Awkward

di Schmidthappens
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In troubles ***
Capitolo 2: *** Hoping for Hope... ***
Capitolo 3: *** Closed case ***



Capitolo 1
*** In troubles ***


Morgan continuò a fissare l’orologio appeso alla triste parete di mattoni grigiastri del commissariato, erano ormai quattro ore che era rinchiusa lì dentro, per essere stata incolpata di una cosa di cui non era neanche colpevole; Una fitta allo stomaco la colpì improvvisamente, dopotutto era stata subito portata dentro appena le fiamme avevano praticamente avvolto il giardino della casa prototipo del progetto di sua madre, ma non l’aveva fatto volontariamente, e l’idea di dare una festa di compleanno per un ragazzo che neanche conosceva non era neanche sua; Provò a chiudere un occhio e mise il braccio sulla poltroncina dove era seduta per cercare di prendere un po’ di sonno,ma cercare di dormire era impossibile, con il pensiero che sarebbe potuta finire dietro le sbarre ingiustamente e molto probabilmente. -WILLIAMS!-gridò il commissario,facendo entrare suo fratello Caleb dalla grossa porta di ferro della sala d’attesa,che era in compagnia del suo gemello,Ollie,anche se con Morgan l’unica cosa che aveva in comune era…forse il fatto che erano nati lo stesso giorno. -Posso spiegare…-disse Morgan nervosamente, torturandosi le dita delle mani,Caleb le diede uno sguardo interrogativo. -Spiegare…spiegare cosa?-Esclamò il fratello incrociando le braccia.-Che hai praticamente incendiato il progetto più importante della carriera di mamma?- -Prima che continui ad incolparmi genere giudice Amy, mamma e papà sono qui?-domandò Morgan tesa, quando sua madre e suo padre entrarono nello studio; -E’ possibile, dimmi se è possibile,che siamo qui per la seconda volta quest’anno, e sempre per causa tua?-gridò sua madre Elle, toccandosi le tempie per cercare di diminuire lo stress; -Ma non è stata colpa mia!-disse indietro Morgan,quando il commissario fece cenno loro di dover firmare delle carte e poi uscire, il papà di Morgan prese in mano la situazione. Firmarono in fretta, e Morgan tirò un sospiro di sollievo,facendo mente locale e ricordandosi come era finita lì, nella stazione di polizia di Dayton; Era iniziato tutto a casa di Hope,la sua miglior amica ormai dai tempi della seconda media, o almeno,quella che dopo questa serata d’inferno lo era. Era sempre stata la ragazza più perfetta dell’intero universo,stare con lei ti avrebbe fatto diventare una di quelle ragazze che non puoi ignorare,perché la conosci,naturalmente. Dai lunghi capelli bruni,gli occhi azzurri ed il suo accento del sud, era davvero inconfondibile fra i corridoi della scuola, la regina inconfutabile di qualsiasi cosa, dalla classe di scienze avanzata, alla più fashion fra i tavoli della mensa, lei era tutto, e il tutto era lei,e chi le sta affianco,beh,la metà del tutto naturalmente. Era da un po’ che frequentava un ragazzo del college,Micah, tutto biondo,abbronzatura e muscoli, e questo sabato sarebbe stato il suo ventesimo compleanno,già,ventesimo,per Hope non si hanno fasce d’età se hai una camicia firmata; Era tutto pianificato perfettamente,anche se Morgan non era totalmente d’accordo, ma le opzioni sono due; o fai ciò che Hope dice, o diventi la briciola più inutile della scuola. -Come hai potuto fare una cosa del genere? Spiegami,ora, che cosa ti gira in quel cervello? Hai un briciolo di senso del giudizio?-esclamò sua mamma, sbattendo la portiera dell’auto. -La smetteresti di urlare e cercheresti, al minimo, di ascoltare ciò che dico?-esclamò Morgan,allacciando la cintura di sicurezza,Ollie sbuffò. -Potreste farlo a bassa voce? Sono le cinque e un quarto di mattina e non ho dormito le mie otto ore!-disse il fratello, infilando gli auricolari nelle orecchie e socchiudendo gli occhi. -Ollie,risparmiati i tuoi commenti da gay innervosito.-disse Caleb,prendendo posto nell’auto, Morgan gli diede un calcio sullo stinco per farlo ammutolire. Non le piaceva quando Caleb prendeva in giro ciò che Ollie stava passando, essere un diciassettenne dalle idee confuse sul proprio essere, anche se entrambi litigavano giorno e notte senza sosta, Morgan teneva a Ollie. -Caleb smettila di infastidire Ollie.-disse suo padre, accelerando e svoltando a destra,poi Elle, con il suo sguardo assassino, dallo specchietto retrovisore inquadrò Morgan. -Mamma mi dispiace, mi dispiace tantissimo, è che… ho sbagliato, volevo dire di no a…- -Fammi indovinare? Quella Hope?-disse Elle innervosita.-Chi sei? Il suo robot? Ragiona un po’ con la tua testa una buona volta!- Morgan aprì bocca per cercare di dire qualcosa,ma niente, non aveva idea di cosa poter dire, dopotutto aveva ragione, il suo suo senso del giudizio era pari a -42, da sola o con Hope, e non sapeva perché, ogni decisione che prendeva,sin dalla prima elementare, era sbagliata, dalla più banale tipo che tipo di calzini mettere sotto alla gonna. Morgan era un po’ la ragazza della porta accanto; capelli rosso biondi, occhi chiari, lentiggini sulle mani,carnagione chiara, altezza media, qualche brufoletto sulle guance un po’ lentigginose spuntava da dietro i capelli,ma in qualsiasi modo cercava di non farli notare, e nonostante ben 17 anni della sua vita passati, prendeva le decisioni sbagliate,al momento sbagliato,nel posto sbagliato. -Elle, tranquilla, forse in tribunale non avremo nessuna accusa per “incendio doloso”-esclamò Matt,suo papà,Elle strinse gli occhi. -Dobbiamo solo sperare.- Il resto del tragitto in auto passò in silenzio, nessuno fiatava,e nei capelli di Morgan si sentiva ancora l’odore di bruciato. L’incendio era poi scoppiato solo per aver tenuto in forno delle Tapas troppo a lungo. -Ma doloso vuol dire “intenzionale”,vero?-chiese Morgan,cercando di rompere il silenzio totale. -Si-disse seccamente sua madre,Morgan si strinse nelle spalle.-Credono che tu abbia appiccato l’incendio di proposito.- -Ma non è così,lo giuro!-esclamò,quasi con le lacrime agli occhi.-Ho fatto un piccolo errore nella regolazione del timer, ma lo giuro, non avrei mai fatto una cosa del genere!- -Morgan,lo sappiamo,dovrai solo farlo credere ai giudici.-disse Matt,Caleb scoppiò a ridere. -Morgan che cerca di convincere qualcuno? Buona fortuna.-disse,Morgan roteò le pupille. -Fratello perfetto, ti faresti gli affari tuoi?-continuò Morgan; Ormai era quello il soprannome che gli aveva dato, lui, matricola ad Harvard, perfetto e bravissimo in ogni materia,tanto da oscurare ciò che di buono facevano gli altri due figli. -Quindi dovremmo,come dire…prendere un avvocato personale?-continuò Morgan,Elle annuì. -E questa volta…-disse suo padre,svoltando nella prima curva che dava sul vialetto di casa.-Cerca di non farlo scivolare per le scale del tribunale.-

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Capitolo 2
*** Hoping for Hope... ***


Un filo di luce penetrò dalla finestra della stanza di Morgan,e come se fosse stato programmato, la sua sveglia elettronica,scoccate le otto iniziò a suonare; “BUOOOOOONGIORNO DAYTON, QUI E’ JOJO WRIGHT CHE VI AUGURA UNA BUONA GIORNATA!” Morgan grugnì innervosita, sbattendo un infradito sulla sveglia,cercando di ammutolire il deejay di “KFSM 500 RADIO” che a prima mattina non poteva davvero sopportare. -Va a quel paese Jojo.-disse sbadigliando,strizzando gli occhi e cercando di aprire l’occhio destro intorpidito. La porta della stanza si spalancò improvvisamente, ed Elle in giacca elegante entrò; -ALZATI! DOBBIAMO ANDARE IN TRIBUNALE FRA SOLI TRENTA MINUTI!- gridò la madre,sistemandosi la camicia continuando ad abbottonarla. -Buongiorno anche a te madre.-rispose sarcastica Morgan,Elle sbuffò e le tolse il piumone lilla da dosso. -Non scherzare adesso, muoviti che facciamo tardi-continuò Elle,Morgan sospirò annoiata,serrando le labbra e facendosi forza di alzarsi. Non aveva chiuso gli occhi tutta la notte, era terrorizzata di cosa sarebbe potuto succedere in aula,e cosa principale, era preoccupata per Hope. Non aveva dato segni di vita dalla sera precedente,neanche risposto ai messaggi o alla chat, niente di niente, ed era davvero spaventata, di solito Hope rispondeva sempre ai messaggi,considerato che il cellulare per lei era come un polmone. Corse in bagno e si sciacquò la faccia con qualche resto di cenere sugli zigomi, lavò i denti e si vestì di fretta ed in furia,non sopportando i pugni di Ollie contro il legno della porta. -OLLIE PRIMA CHE TI TRAMORTISCA IL BRACCIO CON QUALCOSA DI DOROLOSO SMETTILA!-gridò la sorella, infilando il suo maglioncino a strisce nero e rosso alla Freddie Krueger che amava tanto,ripettinandosi la coda di cavallo che si era rovinata. -Sai che potresti dirlo più gentilmente? Lo sai questo vero?-continuò Ollie,iniziando a dare colpetti più leggeri alla porta,Morgan sbuffò girando la maniglia. -Ho finito!.-disse innervosita, il fratello fece un sorrisetto compiaciuto. -Complimenti,ci hai impiegato meno di quanto mi aspettassi a spalancare la porta.-continuò Ollie,scomparendo nel bagno con una risatina fastidiosa,Morgan scosse la testa e si diresse verso il piano inferiore. Senza accorgersene,erano già le otto e venti,e l’udienza si sarebbe tenuta a breve,ma non le importava in quel momento,voleva solo sapere se Hope stava bene,se la sera precedente era tornata a casa e che adesso stesse facendo la sua strada verso scuola cancellando mentalmente il giorno prima, cosa che avrebbe fatto lei stessa dopo essere tornata dal tribunale. Così,al primo clacson di suo padre Matt che l’aspettava nel vialetto di casa,afferrò il cellulare e a velocita ultrasonica digitò il numero di Hope; -Hey Hope, sono sempre Morgan, ti prego se senti questo messaggio richiamami,ora sto andando in tribunale,ci vediamo a scuola alle dieci,ti voglio bene.- Morgan attaccò di fretta e furia e fece un respiro profondo,quando un altro clacson un po’ più lungo capì che Matt stava per perdere la pazienza,così infilò il cellulare in borsa correndo nel suv; Però,appena messa la testa sullo schienale in pelle,vide che non era l’unica nei sediolini posteriori; Un uomo alto,un po’ grassottello e dai capelli chiari,vestito elegante e con una valigetta da lavoro in mano la salutò sorridendo. -Mamma…lui chi è?-chiese Morgan,Elle sorrise. -Tesoro,ti presento il signor Schmidt,il tuo avvocato.-

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Capitolo 3
*** Closed case ***


-Schmidt? Dov’è Beau? Il nostro vecchio avvocato?-disse Morgan con voce strozzata,il signor Schmidt allungò la mano verso quella di Morgan. -Si è trasferito nel Milwaukee dopo la tua ultima udienza e quel piede rotto che gli hai provocato-disse sua madre Elle,mettendosi la cintura di sicurezza,il signor Schmidt si schiarì la voce. -Io comunque mi chiamo Kent, e sono un grande amico di Beau, e ho preso il suo posto,ma non ti preoccupare,non mordo!-esclamò Kent,facendo ridere i genitori di Morgan,mentre Morgan rimase impassibile,in silenzio, e non si accorse neppure della mano a mezz’aria di Kent,così la strinse velocemente e sospirò sul sediolino,incrociando le braccia e le dita. Per arrivare in tribunale ci vollero circa trenta minuti,che i genitori di Morgan passarono a chiacchierare con il signor Schmidt di “quel famoso ladro che Kent era costretto a difendere”,quando parcheggiarono in uno degli spazi liberi ed entrarono nella struttura. -Venire qui per la seconda volta fa quasi più paura.-disse a bassa voce Morgan,infilandosi le mani in tasca e sedendosi su di una panca di legno,premendo la testa contro lo schienale come quasi volesse tornare a dormire; i suoi genitori si accomodarono e Kent si mise affianco a Morgan,sorridendo e cercando di non metterla sotto pressione. -Tranquilla, non è niente di grave rispetto ai crimini che ho dovuto difendere.-disse il signor Schmidt ridendo,Morgan scrollò le spalle. -Secondo voi è una cosa negativa ritrovarsi in tribunale una seconda volta,in sei mesi?.-domandò Morgan,Kent storse la bocca. -Forse…ma se sei innocente,allora no signorina!-esclamò,quando il giudice entrò in aula. -Salve,sono il giudice Valerie e…-la donna si fermò,osservando l’aula da capo a piedi,e poi abbassando gli occhiali sul naso appena vista Morgan.-Williams? Di nuovo qui?- -Già…-disse mormorando Morgan, il giudice scosse la testa e ritornò a sedersi,dicendo qualcosa di indecifrabile che a giudicare dalla sua espressione molto mancante non era positiva. Il signor Schmidt raccontò il caso,Morgan si alzò in piedi con le ginocchia tremanti ed ascoltò tutto per filo e per segno,quell’avvocato era davvero bravo,avrebbe fatto credere qualsiasi cosa a qualsiasi persona. -Quindi,non è stata la signorina Morgana Noah Williams,ad appiccare il fuoco,giusto?-chiese il giudice Valerie,Morgan annuì nervosamente. -E,perché di sicuro ogni buon avvocato ha bisogno di delle prove…-il signor Kent tirò fuori dalla borsa un piccolo laptop portatile,che girò davanti al giudice,e poi premette play. Erano i video registrati dalle telecamere di sicurezza del quartiere,dove si inquadrava la casa prototipo in fiamme,tanto che Elle strinse gli occhi quasi per non rivedere quella scena,e poi…niente,un gruppo di teenagers scappare fuori dalla villetta,e un primo piano di Morgan urlante che correva verso la strada opposta. -Come ha…-cercò di chiedere Morgan a bocca aperta indicando lo schermo,il signor Schmidt sorrise. -Chiamatemi anche come detective se preferite.-disse sottovoce,Morgan rise,una delle prime risate dopo quella serata d’incubo.-I video me li hanno dati i controllori del quartiere,e credo che con questo abbiamo abbastanza prove…- Il giudice roteò le pupille e iniziò a far ticchettare le dita sul legno del tavolino,innervosendo tutti a morte. -ALLORA?-si fece scappare Matt,Elle gli fece segno di stare in silenzio. -Beh,la ragazza è innocente per l’incendio,ma lo stesso ha invaso una proprietà non sua di sua spontanea volontà,non è così?-disse il giudice,Morgan scosse la testa. -No! Lo giuro è…-Morgan si fermò,come aveva detto Kent,ci vogliono le prove,e lei che prova aveva per convincerla a farle credere la verità? Che la sua migliore amica l’aveva costretta ad organizzare tutto ciò? Ecco che le ritornava in mente Hope,come mai lei non era in tribunale? -Io…-Morgan sospirò arrendendosi.-Si,e mi dispiace.- Il giudice annuì soddisfatta,mentre Elle strinse le labbra,capendo ciò che intendeva la figlia. -Beh,allora non posso metterti in prigione per una cosa del genere-disse il giudice,Morgan sorrise.-Però sconterai la tua pena con 200 ore di servizi sociali nella casa di riposo “Centennial”,ogni sabato,ed aiutando nella ricostruzione del progetto!- Matt,Elle e Kent scoppiarono in tanti sorrisi allegri,mentre Morgan rimase senza parole. -Cosa intende con servizi soci…- -IL CASO E’ CHIUSO,WILLIAMS-gridò il giudice,sbattendo il martelletto contro il legno.

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