Ehi, Juliet

di Morgaine You
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***


‘No’
‘Kou-kun~’
‘Non indosserò mai quel vestito’
Niente, ormai neppure le sue moine e strusciamenti vari avevano più effetto sul chitarrista. Takanori si dette una sonora manata sulla fronte. Quello sarebbe stato il più lungo e faticoso pomeriggio della sua vita.
 
 
 
Ma torniamo a qualche giorno prima.
Le nuvole scorrevano tranquille nel cielo di Tōkyō, e il sole splendeva alto illuminando con i suoi caldi raggi quella casa bianca infondo alla via, all’apparenza così calma e quieta, ma che in realtà, quella domenica, di tranquillo aveva veramente ben poco.
Anarchia. Questa era l’unica parola che balenava nella mente annebbiata dal sonno di Yutaka quella mattina. Sebbene fosse, appunto, domenica, giorno per lui sacrosanto, dato che era effettivamente l’unico in cui poteva concedersi un minimo di riposo, il poveretto era stato letteralmente buttato giù dalla branda verso le otto e mezzo da un violento sbattimento di porte a cui erano seguiti una serie di rantolii animaleschi –perché di questo si trattava- e un rumore di vetri rotti, probabilmente caduti senza vergogna a terra.
Silenzio.
Questo lo aveva fatto naturalmente preoccupare molto più del resto, e fiondatosi fuori dalla propria camera quasi non inciampò in un ammasso informe nel mezzo del corridoio.
Ancora in dormiveglia era riuscito a raggiungere il salotto quando si ritrovò paralizzato alla terribile visione che gli si parò davanti: un Kouyou spaventatissimo era avvinghiato a uno Yuu modalità cavalier servente medievale che tentava di proteggerlo (e proteggersi) dalla miriade di oggetti non identificabili che in quel momento solcavano allegramente i cieli sopra divano e poltrone.
Intorno, il caos; vestiti di ogni forma e colore gettati in ogni angolo, un paio di tazzine rotte, la trousse dei preziosi trucchi di Takanori brutalmente aperta mentre il suo contenuto pareva essere stato risucchiato da qualche ‘buco nero’ di quella casa. Ma il buco nero di quella casa aveva nome e cognome: Ryo Suzuki.
Nel mezzo del soggiorno, sotto l’immenso matto di stoffe due figure ai più irriconoscibili lottavano all’ultimo sangue. Un ottimo spettacolo stile National Geographic.
Yutaka era indeciso se piangere, svenire, o scegliere di porre arbitrariamente fine alla vita dei due. Optò per una via di mezzo.
‘SMETTETELA IMMEDIATAMENTE’ urlò, con gli occhi rossi quasi fuori dalle orbite.
I due malcapitati (ma neanche troppo, se l’erano beatamente cercata) si bloccarono all’unisono, e lenti si voltarono verso il leader, o meglio l'uomo comunemente conosciuto come l’ago della bilancia, colui che tutto crea e tutto distrugge, il fato inesorabile che ti travolge quando meno te l’aspetti. Dall’aura maligna che proveniva dal corridoio i due avrebbero fatto meglio a fuggire a gambe levate; ma non ne ebbero il tempo materiale.
Yutaka avanzò rapidamente verso Takanori e Ryo, afferrandoli entrambi per le magliette stropicciate, sanguinanti e indifesi, e li fece poco delicatamente sedere sul divano mezzo coperto da… qualsiasi cosa.
‘Allora?’
Truce e puntuale arrivò la domanda.
Ancora silenzio. Gelido e palpabile, il terrore ora regnava.
‘E’ stato Ryo! Ha iniziato lui!’ Takanori si lanciò ai piedi di Yutaka in un raptus di disperazione pre-pena capitale, scoppiando poco dignitosamente in lacrime.
‘Ha iniziato a tirare fuori tutti i miei abiti dall’armadio spargendoli in giro per la tua casa’ -furbamente calcò bene il pronome ‘sostenendo che io, Takanori Matsumoto, gli avessi rubato una felpa. Io non indosserei mai quella robaccia’ al che, sottolineò l’ultima parola con uno sguardo di convinto disgusto.
‘Nano, tu hai rubato la mia felpa! Era sotto il tuo letto!’ Ryo esaminò attentamente la situazione intorno a se in attesa di rimettere le mani addosso al cantante ‘Kouyou l’hai fatto ubriacare di nuovo? Perché mi sembra che non sia ancora in grado, alla sua età, di intendere e volere. Ma forse è così dalla nascita!’ il biondo naso-fasciato, non potendo più sopportare quell’infante (uno dei tanti fantasiosi appellativi di Takanori) gli scagliò addosso il suo stesso mascara, colpendo però erroneamente Yutaka.
Forse sganciare una bomba nucleare su Pechino avrebbe fatto meno danni. Il batterista, dopo un breve –brevissimo- momento di sorpresa, alzò minacciosamente l’indice verso la causa di tutti i suoi problemi e del suo poco gentile risveglio.
‘Tu…’
Con un gesto rapido afferrò la scopa ancora miracolosamente in piedi appoggiata al muro e, quasi a voler imitare i suoi eroi preferiti dei fumetti, calò la sua arma sulla testa dell’infelice bassista.
Stava per rincarare la dose sotto lo sguardo impotente dei suoi compagni quando il telefono squillò. Era la suoneria del loro manager.
‘Questa volta sei salvo’ disse Yutaka, scoccandogli una delle peggiori occhiatacce della storia.
‘Sì pronto?’
‘Buongiorno Yutaka, sono Sakai. So che vi abbiamo concesso una settimana di riposo assoluto, ma ho un’interessante progetto da proporvi e non potevo certo resistere fino a lunedì prossimo! Vi dispiacerebbe venire agli studi domani alle nove?’
‘Ma veramente noi..’
‘Perfetto allora, a domani ragazzi!’
Il batterista si ritrovò a parlare con gli spiriti celesti in zero due. Rassegnato, si voltò verso gli altri, ignorando quella fattoria vietnamita in cui era ridotta la loro povera dimora.
‘Avremo da fare domani..’
 
L’indomani, ridotti a cenci, arrancarono fino alla sede della PSC maledicendo chiunque gli passasse accanto; erano tutti troppo svegli e pimpanti a quell’ora. Ma cosa faceva la gente in giro di prima mattina?
Ah, la beata ignoranza dell’essere animali da palcoscenico.
L’ascensore, dopo alcuni estenuanti  minuti d’attesa, si spalancò con un rumore sordo che anticipò i soliti urli isterici di quei calmi ragazzi quali erano gli Alice Nine, che sbucarono da esso e vennero sgarbatamente scansati con scuse poco credibili.
‘Ci si vede a pranzo!’ ma la porta si era già chiusa in faccia ai poveri cinque giovani.
Arrivati al tanto agognato piano vennero nuovamente aggrediti dal loro manager.
‘Queste sono tutte le maledizioni di Yutaka’ pensò Yuu.
Quell’uomo saltava. Quel brutto omuncolo basso, possibilmente addirittura più di Takanori, riusciva per qualche strana ragione a comparire in più posti contemporaneamente, rispondeva a tre chiamate insieme, e intanto si prendeva il caffè. Solo questo superman in gessato grigio dagli occhi a mandorla poteva coprire il ruolo di sorvegliante dei cinque sciagurati.
‘Ben arrivate, signorine. Siete in ritardo come al solito’
Irritante.
Se non fosse stato per la brillante prova di maturità del giorno precedente, Ryo si sarebbe permesso di prenderlo a pugni, solo per avergli negato qualche giorno di dolce far nulla tra camera da letto e frigorifero.
‘E’ sempre bello incontrarti, Sakai. La tua simpatia mi riempie il cuore, soprattutto quando ho bisogno di stimoli per andare alla toilette’
La finezza di Kouyou non aveva pari in certe occasioni.
‘Si bellezze, avete ragioni. Non perdiamo altro tempo, non voglio che a Ruki coli il mascara, dopo inizia a lagnarsi’ disse il cattivo soggetto con leggerezza, avviandosi nella sala riunioni.
Takanori non aveva replicato solamente perché, appunto, era in bagno a ritoccarsi il trucco.
 
Sopra la Tavola Rotonda del regno della musica giapponese erano sparpagliati numerosi fogli e involti di diverso spessore.
I principini, ancora per buona parte nel mondo dei sogni, fissavano le carte agonizzanti sulle loro sedie.
‘Allora, di che si tratta?’ chiese infine Yutaka.
‘Ebbene’ Sakai continuava imperterrito a saltare sulla poltrona ‘una nota casa editrice vi propone di girare alcune scene di una famosa opera teatrale per invogliare gli oppressi adolescenti del nostro paese a studiare la vita e le opere dell’importantissimo autore!’
Qualcuno aveva forse parlato?
‘Ma noi non siamo attori’ rispose pacatamente Yuu. Era acciaccato, ma sensato.
‘E’ su questo punto che verte la questione. Ingaggiare dei semplici attori sarebbe stato banale. Ma i Gazette sono amati ovunque, dal Hokkaidō fino alla provincia di Kyūshū. Sarà un successo strepitoso!’
‘Ma..’ Kouyou per la prima volta in quella mattina tentava di formulare una frase di senso compiuto ‘..questo vuol dire che dovremo imparare un copione’ disse infine, indicando svogliatamente i papiri sulla tavola.
‘No tesoro, tu sei escluso; sappiamo benissimo che non sai leggere’ altra imbeccata di Ryo, che si beccò un meritato calcio da parte del leader.
Kouyou, all’ennesimo insulto, corse via in lacrime, sbattendosi la porta alle spalle.
‘Ryo Suzuki’ Yuu lo prese per i capelli ‘lo sai com’è fatta quella fragile creaturina. E, se lo farai ancora, ridurrò le tue amate fascettine in tanti, piccoli, introvabili pezzettini, e poi te li farò ingoiare’
Al che, ritornando al suo trono, non potè fare a meno di assestargli un potente scappellotto.
‘Di che opera si tratta?’ Takanori, nel suo silenzio ancestrale, era riuscito a estrarre un pensiero logico, seppur breve.
‘Tenetevi forte, ragazzi. La conoscerete sicuramente tutti, tranne Kouyou probabilmente. Signori, avrete l’onore, ma che dico, la gioia di interpretare i celebri personaggi di..’
Rullo di tamburi, suspence, piccolo infarto di Yutaka.
‘..Romeo e Giulietta di William Shakespeare, il Bardo del diciassettesimo secolo!’
 
Al nome della tragedia in questione, il batterista scoppiò in una sonora risata.
‘Che hai da ridere idiota? Ti rendi conto di quello che vogliono farci fare?’ esordì esterrefatto Ryo.
‘Appunto! Sakai, mi sembra di ricordare che uno dei personaggi principali sia una donna’
‘E’ così, bravo, almeno uno di voi mi dà un po’ di soddisfazione qui dentro’
‘In realtà la conosciamo perfettamente, purtroppo ci siamo dovuti diplomare tutti quanti, tranne il nano infame’ Yuu, esternando i suoi poco concilianti pensieri, rischiava ora ti attirarsi le poco caritatevoli attenzioni del cantante, che venne però distratto fortunosamente dal discorso del manager.
‘Sì. Ma non preoccupatevi per questo, ci penso io a parlare con l’interessato. Allora, Yuu, tu sarai Romeo’
‘Non è giusto, il protagonista devo essere io!’ Takanori, sull’orlo di una crisi di nervi, prese a prendere a pugni il copione.
‘No, Taka, tu sarai Mercuzio’
‘Ahahahah, l’amico scemo di Romeo’ lo canzonò Ryo.
‘Tanto alla fine muoiono tutti’
‘Ryo, sta’ buono. Tu sarai il prete, fra’ Lorenzo, mentre tu, Yutaka, interpreterai Benvolio, il cugino saggio del protagonista’
‘Scusate’ si introdusse Takanori  ‘Ryo. Un prete. AHAHAH, per favore, se si avvicina ad una chiesa o un tempio lo sconsacra!’
‘Ma non dire così-‘
‘Fermi, riuscite a stare quieti un secondo? Siete peggio dei bambini’ troncò netto Yuu ‘ma, stando ai ruoli che ci hai assegnato, allora significa che Giulietta sarà..’
Il secondo chitarrista non riuscì a porre la fatidica domanda che Kouyou, ancora sconvolto, rientrò nella sala, gli occhi notevolmente gonfi.
Quattro sguardi carichi di stupore si posarono su di lui.
‘Che c’è?’ mugugnò.
‘Kou’ cominciò un divertito Takanori ‘abbiamo una sorpresa per te’
 
 
 
 
 
 
 
 
-Non linciatemi.
Sì, sono ritornata, a brevissimo tempo dall’ultima shot. Purtroppo Madama Ispirazione non la comando io ò-ò
Bhe, credo, spero conosciate tutti Romeo e Giulietta, non credo ci siano bisogno di spiegazioni, LOL.
Questa long, cos’ l’ho concepita,  vuole essere una storia divertente, senza pretese di rompere cuori o nulla, vuole solo far fare una sana risata alla gente che la leggerà, giusto per prendersi una pausa dalla lettura di molte altre storie di questo fandom, profonde e interessanti, ma che forse ogni tanto fa bene interrompere per riacquistare un minimo di spensieratezza *parla quella che scrive solo fiction drammatiche*
Spero di essere riuscita a farvi ridere. E’ tutto ciò che desidero. Ah, questo è un capitolo introduttivo, credo che gli altri saranno leggermente più brevi, non preoccupatevi.
Ho intenzione di continuarla, ma vorrei un vostro parere, sia negativo che positivo, perché, si sa, noialtri siamo insicuri e una recensione ci fa sempre piacere. Grazie a quelli che lo faranno, prendete esempio da me; io dove passo lascio sempre un segno u-u
A presto gente :,D

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Capitolo 2
*** Chapter Two ***


Inutile dilungarsi sullo shock che seguì la rivelazione del cosiddetto ‘Affaire Juliette’ a Kouyou.
Se, per un momento, il solo immaginarsi sotto i riflettori gli sembrò paradisiaco, si dovette presto rendere conto che sì, si sarebbe trovato sotto i riflettori, ma sopra un balcone. Un balcone orribilmente decorato.
‘Come sono finito in questa gabbia di matti?’ mugugnò.
‘Kouyou, calmati, sarai truccato adeguatamente’
‘Ma voi non capite. Io, Takashima Kouyou, costretto ad esibirmi in abiti a dir poco disdicevoli, magari addirittura rosa confetto?’
‘Kou, è quello che fai sempre’
‘I miei vestiti sono viola intanto’
‘Ah bhe allora’
Dicevo. Io, l’idolo di ogni ragazza, dovrei recitare nei panni di una debole donnicciola? Mai! Per chi mi avete preso, per Natalie Portman?’
‘Io pensavo più all’anello mancante nella catena batterio monocellulare – scimmia’ Sdeng.
Neanche stavolta il leader, sempre pronto ad intervenire con la sua fedele padella che tanto adorava, risparmiò una mazzata sulla testa si Ryo.
‘Dai Kou, sarà divertente! Inoltre, credo che dovrebbe essere qualcun altro a vergognarsi..’ Takanori, tentando di aprire, per la prima volta in vita sua, un libro che non fosse ‘Bird Watching, istruzioni pratiche’, cercava di saperne di più su questo Mercuzio, il suo personaggio. E intanto guardava Ryo.
Ryo, dall’altra parte del camerino dove i cinque malcapitati si erano rifugiati onde evitare l’arrivo della vigilanza e del WWF a causa degli urli da ragazzina mestruata di Kouyou, si stava cercando di infilare -il poveretto, alla veneranda età di trentun anni, aveva ancora difficoltà a tirare su una lampo- il suo vestito di scena. O meglio, il suo sacco di scena.
‘Ragazzi, seriamente’ il biondo fasciato riuscì finalmente nel suo intento ‘è una tenda’
‘Ah, dolcezza, ma non vedi che è un sacco di patate?Guarda Ryo,è fatto di iuta, si mimetizzerebbe alla grande nel tuo armadio scadente da cui sostenevi che io ti avessi rubato la felpa’
Taka, non dovevi farlo.
Il cielo iniziò a scurirsi molto velocemente, le cicale smisero di cantare, e Yutaka e Kouyou si rifugiarono repentinamente dietro uno scudo vichingo raccattato chissà dove.
Ma Ryo rimase calmo. Forse.
‘Perdonalo signore, non sa quello che dice!’
Infatti.
Con fare mistico, posizionandosi a gambe incrociate come Buddha ma alzando le braccia ondeggiando con un’enfasi degna del miglior Mosè che la chiesa potesse ricordare, Ryo iniziò a mormorare una serie di frasi apparentemente sconnesse in aramaico con qualche intercalazione celtica, per poi terminare con un fervido ‘Oppa Gangnam Styl-‘
Non fece in tempo a terminare il suo inno a Psy che il ragazzo si beccò  -di nuovo- una sonora scarpata misura 39 in pieno volto.
‘Brutto idiota’
Takanori stava per uscire (pensava ingenuamente di poter uscire indenne), quando un’ondata di gelo lo travolse, seguito da un agghiacciante urlo che poco si scostava dalle esaurienti performance di Moira Orfei.
Fece per girarsi, terrorizzato, ma qualcuno –no, non era Goku- gli balzò sulle spalle infilandogli qualcosa di duro nella schiena, perforandogli i vestiti.
‘AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH’
Disturbato dalle urla e dai pianti indiscriminati di Takanori, Yutaka balzò fuori dal suo rifugio norvegese dove stava cuocendo una tenera coscia di renna con grande gioia di Kouyou.
‘Se fossi venuto a conoscenza delle vostre manie compulsive autolesioniste e suicide non sarei mai entrato in questa band. Come ti è saltato in mente di ficcare la croce di legno del tuo abito tra le scapole del nostro cantante?’
Mentre il leader tentava di sedare il bassista, il malcapitato, intanto, si ritrovava a sputare sangue agonizzando sul pavimento, male assistito da un Kouyou  troppo occupato a scegliere con cura  la bottiglia giusta di spumante da accompagnare alla succulenta cena per badare a cose di poco conto come la morte per impalazione, o quasi, di Takanori.
‘Addio amici, vi ho voluto bene! Date tutti i miei preziosi averi a Koron’
‘Yutaka lasciami, è la mia occasione per finirlo!’
‘Kouyou dammi una mano cazzo!’
‘Mmh, buono questo Merlot dell’85’
‘Oh Silvia, rimembri ancora i tempi della tua vita mortal-‘
‘Ehm, signor Leopardi,lei non dovrebbe apparire in questa serie!’
‘Oh, chiedo scusa’
Ma fu in quel momento di disperazione, al culmine della tragedia, dell’apoteosi dell’assurdo e della follia che egli apparve.
 
Stranamente, a parte qualche mosca fastidiosa che si ostinava a gironzolare intorno alla povera carcassa della renna, quella ‘visione celestiale’ zittì tutti. Erano cessati pure i lamenti legittimi da buon cavernicolo di Takanori.
Avvolto in uno splendido quanto vintage mantello di lana bianco, stretto in un corpetto azzurro-nursery ospedaliera, uno spavaldo Yuu fece la sua entrata nel camerino, giusto in tempo per fermare il delitto in atto da Ryo.
Intanto le mosche se l’erano ben che filata.
Si narra che, tanto tempo fa, quando farsi la doccia era un optional,
due giovani amanti nati sotto una cattiva stella si incontrarono.
‘Stop! YUU? Cos’è quello?
Yutaka, lasciando cadere senza troppe preoccupazioni a terra il corpo del povero Ryo a cui si appiattì ancor di più il naso a causa dello schianto, guardava ora divertito –o disgustato, ancora doveva decidere- la mise del suo chitarrista.
Tralasciando i pantaloni a palloncino con inserti dorati che gli cingevano con ben poca grazia i fianchi, Yuu calzava degli orridi stivali marroni che nulla avevano a che fare con il resto, già mal abbinato, dell’abito.
‘Invidiosi vero? Salutate tutti Romeo, il meglio del Colosseo!’
Assumendo una posa plastica e sexy –lasciamoglielo credere- tirò elegantemente fuori da uno dei tanti scomparti segreti del costume stile Doraemon un libricino in tinta con le sue calzature ‘Essere, o non essere, ecco la questione: perché Takanori sta affogando in una pozza di sangue? ‘
‘Oddio Taka!’
Il batterista, in uno stato di apparente crisi nevrotica post-traumatica alla vista di Yuu, quasi si era dimenticato del cantante, sofferente sul pavimento, a cui nessuno aveva ancora prestato soccorso. Ryo infatti aveva saggiamente deciso di ritirarsi dalla scena, unendosi a Kouyou nell’assaporare qualche delizia nordica insieme al vino di ottima annata scelto appositamente dal chitarrista.
‘Taka..stai bene?’
Il poveretto di alzò faticosamente, a causa del pezzo di legno ancora ben impiantato sulla sua schiena.
‘Yuu..per favore..TOGLIMELO IMMEDIATAMENTE’
‘Scusami Takanori, ma non posso rischiare di sporcare questa meraviglia’ disse convinto.
‘Yuu?’
‘Dimmi Taka’
‘Sai perché sei qui?’
‘Perchè il destino ci a voluti unire e-‘
‘No imbecille tu sei qui perché io ti ho scelto quel maledetto giorno di dieci anni fa come secondo chitarrista e se non mi aiuti adesso ti ritroverai in mezzo alla strada, unico luogo adatto ad un disgraziato vestito come un Avatar tossicodipendente’
Se non fosse stato conscio del fatto che, in un modo o nell’altro, le minacce del nano moro non andavano mai a vuoto, Yuu si sarebbe permesso di lasciarlo spalmato sulle mattonelle fredde della stanza; ma se l’avessero cacciato la parte del protagonista sarebbe andata allo stesso Takanori, e questo avrebbe reso vani tutti i loro sforzi per apparire degli artisti seri e impegnati. E forse Shakespeare lo avrebbe raggiunto nel suo letto, di notte, pregandolo, in lacrime sincere, di riparare al suo errore e impedire a un ragazzino che non sapeva nemmeno contare fino a dieci di recitare un ruolo importante come quello.
Sentendosi momentaneamente molto ispirato e prolifico, Yuu estrasse finalmente la croce in legno dal delicato corpicino di Takanori, che (ri)cadde a terra con un tonfo pazzesco, mentre il chitarrista innalzava l’oggetto del contendere alto verso il cielo, neanche fosse re Artù con la sua fedele Excalibur.
‘Oh, è arrivato il Grande Puffo’
Reita strikes again.
Kouyou e Reita, che finalmente erano usciti dalla zona barbecue, si erano infatti avvicinati agli altri tre disgraziati, trovandosi innanzi a una macabra quanto improbabile brigata composta da uno zombie troppo basso per essere tale e dai suoi aiutanti, forse ancora in possesso delle proprie facoltà, imbrattati di sangue.
‘Non credo che tu sia nelle condizioni di parlare, biondino’
Se Kouyou avesse dovuto scegliere a quali dei due sfortunati compagni assegnare il premio come ‘Worst Wardrobe’ avrebbe dovuto sicuramente appellarsi e consultare i migliori critici d’arte moderna e contemporanea.
Ma  a quanto pareva i due erano interessati a ben altro.
Mentre Yutaka aveva estratto dalla sua borsa magica la cassetta del pronto soccorso e ora medicava le ferite dell’unica vera vittima della giornata, Takanori, Reita e Yuu avevano preso ad azzuffarsi senza ragion veduta, per decretare chi di loro meritasse l’attenzione del pubblico e dei riflettori, quando, in realtà, neanche un regista alle prime armi li avrebbe mai scelti neppure per il ruolo dei cespugli.
E non cespugli magici o incantati, ma quelli statici, fissi alle impalcature.
‘Hai mai pensato di rinchiuderti in un monastero? Saresti più utile alla società’
‘Almeno io non porto una calzamaglia vero Robin Hood?’
A Yutaka parve di rivivere le tragedie della giornata precedente. Si ricordò delle condizioni della loro povera casa: vetri rotti, il costoso tappeto rotto e insanguinato; perfino la scopa aveva subito danni irreversibile a causa della cocciutaggine della scimmia da retrobottega.
Stava per intervenire, quando Sakai, senza bussare, interruppe violentemente nella stanza, con la sua innata grazia da ballerina classica, e dopo aver gettato una veloce occhiata a quella cava mineraria popolata da incivili, esclamo: ‘Signorine, vi siete divertite abbastanza; la regina Mab è venuta a trovarvi
Cinque sguardi inquieti si posarono su di lui, e sul suo viso apparve un ghigno tutt’altro che rassicurante.
‘Ciack, si gira’
 
 
 
 
 
 
C’est moi.
Riconosco che la qualità del capitolo è minore della precedente.
Mi sono accorte di essere in enorme ritardo, e visto che questo doveva essere una specie di ‘capitolo toppa’ ho cercato di finirlo il prima possibile, studi permettendo.
MM, che dire?
Bhe,  per chi non la conoscesse, la regina Mab non è un vero e proprio personaggio di Romeo e Giulietta, ma è la regina delle feste e dei divertimenti menzionata più volta da Mercuzio.
Ovviamente la ‘visione celestiale’ di Yuu si riferisce solamente al colore terribile dei suoi vestiti xD
Non so se avete mai visto ‘Gli Aristogatti’, un film Disney, ma se l’avete visto sapete cosa intende Yuu con l’espressione ‘Sono Romeo, il meglio del Colosseo’ u-u
Detto ciò, me voy.
Se vorrete leggere e magari anche commentare questo piccolo capitolo sarei più che felice <3

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Capitolo 3
*** Chapter Three ***


Ecco il terzo capitolo della parodia. No, non sono morta, sono ancora qua a tormentarvi, muahah.
Per chi non se lo ricordasse, i ruoli dei cinque disagiati sono: Aoi/Romeo, Uruha/Giulietta, Reita/Fra’ Lorenzo, Kai/Benvolio e Ruki/Mercuzio. LOL.
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Era un bel mercoledì. I primi bagliori del sole primaverile, l’aria fresca, l’odore di una nuova stagione all’inizio della sua fioritura. Shou camminava tranquillo durante la pausa pranzo immerso nel grande viale affollato di negozi che conduceva agli studi della sua amata P&S Company.
Arrivò alla sede tendendo l’orecchio ad ogni sfumatura di suono e, sorseggiando un caffè bollente, pensava a come se la stessero cavando i suoi cinque colleghi. Gli scappò un sorriso.
‘ATTENTI!’
Un urlo cavernicolo ruppe la tranquilla quiete di quei luoghi e strappò Shou dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo verso il quarto piano della PSC: una nube densa e grigia mista a detriti solidi di non identificabile provenienza fuoriusciva ora dalla finestra.
‘Oh, dei’
 
 
 
 
La grazia e la compostezza di Kouyou in quell’abito plissettato fucsia non aveva certamente eguali. Lasciatosi alla spalle il camerino della vergogna e il suo adorato pasto caldo, il giovane chitarrista solista si diresse non propriamente volentieri –che in questo caso tradurremmo con un ‘tirato a forza e legato con delle catene da Sakai’- verso la zona dello stabile adibita alle riprese.
Inciampò, rotolò, si ruppe una costola, ma questo poco sembrava importare ai suoi impietosi colleghi musicisti che ora lo deridevano: il poveretto, nel suo lungo vestito stile rococò francese, agonizzava.
Ad un tratto però si sentì improvvisamente sollevare da terra, con grande svolazzamento di gonnelle e sottoveste in pizzo che mostrò a tutti il suo adorabile lato b, a cui seguirono numerosi fischi di apprezzamento da parte di Byou e della sua cavalleresca compagnia.
‘Ma cos-‘
‘Zitta principessa, o di questo passo mi verranno i capelli bianchi’ era stato Yuu a sollevarlo, e ora lo teneva stretto nelle sue forti braccia.
I due non si erano mai ritrovati così vicini, tranne durante l’incontro di lotta selvaggia avvenuta tra Takanori e Ryo qualche giorno prima nella loro villetta.
 Kouyou era imbarazzato fino alla morte.
‘Tanto sei vecchio lo stesso Yuu!’
‘E allora arrangiatevi vostra altezza!’ con un movimento secco Yuu abbandonò il fragile corpicino di Kouyou al suolo, facendogli assaporare la polvere.
‘Da oggi puoi dire addio alla mia preziosa crema anti-rughe della Garnier! Dannato Shiroyama’
 
Quando finalmente riuscirono a raggiungere tutti insieme l’agoniato luogo, era ormai pomeriggio inoltrato, mentre il regista, un bipede biondo dall’aria arcigna di nome Shota, si dilettava nella nobile arte dell’insulto multiplo.
‘Dove sono quei cinque scansafatiche?’ urlava, gli occhi fuori dalle orbite, sotto lo sguardo ammutolito dei poveri aiutanti di scena, che lo guardavano pallidi e sudati come degli studenti prima di un esame importante.
‘Bhe, che avete da guardare adesso?’ Uno degli assistenti, con un movimento quasi impercettibile del braccio, gli indicò qualcosa alle sue spalle; mentre Shota si girava, lentamente, una gocciolina di sudore gli percorse le tempie.
Era davvero una visione inquietante quella a cui la troupe si trovò dinnanzi; alcuni dovettero coprirsi gli occhi.
Cinque figure oscure si ergevano verso il cielo –il soffitto era piuttosto basso- ritte nel loro orgoglio virile.
Kouyou e Ryo si erano arrotolati le lunghe vesti appositamente. Ma Ryo non si era preoccupato di farsi la ceretta.
L’aria cominciò a farsi pesante. Si udì un fuggi fuggi galoppante dietro le quinte.
‘AHAHAHAHAH’ Shota scoppiò senza ritegno in una risata così forte che lo si vide rotolare per parecchi metri modalità flipper vivente e consenziente. Un’anima pia si affrettò ad aiutarlo a rialzarsi, conoscendo la proverbiale permalosità delle cinque superstar.
‘Ma voi reciterete davvero così?’
Non che il regista avesse poi torto a sganasciarsi dalle risate, intendiamoci.  Oltre ai completi precedentemente descritti di Kouyou e Yuu lavati con Perlana e Pomodoro e al sacco peloso che Reita si ritrovava ad indossare suo malgrado, anche Takanori non si sentiva molto a suo agio in quei panni presi da qualche cantina di vini ammuffiti medievale.
Se, infatti, Yutaka indossava una normale per quanto bizzarra calzamaglia bianca e veste marrone stile pavimento dei bagni della PSC, il cantante invece sgomitava in uno sgargiante abito completamente verde smeraldo con tanto di piuma d’oca –un vero tocco alpino- a completare il tutto. Ed essendo Takanori un autentico ed incallito pirla aveva aggiunto anche degli occhiali da sole. Leopardati.
Dopo questo carrellata imbarazzante, Yutaka si voltò sdegnato verso Sakai.
‘Ma chi è quell’uomo che sta rotolando insieme al regista?’
‘Oh, nessuno di importante. E’ solamente Shakespeare che è venuto qui appositamente dall’Inghilterra a morire di crepacuore’
‘L’avevo detto io che sarebbe apparso!’
‘Ragazzi, quello che più si dovrebbe lamentare sono io!’ li riprese Kouyou ‘per gli dei, giriamo queste maledette scene e andiamocene a bere!’
‘Ma non si è mai vista una donzella tanto sgarbata che incita all’ubriacatura, Kou!’ le redarguì Ryo.
Ma, vedendo il soggetto in questione delicatamente adagiato con le gambe divaricate su un amplificatore mentre si preparava ad un' interessante avanscoperta del suo setto nasale, dovette ricredersi.
-Il miglior poker face dell’anno va a Reita-san! Un applauso signori su-
 
La prima scena da girare, almeno prima che Yuu compisse effettivamente cinquant’anni, era quella della festa in casa Capuleti. Avete presente no? Quella in cui Romeo, Benvolio e Mercuzio si intrufolano dentro e fanno il pandemonio.
Kouyou, più bell- cof – elegante che mai, sedeva su un trono al centro della sala. Tutt’intorno, le comparse, donne e uomini più o meno coscienti che, come i cinque malcapitati, dovevano subire la tortura di indossare quei pezzi d’antiquariato mobili pieni di muffa e infestati da pulci.
Musica e danze, tutto procedeva alla perfezione. Sembrava procedere alla perfezione.
‘Bene’ disse a bassa voce Shotai, implorando tutti i kami a lui conosciuti ‘ora farà la sua magica apparizione Mercuzio seguito da Romeo e Benvolio, che entreranno, non invitati, alla festa dei Capuleti. E ciak, si gira!’
Romeo: Ma andare alla festa pieni di buone intenzioni non significa che sia assennato andarvi.
Mercuzio: Ma c’è la regina Mab con noi! Mab è la fata che fa sognar-
Takanori non fece in tempo a finire la frase che malauguratamente inciampò su un osso di pollo gettato a terra da Ryo casualmente fra i suoi piedi, senza riguardo alla sanità mentale di Shota, Sakai e  la troupe.
Non venite poi a chiedermi come mai indossi sempre quella fascia per coprirsi il naso. Se Takanori non avesse già provveduto a fracassarglielo, l’avrei fatto io.
‘Aiuto, qualcosa va a fuoco!’
‘Non si preoccupi signor regista!’ intervenne prontamente Yutaka ‘E’ solo il cervello di Ruki, o quall’unico neurone rimasto a sua disposizione’ concluse il riida con estrema tranquillità. Sapeva cosa stava per accadere.
Dall’orecchio di Takanori fuoriusciva infatti una sottile ma pericolosamente scura nuvoletta nera, mentre ancora rimaneva fermo in ginocchio sul pavimento, a testa china.
Ryo si mosse, lentamente, ma venne bloccato prontamente da uno Yuu molto preoccupato
‘Dove vai brutta scimmia suicida?’
‘Ecco… vado a portare gli gobbi ad Isegard!’ –parte musichetta- ‘Legolas mi ha mandato giusto un piccione viaggiatore prima! Si sono persi poverini non posso lasciarli lì! Addi-‘
Mentre Yutaka e Kouyou si concedevano delle sane e sadiche risate alle sue spalle, Ryo fu brutalmente preso per il collo da Takanori, in un modo di spirito degno di Lady Oscar durante la presa della Bastiglia, lo trascinò più morto  spaventato che sorpreso fuori dalla porta di servizio.
Dopodiché, il nulla.
 
‘Forse dovremmo passare alla prossima scena… il balcone!’
Kouyou e Yuu si scambiarono un’occhiata più che eloquente.
Shota non voleva perdere altro tempo. Non poteva assolutamente fare tardi un’altra volta al suo corso adorato di origami per colpa di cinque inetti.
‘Forza Giulietta, voglio il tuo sedere sul balcone ORA!’
 
Kouyou non si sarebbe mai immaginato, in dieci anni di onorata carriera, di dover assistere ad una scena del genere, forse la più comica della sua vita.
Il balcone non era certo altissimo, ma sarebbe stato troppo normale e scontato mimetizzare una scala utile a raggiungerlo. Ma no, insomma, i Gazette facevano parte della Peace and Smile Company che, al contrario di quello che avrebbe potuto suggerire il nome, era il luogo perfetto per andare a procacciarsi guai.
Yuu, nei suoi comodi panni celesti di Romeo, stava infatti tentando di raggiungere la sua Giulietta. Arrampicandosi su un’edera finta e pelosa.
Kouyou non avrebbe saputo enumerare la quantità di volte che l’altro chitarrista aveva sbattuto il sedere a terra, cadendo rovinosamente rompendosi un ginocchio o un legamento. Pazienza, avrebbe preso in prestito quella bellezza di Tora dagli Arisu.
Quando finalmente riuscì, tra un’intercalazione e una scivolata, a raggiungere li tanto sudato balcone, Yuu si ritrovò a meno di due centimetri dal naso d Kouyou. Non aveva notato quanto fossero dolci i suoi lineamenti.
‘Ricominciamo v e l o c i’ la voce gracchiante del regista interruppe quel momento –tre secondi- di puro romanticismo.
‘Dovete baciarvi’
‘COME PREGO?!’ Kouyou si sentì morire dentro.
‘Bhe sapete com’è.. Romeo e Giulietta erano una coppia e si sposarono pure.. Non avrete pensato di limitarmi a giocare a carte! In questo sceneggiato dovrebbero pure scopare, ma a questo penseremo dopo’
Le mascelle dei due poveracci rasentavano il terreno.
‘Brutto regista dei miei stivali, aspetta che scenda giù e-‘
‘OBBLIGATELI!’
 
Solo dopo varie spinte e con l’aiuto di due possenti e forzute braccia, le labbra di Yuu e Kouyou –volevo dire Romeo e Giulietta- si incontrarono in un bacio silenzioso e dolce, tralasciano i movimenti da oche agonizzanti dei due.
Ma per Yuu quel bacio, quel contatto leggero e piacevole, sta durando molto. Troppo.
Si staccò violentemente dal viso di Kouyou che, con la sua solita grazia, andò a sbattere contro l’impalcatura alle sue spalle che tutto reggeva, comprese le telecamere e gli sfondi. Quella vacillò pericolosamente soopra gli sguardi terrorizzati dei presenti.
Poi accadde l’irreparabile.
‘ATTENTI’ gridò Yutaka, buttandosi a terra tirandosi dietro Shota.
Yuu fece in tempo solamente ad afferrare Kouyou per la gonnella prima che cadesse giù con tutto l’ammasso di ferraglia, stringendolo forte a sé, rimanendo in bilico su quello che restava della piattaforma del balcone, circa un metro per uno. A terra, mucchi di materiale irriconoscibile e polvere li circondava.
‘…..’
‘Prova a lasciarmi questa volta e ti sputtano su Twitter, imbecille di uno Shiroyama!’
 
 
 

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