Big Damn Table [Sasuke]

di Chibi_saru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indice ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***
Capitolo 4: *** 3. ***
Capitolo 5: *** 4. ***
Capitolo 6: *** 5. ***
Capitolo 7: *** 6. ***
Capitolo 8: *** 7. ***
Capitolo 9: *** 8. ***
Capitolo 10: *** 9. ***



Capitolo 1
*** Indice ***


Nuova pagina 1

Messaggio Dell’autrice: Beh… avrei dovuto pensare prima a fare quello che sto facendo ora. Come alcuni di voi sapranno… o forse no… beh comunque, ho cominciato La Big Damn Table (BDT), l’ho cominciata un po’ di tempo fa invero e ho già pubblicato una storia. Mi ritrovo però, ora, a pensare che, a lungo andare, avrò davvero troppe storie sparse (contando che ho cominciato la BDT anche per il paring 3x9 di Saiyuki avrei, alla fine di tutto, duecento storie) ho pensato di utilizzare questa raccolta.

Cancellerò dunque la fic precedentemente postata –salvando ovviamente i commentie riposterò di nuovo tutto, mettendo ovviamente anche quelle nuove che ho scritto.

Spero che, con questo cambio di pubicazione, tutti continuino a seguire le Fic della Damn *fa un inchino*

Attenzione!: Ho scelto, per un motivo valido, di tenere le storie NC17 fuori dalla raccolta con, comunque un richiamo di link, fino ad ora ho scritto veramente poche NC17 e, per questo, non vorrei alzare il rating della raccolta per solo tre o quattro fic. Per raggiungere le fic basterà premere sul segno "+" messo accanto al riassunto.

Spero che comprenderete _O_

Note: Big Damn Table – Una specie di “sfida” che porta tutti a scegliere un determinato Parino o Personaggio di una determinata serie e scrivere 100 fic su di lui. Le fic possono avere ogni rating, ogni paring (se si sceglie solo il personaggio) e le relazioni scelte (sia nel paring che nel singolo personaggio) possono essere tutte – Slash, Het o Bisex <3- ma, ad una condizione, bisogna seguire una tabella (data da loro) e utilizzare solo e tutti i 100 prompt dati. Una bella gatta da pelare, l’assicuro. Se qualche coraggioso volesse provare può contattarmi per ricevere il link ^O^ in quanto metterlo qua mi sembra davvero troppo pubblicità <3 Sono una brava bambina, alla fine.

Note2: Le varie storie verranno così suddivise: Inizialmente il numero del capitolo al quale potete trovarle (esempio il 67° prompt è messo al 1° capitolo e dunque accanto ha il numero uno) poi il numero del Prompt e la relativa parola; poi i caratteri propri della fic: Titolo, Rating, Paring e se è Slash o Het e, a capo, il riassunto.

Arigatou Gozarimasu (Grazie Mille <3)

Big Damn Table

Sasuke

Chibi Production

1. Prompt 067. Neve - Orme. Pg13. ItaSasu. PreSlash.

Sasuke strinse la mano sinistra forte e, poi, sbirciò un’altra volta verso suo fratello. Lui aveva una voglia matta di andare a giocare sotto la neve, ma non poteva andarci da solo e, davvero, non gli andava di chiederlo a Itachi.


2. Prompt 021. Amici – Amico. PG. Accenni minimi di slash. SasuNaru.

Perché, il tempo che hanno passato assieme, non è stato inutile


3. Prompt 033. Troppo – E' la verità. PG13. Shonen-ai finalmente. SasuNaru.

Perché, nè Sakura nè Ino hanno speranze con Sasuke, lui troppo...


4. Prompt 091. Compleanno – Desideri. PG13. Lievemente shonen-ai (se proprio si vuole vedere). Sasuke centric.

A olte non vuoi che tutti i tuoi desideri si avverino

5. Prompt 044. Cerchio – Giro Giro Tondo. PG13. Lievemente shonen-ai (se proprio si vuole vedere). SasuNaru.

Poi sentiva tutti lasciarsi cadere a terra e scoppiare a ridere in simultanea e Sasuke sbagliava il tiro, sempre.


6. Prompt 024. Famiglia – Halloween. PG. Sasucentric.

Halloween era la notte delle streghe. Ogni Halloween rimaneva lì, fino all’alba, e aspettava di vederne uno, di quei fantasmi.


7. Prompt 012. Arancione – Ignorare. PG. SasuNaru.

Sasuke non voleva avere amici. Sasuke aveva i suoi motivi per non volerne avere, di amici.



8. Prompt 011. Rosso – Soffocare. PG. ItaSasu (Odio).

Il rosso era un colore infimo, un colore odioso e l’unico modo per non restarne soffocati era distruggerlo, romperlo ed ucciderlo.



9. Prompt 085. Lei. Prompt 084. Lui. Prompt 026. Compagni di Squadra – Il gruppo 7. PG. Gruppo 7

Cosa Sasuke pensa dei membri del gruppo 7



Disclaimer: I personaggi non sono miei, li uso solo per mio diletto e perchè, e lo sanno tutti, ho una mente perversa e contorta. Ma non ho manco un soldo, inutile che ci provate... al massimo potete prendervi il mio cervello... e non so se vi conviene <3

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Capitolo 2
*** 1. ***


Orme

"Nii-san! Nii-san!"
"Cosa c’è Sasuke-kun?"
Itachi alzò lo sguardo dall’ordine appena arrivato per guardare suo fratello. Sasuke stava seduto sulle ginocchia su una sedia e guardava attento il paesaggio.
"Nii-san, Nii-san, la neve! Sta scendendo la neve!"
Sasuke si voltò con la bocca spalancata – indecisa se essere incredula o entusiasta – e gli occhi sgranati e contenti.
La mano destra che indicava la finestra e la sinistra che si agitava leggermente sul suo fianco.
"Non nevicava da un sacco di tempo, Nii-san"
Itachi sorrise e annuì, senza sbilanciarsi troppo, dedicandosi poi, di nuovo, alla sua lettura. Vide con la coda dell’occhio che, Sasuke, si era voltato altre due volte verso di lui, per poi tornare velocemente a guardare il paesaggio. Sogghignò sotto i baffi.
"C’è qualcosa che vorresti chiedermi, Sasuke?"
"Io? Ma no…"
"Sarà…"
Abbassò lo sguardo di nuovo cercando di evitare di incrociare lo sguardo del fratellino che, come sempre, faceva avanti e indietro tra lui e la finestra.
Sasuke strinse la mano sinistra forte e, poi, sbirciò un’altra volta verso suo fratello.
Lui aveva una voglia matta di andare a giocare sotto la neve, ma non poteva andarci da solo e, davvero, non gli andava di chiederlo a Itachi. Non perché non volesse suo fratello… ma ci faceva davvero troppo la figura del fratellino appiccicoso. Itachi, da piccolo, se voleva uscire a giocare con la neve, lo faceva e basta… e invece lui… Abbassò gli occhi mestamente prima di tornare a guardare fuori.
"Nii-san"
"Sasuke…"
"… Nii-san… voglio… andare a giocare… con la neve…"
Le gote ancora paffute da bambino si tinsero di un rosa pallido mentre, una piccola mano, andava a coprire il viso.
Oddio, che vergogna.
Sasuke sapeva già che, Itachi, gli avrebbe risposto che non era il momento, che sarebbe stato per la volta dopo… come sempre.
"Ok, anche a me farebbe piacere…"
Sasuke alzò la testa di scatto per incontrare lo sguardo divertito del fratello… saltò giù dal divano e corse verso l’ingresso tirando per un braccio Itachi.
"Voglio fare un pupazzo di neve! Il miglior pupazzo di neve!"
Itachi rise di gusto mentre, con un gesto veloce, mise la sciarpa a Sasuke – gliela mise anche sopra la bocca, come piaceva tanto alla mamma – e poi si diresse fuori.
Sasuke sbuffò contrariato per la reazione di Itachi al suo progetto ma poi lo seguì con il sorriso sulle labbra.
Prese a seguire le orme di Itachi nella neve e, davvero, gli era sembrato perfettamente normale e giusto farlo.
Da quella volta era caduta tante altre volte la neve, tante. E Sasuke si era sempre ritrovato a seguire quelle orme più grandi e profonde delle sue… ma non c’era niente di giusto nel farlo.

Fine

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Capitolo 3
*** 2. ***


Nuova pagina 1

Prompt. 021. Amici

 

Amico

 

Sasuke irrigidisce lo sguardo mentre, quel maledetto raggio di sole, si ferma ad accarezzare le loro fronti stanche e ricoperte dai lividi.

Avrebbe voglia di piangere, di tornare bambino e di chiamare la mamma. Ma lui una mamma non ce l’ha più.

Ha solo suo fratello, l’odio che dice di covare per lui, la confusione che nasconde dietro i ricordi dolorosi… e poi ha quello strano legame.

Un legame che, il ragazzo svenuto sotto di lui, tiene stretto tra le dita e che, per quante volte l’abbia colpito, non lascia mai. Ed è un legame che non vuole, che non ha chiesto, ma che si ritrova ad accettare… e, a poco a poco, a bramare.

«Quindi è stato inutile… il tempo che abbiamo passato assieme?»

Sasuke sorride e poi si incammina verso la foresta buia. Lì sarebbe stato al sicuro dai mostri del passato, lì non l’avrebbero visto e lui non avrebbe visto loro. Lì, semplicemente, avrebbe dimenticato la confusione e quel legame che non riusciva a recidere.

«No… perché tu sei diventato il mio migliore amico»

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Capitolo 4
*** 3. ***


E’ la verità

 

«Oh insomma, Ino, cosa credi di fare, eh? Speri davvero che Sasuke ti consideri solo perché gli hai portato un piccolo mazzo di fiori?»

«Ma cosa ne vuoi sapere tu, Sakura? Una sciarpa fatta a mano? Che cosa patetica!»

«Pa…Pa…Patetica? Ci ho messo tutta la nottata per farla! Tu invece, quanto tempo ci avrai messo a scegliere quei fiori, due minuti?»

«Sono fiori rarissimi, quelli! E so che tu sei una schiappa nel linguaggio dei fiori perché se no sapresti cosa vogliono dire!»

Naruto alzò un sopracciglio dall’albero in cui era rintanato e continuò a girare la testa prima dalla parte di una e poi da quella dell’altra non perdendosi nemmeno un secondo di quel battibecco. Sospirò infastidito e decise di scendere dal ramo, almeno per vedere meglio le due sfidanti.

Era un tranquillo venerdì pomeriggio e, come ogni venerdì pomeriggio, lui stava andando a comprare qualcosa per mangiare tutto il week end, ma quello non era un normale venerdì pomeriggio tuttavia quello era un normale battibecco.

Era il white day e, per nessun motivo particolare, tutte e due avevano rifatto un regalo a Sasuke, oltre la cioccolata di San Valentino.

«Che poi, sfacciata, volevo essere solo io a fargli un regalo!»

E Naruto girò lo sguardo verso Sakura che continuava a sproloquiare contro Ino agitando la mano in aria. Il biondo arcuò un sopracciglio e rise sommessamente per poi voltarsi, involontariamente, verso il moro che, scocciato, rimaneva con lo sguardo fisso verso di lui.

Naruto arrossì un po’ e poi sorrise impacciatamente e registrò solo distrattamente Ino che urlava «… prenditi Naruto, invece, e lascia Sasuke a me!» e Sakura che, indignata, rispondeva «Cosa? Prenditi tu, Choji, invece!».

Sasuke si intumidì leggermente le labbra prima di lanciare uno sguardo malizioso al biondo seduto per terra. Naruto rise sommessamente arrossendo però ancora di più.

«Maledetta, maledetta, ma tanto Sasuke preferisce me!»

«Credi davvero, biondina? Sasuke preferisce decisamente me!»

Il moro Uchiha ghignò leggermente andando poi ad infilarsi le mani nelle tasche dei pantaloni ed avvicinandole verso il suo interno coscia.

Naruto deglutì a vuoto e si risvegliò solo quando vide che, le due contendenti, si erano voltate entrambe verso Sasuke.

«Allora, Sasuke, chi preferisci tra noi due?»

«Si, diccelo Sasuke, così Sakura si mette il cuore in pace…»

«Cosa stai dicendo? Semmai tu ti metterai il cuore in pace!»

Sasuke tossicchiò un secondo e fu quasi incredibile come, le due, che fino ad un secondo prima urlavano sguaiatamente, si fermarono di botto tutte orecchie per quello che, l’Uchiha, avrebbe detto.

Naruto spalancò leggermente gli occhi chiedendosi se, per caso, Sasuke avesse qualche potere speciale o se, ancora, avesse usato lo Sharingan perché davvero, non vedeva altre soluzioni.

«Mettetevi il cuore in pace entrambe»

La sua voce era fredda, impersonale e bassa. Naruto si alzò lentamente, la questione era finita e, fra poco, se ne sarebbe potuto andare.

«Cosa dici, Sasuke-kun…?»

«La verità, Sakura. Rassegnatevi, io sono troppo per voi»

E con un ultimo ghignò Sasuke prese a camminare lontano dalle due che, ancora immobili ed intontite, non si accorsero del biondo che affiancò Sasuke.

Camminarono un poco, l’uno accanto all’altro, fino ad arrivare nella strada principale di quello che, un tempo, era stato il lato della città degli Uchiha.

«Ma, Sasuke, non avrai esagerato?»

Il moro spalancò gli occhi e poi guardò Naruto confuso.

«Esagerato?»

Naruto annuì con gli occhi azzurri che saettavano, involontariamente, alla bocca del moro dischiusa leggermente per la sorpresa.

«Si, insomma, dire addirittura che tu sei troppo per loro…»

Sasuke scrollò le spalle indifferente. Arrestando la loro avanzata ed avvicinandosi piano al suo compagno di squadra.

«E’ la verità…»

Passò le mani attorno alla vita del biondo e sussurrò sulle sue labbra facendo guizzare, a fine frase, la lingua a leccare il labbro inferiore dell’altro.

«Ma…»

Sasuke spense la debole protesta del biondo poggiando le sue labbra su quelle dell’altro e poi ghignò. Semplicemente.

«Io sono troppo gay, per loro»

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Capitolo 5
*** 4. ***


Desideri



Non è un giorno particolare, a Konoha. La gente si è alzata come fa ogni mattina e ha guardato fuori dalla finestra felice per il ridente sole che appare tra le nuvole.
I bambini hanno cominciato a schiamazzare ed a prepararsi per andare all’accademia Ninja come ogni giorno.
L’ha fatto anche lui, si è alzato, ha guardato fuori dalla finestra e poi, camminando piano, mettendo un piede davanti all’altro, è andato in cucina.
Ha allungato una mano ed ha preso l’ultimo pezzo di pan carrè stantio che rimaneva dentro il pacchetto, l’ha guardato un secondo e poi ha chiuso gli occhi, ha pensato al suo desiderio e non ha fatto altro.
E’ rimasto così per un poco, aprendo l’occhio sinistro qualche volta controllando che, tutto, fosse rimasto uguale. Poi aprendo entrambi gli occhi contemporaneamente ha preso il pezzo di pane e gli ha dato un piccolo morso.
Sul muro accanto al tavolo splende ancora il calendario dell’anno prima dove, una piccola scritta in azzurro, recita “Compleanno di Sasuke-chan”.
Ma a Sasuke non importa, non ha alcuna candela su cui esprimere il suo desiderio e, comunque, ha troppa paura che il suo desiderio si avveri davvero per esprimerlo davanti ad una candelina.

Fine
 
Note: La fine non si comprende benissimo, credo, ma, per rendere chiara la situazione Sasuke deve esprimere un desiderio e, naturalmente, il suo desiderio è sempre quello che dirà poi alla prima riunione del gruppo 7: “Uccidere chi so io”.

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Capitolo 6
*** 5. ***


Prompt 044. Cerchio
 
Giro Giro Tondo
 
Giro giro tondo, quanto è bello il mondo
Casca la terra e tutti giù per terra
 
Era un gioco per bambini piccoli e Sasuke non ne aveva mai capito il senso. Mentre guardava gli altri bambini tenersi per mano e girare in senso orario, con gli occhi brillanti Sasuke scrollava le spalle e si concentrava sul bersaglio dei Kunai. Poi sentiva tutti lasciarsi cadere a terra e scoppiare a ridere in simultanea e Sasuke sbagliava il tiro, sempre.
«Perché non giochi, Sasuke-kun?» gli chiedeva il sensei ogni volta e lui scrollava le spalle sbagliando il lancio di nuovo.
Poi una volta, mentre guardava silenziosamente i bambini tenersi per mano aveva deciso di andarsene, mentre quelli continuavano a cantilenare allegramente. Teneva gli occhi bassi e non avrebbe mai ammesso di essere un pochino invidioso ma, proprio quando stava per girarsi a guardare tutti i bambini lasciarsi cadere a terra, sbattè contro qualcuno e finì a terra pure lui.
Sentì le risate dei bambini spargersi nell’aria ed osservò Naruto che si accarezzava leggermente l’anca dolorante.
«Oh… scusa…» disse di botto il biondo ma Sasuke non rispose. Si alzò aiutando anche l’altro ad alzarsi e poi se ne andò, senza aggiungere una parola. Quando fu un po’ più lontano, quando fu sicuro che nessuno avrebbe più potuto vederlo si rilassò impercettibilmente e seguì l’esempio di quei bambini:
Rise. O almeno ci tentò.
Lui e Naruto non potevano minimamente entrare a far parte di quel cerchio ma, forse, prima o poi ne avrebbero creato uno tutto loro.
 

 

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Capitolo 7
*** 6. ***


Halloween

Halloween era la notte delle streghe. Tutti i bambini correvano, un po’ spaventati un po’ eccitati, per le strade del villaggio. “Arrivano i fantasmi” ripetevano ridendo e, a poco a poco, tornavano tutti a casa, i fantasmi sarebbero potuti arrivare per davvero, chi lo sa.

Tornavano a casa, dalla loro famiglia, e mangiucchiavano un po’ di dolci al caldo del fuoco. I fantasmi erano fuori, dentro non potevano entrare.

Sasuke, quando non c’era più nessuno per strada, usciva di casa e camminava, da solo. Arrivava al cimitero e si sedeva poco lontano dall’entrata.

Ogni Halloween rimaneva lì, fino all’alba, e aspettava di vederne uno, di quei fantasmi. Halloween era la notte delle streghe e dei fantasmi ma Sasuke, gli unici fantasmi che incontrava nella notte di Halloween, erano le sue paure riflesse sul portone lucido del cimitero. Quindi, quando il sole sorgeva, si alzava e andava alle lapidi dei suoi genitori sorridendo amaramente.

Non venivano mai, i suoi genitori non scendevano mai da lui per la notte di Halloween e la sua speranza di avere una famiglia – una famiglia di fantasmi e solo per una notte, ma comunque una famiglia – spariva nei contorni rossastri dell’alba.




Note: Buon Halloween <3 anche se un pò in ritardo :P

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Capitolo 8
*** 7. ***


Ignorare

Sasuke non voleva avere amici. Sasuke aveva i suoi motivi per non volerne avere, di amici.

Gli amici ti entravano dentro e ti rendevano vulnerabile lì, all’altezza del cuore, e Sasuke, lì, era stato ferito fin troppo. Avere un amico, inoltre, per Sasuke avrebbe implicato altri mille risvolti fastidiosi che voleva ignorare il più a lungo possibile; se avesse avuto un migliore amico avrebbe finito per seguire le orme di Itachi, forse.

E quindi, semplicemente, Sasuke Uchiha non voleva avere amici e ignorava chiunque gli stesse intorno. Ma l’arancione era un colore così difficile da ignorare.

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Capitolo 9
*** 8. ***


Soffocare

Sasuke strinse gli occhi e tentò di focalizzare il vaso di fiori che aveva accanto al letto, sapeva che era blu con delle striature bianche ma saperlo non voleva dire che lo vedeva. Si concentrò sulle chiazze bianche cercando di non vederle nere come la notte ed ignorò il resto del vaso – che a lui sembrava rosso come il sangue. Cercò di non ricordare, perché sapeva che era stupido ed inutile, che non sarebbe servito a nulla ma saperlo non soffocava il dolore.

«Signor Uchiha…»

Sasuke si voltò verso l’infermiera, che era scortata da tanti di quegli adulti che Sasuke non seppe né contarli né riconoscerli. Avrebbe voluto urlare loro di andare via e lasciarlo stare, non era il momento giusto ma, in un attimo di ragione, si chiese se, da quel minuto in poi, ci sarebbe mai stato un momento giusto per parlarne.

Poi Sasuke vide uno di quegli uomini avanzare verso di lui; camminava in maniera tanto pacata che sembrava quasi gentile, a Sasuke sembrò estremamente vecchio per quello sguardo afflitto e pesante con cui lo guardava. Suo padre non avrebbe mai avuto le rughe come quell’uomo e Sasuke avrebbe voluto piangere per questo.

«So che probabilmente ora non vuoi sentire i nostri noiosi discorsi ma, Sasuke – posso chiamarti così, vero? - ci sono molte persone che ti sono vicine e…»

Avrebbe voluto continuare, Sasuke sapeva che l’avrebbe fatto, avrebbe continuato con quell’odiosa tiritera del “siamo tutti con te” e lui non voleva sentirlo. Non c’era nessuno con lui, era un qualcosa che sapeva ma che ancora non realizzava, lui era solo e solo doveva restare. Avrebbe voluto spingerlo via, buttarlo fuori dalla sua stanza, ma non poteva farlo.

«E cosa me ne faccio di tutte queste persone?» disse allora, livido di rabbia e forte della sua paura «Potete ridarmi i miei genitori? Potete ridarmi i miei zii?»

Potete ridarmi mio fratello? Sarebbe stato così patetico chiederlo? Perché, davvero, ora gli sarebbe bastato anche riavere indietro suo fratello, quel suo odioso e spocchioso fratello che non riusciva a sopportare; quello che gli sorrideva e gli diceva “sarà per la prossima volta, Sasuke” come se quella prossima volta non dovesse arrivare mai.

Sasuke si fermò, si bloccò del tutto ed entrò in black out.

Quella volta non sarebbe davvero arrivata mai. Ed era maledettamente ingiusto.

«Sasuke…?» L’uomo di prima lo guardava con preoccupazione mentre la sua mano scattava verso quel maledetto vaso di fiori che, diamine, ora sembrava così rosso; rosso come gli occhi di suo fratello, come lo stemma della sua casata, come la rosa che stava dentro quel vaso i fiori, come il vestito di quell’uomo, come tutto quello che circondava Sasuke. Si sentì soffocare in tutto quel rosso e si chiese distrattamente se, dentro di lui, anche l’aria diventasse rossa e sperò di no con tutto sé stesso perché, al suo cuore, ne arrivava già troppo di rosso.

«Rosso… odio il rosso, lo odio, è ovunque, il rosso, e mi sommerge, trascina via tutto il mio mondo… perché? Perché

Perché mio fratello ha gli occhi rossi e io no? pensò in un secondo, perché lui ha ucciso tutti quanti per quei suoi occhi? se avessi avuto anche io gli occhi rossi avrei potuto vincere contro di lui e salvare tutti?

Lanciò a terra il vaso, che si ruppe in mille cocci, e gli adulti intorno a lui inorridirono. Oh si, Sasuke vide i loro occhi spalancarsi dal terrore e l’infermiera scattare verso di lui; sorrise mentre i tanti piccoli cocci blu risplendevano sul pavimento.

Il rosso era un colore infimo, un colore odioso e l’unico modo per non restarne soffocati era distruggerlo, romperlo ed ucciderlo.

Sarà per la prossima volta, Sasuke

Si, pensò, sarà la prossima volta, Itachi, che io distruggerò il tuo rosso.



Note: La scrissi molto tempo fa, scusate l'obbrobbrio XD

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Capitolo 10
*** 9. ***


Gruppo 7


Lei – 1° Membro

Sasuke l’aveva conosciuta tempo prima, non ricordava bene né come né perché eppure sapeva il suo nome e conosceva il suo viso.

Gli stava sempre intorno scodinzolando ed agitando un amore fittizio tra le mani. Lo asfissiava con le sue attenzioni e le sue parole e Sasuke non aveva ancora scoperto come farla stare zitta.

Era stupida, petulante ed altamente fastidiosa e lui avrebbe voluto liberarsi di lei, ma non ci riusciva.

E guardando il primo membro del gruppo sette Sasuke sentì montare dentro la rabbia della delusione e dell’incapacità di togliersela di dosso definitivamente.

Lei proprio non la sopportava.



Lui – 2° Membro

Non ricordava perché lui avesse cominciato ad odiarlo così tanto; un giorno, quando aveva voltato lo sguardo verso il suo, ci aveva letto odio ed aveva scrollato le spalle.

Ma lui continuava a girargli intorno, a sfidarlo con i suoi deliri ed a cercare di attirare la sua attenzione. Solo come lui continuava ad infestare la sua vita con una presenza indesiderata.

Sasuke avrebbe voluto sapere come potersene liberare, ma non lo sapeva. E quindi lo sopportava, ingoiando il groppo alla gola che lo prendeva ogni singola volta.

E guardando il secondo membro del gruppo sette Sasuke sentì montare dentro di lui la rabbia della frustrazione e dell’ira per quello sguardo d’odio puntato su di lui.

Lui proprio non lo sopportava.



Loro – Gruppo 7

Sakura era una bambina che andava in cerca del principe azzurro; era una bambina fragile persa in un mondo da cui non voleva svegliarsi. Sakura aveva dei bei capelli rosa che le ricadevano lunghi fino alle spalle perché, magari, come in quella favola, il suo principe azzurro si sarebbe arrampicato di essi ed avrebbe combattuto per il suo cuore. Sakura, poi, era diventata una donna un po’ più forte che nascondeva le sue paure dietro la disperazione e la determinazione.

Sakura era stata una bambina stupida e debole ed ora era diventata una donna stupida e forte.

Naruto era un moccioso, un moccioso petulante che doveva sempre ricevere l’attenzione di tutti e che non sapeva fare niente. Naruto aveva sogni su sogni che montava in un castello fato d’aria, eppure continuava a guardarli crollare davanti ad i suoi occhi e, con pazienza, li ricostruiva. Naruto era un moccioso che schiamazzava forte e rideva sguaiatamente e continuava a far valere la sua presenza in maniera quasi estenuante. Naruto era diventato un bambino, un bambino che aveva sopportato la solitudine e la perdita, un bambino che continuava a perdere tutto quello in cui teneva ma che continuava a sorridere. Naruto non si arrendeva mai, poco importava che avesse le capacità o no.

Naruto era stato un moccioso petulante e rompiscatole ed ora era diventato un bambino deciso e rompiscatole.

Loro, Sasuke, non li sopportava proprio.

Ma erano i suoi compagni di squadra e lui non poteva fare altro che salvarli e proteggerli, ogni volta; perché, in fondo in fondo, non poteva più fare a meno di loro.

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