Dark Blood

di evilqueen82
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologue and Chapter one: tainted love ***
Capitolo 2: *** Chapter two: bang bang. ***
Capitolo 3: *** Chapter Three: Goodbye cruel world. ***
Capitolo 4: *** Chapter Four: It's the Fear ***
Capitolo 5: *** Chapter Five: the truth ***
Capitolo 6: *** Chapter Six: The Showdown ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven: This is war. ***
Capitolo 8: *** Chapter Eight: facing west ***
Capitolo 9: *** Chapter nine: Goodbye For Now ***



Capitolo 1
*** prologue and Chapter one: tainted love ***


Ciao a tutti, è passato un po' di tempo da quando ho pubblicato questo racconto. A chi ha già letto la storia potrà sembrare strano ma ho deciso di modificare l'intestazione, il genere e anche alcune cose che ho detto alla fine di ogni capitolo ( più avanti capirete perché) . A chi legge per la prima volta voglio avvertire che come primo capitolo rimane un po' monotono (e anche gli altri per certi versi rimangono un po' cupi, ma poi più avanti ci sarà da divertirsi. Se poi non doveste piacervi pazienza. Non siete obbligati a leggerla .Sono consapevole che c'è assai di meglio. Se invece la leggerete tutta e se per miracolo la troverete divertente, vi ringrazio di cuore. Non mi resta che augurarvi buona lettura :)


Prologue.


Gli Only Night One erano da poco sbarcati a Vancouver.
Il gruppo indie rock, di origine inglese, era giunto nella capitale canadese dopo un estenuante tour in Europa e in America.
Anche quella sera era previsto un concerto e il giorno dopo sarebbero partiti per l'Australia e la Nuova Zelanda, laggiù avrebbero concluso il loro tour per poi tornare a Londra.
Ne sarebbe seguito un lungo periodo di riposo e poi, ed era la speranza dei fan, l'incisione di un nuovo album.
Le cose però non andarono cosi.
Ancora non lo sapevano ma quello che avrebbero suonato da lì a poche ore, sarebbe stato il loro ultimo concerto.
Il giorno dopo, infatti, i notiziari di tutto il mondo avrebbero riportato la notizia della morte del loro leader, George Craig.
Milioni di fan si sarebbero radunati per le strade a piangere e pregare per la scomparsa del loro beniamino.
Povero ragazzo, era cosi giovane”. Avrebbero detto alcuni.
Era uno sbandato, un drogato”. Avrebbero replicato gli altri.
È stato colpito dalla maledizione della J27 ”. Avrebbero dichiarato, invece, i più colti.
La maledizione della J -27, ovvero il destino crudele che aveva accomunato molte rock star nel succedersi delle generazioni. Nella fattispecie quelli di cui l'iniziale del nome o del cognome iniziava per J.
Jim Morrison, Jimi Hendrix, Briane Jones e Janis Joplin: deceduti negli anni settanta.
Seguiti da Kurt Cobain (senza la “J” ma pur sempre una star maledetta) nel 1993 e da Amy Jane Whinehouse nel 2011. Tutti morti a ventisette anni e in circostanze misteriose.
Overdose o suicidio: omicidio per i complottisti. Ma come per quei casi, anche la vera causa della morte di George rimase un mistero.
Solo gli altri componenti della band conobbero la verità ma si guardarono bene dal rivelarla: dal loro silenzio dipendeva la loro stessa vita.
Decisero di comune accordo di sciogliere il gruppo e passare il resto della loro esistenza nell'oblio.
Quella sera, però, erano ancora all'oscuro di ciò che stava per accadere.
Sorridenti e spensierati, come sempre, salirono sul palco e si esibirono davanti ad una folla urlante.

Chapter one: tainted love.
Il concerto fu un vero successo. A fine serata i ragazzi decisero di festeggiare al loro solito modo: non era certo la prima volta che venivano a Vancouver, sapevano perciò come e dove muoversi. I locali giusti da frequentare e le ragazze sopratutto.
Ce n'era una, in particolare, che a George piaceva molto ed era stato più volte con lei.
Non si poteva dire fosse una storia d'amore, almeno da parte sua.
In verità George aveva più di un'amante, il che non era affatto insolito per uno della sua bellezza e del suo mestiere. Anzi. Sarebbe parso strano il contrario.
Era come un marinaio: ad ogni porto, una donzella ad aspettarlo ma George non era proprio come tutti gli altri e neppure la sua band.
A renderli diversi c'era qualcos'altro. Un segreto che li accomunava e li univa da molto tempo, qualcosa di veramente orribile: spaventoso. Se solo la gente lo avesse immaginato, se i fan avessero sospettato minimamente chi fossero davvero, anzi... cosa fossero.
Un sorriso illuminò il volto del cantante.
Giunto nella zona residenziale non ci mise molto a trovare la casa dai mattoncini rossi.
Se la ricordava bene: chissà quante volte era entrato da quella finestra. Aveva perso il conto. Quante volte aveva sorriso alla proprietaria: Sarah, la ragazza dai capelli d'oro e gli occhi azzurri. L'aveva conosciuta la prima volta che era giunto a Vancouver in quanto era la fortunata (“poteva ben dirlo!”, ragionava tra sé George) vincitrice di un concorso che le aveva permesso di stare dietro le quinte e incontrare la band.
Carina e timida, con una dolcezza ed un'educazione che non sembravano appartenere alla sua generazione. Una bella testolina piena di fantasticherie romantiche come i suoi stessi occhi sembravano mostrare a giudicare dalle interpretazioni smielate dei testi del loro repertorio. Non era insolito stesse spesso tra le nuvole e se ne intuiva anche una purezza ed ingenuità che avevano letteralmente risvegliato il suo lato predatore.
George ne era rimasto affascinato. Dopo quella prima esibizione (durante la quale non solo le aveva sorriso tutto il tempo ma le aveva anche dedicato una canzone) si era offerto di accompagnarla personalmente a casa.
Si era servito del suo charme per corteggiarla e farla sua.
La ragazza, come prevedibile, di indole propensa alla fiducia e affetta da una sorta di “sindrome alla Cenerentola”, c'era cascata. Da quel momento era divenuta una schiava inconsapevole. Lui le aveva fatto mille promesse, la più ricorrente era che un giorno l'avrebbe sposata, fatta diventare ricca e trasformato la sua vita in un paradiso terrestre.
E, soprattutto, lo aveva aggiunto con una perfetta messa in scena più lacrimevole, sarebbe divenuta la Musa di ogni sua canzone e attraverso esse avrebbe espresso il suo amore immortale. La ragazza gli aveva creduto: profondamente innamorata di lui, lo aveva atteso per un anno, aveva scritto mille lettere – missive che George non si era disturbato neppure ad aprire perché troppo occupato con la band, o a corteggiare altre donne in altri lidi.
Col passare del tempo Sarah aveva iniziato a capire: l'atmosfera surreale e romantica che aveva caratterizzato, almeno nelle sue pagine di diario, i loro incontri aveva lasciato spazio ad una realtà bieca e crudele.
Arrabbiata, delusa e umiliata non gli aveva più scritto e neppure si era più recata ai suoi concerti. La sola menzione o l'udire di uno dei brani della band, le suscitava un misto di repulsione e di biasimo tali da disfarsi di tutto ciò che riguardava la band. Il peso dei ricordi, infatti, era già abbastanza opprimente senza conservarne oggetti materiali.
Ma lui era andato a cercarla fino a casa e allora tutti i suoi propositi erano caduti.
Invece di lasciarlo, si era donata di nuovo completamente a lui.
E la storia era ricominciata.
Trascorso un altro anno, gli eventi si erano ripetuti in egual modo.
Ne era poi passato un altro e un altro ancora.
Sempre con lo stesso copione: lei ad aspettarlo, lui ad ignorarla, lei a non accoglierlo al suo ritorno, lui ad andare a cercarla a casa: per poterla usare ancora, ancora e ancora.
Era sua e lo sarebbe stata per sempre – volente o non volente.
Non si poteva dire che, dopotutto, non avesse lui stesso un animo sentimentale. Molto, molto in fondo, si intende.
Saltò sul balcone di soppiatto ed entrò dalla finestra.
La stanza era buia e la giovane Sarah dormiva sul suo letto: bionda e delicata come un fiore. Non era cambiata affatto dall'ultima volta.
Senti un fremito d'eccitazione avvolgerne i sensi: una sete dannata che ne scurì le pupille.
Si lambì le labbra. “Sarah, mio dolce tesoro”. Sussurrò vicino al suo orecchio dopo essersi chinato. Ella non rispose ma rimase completamente immobile.
Solo in quel momento, George si avvide che c'era qualcosa di strano: sembrava che nemmeno respirasse. Sollevò fulmineo la coperta e quello che scoprì lo lasciò di sasso: al posto della fanciulla vi era un manichino con la parrucca. “What the hell?”. Imprecò tra sé e sé pieno di diapppunto.
Si guardò intorno e non vide nessuno.
Stava per andarsene ma fu lesto a cambiare idea: l'eccitazione che si era innescata non si sarebbe certo smaltita così bruscamente.
Magari si è nascosta. Pensò tra sé.
Scommetto che vuole giocare.
Sorrise di nuovo a quella prospettiva e
cominciò a cercarla nella stanza.
“È tanto tempo che non gioco a nascondino”.
Disse in tono pacato, un'intonazione maliziosa e
suadente mentre schioccava la lingua sul palato,
sicuro che lo stesse ascoltando .“Avevo dimenticato quanto ci si potesse divertire”. Aggiunse quasi distrattamente.
Ed era vero, non si divertiva così da molto: la caccia rendeva la situazione ancora più esaltante.

Continuò a cercarla e chiamarla ma non la trovò.
Pensando che si fosse nascosta da qualche altra parte della casa, uscì dalla stanza.
C'erano altre due camere: una era di Lycia, la sorella di Sarah, l'altra apparteneva ad un'amica di cui non si era disturbato a ricordare il nome.
Quella sera, però, entrambe erano deserte: le ragazze erano uscite.
Sopra i letti ancora intatti, vi erano sparsi, diversi abiti da sera.
Devono essere andate a qualche una festa, o in un locale. Considerò il vampiro.
E non da molto. Intuì sentendo che l'aria ancora impregnata del profumo usato dalle giovani.

Sarah però doveva essere in casa: Il suo letto non era intatto. Inoltre non c'erano vestiti sparsi in giro, né il suo profumo.
La presenza del manichino poi, era un chiaro segnale che lo stesse attendendo.
“Quindi è sola”. Mormorò trionfante. Ed era in vena di giochetti per stuzzicarlo ulteriormente. Bene meglio così, nessuno ci disturberà.

Si recò nel salone e finalmente la trovò: se ne stava comodamente seduta in poltrona a guardare un film.
Sbatté le palpebre a più riprese.
Mm ! Allora non voleva giocare a nascondino. Pensò in un anelito di delusione che, tuttavia, non represse del tutto quel familiare languorino.
Scrollò le spalle. Beh, non ha importanza.

“Sarah”. La chiamò.
 
La giovane si girò verso di lui.
 
Ecco un'altra dimostrazione del fatto che fosse atteso:
 
non era trasalita all'udire la voce esterna e non
 
era apparsa neppure sorpresa.
 
“Tesoro”. La vezzeggiò con un sorriso.
Quelli che lei definiva “sbarazzini” e “birbanti” e che solitamente la facevano desistere
senza perdere troppo tempo.
Lei non ricambiò: per tutta risposta, si voltò di nuovo verso la tv.
Lui la chiamò ancora ma la giovane si ostinò a ignorarlo totalmente. Quasi a mo' di sfida, e lo vide dal gesto deciso della mano, puntò il telecomando all'apparecchio per aumentare il volume dell'audio.
Dapprima sorpreso, George finì presto con l'irritarsi. Se non si trattava di un giochetto psicologico e complice, non avrebbe tollerato quel suo lasciarsi desiderare in un impeto di femminile orgoglio.
Emise un cupo ringhio.
Stai calmo, stai calmo. Si ripeté tra sé.
Evidentemente è più in collera del solito. Considerò dal suo atteggiamento.
Ha solo bisogno di essere persuasa: so io che cosa ci vuole in questi casi.
Sorrise e infilò la mano in tasca: ne trasse un cofanetto di velluto blu scuro.
Si avvicinò e glielo porse. La ragazza non l'afferrò: rimase immobile, senza tradire la benché minima emozione. Completamente indifferente. Lo sguardo ancora ipnotizzato dalle sequenze del film. Anche quando George l'aprì, mostrandole il prezioso anello con diamante al suo interno, non reagì in alcun modo: sembrava totalmente di ghiaccio.
Quanta pazienza ci vuole con queste sgualdrinelle. Si disse George mentre estraeva l'anello e glielo porgeva. Le avrebbe fatto una finta richiesta di matrimonio, solo per tenerla buona.

Vero che se avesse voluto, avrebbe potuto prenderla all'istante.
Tuttavia non aveva bisogno di ipotizzarla.
Con il suo fascino, era stato in grado di soggiogarla tutte le volte.

“Lo so che sei arrabbiata piccola – esordì con voce dolce e sguardo contrito – ti prometto che, d'ora in poi, sarà tutto diverso”.
Sorrise di nuovo ma lei non ricambiò neanche stavolta.
Una statua di marmo.
“È vero – insistette George – ti ho fatto tante promesse che non ho mantenuto, dato più di un motivo per dubitare di me, però credimi ho dovuto farlo”. Dopotutto, si complimentò tra sé, se era un eccezionale cantante, avrebbe potuto persino pensare di darsi alla recitazione.
Le afferrò le mani e la guardò simulando l'aria più pentita e dispiaciuta che avesse mai usato. “Lo sai come vanno queste cose, no?”. Domandò cercando di far assumere alla sua voce un tono di ovvietà e di logica deduzione. Neanche avesse avuto a che fare con una bimba capricciosa o una cerebrolesa.
Ma bastava premere abbastanza perché comprendesse che lui stava agendo nel suo interesse e che i suoi erano soltanto capricci e bronci da prima donna.
Farla sentire in colpa sarebbe stato l'affondo finale per manipolarla. Come sempre.
“Il mondo dello star system è duro – continuò con finta disapprovazione – essere famosi non è facile e se hai una storia importante, fanno di tutto per rovinartela”.
Le diede un buffetto sulla guancia.
“Ti prego piccola, te l'ho spiegato tante volte”.
Lei scosse la testa. Almeno aveva suscitato una reazione, finalmente. Aveva forse ingoiato del valium? Sperò di no per il proprio interesse.
“Oh non fare cosi, ti prego: io ti amo Sarah.” A quelle parole la giovane ebbe un sussulto. Durò solo un istante ma a George bastò. Bene ci siamo: ce l'ho in pugno. Pensò tronfio.
Le scuse non servono ma con la palla dell'amore riuscirò a riconquistarla.
Trattenne un ghigno e riprese la sua recita.
“Ti amo – ripete più volte, fingendo di commuoversi– vuoi sposarmi? Ti prego, sposami”.
La implorò mentre le infilava l'anello al dito, senza neanche attendere risposta.
Dopodiché le afferrò ancora una volta le mani e prese a baciargliele con fervore.

Chi avesse assistito alla cena dall'esterno sicuramente si sarebbe commosso tanta era la passione e la dolcezza sul suo volto: sembrava disperatamente innamorato.
Chi invece lo conosceva bene gli avrebbe fatto i complimenti per la sua interpretazione. Se fosse stato un attore avrebbe sicuramente vinto un Oscar.
D'altronde non c'era da stupirsi. Aveva usato questo copione molte volte e con tante altre ragazze fino a esporre quelle battute in modo del tutto naturale.
Giocava con i loro sentimenti fino a farsi quasi odiare per poi riconquistarle con un gesto plateale. Il dono di un anello, talvolta, nei casi appena più difficili:un simbolo d'amore per tenerle buone e potersi divertire con loro tutte le volte che voleva.

Perché a differenza dei suoi compagni, George non amava accontentarsi di prostitute e donne occasionali: a lui piacevano le ragazze per bene.
Si divertiva a tenerle sotto scacco e usarle a suo piacimento: amava essere al centro dei loro pensieri e soprattutto dei loro cuori.
La libido che gli scatenava quella consapevolezza era tale da riuscire a tenere sotto controllo i propri appetiti per poi letteralmente avventarsi su di loro con foga quasi animalesca.
Non permetteva loro di avere altre storie: erano sue e soltanto sue, anche dopo essersi stancato di loro. Sapeva che anche se le avrebbe lasciate al loro destino, quelle non solo non l'avrebbero mai dimenticato ma non si sarebbero più fidate di nessuno. Sarebbe rimaste sole con il suo ricordo e il rimpianto per tutta la vita.
Ed era quello che lui voleva, quello che aveva sempre ottenuto da oltre trecentocinquanta anni.

Rimase perciò assai stupito quando Sarah lo rifiutò.
Un no secco. Deciso.
A nulla valsero le suppliche, i pianti e le promesse.
Era quasi tentato a portarla con sé. A sposarla davvero.
L'avrebbe scaricata in seguito, si disse, lodandosi per come dimostrasse pazienza malgrado la “stronzetta” non meritasse altro che essere usata e lasciata nella sua patetica realtà fiabesca.
Le mostrò due biglietti aerei: erano dei sui compagni, in realtà, ma le fece credere che li avesse presi per lei. Era un piano perfetto anche se dell'ultimo minuto ma se lo scorrere dei secoli lo aveva aiutato a rendere le proprie prestazioni più naturali, era necessario talvolta saper improvvisare e sfruttare tutte le proprie risorse.
Sarah però fu irremovibile. A quella consapevolezza George montò su tutte le furie.
I suoi occhi divennero rosso cremisi. Sfoderò i canini ed emise un cupo ringhio.
“Come osi rifiutarmi, sgualdrina”. L'apostrofò minaccioso.
“Nessuna donna ha osato respingermi: nemmeno la più altolocata, MAI!”. Dichiarò stizzito, pronunciando l'ultima parola a voce alta.
“C'è sempre una prima volta”. Replicò lei incurante del rischio, lo sguardo che, per la prima volta, gli apparve animato. Come se fino a quel momento si fosse concentrata su qualche pensiero che lo aveva reso vitreo.
Adesso appariva presente a se stessa e più che mai determinata.
Sapeva che era un vampiro, tuttavia non sembrava spaventata.
George strinse così forte i pugni da perforarsi a sangue i palmi .

Guardò la ragazza con disprezzo: come si permetteva quell'essere insignificante di respingere un creatura affascinante come lui?
Quella situazione era davvero assurda e inaccettabile: gli riportò alla memoria un'altra ragazza. Lui l'aveva amata: amata davvero, lei invece lo aveva soltanto illuso. Ma questo era avvenuto prima della sua trasformazione, quand'era solo un ingenuo rampollo: l'erede di un casato in declino, indegno perciò di sposare una contessina aristocratica.
Ragion per cui, la suddetta aveva preferito maritarsi con un cugino: più bello e più ricco di lui. Gli aveva spezzato il cuore portandolo alla dannazione e al disprezzo per le donne divenute soltanto oggetti da cui trarre ciò per cui erano nate. Nient'altro.

Dopo quella delusione George aveva giurato a se stesso che mai più avrebbe amato.
Né si sarebbe maritato.
Lasciò la sua casa e si offrì volontario per servire il re durante una spedizione in terra nemica: si era augurato che la morte lo prendesse in battaglia.
Partito per la guerra, si era ritrovato nel pieno del combattimento e lì, nel giro di poco tempo, il suo desiderio si era quasi avverato.
Colpito da una baionetta, era stato ad un passo dalla morte ma era sorprendentemente sopravvissuto. Qualcuno lo aveva salvato ma non solo: gli aveva dato la vita eterna trasformandolo in vampiro. Da allora aveva usato i suoi poteri per vendicarsi sulle donne: aveva orchestrato un gioco perverso che avrebbe portato avanti nei secoli.
Le aveva soggiogate, fatto in modo che gli donassero il loro sangue (quel tanto che bastava a dissetarsi e conservarle in vita) e la loro giovinezza.
Aveva finto di amarle, rubato loro gli anni migliori e la gioia di vivere
Si era divertito a vederle struggersi per lui e perire in vecchiaia con la consapevolezza di essere state solo usate, mentre lui sarebbe rimasto giovane in eterno.
Un machiavellico e perverso Dorian Gray ma senza uno stupito quadro che l'avrebbe potuto distruggere.
Invincibile.
Infallibile.
Immortale.

Almeno fino a quel momento: l'istante in cui quella sciocca ragazzina canadese lo aveva rifiutato – resistito non solo al fascino ma anche ai suoi poteri ipnotici.
Com'era possibile? Come mai non lo temeva?
Continuò a guardarla con disprezzo: lei ricambiò con tutto il sentimento.
“Va bene, te la sei voluta”. Le ringhiò contro con voce sorprendentemente sgradevole, in assoluto contrasto con quella usata fino a quel momento.
“Che cos'hai intenzione di fare ?”.Domandò Sarah, che a quel cambio di tono, sbarrò gli occhi e deglutì, era impallidita e riusciva a stento a nascondere il panico. Ciò lo fece sorridere.
“Ucciderti”. Rispose sprezzante, uno scrollo di spalle.
“COSA?!”. Non voleva credere alle sue orecchie.
“Hai capito bene”. Sbuffò spazientito.
“N-Non parlerai sul serio”. Balbettò incredula. Si attirò le ginocchia al petto e le strinse a sé, quasi a proteggersi nel farsi piccola sul divano.
Sembrava sinceramente incredula. Se era ben consapevole che il rifiuto lo avrebbe fatto arrabbiare, evidentemente non credeva sarebbe arrivato fino in fondo.
“Invece si”. Sbottò George con decisione. Dopodiché si chinò su di lei e l'afferrò per la gola. La sollevo senza sforzo. “Mi spiace, non volevo arrivare a tanto ma non mi hai dato scelta”. Disse dopo averla sollevata e attirata a sé. Con la mano libera le sfiorò il viso, la guardò negli occhi e sorrise soddisfatto.
La sfrontatezza ostentata poco prima dalla giovane era sparita. Sul suo volto ora si leggeva solo il terrore. E non a torto: il vampiro in quel momento faceva veramente paura.
Non era come le altre volte che si era trasformato per berle il sangue.
Gli occhi cremisi e i canini affilati erano ben poca cosa a confronto di come le si presentava in quel momento. L'aspetto da ragazzo innocente era sparito, aveva lasciato il posto a quello di un mostro orribile: la pelle candida era divenuta quasi blu per via delle vene che si erano gonfiate sulla fronte e negli avambracci, i capelli che prima gli ricadeva sulla fronte in candidi boccoli erano ora dritti sulla fronte e sembravano emanare energia statica ma la cosa più terribile era l'espressione – più feroce di qualunque belva.
Negli occhi non c'era traccia di alcuna pietà: era determinato a ucciderla.
“Se non posso averti io, non ti avrà nessun altro”. Sussurrò sul suo collo dopo averglielo baciato: l'ultimo gesto di dolcezza prima di toglierle la vita.

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Capitolo 2
*** Chapter two: bang bang. ***


"EHI, BASTARDO! LASCIALA ANDARE”.Gridò improvvisamente una voce esterna che sembrò, di fatto, congelare l'atmosfera e tutto sembrò bloccarsi.

Giusto in tempo per salvare la ragazza: se avesse tardato anche solo un minuto, la poveretta sarebbe morta.

Dopo aver udito la voce intrusa, il vampiro si girò di scatto.

I suoi occhi dardeggiarono a destra e sinistra per scovare la fonte di disturbo.

Si sarebbe aspettato di vedere una delle amiche di Sarah eventualmente, una che avesse avuto davvero un ottimo tempismo e che magari avrebbe potuto rendersi utile come ultimo dessert. A parlare, invece, era stata una voce maschile: un giovane uomo, alto circa un metro e ottanta e piuttosto muscoloso. Aveva capelli di un biondo scuro e limpidi occhi seppur, in quel momento, sembrarono fulminarlo sul posto.

Si trovava dall'altra parte della stanza e lo guardava con aria di sfida.

George ne rimase sorpreso.

Chi diavolo era quello?
Che ci faceva lì?

E, sopratutto, che cosa aveva a che fare con la giovane?

Il pensiero che Sarah frequentasse qualcun altro, non l'aveva neanche sfiorato.

Solo l'idea era a dir poco ridicola: lei gli apparteneva, cosi come tutte le altre che aveva scelto – con il suo fascino e la bellezza era il loro re dei cuori, Il solo e l'unico.
Sì.
Quel tizio dove essere senz'altro un parente: un povero sprovveduto capitato nel posto sbagliato, al momento sbagliato – uno che avrebbe fatto meglio a farsi i fatti propri.

Il suo gesto da eroe gli sarebbe stato fatale.

Non avrebbe permesso a lui, ne ad altri occhi intrusi di raccontare ciò che aveva visto.

Li avrebbe chiusi per sempre.

Tanto chi avrebbe mai sospettato di una rock star?

Nel frattempo, Sarah iniziò a dimenarsi: evidentemente l'arrivo del giovane gli aveva ridato coraggio o, altrettanto probabilmente, si era semplicemente destata dallo stato di shock.

E tu chi sei ?”. Domandò George in tono irato.

"Sono colui che ti rispedirà all'inferno – rispose il ragazzo interrompendo i suoi pensieri –

mi chiamo Dean Winchester". Lo disse come se quella sorta di presentazione dovesse confutare qualsiasi dubbio. Quasi il suo stesso nome dovesse essere rappresentativo.

Dopodiché gli puntò contro una pistola.

Davvero melodrammatico.


Pensi di spaventarmi con quella?”. Domandò George che alla vista dell'arma, ghignò divertito.

Non è una pistola qualunque – spiegò Dean continuando a puntargliela contro – è una Colt: può distruggere demoni e sanguisughe come te”.

Che paura”. Replicò il vampiro sarcastico,

cercando di non dare a vedere che fosse stato sorpreso dall'evidente intraprendenza di quel Ken che, evidentemente, non era rimasto troppo sconvolto dalla sua vera identità.

Fai bene ad averne e ora lascia andare Sarah”. Gli intimò a muso duro.

Se io non volessi?”. Chiese in tono di sfida.

Uhm – sospirò il vampiro con perplessità, scrollando le spalle – anche nell'eventualità che il tuo giocattolino sia efficace, dubito che riusciresti a colpirmi”.

Sarebbe peggio per te”. Commentò minaccioso, lo sguardo quasi schifato.

Mettimi alla prova”. Lo sfidò Dean, un barlume di sfida ne fece scintillare gli occhi mentre ne socchiudeva uno per fissare meglio dal mirino.

Povero piccolo umano, anzi, ominide: ti si addice di più – lo apostrofò George – non lo sai che noi vampiri siamo più veloci di qualunque proiettile?”.

Dean fece per rispondere ma lui non gliene diede tempo.

Eppure dovresti essere documentato in materia”. Proseguì con aria da mestrino, evidentemente intrisa di sarcasmo. “Non c'è film, serie tv e libro che non tratti l'argomento”. Sembrava aver ritrovato la calma e il buon umore.

Non guardo quella robaccia”. Rispose Dean con disgusto. Sembrava quasi offeso.

Però c'è anche internet”. Gli fece notare il vampiro.

Non lo uso”. Replicò secco. 'A parte i porno' avrebbe aggiunto se la situazione non fosse stata così delicata.

Bé non mi stupisco visto il tuo aspetto – commentò dopo averlo squadrato dalla testa ai piedi, con aria di sufficienza – lascia che te lo dica: sembri sceso dalla montagna con il carretto”.


Dean non si scompose: le parole del vampiro gli rimbalzavano da un capo all'altro dell'orecchio.

La sua preoccupazione era Sarah.

La ragazza continuava a dimenarsi cercando di fuggire dalle grinfie di George.

Il vampiro dal canto suo, oltre al buon umore aveva riacquistato anche la forma umana.

La forza con la quale teneva Sarah, però, era immutata.

Per quanto scalciasse la giovane non riusciva liberarsi dalla presa ferrea e il suo colorito era sempre più pallido. Doveva inventarsi qualcosa e alla svelta.

Forse hai ragione: sono un ignorante e non so nulla dei vampiri – dichiarò inaspettatamente Dean – magari nessun arma è in grado di sconfiggerti”.

Togli il forse – replicò George – niente può uccidermi e presto te ne accorgerai”.

Perché non subito?” . Lo incoraggiò il giovane.

Prima devo occuparmi di qualcun altro”. Rispose il vampiro riferendosi alla ragazza.

La guardò e le sorrise.

Maledizione. Imprecò Dean mentalmente.

Non è meglio se invece uccidi prima me?”. Domandò il ragazzo che ormai cominciava a temere il peggio.

No, a te penserò dopo”. Rispose George distrattamente senza neanche voltarsi.

Però se uccidi prima me – insistette Dean – o meglio dire se riesci a sopravvivere alla Colt, lei potrebbe essere il premio in palio”. Lo disse quasi con tono complice e appena più malizioso quasi a poter così livellare l'evidente sarcasmo e la sfida che trapelavano dal suo sguardo.

A quelle parole, Sarah si girò verso Dean e gli riservò un'occhiata malevola.

Il ragazzo alzò le spalle e rispose con sguardo mortificato.

Non avrebbe mai voluto arrivare a tanto ma doveva improvvisare, temporeggiare abbastanza perché il vampiro abbassasse la guardia.

Uhm, interessante – disse George che preso dalle parole di Dean, non si era accorto dei sguardi tra i due – una sfida per la sopravvivenza”.

Sorrise di nuovo alla giovane e con la mano libera le accarezzò il mento.

La mia vita per la tua – sussurrò alitandole sul viso – o sarebbe meglio dire il contrario”.

Commentò maligno, sogghignando allo sguardo di astio e di repulsione che ella gli riservò nel suo tentativo di scostarsi dal suo viso.

Ci sto!”. Disse alla fine, dopodiché lasciò la presa sulla ragazza che cadde rovinosamente sul pavimento.

Perdonami, non l'ho fatto apposta – si scusò in tono sarcastico – anzi sì”. Mormorò per poi mettersi a ridere. Tanto ormai non doveva più fingere, almeno con lei. Era un sollievo, in un certo senso.

Coraggio, fatti sotto”. Lo esortò Dean.

Alzò le mani e gli fece cenno di avvicinarsi.

Il vampiro non se lo fece ripetere due volte.

Avanzò lentamente.

Sicuro di sé.

Lo sguardo tranquillo di chi sapeva di avere la vittoria in tasca.

Un passo.

Poi un altro.

Un altro ancora.

Uno.

Due.

Tre.

Quattro .

Al quinto si fermò.

Allargò le braccia, lasciando il petto scoperto e si rivolse

a Dean.

Avanti, spara”. Lo esortò, senza un minino di timore.

Sembrava soltanto divertito, stuzzicato da quel nuovo

gioco prima di avventarsi sui quei due interessanti giocattoli.

Avrebbe fermato la pallottola con una mano.

O meglio ancora, avrebbe lasciato che gli rimbalzasse sul petto.

Dimostrando allo sciocco quanto i proiettili fossero per lui come gomma piuma.

Avrebbe riso della sua stoltezza.

Guardato i suoi occhi sgranarsi dal terrore.

Dopodiché con balzo gli sarebbe saltato al collo e gli avrebbe squarciato la gola.

Tra poco si mangia.

Sorrise e si lambì le labbra al pensiero.

Dopotutto questa sera non era andata cosi male.


AAAAAAAAH! CAZZO!”. Gridò all'improvviso.

Il proiettile sparato da Dean, lo aveva centrato sulla coscia sinistra.

Un rivolo scuro cominciò a sgorgargli dalla ferita.

CRISTO, CHE DOLORE: BRUCIA, PORCA PUTTANA!”.

Si mise a imprecare ad alta voce.


Un inglese che dice le parolacce – osservò Dean con finto stupore, salvo poi domandare: voi elisabettiani non eravate famosi per il Bon ton e il self-control?”.

Scosse la testa e fece un segno di diniego con un dito della mano libera, quasi lo stesse rimproverando.

Sarah scoppiò a ridere. La ragazza si era risollevata a fatica:aveva assistito alla scena, dopo essersi di nuovo rimessa in poltrona.

Avrebbe potuto fuggire ma sapeva che non ci sarebbe stato bisogno: si fidava di Dean.

George iniziò a tremare. Non per il dolore ma per rabbia.

La ferita gli faceva male. A dolergli di più era, però, l'umiliazione.

Non sopportava che quei due si stessero prendendo gioco di lui.

Assunse nuovamente l'aspetto da mostro e si preparò a rispondere all'attacco.


Avanti, colpiscimi”.

Stavolta fu Dean a esortarlo.

Allargò le braccia e mimò la sua aria spavalda.

Il vampiro emise in ringhio e fece uno scatto in avanti ma non ci riuscì.

Provò di nuovo: una volta e un'altra ancora.

Con grande stupore si accorse di non potersi spostare.

What the hell?”. Guardò con un misto di sopresa e confusione.

Dean incrociò le braccia e sorrise, giocherallando con la pistola abbandonata su un fianco.

Perchè non rieco a muovermi?”. Insistette.

Te lo spiego io”. Rispose Sarah in tono pacato.

George si volto verso di lei.

La giovane si alzò lentamente dalla poltrona a raggiunse Dean.

Sei in ritardo – lo rimproverò una volta che gli fu vicina – stava per ammazzarmi e tu non arrivavi: per un momento ho temuto di morire sul serio”. Mormorò la giovane in tono contrariato.

Lentamente, George cominciò a collegare i vari elementi del puzzle. Non che questo rendesse le cose più digeribili.

Lo so, mi dispiace – rispose il ragazzo – stai bene?”. La sua voce aveva abbandonato quel tono più spavaldo ed era divenuto più setoso e così lo sguardo.

Adesso sì”. Lo tranquillizzò con un sorriso. Dean le cinse le spalle e la strinse in abbraccio, Sarah gli posò la testa sul petto e lui le accarezzo i capelli. Con una mano le cinse il mento con dolcezza, sollevandole la testa. Restò a guardarla qualche istante, dopodiché si chinò su di e la baciò. Sarah, consapevole dello sguardo del vampiro, ricambiò con fervore.


George assistette alla scena senza poter intervenire.

Livido di rabbia iniziò a ringhiare e minacciare la coppia.

Per tutta risposta i due lo ignorarono.

Continuarono a baciarsi finché il vampiro non prese ad insultare Dean, in particolar modo la sua famiglia.

Il giovane che aveva perso entrambi i genitori in circostanze tragiche, si risentì molto.

Decise perciò di reagire.

Sollevò di nuovo la pistola: premette il grilletto e colpì George sull'altra coscia.

Il vampiro gridò di dolore.

BASTARDO: CHE TU SIA DANNATO, ME LA PAGHERAI”.Urlò in preda alla collera.


Cosa aspetti?”. Chiese Dean a muso duro, di nuovo concentrato su di lui.

La sua, più che una domanda era un chiaro invito: non aveva paura di quel succhia sangue. Per un cacciatore di mostri come lui, un reduce da mille battaglie, un miracolato sfuggito all'inferno, quel vampiro non rappresentava la benché minima minaccia.

Lo avrebbe ucciso come niente. E la determinazione sul suo volto ne era la prova.

Tuttavia George non era un bersaglio facile.

Anche in quella situazione di pericolo, il vampiro conservava intatta la sua aggressività.

Mai e poi mai si sarebbe arreso.

Specie di fronte a un essere umano.

Incurante delle ferite provò ancora una volta ad avanzare ma senza risultato.

Restò ancora una volta inchiodato nello stesso punto.

CHE CAVOLO SIGNIFICA ?”. Strillò in preda all'ira e alla frustrazione.

PERCHÉ NON POSSO AVVICINARMI?”. Insistette, esigendo a tutti i costi una risposta.

Oh scusa: mi sono dimenticata di spiegarti”. Rispose Sarah intervenendo di nuovo alla conversazione, un sorrisetto fintamente garbato.

Anzi, per un attimo mi sono dimenticata di te”. Mentì al vampiro prima di incrociare lo sguardo di Dean e ammiccargli.

Si rivolse di nuovo a George .Alzò le mani e simulò una finta espressione dispiaciuta.

Solo per un secondo però: un istante dopo gli sorrise sfacciatamente.

Il vampiro montò su tutte le furie. Ricominciò a imprecare e a minacciare

La ragazza non vi badò.

E mentre Dean gli sparava di nuovo facendolo strillare come un porco, andò ad accendere la luce.

A quel punto tutto fu chiaro. Ad impedire i movimenti del vampiro c'era un misterioso simbolo. Il disegno di un cerchio con all'interno una stella a cinque punte.


E questo cos'è?”. Domandò George con aria sorpresa e sinceramente smarrita.

Dovresti saperlo: sei tu l'esperto – rispose Dean con sarcasmo – quello che si vanta di conoscere tutto sui vampiri e bla bla bla, illuminami”.

Il vampiro non rispose. Abbassò lo sguardo sentendosi per la prima volta in imbarazzo.

Allora?”. Insistette Dean

Non lo so”. Sussurrò George in tono incerto.

Se fosse stato ancora umano sarebbe arrossito fino all'inverosimile.

Come? Non ho sentito – mentì Dean portandosi la mano sul orecchio – puoi ripetere?”.

Non lo so”. Ripeté George che si stava di nuovo infuriando.

Come? Parla più forte, non sento”. Insistette Dean.

HO DETTO CHE NON LO SO! “. Sbottò il vampiro fuori di sé.

Oh ”. Mormorò Dean portandosi le mani sulle labbra.

Sarah alzò gli occhi al cielo.

È un sigillo – spiegò a George – serve a intrappolare demoni, mostri, lupi mannari, sanguisughe ecc..”. Gli aveva parlato con aria da maestrina, la stessa, con cui lui, si era rivolto poco prima a Dean. Un gesto volutamente fatto per prenderlo in giro. Come la scelta di usare il termine sanguisuga: lo stesso nomignolo dispregiativo che Dean gli aveva affibbiato e che sulla bocca della ragazza suonava ancora più insopportabile.

La cosa fece irritare il vampiro non poco.

Vi state divertendo, eh?”. Domandò visibilmente contrariato.

Dean borbottò nuovamente qualcosa in risposta.

Sarah invece scoppiò a ridere convulsamente.

Troia del cazzo – la insultò George – sappi che non ho mai voluto sposarti davvero: ti stavo solo prendendo per il culo. Ti ho sempre e soltanto preso per il culo”. Ammise impunemente.

Sarah smise di ridere. Impallidì e guardò George con misto di dolore e disgusto.

Era una verità cui era già giunta da tempo, certo, ma sentirlo proclamare in modo così sfacciato e arrogante, non mancò di turbarla.

Il vampiro continuò impietoso. “Sei sempre stata solo un giocattolino per me, una bambola della mia collezione: una collezione infinita”. Dichiarò con non poca soddisfazione, consapevole di aver finalmente toccato un tasto dolente.

La ragazza divenne bianca come un cencio.

Quelle europee sono le mie preferite, comunque”. Aggiunse in tono casuale, fissandola e squadrandola con fare altezzoso. “Hanno i capelli scuri o rossi, sono decisamente meglio di una slavata come te”.

Aveva usato un tono calmo e pacato. Tuttavia le cattiveria di quelle affermazioni riecheggiò nelle orecchie di Sarah come se gliele avesse perforate e con la frase che segui, le diede la stoccata finale. “Sai, cara– pronunciò l'aggettivo con sarcasmo – mentre tu perdevi tempo a scrivermi stupide lettere d'amore che gettavo nel fuoco, io me la spassavo con loro”.

Per la giovane fu troppo.

Dean intuì che stava permettersi a piangere.

Per risparmiarle l'umiliazione decise di intervenire nuovamente in suo aiuto.

Fino a quel momento, se ne era rimasto zitto: aveva ascoltato il vampiro e spiato le reazioni della ragazza.

Disgustato da ciò che aveva udito, decise che gli e l'avrebbe fatta pagare amaramente.

I spari di poco prima, sarebbe stati solo l'antipasto.

Beh, neanche tu eri l'unico per Sarah”. Rispose Dean, rivolgendosi al vampiro, mentre sollevava nuovamente la Colt.

Si stava preparando a colpirlo per la quarta volta.

Poco prima di premere il grilletto, però, udi la giovane soffocare un singhiozzo.

Decise allora di riabbassare l'arma e rimandare l'operazione a dopo.

Afferrò il polso della ragazza e l'attirò a sé, circondandola in un abbraccio.

Per Sarah fu un sollievo, ricacciò indietro le lacrime e lo ringraziò mentalmente.

Anche lei aveva di meglio”. Sussurrò Dean al vampiro, rigirandogli le sue stesse dichiarazioni.

George si mise a ridere. “E chi sarebbe il meglio: tu?”. Domandò sarcastico.

Sicuro”. Rispose Dean.

Tsk, uno zotico montanaro come te, non potrà mai eguagliare il mio fascino”.Commentò il vampiro con una smorfia di disgusto.

Meglio uno zotico che un damerino bugiardo che usa il suo potere per soggiogare le ragazze”. Rispose Dean tenendogli testa.

Ti sbagli – replicò George – non ho bisogno di usare i miei poteri, basta la mia bellezza e intelligenza”.

Stavolta fu Dean a ridere.

Il vampiro mimò la sua risata con scherno: “Ah, ah, ah, ridi pure, divertiti finché puoi, tanto fra poco mi libero e ti ammazzo”.

Non uscirai mai da lì”. Replicò Dean, lo stesso sorrisetto beffardo.

Staremo a vedere”.

Ci morirai in quel cerchio”. Intervenne nuovamente Sarah .

Sta zitta, puttana”. Sputò con disgusto.

Zitto te, bastardo succhia sangue”. Lo apostrofò la giovane che fino a quel momento non gli aveva mai risposto a tono.

Sì, sono un succhia sangue – commentò George divertito – tu ne sai qualcosa,vero?

La mia donatrice volontaria”. La chiamò, per poi lambirsi le labbra al ricordo.

Ti piaceva farti succhiare e ti piacevano anche altre cose”. Aggiunse con la stessa intonazione. Dopotutto avrebbe sempre potuto servirsi di lei un'ultima volta prima di porre finalmente fine ai giochi. Una volta per tutte.

Sei disgustoso”. Commentò la giovane schifata.

E tu un'ipocrita. – replicò lui – ti piaceva ammettilo, ammettilo”. Insistette il vampiro per canzonarla.

Sta zitto”. Gli intimò Dean spazientito.

Iniziava a non poterne davvero più di quell'odioso e sbruffone di un damerino inglese.

Mi hai stancato: adesso ti uccido”. Sbottò con una smorfia di disprezzo.

Il vampiro sbarrò gli occhi.

Non lo farai”.

Eccome”. Replicò Dean.

Stai mentendo: se avessi voluto uccidermi, lo avresti già fatto”. Insistette George.

Ma lo farò – ribadì il giovane – ho solo preso tempo: prima volevo farti soffrire”.

Non oseresti”. Commentò il vampiro.

Per tutta risposta Dean sciolse la ragazza dall'abbraccio, dopodiché tornò a puntare l'arma verso di lui.

Dicevi?”.

Non puoi farlo”. Sbottò George con voce stridula.

Stava perdendo la sua sicurezza:con un colpo al cuore non era sicuro di poter sopravvivere.

Invece sì”.Rispose Dean.

Caricò la Colt e lo colpi nuovamente su una gamba.

BRUTTO YANKEE, FIGLIO DI PUTTANA!”. Strillò George in preda all'isteria.

EHI, SMETTI D'INSULTARE MIA MADRE!”. Lo sgridò Dean con lo stesso tono.

Sollevò la pistola all'altezza del suo cuore e si preparò a dargli il colpo di grazia.


Salve gente, ho qualcosa da dire. Inanzitutto grazie a chi ha letto il primo capitolo, un saluto speciale alla mia adorata Kiki 87 a cui l'ho dedicata e che mi ha lasciato una splendia recensione ( sei un tesoro ♥).

Se avete domande o dubbi sul racconto sono disponibile a spiegazioni, come la scelta di usare George Craig ad esempio.

Inanzitutto ci tengo a dire che è uno dei miei cantanti preferiti.

L'idea di inserirlo nel racconto non è stata casuale, ne insensata:volevo semplicemente tirar su di morale una persona a cui tengo molto che stava attraversando un periodaccio, inserendola appunto in un contesto che già conosceva: il rapporto con un George vampiro (ispirato a un vecchio role con una sua amica) e che ho voluto trasformare a sua insaputa inel cattivone attorno cui sarebbe ruotata tutta la storia.

Per quanto riguarda SPN - (la mia amica è pazza di Dean ed è stata ben felice di averlo come suo cavaliere rozzo ma dal cuore scintillante.)

lo amo questa splendida serie e la seguo dalla prima puntata andata in onda su rai2 nel 2007, non vedevo l'ora di scriverci qualcosa su - ho cercato di muovere Dean il più fedelmente possibile a quello che è il suo carattere .

Spero di esserci riuscita e di avervi appassionato almeno un po', mi auguro che

continuate a seguirmi, a chi non lo farà "grazie lo stesso per averlo fatto fin qui".

Al prossimo aggiornamento :D

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Capitolo 3
*** Chapter Three: Goodbye cruel world. ***



Chapter Three: Goodbye cruel world.

Non farlo, Dean!”. Esclamò all'improvviso un'altra voce maschile.

Il ragazzo si voltò. Lo stesso fecero Sarah e George .

Davanti a loro un altro giovane. Molto più alto di Dean, l'aspetto mastodontico e un fisico persino più muscoloso date le spalle larghe. I capelli castano scuro che scivolavano sulle spalle, i lineamenti ricordavano quelli di Dean.

Deve essere suo fratello. Pensarono la ragazza e il vampiro.

Che ci fai qui, Sam?”. Domandò in tono polemico Dean.

Ho saputo quello che volevi fare e sono venuto a impedirtelo”. Rispose Sam .

E perché mai dovresti? – Gli chiese contrariato – non lo vedi che è un vampiro?”.

Sì, lo so ma è anche una rock star”. Cercò di fargli notare Sam.

Stronzate – sbottò Dean tornando a fissare il vampiro con disgusto – Ozzy Osburne è una rock star: quello è solo un pagliaccio”. Dichiarò collerico, per poi puntargli nuovamente la pistola al petto.

Sam gli bloccò la mano cercando di impedirglielo.

I due presero a litigare tra loro.

George colto da quell'improvviso lampo di fortuna, usò il vantaggio per cercare di soggiogare Sarah. Sperava di riuscire a ipotizzarla per poter far sì che rubasse la pistola a Dean e la consegnasse a lui. L'avrebbe utilizzata contro i due fratelli e avrebbe convinto la giovane a liberarlo, per poi sbarazzarsi anche di lei.

Il suo tentativo però falli nuovamente.

La ragazza lo invitò a smettere. Gli rivelò che sui poteri su di lei non facevano effetto, perché era protetta da un potente talismano: un ciondolo d'argento con un sole e una luna intrecciati, donatole da Dean. Lo esibì con orgoglio dopo averlo estratto dal colletto della camicia da notte.

Il vampiro le ringhiò contro un insulto.

Per tutta risposta lei sorrise, alzò la mano sinistra e dopo essersi tolta il falso anello di fidanzamento, glielo restituì, lanciandoglielo contro e alzando il dito medio.

Pieno di rabbia e umiliazione, consapevole che non avrebbe potuto uscire da uscire da solo da quel impiccio,il vampiro fece l'ultimo disperato tentativo di salvarsi.

Chiamò a raccolta i suoi poteri e con la mente si mise in contatto con il resto della sua band: riferì loro di essere in pericolo e di avere bisogno di aiuto. Fornì l'indirizzo e li esortò a raggiungerlo quanto prima, dopodiché sorrise e attese con rinnovata speranza.

I due fratelli intanto continuavano a discutere.

Sarah guardò il vampiro e pensò che fosse impazzito.

Questi ricambiò lo sguardo e prese a sghignazzare in modo sguaiato.

Cos'hai da ridere?”. Domandò Dean in tono sorpreso.

Quell'improvviso scoppio d'ilarità aveva interrotto la sua lite con Sam.

Questi non disse nulla ma la sua espressione era altrettanto sbigottita.

Lanciò al fratello un'occhiata perplessa.

George non rispose. Al contrario rise ancora più forte.

La confusione sul volto dei tre, lo stava facendo a dir poco divertire.

Se poi era sommata al terrore che avrebbero provato da lì a poco, era ancora più comica.

Dean gli ripeté la domanda.

Il vampiro lo ignorò un'altra volta.

Spazientito,il ragazzo gli punto per l'ennesima volta la Colt sul petto.

Parla o sparo”. Gli intimò.

La minaccia parve funzionare.

George smise di ridere ma non rispose.

Si limitò invece a lanciargli un'altra occhiata di sfida prima di assumere un'espressione trionfante.

Dopotutto, doveva solo attendere.

I suoi amici stavano arrivando.

Era salvo.

Il dolore lacerante che gli sconquassò il ventre all'improvviso, smentì la sua previsione.

Qualcuno inaspettatamente era arrivato alle sue spalle e lo aveva colpito da dietro con un oggetto appuntito.

Un paletto, costatò George vedendone la punta sbucargli sul davanti.

Scioccato e pieno di disappunto si guardò alle spalle per vedere chi era stato.

Con grande stupore non vide nessuno.

Il panico si impadronì di lui.

Non poteva essere stato un fantasma a colpirlo.

Ma nemmeno una delle amiche di Sarah.

Erano assenti e poi non ne sarebbero mai state capaci.

E se invece...? Scosse la testa e scartò anche quell'ipotesi.

L'idea che ci fosse un terzo fratello Winchester era peggiore della morte.


Pieno di rabbia e di terrore, urlò al colpevole di mostrarsi.

Quello non se lo fece ripete due volte.

Non appena George si voltò di nuovo verso i tre giovani, un lampo misterioso lo accecò.

Lo stesso fece con gli altri.

I quattro si portarono le mani sugli occhi per ripararsi.

Quando le tolsero, videro con sollievo che era sparito .

Al suo posto si era palesato un uomo dall'aria misteriosa.

Di bell'aspetto, era un po' più alto di Dean e un po' meno di Sam.

Indossava un pastrano sopra gli abiti eleganti.

Aveva gli occhi azzurri, i capelli castano chiaro e sembrava più adulto dei due ma ciò che era evidente era l'atteggiamento pacato malgrado le circostanze. E la sua stessa iniziativa tutt'altro che pacifica.

Chi era? Non poteva trattarsi di un loro parente. Pensò il vampiro.

Troppo raffinato per avere a che fare con quei due zotici.

Si trattava di un demone? No. Era ridicolo: i demoni non esistevano.

A pensarci bene però, non avrebbe dovuto esistere neanche lui.

Una cosa era certa. Quel tizio possedeva un'aura soprannaturale. Di sicuro, non era un semplice umano.

Chi sei”. Domandò George con un certo timore.

"Sono Castiel". Rispose questi in tono pacato.

E cosa sei?". Insistette George con un filo di voce.

La paura e il dolore al ventre lo stavano dilaniando.

"Sono un angelo del Signore". Dichiarò l'uomo senza batter ciglio.

Soltanto un impeto di orgoglio e di sicurezza nel pronunciare quelle parole.

Ma è ridicolo – replicò George sarcastico – gli angeli non esistono”.

" Il problema è che voi umani non avete fede”. Commentò Castiel con un lieve sospiro.

Questa l'ho già sentita”. Mormorò Dean sorridente al ricordo del suo primo incontro con l'angelo. Castiel lo ignorò e usò i suoi poteri per far apparire le ali e mostrarle ai presenti.

Io non sono umano”. Sussurrò George con gli occhi sgranati.

Anche se era un vampiro, faticava lui stesso a credere a ciò a cui aveva appena assistito.

È vero, non è umano – intervenne Dean – è una sporca sanguisuga”.
Il vampiro ringhiò in risposta.

Castiel non disse nulla. Senza neanche toccarlo gli estrasse il paletto dalla pancia e lo afferrò.

Il sangue sgorgò dalla ferita come un fiume.
George urlò di dolore a guardò l'angelo con rinnovata paura.
Doveva esserci, ne era certo, una via di fuga dall'inferno che avanzava verso di lui.

Avrebbe voluto correre ma non poteva muoversi: il potente sigillo lo teneva inchiodato sul posto. Impotente e terrorizzato cercò di sollecitare i suoi scagnozzi ad affrettarsi.

Inutilmente.

Un istante dopo Castiel rivolse di nuovo il paletto su di lui.

Questa volta lo centrò al cuore.

Il vampiro barcollò. Un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca.

Sconvolto, disperato e consapevole della fine, cercò il conforto di Sarah .

Allungò la mano verso di lei perché gliela stringesse.

La ragazza però non lo fece.

Arretrò di un passo e si portò le mani sule labbra guardandolo atterrita.

Nonostante tutto ciò che era successo, malgrado tutto il male che le aveva fatto fino a quel momento; in fondo al cuore non avrebbe mai voluto che le cose finissero in quel modo.

Un tempo aveva davvero amato George .

Vissuto con lui momenti di dolcezza e passione. Sognato un futuro al suo fianco.

Non era stato facile accettare che fosse tutto un inganno.

Andare avanti da sola.

Ricominciare.

Aveva preferito lasciarsi abbindolare ancora.

Pur di non perdere quell'illusione .

Pur di credere che qualcuno l'amasse.

Fin quando il ritorno di Dean Winchester non le aveva aperto gli occhi.

Quel ragazzo, il suo ex compagno di liceo nonché boy-friend era stato l'unico a metterla in faccia alla realtà.

Gli aveva raccontato la sua vita da cacciatore e rivelato quanto fossero subdoli e meschini i vampiri. Abili manipolatori. Pronti a tutto per il sangue e il potere.

Messa di fronte all'evidenza, non le era rimasto che affidarsi completamente a lui.

Accettare il suo aiuto per sbarazzarsi definitivamente di George. Per poter ritrovare finalmente la libertà e il rispetto per sé stessa.

Ora,però,davanti allo sguardo sofferente del vampiro,  di fronte all'inevitabile; sentì che una parte di se, sarebbe morta con il mostro.

Nessuno avrebbe potuto restituirgliela.

Neanche Dean che negli ultimi tempi le aveva dimostrato grande amicizia e un sincero affetto.

Sconvolta da quella consapevolezza, fuggì nella sua stanza e diede sfogo a tutto il dolore e la rabbia.

George le aveva preso l'innocenza, la dignità. Non avrebbe avuto anche la sua compassione.

Sarebbe morto da solo: la giusta punizione per il male compiuto.

Beh, George – gli si rivolse Dean, chiamandolo la prima volta per nome – devo farti tanto di capello: alla fine hai vinto tu”. Commentò attirandosi lo sguardo interrogativo dei presenti.

Cosa vuoi dire?”. Domandò Sam.

Quello che ho detto”. Replicò l'altro con uno scrollo di spalle.

E cioè? Spiegati meglio”. Lo incitò suo fratello.

Avevo scommesso con questa sanguisuga che la mia pistola lo avrebbe ucciso”.  Spiegò Dean.

E ho perso”. Dichiarò con una scrollata di spalle . Fece due passi e si portò proprio di fronte al vampiro. Con la mano sfiorò l'estremità posteriore del paletto. “È stato questo a farlo – gli sussurrò – solo che mi spiace deluderti..”.Fece una pausa e gli rivolse un sorriso compiaciuto: “Sarò io a prendermi la ricompensa”. Commentò riferendosi a Sarah.

Dopodiché rafforzò la presa sul paletto con un ringhio.

Lo girò a trecento sessanta gradi nel petto di George e lo estrasse con tutta la forza che aveva.

Il vampiro sbarrò gli occhi e lanciò un grido infernale.

Poi si accasciò a terra e morì in un lago di sangue.

Continua...

ciao a tutti , vorrei ringraziare nuovamente chi mi sta seguendo e la mia amica Kiki 87 per la splendida recensione, spero che con l'entrata dei fratelli Winchester e Castiel la storia vi risulti più gradevole, comunque una cosa è certa, non voglio anticiparvi nulla ma la morte di George è solo l'inizio dei guai, il meglio o il peggio (giudicherete voi) deve ancora venire. Spero sinceramente che questo capitolo vi sia piaciuto, vi rimando al prossimo, grazie mille :D

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Capitolo 4
*** Chapter Four: It's the Fear ***


Chapter Four: It's the Fear

I singhiozzi di Sarah si interruppero.

La giovane usci dalla sua camera e tornò a passo incerto nel salone: negli occhi ancora le immagini del dramma che si era consumato.

Cercava, tuttavia, malgrado l'orrore di riuscire a restare ancorata al presente; ricordare il passato avrebbe soltanto ulteriormente avvelenato il suo stato d'animo.

Dean le andò incontro: le cinse le spalle per evitare che avesse un crollo alla vista del corpo. La ragazza però si scostò. “Voglio vederlo con i miei occhi – sussurrò con un filo di voce – altrimenti crederò che sia ancora vivo e che tornerà a vendicarsi”. Commentò mentre avanzava verso il cadavere.

Lasciatemi sola con lui”. Ordinò ai ragazzi dopo essersi inginocchiata di fronte al corpo.

Castiel cercò di obbiettare ma Dean gli fece cenno che non era il caso.

Aveva imparato a conoscere la ragazza negli ultimi mesi: sapeva che quando si metteva in testa qualcosa non c'era verso di farle cambiare idea.

Quindi si recò nella cucina seguito dal fratello e l'angelo.

Non seppe neppure lei quanto tempo fosse passato: se questione di brevi istanti oppure una pausa più lungo.

Tutto sembrava essersi fermato: la realtà nel suo scorrere frenetico si era finalmente arrestata. E quell'immagine probabilmente non l'avrebbe mai estirpata dai ricordi.

Ciononostante, continuava ad osservarlo, ciononostante doveva farlo: era il momento di lasciare il passato alle spalle e andare avanti.

Abbandonare definitivamente le illusioni e i sogni di fanciulla e lasciar sgorgare la donna che stava divenendo.

Era il momento di ripartire da se stessa e perdonarsi le ingenuità e gli errori.

Forse un giorno avrebbe perdonato lo stesso George, non poteva saperlo con esattezza.

Forse un giorno la ferita si sarebbe cicatrizzata e avrebbe smesso di sanguinare.

Aveva pensato che tale visione avrebbe potuto liberarla: che l'odio e il rancore che l'avevano spinta a respingerlo e decretarne la morte, sarebbero riusciti a risanarla.

Non era così. Non in quel momento e forse non lo sarebbe mai stato.

Il suo primo amore non c'era più, ma lui stesso lo aveva ucciso ben prima.

Aveva pensato che si sarebbe colmata e sentita più forte e forse sarebbe stato così.

Non in quel momento e sicuramente non quella notte.

Si sentiva semplicemente svuotata di emozioni ora che le lacrime si erano interrotte.

Una parte di sé era morta con George Craig e nessuno glie l'avrebbe restituita.

Come mai sei venuto?”. Domandò Dean rivolgendosi a Castiel.

Non era necessario che ti presentassi: ce la saremmo cavata benissimo da soli”. Aggiunse in tono risentito. Quasi offeso che l'angelo li credesse incapaci di affrontare un semplice vampiro.

Non credo proprio!”. Obbiettò Castiel mentre guardava fuori dalla finestra con sguardo imperscrutabile e perso nelle proprie riflessioni.

E senza nemmeno voltarsi aggiunse: “era necessario che mi presentassi, siete in grave pericolo”. Malgrado il tono pacato, sua caratteristica, si poteva intuire una reale preoccupazione.

C-Cosa intendi dire?”. Chiese Sam quasi strozzandosi con la birra che aveva estratto dal frigorifero poco prima.

Semplice – rispose l'angelo che sembrò non scomporsi – i vampiri hanno il dono di chiedere aiuto ai loro seguaci con il potere della mente”.

Cosa?! Vuoi dire che stanno arrivando altre sanguisughe?”. Domandò Sam, il tono più stridulo ed incredulo.

Esatto e sono in avvicinamento”. Replicò l'altro.

Merda – imprecò Dean con rabbia, battendo un pugno sul tavolo – dobbiamo tornare subito di là”.

Infatti – commentò Sam alzandosi dalla sedia – dobbiamo nascondere Sarah metterla al sicuro”. E così dicendo, tornò in salone con gli altri.

Trovarono la ragazza con un cellulare in mano.

Stava parlando con qualcuno.

Dall'espressione di terrore sul volto capirono che si trattava dei compagni di George.

I quattro, accorsi in aiuto del loro creatore, non sentendolo più comunicare mentalmente si erano preoccupati.

Temuto il peggio avevano cercato di contattarlo telefonicamente.

Con loro grande stupore si erano sentiti rispondere da Sarah.

La giovane in tono grave, aveva riferito loro la notizia della morte di George .

Stanno arrivando”. Confermò Castiel, mentre lei chiudeva la chiamata.

La ragazza ripose il cellulare nella tasca di George e annuì con un cenno del capo.

Che cosa ti hanno detto?”. Le Chiese Dean.

Sono sconvolti... e furiosi”. Aggiunse in tono tremante.

Hanno detto che verranno a riprendere il corpo di George e...”.

Si interruppe e timorosa volse lo sguardo verso l'angelo.

Dean la imitò.

E cosa?”. La incoraggiò Castiel .

E che puniranno i responsabili”. Concluse con voce afona.

Dean stava per dirle di non preoccuparsi, che era al sicuro: nessuno le avrebbe fatto del male finché c'erano loro. Erano abituati alle sanguisughe e, inoltre, con un angelo dalla loro parte non temevano rivali.

Un rumore improvviso però, interruppe i suoi propositi.

Qualcuno stava cercando di entrare nella casa.

Sono loro”. Disse Sam scattando sull'attenti.

No – rispose Castiel, scuotendo la testa – non sono ancora arrivati”.

Allora chi è? “Domandò Sam all'angelo.

Sarah si colpì la fronte con una mano.

Oddio – commentò con un misto di sollievo e apprensione – e adesso cosa facciamo?”.

Chiese ai presenti mentre il portone all'ingresso veniva spalancato.

Aloha  gente, questo capitolo è più breve e introspettivo ma dai prossimi ci sarà da divertirsi, farenno ingresso altri due personaggi ma non vi svelo altro.  Grazie a chi sta leggendo al mia storia e un abbraccio a chi mi ha lasciato la recensione . A presto :D

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Capitolo 5
*** Chapter Five: the truth ***


Chapter Five: the truth


EHI, SARAH?”. Gridò una voce femminile, dal corridoio e Sarah sembrò trasalire come se il richiamo fosse fonte di qualcosa di indicibilmente pericoloso.

È mia sorella”. Sussurrò ai tre uomini in tono atterrito.

SIAMO NOI – gli fece eco un'altra ragazza dall'accento straniero – POSSIAMO ENTRARE?”.

E questa è la mia amica Amanda”. Continuò sconsolata.

Con tutto quello che era successo si era completamente dimenticata di loro.

Come le avrebbe affrontate adesso?

ALLORA? – insistette Amanda , vedendo che nessuno rispondeva – CHE C'È? DOBBIAMO ANDARCENE DI NUOVO?”. La sua voce era sempre più alta e leggermente distorta, quasi faticasse a mettere le parole l'una dopo l'altra con un senso logico.

Mi sa di sì”. Rispose Lycia abbassando la voce.

Vuoi dire che non è sola?”. Domandò Amanda in tono sorpreso.

Credo proprio di no”. Confermò Lycia.

E chi c'è?”. Chiese l'amica con evidente curiosità.

George!”. Rispose l'altra in tono cupo.

Aveva saputo del ritorno degli ONO a Vancouver ed era quasi certa che il cantante fosse tornato a far visita a sua sorella.

Era stato lo strano atteggiamento di Sarah in quei giorni ad alimentare i suoi sospetti: più inquieta e taciturna del solito.

In verità non era mai stata particolarmente spigliata. Raramente usciva la sera: aveva cercato in tutti i modi di coinvolgerla nelle sue scorribande ma con scarsi risultati.

Da un po' di tempo, poi, la ragazza, non usciva neanche di giorno ma le poche volte che lo faceva, invece,mancava per delle ore. Per giunta senza dare spiegazioni.

Aveva mantenuto un atteggiamento misterioso con tutti, trascurato lo studio e passato le ore al telefono, senza mai specificare con chi, rispondendo con monosillabi a chiunque le avesse fatto domande.

Nemmeno la presenza di Amanda, venuta dall'Italia, era servita a cambiare la situazione.

Da quel poco che sapeva Lycia, sua sorella aveva una storia a distanza con un cantante.

Gli era capitato anche di vederlo qualche volta: un ragazzo carino e dai modi cortesi: avrebbe voluto approfondire l'amicizia con lui ma Sarah non gliel'aveva permesso.

Non solo, aveva creato attorno alla sua storia il più stretto riserbo.

Tutto ciò l'aveva ferita non poco ma l'affetto che nutriva per lei era immenso così, per non distruggere il loro rapporto, aveva messo da parte la gelosia ed evitato di farle domande.

George, chi?”. Chiese Amanda incuriosita dal brusco cambio d'umore dell'amica.

La divina super star”. Rispose Lycia sarcastica, alzando gli occhi al cielo.

Oh mio Dio, George Clooney!”. Esclamò Amanda in preda allo stupore, portandosi una mano sulle labbra.

Ma che che dici – sbottò davanti a quell'affermazione assurda – George Craig”. La corresse salvo sospirare e scuotere il capo: ancora una volta la sua amica aveva esagerato con l'alcool.

E chi è?”. Domandò l'italiana con perplessità crescente: lei, George Craig non l'aveva mai sentito nominare.

Ma come, sciocca: è il cantante degli Ono”. Affermò Lycia come se fosse una cosa ovvia.

Mai coperti*”. Dichiarò Amanda scuotendo la testa.

Come sarebbe a dire,oh!”. Esclamò Lycia scandalizzata.

Ti dico che non li conosco”. Insistette Amanda.

Ma sì,invece! Sono una indie rock di Londra”. Replicò Lycia in tono di evidente disapprovazione. Aveva sempre dato per scontato che non esistesse angolo della terra in cui George non fosse famoso: la trovava una cosa assurda.

Vero che per amore di sua sorella non aveva mai detto a nessuno della sua relazione con lui, tuttavia, in cuor suo, aveva sperato che un giorno si sarebbe potuta vantare con qualcuno della cosa ma ora che finalmente lo stava facendo, scoprì di essere incappata nell'unica persona che non conosceva il suddetto: si poteva essere più sfigate?

Ripeto, mai coperti”. Ribadì Amanda con convinzione.

Non può essere – piagnucolò Lycia scuotendo la testa – sono famosissimi: devi aver pur visto qualche volta i loro video”.

No, no!”. Mormorò l'italiana che quasi iniziava a sentirsi in colpa.

Conosci Emma Watson ?“. Le chiese Lycia di punto in bianco.

Sì! come no, Hermione”. Rispose Amanda con entusiasmo, sollevata di non passare per una completa ignorante.

Esatto,proprio lei – commentò Lycia, salvo poi domandare – sai che una volta ha partecipato a un video clip e...”.

Aaaah! Ho capito di chi stai parlando – la interruppe Amanda – quel tipo strano con il frangettone che la trascinava per strada”.

Esatto”.Confermò Lycia con soddisfazione e non poco sollievo: finalmente il suo diritto a pavoneggiarsi era salvo e garantito.

Mia sorella esce con lui – dichiarò tutta tronfia – non dirlo a nessuno, però, è un segreto”.

Disse portandosi il dito alla bocca per invitarla a tacere.

Amanda fece sì con la testa. “E cosi esce col frangettone: e brava Sarah”. Commentò un istante dopo, con il sorriso sulle labbra.

Perché lo chiami cosi?”. Domandò Lycia in tono perplesso.

Per via di quei capelli assurdi”. Spiegò la giovane.

Però è carino”. Commentò Lycia.

Nah – replicò Amanda con una smorfia e aggiunse – preferisco Clooney: almeno porta le cialde e il Martini”. Soggiunse in tono malizioso, alzando e abbassando le sopracciglia.

Con tutto quello che hai bevuto, vorresti anche il Martini?”. Domandò Lycia guardandola come se fosse pazza.

Certo – rispose Amanda per nulla offesa da quell'occhiata – no Martini, no party”.

Scimmiottò facendo il verso a una nota pubblicità dell'attore.

Ma smettila”. Disse Lycia ridendo dopo averle dato una lieve spinta .

La ragazza, che aveva bevuto, barcollò e cadde in terra.

Lycia scoppiò a ridere. Le tese un braccio per aiutarla a rialzarsi ma invece finì con caderle sopra. A quel puntò scoppiò a ridere anche l'altra.

Le due si rialzarono a fatica e avanzarono verso il salone reggendosi l'una con l'altra e sghignazzando.

*mai coperti (in gergo,mai conosciuti) nit.

Sembrava che fosse passato molto tempo dal loro arrivo.

In realtà il dialogo all'ingresso si era svolto nel giro di due minuti.

Sam, Dean Sarah e Castiel non avevano potuto fare niente per nascondere il disastro alle due giovani in quel breve lasso di tempo.

Completamente colti alla sprovvista dal loro arrivo, erano rimasti ad ascoltarle inermi.

Consapevoli (specialmente Sarah) di dover fornire loro non poche spiegazioni.

Le ragazze dal canto loro erano completamente impreparate a ciò che si sarebbero ritrovate davanti.

La vista dei tre estranei nel salotto spense loro il sorriso.

MA COSA..?!”. Domandarono simultaneamente con gli occhi sgranati .

Dean e Castiel non risposero: non avrebbero saputo cosa dire.

Soltanto Sam accennò a un timido “buonasera”.

S-salve“. Rispose Lycia mentre avanzava nervosamente nella stanza.

Avrebbe voluto chiedergli chi fosse. Che cosa ci facesse lì, assieme a quegli altri due ma il suo sguardo fu distratto da qualcun altro.

Sua sorella Sarah.

La giovane visibilmente scossa se ne stava inginocchiata a terra di fronte a qualcosa.

Anzi a qualcuno.

George”. Mormorò in tono scioccato, dopo aver messo a fuoco la figura riversa sul pavimento.

La vista del cantante immerso in un lago di sangue le fece passare di colpo la sbronza.

È - è -è m-morto”. Balbettò incredula rivolgendo nuovamente lo sguardo verso sua sorella.

S -si”. Rispose Sarah e rilasciò un sospiro.

Lycia scosse la testa.

No, non è possibile”. Replicò sconvolta, scuotendo la testa mentre, un passo dopo l'altro, aveva iniziato a indietreggiare.

Lycia io... – esordi Sarah cercando di trovare le parole per spiegarle – non è come pensi.

Lui a cercato di uccidermi e..”.

E noi lo abbiamo fermato”. Concluse Castiel al posto suo e, per Sarah, malgrado tutto fu un sollievo non pronunciare quelle parole. E il fatto che l'angelo mantenesse ancora quella parvenza pacata e così imperturbabile.

La ragazza si voltò di scatto verso di lui. Gli altri seguirono il suo esempio.

Anche Amanda che impietrita era rimasta vicino all'ingresso e aveva osservato tutta la scena con orrore crescente.

Vuol dire che l'avete ucciso?”. Domandò Lycia.

Esatto”. Ammise Castiel con le sopracciglia aggrottate.

La giovane rimase ammutolita. Avrebbe voluto mettersi a urlare ma non lo fece.

Lo sguardo di quell'uomo sembrava sinceramente rammaricato: doveva esserci sicuramente una spiegazione a ciò che era accaduto.

Guardò nuovamente verso Sarah e la invitò silenziosamente a parlare.

La ragazza capì al volo e si apprestò a iniziare il racconto.

Amanda però glielo impedì. “ASSASSINI – iniziò a gridare – SIETE DEGLI ASSASSINI!”.

Gli occhi dei presenti si spostarono verso di lei.

ASSASSINI”. Ripeté e puntò il dito verso i tre uomini in segno d'accusa.

Amanda ti prego..”. Cercò di calmarla Sarah.

La giovane scosse la testa.

STA ZITTA! – Esclamò stizzita – AVETE UCCISO UN RAGAZZO”. Rimarcò con disprezzo.

Noi non volevamo, è stata legittima difesa”. Mentì Sarah.

Non era consigliabile in quel momento parlarle dei vampiri.

Lo spiegherete alla polizia”. Replicò Amanda.

Dopodiché, incurante delle obiezioni di Sarah e Lycia, aprì la borsetta ed afferrò il cellulare.

Non riusci mai a digitare il numero giusto.

Determinata a compiere l'azione, non si accorse che Castiel era scomparso per poi riapparirle dietro.

L'angelo le toccò una spalla.

La giovane si girò di scatto verso di lui e lo guardò con gli occhi sbarrati.

Avrebbe voluto scappare ma il terrore la immobilizzò sul posto.

Castiel inclinò la testa da un lato e allungò la mano verso il suo viso.

La ragazza credendo che fosse la sua fine, scoppiò a piangere.

Non uccidermi – lo implorò disperata – non dirò nulla”.

E, per convincerlo che faceva sul serio, riabbassò il telefonino.

Per tutta risposta lui le accarezzo la guancia e le posò un dito sulle labbra.

Shh, non piangere – le sussurrò con voce profonda – è solo un incubo:domani ti sveglierai e sarà tutto come sempre. Non ricorderai nulla”. Il tono pacato, quasi ipnotico.

Dopodiché, senza attendere replica, le soffio sul viso facendole perdere i sensi.

Sam, Dean e le ragazze guardarono la scena sbigottiti, sopratutto Lycia che ancora non conosceva la vera identità di Castiel.

Lanciò a sua sorella l'ennesimo sguardo indagatore e a quel punto la giovane sembrò decidersi a parlare.

Non c'è tempo per le spiegazioni – le interruppe l'angelo – mettete la vostra amica a letto e chiudetevi a chiave nelle vostre stanze”.

Che succede?”. Chiese Lycia con terrore crescente.

L'angelo non rispose. Porse loro la ragazza e tornò a rivolgersi a Sam e Dean.

Sono arrivati”. Li informò, riferendosi agli amici di George.

Chi ? – insistette Lycia bisbigliando all'orecchio di Sarah – chi è arrivato?”.

Te lo dico dopo, andiamo”. Rispose la giovane trascinandosi dietro sua sorella e l'amica svenuta.

Le due ragazze adagiarono Amanda sul suo letto e andarono a chiudersi in camera di Sarah. Lì, finalmente, la maggiore raccontò all'altra tutta la verità su George.

Nel frattempo Sam e Dean scesero in strada e andarono incontro ai quattro vampiri.

DOV'È GEORGE?”. Domandarono quelli.

È qui”. Rispose Castiel, apparendo all'improvviso con il cadavere di George tra le braccia. Dopodiché lo gettò ai loro piedi.

Il più grande si chinò sul cadavere e lo tastò per accertarsi che fosse morto davvero.

Chi è stato?”. Domandò in tono minaccioso, squadrando Sam Dean e Castiel con attenzione, per scoprire il responsabile .

Sono stato io”. Rispose Dean per nulla intimorito. Esibendo, al contrario, un sorriso di pura soddisfazione.

Non esattamente – lo contraddisse Castiel – io gli ho dato il colpo di grazia”.

Già ma io l'ho messo in trappola – obbiettò Dean – gli ho sparato cinque o sei volte e alla fine ho estratto il paletto”.

Però i tuoi spari non l'hanno ucciso – insistette l'angelo che poi aggiunse – sarebbe morto anche se non avessi tolto il paletto”.

Sì ma io ho accelerato i tempi – rimarcò Dean – e comunque gli avrei sparato in petto se non fossi arrivato tu” . Sottolineò con fermezza.

SMETTETELA – sbottò Sam in tono esasperato, mettendo fine alla discussione – NON È IL MOMENTO DI LITIGARE TRA NOI, GUARDATE, LI ABBIAMO TUTTI ADDOSSO”.

Gridò riferendosi ai vampiri che li avevano accerchiati e si preparavano all'attacco.

Ha ragione il gigante – disse uno dei mostri con voce sgradevole – non c'è bisogno di discutere, siete entrambi colpevoli”.

Aggrottò le sopracciglia e li squadrò sprezzante, dopodiché si voltò verso i suoi amici e lanciò loro uno sguardo d'intesa.

Poi, tornando a rivolgersi ai reo confessi, annunciò: “chi è stato è stato, vi uccideremo tutti e tre, cosi la vendetta è assicurata”. Gli altri annuirono con un cenni del capo e smorfie divertite.

Che paura” . Rispose Dean sarcastico mentre estraeva la pistola dalla cintura.

Sam invece tirò fuori un grosso pugnale.

Nessuno dei due fratelli però riuscì a usare le armi: non appena i vampiri attaccarono, Castiel si frappose tra le due fazioni.

Con un solo gesto della mano, respinse via i vampiri: li fece volare a cinque metri di distanza.

Perché ti sei messo di nuovo in mezzo, Castiel?”. Sbottò Dean contrariato.

Sta zitto e lascia fare a me” . Rispose l'angelo.

Al diavolo.” Imprecò il giovane tra sé.

Hai detto qualcosa ?”. Domandò Castiel lanciandogli uno sguardo indagatore.

Io? Niente“. Mentì Dean vago.

L'angelo non gli credette ma fece finta di nulla. Tornò a occuparsi dei vampiri che nel frattempo si erano rimessi in piedi e si stavano riavvicinando.

Chi cavolo sei?” Domandò il più audace.

È un angelo”. Rispose Dean al posto suo.

Castiel si voltò verso di lui e gli lanciò un'occhiataccia.

Il giovane strinse le spalle e alzò le sopracciglia, accennando un mezzo sorriso.

Gli angeli non esistono”. Sbottò il vampiro interrompendo il gioco di sguardi tra i due.

Cominciò ad annoiarmi”. Commentò Castiel spazientito ed evidentemente risentito.

Si voltò verso i vampiri. Chiuse gli occhi e richiamò ancora una volta il suo potere rimettendo in bella mostra le ali.

I vampiri sbarrarono gli occhi increduli.

Sam e Dean gongolarono soddisfatti.

Vi conviene sparire subito da qui”. Intimò loro Dean Winchester.

Sì e portatevi il vostro amico”. Aggiunse Sam.

I quattro non se lo fecero ripetere due volte, raccolsero George e se lo portarono via.

Prima di sparire, però, rivolsero un ultimo sguardo minaccioso ai due fratelli.

NON È FINITA”. Li minacciarono. Poi, così come erano venuti, sparirono nella notte.

Fanno sul serio”. Mormorò Castiel .

No, non credo che si faranno rivedere”. Replicò Dean riponendo la Colt nella cintura.

Infatti – commentò Sam che aggiunse – sapendo che abbiamo un angelo custode, si terranno alla larga, non è vero Castiel?”. Domandò rivolgendosi poi all'angelo.

Questi però non rispose.

Se ne è andato”. Disse Sam guardandosi intorno e non vedendolo.

Come sempre”. Commentò Dean in tono di disapprovazione.

Dopodiché si rivolse a suo fratello: “andiamo anche noi”.

E le ragazze? Non rientriamo a salutarle?”.

No, è tardi - Rispose Dean – ci andrò domani”.

Ci andrai?”.

Si ci andrò, perché volevi venire?”.

Bé si, no. Ehm... era per tranquillizzarle: magari saranno preoccupate”. Gli fece notare Sam.

Bé, vorrà dire che le farò uno squillo”. Mormorò Dean prendendo il cellulare.

Telefonò a Sarah dicendo che era tutto a posto e di affacciarsi alla finestra.

La giovane obbedì e lui la salutò lanciandole un bacio.

Si affacciò anche Lycia e alzò la mano in cenno di saluto verso i due fratelli.

Sam le rispose con un sorriso che lei ricambiò timidamente.

Dean osservò la scena e, dopo che le giovani furono rientrate, prese a stuzzicare Sam.

Colpo di fulmine,eh?”. Mormorò con fare complice, dopo avergli posato una mano sulla spalla.

Che?”. Domandò Sam sbarrando gli occhi.

Ehi, non fare il finto tonto con me – sbottò Dean – ho visto come la guardavi”. Commentò con una risatina sarcastica e compiaciuta.

Non so di cosa stai parlando”. Mentì Sam troppo frettolosamente.

Sì, come no: continua pure a fingere tanto conosco quello sguardo”. Rimarcò Dean.

Guarda che non è cosi”. Insistette il fratello cercando di nascondere il rossore.

Certo certo”. Rispose Dean in tono sarcastico.

Ti sbagli”. Negò Sam.

Dean non gli credette. Aprì lo sportello della sua Chevrolet Impala nera del 1967 e salì al volante poi, dopo che Sam si fu accomodato sul lato del passeggero, mise in moto e ripartì. Dopodiché continuò a prenderlo in giro, finché non tornarono al motel ed esausti si addormentarono nei loro letti.

Salve gente, stavolta per via degli impegni ci ho messo qualche giorno in più ad aggiornare, sono comunque lieta di vedere che state aumentando :D.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, finalmente sono entrati in scena questi due nuovi personaggi e vi assicuro riserveranno qualche sorpresa e non poco scompiglio in tutta questa faccenda.

La storia infatti è tutt'altro che finita e presto se ne vedranno delle belle ma non dico altro. Spero di aver acceso la vostra curiosità ;)

alla prossima :D

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Capitolo 6
*** Chapter Six: The Showdown ***


Chapter Six: The Showdown

A due settimane dalla morte di George Craig, milioni di giovani in tutto il mondo, ne piangevano ancora la scomparsa.

Mentre i media continuavano ad arrovellarsi su quali fossero le reali cause della sua dipartita, i suoi amici, detentori della verità, si preparavano a vendicarlo.

Il loro crudele piano era stato orchestrato nei minimi dettagli. Quella notte i fratelli Winchester sarebbero caduti nella loro trappola mortale, attirati da un'esca a cui non avrebbero potuto resistere: Sarah Angels.

La giovane, ignara del pericolo, era andata a fare jogging .

Dopo la morte del suo ex amante e dopo aver rischiato lei stessa di finire uccisa, il suo rapporto con la vita e le persone era cambiato drasticamente. Aveva iniziato ad aprirsi di più con la gente. A sorridere ma soprattutto ad amare se stessa, dedicando meno tempo allo studio e più al divertimento e al proprio benessere.

Erano appena le sette del mattino quando la ragazza, vestita di tutto punto per correre, scese in strada. Il sole, sorto da poco, non aveva ancora scaldato l'atmosfera tuttavia non si lasciò scoraggiare dal clima gelido: riparata dal suo pesante giaccone, la sciarpa e il cappello, iniziò il suo percorso giornaliero.

Percorsi seicento metri, notò che quel giorno le strade erano più deserte del solito: né spazzini e neppure altri corridori o persone altrettanto mattiniere che era solita incontrare. Persino i soliti barboni che dormivano sulle panchine, sembravano essersi dissolti nel nulla. Improvvisamente si alzò la nebbia. La giovane, resasi conto che stava per succedere qualcosa, tentò di fare dietro front. Qualcuno però glielo impedì: due vampiri sconosciuti le sbarrarono la strada. Con voce bassa ma minacciosa la obbligarono a seguirli: se non l'avesse fatto l'avrebbero uccisa.

Dal loro sguardo gelido la ragazza intuii che non scherzavano: disperata e senza via di fuga non le restò che obbedire. Venne fatta salire sul sedile posteriore di un'auto e portata via.

Abbiamo rapito la tua amica.

Se vuoi riaverla, presentati stasera alle undici nel campo dietro al cimitero.

Porta anche tuo fratello Sam.

Vi aspettiamo.

Non c'era scritto altro nel sms che ricevette Dean Winchester. Nemmeno il mittente.

Tanto non ce ne sarebbe stato bisogno: sapevano perfettamente chi ci fosse dietro.

Gli amici di George che avevano promesso vendetta e non si erano fatti attendere.

Dean si morse le labbra e imprecò mentalmente. Era stato uno sciocco a non prenderli sul serio. Pensava che la minaccia di Castiel li avrebbe tenuti lontani. Non era stato così e ora si sentiva responsabile: se fosse successo qualcosa a Sarah non se lo sarebbe mai perdonato.

Dopo la notte in cui l'aveva salvata da George, i due si erano rivisti soltanto il giorno dopo.

Un'ultima ora d'amore dopodiché si erano salutati da buon amici e avevano ripreso ognuno la propria vita. D'altronde non avrebbe potuto esserci niente di diverso, su questo Dean era stato onesto e chiaro fin dal principio. La sua vita era un eterna caccia ai mostri e alle creature maligne. Non si sarebbe mai sposato. A nessuna donna, né ad alcun figlio, avrebbe fatto rivivere l'inferno che lui, il fratello e i genitori avevano vissuto.

Sarah l'aveva capito e accettato. Sapeva che, comunque, avrebbe potuto contare sempre su di lui: un consiglio, una parola di conforto e, in caso di pericolo, un eroico salvataggio.

Aveva scherzato definendolo il suo cavaliere dall'armatura scintillante. Un moderno re Artù. Lui aveva ribattuto chiamandola Ginevra ma l'aveva anche rassicurata: non ci sarebbe più stato bisogno di essere salvata.

George era morto e i pericoli con lui. Almeno cosi aveva creduto.

Fino a quando quel dannato sms, non lo aveva costretto a ricontattare Castiel e rimettersi di corsa in viaggio verso Vancouver.

Prima del suo arrivo fu costretto ad avvertire Lycia.

La giovane si sarebbe preoccupata dell'assenza della sorella: l'avrebbe cercata e non trovandola avrebbe allertato la polizia: cosa che era meglio evitare. Quindi, appena ricevuto l'avviso minatorio, l'aveva chiamata, promettendo di raggiungerla quanto prima.

Erano già le nove di sera quando giunse finalmente a casa della ragazza.

Avrebbe immaginato di trovarla sconvolta e in lacrime, aveva previsto una scena in cui l'avrebbe afferrata per le spalle e le avrebbe promesso che le avrebbe riportato Sarah a qualunque costo.

Le cose però non andarono così: Lycia era sul piede di guerra: vestita come Buffy l'ammazza vampiri, aveva infilato un set di coltelli da cucina nel suo zainetto ed era pronta a seguirlo.

Dean cercò di farle cambiare idea ma fu irremovibile e, dopo una discussione, minacciò di chiamare le autorità se non l'avesse portata con sé.

Così gli non restò che accettare. “Giurami che resterai in auto, però”. Si fece promettere dalla giovane.

“Ma io..”.

“Giuralo”. Insistette il ragazzo.

“D'accordo”. Rispose Lycia , dopo aver chinato la testa e rilasciato un sospiro.

“Andiamo”. Le disse allora Dean e, dopo aver aperto il portone, le fece cenno di seguirlo.

La giovane non se lo fece ripetere due volte: uscì di casa, e dopo aver richiuso, raggiunse Dean alla sua auto. Salutò Sam che era rimasto in macchina e si accomodò nei sedili posteriori. “Cosa ci fa lei qui ?”. Domandò il più giovane dei Winchester.

“Te lo spiego strada facendo“. Mormorò secco Dean mentre si sedeva al volante.

Mise in moto e si recò nel luogo dell'appuntamento, durante il tragitto Castiel comparve in auto.

I due fratelli non si spaventarono: erano a abituati a quelle apparizioni improvvise.

Ma non Lycia che lanciò un grido di terrore.

“Perdonami“. Le sussurrò Castiel sfiorandole una spalla: lei non gradì il gesto e si scostò in modo brusco. “NON TOCCARMI”. Gridò con un misto di rabbia e timore.

Castiel e gli altri la guardarono sbigottiti. “Perché fai cosi ? – Domandò Sam – Castiel è un nostro amico: ci ha salvato la vita un sacco di volte e poi è un angelo”.

“Appuntò – sbottò la giovane in tono polemico – so di che cosa è capace, per questo non voglio che mi tocchi”.

“Ma di che cosa stai parlando?”. Domandò Sam che continuava a non capire.

“Teme che Castiel le cancelli la memoria come ha fatto con la sua amica”. Rispose Dean al suo posto: “Non è cosi Lycia?”. Le chiese guardandola dallo specchietto retrovisore.

“Esatto – confermò la giovane – non voglio che mi cancelli i ricordi: Sarah è mia sorella, È IN PERICOLO E HA BISOGNO DI ME”. Dichiarò in tono sempre più agitato, alzando la voce .

“Non aver paura – replicò Castiel – non ho intenzione di farlo”.

“Sul serio?”. Domandò la giovane in tono sospettoso.

“Te lo prometto” . Mormorò l'angelo.

“Va bene”. Sussurrò lei con poca convinzione. Non era sicura di potersi fidare: temeva che l'angelo con la complicità degli altri, potesse addormentarla prima di arrivare a destinazione. Per il resto del viaggio non disse quasi più nulla e rimase sempre vigile.

“Ah, a proposito – mormorò Castiel dopo un po', interrompendo il silenzio teso che si era creato – come sta la tua amica?”.Domandò alla giovane.

“Sta bene, almeno lei è al sicuro grazie al cielo – rispose lanciando a l'angelo un'occhiata dubbiosa – perché t'interessa?”.

“ No, ma volevo solo essere certo che non avesse riportato traumi o conservato residui di ricordi”. Spiegò l'angelo in tono pacato.

“No, ha scordato tutto – dichiarò Lycia – o almeno io e Sarah abbiamo avuto questa impressione. Non ha fatto domande nei giorni seguenti e ci è sembrata tranquilla”. Spiegò la giovane.

“Molto bene – commentò Castiel salvò poi domandare – non le hai detto nulla del rapimento, vero?”.

“Assolutamente – rispose la ragazza, scuotendo la testa – le ho fatto credere che Sarah stesse facendo visita ai nostri genitori e che io l'avrei raggiunta”.

“E' stata una saggia decisione”. Dichiarò Castiel.

“Quindi adesso è sola in casa”. Intervenne Sam.

“Esatto”. Rispose Lycia.

“Non corre alcun pericolo,vero?”. Domandò il ragazzo.

“Penso di no”. Mormorò Dean dopo averci pensato per qualche secondo.

Tuttavia non era molto convinto . Aveva ignorato le minacce degli amici di George, finendo con il mettere a repentaglio la vita di Sarah. E se anche Amanda fosse stata in pericolo? Se dopo aver rapito la bionda i vampiri non soddisfatti fossero andati ad uccidere li resto degli abitanti della casa ? Castiel sembrò intuire i suoi dubbi: l'angelo e il ragazzo si scambiarono un cenno dallo specchietto retrovisore, dopodiché Castiel sparì.

“Dov'è andato?”. Domandò Lycia in tono stupito.

“A controllare una cosa”. Rispose Dean.

Sam annuì soddisfatto.

 

L'abitazione delle tre ragazze era silenziosa e tranquilla, sembrava non esserci nessuno.

Castiel la ispezionò dentro e fuori per controllare che ci fossero intrusi o movimenti sospetti.
La ronda diede esito negativo.
 

Apparentemente sembrava tutto a posto, tranne un piccolo particolare: dove si trovava Amanda?


Nella sua camera non c'era e nemmeno in salotto a guardare la tv.

Castiel la cercò con discrezione: non poteva chiamarla né farsi vedere. Le aveva cancellato i ricordi e se le fosse apparso davanti, la giovane l'avrebbe sicuramente scambiato per un maniaco, tuttavia doveva accertassi che ci fosse e che stesse bene.

Si fermò davanti alla porta del bagno.

Era chiusa,probabilmente la giovane si trovava lì.

Eppure c'era qualcosa che non andava: non si udiva alcun rumore provenire dall'interno del locale. Avrebbe dovuto esserci dell'acqua che scorreva, o perlomeno il suono di un phon acceso. Invece niente di niente, come se fosse deserto.

Decise di correre il rischio e controllare, nel peggiore dei casi le avrebbe nuovamente cancellato i ricordi.

Cosi aprì la porta ed entrò.

 

Dieci minuti più tardi riapparve nuovamente nell'auto dei fratelli Winchester.

“Tutto ok? Come mai ci hai messo così tanto?”. Gli domandò Dean.

“Sì, tutto a posto”. Bofonchiò Castiel senza guardarlo.

“Sicuro ? – Insistette Dean – cos'è quel segno che hai sul volto?”.

“Niente”. Mentì, Castiel con tono più secco.

Sam e Lycia si voltarono a guardarlo con aria interrogativa.

“Va tutto bene”. Dichiarò l'angelo in tono lapidario.

“Ok, ok”. Commentò Dean e sia lui che gli altri evitarono di aggiungere altro.

Per il resto del viaggio nessuno dei quattro disse più una parola.

Lycia era preoccupata per sua sorella e si domandava

se quei tre fossero stati in grado di salvarla.

Sam temeva invece per Lycia: avrebbe voluto che fosse

rimasto a casa con la sua amica. Mentre Dean, al contrario,

era preoccupato proprio per Amanda: era assolutamente

convinto che Castiel gli stesse nascondendo qualcosa.

L'angelo, dal canto suo, non riusciva a smettere di pensare alla giovane. 

Aveva preferito non raccontare cos'era successo in quel bagno perché, in quel momento, liberare Sarah era la priorità assoluta. Ma promise 

a sé stesso che, appena cessata l'emergenza con i vampiri, sarebbe tornato dalla ragazza.

Con questi pensieri nella testa i quattro giunsero infine a destinazione.

Dean guardò l'orologio: erano le dieci e un quarto e mancava più di mezz'ora all'appuntamento: la radura, infatti, era ancora deserta.

Dean e Castiel scesero dall'auto e andarono in avanscoperta.

Non faceva molto freddo: Il cielo era sereno, rischiarato da milioni di stelle e dalla luna piena, che rendeva l'ambiente un posto romantico piuttosto che il luogo dove si sarebbe tenuta una battaglia mortale.

I due si divisero: Dean fece un giro sul posto, mentre Castiel andò a controllare il cimitero.

Sam, invece, rimase in macchina con Lycia.

La giovane appariva molto tesa: era seduta in posizione rigida, le mani conserte, il volto pallido e gli occhi spalancati che scrutavano nell'oscurità, fuori dal finestrino.

“Andrà tutto bene”. Le sussurrò Sam provando a rassicurarla.

“Si certo”. Rispose lei, con poca convinzione.

“Sta tranquilla, davvero – insistette il ragazzo – io e Dean ci siamo ritrovato in situazioni peggiori e...”.

“Tipo?”. Lo interruppe in tono brusco, rivelando il suo reale nervosismo.

Sam non si offese. Anzi prese la domanda come un invito. Con un balzo scivolò nel sedile posteriore sedendosi al suo fianco e prese a raccontarle alcune delle tante peripezie che aveva affrontato con suo fratello.

All'inizio la giovane ne fu infastidita ma poco a poco iniziò ad ascoltare quei racconti con maggiore interesse, scoprendosi affascinata e soggiogata.

Contento del suo entusiasmo e di averla distratta dall'ansia per sua sorella, Sam non si risparmio e rivelò alla giovane ogni più intimo segreto. Anche quello sulla natura demoniaca e sul fatto che si fosse reso colpevole di aver rotto i sigilli dell'inferno e riportato Lucifero sulla terra.

Era la prima volta che si confidava in quel modo con una ragazza.

Solitamente, infatti, era un tipo taciturno. Riservato. Poco incline all'umorismo e al corteggiamento delle ragazze.

Doti che invece erano tipiche di Dean.

Con Lycia però era diverso. Quella ragazza tanto giovane,innocente e pura gli ricordava colei che aveva amato un tempo: Jessica, la sua adorata fidanzata – l'unica con la quale si era sentito veramente se stesso.

Un rumore improvviso fece trasalire i due giovani. Si voltarono di scatto verso il finestrino.

Era Dean. Sam lo rimproverò per avergli quasi fatto prendere un infarto.

Il maggiore dei Winchester non si scompose, avverti Sam di tenersi pronto: l'ora ics stava per scattare e tra poco sarebbe dovuto scendere dall'auto e prepararsi a combattere.

Il ragazzo assentì con un cenno del capo. “Lasciami ancora qualche minuto – disse al fratello – poi ti raggiungo”.

“D'accordo”. Mormorò Dean allontanandosi ma non prima di avergli fatto l'occhiolino e rivolto un sorriso compiaciuto.

Sam scosse la testa. “È il solito idiota: mi scuso per lui”. Mormorò a Lycia in tono dispiaciuto.

Un istante dopo sbarrò gli occhi e rimase senza parole.

Si era appena reso conto che lui e la giovane erano abbracciati. Un gesto istintivo che avevano fatto per proteggersi, nell'attimo in cui avevano temuto di essere in pericolo.

La testa di Lycia era poggiata sulla sua spalla: sentiva il profumo del suo corpo, dei suoi capelli biondi, ne percepiva il respiro, i battiti del cuore. Sembrava così fragile, così indifesa. Per qualche momento fu tentato di rimanere lì con lei per continuare a cullarla, a proteggerla a farla sentire al sicuro ma non lo fece.

Il messaggio dei rapitori era stato chiaro: volevano entrambe i fratelli Winchester o Sarah sarebbe morta. Così, a malincuore, si staccò da Lycia e scese dall'auto.

Prima di andare, rassicurò ancora una volta a giovane sulle sorti della sorella e la convinse a sdraiarsi sul sedile: lontana dalla vista dei nemici, fino a che non ci fosse più stato pericolo. Sarebbe stato lui stesso ad avvisarla quando avrebbe potuto rialzarsi.

Lycia, che ora si fidava ciecamente di Sam, obbedì senza protestare.

Augurò buona fortuna al ragazzo e appena questo si allontanò, si mise a pregare per lui.

Non aveva più paura però. Era sicura che ce l'avrebbero fatta...o quasi.

Sam raggiunse Dean a passo dinoccolato.

Mentre camminava il suo sguardo era ancora rivolto verso l'auto, verso Lycia. Non la vedeva più ma sapeva che c'era, ed era in pena per lei.

Se si fossero accorti della sua presenza ? Se avessero cercato di farle del male?

Scosse il capo e fece una smorfia di disapprovazione: non avrebbe permesso che le accadesse qualcosa di brutto.

“Non ti preoccupare per lei – sussurrò Dean dopo avergli posato una mano sulla spalla –

È al sicuro”.

“Vorrei esserne certo “. Replicò Sam, strusciando nervosamente lo stivale sul terreno polveroso.

“Ehi! Devi stare tranquillo – insistette Dean – se le cose si mettono male Castiel la porterà via”.

L'angelo, tornato dal suo giro al cimitero, annuì con un cenno del capo.

“Vi ringrazio”. Mormorò Sam accennando un mezzo sorriso.

Sorriso che si spense quando Dean gli cinse le spalle e gli sussurrò all'orecchio: “Avevo ragione l'altra volta”.

“Su cosa?”. Domandò Sam, lievemente confuso e spiazzato da quel gesto.

“Non fingere di non capire – rispose Dean – mi riferisco a quella ragazza: ho visto come la guardavi prima e come l'hai abbracciata ”. Commentò sussurrando appena le parole finali e sfoggiando il solito sorriso furbo.

“Non sono affari tuoi”. Replicò Sam, scostandosi in modo brusco.

“Ok, ok scusami “. Rispose Dean alzando le mani.

“Sei sempre il solito – lo apostrofò Sam in tono acido, mentre con le mani si aggiustava le pieghe della giacca – non capisco come fai a voler scherzare in momenti come questi: la tua amica è in pericolo, lo hai forse dimenticato?”.

“Affatto ! – Dean contrariato – non c'è bisogno che me lo ricordi, è stata solo colpa mia” . Dichiarò cupo.

Il sorriso era scomparso dai suoi occhi, sostituito da un bagliore di ostilità nei confronti del fratello ma ancor più per sé stesso.

Strinse i pugni lungo i fianchi e inizio a camminare nervosamente su e giù, senza più dire una parola.

“Mi dispiace – mormorò Sam, afferrandolo per un braccio e costringendolo a fermarsi – ho esagerato, scusami”. Aggiunse, senza però sostenere il suo sguardo.

“Non fa niente – commentò Dean con un' alzata di spalle – anzi, hai ragione: devo farmi gli affari miei”. Mormorò rilasciando un sospiro.

Sam stava per replicare qualcosa ma improvvisamente Castiel scattò sull'attenti.

“Stanno arrivando, tenetevi pronti: sono parecchi”. Dichiarò puntando lo sguardo verso il bosco per poi rivolgerlo di nuovo ai due fratelli.

Questi dimenticarono la discussione e, dopo essersi scambiati uno sguardo d'intesa, si prepararono allo scontro.

Qualche minuto più tardi furono accerchiati da un'orda di vampiri.

Erano usciti dalla foresta, numerosissimi e silenziosi come un armata spettrale, ed uno dopo l'altro erano avanzati minacciosamente circondando i tre.

Sam e Dean li guardarono sbigottiti.

A parte i quattro amici di George, gli altri sembravano tutti ragazzini: la loro età apparente non superava i diciassette anni. I loro occhi però erano iniettati di sangue e i loro sguardi tutt'altro che amichevoli – specialmente quelli delle femmine.

Una in particolare non staccava gli occhi da Castiel.

Era molto bella, la carnagione pallida, piccola di statura, estremamente minuta, aveva i capelli corti e neri e si muoveva leggiadra, così leggera che sembrava quasi non toccare terra. Se non fosse stata una vampira, avrebbe potuto essere scambiata per un folletto.

Fu lei a parlare per prima.

“E così voi sareste i fratelli Winchester”. Esordi in tono pacato, senza smettere di guardare Castiel.

“Esatto - Rispose Dean – e voi invece chi sareste?”.

“Siamo amici di George e siamo qui per vendicarlo”. Rispose un altro vampiro: un tipo affascinante, molto muscoloso, con capelli scuri e alto quanto Sam.

“Che paura”. Commentò Dean in tono sarcastico.

“Fate bene ad averne: morirete tutti quanti”. Rispose il vampiro muscoloso.

“Avanti, cosa aspetti ? – lo sfidò Sam andandogli di fronte – colpiscimi”.

Il vampiro non se lo fece ripetere due volte, sollevò il braccio per sferrare un pugno ma inaspettatamente la tipa minuscola gli afferrò il polso e lo bloccò.

Sam e Dean non credettero ai loro occhi.

Si scambiarono un'occhiata alquanto stupefatta e, senza bisogno di parole, formularono lo stesso pensiero: come diavolo aveva fatto quella specie di fatina a fermare un gorilla come quello? Sì che erano entrambi vampiri, ma avrebbe dovuto comunque esserci un'enorme differenza di forza. E se la piccola fosse stata in realtà la più forte e pericolosa.? Forse la loro vittoria non era poi così scontata.

Intanto il vampiro gigante si era infuriato con l'altra.

“Perché mi hai fermato?”. Le domandò collerico.

“Non è ancora il momento”. Gli rispose lei .

“Ah sì? E cosa stiamo aspettando ?”. Insistette il gigante.

“Non essere impaziente fratellino”.

“FRATELLINO?”. Domandarono Sam e Dean.

“Sì, siamo fratelli – dichiarò la vampira – perché c'è qualcosa di male? Anche voi lo siete”. Gli fece notare.

“Ma voi non vi somigliate”. Commentò Sam.

“Perché non abbiamo i stessi natali ma siamo tutti una grande famiglia”.

“Che cosa commovente – dichiarò Dean ironico: siete per caso gli Addams?”.

“Siamo i Cullen”. Replicò lei, ignorando il suo sarcasmo.

“Cullen, hai detto?”. Domandò con espressione dubbiosa mentre si toccava la fronte con un dito.

“Esatto – rispose la vampira – io mi chiamo Alice e questo e mio fratello Emmett e loro sono..”.

“Zombie come voi”. Taglio corto Dean”.

Alice non rispose ma gli rivolse uno sguardo carico di disprezzo.

Emmett ,al contrario, ringhiò e gli altri vampiri si unirono a lui, sollevandosi in un brusio di insulti e minacce.

“Ora basta – Intervenne Castiel che fino a quel momento era rimasto zitto – avete preso voi l'umana? Tiratela fuori”.

Per tutta risposta i ringhi e gli insulti aumentarono.

“FATE SILENZIO”.Gridò inaspettatamente Alice.

Al suo comando le urla e le minacce cessarono all'istante.

“HA RAGIONE LUI – proseguì a voce alta – PORTATE QUI L'UMANA”.Ordinò, voltandosi verso il bosco.

Sam e Dean seguirono il suo sguardo in direzione della foresta. Improvvisamente, videro uscire Sarah assieme a due uomini e una donna. Quest'ultima trascinava la giovane, tirandola con una corda che le aveva legato attorno ai polsi.

Dean osservò la sua amica:appariva, stanca sporca e provata, aveva la bocca coperta da un bavaglio e gli occhi erano pieni di terrore.

Serrò i pugni e maledisse ancora una volta se stesso per averla messa in quella situazione.

I tre consegnarono la ragazza ad Alice. Questa, dopo averli ringraziati, li congedò ma loro non vollero andarsene, si posizionarono, invece, dietro agli altri vampiri.

Castiel, che aveva osservato la scena si avvicinò a Sam e gli bisbigliò qualcosa vicino all'orecchio: il ragazzo rimase di stucco.

L'angelo gli aveva appena rivelato che i carcerieri di Sarah non erano vampiri.

Li osservò allora a sua volta e, con gran stupore, si accorse che l'amico aveva ragione.

I tre erano altissimi, avevano la pelle più scura e gli occhi dorati.

Ma se non erano vampiri, allora cosa diavolo erano?

Avrebbe voluto domandarlo a Castiel ma fu distratto da Dean che si era rivolto ad Alice.

“Lasciala andare – la implorò – lei non c'entra, preditela con me”.

Sarah aveva cercato di replicare qualcosa ma con il bavaglio le sue parole erano suonate come gemiti incomprensibili, suscitando la pena del ragazzo e l'ilarità dei suoi nemici.

Inaspettatamente però Alice, la liberò sul serio.

Le slegò i polsi e la spinse verso Dean. Il ragazzo l'afferrò al volo e la stinse a sé.

Le liberò il viso dal bavaglio e glielo prese tra le mani, baciandole la fronte e sussurrandole una moltitudine di scuse.

Sarah lo abbracciò a sua volta e, dopo essersi ripresa un attimo, gli suggerì di scappare:rivelò che lui e Sam erano in trappola e sarebbero stati uccisi.

Dean rispose che lo sapeva ma che non aveva paura se non per lei e che quindi, al contrario, doveva essere lei a fuggire.

Le bisbigliò che sua sorella Lycia la stava aspettando in macchina e di tenersi pronta a raggiungerla e mettersi in salvo. Sarah provò ad obbiettare ma Dean fu irremovibile, così alla fine si convinse.

Sam avrebbe aspettato un momento di confusione per scortarla fino all'auto.

“Non so cosa stiate complottando voi due ma se pensate di fuggire, siete dei poveri illusi”.

Parlò improvvisamente uno della band di George.

Era rimasto nascosto dietro agli altri e ora si era portato davanti alla coppia con fare arrogante e spocchioso.

“Credevate davvero di farla franca dopo aver ucciso il nostro amico?”.

“Sì – rispose Dean in tono di sfida e senza attendere replica aggiunse – invece voi? Credevate che non sapessimo che era una trappola ? Siete dei poveri imbecilli illusi se pensate che ci faremo battere da un manipolo di sporche sanguisughe”. Commentò a muso duro, dopo aver scansato Sarah ed essersi avvicinato a un palmo di naso dal suo nemico. La ragazza assistette alla scena con timore e Castiel biasimò mentalmente Dean per la sua linguaccia e la solita impulsività.

Le parole del ragazzo avevano infatti riacceso le ostilità degli altri vampiri che di nuovo lo stavano apostrofando con insulti e minacce: male parole a cui lui rispondeva a tono.

In quel momento di confusione, Sam ne approfittò per prendere Sarah e trascinarla fino all'auto. Dopodiché come aveva promesso, avvisò Lycia bussando sul vetro.

La giovane si risollevò immediatamente sul sedile, e quando vide Sarah ancora viva e in salute, il suo sguardo pieno d'ansia si illuminò di gioia. Senza perdere tempo aprì lo sportello dall'interno e scese dall'auto.

Abbracciò sua sorella e poi Sam per averla salvata.

Il ragazzo un poco intimidito, disse che lui non c'entrava niente, che il merito era di Castiel ma Lycia gli fu grata lo stesso.

Il suo sorriso luminoso e sincero, scaldò cosi tanto il cuore di Sam, che questi l'afferrò il viso tra le mani e la baciò sulle labbra con tanta passione e ardore, da far rimanere la giovane senza fiato e parole.

Mai però quanto Sarah. La ragazza assistette alla scena con sgomento e incredulità.

Non sapeva cosa fare. Da una parte era contenta che Lycia avesse fatto colpo ma dall'altra era consapevole che non poteva esserci futuro con quel giovane.

Se fosse sopravvissuto a quella battaglia, sarebbe ripartito con Dean e sua sorella avrebbe sofferto. La osservò avvilita: come doveva comportarsi?

Nel frattempo Lycia, dopo un primo momento di shock aveva sorriso ancora più dolcemente al ragazzo, cingendolo con le braccia e ricambiando il suo secondo bacio con altrettanto fervore. Fu Castiel a interrompere quell'idillio, evitando l'incomodo a Sarah e facendole tirare segretamente un sospiro di sollievo.

L'angelo chiamò Sam al cellulare dicendogli che la situazione stava precipitando e che doveva tornare da Dean.

A malincuore il ragazzo obbedi, salutò Lycia e si raccomandò che fuggisse con Sarah.

La giovane promise che lo avrebbe fatto e congedò Sam augurandogli un in bocca al lupo.

Prima di andare i due si scambiarono un ultimo disperato bacio, poi Lycia risalì in macchina con Sarah e lui tornò da suo fratello...
continua



ED eccoci al dunque il momento che aspettavo, finalmente sono apparsi i nemici; E che nemici!
Come chi ha già letto la storia iun precedenza, saprà che all'inizio non odiavo twilight, anzi.
Quando l'ho letto nel 2007 mi era piaciuto tantissimo.
Ma a causa della saga cinematografica e dell'atteggiamento di certe fan, la mia passione è diventata insofferenza e infine odio. 
Ho scritto questa storia per rivincita, proprio contro quest'ultime.
Avrei dovuto scrivere questa cosa molto prima, ma per amor di pace ho preferito non farlo, (sono stata vigliacca lo so) adesso però mi sono stancata e ho deciso di vuotare il sacco.
E al diavolo se mi beccherò gli insulti.
Ci tengo comunque a ricordare che si tratta pur sempre di una fanfiction, cosa che non ha niente a che vedere con la realtà , quindi non c'è motivo di prendersela troppo. E comunque non cambierei opinione. Anzi!  Per il resto ci tengo a ringraziare come sempre chi mi sta seguendo e ancor di più chi ha lasciato una recensione..

Ci sentiamo al prossimo aggiornamento ;)

 

 

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Capitolo 7
*** Chapter Seven: This is war. ***



Intanto, tra Dean e i vampiri continuavano a volare parole grosse, specialmente tra lui e i quattro componenti della band di George. Intervenne anche Emmett che, all'ennesimo insulto del ragazzo, si infuriò e cercò di azzannarlo.

Dean, però, non era uno sprovveduto ma un abile combattente pronto di riflessi: immediatamente impugnò la sua Colt e sparò un colpo a bruciapelo centrando il suo aggressore in pieno petto. Questi incredulo sbarrò gli occhi e barcollò: un rivolo di sangue gli usci dalla bocca.

Tutto intorno cadde un silenzio tombale.

Gli altri vampiri, sconvolti per quanto stava avvenendo, guardarono la scena atterriti, senza intervenire. Nemmeno Dean parlò più.

Z-Zio Emmett”. Una flebile voce ruppe quel silenzio innaturale: proveniva da una vampira, aveva i capelli rossi e il viso a forma di cuore.

Sembrava persino più giovane di Alice.

Emmett si girò verso di lei e cercò di andarle incontro ma, dopo appena due passi, cadde a terra e morì, lasciandola pietrificata dall'orrore.

Alice invece si avvicinò al cadavere e dopo aver costatato che era davvero morto si gettò su di lui gridando e piangendo disperata.

Pianse anche la giovane rossa finché qualcuno non le afferrò le spalle e la strinse a sé.

Era un altra vampira: aveva i capelli neri e lo stesso viso a forma di cuore, il volto rigato da lacrime di sangue. Nonostante l'evidente dolore che provava, si sforzò di consolare la più piccola. A sua volta dietro di lei apparve un altro vampiro: era alto, con un fisico slanciato e muscoloso ma non massiccio. Il suo viso aveva lineamenti dritti e regolari, incorniciato da capelli mossi color bronzo ramato, bisbigliò qualcosa alle due e avanzò verso Dean .

Si fermò davanti a lui e gli lanciò uno sguardo carico di odio.

Bastardo – lo apostrofò sprezzante – hai ucciso mio fratello, la pagherai”.

Poi si voltò verso gli altri vampiri e gridò per incoraggiarli.

QUESTA È GUERRA!”. Alzò il braccio in aria e si lanciò contro l'umano.


Fortunatamente Sam era appena tornato in soccorso

di suo fratello: subito si gettò nella mischia e riuscì

a fermarne tre colpendoli con una grossa accetta.

Altri sei invece furono uccisi da Castiel ma non quello

che aveva scatenato il putiferio.

Sam e Dean lo videro tornare verso le due vampire

e arretrare con loro, portandosi via il cadavere di Emmett .

Alice gli lanciò un ultimo sguardo disperato, dopodiché si alzò in piedi e riportò la sua attenzione verso i due umani.

Furiosa e disperata gridò loro che gliela avrebbe fatta pagare personalmente, poi si rivolse all'angelo: chiamò Castiel pronunciandone il nome in un altra lingua.

L'angelo sbarrò gli occhi incredulo: in tono stupito, domandò ad Alice come facesse a conoscere quell'antico idioma.

Ho letto molti libri negli ultimi novant'anni”. Rispose la vampira con una alzata di spalle.

Poi, dopo aver sfoderato un sorriso di scherno, recitò una formula con la stessa lingua.

L'angelo scomparve senza aver nemmeno il tempo di rendersene conto e poter reagire, lasciando Sam e Dean stupefatti e, soprattutto, in un mare di guai.


Nel frattempo, Sarah aveva messo in moto l'auto e si era allontana dalla radura a folle velocità.

Dove stiamo andando?” Domandò Lycia, dopo qualche minuto – non avrai davvero intenzione di abbandonarli qui ?”. Il tono accusatorio e stizzito.

Hai sentito cosa ha detto Sam? Dobbiamo andarcene”. Tagliò corto Sarah.

Ma non possiamo”. Replicò Lycia.

Certo che sì, l'abbiamo promesso”. Sottolineò la giovane con fermezza.

No, io non voglio andare dormire mentre loro rischiano la vita”. Sbottò Lycia contrariata

Credi che a me vada bene?”. Domandò Sarah con lo stesso tono.

Allora torna indietro”. Propose la giovane.

Non posso”. Ribadì Sarah .

Invece sì”. Insistette Lycia.

Ma non capisci ? Non possiamo fare niente per aiutarli: saremo solo d'intralcio e poi sapranno cavarsela”. Dichiarò Sarah con convinzione. Dopotutto, Sam e Dean erano noti per aver affrontato situazioni al limite della sopravvivenza.

Inoltre si fidava di entrambi per quanto cercasse di ignorare quelle fitte di preoccupazione al ricordo dei propri carcerieri.

Questo lo so, però io non..”. Balbettò la giovane.

Però niente, Lycia – la interruppe Sarah – non è né la loro prima, né l'ultima battaglia, se la caveranno come se la sono sempre cavata e come continueranno a fare in futuro”.

Sentenziò la ragazza con voce seccata.

Davanti alle sue parole, Lycia non osò obbiettare più nulla ma si fece scura in volto. Incrociò le braccia al petto e rivolse lo sguardo fuori dal finestrino.

Per qualche minuto nessuna delle due parlò più.

Lycia continuava a guardare fuori e Sarah guidava, lanciandole qualche occhiata di tanto in tanto. Avrebbe voluto lasciarla in pace ma dopo quello che era successo tra lei e Sam si sentiva in dovere di farle un certo discorso.

Senti, Lycia – esordi in tono pacato dopo essersi schiarita la voce – guarda che Sam non..”.

Non potrà mai essere mio... – concluse la sorella al posto suo – sì lo so, non c'è bisogno che me lo dici: conosco tutta la storia, me la raccontata”. Spiegò la giovane, continuando però a darle le spalle.

Sul serio?”. Domandò Sarah evidentemente sorpresa.

Sì – ribadì Lycia in un sussurrò – anche le parti scomode”. Mormorò con voce appena udibile, chiudendosi poi nuovamente nel silenzio.

Sarah però non volle dargliela vinta.

Ma?”. Le domandò convinta che ci fosse dell'altro.

Ma non posso fare a meno di provare qualcosa..”. Bofonchiò la ragazza.

Dannazione, dovevo immaginarlo”. Sbottò Sarah con una smorfia di disapprovazione..

Oh, smettila di farmi la predica – si inalberò Lycia – anche tu hai avuto un flirt con Dean”. Le fece notare.

È vero – ammise la ragazza, salvo poi aggiungere a sua discolpa – io però lo sapevo che non poteva restare e non mi sono fatta illusioni”. Commentò in tono pacato, tanto più che dopo l'esperienza di George, era divenuta molto meno disillusa e più razionale anche nel gestire i propri sentimenti.

Beh, neanche io..credimi – replicò Lycia – so badare a me stessa“. Dichiarò con ostentata sicurezza che però con convinse la sorella.

Sì, ma in questi casi non si è mai preparati”. Obbiettò la ragazza con ragionevolezza e un sospiro più pesante al ricordo delle proprie ingenuità.

Quel tono saputo sembrò far alterare la sorella nel voltarsi di scatto a fissarla.

Finiscila! Non voglio prediche da una che si è fatta fregare per quattro anni da uno stupido vampiro”.

Oh, grazie mille sorellina – rispose Sarah con sarcasmo, cercando di ignorare quella fitta al petto al ricordo di George – Ti sembra bello, rinfacciarmi questa cosa?”. Domandò, riprendendo subito senza attendere una risposta.

Dopo tutto quello che ci siamo confidate nelle ultime settimane poi, dovresti vergognarti: sei solo una ragazzina che non sa come funziona il mondo”. L'apostrofò acida, come sempre quando qualcuno si spingeva oltre il suo grado di sopportazione.

Oh, piantala – replicò Lycia a tono – io mi godo la vita al contrario di te che stai sempre china sui libri”.

Se godersi la vita significa ubriacarsi con Amanda nei week end, allora preferisco passare per la sfigata di turno”. Dichiarò Sarah con fermezza.

Sei solamente invidiosa di me”. L'accusò Lycia.

Invidiosa di te? Ma ti senti?”. Domandò la ragazza voltandosi a guardarla incredula.

Sì, mi sento – rispose Lycia pacata – e lo ribadisco: sei invidiosa della mia sicurezza e della mia autostima, cose che tu non hai mai avuto”.

Oh, è incredibile, non credo alle mie orecchie: io mi preoccupo per mia sorella che possa soffrire e lei mi accusa di essere invidiosa”.Dichiarò Sarah sempre più alterata e ferita dalle parole di sua sorella. Scosse la testa nel continuare a fissare la strada di fronte a sé malgrado non vi fossero certo problemi di traffico vista l'ora e la zona.

Lo sei”. Sentenziò Lycia .

Ma va al diavolo”. Sbottò Sarah, premendo sull'acceleratore quasi come sfogo.

Dopo di te”. Ribatté la giovane.

Beh, vorrà dire che quando il tuo cuore andrà in pezzi, perché succederà – sottolineò Sarah – io non ti consolerò”. Annunciò con finta calma, mentre le sue mani quasi stritolavano il manubrio del volante, trattenendo l'ira che sembrava corroderle il fegato.

E non devi farlo, perché io non te lo chiesto“. Dichiarò Lycia, tornando a guardare fuori dal finestrino.

Nemmeno io ti ho chiesto di venire a salvarmi oggi”. Replicò Sarah.

Che c'entra – obbiettò Lycia, voltandosi di nuovo verso la sorella – è una cosa del tutto diversa: c'era in gioco la tua vita e non potevo esserne indifferente”.

Beh scusami tanto, neanche io posso restare indifferente se mia sorella soffre”. Le fece notare la ragazza in tono seccato.

Anche tu hai sofferto negli altri anni, e mi hai tagliata fuori completamente!” Le rinfacciò Lycia, che senza attendere replica. Ne approfittò per tirar fuori tutto il malcontento che aveva covato nei confronti della sorella.

Non ti sei confidata – proseguì ignorando lo sguardo stupito che le aveva rivolto Sarah – non mi hai mai detto che ti passava per la testa e non l'avresti fatto se quella sera non avessi visto il cadavere di George”. Il tono era intriso di amarezza, data dall'assoluta convinzione di ciò che affermava.

M-Ma io”. Borbottò Sarah incredula e assolutamente sconvolta da quelle dichiarazioni.

Era stato il suo ultimo pensiero quello di coinvolgere la sorella in quei terribili anni alla mercé di George.

Niente ma, è cosi – sbottò la giovane – che cosa sarebbe successo se non l'avessi visto?”.

Sarah cercò di rispondere ma dalla sua bocca non usci alcun suono. Rassegnata tornò a guidare senza riuscire a dire niente.

Te lo dico io che sarebbe successo”. Continuò allora l'altra. “Avrei sentito la notizia di George al telegiornale e tu, ancora una volta, mi avresti ancora tagliata fuori da tuo dolore con il risultato che oggi invece di sapere del tuo rapimento, mi starei disperando a cercarti”. Illustrò la ragazza in tono accusatorio.


Sarah chiuse gli occhi una frazione di secondo e poi li riaprì.

Si sentiva assolutamente mortificata: Lycia le aveva vomitato addosso tutto il suo rancore.

E non a torto. Per anni aveva pensato solamente al suo dannato amore per George, proteggendolo e tagliando fuori tutto il resto, finendo inevitabilmente per ferire le persone che l'amavano davvero, come appunto sua sorella Lycia.

La giovane intanto non aveva ancora finito con le sue ingiurie.

Se Dean non ti avesse salvata da George? - Prosegui in tono rabbioso e polemico – saresti morta e non avrei nemmeno saputo il motivo: avrei trovato il tuo cadavere sul divano... avrei...”.

Non terminò la sua frase che scoppiò a piangere a dirotto.

Vedendola così sconvolta, Sarah accostò l'auto sul ciglio della strada, spense il motore e le afferrò il viso tra le mani.

Lycia, guardami”. Le ordinò.

No”. Mormorò la ragazza tra le lacrime

Lycia, per favore, calmati”. Insistette Sarah cercando di domare le sue stesse emozioni.

Ho detto di no”. Ribadì la giovane.

TI PREGO, BASTA”. Urlò Sarah scrollandola per le spalle.

No!”. Ripeté la ragazza scuotendo la testa.

LYCIA”. Gridò scrollandola ancora più forte

NO! SEI UNA STRONZA ED UN'EGOISTA”. L'apostrofò la giovane a voce alta, dopo essersi liberata dalla sua presa ferrea spingendola lontano.

Hai ragione, è vero, sono un egoista, una stronza e sono anche un po' invidiosa, lo ammetto, ma ti prego ora calmati”. La scongiurò Sarah abbandonando i toni forti e cercando di essere conciliante per poterla calmare.

Il suo tentativo riuscì: Lycia rallentò i singhiozzi e piano piano smise di piangere.

Sarah le diede un fazzoletto e dopo che si fu fu asciugata gli occhi, riprese a parlarle.

Mi spiace Lycia, non immaginavo stessi cosi male”. Disse con voce contrita.

È colpa tua”. Replicò la ragazza.

È vero, mi dispiace, ho sbagliato ma non succederà più”. Promise Sarah.

Come faccio a crederti?”. Le chiese Lycia rivolgendole un'occhiata dubbiosa.

Te lo giuro su tutto ciò che ho di più caro al mondo, non ti nasconderò più nulla”.

Sicura?”. Insistette Lycia.

Te lo prometto – rispose Sarah – sarò sempre sincera con te: ti dirò ogni cosa che mi riguarda ma tu dovrai fare altrettanto”. Specificò guardandola negli occhi.

Va bene”. Le concesse infine.

Prometti?”. Domandò Sarah.

Prometto“. Rispose Lycia

Pace?”. Chiese Sarah allungando la mano.

Pace”. Rispose Lycia stringendogliela.

Ok, ma ora fatti dare una bella strizzata”. Disse Sarah abbracciando forte sua sorella.

Ho avuto paura di perderti, che non ti arei più rivista”. Le confesso Lycia dopo averle posato la testa su una spalla.

Anche io”. Ammise Sarah accarezzandole i capelli.

Ti voglio bene”. Dichiarò Lycia.

Io di più”. Rispose Sarah

No, di più io”. Replicò Lycia

Shh! Vuoi litigare di nuovo?”. Chiese Sarah con finto tono polemico.

Nah – rispose Lycia – metti in moto”. La esortò dopo essersi sciolta dall'abbraccio.

L'altra annuì, inserendo di nuovo le chiavi, stava per accendere il motore ma la sorella le afferrò la spalla, inducendola a voltarsi.

Cosa c'è?”. Le domandò Sarah un po' stupita.

Senti – rispose la gazza un po' esitante – lo so che non possiamo andare ad aiutare Sam e Dean ma davvero non ho voglia di tornare a casa, sapendoli nei guai”.

Aveva usato un tono più ragionevole, con la speranza di convincerla.

Nemmeno io”. Ammise Sarah dopo averci pensato un secondo.

Allora torniamo indietro?”. Propose Lycia.

Sì ma più distanti rispetto a prima e rimaniamo in auto, ok?”. Si fece promettere.

Va bene”. Rispose Lycia.

Andiamo, allora”. Disse Sarah mettendo finalmente in moto la macchina: fece una rapida inversione e riprese a guidare verso la radura.

Improvvisamente Castiel apparve di nuovo sull'auto e per poco non le mandò a sbattere.

La giovane al volante, infatti, aveva perso per un istante il controllo del auto: andò fuori strada, costringendo l'Impala ad una brusca frenata.

CHE CAVOLO CI FAI QUI?”. Gridò Lycia furiosa per essere stata nuovamente spaventata.

Mi spiace”. Si scusò l'angelo lo stesso tono pacato e lo sguardo perso nei propri pensieri.

Non hai risposto alla domanda: dovresti essere con Sam e Dean”.

Già”.Commentò Sarah, dopo essere ripartita e tornata in carreggiata.

È vero ma è successa una cosa strana”. Dichiarò l'angelo.

Cioè?”. Domandò la giovane al volante.

Uno dei vampiri, il loro capo ha pronunciato il mio nome nell'antica lingua degli angeli e mi ha cacciato”. Raccontò.

Che cosa ? Come diavolo faceva a conoscerla?”

Ha detto di aver letto molti libri – mormorò l'angelo – ma dubito fortemente che abbia trovato un testo che riportasse quell'idioma”.

È strano, infatti”. Commentò Sarah con aria pensosa.

Non mi aveva staccato gli occhi di dosso tutto il tempo – riprese Castiel – e dopo che sei stata liberata, sono intervenuto di nuovo per calmare gli animi, lei mi ha sorriso e mi ha chiamato per nome”.

Lei?”. Domandò Lycia .

Sì. è una vampira – confermò Sarah – è stata lei a rapirmi stamattina e poi a consegnarmi nelle mani di tre tizi”.

Cavoli”. Commentò Lycia.

Quei tre di non erano vampiri, giusto?”. Chiese l'angelo.

È vero ma non erano neanche umani: avevano gli occhi gialli, la pelle che scottava ma non chiedermi cosa fossero, perché non lo so”. Rispose Sarah scuotendo la testa e rabbrividendo al pensiero di quegli esseri.

Non è che erano licantropi?”. Chiese Lycia arricciando il naso inorridita.

Può essere”. Mormorò Sarah dubbiosa.

Spero di no – commentò Castiel – comunque hanno bisogno di aiuto: non possono farcela da soli”. Dichiarò senza mezzi termini.

Ma tu non puoi tornare?”. Chiese Lycia.

No, a meno che non mi richiami chi mi ha cacciato e questo mi sembra alquanto improbabile”. Rispose l'angelo con una smorfia di disapprovazione.

Oh, no”. Commentò Lycia in tono ansioso, mordendosi il labbro e passandosi una mano tra il capelli.

Non preoccuparti – cercò di consolarla Castiel - non tutto è perduto, posso sempre chiamare Bob”. Disse portandosi la mano nella tasca del suo pastrano.

Chi è Bob?”. Chiese Lycia in tono sorpreso.

L'angelo non rispose, tirò fuori il suo cellulare e compose il numero.

Immediatamente dall'altra parte rispose la voce gracchiante di un vecchio brontolone.


Cosa vuoi?” Domandò in tono brusco senza neanche salutare.

Sam e Dean sono nei guai”. Rispose Castiel .

Che è successo?”. Chiese il vecchio.

Non c'è tempo per spiegare, hanno bisogno d'aiuto”. Spiegò l'angelo.

Perché non sei con loro?” Abbaiò Bob in tono accusatorio.

Sono stato cacciato”. Rispose Castiel.

Maledizione”. Commentò Bob.

Non è che puoi raggiungerli?”. Domandò Castiel.

Dove si trovano?”. Chiese il vecchio.

In una radura dietro un vecchi cimitero appena fuori Vancouver”. Rispose l'angelo.

È molto lontano”. Commentò Bob stupito.

Già”. Rispose Castiel in tono cupo.

No, non posso – dichiarò il vecchio – sono impegnato in un'altra missione e poi anche se volessi, la distanza è lunga: non farei in tempo”.

Capisco”. Commentò Castiel.

Senti ma perché non lo chiedi a uno dei tuoi amici alati?”. Propose Bob.

Hai dimenticato che mi odiano? Sono un angelo ribelle adesso: ormai non appartengo più alle schiere del cielo”. Dichiarò Castiel in tono contrariato.

E allora che facciamo?”.Chiese Bob .

Non saprei, per questo ho chiamato te”. Replicò l'angelo.

Io non posso andare”. Si rammaricò il vecchio.

Pero conosci tanti cacciatori, puoi vedere se ce ne è uno che vive da queste parti”. Propose Castiel.

Un altro cacciatore, dici ? Mm, Fammici pensare”. Rispose Bob con voce dubbiosa.

Sbrigati però”. Lo esortò l'angelo.

Ehi, non mettermi fretta, stupido angelo, sto riflettendo”. Borbottò seccato.

Va bene”. Rispose Castiel in tono risentito.

Non conosco nessuno di quelle parti – rispose il vecchio poco dopo – però posso chiedere ai miei amici, magari loro sì”.

Perfetto”.

Ti richiamo io allora”.

Sì”. E senza aggiungere altro chiuse la telefonata.


Allora chi è questo Bob? Che ti ha detto?”. Domandò Lycia che si era voltata verso l'angelo e stava letteralmente morendo di curiosità.

È un vecchio amico dei Sam e Dean”. Spiegò Castiel.

Un cacciatore?”. Domandò Sarah.

Esatto”. Confermo l'angelo.

Li aiuterà?”. Chiese Lycia con apprensione.

Non può, è troppo lontano”. Rispose Castiel in tono cupo.

Oh no”. Commentò Lycia portandosi le meni sulle labbra.

Tranquilla non c'è solo lui – dichiarò l'angelo – ha detto che farà un giro di chiamate per vedere se conosce qualche cacciatore in missione da queste parti”.

Oddio, speriamo di si”. Rispose Lycia congiungendo le mani a mo' di preghiera.

Non ci resta che aspettare”. Disse Castiel.

Già”. Commentò Sarah.

Voi dove state andando?”. Domandò in tono inquisitorio.

Stiamo tornando alla radura”. Rispose Sarah.

Ma Sam e Dean hanno detto che dovete ritornare a casa”. Mormorò Castiel in tono di disapprovazione.

Non possiamo andarcene a dormire sapendoli in trincea specie adesso che sono in pericolo”. Replicò Lycia concitata.

Se vi mettete in mezzo, si preoccuperanno per voi e saranno più vulnerabili”. Considerò Castiel.

Tranquillo, resteremo a distanza”. Precisò Lycia.

Sì, non ci faremo vedere”. Confermò Sarah voltandosi verso l'angelo e annuendo con un cenno del capo.

E se poi dovessero farcela, ci dovrà essere qualcuno che li porti via da lì, giusto?”. Aggiunse Lycia facendo l'occhiolino a sua sorella.

Uhm,donne”. Borbottò Castiel con una smorfia ma non sembrava contrariato.

Come ogni volta che qualcosa lo incuriosiva o, sfuggiva alla sua comprensione, era piuttosto confuso e meditabondo.

Le ragazze sorrisero e in quel momento, il cellulare di Castiel prese a squillare.

È Bob?”. Domandò Sarah.

Sì”. Rispose l'angelo mentre apriva la telefonata.


Allora hai trovato qualcuno?”. Domandò Castiel non appena udita la voce di Bob .

Sì – rispose quest'ultimo – un mio amico ha detto che conosce un cacciatore in missione da queste parti”.

Perfetto – commentò Castiel – ma siamo sicuri che questo accetterà di aiutare Sam e Dean?”.

Puoi scommetterci – confermò il vecchio – quello non si lascia scappare un vampiro nel raggio di chilometri”. Dichiarò con fermezza.

Perfetto allora, grazie”. Rispose Castiel.

Di niente – borbottò il vecchio – addio”. Mormorò chiudendo la conversazione.


Allora? Che ti ha detto? Manderà qualcuno?”. Domandò Lycia.

Sì – rispose l'angelo – e sembra anche uno tosto”.

EVVIVA”. Esultò la giovane alzando le braccia.

Credi che ce la faranno davvero?”.Chiese Sarah.

Certo”. Dichiarò Castiel .

Le due sorelle si guardarono esultanti.

Ragazze, ora devo andarmene – annunciò l'angelo, poco dopo – io non posso tornare come sapete”. Spiegò in tono rammaricato.

Dove andrai ?”. domandò Sarah.

Ho un'altra missione di cui occuparmi”. Spiegò l'angelo in tono vago.

È urgente?”. Chiese Lycia.

Abbastanza”. Rispose Castiel.

In bocca al lu.. – gli augurò Sarah, salvo interrompersi quando non lo vide più dallo specchietto retrovisore – è sparito”. Mormorò in tono stupito.

Già”. Confermò Lycia con una scrollata di spalle.

Ah! Neanche ci ha salutate”. Si lamentò Sarah.

Non prendertela – rispose Lycia – Sam mi ha detto che fa sempre cosi”. Spiegò in tono di rassegnazione.

Mm, è un tipo strano”. Commentò Sarah.

È molto carino però”. Costatò Lycia.

Sì, è vero, è affascinante ma non dirlo a Dean“. La pregò, portandosi un dito sulle labbra, per farle segno di tacere.

Se tu non lo dici a Sam”. Replicò la giovane.

Dirgli cosa?”. Domandò Sarah facendole l'occhiolino.

Niente” . Rispose Lycia esibendo un sorriso furbo.

Le due scoppiarono a ridere, dopodiché ripresero a chiacchierare amabilmente.

Siamo quasi arrivate”. Annunciò Sarah dieci minuti dopo.

Bene, meno male“. Commentò Lycia con aria trionfante.


Sam e Dean avevano assistito alla sparizione di Castiel con immenso stupore.

I vampiri esultarono, nella fattispecie i quattro amici di George.

Il più arrogante e sbruffone che poco prima aveva litigato con Dean si rivolse a lui e Sam con lo stesso tono baldanzoso e arrogante.

Siete sfacciati – esordi con sorriso sprezzante – adesso non potete più nascondervi dietro l'ala protettiva del vostro angioletto: dovrete battervi con le vostre sole forze e dubito che ne uscirete vivi”. Concluse prima di esplodere in una risata malefica.

Sam e Dean si scambiarono un occhiata, scossero la testa e guardarono il loro nemico come se si trattasse dell'ultimo degli idioti.

Poi Dean inclinò la testa da un lato e rispose al vampiro:

Senti chi parla, tu e i tuoi amici vi siete portati un esercito di mostri, cos'è avete paura di noi? Perché non vi battete da soli, anzi perché non ti batti tu con me? Solo io e te, un corpo a corpo, ci stai? ”.

Aveva parlato con voce lenta, facendo caso alla reazione del suo antagonista: paura? Dubbio? Una cosa era certa, dopo la sua domanda il sorriso era svanito dalla faccia del rivale. Questi guardò la pistola tra le mani di Dean e pensò a una possibile risposta.

Tra gli altri era nuovamente sceso un silenzio assoluto.

Il vampiro si voltò in loro direzione con la speranza che qualcuno gli desse manforte ma nessuno si offrì di aiutarlo. Messo con le spalle a muro non gli restò che accettare la sfida. La sua abilità contro dei proiettili d'argento. Avrebbe vinto? Non era certo.

Cercò di mascherare il suo timore atteggiando una finta sicurezza ma Dean non ci cascò, sollevò la Colt e sparò tre colpi.

Il vampiro li schivò. Non solo. Riuscì a disarmarlo e fargli volare la pistola lontano. Fortunatamente Sam riusci a recuperarla prima che finisse in mani sbagliate: sollevò l'arma per colpire il vampiro ma Dean glielo impedì. Disse che non doveva intervenire, che quello era un duello alla pari. Uno contro uno. Sam accettò la spiegazione e si fece da parte.

Il vampiro invece schernì Dean: lo denigrò per il suo stupido coraggio e per aver sprecato l'unica occasione per salvarsi. Il ragazzo non rispose: guardò il nemico si preparò nuovamente all'attacco. Senza più la Colt e con la consapevolezza che il vampiro non era intrappolato in un cerchio magico. Sarebbe sopravvissuto? La risposta arrivò molto presto.

Il vampiro era agile ma Dean si difese bene: usò tutta la sua esperienza e le armi di cui ancora disponeva. Ignorò gli insulti e le provocazioni di quest'ultimo e colpo dopo colpo, riusci a schivare tutti i suoi affondi.

Alla fine ebbe la meglio: con un abile mossa approfittò di un attimo di distrazione del suo avversario e lo colpi sul fianco, con un pugnale dalla lama d'argento, ferendolo in modo grave.

Il vampiro fissò Dean dapprima incredulo e poi terrorizzato, il giovane si avvicinò per dargli il colpo di grazia ma questi riuscì a evitarlo facendo un balzo indietro.

Poi quando vide che Dean si stava avvicinando di nuovo, iniziò a d arretrare: ad ogni passo in avanti, lui ne muoveva uno indietro.

Il suo reale scopo era quello di riposizionar il più possibile verso gli altri vampiri in modo che questi intervenissero in suo soccorso.

Stava per riuscire nel suo intento ma improvvisamente inciampò e cadde. Provò a rialzarsi ma Dean gli fu di nuovo sopra. Temendo che fosse arrivata la sua fine iniziò a piagnucolare facendo ridere Sam e Dean e infuriare gli altri vampiri che decisero comunque di aiutarlo, intervenendo nella lotta .

Due di loro circondarono Dean e lo attaccarono. Un terzo ne approfittò soccorrere il ferito e allontanarsi con lui.

Non ebbero fatto però i conti con Sam che a sua volta venne di nuovo in aiuto di Dean sparando ai suoi aggressori e uccidendoli.

A quel punto la vera lotta ebbe inizio.


Altri vampiri si scagliarono contro i due fratelli
circondandoli da ambo i lati.

Ciononostante non riuscirono a ucciderli e parecchi di loro caddero sotto le armi micidiali di Sam e Dean. Tuttavia nonostante morissero come mosche, erano comunque in netta superiorità numerica mentre, per quanto i due fossero forti e potenti le armi che impugnavano, prima o poi si sarebbero stancati, finendo per venire uccisi.

Improvvisamente però, Alice intervenne nella battaglia.

Disse agli altri di farsi da parte e come aveva annunciato poco prima di fronte a Castiel, si mise in prima linea per distruggere personalmente Sam e Dean .

Fu una lotta durissima. La vampira era piccola ma agilissima e potente: schivò tutti i loro colpi e restituì gli attacchi dimostrando un'incredibile forza e ferocia.


I fratelli Winchester erano messi veramente male, sopratutto Sam.

Era a terra e aveva il naso rotto da cui stava perdendo una cospicua quantità di sangue.

I vampiri si leccarono le labbra e lo guardarono ingordi, speravano che Alice decidesse di darlo in pasto a loro.

Gli fecero anche la proposta ma la vampira rispose con un categorico no.

Non li avrebbero divorati ma solamente uccisi e sarebbe stata lei stessa a farlo.

Si avvicinò a Sam e gli puntò un pugnale alla gola.

Lascialo stare – mormorò Dean – lui non centra: ho ucciso io George”.

Oh che amore fraterno, sono commossa – replicò Alice sarcastica – peccato che voi umani non abbiate avuto pietà per la mia famiglia: avete sterminato, i miei genitori, i miei fratelli e il mio fidanzato, ci avete costretto a fuggire dal nostro paese nel quale vivevamo pacificamente nutrendoci solo di sangue animale. Ci avete braccato e dato la caccia come se fossimo immonde bestie” .Raccontò con voce amara e uno sguardo carico di risentimento

È quello che siete”. Rispose Dean.

Non più di voi – commentò Alice – da secoli non fate che distruggervi a vicenda con guerre e soprusi di ogni genere, state distruggendo questo pianeta, PERCHÈ NON AVETE RISPETTO PER NIENTE E PER NESSUNO”. Dichiarò alzando la voce alla fine.

Beh, è vero, non siamo dei santi – tagliò corto Dean – ma siamo umani: sbagliamo ma sappiamo imparare dai nostri errori, andiamo avanti e comunque, al contrario di voi, oltre alla morte siamo capaci di creare anche la vita ”.

Sì, la vita”. La vampira esplose in una risata malevola, poi quando smise, guardò i due fratelli con rinnovato odio e aggiunse: “non fate che riprodurvi e poi non siete capaci di stare al mondo, non avete nulla da offrire ma sapete solo pretendere e per ottenere quello che volete, siete disposti a passare sopra tutto e tutti”.

Invece voi vampiri che cosa avete da offrire se non la morte? – Rispose Dean contrariato – uccidete gli uomini per nutrirvi o peggio li condannate a una non vista per l'eternità. Che senso ha?”.

Tu non puoi capire – replicò Alice – noi siamo una famiglia, ogni vampiro è legato agli altri ed è un fratello ma che ne può sapere un ignorante come te”.

Io so quello che vedo – commentò Dean – e cioè un gruppo di ragazzi giovanissimi, strappati ai loro affetti, divenuti mostri e condannati a uccidere per sopravvivere: dov'è l'amore e la famiglia in tutto questo?”.

Alice stava per replicare ma fu interrotta da un lampo seguito da immensa luce bianca ed abbagliante.

Era cosi forte che fu sentito e visto da tutta la radura e anche da Sarah e Lycia che erano appena tornate con l'auto.

Si erano dette di restare a distanza, ma davanti a quel suono e quel bagliore, non poterono fare a meno di scendere dalla macchina e vedere cosa stava succedendo.

Si avvicinarono furtive e si nascosero dietro un albero.

Sarah aveva già visto una luce come quella: un attimo dopo che George era stato colpito dal paletto era apparso Castiel.

Tuttavia l'angelo non poteva tornare perché Alice lo aveva scacciato.

Allora cos'era quel lampo? C'erano per caso altre creature di Dio disposte ad aiutare i due fratelli? Sarah spero in cuor suo di sì.

La risposta non si fece attendere: un istante dopo dalla luce emerse un altro angelo.

La ragazza esultò.

Sam e Dean invece guardarono il nuovo arrivato con malcelato disprezzo.

Che cavolo ci fai qui ?”. Gli chiese Dean in tono sprezzante.

Sono venuto ad aiutarvi”. Rispose questi.

Non ci serve il tuo aiuto”. Commentò Sam.

A me pare di sì”. Replicò l'angelo osservando com'erano ridotti i due fratelli.

Alice a sua volta osservò la creatura celeste: non pareva affatto sorpresa del suo arrivo ma piuttosto contrariata: “Che sei venuto a fare Zaccaria? – gli domandò – non erano questi i patti”.

Sta zitta sciocca – sbottò l'angelo adirato – come osi rivolgerti a me in quel modo?! Inutile essere demoniaco, ti rispedisco all'inferno se parli ancora”.

La vampira non si spaventò per le minacce di Zaccaria ma si arrabbiò ancora di più.

Furiosa come non mai pronunciò ad alta voce l'antica formula che aveva usato per scacciare Castiel .

Stavolta però non ebbero l'effetto desiderato. L'angelo non scomparve. Si girò verso di lei e dopo averla fulminata con lo sguardo, le mise una mano sulla fronte: un istante dopo Alice cominciò a bruciare.

La vampira gridò disperata ma nel giro di pochi secondi diventò un mucchietto di cenere, davanti agli occhi inorriditi dei presenti.

Così impari a fare la furba: senza il mio nome antico non poteva funzionare ”. Mormorò l'angelo calpestando le ceneri e dissolvendole nell'aria .

Dal gruppo di vampiri si udirono dei pianti disperati: erano le due ragazze vampire: quelle

che assieme al loro compagno, avevano portato via il corpo di Emmett ed erano ritornate.

Silenzio o farete la stessa fine”. Intimò loro Zaccaria .

Le due tacquero immediatamente, soffocando i singhiozzi tra le braccia del loro protettore. Istintivamente questi, si parò loro davanti come uno scudo.

Zaccaria li guardò con disprezzo e scelse poi di ignorarli riportando la sua attenzione ai due fratelli Winchester.

Rivolse loro un sorriso che però non ricambiarono.

Che cosa significa che non erano questi i patti? Eri d'accordo con loro?”. Domandò Dean contrariato.

In un certo senso sì”. Rispose l'angelo.

Avrei dovuto aspettarmelo, essere spregevole” . Commentò il ragazzo senza neanche attendere replica.

Non arrivare a conclusioni affrettate – rispose Zaccaria – ho solo finto di voler aiutare questi mostri. Saputo del piano per uccidervi: ho offerto loro i miei servigi svelando il modo per scacciare Castiel”.

Bastardo”. Commentò Sam che nel frattempo continuava a perdere sangue, ed era sempre più pallido.

In realtà – spiegò Zaccaria ignorando l'insulto – il mio scopo era un altro”.

Lo posso immaginare – rispose Dean – sentiamo: scommetto che volevi trovarci in pericolo estremo, per farmi dire sì a Michele in cambio del tuo aiuto, vero?”.

A quanto pare non sei stupido come pensavo”. Rispose l'angelo dopo aver annuito con un cenno del capo.

Beh, tempo sprecato: preferisco morire piuttosto che cedere il mio corpo come tramite a voi spacconi, per combattere Lucifero”. Dichiarò Dean con fermezza.

Darlo in pasto a dei zombie invece è più sensato?”. Domandò Zaccaria visibilmente contrariato.

Almeno perirò come me stesso”. Commentò il ragazzo.

È la tua risposta definitiva?”.

Ci puoi scommettere”. Rispose Dean con decisione.

Va bene allora, fa come vuoi – disse l'angelo con rabbia – crepa per mano loro, addio sciocco: io me ne vado”. E, senza più attendere replica, sparì così com'era apparso.

Rimasti soli i due fratelli vennero di nuovo accerchiati.

I vampiri erano più furiosi che mai per aver perso la loro amica e stavolta non se li sarebbero fatti sfuggire.


Sarah e Lycia nel frattempo, avevano assistito alla scena con Zaccaria.

La lunga distanza però non aveva permesso di sentire i discorsi e capire perciò cos'era accaduto. Sapevano solo che quell'angelo non sembrava amico dei ragazzi, li aveva abbandonati lasciandoli in un mare di guai.

Le due giovani erano sbigottite e spaventate:

Che facciamo?” Domandò Sarah, che non voleva permettere ne restare a guardare i vampiri che uccidevano i suoi amici.

Se solo avessimo delle vere armi”. Mormorò Lycia.

Sapeva che i banali coltelli da cucina che aveva nello zaino, non sarebbero serviti a fermare il massacro.

Armi hai detto ?” Chiese Sarah. “Ma sì, certo – si rispose da sola, dopo qualche secondo – vieni con me”. E senza indugi tirò sua sorella per un braccio trascinandola verso la macchina.

Cos'hai intenzione di fare?”. Domandò Lycia.

Aspetta e vedrai”. Rispose la ragazza mentre prendeva le chiavi e apriva il portabagagli.

Si era ricordata che una volta Dean le aveva detto di tenere un intero arsenale nascosto sul fondo del cofano.

La ragazza sollevò delle coperte e trovò quello che cercava: afferrò due fucili e, dopo averli caricati con tutti i proiettili d'argento che riuscì a trovare, ne diede uno a sua sorella e saltò sull'auto con lei.

Mise in moto spingendo al massimo sull'acceleratore e nel giro di pochi secondi piombò in mezzo alla radura, salvando cosi due fratelli un attimo prima che venissero assaliti e uccisi.

Le due giovani scesero dall'auto e cominciarono a sparare all'impazzata verso i vampiri, che si erano scansati per non essere investiti.

Riuscirono a metterne al tappeto alcuni, compreso il maschio che era con le due vampire: lo centrarono in piena fronte e questi cadde a terra senza vita.

EDWAAAAAAAAAAARD”. Gridò la sua compagna mettendosi le mani sulla testa.

PAPÀ, PAPÀ – gli fece eco la più piccola gettandosi sul cadavere – PAPÀÀÀÀÀÀ”. Continuò a gridare disperata.

Papà?” Domandarono Sam e Dean guardandosi confusi.

Papa?”. Ripeté anche Sarah allibita.

Sì, papà – rispose la compagna del morto – era un padre ed era anche mio marito”. Dichiarò scagliandosi subito dopo contro la giovane.

Sarah provò a spararle ma senza l'effetto sorpresa la vampira schivò tutti i suoi proiettili e si gettò su di lei.

La ragazza venne salvata da sua sorella che le mozzò la testa a bruciapelo.

MAMMAAAAAA!”. Urlò la piccola vampira che aveva assistito alla scena, mentre piangeva e abbracciava ancora il corpo di suo padre.

La madre non rispose: era morta anche lei.

Sarah spinse il suo corpo lontano da sé e quello cadde poco distante da quello del marito.

La giovanissima vampira lasciò il cadavere del padre e si gettò su quello di sua madre gridando ancora più disperatamente.

Sam e Dean ne provarono quasi compassione.

Per un attimo Dean ripensò alle parole di Alice, forse aveva ragione: erano loro esseri umani i veri mostri, tuttavia non poteva rischiare che quella vampira seppur bambina potesse un giorno andarsene in giro e succhiare il sangue a qualche povero malcapitato se non addirittura trasformarlo.

Anche se la cosa non gli piaceva, la vampira andava uccisa a ogni costo.

Il ragazzo le si avvicinò e sollevò la Colt per colpirla ma venne fermato da una delle creature con gli occhi gialli che aveva riportato Sarah.

Era un ragazzo gigantesco, muscoloso e alto più di Sam, con la faccia stravolta dall'ira e dal dolore. Questi colpi Dean con un pugno scaraventandolo in terra poco distante, poi si avvicinò alla vampira e si chinò sul cadavere di sua madre.

Bella, no! Non è possibile – mormorò accarezzando il viso della morta, trattenendo a stento le lacrime – pagheranno per quello che ti hanno fatto, te lo giuro ”. Dichiarò a denti stretti.

Poi si rialzò in piedi e dopo essersi voltato con sguardo omicida verso Sam e Dean che era ancora steso a terra, si rivolse alla piccola vampira: “Scappa, Renesme”. Le ordinò.

Lei però non si mosse.

Jacob”. Mormorò mentre le lacrime di sangue continuavano a rigarle il viso.

Devi andartene”. Insistette il ragazzo.

NO, VOGLIO VENDICARE I MIEI GENITORI”. Gridò volgendo uno sguardo carico di odio verso Sarah e Lycia .

No – rimarcò Jacob – ci penso io a farlo. Tu devi andartene”.

Ma Renesme non lo ascoltò. Con uno scatto fulmineo partì all'attacco di Sarah e Lycia.

Sam provò a salvarle ma Jacob si trasformò in un gigantesco lupo.

Merda”. Commentò Dean, sollevando la testa e i gomiti e cercando di rialzarsi.

Sam sparò al lupo ma i proiettili rimbalzarono sulla creatura.

Questi rispose all'attacco, dando al ragazzo una zampata cosi forte che lo mandò al tappeto. Dopodiché lo afferrò per i denti prendendolo per la collottola come se si fosse trattato di un animale invece che di un umano.

Dean si rimise in piedi a fatica e accorse in aiuto di Sam ma Jacob colpi anche lui mettendolo di nuovo a tappeto.

La situazione era disperata: Sam stava per essere divorato e le due ragazze uccise da Renesme mentre gli altri vampiri assistevano alla scena esultando.


Improvvisamente la situazione cambiò.

Un arrivo insperato e inaspettato ribaltò le sorti della battaglia.

Un gigantesco uomo di colore, con addosso un paio di occhiali da sole malgrado fosse notte, comparve dal nulla e lanciò due bombe a mano contro vampiri, uccidendone a decine, la spada levata per tagliere loro la testa, costringendo gli altri alla fuga nei boschi circostanti.

Dopodiché, sfoderò l'enorme spada di cui era armato e si gettò contro il lupo.

Jacob mollò Sam e rispose all'attacco.

Fu una battaglia feroce ma l'uomo nero era dotato di una forza sovrumana e nel giro di pochi minuti ebbe la meglio.

I compagni di Jacob si trasformarono a loro volta per cercare salvarlo ma senza successo.

Tutti i lupi perirono sotto i colpi micidiali del misterioso guerriero.

Subito dopo fu la volta di Renesme: la vampira venne eliminata mentre stava per mordere Sarah, dopo aver prima messo al tappeto Lycia.


Sam e Dean erano feriti ma vivi: andarono subito in aiuto delle due ragazze, mentre l'uomo nero, si apprestò a inseguire i vampiri scampati al suo massacro.

Si stava già dirigendo verso il bosco quando fu distratto dalle urla di Sarah che piangeva disperata. Si avvicinò per vedere la situazione e si accorse dell'altra giovane ferita.

Senza perdere tempo estrasse qualcosa dal suo stivale. Era una capsula contente alcune siringhe: l'uomo ne prese una, si chinò sulla ragazza e la infilzò con l'ago in pieno petto.

COSA LE STAI FACENDO?”. Gridò Sarah sconvolta.

Le ho iniettato un siero per impedire che si trasformi in vampira”. Rispose l'uomo.

Se la caverà ?”. Domandò Sam, ancora più pallido e stremato.

Sì, ho visto ferite peggiori: un po' di riposo, qualche zucchero e tornerà come nuova”. Rispose l'uomo.

Grazie infinite”. Mormorò Sarah commossa mentre guardava la sorella.

Ehi, sorellina hai sentito? Guarirai, andrà bene, è andato tutto bene, è finita, siamo vivi”. Le sussurrò con entusiasmo carezzandola.

Lycia non rispose ma parve aver capito perché accennò un mezzo sorriso.

Ehi aspetta, ma tu chi sei?”. Domandò Sam rivolgendosi all'uomo che nel frattempo si era rialzato ed era in procinto di rimettersi in cammino.

Blade”. Rispose l'uomo con voce cavernosa.

Sei un cacciatore?”.

Esatto”.

Come facevi a sapere della battaglia?”.

Sono stato informato da un mio amico che è anche amico di un vostro amico”.

È senz'altro Bob”. Affermò Dean.

Blade non rispose: si stava già allontanando verso la foresta.

Ehi, dove vai?”. Gli chiese Dean.

Acciuffo gli altri cattivi”. Rispose lui,

Ma non c'è bisogno: non credo che stavolta si rifaranno vivi”. Dichiarò Sam.

Meglio prevenire”. Tagliò corto l'uomo.

Grazie ancora per averci salvato” Disse Sarah.

Sì, esatto grazie mille”. Gli fece eco Sam.

Dovere”. Mormorò Blade.

IN BOCCA AL LUPO”. Gridò Dean.

L'uomo non rispose: si girò e gli lanciò un occhiataccia.

Dean si domandò il perché di quel gesto, poi vide Sam accigliato che gli indicava le carcasse dei li lupi poco distanti e comprese di aver fatto una gaffe.

Chiedo scusa”. Mormorò imbarazzato.

Blade sollevò il sopracciglio destro e accennò una smorfia di perdono, poi alzò il braccio in segno di saluto e se ne andò senza più voltarsi.

Dovevi proprio dire quella frase?”. Domandò Sam contrariato.

Mi dispiace”. Si scusò ancora Dean.

Sarah abbracciò il ragazzo: “Mi hai salvato anzi mi avete salvato”. Si corresse abbracciando anche Sam.

Ehm”. Borbottò Lycia dopo aver sollevato la testa, i tre si voltarono verso di lei: la ragazza si stava decisamente riprendendo. Sam le sorrise.

Dean guardò la distesa immensa di cadaveri sparsi per la radura.

I quattro della band di George non c'erano.

Il ragazzo si augurò che Blade li prendesse tuttavia, anche se non ci fosse riuscito, era comunque sereno: dopo la lezione ricevuta, i quattro si sarebbero tenuti alla larga.

Dobbiamo sistemare questo casino”. Disse poco dopo a Sam.

Il fratello però non l'ascoltava: continuava a scambiarsi sorrisi con Lycia.

Sam, Sam!”. Dean ne richiamò l'attenzione toccandolo sulla spalla.

Che c'è?”. Sbuffò contrariato.

Mi dispiace interrompere il vostro idillio ma dobbiamo far sparire i corpi”.

Ho capito”. Rispose il fratello con un sospiro.

Dovremmo anche fare qualcosa per il suo naso”. Gli fece notare Sarah.

Hai ragione”. Commentò Dean.

Non è niente – obbiettò Sam – mi hanno fatto peggio”.

In effetti è stata una passeggiata”. Dichiarò Dean esibendo un sorriso compiaciuto.

Sarah e Lycia si guardarono perplesse e scossero la testa.

I due fratelli si alzarono in piedi  presero due badili e una tanica di benzina dal portabagagli e dopo aver scavato un enorme buca,

ci ammucchiarono i cadaveri l'uno sull'altro e gli diedero fuoco.

Nel giro di pochi minuti la radura venne illuminata  dall'enorme falò di ossa che bruciavano.

Dovremmo andarcene prima che qualcuno ci veda  e faccia domande”. Disse Sam.

Non credo che passi qualcuno a quest'ora –rispose Deancomunque andiamo: riportiamo le ragazze a casa”.

Va bene“. Dichiarò Sam, mentre raccoglieva la sua pala e la tanica vuota, per riporle nel cofano.

C'è un graffio sullo sportello dell'auto”. Mormorò Dean a Sarah in tono di rimprovero.

Mi dispiace: ti pago il conto della carrozzeria”. Rispose lei sarcastica.

Divertente – commentò Dean, mentre le apriva la portiera per farla salire – sei stata un'incosciente, potevi morire”. Aggiunse contrariato dopo che la giovane fu salita e le ebbe richiuso lo sportello.

È vero: avete rischiato grosso”. Confermò Sam, dopo aver aiutato Lycia a sdraiarsi sul sedile posteriore, con le gambe poggiate addosso a Sarah ed essersi seduto a sua volta avanti.

Vi avevamo detto di tornarvene a casa”. Disse Dean facendo il giro e mettendosi al posto di guida.

Lo stavamo facendo – replicò Lycia – ma Castiel è tornato in macchina e ci ha detto che eravate in pericolo poi si è messo a fare delle telefonate al vostro amico Bob e ha detto che avrebbe mandato qualcuno, dopodiché se ne è andato e noi siamo venute ad assicurarci che vi aiutassero davvero. Mentre parcheggiavamo abbiamo visto quella luce bianca e siamo scese dall'auto a vedere: ma chi era quello a proposito?”.

Domandò la ragazza, dopo aver parlato quasi tutto d'un fiato.

Un bastardo”. Rispose Dean.

Ci è sembrato che fosse un altro angelo”. Spiegò Lycia.

No, era un bastardo”. Confermò Sam.

Sì, insomma volevamo starcene in disparte – disse Lycia riprendendo il suo racconto – ma poi quello se ne è andato, voi eravate a terra feriti e..”.

E io mi sono ricordata delle armi nel bagagliaio, il resto lo sapete”. Concluse Sarah al posto suo.

Ripeto che siete state delle incoscienti. Commentò Dean – ma grazie comunque”. Mormorò accennando un sorriso alle ragazze dallo specchietto retrovisore.

Grazie a voi per avermi salvato”. Replicò Sarah.

DOVERE”. Risposero Sam e Dean contemporaneamente, citando Blade.

Lycia, per caso Castiel ti ha detto dove andava?”. Domandò Dean dopo aver acceso il motore dell'Impala – ho provato a chiamarlo sul cellulare ma è irraggiungibile”.

Non lo so, a noi ha detto solo che aveva un altra missione da compiere”. Rispose la ragazza.

Che genere di missione?”.

Non saprei”. Dichiarò scuotendo la testa.

Che cavolo starà combinando?”. Chiese Dean mentre faceva retromarcia e usciva dalla radura.

Forze Bob lo sa”. Disse Sam.

Chiamalo”. Lo esortò Dean.

Sam telefono al vecchio per ringraziarlo dell'aiuto che gli avevano mandato e per informarlo che era andato tutto bene. Gli chiese inoltre, se per caso sapeva dove si fosse cacciato Castiel ma il vecchio rispose di no e che comunque non gli interessava.

Sam provò a richiamarlo ma il telefono era ancora staccato.

Che cavolo di fine avrà fatto?”. Sbottò Dean contrariato.

Speriamo che non gli sia successo qualcosa”. Mormorò Lycia preoccupata.

Non penso: starà bene”. Rispose Dean anche se voleva esserne certo.

Riaccompagniamo a casa le ragazze e poi lo cercheremo”. Propose Sam .

Hai detto casa ?”.Chiese Dean.

Sì, perché?”.

Credo di aver capito dove si trovi”. Dichiarò il ragazzo con un sorriso.

Puoi spiegarmi?”. Domandò Sam confuso.

Non serve, il nostro amico ci sta aspettando”. Rispose Dean, mentre dopo un ultimo sguardo alla radura si allontanava nella notte.


Ok con questo capitolo mi sono fatta ufficialmente dei nemici. :D
Spero comunque che il suo faccia a faccia con Dean sia piaciuto. Ho cercato di spiegare quelle che erano le sue ragioni, il suo punto di vista e si è vero alcuni eventi della saga li ho modificati, ma era per cercare di rendere le cose più o meno credibili. Anche se è vero che era nata come uno scherzo per tirare su una mia amica, alla fine mi ci sono appassionata e ho cercato di dare il meglio. Ringrazio chi mi ha seguita fin qui e coloro che mi hanno recensita, in particolare la mia amica Kurtina a cui è dedicata, ricordo che comunque ci sono ancora due capitoli e spero li leggerete, ala prossima gente ;)

ps. l'idea di Blade mi è venuta in una notte insonne, non ho saputo resistere :D


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Capitolo 8
*** Chapter Eight: facing west ***


Quando Sam aveva pronunciato la parola casa, Dean si era ricordato cos'era successo prima di arrivare alla radura. Aveva mandato Castiel a controllare che Amanda stesse bene: l'angelo era tornato dieci minuti dopo, con uno strano segno sulla faccia e l'aria di chi aveva qualcosa da nascondere.

Dean ne era certo: qualunque cosa fosse accaduta a casa delle ragazze, Castiel era tornato lì, e presto avrebbe scoperto il mistero.

L'angelo osservò la ragazza addormentata sul letto: sembrava tranquilla.

Ciò che era successo prima della battaglia pareva solo un ricordo lontano.

Aveva trovato Amanda riversa sul pavimento del bagno, a terra accanto a lei un barattolo di medicine vuoto: la giovane aveva ingoiato l'intero flacone nel tentativo di suicidarsi.

Castiel le aveva tastato il polso e il collo e dopo aver visto che nella ragazza c'era ancora un alito di vita, si era affrettato a farle vomitare quanto aveva ingerito.

Dopo aver rigettato, la ragazza era tornata in sé e a quel punto era iniziato il vero dramma. Con non poco stupore di Castiel, Amanda lo aveva riconosciuto e aveva iniziato a malmenarlo e a lanciargli vari oggetti, tra cui un portasapone con il quale lo aveva colpito su uno zigomo. Dopodiché aveva afferrato una lametta per radersi e si era tagliata i polsi, il tutto mentre gridava come un'ossessa, totalmente in preda una crisi isterica.

Castiel aveva fatto e detto di tutto per cercare di calmarla: le aveva anche toccato la fronte per vedere se era posseduta ma in realtà la ragazza era solo disperata, continuava a gridare con quanto fiato aveva in gola e sembrava non sentirlo.

Infine, l'angelo si era visto costretto a usare di nuovo i suoi poteri: l'aveva fatta addormentare e ne aveva curato le ferite, assicurandosi che non si risvegliasse prima del suo ritorno.

Fortunatamente il suo tentativo era riuscito e la ragazza dormiva ancora.

Aveva un espressione tranquilla e pacifica, quasi gli dispiaceva doverla svegliare ma non aveva scelta: doveva capire quale motivo l'avesse spinta a commettere un gesto tanto sconsiderato. Voleva aiutarla, fare di tutto per impedire che la cosa si ripetesse perché il suicidio era un biglietto di solo andata verso gli inferi, a prescindere dalle ragioni sottostanti alla tragedia, e lui lo sapeva bene: le regole di Dio non ammettevano eccezioni.

Tuttavia, la sofferenza della ragazza lasciava intuire che ella aveva già vissuto un inferno in terra e lo stava tuttora vivendo: era giovane e fragile, non l'avrebbe lasciata nelle mani dei demoni – le avrebbe fatto tornare il sorriso a qualunque costo.


Castiel si chinò su di lei e le soffiò sul viso.

Qualche istante dopo Amanda riaprì gli occhi, l'angelo si tenne subito pronto nel caso la giovane ricominciasse a urlare e attaccarlo ma lei non lo fece.

Al contrario di prima rimase calma: sembrava che tutta la sua energia e la carica distruttiva fossero scomparse lasciandola con un senso di spossatezza e in uno stato quasi catatonico.

Stai bene?”. Le domandò Castiel con voce calma e profonda.

Sarei stata meglio se fossi morta”. Rispose la ragazza senza nemmeno sollevare il capo e voltarsi a guardarlo.

Perché vuoi buttare via la tua vita? – chiese l'angelo, evidentemente ferito e confuso al solo pensiero – sei giovane”.

Perché non dovrei farlo? - ribatté quasi per sfida - Se vivo o se muoio non importa a nessuno”.

Ti sbagli – la contraddisse Castiel – sono sicuro che chi ti vuole bene soffrirebbe moltissimo per la tua perdita”.

Questo è vero – osservò la giovane – ma c'è un piccolo particolare: nessuno mi vuole bene”. Dichiarò lapidaria, mentre continuava a fissare il soffitto, come se si fosse trovata sul lettino di uno psicanalista a raccontare i suoi sogni e parlare dei suoi guai.

Non ti credo, come fai a essersene sicura?”. Insistette Castiel.

Lo so è basta: nessuno capisce quello che ho passato e che sto passando e anche se qualcuno arrivasse a farlo, dubito che gliene importerebbe ”.

Importa a me – replicò Castiel – e a Dio”.

Amanda scoppiò a ridere: “Dio? – Domandò ironica – Dio non esiste o almeno non più: se anche ci fosse stato, allora è morto anche lui”.

Ti sbagli – ribatté con il suo tipico tono imperturbabile e pacato, soltanto lo sguardo si era animato - lui non può morire: c'è e vede tutto”.

Vede anche le ingiustizie di questo mondo?”. Lo stesso tono polemico.

Certo, lui vede e provvede”. Fu la pronta risposta.

Sì sì, come no”. Ribatté l'altra con un sorriso amaro.

Le sue vie sono misteriose e incomprensibili per voi umani”.

Balle: sono solo scuse e un mare di cazzate”. Replicò Amanda con disprezzo, voltandosi un momento a guardarlo.

Non dovresti usare questo linguaggio: sei una ragazza”. La rimproverò Castiel.

Io parlo come cazzo mi pare, stupido angelo di merda – lo apostrofò la ragazza mettendosi dritta sedere e puntandogli il dito contro – sei solo un patetico burattino nelle mani del cielo: in realtà non sai niente di quello che succede ai piani alti e ripeti solo le stronzate che ci propinano anche i preti”. Sembrò aver ritrovato completamente l'energia nonché il fuoco della rabbia e della disperazione che maceravano dentro di sé da tempo immemore. “Dio non mette a posto proprio un cazzo di niente, perché non gliene frega un cazzo di noi mortali e tu lo sai bene, ammesso che tu sia chi dici di essere: magari il tuo giochetto con le ali era solo un trucco di un moderno Copperfield”.
Castiel scosse il capo. Se qualcuno
gli avesse detto quelle cose solamente due mesi prima lo avrebbe ucciso senza pensarci due volte, indipendentemente dal sesso e dall'età.
Non più, non dopo quello che aveva passato:l'essere cacciato dal Paradiso,privato di gran parte dei suoi poteri e costretto a vivere quasi come gli umani, nascondendosi tra essi.
La sua empatia e la comprensione verso di loro era aumentata: non li trovava più patetiche scimmie parlanti votate al peccato ma creature complesse e affascinanti. Avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarli. Restituire loro la speranza, specialmente a quella ragazza di fronte a lui, le cui parole erano pregne di odio e di amarezza.

Per quanto la biasimasse, Castiel ne provava al contempo compassione: anche lui in fondo stava perdendo la fede e per quanto cercava di decantarle il fatto che Dio amasse gli uomini, non era poi più cosi tanto convinto.

Quella ragazza non aveva tutti i torti: era sempre stato solo un marionetta del cielo, ligio al dovere e ignaro della volontà del creatore.

La osservò intensamente. Per un attimo fu tentato di dirle che la pensava come lei ma si trattenne: non poteva farlo. Ammettere ciò, l'avrebbe condannarla ad un ulteriore infelicità o alla morte. Si attenne quindi al copione del bravo angelo custode.

Mi dispiace che la pensi in questo modo – le disse in tono cupo – Dio esiste e io sono un angelo ma tu non puoi capire, anche se in parte hai ragione: io, sono solo uno strumento e come te, non sempre comprendo la volontà di Dio” Fece una pausa perché assimilasse quelle parole, prima di continuare. “Però una cosa è certa: lui vi ama, altrimenti vi avrebbe già distrutti”.

Può darsi – commentò Amanda sdraiandosi di nuovo e tornando a guardare il soffitto – magari invece non vuole più sporcarsi le mani e resta a guardare mentre ci distruggiamo da soli”.

Se fosse come dici tu, non avrebbe mandato noi angeli a salvarvi dall'Apocalisse”. Rispose l'angelo ma in realtà pensava: “hai ragione, è probabile che desidera che vi uccidiate e il fatto che voglia rispedire il diavolo all'inferno non c'entra niente con voi: fa solo parte della sua guerra personale contro di lui”.

Oh cielo, sono commossa – rispose Amanda con sarcasmo, distogliendolo dai suoi pensieri – ora scaccerete via il demonio e tutti gli altri cattivi trasformando la terra in un paradiso terrestre?”.

Non esattamente - rispose Castiel composto, quasi non avesse percepito il sarcasmo – rispediremo il diavolo all'inferno e voi continuerete la vostra vita”. Chissà per quanto ancora..

Quindi, in finale, la solita merda”. Considerò Amanda.

Ti sbagli, non è poi cosi male – e su questo sono sincero, pensò l'angelo – sai, è da poco tempo che mi sono incarnato e giro su questo pianeta e devo dire che, anche se ci sono tante cose che non vanno per il verso giusto, il mondo è comunque un posto meraviglioso. Voi umani siete creature complesse e affascinanti, dovreste pensare solo un po' meno ai beni materiali e amarvi di più ”.

È quello che ho sempre fatto o almeno ci ho provato ma mi è andata male”. Rispose Amanda con un sospiro.

Cos'è successo?”. Domandò Castiel.

Perché me lo chiedi? Voi angeli non sapete sempre tutto?”.

Sappiamo le cose importanti che riguardano la collettività”. Rispose Castiel.

Ma non ci sono gli angeli custodi?”. Chiese la ragazza.

Sì ma voi siete di gran lunga più numerosi e perciò ogni angelo si occupa di svariate migliaia di persone”. Spiegò Castiel.

E di fare la guerra contro i suoi stessi fratelli. Considerò tra sé con rabbia .

Che lavoraccio – commentò Amanda, che non si era accorta dell'espressione indignata dell'angelo mentre pensava ai suo fratelli – scommetto che non vi pagano neanche gli straordinari”. Continuò ignara.

In cielo non esiste il denaro – rispose l'angelo salvo poi aggiungere – non abbiamo vacanze ne festività, non ci sono i fidanzamenti e i matrimoni, non c'è niente di tutto ciò”.

Concluse in tono cupo. Per un attimo il paradiso gli parve un posto triste e vuoto.

E che cosa fate tutto il tempo, se è lecito sapere?” Domandò la giovane piena di stupore nonché di curiosità.

Ci occupiamo di mantenere l'ordine in cielo e in terra”. E di scannarci per la gerarchia e la conquista di un posto più vicino a Dio, che solo pochi eletti di noi possono vedere.

Pensò sempre più triste e amareggiato.

E non avete tempo libero?”. Chiese la ragazza sempre più ingorda di sapere e inconsapevole di come le sue domande stessero mettendo in crisi l'angelo: facendogli pensare a un eternità vissuta senza senso di cui solo ora si rendeva conto.

No”. Mormorò Castiel.

Che fregatura – commentò la giovane con una smorfia – e noi umani che ci lamentiamo. Ho sempre creduto che voi essere alati ve ne steste dalla mattina alla sera in Paradiso, a suonare l'arpa seduti sulle nuvole, e che la Domenica cantaste in gospel al cospetto di Dio”.

Nonostante l'amarezza che provava in quel momento, quando sentì le parole di Amanda, Castiel non pote fare a meno di mettersi a ridere.

Rise così tanto che la ragazza lo guardò allibita. “Questa è bella“. Commentò divertito .

Eppure si è sempre pensato cosi”. Insistette la ragazza lievemente risentita.

Bé, non so chi a messo in giro la voce ma ti assicuro che non c'è niente di più lontano dalla realtà”. Replicò l'angelo tornando serio.

Quindi, in poche parole, voi angeli fate una vitaccia?”. Chiese Amanda.

Castiel annuì con un cenno del capo . “Te l'assicuro: voi umani ve la passate meglio”.

Dichiarò fissando la giovane negli occhi.

Povera me”. Commentò la ragazza distogliendo lo sguardo e rilasciando un sospiro senza aggiungere altro.

Perché volevi ucciderti?”. Domandò Castiel, approfittando del momento per riportare il discorso sul tema centrale.

Te l'ho detto: nessuno mi ama”. Rispose Amanda in tono triste.

Per quale motivo?”. Volle sapere l'angelo.

Ti interessa davvero?”, Domandò la giovane stupita.

Certo”. Rispose Castiel esortandola a spiegare.

La ragazza rilasciò un altro sospiro e prese a raccontargli la sua vita.

Fin da piccola non ho mai avuto molte amiche e i ragazzi mi hanno sempre respinta – esordì chiudendo gli occhi, mentre le immagini della sua infanzia le apparivano avanti come un brutto film – a scuola mi trattavano male e per quanto cercassi di essere gentile con tutti, venivo messa da parte, perché non ero alla moda”.

Mi dispiace”. Commentò Castiel sinceramente rammaricato per l'evidente amarezza della giovane mentre la osservava stringere i pugni per la rabbia che quei ricordi le rievocavano.

E non hai sentito il resto – rispose Amanda voltandosi a guardarlo un istante, per poi girarsi di nuovo e proseguire negli anni le cose sono andate sempre peggio: le poche amiche che avevo si sono fatte una vita e mi hanno messa da parte.

Sono rimasta completamente sola,con un lavoro schifoso dove venivo sfruttata e la voglia di scappare il più lontano possibile”.

E tu l'hai fatto? Voglio dire, sei scappata?”. Chiese Castiel.

Sì, ho potuto farlo ma solo grazie a Lycia – spiegò la ragazza – è venuta nel mio paese per un anno interculturale: la incontravo tutti i giorni nel panificio dove lavoravo e tra una chiacchiera e l'altra, nel giro di poco siamo diventate amiche.

Quando ho lasciato il lavoro, lei mi ha cercata e siccome doveva ritornare negli Stati Uniti, mi ha chiesto di seguirla. Ho accettato con entusiasmo, e sono partita senza guardarmi indietro ma..”.

S''interruppe stringendo ancor più forte i pugni da far diventare bianche le nocche delle dite mentre digrignava i denti sempre più in balia dell'ira.

Le cose non sono andate come avevi sperato”. Concluse l'angelo al posto suo.

La giovane sospirò l'ennesima volta e si portò le mani sul viso, cercando di dominare i nervi.

Castiel interpretò il gesto come un no .

Perché, cos'è successo?”. Le domandò: voleva spingerla a tutti i costi a tirar fuori fino in fondo, il suo malcontento. Anche se lui, per ragioni diverse, era altrettanto furioso e amareggiato, si sentiva in dovere di farla sfogare. Così che almeno lei stesse meglio e potesse scongiurare il pericolo che riprovasse a uccidersi.

Mi ero illusa che scappando in America avrei potuto ricominciare una nuova vita, mettendo fine agli anni di solitudine e amarezza”. Disse Amanda che nel frattempo aveva ripreso il controllo di sé e così la narrazione.

E non è stato cosi?”. Domandò dolcemente.

Affatto – rispose scuotendo la testa – I problemi mi hanno seguita: tutte le paure e le insicurezze che avevo non sono scomparse magicamente, non ho conosciuto frotte di amici, anzi nessuno e nemmeno uno straccio di corteggiatore. Con il lavoro, ho trovato la medesima situazione vissuta in Italia: colleghi che si sono approfittati della mia gentilezza e ingenuità per rifilarmi i turni e gli oneri più gravosi e un capo stronzo che non mi ha mai pagato uno straordinario. In pratica la mia nuova vita è tale e quale a quella vecchia: lo stesso schifo che mi sono lasciata alle spalle”.

Ma Lycia e Sarah sono tue amiche, no? Avevi detto che in Italia non ne avevi più”. Le fece notare Castiel.

Lo pensavo anche io ma mi sbagliavo – dichiarò Amanda – loro mi considerano solo un ubriacona strampalata che è venuta dall'Italia. Ignorano quanto io mi senta sola, il fatto che beva solo per mascherare il disagio e che io balli come una matta per sfogare le mie frustrazioni: loro mi giudicano e basta”. Concluse con una smorfia .

Come fai ad esserne sicura?”. Insistette l'angelo.

Le ho sentite – spiegò Amanda – dopo il fattaccio con quel vampiro mi sono svegliata che non ricordavo più nulla”.

Sono stato io: ti ho cancellato la memoria – confessò Castiel, salvo poi domandare – a proposito, ma come hai fatto a ricordare?”.

Ora te lo spiego ma fammi finire il discorso di prima – rispose Amanda, riprendendo subito dopo a raccontare – allora dicevo: mi sono svegliata senza memoria ma appena ho sentito della morte di George in tv, ho avvertito una sensazione strana: come se la cosa per certi versi riguardasse anche me. La notte seguente ho iniziato ad avere degli incubi in cui lo vedevo a terra morto e dei sprazzi di una conversazione avuta con Lycia in cui mi aveva parlato di lui, questi sogni mi hanno perseguitata anche nelle notti avvenire. Lì per lì non gli davo importanza, ero convinta che presto sarebbero finiti ma invece continuavano. Durante il giorno poi, le ragazze erano sempre più strane: parlottavano tra loro e appena mi vedevano arrivare si fermavano e facevano finta di niente, così ho avuto il sospetto che mi stessero nascondendo qualcosa e ho iniziato a spiarle. Una sera ho ascoltato una loro conversazione, in cui parlavano di una cosa grave che era accaduta e di quanto fossero contente che fossi un'ubriacona, perché almeno potevano tenermene all'oscuro”.

Castiel sbarrò gli occhi stupito: “Non lo sapevo”. Sussurrò in tono dispiaciuto.

Ora lo sai – replicò la ragazza – però non credo che tu possa capire fino in fondo come mi sono sentita: voi creature celesti siete tutti fratelli e non avete l'abitudine a sparlare l'uno dell'altro e a tradirvi”.

Ti sbagli – replicò l'angelo – vi somigliamo molto di più di quanto tu possa immaginare”.

Davvero?”. Chiese la ragazza guardandolo sorpresa.

Rammenti Lucifero? Era un angelo, un nostro fratello e ci ha tradito – dichiarò Castiel per poi commentare – so bene cosa hai provato: conosco la sensazione di sentirsi crollare il mondo addosso. Mi è successo di recente e non solo a causa sua”. Confessò infine, guardandosi bene, però, dal dire che oltre ai suoi fratelli, era dallo stesso Dio che si sentiva deluso.

Amanda lo fissò atterrita. Si sentiva mortificata e per un momento le parve che l'angelo le nascondesse qualcosa: d'un tratto i suoi dispiaceri le sembravano inezie, ciò che aveva passato ben poca cosa rispetto a quello che Castiel non le diceva.

Avrebbe voluto chiedergli i particolari ma sentì che non poteva farlo: era umana e non aveva il diritto.

Finisci di raccontare”. La esortò Castiel vedendo che si era ammutolita.

Ma io..”. Rispose la giovane esitante dopo aver abbassato la testa.

Avanti”. Insistette l'angelo.


Va bene – disse la ragazza e dopo aver rilasciato un altro sospiro riprese a parlare – ecco, io ero furiosa per ciò che avevano detto su di me. Così appena sono rimasta sola in casa ho rubato il diario di Sarah e l'ho letto”.

Che c'era scritto?”. Chiese Castiel.

Praticamente tutto: dalla sua relazione con quel vampiro a ciò che era avvenuto quella sera”. Rispose Amanda.

E che cosa hai provato?”.

All'inizio mi sembrava tutto assurdo – commentò la ragazza – ma le immagini che avevo nella testa sembravano confermare quanto c'era scritto tra quelle righe. A poco a poco i tasselli sono tornati a loro posti e io ho recuperato la memoria”.

Capisco – mormorò Castiel – e quel punto cosa hai fatto?”.

Niente. Sono rimasta zitta, loro mi avevano tradita e avevano scelto di tenermi fuori”. Mormorò la giovane che al ricordo stava sentendo di nuovo montare la rabbia.

Non ha mai pensato che non ti hanno parlato per proteggerti?”.

Cazzate! – Sbottò Amanda – ripeto: non gli importava niente di me. Pensare che prima di quella famosa sera, a malapena si parlavano ma dopo la morte di George si sono riavvicinate e io sono diventata superflua: buffò, vero? È la storia della mia vita, ovunque vado sono relegata a ruotino di scorta”. Dichiarò per poi esplodere in una risata priva di allegria.

Non fa ridere”. Commentò Castiel scuotendo il capo.

Credi che io mi stia divertendo? Domandò la ragazza in tono acido – oggi che è stata rapita Sarah, Lycia avrebbe potuto aprirsi invece non ha detto nulla: io l'ho saputo perché glielo ho letto in faccia che qualcosa non andava, cosi ho ascoltato di nascosto le sue conversazioni al telefono con Dean e ho scoperto la verità ma dato il suo atteggiamento ho continuato a fare come se niente fosse. Alle nove meno dieci ho finto di andarmene a letto, poi appena è arrivato Dean sono uscita dalla mia stanza e mi sono nascosta in corridoio dove li ho spiati, dopodiché Lycia se ne è andata con lui per salvare Sarah e a quel punto ho preso la mia decisione.

Mi sono chiusa in bagno e ho inghiottito tutte le boccette di antidepressivi che avevo nascoste nel mio armadietto, senza nemmeno lasciare un messaggio d'addio o una spiegazione. Volevo che soffrissero e che si sentissero in colpa ma poi sei arrivato tu e hai rovinato i miei piani”. Concluse la ragazza in tono di evidente disapprovazione, lanciandogli un'occhiata la vetriolo.

Una vera fortuna”. Commentò Castiel.

Non avresti dovuto”. Replicò Amanda.

Invece sì: la tua vita ed è troppo preziosa per sprecarla”. Rimarcò l'angelo.

MA ALLORA NON HAI ASCOLTATO UNA SOLA PAROLA DI CIÒ CHE TI HO RACCONTATO!”. Sbottò la giovane in tono alterato.

Ho ascoltato eccome e comprendo perfettamente il tuo stato d'animo”. Dichiarò Castiel rimanendo calmo.

Ma?”. Domandò la ragazza aspettandosi un'obiezione.

Ma sono convinto che la morte non risolve niente: la cosa migliore che puoi fare è parlare con le persone che ami dei tuoi problemi e farti aiutare”.

Se soltanto avesse potuto farlo anche lui: parlare con i suoi fratelli. Aveva provato a farli ragionare a portarli dalla parte degli uomini ma loro eseguivano solo gli ordini di un padre irragionevole, di un Dio egoista a cui interessava solo fermare Lucifero, per una guerra che andava avanti da migliaia di secoli.

Scosse la testa e cercò di scacciare quei pensieri, concentrandosi su Amanda: era sicuro che, almeno lei, se avesse parlato con le amiche sarebbe stata ascoltata e compresa.

ALLORA NON CAPISCI: NON GLIENE IMPORTA A NESSUNO DEI MIEI GUAI”. Rimarcò la giovane alzando di nuovo la voce.

Alle ragazze sì”. Replicò Castiel determinato a convincerla

TI SBAGLI, LORO MI HANNO ESCLUSA”.

Lo hanno fatto per proteggerti”. Ribadì l'angelo.

STRONZATE!”. Imprecò acida.

È così invece – insistette l'angelo ignorando la parolaccia – ho parlato con Lycia prima di andare a salvare Sarah e mi ha detto che era contenta che almeno tu stessi al sicuro”.

Non ci credo”. Replicò Amanda abbassando la voce e voltandogli gli spalle.

Puoi chiederglielo tu stessa quando tornano”. Dichiarò Castiel facendo il giro del letto e riportandosi di fronte a lei.

Ammesso che lo faranno”. Obbiettò la ragazza, dopo averlo fulminato con un'occhiataccia per il suo gesto che sapeva di provocazione: per fargli dispetto si girò di nuovo dall'altra parte.

Sì, sono sane e salve, le ho viste e tra poco saranno qui”. Mormorò l'angelo facendo ancora una volta il giro del letto.

Anche se fosse, saranno troppo stanche e provate per ascoltare i miei problemi”. Obbiettò Amanda a denti stretti, stringendo i pugni e cercando di dominare l'istinto di alzarsi e colpirlo in testa con la lampada.

Vorrà dire che lo farai domani”. Rispose l'angelo in tono ragionevole, trattenendo a stento un sorriso, davanti all'evidente rabbia della ragazza, per quella silenziosa sfida che era nata tra loro.

Non voglio: dovrei rivelare che le ho spiate e dubito che la prenderebbero bene. No non lo farò”. Dichiarò accucciandosi meglio nel letto e tirandosi le coperte fin sulla testa.

Lo farai eccome”. Le ordinò Castiel levandogli il piumone e scaraventandolo dall'altra parte della stanza.

Amanda sbarrò gli occhi e divenne rossa di rabbia: “Altrimenti cosa farai?”. Lo sfidò apertamente dopo essersi seduta e averlo incenerito con gli occhi.

Glielo dirò io”. Rispose Castiel incrociando le braccia e sostenendo il suo sguardo con severità mentre pensava che non si era mai divertito cosi prima d'ora: il che era un paradosso date le circostanze drammatiche con cui era iniziato il tutto.

Non osare, sono fatti miei”. Mormorò la giovane alzando il pugno e aggrottando le sopracciglia cosi tanto da farsi gonfiare la vena al centro della fronte.

Non più – dichiarò l'angelo in tono lapidario – ti ho salvata e ora mi sento responsabile per te: non permetterò che ti suicidi, andresti all'inferno”.

E chi se ne frega !” Commentò Amanda.

Quella risposta fece infuriare Castiel al punto che la schiaffeggiò.


Non avrebbe mai voluto arrivare a tanto ma non riusciva a sopportare che quella ragazza avesse cosi poca considerazione di sé, tanto da non voler solo rinunciare alla vita ma anche alla sua anima. E dire che provava simpatia per lei. Se all'inizio infatti, voleva aiutarla solo per un senso di compassione e umanità acquisita, ora sentiva verso di lei una sorta di affetto: la stesso che provava per Dean.

Entrambi,infatti, celavano il dolore dietro alla rabbia, erano cocciuti e convinti delle loro idee, non temevano nessuno e non si fermavano davanti a niente. Inoltre possedevano una sorta di comicità innata di cui non erano neanche consapevoli: sopratutto la ragazza ma la cosa più incredibile, pensò l'angelo, era che solo pochi giorni prima anche Dean voleva arrendersi e perdere la sua anima tanto che aveva dovuto picchiarlo a sangue per fargli cambiare idea.

Castiel guardò Amanda: la giovane non piangeva ma si strofinava la guancia livida rivolgendogli uno sguardo carico d'odio e rancore – l'angelo ne ebbe pietà ma pur di salvarla, avrebbe massacrato anche lei.

Le formulò la sua intenzione ad alta voce.

Picchiami pure – lo esortò la ragazza con rabbia – tanto non puoi farmi più male di quanto non ne me ne abbiano già fatto: coraggio, colpiscimi”.

Non provocarmi”. La minacciò Castiel.

Credi che io abbia paura ? – chiese Amanda – Sì ce l'ho ma non importa: mi trovo già all'inferno e sono morta quindi non fa differenza”.

Castiel l'afferrò per il colletto della camicia da notte attirandola a sé e rivolgendole lo sguardo più furioso e malvagio che poté.

Oh, credimi ce ne ha eccome – sibilò a denti stretti – non hai idea di quanto posso essere crudele, tuttavia non è niente rispetto a cosa ti aspetta se ti uccidi”.

Non m'importa”. Ripete Amanda con rabbia .

L'angelo allora le toccò la fronte e con i suoi poteri le fece provare in pochi minuti ciò che avrebbe passato in un anno nell'Averno.

Per la giovane fu come essere attraversata da migliaia di scariche elettriche che le fecero sentire dolori inimmaginabili, tanto da farla urlare e poi svenire .

L'angelo la rinsavì immediatamente.

Allora, ti è bastata la lezione?”.

La giovane scoppiò in un pianto disperato.

Castiel impietosito la prese in braccio e la depose nuovamente sul letto coprendola con il piumone che raccolse da terra e lasciando che si sfogasse
.Le cose possono ancora cambiare”. Mormorò Castiel dieci minuti più tardi, sedendosi sul letto accanto a lei.

Non vedo come – rispose Amanda tra le lacrime – ho trent'anni, la mia vita è finita”. Commentò riprendendo nuovamente a piangere.

Ti sbagli, possono ancora cambiare e io farò in modo che accada”.

È una perdita di tempo: non puoi fare nulla per me, sono un caso disperato, non mi vuole bene nessuno, nessuno mi ama e nessuno lo farà mai”. Rispose la ragazza coprendosi la testa con un cuscino per soffocare i singhiozzi.

Ascoltami – disse Castiel togliendole il cuscino e afferrandole il viso per costringerla a guardarlo – lo so che hai avuto una vita dura, che il tuo cuore è spezzato e sei convinta che le cose ti andranno sempre male ma non arrenderti. Il vero inferno non è qui e se parlerai con le ragazze come hai fatto con me, loro ti aiuteranno, potrai ricominciare di nuovo. Non sarà facile ma ti prometto che metterò una buona parola con Dio per farti realizzare i tuoi desideri”.

Non era sicuro di poter mantenere quella promessa, anche quando si fosse risolta l'emergenza con Lucifero, dubitava seriamente che avrebbe potuto tornare in cielo e fare qualche richiesta, tuttavia ci avrebbe provato lo stesso. Per la prima volta dopo tanto tempo, aveva trovato un vero scopo: non più essere il prediletto di Dio ma aiutare gli essere umani.

Lo faresti davvero?”. Domandò Amanda commossa.

Certo, farò tutto quello che vuoi”. Rispose Castiel.

Io desidero solo essere amata e voglio essere certa che nel bene e nel male non sarò più da sola perché sto impazzendo”. Rispose la giovane riprendendo a piangere.

Non sarai più sola, te lo garantisco – rispose l'angelo, asciugandole le lacrime – veglierò su di te e ogni volta che ti sentirai giù, basterà che ti affacci da qualunque finestra. Volgi lo sguardo vero ovest e pronuncia il mio nome: io non ti risponderò ma ascolterò le tue preghiere e farò di tutto per risollevarti lo spirito, parola d'onore”.

Quindi realizzerai i miei desideri?”. Chiese la ragazza.

Quello che posso”. Promise l'angelo.

Ce ne sarebbe uno che mi preme”. Confessò Amanda .

Di' pure”. La esortò Castiel.

Mi faresti vedere le tue ali?”. Domandò con voce lievemente imbarazzata.

Tutto qui?”. Chiese l'angelo sorpreso.

Per adesso sì”. Rispose lei accennando un sorriso.

Castiel annuì e sprigionò di nuovo il suo potere mostrando alla ragazza la sua aura splendente e il candido piumaggio delle sue ali bianche e scintillanti.

Fu un lungo attimo quello in cui osservò quelle ali: rappresentavo quanto di puro e incontaminato vi fosse ancora al mondo. L'amore di Dio per le sue creature, la speranza di un futuro migliore e di quei sogni che avrebbe voluto realizzare.

Una visione così meravigliosa e struggente che se ne sentì colmare il cuore.

Mi sento esausta e vorrei dormire adesso”. Mormorò la ragazza con voce stanca.

Va bene”. Rispose l'angelo .

Rimani finché non mi addormento?”.

Certo”. Mormorò Castiel e, dopo averle ridato il cuscino, le rimboccò le coperte.

Grazie”. Sussurrò Amanda.

Di niente – commentò l'angelo afferrando la mano che la ragazza le porgeva – andrà tutto bene vedrai, andrò tutto bene”.

salve gente siamo quasi alla fine ormai, questo era il penultimo capitolo, la storia sta per giungere al termine, forze vi avrà un po' annoiato ma se devo essere sincera questa parte con Castiel era la mia preferita, a differenza degli altri capitoli all'insegna dell'azione era  una parte introspettiva e un po' autobiografica ( anche se in verità  non sono mai arrivata a certi eccessi) ho evitato inutili coinvolgimenti di natura sessuale , preferendo invece un confronto tra l'umano e il divino. A tratti forze un po' eccessiva ma spero di non aver turbato nessuno con il mio parere, infondo ognuno ha le sue idee sulla religione ed è libero (spero ) di credere in quello che vuole. Ma bando alle chance
 ringrazio che mi ha seguito fin qui e chi lo farà più avanti, ringrazio la mia beta per le correzioni, l'incoraggiamento e per le sue splendide recensioni, ringrazio la mia amica Harmony per aver letto la storia senza che glielo avessi chiesto, mi ha fatto molto piacere, bene  amici tanti saluti, arrivederci i al prossimo aggiornamento :D 

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Capitolo 9
*** Chapter nine: Goodbye For Now ***


Sam e Dean riaccompagnarono Sarah e Lycia a casa .

Al loro arrivo Amanda si era addormentata e Castiel li aspettava sulla porta: si dichiarò felice di vederli sani e salvi e i ragazzi gli raccontarono quello che era successo dopo che Alice lo aveva cacciato dalla radura.

E cosi è stato Zaccaria a spiegarle quella formula – commentò Castiel – avrei dovuto immaginarmelo”.

Nessuno se lo aspettava”. Rispose Dean.

Tutto sommato sono contento che ve la siete cavata anche senza di me”.Commentò l'angelo.

Oh, insomma – obbiettò Lycia – meno male che è arrivato Blade”.

Blade?”.Chiese Castiel quasi sovrappensiero.

Sì, un cacciatore di vampiri – spiegò la giovane – quello che ha mandato Bob: ricordi che gli hai telefonato?”.

Ah, già” .Rispose l'angelo.

Sei un po' distratto – notò Dean, prima di inclinare il viso di un lato - c'è qualcosa che non va? A proposito, come mai non rispondevi al cellulare?”.

Ho dovuto staccarlo per un po'”.Spiegò Castiel.

Come mai?”.

È successa una cosa con Amanda” .

Uh, uh, uh”. Commentò Dean malizioso.

Che hai capito sciocco, sto parlando seriamente”. Commentò l'altro con uno sguardo fin troppo palese della serietà del momento.

Sta bene?”. Domandò Sarah preoccupata.

In apparenza sì ma ci sono delle cose che dovrei raccontarvi”.

Sarah e Lycia si guardarono preoccupate e poi si rivolsero a Castiel :“PARLA, DICCI TUTTO”. Lo esortarono.

L'angelo le prese da parte, allontanandole dalle orecchie indiscrete di Dean, dopodiché raccontò loro del tentativo di suicidio della ragazza e di come l'avesse fatta addormentare in seguito alla sua crisi isterica, svelò di averla in seguito svegliata e parlato con lei. Aggiunse che la ragazza aveva recuperato la memoria ma non raccontò come lo avesse fatto e nemmeno di tutti i problemi che aveva:

Il resto ve lo spiegherà lei”. Disse solo.

Sarah e Lycia annuirono, ancora visibilmente scosse ed incapaci di formulare un pensiero coerente dopo quanto appreso.

Ha bisogno di voi più di quanto possiate immaginate: statele vicino”. Concluse prima di congedarsi.

Rimasti soli, i quattro si diedero la buona notte e si accordarono per rivedersi a pranzo il giorno dopo per passare insieme le ultime ore prima della partenza.

Sarah e Lycia rientrarono in casa e, prima di andare a dormire, si affacciarono nella stanza di Amanda: la ragazza dormiva profondamente e le due non vollero disturbarla.

Sam e Dean che si erano fatti guarire da Castiel andarono a dormire in un hotel vicino e si svegliarono molto tardi.


Sarah e Lycia invece si alzarono di buon ora: al loro risveglio Amanda era seduta in poltrona ad aspettarle, disse loro di non essere andata a lavoro perché aveva bisogno di parlare con entrambe. Le due fecero finta di niente: non svelarono ciò che Castiel aveva accennato, si misero sedute al suo fianco e l'ascoltarono.

Amanda parlò a lungo interrompendosi a volte per improvvisi scoppi di pianto.

Ci dispiace, non potevamo immaginare che stessi cosi”. Mormorò Sarah dopo che l'amica ebbe finito di parlare.

Siamo state due stronze insensibili”. Commentò Lycia.

Non è colpa vostra – replicò Amanda – non vi ho mai detto niente, avrei dovuto parlarvi prima invece di comportarmi da vigliacca e spiare le vostre conversazioni”.

Ti abbiamo costretto noi a farlo, comportandoci in modo sospetto”. Dichiarò Lycia.

Abbiamo sbagliato tutte e tre – taglio corto Sarah – quello che conta è che adesso siamo qui sane e salve: abbiamo chiarito e siamo pronte a ricominciare”.

Ho un idea: facciamo un patto”. Propose Lycia.

Spara”. La esortò Amanda .

Promettiamo che d'ora in poi noi tre saremo sincere l'una con l'altra e ci diremo sempre tutto”.

No,non un patto ma un voto infrangibile”. Si illuminò Sarah con un sorriso puerile.

Tu e la tua fissa per Harry Potter”. Mormorò Lycia scuotendo la testa.

E Draco Malfoy” . Aggiunse Amanda con malizia.

Sarah fece un sorriso a trentadue denti.

Lycia sospirò e si rivolse a l'amica: “Mia sorella è sempre stata attratta dai ragazzacci”.

L'italiana stava per risponderle che aveva ragione ma si bloccò quando vide l'espressione contrariata di Sarah. La ragazza era evidentemente risentita della battuta di sua sorella: per vendicarsi afferrò una rivista posta sul tavolinetto di fronte al divano, l'arrotolò e ci colpì Lycia sulla testa.

Ahi!”. Gridò La giovane. “Ma sei impazzita?!”.

Cosi impari”. Replicò Sarah.

Beh, te la sei cercata: era un colpo basso”. Obbiettò Amanda, rivolgendosi a Lycia e ringraziando mentalmente il cielo per essersi trattenuta in tempo.

Ben detto, Amy – commentò Sarah – e comunque, sorellina, Dean non è un cattivo ragazzo”.

È un eroe piuttosto – convenne Amanda per poi sospirare e aggiungere – avrei voluto anche io essere in pericolo per farmi salvare da quei due fustacchioni”.

Beh, anche tu non puoi lamentarti: sei stata salvata niente poco di meno che da un angelo”. Rimarcò Lycia in tono allegro.

E che angelo”. Commentò Sarah.

Non è proprio la stessa cosa”. Replicò Amanda.

Scherzi? Castiel è un uomo incredibilmente affascinante”.

Nello stato d'animo in cui ero ieri sera, a tutto pensavo meno che al suo aspetto fisico – rispose Amanda – volevo solo che se ne andasse e mi lasciasse in pace, però adesso che mi ci avete fatto pensare devo ammettere che...”.

Ammettere cosa?”. Domandò Lycia con un sorriso complice vedendo che l'amica aveva preso a ridere ed arrossire.

Mi sento così sciocca”. Dichiarò la giovane poco dodo coprendosi il viso con le mani per nascondere l'imbarazzo.

Beh, non è mai troppo tardi”. Disse Sarah.

Invece sì – disse Amanda smettendo di colpo di sorridere e assumendo un'espressione triste – alla fine non ha importanza se lo trovo bello o meno: lui è un angelo e non potrà mai essere mio”.

Lycia le posò una mano spalla:
“Consolati Amanda, nemmeno noi potremo stare con Sam e Dean”. Mormorò con voce triste.

Già – convenne Sarah – loro sono destinati a viaggiare per tutta la vita: dare la caccia a mostri, demoni e vampiri”. Concluse con un sospiro.

Che amarezza”. Commentò Amanda.

Già, hai detto bene – replicò Lycia – che amarezza” .

Ok, basta cosi – disse Sarah battendo le mani – niente piagnistei: dobbiamo far il voto infrangibile”. Commentò con l'approvazione di entrambe.

Afferratemi le braccia”. Disse Sarah.

Le ragazze obbedirono e si misero nella stessa identica posa di Severus Piton e Narcissa Malfoy nella famosa scena del patto in “Harry Potter e il Principe Mezzosangue”: quando Bellatrix Lastrange fece in modo che Piton giurasse a sua sorella Narcissa che se Draco non fosse riuscito a uccidere il preside Albus Silente, lo avrebbe fatto lui al suo posto.

Allora – esordi Sarah in tono altisonante – io qui presente Sarah Angels faccio voto solenne ed infrangibile di essere sempre sincera con mia sorella Lycia e la nostra migliore amica Amanda e sono vincolata alla promessa per tutta la vita. Adesso tocca te”. Disse la giovane rivolgendosi a sua sorella che annuì con un gesto del capo.

La giovane ripete la formula e poi fu il turno di Amanda.

Questo voto non può essere infranto in alcun modo”. Conclusero poco dopo le ragazze in coro.

Bene adesso che abbiamo fatto il voto, che ne dite di fare colazione?”. Propose Lycia alzandosi e indicando la cucina.

Dico di sì, abbiamo parlato tanto e ora sto morendo di fame”. Rispose Sarah toccandosi lo stomaco.

Un momento – disse Amanda seguendole in cucina – ci sto, però sia ben chiaro che a parlare sono stata solo io, voi avete solamente ascoltato”.

E allora?”.

Allora non pensate di cavarvela in questo modo: voglio,anzi esigo che mi raccontiate tutto di ieri sera”.

Le due sorelle si guardarono.

In realtà siamo troppo affamate per parlare”. Convenne Lycia.

Sì e abbiamo fretta: dobbiamo pulire la casa e preparare il pranzo ai ragazzi”. Aggiunse Sarah.

Ehi! Abbiamo fatto volto infrangibile: siete obbligate a raccontarmi”. Sbottò Amanda in tono contrariato.

Si forse, magari stasera”. Rispose in tono casuale.

Non stasera: adesso, mentre mangiamo”. Insistette la ragazza battendo i piedi a terra e incrociando le braccia al petto mentre le fissava con sguardo truce.

Lycia e Sarah si guardarono di nuovo, scambiarono un'occhiata complice e poi con non chalance afferrarono la busta di latte con i cereali e le fette biscottate con il barattolo di nutella dell'italiana.

Se vuoi sapere i fatti, devi prima prenderci”.

Eh?”. Domandò Amanda presa alla sprovvista.

Le due ragazze non risposero: fuggirono in camera e si chiusero a chiave.

EHI! NON VALE”. Strillò Amanda prendendo pugni la porta.

Ehi, guardate che ci ripenso e mi suicido”. Aggiunse dopo che le due giovani l'ebbero presa a pernacchie e sberleffi.

Tanto viene Castiel a salvarti”.

Già, il suo angioletto”. Disse Lycia.

Stronze!”. Esclamò Amanda cercando di reprimere il tono di riso che quella frase gli aveva provocato.

Beh, vorrà dire che se non mi aprite, mi chiuderò in bagno e ci resterò per tutta la mattina”.

NON PUOI”. Gridò Sarah da dietro la porta.

Esatto, non puoi – affermò Lycia – il bagno serve a tutte e tre e poi devi aiutarci a cucinare”. Per tutta risposta la ragazza fischiettò andando verso il bagno.

Le sue sorelle allora cedettero ed aprirono la porta. “Sei sleale”. Commentò Lycia.

La ragazza scrollò le spalle e assunse un aria snob entrando nella camera.

Tre ore più tardi le tre giovani si sedettero esauste sul divano.

Dopo colazione avevano passato l'intera mattinata a riassettare casa, preparare un bel pranzetto e, cosa non da poco, vestirsi ed imbellettarsi.

La lasagna di Amanda stava cuocendo nel forno e la giovane intanto fingeva di guardare la televisione mentre in realtà controllava l'ora sul display del suo cellulare.

Cosa avrebbe fatto all'arrivo dei ragazzi? Non conosceva bene Sam e Dean se non tramite i racconto delle sue amiche.

Li aveva visti la sera della morte di George, quando lei ubriaca fradicia aveva cercato di denunciarli un attimo prima che Castiel la facesse addormentare cancellandole i ricordi.

L'idea che da lì a poco avrebbe pranzato con loro, la rendeva piuttosto nervosa.

Specialmente per il fatto che sarebbe stata il terzo incomodo tra le due coppie. Non era sicura che l'angelo sarebbe venuto a salutarla, specialmente dopo aver saputo dalle ragazze del suo vizietto di apparire e sparire. Poi era una creatura celeste e le creature celesti non si fermano a pranzo dalle umane e infine restava il fatto che Sarah non lo aveva invitato.

Il suono del campanello interruppe il corso dei suoi pensieri: Sarah e Lycia andarono ad aprire, dopodiché salutarono e fecero gli onori di casa, invitando gli ospiti ad entrare.

Amanda rimase seduta impietrita sulla poltrona, il cuore che le batteva all'impazzata, d'un tratto tutta la sua insicurezza e le paure che si portava con sé da una vita, sembrarono investirla come una nave in balia della tempesta. Avrebbe voluto alzarsi e fuggire in lacrime – strinse istintivamente i pugni sui braccioli.

Ciao Amanda”. Castiel apparve un istante dopo al seguito di Sam e Dean.

C- c-ciao – balbettò la giovane dopo essersi ripresa dallo shock – credevo che saresti passato più tardi o che non saresti passato affatto”. Aggiunse in tono triste.

Sam e Dean mi hanno informato che avevate esteso l'invito anche a me – spiegò l'angelo – non sarebbe stato carino rifiutare un pranzo offerto da tre belle ragazze”.

Oh, capito”. Rispose Amanda timidamente rivolgendo lo sguardo verso Sarah che le fece l'occhiolino e le sorrise con fare complice: l'amica le aveva fatto una bella sorpresa.

Ehi, Castiel che fa il cascamorto, questa sì che è una novità” . Lo prese in giro Dean.

Piantala Dean – lo sgridò Sarah – Castiel è soltanto gentile, dovresti imparare le buone maniere da lui”.

L'angelo annuì con un cenno del capo: “Ben detto”. Mormorò a Sarah che gli rispose con un sorriso.

Ciao Amanda”. Salutò Dean ignorando i due e sedendosi di fronte alla giovane.

Ciao”. Rispose lei nervosamente.

Stai bene?”. Le domandò il ragazzo.

Sì”. Dichiarò Amanda.

Sono contento – commentò Dean – sai, ci dispiace per tutto questa storia: nessuno voleva ingannarti o escluderti, speravamo solo di proteggerti, tenerti al sicuro, capisci, vero?”.

Certo”. Annuì la giovane.

Mi fa piacere – mormorò Dean con un sorriso salvo poi aggiungere – puoi farmi favore?”.

Si”. Disse la ragazza.

Puoi spiegarmi una cosa?”.

Certo”.

Ieri sera, prima della battaglia, ho mandato Castiel a controllare che non ci fossero vampiri in casa e che stessi bene”.

La ragazza annuì con un cenno del capo.

È tornato poco dopo con una faccia strana e poi in seguito è rivenuto da te”.

La ragazza sbarrò gli occhi e deglutì, stringendo i pugni: voleva forse sapere del suo tentato suicidio? Dean sembrava simpatico ma la giovane non se la sentiva di parlare con lui di una cosa cosi delicata.

Ecco io non...”. Balbettò Amanda cercando il modo di deviare l'argomento.

Ci ha provato con te, non è vero?”. Chiese Dean interrompendola.

La ragazza sbarrò gli occhi e arrossì fino alla punta delle orecchie.

Nooo!”. Rispose con voce stridula.

Non sono affaracci tuoi quello che è successo ieri sera”. Dichiarò Sarah tirando l'orecchio a Dean.

AHIOO!”. Strillò il ragazzo.

Così impari”. Rispose Sarah.

Amanda si mise a ridere: nonostante la domanda imbarazzante si sentiva un po' meno a disagio. Per la prima volta dopo tanto tempo era quasi contenta di essere in compagnia di uomini.

Vieni ad aiutarmi, invece di fare l'idiota”. Disse Sarah trascinando Dean in cucina.


Sam e Lycia erano rimasti fermi vicino all'ingresso continuando a chiacchierare tra loro e a sorridersi, completamente estranei e indifferenti a ciò che gli accadeva intorno.

Era come se Amanda e Castiel fossero rimasti di nuovo completamente soli: ad Amanda tramavano le gambe, aveva trascorso con lui la sera precedente, gli aveva inoltre raccontato i dettagli più intimi di se stessa. Aveva visto le sue ali e si era fatta stringere le mani mentre si addormentava eppure adesso si sentiva a disagio e in imbarazzo. Era colpa delle sue amiche: loro le avevano fatto realizzare che Castiel non era solo un angelo ma un uomo fascinoso con gli occhi azzurri e lo sguardo penetrante.

Castiel sembrò avvertire il suo disagio.

Ti senti bene?” Le domandò in tono preoccupato.

S -sì”. Balbettò la giovane.

L 'angelo la fisso con aria interrogativa e lei si sentì avvampare: arrossì e cominciò ad avere caldo.

Sicura?” Insistette Castiel. “C'è qualcosa che non va?”.

No”. Rispose la ragazza con voce stridula arrossendo ancora di più e abbassando lo sguardo.

Oh, capito – dichiarò Castiel – sei in imbarazzo per quello che ha detto prima Dean, vero? Non farci caso: alle volte dice un mucchio di sciocchezze”.

Già”. commentò Amanda in tono triste alzando lo sguardo.

Avrebbe voluto chiedergli se fosse davvero così assurdo e insensato il fatto che lui ci avesse provato con lei ma si trattenne: si sentiva già abbastanza umiliata e stupida.

Dopotutto, Castiel era un angelo e non avrebbe mai potuto mettersi con nessuna umana: doveva ricacciare quella fantasia assurda dalla testa e ringraziarlo, invece, per averla aiutata a qualunque costo e per essere venuto a salutarla. Alla fine aveva fatto molto di più di qualunque altro essere umano di sesso maschile che aveva conosciuto: aveva fatto per lei più di quanto ad un angelo spettasse.

Si sforzò di trovare le parole per dire grazie ma dalla bocca non le uscì alcun suono.

Non voglio essere insistente – disse Castiel – ma sembra che tu stia ancora male: ti comporti in maniera strana”. Commentò sedendosi di fronte a lei.

Sto benissimo, davvero”. Mentì la giovane.

Hai parlato con le ragazze?”.

Sì, certo”.

Bene sono contento, vedrai che ora le cose andranno meglio”.

Certo – replicò la giovane – grazie a te”. Riuscì finalmente a dire.

Di niente”. Rispose l'angelo rivolgendole un sorriso.

Amanda arrossì di nuovo e abbassò lo sguardo, maledicendosi mentalmente per la sua stupidità. Strinse i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche.

La situazione era insostenibile: doveva assolutamente ritrovare un po' di contegno o perlomeno trovare qualcosa di intelligente da dire ma non le veniva in mente nulla.

Cos'altro poteva dire ad un angelo che non gli avesse già detto la sera prima?

Alzò lo sguardo: lui lo la stava fissando con aria perplessa e preoccupata.

Maledizione. Imprecò mentalmente, facendo una smorfia.

Sei ancora arrabbiata con me per lo schiaffo ?” Chiese Castiel perplesso dal suo comportamento – perché se è cosi ti chiedo scusa per quello e anche per il resto ”. Aggiunse in tono grave riferendosi alle scosse e dolori lancinanti che le aveva procurato.

La ragazza deglutì e sbatté gli occhi sorpresa.

No. Ti sbagli, non sono arrabbiata, anzi: io dovrei scusarmi. Stavo pensando al fatto che ieri sera ti ho aggredito e insultato: mi dispiace, sono mortificata, potrai mai perdonarmi?”.

Aveva parlato con enfasi: scioccata per il fatto che lui si fosse scusato e sentendosi colpevole di ciò. Era vero che le aveva fatto molto male ma era stato a fin di bene, dopotutto l'aveva messa in guardia dall'inferno e impedito che ci finisse.

Per la foga in cui si era prodigata a chiarire l'equivoco, non si era accorta di essersi alzata e seduta in ginocchio davanti a lui, prendendogli la mano.

Non appena si rese conto del suo gesto, arrossì di nuovo ma ormai era tardi per tirarsi indietro: cominciò a piangere.

Amanda”. Sussurrò Castiel a disagio.

Mi dispiace, mi dispiace – ripeté la giovane tra le lacrime cercando di sostenere il suo sguardo azzurro – io non merito il tuo aiuto, ti ho detto un mucchio di cose cattive”.

Quali cose cattive?”. Domandò l'angelo.

Le parolacce”. Rispose Amanda mortificata mentre tirava su con il naso.

Non so di cosa parli – mentì Castiel con un sorriso, salvo poi aggiungere – non hai niente da farti perdonare, eri sconvolta”.

Mi hai salvato la vita – dichiarò Amanda – restituito la speranza, sono davvero felice che tu sia qui per poterti ringraziare: ti sarò riconoscente per sempre, mi dispiace solo non poterti ripagare”. Disse baciandogli la mano mentre le lacrime continuavano a rigarle il volto.

Castiel si chinò e, con la mano libera, le afferrò il viso.

L'unica cosa che voglio, è vederti felice” Dichiarò Castiel.

Il fatto di essere stato invitato alla vostra tavola è solo un ulteriore ricompensa che non mi aspettavo e di cui mi sento estremamente onorato”.

Per noi è un onore averti qui – replicò Amanda – un angelo alla nostra tavola: santo cielo, e chi ci crederebbe”. Mormorò con sorriso.

Castiel stava per dire qualcosa ma un rumore improvviso proveniente dalla cucina attirò la sua attenzione e quella della ragazza.

I due si guardarono confusi.

Forse la tua amica ha bisogno d'aiuto, sarà il caso di andare a vedere, no?”.

Se ha bruciato la mia lasagna, la strangolo”. Sibilò Amanda a denti stretti.

Cos'è una lasagna?”. Chiese l'angelo.

Una ricetta italiana – rispose la giovane – vieni” . Disse alzandosi e facendogli strada in cucina.


La ragazza non entrò nella stanza: rimase impietrita sulla porta, osservando incredula la scena che le si presentava davanti.

Sarah era seduta su un ripiano distante dai fornelli mentre Dean era avvinghiato tra le sue braccia e la baciava con passione. A terra alcuni suppellettili che Amanda immaginò avesse gettato il ragazzo, preso dalla foga del momento.

La giovane imbarazzatissima si voltò per uscire prima che i due, troppo presi da quel momento di intimità, si accorgessero di lei ma non si ricordava che Castiel era alle sue spalle e finì per sbattere il viso contro il suo torace.

L'angelo sussurrò per la sorpresa e quando i suoi occhi si posarono su Sarah e Dean, lo stupore aumentò. I due continuarono a non accorgersi di nulla, Amanda e Castiel invece non sapevano cosa fare.

Ehi”. Sussurrò Lycia dietro di loro: la giovane, che aveva udito anche lei il rumore, era accorsa insieme a Sam.

Che sta succedendo?”. Chiese sottovoce.

Amanda e Castiel si scansarono mostrando la scena galeotta.

Lycia e Sam sbarrarono anche loro gli occhi.

Ehm – borbottò la ragazza alzando la voce – mi spiace interrompere il vostro idillio, ma noi affamati: se volete continuare, andate in un'altra stanza”.

Sarah e Dean si bloccarono di colpo e si voltarono con sguardo sorpreso e colpevole, verso i quattro che li osservavano seri.

Lycia sembrava contrariata, Sam scuoteva il capo e Amanda e Castiel erano in evidente disagio. Per qualche minuto nessuno disse nulla poi improvvisamente scoppiarono tutti a ridere.


Il resto del pomeriggio passò allegro e piacevole.

Dapprima seduti attorno alla tavola, i tre uomini, chiacchierarono e gustarono il cibo, riempiendo di complimenti le ragazze. Si spostarono in salotto e giocarono e scherzarono il più possibile, cercando di non pensare che sarebbe stata la prima ma sopratutto ultima volta.


Una missione molto pericolosa li attendeva: un video messaggio del povero Arcangelo Gabriele, registrato poco prima di essere ucciso da Lucifero, li informava che dovevano cercare i quattro i cavalieri dell'Apocalisse: Morte, Carestia, Pestilenza e Guerra.

Una volta trovati, avrebbero dovuto convincerli con le buone o le cattive a farsi dare i loro anelli d'oro.

Grazie a questi anelli, posizionati tutti assieme, si sarebbe aperto un varco nel quale avrebbero dovuto spingere dentro il demonio, attirato con una trappola, per scongiurare l'Apocalisse.

Di anelli i ragazzi ne possedevano solo tre.

Bob li aspettava a Detroit dove avrebbero recuperato anche l'ultimo e fatto scattare il tranello a Satana. Sam, il cui corpo era un tramite perfetto per ospitare il demonio, gli avrebbe detto sì e,una volta trattenuto il diavolo dentro di sé, si sarebbe buttato nel varco.

Di questo particolare però non aveva ancora parlato a suo fratello Dean.

Lo avrebbe fatto all'ultimo minuto perché sapeva che non avrebbe mai accettato, oppure si sarebbe sacrificato al suo posto, dicendo sì a Michele: l'angelo di cui, invece, il suo corpo sarebbe stato il tramite ideale. Tutti gli Arcangeli e gli angeli, eccetto Castiel, facevano affidamento su questo.


L'orologio a pendolo annunciò le sette di sera. I ragazzi erano attesi a Detroit la mattina presto: dovevano rimettersi subito in viaggio.

L'ora degli addii era infine giunta .

È solo un arrivederci”. Dichiarò Sam in tono triste alle ragazze.

Esatto, un giorno torneremo a trovarvi. – confermò Dean – addio per ora” .

Sarah e Lycia fecero finta di crederci: sapevano che in realtà era l'ultima volta che li avrebbero visti. Li abbracciarono e baciarono a lungo, ringraziandoli ancora una volta per averle salvate e dichiarando che non li avrebbero mai dimenticati.

In bocca la lupo”. Disse Lycia.

Oh no – replicò Sam – non ti ci mettere anche tu, non voglio più sentir parlare di lupi per carità”.

Che sciocca, perdonami”. Si scusò la ragazza battendosi una mano sulla fronte.

Cosa posso dirti allora?”.

Credo che un semplice 'buona fortuna' vada più che bene “. rispose Sam.

No, porta sfiga – dichiarò Amanda salvo poi aggiungere – al mio paese si dice: “in culo alla balena”.

COME, PREGO?”. Chiesero in coro i ragazzi.

È un modo di dire italiano: vuol dire in 'in bocca al lupo' o 'buona fortuna'”. Spiegò la giovane.

I due fratelli si guardarono, guardarono le giovani e poi Amanda infine scoppiarono a ridere.

Le ragazze gli fecero eco.

Poco dopo Sarah si rivolse all'angelo:

Castiel,li raccomando a te: prenditi cura di loro”. Mormorò riportando la conversazione su toni seri.

Farò il possibile – rispose lui – e veglierò anche su di voi”. Aggiunse, guardando tutte e tre le ragazze e soffermandosi poi su Amanda.

La giovane non riusci a trattenersi e davanti allo sguardo azzurro dell'angelo, scoppiò nuovamente in lacrime.

Sam e Dean rimasero interdetti mentre Sarah e Lycia cercarono di consolarla senza però riuscirci: la ragazza sembrava più disperata mai .

Non piangere – sussurrò Castiel avvicinandosi e accarezzandole il mento – rammenta ciò che ti ho detto, andrà tutto bene. Non sei sola, rivolgi lo sguardo a ovest prega, io ti ascolterò e ti sarò sempre vicina”.

Non è vero, – replicò la giovane tra i singhiozzi – tu adesso te ne andrai e anche se mi ascolterai, non sarà la stessa cosa, io non ti rivedrò più, non mi resterà niente di te”.

A quel punto Castiel non rispose, fece una cosa che sbalordì tutti, specialmente Dean che lo avrebbe deriso e stuzzicato ad oltranza.

Prese il viso della giovane tra le mani e, dopo averle scansato le lacrime, le diede un lungo e appassionato bacio che la ragazza ricambiò.

Le accarezzo, i capelli, le spalle e infine il ventre sussurrandole:

Adesso hai qualcosa di me che ti apparterrà per sempre”.

La giovane scioccata e con il volto trasognato non capì.

Ringraziò Castiel e lo abbracciò continuando a guardarlo assieme alle ragazze, anche dopo che era salito in auto con Sam e Dean e si allontanava con loro verso l'orizzonte, andando incontro alla vittoria contro Lucifero e a una nuova serie di guai.


Solo in seguito Amanda comprese appieno le parole di Castiel e quale dono straordinario l'angelo le avesse fatto. Un regalo che avrebbe cambiato il corso del suo destino e di quello di Sarah e Lycia per sempre.

Ma questa è un altra storia e verrà raccontata un'altra volta.

The End.


Bene gente questo era l'ultimo capitolo,

Ho voluto lasciare un finale un po' in sospeso ma in realtà non ho intenzione di fare un seguito.

Spero sinceramente che questa storia vi sia piaciuta,

mille grazie a chi l'ha seguita, messa tra i preferiti e soprattutto a chi l'ha recensita positivamente :)

Abbraccio di cuore la mia Kurtina per avermi ispirato e Harmony per aver letto senza che glielo avessi chiesto. (Siete state adorabili ragazze )

un saluto a voi tutti.

Arrivederci a presto :D

Amanda


ps: non volevo una storia d'amore con Castiel ma almeno la soddisfazione del bacio come quello dato a Meg ;)

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