Big Damn Table [3x9]

di Chibi_saru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indice ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***
Capitolo 4: *** 3. ***
Capitolo 5: *** 4. ***
Capitolo 6: *** 5. ***
Capitolo 7: *** 6. ***
Capitolo 8: *** 7. ***
Capitolo 9: *** 8. ***
Capitolo 10: *** 9. ***
Capitolo 11: *** 10. ***
Capitolo 12: *** 11. 056. 057. 058 ***



Capitolo 1
*** Indice ***


Nuova pagina 1

Messaggio Dell’autrice: Beh… avrei dovuto pensare prima a fare quello che sto facendo ora. Come alcuni di voi sapranno… o forse no… beh comunque, ho cominciato La Big Damn Table (BDT), l’ho cominciata un po’ di tempo fa invero e ho già pubblicato alcune storie. Mi ritrovo però, ora, a pensare che, a lungo andare, avrò davvero troppe storie sparse (contando che ho cominciato la BDT anche per Sasuke di Naruto avrei, alla fine di tutto, duecento storie) ho pensato di utilizzare questa raccolta.

Cancellerò dunque tutte le fic precedentemente postate –salvando ovviamente i commentie riposterò di nuovo tutto, mettendo ovviamente anche quelle nuove che ho scritto.

Spero che, con questo cambio di ubicazione, tutti continuino a seguire le Fic della Damn *fa un inchino*

Attenzione!: Ho scelto, per un motivo valido, di tenere le storie NC17 fuori dalla raccolta con, comunque un richiamo di link, fino ad ora ho scritto veramente poche NC17 e, per questo, non vorrei alzare il rating della raccolta per solo tre o quattro fic. Per raggiungere le fic basterà premere sul segno "+" messo accanto al riassunto.

Spero che comprenderete _O_

Note: Big Damn Table – Una specie di “sfida” che porta tutti a scegliere un determinato Parino o Personaggio di una determinata serie e scrivere 100 fic su di lui. Le fic possono avere ogni rating, ogni paring (se si sceglie solo il personaggio) e le relazioni scelte (sia nel paring che nel singolo personaggio) possono essere tutte – Slash, Het o Bisex <3- ma, ad una condizione, bisogna seguire una tabella (data da loro) e utilizzare solo e tutti i 100 prompt dati. Una bella gatta da pelare, l’assicuro. Se qualche coraggioso volesse provare può contattarmi per ricevere il link ^O^ in quanto metterlo qua mi sembra davvero troppo pubblicità <3 Sono una brava bambina, alla fine.

Note2: Le varie storie verranno così suddivise: Inizialmente il numero del capitolo al quale potete trovarle (esempio il 2° prompt è messo al 1° capitolo e dunque accanto ha il numero uno) poi il numero del Prompt e la relativa parola; poi i caratteri propri della fic: Titolo, Rating, Paring (anche se sarebbe superfluo <3) e, a capo, il riassunto.

Arigatou Gozarimasu (Grazie Mille <3)

Big Damn Table

3x9

Chibi Production

1. Prompt 002. Intermezzo – Buono a Sapersi. PG13. SanzoxGoku.

Buono a sapersi che quello era stato solo un intermezzo.

2. Prompt 026. Compagni di squadra – Knock It. PG13.SanzoxGoku. Comico

Così, la prossima volta, imparano a bussare


3. Prompt 028. Figli – Child Inside. PG13. SanzoxGoku. Niente MalePreg

Sanzo...noi...non possiamo avere figli,vero?


4. Prompt 042. Triangolo – Rapprto Geometrico. PG13. SanzoxGoku. HomuraxGoku ttti da parte d Homura <3

Perchè, dopotutto, non tutto quello che ha tre punte è un triangolo


5. Prompt 022. Nemici – Nemici. PG13. SanzoxGoku. Fic Demenziale. Comico

«Scimmia, io ancora però non ho capito perché ci siamo dovuti mettere… questi cosi» «Sanzo! E’ una comunicazione ufficiale del nostro amore! Si è mai sentito di qualcuno che non mette lo smoking per comunicare il proprio fidan… NO! Sanzo non bruciare il vestito!!!»



6. Prompt 005. Esteriorità – Esteriorità. PG13. SanzoxGoku.

Ogni essere umano ha due livelli di lettura.


6. Prompt 004. Interiorità – Interiorità. PG13. SanzoxGoku.

Ogni essere umano ha due livelli di lettura.


7. Prompt 030. Bugiardo – Morte. PG13. SanzoxGoku. DeathFic

La shoreju di Sanzo puntata alla tempia del demone e gli occhi felini del Seiten puntati in quelli ametista di Sanzo. Ora ti ucciderà ed è giusto così, pensò una parte del Seiten mentre, la rabbia dentro di lui, gridava a quella voce di stare zitta; lui non sarebbe morto.


8. Prompt 093. Ringraziamento – Sorrisi. PG13. SanzoxGoku. Regalo di compleanno


9. Prompt 067. Neve – Calore. PG. SanzoxGoku.

Goku si strinse un po’ di più nel cappuccio di tela che gli copriva il capo e maledisse la neve che cadeva stancamente dal cielo. Corricchiò un poco cercando di scaldarsi ma si fermò tre passi più avanti voltando poi il capo verso dietro. .


10. Prompt 017. Marrone – Il colore della mattina. PG. SanzoxGoku.

«Sì, sì… allora… Domanda numero 16: Quale colore esprime meglio il vostro stato d’animo?» chiese, leggendo l’ennesima domanda di quello stupidissimo test.


11. Prompt 056. Colazione. 057. Pranzo. 058. Cena – I giorni della colazione. PG. SanzoxGoku.

A volte non è Hakkai a scendere per primo per la colazione


Rating Rosso

N. Prompt 036. Olfatto – L’odore del sesso. Nc17. SanzoxGoku

C'è un odore di cui Goku proprio non riesce a fare a meno... anche se non sa di che cosa sa. +

Disclaimer: I personaggi non sono miei, li uso solo per mio diletto e perchè, e lo sanno tutti, ho una mente perversa e contorta. Ma non ho manco un soldo, inutile che ci provate... al massimo potete prendervi il mio cervello... e non so se vi conviene <3

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Capitolo 2
*** 1. ***


Buono a Sapersi

Non c’era nulla di sbagliato in tutto quello. Sanzo era stato chiaro e lui non poteva che essere d’accordo con lui.
Colpì sulla fronte uno youkai che, spavaldamente, aveva cercato di colpirlo frontalmente.
Era tutto perfettamente normale e fottutamente inutile, era una cosa stupida e insensata.
Si affiancò ad Hakkai ed eliminò in un sol colpo tre degli aggressori, sorrise al moro e poi tornò a colpire con foga.
Goku era semplicemente troppo passionale e semplicemente troppo ingenuo per non lasciarsi trasportare dalle sensazioni. O così almeno diceva il biondo.
Evitò per poco un coltello lanciatogli da uno youkai alle sue spalle e fece allungare il suo bastone per poter colpire quei bastardi meglio.
Era stata la cosa di un minuto, di un secondo e di una notte. Era stata uno sbaglio, una cosa che non si sarebbe mai ripetuta.
Scattò in avanti e affondò il bastone nella carne morbida del suo nemico, lo sentì contorcersi e poi sparire, urlando di dolore.
Era stata una cosa irreale, un momento di debolezza che, entrambi, non potevano davvero concedersi di nuovo.
Un piccolo salto all’indietro lo portò affianco al rosso che faceva volteggiare la sua arma come una barriera e che, colpo dopo colpo, tagliava corpi e tagliava sangue.
Era stata la cosa migliore che Goku avesse mai provato. Ma Goku non l’aveva detto mentre il biondo continuava a ripetere cosa quella notte era stata.
Gojio lo prese in giro per un po’, Goku rispose con meno grinta del solito, poi le due armi scattarono all’unisono come i loro piedi. Ed era di nuovo morte.
Sanzo aveva parlato tanto di quello che, la notte scorsa, era stata che Goku, davvero, non se l’era sentiva di appesantirla ancora.
Si fermò di botto sopra una piccola collinetta ritrovandosi davanti ad una decina di youkai che si erano stretti intorno a lui. Ghignò malignamente.
Segreta. Futile. Irripetibile. Debole. Irrazionale. Pazza. Calda. Sbagliata. Strana. Estranea. Un fottuto intermezzo.
Ne aveva abbattuti otto e si preparò ad uccidere gli ultimi due, i suoi occhi e le sue mani erano ricoperti di sangue, ma non importava.
Era stata un intermezzo in quel loro viaggio. Solamente… un intermezzo. Non un qualcosa che sarebbe continuato.
Colpì il primo che però gli graffiò la guancia destra e poi, con un colpo di reni abbassò l’arma per colpire il secondo. Peccato che, il secondo, era attorniato anche dal terzo e dal quarto.
Un intermezzo. Il sesso – non l’amore – che c’era stato tra loro era stato un intermezzo divertente e un buon anti-stress. Buono a sapersi.
Il secondo cadde a terra morto mentre il quarto gli colpiva una gamba e il terzo gli graffiava il petto. Ringhiò e il nyoibo scattò per colpire il terzo in faccia. Il quarto l’avrebbe semplicemente colpito, forse a morte.
Davvero, quella sera era stata così tante cose che, Goku, non pensava potesse davvero essere altro. E invece…
Il terzo crollò a terra tenendosi il viso e il sangue che ne fuoriusciva, il quarto aveva evitato il colpo e aveva fatto scattare il braccio verso il suo stomaco, o verso i suoi polmoni. Goku sentì solo uno sparo.
Meravigliosa. Entusiasmante. Bellissima. Appagante. Appetitosa. Unica. Sua. Desiderata. Un ipotetico inizio.
Sanzo arrivò dietro di lui, la pistola ancora fumante e tesa. L’ultimo demone, anzi, solo le sue ceneri, giacevano ora davanti al moro.
Un inizio. L’amore – non il sesso – che c’era stato tra loro sarebbe potuto essere l’inizio di un qualcos’altro. Buono a sapersi che non era così.
Sanzo si accese una sigaretta e tornò alla jeep. Hakkai e Gojio erano già lì che parlavano di non sapeva cosa. Lui semplicemente guardava il biondo e i suoi capelli dorati.
Buono a sapersi che quello era stato solo un intermezzo. Perché Goku non lo vedeva davvero in quel modo.



Fine


Note: La decisione di svolgere questa Fic in questo modo "intervallato" è nata come scelta consapevole. Perchè tutto quello che Goku pensa è, anch'esso, semplicemente un intermezzo della loro normale routine.

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Capitolo 3
*** 2. ***


Nuova pagina 1

Prompt 026. Compagni di squadra

Knock It

 

 

«Sanzo, che facciamo?»

Il moro leggermente agitato guarda il compagno che continua incurante a leccargli l’ombelico, ed eccitandolo anche.

«Niente…»

«Come, mhh, niente…?»

Il biondo alza le spalle e passa a mordicchiare il capezzolo del moro, passandoci la sua lingua umida e prendendo a mordere voracemente fino a farli diventare turgidi.

«Ma… sono, ahh, sono nos… ahh… compagni di… squadra… non possiamo…lasciarli lì»

Sanzo nemmeno degna di attenzione i due corpi malamente svenuti sulla porta, guarda i capezzoli bruni del moro e sa perfettamente che ha altro di cui interessarsi.

«Così la prossima volta imparano a bussare prima di entrare»

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Capitolo 4
*** 3. ***


Child Inside

Goku guarda una coppia che tiene in braccio un bambino che sorride. Non c’è un motivo preciso per cui sorride, quel bambino sorride perché è un bambino.
Non ci sono altre ragioni.
Goku sorride di riflesso e guarda il bambino occhieggiare alla sua direzione e spalancare i piccoli occhi verdi. Le sue mani cominciano a muoversi verso di lui e dei risolini divertiti nascono dalla sua gola. Goku non sa che fare mentre vede i due genitori girarsi e guardare verso di lui.
Lo sguardo dei due adulti non si riempie di stupore, né di disgusto… è semplicemente amore, prendono il loro bambino in braccio e gli dicono qualcosa. Cosa, Goku non lo sa.
Gli si avvicinano poi e il bambino si fa più felice. Goku non ricorda cosa la coppia gli abbia detto, ricorda di avere riso e poi di essersi piegato e che il bambino gli ha infilato un dito in un occhio.
Ricorda semplicemente questo, e, davvero, gli basta.

¤

"Sanzo…"
Il corpo del biondo si muove, e si strica un po’ contro il suo in un evidente tentativo di allontanare la piccola discussione che, Goku, sta cercando di intavolare.
"Sanzo… noi… non possiamo avere figli, vero?"
Sanzo apre gli occhi e pianta le sue ametiste nei soli di Goku. Pensa sia uno scherzo, una stupidata delle sue, un qualsiasi cosa che, in realtà, non è.
"Pensavo di avertela spiegata la storia delle api…"
"Si… so come funziona ma…"
Goku non parla più, si mette a sedere e Sanzo mugugna contrariato. Tenta di rimettersi sopra la pancia del moro ma non c’è modo e si limita ad abbracciargli i fianchi.
"Io vorrei avere un figlio…"
Sanzo tiene gli occhi chiusi ora, e Goku pianta i suoi sulle sue palpebre aggrottate. Spera inconsciamente che Sanzo capisca, ma sa già che non sarà così.
"Vai a cercare una cameriera…"
Sbuffa contrariato e, con una mano, comincia a spettinare i fini e perfetti capelli dell’altro. Pensa che non sa come spiegarsi… e che tutto ciò non è facile e non lo sarà mai.
"Io… voglio un figlio si… ma con te."
"Vedi che non hai chiara la storia delle api…"
Goku ferma la mano e guarda fisso davanti a se, Sanzo non fa nulla se non aggrottare le sopracciglia… è strano quel silenzio, perché non è il solito silenzio e Sanzo non sa davvero come comportarsi nel non-solito silenzio.
"Non hai mai sognato di crescere un bambino, Sanzo?"
"Io odio i bambini baka saru… e poi ho già cresciuto te…"
Goku lo guarda un secondo… poi sospira e sbuffa. Riprende a passare le mani sul capo dell’altro e ridacchia divertito. 
"Cosa hai adesso?"
"No, niente… che ne dici di dormire? O al massimo andiamo a mangiare qualcosa!"
"Baka Saru"
Goku ride e lascia che Sanzo lo trascini sotto le coperte e che gli scocchi un veloce bacio a stampo. Passa le mani attorno alla vita del biondo e poi struscia il viso contro la sua spalla.
In fondo non gli interessa avere un figlio. Lui ha già il bambino che c’è in Sanzo da crescere.

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Capitolo 5
*** 4. ***


Rapporto Geometrico

Goku restava lì, appollaiato sulla cima di quel grande albero guardando sotto di lui alla ricerca di qualcosa che non sapeva nemmeno lui.
Vedeva Gojio e Hakkai che combattevano strenuamente contro Zenon e Shien, sentiva il sudore che si sperdeva per la valle e il sangue che impregnava il terreno.
Sentiva che quello che stava facendo era sbagliato, sapeva che rimanere lì, come spettatore e non come attore, era qualcosa di così totalmente ingiusto e contro natura da riuscire a farlo vergognare in una maniera che non avrebbe mai creduto possibile.
Lo sapeva.
Eppure rimaneva lì, spaventato e in fondo stanco di essere ferito ogni singola volta, con le lacrime agli occhi e le mani piantate sulla corteccia ruvida quasi a sorreggere quella sua decisione. Doveva trattenersi dallo scendere ad aiutare quei compagni così disordinati e casinisti ma, forse, non era nemmeno quello.
Doveva farsi violenza da solo per non tornare indietro, reclamare quel calore che, in un certo senso, poteva definire suo e lasciare perdere la sua dignità e il suo orgoglio. Lasciare perdere ogni cosa che non fossero state delle ametiste violacee.
Sapeva di essere ripetitivo, sapeva di essere così penoso da poter essere paragonato ad un verme, eppure i suoi pensieri, i suoi spasmi, anche la sua vita, perché no, tendevano sempre verso quel qualcos’altro che aveva chiamato nella prigione.
Non faceva differenza quanto venisse calpestato, quanto ogni suo tentativo di "qualcosa" venisse ignorato con una naturalezza disarmante, era comunque prigioniero di quel qualcosa che Sanzo non voleva fare nascere.
Tentare di scappare - dato che era ormai evidente la totale riluttanza del biondo a qualsiasi relazione con lui - era l’unica soluzione che gli rimaneva, codarda e riprovevole ma comunque l’ultima.
Strinse più forte il tozzo e ruvido ramo conficcandoci le unghie fino a sanguinare e mordendosi il labbro fino a farlo diventare livido. Sanzo non era nemmeno lì, non era nemmeno venuto a vedere se, chi lo sa, il suo stupido animaletto – o forse la sua stupida palla al piede – avesse bisogno del guinzaglio per tornare a casa.
Era semplicemente chiuso nella sua vita fatta di ricordi troppo impalpabili perché Goku potesse leggervici dentro; semplicemente troppo intento a chiudersi nella sua sofferenza da accogliere la sua mano tremante.
Ormai non seguiva più la battaglia che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi, non aveva nemmeno notato la comparsa di Homura, lì, davanti a quella che aveva imparato a considerare , e ormai amava farlo, la sua famiglia. 
Gojio con il viso contratto dallo stupore e dalla preoccupazione e Hakkai livido per la stanchezza. Cosa avrebbero detto se avessero saputo che lui, vile codardo, era semplicemente a pochi passi da loro a guardare la loro disfatta?
Sorrise amaramente abbassando la testa e cominciando a piangere lacrime silenziose ed invisibili.
Non sarebbe mai potuto tornare da loro a testa alta e nemmeno strisciando come un cane, era andato troppo in là, così in là che Sanzo non era venuto sentendo i suoi richiami d’aiuto.
Ora era ancora più sporco di quell’eretico chiuso nella grotta.
Si odiava, si odiava in maniera così totalizzante e disperatamente agonizzante da non voler altro che la morte o una vita da peccatore.
Non meritava altro, né comprensione né amore. Sanzo aveva assolutamente ragione a respingerlo con così tanto ardore e disprezzo. 
Cosa era lui se non un eretico orrore?
Era sporco e, diamine, sporco doveva restare. Doveva vivere nel lordume e sguazzarvici come il più sudicio dei porci. Doveva abbandonare quella luce che rischiarava la sua vita, semplicemente non la meritava.
Avrebbe seguito Homura e vissuto dietro di lui come il mostro che era; quel Dio che sapeva il suo passato e quello di cui era capace, quel Dio che, con un destino simile al suo, sentiva vicino a lui.
Due eretici sporchi di colpe commesse, era giusto che stessero assieme. No?
Era così forte delle sue decisioni che non riuscì nemmeno a respirare quando, all’orizzonte, vide una figura snella e slanciata avvicinarsi. Era così dannatamente sicuro che non poteva fare altro che boccheggiare e sentirsi male.
Era così dannatamente poco sicuro, che le lacrime non furono alto che la pulizia che gli bastava per tornare da lui.
Sporco di tutte le sue colpe non esitò a scendere da quel nascondiglio improvvisato e lasciare che tutte le sue paure scivolassero fuori da lui per ricreare quelle catene che lo legavano al biondo.
Le parole volavano via e l’unica cosa che non poteva fermare era la felicità e il calore che, quella mano sulla sua testa, gli procuravano. Non sapeva che cosa fosse quella sensazione strana, era come una droga o meglio, come una malattia.
E lui si sentiva infetto fino al midollo.

*

 

"So… so di essere solo… solo una palla al piede… solo… per te ma… io mi… preoccupo per te e…"
"Che diamine hai detto a questo moccioso Homura?"
"Assolutamente nulla…"

*

Goku pregava e si avvicinava sempre di più a quella luce, pregava e si contorceva nel tentativo di esser purificato in più parti possibili. Anche se non ne era degno… e lo sapeva perfettamente.

*

"Io sono di cattivo umore per la pioggia Scimmia… tu non c’entri. E poi… io non volevo uno schiavo"

*

Non era di molte parole Sanzo, eppure diceva sempre quelle che servivano. Semplicemente quelle giuste per lui.
Sanzo se ne era andato da un po’ e Hakkai e Gojio erano rimasti un po’ a guardare le sue iridi dorate perdersi all’orizzonte prima di volare via, come due spiriti della notte, senza disturbare le sue riflessioni.
Ora erano semplicemente lui e quel Dio che era tanto simile a lui. Lui, quel Dio e tutte le sue convinzioni in frantumi.
"Io… non so semplicemente cosa fare"
Homura si era mosso piano, come un felino che si avvicina alla sua preda, Goku la sentiva, la sua presenza incombente, non osava avvicinarsi e toccare la sua pelle ambrata ma il suo respiro era così caldo sul suo collo.
"Lo capisco… tu hai ancora bisogno della sua luce, vero?"
L’Itan abbassò la testa colpevole e colpito, vittima e carnefice.
Lui aveva ancora così disperatamente bisogno di Sanzo da essere quasi soffocante quello che provava per il biondo, amore e nient’altro.
Ci aveva messo un po’ a capirlo.
"Lo amo…"
Il respiro sul suo collo era diventato freddo ma non meno piacevole. Eppure non avrebbe voluto il collo del Dio sulla sua pelle.
"E lui, ti ama?"
"Credo… credo di si"
Le mani grandi ed incatenate dell’altro andarono a prendere la sua per portarsela poi, elegantemente, alla bocca.
"Ma, anche io ti amo, come facciamo?"
Goku spalancò quegli occhi dorati di bambino e lo guardò spaesato, mai avrebbe… sperato… che qualcuno gli dicesse di amarlo così, senza alcuna garanzia, per il solo gusto di dirglielo.
Sentì la sua sensibile carne della mano venire torturata dai denti del moro e la lingua dello stesso lambire poi il piccolo succhiotto che si era venuto a formare.
"Oh, non importa, io so aspettare… che divertente, ora siamo l’eterno triangolo"

*

La mattina dopo arrivò quasi troppo in fretta per il demone che, pensieroso, sedeva sul sedile dietro di Hakuryu. 
Non aveva avuto ripensamenti, era Sanzo quello che amava, non Homura ma aveva mentito al Semi-Dio. 
Sanzo non lo amava.
E questo lo avrebbe portato a cedere, di nuovo, sotto il peso del suo sentimento… e questo lo preoccupava più di ogni altra cosa.
"Cosa ci fai qui scimmia?"
Goku si voltò verso il biondo che, ora, lo guardava in maniera strana e, Goku, registrò, quasi felice.
Sorrise imbarazzato e ancora succube di tutte quelle preoccupazioni.
"Io, vorrei… ecco…"
"Oh, bene, hai pure perso la parola ora…"
"Sei cattivo, Sanzo!"
"Tsk"
Il biondo si sedette nel suo solito posto lasciando a Goku la visuale dei suoi capelli al vento. Il demone non sorrideva più… non faceva più niente, nemmeno respirare.
Era, schiacciante, quello che provava. Troppo opprimente. Decisamente troppo.
Portò in avanti la testa fino a poggiarla delicatamente nello schienale davanti. Era scoppiato a piangere e non sapeva nemmeno quando era successo.
Diamine se lo amava.
"Sanzo… lo sai vero?… che ti voglio bene…"
"Che diamine ti sei fumato, scimmia?"
Un sorriso amaro comparve tra le labbra della scimmia
"A me più che un triangolo mi sembra una bella linea retta."


Fine


Note: Ultimo capitolo di quelli già postati <3 Da ora in poi saranno tutti Inediti ^O^

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Capitolo 6
*** 5. ***


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Goku tossicchiò un paio di volte e poi spostò lo sguardo fisso davanti a se.
Non avrebbe avuto paura, per niente. Doveva semplicemente affrontarli, l’aveva già fatto un sacco di volte no? Certo, prima magari aveva il Nyoibo per difendersi me non era questo il punto.
Ce l’avrebbe fatta, per forza.
«Scimmia, muoviti»
Sanzo entrò dalla porta proprio un secondo dopo che lui aveva finito di vestirsi. Voltò lo sguardo verso il biondo e, prima di poter riprendere a pensare, dovette aspettare un po’.
Sanzo stava divinamente quando si toglieva quella casacca da monaco – stava divinamente anche con quella messa – ma il punto era che, Sanzo, ora non stava solo divinamente, da qualche parte aveva, di sicuro, tatuata la scritta “nato per scopare”. Non poteva essere altrimenti.
Sanzo in completo nero era… era…
«Sei morta, scimmia?»
Goku scosse la testa spalancando gli occhi e poi si voltò di nuovo verso lo specchio. Sanzo, in smoking, era… beh… mentre lui…
Chinò il capo sconfitto e si voltò verso il biondo.
«Pronto…»
Sanzo arcuò un sopracciglio e lo guardò scettico. Prima che Goku avesse il tempo di formulare alcun pensiero – che, probabilmente, sarebbe assomigliato ad un “Si sta preoccupando per me! LO AMO ” – il biondo aveva già scosso le spalle ed era uscito dalla porta facendo segno al più piccolo di seguirlo.
L’Itan si fermò a contemplare Sanzo ancora un po’ prima di trotterellare al suo seguito pregustando tutto quello che avrebbero potuto fare finito quel supplizio.
Strinse i pugni e si preparò psicologicamente. Non stava per andare a morire, doveva semplicemente dire a tutti quanti della sua relazione con Sanzo e della loro decisione di prendersi quattro giorni tutti per loro; Una richiesta giusta no? Da quando stavano insieme erano riusciti a… ehm… concludere solo pochissime volte.
Ma, da quel minuto, tutto stava per cambiare.
«Scimmia, io ancora però non ho capito perché ci siamo dovuti mettere… questi cosi»
«Sanzo! E’ una comunicazione ufficiale del nostro amore! Si è mai sentito di qualcuno che non mette lo smoking per comunicare il proprio fidan… NO! Sanzo non bruciare il vestito!!!»
Dopo un’innumerevole quantità di facce da cucciolo Goku riuscì a convincere Sanzo a non bruciare il vestito, o il vestito che stava portando lui addosso o i suoi capelli o tutto il palco o il tendone o le sedie o l’estintore o l’intero edificio.
Si appuntò in testa di non ripetere mai più la parola “fidanzamento” almeno fino al giorno in cui, il suicidio, non gli sarebbe sembrato una proposta allettante.
Prese due profondi respiri e chiuse gli occhi tentando di ricordarsi cosa gli aveva insegnato Hakkai su quella cosa strana che si chiama… Joda? Koda? Gioga? Oh be, qualcosa di simile.
«Nervoso, scimmia?»
Goku sorrise istericamente e poi scosse il capo.
«Sto solo cercando di memorizzare le uscite di sicurezza»
Sanzo sbuffò e poi poggiò la mano sul capo di Goku arruffandogli leggermente i capelli.
«Basta che li uccidi tutti, più facile e soddisfacente di così…»
Poi Sanzo cominciò ad avvicinarsi al palco mentre, Goku, rimase fermò con gli occhi annacquati e una scritta al neon dietro la testa che recitava “TI AMO”.
Rise alla faccia schifata del biondo che l’aspettava prima dell’entrata e arrivò al suo fianco trotterellando. Dopotutto erano quei gesti in contrasto con le sue parole rudi a rendere Sanzo così affascinante.
Prese un altro profondo respiro e poi salì sul palco. Era tranquillissimo, le ginocchia non gli stavano tremando, semplicemente… ecco… stava… ehm…
Ok, era terrorizzato e le ginocchia avevano deciso di ballare la samba per conto loro.
«S-salve a… tutti…»
Goku fece un piccolo cenno con la testa verso il “pubblico” sorridendo debolmente.
In prima fila, Kogaiji, Dokugakuji e Hazel, lo squadravano malamente… ma perché solo a lui? C’era anche Sanzo sul palco!
Si girò verso il biondo intento a lanciarsi occhiate di fuoco con Homura e Gato e si consolò un poco.
Dall’altra parte della sala, Lirin, aveva preso ad urlare contro dei tizi in camice bianco – Goku notò rabbiosamente che, quello con il coniglio, non la smetteva di fissare Sanzo – e, la donna volpe, stava occhieggiando il sutra che, Sanzo, aveva nascosto sotto il vestito; Yaone parlava energicamente con Hakkai e, alternandosi, i due si scambiavano lunghi inchini. Goku sbatté le palpebre un paio di volte cercando di ignorare il rosso che, all’ultima fila, si divertiva a stuzzicarlo senza mai, però, perdere di vista gli… - Goku arrossì miseramente quando se ne accorse – armamenti di Yaone.
Il moro si voltò un’ultima volta verso il compagno sperando di ricevere un po’ d’appoggio, si rigirò immediatamente con una faccia funerea quando capì che, dal biondo, non avrebbe avuto alcun tipo di aiuto, era troppo impegnato a gestire quella gara di sguardi con Homura.
«Ehm… salve a tutti, grazie per essere venuti…»
«Si, ma dove sono le tartine gratis? Erano una promessa»
Sanzo non spostò il suo sguardo fulminante da Homura nemmeno mentre Kamisama – indignato per l’assenza delle tartine – si alzò e lasciò la sala.
«…Ehm… dicevamo…» Goku tossicchiò ed assestò un piccolo calcetto agli stinchi del compagno occhieggiandolo con rimprovero, non servì a niente se non ad avere un harisenata in testa «… ahi… che… noi vi abbiamo riuniti qui perché…»
Tutta la sala era in silenzio e attenta alle sue parole, Hakkai sorrideva quietamente mentre, Gojio, se la rideva sotto i baffi. Bastardi, loro sapevano tutto e non stavano facendo nulla per aiutarlo… bastardi.
«Io e Sanzo… avremmo una cosa da dirvi, ecco… sto cercando il modo migliore per dir…»
«Noi stiamo insieme pezzi di merda, avete capito? Qualche obbiezione? La scimmia qui è occupata, territorio segnato, proprietà privata, mia, tutto chiaro?» Sanzo concluse il suo intervento non togliendo gli occhi di dosso dal Dio – anche se, un po’, occhieggiò anche al totem, tanto perché fosse chiaro- e ghignando in maniera quasi indegna.
Goku invece sbiancò malamente e guardò con paura il pubblico davanti a lui.
Oddio, come avrebbero reagito? Lui aveva pensato di addolcire un po’ la pillola con storie strappalacrime e romantiche… e invece…
La sala era in silenzio, di nuovo, Hakkai continuava a sorridere mentre, Gojio, era ormai caduto dalla sedia per quanto si stesse sforzando di non ridere.
L’aveva già detto bastardi?
«E-ecco… io… non avevo in mente di dirlo così ma…»
Dopo tre minuti in cui il moro balbettò ogni cosa che gli passò per la testa la folla esplose.
Hazel balzò in piedi con Gaito – che continuava a squadrare Sanzo – a seguito urlando su come, Sanzo, dovesse essersi bevuto il cervello; Homura si alzò indignato sguainando la spada infuocata e avanzando imperiosamente verso il biondo, già pronto ad accettare la sfida.
Lirin si alzò in piedi urlando divertita per il trambusto e raggiungendo il “pelato Sanzo” sul palco, i tre tizi in camice, intanto, stavano dividendo i soldi della scommessa.
Yaone era sbiancata visibilmente per poi sorridere e dare la sua approvazione silenziosa. Kogaiji era svenuto mentre, Dokugakuji tentava di farlo rinvenire. Giokumen Koshu si era avvicinata ai tre scienziati chiedendo a Nii jien la sua vincita.
Goku avrebbe tanto voluto non ricorrere alle maniere forti… stava annunciando a tutti i suoi… beh, nemici, del suo fidanzamento, era una data importante!
E invece eccoli che finivano di nuovo a combattere, maledizione a tutti!
Goku schivò un colpo di pistola di Gaito che, costretto da Hazel, aveva cominciato a sparare contro di lui– stranamente alcuni colpi andavano verso Sanzo… ma nessuno ci fece caso.
Sanzo prese a combattere una lotta furiosa con Homura mentre, Gojio e Hakkai presero a combattere con Zenon e Shien – Il primo perché annoiato, il secondo per solidarietà.
Presto non si riusciva più a capire chi colpiva chi e chi rapiva chi e, Sanzo, si era ritrovato più volte a rischiare di colpire Goku perché, Homura, aveva allungato un po’ troppo le mani.
Hazel continuava ad ordinare a Gato di sparare e, quest’ultimo, approfittando della confusione lanciava un po’ più di proiettili verso il biondo; Kogaiji e Dokugakuji erano ancora fuori dalla mischia come così Yaone, Giokumen Koshu e i tre scienziati che avevano cominciato a discutere sulle poste.
Goku abbassò il Nyoibo su una testa a caso, ormai non ci faceva più nemmeno caso, e passò a colpire il prossimo avversario. L’avrebbe steso di certo se, qualcosa, non l’avesse colpito alla testa.
Poi, era diventato tutto buio.
«Goku, Goku? Scimmia, svegliati!»
Goku aprì un occhio dorato occhieggiando distrattamente Gojio che lo guardava esasperato.
«Era ora! Hai dormito tutto il viaggio su di me! Lo so di essere bello e comodo ma non sei il mio tipo, scimmia»
«Eh?»
Goku si mise a sedere guardandosi in giro confuso, era su Hakuryu e stavano attraversando uno dei soliti deserti, Hakkai rideva mentre, Sanzo, stava usando l’Harisen contro Gojio che, dopo il primo colpo, aveva osato definirlo un “Marito geloso”.
Goku si appoggiò al sedile sospirando sollevato, era stato tutto un sogno, un sogno… beh non proprio orrendo.
«Che diamine hai da ridere tu, Baka saru?»
«Lo smoking ti sta davvero bene»

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Capitolo 7
*** 6. ***


 Esteriorità
Goku.
Goku è un bambino.
Il suo corpo è agile e piccolo, come quello di una scimmia, e la sua pelle è bronzea come se fosse nato bagnato dal sole stesso; i suoi capelli sono morbidi e corti, sempre scombinati.
Goku ha dei grandi occhi color dell’oro, occhi che sono simbolo di dannazione eterna ma che, Goku, riempie di vita e di allegria, gli occhi di Goku sono sempre felici, non importa altro.
Si muove sempre e non sta fermo un secondo, è lamentoso e capriccioso, mangia tutto quello che si trova davanti e, semplicemente, non è mai sazio. Goku è felice e spensierato e piccolo.
Goku adora Sanzo. Goku vede in Sanzo il sole e il mondo che non ricorda, rivede in quell’uomo semplicemente tutto quello che ha sempre sognato. Goku è sempre al fianco di Sanzo, al lato sinistro, non importa cosa succederà.
Goku semplicemente, quando lo guardi, è sempre lì.
Sanzo.
Sanzo è un adulto.
Ha una figura longilinea e snella, come il fusto di un fiore elegante e fermo; ha la pelle pallida, come la luna stessa, e l’espressione truce come la notte. Ha gli occhi violetti e all’ingiù, come una sfida a cercare qualcuno più bello, Sanzo, in questo, è perfetto. I suoi capelli sono semplicemente sole; sono luminosi e sono splendenti, sono belli e setosi.
Sanzo ama la tranquillità, ama stare da solo e non ama la pioggia. Sanzo non vuole gente attorno, a volte, spesso a suo dire, non sopporta i suoi compagni di viaggio e si richiude nella sua solitudine come un riccio con i suoi aculei.
Sanzo picchia forte e non è felice. Sanzo vive nel passato e il presente è semplicemente sfocato.
Sanzo sopporta Goku. Per Sanzo, Goku, è un bambino da crescere, un moccioso da educare e una scocciatura che gli tocca sopportare. Per questo è severo con quel ragazzino e per questo gli permette di restare al suo fianco. Ma mai al destro.
Interiorità
Goku.
Goku è un demone.
Goku non ha dei capelli corti e morbidi, ha dei capelli lunghi e ispidi, con grumi di sangue a formare piccoli nodi inscioglibili. Goku non ha degli occhi grandi e felici, li ha stretti e felini, li ha pieni di rancore e voglia di uccidere. Ha delle lunghe orecchie a punta e delle unghie sporche costantemente di sangue. Goku non ha ricordi e non ha una vita precedente, Goku non ha nessun appiglio a cui tenersi e non ha niente per farsi forza, dietro di lui, per questo guarda avanti. E avanti a lui c’è solo Sanzo.
Goku non ha una famiglia, per questo se l’è dovuta cercare così stravagante e solida; Goku non ha niente se non quello che ha davanti a se, per questo ha irrimediabilmente paura di quello che ha dietro.
Goku ama Sanzo. Perché è tutto quello che lui ha davanti, è l’essenza stessa del suo davanti. Sanzo è il davanti che Goku ama. Per questo Goku prende il sole che splende nella testa dell’uomo che ama e lo tiene sempre accanto a se, per questo, quando hanno appena smesso di fare l’amore, Goku tiene tra le sue mani sempre una ciocca dei capelli biondi di Sanzo. Quelli di sinistra, perché Sanzo occupa la parte destra del letto.
Sanzo.
Sanzo è un assassino.
Sanzo ha dei bellissimi capelli biondi che vengono sempre eclissati dalla notte; ha degli occhi truci perché non ricorda più come si sorride. Sanzo ha un fisico pieno di ferite che non si vedono, che sono tutte dentro la sua anima, poco sotto la pelle. Sanzo ha perso colui a cui teneva e ora non avrebbe più la forza di perdere nessun’altro.
Sanzo si rintana nella sua solitudine perché, a volte – spesso, anche se non lo ammette – lui si rende conto di essersi affezionato ad i suoi compagni. E non vuole.
Sanzo ha avuto una famiglia, ed ha avuto calore, ha avuto una vita che sembrava felice e ha anche sorriso, un tempo. Sanzo ha tutto un mondo dietro di se, un mondo di amore e un mondo che, probabilmente, avrebbe potuto amare a sua volta. Sanzo ha una colpa dietro di se, una colpa che ricorda e che nessuna pioggia lava via.
Sanzo ha semplicemente sangue dietro di se e non vuole provare a vedere cosa ci sarebbe davanti, perché significherebbe dimenticare. E lui non lo può fare.
Sanzo ama Goku. Semplicemente perché è uno spiraglio di quel meraviglioso davanti che lui non vuole concedersi. Semplicemente perché è più efficace della pioggia a spazzare via le sue ferite.
Per questo tenta di tenerlo accanto a se, di lasciarlo in mezzo – né dietro né davanti – e per questo lui dorme sempre a destra, come faceva quando dormiva con il suo maestro. E per questo lascia Goku a sinistra, dove, prima di lui, era stato solo il simbolo delle sue colpe.


**



Note: Ho avuto seri problemi al pd D: mi si erano cancellate tutte le storie, le ho recuperate e sto iniziando ad aggiustare :3 scusate dunque il ritardo

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Capitolo 8
*** 7. ***


Bugiardo



Il Seiten Taisei sferrò il primo colpo contro Sanzo e quest’ultimo si ritrasse poco prima di essere colpito. Il Seiten ghignò e scattò di nuovo avanti cercando di colpire il biondo con una serie di attacchi combinati. Sanzo li schivò quasi tutti e comunque, all’ultimo, riuscì a colpire con un pugno l’Itan.
Il demone cadde a terra stordito per un attimo prima di cominciare a ringhiare mentre Sanzo estraeva la pistola. Il Seiten rise e si gettò di nuovo a capofitto nella lotta, Sanzo schivò gli artigli del Seiten che, a sua volta, schivò un calcio del biondo.
Lottarono strenuamente per una quindicina di minuti incassando ed evitando colpi poco prima che, il Seiten, venisse atterrato dal biondo.
La shoreju di Sanzo puntata alla tempia del demone e gli occhi felini del Seiten puntati in quelli ametista di Sanzo.
Ora ti ucciderà ed è giusto così, pensò una parte del Seiten mentre, la rabbia dentro di lui, gridava a quella voce di stare zitta; lui non sarebbe morto.
Si che morirai, Sanzo me l’ha promesso! rispose caparbia la voce forte delle parole lapidarie del biondo e il Seiten ringhiò impotente mentre, il biondo davanti a lui, premette un po’ di più sul grilletto.
Morirai, e te lo meriti… riprese la voce sicura di se e il Seiten ci credette, a quella voce. Sarebbe morto, lui, l’essere nato dalla terra, colui di cui anche gli dei avevano avuto paura. Morto.
Guardò gli occhi ametista di Sanzo e lesse in quegli occhi la conferma di quella voce e si meravigliò di come, la voce, avesse saputo con certezza le mosse del biondo. Poi capì che, quella voce, doveva essere il moccioso che viveva nella luce alle sue spalle.
Sentì il freddo metallo puntare di più contro la propria tempia e chiuse gli occhi. Era morto, era questa la verità, il biondo non si sarebbe fermato e li avrebbe uccisi, entrambi.
Il Goku che era in lui gioì e il Seiten si chiese perché dato che sarebbe morto anche lui. Ma poi rinunciò a capire tutti questi sentimenti umani così contorti e stupidi.
Poi il Seiten riaprì gli occhi e stavolta gli occhi di Sanzo non lo guardavano più con quella furia cieca di poco prima ma con un qualcosa che, il Seiten, non riuscì a comprendere.
No, no… ti ucciderà, me l’aveva detto… Sanzo tu… biascicò Goku dentro di lui in un moto di terrore. Il Seiten vide davanti ai suoi occhi una tomba attorniata dalla neve e Sanzo che lo guardava deciso mentre pronunciava le parole “Ti ucciderei. Se dovesse succedere a te, ti ucciderei e non tornerei indietro” e poi sempre Sanzo che, in privato, gli urlava di non sopportarlo, di odiarlo, di reputarlo solo un immenso fastidio e sentì anche il sollievo di Goku mentre pensava “Allora, se mi odia così tanto, non avrà ripensamenti ad uccidermi quando l’attaccherò”.
Poi risentì la voce di Goku che incitava il biondo a colpirli, ad ucciderli, in una preghiera silenziosa mentre ricordava tutte le parole che Sanzo gli aveva detto, tutte quelle frasi che avevano costellato la sua vita.
Poi Sanzo abbassò la shoreju con gli occhi stretti e le labbra serrate e il Seiten lasciò che il braccio scattasse a colpire il biondo.
«Ti ucciderei. Se dovesse succedere a te, ti ucciderei e non tornerei indietro»
«Perché mai dovrebbe fregarmene qualcosa di te, bakasaru? Sei soltanto un grosso fardello che mi porto dietro»
«Sei inutile, smettila di lamentarti e comincia a crescere! Perché io non ho più voglia di starti appresso»
«Ti odio, capito stupida scimmia?»
E Goku, mentre sentiva la carne lacerata dalla sua mano, ricordò anche che, Sanzo, era un grande bugiardo.

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Capitolo 9
*** 8. ***


Sorrisi

Sanzo non capiva perché, ma Goku gli sorrideva sempre. Qualunque cosa gli facesse Goku continuava a sorridere.

All’inizio non c’aveva fatto caso, per lui era normale che sorridesse tutto il tempo, era uno stupido e gli stupidi sorridono anche senza ragione.

Poi, un giorno, Gojio gliel’aveva chiesto con un sorriso malizioso sul viso – che, Sanzo, al tempo non aveva capito – “Ehi, scimmia, perché sorridi sempre?”.

Goku aveva sorriso, ancora, ma non aveva risposto continuando a mangiare; Sanzo non era intervenuto al litigio che era seguito, si era limitato a pensarci.

Perché Goku avrebbe dovuto sorridere tutto il tempo se non per la sua evidente stupidità? Quale altro motivo avrebbe potuto avere? Sanzo non lo sapeva.

Aveva chiuso gli occhi, allora, ed aveva scrollato le spalle disinteressandosene; facendo finta di disinteressarsene. La domanda, però, rimaneva lì , continuava a ronzare in fondo alla sua gola aspettando di essere espressa ma Sanzo la reprimeva, ogni volta con più fatica.

Poi, semplicemente, era venuta fuori mentre Sanzo stava seduto sul letto intento a fumarsi una sigaretta e Goku rimaneva, nudo, sdraiato accanto a lui. Avevano appena finito di fare sesso e Goku gli stava sorridendo dolcemente, la domanda aveva ruggito nella sua bocca e Sanzo l’aveva lasciata libera, “Perché diamine sorridi, Baka Saru?”

Goku aveva spalancato gli occhi, sbattendo un paio di volte le palpebre e poi aveva riso di nuovo e Sanzo aveva sentito qualcosa alla stomaco. Qualcosa come delle dannate farfalle, avrebbe dovuto inorridire ma Goku stava continuando a sorridergli e le farfalle avevano cominciato a battere le ali ancora più velocemente.

Goku gli si era avvicinato, poggiando la guancia sulla sua coscia ed aveva mormorato contro la sua pelle, “Non importa, ho un bel motivo”.

Ma, al biondo, queste non erano spiegazioni che bastavano ed, allora, aveva ripetuto la domanda, un po' più minacciosamente di prima.

Goku aveva sbuffato sulla sua coscia ed aveva borbottato un “Uffa, Sanzoo, voglio dormire!” ma lui era di tutt’altro avviso.

Gli aveva dato un colpo sulla nuca ed aveva sibilato, minacciosamente, “Rispondi, baka saru!”. Goku, allora, si era dato appoggio con le mani alzando il busto in modo tale da arrivare vicino al viso di Sanzo con il suo e aveva sorriso, di nuovo.

“Dato che sei uno stupido che deve sempre sapere tutto” aveva cominciato, lasciandogli il sapore di un bacio a stampo sulla bocca “è… uhm… per ringraziarti. Per ringraziarti di avermi tirato fuori da quella grotta, per avermi fatto incontrare Gojio e Hakkai, per avermi fatto restare al tuo fianco e, sì, anche per avermi fatto entrare nel tuo letto; ci sono così tante cose di cui dovrei ringraziarti… e le uniche cose che ho per farlo, senza che tu cominci a picchiarmi, sono sorridere e dirti “ti amo” e io voglio farle entrambe più volte possibili”

Goku si era tornato a poggiare sulla sua coscia e Sanzo era rimasto fermo, per un poco… poi aveva aspirato un po' di sigaretta ed aveva fatto un sorriso sghembo dicendo “Che motivo stupido per sorridere”

Note: secondo regalino per la MIA Hacchi.. il primo faceva troppo cagare X°D

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Capitolo 10
*** 9. ***


Calore

Goku si strinse un po’ di più nel cappuccio di tela che gli copriva il capo e maledisse la neve che cadeva stancamente dal cielo. Corricchiò un poco cercando di scaldarsi ma si fermò tre passi più avanti voltando poi il capo verso dietro.

«Saaanzooo… Ho freeeddooo!» biascicò ad un tono di voce decisamente alto.

Sanzo, che avanzava elegante dietro di lui, tentando di accendersi inutilmente una sigaretta, alzò appena lo sguardo verso il ragazzino prima di liquidarlo con un’alzata di spalle.

Goku non ci fece molto caso e, appena Sanzo lo aveva superato di poco ricominciò a camminare e a corricchiare ad alternanza. Sanzo non parlava e, ormai stufo di provare ad accendere una sigaretta congelata, non faceva assolutamente altro che trascinare i piedi avanti. Goku, si lamentava a volte, sbuffava rumorosamente e guardava nella direzione di Sanzo quando il freddo si faceva troppo intenso.

Finita una piccola corsa, L’Itan, si voltò verso il biondo che, un poco più distante, teneva lo sguardo fisso verso il cielo.

«Ma perché siamo dovuti venire noi qui, Sanzo? Non potevano venirci quei due…» borbottò Goku quando Sanzo fu abbastanza vicino da sentirlo.

«Se riesci ancora a parlare senza che ti si congeli la lingua vuol dire che puoi farcela benissimo…» rispose Sanzo senza la minima intonazione.

Goku lo guardò ancora di sottecchi e poi Sanzo lo superò di nuovo e lui riprese a camminare. Un pochino più veloce del biondo.

Fece una ventina di passi e si girò di nuovo ad aspettare il biondo. Tremava leggermente e, la neve, stava cominciando a diventare più fitta.

«ARGH, il tempo sta peggiorando!» si lamentò il più piccolo cominciando a spostare il peso da un piede all’altro «Ci mancava solo questa! Saaanzo, lasciamo perdere, mi sta anche venendo fame»

«Piantala, Baka Saru, siamo quasi arrivati…» Sanzo alzò gli occhi verso la testa castana e assottigliò leggermente lo sguardo «e non voglio sentire altro…»

«Ma Sanzo…» sbuffò Goku prima di venire colpito in testa dall’Harisen.

«Non. Voglio. Sentire. Altro.»

Goku abbassò lo sguardo e annuì lentamente guardando, i piedi del biondo, allontanarsi con uno “Tsk” scocciato.

Alzò una mano e si toccò leggermente la parte lesa sentendo un leggero tepore… spalancò gli occhi sorpreso e guardò avanti verso la figura di Sanzo che si allontanava.

«Ti muovi, scimmia? O vuoi rimanere lì a congelarti? Chissà che non sia la volta buona che mi libero di te…»

Goku prese a corricchiare facendo attenzione che, le sue impronte, combaciassero con quelle più grandi dell’altro. Ridacchiò un poco e smise di tremare, la neve su cui Sanzo era già passato era decisamente più calda.

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Capitolo 11
*** 10. ***


Il colore della mattina

Sanzo evitava di guardarli, semplicemente, non c’era motivo di rimanere ad osservare quella patetica scenetta; che i suoi compagni di viaggio fossero stupidi già lo sapeva... nulla di nuovo.

«Forza, vai con la prossima Hakkai!» disse allegramente il rosso mentre, Goku, tentava di pronunciare qualche frase di senso compiuto ingozzandosi di biscotti.

«Iffi… ffa nnai!» disse tra un boccone e l’altro e Hakkai sorrise ad entrambi divertito, con quello stupido giornale in mano.

«Sì, sì… allora… Domanda numero 16: Quale colore esprime meglio il vostro stato d’animo?» chiese, leggendo l’ennesima domanda di quello stupidissimo test.

Gojio sogghignò «Rosso passione, ovviamente!» disse e Hakkai segnò con una crocetta il colore accondiscendente; “ovviamente” mormorò prima di passare a guardare il moretto.

Goku, entusiasta, rispose «Giallo!» - Sanzo aveva avuto l’impressione che, il moccioso, avesse guardato verso di lui - e Hakkai sorridendo segnò anche quel colore.

I suoi compagni di viaggio erano stupidi – oh, interessante quest’articolo…- non c’era nulla di strano in quello, eppure il silenzio che era sceso sulla camera l’allertò immediatamente.

Non ebbe il coraggio di abbassare il giornale e, comunque, sapeva già che vi avrebbe trovato tre paia di occhi che lo guardavano.

Cosa si aspettavano? Che lui – Genjo Sanzo Hoshi, non un lui qualunque – facesse uno stupido test sui colori? Illusi. Tornò a quell’articolo interessante – interessantissimo – e non pensò più ai suoi, ora, silenziosi compagni.

Oh, altre morti in stupide città. Il prezzo della nicotina. OH! Un articolo su altri demoni che si acquattavano silenziosi nell’ombra prima di sferrare il loro attacco

«Cosa diamine volete?» sbottò finalmente, abbassando irritato il giornale.

I tre continuarono a guardarlo fino a che, Goku, non prese la parola: «Con che colore ti rappresenti ora?» chiese serio e, Sanzo, lo colpì con l’harisen senza esitazioni.

Gojio trattenne una risata sotto i baffi e Hakkai snocciolò il suo solito sorriso prima di borbottare un “nero” e segnare la casella. Sanzo fulminò a entrambi e poi si rivolse direttamente ad Hakkai.

«Non ho alcuna intenzione di prendere parte a questo stupido test!» disse risoluto e si, di umore nero.

«Oh avanti, è una cosa divertente… immagino quante cose nuove ci saranno scritte in quel giornale…» disse Gojio incrociando le braccia e Goku apparve dal nulla accanto a lui.

«Sì, sì! E poi non vuoi scoprire che colore sei?» disse entusiasta e Sanzo alzò gli occhi al cielo sibilando un “No” velenoso.

«Oh, avanti, solo uno Sanzo, ok?» disse pacato Hakkai e Sanzo lo fulminò appena cominciò a leggere.

«Domanda numero 17: Qual è, per te, il colore che meglio rappresenta la mattina?» lesse Hakkai dal foglio e Gojio e Goku risposero immediatamente.

«Azzurro, come il cielo che preannuncia una nuova giornata di caccia!» disse Gojio ammiccando.

«Giallo! Come il sole!» disse Goku – Sanzo stavolta ne era sicuro: l’aveva irrimediabilmente guardato! – «e poi come i cereali… La colazione fa sempre pensare alla mattina!» continuò felice delle sue deduzioni e Sanzo sentì, di nuovo, quell’insopportabile silenzio riempire la sala.

Oh, i demoni avevano attaccato un villaggio a nord – scorse sul giornale – avevano attaccato di mattina un gruppo di ragazzi che si godevano il loro viaggio e…

Sbuffò, dannato giornale!

«Marrone… contenti?» disse a mezza bocca, tornando a leggere. I suoi compagni, però, non erano solo stupidi, erano anche molto stupidi.

«Il… m…marrone?»disse incredulo Gojio mentre Hakkai sorrideva un poco.

Dannato super intelligente Hakkai!

«Tsk, si Kappa… Mar-ro-ne è un colore…» rispose esasperato e Gojio, come previsto, si scaldò quasi subito.

«SO cosa è il marrone!» cominciò indispettito « ma cosa c’entra il marrone con il mattino?»

«Si, non lo capisco nemmeno io…» gli diede man forte il più piccolo dei quattro e Sanzo si voltò a guardarlo.

Esaminando i suoi capelli nocciola decise di non svelare a nessuno cosa fosse il marrone della sua mattina ma che magari, l’indomani mattina, avrebbe guardato un po’ di più i capelli marroni di Goku sparsi sul cuscino.

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Capitolo 12
*** 11. 056. 057. 058 ***


I giorni della colazione



056. Colazione

Quando Hakkai scendeva per la colazione, e si accorgeva di non essere il primo – ed era una cosa che succedeva così di rado che ancora se ne stupiva – guardava con un certo stupore Sanzo, appoggiato stancamente alla sedia con in mano un giornale, e Goku, chino sul piatto che continuava a mangiare imperterrito. Ma più che di loro due – della loro presenza – si stupiva del silenzio che c’era tra i due e di come, i loro occhi, non si incontrassero mai.

Poi sorrideva nel notare che, le loro sedie, si sfioravano un poco come le loro mani si toccavano leggere.



057. Pranzo

E quando era uno di quei giorni che Hakkai aveva definito della “colazione”, a Pranzo, Sanzo e Goku si sedevano sempre ai lati opposti del tavolo e sempre, Goku accanto a lui e Sanzo accanto a Gojio. Poteva anche essere una coincidenza, poteva anche essere che, lui, stesse continuando a pensare ad una cosa assurda. Poteva essere tutto.

Ma, in quei giorni, Goku litigava sempre di più con Gojio e si sporgeva in avanti facendo sfiorare la sua mano con quella del biondo e, Sanzo, interveniva più volte di quante fosse necessario avvicinando sempre un po’ di più la mano.



058. Cena

E, quei giorni, a cena, tutto sembrava essere tornato normale. Goku sedeva accanto a Sanzo e parlottava freneticamente alternando a parole grosse forchettate di cibo; Sanzo stava in silenzio colpendo il moro e il rosso per le loro uscite e irritandosi per quel rumore fastidioso.

Ma Goku non guardava mai Sanzo troppo a lungo e Sanzo non colpiva mai troppo forte Goku.

Hakkai sorrideva tranquillo aspettando la fine della cena quando, i due, si sarebbero alzati insieme – guardandosi anche stupiti, per un gesto così involontario – e avrebbero salito le scale l’uno vicino all’altro per poi sparire nel buio del corridoio.

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