I just want to say I love you...

di fulmineo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non sarai mai sola! ***
Capitolo 2: *** The fight ***
Capitolo 3: *** Compere! 1 ***
Capitolo 4: *** Compere! 2 ***
Capitolo 5: *** Confessione ***
Capitolo 6: *** Sexy e cocciuta ***
Capitolo 7: *** I love you! ***



Capitolo 1
*** Non sarai mai sola! ***


Era una giornata come le altre a Quantico, anche se non tutti erano intenzionati a godersi il caldo sole primaverile... Infatti, al cimitero nazionale della città, si stava celebrando il funerale del detective William LaMontagne Jr., caduto in servizio nel corso della rapina in banca e tutta l'Unità di Analisi Comportamentale si era stretta attorno a Jennifer Jareau, una dei profiler del team, e suo figlio Henry.

Il caposquadra Aaron Hotchner ed il capo Unità Erin Strauss erano accanto a lei assieme alla bizzosa analista Penelope Garcìa, mentre gli Agenti Speciali Derek Morgan, David Rossi ed il dottor Spencer Reid erano accanto al piccolo di soli sei anni. Solo l'Agente Speciale Emily Prentiss, in procinto di partire per Londra ove avrebbe guidato la squadra di profiler dell'Interpool, stava in disparte e fece così per tutto il triste rito.

"Agente Jareau, si prenda qualche giorno di riposo... Stia con suo figlio, noi ce la caveremo...!"

"C-Capo Strauss... Non p-posso permettermelo...!"

"Si, invece! Henry a bisogno di lei ora, noi possiamo comunque risolvere casi senza di lei... Ci vediamo quando sarà pronta!"

"M-Ma... Ma ora che Emily andrà via..."

"Io non andrò via!" Disse la mora, intromettendosi visto che era stata tirata in causa "Resterò qui! E se vorrai, potrete stare da me, tu ed Henry..."

"N-Non vogliamo disturbarti... Troveremo un nuovo appartamento vicino all'Unità...!"

"Io, invece, credo sia un'ottima idea!" Fece Hotch "JJ, Prentiss ti sta offrendo il suo aiuto e dovresti accettare! Non stare da sola in questo momento difficile..."

JJ chinò il capo, poi notò che il suo bellissimo bambino la fissava con occhioni tristi ed imploranti, tanto che la bella Agente Speciale s'inginocchiò innanzi a lui, abbracciandolo e riprendendo a piangere.

"Andiamo da Emmy..." Disse il bimbo tra i singhiozzi e JJ lo accarezzò dolcemente, tirando su col naso.

"O-Ok, amore...! Come vuoi..."

"Andiamo, il mio SUV è da questa parte!" Disse Emily, prima che la Srauss e Hotch la fermassero lasciando però andare avanti JJ ed Henry.

"Grazie per aver deciso di restare, Emily...! E' molto importante per noi e per lei! Ci chiami, se le servisse qualcosa!"

"Si, signora...! Cercherò di fare del mio meglio con entrambi!"

"Ciò che farai per loro sarà sempre importante, Prentiss! Non dimenticarlo mai..."

"Non lo scorderò, Hotch!"

Poi la mora si diresse verso la sua auto, ma stavolta fu Morgan a fermarla "Io so perchè sei rimasta, Emily..."

"Non ora, Morgan... Questo non è il giorno adatto per QUEL discorso...!"

"Un giorno dovrai dirglielo, Emily... Non puoi tenerti sempre questo peso sul cuore!"

"Invece credo che lo porterò ancora per molto tempo! Lei amava Will, Morgan, non me! Io sono solo una semplice amica e nient'altro..."

"Forse...! Ma credimi se ti dico che i suoi occhi e, probabilmente, anche il suo cuore dicono il contrario!"

Emily sorrise e diede le spalle all'amico e collega, raggiungendo finalmente l'auto sulla quale JJ ed Henry l'aspettavano, ancora in preda alle furtive lacrime ed all'immenso dolore per la perdita del fidanzato, del padre.

E la mora accese il veicolo, dirigendosi a velocità moderata verso la casa della bionda collega che amava più di chiunque altro al mondo, più della sua stessa vita e del faraonico conto bancario che le permetteva di vivere una vita molto decorosa... Anche se odiava fare affidamento sul denao del suo fondo fiduciario che sua madre, la potente Ambasciatrice Elizabeth Prentiss, le aveva aperto quando era ancora una bambina.

Ma ciò che preoccupava Emily erano i suoi sentimenti. Quelle magnifiche sensazioni che mai avrebbe creduto di poter provare e che sarebbero state messe a dura prova nei giorni a venire, dato che avrebbe vissuto assieme a colei che tanto bramava nei suoi sogni ad occhi chiusi ed aperti.

Riuscirà la grande Emily Prentiss a trattenersi oppure aprirà per la prima volta il suo cuore a qualcuno? E JJ scoprirà ciò che la collega, l'amica di sempre prova per lei oppure l'amore per Will ed il dolore accecheranno i suoi occhi ed il suo cuore impedendole di vedere la verità?

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Capitolo 2
*** The fight ***


Emily salì sul suo SUV e si diresse verso la casa della biondina affinchè costei prendesse i suoi abiti e quelli di Henry, oltre alle loro cose personali che servivano nella routine quotidiana... E quando vi arrivò, la mora vide che JJ non aveva ancora smesso di piangere.

"Siamo arrivate... Vuoi che scenda con te...?"

"S-Se vuoi..." Rispose semplicemente JJ, senza guardare Emily negli occhi, mentre costei scendeva e faceva il giro attorno all'auto per aprire la portiera del passeggero alla collega, quindi si diressero insieme verso la porta della villetta che la bionda divideva col compagno deceduto ed il figlioletto.

Una volta dentro, JJ si diresse verso la sua camera da letto ed Emily andò ad accompagnare Henry nella sua stanza, ove il bimbo prese il suo zainetto di scuola e qualche peluches, invece la mora vide una valigia sopra l'armadio e la prese, iniziando a metterci dentro i vestiti del bambino.

Emily, nonostante fosse presa da ciò che stava facendo, non si scordò di JJ e si diresse verso la vicina camera matrimoniale, ove trovò la collega intenta a piangere col cuscino che solitamente utilizzava Will stretto al cuore e le si avvicinò.

"Ehi...! JJ... Dai, non fare così...! Io ti capisco, so che è difficile..."

"Ma cosa vuoi capire??" Disse all'improvviso JJ, inveendo con una certa rabbia nella voce contro la collega "Cosa vuoi saperne tu, di come mi sento, quando non sei mai stata innamorata??" Urlò, ansimando con gli occhi sgranati, ed Emily ci rimase decisamente male.

"Io... Io non volevo ferirti, ma... Ma capisco davvero come ti senti, credimi...!"

"Non m'importa! Will era il mio ragazzo, non il tuo e poi... E poi lo odiavi! Che t'importa della vita mia e di Henry?? Stanne fuori!!"

Emily ci rimase davvero male e chinò il capo, ma lo rialzò subito e puntò i suoi intensi occhi scuri in quelli azzurri dell'altra "Va bene..."

"Cosa...? Che hai detto?"

"Ho detto che va bene! Io ti ospito comunque, ma ti dovrai arrangiare da sola, io non voglio saperne nulla di te... A mali estremi, estremi rimedi!" Ribadì secca la mora, tornando ad aiutare Henry e la bionda, lanciando un lieve urlo di frustrazione, lanciò il cuscino contro l'armadio.

"Ttai bene, Emmy...?" Chiese il piccolo Henry, quando la mora ritornò da lui e la profiler sorrise appena.

"Si, piccolo... Sto bene, non preoccuparti! Su, ti aiuto..."

"Gwazie... Ti vuoio bene!"

Il bambino l'abbracciò ed Emily lo prese in braccio, baciandolo teneramente sulla guancia ed il piccolo si strinse al collo della profiler, prima che Emily riprendesse a mettere vestitini, scarpe ed intimo nella valigia ed i giochi nello zainetto di scuola, col libro, i quaderni e l'astuccio.

"Io... I-Io ho finito... Ho preso quello che ci stava e l'ho messo nei due trolley e nel borsone..."

"Allora andiamo, più tardi torneremo a prendere il resto!"

La risposta fu fredda e la mora passò la collega senza nemmeno guardarla in faccia, con Henry che le prese la mano per andare avanti con lei e JJ osservò quella scena così dolce, perchè presto l'avrebbe vista tutti i giorni.

E salite nuovamente sul SUV, nessuna delle due Agenti Speciali parlò, a meno che non dovessero parlare con Henry, dato che lui non c'entrava nulla con la loro lite di poco prima.

Nessuno di loro, nemmeno gli altri colleghi erano mai stati a casa di Emily e quando vi arrivarono, il primo istinto fu guardarsi intorno e provare maari un po' di disagio per il lusso degli interni e le cose costose che li circondavano e JJ sperò che Henry non rompesse mai nulla... Perchè, ne era certa, non le sarebbe bastata una vita intera per ripagare gli eventuali danni.

"Emmy dov'è Ceggio?" Chiese il piccolo, sapendo che la mora aveva un gatto.

"Sai dove va quel birbante di Sergio quando ha finito di mangiare ed ha sonno...? Nel suo posto segreto! Vieni con me..." Rispose la profiler e, preso il bimbo per mano, lo condusse in un angolo dell'ampia mansarda, ove Henry vide molti animali.

C'erano un grande con dentro molti pesci, anche tropicali, uno più piccolo con quattro tartarughine marine, una gabbia di medie dimensioni con dentro tre criceti, una appesa a circa tre-quattro metri dal lampadario con dentro due pappagallini e, ai piedi dell'unico tavolo presente nella stanza, una piccola casetta gonfiabile con accanto una ciotola doppia con acqua e cibo ed alcuni giocattoli per gatti... Il covo di Sergio!

"Ceggio! Ceggio!!" Chiamò il piccolo ed il micio dal lucente manto nero, uscì dalla sua casetta con aria sorniona e miagolò non appena vide la sua padrona, facendole subito le fusa, rivolte anche al bimbo.

"Visto com'è viziato? Ora andiamo di sotto, ti mostro la stanza nella quale dormirai e... Portiamo con noi anche Sergio!"

"Shi!!" Rispose felice Henry e, ridiscesi di sotto col felino al seguito, la mora condusse il bambino in una stanza in fondo al corridoio, molto spaziosa ed ariata, nella quale non vi era però alcun mobile.

"Dovremo prendere tutto, amore..." Disse la sopraggiunta JJ, dimenticata dalla mora in soggiorno al pianterreno.

"La casa è mia, perciò ci penserò io ad arredarla! Ovviamente farò scegliere ad Henry... Che ne dici, campione? Andiamo a vedere al negozio di mobili?"

"E' appena morto suo padre, non puoi aspettare?" Sibilò la bionda, tra i denti.

"Senti... Si può sapere cosa diavolo hai contro di me?! Inizio a pentirmi di essere rimasta..."

"Non tel'ha chiesto nessuno di rimanere! Dovei pensare alla tua carriera!"

"Sai, io ho sempre messo le persone più importanti della mia vita davanti alla carriera... Ma tu mi stai davvero facendo pentire di questa mia idea!"

"Deciderà Henry...! Amore, tu cosa vuoi fare?"

"Voio addare con Emmy! E poi giocaee con Ceggio!"

Allora JJ si arrese innanzi alla maggioranza, ma si rivolse nuovamente alla mora "Dove hai intenzione di farmi dormire?"

"In camera mia! Io dormirò sul divano... Andiamo, Henry, dopo sistemeremo le tue cose!"

"Shi!" Rispose il piccolo ed i due uscirono insieme, tenendosi per mano e JJ, da lontano, sentì nuovamente le lacrime vicine e si diresse verso la camera della mora, cercando inoltre di capire quale fosse il motivo dell'improvviso astìo verso Emily, dato che cercava solo di starle vicina e nient'altro. E nella sua mente iniziò a prendere corpo un'idea che avrebbe dovuto confermare al più presto...

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Capitolo 3
*** Compere! 1 ***


Usciti nuovamente di casa, Emily ed Henry salirono nuovamente sul SUV, ovviamente il piccolo fu aiutato dalla mora, dirigendosi poi verso il centro città per andare al mobilificio nel quale Emily era solita rifornirsi, dato che trattava anche molti oggetti d'antiquariato e d'importazione, che si potevano scegliere dall'apposito catalogo.

"Allora, campione, scegli ciò che più ti piace!"

"Ok!" Rispose il piccolo, mentre si guardava intorno alla ricerca di qualcosa d'interessante, quando una giovane commessa s'avvicinò loro con fare gentile ed il sorriso più bello del suo repertorio.

"Posso esservi d'aiuto...?"

"Forse...! Devo comprare una cameretta e la sto facendo scegliere al mio campione preferito!" Disse Emily ed il bambino le sorrise, così come fece la ragazza.

"Guardi, le camerette sono nel settore C al primo piano... C'è anche qualche peluche!"

"Ok, allora andiamo subito! Ci fa da guida...?"

"Certamente! Prego..."

Allora i due seguirono la giovane, arrivando al primo piano e nel suddetto settore, ove Henry sorrise subito non appena vide una bella cameretta tutta in legno di Cedro del Libano, chiara, dai mobili ed il lettino di color crema ed azzurro, innamorandosene all'istante.

"Credo di aver trovato ciò che stavamo cercando!"

"E' fortunata, perchè è uno degli ultimi arrivi ed abbiamo ancora molte scorte in magazzino! Vado a farla preparare?"

"Si e chieda se possono consegnarla a domicilio, questo è il mio indirizzo!" Disse Emily, porgendo alla ragazza il suo biglietto da visita, sul quale erano scritti indirizzo, numero di casa e cellulare ed e-mail.

"Wow...! Unità di Analisi Comportamentale dell'FBI...! Fighissimo!"

"Ahahah, già...!"

"Mi scusi, ehm... Vado subito e lascio detto alla cassa di farle la ricevuta!"

Emily annuì, prima di avvicinarsi ad Henry ed inginocchiarsi davanti a lui "Allora, tesoro, ora che abbiamo comprato la cameretta... Perchè non vai a vedere quei bellissimi peluches laggiù?"

"Davveio? Possho?"

"Certo che puoi! Coraggio, scegli quelli che vuoi!"

Subito il bimbo andò verso le sei, grandi ceste nelle quali vi erano molti peluches di varie dimensioni ed optò per un orsacchiotto di media grandezza, quattro raffiguranti i Pokèmon, ovvero Pikachu, Oshawott, Snivy e Piplup, una piccola alce ed un gatto nero che Henry subito battezzò Ceggio.

Ridiscesi al pianterreno, Emily ed Henry si diressero verso la cassa per pagare la cameretta ed i peluches e lì un addetto alle consegne a domicilio le si avvicinò "Mi scusi, è lei la signora Prentiss?"

"Signorina! Comunque si, sono io... Mi dica pure!"

"Volevo solo dirle che tra un'ora passeremo da lei a consegnare la cameretta!"

"Benissimo, tanto io devo ancora andare in ferramenta... Fate pure con comodo, al massimo avete il mio cellulare..."

"Ok, quando stiamo per andare da lei la chiamiamo!"

Emily annuì e, dopo aver congedato l'uomo, pagò ed uscì dal negozio col bambino di mano, diretta alla vicina ferramenta ove avrebbe acquistato dei teli per coprire il pavimento, vernice azzurra e pennelli.

Invece JJ, a casa, decise di chiamare Garcìa affinchè potesse parlare con qualcuno, sperando inoltre che l'aiutasse a capire il motivo che l'aveva spinta ad aggredire verbalmente Emily come mai aveva fatto prima, visto che erano sempre state grandi amiche.

"Pronto...? JJ, sei tu? Stai bene? Ti serve qualcosa...?"

"V-Volevo solo parlare..."

"Certo! Come va con Emily? Chissà com'è felice di averti lì con lei..."

JJ rimase in silenzio, iniziando a singhiozzare "I-Io... Io l'ho trattata malissimo, Garcìa... Peggio di un criminale..."

"Cosa?? Ma com'è potuto succedere?"

"Lei ha cercato di consolarmi, dicendo che mi capiva ed io ho reagito davvero male... Non lo meritava..."

"No, infatti! Ma... Non diceva tanto per dire, quando ha detto di capire il tuo stato d'animo..."

"Cosa vuoi dire?" Domandò incuriosita la profiler.

"Qualche settimana fa, dopo la morte di mio zio, mi raccontò che lei perse suo padre quando aveva dodici anni... Cercò di rianimarlo, ma morì fra le sue braccia... Per questo riesce a capirti più di quanto non possa fare io!"

"A-Allora... Allora era vero... Dovrò scusarmi! Ma dimmi... Perchè è rimasta?"

"Questa è una risposta che io, per quanto immagini il motivo, non posso darti..."

"Ok... Beh, grazie per aver parlato un po'! Aspetterò il loro ritorno e poi le parlerò...!"

"Ti conviene! Ma dove sono andati lei ed Henry?"

"A comprare la cameretta... La stanza degli ospiti non è arredata e così..."

"Capisco! Buona fortuna, JJ, te ne servirà molta per capire il cuore di Emily!"

Si salutarono e, dopo aver riattaccato, JJ andò a sedersi sul divano di pelle nera ed attese il loro ritorno, mentre concedeva qualche coccola a Sergio e lo portò poi con sè in camera, ove continuò a smontare i suoi bagagli, sistemandoli nei due cassetti e nei tre spazi dell'armadio a sei ante ancora liberi.

E quando Emily ed Henry ritornarono un'oretta e mezza più tardi, scese di sotto e lì vide anche le scatole contenenti la cameretta, i peluches che il figlioletto teneva in mano in una borsa ed altre due borse con dentro giochi vari ed il necessario per colorare.

"Henry, ma quanto hai fatto spendere ad Emily??"

"Non preoccuparti del denaro, ne spenderò quanto me ne pare per il mio campione!" Ribadì secca Emily, togliendosi il giubbotto ed appendendolo all'attaccapanni vicino alla porta d'ingresso, poi iniziò a portare le varie scatole nella camera che sarebbe stata del piccolo.

"Lascia che t'aiuti, almeno...!"

"Non mi serve aiuto! Non ho bisogno della baby sitter, tantomeno della badante! Me la sono sempre cavata da sola e continuerò a farlo...!"

JJ ci rimase male ma non disse nulla, dato che era stata lei ad attizzare la fiamma dell'astìo e si limitò così a sedersi nuovamente sul divano, stavolta a piangere, dato che Henry aveva seguito Emily nella sua futura cameretta.

I rapporti fra loro miglioreranno oppure l'astìo continuerà a farla da padrone?

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Capitolo 4
*** Compere! 2 ***


Emily portò tutto di sopra nel giro di un'oretta e JJ, notando che era quasi mezzogiorno, decise di mettersi ai fornelli e trovò sia la dispensa che il frigo quasi vuoti e s'arrangiò con quello che trovò. Preparò un sugo alle verdure che avrebbe accompagnato gli spaghetti ed un filetto di platessa insaporito con rosmarino e limone, da bere aranciata.

"Mamma ti piace dieegno?" Chiese Henry, mostrandole il foglio su cui aveva disegnato a grandi linee una casa, un gatto, due persone ed un bambino.

"E' bellissimo, tesoro! Cos'hai disegnato?"

"Casa, Ceggio, Emmy, io e te!" Spiegò, indicando ogni volta le figure "Vado a fallo vedeie ad Emmy!"

JJ sorrise al figlioletto, anche se la preoccupava che non sentisse la mancanza di Will, dato che tre ore prima era stato con tutti loro al suo funerale. Non sembrava addolorato quanto lei, forse aveva assimilato meglio il dolore.

Dopo una decina di minuti il pranzo fu servito e JJ andò di sopra a chiamare Emily ed Henry, trovando il bambino intento a ridere innanzi ad una Emily che, come Henry stesso continuava a ripetere, assomigliava molto al Grande Puffo o ad uno degli altri Puffi... Ed anche JJ rise, abbastanza divertita.

"Che c'è da ridere...?! Trovi divertente il fatto che sia quasi blu come un Puffo??"

"N-No, è solo che... Aaah, scusami...! E' pronto il pranzo..."

"In effetti, sono quasi le dodici ed un quarto ed avvertivo un certo languorino...! Continuerò dopo, tanto devo tinteggiare ancora una parete ed il soffitto!"

"Sai... Sei davvero brava! Non ti credevo tanto portata per il bricolage... Sei meglio di un uomo!"

"Questa potevi proprio risparmiartela!" Fece la mora, togliendo la giacca della tuta da imbianchino che aveva precedentemente indossato, rimanendo in reggiseno e poi scese le scale, dato che era a piedi nudi e non li aveva minimamente sporcati.

Quando tutti e tre furono a tavola, recitarono la classica preghiera e poi si deliziarono coi semplici ma ottimi piatti preparati da JJ, che fu felice di ricevere i complimenti di Emily e del suo tesorino.

"Più tardi p-pensavo di andare a fare la spesa... Tanto è inutile rimanere chiusi in casa a piangersi addosso, ormai non si può tornare indietro..."

"Sono d'accordo...! Vai pure, ma devo scriverti ciò che serve per i miei animali, dato che i vari sacchetti o scatole di cibo sono quasi terminati..."

"Ok, andrò a prendere tutto al negozio per animali qui all'angolo!"

"Vai un po' dove vuoi...! Ecco il biglietto ed il denaro..."

"Scherzi?? Ci ospiti e vuoi persino darmi dei soldi per comprare ciò che serve?? Assolutamente no!"

"Fai come vuoi... Io intanto termino di dipingere la cameretta e poi inizio ad assemblare i mobili ed il lettino!"

"Certo! E' giusto dividersi i compiti... Su questo sono pienamente d'accordo!"

"Ma va'...! Che strano!" Disse la mora con ironia, ritornando di sopra per terminare il suo lavoro, ma non prima di aver chiesto a JJ se avesse preso le copertine del bimbo e la bionda le prese, dato che le aveva messe nel suo borsone.

Allora la bionda andò in bagno e, dopo essersi sciacquata la faccia si sistemò il trucco e poi mise il suo giaccone ed uscì con Henry, dopo averlo aiutato a prepararsi e prese l'auto della mora, col suo permesso ovviamente.

E JJ, prima del supermercato, fece tappa in un'agenzia immobiliare per mettere in vendita la sua casa, passò in essa a prendere le ultime cose che doveva portare via, mise da parte quelle da buttare, tra cui gli abiti di Will, che le fecero liberare qualche lacrima e poi via, verso il supermercato.

E lì la bionda trovò Morgan e Garcìa, che subito aanzò verso l'amica ed il nipotino acquisito "JJ! Henry...!!"

"Zia Penny! Zio Dewek!" Rispose il bimbo.

"Ehilà, uomo! Come stai?"n

"Bwene! Zio Dewek, mi powti accoaa a giocawe con la play ftation?"

"Certo...! Andiamo, così mamma e zia Penny parlano un po'... Noi andiamo a fare cose da uomini!"

"Occhio, eh, Dio di Cioccolato! Non farlo diventare troppo sexy, è ancora piccolo!" Commentò la bizzosa analista ed il ragazzo di colore sorrise sensualmente mentre a JJ sfuggì una lieve risata e s'addentrò fra i vari reparti carichi di alimentari con la sua migliore amica.

"Hai paura che qualche ragazza te lo porti via?"

"No, mi fido del mio amore! A proposito... Hai chiarito con Emily?"

"Conto di farlo stasera... Sperando che non mi uccida!"

"Ma no, tranquilla! Andrà tutto bene... Al massimo chiamami e penso io personalmente a quella sexy Xena!"

JJ rise davvero di gusto e continuò a scegliere le cose d comprare, parlando e cercando di trovare un argomento divertente di cui parlare per cancellare la grande tristezza che albergava nel suo cuore, come Emily versione Puffo, ad esempio. Ma riuscirà JJ a parlare tranquillamente con Emily?

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Capitolo 5
*** Confessione ***


JJ ed Henry ritornarono a casa verso le quattro e mezza col piccolo che, dopo che la madre l'ebbe aiutato ad uscire dal suo giubbotto, schizzò verso il piano superiore alla ricerca della mora... E JJ si spaventò non poco quando Henry ritornò in cucina tutto trafelato.

"Mammina, vieni a vedeie!! Zia Emmy... Zia Emmy ha..."

La bionda non lo fece finire e corse verso il piano superiore, temendo che fosse successo qualcosa di grave ad Emily... Ma quando arrivò innanzi a quella che sarebbe stata la cameretta di Henry, rimase a bocca aperta.

Emily aveva terminato davvero a tempo di record di assemblare la cameretta ed il risultato era splendido. Le pareti azzurre, i mobili ed il lettino azzurri e crema, le copertine di Winnie the Pooh, gli armadietti ed i cassetti perfettamente a posto, i peluches e gli altri giochi sistemati sulle mensole o nella cassapanca alla sinistra del lettino.

"Che te ne pare...?" Chiese la mora, senza neanche voltarsi.

"Come hai fatto a sapere che ero io?"

"I passi erano troppo pesanti per essere di un bambino e poi il tuo bagnoschiuma al latte e petali di rosa ha un profumo inconfondibile e speciale..."

"A-Ah... Comunque... E' bellissima, i miei complimenti!"

"Grazie...! Quando si ha un hobby è bello coltivarlo e, per fortuna, sono riuscita a farlo nei giorni di riposo!"

"Sai... Nemmeno Will sistemava i mobili con tanta maestrìa e velocità!"

"Capisco il tuo dolore, ma smettila di nominarlo... Te ne supplico! Basta..." Disse semplicemente la mora, pronta per una lunga doccia rilassante, passando JJ senza neanche guardarla e JJ chiuse gli occhi e prese una decisione.

Avrebbe parlato con Emily, ad ogni costo. Dovevano dirsi molte cose, loro due.

Ed anche Emily, sotto la doccia, pensava a JJ, al suo amore per lei ed a ogni riferimento che la bionda faceva a Will, paragonandolo a lei qualsisiasi cosa facesse e questo le dava molto fastidio, perchè lei lo odiava. Lo odiava perchè gliel'aveva portata via ed ogni volta doveva fingere di essere felice per loro.

Quando uscì dalla doccia avvolta nel suo accappatoio, andò in camera sua per prendere il suo pigiama e lì trovò Henry con Sergio ed il bimbo le sorrise, avvicinandosi a lei e la mora s'inginocchiò davanti a lui, scompigliando dolcemente i suoi capelli biondi.

"Zia Emmy, vuoi bwene alla mia mammina...?"

"Certo, ehm... Perchè?" Chiese la mora, spiazzata dalla domanda del bambino.

"Pecchè mamma ti vuoie bwene! Lei piangewa sempwe, a casa qwando papino le dicewa le coswe bwutte..."

"Cosa le diceva?" Domandò, stavolta seria.

"Non lo swo... Scwusa..."

"Fa niente, tesoro! Ma ti prometto che io non dirò mai nulla di brutto alla mamma, ok?"

"Lo swo! Ti vuoio bwene, zia Emmy!" Disse il piccolo, abbracciando la mora, che lo baciò sulla nuca con tenerezza.

La mora andò a vestirsi in bagno, poi ritornò dal bimbo e scesero in cucina insieme, ove trovarono una bella pizza margherita ad aspettarli ed il piccolo fece i salti di gioia, visto che lui adorava la pizza.

E la cena passò in tutta tranquillità poi, mentre Henry era in salotto a guardare i cartoni animati, Emily e JJ rimasero sole in cucina e la bionda decise che quello era il momento migliore per parlare con la mora.

"Tutto bene...?" Tentò, con un filo di timore nella voce.

"Sono io che dovrei chiederlo a te... Non il contrario! Perchè?"

"Nulla... Ma io e te dobbiamo parlare, Emily! E' appena morto il mio compagno, non posso avere cattivi rapporti coi miei amici... Con te..."

"Beh, se ricordo bene... Stamattina sei stata tu ad aggredirmi, non io!"

"Lo so e mi scuso! Mi dispiace davvero... E poi ho saputo di tuo padre..."

"Accidenti a Garcìa! Tacere mai!" Ringhiò fra i denti, guardando da un'altra parte.

"Scusami... Perdonami!"

Emily la guardò e poi tirò un profondo sospiro di sollievo "Devo decidere se perdonarti o no... Ma dimmi, cosa ti diceva Will? Prima Henry mel'ha detto..."

JJ fu presa alla sprovvista e si sedette sulla sedia, portandosi le mani sul viso, iniziando a piangere "C-Che ti ha detto...?"

"Mi ha detto che Will ti diceva sempre delle cose brutte... Del tipo...?"

"E-Ecco... Ehm... L-Lui sosteneva che io lo tradissi durante i nostri casi, con qualcuno del team... C-Cioè, c-con te..." Disse piano la bionda, ma Emily riuscì comunque a sentirla e le si avvicinò un poco, facendola arrossire parecchio.

"Con me...? Sono l'unica donna del team oltre a te... E lui sospettava che tu lo tradissi con me?"

"Si... La sua era proprio una fissazione! E solo perchè una notte, mentre mi baciava il collo, io ho chiamato il tuo nome..." Rivelò imbarazzatissima, incapace di guardare la collega negli occhi.

"Questa è bella...! Sai, mi viene quasi da ridere..."

"Ridi dei miei sentimenti...?"

"No, della mia stupidità! Perchè non gli ho mai risposto come si deve... Perchè non ho lottato abbastanza..."

"Per me...?" Tentò la biondina ed Emily sorrise appena, guardando verso il soggiorno.

"Forse...! Perchè ho provato così tante volte a dirti ti amo che non le ho nemmeno contate e ci riuscivo solo qui, a casa, davanti allo specchio..."

"Oh, Emily... Baciami... Dammi anche solo un bacio..."

"Se ti baciassi non smetterei più! E poi... E poi tu non lo vuoi veramente, vuoi solo sostituire Will con me!"

"No, io veramente..."

"Dormici sopra, JJ e vedrai che domattina non avrai più questa idea in mente..." La interruppe Emily, lasciandola senza parole, così andò a portare Henry al piano di sopra per fare il bagnetto, fargli mettere il pigiama dei Transformers e poi metterlo a letto, dopodichè fece la stessa cosa e poi, una volta messasi sotto le lenzuola, continuò a pensare al rifiuto di Emily ed al fatto che pensasse semplicemente che volesse usarla come sostituta di Will.

Per fortuna presto il sonno prese il sopravvento e Morfeo rapì la bella profiler. L'idea di baciare Emily abbandonerà JJ oppure il desiderio di assaporare le labbra della mora si farà sempre più forte?

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Capitolo 6
*** Sexy e cocciuta ***


Il mattino seguente Emily si svegliò verso le sei e trovò JJ stesa in parte sopra di lei, coi lunghi capelli biondi che solleticavano il mento ed il petto e non potè fare a meno di guardarla, tanto le piaceva.

Le piaceva, ma non poteva accettare il suo amore, convinta che volesse solo sostituire Will ed avere nuovamente qualcuno che l'amasse.

"Buongiorno..." Disse la biondina, stropicciandosi gli occhi, riportando la collega alla realtà.

"Buongiorno a te! Vado a preparare la colazione!"

"Emily..." Tentò JJ, riuscendo a fermare la collega, che voleva andarsene per via della posizione in cui si trovavano.

"Lasciami, Jennifer...! Lasciami andare in cucina!"

"Ti prego...! Em, non andartene, aspetta... Il desiderio non mi è passato, sai?"

"Beh, la ferita è ancora fresca!"

"Perchè ti ostini a non capire...? Io non voglio sostituire Will, voglio solo recuperare il tempo perduto!"

"Guardati dentro e vedrai anche tu che non c'è niente da capire!" Concluse Emily, uscendo dalla stanza con indosso canottiera e calzoncini, lasciando la bionda senza parole, poggiandosi poi alla ringhiera, iniziando a piangere di puro dolore.

"Zia Emmy, stwai bwene...?" Chiese il piccolo Henry, facendo capolino dalla sua stanza.

"S-Si... Ma tesoro, è presto! Perchè non torni a dormire?"

"Dwevo andawe a scwuola..."

E la mora, guardando l'orologio, notò che il bimbo aveva ragione e così scese di sotto con lui e raggiunsero la cucina, ove Emily preparò per tutti e tre dei toast con bacon prosciutto e formaggio, accompagnati dal succo tropicale o alla pesca.

"E' buono...? Cosa ne pensi dei miei toast?"

"Si, è bwuono! Bwava, zia Emmy! Pwosso chiamawti mammy Emmy? Zia non mi piacwe più..."

La mora sentì gli occhi pieni di lacrime e s'avvicinò al bimbo, accarezzandolo sulla nuca "C-Certo! Puoi chiamarmi anche Pikachu, se vuoi!"

Ma non solo Emily, anche JJ, appena giunta sul ciglio della porta della cucina, si commosse alle parole del figlioletto e la mora la notò, ma distolse subito lo sguardo da lei "La colazione è pronta..."

"I toast! Io li adoro...! Grazie, Emily, sono ottimi..."

"Figurati..."

E dopo la colazione, JJ andò in bagno con Henry per farsi una bella doccia e poi si vestirono, quindi il piccolo baciò la sua adorata Emmy e poi la madre lo accompagnò a scuola, non lontano dalla villa della profiler.

Proprio alla mora suonò il cellulare. Era Morgan.

"Buongiorno, Prentiss! Come sta andando con JJ?"

"Va... E comunque, sto bene, Morgan e buongiorno anche a te!"

"Non me la racconti giusta... Cos'è successo?"

"Le ho detto che ho provato molte volte a dirle ti amo che non le ho manco contate... E lei mi ha chiesto un bacio! Ho rifiutato, perchè lei vuole solo sostituire Will trovando qualcun'altro da amare!"

"Emily!!" Tuonò dall'altro capo del telefono la voce di Garcìa "Come hai potuto dirle questo??"

"E' la verità..."

"No che non lo è! Sei rimasta proprio perchè la ami, giusto? Allora dov'è il problema?"

"Sono il problema... Inizio a pentirmi di essere rimasta..."

"Non avere paura di aprire il tuo cuore! Dannata Xena, tanto sexy quanto cocciuta... Manda al diavolo il tuo orgoglio una volta per tutte!"

Detto questo, la bionda analista riattaccò ed Emily ci rimase davvero di sasso e, quando ritornò JJ dopo una decina di minuti, le andò subito incontro e la mise spalle al muro, prendendola alla sprovvista.

"Perchè diavolo devo essere sempre io ad andarci di mezzo...?"

"Cosa...? Non capisco..."

"Garcìa e probabilmente anche Morgan, mi danno la colpa di tutto! Per loro... Io sono colpevole per i miei sentimenti, le mie azioni..."

"E-Emily, io..." Biascicò JJ, iniziando a temere la mora. Non l'aveva mai vista così, sembrava fuori controllo.

"Insegnami... Insegnami come amarti, affinchè possa farlo nel modo giusto!"

JJ rimase colpita dalle parole di Emily e rimase a fissarla. Cosa farà la nostra bellissima bionda?

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Capitolo 7
*** I love you! ***


JJ deglutì e regalò alle guance di Emily una dolce carezza e fu felice di vedere che la profiler non scappò da quel tenero gesto, anzi... I suoi bellissimi occhi erano incollati ai suoi azzurri e, a sorpresa, fu la mora ad avanzare e baciarla.

Un bacio leggero come un battito d'ali di farfalla ed a JJ parve di vivere in un sogno, tanto che corrispose quasi da subito l'effusione, assaporando le dolci labbra della collega, inspirando poi il suo profumo di magnolia e latte di cacao.

"Emily... E-Emily... Potrebbe arrivare qualcuno..."

"T'importerebbe, se qualcuno arrivasse?" Chiese la mora, con un'affascinante sguardo e JJ, cinto con più decisione il collo della mora, le si avvicinò maggiormente e le rubò un bacetto, schioccato sulle rosee labbra.

"Non me ne importerebbe proprio nulla!"

Emily fissò gli occhi della bellezza innanzi a lei, scuri e pieni di passione come i suoi "Così mi piaci... Così ti voglio!" Le disse, prima di baciarla con maggior intensità, spogliandosi e la mora stese la bionda sul divano.

"Sei meravigliosa... E dire che ti credevo ormai perduta..."

"Non mi avresti mai persa! Bastava solo una tua parola... Ti ho sempre amata, bastava solo riuscire a dirsi ti amo!"

"Io volevo solo dirti quello... I just want to say I love you!"

JJ sorrise e lasciò che Emily le mandasse i sensi in corto circuito con le sue mani ed i suoi baci... Finchè non suonò il cellulare della biondina che, gemendo di frustrazione, si scostò appena dalla mora per rispondere.

"Pronto...?" Fece JJ, incapace di mascherare la passione e l'affanno nella sua voce.

"JJ, sono io! Senti, io ed il mio Cioccolatino stiamo andando al centro commerciale... Vieni con noi? Così studiamo un piano da attuare contro la tua Xena..."

"No... Sto vivendo la più bella esperienza della mia vita e... E non voglio perdere altro tempo! Non posso permettermelo..."

"Che intendi dire? No, aspetta... Vuoi dire che...????"

"Si, Penelope! Volevo proprio dire QUELLO!"

Garcìa si fece subito una rapida idea di quello che le due amiche stessero facendo e liberò un grido di pura gioia, forando il timpano sinistro di JJ, che allontanò un poco il suo I-Phone 5 per recuperare un po' l'udito.

"Emily ha gettato l'orgoglio dalla finestra?"

"Si...! Gettato e calpestato, direi!"

"Ehi, voi due! Smettetela di sparlare di me... Sono a pochi centimetri!"

"Lo so, ia cara!" Disse l'analista quando JJ ebbe poggiato il suo telefono all'orecchio della mora "Dacci dentro, hai sei anni arretrati!"

Emily sorrise appena "Già... Perciò evita di interromperci di nuovo almeno fino a domattina!"

"Ma guarda... Mi stavo proprio offrendo volontaria per andare a prendere il mio nipotino preferito e tenerlo da me per la notte..."

"D'accordo! E grazie..."

"Figurati! Salutami l'ottava meraviglia del mondo...!"

La mora riattaccò e JJ si dedicò al petto della sua amante, baciandola teneramente "Cos'ha detto...?"

"Che andranno lei e Morgan a prendere Henry e ce lo porteranno domattina!"

"Fantastico...! Ti amo, Emily Prentiss!" Disse la biondina, notando poi il criptico sguardo che la mora le stava donando "Che c'è...?"

"Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato ricevere un ti amo da te..."

"Ebbene...? Che impressione ti ho dato?"

"Splendida! Era musica pura per le mie orecchie... E ti amo anch'io, Jennifer Jareau! Sono quasi sette anni che aspetto di dirtelo!"

JJ si commosse ed Emily la baciò con passione, pronta ad amarla al massimo delle sue capacità per donarle quell'amore tenuto prigioniero per quasi sette, lunghissimi anni.

Dovevano solo imparare a dirsi ti amo ed ora che ci erano riuscite, nulla e nessuno le avrebbe più ostacolate. Mai.

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