersi a tavola.

Feci finta di niente, avvicinandomi ad un posto a sedere e, prima che potessi fare qualsiasi cosa, sentii Malfoy spostare la sedia per farmi accomodare.

“Che gentiluomo”, pensai sedendomi, vedendolo sorridere.

«Sono un Malfoy, Granger, ho imparato le regole del “bon ton” fin da quando ero in fasce quasi. Mio padre e mia madre mi hanno istruito bene».

Sussultai a quella parole, lanciandogli un’occhiata di fuoco: «Hai di nuovo...!»

«Sono felice che tutti siate potuti venire qui sta sera per partecipare a questa mia umile festicciola. Penso che vi conosciate tra di voi, quindi non mi dilungherò troppo a fare presentazioni inutili. Spero che la cena sia di vostro gradimento», disse Lumacorno schioccando le dita. In quell’istante i piatti vuoti si riempirono e al centro del tavolo comparvero portate su portate di cibo. Sembrava una riproduzione in piccolo dei tavoli della Sala Grande.

Alzai lo sguardo e notai che nel posto davanti a me, dall’altra parte del tavolo, era seduto un Harry parecchio sconvolto con gli occhi strabuzzati che continuavano a lanciare continue occhiate a me e a Malfoy vicini.

Sulla sua fronte sembrava quasi essere comparsa un grosso punto di domanda lampeggiante, non non fosse stato per il fatto che mi sentivo in colpa per non avergli detto nulla, probabilmente avrei cominciato a ridere.

«Perché Potter ha una faccia da pesce lesso? Non dirmi che non gli hai detto nulla...», mormorò Malfoy al mio orecchio, soffermandosi un po’ troppo ad accarezzarmi la pelle della guancia con le sue labbra.

Accidenti! Se faceva così però mi faceva perdere a concentrazione!

Mi chiesi se volesse una risposta e poi mi rimproverai per non aver seguito fino la fine il discorso di Lumacorno. E io sarei dovuta essere la strega più brillante di tutti i tempi?

«Buon appetito a tutti!» fu l’ultima parte del lungo sermone che riuscii a cogliere.

Afferrai esitante la forchetta mentre vedevo tutti gli altri fare lo stesso.

In pochi minuti la situazione tesa si era alleggerita, Harry non mi guardava più con il suo sguardo d’accusa, probabilmente Ginny, seduta al suo fianco lo aveva tranquillizzato, mentre McLaggen seduto dall’altro lato di Lumacorno rispetto ad Harry aveva concentrato la sua attenzione al cibo e al piatto di fronte a sé smettendo di guardarmi come se fossi stata una nuova scoperta scientifica.

Lumacorno cominciò subito a conversare gentilmente e con un luccichio negli occhi con qualche ragazzo seduto dall’altra parte del tavolo, mentre in generale un po’ tutti non la smettevano di chiacchierare tra i loro.

«Hermione, tesoro, mi passi il sale, per favore?»

Le parole di Malfoy, un po’ troppo alte rispetto al suo normale tono di voce fecero voltare quasi tutti verso di noi e io non potei evitare di arrossire mentre gli porgevo ciò che voleva.

«Grazie» sussurrò, ma dato il silenzio che era calato sulla tavolata tutti lo poterono sentire benissimo.

“A che gioco stai giocando, Malfoy?”

Pensai, vedendolo sorridere ammiccate.

“Al gioco del finto fidanzatino premuroso che non vede altri che la sua dolce e bellissima ragazza”.

Sentii chiaramente la sua voce nella mia mente e percepii il fastidio per il fatto che avesse di nuovo violato la privacy dei miei pensieri.

“Smettila”, lo rimproverai, assaggiando parte di ciò che avevo nel piatto.

“Non penso di avertelo ancora detto, ma questa sera sei davvero bellissima e quel vestito ti sta d’incanto”.

Udire quel mormorio nella mia mente mi fece arrossire e abbassare lo sguardo.

Non riuscivo a capire perché Malfoy si stesse impegnando così tanto, ma una cosa era certa: non mi ero mai sentita così esaltata per delle semplici parole in vita mia.

 

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Buona Epifania a tutti! :)

Come promesso sto aggiornando e finalmente siamo arrivati alla festa da Lumacorno che continuerà nel prossimo capitolo, tranquille! xD

Come sempre ringrazio tutte le persone che leggono, mi seguono, mi hanno inserito tra le preferite, ricordate e anche chi mi dice cosa pensa della mia storia con qualche recensione!  Siete stupende! *.*

Spero di ricevere qualche commento anche questa volta! ^^

Baci&Abracci!

Lazysoul

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Capitolo 9
*** 9 ***


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9.

 

«Hermione, perché non mi hai detto nulla?»

La voce di Harry sembrava piuttosto infervorata e confusa.

«Scusa, avrei voluto dirtelo, ma avevo paura di deluderti... in realtà tra me e Malfoy non c’è niente, anzi è stato molto gentile ad accompagnarmi per cercare di disilludere Mclaggen. Sai che quel ragazzo non lo sopporto proprio!»

Nascosti dietro alle tende che ornavano la piccola saletta da ballo in cui ci trovavamo, sembravamo due bambini che giocavano a nascondino.

«Avresti dovuto parlarmene», mi rimproverò.

«Lo so Harry! E mi dispiace tanto di non aver avuto il coraggio di venirti a parlare, solo temevo che non avresti capito...»

Abbassai lo sguardo, sperando che Lumacorno riuscisse a tenere occupato Malfoy ancora per un po’ con le sue chiacchiere inutili.

«Non c’è altro tra di voi?»

La domanda di Harry mi fece sbarrare occhi e bocca, sconvolta: «Certo che no! Insomma... diciamo che siamo amici» la smorfia sul volto del mio amico mi fece continuare: «Draco è cambiato molto, Harry, ti stupiresti anche tu se solo gli permettessi di...»

«Hermione!»

La comparsa improvvisa di Mclaggen mi fece sussultare e raggelare.

Accidenti! Mi aveva trovata!

«Mi concederesti un ballo?», chiese.

«Beh, ecco... io... non saprei, vedi...»

“Malfoy, salvami!”

Sperai che per una volta leggesse nella mia mente, quel furetto platinato.

Possibile che quando serviva lui non c’era mai?

«Mclaggen...», cominciò a dire Harry, forse nel vano tentativo di aiutarmi, quando alle spalle del mio ammiratore comparve il mio cavaliere, con un sorriso malizioso sulle labbra, ma il naso arricciato; qualcosa o qualcuno doveva avergli dato fastidio...

«Hermione, vieni a ballare?»

Il mio nome sulle sue labbra sembrava troppo dolce e melenso, di sicuro gli costava fatica fingere in quel modo.

«Scusa, Mclaggen», dissi, prima di superarlo e di accettare la mano tesa di Malfoy.

Quando alla fine riuscimmo ad allontanarci abbastanza dal mio amico e dal mio ammiratore, ritrovandoci al centro della pista da ballo, gli chiesi: «Dove cavolo eri finito?!»

«Lumacorno non mi lasciava più andare, quando ha scoperto che la mia è la famiglia più antica, nobile e pura di tutto il regno magico non la smetteva più di tempestarmi di domande...»

«Per fortuna sei venuto a salvarmi...»

«Già, ma la prossima volta che mi chiami furetto platinato te lo scordi, chiaro?»

Sorrisi, passando le mani intorno al suo collo e facendomi guidare dalle sue braccia per seguire il ritmo della musica: «Non ti sarai mica offeso...»

Anche se dentro di me ero stupita che avesse sentito anche il pensiero in cui lo chiamavo in quel modo mi sentivo stranamente felice e a mio agio, cosa incredibile da pensare tra le braccia di quel Serpeverde.

«Certo che sì, e se vuoi che io smetta di chiamarti con un insulto sarà meglio che incominci a fare lo stesso con me, chiaro, Mezzosangue?»

Gli lanciai uno sguardo infuocato, facendogli capire che non avevo apprezzato il modo in cui mi aveva apostrofata, prima di guardarmi intorno e notare che molte coppie ci stavano additando e fissando.

«Siamo al centro dell’attenzione...», dissi a disagio.

«Non ti preoccupare, tanto domani la nostra relazione sarà finita, no?», il suo tono pungente mi fece riflettere.

Volevo davvero che finisse? Quella settimana passata a conoscersi meglio e a fidarsi l’una dell’altro era stata stupenda, avevo scoperto lati di lui che non credevo esistessero ed ero certa che mi sarebbero mancati. Forse avrei potuto, anzi dovuto, dirglielo o almeno farglielo capire in qualche modo e invece rimasi zitta, impaurita dai miei stessi pensieri.

Appoggiai la fronte contro la sua spalla ed inspirai il suo odore, un misto tra Succo di Zucca e gelsomino.

Esitante spostai appena una mano per accarezzare i suoi capelli biondi che non erano più fissati dal gel come faceva gli anni precedenti ed erano proprio morbidi come me li ero immaginati.

Anche lui abbassò un po’ il volto, accarezzando con la sua guancia ispida a causa della barba in fase di crescita la mia tempia per poi scendere fino alla mascella. Lo sentii ispirare forte e poi baciarmi il collo.

Provai una strana sensazione difficilmente classificabile all’altezza dello stomaco e mi morsi forte l’interno guancia, confusa da tutte quelle nuove emozioni che il mio corpo non era abituato a provare.

«Che profumo è?», mormorò allontanandosi appena e facendo scontrare goffamente i nostri nasi.

In quel momento pensai che non sarebbe mai potuto esistere un istante più bello di quello.

«Me l’ha regalato mia mamma», riuscii a dire malgrado la gola secca: «È hai fiori di ciliegio e vaniglia»

Appoggiò la fronte contro la mia e chiuse gli occhi, inspirando ancora.

«Mi piace» ammise,accarezzandomi lentamente la schiena e allo stomaco sentii di nuovo quella fitta di piacere che, diversamente da prima, sembrò propagarsi ovunque: «Questa sera mi piace tutto di te»

L’orgoglio che riuscii a provare a quelle parole era insuperabile, non era una novità che lui odiasse i miei capelli senza forma o il mio abbigliamento poco femminile e tante altre piccole cose, eppure aveva detto che ero bellissima durante la cena e ora...

«Posso baciarti?», sussurrò talmente piano che faticai a sentirlo.

Lo vidi riaprire gli occhi e puntarli nei miei e se normalmente il suo sguardo grigio-azzurro era in grado di congelarmi in quel momento riuscì solo a farmi provare un’altra fitta ancora più forte allo stomaco e le gambe molli.

«Si», sussurrai e mi stupii che sia la mente sia il corpo fossero d’accordo in quel momento.

Sentii la sua bocca fresca e morbida appoggiarsi sulla mia, lentamente, lasciandomi pochi piccoli baci a fior di labbra prima di approfondire il contatto. Diversamente da quel pomeriggio però non gli impedii l’accesso e accolsi la sua lingua che cominciò a giocare con la mia.

Le fitte allo stomaco sembravano essersi spostate più in basso nel mio corpo fino a raggiungere il ventre.

Mugolai qualcosa, come una protesta, quando le sue labbra si allontanarono dalle mie e lo vidi sorridere, mentre io appoggiavo la fronte nell’incavo del suo collo, cullata dalle sue braccia intorno alla mia vita e dal suo odore.

Continuavo a ripetermi che mi aveva baciata e io l’avevo lasciato fare solo per disilludere completamente McLaggen, ma in una parte profonda del mio essere io sapevo che non era affatto per quello. 


**************************************************************************************

Hi everybody! :)

Eccomi con il capitolo! Che ve ne pare? A me piace, soprattutto quando ballano, sono troppo carini! *.*

Ringrazio tutte le persone che mi sguono, che mi hanno inserita tra le preferite e tra le ricordate e chi recensisce, il vostro sostegno è molto importante per me! Grazie! :)

Spero di ricevere anche questa volta qualche bel commento!

Secondo i miei calcoli dovrei riuscire ad aggiornare per venerdì massimo sabato! ^^

Un bacione!

Lazysoul

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Capitolo 10
*** 10 ***


Perdonami_10

10.

 

«Grazie per avermi riaccompagnata», dissi, la gola secca per l’imbarazzo e un nodo allo stomaco, mentre la mia mente cercava delle parole da dire per trattenerlo; non volevo che quella serata finisse...

«Non c’è di che» sussurrò prima di fissarmi e sorridere amaramente: «Allora, addio».

Le sue parole appena sussurrate mi fecero aprire di scatto la bocca.

Volevo fermarlo, costringerlo a rimanere se necessario, dirgli che non volevo che finisse tutto, volevo fare ancora i compiti con lui in Biblioteca, chiacchierare e sentire le sue battutine pungenti, volevo semplicemente che mi tenesse compagnia nei momenti di solitudine.

Volevo che lui ci fosse, per me.

Ma dalla mia bocca non uscì nessun suono, rimasi imbambolata a fissarlo a lungo, prima di vederlo sorridere appena, come se stesse trattenendo una risata.

Non riuscii a reagire nemmeno alla sua reazione e, solo quando lo vidi scoppiare in una sonora risata riuscii a chiudere di nuovo la bocca e a curvare le sopracciglia in modo interrogativo.

«Scusa Granger, ma avresti dovuto vedere la tua faccia! Sembravi un pesce lesso!»

La sua risata rimbombò nei corridoi per minuti interi, mentre io cercavo di decidere se fosse il caso di assecondarlo o di arrabbiarmi.

Non riuscii a trattenermi dal scegliere la seconda opzione: «Certo, Malfoy, continua pure a prendermi in giro, tanto io sono solo una sporca Mezzosangue!»

Le mie parole lo bloccarono all’istante e nei suoi occhi sembrò crescere ancora di più l’iralità: «Possibile che tu non sappia divertirti e capire quando qualcuno sta scherzando per far ridere e non per offendere?»

«Scusami, se pensavo che questo fosse un momento delicato e cercavo qualcosa da dirti...»

«Potevi parlarmi benissimo senza fare quella faccia da idiota!»

«Ecco, visto? Lo stai rifacendo!»

«Cosa?!»

«Mi stai insultando!»

Fissai a lungo il suo sguardo sconvolto: «Granger a volte mi chiedo davvero come tu faccia ad essere la strega più brillante della scuola»

Avrei potuto arrabbiarmi ancora e in effetti non vedevo l’ora di farlo, ma la mia mente si era bloccata sulla sua frase: avevo sentito male o aveva detto: “la strega più brillante della scuola”?

Rimasi a fissarlo prima di dire: «Lo pensi davvero?»

Capii dal suo sguardo che non aveva capito a cosa mi riferissi, così riformulai la domanda: «Pensi davvero che sia la strega più brillante di tutta la scuola?»

I suoi occhi argentati non lasciarono i miei per nemmeno un istante, mentre lo vedevo concentrato nell’intento di trovare una risposta.

Sperai che non mi mentisse e che dicesse semplicemente le cose come stavano, ero stanca delle bugie.

«Beh, diciamo che non ci sono altre secchione come te nella scuola, quindi è un po’ difficile non ritenerti intelligente e studiosa, non trovi? Per il fatto della strega più o meno, non sono ancora convinto al 100% che tu lo sia».

Incredibile come riuscisse a farmi illudere e poi a disilludermi nell’arco di due minuti scarsi.

«Buona notte», dissi, voltandomi, dato che la nostra conversazione mi aveva stancato a livello psicologico e per questo non volevo altro che andare a dormire.

Feci per allontanarmi, ma la sua mano afferrò il mio mantello scuro.

Tornai a guardarlo, trovandomelo più vicino di quanto fosse stato prima: «Buona notte, Hermione», mormorò ad un soffio dalle mie labbra, prima di appoggiarvici sopra un bacio lieve ed impalpabile che non impiegò molto a diventare profondo e coinvolgente.

Sentii chiaramente le mie guance imporporarmisi, mentre le mie gambe diventavano molli e il cuore iniziava a battere come un pazzo contro la mia cassa toracica.

Nelle orecchie potevo solo sentire il nitido bum bum nel petto e il suo respiro caldo mescolarsi con il mio.

Quando l’istante finì, lo sentii sussurrare contro le mie labbra: «Non ti hanno insegnato che si deve dare il bacio della buona notte prima di andare a dormire?»

Sorrisi a quelle parole: «Sì, ma di solito certi baci sono diversi da quello che mi hai appena dato»

«No, sei tu che sbagli, mi toccherà insegnarti la differenza un giorno...»

«Domani in biblioteca alla stessa ora?»

Questa volta fu il suo turno di sorridere, prima di premere ancora la sua bocca contro la mia: «Non mancherò»

Si allontanò con il sorriso stampato sulle labbra e, prima di svoltare l’angolo, lo vidi voltarsi verso di me e farmi l’occhiolino.

Entrando nella mia sala comune un pensiero improvviso mi fece bloccare: “Come cavolo mi era venuto in mente di dargli quell’appuntamento?”

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Hola!:)

Incredibile, siamo arrivati già al capitolo 10! *.*

Secondo i miei calcoli ci dovrebbero ancora essere circa sei capitoli, ma se riesco vorrei scriverne un po' di più perché mi dispiace finire questa storia, a cui mi sto affezionando troppo!  C:

Comunque che ve ne pare di questo capitolo? Mi raccomando RECENSITE! ^^

Grazie come al solito a tutti coloro che recensiscono, leggono, mi aggiungono tra i preferiti e ricordati! Siete fantastici! ;D

Il prossimo capitolo cerco di postarvelo per Domenica!

Un abbraccio!


Lazysoul

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Capitolo 11
*** 11 ***


Perdonami_11

11.

 

Non la smettevo di tamburellare le dita sul libro di Erbologia aperto davanti a me.

Ero nervosa come non lo ero mai stata in vita mia.

Continuavo a ripesare alla sera prima, a quel bacio e a quello che mi aveva detto Harry quella mattina.

Oltre al fatto che il suo interrogatorio mi aveva stressata e fatto sentire come una bambina di cinque anni che non sapeva badare a se stessa, non  avevo avuto il coraggio di dirgli che tra me e Malfoy non c’era una semplice amicizia e il bacio della sera prima poteva confermarlo.

Ma avevo paura che non capisse, anche perché faticavo io a dare un senso a tutto quello che mi stava succedendo, figurarsi lui.

Accavallai le gambe, muovendo il piede destro per il nervoso, mentre afferravo con convinzione il libro di Erbologia e lo avvicinavo al mio viso per poterlo leggere seriamente.

Dovevo smetterla di pensare alla mia vita, dovevo concentrarmi sui compiti, c’era tempo per decidere cosa stava succedendo tra me e Malfoy.

La biblioteca era più silenziosa del solito e io non facevo altro che controllare l’ora, minuto dopo minuto, sperando che Malfoy arrivasse presto.

Mi ero seduta al solito tavolo con ben venti minuti di anticipo, perché non riuscivo proprio a stare in camera mia con le mani in mano, ma non era stata una grandiosa idea.

Per i corridoi vedevo molti volti girarsi a fissarmi e sapevo perfettamente che il motivo era solo uno: la mia presunta relazione con Malfoy.

Sentii dei passi e non potei impedirmi di alzare il volto, incontrando lo sguardo di un ragazzino del secondo anno che, trafelato si stava dirigendo verso un tavolo dall’altra parte della biblioteca.

Falso allarme, pensai, tornando a fissare le parole scritte sul libro di Erbologia, senza riuscire a capirne davvero il significato.

Nei dieci minuti successivi mi ritrovai ad alzare lo sguardo ogni volta che sentivo qualcuno passare davanti o vicino al tavolo dove ero seduta, sentendomi un’idiota tutte le volte che incontravo sguardi sconosciuti, illudendomi invece di trovare dei familiari occhi grigio-azzurri.

Quando mi resi conto che era passata da parecchi minuti l’ora del nostro “appuntamento” cominciai a non alzare più lo sguardo e provai seriamente a concentrarmi sui miei compiti, ma ad ogni secondo che passava sentivo il fastidio e la rabbia aumentare.

Mi chiesi, ogni due righe che leggevo del libro, dove fosse finito, se gli fosse successo qualcosa, o se semplicemente se ne fosse dimenticato o avesse deciso di non voler più venire...

Appena sentii la sedia davanti alla mia spostarsi e qualcuno sedercisi sopra alzai lo sguardo, incontrando gli occhi grigi che avevano tormentato la mia mente fino a qualche minuto prima.

Avrei voluto urlargli contro qualcosa, ma, appena mi resi conto del suo aspetto sfinito e del livido che aveva sullo zigomo destro, mi bloccai con la bocca spalancata a fissarlo.

«Malfoy, cosa...?», incominciai a chiedergli, sporgendomi dal mio posto a sedere, nel vano tentativo di avvicinarmi a lui.

«Non è niente, Granger», disse u po’ troppo bruscamente, tirando fuori dalla sua borsa il libro di Incantesimi e una pergamena.

Cominciò a svolgere i suoi compiti come se quel livido che albergava sul suo viso e spiccava rispetto alla sua pelle chiara non diventasse ogni minuto sempre più violaceo, mentre io non riuscivo a dire niente, sconvolta dal suo comportamento e dal suo tono freddo e distante.

«Malfoy...», riuscii a sussurrare, allungando una mano e provando a stringere la sua, che si ritrasse all’istante.

I suoi occhi non mi erano mai sembrati così furiosi e schifati.

Mi fece male vederlo in quel modo e non riuscii a rimanere lì ancora.

In due minuti avevo raccolto i miei libri e me ne andai dalla Biblioteca, senza salutarlo, anche se continuavo a sperare che lui si alzasse e mi seguisse per spiegarmi tutto quello che era successo.

Ma lui non lo fece.

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Ok, spero di non venir cruciata per questo è che Malfoy è nervoso in questo capitolo per un motivo che scopriremo presto e si sa che quando qualcuno è incazzato per i fatti suoi spesso scarica la cattiveria anche su chi non c'entra nulla, quindi questa non è nemmeno una litigata perchè non si parlano è più che altro un'incomprensione tra i due...  xD cosa che comunque penso sia normale, dato che entrambi non capiscono ancora che tipo di rapporto li leghi...

Ringrazio di cuore tutte le persone che recensiscono e che lasciano degli stupendi commenti che mi stanno facendo montare  la testa a causa di tutti quei complimenti! Muchas gracias! :3

Il prossimo capitolo dovrei riuscire a postarlo Martedì pomeriggio, ma in caso non ci riuscissi aggiorno la storia Mercoledì! ;)

Mi raccomando RECENSITE!! ^^

A presto!

Bacioni!

Lazysoul


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Capitolo 12
*** 12 ***


Perdonami_12

12.

 

A cena Ginny non la smetteva di chiedermi come stavo, Harry mi lanciava occhiate strane e Ron non mi degnò di uno sguardo perché era convinto che Malfoy mi avesse fatto qualche incantesimo.

Il resto della tavolata dei Grifondoro invece si divideva tra quelli che mi guardavano con sospetto, quelli che proprio mi ignoravano, quelli che mi osservavano con una sorta di ribrezzo e quelli che sembravano sconvolti.

Per tutta la serata finsi di non notare le attenzioni o disattenzioni dei miei compagni di casa, mentre con uno sforzo enorme non  alzavo gli occhi verso la tavolata verde-argento.

Ero ancora arrabbiata con  Malfoy per il suo comportamento e anche per il fatto che non era ancora venuto a chiedermi scusa.

Continuavo a mangiucchiare quello che avevo nel piatto, pensando a come fosse difficile essere amica di Malfoy, anche se il bacio che mi aveva dato poteva far pensare ad un altro tipo di rapporto tra di noi, ma io non ero ancora sicura dei miei sentimenti per lui.

Alla fine della cena, mi alzai, per andare alla torre Grifondoro, dove avrei potuto stare un po’ tranquilla, seguita a ruota dai miei amici, tranne Ron che mi teneva ancora il broncio, e con Ginny a braccetto che continuava a parlarmi del Quidditch, dei professori e della gita a Hogsmade che aveva in programma con Harry.

Dopo un paio d’ore trascorse nella sala comune a leggere e a parlare con i miei amici, anche con Ron che finalmente aveva deciso di perdonarmi per aver invitato alla festa Malfoy, decisi che era ora di andare in camera.

Ero stanca morta, sia fisicamente sia mentalmente e non riuscivo a non pensare ogni due minuti a Malfoy, a quello che era successo quel pomeriggio e a come avrei voluto avere di nuovo una giratempo per impedirmi di andarmene in quel modo dalla biblioteca e di rimanere invece ad interrogarlo ancora su quello che era successo.

Era la seconda volta che lo vedevo arrivare in biblioteca con un livido, la prima volta aveva detto che aveva litigato con un suo amico e che lo aveva spedito in infermeria, ma in quel momento cominciavo a dubitare della sua sincerità.

Mi rintanai in camera, certa che Lavanda e Calì ci avrebbero impiegato ancora molto prima di venire a prepararsi anche loro per la notte, ma notai quasi subito la lettera che si trovava sul mio cuscino.

Rimasi a lungo a fissarla, sconvolta e con gli occhi sgranati, prima di avvicinarmi e di prenderla tra le mani.

La aprii in fretta, ansiosa di vedere cosa contenesse e ritrovandomi tra le mani una pergamena scritta con una calligrafia che avevo imparato a conoscere dopo aver passato pomeriggi interi a sbirciare sui fogli di Malfoy in Biblioteca.

 

Grager,

questo pomeriggio non ero propriamente in me, mi sono comportato da perfetto maleducato e vorrei chiederti scusa. Se riuscirai a perdonarmi una seconda volta ti aspetto nell’aula di Pozioni dopo le dieci, ho bisogno di parlarti.

Malfoy

 

Fissai la pergamena ancora per qualche secondo, insicura se essere sconvolta per il fatto che mi avesse chiesto scusa o per il modo gentile in cui lo aveva fatto.

Per un minuto buono presi in considerazione l’idea di non andare da lui nell’aula di Pozioni, certa che mi sarei solo messa nei casini, ma poi mi sentii stupida ad averci solo pensato.

Di sicuro non vedendomi avrebbe pensato che non lo avevo perdonato e poi ero curiosa di sentire cosa aveva di così urgente da dirmi.

Posai la pergamena in tasca e decisi di andare nei dormitori maschili a rubare per una notte il mantello dell’invisibilità ad Harry, che speravo non se ne accorgesse.

Quando sentii però la campana di Hogwards scoccare le dieci e mezza mi resi conto che dovevo sbrigarmi o avrei rischiato di non trovarlo ad aspettarmi.

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Hola everyone! (avevo voglia di mischiare spagnolo e inglese! xD)

Comunque che ve ne pare di questo capitolo? Hermione riuscirà a raggiungere Malfoy? Se sì, cosa accadrà?

Lo scoprirete nel prossimo capitolo, che se riesco posto Giovedì in caso estremo Venerdì! xD

Ringrazio di cuore come al solito tutte le persone che recensiscono, che mi seguono, che mi inseriscono tra le ricordate e tra le preferite! Siete stupende, grazie mille!! *.*

Volevo suggerirvi un paio di storie che ho scritto sempre sui nostri cari Draco ed Hermione: Questa non è una fiaba: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=848698&i=1 e L’ingiustizia degli autori: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1151510&i=1... ma queste sono solo due delle tante che ho scritto quindi, se vi annoiate e avete voglia di leggere qualcosa potete pure passare a dare un'occhiata alle altre mie storie! =)

Ok, dopo la mia auto pubblicità, vi saluto! ^^

Un bacio a tutti! 

Lazysoul

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Capitolo 13
*** 13 ***


Perdonami_13

13.

 

Evitare Gazza sarebbe potuta essere un’impresa impossibile, se nel baule di Harry non avessi trovato anche la Mappa del Malandrino.

Continuavo a lanciare occhiate ansiose nella parte della pergamena che indicava l’aula di Pozioni, notando come Malfoy continuava ad andare avanti ed indietro per la stanza.

Il fatto che mi avesse cercata lui mi faceva sentire strana, importante ed esaltata.

Pensavo che si fosse stancato della mia compagnia, invece dalla sua lettera si capiva che mi ero sbagliata.

Non riuscivo però a capire come questa cosa potesse farmi sentire in quel modo; follemente felice e pronta a perdonarlo ancora e ancora...

E se mi avesse voluto vedere solo per dirmi che non sarebbe più venuto in biblioteca a sedersi vicino a me?

Quel pensiero mi fece bloccare a metà della scalinata che portava ai sotterranei.

Mi morsi forte le labbra, prima di darmi un po’ di contegno e di tornare me stessa.

Dovevo prima raggiungerlo e poi avrei scoperto cosa voleva dirmi, non aveva senso fasciarsi la testa prima del tempo.

Osservai la mappa, notando come i passi di Gazza si stessero avvicinando pericolosamente alla scalinata dove mi trovavo, così cominciai a muovermi più in fretta perché, anche se avevo il mantello dell’invisibilità a proteggermi, mi sentivo comunque esposta e logicamente in colpa.

Non era come gli anni precedenti, quando infrangevo le regole con Ron ed Harry per salvare il mondo magico, ma stavo rischiando di finire in punizione solo per andare da un ragazzo.

Arrossi pensando a come potesse essere fraintesa la situazione.

Quando mi ritrovai davanti la porta dell’aula di Pozioni mi bloccai, con la mano a due millimetri dalla maniglia.

Chiusi gli occhi e respirai a fondo, chiedendomi come fosse possibile che uno stupido furetto mi facesse provare tutti quei sentimenti contrastanti: rabbia, fiducia, fastidio, divertimento, odio...

Stavo per aprire, quando la maniglia scese da sola e spuntò oltre la soglia Malfoy che, uscendo, mi finì addosso, facendo cadere entrambi a terra.

«Ma cosa...?», lo sentii dire, mentre lo spostavo e con lui mi scivolava di dosso anche il mantello dell’invisibilità, che mi aveva tenuta nascosta fino a quel momento.

Rimanemmo qualche istante a fissarci, uno più sconvolto dell’altra, prima di sentire dei passi avvicinarsi.

Lanciai un’occhiata alla mappa, notando che stava venendo verso di noi proprio Gaza con la sua gatta alle calcagna.

«È Gazza!», esclamai, sollevandomi in piedi, raccogliendo la mappa e il mantello  spingendo Malfoy nell’aula.

Una volta dentro coprii entrambi con il mantello, senza pensarci, ritrovandomi troppo vicina a lui e con le sue labbra sulle mie.

Ansimai appena, cercando di allontanarmi, ma lui non me lo permise e mi strinse di più a sé.

Gli unici rumori che ero in grado di sentire erano i passi di Gazza che si allontanava lungo il corridoio e il mio cuore e il mio respiro impazzito, mentre le mani di Malfoy mi tenevano contro il suo petto.

Appoggiai esitante la guancia contro il suo petto e mi stupii di sentire il suo cuore.

Impazzito, quasi quanto il mio.

Sorrisi a quel pensiero, lasciandomi cullare dalle sue braccia.

«Sei venuta», sussurrò contro i miei capelli, facendomi sentire fragile e protetta.

Inorridii, rendendomi conto di come mi stessi facendo influenzare da lui e di come mi facesse sentire bene.

Lo allontanai, facendo cadere il mantello a terra e notando grazie alla poca luce che illuminava la stanza i suoi occhi belli e chiari nei miei.

«Pensavi che non sarei venuta?», gli chiesi, ripiegando la mappa e posandola nella mia tasca.

«Si», ammise, distogliendo lo sguardo e scuotendo la testa imbarazzato: «Mi dispiace per quello che è successo in biblioteca. Ho litigato con dei compagni di casa ed ero ancora nervoso quando mi sono seduto davanti a te, so di essere stato antipatico e scontroso».

«Perché hai litigato con i tuoi amici?», domandai, curiosa come al solito.

«Io...», mi guardò a lungo, quasi stesse soppesando l’idea di dirmi o meno la verità: «Alcuni del miei compagni sono convinti che sarei dovuto finire ad Azkaban con  mio padre,  ma grazie alla testimonianza di Potter non mi è successo niente e mio padre ha dovute semplicemente pagare con parte del  nostro patrimonio e ora ce la sta mettendo tutta per tornare ad essere rispettato da tutti. E i miei compagni pensano che questo sia ingiusto per loro che hanno dovuto sopportare l’imprigionamento di uno o di entrambi i genitori», alzò lo sguardo su di me, gli occhi colmi da quello che sembrava timore: «Quindi se la prendono con me ogni tanto e quando le parole non bastano passano alle mani».

Lo fissai a lungo, intenta a formulare una frase di senso compiuto, sconvolta dalla sua rivelazione e rendendomi conto che lui non era più il ragazzo di qualche mese prima, quello strafottente e pieno di sé. Era davvero cambiato...

«Non voglio però che tu pensi che io sia uno ragazzino che non si sa difendere da qualche rompiscatole, il fatto è che fino a quando siamo uno contro uno, me la posso ancora cavare, ma quando mi attaccano in tre contemporaneamente diventa difficile allontanarli senza riscontrare qualche ferita o livido».

I miei occhi si concentrarono sul suo livido e feci una smorfia.

Mi dava fastidio il pensiero che qualcuno potesse avergli fatto del male.

“Povero il mio furetto...”

«Mi dispiace» gli dissi, mentre una parte della mia mente inorridiva al mio pensiero; non l’avevo mai considerato “mio” ed era meglio non iniziare in quel momento.

«Non voglio la tua compassione o la tua pietà, voglio semplicemente continuare a studiare con te e a chiacchierare... in quei momenti mi sento migliore di come sono. Insomma, so di essere antipatico, egoista e viziato, ma con te, Granger, è tutto così diverso...»

Il suo sguardo fisso che mi scrutava mi fece sussultare.

Stava succedendo, non era una mia impressione o chissà che cosa: mi stavo affezionando a lui, eppure l’idea cominciava a non dispiacermi, soprattutto per il fatto che sembrava che a lui stesse succedendo lo stesso.

Sorrisi e stavo per rispondergli, quando udii degli altri passi avvicinarsi all’aula e con frenesia raccolsi il mantello da terra buttandolo su entrambi e stringendomi a lui.

Questa volta non ci baciammo ma lo stare così vicini mi sembrò comunque qualcosa di tremendamente intimo, soprattutto il pensiero che nessuno ci potesse vedere.

Due istanti dopo entrò nell’aula un trafelato Lumacorno che, con addosso una strana e imbarazzante camicia da notte, prese, spegnendo le candele accese, qualcosa da un mobiletto e un volume che, solitario, si trovava sulla sua cattedra.

Il minuto dopo era di nuovo uscito in corridoio e lo si poteva sentire chiaramente allontanarsi.

Tirai un sospiro di sollievo e alzai lo sguardo verso Malfoy, che mi superava di una spanna.

Non lo potevo vedere a causa del buio, ma ero certa che mi stesse guardando anche lui.

L’aria si era fatta pesante e cominciai a sentire piccoli brividi ovunque sul corpo.

«Granger?», mi chiamò, facendomi sussultare, non mi aspettavo che spezzasse il silenzio così presto.

«Mmh?»

«Posso provare una cosa?», sembrava tanto una domanda retorica, quasi non si aspettasse una risposta e, infatti, non mi diede tempo di muovere muscolo, che le sue labbra erano per la seconda volta in quella giornata sulle mie.

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Fine capitolo! Ahaha! Quanto sono sadica! xD

Allora? Che ve ne pare?
Voglio tante belle recensioni, mi raccomando!
Ringrazio tutte le persone che mi seguono, che commentano e che mi inseriscono tra le preferite e le ricordate! XieXie! (questa volta vi ringrazio in cinese! xD)
Il prossimo capitolo l'ho già scritto quindi dovrei riuscire a postarlo per Sabato o Domenica, ma dopo non ho più nulla di scritto e mi aspetto qualche suggerimento, ovviamente ho già un'idea mia, ma se volete contribuire potete lasciarmi una recensione e dirmi che tipo di finale vorreste! ;D
Voglio fare un po' di pubblicità a due mie storie originali, due one-shot quindi non sono neanche tanto lunghe, che se andate a leggere mi fareste un piacere!
Questa è una fantasy romantica: The wish to be seen: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=969707&i=1
Questa invece è una storica romantica: Lost memories: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1127882&i=1
Un abbraccio a tutti! ^^

Lazysoul

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Capitolo 14
*** 14 ***


Perdonami_14

14.

 

«Hermione, stai bene?»

Era la ventesima volta che Ginny me lo chiedeva e io, come da copione risposi con un veloce e poco credibile: «Certo!»

Ma il mio tono troppo acuto mi smascherava subito e lei sapeva che io sapevo che lei aveva capito che non andava affatto tutto bene.

La sentii sospirare e levarmi di mano il mio libro di Pozioni, dietro il quale stavo provando a nascondermi da più di venti minuti, lanciandomi un’occhiata stizzita.

A quanto pare si era stancata di darmi corda.

«Adesso ti ordino di dirmi cosa è successo» dissi con un tono di voce molto simile a quello della Signora Weasley, ogni giorno che passava assomigliava sempre di più a sua madre...

«Allora?!», chiese impaziente, facendomi arrossire.

«I-io...», iniziai, spostando una ciocca informe di capelli dietro all’orecchio e guardandomi intorno alla ricerca di una scappatoia per dire qualsiasi cosa, tranne...

«Non ci provare! Riconosco quello sguardo è quello che hai quando cerchi in tutti i modi di nascondermi qualcosa!»

Accidenti, beccata!

Mi morsi forte il labbro e sopirai: «E va bene, te lo dico, ma tu non devi dire nulla a nessuno, ok?»

La vidi annuire, ma non ero ancora convinta: «Promettimi che non ne farai parola con nessuno»

«Promesso!»

E adesso da cosa dovevo partire per raccontarle bene tutto?

Dalla semi litigata con Malfoy? Dalla lettera? Dal fatto che avessi rubato al suo ragazzo il Mantello dell’Invisibilità e la Mappa del Malandrino per raggiungere Malfoy nell’aula di Pozioni?

«Dunque, ieri pomeriggio ho litigato con Malfoy e la sera ho trovato una sua lettera sul letto in cui mi chiedeva di vederci nell’aula di Pozioni».

Come inizio non era male, Ginny sembrava leggermente sconvolta e mi stava fissando con un’espressione facilmente comparabile ad una gazza ladra con gli occhi luccicanti, sembrava  sul punto di saltellare per la felicità, cosa preoccupante.

«Allora ho rubato ad Harry il Mantello dell’Invisibilità e la Mappa del Malandrino e sono andata nell’aula di Pozioni, poi è successo un casino stavano per scoprirci Gazza e poi Lumacorno, ma ho nascosto entrambi sotto il Mantello e non è successo nulla. Poi mi ha spiegato perché quel pomeriggio era tanto scontroso e ha detto qualcosa sul provare una cosa e...»

Mi bloccai fissando un punto indefinito del muro davanti a me, persa nei miei ricordi.

Quel bacio era stato così bello, così...

«E...?»

«E siamo arrivati ad un passo dal... beh, ecco... hai capito no?»

Mi imbarazzava quella situazione, anche se stavo parlando con la mia migliore amica.

«Non ci credo! E perché non l’avete fatto?», la sua voce mi sembrava troppo squillante e le tappai con la mano la bocca, facendole segno di abbassare il tono.

«Ho paura, Ginny. Non so più cosa mi sta succedendo! Tutte le volte mi sento meno padrona di me stessa quando c’è lui, mi sembra di volare, Ginny, è come se con un semplice sguardo fosse in grado di portarmi su un’altra dimensione. E non capisco se essere felice o no, perché... Ginny, è Malfoy! Io non dovrei neanche essere sua amica, figurarsi essere la sua ragazza!»

Dire quella parole fu come liberarsi di un peso enorme che non mi ero resa conto di portarmi dietro, anche se continuavo a provare una dolorosa fitta al petto al ricordo delle sue mani e delle sue parole.

Era così perfetto quel momento e io avevo rovinato tutto come mio solito!

Merlino, ero stata così stupida!

«Hermione, calmati. Capisco che dentro di te ci siano molti sentimenti contrastanti, ma devi provare a capire quale è il più forte. Lo ami?»

Lo amavo? Ero certa che fosse troppo presto per parlare di amore, ma mi piaceva il modo in cui mi faceva stare, mi piaceva il suo sorriso, mi piaceva quando senza rendersene conto parlava di cose per lui importanti, mi piaceva anche quando mi teneva testa mentre litigavamo, adoravo i suoi occhi e le calde emozioni che mi provocano le sue mani, ma quello poteva definirsi amore?

«Non lo so, è presto, Ginny»

La vidi scuotere con forza la testa e guardarmi con rimprovero: «Non è mai troppo tardi o troppo presto per innamorarsi, ricordatelo».

Mi abbracciò stretto, cullandomi appena, prima di alzarsi e portarmi su con sé.

«E ora vai dove ti ordina il cuore, so che è difficile per una ragazza razionale come te, ma prova a non ascoltare il tuo cervello».

Annuii, anche se poco convinta e uscii dalla Sala Comune, senza sapere dove i miei piedi mi avrebbero portato.

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E anche questo capitolo è finito! :D

Allora? Che ve ne pare? Cosa farà Hermione? Andrà dritta dal nostro caro Draco o no?

Sinceramente non so ancora neanche io... xD

Mi raccomando, scrivetemi cosa ne pensate e se volete sono aperta a qualsiasi suggerimento! ;)

Ringrazio di cuore come al solito tutte le persone che mi seguono e che recensiscono, quelle che mi hanno inserito tra le preferite e le ricordate, ma anche mi legge in silenzio! ^^

Il prossimo capitolo non so ancora quando riuscirò a postarlo, ma spero il più presto possibile, magari Lunedì se trovo l'ispirazione di scriverlo in questi giorni! :3

A presto!

Baci&Abbracci! C:

Lazysoul

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Capitolo 15
*** 15 ***


Perdonami_15

15.

 

Draco Malfoy pov.

 

Ero sicuro che fosse un sogno.

Certo, sembrava rispecchiare qualcosa di realmente accaduto, ma era pur sempre un sogno.

Potevo sentire il fantasma di quel magnifico profumo di vaniglia avvolgermi e dominarmi interamente, sembrava di essere di nuovo nell’Aula di Pozioni, sotto quello strano mantello che, a quanto pareva, impediva di vedere agli altri cosa ci fosse sotto.

La mia mano destra era prigioniera in una chioma di capelli ricci, ribelli e crespi, mentre la sinistra stringeva un fianco morbido.

Ansimai come un ragazzino alla prima cotta, sentendo il suo respiro mescolarsi al mio e una sua mano accarezzarmi la nuca.

«Pro...vare... c-cosa?» la sentii mormorare tra un bacio e l’altro, mentre la spingevo ad indietreggiare contro il muro.

Inutile mentire a sé stessi, la volevo, volevo baciarla tutta la notte, volevo perdermi nei suoi occhi, possederla e sentirla mia, mia e solo mia!

Le baciai il collo, sentendo più forte che mai il suo sapore di vaniglia e le mordicchiai appena la spalla oltre la camicetta sentendo la voglia che avevo di lei aumentare.

Era strano, anzi era davvero sconvolgente il rapporto che si era instaurato tra di noi, mi era sembrato di vivere su una nuvola per tutto quel tempo; era facile studiare con lei, facile osservarla mentre sfogliava i libri di scuola, facile chiacchierare, facile conoscersi...

Non sapevo più cosa pensare, cosa mi stava succedendo e cosa mi stesse facendo.

Perché ero certo che Hermione Granger mi avesse reso vittima di un qualche incantesimo, non c’era altra spiegazione se non quella per spiegare come mi sentivo in quel momento.

Con un movimento veloce ed impaziente tolsi da sopra le nostre teste il mantello strano, lasciando che scivolasse a terra ai nostri piedi, feci attenzione a non inciamparci sopra e mossi ancora un paio di passi verso di lei.

Quando la sentii sussultare mi resi conto che doveva aver raggiunto con la schiena il muro.

“Sei in trappola”, pensai con una punta di malizia, insinuando una mano sotto la sua camicetta e il golfino, accarezzandole la schiena bollente.

«Mal...foy», ansimò e io mi fermai, tornando a guardarla.

Con tutto il buio che ci circondava era un po’ difficile riuscire a scorgere qualcosa di definito, ma appoggiando una mano sulla sua guancia potei sentire quanto fosse calda e potei immaginarmi la sua espressione, un misto tra lo sconvolto, l’eccitato e lo spaventato, gli occhi lucidi per l’emozione, il viso arrossato e la labbra gonfie per tutti i baci che ci eravamo dati.

Solo pensare al suo viso in quel modo fece aumentare ancora di più il desiderio che provavo in quel momento per lei.

Aspettai per qualche secondo, ma non la sentii dire nulla, così alla fine decisi che sbirciare nella sua mente un istante non le avrebbe dato troppo fastidio.

“Cosa mi sta succedendo... devo fermarlo, dirgli di smetterla, sì, ecco, dillo!”

Salii con la mano lungo la sua schiena, sentendo quanto la sua pelle fosse morbida e delicata.

“Accidenti! Perché non riesco a parlare? Mi ha fatto un incantesimo? Forse me ne ha lanciato uno non verbale e io non me ne sono nemmeno accorta...”

Con l’altra mano riuscii a districarmi dalla giungla composta dai suoi capelli che riuscivano in qualche modo a farmi impazzire, mentre la spostavo in basso e le sollevavo con lentezza calcolata il maglioncino che aveva addosso.

Se voleva fermarmi ne aveva tutto il tempo dato che mi sembrava di muovermi fin troppo a rallenty.

“Che cavolo sta facendo!?”, la sentii urlare nella sua testa, eppure non fece nulla per impedirmelo.

Lanciai a terra il suo golfino, tornando a baciare le sue labbra, gonfie e terribilmente buone.

Non avevo mai pensato che la vaniglia fosse così buona.

Sentii i suo pensieri diventare sempre più confusi e appannati, mentre portavo entrambe le mani ai bottoni della sua camicetta e cominciavo una lenta tortura per entrambi, quando in realtà avrei voluto semplicemente strapparle di dosso quell’inutile strato di stoffa.

“Basta, basta, basta... ma mi vuole uccidere?”

Ghignai a quel suo pensiero e con un gesto brusco feci saltare i restanti bottoni della sua camicetta che tintinnarono quando raggiunsero terra.

“Scusa”, sussurrai nella sua mente, mentre le sfilavo l’indumento e cominciavo a baciarle la clavicola.

“Era la mia preferita, ma posso sempre aggiustarla con la magia, non è un problema”

Adoravo il modo in cui cercava di mantenere un minimo di contegno, provando a non lasciarsi andare troppo. Mi piaceva perché ero certo che presto non ce l’avrebbe più fatta e che sarebbe capitolata.

E a quel punto sarebbe stata mia.

Mia...

Merlino, quanto mi piaceva quella parola!

Avrei potuto ripeterla all’infinito: “Mia, mia, mia, mia, mia, mia, mia, mia, mia, mia...”

Non mi ero mai sentito in quel modo con una ragazza e, anche se la Granger si poteva ormai definire una donna, tutto quello che provavo con lei mi sembrava nuovo e tremendamente eccitante.

La schiacciai ancora di più contro il muro, commettendo un errore madornale.

Sentii come un allarme nella sua testa e il suo corpo irrigidirsi.

“Non posso, non posso, non posso.... è troppo presto! Io non... e se poi mi abbandonasse come una qualsiasi? No, no, no... non lo conosco abbastanza... anzi lo conosco fin troppo bene e so com’era, non voglio che torni lo stesso ragazzo che mi ha insultata per anni! Non potrei sopportarlo... non ce la farei... non posso... è troppo presto!”

Mi svegliai di soprassalto da quel sogno, notando un perplesso Nott fissarmi, mentre un indifferente Zabini stava cercando qualcosa nel suo baule.

Mi passai una mano sul volto assonnato, cercando di rimuover il sogno, bastava il ricordo della sua fuga a gambe levate, neanche fossi stato un mostro a cinque teste, realmente avvenuta per tormentarmi, non avevo bisogno di aumentare il dolore aggiungendo i sogni.

«Tutto bene, Malfoy?», chiese Nott: «Sono le nove e di solito durante il week end ti svegli a mezzogiorno... continuavi a rigirarti nel letto. Hai fatto un brutto sogno?»

Nott e Zabini erano due dei pochi che ostentavano una qualche amicizia nei miei confronti e per questo ero loro grato, soprattutto perché in caso di rissa con altri membri della casa loro erano con me.

Sentii Zabini ridacchiare con uno sguardo furbo in volto: «Sai di parlare nel sonno, vero, Malfoy?»

Mi raggelai all’istante.

Cavolo! Chissà cos’avevano sentito!

E ora come potevo fare? Dovevo trovare un modo per...

«Io non capisco cosa ci trovi in quella, insomma è una seccentina con i capelli meno curati di tutta la scuola, ha degli amici pessimi, è una Grifondoro e in più il terzo anno ti ha tirato un pugno. Ti ha fatto per caso il lavaggio del cervello?»

Le parole di Blaise non furono molto confortanti, a quanto pare dovevo trovare un modo per stare zitto la notte...

«Zabini, non dovevi andare a scoparti la Brown oggi?», chiese Nott, facendomi spalancare gli occhi dalla sorpresa.

Blaise uscì dal dormitorio con un espressione terribilmente tetra in viso mentre borbottava qualche insulto.

«Non ascoltare Zabini, Malfoy, sai perfettamente che adora vederti in difficoltà e magari furioso. Tu vedi di non dargli corda...»

Annuii, alzandomi dal letto: «Davvero parlo nel sonno?»

Nott annuì.

«E cos’ho detto?»

«Non mi ricordo le parole precise, ma sono certo che nel sogno ti stessi per fare la Granger», ammise facendomi sentire in imbarazzo.

«Ah...»

Non riuscii a dire altro, ancora sconvolto da quella notizia bomba.

«Ma non parli sempre, solo quando c’è qualcosa che ti turba particolarmente...»

Mi vestii provando a non pensare alle sue parole, mentre ancora sentivo la sensazione di abbandono provata quando la Granger mi aveva lasciato solo, in quell’aula.

«Secondo me dovresti andare da lei e parlarle», suggerì Nott, prendendo la sua borsa e mettendosela a tracolla: «Io vado a studiare in Biblioteca, provo a convincere Zabini a lasciarti la camera libera tutto il giorno, vedi di prendere al volo l’occasione, prima però se fossi in te andrei a cercare la Granger o le lascerei un biglietto».

Io annuii appena,  in effetti in camera avremmo potuto chiarire senza essere disturbati...

«Nott?», aspettai che si voltasse verso di me, prima di continuare: «Potresti farmi un favore?»

Lo vidi annuire.

Presi un foglio di pergamena e ci scrissi sopra poche parole veloci.

«Se la vedi glielo potresti dare?»

Appena uscì dalla camera capii che quella sarebbe stata una lunghissima mattinata...

**************************************************************************************

Tadaaaann! xD

Allora? Che ve ne pare? Vi è piaciuto il capitolo? ;D

Spero tanto di si, dato che ho sudato più di sette camicie per scriverlo! xD 

Nott riuscirà a trovare Hermione? E lei raggiungerà o no Malfoy nella tana delle Serpi? ^^ 

Lo scoprirete nel prossimo capitolo! C;

Vorrei ringraziare tutte le persone che continuano a seguirmi, recensire, inserirmi tra le ricordate e tra le seguite, siete tutti/e fantastici/che! Grazie mille!!! <3 <3

Spero di riuscire a postare presto il prossimo capitolo... anche se devo ancora scriverlo e non ho la più pallida idea di come iniziarlo... >.<

Mi raccomando RECENSITE!! *.*

Un abbraccio!

Lazysoul

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Capitolo 16
*** 16 ***


Perdonami_16

16.

 

“E ora vai dove ti ordina il cuore, so che è difficile per una ragazza razionale come te, ma prova a non ascoltare il tuo cervello...”

Certo, era facile parlare per lei! Io invece non riuscivo a capire dove dovevo andare, perché dentro di me non c’era nessuna strana vocina da seguire!

Sapevo soltanto che avrei tanto voluto incontrare Malfoy per parlare, ma poi non avrei saputo cosa dirgli!

Stavo passeggiando per i corridoi della scuola nel vano tentativo di trovare qualcosa o qualcuno che potesse suggerirmi cosa fare, quando mi ritrovai davanti alla Biblioteca.

Rimasi a lungo a fissarne la porta, chiedendomi se fosse stato davvero il mio cuore a portarmi lì, o semplicemente la mia mente che voleva tenermi occupata con un po’ di libri da leggere.

Forse si erano messe d’accordo...

Sospirai, inutile mentire a sé stessi, sapevo che mi trovavo lì davanti con l’unica speranza di trovarci all’interno, seduto ad un tavolo, un certo furetto ossigenato.

Pensai di nuovo alle parole di Ginny e mi chiesi se le avessi interpretata in modo corretto.

«Ciao, Hermione», mi salutò Luna, superandomi ed entrando in Biblioteca.

Osservai la sua chioma bionda scomparire e decisi di prendere il coraggio a due mani e di entrare, dovevo vedere se Malfoy era lì o no, dovevo...

Aprii le porte con un po’ troppa forza, tanto che alcuni studenti si voltarono a fissarmi con uno sguardo confuso. Arrossi per il mio gesto e mi fiondai verso un tavolo vuoto, nel vano tentativo di non dare troppo nell’occhio.

Non avevo libri con me, non avevo voglia di alzarmi a prenderne, quindi rimasi per alcuni istanti ferma a fissarmi le mani, prima che la sedia davanti alla mia si spostasse e si sedesse un annoiato Theodore Nott.

Rimanemmo a lungo a fissarci, io con uno sguardo confuso lui con gli occhi che luccicavano furbescamente, mi sembrava di vedere Ginny davanti ad un nuovo pettegolezzo o ad un vestito costoso.

«Granger», salutò lui, facendo un breve gesto con il capo.

«Nott», ricambiai, mentre sotto il tavolo continuavo a torturare con le dita la mia gonna.

Avvicinò il capo per dirmi qualcosa, quando sentii una voce accanto a noi e la sedia spostarsi per far sedere un sorridente Zabini.

«Buongiorno Granger», salutò il nuovo arrivato, beccandosi un’occhiata di rimprovero dall’altro Serpeverde.

Cominciavo a chiedermi il motivo del loro accerchiamento, quando Nott avvicinò di nuovo il volto al mio.

«Granger, sono qui per...», iniziò a dire, venendo però interrotto dall’altro: «Che incantesimo hai usato su Malfoy?»

«Incantesimo?»

Cominciavo a non capirci più nulla...

Nott sospirò infastidito: «Zabini, taci! Malfoy mi ha detto di darti questo».

Mi ritrovai tra le mani un foglio di pergamena con sopra scritte poche parole:

 

Hermione,

non so cosa ti ha fatto fuggire da me ieri sera, sinceramente ero convinto che fosse un momento magico per entrambi, a quanto pare mi sbagliavo e per questo ti chiedo scusa. Vorrei, se possibile, parlarti. Verresti nella tana delle serpi, ora che non c’è nessuno, per chiarire?

Draco Malfoy

P.S. Fatti accompagnare da Nott

 

Appena alzai il volto notai come il collo di Zabini fosse leggermente troppo proteso verso la lettera di Draco e mi chiesi se fosse riuscito a leggere tutto, mentre Nott mi fissava, quasi in attesa di un verdetto.

Ci fu un momento di imbarazzante silenzio, prima che lo rompessi dicendo: «Dice che mi devi accompagnare da lui», informai il ragazzo davanti a me, che sembrò piuttosto stupito, ma non protestò e si alzò.

«Facciamo in fretta che io ho dei compiti da fare!»

Lo seguii fuori dalla Biblioteca, sentendomi strana e chiedendomi cosa avrebbero potuto pensare gli studenti vedendo la nostra strana comitiva.

Zabini era subito dietro di me e continuava a guardarmi in modo strano.

Arrivate nei sotterrai lo sentii tirarmi per una manica del mantello, facendomi voltare appena verso di lui: «A me puoi dirlo che incantesimo gli hai lanciato, giuro che non dico nulla a nessuno».

Il suo volto, mezzo ammiccante e curioso mi fece sorridere: «Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo», ammisi, chiedendomi se fosse impazzito o se si comportasse così normalmente...

«Io penso che...»

«Zabini!», lo richiamò Nott, fermandosi e lanciandogli uno sguardo ammonitore: «la smetti di dire stupidaggini?»

L’amico iniziò a ridere come un pazzo, prima di tornare serio e di fare un saluto militare: «Sissignore!»

Vidi Nott alzare gli occhi al cielo e borbottare qualcosa, prima di bloccarsi davanti ad una parete e sussurrare qualcosa: «Eccoci arrivati, quella di Draco è la settima porta sulla sinistra», mi informò.

«Grazie».

Li salutai e mi allontanai.

Prima di scomparire però li vidi lanciarsi uno sguardo pieno di malizia che mi fece arrossire.

Come ci si sente ad entrare nel covo del nemico?

Strani.

Sì, strana è la parola adatta...

Seguii le indicazioni di Nott e due minuti dopo mi ritrovavo a bussare ad una porta di ebano scuro uguale a tutte le altre del dormitorio.

Dieci secondi dopo mi venne ad aprire Malfoy, sorridente: «Ciao»

«Ciao»

«Entra», mi invitò, scostandosi dall’ingresso.

Quando sentii la porta chiudersi a chiave alle mie spalle non potei impedirmi di pensare a quello che era successo la sera prima e di arrossire.

«Dobbiamo parlare», iniziai, sedendomi sul bordo di un letto e guardandolo dritto negli occhi.

«Certo», lo vidi annuire e inginocchiarsi ai miei piedi: «Dimmi cos’ho sbagliato ieri sera e io cercherò di... rimediare, in un modo o nell’altro».

«Io... non so cos’hai sbagliato, sinceramente, credo che sia troppo presto per... hai capito no?»

Lo vidi annuire e mi sentii una cretina; non sapevo nemmeno esprimermi con frasi di senso compiuto. Che vergogna!

Mi sentii arrossire, mentre rimanevo a fissare i suoi bellissimi occhi grigio-azzurri.

«Tranquilla, non farò nulla che tu non voglia», sussurrò, prendendomi una mano e accarezzandomi il dorso.

«Bene», annuii, prima di sorridere: «Quindi possiamo continuare a... “frequentarci”?»

«Certo! Che ne dici di venire ad Hogsmade con me la prossima settimana?», mi propose, facendomi arrossire.

Quello era un... “appuntamento”?!

«Va bene».

Lo vidi sporgersi verso di me e baciarmi appena le labbra e sorrisi.

La vita non poteva andare meglio di così.

**************************************************************************************

Eccoci arrivati anche alla fine di questo capitolo, che credo ormai essere il penultimo! :)

Che tristezza, manca solo più l' epilogo e poi mi toccherà considerare questa Dramione conclusa! >.<

Vi ringrazio come al solito per sostenermi in mille modi diversi, chi recensendo, chi semplicemente seguendomi in silenzio ed inserendomi tra le preferite e le ricordate, grazie! ;D

Se avete qualche suggerimento sono aperta a consigli e quant'altro! xD

Mi raccomando, RECENSITE!!! =)

Un abbraccio a tutti! C:

Lazysoul

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Capitolo 17
*** Epilogo ***


Perdonami_Epilogo

Epilogo

 

Harry Potter pov.

 

«Harry! C’è una visita per te!»

L’urlo di Ginny mi fece sussultare, mentre, seduto sul divano di casa mia, stavo sfogliando La Gazzetta del Profeta.

«Chi è?», chiesi, ma la mia domanda non ebbe bisogno di risposte dato che una sorridente Hermione spuntò dalla porta di fronte a me, venendomi incontro.

«Ciao, Harry!», mi salutò la mia migliore amica, abbracciandomi goffamente.

«Hermione! Come stai?»

Si sedette accanto a me, le mani in tasca, probabilmente fuori doveva fare ancora freddo, ma mentre la osservavo notai che c’era qualcosa che non quadrava, sembrava nervosa...

«Tutto b-bene...»

«Non sembri convinta» le feci notare, vedendola arrossire.

Erano due mesi che non ci vedevamo, dopo la fine della scuola avevamo continuato a vederci e a parlare, ma non era più come un tempo, quando eravamo inseparabili, anche perché le cose erano cambiate.

Mi ero sposato con Ginny, la mia Ginny da più di un anno.

Sospirai ricordando quel giorno e quanto l’amassi ogni istante di più.

«Harry, ti ricordi l’ultimo anno a scuola, vero?»

«Sì», risposi distrattamente, fissandola e chiedendomi il motivo della sua visita.

«Ti ricordi anche la promessa che ti avevo fatto?»

«Promessa?»

Alle sue parole cominciai ad allarmarmi, chiedendomi quale promessa mi avesse fatto e come avrebbe potuto influire sul presente...

«Non ti ricordi? Quel pomeriggio in Guferia, tu dovevi mandare una lettera al signor Weasley e poi sono arrivata io... tu mi hai parlato di cosa avevi sentito in Biblioteca» a quella parole la vidi arrossire: «E io ti ho fatto quella promessa».

Mi ricordavo quel giorno, anche se la memoria non mi permetteva di delinearne i particolari...

 

...«Quello che vorrei sapere e come mai? Insomma... c’è “qualcosa” tra di voi?»

«Certo che no! Semplicemente ogni tanto si siede nel posto davanti a me a fare i compiti e cerchiamo di non scannarci a vicenda e l’altro giorno mi si è slacciato un bottone della divisa e lui ne ha approfittato per farmi domande imbarazzanti per mettermi in difficoltà! Sai com’è fatto, no? È solo un bambino viziato...»

«Mi dispiace di aver dubitato di te, è solo che era molto fraintendibile come conversazione... comunque se anche ci fosse qualcosa tra te e Malfoy preferirei che me ne parlassi, insomma lo potrei accettare, penso... infondo tra amici ci si sostiene a vicenda, no?»

«Se Malfoy dovesse propormi di sposarlo saresti il primo a venirlo a sapere, tranquillo»...

Oh, cavolo!

Adesso si che avevo capito!

«Harry, Malfoy mi ha chiesto di sposarlo e gli ho detto di sì! Anche se non posso ancora crederci...»

La vidi tirare fuori dalle tasche le mani e mostrarmi con entusiasmo l’anello d’oro bianco con incastonati dei piccoli diamanti.

Ecco spiegato il motivo per cui le aveva tenute nascoste tutto quel tempo...

«E volevo chiederti anche un’altra cosa... vuoi essere il mio testimone?»

Inutile mentire, quella domanda non la sentii, perché ero già svenuto.

 

Draco Malfoy pov.

 

«E poi è svenuto...»

Sorrisi alle parole di Hermione, cercando però di non farmi notare, sapevo quanto tenesse ai suoi amici e non volevo che mi lasciasse in bianco per settimane solo perché avevo osato ridere di uno di loro. Mi era già successo e non era stata una bella esperienza.

«Per fortuna dopo poco è arrivata Ginny con del tè che ha fatto tornare Harry come nuovo e alla fine ha accettato!» disse, sorridendo e passandomi le bracia intorno al collo, avvicinando il suo corpo al mio fino a farli entrare in contatto interamente.

Erano cinque sere che rifiutava le mie avance per vari motivi sempre ricollegabili al lavoro: “Scusa, ma sono stanca morta, amore” oppure “Ora non posso, sto lavorando!” oppure ancora “Domani sera, va bene? Ora non sono dell’umore giusto...” e ormai la voglia che avevo di lei era arrivata alle stelle.

Avrei potuto... oh, sì...

La strinsi ancora di più a me, senza pensare a quanto mi sentissi un animale in quel momento, in mente solo il desiderio che sentivo per lei e il suo profumo troppo vicino a me per poter resistere.

«Draco», la sentii sussurrare, come se volesse fermare la mia lenta avanzata con le mano lungo la sua schiena, morbida e bollente.

«Non ci provare», mormorai contro il suo collo, mentre assaggiavo la sua pelle bianca: «Non ho intenzione di fermarmi».

Mi guardai intorno con una strana frenesia, avevo bisogno di una superficie piana per...

«E invece dovresti fermarti», la sentii sussurrare, irrigidendomi infastidito.

«Perché», quasi piagnucolai, mentre spostavo le sue mani sul davanti della camicetta che indossava e gliela strappavo letteralmente di dosso.

«Malfoy!», la sentii rimproverarmi, mentre stringeva tra le dita una ciocca dei miei capelli e mi faceva abbassare alla sua altezza: «Vedi di aggiustarla all’istante e poi dopo parliamo»

«Parliamo? L’unica cosa che voglio sentirti dire è: “Sì, amore, continua, non fermarti!” per il resto puoi anche...»

La sentii sbuffare e appoggiarmi un dito sulle labbra: «Prova per un istante a non pensare con l’amico dei piani bassi, ma con il cervello e ascoltami!»

Misi il broncio, mentre mi lasciavo sospingere verso il divano.

«Peccato che l’amico dei piani bassi, come lo chiami tu, sono giorni che non riesce a sfogarsi e sta diventando incontenibile. E tu sai cosa intendo...»

La vidi ridere sotto i baffi: «Serietà, concedimi due minuti di serietà e poi puoi farmi ciò che vuoi...»

Non avrebbe potuto dire parole migliori per attirare la mia attenzione.

«Io ho accettato la tua proposta di matrimonio perché ti amo, ma voglio sapere che idea hai tu del matrimonio. So che ne abbiamo parlato tante volte, ma voglio sapere se le tue idee sono cambiate o se...»

«Cosa vuoi sapere? Hai ragione, ne abbiamo già parlato tante volte, ma se vuoi posso ripetermi ancora una volta...»

«No, aspetta. Dimmi cosa cambierebbe; è questo che mi spaventa del matrimonio...», ammise, giocherellando con i bottoni della camicetta che le avevo aggiustato con un incantesimo.

«Nulla, insomma, saremo sempre io e te, Hermione. Il nostro amore, i nostri continui litigi, le tue occhiate assassine quando dimentico in giro le mie cose, la mia rabbia quando fingi di stare bene, ma in realtà mi stai nascondendo qualcosa... sono cinque anni che conviviamo e penso di conoscerti abbastanza bene da sapere che è te che voglio per il resto della mia vita, accanto a me, se no non ti avrei mai proposto il matrimonio, lo sai! E poi... potremmo cominciare a pensare di allargare la famiglia» a quelle parole la vidi diventare rossa e mordersi il labbro, forse era a questo che voleva arrivare con le sue parole: «Non subito, c’è ancora tempo per decidere... ma se vorrai...»

«Certo che lo voglio, Malfoy!», mi gettò di nuovo le braccia al corpo, questa volta sembrava più felice di prima: «Scusa se ho avuto un momento di dubbio e cedimento. Non accadrà più. Sai che ti amo e sì, cavolo, che voglio allargare la nostra famiglia!»

Rimanemmo a ridere e a baciarci per minuti interi, prima che cominciassi a sentire la mia voglia di lei aumentare di nuovo e tornare d invadermi.

Dovevo averla.

«Voglio un bambino con i tuoi occhi», mi sussurrò all’orecchio mentre le strappavo di nuovo la camicetta di dosso e mi perdevo nel suo meraviglioso profumo di vaniglia.

«Io invece ne voglio una con i tuoi ricci indomabili», confessai, lasciandole la possibilità di privarmi dei vestiti.

Prima saremmo rimasti nudi prima avrei potuto affondare in lei.

«Maschio», la sentii sussurrare.

«Femmina» ribattei e dentro di me speravo che si zittisse una volta per tutte.

«Non te la darò vinta», la sentii gemere, mentre le baciavo l’ombelico.

«Taci», sussurrai, sentendola ridere.

 

Hermione Granger pov.

 

«Ho vinto, Malfoy, devi rassegnarti»

«Non è ancora nato Granger, come fai a sapere che non è una femmina?»

«Farò di tutto pur di non lasciarti vincere»

Lo sentii sospirare: «Ti va bene che il dottore ha detto di non contraddirti troppo e di non stressarti, se no continuerei all’infinito e lo sai».

«Quindi me la dai vinta così, senza fare nulla?»

Sospirò di nuovo: «Ti amo»

«Non cambiare argomento! Lo sai che non ti sopporto quando fai così!»

«E anche quello è uno dei motivi per cui ti amo».

«Che rabbia!», urlai chiudendomi in bagno nel vano tentativo di sbollire la rabbia, ma sentendo un dolore acuto ovunque che mi fece accasciare contro la doccia.

Oh, cazzo!

«Draco!», lo chiamai, con una nota di panico nella voce.

«Cosa...?», chiese entrando e sbarrando gli occhi, sconvolto.

«Mi si sono rotte le acque»

Venti minuti dopo eravamo all’ospedale dove un medimago con un aria professionale fece nascere Scorpius e Dabih Malfoy, entrambi con gli occhi grigi del padre, ma la bambina aveva i capelli lisci e biondi, mentre il fratello li aveva castani e ricci come me.

E chi l’avrebbe mai detto che sarebbero nati due gemelli?!

 

The End

**************************************************************************************

Ciao a tutti! :D

E anche l'epilogo è ormai finito, spero che vi sia piaciuto! xD

Questa avventura è giunta al termine e mi mancheranno tutte le vostre belle recensioni, tanto che a volte tornerò a leggermele e mi ritroverò a sorridere come una cretina, spero di non aver deluso nessuno con la mia storia e che sia riuscita a farvi emozionare almeno la metà di quanto i vostri commenti siano riusciti a rendermi felice! *.*

Sono così triste della fine di questa storia che sto seriamente pensando di scrivere al più presto qualcos'altro e speroanche in quel caso di trovarvi di nuovo a commentare ogni capitolo!

Ringrazio tutte le persone che mi hanno seguito, che mi hanno inserita tra le ricordate e le preferite, siete stati di supporto tutti, anche quelli che silenziosamente hanno continuato a seguirmi fedelmente! :)

Spero che recensiate anche quest'ultimo capitolo per farmi sapere che ne pensate, contente del lieto fine? =)

Mando a tutte un grosso bacio e un grazie di cuore! ;)

Sig, mi sto commuovendo come una cretina... va beh, vi auguro tanta fortuna e spero di risentirvi presto!

Se volete leggere anche qualche altra mia storia vi avverto che sono quasi tutte dramioni e poche altre one-shot romantiche, quindi se volete lasciare un commento anche a lì mi farebbe piacere! ^^

Grazie ancora di tutto! C:

Lazysoul

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