Mi rialzai dal terreno, dopo la lunga caduta; mi accorsi subito di essere in un luogo strano.
Guardandomi intorno vidi che l'ambiente era un'enorme distesa di sabbia puntellata da cumuli di rifiuti: non c'era nient'altro che mi aiutasse a capire dove diamine fossi finito.
L'ultima cosa che ricordo è quel lungo tunnel nel quale sono caduto, o meglio, nel quale “il grande” Virgilio Marron Glacè mi ha gettato con un calcio:
- ...MALEDETTO BASTARDO!!! - urlai.
Subito dopo sentii una voce dietro di me:
- Mi hai chiamato per caso?
Voltandomi vidi finalmente quella figura piena di stracci: Virgilio Marron Glacè era apparso (di nuovo) dal nulla. Subito lo afferrai per il colletto della giacca e lo tirai verso di me:
- Dannato! Che cosa significa tutto questo?! Cos'è questo posto?! E, soprattutto, da dove cazzo vieni fuori ogni volta?!?! - gli urlai a raffica.
- Con calma, ragazzo – disse Virgilio con voce serafica – c'è una risposta per ogni tua domanda. Ma, prima di tutto, lasciami andare.
Ci pensai su, ed anche molto a lungo: non mi sembrava la scelta migliore lasciarlo andare, visto che mi ha gettato in un tunnel diretto chissà dove con un calcio. Picchiandolo, però, avrei solo peggiorato la situazione, rendendolo meno propenso a rispondere alle mie domande.
Lasciai andare la presa che avevo sul suo colletto. Virgilio sospirò e disse: Ragazzo, certo che la sbornia di ieri ti ha reso un tantino suscettibile.
Sgranai gli occhi.
- Come fai a sapere della sbornia di ieri? Ma te, chi diavolo sei veramente?
-Un tizio che sta più in alto di me mi ha chiesto di fare questo lavoro, ma francamente lo faccio più perché mi stai simpatico.
Mi strofinai le tempie ancora una volta.
-E cosa significa tutto questo?
Virgilio cominciò a guardarsi attorno come se io non fossi presente. Schioccai un paio di volte le dita per catturare la sua attenzione:
- Quindi, – dissi – mi sembra di capire che, in un certo senso, stai cercando, a modo tuo, di aiutarmi.
- Esattamente. – rispose Virgilio – Posso spiegarti tutto con calma.
Mi allontanai un attimo per fargli prendere fiato, lui continuò così:
- La tua vita non è altro che un ammasso di eventi patetici. Continuando a vivere come stai vivendo al momento, non ti piacerà quello che ti aspetterà: ma dato che mi hai aiutato con quei preti, ho deciso di ricambiare il favore.
- Ricambiare il favore? - chiesi.
- Esattamente. Ho chiesto un favore al mio superiore che ti ho nominato prima, e lui mi ha concesso di farti affrontare questo viaggio.
Un viaggio? Ma siamo sicuri che questo tizio non sia più drogato di me? Mi trovo in una landa desolata e questo qui mi parla di un viaggio? E ancora non capisco come sono arrivato in questa landa!
I miei pensieri furono interrotti dal Si Bemolle suonato da un basso in lontananza: voltandomi nella direzione da dove proveniva il suono sentii altre chitarre accompagnare il basso di prima.
- Senti anche tu questo suono? - chiesi a Virgilio.
- Mmm... Si, adesso posso spiegarti un paio di cose su questo viaggio.
Il “profeta” iniziò ad incamminarsi nella direzione da cui provenivano i suoni delle chitarre e del basso. Mi affrettai a seguirlo e, dopo circa cinque minuti di cammino, trovai una scena assurda ad accogliere i miei occhi.
◊ ◊ ◊
Un centinaio, o forse un migliaio di palchi erano disseminati in quella zona della landa. Sopra di essi vi erano numerosissimi vecchi e famosi gruppi Rock, Punk e Metal, e tutti loro cantavano canzoni diverse, ma ero sicuro che avessero tutte quante lo stesso titolo, “Welcome to Hell”.
Sotto i palchi, uno scenario ancora più assurdo ed incredibile: una massa infinita di persone erano lì per riuscire a vedere ogni singolo concerto, ma sembravano non riuscire a scegliere quale di questi seguire, visto che correvano avanti e indietro fra i vari palchi. Le persone che sembravano aver deciso finalmente dove fermarsi venivano trascinate via dalla folla, cadendo per terra e venendo così calpestate mortalmente dalle altre persone.
Assistere a questa scena mi fece sentire nauseato.
Distorsi lo sguardo e mi voltai verso Virgilio.
- Senti ma cos'è questa... Cosa?
- Ricordi? Circa dieci minuti fa ti ho detto che ti sarebbe toccata una fine piuttosto... scomoda, se vogliamo metterla in questi termini; beh, questa è una delle possibili situazioni in cui potresti ritrovarti.
- D'accordo – dissi – ma esattamente perché quella massa di gente corre qua e là, come se non potesse decidere il proprio destino?
Virgilio fece un sorriso piuttosto malinconico.
- Vedo che hai già capito tutto senza bisogno di spiegazioni: è proprio come hai detto tu, queste persone sono coloro che non sono state in grado di scegliere il proprio destino, ricevendo adesso la loro punizione.
Mi accorsi immediatamente che Virgilio Marron Glacè stava usando il passato per parlare di quelle persone. Glielo feci notare
- Sei veramente intelligente, eh?
- Non farmi incavolare, bastardo...
- Va bene, calm down, adesso ti spiego tutto quanto. Quelle che vedi non sono propriamente delle “persone”, sono anime.
- Anime... Di defunti? Ma che? Ci troviamo nell'aldilà o cosa?
Virgilio spalancò le braccia con un gesto teatrale:
- YES! WELCOME TO HELL!
Lo guardai storto per circa 5 secondi, che sembrarono un'eternità, subito dopo fuggii. O almeno ci provai: Virgilio mi diede una ginocchiata sulla parte posteriore della mia gamba.
- E dove pensi di fuggire?
- Non lo so, ma basta che sto lontano da te e da tutta questa follia!
- Follia? No... Questa. È. SPARTA!
- E tu sei il re dei pazzi, idiota!
Virgilio sospirò gravemente:
- Quello che vedi non è l'effetto di qualche strano allucinogeno, è tutto vero.
- Fammi capire bene: stai cercando di dirmi che mi trovo VERAMENTE all'Inferno?!
- L'anticamera dell'Inferno, per essere corretti: luogo in cui tutti i rifiuti umani del pianeta vanno a finire.
Cercai di ricompormi il più in fretta possibile: mi trovavo veramente all'Inferno? Com'era possibile ritrovarmi nell'aldilà se circa mezz'ora prima ero a comprare medicine in farmacia? Devo ammettere, però, che nella mia città non c'è abbastanza spazio per tutti questi palchi, e di sicuro non ci vive tutta questa gente. Le uniche soluzioni possibili: o ho comprato dei medicinali scaduti, oppure Virgilio sta dicendo la verità.
Feci un respiro profondo:
- Quindi... mi trovo veramente all'Inferno?
- Certo che ce ne hai messo di tempo per capirlo! O questo è l'Inferno, oppure il Paese delle Meraviglie di Alice, decidi tu.
- Guarda, se la scelta è questa opto per l'Inferno...
Virgilio mi diede un paio di pacche sulla spalla:
- Ottimo lavoro, fratello! Questa è la scelta migliore, relativamente parlando.
- Allora? Perché mi trovo qui?
- Te l'ho già detto: il mio superiore mi ha concesso di farti affrontare questo viaggio per farti decidere come dovrai vivere la tua vita in futuro, altrimenti ti godrai questo ed altro.
Detto ciò indicò i vari concerti.
- Vuoi forse dire che c'è anche di peggio?
- Dove stiamo per andare, il peggio è solamente un eufemismo.
◊ ◊ ◊
Mi strofinai un attimo le tempie, ancora una volta: mi risultava ancora piuttosto difficile credere alle parole di Virgilio, ma al momento non riuscivo a concepire una spiegazione diversa a questa fantomatica allucinazione. L'unica opzione che mi rimaneva, era credere alle sue parole sulla buona fede.
- Va bene. – dissi – Dobbiamo restare qui ancora per molto oppure possiamo cominciare ad andare?
Virgilio diede un'occhiata all'orologio da taschino che tirò fuori dalla sua giacca logora.
- Ma allora sei veramente il coniglio malefico... - commentai.
- Hai detto qualcosa?
- No, niente...
- Comunque si, ormai è quasi ora. Iniziamo ad incamminarci.
- Quasi ora?
Le sue parole mi preoccupavano, ma decisi comunque di fidarmi di Virgilio, che iniziò a dirigersi verso un punto non ben precisato della landa desolata. Lo seguii comunque ed arrivammo nei pressi di un autobus semi-distrutto, la carrozzeria quasi a brandelli; Virgilio commentò con un sorriso: -Vedo che è in ottime condizioni come al solito.
- Ottime condizioni?! Ma dove li hai gli occhi?? Quello è l'Olandese Volante su quattro ruote!
Finii di urlare a Virgilio, quando un volante mi colpii la testa.
- Hai per caso insultato il mio TESSSSSSORO?
Una voce rimbombò per tutta la landa, spaccandomi i timpani; mi voltai, vedendo la persona che aveva parlato: un vecchio seminudo con una barba bianchissima che gli arrivava fino allo stomaco, gli occhi spiritati che mi fissavano. Ricambiai lo sguardo e me ne pentii amaramente: i suoi occhi mi terrorizzavano a morte.
- Ah, Caronte! - fece Virgilio – Ti ricordi di me?
Il vecchio schioccò la lingua in segno di disapprovazione:
- Ah... È tornato il vecchio fanfarone...
- “Fanfarone”?! Come ti permetti! Io, il grande Virgilio Marron Glacè, nuovo profeta del ventunesimo secolo, la cui dialettica è al pari di quella di Socrate e di Cicerone-
Neanche il tempo di terminare la frase che un altro volante lo colpii in testa.
- Ah, e sta zitto! Vedi di non rompere più del dovuto!
Caronte prese un terzo volante e se lo mise in bocca dopo averlo acceso, come se fosse un sigaro. Dopo un po' tirò fuori il volante dalla bocca e da quest'ultima uscì fuori una smisurata quantità di fumo.
- Allora... Hai un lavoro per me o sei qui solo per rompere?
Virgilio si rialzò dal terreno.
- Si, si, ho un lavoro per te: il Superiore ha deciso che questo qui si deve fare un giro, con la tariffa Premium.
-Si, altre rotture... Hai i biglietti?
- Certo!
Virgilio, quindi, tirò fuori dal taschino della sua giacca due barrette di cioccolata con sopra il marchio “Mapo Tofu*”, le scartò e me ne offrii una, ma ovviamente la rifiutai (chissà quale droga c'era dentro). Virgilio ingoiò le due barrette di cioccolata per intero, per poi prendere l'incarto di entrambe le barrette ed estrarre da essi due biglietti d'oro.
- Ti basta come pagamento?
Caronte prese i due biglietti e li osservò attentamente contro-luce, come per verificare che non fossero dei falsi.
- Si, mi sembrano autentici... Su, salite a bordo e vediamo di farla finita in fretta.
- Avanti, andiamo. - mi disse Virgilio.
Tutti e tre salimmo sull'autobus: io e Virgilio prendemmo posto nella parte più remota del mezzo: ordini di Caronte.
- Allora, partiamo!
Con una serie di rombi il motore dell'autobus si avviò, ed iniziò ad incamminarsi per la landa desolata. Dopo un paio di minuti arrivammo presso una striscia di terra che stava sopra un fiume di magma.
- Bene, signori – disse Caronte – ci sono DUE modi per arrivare al cancello dell'Inferno: uno è farsi accompagnare da me su questo autobus, dato che questa striscia di terra compare solo quando sono presente; il secondo metodo è sopravvivere a quel fiume di magma, ma dubito che qualcuno ne sia in grado.
Detto ciò indicò il fiume di magma, facendomi notare che conteneva anche scorie radioattive, pesci morti e detersivo non-biodegradabile.
L'autobus attraversò la striscia di terra, fermandosi poco prima di arrivare fino in fondo.
- Perché ti sei fermato? - Chiesi al vecchio.
- Devi sapere che per ordini che vengono dall'alto non mi è concesso andare oltre questo punto, quindi vi tocca scendere qua.
- Grazie per il passaggio. - disse Virgilio.
Subito dopo mi fece un cenno e mi disse di scendere.
Dopo essere scesi dall'autobus questo sparì e, con esso, anche la striscia di terra.
- Bene, ora si inizia a fare sul serio: quello è il nostro primo obiettivo.
Dicendo ciò indicò un punto alle mie spalle. Appena mi voltai rimasi a bocca aperta: un enorme cancello, alto almeno 10 metri, in ferro battuto si ergeva dinnanzi a noi come un segnale di cattivo auspicio.
- Tu, ovviamente, vuoi che noi attraversiamo quel cancello che emana un'aura maligna non importa da dove lo si guardi, o sbaglio?
- Vedo che capisci tutto al volo.
- Tu sei pazzo, maledetto idiota!
- Si... Penso che questo lo abbiamo già stabilito.
Mentre diceva ciò tentai di fuggire ancora una volta, ma questa volta Virgilio prese la posizione di un Line-Man di Football Americano (aveva persino un casco sulla testa):
- SET! HUT, HUT!!
Dopo aver urlato ciò, Virgilio mi placcò nel giro di qualche millisecondo.
- AWWW YEAH! TOUCHDOWN!!
- Ma chi ti credi di essere, Seijuro Shin?!
- Dove pensi di fuggire, ragazzino? Di fronte ad una velocità superiore alla luce, nessuna quantità di forza è in grado di fermarla.
Mi rialzai da terra e, sconsolato, mi diressi verso il cancello.
Quindi... devo per forza attraversarlo?
- Direi proprio di si – disse Virgilio – se non ti va a genio l'idea, hai sempre l'alternativa del fiume di magma e detersivi non-biodegradabili.
Gettai uno sguardo al fiume di magma.
- Sai, trovo che questo cancello sia sempre più affascinante.
◊ ◊ ◊
*Collegamento: http://4.bp.blogspot.com/_3qF4fzIG6tk/TET5U7Ze3WI/AAAAAAAAAKI/mWcb2H0Y548/s1600/ma_po_tofu.jpg
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