The Inazuma's fears...

di Fusione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Prologo... ***


Prologo....



...Una domenica pomeriggio, in un campo da calcio confinante con un bosco...

Tenma: Endo Kantoku! Cominciamo la nostra partita amichevole??

Endo: Certamente, Tenma. Non vedo l'ora! Ci servirebbe un arbitro, però!

Aoi: Potrei farlo io!

Endo: Benissimo! Allora cominciamo!

Aoi: Benissimo! *fiiii*

*La Inazuma Legend parte all'attacco*

Tsunami: Ora segnerò!

Kariya: Ah si? Questo lo credi tu!! Hunter's Net!! *Lo ferma* Adesso che mi dici, professorino di Artistica? *tono sarcastico*

Tsunami: Oh, sei davvero terribile... Complimenti!

Hiroto: Beh, se Tsunami-Kun non ce l'ha fatta, ci proverò io! Someoka! Sakuma! Last Death Zone!! *Tirano*

Shinsuke: Goseishin Titanias! Armed!! Majin The Hand!! *Non riesce a fermare il tiro, che finisce in porta*

Sakuma: GOOOOL!!! *Lui e gli altri della squadra si abbracciano*

Tenma: Pareggiamo subito! Non diamogli tregua, ragazzi!!

Tutti: Sììììì!!

Aoi: *fiiii*

Tsurugi: Ribalteremo la situazione, Endo-San! Te l'assicuro!!

Endo: Ti aspetto, Kyousuke!!

Tsurugi: Kensei Lancerot! Armed!! Lost Angel! *Tira, ma scoppia, quasi sincronizzato al tiro, un tremendo temporale, che costringe le due squadre a sospendere l'incontro*

Aoi: Partita sospesa! Riprenderemo appena il tempo migliorerà!!

Endo: Ragazzi, andiamo a cercare un riparo! Vedo un castello, laggiù, in lontananza! *Indica una specie di rudere*

Shindo: E' leggermente inquietante... Io preferisco un po' di pioggia, piuttosto che un castello del genere!

Goenji: Se vuoi prenderti un malanno, resta pure sotto la pioggia battente! Noi entriamo! *Lui e le due squadre iniziano ad entrare, lasciando indietro Shindo*

Shindo: E-Ehi! A-Aspettatemi!! *Li rincorre e li raggiunge*

Tutti: *Aprono la porta* C'è nessuuunoooo?? *Entrano e la porta si chiude dietro di loro, sbattendo* *SBAM* AAAAHH!! Cos'è successo?

Endo: N-niente, ragazzi... Sarà solo il vento che ha fatto sbattere la porta... Ora apriamo ed usciamo. Andremo da un'altra parte!!

Kirino: Allenatore... La porta non si apre... E' bloccata!

Tutti: COSA?! Non può essere!!

Endo: B-beh, visto che non possiamo uscire, tanto vale esplorare l'interno del castello, no? Cosa volete che succ~ *Click* ...Cos'ho attivato?? *Si aprono tante botole quanti sono i giocatori ed essi svaniscono all'interno di esse, finendo in ogni viscera del castello, ognuno lontano dagli altri e rinchiuso in una stanza*

Tutti: AAAAAAaaaaahhh... *Cadono giù...*

???: Muahah... Dovrete superare la vostra paura più profonda per poter uscire dalla stanza in cui sarete rinchiusi... Chissà chi ce la farà?? Muahahah... *Svanisce nel nulla e fuori smette di piovere quasi per incanto...*


Angolo di Fubu-Chan...

Me: Saaalve... Allora, come vi è sembrato il prologo?? Lo so, è un po' cortino, ma i prossimi capitoli saranno più lunghi!! Dal primo capitolo vi dico già che passerò stanza per stanza, andando a conoscere le paure di ogni singolo giocatore!! Al prossimo capitolo Gentee!! <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1 - La prima Paura : Endo Mamoru



Endo atterrò su di un cuscino, che sembrava essere stato messo lì apposta da qualcuno, posizionato esattamente nel preciso punto in cui sarebbe dovuto cadere. Si guardò un po’ intorno, spaesato. La piccola stanza era spoglia, umida… Con solamente una brandina e tanta, tantissima polvere.

Non c’era molta luce, quel poco che vedeva era solamente grazie all’unica, minuscola finestra presente in quella cella.

Osservando meglio, Endo trovò qua e la’ anche qualche macchia di sangue, cosa che lo fece preoccupare più di quanto già non fosse. “C’è nessuno?!” Esclamò isterico. “Se c’è qualcuno, mi apra! Per favore!!” Ma nessuno rispose o aprì la porta.

Nemmeno i suoi migliori amici o la squadra da lui allenata. Questo non perché non lo sentissero, anzi, lo sentivano eccome! Solo che nessuno poteva rispondere… O meglio, tentavano, ma ogni volta la loro voce si bloccava. Potevano quindi chiedere aiuto, ma non darlo a loro volta! Perciò, non potevano comunicare…

Endo rimase a guardarsi intorno con nervosismo per circa mezz’ora, poi comparse, quasi all’improvviso, una strana ombra nera, con un sorriso a 32 denti. Appena lo vide, Mamoru sobbalzò a causa dello spavento. “C-chi sei??” Domandò con molta incertezza. “Sento la tua paura. Non ti deve importare chi sono io, dovresti pensare a te stesso e al tuo incubo.” Poi aggiunse : “Se non ti farai coraggio e batterai la tua paura segreta, rimarrai chiuso qui in eterno!!” E si mise a ridere, una risata che mise, a dir poco, i brividi.

Successivamente, se ne andò e lasciò il posto al rivale di Endo, che entrò strisciando come un’ombra, e poi prese forma. “C-che cosa sei, tu??” Endo si stava agitando sempre di più ed era un fatto abbastanza strano, visto che lui più il nemico era forte, più ne era contento.

Ma non lo era affatto. L’ombra rispose, prendendo forma. “Io… Io sono solamente il tuo più grande incubo…” E sghignazzò. “NO! Non può essere!” Endo sbiancò all’improvviso, vedendo la sagoma delineata da quello strano essere : Divenne un ragazzo, della stessa età di Endo,  con una fascia color nero pece sulla fronte, che sollevava un ciuffo che penzolava sulla fronte e altri due che però stavano in piedi da soli, con qualche ciocca di capelli che usciva dalla parte inferiore della fascia, che lasciava cadere e delineare i contorni del viso. In quanto ai vestiti, portava una maglietta a maniche corte color blu scuro, con sopra ad essa, una casacca nera con una striscia rossa ai bordi di entrambe le maniche. Portava anche un paio di pantaloni, neri anch’essi, con abbinate delle scarpe blu.

“N-non ci credo… Non puoi essere come me! Io non ho paura di me stesso!!” Esclamò Mamoru, notando l’estrema somiglianza tra lui e l’ombra. “Sì, invece… Hai ragione, sai? La tua paura non sei tu, ma che possa uscire la tua parte malvagia, che tu tieni nascosta bene.” Detto questo, mise Endo con le spalle al muro e gli strinse il viso con la mano, facendogli anche male. “Allora? Ti arrendi??” “Vattene!! Tu non sei me!! Endo lo respinse, e l’altro, in tutta risposta, sghignazzò : “Invece io SONO te! Solo che a me il calcio non piace, anzi, lo odio!”

“C-cosa?! Tu odi il calcio?!” gli gridò Endo, con tutto il fiato che aveva. Poi si calmò e, con calma glaciale, continuò : “Se non ami il calcio, non sarai MAI me!! Io amo il calcio e nemmeno un singolo muscolo del mio corpo dice il contrario, quindi… TU NON SEI ME!” e gli piazzò un bel pugno sul naso, scaraventandolo contro la parete opposta (e non tanto lontana) della stanza. Quello strano essere malvagio perse la forma del corpo di Endo e tornò ad essere una viscida ombra. Poi, mugugnando, si avvicinò ad Endo e, quando fu abbastanza vicino, gli tirò un calcio nello stomaco per vendicarsi del torto subito, lasciandolo così a terra, dolorante. Poi raggiunse la porta ed aggiunse : “Tsk! Mi hai battuto, sì. Ma dovrai aspettare gli altri, per poter uscire da qui. Intanto, puoi giocare un po’ a pallone, se vuoi.” E gli passò una palla da calcio, che raggiunse Mamoru, steso a terra e piegato in due per il colpo subito. “R-riuscirò ad u-uscire da qui…” e svenne.

…Intanto, in un’altra stanza…

???: Bene, bene, bene… Ora tocca a te, mio caro…

??: C-cosa vuoi?? Chi sei tu?? Noooo!!
 
 
Angolino dell’autrice pazza (e sadica):
Ma saaalve a tutti gente! Se siete arrivati fino a qui, significa che il capitolo non fa poi tanto schifo (almeno, credo…) Beh, spero solo di avervi incuriositi per il prossimo capitolo e ringrazio chi ha recensito e recensirà questa fic!! <3
Un grazie speciale anche a quelli che hanno avuto il coraggio di metterla tra i preferiti e le seguite! Alla prossima! Ciaooo!!<3<3

P.S. Chiedo perdono per la lunghezza del capitolo, ma l'ispirazione è venuta meno!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


La Seconda Paura… Kazemaru Ichirouta!
 

Kazemaru cadde in una stanza abbastanza grande, a differenza di quella del suo capitano. Questa, però, non era molto arredata, nonostante fosse piena zeppa di oggetti. C’erano delle civette in ceramica, molto grandi ed inquietanti, che, unite alla preoccupazione del ragazzo, mettevano angoscia addosso ad esso.

Oltre ai volatili erano presenti anche numerose bambole, in porcellana, con occhi di vetro spenti, che però sembravano guardare ovunque in quella cella, e per questo diventavano ancora più macabre. Kazemaru scrutò con molta attenzione le bambole e le civette, poi si tranquillizzò un pochino ed esclamò : “Fiuu, ora che sono sicuro che sono solo oggetti inanimati, mi sento molto meglio!” Come finì la frase, dovette subito ricredersi. Una delle bambole lo stava guardando, ma lei non era come tutte le sue simili, no, aveva degli inquietanti occhi rossi pieni di vita, e stava sorridendo nel vedere la paura salire e penetrare nel cuore del ragazzo.

Dopo averlo fissato, senza distogliere gli occhi, per molti, interminabili minuti, si decise a parlare. “Tu sei Kazemaru Ichirouta, e la tua paura più profonda è l’acqua, un elemento così puro… e letale! Ora ti lascio, ma puoi stare tranquillo, perché sarai in ottima compagnia!” E, sghignazzata quella frase, se ne andò, premendo un interruttore. Lui non capiva come quella bambola facesse a sapere chi fosse e quale fosse la sua paura. Esatto, Kazemaru temeva l’acqua. Fu a causa di un episodio avvenuto nella sua infanzia, quando aveva solamente 5 anni.

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Era andato al mare con i suoi genitori, e amava in particolar modo fare il bagno in mare. Si mise a giocare con il padre ad acchiapparello, ma inciampò in un sasso e finì in mare. In quel momento esso era molto agitato per via del vento, che lo portò quasi subito lontano dalla riva. Però c’è un piccolo particolare che non vi è stato rivelato : Lui non sapeva nuotare… Rischiò di annegare ma, fortunatamente, fu salvato per miracolo da una barca della guardia costiera, che stava facendo il suo solito giro di perlustrazione.

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Da quell’episodio, Ichirouta non volle mai più entrare in acqua che non fosse chiusa in una vasca da bagno o da oggetti più piccoli.
*Whoosh* Kazemaru sentì uno strano rumore… Quasi come… Uno Scrosciare di acqua corrente! “Oh, no! Non ci voleva! Annegherò!! AIUTO!”

Le sue urla di disperazione erano del tutto inutili, in quanto da sole non avrebbero fermato il flusso dell’acqua. In quel momento, le cose si complicarono : Gli scaffali contenenti le civette in ceramica si rovesciarono, quasi come fosse stato calcolato, e finirono contro l’unica via d’uscita : la porta! Ma non finì lì. Anche i mobili sui quali erano riposte con cura le bambole si ribaltarono, ed uno di essi cadde addosso al povero Kazemaru, il quale fu spinto sott’acqua. ‘Per me è finita…’ pensò.

Stava per arrendersi, quando, improvvisamente, si rese conto di come sarebbe potuto uscire.  L’unico modo era spostare lo scaffale che ostruiva la porta, ma doveva muoversi, altrimenti avrebbe perso la battaglia, e la vita. Trovò la forza di smuovere quell’enorme ostacolo, e subito si fiondò contro l’uscita, per cercare di aprirla, ma era bloccata per la troppa acqua presente nella cella, e a lui iniziò a mancare l’ossigeno. Sarebbe quindi finita così, ed in quella misera stanza, la sua vita? …“Resisti, Kazemaru! Sto venendo ad aiutarti!!” Subito Ichirouta sbarrò gli occhi, e si rese conto di chi fosse quella voce. Quelle parole gli ridarono ossigeno, ed anche la forza per fare un ultimo, disperato tentativo, che, unito a quelli dell’amico nel tirare, funzionò e la porta si spalancò, lasciando liberi sia Kazemaru che l’acqua, che travolse anche il suo salvatore. Poi perse i sensi per la troppa mancanza di ossigeno e, quando si svegliò, si trovò tra le braccia del suo migliore amico e capitano, Endo.

“E-Endo… ma come ti sei liberato…?” Mormorò Ichirouta, ancora affannato. “Beh, diciamo che ho superato la prova… quella della paura più profonda…” Rispose Mamoru, tranquillo ma non troppo rilassato. “Ma tu, ora, ti senti meglio? Hai rischiato tanto, sai?” Domandò quindi all’altro, appena uscito da una situazione drammatica. “Certo che mi sento meglio! Non so’ se riuscirò mai a superare la paura dell’acqua… Sono solamente un fifone!” Si rimproverò il primo, vergognandosi di se stesso. Endo gli diede qualche pacca sulla spalla e lo rincuorò, da bravo capitano : “Non pensi che, se tu non avessi superato la tua paura, non saresti qui, sano e salvo? Pensaci!” Quindi si alzò, e si avventurò in un corridoio, alla ricerca degli altri per uscire tutti insieme dal castello, e Kazemaru lo seguì.
 

Angolino della autrice Sakka Bakata

Bonjour a todos, minna! ^^

Endo: Ma ti rendi conto di aver parlato tre lingue diverse in una sola frase?!

Me: Oh, beh… Poco importa! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e ringrazio coloro che hanno messo questa storia tra le preferite e le seguite!! Ciaoo! Al prossimo capitolo!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


La Terza Paura - Kabeyama Heigorou...



Kabeyama cadde anche lui in una botola, come gli altri, del resto, ma nessuno (e dico NESSUNO) udì il rumore di un atterraggio. Come era possibile che uno come lui (che non è proprio un fuscello) fosse riuscito a cadere senza fare il minimo rumore? Semplice : Non ci era arrivato, alla stanza, perché rimase incastrato nel passaggio, a causa della sua stazza.

“Ehii?? C’è nessuuunoo?? Io sono rimasto incastrato!” Urlò Kabeyama, già spaventato a morte. Una voce maschile, abbastanza macabra, rispose alla sua richiesta di aiuto : “Uff, ma perché a me? Proprio tu dovevi rimanere incastrato?? Cadere da un’altra parte no, eh?” Poi si mise a pronunciare una specie di formula magica, che fecero allargare il condotto, permettendo così a Heigorou di continuare la sua caduta.

“AAAAHHH!!” *Tunf* Quando toccò il pavimento con il suo dolce peso, tutto il castello ed anche il boschetto intorno ad esso tremarono, come se colpite da un terremoto, solo molto più intenso. Ruppe anche qualche piastrella del pavimento sottostante, a causa del tremendo impatto. Si guardò intorno con molta attenzione, ma soprattutto con molta paura. La sua era una cella gigantesca, con anche della boscaglia all’interno.

Osservando in lontananza, scorse anche qualche cascata con animali che si dissetavano. Esplorò la stanza finché non la vide tutta, ed arrivò quindi ad una cascata. “Mamma mia, che paura! Non mi butterò mai da qui per fare un tuffo!!” Notò anche la presenza di un ponte, che anticipatamente non aveva notato. Esso era abbastanza stretto, fatto di corde legate a piccole assi in legno, marce o rotte. Kabeyama sarebbe voluto andare dall’altra parte, ma non provò nemmeno a salirci, su quel ponte. “Se ci salgo, si romperà perché è tutto marcio!” Si era detto. Quando si girò per uscire da quel posto piuttosto strano, si ritrovò di fronte un leone, che, appena prima di attaccarlo, si alzò su due zampe e gli disse :

“Kabeyama Heigorou, giusto? Tu hai una paura folle per l’altezza, perciò, se vuoi uscire di qui, devi sopravvivere a questo!” E, dette quelle non troppo inquietanti parole, con un balzo gli legò una fune alla vita (una fune molto lunga) e lo spinse giù dalla cascata, dopo aver legato l’altro capo della corda ad un albero lì vicino. “GYAAAAHH!! TIRATEMI SU, VI PREGOO!” Ma non fu ascoltato. Il leone infatti, se ne era già andato, lasciando il gigante a se stesso ed alla sua paura. “Ma perché a me? Cos’ho fatto di male??” Si chiese continuamente, mentre gli animali stavano immobili come statue, fissi a guardarlo dimenarsi, penzolante da quel dirupo confinante la cascata, con quegli occhi color giallo intenso e intrisi di malvagità pura, e Kabeyama, che continuava a muoversi, senza mai smettere, di cercare di arrampicarsi su per la fune per riuscire a salire, cercando di non guardare in basso, altrimenti si sarebbe divincolato troppo, spezzando la fune.

A causa della caduta del suo orologio, però, fu quasi costretto a guardare in basso mentre cercava di salvarlo dal rompersi in mille pezzi e, dopo aver girato il capo verso il basso per errore, urlò. Fu talmente acuto e potente, che tutti gli animali scapparono da lì vicino ed il leone tornò. “Perché urli così? Non sei ancora caduto! Se fai così, gli animali scappano! Hai spaventato anche me, che sono il RE, qui!” Gli chiese, quasi scocciato dalla paura dell’altro. “Come ‘Perché urlo?’ E me lo chiedi, anche? IO sono la vittima qui, non tu!” Gli rispose Heigorou, offeso.

Subito dopo si aggrappò bene alla fune che lo sosteneva, e si iniziò ad arrampicare, come un koala si arrampica su un albero, ad essa. Il re degli animali cercò di andare via da lì, ma non ne ebbe il tempo, perché con un balzo Kabeyama lo travolse, poi domandò soddisfatto “Ora chi è che ha paura, eh?”. Il leone si divincolò in ogni modo per liberarsi, ma la presa del ragazzone era troppo stretta e, di conseguenza, fu costretto ad aprirgli la porta, in cambio della sua libertà. “Haaah! Non vedevo l’ora di riuscire a respirare tranquillamente, e lontano da te!” Ed il felino scappò, all’interno della giungla, in cerca di prede, mentre l’altro uscì dalla stanza enorme in cui era stato rinchiuso.

Camminò per un po’ lungo il corridoio, poi si ritrovò davanti ad una porta con su un cartello “Cucina”, e subito ci entrò per sfamarsi dopo una terrificante (almeno per lui) avventura. Solo che non notò l’insegna minuscola in basso, quasi a terra, con su scritto “Pericolo di morte! Cuochi Cannibali”. Appena fu dentro, tutti gli esperti culinari presenti in quella stanza lo guardarono, ed i loro occhi assetati di sangue si illuminarono, dopodiché si leccarono i baffi per l’acquolina. Lo avvicinarono insieme, e, dopo averlo osservato attentamente, lo legarono stretto per cucinarlo.

Quando Kabeyama si rese conto della situazione, si alzò (ancora legato) e si mise a correre, per tutta la stanza, uscì, andò nel corridoio e cercò un posto dove nascondersi. Dopo una lunga corsa, pensò di averli seminati, in quanto non li vide più, dietro di se’. Ma lo stavano ancora cercando. Lo videro e la sua fuga dovette ricominciare. Corse a più non posso per tutti i corridoi, ma non riuscì a seminarli. Ad un certo punto, una mano lo trascinò all’interno di una stanza vuota, usata come ripostiglio… Kabeyama, dopo essere stato salvato dai cuochi che ancora lo cercavano, sentì qualcuno che gli mise un braccio sulla spalla e si girò di scatto, pensando che fosse uno di quei cannibali, scoprendo però che non si trattava di una persona sola, ma due, e che non avevano intenzioni malvagie, anzi, erano suoi amici.

Esatto, si trattava di Endo e di Kazemaru, che subito slegarono Heigorou e gli chiesero il perché fosse inseguito. “Beh, ecco io… Pensavo fosse la cucina, perciò sono entrato… non pensavo potessero essere cannibali!” Si spiegò il povero ragazzone, che ne aveva passate di cotte e di crude, ed in così poco tempo, poi… “Non importa, Kabeyama! L’importante è che tu stia bene! Ora, andiamo tutti insieme a cercare gli altri!” Rispose Endo, seguito poi da Kazemaru “Endo ha ragione! E poi, se tu avevi fame, non c’era nulla di male, no?” Detto questo, si avviarono tutti e tre verso un’altra stanza, per cercare gli altri…
 


Angolino della Sakkomane Sclerante
 


Konnichiwa, minna! Sono arrivata anche a lui, il fifone del gruppo! Alla fine non è stato così divertente come mi aspettavo sarebbe stato… però spero almeno di avervi strappato qualche risata! ^^

Endo: Beh, non si sa mai, potrebbe anche piacere, questo capitolo! Chi lo sa?

Me: Aww, ci sei anche tu, Endo-Chan! <3 Bene, ora mi sento meglio! Ringrazio chi mi continua a recensire, e in particolare : Raggio di Gioia, Si99, Kristen97, Crazysisters, _DNA … Grazie millee!! <3
Ed un grandissimo grazie anche a chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite! <3 Ciaaaoo!! Al prossimo capitoloo!! <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


La Quarta Paura – Tsunami Jousuke…

 

Tsunami scivolò nel condotto a lungo, dopodiché atterrò bruscamente in una strana stanza. Essa era infatti completamente arredata, però c’era un piccolo particolare, e cioè che i mobili erano posizionati sul soffitto : Divano, poltrona, persino un tavolo. Jousuke rabbrividì nel chiedersi come facessero a non cadere ma, fortunatamente per lui, non ottenne risposta.
 
Si accorse anche della presenza di un lampadario, però sul pavimento. Niente era al proprio posto, in quella camera. Poi, qualcosa nell’ossigeno presente nella stanza cambiò, e questo mutamento dell’aria fece assopire Tsunami. Intanto, un’ombra penetrò nella cella, e cambiò la disposizione mobiliare, facendo tornare la poltrona sul pavimento e il lampadario sul soffitto, poi legò il ragazzo, ancora privo di sensi, alla poltrona, usando delle corde spesse almeno il doppio la larghezza di un suo braccio.

Al suo risveglio, Jousuke si ritrovò legato con di fronte quell’essere, che lo guardava e rideva, una risata tanto lunga quanto malefica, che al solo sentirla si avvertiva un brivido, che partiva dal collo e scivolava lungo la schiena. “Chi sei tu?! Perché mi hai legato ad una poltrona?” Gli domandò il ragazzo dai capelli rosa, senza lasciargli il tempo di finire la sghignazzata. “Tu sei Tsunami Jousuke… Gneheheh… Voglio solo tenerti fermo mentre faccio entrare la tua paura nella stanza, e cioè gli squali!” E premette un pulsante, che fece entrare due di quei predatori naturali, e mettendo così a Tsunami un nervosismo tale da farlo sbiancare. “Divertiti, con i tuoi due nuovi amici! Ah, già! Non ti ho avvertito di una cosa : loro sono stati umanizzati, come il resto degli animali in questo castello, e quindi non hanno bisogno di acqua per riuscire a sopravvivere! Addio!!” E, data l’agghiacciante rivelazione, se ne andò, chiudendo la porta a chiave.

“Ehi! Aspetta un momento! Devi liberarmi immediatamente!” Gli implorò il ragazzo, terrorizzato dalla vista della sua paura più profonda. Si fece coraggio e, con una serie di acrobazie da surfista, riuscì a ribaltare la poltrona e, con qualche difficoltà, a liberarsi. I due nemici lo guardarono nel fare quei movimenti e, dopo qualche minuto passato ad osservarlo per studiarlo, passarono all’attacco. Il primo dei due cercò di azzannarlo, ma Jousuke lo schivò, mentre il secondo lo catturò da dietro, senza lasciargli più una via di fuga.

Tsunami cercò in mille modi di scappare, ma lo tenevano ben stretto, così pensò : ‘Come faccio, ora? Devo liberarmi, ma come? Avranno pur un punto debole, da qualche parte’ Ad un certo punto, lo squalo che non teneva Jousuke ricominciò a cercare di morderlo, ma lui schivava ogni tentativo, tranne uno che riuscì ad andare a segno e lo ferì ad un braccio. L’animale, avendo sentito l’odore di sangue emanato dalla ferita da lui stesso procurata, continuò a cercare di azzannare il ragazzo che, ancora dolorante e con un braccio sanguinante, non riuscì ad evitare di essere morso anche ad una gamba, che prese anch’essa a sanguinare. ‘Se non mi libero il prima possibile, per me è la fine!’ Pensò.

Poi gli venne un’idea : Visto che i due squali camminavano sulle pinne della coda, decise di pestargliele con i suoi piedi. Subito i predatori urlarono di dolore, e Tsunami fu libero dalla loro presa, ed ebbe l’occasione di cercare la chiave di riserva della porta. La trovò imboscata sotto ad una piastrella, ed aprì la porta. Nel frattempo però, gli animali si erano ripresi e corsero entrambi verso di lui, che però fu più veloce di loro, e riuscì ad uscire ed a chiudere la porta a chiave da fuori, lasciandoli rinchiusi in quella cella. Tsunami si accasciò contro la porta, sfinito e sospirò; l’aveva scampata per poco.

Subito però, il sollievo fu sostituito da un insopportabile dolore, che gli colpì il braccio destro e la gamba sinistra. Quando guardò entrambi gli arti, ebbe una terribile visione, cioè le due ferite causate dai morsi dello squalo, e si preoccupò notevolmente, perché non aveva idea di dove si trovasse l’uscita per chiamare i soccorsi, ed i suoi amici erano chissà dove, quindi non l’avrebbero potuto aiutare. Si alzò ed iniziò a zoppicare, deciso a raggiungere l’ingresso per cercare aiuto, però si fermò poco dopo, sia a causa della sofferenza, sia perché sentì delle voci in lontananza, che subito si mise a seguire. Alla fine riuscì a raggiungere, e si trovò davanti Kabeyama, Kazemaru ed Endo che, appena lo videro, sgranarono gli occhi.

“T-Tsunami… S-sei davvero tu??” Chiese Heigorou, spaventato dall’improvvisa comparsa dell’amico, “R-ragazzi?! S-sì, sono io… Che bello rivedervi! Non ci speravo pi~” Jousuke non fece in tempo a finire la frase, che subito si accasciò a terra, tenendosi la gamba. “Tsunami?! Che cosa ti succede?!” Esclamò Endo, preoccupato. Poi notò le ferite, e subito aggiunse “Ma cosa…?! Sei ferito! Hai assolutamente bisogno di cure!” E volse lo sguardo a Kazemaru, che annuì e disse “Vado in quella infermeria che abbiano trovato poco fa lungo la strada! Torno subito!” E corse via. Tsunami svenne, a causa delle ferite, che stavano iniziando a fare infezione. Sia Endo che Kabeyama si tolsero le giacche, che usarono per fasciare la gamba ed il braccio del ragazzo, fermando l’infezione. Dopo qualche minuto, Ichirouta tornò con il necessario per medicare Jousuke, e così riuscirono a farlo stare meglio. Quando si svegliò, si alzò, con un po’ di fatica e, dopo aver ringraziato gli amici, li seguì, nella loro ricerca degli altri.
 
 
Angolino Sakkomane
 
Buondì! (anche se è sera -.-‘’) spero di aver messo abbastanza suspance e di aver fatto un buon lavoro! ^^

Beh, non so’ che dire, ringrazio tutti coloro che continuano a recensire la storia e mi sostengono, spronandomi a continuare!

Grazie di cuore <3

Al prossimo capitolo! Ciau ciau! <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


La Quinta Paura – Fudo Akio…



Fudo cadde in una stanza con enormi finestre, che erano però chiuse a chiave e non permettevano quindi di andare fuori. “Ma dove sono finito?!” si chiese. Questi enormi vetri erano indistruttibili, per evitare che qualcuno potesse fuggire. Decise di esplorare l’interno della cella, nella quale sarebbe rimasto per un indefinito lasso di tempo.

Sulle pareti c’erano evidenti segni di umidità, che le scurivano, dando loro un grigio più scuro ed opaco di quanto già non fosse. Erano presenti anche delle catene, appese su un muro, alle quali era legato uno scheletro, tenuto lì da chissà quanto tempo, e che mise a disagio Akio, già nervoso per la situazione in cui si trovava. Ad un tratto, un liquido viscoso prese vita, e si mise a girare per la stanza, con il tentativo di farsi notare dal ragazzo, per poterlo così spaventare.

Quando lo vide, Fudo indietreggiò, terrorizzato da quella macabra visione. Quella strana creatura divenne alta almeno quanto lui, che subito sbraitò un “Chi diamine sei e che cosa vuoi da me??” Ed, in tutta risposta, ottenne solamente un “Akio Fudo… E’ giunto anche per te il momento di essere messo alla prova! Se supererai la tua paura del buio, potrai uscire e sarai libero. Altrimenti, ci sarà una nuova ombra in questo castello!!” E, dopodichè sgusciò via.

Fudo rimase da solo per circa una ventina di minuti, che passò a guardarsi intorno, poi i finestroni si oscurarono e lui rimase al buio. “Ehi! Ma che cosa è successo?! Perché sono nell’oscurità?! Accendete subito le luci!!” Gridò poi, implorante. Pian piano i suoi occhi si abituarono al buio, e lui iniziò a vedere qualcosa. Successivamente, una voce rischiarò nell’oscurità : “Riuscirai a tornare alla luce solamente se batterai la tua paura!” Quella voce continuava a ripetere la stessa frase, come fosse una sorta di cantilena. Akio si sentiva già a disagio per la sua fobia, e la presenza di quella voce peggiorò la situazione.

Dopo aver vagato alla cieca per la stanza, sentì una mano toccargli la spalla, e la stringeva, così rabbrividì. Si girò e, nonostante fosse buio pesto, riuscì a scorgere appena la forma scheletrica di quell’arto, che gli tratteneva la spalla. Subito se la scrollò di dosso, e sentì un rumore strano, come di oggetti che cadono sul terreno. Non capì il perché di un suono del genere finché uno spiraglio non illuminò leggermente la stanza, facendogli vedere un mucchietto di ossa inermi giacere sul pavimento. Si avvicinò alla finestra, che era anche vicina alla porta ed alle catene appese e, dietro di lui, il cumulo prese vita, diventando uno zombie scheletrico.

Egli prese alle spalle Fudo, che si accorse troppo tardi della presenza dell’altro, che lo legò alle catene e gli farfugliò “Ora rimarrai qui, a subire una morte lenta e dolorosa, proprio come quella che ho subito io!” e fece tornare l’oscurità nella stanza. Fudo sentì due mani gelide, prive di vita e, soprattutto tutt’ossa stringergli con forza il collo, impedendogli di respirare, così cercò invano di liberarsi. Iniziava a mancargli aria, non riusciva a prendere fiato e quelle catene non volevano cedere : si sentiva sempre più vicino alla morte, e lo scheletro era sempre più divertito nel vederlo soffrire così, e non si fermò.

Akio alzò lo sguardo e scorse che, appesa al collo scheletrico del suo aggressore, c’era una chiave, probabilmente “La chiave”! Cercò quindi di afferrarla in ogni modo, senza però riuscirci, ma non si arrese e pensò ‘Non mi arrenderò, finché avrò ancora un briciolo di energia vitale nel mio corpo! Forse, se gliela strappo con i denti, riesco a prenderla!’ Allora, consapevole di non avere più molto ossigeno (e quindi neanche molto tempo), tentò di morderlo ed egli evitò tutti gli attacchi tranne uno, che permise quindi al ragazzo di prendere l’oggetto in metallo in bocca. Gli mancava ossigeno, era quasi finito… Il suo recupero della chiave era inutile se non si liberava, però avrebbe potuto comunque vantarsi di aver sconfitto la sua paura, perché in quella cella non aveva pensato minimamente alla fobia del buio, ma a tentare di salvarsi.

‘N-non ce la faccio… Sto per svenire…’ pensò, ormai sfinito. Lo scheletro allentò la presa di colpo, permettendo a Fudo di riprendere fiato. “Tsk, hai sconfitto la tua paura, complimenti! Meriti un premio : ti lascerò respirare per qualche secondo!” e lo mollò. Il ragazzo aveva ancora quella chiave in bocca e, dopo averla fatta passare alla mano respirando affannosamente, riuscì ad aprire la porta accanto a lui, anche se rimaneva ancora un problema da risolvere : finché era legato non sarebbe potuto uscire, e lo scheletro stava per tornare a finire ciò che aveva lasciato a metà.

Allora si mise ad urlare con tutto il fiato rimasto in corpo, con la speranza che qualcuno lo sentisse e raggiungere in fretta. Il nemico si girò di scatto ed esclamò, con tono beffardo “Non dovresti sprecare quel poco ossigeno che ti ritrovi in questo modo! Nessuno può sentirti, è inutile!!” e riprese il collo di Akio tra le sue mani scheletriche, stringendo più di prima. In quell’esatto momento, in lontananza si sentirono passi veloci, come se chi li stesse compiendo corresse, ed era esattamente così. “Stiamo arrivando, Fudo!! Resisti!!” si sentì rimbombare nel corridoio l’inconfondibile voce di Endo, dopodiché lui e gli altri (Kazemaru, Kabeyama e Tsunami, con ancora delle fasciature, ma stava bene) fecero la loro comparsa. “R-ragazzi~” cercò di dire Fudo, ancora nella presa dello zombie, che aumentò la pressione. “Meglio! Se ci sono i tuoi amici, ti vedranno nei tuoi ultimi istanti di vita!!” E si mise a ridere, sempre più divertito e sempre più forte.

“Lascia andare Fudooo!!” Un grido di rabbia fermò la risata , anche perché oltre al grido gli diede anche un calcio in faccia, che lo fece volare contro la parete opposta, lasciandolo a terra. Tutti si girarono verso l’artefice di quel calcio e videro Tsunami ritto in piedi davanti a Fudo, che intanto riprendeva fiato, e che diceva all’ormai inerme nemico “Adesso non ridi più, eh? La prossima volta pensaci meglio, prima di prendertela con un mio amico!” poi, presero la chiave dalla serratura e provarono con quella a liberare Akio, ma non funzionò perché non era quella giusta. Iniziarono così a cercarla in lungo ed in largo per la stanza, senza successo. “Ma dove sarà mai finita?” Chiese Endo. “Chissà! Cerchiamo meglio, così la troveremo!” rispose Kabeyama, entusiasta.

In quel momento, Fudo piegò il capo, con un’espressione di dolore stampata in viso. Subito gli altri accorsero ad aiutarlo ed a chiedergli come stava, ma lui rispose che non aveva nulla, solo un dolore al collo. Kazemaru riflettè, e poi ipotizzò “E se la chiave fosse sotto la pelle del suo collo? Magari stringeva così forte solamente per far passare la chiave, e farlo restare prigioniero a vita nonostante avesse avuto la libertà sottomano!!” Gli altri rimasero prima allibiti, poi si convinsero delle sue parole, perché avrebbe potuto avere ragione. Controllarono immediatamente il punto in cui Fudo sentiva più dolore, e lì trovarono la chiave, che usarono subito per liberare Akio, che ringraziò doverosamente i suoi salvatori e si unì subito a loro, alla continua ricerca degli altri e della porta per andarsene.
 
Angolino Di Fubuky Chan
 
Salve^^ Come va? Spero che il capitolo sia piaciuto e che non abbia fatto troppo schifo... Spero che sia venuto bene!! ** Beh, ora vi lascio! Alla prossima, gente!! <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


La Sesta Paura – Fubuki Shirou…

 


Shirou scivolò lungo un condotto tetro, e finì in una cella completamente ghiacciata. A lui piaceva moltissimo quell’ambiente, che però gli metteva anche molto nervosismo. Sotto allo strato congelato si intravedevano alcuni mobili, visibilmente rovinati dal tempo e dal freddo e, poco più in alto c’era un condizionatore acceso, per mantenere la temperatura adatta continuamente. “Che strano posto …” disse Fubuki, pensando a voce alta. Dopodichè si girò, e si ritrovò di fronte ad una figura oscura ed a suo fratello Atsuya. “F-fratellone! Sei qui per darmi una mano ad uscire, vero?”

L’ombra rispose al posto dell’altro, che sembrava ipnotizzato. “Fubuki Shirou, eh? Sarai in grado di sopravvivere alla tua paura dell’abbandono? O soccomberai ad essa? Voglio proprio vedere!” e lasciò Atsuya, che rimase immobile fino a quando l’altro non chiuse la porta, dopodiché la rabbia e l’odio divamparono in lui. “Tu… Dovevo sopravvivere io, non tu!! Non è giusto! Mi hai abbandonato, ed ora io abbandonerò te!!” Gli urlò. Poi entrarono anche i suoi genitori, anch’essi arrabbiati, che gli dissero : “Spiegaci come hai fatto ad uscire dalla macchina in corsa, stupido ragazzino! Dovevamo essere NOI sbalzati fuori, non tu! Dicci come hai fatto!” e lo presero per il colletto della felpa.

“Mamma… Papà… Nii-San… Perché mi dite così? Neanch’io volevo finisse in questo modo, ma che vi salvaste voi al mio posto! E poi~” Fubuki fu interrotto dal fratello, che gli tirò uno schiafo, facendogli  girare il capo dalla parte opposta. “Zitto! Le tue scuse non bastano! Noi vogliamo tornare in vita, e se servirà prenderemo il tuo posto! Tanto non se ne accorgerà nessuno, perché sei inutile!” E lo spinse contro una delle pareti ghiacciate, facendolo cadere. “NO! Non prenderete la mia vita! Cercatevene un’altra per voi!” rispose Shirou, determinato a sopravvivere, poi continuò. “Ho degli amici che mi vogliono bene! Sono loro la mia famiglia, ora! Non ho bisogno di nessun altro!”

“…Ne sei sicuro? Pensi davvero che quei tuoi ‘Amici’ ti vogliano bene? Io non credo, visto che ora stanno parlando male di te! Soprattutto il tuo capitano, che pensa che tu sia un giocatore inutile per la sua squadra!” Atsuya lo stava pian piano convincendo che non sarebbe mai stato una persona utile a qualcuno, quando una voce gli rimbombò nella mente. “Fratellino, non devi credere a ciò che dicono! Vogliono solamente ucciderti! Loro non sono i veri mamma e papà! E nemmeno quell’Atsuya, è quello vero, perché IO sono il tuo fratellone! Non devi mollare!” Fubuki si rincuorò al sentir la dolce voce del suo fratellone. Subito però, la situazione prese una svolta inaspettata. L’Atsuya malvagio ed i suoi ‘Genitori’ cercarono di prendere comunque la vita del ragazzo, avventandosi su di esso. “Ora vedremo se quel fantasmino potrà salvarti! Io non credo!” Ed iniziò a cercare di ferirlo con un coltello molto affilato. Solamente un colpo andò a segno, che ferì Shirou ad una spalla, che prese a sanguinare. “Chi ti salverà adesso, eh? Il tuo caro fratellino non ti può aiutare… E’ morto!!” (Me: Senti chi parla… ù.ù)  e le tre oscure figure si misero a sghignazzare, divertite dal fatto che nessuno lo avrebbe salvato. Ed avevano ragione, o quasi.

“Non è vero! Qualcuno c’è! I miei amici mi daranno una mano!” Esclamò Shirou, facendo cessare per un attimo le risate. “…Gneheheh, e tu pensi davvero che ti potranno raggiungere? NO! Sono rinchiusi in altre piccole cellette, e stanno combattendo per la loro libertà! Se non ci credi, guarda qui!!” e gli fece vedere un monitor, diviso in dieci parti, dei quali però se ne riuscivano a vedere solo cinque. Endo che combatteva contro se stesso, Kazemaru con l’acqua alla gola, Kabeyama rincorso da strani cuochi, Tsunami che veniva morso da due squali e Fudo che stava venendo soffocato da uno scheletro. “NO! NON PUO’ ESSERE! Devo salvarli!!” Esclamò quindi preoccupato per la sorte dei suoi amici, che però erano già al sicuro, ma lui non lo sapeva. “Troppo tardi. Sono già stati tramutati in ombre! Eccoteli qua!” Ed entrarono cinque ombre, con le sembianze dei suoi amici. “No… Ditemi che no è vero! Vi prego!” Implorò il ragazzo, che stava perdenro le speranze.

“…NON LI ASCOLTARE, FUBUKI!” Una voce penetrò all’improvviso in quella stanza, squarciando l’atmosfera oscura che la stava avvolgendo pian piano. “Ma… Questa voce… Endo! RAGAZZI!” Shirou si sentiva decisamente più sollevato nel sapere che i suoi amici stavano bene e che erano lì, appena fuori dalla porta.

“NOOO! NON DOVEVA ANDARE COSÍÍÍÍ! …Morirai comunque, perché i tuoi compagni non possono entrare, ed io ho un coltello moolto affilato, e sono pronto a conficcarlo in quel tuo dolce cuoricino!” E, detto questo, l’ombra iniziò a cercare di colpire Fubuki a morte, senza avere successo. Intanto, Kazemaru riuscì a scassinare la porta e lui e gli altri entrarono, con lo stupore dei presenti nella stanza. L’Atsuya malvagio però, approfittò della situazione per sferrare un attacco alle spalle contro Shirou, che non pensava più alle malvagie figure. “Attento, Fubuki!!” Qualcuno lo spinse via all’ultimo istante, intromettendosi tra lui ed il coltello e ferendosi al posto dell’amico. “Nooo! Endooo!!” Gridò il ragazzo, angosciato per Mamoru, che era appena stato ferito all’addome, che poi cadde a terra dolorante, mentre le ombre ridevano di gusto per il risultato ottenuto, e Fubuki si mise a cercare di curare Endo, aiutato poi dagli altri, che curarono anche lui.

“Gneheheh… E’ inutile provare a curarlo, tanto non sopravviverà!!” Esclamò l’Atsuya malvagio, divertito. “Forza ragazzi, usciamo da qui, finché siamo in tempo!” Esclamò Fudo, aprendo la porta con un calcio ed aiutando gli altri a portare fuori Mamoru e Fubuki, con una spalla dolorante. “Ci rivedremo presto, fratellino… Gneheheh!!” Disse la figura oscura, guardando Shirou. “Tu non sei Atsuya! Lui è sempre con me ed io non sarò mai solo!!” E, detto questo, i sei ragazzi se ne andarono. Raggiunto il corridoio, curarono Endo, che dopo qualche ora si riprese e Fubuki, che subito fu in grado di continuare il viaggio alla ricerca degli altri. Shirou si avvicinò a Mamoru, e gli disse “ Grazie, Endo-Kun! Se non fossi intervenuto tu, io ora…”

“Non dirlo neanche per scherzo! Non posso permettere che un membro della mia squadra venga ferito! Né fisicamente, né moralmente!” Rispose Endo, con il suo solito sorriso. “D’accordo Endo, ho capito!” Shirou si sentì importante al sentire quelle parole, che gli diedero la forza di andare avanti e continuare il viaggio con i suoi amici, con lo scopo di trovare l’uscita e le persone mancanti.
 
 


Angolino Sakkomane


Eccoci ritrovati, popolo di EFP!
Sono tornata con un altro capitolo, questa volta sul nostro caro Fubuki-Chan (attenzione: Fubuki, non Fubuky! XD)
Ho cambiato il titolo sotto consiglio di si99 (Sissy-Chan) perché così è molto più carino (e mi piace tantissimo il nuovo nome!) ^^
Ringrazio anche tutti coloro che seguono e recensiscono la fic (nonostante stia diventando troppo macabra e sadica), e cioè :
Raggio di Gioia, si99, Kristen97, CrazySisters, _DNA, La Prima Ultima e tutti gli altri che recensiscono o recensiranno!
Grazie mille a tutti! Ciaoo!
Al prossimo capitolo!! *svanisce*

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


La Settima Paura - Gouenji Shuuya...


Shuuya cadde nella sua piccola celletta, molto buia ed inquietante. “Che posto è mai questo?!” si chiese Gouenji. Da ciò che riusciva a vedere, in quella stanza c’erano una piccola brandina, una finestrella posta abbastanza in alto, per impedire l’eventuale fuga da parte di un prigioniero, un tavolino con due sedie ed una corda penzolante dal lampadario. Toccando le pareti, notò che  erano molto viscide, intrise di una sostanza appiccicosa, che lo incollò al muro. Dopodichè, entrò una bambola in porcellana, la stessa che aveva parlato con Kazemaru, che disse: “Gouenji Shuuya, giusto? Tu hai la paura dei vampiri, se non sbaglio… La tua prova sarà davvero difficile, e non so’ se riuscirai a sopravvivere! Addio!!” Poi uscì, lasciando il posto ad un pipistrello che entrò e svolazzò a lungo per la stanza, poi si posò sulla spalla di Gouenji, che però lo cacciò immediatamente ed in malo modo.

Allora il volatile decise di atterrare sul pavimento lugubre della stanza, e di prendere forma umana. Divenne un ragazzo alto, pallido come un lenzuolo, con due canini sporgenti dalle labbra e con dei capelli mediamente lunghi, che arrivavano alle spalle, di un color violaceo. Aveva gli occhi di colore differente l’uno dall’altro (uno azzurro e l’altro verde acqua), il naso leggermente appuntito e delle labbra carnose, ma allo stesso tempo delicate. Vestiva in maniera antica : aveva una veste elegante, con del pizzo, ed un mantello color del sangue. “Salve, Shuuya! Se non sbaglio, tu hai paura di me… Mi divertirò moltissimo, nel farti morire di terrore!” e sfoggiò un enorme sorriso sadico, che gli permise di scorgere gli enormi ed aguzzi canini del vampiro, che era pronto a conficcargli nel collo.

“V-Vattene! Cosa vuoi da me?! Non mi fai paura!” rispose il ragazzo, allontanando il vampiro da se’. Aveva affermato il contrario, ma in realtà era molto spaventato da quell’essere, ma non voleva darlo a vedere. I suoi sforzi nell’autocontrollarsi furono totalmente inutili, poiché l’altro non credette alle sue parole e si mise a ridere, provocando l’ira del ragazzo, poi esclamò: “Cominciamo a giocare!” e tornò ad essere un pipistrello, poi iniziò a svolazzargli intorno, cercando di morderlo, però Gouenji continuava ad evitarlo, scansandosi. “Perché non ti lasci mordere, da bravo ragazzo? Voglio solamente privarti del tuo stupendo sangue!” Continuava a ripetergli, per cercare di indurlo a fermarsi ed a lasciarsi mordere ed uccidere.

Shuuya non si lasciò controllare, e continuò a sfuggire a quell’essere. Il vampiro riuscì a graffiare, con gli artigli, più volte il ragazzo, senza riuscire però ad andare in profondità. “Ahi! Lasciami stare, mostro!” Esclamò Gouenji, lamentandosi del leggero dolore causato dai graffi. L’altro si mise nuovamente a ridere, prima di ricominciare a graffiarlo, stavolta sul torace e sulla faccia, ferendolo dappertutto. Rise sempre di più e sempre più forte, riempiendo la stanza di risate sadiche unite ad urla di dolore.
 

…Intanto, nel corridoio…

 
“Muoviamoci, ragazzi! Dobbiamo trovare gli altri!” Disse Kazemaru, rivolto agli altri cinque amici.
“Kazemaru ha ragione! Sbrighiamoci!!” Esclamò quindi Endo, ancora più frettoloso nel voler uscire dalla villa. Ad un tratto, i sei sentirono una risata, seguita da un urlo. Subito cercarono di capire da dove arrivassero quei due suoni, ed arrivarono ad una strana porta, piena di graffi all’esterno e totalmente rovinata, forse rosicchiata dai topi, o forse graffiata da altre vittime, trascinate a forza in quella stanza. Quando ebbero constatato che la risata provenisse proprio da lì, provarono a sfondarla a calci, senza molto successo.
 

…All’interno della Stanza…

 
“Ahahah, ma quanto sei divertente, quando cerchi di nascondere la tua paura nei miei confronti…!” Assunse poi un’espressione seria, e disse “Adesso, però smettiamola di giocare, voglio morderti!” E subito ridacchiò.
Gouenji si accasciò al muro, stanco per la fuga in giro per la stanza, respirando affannosamente. Riuscì solo a sussurrare, tra un affanno e l’altro “Non riuscirai mai a mordermi, mai…” Prima di scivolare a terra, sfinito. L’altro ne approfittò per catturarlo, poi prese la corda appesa al lampadario e lo legò ad esso, dopodiché sghignazzò : “Ed ora come pensi di fare, ad impedirmi di morderti? La risposta è molto semplice : Non puoi! Gneheheh!!” E preparò i propri canini per poterli infilare nel caldo collo di Shuuya. Li tirò fuori con una veloce apertura della bocca, che immediatamente mostrò i due denti letali.

Shuuya chiese aiuto, implorando di essere liberato, ma il vampiro procedette nel morderlo. Affondò i suoi canini nel collo dell’altro, che subito urlò di dolore, ma il suo grido venne smorzato dal morso, che gli bloccò la voce. Del sangue iniziò a sgorgare dal morso provocato da quel mostro, che si mostrava compiaciuto nell’aver compiuto il suo lavoro. Quando il vampiro tolse i suoi denti affilati dal collo di Shuuya, tornò a ridere e disse, soddisfatto “Il tuo sangue è davvero buono, lo sai? È uno dei più pregiati che io abbia mai assaggiato. Dopo il primo assaggio, però… Ce ne vuole sempre un secondo, per confermare il sapore!!”
Gouenji non riuscì ad urlare per il dolore che sentiva, sempre a causa della posizione del morso. Sembrava che l’altro avesse calcolato tutto alla perfezione. Iniziò quindi a dimenarsi, cercando di liberarsi.

Il sangue continuava ad uscire copioso da quella ferita, che sembrava non assuefarsi mai. Il vampiro stava per inserirgli nuovamente i denti nel collo, quando un grido battaglierò lo fermò. “Lascia stare Gouenji, brutto vampiraccio che non sei altro!! Arriviamo Gouenji-Kun!” La porta si aprì di scatto, e comparvero i suoi sei amici, con davanti Fubuki, che subito si avventò sul vampiro, buttandolo a terra. “Lascialo stareeee!!” gridò, dopodiché gli piazzò un destro sui canini, che si ruppero. “Gyaaahh! Come osi privarmi dei miei denti?! Ora io priverò te della vitaaa!!” E saltò addosso a Fubuki, iniziando a graffiarlo con le sue lunghe unghie, affondandole nella sua carne per poterlo uccidere lentamente e dolorosamente.

Tsunami intervenne, per salvare Shirou, mentre gli altri liberarono Gouenji e gli fasciarono il collo, poi corsero anch’essi ad aiutare gli altri due, che non riuscivano a liberarsi dalla presa del vampiro. Dopo una lunga lotta, riuscirono a sfuggire al nemico ed a scappare dalla stanza, chiudendoci il mostro all’interno. “Auff, siamo tutti salvi, per fortuna! State tutti bene?” Chiese Endo, preoccupato per il voler sapere  come stessero gli altri. Gouenji rispose: “Io potrei stare molto meglio, però… Coff! Coff!” E si mise a tossire, a causa della ferita al collo, che però era stata fasciata a dovere. “Vedrai che ti riprenderai, Gouenji!” Aggiunse nuovamente Endo, speranzoso. Fubuki intervenne “Purtroppo non siamo riusciti ad arrivare prima, ma sei in salvo, ed è questo che conta! Ora muoviamoci, dobbiamo trovare gli altri ed uscire di qui alla svelta!” E tutti annuirono, poi si rimisero in viaggio alla ricerca di tutti.
 
 


Angolino della Baka Volante



Buonasera/Giorno gente! Come va?
Spero che il capitolo non sia troppo stomachevole/disgustoso! (lo so, è un po’ che non aggiorno… GOMEN!!!
^^ Comunque, spero vivamente che vi piaccia! (soprattutto ai sadici come me!! )
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito fino ad ora e coloro che recensiranno (o che rimarranno nell’ombra) Grazie mille!! ^^
Mi raccomando, se trovate errori o quant’altro, fatemi sapere così correggo!
Ditemi soprattutto se vi piace o meno, accetto anche recensioni negative!
Ah, già... Se per caso il rating non è adatto, ditelo così lo cambio! ^^
Alla prossimaaa!! Ciauu!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


L’Ottava paura – Kidou Yuuto


 

 
Kidou scivolò in quel freddo e gelido condotto, e si ritrovò nella sua celletta, umida e buia. Subito pensò: ‘Devo uscire da qui, ma come?’, poi prese il suo telefonino, e provò a chiamare gli altri, ma non ebbe risposta da nessuno dei suoi amici, tranne che da Endou, che rispose subito alla chiamata.

“Pronto Kidou, sei tu?” Disse il capitano.

“Si, Endou! Ho bisogno che mi aiutiate ad uscire da qui! Sono~” Cercò di dire l’altro, ma la comunicazione fu interrotta, probabilmente da qualche strano campo magnetico.

“Kidou? Pronto?! Resisti, arriveremo presto a salvarti!!” Esclamò infine Mamoru, prima di chiudere la chiamata ormai interrotta.
Yuuto, nonostante la chiamata non fosse più attiva, tentò di contnuare a chiedere aiuto al telefono, ma qualcosa lo fermò. Una mano, gelida e raggrinzita, gli portò via il cellulare, mentre un’altra gli tappò la bocca per impedirgli di gridare o fare rumore. Kidou mugolò, tentando di liberarsi da quell’arto, e da esso sbucò una figura maschile, mediamente alta, adulta e con un aspetto curatissimo, anche troppo. Ciò fece rimanere il ragazzo di sasso, poi trovò la forza per liberarsi dalla presa di quella mano e disse: “G-Garshield?! Ch-Che cosa vuoi da me?!”
In tutta risposta ricevette una risata inquietante, poi una risposta. “Sei un fallito, Kidou Yuuto!” dopodiché si avvicinò alla porta e la chiuse dall’interno con due giri di chiave. Il ragazzo occhialuto, tenendosi a discreta distanza dall’altro, si guardò intorno, ripensando alle parole sentite pochi istanti prima. ‘Sei un fallito’ Quella frase continuava a ronzargli in testa, senza volersene andare. Erano infatti le parole che mai avrebbe voluto sentirsi dire, perché lo facevano stare particolarmente male. Infatti, aveva sempre nascosto ai suoi amici della sua paura più grande, che era proprio di essere giudicato un perdente e fallire. Fin da piccolo gli avevano insegnato che il potere è tutto, e chi non ne ha non sarà mai qualcuno.
‘Come diamine fa Garshield, a conoscere la mia paura? L’ho nascosta a tutti in modo perfetto!’ pensò tra se’ e se’. Non riusciva a capire come l’avesse scoperto.
Dopo circa due ore dedicate al riflettere su questi suoi pensieri, l’altro si mosse dalla sua posizione, e si avvicinò a Kidou.

“Ebbene? Hai riflettuto su ciòche ti ho detto? Cos’hai intenzione di fare?” disse, facendo sbiancare il ragazzo, che però non si fece trovare intimidito da quelle parole e gridò “Vattene! E colpa tua se lui ora…”ed era totalmente fuori di se’ per la rabbia. Ebbe una risposta semplice, senza molti giri di parole. “Oh, parli di Kageyama Reiji? Beh, ho dovuto farlo, altrimenti avrebbe rovinato i miei piani! E tu dovresti essere contento, perché ora non ti darà più fastidio!” poi scoppiò in una risata malefica, che fece venire i brividi a Yuuto, che subito rispose “No! Non sono contento, anzi: mi da ancora più fastidio che tu l’abbia fatto solamente per il potere, Garshield!” Urlò lui, arrabbiato come mai prima di quel momento. L’altro rise, rise di gusto, provocando ancora più rabbia nell’occhialuto, poi fischiò e arrivarono improvvisamente due energumeni, che trattennero sia Kidou che la sua rabbia, dopodiché continuò il discorso: “Quindi non ti fa piacere, che io l’abbia fatto uccidere? Strano! È stata colpa tua, se ho dovuto fare ciò a Kageyama, sai? COLPA TUA” e Yuuto chiese quindi preoccupato: “C-colpa mia?! E perché mai?!” e il primo rispose “Perché tu l’hai fatto cambiare! Se tu non fossi mai esistito ora lui sarebbe vivo, lo sai?”
Nel ragazzo penetrò un enorme senso di colpa, a causa di ciò che l’altro gli aveva rivelato. Dentro sé continuava a ripetersi che non era lui il responsabile, ma non si riuscì a convincere, nemmeno cercando di auto convincersi.

“C-colpa mia… Solo colpa mia…” disse poi, affranto. Nello sguardo di Garshield si accese improvvisamente una scintilla di compiacimento, e subito continuò la sua opera di persuasione. Voleva farlo sentire talmente in colpa da indurlo al suicidio, una scelta drastica, ma che avrebbe fatto piacere al malvagio assassino di Kageyama, ed il fatto più terrificante è che stava anche riuscendo nel suo intento. “Esatto, Kidou! Tutta colpa tua! Ma puoi ancora rimediare! Devi solo prendere quella fune laggiù in fondo, legarla sia alla trave sul soffitto che al tuo collo, poi salire su una sedia e, infine buttarti e farla finita una volta per tutte! Solo così potrai rimediare!” continuò lui, e Yuuto rispose nuovamente “Solo così… Sarò… Perdonato?? – con un tono quasi implorante. Poi, tornò in sé, e finì la frase – …No, non è colpa mia! Io non l’ho ucciso, è lui che è cambiato e tu l’hai ucciso!” Sbottò poi. Garshield rimase sorpreso del fatto che Kidou fosse riuscito a tornare lucido di mente, però non lo diede a vedere, e chiamò i suoi sgherri, che tramortirono il ragazzo e lo legarono alla corda che, da lì a poco, l’avrebbe ucciso, soffocandolo. Dopo qualche minuto Yuuto riprese conoscenza, e si rese conto di essere stato posizionato su di una sedia, dalla quale non sarebbe sceso senza penzolare privo di vita. “Che sta succedendo? Lasciatemi andare!” gridò lui, cercando di capire in che situazione si trovasse.
 

… Nel Corridoio…
 

“Chissà chi troveremo ora…” Disse Fubuki, con aria preoccupata. Non gli piaceva starein quella villa, se ne voleva andare al più presto, per poi dimenticare quell’orribile esperienza.

“Tranquillo, Fubuki! Vedrai che riusciremo ad uscire tutti insieme! Ne sono sicuro!!” Esclamò Endou, sicuro di sé.

“Speriamo, Endou. Speriamo!” Mormorò Fudou, con aria disillusa.
Dopo un po’ che camminavano, sentirono delle voci che parlavano tra loro, e seguirono i rumori, fino ad arrivare ad una porta, sulla quale erano disegnati degli occhiali.

“Ho capito! Qui dentro ci deve essere per forza Kidou! Questi disegnati sono i suoi occhiali!” Disse Kazemaru, rassicurato per aver trovato un altro amico. Gouenji, con un po’ di fatica nel parlare a causa della ferita al collo causata dalla sua paura, disse: “Ragazzi, o-ora dobbiamo trovare un modo per aprirla, la porta… A-altrimenti non riusciremo ad entrare e portare via Kidou da lì!” E fece riflettere tutti per qualche secondo, e si arrivò poi ad una soluzione. “Ragazzi, ho trovato! Venite tutti qui! …Allora…” disse Tsunami, poi iniziò la sua spiegazione, stando attento a non farsi sentire da orecchie indiscrete.
 

…Nella Stanza…

 
Uno dei due energumeni di Garshield rispose alla domanda del ragazzo: “Smettila di agitarti, altrimenti cadi! E, puoi metterti l’anima in pace, visto che stai per suicidarti, e contro la tua volontà!” poi sghignazzò e arrivò il capo, che continuò il discorso iniziato dall’altro. “Beh, Kidou… Hai pienamente ragione, non è mai stata colpa tua, ma ora non ha più importanza, perché nell’aldilà non ti servirà a nulla dire che non sei stato tu, è lo stesso! E ora… Addio, Kidou Yuuto! Raggiungi il tuo comandante!” disse, dopodiché ribaltò la sedia, facendo cadere Yuuto nell’abisso più profondo che possa mai esistere, senza più possibilità di ritorno…
Kidou iniziò a dimenarsi, ma aveva anche mani e piedi legati e non poteva reagire, poi provò a dire, soffocando: “A-Aiu-to-o”
Piano piano le forze ed il respiro iniziarono ad abbandonarlo e, proprio quando si sentiva svenire per mancanza di ossigeno, la porta si spalancò, cadendo per il feroce urto subito.

“KIDO! Siamo qui, cerca di resistere! … Garshield?! Che ci fai tu qui?! Lascia stare Kidou!” disse all’improvviso Fudou, furibondo con i tre sgherri.

Endou invece, non si dilungò in chiacchiere e corse subito ad aiutare Yuuto, che stava perdendo lentamente conoscenza. “Resisti, Kidou! Ti prego!” Disse, sollevandolo dai piedi, che non toccavano il terreno e dando loro un appoggio, che appena l’altro ricevette, ne approfittò per sollevarsi e recuperare il fiato perso, dopodiché disse, prendendo aria “G-grazie! Per favore Endou, cerca di mantenermi sollevato il più possibile!” e Mamoru, nonostante il peso dell’amico e la sua stanchezza, annuì e continuò a tenerlo, senza lamentarsi.
Nel frattempo, gli altri immobilizzarono Garshield e i suoi seguaci, che poi si liberarono e tornarono ad essere ciò che erano: Bambole di porcellana prive di vita.

Poi liberarono subito il loro amico, ancora sostenuto dal capitano, ormai sfinito. Mentre riprendeva ossigeno, il ragazzo ringraziò Mamoru, Akio e tutti gli altri, poi uscirono da quella celletta, chiudendola con una chiave, che trovarono in un angolo della stanza.
“Grazie mille, ragazzi! Mi avete salvato la vita! Se non foste arrivati voi, ora io…” disse Kidou, appena uscito da una situazione disperata. “Oh, ma non dirlo neanche!” Dissero, in tutta risposta, gli altri in coro, dopodiché si avviarono verso un altro corridoio ed un altro amico da salvare.


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Angolino della Baka Scimmioide (Fubuky)
 

Scialve! ^^ qui è Fubu-Chan che vi parla! (Esatto, Suzume non centra in questa fic, anche se mi ha quasi uccisa per aver osato fare del male al suo Gouenji nel capitolo precedente! (Dico sul SERIO O-O)
*Si guarda intorno, spaventata* Non è qui, vero? Perché qui Gouenji soffre, anche se lievemente, quindi… *le arriva un pulman addosso* Ouch, direi che ha letto il mio chappy, e non ne è molto contenta… però me gusta sempre di più, questa fic! (Sarà che il mio sadicismo va aumentando, e non ho la minima intenzione di frenarlo? ^^) Nee-Chan?

Suzume: Sììì?? Che c’è Fubu?

VIAAA!! *La spedisce in Colombia* Bene, ora posso distruggere Gouenji!! ^^ (Non è antipatico, ma dovrò pur trovarmi un passatempo per far arrabbiare la Nee-chan, no? )
Cooomunque… Spero veramente che il capitolo vi sia piaciuto, anche se a mio parere non è un granchè, rispetto agli altri capitoli… ma è da un po’ che non la continuo, GOMENASAI!! *inchino* cercherò di aggiornare più spesso, anche se non assicuro nulla, visti gli impegni di scuola! ^^
Vi prego, non licia temi per non aver aggiornato la fic ad OC, a breve la aggiornerò, promesso!! TWT (Questo è l’angolino più lungo che abbia mai scritto, Sono un mago! ^^) A presto, e grazie a che recensisce sempre/recensirà/resterà nell’ombra/mette tra le seguite/preferite ecc… GRAZIE!!! <3

Fubu-Chan<3

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


La nona paura – Sakuma Jirou…

 
Sakuma era scivolato a lungo per quel condotto viscido, e quando cadde perse i sensi. Dopo circa mezz’ora si svegliò, e comprese di essere finito in una stanza senza alcuna via d’uscita.
“C’è qualcuno?” gridò, ma non ottenne alcuna risposta. Controllò ogni angolo della stanza per verificare la mancanza di vie di fuga, ma prima di poter finire l’ispezione della stanza un particolare di essa attirò la sua attenzione: un gattino era comparso quasi dal nulla, e gli si stava avvicinando.
“E tu da dove sbuchi?” chiese il ragazzo, rivolto al cucciolo. L’animale, quasi infastidito dalle parole dell’altro, si alzò su due zampe e cominciò a parlare: “Tu sei Sakuma Jirou, giusto?”
Jirou, quasi sconvolto dall’aver sentito il gatto parlare come un essere umano, rispose, titubante: “S-sì, sono io… Ma tu chi saresti?” ed il micio, altezzoso rispose: “Sono venuto qui per metterti in guardia. Dovrai affrontare la tua paura più grande, e non sarà una prova semplice. Posso solo dirti questo. Addio.” E, successivamente se ne andò senza più proferir parola.
‘ma che cosa intendeva dire con “Dovrai affrontare la tua paura più grande, e non sarà una prova semplice.”? Non capisco…’ pensò il ragazzo tra sée sé, scosso dalle parole del gatto.

Continuò a guardarsi in giro, cercando di capire da dove potesse essere passato l’animale per entrare e uscire da quella stanza, finché non trovò un minuscolo buco nascosto dal tappeto, grande abbastanza per far passare una persona di minuta stazza, così, approfittando della sua agilità, entrò in quella fessura e arrivò in un’altra stanzetta, leggermente più grande della prima, ma molto più inquietante.
‘Dove sono finito?’ pensò, dopodiché girò per la stanza con aria assorta, cercando di capire chi potesse abitare in stanze del genere.
In quella stanza erano presenti molti scheletri, di animali e di persone. Anche sul pavimento c’era qualche coccio, segno che qualche maldestro stato lì prima di Sakuma aveva fatto cadere qualche scheletro per errore.

“Chi va là?” Urlò qualcuno, interrompendo i pensieri del ragazzo. Di fronte a lui, comparendo dal buio di un angolo della camera, si intravide una figura, che, dopo essersi avvicinata al ragazzo, lo squadrò e ripeté la domanda: “Chi va là??” e stavolta, Jirou non si fece intimidire e disse: “Mi chiamo Sakuma Jirou, e lei chi è?”
L’altro si mise a ridere di gusto, schernendo il ragazzo, e rispose:
“Sakuma? S-sei davvero tu? Meno male, un volto amico tra questi mostri! Sono io, Kidou!”
“C-Come?! Kidou?!” gridò l’altro, allibito dalle parole pronunciate dalla figura in ombra. Essa allora si spostò in un angolo illuminato della stanza e si mostrò agli occhi di Jirou, che, incredulo, non pronunciò parola.
“Come sei finito qui?” chiese l’occhialuto. L’altro giovane rispose: “Beh, ho trovato un passaggio dalla mia cella e sono finito qui! Tu invece, da quanto sei rinchiuso in questo posto?”
“Da quando sei arrivato tu!” sibilò Yuuto. Parlarono per un po’, fino a quando Jirou, notando qualche stranezza nel suo amico, gli fece una domanda, alla quale sono il vero Kidou Yuuto avrebbe saputo rispondere.
“Senti, mi spiegheresti come ti sono utili gli occhialini che hai sempre usato? A che ti servivano?”
E,  in quell’istante, l’altro ragazzo si incupì.

“… Bravo, complimenti. Non mi hai creduto, e hai fatto benissimo! Ma io sono il vero Kidou, e non ti lascerò mai uscire da qui, perché per scappare dovrai uccidermi, altrimenti sarai tu ad essere assassinato!” disse, ed i suoi occhi si illuminarono in modo terrificante.
“Cosa? Kidou, ma siamo amici, come puoi volermi uccidere?!” chiese l’azzurrino, perplesso.
“Noi, amici? Ma non farmi ridere! Non potrei mai essere amico di un perdente come te!” Esclamò, e successivamente si avventò sull’altro, per poi continuare a parlare:
“È inutile che tu ti opponga! Morirai, e non puoi sfuggirmi!” continuò, dopodiché strinse le sue mani intorno al collo di Jirou.
Continuarono a lottare per circa dieci minuti, ma il ragazzo non riusciva a liberarsi da Yuuto, che continuava imperterrito nella sua opera di strangolamento.
“N-non posso credere che sia veramente tu, Kidou. Non può essere la verità…” sospirò Sakuma, rassegnandosi all’idea di essere stato illuso per più di dieci anni.

“…Se non riesci a crederci, non gettare la spugna! Ciò che ti ha detto fino ad ora quell’essere è un’illusione, nulla di più! Resisti!” Gridò, tutt’a un tratto qualcuno, facendo sobbalzare il  
giovane intento a mordere le braccia dell’altro.
“Ma… Questa voce… Kidou?! Ma non è possibile!” esclamò l’azzurrino, e successivamente guardò colui che lo tratteneva, che riprese la sua forma originale: ritornò un’ombra.
“Già… Sorpreso?? Sei nuovamente stato ingannato, ma non per questo ti lascerò andare! Voglio ucciderti, e ci riuscirò!” disse l’essere sghignazzando, dopodiché strinse maggiormente sul collo del ragazzo, che, nonostante mordesse il suo aggressore, non riusciva a liberarsi o a far male all’altro.
‘Perché non ci riesco? Morirò se non riesco a uscire da qui!’ pensò, continuando a lottare per la vita.
 

…Intanto, fuori dalla stanza di Sakuma…

 
“Oh, no! Dobbiamo sbrigarci!” Disse Yuuto, cercando di sfondare la porta.
“Aspetta, Kidou. Fermati! – lo interruppe Gouenji, posandogli una mano sulla spalla. – la soluzione per aprire questa porta è più semplice di quanto tu creda.” Poi alzò il tappetino sottostante l’ingresso e raccolse una chiave da terra. “Visto? Era qui sotto.”, successivamente aprì, e i nove ragazzi varcarono la soglia della stanza, dove però non trovarono nessuno.
“Ma cosa…? Dov’è Sakuma? Ho sentito la sua voce, prima.” Chiese l’occhialuto, e gli altri fecero spallucce.
“Ok, ragazzi. Scopriamo dov’è finito il nostro amico. In fretta!” Esclamò Endou, e tutti risposero con un “Sì!”, dopodiché si misero ad ispezionare la stanza.
 


…Dentro la stanza accanto…
 


“L-Lasciami andare! Non ce la faccio più…” Urlò Jirou, dando fondo ad ogni sua energia per liberarsi.
“Il mio obiettivo è quasi compiuto. Ti lascerò andare solamente quando avrai smesso di respirare!” disse l’ombra, poi si mise a ridere di gusto, stringendo sempre di più la presa.
‘Ho la vista annebbiata… E’ la fine per me…’ pensò Sakuma, ormai sfinito, quando, dallo stesso buco usato da lui comparve prima Kidou, poi Gouenji, seguiti da tutti gli altri, che attaccarono l’ombra.
“Siamo qui, Sakuma!” Dissero in coro, liberando l’amico dallo strangolatore, che subito ripartì all’attacco.
“Avete liberato lui, ma avete pensato a come liberarvi di me? Non sottovalutatemi, o potreste rimanere gravemente feriti dalla vostra impertinenza.” Disse, poi si sciolse sul pavimento e si allargò quanto basta per catturare tutti i ragazzi, tranne Jirou, che venne respinto da quella sostanza viscida.
“Adesso non fate più i gradassi, eh? Ora, se non vi dispiace, torno a fare ciò che stavo facendo prima che mi interrompeste.” Disse, poi si diresse verso l’azzurrino, che giaceva inerme a terra, ansimante.
“Riprendiamo lo strangolamento!” esclamò, e ri-posizionò le mani sul collo di Sakuma, riprendendo a stringere.

Il ragazzo riuscì solo a mugolare un “No-o” smorzato dal nemico, che lo soffocava senza pietà.
“Dobbiamo liberarci!! Ma come?” Domandò Kazemaru, guardando gli amici. Notò però la presenza di solo otto ragazzi, lui compreso, in quella melma. ‘ma chi manca? …Ho capito!!’ Pensò, poi si girò verso Jirou, ancora sotto il controllo dell’ombra. Dopo qualche istante, qualcosa avvenne. L’essere viscido fu scaraventato contro la parete accanto e distrusse il muro, lasciando anche liberi tutti gli altri.
“Così impari a fare male ad un mio amico. Spero ci penserai meglio, la prossima volta!” disse il ragazzo mancante, ormai arrivato dall’azzurrino, che dopo aver detto “G-grazie, Fudou…” svenne.
Akio, a quel punto, aiutò Sakuma ad alzarsi e lo prese sottobraccio, dopodiché si diresse verso gli altri, chiedendo “E’ tutto a posto, ragazzi?”.

“Grazie, Fudou! Ci hai salvati… se non fossi stato così previdente da voler rimanere di vedetta, ora lui sarebbe stato ucciso sotto i nostri occhi!” dissero in coro i ragazzi, indicando il povero Jirou, privo di sensi sostenuto dal moro.
“Forza, muoviamoci prima che si riprenda! Non voglio affrontarlo nuovamente!” Continuò poi, e uno alla volta passarono attraverso il buco del muro, dopodichè uscirono dalla porta della stanza nella quale era rinchiuso l’altro e tutti insieme cercarono un angolo dove potersi riposare un attimo.
Dopo circa mezz’ora Sakuma si svegliò, e ringraziò nuovamente Akio per avergli salvato la vita, dopodiché ripresero la ricerca dei ragazzi delle due squadre.
 
 
 
 
 
 
Angolino di Fu-Chan! (che non aggiorna quasi mai…)
 
Buongiorno!! ^^ Sono tornataaaa!! Spero solo che sia uscito bene...
*le arrivano frigoriferi in faccia* Uhm, ho i miei dubbi…
Coomuunqueeeee… ringrazio vivamente tutti quelli che hanno recensito/messo tra le preferite/ricordate/solo lette senza recensire… Tutti! ^^
Ringrazio anche Su-Chan, che mi ha dato una mano nel capitolo!
Su-Chan: Pretendo un compenso! ù-ù
NO! ù.ù ok, ora vado! Al prossimo capitolo, genteee!! Ciauuu!! ^^
Fubu-Chan<3

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