Debolezze di un Eroe

di Novizia_Ood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Debolezza di un Eroe ***
Capitolo 2: *** L'ultima speranza ***
Capitolo 3: *** La Fuga ***
Capitolo 4: *** Ultima volta ***
Capitolo 5: *** Lezione numero uno... ***



Capitolo 1
*** Debolezza di un Eroe ***


Salve a tutti ragazzi! Come avrete già notato, questa è una seconda FF di Iron Man e partirò dalle immagini che avete visto nel Trailer, dunque ci sarà un pò di suspance e QUALCOSINA potrebbe non garbarvi troppo! Non tardate a farmi sapere cosa ne pensate poi! :) Per ora vi auguro una BUONA LETTURA!!


1.Debolezze di un Eroe


“Ho molte scuse da fare. E’ cambiato tutto dopo New York. Vivi delle esperienze al limite e poi tutto finisce. Non dormo più e se dormo ho gli incubi, davvero. Molte persone vogliono uccidermi, ma c’è una cosa che voglio proteggere senza la quale non vivrei.”
Aveva fatto tante cose orribili in passato, creato tante armi di distruzione di massa e da quando era arrivato ‘Iron Man’ nella sua vita, le cose non erano certo cambiate, Tony Stark si era solo illuso di poterle cambiare. Gli incubi che aveva, erano il frutto di tutte le battaglie perse, le persone che non era riuscito a salvare, le famiglie che non era riuscito a tenere insieme, i volti di persone distrutte dal dolore e dalla rabbia. Era giunto il momento di chiedersi se Iron Man fosse la salvezza o la condanna per quella gente. La sorte di tutte quelle persone sarebbe potuta facilmente essere anche quella di Pepper, che ora era lì davanti a lui ad implorarlo di non fare sciocchezze, ad implorarlo a non proseguire con il progetto Extremis, un virus troppo pericoloso e instabile da controllare, perfino per il grande Stark.
“Mi credono un eroe, ma non lo sono. Se dovessi perdere te non sarei più nessuno”
Continuò con la voce che gli si spezzava in gola, mentre Pepper se ne stava in piedi davanti a lui, con un meraviglioso Tailleur bianco che le fasciava il corpo come sempre, i capelli legati dietro in una coda. Un tailleur bianco, come tutte le bare di quei poveri bambini che aveva perso. Era una responsabilità, ora, troppo grande. Pepper taceva, con le mani lungo i fianchi, senza sapere più che dire per evitare che il suo uomo commettesse una pazzia. Si erano trovati troppo tardi e ora erano costretti ad allontanarsi troppo presto.
“Dunque dovrei solo dirti ‘vai’?”
Domandò lei con voce tremante e gli occhi azzurri ora pieni di lacrime. Tony incrociò il suo sguardo a fatica, era una tortura, ma in cuor suo si disse che preferiva vedere i suoi occhi pieni di lacrime che privi di vita. Era una decisione difficile da accettare, per entrambi. Si avvicinò a lei per prenderle le mani e di riflesso, Pepper alzò gli occhi al cielo per trattenere il pianto, mordendosi il labbro inferiore.
“Lascia che ti portino in un posto dove nessuno potrà toccarti”
Le disse sfiorandole con la mano la guancia. La sua pelle non gli era mai sembrata così morbida come in quel momento, le sue labbra mai così rosse e nemmeno i suoi occhi così azzurri. Era diventata la sua ragione di vita e non poteva metterla in pericolo, non adesso. Il cuore gli si strinse non appena Pepper ricambiò il suo sguardo. Sarebbe morto lui per lei, l’avrebbe difesa fino al suo ultimo respiro e oltre. Era un eroe e non aveva paura di morire, sapeva bene quali rischi avrebbe corso una volta scoperto che fosse lui Iron Man e fino a qualche mese prima gli andava bene, ma ora la posta era ben più alta, ora era coinvolto emotivamente e di conseguenza era diventato un bersaglio molto più debole seppur con una potente  armatura a proteggerlo esternamente.
“Se tutto andasse storto.. potrei non rivederti più”
Questa volta fu lei a parlare, seppur tra le lacrime. Erano stati dieci lunghi anni insieme a lui e quei mesi in cui si erano presi e dati a vicenda, ora le sembravano essere stati solo un giorno troppo breve. Il lato di Tony che comprendeva Iron Man l’aveva sempre un po’ spaventata. Nei giorni a seguire, dopo la lotta che Tony aveva dovuto combattere a fianco degli altri eroi del progetto “avengers”, Pepper aveva iniziato a ridimensionare le vere potenzialità di Iron Man. Era una macchina di salvezza o di distruzione, era vero, ma non era invincibile e lo aveva dovuto capire a sue spese. Il sangue freddo dell’uomo per quanto ancora lo avrebbe aiutato? Quanti altri colpi di fortuna gli erano rimasti? Guardò Pepper negli occhi.
“Ho voluto fare l’eroe e ora queste sono le conseguenze”
Le rispose scavandola con lo sguardo nel profondo dell’anima, ma lei ancora non riusciva ad accettare quel gesto così imprudente.
“Deve esserci un altro modo per sconfiggerlo!”
Insistette lei, ma inutilmente. Tony non scosse la testa e non le rispose di no, si limitò a continuare a fissarla, con il cuore in frantumi, quasi come se il reattore ACR stesse per la prima volta procurandogli un dolore fisico. Quello che sentiva era dolore, paura e rabbia. Non avrebbe mai voluto correrei dei simili rischi, ma davanti a quel guaio in un modo o nell’altro doveva rimediare. Quel silenzio per Pepper era come una pugnalata in piena pancia. La porta alle loro spalle si aprì con un sibilo, Rhodey fece da lì capolino.
“Pepper, la macchina è su che ci aspetta.”
Avvisò il Colonnello prima di abbassare lo sguardo e richiudere la porta, ciò nonostante attese comunque fuori di lì, ma voltato di spalle. Se avessero voluto un momento di intimità lui non si sarebbe intromesso. Tony stringeva forte le braccia di Pepper e lei non riusciva nemmeno più a guardarlo in viso. Tutti quegli aggeggi che aveva attaccati alla testa le facevano ricordare su cosa stesse lavorando e quanto ci fosse da perdere in tutto quello.
“Tony..”
Provò a parlare con voce tremante, le guance ormai rigate da lacrime amare.
“Pepper ti amo”
Le disse prima di accarezzarle di nuovo il viso, con l’altra mano teneva stretta quella di lei, non avrebbe mai voluto lasciarla andare.
“Tornerai a casa prima che tu possa dire ‘Iron Man’!”
Voleva crederci a quelle parole, davvero, ma non ci riusciva. Il panico dentro di lei era crescente e nulla l’avrebbe fatto mai più svanire. Anche lui voleva crederci a quelle parole, ma sapeva che la realtà lì fuori sarebbe stata ben diversa. Sapere che però Pepper fosse al sicuro lo faceva stare molto più tranquillo.
“te lo prometto”
Aggiunse tirandola più vicino a sé. Con gli occhi esplorò tutto il suo viso, bellissimo, dolce, morbido, meraviglioso. Avrebbe dato tutti i soldi che aveva per rivivere tutte le volte che l’aveva guardata da così vicino, o al loro primo bacio o alla loro prima volta, la prima notte d’amore e anche all’ultima. Si avvicinò a lei fino a baciarla. Gli faceva male sentire le sue lacrime bagnare il suo viso, ma lo faceva per lei, per salvarla. Lei posò entrambe le mani sul viso di lui, mentre Tony la stringeva in vita. Non l’avrebbe mai lasciata andare e doveva mettersi in testa che non lo stava facendo, ma la stava proteggendo. Doveva però avere la consapevolezza che quella poteva essere una delle ultime volte che la sfiorava. La strinse di più e la baciò ancora, era ancora sua e lo era sempre stata, nessuno li avrebbe mai divisi e nessuno avrebbe mai cambiato quelli che erano. Lei si staccò in un singhiozzo, con una mano al petto come a reggersi quel cuore che per poco non le usciva dal petto.
“Ora vai con Rhodey”
Disse lui abbassando lo sguardo con un sospiro. Gli occhi di Tony Stark erano forse per la prima volta lucidi? Lei lo guardò posandogli una mano sul viso.
“Ti amo Tony”
Lui inclinò la testa a quel contatto e serrò la mascella, increspando leggermente le labbra. Ora si che si credeva più debole di un semplice civile. Era quella la “loro” arma segreta ed era quello il suo tallone d’Achille: Pepper Potts. Non riuscì a risponderle nient’altro, riuscì solo a seguirla con lo sguardo fino a fuori, aveva varcato così tante volte quella porta, a volte arrabbiata e altre volte molto felice, ora era invece era scortata da un braccio del Colonnello intorno alle spalle. Rhodey gli fece un cenno con la mano e Stark annuì debolmente, abbassando la testa. Non l’aveva persa, doveva ripeterselo e doveva crederci più lui di chiunque altro. Tornò al tavolo e si passò una mano sul viso, era bagnato. Le lacrime di lei si erano mischiate alle sue ora. La rabbia che sentiva dentro era enorme e tutto quello che riuscì a fare, fu battere con entrambi i pugni sulla scrivania, poi si lasciò cadere sulla sedia girevole. Quella rabbia l’avrebbe usata contro di lui e i suoi uomini. Se voleva Pepper indietro, doveva lottare e potevano stare sicuri, lui lo avrebbe fatto.

Spero davvero che questo prima capitolo vi sia piaciuto! 
Spero  anche di trovare parecchie vostre recensioni, che siano negative o positive i consigli si accettano SEMPRE! :)

Un bacione!

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Capitolo 2
*** L'ultima speranza ***


Come promesso, eccovi il nuovo capitolo!

Buona lettura!
2.L'ultima speranza

 

Le gocce di pioggia non smettevano di battere insistentemente sulla finestra della stanza di Pepper Potts, quella stanza che ormai le sembrava una prigione. Quello non era il suo posto, quello non era il suo letto e lì non c’era il suo Tony. Velocemente guardò fuori dalla finestra, solo buio e nuvole scure sopra la sua testa, in lontananza nulla si muoveva. Quel  Servizio centrale di protezione testimoni era diventato troppo stretto per lei, controllavano la sua stanza ventiquattr’ore su ventiquattro e Pepper ci restava solo perché era stato Tony ad implorarla. Rhodey era solito farle visita una volta al giorno, ma non di più, aveva affari ben più importanti per le mani, come la vita del presidente e la sua immagine di uomo di stato, ma a lei non importava nulla di tutto quello. Non faceva altro che accendere la televisione la mattina presto e spegnerla la notte molto tardi, sperando sempre di riuscire a vedere Tony in uno di quei servizi, magari che faceva un gesto di vittoria o una delle sue solite sciocche battute. Nello stesso tempo però aveva paura di notizie che lo riguardavano. E se fossero state brutte? Non voleva saperlo da una giornalista. Prese il telecomando tra le mani, il dito puntato sul tasto di spegnimento rosso, ma non ebbe il coraggio di spegnerla, non voleva restare in silenzio e non voleva restare isolata, quello, e solo quello, era l’unico modo per sentirsi il più vicino possibile a lui. Alla sua porta bussarono, poco dopo, due volte.
“Avanti”
Rispose lei con la voce più spenta che avesse mai avuto, atona. Lasciò che il telecomando le cadesse da mano sul divano e si volse verso la porta con un’espressione vuota. Il trucco su quel viso non dava più il colore e la pienezza di una volta, ora era la stanchezza a ricoprirle il volto. Erano passate due settimane da quando aveva dovuto abbandonare la Villa Stark, ma lei non aveva mai smesso di piangere da quel giorno, i ricordi erano troppo forti e il dolore troppo grande per riuscire a smettere.

“Pepper, dobbiamo parlare”
Annunciò lui a bassa voce, sfuggendo dallo sguardo di lei e richiudendo la porta alle sue spalle piano. Sul suo petto Pepper vide brillare tutte le spille che lo avevano alzato al grado di Tenente Colonnello e si domandò quante invece avrebbe dovuto riceverne Tony per la vita che stava rischiando. A quelle parole balzò in avanti, speranzosa e spaventata al tempo stesso, gli occhi già lucidi,  forse per abitudine.
“Si tratta di Tony non è vero?”
Domandò improvvisamente arrivatagli di fronte. Rhodey guardò il pavimento come se potesse aiutarlo a parlare, poi rialzò lo sguardo su di lei annuendo deciso. Pepper cercò a tastoni con la mano la sedia e quando la trovò si lasciò cadere sopra. Cosa poteva dirgli di così orribile? La sua espressione la spaventava.
“Ma non temere è vivo..”
Aggiunse ai suoi accenni, ma avrebbe voluto aggiungere anche ‘ancora per poco’. Sapeva bene quanto il suo migliore amico che ormai aveva firmato una condanna a morte e che nessuno che gli voleva bene glielo avrebbe mai perdonato. Qualcosa nel cuore della donna però si risollevò, la speranza di rivedere Tony ancora da qualche parte. Ferito magari, scioccato, ma intero e vivo.
“A-allora qual è il problema?”
Non voleva singhiozzare, ma quelle pause di silenzio la mettevano in agitazione più di quanto non volesse. Rhodey sospirò e le si sedette davanti, con l’espressione di chi ha da dirla davvero lunga. Lei lo osservò, voleva che sputasse fuori tutto, veloce e indolore o lei non sarebbe mai riuscita a sopportare altro.
“Ho una missione, quella di affiancarlo.”
Doveva trovare anche lui il coraggio di parlarle, ma non era l’unica a soffrire per Tony in quella stanza, lui soffriva per un amico e un compagno, non doveva dimenticarselo.
“Abbiamo un piano basato su delle scoperte recenti, dei movimenti che effettuerà il ‘Mandarino’ a giorni. Dovremmo tendergli una specie di imboscata su uno degli altopiani in Cina e mi dispiace se sono così vago, ma non posso dirti di più. Tony sarà dei nostri e non ti assicuro il suo ritorno e nemmeno quello delle truppe americane, o il mio”
Terminò secco. Anni addietro aveva posto la sua fede e il suo servizio a quello stato, l’America e per nulla al mondo avrebbe sognato di tirarsi indietro, né tanto meno ora che doveva combattere al fianco di Tony al quale portava forse più rispetto dello stesso Presidente degli Stati Uniti. Il corpo di Pepper venne attraversato improvvisamente da un brivido freddo, quello del terrore. Aveva sentito quello che per settimane aveva temuto di sentire e ora doveva accettarlo senza poter fare nulla per fermare tutto quello che stava accadendo.
“Hai una possibilità per vedere ancora una volta Tony e io te la sto dando.”
Fuori dalla tasca della giacca tirò fuori una specie di cartellino, il suo lascia passare all’interno di quella grande struttura che proteggeva alcuni dei più importanti testimoni politici e non dell’America. Lo mise sul tavolo e con un gesto lo fece scivolare fino a lei, la quale rialzò lo sguardo sull’uomo.
“Cos’è?”
Domandò prendendo la tessera rigida tra le mani.
“E’ il mio lasciapassare. Potrai uscire di qui solo mostrando questo, dirò in seguito che me lo hai rubato e non faranno altro che alzarti la protezione Pepper, ad un livello incredibile. Avrai una scorta fuori ogni porta e sarai inserita tra i codici gialli nel caso dovessi provare nuovamente ad uscire da qui. Ho pensato che per te un codice giallo possa essere nulla rispetto all’importanza di rivedere Tony, che sia per l’ultima volta o no.”
Continuò guardando la donna che sedeva davanti a lui, ma che non gli ricambiava lo sguardo. Il suo era fisso su quel cartellino che le avrebbe ridato la possibilità di vedere il suo uomo, seppur per l’ultima volta. Rialzò la testa in un sospiro, non voleva piangere, non ne aveva il tempo.
“Ti ringrazio Rhodey”
Sibilò piano. La gioia di rivederlo e il dolore e la paura che fosse per l’ultima volta, si tradussero in lei in uno stato di angoscia e disagio per nulla facile da gestire.
“Dovere”
Rispose lui di rimando. Cosa credeva, che solo perché le faceva visita ogni giorno e solo per qualche minuto, non si accorgesse di quanto stesse male? Non poteva andare in missione senza avvertirla, prima il dovere verso di lei, la donna del suo migliore amico e poi il dovere verso lo stato.
“Tu cerca comunque di farti vedere il meno possibile e cammina a piedi fino alla fermata dei taxi a un isolato da qui. Non portare con te cellulari o roba elettronica, potrebbero ritrovarti troppo in fretta, addirittura prima che tu possa arrivare lì.”
Lei annuiva nervosamente.
“E stai attenta. Domani mattina alle cinque l’agente Smith dovrà cambiare il turno con Carl. Per le cinque dovresti trovare la tua ala scoperta, prova a passare senza l’aiuto del mio cartellino e arriverai giù nella Hall. Lì ti vedranno al cento per cento, ma tu dici che hai un’autorizzazione speciale firmata dal Tenente Colonnello Rhodey della casa bianca e loro ti lasceranno passare senza problemi. Non ti mostrare agitata e non correre. Dai tempo alla guardia di guardarti in faccia e credere a quello che stai dicendo. Una volta nel taxi potrai chiedere all’autista di correre quanto vorrai, ma non correre nel raggio di duecento metri qui intorno o risulterà sospetto alle telecamere esterne. Sarà anche mattina molto presto, cerca di convincere la guardia che la mia autorizzazione è solo per un fatto di visibilità pubblica per le Stark Industries e non per tue faccende personali, questo aiuterà. Aggiungi anche che sarai di rientro tra un’ora al massimo.”
Era un piano di fuga quasi perfetto, ciononostante vedeva pepper molto confusa.
“Perché non puoi semplicemente firmarmi davvero quest’autorizzazione e lasciarmi andare senza troppi sotterfugi?”
Chiese lei rialzando lo sguardo sull’uomo il  quale le prese le mani e la guardò negli occhi, cercando di incuterle quanto più coraggio avesse.
“Sanno che sei la compagna di Stark e che io sono il suo amico più fidato, sarebbe troppo facile e troppo veloce fare due più due e capire dove ti ho mandato. Mi domanderebbero perché proprio ora, risulterebbe impossibile credermi se dovessi raccontagli una bugia, scoprirebbero subito che ti ho parlato del progetto in Cina e tu dovevi restarne assolutamente all’oscuro”
La guardò lasciando andare le mani lentamente.
“Mi dispiace Virginia, ma questa è l’unica soluzione che ho”
Le disse prima di rimanere a fissarla, le braccia incrociate sul tavolo. Avrebbe voluto aiutarla in altri mille modi, ma non era possibile, non lo era fino a che Tony e Pepper erano separati. 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi raccomando, non mancate di farmi sapere la vostra! :P

Volevo ringraziare tutti quelli che l'hanno inserita tra quelle da seguire e ringraziare le care lettrici che hanno trovato il tempo per recensire il primo capitolo:
 _____mrsHolmes, Silvia_sic1995, _M4R3TT4_, _Maria_ e AngelAngelica90!
Grazie mille ragazze! :))
UN BACIONE A TUTTI! 
Alla prossima settimana!! <3 

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Capitolo 3
*** La Fuga ***


Scusate per il ritardo di quasi due mesi! Nuovo capitolo TUTTO per voi!

Buona Lettura!

3.La fuga


Il silenzio regnava sovrano in quel corridoio, alle cinque della mattina, così come l’aveva informata Rhodey, non c’era nessuno a fare da guardia a quell’ala della struttura. La donna dai capelli ramati chiuse piano la porta della sua stanza dopo essere uscita e dopo essersi guardata intorno. Aveva deciso di indossare un tailleur, per sembrare più professionale e per confondere le guardie. Avrebbe detto che aveva delle cose da sbrigare alle Stark Industries e quello era praticamente il suo completo da lavoro. Camminò fino alle ascensori a piedi scalzi, nonostante capì che a quel piano non era ancora arrivato nessuno a fare la guardia. Il campanello dell’ascensore suonò e lei si infilò dentro velocemente, prima che le porte si richiusero si chinò di lato ed indossò le sue solite scarpe con tacco dodici, si rialzò e sistemò la gonna e la giacca, strinse forte al petto i fogli vuoti che aveva preso dai cassetti della scrivania e la sua ventiquattr’ore al braccio, poi attese che le porte si riaprirono. Davanti a lei una Hall deserta apparì, solo alcune guardie erano presenti all’entrata e appena provò ad uscire una di queste si rivolse a lei.
“Signorina Potts!”
La riconobbe volgendole un’occhiata incuriosita dopo averla guardata da capo a piedi.
“Dove crede di andare?”
Domandò brusco. Pepper però non si meravigliò affatto di quell’atteggiamento, aveva avuto a che fare con uomini peggiori e con modi ancora più rozzi, era il suo lavoro e intimidire probabilmente faceva parte di quello. Senza farsi scoraggiare, ma provando a rivolgergli un sorriso, la donna tirò fuori dalla tasca della giacchetta il cartellino datole da Rhodey. Per un attimo si sentì invasa da panico e fu quasi tentata di non consegnarglielo. Non aveva mai infranto le regole e né tanto meno la legge, ma se quello era l’unico modo che aveva per rivedere Tony allora le avrebbe infrante tutte.
“Questo è un lasciapassare che mi ha fornito il Tenente Colonnello Rhodey, è in servizio alla Casa Bianca in questo momento. Mi ha firmato un’autorizzazione per farmi terminare un lavoro alle Stark Industries, ho queste carte da consegnare entro le otto di questa mattina.”
Recitò tutto perfettamente da copione e il più professionalmente possibile, quasi fosse ad un importante incontro di lavoro. L’uomo la guardò di nuovo, poi guardò ancora il cartellino.
“Se mi lascia passare ora sarò qui tra due ore esatte, può anche cominciare a cronometrare”
Aggiunse con una certa fretta. Una cosa aveva sbagliato però, al posto di una semplice ora ne aveva dichiarate addirittura due, ma l’uomo parve abbastanza convinto da lasciarla passare ugualmente, seppur con qualche titubanza.
“Meno un’ora e cinquantanove minuti signorina!”
Esclamò l’uomo mentre le porgeva il suo lasciapassare con un mezzo sorriso, lei ne fu grata e fu come se un peso le scivolasse via dal cuore, un peso dei tanti.
“Grazie mille”
Rispose prima di riprendere il foglio plastificato e rimetterlo in tasca. Uscì all’aria aperta e venne inondata dall’aria fresca della mattina, quasi chiuse per un attimo gli occhi e respirò a fondo, si sentiva di nuovo libera, libera di tornare a casa. Riaprì gli occhi e con passo lungo e svelto arrivò dopo un paio di minuti alla fermata dei taxi, salì sul primo che trovò aperto con l’autista ancora un po’ assonnato e gli ordinò velocemente di raggiungere l’abitazione di Tony Stark. La strada per fortuna era completamente libera, nessun traffico, nemmeno un passante. Pepper teneva lo sguardo fuori dal finestrino, fissando punti imprecisi e scorrevoli davanti a lei e ogni volta che le si presentava un semaforo rosso davanti, si agitava su i sedili posteriori mettendo allo scoperto tutta la fretta che aveva di tornare a casa. Una volta arrivata alla villa, scese dall’auto e lasciò cento dollari all’autista che fece per darle il resto, ma lei si era già velocemente dileguata. Non le interessavano i soldi, in quel momento il suo cuore batteva così veloce che la sua testa prese a girare velocemente. Riuscì a rimanere lucida solo al pensiero di rivedere Tony. Scavò nella valigetta e prese le chiavi, che per il nervosismo le caddero da mano, stava tremando e già iniziava a piangere.
“Oh avanti Virginia!”
Esclamò a se stessa tirando su con il naso per un attimo, la chiave girò nella serratura e lei spinse forte la porta, quasi a spalancarla.
“Tony!!”
Urlò una volta dentro. Richiuse la porta dietro di sé e poi lasciò che tutte le cose che aveva in mano cadessero a terra, non erano altro che fogli per fare scena, fogli bianchi sui quali non vi era nulla riguardante le Stark Industries.
“Tony!”
Chiamò ancora a voce alta correndo al centro del salone, si guardò in torno, nulla si muoveva e Jarvis non pareva essere attivato o forse era stato scollegato in quella stanza. Guardò verso la cucina e pareva che non ci fosse nessuno lì da settimane, la tv, dall’altro lato della stanza era spenta. Pepper si fiondò nella sua stanza, ma nulla. Il letto era in ordine e tutto sembrava essere fin troppo al suo posto. Il cuore nel suo petto non faceva altro che battere più forte, le lacrime agli occhi per gioia e per paura iniziarono a scenderle lungo il viso finalmente di nuovo con un colorito roseo. L’unico posto dove aveva sempre cercato Tony in dieci anni era proprio quello dove non lo aveva ancora cercato quella volta: giù in laboratorio. Mai come quel giorno sarebbe stata contenta di trovarlo là giù, indaffarato e pieno di pezzi da aggiustare o da studiare fino al collo. La musica che di solito accompagnava la sua discesa, quel giorno non c’era, ma la sua speranza di trovarlo non svanì.
“TONY!”
Urlò quando ancora era a metà scalinata…
ToBeContinued..

Buon giorno a tutte ragazze! Vorrei ringraziare quelli/e che continueranno a seguirmi dopo questa ESAGERATISSIMA assenza. 
Prometto sicuramente di fare del mio meglio, ma le condizioni di vita alle volte non permettono di dedicare il tempo che vorrei a queste FF e me ne rammarico davvero!
Nonostante tutto spero che sia un continuo gradevole, scorrevole e interessante come lo avete trovato fino ad ora!
Mi dispiace anche di non esser riuscita a rispondere a tutte le vostre recensioni, vi ringrazio di cuore per averle lasciate, davvero.
Un bacio e un abbraccio grande a tutte!
Spero che vi sia piaciuto il capitolo e fatemi sapere la vostra ^_^

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Capitolo 4
*** Ultima volta ***


Buon giorno a tutti! Eccovi il nuovo capitolo come vi avevo promesso, è il penultimo, godetevelo!
Buona lettura!

4.Ultima volta


“TONY!”
Urlò quando ancora era a metà scalinata…


Tutto quello che sentiva da settimane ormai era il completo silenzio, tranne ogni tanto quando Jarvis gli consigliava di accendere la tv per controllare le notizie o quando lo avvisava di imminenti pericoli. La musica, che di solito lo aiutava a concentrarsi, quella volta non sarebbe servita a nulla, le urla dei suoi pensieri nella testa avevano il volume più alto che avesse mai sentito. Tony Stark stava seduto al computer con una penna in bocca, la stringeva forte, come se quel gesto lo aiutasse a diminuire lo stress e la tensione. Nell’altra mano invece stringeva continuamente una pallina blu di gommapiuma. Una voce femminile gli arrivò all’orecchio, ma pareva lontana anni luce. Istintivamente alzò lo sguardo alla vetrata davanti a lui, le scale erano vuote, quella voce doveva essersela sognata. Tolse la penna da bocca e prese a scrivere su di un foglio alcune statistiche riguardanti l’energia che era in grado di immagazzinare e quella che poi avrebbe dovuto rilasciare grazie alla sua nuova armatura. A nulla valse concentrarsi di più sul foglio, quella voce la sentiva più forte e ora anche più vicina. Guardò di nuovo la scalinata oltre la vetrata e questa volta vide due gambe scenderle. Si alzò di scatto, era forse arrivato alle allucinazioni? Dovette battere più volta le palpebre e pizzicarsi il braccio, per capire che Pepper era proprio lì, oltre il vetro.
“Tony!”
Era in lacrime, ma lacrime di gioia per averlo rivisto. Per un attimo tutte le sue preoccupazioni svanirono, lui era ancora lì, in piedi e dietro la sua scrivania, proprio come lo avrebbe trovato in un altro qualsiasi giorno di ‘lavoro’. Pepper digitò con mano tremante il codice e attese che la porta si aprì in uno sbuffo.
“Tony”
Ripeté prima di fiondarsi tra le sue braccia, finalmente chiuse in un abbraccio attorno al suo corpo. Era caldo e morbido, vero e presente! Non era un sogno e lui era veramente lì.
“Amore mio”
Sussurrò lui stringendola con tutta la forza che poteva. Dopo tutto l’inferno che era stato costretto a passare, in lei riusciva sempre a trovare un angolo di paradiso e di pace che nessun altro sarebbe stato in grado di dargli.
“Cosa ci fai qui?”
Le domandò ora più preoccupato. Lei non sarebbe dovuta essere sotto sorveglianza? Come aveva fatto ad uscire da quel palazzo?
“Rhodey mi ha.. mi ha fatta uscire per venire da te!”
Spiegò velocemente, mentre lui le stringeva delicatamente le mani. Pepper prese il viso di lui tra le mani e lo baciò, il suo corpo e il suo cuore si fermarono a quel tocco. Quanto lo avevano sognato entrambi? Era da due settimane che erano sul filo di un rasoio e non si erano né visti né sentiti e l’angoscia che aumentava ogni giorno di più non aiutava Pepper a vivere bene, solo lui poteva farlo.
“E’ pericoloso, non avresti dovuto”
Le sue parole parevano volessero rimproverarla, ma il suo corpo e il suo cuore l’avevano chiesta ardentemente e la stringevano forte senza lasciarla andare via. Sembrava che avessero fretta di baciarsi, non contava la lunghezza dei loro baci in quel momento, quanto la quantità. Tony sarebbe rimasto lì a baciarle tutto il viso se avesse potuto, naso, labbra, occhi, mento, orecchie, collo. Lei lo strinse di più e poi si allontanò per guardarlo negli occhi, le sue mani ancora sul volto dell’uomo.
“So della Cina”
Gli disse all’improvviso e lui la fissò di rimando, immobile per qualche istante, con ancora il fiatone per tutti i baci che le aveva dato. Pepper lasciò che le sue mani scivolassero dalle sue guance al suo petto, dove il reattore ARC era ancora acceso di blu sotto la maglietta sottile. Tony fece per parlare, ma lei gli pose le dita sulle labbra scuotendo la testa.
“Non voglio parlare.”
Disse guardandolo di nuovo.
“Non sono qui per le tue parole Tony”
Entrambi avevano capito di cosa si trattava quell’incontro, sapevano che sarebbe potuto essere l’ultimo. Pepper aveva ragione, qualsiasi ‘ti amo’ le avesse detto, qualsiasi ‘non temere’ sarebbero state solo parole al vento, inutili.
“Sono qui per te”
Gli disse con voce spezzata e le lacrime di nuovo agli occhi. Così non poteva vederla, le si avvicinò di nuovo e la baciò con più passione di prima. Una mano era tra i suoi capelli rossi e l’altra era poggiata sui bottoni della sua giacchetta, che lentamente, uno ad uno, vennero aperti.
“Non voglio che piangi”
Le sussurrò quando, dopo averle baciato il collo, arrivò all’orecchio.
“Se piangi vuol dire che mi stai dicendo addio..”
Continuò infilando una mano tra la maglia fine di lei e la giacca nera che portava sopra. Salì ancora, oltrepassando il seno e le arrivò con la mano sulla spalla.
“.. e io non voglio che mi dici addio”
Con un gesto veloce lasciò che la giacca le scivolasse di dosso da un lato. La sentì annuire e poi con la mano le accarezzò il collo, prima di baciarglielo nuovamente. Era così calda e morbida, che sarebbe stato a sfiorarla per i prossimi mille anni senza lamentarsi mai.
“Mi ha capito bene Signorina Potts?”
Domandò con un sorriso sulle labbra mentre ancora le baciava il collo lentamente. Anche se Tony non voleva fosse un addio, lo sarebbe potuto essere se gli esiti della spedizione in Cina non fossero andati a buon fine, ma ora non voleva pensarci. Ora voleva comportarsi come se con lei avesse avuto a disposizione tutto il tempo del mondo e oltre.
“Si”
Rispose lei debolmente, i baci del suo uomo stavano iniziando ad avere effetto sul suo corpo, la stava facendo risvegliare da un sonno durato due settimane, tempo nel quale il cuore e l’anima erano rimasti paralizzati e invasi dai più orribili presentimenti.
“Si cosa, Signorina Potts?”
Continuò lui. Aveva voglia di strapparle un piccolo sorriso, anche uno minuscolo, uno invisibile probabilmente, ma voleva che dentro di lei, almeno per un attimo, pensasse di voler sorridere ancora.
“Si Signor Stark”
Era quella la risposta intera che doveva dargli e appena pronunciò quel nome riaprì gli occhi e se lo ritrovò di faccia. Aveva degli occhi castani che l’avevano fatta penare per anni, eppure quell’espressione era sempre la stessa, la solita, la vecchia che l’aveva fatta innamorare. Lui invece ogni volta che incontrava gli occhi di lei non poteva più pensare, era come se lei lo privasse della facoltà di farlo e lo costringesse a fidarsi dei suoi sensi e dei suoi impulsi che gli venivano da ogni parte del corpo. Con una mano tenne ferma la gonna del tailleur e con l’altra abbassò lentamente la cerniera, senza guardarla. Quando la gonna le scivolò per terra lei la scavalcò togliendosi anche le scarpe. Il brivido che sentivano dentro entrambi era lo stesso di quando riuscirono a stare insieme per la prima volta. Quante volte in dieci anni aveva aspettato quel momento? Tony la prese in braccio e lei incrociò le gambe intorno al suo corpo caldo. Quante volte in dieci anni lo aveva visto, invece, andarsene con altre mille donne? Continuando a riempire la donna di baci, Stark la portò di sopra, in quel letto che ormai era anche di Pepper, aveva imparato a condividerlo ora solo con lei. Quante volte aveva visto uscire da quella stanza altre donne? Ora era la sua e di Tony. Lì non c’era nessun altro. Tutto quello che si sentiva erano i loro fiati corti, sospiri e parole sussurrate all’orecchio mentre si davano e si prendevano l’un l’altra. Avrebbero voluto fermare il tempo, chiudersi in quella camera per sempre e lasciare Iron Man, il Mandarino e la Cina fuori da quella loro tana e adesso, per due ore avrebbero potuto farlo.

Contenti? Alla fine non sono sparita, proprio come vi avevo promesso e non lo farò nemmeno per il prossimo capitolo che haimè sarà l'ultimo!
Vi lascerà con l'amaro in bocca ma vi farò le mie scuse e vi spiegherò poi il perché! 
Per ora spero che vi sia piaciuto questo nuovo!!!
Alla prossima ragazzi!!
Un bacione a tutti e grazie a quelle che trovano sempre il tempo per recensire cioè 
AngelAngelica90 _M4R3TT4_ e aston<3  

 

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Capitolo 5
*** Lezione numero uno... ***


Ecco l'ultimo capitolo tutto per voi!
Buona lettura!

5. "Lezione numero Uno.."


Il sole entrava dalle grandi finestre accanto al letto di Tony e Pepper, illuminandoli della luce del mattino ormai inoltrato. Che ore si erano fatte? Lei fu la seconda a svegliarsi, appoggiata sul petto nudo di lui che la teneva ancora stretta e le solleticava, con le dita, un braccio, guardandola in silenzio.
“Buon giorno” la salutò piano lui mentre Pepper si stiracchiava in un piccolo sbadiglio. Quando lei incrociò gli occhi di Tony, capì che era quello il risveglio che avrebbe voluto avere per il resto della sua vita e non un letto vuoto.
“Buon giorno” rispose allungandosi per baciarlo. Si era svegliata così tante volte accanto a lui, ma questa era diversa. Pepper si sentì di nuovo invadere da quel senso di vuoto che aveva avuto prima di vederlo, terribile e insopportabile. Poggiò nuovamente la testa sul suo petto e sentì il suo cuore battere, tranquillo sotto il suo orecchio. Avrebbe voluto sentirlo sempre, sarebbe rimasta in quella posizione una vita intera solo per sentire quel battito. Sfiorò con le dita il reattore acceso al centro del petto, era grazie a quello che il suo cuore batteva ancora, ma era sempre per quello che ora Tony si trovava in pericolo.
“Pepper..” iniziò lui continuando ad accarezzarle i capelli, il suo profumo lo faceva impazzire, ma non quello che lei era solita mettere per gli appuntamenti di lavoro o per le serate, ma quello della sua pelle, del suo corpo, il profumo più forte di tutti. La donna alzò la testa per guardarlo in viso, diamine quant’era bello e quanto lo aveva desiderato per dieci anni che ora le sembravano essere passati troppo in fretta, avrebbe dato tutto per tornare indietro. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, lui non sapeva che aggiungere e lei non sapeva che dire, quello sguardo valse più di mille parole e quando si baciarono si strinsero di più. Quel momento venne interrotto da Jarvis che annunciava una chiamata in entrata dal Tenente Colonnello Rhodey.
“Attiva il collegamento audio” Disse sbrigativo lui, mentre si sedeva meglio nel letto. Pepper invece saltò giù.
“Cavolo!” urlò lei prima di precipitarsi nell’armadio dov’erano rimaste alcune delle sue cose. Indossò la biancheria che era in camera ancora per terra e cambiò pantaloni e camicia. Tony la seguì con lo sguardo senza capire il perché di tutta quella fretta.
Tony, Pepper dov’è? Stanno venendo a prenderla!! Hanno scoperto che è scappata e stanno venendo da te!” La voce al telefono era ansiosa e manteneva un tono basso, forse intorno a lui c’era gente che non doveva sentire. “In dieci minuti o meno saranno lì!” Furono le ultime parole del Tenente prima che interrompesse bruscamente la chiamata. Tony rimise i boxer e si avvicinò a Pepper costringendola a girarsi prendendola per le spalle.
“Andrà tutto bene” le disse in quel momento di confusione, era così preoccupata, glielo si leggeva in viso e quella paura che vedeva lo faceva solo stare peggio. Le spostò i capelli in disordine dal viso e poi la baciò di nuovo, per un attimo facendola sentire di nuovo bene. Quanto altro tempo ci sarebbe voluto per sentirsi di nuovo così? La donna lo strinse e dopo un po’, di malavoglia si staccò da lui abbassando lo sguardo. Dirle che andava tutto bene non serviva proprio a niente, era grande ormai da capire che le cose non andavano sempre come si sperava o come si desideravano. Tony si vestì di nuovo e poi raggiunse Pepper in Salone. Cosa poteva dirle quando ormai aveva capito che le parole non avrebbero aggiustato nulla? Non avrebbero attenuato nessuna paura  e non lo avrebbero certo resto immortale. La trovò in piedi in mezzo alla stanza, con le braccia incrociate al petto, rivolta verso la grande vetrata che dava a strapiombo sul mare. Le si avvicinò posandole una mano sulla spalla, la strinse. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma questa volta le parole non uscirono e non perché lui non fosse bravo ad esprimere i suoi sentimenti, ma per quel peso che sentiva sul cuore e alla gola. Lei non si girò, limitandosi a sospirare.
“Signore, qualcuno si sta avvicinando alla no-fly zone in un raggio di 2 chilometri.” La voce atona dell’intelligence della casa risuonò nella stanza, facendoli voltare entrambi.
“Identifica il velivolo” ordinò Stark tornando a guardare fuori dalla vetrata, cercando di cogliere il più piccolo aeromobile e solo dopo un po’ vide un punto, sdoppiarsi, triplicarsi.
“Jarvis!” urlò sperando che i dati gli arrivassero più in fretta. Chi era che stava arrivando? Se fosse stato il governo per prendere Pepper avrebbero semplicemente usato una macchina o al massimo il camion blindato, non di certo degli aerei. Qualcosa non stava andando per il verso giusto.
“Tre elicotteri signore, non appartengono all’airforce americana. Sono armati.” Furono le ultime parole che si sentirono in quella casa. Dei missili si staccarono da quegli elicotteri e andarono a colpire proprio la villa Stark facendo precipitare la costa e la casa. Un’esplosione precedette l’inclinamento del pavimento.
“TONY!” la voce di Pepper sembrò più lontano di quello che sembrava. Tony doveva ora chiamare a sé l’armatura il prima possibile, altrimenti sarebbe stata davvero la fine. Seppur ci riuscì, forse era troppo tardi. Il suo corpo venne strattonato e trascinato giù insieme al resto della casa, sul fondo del mare. Era successo tutto così velocemente, che non si era nemmeno chiesto dove fosse la sua compagna. Poteva essere dovunque, sana e salva, così come sotto le macerie con lui. Il reattore ARC sul suo petto s’illuminava ad intermittenza.
“Ene-energ-energia al 45%” Jarvis annunciò ancora in comunicazione con l’armatura, comunicazione che s’interruppe dopo qualche minuto. Le uniche parole che in lontananza si sentivano erano fredde e recitavano:
Lezione numero uno “Gli eroi, non esistono”.

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Eccoci alla fine di questa FF! (:
Era questo l'amaro in bocca di cui vi parlavo e ora vi spiego anche perché ho voluto concluderla in questo modo! Inanzi tutto, la FF era nata da un'immagine del trailer ovvero quella iniziale mentre lui parla a pepper e ho voluto chiuderla ugualmente, cioè con un'altra scena del promo, quella dove vediamo la casa Stark crollare nell'oceano sottostante. In più, ovviamente è sempre del terzo film che parlavo, non sarei comunque potuta andare avanti per molto, perché scrivere una FF come questa è una cosa, ma immaginarsi TUTTE le dinamiche che ci sarebbero girate intorno sarebbe stato un lavoro troppo difficile e anche impreciso! Ho preferito fare poco ma bene e con coerenza invece che inventarmi chissà quale Storyline improbabile! (:
Spero che vi sia piaciuto e in quest'ultima recensione, se vorrete, potrete esprimere tutto quello che vi passa per la testa! Anche che ho fatto schifo xD Oppure commenti sul trailer e su come pensate VOI che andrà questo IM3! Leggerò tutti tranquilli! ^_^
Ringrazio chi mi ha seguito e chi ha recensito con assiduità questa storia!

Un grandissimo bacio e ALLA PROSSIMA!

xoxo JoJo92

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