The pan.

di jawaadskebab
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My family. ***
Capitolo 2: *** The autogrill. ***
Capitolo 3: *** An unexpected encounter. ***
Capitolo 4: *** The pan. ***
Capitolo 5: *** Are you my girl? ***
Capitolo 6: *** So...I'm Zayn Jawa Malik. ***
Capitolo 7: *** At the bitch. Oh sorry, beach. ***
Capitolo 8: *** Consciousness, you're a bitch. ***
Capitolo 9: *** The telephone. ***
Capitolo 10: *** The surprise. ***
Capitolo 11: *** The remote control. ***
Capitolo 12: *** My boyfriend's girlfriend. ***
Capitolo 13: *** He's mine! ***
Capitolo 14: *** Goodbye, brown eyes. ***
Capitolo 15: *** Epilogue. ***



Capitolo 1
*** My family. ***



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[ 1 ]


 

 MY FAMILY.







 

 “Allora, contenta che si va in gita?”
Contenta? Avrei preferito salire su un trattore insieme a Peppa Pig sulle note di ‘anima mia’, partire a tutta velocità e schiantarmi addosso al muro di Berlino.
“Si.”
“Menomale che sei venuta, oramai non ci speravo più.”
“Già.”
La verità è che mamma aveva nascosto le chiavi del trattore di zio Earl, e quindi a quel punto i casi erano due: trasferirsi per due settimane da zia Dolly, oppure andare in gita con la scuola.
Assolutamente la seconda opzione.
La prima volta che andai da zia Dolly fu l’ultima in tutta la mia vita.
Furono i 4 giorni più brutti della mia vita.
Appena fuori dalla villa, feci un voto al signore giurando che non avrei mai più messo piede lì dentro.
Un incubo.
 
*Flashback*
“O ai gias uonna zeic iu eniuer decciù laaaic, ui cud go aut eni dei eni nait, bebi ai…”
Non è un gatto che soffre di poliosi. No.  Ero io mentre stavo intraprendendo una grandiosa prestazione canora di ‘kiss you’. Sì.
D’un tratto la canzone, che stavo ascoltando sul mio cellulare tramite gli auricolari, venne interrotta da un suono alquanto fastidioso. Segno che qualcuno mi stava chiamando.
Ma chi cazzo mi stava chiamando? Insomma, non mi chiamava mai nessuno. Non è che ero una forever alone, no. Diciamo solo che le mie uniche conversazioni al telefono erano quelle con mia madre.
Dai, non ero così sfigata.
Giusto?
Guardai lo schermo del cellulare.
'Minchione.'
Jackson? Mio fratello Jackson? Ma per quale fottutissimo motivo mi chiamava se vivevamo insieme?
“Che cazzo vuoi?”
“Nessun cazzo, grazie. Al massimo vagine.”
“Dubito che tu voglia vagine.”
“Pezza di stronza, ti devo chiedere un favore.”
“No, non ti taglierò le unghie dei piedi.”
“No, ma…”
“Non ti schiaccerò nessun brufolo sulla schiena.”
“Mi fai parlare? Eccheccos’è.”
“Dai, parla.”
“Ehm…ecco vedi…in questo momento sono al cesso, e…sto cagando.”
“E allora?”
“E’ finita la cartigenica. Dovresti andare nell’altro bagno a prenderla e poi portarmela.”
“Devo proprio?”
“Ti prego.”
Sbuffai: “E va bene, ok.”
Misi giù la chiamata e mi incamminai verso l’altro bagno. Convinta che fosse libero, spalancai la porta, e la visione che mi si presentò davanti una scena alquanto raccapricciante.
Zio Earl era sdraiato in una vasca da bagno riempita con del latte, intento a lodare Mr. Winkle, il suo gatto, che, allungando la zampina, riusciva ad afferrare dei cereali galleggianti.
“Ehi Violetta! Vuoi aggiungerti a noi?” Mi propose sorridendo energicamente, per poi allungare una mano e mettersi a posto la cuffia da doccia che teneva sulla testa, pelata.
“Zio. Puoi spiegarmi che cazzo stai facendo?”
“Oh, tesoro. E’ per idratare la pelle.” Mi rispose come se fosse la cosa più normale del mondo. 
Ma certo. Chi non ha mai visto suo zio fare un bagno nel latte insieme a un gatto? E’ una cosa che capita tutti i giorni.
Chiusi la porta, lasciandomi lo zio alle spalle.
Passai tutto il giorno chiusa nella mia camera ascoltando musica, cercando in tutti i modi di dimenticare quella scena macabra.
Giuro che non metterò mai più piede in questa casa. Neanche se per caso me lo chiedesse Zayn. Ma neanche se in cambio mi promettesse di insegnarmi la parte pratica della riproduzione, no. Ma neanche se si offrisse come volontario per spaccare la testa a quel coglione di...
Occazzo, Jackson.
*Fine flashback*
 
 
 
Per tutto il viaggio in pullman, rimasi al mio posto talmente immobile, che di tanto in tanto qualcuno si avvicinava per sapere se ero ancora viva.
Quegli sfigati venivano immediatamente congedati con uno ‘spaco botilia’.
Odiavo quella scuola. Odiavo gli studenti. Odiavo gli insegnanti. Odiavo la mia città. Odiavo tutto, ogni cosa. Per questo erano soliti chiamarmi ‘cagacazzo’.
Sapete l’unica cosa che mi faceva sorridere? I One Direction.
Amavo quei ragazzi con tutta mè stessa. Dio, erano capaci di farmi sorridere anche in una giornata piena di merda.
Anche se fossi venuta a sapere che Bradley Cooper e  Renée Zellweger fossero tornati insieme, la mia giornata sarebbe stata lo stesso fantastica grazie a loro.
Amavo tutti allo stesso modo, non fraintendetemi, però…devo ammettere che ho sempre avuto un debole per Zayn.
Oltre al fatto che appena vedevo qualche sua foto mi cadevano le ovaie, ero perdutamente innamorata di lui.
I suoi occhi e il suo sorriso erano le cose che ogni giorno mi facevano andare avanti.














 

EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH VIOLA IS BACK.
Weee gente! Eccomi qua con un'altra ff ancora più deficiente di 'The false treason.'
Scusate se il capitolo è troppo corto, ma ho dovuto tagliarlo perchè sennò veniva troppo lungo cc
Il capitolo, non pensate male.
Comunque, riguardo la storia...ovviamente da questo capitolo non si capisce un cazzo lol Questi primi capitoli sono per lo più cose demenziali per far intendere il carattere di Viola. La storia vera e propria inizierà dal quarto capitolo in poi.
Nel caso vi steste chiedendo che fine farà 'What happens in Vegas'....non lo so nemmeno io lol E' che è troppo impegnativa cc
Vabbò, spero che questa ff vi piacerà.
Sciao bele asdfsa








 

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Capitolo 2
*** The autogrill. ***




 


 






[ 2 ]


THE AUTOGRILL.

 












Non ce la facevo più.
Avevo la vescica che sembrava una mongolfiera.
Temevo che da un momento all’altro sarebbe potuta scoppiare.
Diedi l’ennesima occhiata alla fila, lunghissima: “Ma porca puttana, muovetevi. Al posto della vescica ho un serbatoio talmente pieno che potrebbe alimentare un’intera nave da crociera.”
Passò molto tempo, troppo tempo, durante il quale mi passò per la testa la tentazione di prendere la borsa della vecchia davanti a me, e lasciarci dentro un ricordino.
Ma decisi di lasciar perdere. Pensate se magari mi beccava, e mi denunciava.
‘Catturata in un autogrill maniaca sessuale quindicenne. Tentato stupro verso la borsetta di una povera vecchietta innocente, mentre aspettava il suo turno per andare a liberare il prigioniero. Prima di essere arrestata, la giovane delinquente ha rilasciato un’intervista, la quale consiste nella continua ripetizione di ‘spaco botilia amazo familia’. Questo è tutto.”
Mi vennero i brividi solamente a pensarci.
Dio.
Finalmente, dopo un’eternità, arrivò il mio turno.
Ma una volta dentro il bagno, mi pentii di non aver seguito l’idea della borsa della vecchietta.
Minchia oh, cazzo aveva mangiato? Ma manco il messicano fa sto effetto, c’è.
Aoh, vecchietta de medda.
Giuro sulle palle di frate Giulio che in quel momento avrei preferito essere nel centro di un interrogatorio in cui mi veniva continuamente domandato il motivo per cui io volessi stuprare una borsetta di prada tarocca tutta ammaccata.
Davanti a quello spaventoso spettacolo, il serbatoio si svuotò automaticamente.
Prima di uscire, diedi un’ultima occhiata alla stanza maledetta e notai che, per l’amor di Dio, anche il soffitto era stato marcato.
Quelli sì che erano veri e propri attacchi terroristici.
Dopo aver raccomandato alle mie compari di stare attente ad aprire quella porta, mi allontanai per tornare nel luogo in cui gli studenti dovevano incontrarsi.
 
Eccomi arrivata al punto di ritrovo.
Ma…non c’era nessuno.
Dov’era tutti?
Non è che…?
Nah, si sarebbero accorti della mia assenza.
Giusto?
Oddio.
Poco distante da me c’era la signora del bombardamento: “Signora scusi, ma…”
“Delinquente, no! – iniziò a prendermi a borsettate - Stammi alla larga, delinquente!”
“No, signora, io…”
“Via, vattene via! Non ho soldi con me!”
Mentre scappava le gridai: “Per colpa sua l’autogrill sprofonderà nella merda!”
“Cagona.” Sussurrai digrignando i denti.
Notai un signore, e, dopo essermi accertata che non avesse nulla con cui menarmi: “Signore scusi, ha mica visto un pullman da queste parti?”
“Eh?”
“Un pullman.”
“Cosa?”
“Un pullman.”
“Non capisco.”
“Da queste parti.”
“Come?”
“Un pullman da queste parti.”
“Può ripetere?”
Dio.“Non fa niente.”
“Cosa?”
Mentre mi stavo allontanando riuscii a sentire che sbuffava: “I giovani di oggi.”
Mi avvicinai a una donna sulla trentina, che sembrava gentile: “Signora, ha visto il pullman che c’era qui poco fa?”
“No mi dispiace, non sono di qui.”
Giuro che da un momento all’altro sarei scoppiata a piangere.
“POSSIBILE CHE NESSUNO SA SE QUI C’ERA UN CAZZO DI PULLMAN DI MERDA?”
Gridai in preda all’esasperazione.
Ma dio santo, ma non è possibile.
“Si, è andato via circa 5 minuti fa.”
“Oh. Dio, ti ringaz…COSA?!”
Ommioddio.
Il pullman era…
Ero davvero rimasta all’autogrill da sola.
No.
No.
E adesso?
Un ragazzo mi si avvicinò: “Ti hanno lasciata qui?”
Idiota.
“No, sono disperata perché volevo vedere il pullman, ma è già passato.”
“Oh. Beh se vuoi…”
“Senti, in questo momento l’unica cosa di cui ho bisogno è un centro per ragazzi lasciati in autogrill da professori incoscienti, e non di una testa di minchia cazzo, va bene? Si? Si.”
“Beh, se fai un pezzo di strada, c’è un centro per ragazzi lasciati in autogrill da professori incoscienti.”
Ma…esistevano davvero?
“Ma esistono davvero?”
“Ebbene sì.”
“Oh. Dimmi dove si trova questo centro, subito.”
“Che ottengo in cambio?”
Ma brutto stronzo.
“…L’orgoglio di aiutare una povera ragazza indifesa che si è persa in un posto di cui non sa nemmeno il nome?”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Va bene.”
“Si.” Esultai sussurrando.
Dopo aver ottenuto le indicazioni, iniziai a incamminarmi.













EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Ragazze asdsas 11 recensioni. Marò, grazie.
Ehm...questo capitolo è altamente demenziale, penso l'abbiate notato.
La vecchia è la numero uno, vero?
Comunque, nel prossimo capitolo apparirà il kebabbaro.
yeeeeeeeeeeh! *stappa lo spumante*
Spero che mi sopportiate ancora per un po'.
Ciao belle sadsasa







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Capitolo 3
*** An unexpected encounter. ***













[ 3 ]


AN UNEXPECTED ENCOUNTER.








 

 
 
 
 
 
Dopo esattamente 2 ore di cammino, non avevo ancora trovato quel centro del cazzo.
‘Svegliati deficiente, quel ragazzo ti ha presa per il culo alla grande.’
Ma chi aveva parlato? Bo, sarà stata un’impressione.
‘Ehi, hai sentito che ti ho detto?’
“Chiunque tu sia lasciami in pace, non compro niente.”
‘Ma cosa…? Cogliona, sono la tua coscienza.’
“La mia coscienza?”
‘Si.’
La mia coscienza?
‘Si cazzo si, la tua coscienza.’
“Ma che leggi nel pensiero?”
Momento di silenzio.
‘Ti devo rispondere?’
“In effetti era una domanda cretina.”
‘Ecco.’
“Scusa, perché non sei intervenuta prima? Invece di farmi camminare per 2 ore? Eh? Troia.”
‘Ma tua nonna.’
“Ma la tua.”
‘Non ti permettere di insultare mia nonna.’
“Sei stata tu la prima ad insultare la mia.”
‘Vabbè, ma tu non dovevi tirarla in ballo.’
“Io tiro in ballo chi cazzo voglio.”
“Déjà vu.” dissimo all’unisono.
“Un momento, ma noi non abbiamo la stessa nonna?”
‘Oh cazzo, è vero.’
Non solo io stessa ero da rinchiudere, ma anche la mia coscienza. Bene, buono a sapersi.
Che coscienza di…
‘Ehi, attenta a ciò che pensi.’
Dio.
 
Dopo un’altra ora di camminata, capii che forse il centro non esisteva.
Porca puttana eva minchia cazzo culo, non ce la facevo più. L’unica cosa che non mi faceva male era la punta dell’unghia dell’indice della mano destra.
Ero su una cazzo di strada, da sola.
E poi faceva un caldo della madonna.
Non una macchina a cui chiedere un passaggio, non un povero cristiano che passasse di lì per caso, non una cas…ma…che cos’è quella roba? Sembra…nah. Oh sì?
‘Deficiente, è una casa.’
“Ma sta zitta una buona volta, volevo tenere sulle spine il lettore.”
Anche se la sorpresa è stata rovinata da quella coscienza di merda…
UNA CASA?!
Ommioddio.
Dopo essermi chinata sul prato e aver detto qualche preghiera, mi avvicinai.
 
Suonai il campanello.
Nulla.
Suonai per la seconda volta.
Nulla.
Iniziai a prendere a pugni e calci la porta.
Nulla.
Suonai per la terza volta.
Nulla.
‘Forse non c’è nessuno.’
“Senti, dovrai rompere i coglioni per tutta la storia? Eccheccazzo.”
‘Fanculo.’
Dopo aver provato a tirare un ultimo pugno, con scarsi risultati, girai intorno alla casa per vedere se c’erano altre porte sul retro, ma l’unica cosa che notai fu un’enorme vetrata che affacciava sulla spiaggia.
Notai che era aperta. Guardai prima a destra, poi a sinistra, poi su, poi giù, poi…
Ok.
Misi un piede dentro decisa ad entrare, ma Coscienza mi interruppe: ‘Ma che stai facendo?!’
“Sto entrando.” Secondo lei che cavolo volevo fare? Pettinare le bamboline? Ecchecos’è.
‘Pulisciti le scarpe prima, non è gentile da parte tua.’
Scoprii solo in quel momento di avere un lato educato. Dopo aver accontentato Coscienza, entrai in casa e mi guardai intorno. Per un momento fui tentata di gridare ‘C’è nessuno in questa cazzo di casa?’
Ma pensate se ci fosse stato qualcuno. Magari mi avrebbe sentita, sarebbe venuta di qua con un piede di porco e mi avrebbe colpita prima ancora di conoscere la verità riguardo alle mie buone intenzioni.
Insomma, io non volevo fare del male a nessuno. Certo, fare irruzione in una proprietà privata è reato, ma era stata una cosa involontaria, e…
Andai a sbattere contro qualcosa.
Tastai con la mano destra per capire di che cosa si trattava, ma sentii qualcosa di morbido e…muscoloso. Sembrava una….pancia?
Ommioddio.
Mi girai lentamente e mi trovai davanti un ragazzo dalla pelle mulatta e i capelli neri tutti disordinati a torso nudo, che mi fissava terrorizzato con un pezzo di pane in bocca.
Ma….lui…...ommio…..c’è…..occristo santissimo.
Santissimi numi, era Zayn Malik.
“Ma chi caffo sei?!”
Eh? Il mio sguardo incredulo si spense in un istante: “Ma che minchia hai detto?”
Alzò gli occhi al cielo e sputò il pezzo di pane sbuffando: “Fuori da casa mia, immediatamente!”
Fissai il pane a terra, e pensai al fatto che solamente quindici secondi prima mi sarei buttata a terra per appropriarmene. E chissà, magari ne avrei strappato un pezzo per venderlo su ebay e ricavare un sacco di soldi.
Uhm.
Ma in quel momento ero troppo incazzata per godermi il fatto che ero davanti al mio idolo. Come si permetteva di trattarmi in quel modo? Stavo per ribattere, ma mi interruppe: “Che cosa sei? Una specie di stupratrice? Brutta stronza, vattene, immediatamente!”  disse mentre mi agitava la mano davanti al viso.
Ma che credeva di fare? Cavolo, quanto era deficiente ‘sto ragazzo.
“Sai, ti ho sempre difeso davanti agli altri dicendo che, anche se non sembra, un briciolo di cervello ce l’hai in quella testa di cazzo.”
“Come mi hai chiamato?”
“Testa di cazzo. A furia di cantare sei diventato sordo? Eh Malik?”
“Non ti permetto di chiamarmi testa di cazzo.”
“Allora ti chiamo testa di minchia, fa un po’ come vuoi.”
“Vaffanculo.”
“Ma vacci te, col tappo in culo.”
“Minchiona.”
“Cazzone.”
“Cogliona.”
“Troio.”
“Put…- alzai il sopracciglio - …stronza.”
“Bastardo.”
Dopo dieci minuti eravamo ancora lì a prenderci a parolacce. E avremmo anche continuato, se non fosse stato per un imprevisto.
Spostai lo sguardo su un vaso che stava sul pianoforte che distava pochi passi da noi, sul quale scorsi una specie di…macchia?
“Ehi ma…che cos'è?”
Sotto lo sguardo confuso di Malik, mi avvicinai strizzando gli occhi: “ODDIO UN INSETTO!”
Saltai immediatamente sul divano iniziando a strillare come una bambina.
Il pakistano sbuffò avvicinandosi a sua volta a quell’inutile e terrificante bestiaccia: “Oh avanti, è solo un insulso insetto del cazzo…OMMINCHIA HA LE ALI, SCAPPA CAZZO, SCAPPA!”
Mi raggiunse sul divano e mi abbracciò piagnucolando: “Oddio fa qualcosa, ti prego.”
Io? “Ma sei tu l'uomo!”
“Non è vero!”
Alzai un sopracciglio, e lui tentò di giustificarsi: “Intendevo dire…”
“Potrei sempre dare un'occhiatina, no?”
Mi guardò male, e continuai: “Ok, la smetto.”








 

 
 
 
 
 

EEEEEEEEEEEEEEEEEH.
23 recensioni per 2 capitoli. Minchia, io vi amo.
No davvero, grazie sul serio.
 Passando al capitolo. E' arrivato il kebabbaro asdasdsa
La casa immaginatela pure come quella di hannah montana. Esatto si, ho preso tutto da lei lol 
Comunque, da qui in poi la storia si fa più interessante.....o meglio, più demenziale lol
Ovviamente il perchè di 'the pan' lo capirete nel prossimo capitolo, ma come vi sembra?
No c'è, ditemelo comunque se fa cagare. Accetto qualsiasi tipo di critica.
Ah, e per chi non avesse capito la battuta del deja vu, è perchè nell'altra ff citavo sempre la nonna lol
Alora noi vedere ala prosima, sciao ragase, spacate botilia.

 





 

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Capitolo 4
*** The pan. ***














[ 4 ]


THE PAN.











Ovviamente a prendere in mano la situazione fui io, o meglio, fui io a prendere in mano il vaso, per poi buttarlo fuori dalla finestra.
Solo dopo però scoprii che quel vaso era un pezzo unico al mondo e che era l’unico ricordo che aveva della sua bis bis bis nonna. Comunque non si dovrebbe ritenere così sfortunato, insomma, io di ricordi della mia bis bis bis nonna non ne ho mai avuti. Francamente non sapevo nemmeno come si chiamasse.
Dopo aver raccolto tutti i pezzi del vaso e aver preso della colla, si sedette sul divano poggiando il tutto sul tavolino, con l’intenzione di far tornare il vaso come nuovo.
Nel momento in cui lo raggiunsi, si creò un silenzio imbarazzante. Ma com’era possibile? Ero seduta vicino al mio idolo. In silenzio. Da anni aspettavo il momento per abbracciarlo e fargli capire tutto ciò che aveva fatto per me, e invece un secondo prima lo stavo prendendo a parolacce. E, come se non bastasse, avevo rotto un suo vaso preziosissimo. Quindi lui in quel momento mi odiava. Il mio idolo mi odiava. L’idolo odiava il fan. Non si era mai verificata una cosa del genere, è praticamente contro natura. Brava Viola, tu sei riuscita a fare l’eccezione. Facciamoci sempre riconoscere mi raccomando, go Viola go. Sei tutti noi.
Il silenzio continuò per un po’, fino a quando iniziò a gridare guardandosi intorno: “Dove minchia ho messo la colla?”
“Ehm, Zayn…”
“Silenzio, sto cercando la colla.” Si chinò sul tappeto per cercarla sotto al divano.
“Zayn…”
“No, non ti voglio ascoltare! Spaco botilia!”
“Ce l’hai in mano.”
Guardò la sua mano destra, poi me, poi di nuovo la mano, e infine si sedette sul divano per continuare il lavoro.
Di nuovo il silenzio.
Minchia.
Mi morsi il labbro per trattenermi dalla tentazione di dire qualche cazzata, solo per evitare quel silenzio che tanto odiavo. Così mi misi a seguire ogni suo movimento.
“Guarda che anche se ci metti l’anima, il vaso non riesci a ricostruirlo. E’ inutile.”
Tirò un lungo sospiro, e poi mi guardò: “Come ti chiami?”
“Viola.”
“Bene, Viola. Potrei sapere che cazzo vuoi dalla mia cazzo di vita? Potrei sapere che cazzo ci fai qui nella mia cazzo di casa? Potrei sapere per quale cazzo di motivo sei seduta vicino a me su questo cazzo di divano? Ma soprattutto, potrei sapere chi cazzo sei?”
“Minchia, quanti cazzo.” Sussurrai disegnando cerchiolini con la scarpa sul pavimento.
“Comunque – ripresi il discorso – dalla tua cazzo di vita, che poi non è affatto una vita del cazzo, non voglio un bel cazzo di niente. Sono finita per un cazzo di sbaglio nella tua cazzo di casa. Sono seduta qui su questo cazzo di divano perché sto cercando di chiederti scusa per aver rotto quel cazzo di vaso. E, infine, sono Viola Hastings, ho 15 anni e, nel bel mezzo di una cazzo di gita scolastica, sono stata abbandonata in un cazzo di autogrill che nei prossimi giorni sprofonderà nella merda a causa di una vecchietta del cazzo che ha mangiato il messicano. Questo è tutto, Malik.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Durante una gita?”
“Si.”
“Ti hanno abbandonata.”
“Si.”
“Oh beh, come biasimarli.”
“Si. No un momento, cosa?”
“Sei una rompi coglioni, hanno fatto bene ad abbandonarti.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Dai, sto scherzando.” Ghignò facendomi un buffetto sulla guancia.
Ommioddio, Zayn Malik mi aveva appena fatto un buffetto sulla guancia. No un momento, cosa?! Un secondo prima era incazzato nero, e adesso? Troppa cannabis, Malik.
“Scusa ma…tutta quell’incazzatura di un secondo fa? Che succede, adesso sei diventato docile? Eh? Eh Malik? Eh?”
Mi lanciò un’occhiata: “Fingevo.”
Cosa?! “Credevi davvero che questo fosse l’unico ricordo della mia bis bis bis nonna? Maddai, non so manco come si chiama.”
…Che kebabbaro stronzo.
“E io che mi sono anche preoccupata, stronzo.”
“Oh andiamo, era per divertirsi.”
“Vedo che ti diverti con molto.”
“Fatti i cazzi tuoi.”
“Ma la tua bis bis bis nonna.”
“Ma la tua.”
“Smettila.”
“Sei tu che hai iniziato.”
“Non è vero, sei stato tu il primo ad essere volgare.”
“Perché tu sei tutta fine, ovvio.”
“Ma che cosa c’entra? Io ho detto che sei stato tu il primo.”
“Ma tu l’ultima.”
“Oddio, non ti sopporto.”
“Notizia dell’ultima ora: nemmeno io.”
“Sei riuscito a farti odiare da una tua fan, sei proprio un genio Malik.”
“E tu sei riuscita a farti odiare dal tuo idolo, che è ancora peggio.”
“Ma sei sempre così stronzo?”
“E tu sei sempre così rompi coglioni?”
“Minchia. E’ proprio vero che per amare una persona devi conoscerla realmente.”
“Che intendi dire con questo?”
“Che ora mi stai sul cazzo, e parecchio anche.”
“Oh credimi, la cosa è reciproca.”
“Bene.”
“Bene.”
“Bene.”
Ci alzammo entrambi e, mentre io non avevo la minima idea di dove andare, lui salì al piano superiore.
Minchia, stavo morendo di fame. Che potevo mangiare?
Kebab, assolutamente.
Dopo aver chiamato Zayn più volte, il quale non mi cagò minimamente, per chiedergli di prepararmi un kebab, raggiunsi la dispensa della cucina sbuffando sonoramente con l'intento di prendere una padella.
Per fortuna ne trovai subito una, ma era incastrata. Tirai a più non posso il manico, ma la padella non accennava a spostarsi.
D’un tratto uscì di colpo, e andò a centrare qualcosa dietro di me. Ma…ma dietro di me prima non c’era niente. Mi girai immediatamente e trovai Zayn sdraiato a terra.
Ommioddio.
Mi chinai a fianco del Pakistano: “Pa-pakistan?”
Nulla.
L’avevo ucciso? Già mi immaginavo i telegiornali: ‘Arrestata quindicenne per aver ucciso il famoso cantante idolo delle teenagers Zayn Malik con…con una padella.’
L’avevo uccido con una padella.
Oddio.
Mamma, ti ho sempre voluto bene. Papà, ti ho sempre voluto bene. Nonna, anche se ti cito parecchie volte in commenti non molto piacevoli, ti ho sempre voluto bene. Zio Earl, ti ho sempre voluto bene. Zia Dolly, ti ho sempre voluto bene. Jackson…nah.
“Aiuto! Qualcuno chiami un’ambulanza!”
‘Ma a chi minchia stai parlando?’
“Proprio ora dovevi venire a rompere i coglioni?”
‘Ma non…oddio ma…ma che minchia hai fatto?’
“Solo ora te ne sei accorta? Coscienza del cazzo.”
Tornai a Zayn: “Zayn ti prego, rispondi.”
“Zayn!” lo richiamai insistendo.
Aprì un occhio: “Zayn, Zayn! Ci sei?”
Mi guardò confuso e chiese: “Zayn?”
“Si, Zayn.”
“Ma chi è Zayn?”
Co-come chi è Zayn? “Tu, tu sei Zayn, minchione!”
“Io sono Zayn minchione?”
Coglione. “No, tu sei Zayn, Zayn Malik.”
Mi guardava come un opossum che aveva appena perso la mamma nel deserto. Tipo l’audizione di x-factor, avete presente?
“Non-non ti ricordi?”
“No.”
...Porca puttana.













EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Oh gente, abbiamo quattro giorni di vacanza. Non so voi, ma io sono felice quanto uno spermatozoo che è riuscito a fecondare un ovulo.
Passando al capitolo, che gran casino che ha fatto Viola, eh? La storia vera e propria inizia da qui in poi.
Poi volevo ringraziarvi per le recesioni che mi avete lasciato, siete tutte dolcissime. Inoltre, volevo consigliarvi questa fantastica os su Justin Bieber:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1588829&i=1
E' abbastanza lunga, ma ne vale davvero la pena. Giuro sulle palle del kebabbaro.
Spero che la leggiate, ripeto, ne vale davvero la pena.






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Capitolo 5
*** Are you my girl? ***












[  5  ]
 
 
ARE YOU MY GIRL?

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Viola, manteniamo la calma. Avevi appena assistito all’uccisione, alla resurrezione e alla perdita della memoria di Zayn Malik, il tuo idolo. In più, tutto questo era successo per colpa tua.
Si alzò con il busto e si massaggiò la testa: “Dio, che mal di testa.”
Mal di testa? Aveva mal di testa per la padellata?
In quel momento ero tentata a correre verso il black e decker per farmi aspirare, così da cancellarmi per sempre dalla faccia della terra. E magari finire sul culo della terra, perché, essendo una grandissima merda, era il posto in cui dovevo stare.
Ma io mi chiedo, che diavolo era saltato in mente ai miei genitori quando quella notte ci hanno dato dentro senza usare il preservativo? Fra me e Jackson, non saprei dire chi dei due era il più demente. E vi immaginate se ce ne fosse stato un terzo? Non oso immaginare.
Si alzò lentamente guardandosi intorno, e non appena il suo sguardo cadde su di me sgranò gli occhi: “Perché non ricordo nulla?”
E ora che gli dicevo? “Ehm, io…”
“Chi cazzo sono?”
“Ecco…”
“Dove cazzo sono?”
“Sei…”
“Chi cazzo sei tu?”
“Io…”
“Ho perso la memoria?”
“Ma fammi parlare almeno! Eccheccos’è.”
“No, spaco botilia!”
“Ma ti posso spiegare, ascoltami!”
“No, non voglio sentire nulla da te! Non so nemmeno chi sei.”
“Se è per questo non sai neanche chi sei tu.”
“Ehi tu brutta stronza, non prendermi in giro.”
“Non ti sto prendendo in giro, ti sto solo facendo ragionare.”
“Ragionare? Come si può ragionare con una come te?”
“Ma se non mi conosci neanche?!”
“Possibile che nonostante non sappia nemmeno il tuo nome abbia già voglia di menarti?”
“Se hai il ciclo non è colpa mia, tesoro.”
“Oh, ma fanculo.”
“Ma vacci tu a fanculo.”
Ma ci credete che quello a cui stavo parlando era il mio idolo? Ma che problemi avevo? Più tardi, avrei dovuto fare un bel discorsetto ai miei genitori.
“Deficiente.”
“Cretino.”
“Cogliona.”
“Cazzone.”
“Minchiona.”
“Oh, ma vattene a cagare come hai fatto in Giappone, hai rotto le ovaie.”
Non fece in tempo a ribattere che ripresi la padella tirandogliela, per la seconda volta, dritta in fronte.
Mi chinai, per la seconda volta, a fianco del Pakistano e chiesi, per la seconda volta: “Pakistan? Tutto bene?”
Sospirò e mi disse tranquillamente, tenendo gli occhi chiusi: “Potrei sapere perché l’hai fatto?”
“Non ti sopportavo più.”
“Quindi se non sopporti una persona, tu la prendi a padellate in testa.”
Annuii e lui, per la seconda volta, si alzò sul busto: “Facciamo una cosa. Io ti faccio parlare, se tu mi prometti che poggerai quella padella.”
Ghignai e misi la padella sul tavolo. Zayn si alzò e mi lanciò un’occhiata: “Più lontano.”
Sbuffai scherzosamente e poggiai la padella sul ripiano accanto al lavandino.
Agitò la mano: “Falla sparire.”
“Zayn, adesso hai rotto i coglioni.”
“Io ho rotto i coglioni?”
“Si, tu hai rotto i coglioni.”
“Tu invece non hai rotto i coglioni?”
“No, io non ho rotto i coglioni.”
“Senti, finiamola entrambi di rompere i coglioni e occupiamoci di cose serie, ok? Innanzitutto, vorrei sapere il motivo per cui non ricordo un cazzo. Che è successo?”
Che è successo? Bene, vediamo. Ricapitolando, sono entrata di nascosto in casa tua, mi hai vista, abbiamo litigato, ti ho spaccato un vaso, abbiamo litigato di nuovo, poi ti ho chiesto di prepararmi un kebab, ma tu non mi hai cagata minimamente, così mi sono alzata, ho preso una padella e te l’ho tirata, involontariamente, sulla testa, poi ti sei svegliato, abbiamo litigato ancora, ti ho tirato un’altra padellata in testa, questa volta volontariamente, e infine stavamo litigando per la quarta volta.
“Sei caduto.”
Sembrò più confuso di prima: “Ho perso la memoria perché sono caduto?”
Annuii.
“Oh, che caduta avrò mai fatto?”
“Ehm…una cosa allucinante. Sangue dappertutto, braccia e gambe sparse per il salotto – scossi la testa - meglio non ricordare.”
Sussurrò: “Minchia.”
Minchia? Aveva creduto a ciò che avevo appena detto? Mio dio, come lo avevo ridotto.
Dopo essersi guardato attorno, il suo sguardo si fermò su di me: “Ma tu chi sei?”
Oh, cazzo. Non ci avevo pensato.
“Ehm…chi sono io?”
E ora che gli dicevo? ‘Zayn, mio carissimo Zayn. Sono quella che ti ha fatto perdere la memoria con una padellata in testa. Ora scusami, ma vado a infilarmi nel cesso per poi tirare lo sciacquone.’
Mi incitò a continuare.
Che minchia gli dicevo? Sua nonna? Nah, ero troppo secsi per essere una nonna. Sua sorella? Neanche, non avrei potuto ingropparmelo. Ehm…sua cugina! Ah no cazzo, neanche in quel caso avrei potuto.
“Non dirmi che sei la mia ragazza.”
In quel momento scoppiai a ridere. Io la ragazza di Zayn Malik? Oh andiamo, non ci avrebbe creduto nemmeno un fenicottero.
Un momento.
Zayn non si ricordava nulla. Neanche di Perrie. Quindi non poteva sapere che io ero una specie di stalker.
“Quindi tu non ricordi nulla?”
Scosse la testa.
“Neanche se ti dicessi vecchietta, autogrill…niente?”
“Ehm…no.”
“Perrie?”
“Eccheccazzo no, non mi ricordo nulla!”
“Va bene, va bene, calmati. Ebbene sì, sono Viola, la tua ragazza.”
Fece una faccia strana, poi mi squadrò da capo a piedi e infine alzò un sopracciglio: “Sicura di essere la mia ragazza?”
Aggrottai la fronte: “Perché, non ti va bene?”
“Cosa? No, no, assolutamente no. E’ che… - spostò lo sguardo sul mio petto – mi sono sempre piaciute le tette grosse, che io mi ricorda.”
Fottuto stronzo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Ok lol Questo capitolo ha superato il limite della demenzialità. No seriamente, avete idea da quanto ci penso? E’ dal 9 febbraio che consulto la mia compagna di banco, demenziale quanto me, su come continuare la storia. Penso che un capitolo più coglione di questo non poteva uscirmi.
Comunque, visto che molte di voi mi hanno fatto notare che la scena della padellata in testa era simile a quella di Rapunzel, ho deciso di darvi corda. Nel senso che, come nel film, ho tirato un’altra padellata al kebabbaro. Che ve ne pare?
Non ditemi che è una diarrea, pls.
Vabbò, grazie come al solito per le recensioni lkjhg Vi amo, vi amo e vi amo.
Sapete che vi amo?
Ok basta, ho rotto il cazzo.
Ringrazio chiara_88 per il banner fantastico lkjhg
Ciao splendori lkjhgf
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** So...I'm Zayn Jawa Malik. ***





 







[  6  ]
 
 
 
SO...I'M ZAYN JAWA MALIK.


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Quindi io sono Zayn Jawa Malik.”
“Jawaad.”
“Jawaad. Ho vent’anni, sono nato il dodici gennaio a Bradford, sono figlio unico e i miei genitori sono stati investiti da un camioncino di gelati.”
Annuii priva di emozioni.
Sbuffò: “Viola che hai? Sei ancora arrabbiata per la battuta di prima?”
Quale battuta? Quella delle tette? No, assolutamente no. “No.”
“Si, invece.”
“E io ti dico di no.”
“Ma io ti dico di si.”
“No.”
“Si.”
“No.”
“Si.”
“Se non la smetti ti prendo i coglioni e te li metto al posto delle tonsille.”
“Oh andiamo, stavo scherzando. Mi piacciono le tue tette.”
Minchia, che consolazione.
Gli lanciai un’occhiata, sbuffai, e poi tornai a guardare un punto indefinito davanti a me.
Lo sentii ghignare e avvicinarsi al mio orecchio: “E se ti dessi un bacio?”
Cosa? Avevo sentito bene? Un bacio? Da Zayn Malik? Da Zayn Jawaad Malik?
Zayn che baciava Viola?
Mi girai immediatamente facendo sfiorare i nostri nasi: “Ecco, io…”
“Siamo fidanzati, ci saremo baciati almeno una volta, no?” Aggrottò la fronte.
In realtà Malik, ero così sfigata che non ci siamo mai baciati neanche nei sogni. “Ehm…”
“Oh, a proposito. Ma noi dove ci siamo conosciuti?” Si allontanò di colpo tornando a sedersi sul divano, accanto a me.
Troppo vicino per i miei gusti. Insomma, ancora non mi ero abituata alla presenza di Zayn Malik. Soprattutto se dovevo essere la sua ragazza. Viola Hastings, la ragazza di Zayn Malik. Che strano.
Davvero strano.
In quasi sedici anni della mia vita mi hanno sempre detto che non avrei mai combinato nulla nella vita, mi hanno sempre detto che ero inutile, non servivo neanche per pulirsi il culo. E invece guardatemi ora, la ragazza di Zayn Malik.
Tiè, brutte facce da trifide coi parassiti.
“…Dove ci siamo conosciuti?” Chiesi deglutendo rumorosamente.
Annuì.
E adesso? Santissimi numi.
“In…ehm…a un mercato di padelle.”
Aggrottò la fronte: “A un mercato di padelle?”
Annuii convinta: “A un mercato di padelle.”
“E che ci facevo a un mercato di padelle?”
Alzai un sopracciglio: “A me lo chiedi?”
“E tu?”
“Io cosa?”
“Tu che ci facevi lì?”
“Ma lì dove?”
“A un mercato di padelle.”
Sbuffai allungando le gambe sotto il tavolino e incrociai le braccia: “Quante minchia di domande fai? Ma fatti i cazzi tuoi.”
Annuì pensieroso.
Ma a che stava pensando? C’è, io l’avevo appena offeso e lui annuiva. Ogni cristiano a un ‘Fanculo’, a un ‘Coglione’ o a qualsiasi altra offesa avrebbe risposto, lui invece no. Lui annuiva.
Secondo me, quando è nato si sono dimenticati di mettergli il cervello.
Ecco perché durante le interviste se ne stava sempre zitto, se apriva bocca diceva solo stronzate rischiando così di rovinare i suoi amici. Certo che però anche gli altri quattro dell’Ave Maria non erano l’essenza dell’intelligenza. Nel complesso erano ridotti male, si.
“A che cosa stai pensando?” Mi chiese Zayn interrompendo bruscamente i miei pensieri.
“Al fatto che a te la testa serva solo per dividere le orecchie.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse.
Sospirai: “Lascia perdere, Zayn.”
“Uhm, ok. Ma quanto tempo fa è stato?”
“Che cosa?”
“Quanto tempo fa ci siamo conosciuti?”
“Non so, pochi mesi fa.”
“Il giorno esatto?”
“Ma il giorno esatto di cosa?”
“Ma porca troia, mi ascolti o no quando parlo?”
“Certo che ti ascolto.”
“E allora perché mi fai ripetere le cose cinquanta volte?”
“E che ne so io, sei tu che mi fai perdere il filo.”
“E l’ago?”
“Eh?”
“L’ago.”
“Che cazzo c’entra l’ago?”
“Tu hai detto che perdi il filo, e io ti ho chiesto se perdi anche l’ago. Era una battuta.”
Oh Santa Maria Vergine. “Che umorismo del cazzo.”
“Parla lei che è perennemente incazzata col mondo.”
“Non sono perennemente incazzata col mondo.”
“Si che lo sei.”
“No.”
“Si.”
“No.”
“Si.”
“Basta.”
“Rispondi alla mia domanda.”
“Quale domanda?”
Mi guardò male. “Giuro che adesso ti stavo ascoltando, non me la ricordo veramente la domanda.”
“Il giorno esatto in cui ci siamo conosciuti.”
“E che ne so io.”
Sgranò gli occhi: “Non ti ricordi il nostro anniversario?”
“Ma cosa credi, che io mi appunti sul calendario ogni volta che conosco qualcuno?”
“Fai schifo.”
Ma da quando i maschi si interessavano degli anniversari? Di solito era la femmina che glielo ricordava ogni tre secondi con il solo scopo di ricevere come regalo una cena in un ristorante a trentacinque stelle. Quel ragazzo aveva seri problemi.
“Ma che cazzo ne so Zayn, neanche tu te lo ricordi.”
“Viola, io ho perso la memoria.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Dettaglio inutile e privo di significato.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Va bene. - si alzò e allungò una mano verso di me – ti va di andare a fare una passeggiata in spiaggia?”
“Eccome! And…”
Un momento.
E se ci fossero state delle persone che avrebbero fermato Zayn? Che avrebbe detto lui? Ma soprattutto, che avrei detto io? Sarei finita nella diarrea fino al collo. Più di quanto non lo fossi già.
“C’è troppa gente, odio stare in mezzo agli altri.”
“Viola ma guarda, non c’è nessuno. Butta un occhio.”
“Come faccio?”
“Come fai a fare cosa?”
“No dico, come faccio a prendermi l’occhio e buttarlo?”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Non l’hai detto sul serio.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
E scoppiammo a ridere.
Stare con Zayn Malik era altamente rischioso e nocivo alla salute.




 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Premessa: questo capitolo vi sembra al massimo della demenzialità? Bene, allora preparatevi al capitolo 8. Demenzialità al massimo. Come tutti gli altri del resto lol
Diciamo che c’è un pezzo che è leggermente più demenziale rispetto agli altri.
E si, ho quattro capitolo pronti compreso questo. Mi amate? Eh? Ok, basta.
Il settimo capitolo, come questo, sarà solamente di passaggio. Dall’ottavo in poi si va avanti con la storia perché…
Entrerà in scena un nuovo personaggio che tutte noi già conosciamo! *parte la musichetta in sottofondo*
Chi indovina vince la botilia autografata da Malik, e la padella che Viola ha usato per fottergli la memoria!
Offerta imperdibile, eh.
Ah si, il prossimo capitoli avrà qualcosa di dolcioso lkjh
Qualcosa. Non preoccupatevi, la demenzialità ci sarà lo stesso.
Al prossimo capitolo allora, sciao bele lkjh

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Capitolo 7
*** At the bitch. Oh sorry, beach. ***












[   7   ]
 
 
AT THE BITCH. OH SORRY, BEACH.







 

 
 
 
 
 
 
Stavamo passeggiando lungo la spiaggia e in effetti, come aveva detto Pakistan, non c’era una minchia di nessuno. Menomale, avrei evitato l’ennesima figura di merda.
Anzi no, in quel caso sarei morta direttamente.
Sentii qualcosa stringermi la mano. Abbassai lo sguardo e scorsi le dita di Zayn intrecciate alle mie.
Mi sorrise, per poi tornare a guardare il mare.
Povero Zayn. Non si meritava tutto ciò. Insomma, chi cazzo ero io per piombare in casa sua, fargli perdere la memoria, oltretutto con una padellata in testa, e raccontargli un sacco di stronzate? Che cosa avevo fatto.
Mi girai verso di lui e osservai il suo profilo.
Era perfetto.
Ero stata un’egoista, ma io lo amavo. Passavo giorni interi a pensare al suo sorriso o alla sua voce, le uniche cose che mi facevano continuare quella vita di merda. E quando finalmente mi si presentò l’occasione, come potevo mandare tutto a puttane? Finalmente lo sentivo mio, ed era un sogno.
E’ strano che fra tutte le persone che ci sono al mondo, tu ne vuoi solo una. Ed è davvero incredibile ciò che fai quando sei innamorato. Prendete esempio da me, gli ho fatto perdere la memoria e gli ho fatto credere di essere la sua ragazza.
“A che cosa pensi?” mi chiese sorridendo dolcemente.
Alzai un sopracciglio: “Perché mi chiedi sempre a che cosa penso?”
Fece spallucce: “Perché non so a che pensare.”
“E allora devi per forza pensare a che cosa penso io?”
“Beh si, io…ho perso il filo.”
“E l’ago?”
Ci guardammo un momento per poi scoppiare a ridere.
Ma adesso che ci penso, che cazzo c’era da ridere? La battuta dell’ago era una delle peggiori che io abbia mai sentito. Infatti l’aveva detta lui.
“Comunque stavo pensando a te.”
“A me?”
“Si, a quanto tu sia perfetto.”
…L’avevo detto davvero? Viola l’aveva detto davvero? Viola Hastings? Oddio, che effetto mi faceva Zayn Malik.
“Oh, ma questo lo so.”
Ok. Ammetto che non ero un’amante di cose dolci. E ammetto anche che non appena qualcuno mi faceva un complimento, riceveva un ‘vaffanculo coglione.’, ma, essendo il mio ragazzo, avrebbe dovuto rispondere che anche io ero perfetta.  Prima la battuta sulle tette, e adesso questo.  Che gran pezzo di…
“Anche tu sei bellissima .”
Mi scappò un sorriso, e lui continuò: “Certo non quanto me, però…”
Sgranai gli occhi scherzosamente e gli tirai un pugno sul braccio: “Fottuto stronzo!”
Ghignò, per poi avvolgere il mio collo con le sue braccia e poggiare il mento sulla mia spalla.
Va bene, non ero psicologicamente preparata a ciò. E neanche le mie ovaie lo erano.
Dio santo.
“Mi dispiace così tanto non ricordare.” Sussurrò.
Colpo al cuore.
Sembrava così dispiaciuto. Ma con che faccia di merda gli avevo raccontato tutte quelle stronzate?
Avrei dovuto raccontargli tutto.  Ma lui che avrebbe pensato di me? Oddio, in che casino mi ero cacciata.
Tutta colpa della vecchietta che è stata troppo tempo a sparare merda in autogrill, trattenendo la fila. Altrimenti l’autobus non mi avrebbe abbandonata. 
Quando si staccò mi guardò negli occhi spostandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio: “Ma sai una cosa?”
Scossi la testa.
“Sento che sto iniziando a provare qualcosa per te.”
Oh cazzo. Avevo sentito bene? Lui stava iniziando a provare qualcosa per me? Nah, non è possibile. Avevo per forza sentito male. Zayn Malik che prova qualcosa per Viola Hastings? Maddai.
“…Cosa?”
“Si insomma, ti conosco da pochissime ore e, nonostante a volte tu sia fastidiosa quanto un dito pieno di sabbia nel culo…mi piaci.”
Piacevo a Zayn Malik? Viola Hastings piaceva a Zayn Malik?
“…Cosa?”
Ghignò, per poi posare dolcemente le labbra sulla mia guancia.
Zayn Malik mi aveva appena baciata. Zayn Malik aveva appena baciato Viola Hastings.
Si poteva rimanere incinta con un semplice bacio sulla guancia?
“…Cosa?”
Ma riuscivo a dire solo ‘Cosa’? Eccheccazzo. Beh, sempre meglio di Trench.
Scoppiò a ridere e mi prese per mano trascinandomi verso la riva: “Sei buffa, sai?”
“No, io sono Viola.”
“Oddio, questa era di pessimo gusto.”
“Come fai a sapere che era di pessimo gusto?”
“In che senso?”
“Hai assaggiato la battuta?”
“Ho assaggiato la battuta, ma cosa…?”
“Non puoi sapere che gusto ha se non l’hai assaggiata, poteva essere ottima.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Ok.”
Tornammo a camminare tranquillamente, quando Zayn tirò un debole calcio all’acqua facendomi arrivare addosso delle gocce. Inizialmente la cosa mi innervosì un poco, ma decisi di lasciar perdere.
“Comunque faceva davvero schifo.”
“Pensa alle tue di battute, che fanno cagare gli stitici.”
Tirò un altro calcio e questa volta mi arrivarono più gocce, ma decisi comunque di lasciar perdere.
“Dove hai imparato a smerdare così facilmente?”
In effetti, me lo aveva insegnato lui, in quel periodo in cui litigava con chiunque. Sembrava avesse il ciclo. Gli unici giorni in cui scrisse tweets leggermente più espressivi rispetto a un semplice ‘aha’ o a un ‘Che dice il pulcino alla madre? Ciao! Aha!’
Quel ragazzo stava male.
“Mi hai insegnato tu.”
“Davvero?”
“Ah ahm.”
Tirò un terzo calcio fortissimo all’acqua, e questa volta si alzò una specie di tsunami che mi inondò completamente. Ero praticamente fradicia.
In risposta, originai un altro tsunami contro di lui, al quale reagì girandosi a modi pinguino che aveva appena fatto sesso, e si mise a strillare come una bambinetta viziata: “Ma che cazzo fai?”
“Sei stato tu il primo ad iniziare! Guarda, sono tutta bagnata per colpa tua.”
Sgranò un secondo gli occhi, per poi guardarmi con sguardo malizioso. Ma cosa…?
Oh no, vi prego. Ditemi che non era vero. Ditemi che non mi stava guardando così per ciò che avevo appena detto. “Fai schifo, sappilo.”
“Perché, scusa? Guarda che è una cosa naturale.”
“Si, ma il modo in cui lo fai notare è vomitevole.”
“Dettagli.”
“Non sono dettagli, testa di minchia.”
“Ma fanculo.”
“Ma fanculo a tua nonna.”
“Ma perché ci metti sempre di mezzo la nonna?”
In effetti aveva ragione. Che avevo contro mia nonna? Insomma, io sono nata anche grazie a lei. “…Non lo so, fanculo a tua zia.”
“Ma la tua.”
Ci guardammo per un momento, per poi dire all’unisono: “Nah, stava meglio la nonna.”
Due secondi dopo gli schizzai l’acqua: “Questo era per l’orribile battuta di prima.”
In risposta, mi schizzò anche lui: “E questo è perché sei una rompi coglioni.”
“Stronzo.”
“Minchiona.”
“Coglione.”
“Testa di cazzo.”
Visto che non mi venivano più in mente delle parolacce abbastanza offensive, mi scaraventai addosso a lui facendolo cadere all’indietro, ma, il coglione, strinse una mano attorno al mio fianco facendomi atterrare su di lui.
“Mi piace questa posizione.” Ghignò accarezzando dolcemente la mia schiena.
“Porco.” Sbuffai scherzosamente.
Va bene, ammetto che neanche a me dispiaceva quella posizione. Insomma, sfido chiunque essere etero in questo mondo a non volersi sdraiare su Zayn Malik. Compresi i maschi.
 





 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Mi sono rotta le palle di questo ‘eeeeh’, minchia. A voi non dà fastidio? Marò.
Innanzitutto, chiedo scusa per il titolo. AHAHAHAHAHAH E’ che ogni volta che leggo ‘beach’ mi viene in mente ‘bitch’, skst.
Comunque, ecco a voi il capitolo dolcioso.
Dolcioso…………………forse è più leggero degli altri. Forse.
Ma non preoccupatevi, nel prossimo capitolo tornerà la solita Viola.
E vi devo anche dire che ho sbagliato a contare, lollino. Il personaggio ‘misterioso’ non apparirà nell’ottavo capitolo, ma nel nono.
Sapete, in questi giorni sto scrivendo l’epilogo di ‘the false treason’ consultandomi ovviamente con la mia compagna di banco deficiente quanto me. Ci credete se vi dico che mi sta venendo troppo dolce?
Ho già cancellato un po’ di parti perché era davvero troppo romantico.
Che schifo.
Cioè, Viola che scrive cose romantiche. Non è mai capitato, gente.
Un’ultima cosa. Martedì parto per una gita in Francia e torno sabato. Che figata, vero? Lkjhg
No, non è affatto una figata. E’ una merda. Si, perché non potrò portarmi il pc per scrivere le mie stronzate fra Zayn e Viola.
Porcona zoccolona a novanta.
Vabbè, detto questo, pubblico il capitolo 8 lunedì sera, e il 9 sabato, appena torno.
Va bene? Eh? Si? Annuite con vigore, su.
Ps. Ho deciso di cancellare ‘What happens in Vegas’ perché è da due mesi che non aggiorno, e del secondo capitolo ho scritto solamente due righe…………quindi, la pubblicherò non appena avrò abbastanza capitoli. Chiedo scusa cc
Ah si, e grazie per tutte le recensioni meravigliose. Siete fantastiche, dalla prima all’ultima.
Sciao bele lkjhg




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Se per caso voleste della pubblicità, basta chiedere, lo farò subito lkjhg

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Capitolo 8
*** Consciousness, you're a bitch. ***










[ 8 ]



 

 

CONSCIOUSNESS, YOU'RE A BITCH.









Ero in terrazza intenta ad osservare il mare, mentre mi dondolavo sull’amaca. Ho sempre amato contemplare l’orizzonte.
...Ma chi volevo prendere in giro? Mi trovavo lì per il semplice fatto che non ci fosse un cazzo da fare. Mi annoiavo talmente tanto, che ero arrivata al punto di essere annoiata ad annoiarmi. Anche le mie ovaie erano leggermente urtate,  e, essendo d’accordo con me, cercarono più volte di battermi il cinque.
Quella casa era una noia pazzesca. L’unica ragione che mi tratteneva lì era Zayn. E che ragione.
Comunque, mentre io e le mie ovaie ci stavamo per uccidere a vicenda tanto per fare qualcosa, Zayn era a farsi la doccia.
Per un momento fui tentata di andare a spiarlo, ma se mi avesse vista? Sarei stata costretta a raggiungerlo, e ciò avrebbe avuto solo un significato: tanti pakistanini in giro per casa.
Ovviamente nel futuro io e Zayn avremmo procreato tanti mini-terroristi con la cresta nera e il ciuffo biondo, ma nel futuro, nel lontano futuro. Odiavo i bambini. Erano così…casinisti. Alla scuola materna, mentre gli altri si rincorrevano o giocavano con barbie, bambole e cazzi vari, io ero seduta in disparte su una panchina a osservare un punto indefinito davanti a me lanciando un’occhiata alla porta ogni due secondi, sperando che arrivasse mia madre. Ricordo che strinsi amicizia solo con una bambina che aveva un pacchetto di smarties, e mi avvicinai a lei solo per quel motivo. Anzi, in realtà fu lei a venire da me, perché io ero affetta dalla sindrome anti-mocciosi, e…
I miei profondi pensieri furono interrotti bruscamente da una voce. Dedussi fosse Zayn, visto che, essendo in culo a un lupo, non passava mai nessuno nelle vicinanze.
“Shampoo nei miei capelli, bagnoschiuma sul mio petto, sulla mia pancia, sul mio…”
Immediatamente mi tappai le orecchie. Non volevo sentire altro.
Ma come faceva Perrie a sopportarlo? Cazzo, al posto del cervello aveva un criceto che si ostinava a correre nella sua ruota cercando di raggiungere…non lo so.
A proposito di Perrie, ma che fine aveva fatto? Fossi stata io al suo posto mi sarei tenuta stretta un tipo come Zayn. Voglio dire, gli tartasserei la minchia venticinque ore su ventiquattro.
Assicurandomi che Zayn avesse smesso di cantare quella...cosa che lui forse aveva il coraggio di chiamare canzone, tolsi le mani dalle orecchie, e subito dopo sentii un suono. Sembrava una specie di…corno? Guardai nel punto dal quale proveniva il suono, e scorsi un cellulare.
Ma di chi poteva ess…
Ommioddio il cellulare di Zayn. Il cellulare di Zayn Malik.
Lì dentro c’erano i numeri degli altri ragazzi.
Magari anche quello di Giustino.
Santissimi numi.
Dopo essermi guardata intorno per assicurarmi che Zayn non potesse vedere ciò che stavo per fare, allungai la mano per prendere il telefono, ma fui interrotta.
‘Viola, non te lo permetterò.’
“Ancora tu? Cazzo oh, proprio adesso che non ti si sentiva da un po’. Che minchia vuoi?”
‘Ho detto che non ti permetterò di farlo.’
“E perché non dovrei?”
‘Non credi di aver fatto troppe stronzate?’
Sbuffai: “Ma tu da che parte stai?”
Tentai di afferrare il telefono,  ma la mia mano si ritrasse da sola. Ma che cazz…?
‘Ho detto che ti avrei fermata, no?’
“Ma come cavolo hai fatto?”
‘Sono la tua Coscienza. Praticamente sono te, Viola.’
“Oddio, che figata assurda.”
‘Concordo pienamente, è una figata. Adesso andiamo a raccontare tutto a Zayn, forza.’
“No.” Incollai i piedi a terra, decisa.
‘Hai osato disobbedire alla tua Coscienza?’
“…Si.” Feci spallucce.
‘Va bene.’
In quel momento la mia mano destra si attaccò ai miei capelli iniziando a tirarli: ‘Prova a dirmi ancora di no se hai coraggio!’
“Brutta troia, staccati dai miei capelli!”
Con la mano sinistra presi la mano destra facendola allontanare dalla mia testa. Coscienza si attaccò allora al mio collo: ‘Allontanati da quel cellulare!’
“Giammai!”
La lotta Viola vs. Coscienza di Viola fu interrotta da Zayn: “Ehi Viola, se vuoi… - sgranò gli occhi - ti stai strozzando…da sola?”
In quel momento Coscienza si staccò immediatamente, e mi lasciò sola ad affrontare Zayn. Quando serviva se ne andava, la puttana.
E ora che gli dicevo? ‘Zayn, Coscienza voleva che ti raccontassi che ti ho fatto perdere la memoria con una padellata in testa, ma io non volevo, così ha cercato di uccidermi.’ Un coglione come lui ci avrebbe creduto sicuramente, quindi come ipotesi era plausibile. Ma decisi comunque di lasciar perdere.
“Zayn!” Allargai le braccia sorridendo.
“Posso sapere che stavi facendo?”
“Io stavo… - cercai di essere il più convincente possibile - stavo ballando.”
Alzò un sopracciglio: “Stavi ballando?”
Poverino, era evidente che non capisse più un cazzo. Mi correggo, era evidente che non capisse un cazzo più del solito.
“Si. E’ una mossa speciale.”
Si rilassò: “Ah. Cavolo, per un momento ho creduto che ti stessi picchiando da sola.”
“Picchiarmi da sola? Oh, andiamo.”
Scoppiai a ridere seguita a ruota da lui: “Infatti, saresti proprio una cogliona.”
In quel momento tornai subito seria. Mi aveva dato della cogliona? Ma coglione sarà lui.
“Comunque ti stavo dicendo che ho finito in bagno, se vuoi farti una doccia vai pure. Io vado a distendermi perché sto dormendo in piedi, a dopo piccola.” Dopo avermi lasciato un veloce bacio sulla fronte, sparì dalla mia vista.
Zayn mi aveva appena dato un bacio sulla fronte.
Calma Viola, calma. Stai calma. Ci vuole calma e sangue freddo. Ci vuole Luca Dirisio.








EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Innanzitutto chiedo scusa per il capitolo corto, ho dovuto suddividerlo in due parti, altrimenti veniva troppo lungo.
Il capitolo.
Comunque, eccomi tornata dalla Francia, finalmente lkjhg Mi siete mancate tutte. Pensate che ho il cellulare pieno di appunti sulla storia. AHAHAHHA
Dio, questa gita è stata una merda. Cioè, io mi sono divertita un casino ovviamente, con le mie bitches. Il problema era il mangiare, porcona troiona. A parte che per cinque giorni ho sofferto di stitichezza (credetemi gente, non riuscivo a cagare.), si mangiava la merda. Poi l'acqua sapeva di cloro.
E la stanza era piena di germi, sicuramente. Appena sono entrata in camera ho disinfettato ogni cosa con l'amuchina, lol. Esatto, odio i germi. E odio anche i mandarini, le falene e le ventose. Lo so, sembrerò pazza, però non riesco a toccare le ventose, sono così...viscide. Che cogliona che sono lol
Sapete che ho fatto vedere la foto di Zayn alla mia prof. di italiano? Mi ha detto 'Oh, che bel faccino.'
.............................................................
GIU' LE ZAMPE, TROIA.
Comunque, passando al capitolo. Avete visto quanto è deficiente? Mi sono impegnata per farlo sembrare sei volte più demenziale di quanto già non lo fosse.
E nel prossimo capitolo entra in scena il famoso personaggio che vi dicevo, dehe. Vi dico solo che alcune di voi l'hanno indovinato, poche però.
Un'ultima cosa, poi me ne vado. Sto scrivendo una nuova ff su Harry ljkjh Era da mesi che avevo in mente la trama, e ho deciso finalmente di svilupparla. Ovviamente insieme alla mia compagna di banco.
Non so quando la pubblicherò, perchè prima preferirei scrivere un po' di capitoli per non avere il blocco dello scrittore, e rischiare di farla finire come what happens in vegas, che è praticamente sparita lol
Vabbò, vi ringrazio come al solito per quelle supermegaextrafantastiche recensioni che mi lasciate. Al prossimo capitolo beibis, sciao lkjhg









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Capitolo 9
*** The telephone. ***





 




[  9  ]
 
THE TELEPHONE.





 

 
 
 
 
 
Dopo aver fatto un respiro profondo sperando che Coscienza non tornasse più, tornai a concentrarmi sulla mia missione. Presi il telefono e mi sedetti sull’amaca. Sbloccai lo schermo e vidi un messaggio da parte di Perrie. E dire che poco prima stavo pensando a lei. Quando parli del diavolo spuntano le corna. O meglio, quando parli del culo spunta la merda.
Va bene, ammetto che questa faceva proprio cagare.

 

Da: Perrie
Ti amo.


 
Che carina.
Si, come la merda nei tubi. Dio, avrei dato qualunque cosa per risponderle.
In quel momento, si accese una lampadina sopra alla mia testa. Zayn era a dormire…quindi non poteva stare in mezzo ai coglioni.
Bene.
Dopo aver spento la lampadina, iniziai a pensare a come avrei potuto risponderle.

 

Da: Zayn.
Evvai, sesso gratis!

 

Tiè, Peralda dei miei stivali. Poggiai il telefono accanto a me in attesa di una sua risposta.
Dopo venti minuti, il telefono non aveva ancora dato segni di vita, così decisi di rispondere anche agli altri messaggi. Tanto oramai il danno era fatto.
Allora, vediamo.



Da: Perrie                                               Da: Zayn.
Sono cotta.                                              E io sono crudo.

Da: Perrie.                                              Da: Zayn.
Tutto il mondo gira intorno a te.                        A me invece fai girare solo le palle.

Da: Perrie.                                              Da: Zayn.
Lo senti il mio amore?
                                                                    Mi dispiace, non ho le cuffie.


Stavo per rispondere a un altro messaggio, quando fui interrotta da una canzone familiare.
‘I’m a barbie girl, in a barbie world, life in plastic, it’s….’
Barbie Girl? Ma chi minchia ascoltava quella canzone?
Mi guardai intorno, per poi scoprire che proveniva dal telefono di Zayn.
Ommioddio, no.
No, no e no.
Aveva la canzone di Barbie come suoneria.
Questa era una delle tante cose che le Directioners non avrebbero mai dovuto sapere.
Uscii immediatamente dal momentaneo stato di shock non appena vidi chi stava chiamando.
Era Perrie.
Accettai la chiamata, e appena portai il telefono all’orecchio non ebbi neanche il tempo di rispondere che una voce abbastanza fastidiosa iniziò a strillare: “Amore ma che ti prende?! Insomma, mi sono arrivati dei messaggi un po’…”
“Deficienti?” La interruppi.
“Esatto!”
Silenzio.
“…E tu chi sei?”
“Vedi, mia carissima Peralda. Io sono tutti, e nessuno. Sono ovunque, e in nessun luogo. Io sono… - sbuffai - sono Viola."
Ma perché dovevo sempre farmi riconoscere?
Cazzo, che due ovaie.
“…Oh. Piacere, Perrie.”
“Il piacere è tutto mio.”
“Ma non ho ancora capito chi sei. Nel senso, come mai hai risposto al telefono di Zayn?”
“Ecco, io…”
Sentii dei rumori alle mie spalle. Oh porca di quella zoccolona a novanta in calore, stava arrivando Zayn.
“Violettina cucciolina?”
Violettina cucciolina? Oh, dio.
Non appena mi raggiunse, con uno scatto lanciai il telefono in spiaggia, il più lontano possibile.
Abbiate pazienza, era la prima cosa che mi era venuta in mente.
Sgranò gli occhi.
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Ma, perché l’hai…”
Lo interruppi bruscamente: “Ho preso la scossa.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
Alzai un sopracciglio: “Non hai mai preso la scossa col telefono?”
“No, che io ricordi.”
“Ah già dimenticavo, la memoria. Beh, scommetto che l’avrai presa un sacco di volte. E’ un fenomeno molto diffuso al giorno d’oggi. E’ molto… - sospirai guardando per terra - si.”
Mi prese il mento costringendomi a guardarlo, e mi fissò attentamente negli occhi: “Devi farti curare.”
“Hai ragione.” Scossi la testa sedendomi sull’amaca.
Zayn si sedette accanto a me e poggiò una mano sul mio ginocchio: “Se vuoi posso curarti io.” Disse alzando e abbassando le sopracciglia cercando di essere sexy.
E ci riuscì benissimo.
“Dubito, nella maggior parte dei casi potrei peggiorare.”
Ghignò, e poi mi guardò dolcemente.
Ero tentata nel dirgli ‘Minchia guaddi?’, ma era troppo dolce. Era dolce come…non lo so cazzo, era dolce.
“Me lo dai un bacio?”
Ah minchia, un bacio. Non appena sentii ‘Me lo dai’ avevo già iniziato a capire male.
Un bacio? Checcazzo, io lo avrei riempito di baci, però…voglio dire, non ero psicologicamente pronta a una situazione simile. Penso che avrei ceduto, non sarei potuta sopravvivere, ed io avevo ancora tutta una vita davanti, e…insomma, ero troppo deficiente per morire.
“Ehm, io…”
Capì che c’era qualche problema, così mi interruppe accarezzandomi una guancia: “Non ti preoccupare, non importa.”
Quel ragazzo era troppo dolce. Idiota, ma dolce.
Mi appoggiai al suo petto, e lui mi strinse in un abbraccio. Se il paradiso esisteva, erano le braccia di Zayn Jawaad Malik.





 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Si gente, era Perrie il personaggio misterioso. Botilie e padelle per tutte quelle che hanno indovinato, yeeeh!
Ok.
Innanzitutto, grazie per le recensioni. Giuro che ogni volta che le leggo mi vengono gli occhi lucidi. *sputtanamento time*
No davvero, non so come ringraziarvi. Siete tutte fantastiche, dalla prima all’ultima.
Comunque, non riesco a finire l’epilogo di The False Treason. Non so se è perché non ho ispirazione, o perché mi sono affezionata troppo cc
Davvero, non ci riesco. Cioè, ho un sacco di idee ma quando scrivo e poi lo rileggo, mi esce sempre una merda.
Vabbò. Per quanto riguarda quella su Harry invece, ho un sacco di idee llkjh Però ho paura che possa uscire un po’ banale, perché è troppo demenziale questa lol
Vabbè, ci vediamo al prossimo capitolo allora. Ciao bellissime lkjhg




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Capitolo 10
*** The surprise. ***







( 10 )


THE SURPRISE.

 



Non appena ci staccammo dall'abbraccio, Zayn incrociò le braccia: «Com'è che era quel passo di danza?»
Aggrottai la fronte: «Quale passo di danza?»
«Quello che sembrava ti stessi strozzando.»
Oh, merda.
Lo fissai per un momento. Poi mi schiarii la voce, cercando di sviare: «No, ma...cioè, mi è venuto così. E poi ho bisogno della musica.»
Sorrisi, soddisfatta dalla scusa che mi ero inventata.
«Ma prima non c'era la musica.»
Tornai seria.
«Eh, ma... - mi grattai la nuca - ho bisogno della musica.»
Mi fissava.
«Viola, ma che cazzo stai dicendo?»
Sbuffai: «Ma che cazzo ne so.»
Lui sorrise, e poggiò una mano sulla mia spalla: «Dai, canto io.»
Prima che potessi rispondere, iniziò a canticchiare 'Na na na' su un ritmo che improvvisò sul momento.
Aggrottai la fronte. Dove l'avevo già sentita quella canzone?
Mi sembrava familiare. 
Molto familiare.
Poi sbarrai gli occhi.
Porca puttana.
Era Best Song Ever.
Gli puntai contro l'indice della mano destra: «Che cazzo di canzone stai cantando?!»
Zayn si fermò subito: «Non lo so, mi è venuta in mente adesso. - poi iniziò a tempestarmi di domande - La conoscevo? Mi piaceva?»
Eh, porca troia se la conoscevi.
Riniziò a cantare senza aspettare una mia risposta, iniziando anche a ricordarsi qualche parola: «Best...best...ever...»
I dieci minuti successivi passarono con Zayn che tentava di ricordarsi le parole della canzone, mentre io lo fissavo con la stessa espressione di una persona che era stata appena investita da un camion.
Una volta tornata alla realtà, scossi la testa e lo stoppai con una mano: «Okay. Basta, Zayn.»
Lui non mi ascoltò minimamente e, nel momento in cui pronunciò 'Ever' provò a fare un acuto.
E ci riuscì benissimo.
Spalancò gli occhi.
Per quanto riguarda me, sembrava che il camion avesse fatto marcia indietro e mi fosse passato nuovamente sopra.
Silenzio.
«Viola, so cantare?»
Iniziai a sventolare una mano verso il mio viso per prendere aria, sussurrando: «Oh, cazzo.»
In risposta, Zayn mi prese per le spalle e iniziò a scrollarmi, felice come un bambino: «Potrei diventare un cantante famoso! Ti rendi conto?»
Mi prese un tic all'occhio destro. Ma cercai comunque di far finta di niente, e mi allungai verso il tavolino per prendere una tazza di thè che aveva portato Zayn poco prima: «Dici?»
«Sì! E poi scusa, guardami - si indicò - sono un figo da paura.»
Oh, che cervello bacato. 
Alzai gli occhi al cielo, mentre mettevo lo zucchero nel thè.
«E formare un gruppo con altre persone! Non so...magari altri quattro ragazzi, e formare la boyband inglese più grande di tutto il mondo!»
Deglutii.
...Ma questo veramente aveva perso la memoria o mi prendeva per il culo?
Stavo considerando l'idea di andare a prendere la padella e utilizzarla per uccidermi sul colpo, quando un altro suo commento mi fermò: «Viola, quanto zucchero stai mettendo?»
Solo in quel momento mi accorsi di aver praticamente riempito la tazzina di zucchero, a causa della tensione. 
Mi schiarii la voce: «Mi piace con tanto zucchero.»
«Ma con così tanto fa schifo.»
«Ho detto, - dissi lentamente - che mi piace con tanto zucchero.»
Zayn fece spallucce, e continuò: «Comunque sarebbe fantastico. Potremmo chiamarci...»
'Se dice One Direction mi inculo con il pianoforte, se dice One Direction mi inculo con il pianoforte.' pensai.
«...Zayn e i quattro!»
Mi accorsi solo in quel momento di aver trattenuto il respiro, e sospirai di sollievo. Beh, ringraziamo l'egocentrismo di Zayn Malik.
La testa di cazzo che però vi sta parlando in questo momento, cioè io, si lasciò scappare involontariamente un commento, e credetemi se vi dico involontariamente: «Oppure One Direction.»
Mi tappai immediatamente la bocca facendomi anche male, visto che mi tirai una specie di sberla. 
Zayn mi guardò, aggrottò la fronte, e poi sorrise: «One Direction? Una direzione? Ma dai, sembra la direzione verso il cesso.»
Tirai un altro sospiro di sollievo.
La mia prematura morte era stata rimandata di nuovo. Ma credetemi, era solo questione di poche ore.
Presi un sorso di thè, per sputarlo subito dopo: «Ma questo thè è una merda.»


Mi passai una mano fra i capelli, agitata. Il motivo? Zayn. E se la memoria gli stava tornando a pezzi? Insomma, come minchia aveva fatto a pensare a quelle cose? Era un caso? Non lo so. 
Mi alzai, presi carta e penna, e mi sedetti al tavolo in cucina, iniziando a scrivere una lista:


 
Modi per morire.
1.    Prendermi a padellate in testa.
2.    Incularmi con il pianoforte.
3.    Chiedere a Zayn di piazzare una bomba sotto il mio culo.
4.    Buttarmi in mezzo alla strada mentre passa un’auto.


Cancellai subito la quattro. Eravamo in culo a un lupo, non passavano mai macchine qui accanto.


4.    Buttarmi in mezzo alla strada mentre passa un’auto.
4.    Mettermi dentro a una bara e attendere la morte, accogliendola come una vecchia         amica.


Questa suonava tipo Harry Potter. Sì, mi piaceva. Stavo per cerchiarla, quando fui interrotta da una voce: «Modi per morire?»
Dallo spavento lanciai per aria carta, penna e ribaltai anche la sedia, cadendo a terra. 
Zayn allungò una mano verso di me, per aiutarmi ad alzarmi: «Ecco, questo poteva essere un ottimo modo per morire.» 
Una volta in piedi mi misi a posto la maglietta, mentre Zayn raccoglieva carta e penna, e metteva a posto la sedia. 
Mi guardava.
Lo guardavo.
«Non ricordavo avessi tendenze suicide.»
Sbuffai: «Zayn, fino a ieri non ti ricordavi nemmeno il tuo nome.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
«Questa era cattiva.»
Sospirai: «Hai ragione, mi dispiace.»
«Oh, non fa niente. - si avvicinò, iniziando ad accarezzarmi una guancia - Mi dici che cosa succede?» 
Succedeva che ero una merda, Zayn.
Alzai le spalle. 
«Vieni, ho una sorpresa per te.» Mi prese per mano, e mi portò in veranda. Poi si sistemò dietro di me, e appoggiò le mani sui miei occhi iniziando a spingermi in avanti, mentre sussurrava: «Non sbirciare.»
«Spiegami come posso sbirciare con le tue mani sulle palpebre.»
Si fermò.
Silenzio.
Sospirai: «Facciamo che non abbia detto niente, okay?»
«Giusto.»
Ricominciò a guidarmi, facendomi anche inciampare più di una volta: «Zayn, porca puttana!»
«Sì, scusami. Hai ragione.»
Appoggiò una mano sul mio fianco sinistro per sorreggermi meglio, non sapendo che avrebbe solo peggiorato la situazione. Infatti mi sentii come se la versione in miniatura dell'Etna si fosse appena appoggiata in quel punto. 
Per cercare di calmarmi, mi schiarii la voce: «Dove...ehm, dove stiamo andando?» 
«Lo vedrai.»
Poco dopo, si fermò: «Pronta?» e levò la mano dai miei occhi. 
Sbarrai gli occhi. 
Un telo mare dal colore blu oceano era adagiato sulla sabbia, con sopra un cestino da picnic e due candele al centro. 
Osservai in silenzio.
Tirai sul col naso.
Poi deglutii rumorosamente.
«Che ne pensi?» sentii un sussurro nel mio orecchio destro. 
Disperata, mi misi le mani sulla faccia, sussurrando: «Cazzo.»
Zayn si allontanò da me, confuso: «Non ti piace?»
«No, no Zayn. E' che...»
Basta Viola, dovevi dirgli la verità una volta per tutte. 
Ma non appena lo guardai, non appena incontrai quei suoi meravigliosi occhi color cioccolato e quel suo sorrisetto esitante, sperando che ciò che avesse fatto potesse piacermi, non ci riuscii. 
Non riuscii a deluderlo.
«E' bellissimo. - scossi la testa - nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me.»
«Beh, - mi mostrò il suo meraviglioso sorriso - c'è sempre una prima volta.»
Si girò dirigendosi verso l'asciugamano, mentre io stetti lì a fissarlo pensando a un modo per uccidermi facendo in modo che soffocassi con ciò che c'era dentro al cestino da picnic. Beh, se aveva cucinato Zayn rischiavo sicuramente di morire.
Dopo essermi annotata mentalmente il quinto modo per suicidarsi, Coscienza irruppe nei miei pensieri: «Viola?»
«Che cazzo vuoi ancora?» risposi sussurrando, per non farmi sentire da Zayn.
«Tu sai di essere una persona di merda, vero?»
Aprii la bocca per ribattere, ma la chiusi subito dopo. Infine sospirai sconfitta: «Sì, lo so.» per poi raggiungerlo.


Ero seduta fra le gambe di Zayn con la schiena appoggiata al suo torace, mentre lui mi avvolgeva la vita con le braccia. 
Era una poltrona fantastica.
Sospirai, osservando il cielo: «Hai visto quanto è bella la luna questa sera?»
«No mi dispiace, non conosco nessuna Luna.»
Silenzio.
Mi girai verso di lui, impassibile, notando che mi stava fissando, impassibile.
«O almeno, non me la ricordo.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
Senza aggiungere altro, tornai nella stessa posizione di prima. 
Poco dopo, Zayn spostò i miei capelli sulla mia spalla destra, e strofinò il naso sul mio collo per poi lasciarci un piccolo bacio.
«Piantala.» mugolai facendo una smorfia, non riuscendo però a trattenere un sorriso. 
Sghignazzò: «Ti ho fatta arrossire.»
«Non è vero.»
«Sì, invece.»
«No.»
«Sì.»
«Sì.» dissi, sperando che cascasse nel tranello.
«No. - ma, non appena si accorse di ciò che aveva appena detto, sbuffò - oh, cazzo.»
Risi: «Quanto sei scemo.»
«Beh, non pensi che lo scemo si meriti un bacio dopo tutto ciò che ha fatto questa sera per la sua scema?»
Tralasciando il fatto che mi avesse appena chiamata 'scema', mi indignai: «Oh, quindi l'hai fatto solo per avere un bacio?» 
«Sì! - ma, non appena vide la mia espressione, si affrettò ad aggiungere - cioè, no. No.»
Scoppiai a ridere di fronte alla demenza di quel ragazzo.
«No davvero, perchè non vuoi baciarmi?»
Perchè non era cosa da tutti i giorni baciare una stalker che ti era entrata in casa di nascosto e, non solo ti aveva fatto perdere la memoria con una padellata in testa, ma ti aveva anche fatto credere di essere la tua ragazza.
Agitai impaziente una mano: «Nulla Zayn, nulla.»
«No, tu ora me lo dici.»
«Oh, ma quanto rompi il cazzo da uno a dieci?»
«Undici.»
«E mezzo.»
Ci fissavamo.
«Beh, io direi anche dodici.» aggiunse, impassibile.
Sorrisi.
«Però in questa circostanza ci starebbe anche un bacetto.»
Aggrottai la fronte: «Che intendi dire?»
«Beh, ti faccio notare che sei seduta fra le mie gambe.»
Silenzio.
Poi continuò: «E quando una persona si trova fra le gambe di un'altra persona, di solito è per...»
«Sei un animale.» lo interruppi tirandogli un pugno sul petto.
Rise massaggiandosi il punto colpito: «Io ti ho solamente fatto notare una cosa, sei tu che pensi sempre male. - poi si indignò - cristo Viola, mi hai fatto davvero male.»
«Sei proprio una femminuccia.» lo schernii, appoggiando un gomito sul suo ginocchio.
«Senti chi parla.»
«Si da il caso che io sia una femmina.»
«Beh, potrei sempre dare un'occhiatina, no?»
Mi bloccai.
Era la stessa cosa che gli avevo detto qualche giorno prima, durante l'episodio dell'insetto. 
Quando non aveva ancora perso la memoria.
Quando era ancora Zayn Malik degli One Direction, l'idolo delle teenagers di tutto il mondo.
Quando era ancora il fidanzato di Perrie Edwards, e non di Viola Hastings.
Mi prese il mio solito tic all'occhio destro: «Come, prego?»
«Viola, stavo scherzando.»
Ah.
Stava scherzando.
Il momento di silenzio carico di tensione fu poi interrotto da Zayn: «Vuoi fare un bagno?»
«Io?»
«No, mia nonna.» alzò gli occhi al cielo.
«Oh, pensavo tua zia.»
Lo sentii mentre tentava di spostarmi per alzarsi, sussurrando: «In realtà ce l'avevo con mia cugina.»
Mugolai lamentandomi: «No, stai qui.» facendolo ridere.
Non appena riuscì ad alzarsi in piedi, io, non avendo più l'appoggio, caddi all'indietro.
Scoppiò a ridere, per poi tornare serio subito dopo: «No seriamente, lo facciamo un bagno?»
Mi sollevai sui gomiti per poterlo guardare: «Ma fa freddo.»
«Ci sono trentacinque gradi.» sbuffò divertito.
Silenzio.
«Non so nuotare.»
«L'acqua al massimo ti arriverà ai fianchi.» 
Silenzio.
«Sono allergica all'acqua.»
«Oh, ti prego, trova una scusa migliore.» disse sforzandosi di non ridere.
Mi grattai la nuca: «Quanto tempo ho per rispondere?»
Zayn scosse la testa sghignazzando, per poi arrendersi: «Va bene, ho capito. Andrò da solo.»
Iniziò a incamminarsi, mentre io sospiravo vittoriosa: «Ecco, bravissimo. Io starò qui a...»
Ma, il coglione, si girò verso di me di colpo, caricandomi su una spalla e iniziando a camminare verso l'acqua. Non appena capii ciò che stava succedendo, mi dimenai: «Zayn, mettimi giù!»
Visto che non mi cagava nemmeno di striscio, iniziai a tirare dei pugni sulla sua schiena urlando per tutta la spiaggia: «Zayn Jawaad Malik, giuro che ti faccio diventare donna!» per poi guardarmi intorno subito dopo, per paura che qualcuno avesse potuto sentirmi.
Tirai un sospiro di sollievo dandomi della stupida. Lì intorno non c'era mai un cazzo di nessuno, di cosa mi preoccupavo? 
Poi tornai a dimenarmi, facendolo lamentare: «No aspetta Viola, così ci farai cadere a ter...»
Come non detto.
Caddi con la faccia nella sabbia, con Zayn spalmato addosso.
Silenzio.
Poi alzai la testa, e dissi con una smorfia di dolore: «Zayn, potresti togliere il tuo ginocchio dalla mia schiena?» per poi sputacchiare dei granelli di sabbia.
«Quello non è un ginocchio.»










EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
.......
cazzo. quasi nove mesi che non aggiorno. 
.......
lo so, sono una merda.
una brutta merda.
ma brutta davvero.
scusate, scusatemi. potrete mai perdonarmi?
prendetemi pure a parolacce, non mi offenderò.
e ringrazio davvero chi è rimasto ancora qui con me. siete fantastiche.

spero davvero che il capitolo vi piaccia. 
ciau <3



 

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Capitolo 11
*** The remote control. ***





 


( 11 )



THE REMOTE CONTROL.


 



«Sei proprio un coglione.» dissi gocciolante d'acqua e tremante come una foglia, dopo aver aperto la portafinestra.
Il pirla rise dandomi una leggera spinta: «Ma dai. - per poi sbarrare gli occhi subito dopo - stai tremando. Hai freddo?»
Lo fissai per un momento, impassibile. 
«No, Zayn. Ho solo impostato la modalità in vibrazione.»
«Aspettami qua, torno subito. Tu stai attenta a non scivolare. - per poi aggiungere, prima di sparire fuori in veranda - comunque era una battuta del cazzo.»
Sì, perchè le sue erano geniali.
Accertata che ormai non potesse più sentirmi, gli feci il verso: «'Ma ci sono trentacinque gradi.' Fanculo, glielo avevo detto che faceva freddo. Ma no, lui ha voluto fare il bagno lo stesso. Deficiente.»
Decisi di dirigermi verso il divano per sedermi ma, non appena mossi il primo passo, scivolai in avanti riuscendo però a sorreggermi grazie al pianoforte alla mia sinistra.
Tirai un sospiro di sollievo: «Sia lodato gesù cris...»
«Violetta, ho preso l'asciugaman...»
Zayn, nonostante lui stesso pochi secondi prima mi avesse avvisato di stare attenta a non scivolare, scivolò facendo cadere anche me.
Silenzio.
Mi massaggiai il collo, con una smorfia di dolore: «Ti prego, dimmi che questa volta è davvero il tuo ginocchio quello che ho nelle costole.»
«Sì, questa volta sì.»
Tirai un sospiro di sollievo.
«O almeno, credo.»
Rise vedendo la mia espressione e si alzò, per poi allungare una mano verso di me aiutandomi ad alzarmi. Ci avvolse entrambi nell'asciugamano e mi strinse fra le sue braccia per riscaldarmi.
Gesù cristo.
«Va meglio così?» mi chiese dolcemente.
«Sì.» risposi probabilmente con un po' troppa enfasi, visto che si mise a sghignazzare.
Poi sospirò: «Ma lo sai che se qualcuno dei due scorreggia siamo fottuti?»
Risi: «Esatto. Quindi, - lo guardai attentamente - facciamo in modo che non succeda.»
«Giusto.»
Mi accorsi della vicinanza dei nostri visi solo quando Zayn saettò lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.
Mi schiarii la voce, chiaramente in imbarazzo, e feci per allontanarmi: «Okay, mi sono scal...» ma lui, tirandomi di nuovo a sè, mi interruppe: «Scommettiamo che riesco a darti un bacio senza toccarti le labbra?»
Lo fissai. 
«Sei ubriaco?»
Rise: «No, davvero.»
«Ma è impossibile.» aggrottai la fronte.
«No, invece.»
«Sì, invece.»
Sbuffò scocciato, come se avesse a che fare con una bambina che non capiva una beata minchia: «Ti dico di no.»
Ma io insistei: «E io ti dico di sì.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
«Scommettiamo?» 
«Quello che vuoi.»
«D'accordo, chiudi gli occhi.»
«E perchè dovrei chiudere gli occhi?»
«Oh, cristo santo. - sbottò - Viola, chiudi gli occhi e non scassare il cazzo!»
«Va bene, va bene. Potevi anche dirlo prima.» Chiusi gli occhi, mormorando con un filo di voce.
Ci fu un momento in cui non accadde nulla. Poi, d'un tratto, sentii una soffice pressione sulle labbra.
Non appena capii ciò che stava succedendo mi allontanai sgranando gli occhi, ritrovandomi davanti Zayn che sorrideva dolcemente.
In seguito le sue labbra si piegarono in un sorriso beffardo: «Ops, ho perso.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
In quel momento di assoluto silenzio, sentii solamente la voce di Coscienza nella mia testa: «Non so tu Viola, ma io sicuramente non ho più freddo.»
Guardavo Zayn.
Zayn mi guardava.
Poi aggrottò la fronte: «Tutto a posto?»
Sorrisi serena, per tornare seria subito dopo: «No.» e svenni.


Aprii gli occhi, ritrovandomi sul letto in camera. Guardai a destra, notando Zayn steso su un fianco che sorrideva mentre mi accarezzava i capelli: «Ehi.» 
«Ehi.» sorrisi a mia volta, per richiudere gli occhi subito dopo con una smorfia di dolore. Sospirai, mentre massaggiavo il punto della testa che mi doleva.
Ma che cosa era successo? Ricordavo soltanto che ero svenuta, e che avevo sbattuto la testa. 
Ma perchè ero svenuta?
Di colpo mi si presentò in mente l'immagine di un bacio.
Oh, cazzo.
Zayn Malik mi aveva baciata.
Riaprii gli occhi e con un balzo mi allontanai da Zayn. Forse fin troppo, perchè caddi dal letto rotolando a terra.
Dopo aver sussurrato un «Porca troia.» appena percettibile, mi alzai, impassibile, notando che mi fissava, impassibile.
«Tutto a posto, tutto a posto.» lo tranquillizzai con un gesto seccato della mano, nonostante non mi avesse chiesto nulla.
Ci guardavamo.
Poi Zayn aprì la bocca per dire qualcosa, per richiuderla subito dopo. 
Infine, parlò: «E' normale il fatto che tu svenga con un mio bacio? Voglio dire, - si grattò la nuca - è già successo?»
«Eh? Cioè, no. - Mi guardai le unghie, tentando disperatamente di pensare a una scusa ragionevole - E' che...avevo scorreggiato, e allora sono svenuta.» 
Chiusi gli occhi.
Una scusa ragionevole Viola, ma certo.
Sgranò gli occhi: «Avevi scorreggia... - si interruppe, e scosse la testa - lascia perdere, non voglio neanche saperlo.»
Abbassai lo sguardo per nascondere l'imbarazzo crescente, quando notai che indossavo una maglietta rosa e dei jeans corti fino al ginocchio.
Presi fra le dita l'orlo della maglia, con la fronte aggrottata: «Ma questa maglietta non era azzurra?»
Silenzio.
«E... - continuai, sospettosa - i pantaloni non erano neri?» 
«Ehm...» 
Alzai lo sguardo lentamente, e scandii bene le parole: «Non indossavo una maglietta azzurra e dei pantaloni neri?»
Sospirò sconfitto: «Sì.»
«Bene. - mi indicai - e allora come ci sono entrata in questi vestiti?»
Mi guardava.
Lo guardavo.
«Zayn.»
«Eri tutta bagnata, e ti ho cambiato i vestiti per non farti ammalare! Dovresti ringraziarmi!» sbottò.
Gli puntai contro l'indice: «Tu mi hai spiata!»
«Viola, - alzò gli occhi al cielo, seccato - sono in grado di svestire una ragazza senza guardare. Chissà quante volte l'avrò fatto.»
Assunsi una smorfia di disgusto: «Oh, quanto sei rivoltante.» tirando però un sospiro di sollievo.
«Certo, non dico di non aver guardato, però...»
Sbarrai gli occhi: «Zayn!»
Presi un cuscino e lo colpii con tutta la forza che avevo. 
Lui, che non si era mosso di un millimetro, constatò: «Va bene, questa me la sono meritata.»
Altra cuscinata. «Sei un porco.»
«No, sono semplicemente un maschio. Tu che avresti fatto al posto mio?»
Altra cuscinata.
«Okay Viola, ti ho chiesto scusa. Non pensi che possa bastare?»
Sospirai sedendomi sul letto e appoggiando il cuscino al mio fianco. In effetti l'aveva fatto solo per il mio bene. Se non mi avesse cambiato i vestiti, sicuramente mi sarei ammalata. Proprio nel momento in cui stavo per chiedergli scusa, lui mi precedette: «Però se svenissi più spesso a me farebbe solo piacere.»
Questa volta gli saltai direttamente addosso colpendolo più volte con il cuscino.
Il cazzone scoppiò a ridere: «Oh avanti, era solo una battu... - si portò di colpo una mano sull'occhio destro, dove lo avevo appena colpito - Ahi! Porca putt...»
Lo interruppi con un'altra cuscinata. 
Visto che non la smettevo, mi prese per i fianchi e mi tirò sotto di sè, tenendomi fermi i polsi sopra la testa.
«Hai finito?» chiese con un sorrisetto malizioso e con l'occhio ancora rosso.
Annuii sbuffando, mentre lui si allontanò sghignazzando.
Ci fu un momento di silenzio durante il quale inspiravo profondamente a causa del fiatone, che fu interrotto da Zayn: «Ah, ma tu scorreggi mentre baci?»
«Ma io non ho scorreggiato.»
Silenzio.
«Me lo hai detto prima.»
Aggrottai la fronte: «No.»
Silenzio.
«Guarda che sono io ad aver perso la memoria, non tu.»
Lo fissai.
Poi tirai su col naso.
Una persona più idiota di Viola Hastings non poteva esistere.

«Cavolo, non ricordavo avessimo un televisore.»
Mi trattenni dallo sbuffare. Come poteva fare delle uscite simili?
Mi sedetti sul divano di fianco a Zayn, sospirando: «Già. Pensa che io fino a pochi giorni fa ti vedevo sempre in televisione, e invece adesso ti ho qui accanto a me.»
Solo dopo mi accorsi di ciò che avevo appena detto, ma ormai era troppo tardi. Zayn aveva assunto l'espressione più confusa che avessi mai avuto modo di vedere su di lui. Il che era strano, visto che non si ricordava un bel cazzo di niente: «Come, prego?»
Emisi un mugolio disperato.
«Beh io...intendevo dire...dentro la televisione. Ehm, dietro...la televisione.» 
«Brava pirla, glielo hai praticamente detto. Quanto puoi essere cogliona?»
«Non rompere.» mi lamentai con Coscienza a voce troppo alta.
In quel momento Zayn era probabilmente ancora più confuso di quando gli avevo detto di essere la sua ragazza, il che, ora che ci pensavo, non era stato esattamente un complimento nei miei confronti: «Che cosa non rompere?»
«Il telecomando. - feci una risatina nervosa - altrimenti come faremmo a cambiare canale?»
«Oh, - fece spallucce - beh, tanto è già rotto. »
Aggrottai la fronte: «Come è già rotto?»
«Non funziona, non si accende il televisore.»
Abbassai lo sguardo, e mi accorsi che Zayn stava tentando di accendere il televisore con il comandino del condizionatore.
«Zayn.»
«Sì?»
«Quello è per il condizionatore.»
Silenzio.
«Ah.»
Lo osservai per vedere quale sarebbe stata la sua prossima mossa ma, per fortuna, prima di commettere qualsiasi altra stronzata, tirò su col naso: «Qual è quello per la televisione?»
Sorrisi e, dopo avergli tirato scherzosamente un colpetto sulla gamba, mi allungai verso il tavolino prendendo il telecomando.
«C'è troppa roba da ricordare in questa casa.» si lamentò sbuffando.
Mentre ridevo, Zayn si alzò: «Vado a prendere qualcosa da mangiare. Popcorn?»
Alzai il pollice destro in segno d'assenso, e lui sparì in cucina.
Premetti il tasto di accensione del telecomando per accendere la tv, ma non successe nulla.
Te pareva.
Gli unici tasti rotti del telecomando erano quello di accensione e quello di spegnimento, e che, ovviamente, erano gli unici che mi servivano.
Mi alzai sbuffando dirigendomi verso la tv, e la accesi. Tornai sul divano, e iniziai a fare zapping, non trovando nessun programma quantomeno decente: Dora l'Esploratrice, Peppa Pig, i Teletubbies. Oh, i Teletubbies! 
Sbuffai. Quell'episodio l'avevo già visto, merda.
Continuai a cambiare canale, trovando anche programmi porno tra cui una delle protagoniste era Paolona la Porcona. A Zayn sarebbe sicuramente interessato, ma decisi che non gli avrei mai dato quella soddisfazione.
Proprio quando stavo per arrendermi e alzarmi per spegnere la tv, una voce catturò la mia attenzione: «...Boy band più amata del momento. Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan, Louis Tomlinson e Zayn Malik, i cinque ragazzi che hanno partecipato ad X Factor sfidando tutte le critiche e che da un giorno all’altro sono diventati...»
«Violetta?»
Mi girai di colpo, vedendo Zayn con lo sguardo abbassato sulla ciotola di popcorn che teneva in mano. Schiacciai il tasto di spegnimento, ma solo dopo mi ricordai che era rotto.
«I popcorn sono un po' bruciacchiati, ma...okay lo ammetto, sono una merda, però...»
Entrai in panico, e adesso? Zayn avrebbe visto sè stesso in televisione e forse avrebbe capito che c'era qualcosa che non quadrava. Forse.
Guardai per un momento il telecomando che tenevo in mano, per poi lanciarlo con tutta la forza che avevo contro il televisore, che si spense subito dopo l'urto.
Strizzai gli occhi per l'enorme troiata che avevo appena fatto. Visto? Facevo tutto ciò che mi passava per la testa, esattamente come una scimmia. 
Zayn alzò immediatamente lo sguardo.
Ci fu un momento di silenzio, durante il quale tutti e due fissammo l'enorme crepa che si era formata sullo schermo.
Tirò su col naso: «Beh, adesso sì che il telecomando è rotto.»
«E non solo quello.» constatai con un sussurro.
«Viola.»
Tirai un sospiro, sapendo ciò che mi avrebbe chiesto. «Sì?»
«Potrei sapere perchè l'hai fatto?»
Aprii la bocca per dire qualcosa, quando mi precedette: «Fammi indovinare, scossa?»
Chiusi la bocca, e annuii.
«Violetta, - si sedette accanto a me - c'è qualcosa che ti tormenta? Voglio dire, hai problemi mentali?»
Alzai le sopracciglia: «Come, scusa?»
«Perchè davvero, se così fosse, troveremo qualcuno in grado di aiutarti, e ricordati che io ti starò sempre accanto, e...»
«Zayn, - gli tappai la bocca con una mano - basta.»
Ci guardammo.
Fece spallucce: «Okay. Che facciamo adesso?»
«Tu...tu aspettami in veranda. Io ti raggiungerò subito.»
Dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte, si alzò incamminandosi verso la portafinestra e, prima di sparire definitivamente, mi disse: «Muoviti, o ti verrò a prendere con la forza.»
Quando fui certa che non potesse più sentirmi, mi passai le mani fra i capelli, e sospirai.
Porca troia, questa volta ci ero andata davvero vicina.
Alla morte, intendo. 
Mi alzai e iniziai a dirigermi verso la veranda per raggiungere Zayn, quando qualcuno suonò al campanello.
Aggrottai la fronte. 
«Vai tu Viola?»
«Sì!» gridai di rimando. 
Ma chi poteva essere?
Leggermente timorosa, raggiunsi l'ingresso e aprii la porta.
Oh, porca di quella troia.







EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
scusate, lo so. un mese che non aggiorno.
dai, meglio di prima. sto facendo progressi. è che avevo perso ancora l'ispirazione lol però adesso mi è tornata. certo, speriamo che vi piaccia il capitolo, altrimenti...
okay. grazie a tutte, ciau lkjhg

 
 

 
 

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Capitolo 12
*** My boyfriend's girlfriend. ***







( 12 )



MY BOYFRIEND'S GIRLFRIEND.




 
Chiusi immediatamente la porta senza neanche lasciar parlare la persona che si trovava di fronte a me.
Ho sempre sostenuto di essere stata prescelta dal Signore in persona alla nascita come l'individuo più idiota dell'universo. E ora ne avevo la conferma.
Se fossi riuscita a sopravvivere a quella situazione di merda, avrei denunciato quell'incosciente che sedici anni fa non vendette una scatola di preservativi a mio padre.
Schiarii la voce e aprii la porta, rimanendo impassibile.
Di fronte a me si trovava Perald Edwards in persona. 
Mi guardava.
La guardavo.
Mi puntò un dito contro: «E tu chi sei?»
«Io? - risi nervosamente - io...io sono io.»
Aggrottò la fronte: «Beh, certo. Anche io sono io, e tu sei tu.»
«No, io sono io, tu sei tu.»
Aprì la bocca per ribattere, ma una voce in lontananza la interruppe: «Viola, chi era alla porta?»
Mi buttai una mano sulla fronte. Perchè doveva sempre rovinare tutto?
Mi guardava.
La guardavo.
«...Era Zayn?»
Mi grattai la nuca: «Zayn? Chi è Zayn? Non conosco nessun Zayn.»
Di nuovo, la voce in lontananza: «Violetta, vieni da Zayn!»
Chiusi gli occhi.
Coglione.
Perrie fece per sporgersi per vedere meglio in casa, ma la bloccai in tempo appoggiando un braccio sullo stipite della porta.
Potrei giurare che l'occhiata che mi rivolse non era una delle più amichevoli. Subito dopo però si schiarì la voce: «Devo parlare con Zayn.»
«Mi dispiace, al momento non è disponibile. Richiamare più tardi.»
Sbuffò, e fissò lo sguardo su un punto oltre la mia spalla. Di colpo sbarrò gli occhi sorpresa e indicò in quella direzione esclamando: «Oddio, lo Smilzo in mongolfiera!»
Lo Smilzo in mongolfiera?! Ero cresciuta con la serie di ‘Quelli dell’intervallo’, ma ogni volta che dicevano che c’era lo Smilzo in mongolfiera non riuscivo a vederlo. E ora finalmente era arrivata la mia occasione.
Immediatamente mi girai. Ma l'unica cosa che vidi fu la cucina. Ma che minchia...? Dov’era lo Smilzo?
Mi girai per chiederglielo, ma non la vidi più.
Aggrottai la fronte. Dov'era finita?
Sentii dei rumori alle mie spalle. Mi girai lentamente, notando Perrie che girava tranquillamente per il salotto, alzando di tanto in tanto i cuscini del divano per guardarci sotto.
Mi avvicinai. «Ma che cosa stai cercando?»
«Il mio ragazzo.» mi rispose come se fosse una cosa praticamente ovvia.
Sbattei le palpebre: «E pensi di trovarlo sotto a un cuscino?»
Rimase in silenzio per un momento. Poi iniziò a gesticolare come un'ossessa: «Beh, che cazzo ne so? Magari lo stai nascondendo da me!»
«Tu sei completamente pazza.» Dissi lentamente, con gli occhi sbarrati.
Ghignò: «Tu invece sei normale.» 
La guardai incredula: «Pronto? Io non vado in giro a cercare delle persone sotto a dei cuscini!»
Lei sbuffò, e continuò la sua ricerca.
Alzai gli occhi al cielo: «Sì, cercalo pure. Ah, e ricordati di alzare anche il telecomando perchè potrebbe essere lì sot...»
Mi interruppi immediatamente. Puttana la vacca, stava andando in terrazza.
Mi misi davanti a lei con le braccia aperte, gridando: «No!»
Aggrottò la fronte? «No, cosa?»
«Non puoi andare di là!»
«Perchè?!»
«Perchè...perchè...»
Poggiò una mano sul fianco: «Allora?»
«Perchè... - incrociai le braccia e alzai il mento - perchè ho appena cagato.»
«Hai cagato?» alzò le sopracciglia.
Annuii, tranquilla: «Sì.» 
Ora le sopracciglia le arrivavano fin quasi all'attaccatura dei capelli: «Hai cagato in terrazza?»
Chiusi gli occhi. Merda, forse non l'avevo organizzata così bene. 
Tirai un profondo sospiro, per farmi coraggio. Poi riaprii gli occhi e le puntai un dito contro: «Non ti è mai capitato di non fare in tempo ad arrivare in bagno? Dio, come sei...»
«Oh, ma per favore.»
Con una spinta mi buttò a terra di lato. 
Oramai non c'era più nulla da fare. Ero fottuta.
Poco dopo però vidi la mia ancora di salvezza. Era lì, sul tavolo, così lucente...la padella.
Successe tutto in un attimo: mi alzai per raggiungere il tavolo, la presi per il manico, rincorsi Perrie e le tirai una padellata sulla testa.
La ragazza cadde con un tonfo.
Poi, silenzio assoluto.
«Viola, hai scorreggiato?» sentii la voce di Zayn provenire dalla veranda.
Boccheggiai incredula: «Ma come faccio a scorreggiare così for...» Un momento. Se io avessi negato, Zayn sarebbe venuto a vedere ciò che era successo. E avrebbe visto una ragazza svenuta nel salotto di casa sua. Una ragazza che in realtà fino a pochi giorni prima era la sua fidanzata. Si sarebbe insospettito.
Dunque gli gridai di rimando, assumendo un'espressione sofferente: «Sì. Sì, ho scorreggiato.»
Appoggiai la padella sul pianoforte, e presi Perrie per le braccia per portarla al piano di sopra.
Poi però mi bloccai. 
Per andare al piano superiore avrei dovuto salire le scale, che erano praticamente di fronte alla veranda. 
Quindi Zayn avrebbe visto tutto.
Cercando di mantenere la calma mi sporsi dalla portafinestra, vedendolo girato di spalle intento ad osservare l'oceano.
Bene, via libera. Ricominciai a trascinare Perrie, facendo attenzione che Zayn non si girasse. E dopo un tempo che mi parve infinito, riuscii a salire le scale e portarla in camera da letto. Aprii le ante dell'armadio e la sistemai fra i vestiti. Poi lo richiusi e mi fermai ad osservare soddisfatta di me stessa: «Dai, pensavo sarebbe stato più difficile.»
Feci per andarmene, ma l'armadio si riaprì facendo cadere Perrie a faccia in giù, che si lamentò con un mugolio. Scoppiai a ridere.
Ma appena mi ricordai di ciò che avevo fatto, tornai seria.
La voce di Coscienza irruppe nella mia mente: «Che cazzo ridi? Hai chiuso in un armadio una ragazza svenuta, la ragazza di Zayn.»
Io, rimettendola a posto, specificai: «La ragazza del mio ragazzo.»
Non appena chiusi le ante sistemai una sedia di fronte all'armadio, per poi tornare in fretta e furia da Zayn.
«Chi era alla porta?» mi chiese non appena lo raggiunsi.
Mi grattai la nuca: «Oh, era uno che voleva vendermi delle...dei... - mi guardai intorno, e il mio sguardo si posò sulle scale - delle scale.» Ma subito dopo aggrottai la fronte, parlando da sola: «Delle scale?»
«E perchè hai il fiatone?»
Solo in quel momento mi accorsi di sembrare un cane malato d'asma con una motosega incorporata.
Risi nervosamente: «Me le ha fatte provare.»
Silenzio.
Feci per trovare un'altra scusa, vista l'idiozia di quella che avevo appena inventato, ma Zayn, visibilmente dispiaciuto, mi interruppe: «Davvero? Volevo provarle anche io. Da sudato sono più sexy.»
Non potei fare a meno di pensare a uno Zayn sudato...che si toglieva la maglia...che mostrava i pettorali, e...
«Ehi, attenta a ciò che pensi.»
Mi sedetti accanto a lui, e per calmarmi versai dell'acqua in un bicchiere di plastica.
«Comunque, posso farti una domanda?» 
Annuii lentamente: «Certo che sì.»
«Chi è Perrie?»
Il bicchiere mi cadde di mano, facendo rovesciare l'acqua sul legno della veranda. 
Mi schiarii la voce e gli chiesi mentre, dopo averlo raccolto, versavo di nuovo l'acqua nel bicchiere: «Perchè mi fai questa domanda?»
«Prima ho trovato questa foto con una sua dedica.»
Il bicchiere mi cadde di nuovo. 
Lo raccolsi e feci per versare l'acqua, ma poi mi bloccai. Per evitare di fare altri casini, lo riappoggiai sul tavolo. 
Mi sporsi verso Zayn e guardai la foto, che mostrava lui e Perrie abbracciati mentre sorridevano.
Scoppiai a ridere indicando lei: «Guarda che gengive.»
Zayn mi seguì a ruota: «Sì, è vero. - poi però tornò serio - Ma chi è?»
«Tua cugina.»
Si accigliò: «Ma è normale che una cugina si firmi con 'Per sempre tua'?»
Cazzo. «Beh, sì.» annuii, cercando di sembrare convincente.
«E anche - si mise a leggere la dedica - 'L'altra notte insieme a te è stata magnif...'»
Gli strappai di mano la foto: «Siete parenti molto intimi.»
«Oh, okay. E che fine ha fatto?»
Era chiusa in un armadio al piano di sopra. «E' morta.»
«Cosa?! Ma perchè tutti quelli della mia famiglia sono morti?!»
Perchè eri seduto accanto a una cretina. «Certe volte la vita sa essere molto crudele.»
Sospirò: «Come è morta?»
Con una padellata. «Soffocata, con una mela.»
«Tutta intera?!»
«Beh, sì.» dissi con la fronte aggrottata. Che cazzo di domanda era?
«Ah, okay.»
Silenzio.
«No davvero, ma è normale che tutti i miei parenti siano morti?»
Assunsi un'espressione sofferente: non mi sarei mai perdonata per avergli raccontato tutte quelle stronzate. «No, non è normale.»
Zayn mi mise un braccio intorno alle spalle tirandomi a sè: «Ehi, non disperarti. Sarei io quello che dovrebbe piangere. E poi, - mi fece un buffetto sulla guancia - l'importante è che ci sei tu.»
Silenzio.
Sentii Coscienza sospirare: «Viola, siamo proprio nella merda.»
Il campanello suonò.
Zayn si staccò da me, e fece per alzarsi: «Vado io questa volta, ho voglia di sudare.»
«No!» gridai.
Si girò verso di me con aria interrogativa, e mi alzai: «Se sudassi rischieresti di scivolare per... - risi nervosamente - per il sudore!»
Iniziai a incamminarmi ma scivolai sull'acqua che avevo fatto cadere prima. Non appena mi rimisi in piedi lo tranquillizzai con un gesto seccato della mano, nonostante non mi avesse chiesto nulla: «Tutto a posto.»
Attraversai il salotto massaggiandomi una chiappa, ma appena aprii la porta sbarrai gli occhi.
Cinque ragazzi molto familiari mi stavano osservando in silenzio.
«Ehm, tu non sei Zayn.» mi disse il biondino. Beh, biondino mica tanto, era tinto.
«Rettifico: ora siamo proprio nella merda.» 




EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
okay. mi scuso per il ritardo, sono una merda, lo so.
non vi starò a dire anche questa volta il motivo per cui non mi sono connessa per tutto questo tempo.
ringrazio come al solito chi ha recensito, chi recensirà e ovviamente anche chi legge senza recensire. alla prossima! <33


 

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Capitolo 13
*** He's mine! ***






( 13 )



HE'S MINE!




 
Ci fissavamo. 
«E tu chi saresti?» Liam aggrottò la fronte, insieme ad Harry e Niall. Louis invece mi stava fissando attentamente. Probabilmente non aveva ancora capito che non ero Zayn.
Mi sporsi in avanti, ammiccando: «Se vi interessa, non esco con nessuno al momento.»
«Che idiota.» si lamentò Coscienza.
Silenzio.
«Oh, okay. - Niall annuì - possiamo entrare?»
«No.» risposi immediatamente.
Harry alzò un sopracciglio: «Perchè no?» 
«Perchè non faccio entrare gli sconosciuti.»
In quel momento Louis si risvegliò: «Ma noi non siamo sconosciuti, siamo dei famosissimi cantanti!»
Ma tu senti questo. «Oh, ma chi credete di essere?» mi indignai.
I ragazzi si guardarono per un momento, per poi rispondermi all'unisono come se fosse una cosa ovvia: «Gli One Direction.»
Non potei fare a meno di dargli ragione.
Sentii una voce che si avvicinava: «Viola, chiedi se per caso vendono anche gli ascensori.»
Neanche feci in tempo a rimuginare su ciò che Zayn aveva appena detto, che spuntò accanto a me e guardò i ragazzi sorridendo: «Vendete anche gli ascensori?»
Oh gesù santo, li aveva scambiati per dei venditori di scale. E anche di ascensori, come sperava lui. 
«Però Zayn non è mica scemo come credevamo, l'ascensore in casa sarebbe una figata assurda.» disse Coscienza.
Gli altri quattro aprirono le braccia facendosi avanti per abbracciarlo esclamando qualche «Zayn, amico!», ma questo si allontanò di colpo, guardandoli intimorito: «Come fate a sapere il mio nome? - subito dopo però tornò ad essere il solito coglione di sempre - Non pensavo che i venditori di scale, e speriamo anche di ascensori, fossero così intelligenti.»
I ragazzi si guardarono, per poi dire in coro: «E' ubriaco.»
«Ma che è successo alla televisione?» chiese Niall, osservando quel che era rimasto della tv.
Zayn commentò, nel suo solito modo intelligente: «Oh, quella? Si è rotta.»
No, ma dai. Aveva uno squarcio lungo tutto lo schermo, era lì per bellezza. «Sì, lo vedo.» rispose Liam. 
«Potete riparare anche quella?» 
«Okay, ritiro ciò che ho detto prima. Zayn è veramente scemo.» 
«Comunque, - riprese Harry, lasciando perdere l'amico - si può sapere dove hai buttato il cellulare?»
Louis continuò: «Nel cesso?»
«Veramente, - scoppiai a ridere - in spiaggia.»
Ma visto che nessuno capì la battuta, tornai seria. 
Liam mi indicò: «Ma lei chi è?»
Guardai Zayn.
«La mia ragazza.»
Guardai i ragazzi.
«E Perrie?»
Guardai Zayn.
Li fissò con sguardo vacuo: «Perrie? - poi si ricordò - oh, si! Poverina, è morta soffocata con una mela.»
Niall sospirò di sollievo: «Era ora.» facendomi scoppiare a ridere.
Ma visto che tutti mi guardarono in modo strano, mi schiarii la voce tornando seria.
«No davvero, - Louis mi indicò - chi è lei?» 
«E' Viola.» Rispose Zayn, come se fosse una cosa ovvia.
«E chi cazzo è Viola?!» sbottò Niall.
«Lei.»
Silenzio.
Harry scoppiò a ridere: «Okay Zayn, bello scherzo. Ma ora basta, davvero.»
«Ma basta che cosa?» Zayn non capiva un cazzo. Oh, che novità.
«Guarda che se non capisce un cazzo è solo colpa tua.» Coscienza tornò a rompere i coglioni.
Sussurrai, per non farmi sentire dagli altri: «La smetti? Tu, essendo la mia Coscienza, dovresti aiutarmi. E invece stai sempre qui a criticare quello che faccio! Non dovremmo essere alleate?»
«Potrei anche considerare l'idea di allearmi a te, se tu non commettessi solo stronzate.»
Strinsi i pugni.
«Va bene, va bene. Ti aiuterò, okay. Ma penso che tu sappia già che cosa fare.»
«Hai ragione.» Iniziai a indietraggiare verso il pianoforte, allungando una mano dietro di me.
«Brava, ora chiamali e inizia a raccontargli tut... - non appena capì ciò che stavo facendo urlò, provocandomi un forte mal di testa - che cazzo stai facendo?!»
La mia mano trovò finalmente la padella.
Coscienza provò a indirizzarla verso la mia testa, ma riuscii a bloccarla scoppiando a ridere: «Oh no, non puoi fregare me.»
Pessima mossa. 
Sentii uno strano silenzio e mi girai a guardare i ragazzi, che mi stavano fissando confusi. Beh certo, non era cosa da tutti i giorni vedere una pazza scatenata con una padella sospesa sopra la sua testa che rideva da sola.
Portai la padella davanti a me: «Fermi tutti. Sono armata, e non ho paura di usarla!»
Tutti e cinque tentarono di soffocare una risata.
Gridai con voce stridula: «Che cazzo avete da... - mi schiarii la voce e feci la voce grossa per intimorirli - che cazzo avete da ridere?»
«Gioia, è al contrario.» 
Grazie a Niall mi accorsi che, in effetti, stavo minacciando gli One Direction con il manico di una padella.
La girai nel verso giusto, in silenzio.
Notai Liam scrutarmi attentamente, mentre sussurrava agli altri: «Ragazzi, questa qui ha qualche problema. Ma non preoccupatevi, la distraggo io. Voi scappate.»
Poi aprì le braccia e urlò, facendo sussultare tutti: «Ehi! Ma che bella padella!»
Harry, con la mano sul petto per lo spavento di prima, lo spinse: «Ma piantala, idiota.»
Zayn mise le mani davanti a sè, cercando di calmarmi: «Su Violetta, mettila giù. Fai la brava.»
Louis scoppiò a ridere e iniziò a incamminarsi verso di me: «Ma che cosa vuoi che faccia una ragazzina indifesa con una pad...»
Si interruppe portandosi una mano sul punto del braccio in cui lo avevo appena colpito, e mi guardò spaventato: «Scherzavo.»
«Io te lo avevo detto.» sussurrò Zayn, soddisfatto di sè stesso.
«Che cosa vuoi fare Viola? Prenderli tutti a padellate in testa facendogli perdere la memoria, e far sparire gli One Direction dalla faccia della terra?»
«In realtà pensavo di cucinarmi qualcosa, ma non sarebbe male come idea.» le risposi, pensando a un modo per stenderli tutti in fretta.
Il mio dialogo con Coscienza mi distrasse, tanto da non accorgermi che ero stata circondata fino a quando qualcuno non mi bloccò da dietro.
La padella mi cadde dalle mani, e mi appoggiai al torace di Harry. Alzai lo sguardo, incontrando il suo: «Fosse per me potremmo stare qui quanto vuoi, ma sbaglieremmo fanfiction.»
«Hai ragione. - si allontanò, e alzò un sopracciglio - Altrimenti sarei stitico.»
«E io sarei uno che sbuffa cinquecento volte al nano secondo. - Liam aggrottò la fronte - ma è possibile?»
Zayn si grattò la nuca: «Io non me lo ricordo.»
Louis prese parola: «Beh, e io e Niall che cosa dovremmo dire? Saremmo due pazzi furiosi che...»
«Okay, basta. - intervenni io - torniamo a 'The Pan.'»
Li guardai in faccia uno per uno, poi sospirai: «Vi spiegherò tutto.»
Pensai da che punto potevo iniziare, quando si sentì un rumore provenire dal piano di sopra.
Silenzio.
«Che cazzo è stato?» sussurrò Niall.
Strizzai gli occhi: «Merda.»
«Merda?» Louis aggrottò la fronte.
Si sentì un rumore ancora più forte, e tutti si nascosero dietro a divani o poltrone. Tranne Harry, che si mise un cuscino in testa chiedendomi se fosse nascosto bene. 
«Viola, vieni qui. Nasconditi!» mi chiamò Zayn.
«No, non ce n'è bisogno, credimi.»
Aspettai pazientemente la mia morte, che questa volta sarebbe stata inevitabile.
Perrie scese le scale e arrivò in salotto barcollando, con il trucco sbavato e i capelli tutti spettinati.
Sembrava che si stesse impegnando seriamente nel costruire un nido di rondini sulla sua testa.
E che ci stesse riuscendo.
Mi indicò: «Tu.»
«Io.» 
Appena vide i ragazzi: «Attenti a questa ragazza. Io so chi è!»
«Ah, sì? Davvero sai chi sono?» alzai un sopracciglio.
Aprì la bocca per dire qualcosa, per poi richiuderla. Infine tirò su col naso: «No.»
La schernii, ghignando: «Visto? Allora stai zitta, e lascia parlare me che li conosco!»
«Davvero li conosci?» si mise una mano sul fianco e alzò un sopracciglio.
Aprii la bocca per dire qualcosa, per poi richiuderla. Infine tirai su col naso: «No.»
Scoppiò a ridere: «Quanto sei cretina.»
«Smettila di ridere, non voglio vedere le tue gengive.»
Perrie assunse un'espressione furiosa, come se non fosse stata la prima volta che le avessero fatto notare di avere le gengive grosse: «Sono nella media.»
«Sono enormi.»
«Nella media!»
«Enormi!»
«Smettila!»
«Giammai!»
Mi diede uno spintone, facendomi scontrare contro il pianoforte. 
Silenzio.
«Viola, calmati. Ti prego, non ce n'è bisogno, stai tranquilla, non...» 
Liquidai Coscienza e fissai Perrie, girata di schiena, che stava avanzando verso Zayn.
Nonostante non potesse vedermi, le puntai un dito contro: «Tu te la sei presa con la tiratrice di padelle sbagliata!»
Con una rincorsa, salii sulla sua schiena tirandole dei colpi sulla fronte.
Perrie disse con voce stridula, mentre tentava di spostarmi: «Ma che cazzo stai facendo?!»
«Stai lontana da Zayn, capra!»
«Zayn è il mio ragazzo, sto con lui da più di un anno!»
«Mi dispiace dirtelo ma sei arrivata tardi perchè, ops! Notizia dell'ultima ora: io sto con Zayn adesso!»
Sentii delle braccia avvolgersi intorno alla mia pancia, staccandomi da Perrie.
Peccato, mi stavo divertendo. 
Zayn mi lasciò, e si mise fra noi due: «Basta! Smettetela!»
«Giusto zuccherino, - Perrie lo tirò per un braccio dalla sua parte - dì a questa cavernicola di andarsene.»
Presi Zayn per l'altro braccio tirandolo dalla mia parte: «Dì a questa...bambola gonfiabile di levarsi dai coglioni che non ho.»
«Okay ragazze, direi che...» ma fu interrotto.
Perrie mi fulminò con lo sguardo, e tirò il braccio di Zayn: «Lui è mio!»
«No! - lo tirai verso di me - E' mio!»
«Io ho le tette più grosse!»
Zayn annuì, e guardò me: «Questo è vero.»
Silenzio.
Lasciai il suo braccio e raccolsi da terra la padella. Feci per tirarla a Perrie, ma questa si abbassò in tempo facendomi colpire Zayn dritto sulla fronte, che cadde riverso a terra.
Silenzio.
Mi chinai immediatamente accanto a lui: «Zayn? Zayn! Rispondi, ti prego!»
Perrie e i ragazzi mi imitarono.
«Mi sa che questa volta l'hai ucciso davvero.»
«Coscienza, non è il momento.»
«E chi cazzo è Coscienza?» Liam aggrottò la fronte, ed io lo zittii con un gesto seccato della mano.
Louis si alzò e prese un vaso di fiori, rovesciando ciò che conteneva sulla faccia di Zayn, compresi i fiori.
«Certo che potevi almeno togliere i fiori.» si lamentò Harry.
Iniziarono a litigare.
Osservai attentamente il volto di Zayn, notando che le sue palpebre ebbero un fremito.
«Ssht, silenzio!» gridò Perrie, visto che anche lei, come me, era rimasta a fissarlo. Dopo di che gli si avvicinò di più: «Zayn?»
Niente.
«Zayn?» sussurrai dolcemente accarezzandogli una guancia.
Questo aprì gli occhi, si tirò sul busto emettendo un mugolio e massaggiandosi la testa.
Il suo sguardo si posò su tutti e, una volta che guardò me, sbarrò gli occhi alzandosi di colpo, iniziando a correre per il salotto e gridando come una femminuccia: «La pazza con la padella, si salvi chi può!»






EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
aloha! 
...okay. so che penserete 'aloha un cazzo.' lo so, lo so. aggiorno troppo raramente. avete ragione. prometto che ci sarò più spesso.
comunque...niente, volevo solo dirvi che mancano due capitoli alla fine della storia......
minchia, vado a ritirarmi seriamente in un angolino a piangere adesso. 
basta depressione, su.
spero vi sia piaciuto il capitolo, alla prossima! 



 

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Capitolo 14
*** Goodbye, brown eyes. ***


 
 



( 14 )



GOODBYE, BROWN EYES.




 
«...E così, ho finto di essere la tua ragazza.»
Silenzio.
Zayn mi guardò. Ciò che vidi nei suoi occhi color cioccolato mi costrinse ad abbassare lo sguardo, non riuscendo a sostenere il suo: tristezza, delusione, rabbia.
Si alzò e si allontanò. Sospirai demoralizzata. Sapevo che quella situazione non sarebbe durata a lungo, eppure lo avevo fatto lo stesso. Ammetto che la perdita di memoria non era mai stata nei miei piani, era stato un errore. Ma quale persona spregevole se ne sarebbe approfittata?
Ora infatti avrei dovuto sopportarne le conseguenze. E non ero del tutto convinta di potercela fare.
Subito dopo però, Zayn tornò con una ciotola di popcorn e si sedette sul divano. Non appena si accorse che tutti lo stavano fissando in modo strano, alzò le sopracciglia guardandomi: «Oh cavolo, hai già finito?»
Ci fissavamo.
Zayn con la memoria era ancora più cretino di quello senza memoria.
«Mi dispiace, - scossi la testa, continuando il mio discorso - non era mia intenzione. E' tutta colpa della mia Coscienza. Sapete, è da tempo che ce l'ho in mente. - sussurrai a denti stretti, rivolgendomi a Coscienza - Puttana.»
Quando notai che tutti stavano tentando di soffocare delle risate, sospirai: «Quello che voglio dire è che...»
Mi passai una mano fra i capelli, sbuffando frustrata. Non riuscivo a trovare le parole. Come potevo spiegare ciò che avevo fatto senza essere scambiata per una maniaca che per il bene della comunità doveva essere rinchiusa in un ospedale psichiatrico e fermata con una camicia di forza? 
Così decisi, una volta per tutte, di essere sincera. «Ho sempre avuto una vita di merda, e l'unico motivo che mi faceva continuare erano gli One Direction. Cioè, - mi corressi, accorgendomi che ce li avevo davanti - voi. E...Zayn. Era da tempo che volevo incontrare Zayn. Lui era...no, lui è la mia...»
Fui interrotta dall'interpellato, che si alzò di nuovo scuotendo la testa e si allontanò sparendo dalla mia vista. 
E mi convinsi che quella era la volta definitiva.
Liam gli gridò dietro: «Portami della coca cola!» 
«Amico, - Louis si sporse verso di lui - dubito che vedrai la tua coca cola.»
Perrie nel frattempo stava raggiungendo Zayn. 
Mi sedetti sul divano, tra Niall e Liam, e mi presi la testa fra le mani: «Sono una merda.»
«Macchè merda! - Niall mi diede un colpetto sulla spalla - tu sei un genio.»
Lo fissai attentamente. «Mi prendi per il culo?»
«No, certo che no. Voglio dire, chi potrebbe pensare a una cosa così geniale? Far perdere la memoria a una persona e farle credere ciò che vuoi. Insomma, solo una coglio...ehm.» si interruppe schiarendosi la voce.
Come pensavo.
Il momento di silenzio assoluto fu interrotto da Perrie che nel frattempo era tornata, e incrociò le braccia offesa: «Mi ha cacciata.»
Niall, probabilmente per rimediare a ciò che aveva detto prima, si sporse verso di me sussurrandomi all'orecchio: «E' sempre stata una sfigata.»
«Già. Altrimenti come avrei fatto a chiuderla in un armadio?» concordai con un mezzo sorriso, facendolo ridere.
«Ma la coca?» brontolò Liam.
Perrie piagnucolò: «Mi dispiace, è finita.»
Harry, che ancora non aveva spiccicato parola, la guardò e sbuffò: «Ti prego, vai a toglierti quel trucco dalla faccia che sembri uno spaventapasseri con un nido di rondini in testa.»
Louis annuì: «O la versione ancora più brutta di Platinette.»


«Louis, il tuo culo dal vivo è ancora meglio.» Passai oltre, lasciando quest'ultimo a cercare di rimirarsi il lato b, soddisfatto di sè stesso.
«Harry, - inclinai la testa e annuii - penso che dovresti pubblicare più foto in cui sei nudo.» Lui alzò le sopracciglia, soppesando la proposta.
Appoggiai una mano sulla spalla del mio alleato: «Niall, se Zayn e Perrie un giorno si sposeranno, alla domanda 'chi si oppone al matrimonio?' tu sai che cosa fare.» Gli occhi di Niall si illuminarono.
«Liam. Giuro che ti farò avere un rifornimento intero di coca cola, con dei dvd di Toy Story.»
Lui aggrottò la fronte, guardandomi: «Anche qualche pupazzetto di Buzz Lightyear?»
Lo guardai incredula: «Come potrebbero mancare?»
Dopo averli abbracciati uno per uno, arrivai davanti a Perrie.
Ci fissavamo.
Le tirai un leggero pugno sulla spalla: «Prenditi cura di lui, stronza.»
«Certo che lo farò, puttana.» rispose a sua volta dandomi un leggero colpetto sulla guancia.
«Non chiamarmi puttana, troia.»
«E tu non chiamarmi...»
Perrie si interruppe, e il suo sguardo si posò su un punto alle mie spalle. Mi girai, trovando Zayn appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.
«Vi lasciamo soli.» sussurrò Louis, incitando gli altri ad entrare.
Perrie cercò di lamentarsi, ma Niall la tirò in casa tenendola per un braccio e intimandole di stare zitta.
Non appena la porta si chiuse, si diffuse un silenzio assoluto.
Ero consapevole del fatto che Zayn mi stesse guardando, ma non riuscivo a ricambiare. Non potevo.
Mi accarezzai il braccio destro, osservando attentamente il legno della veranda.
'Ti prego Zayn, dì qualcosa.' ripetevo a me stessa.
Poi, dopo un tempo che mi parve infinito, si decise a parlare: «Così...te ne vai?»
Annuii.
«Sai, un po' mi dispiace.»
Annuii.
«Insomma...sono stati belli questi giorni.»
Annuii.
«La smetti di annuire?»
Annuii, affrettandomi subito dopo ad aggiungere: «Ehm, cioè...»
Sentii che sorrideva.
Silenzio, di nuovo.
«Viola, guardami.»
Dopo aver tirato un profondo sospiro, lo accontentai. 
Dio, quanto era bello. Se solo fossi potuta tornare indietro. Dove avevo lasciato la padella?
«Viola, per favore.» disse Coscienza.
«Oh avanti, - alzai gli occhi al cielo - scherzavo.»
«Scherzavi?» Zayn aggrottò la fronte.
Scossi la testa: «No, nulla. Parlo da sola ogni tanto, dovresti saperlo ormai.»
Lui rise: «Sì. Diciamo che non sei una delle persone più normali che io abbia conosciuto.» 
«Già.» mi portai una mano sulla nuca, imbarazzata.
«Quando hai lanciato il telefono in spiaggia è stato fantastico. - fissò un punto indefinito davanti a lui - Chissà se è ancora là.»
Sorrisi: «Potrebbe essere. Pensa che appena prima mi stavo picchiando da sola. - poi mi affrettai ad aggiungere - Non chiedermi perchè.»
Scoppiò a ridere portandosi una mano sulla pancia: «In effetti dubitavo che quello fosse un passo di danza.»
Lo accompagnai nella risata, nonostante mi stesse espressamente prendendo per il culo. Poi si asciugò una lacrima: «O quando hai lanciato il telecomando sul televisore?»
Continuai a ridere, ma tornai seria quando Zayn aggrottò la fronte: «Ma che cazzo rido? Mi hai spaccato la tv.»
Bene, il momento di pace era passato.
Sul suo volto però, si allargò un sorrisetto beffardo: «Scherzavo.»
Ricambiai il sorriso abbassando di nuovo lo sguardo, improvvisamente triste. Come potevo lasciarlo così? 
La risposta mi arrivò subito dopo. Semplice, non potevo.
Tirai un respiro profondo per farmi coraggio. Probabilmente dopo la domanda che gli avrei fatto di lì a poco mi avrebbe mandata in Tasmania a calci nel culo, ma valeva la pena provarci. Tanto ormai il danno era fatto. «Zayn.»
«Sì?»
Alzai lo sguardo su di lui, mormorando: «Posso avere un ultimo primo bacio?»
Silenzio.
Mi affrettai ad aggiungere: «Cioè, che poi non sarebbe il primo. Voglio dire, ieri mi hai baciata con l'inganno. Però è stato solo un bacio a stampo, insomma non un bacio vero. E devo dire che sei stato un vero stronzo perchè stavo morendo, sai. Cioè, in effetti sono svenuta, quindi sì, lo sai. Ecco perchè non volevo mai baciarti, perchè io ti avrei riempito di baci, però... - sospirai, accorgendomi che stavo parlando troppo - lo so, faccio schifo, ma...»
Mi interruppe: «Sì.»
«Hai ragione, faccio schifo.» annuii demoralizzata.
«No, no. - rise dolcemente - intendevo, sì per il bacio.»
«Oh.»
Silenzio.
Gesù cristo, aveva accettato davvero.
«Su Viola, bacialo.» Coscienza, per la prima volta, sembrò appoggiarmi.
Mi avvicinai lentamente mantenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi, che non si perdevano neanche una mia mossa. Appena lo raggiunsi, appoggiai le mani sulle sue spalle, e mi avvicinai fino ad appoggiare le labbra sulle sue.
Inizialmente non reagì, ma in seguito le sue mani si posarono sulla mia schiena stringendomi più a sè, mentre le sue soffici labbra si muovevano dolcemente sulle mie.
Fosse stato per me avrei continuato quel bacio fino allo sfinimento, ma sentii delle lacrime scendermi lungo le guance. Così mi allontanai di scatto cercando di liberarmi dalla sua presa, ma Zayn mi trattenne per un attimo guardandomi negli occhi. Poi però staccò le mani con un sospiro che forse sapeva di sconfitta, e fissò un punto ai suoi piedi.
Accostai la guancia alla sua sussurrandogli all'orecchio: «Sappi che rifarei tutto dall'inizio.»
Mi allontanai iniziando a incamminarmi, ma poi mi rigirai: «Cioè, non intendo che ti tirerei di nuovo la padellata in testa. Intendo dire che vorrei restare ancora con te come in questi giorni. Ma per farlo dovrei tirarti un'altra padellata così che tu perda la memoria, quindi sarebbe alquanto... - mi tirai una manata sulla fronte - oh, che idiota.» e uscii da quella casa.
Appena giunta in strada, Coscienza mi disse dolcemente: «Su Violetta, andiamo a cercare un centro per ragazzi lasciati in autogrill da professori incoscienti.»
Riuscii a sorridere malgrado le lacrime e mi incamminai, sperando di ricordarmi dove fosse l'autogrill e sperando che, se l'avessi trovato davvero, non fosse stato affondato da una vecchietta che aveva mangiato messicano.



 




EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
dio. penultimo capitolo. penultimo capitolo.
no, okay. 
perdonate il capitolo deprimente, ma giuro che nel prossimo si rimettono insieme. lo so, forse è un po' troppo scontato, ma non riesco a far finire male le ff lol 
grazie a tutte ragazze, alla prossima! 


 
 

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Capitolo 15
*** Epilogue. ***







( 15 )



EPILOGUE.



 
Il suono assordante di una tromba da stadio mi costrinse a svegliarmi di soprassalto con gli occhi spalancati, cadendo dal divano.
Sentii una risatina.
Non appena riuscii a capire dov'ero e soprattutto chi ero, mi girai a pancia in su e notai mio fratello Jackson appoggiato con i gomiti sullo schienale del divano, con un sorrisetto irritante stampato sulla faccia e una trombetta in mano.
«Ben svegliata, sorellina.»
«Vaffanculo.» biascicai mentre, con fatica, tornavo a sedermi sul divano.
Jackson si sporse verso di me: «Come mai hai dormito sul divano?»
«Vaffanculo.» gli strappai la trombetta dalle mani e gliela tirai dritta in fronte.
Subito dopo scavalcò il divano tirandomi una testata per sbaglio, quindi gli diedi uno spintone urlando: «Vaffanculo!»
«Che hai, sei impostata nella modalità vaffanculo?» sbuffò lui, raddrizzandosi accanto a me.
«Vaff...vai a farti fottere.»
«Okay, ci andrò più tardi dopo aver fatto la doccia.»
Detto questo si allontanò. Aggrottai la fronte. Jackson che si faceva una doccia? Che cosa strana. Probabilmente sarebbe dovuto uscire con una ragazza. E quale ragazza sarebbe potuta stare con uno come lui? Fui attraversata da un brivido.
Certo che però anche io ero abbastanza insopportabile, come avevo dimostrato con Zayn. Sbuffai demoralizzata, ringraziando mentalmente quel meraviglioso ragazzo per non avermi denunciata. O almeno, recentemente nessun poliziotto era venuto a fare un giretto a casa.
Cavolo, che vita di merda. Avevo trovato il ragazzo che sognavo da anni e avevo rovinato tutto, come al solito. Sarebbe stato comunque impossibile cominciare una storia con lui, ma almeno avrei potuto provarci. Innanzitutto, senza utilizzare una padella e fargli perdere la memoria.
Sbuffai, di nuovo.
I miei pensieri da Lana Del Rey 2 la vendetta, furono interrotti dal suono del campanello. 
Mandai la testa all'indietro, e sbuffai osservando il soffitto: «Jackson, vai ad aprire la porta!»
«No, non posso - sentii i suoi passi riecheggiare in corridoio, cercando di non farmi capire che si trovava lì - sono sotto la doccia!»
Alzai gli occhi al cielo, che idiota. «Papà, hanno suonato alla porta!»
«Sto cagando!»
Il campanello suonò nuovamente.
Piagnucolai mandando tutti a fanculo, per poi alzarmi in piedi e raggiungere l'ingresso gridando: «Chi non ha un cazzo di meglio da fare che rompere i coglioni alle... - mi bloccai, guardando l'orologio sulla parete - ...quattro del pomeriggio. Beh, effettivamente è un giusto orario.»
Feci spallucce aprendo la porta, e mi ritrovai di fronte Zayn Malik.
I suoi occhi, fino a un secondo prima preoccupati, si illuminarono: «Ti ho trovata!»
Io lo fissavo.
Avvolse le braccia attorno al mio collo, dicendo indignato: «Lo sai da quante Viola Hastings sono stato? Mi è anche capitata una vecchietta di centodue anni che alla domanda 'Mi scusi, c'è Viola Hastings?' si è messa in posa dicendomi 'No, ma per te potrei esserlo.' - si staccò, e fissò lo sguardo schifato su un punto indefinito davanti a lui - L'esperienza peggiore della mia vita.»
Okay. Stavo sognando Zayn Malik che mi raccontava di aver rischiato di essere molestato da una vecchietta di centodue anni con una grave crisi d'identità.
Io lo fissavo.
Poi tornò a guardarmi.
Ci fissavamo.
Senza aggiungere altro, appoggiò le mani sulle mia guance: «Dio, mi sei mancata così tanto.» continuando a darmi baci. Sulla fronte, sul naso, sul mento, sulle guance, sulle labbra.
Sorrisi, in una specie di trance vegetativo: «Questo è in assoluto il sogno più bello della mia vita.» 
«Sogno?» aggrottò la fronte, sempre con le mani sulle mie guance.
«Già. Molto più bello di quello in cui c'era Michael Jackson che insegnava a Gandalf e a Silente a ballare il moonwalk.»
«Michael Jackson, Gandalf e Silente in uno stesso sogno?  - alzò le sopracciglia, visibilmente stupito - Che figata.»
Annuii compiaciuta.
«Comunque, - scosse la testa allontanandosi da me, e mi guardò stranito - non sei contenta di vedermi?»
Mi indignai dandogli una leggera spinta: «Certo che sì! Solo che questo è un sogno, non è la realtà. Quindi tu non sei davvero qui con me.»
Mi guardò attentamente.
«Viola, hai bevuto?»
«No. Se bevo in sogno va a finire che poi mi piscio addosso nella realtà.»
«Ma tu non stai sognando!» sbottò. 
«Ma certo che sto sognando, altrimenti Jackson non si starebbe facendo una doccia!»
Mi guardò esasperato: «E adesso chi cazzo è Jackson?»
«Nessuno. Guarda, ora mi sveglierò.»
Mi diedi un pizzicotto sul braccio guardandolo con un sorriso trionfante.
Però non successe un cazzo.
Di nuovo mi pizzicai la pelle, sempre guardandolo con il sorrisetto idiota.
Non successe nulla neanche questa volta.
Tornai seria osservando di scatto il mio braccio: «Perchè cazzo non succede niente?»
Il sorriso che nel frattempo era apparso sul viso di Zayn, sparì dopo ciò che gli dissi: «Dammi un pizzicotto.»
«Non se ne parla neanche.»
«Dammi un pizzicotto!» gli diedi un pugno sul braccio.
«Va bene, va bene! Okay!»  
Mi osservò valutando dove potermi dare il pizzicotto e, quando il suo sguardo si fermò sul mio petto, sbuffai: «Quanto sei porco.»
«Oh, ma non intendevo mica lì!» alzò gli occhi al cielo.
Alla fine decise di pizzicarmi l'altro braccio. 
Tralasciando il fatto che a momenti mi staccava la pelle, non successe un cazzo.
«Lo vedi che non è un sogno? Che sono qui veramente, con te?»
Sospirai, riflettendo. In effetti, come potevo avere un sonno così pesante? A meno che non avessi preso un potente sonnifero. Forse per uno scherzo di quel coglione di mio fratello.
Insomma, non poteva essere vero! 
Così decisi di andare in cucina, seguita da Zayn, e presi una padella. 
Fissai la sua superficie lucida: ormai era giunto anche il mio momento.
Raccogliendo tutto il coraggio che avevo, me la tirai dritta in fronte. 
Ovviamente non successe nulla.
Poi la osservai attentamente: «Non trovi che questa padella sia bellissima?»
«Viola...va tutto bene?»
Lo guardai sorridendo, per poi tornare seria: «No.» e cadendo di lato.
Zayn però, che nel frattempo stava già correndo verso di me, riuscì a prendermi e a farmi rialzare.
«Come hai fatto a sapere che sarei caduta?» mi massaggiai la fronte con una smorfia di dolore.
Lui ghignò: «Esperienza.» sicuramente alludendo a quando ero svenuta dopo il primo bacio che mi diede.
Una volta che mi accompagnò al divano, mi scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio: «Spero tu abbia capito che non è un sogno, altrimenti la prossima volta ti ucciderai direttamente.»
In effetti, dopo quella padellata in testa mi sarei dovuta svegliare. Mi diedi un altro piccolo pizzicotto sulla mano tanto per essere sicuri, e poi guardai Zayn.
Tirai un profondo sospiro. Zayn Malik in persona era andato a suonare alla porta di ogni Viola Hastings solo per trovare me.
D'un tratto gli buttai le braccia al collo, abbracciandolo: «Sono così felice che tu sia qui.»
Quando mi allontanai, a malincuore, aggrottai la fronte: «Ma Perrie?»
«L'ho mollata, - disse accarezzandomi un braccio - il giorno dopo. Insomma, Perrie è una brava ragazza e tutto, ma...»
Brava ragazza? Alzai un sopracciglio, ma lui continuò indisturbato: «E ha anche due tette grosse come...»
Si interruppe. 
Sorrisi serenamente: «Come...? Continua pure.»
«No, cioè. - si schiarì la voce, cambiando discorso - comunque l'ho mollata perchè...perchè lei non era te.»
Lo abbracciai di nuovo, ridendo: «Bravo, hai rimediato.»
Mi seguì a ruota nella risata, per poi aggiungere: «Ma sappi che al tuo compleanno ti regalerò un reggiseno super imbottito.»
Silenzio.
«Eh vabbè ma sei coglione allora.» Tentai di allontanarmi, ma lui mi strinse di nuovo a sè tornando ad accarezzarmi la schiena: «Su, scherzavo.»
Alzai gli occhi al cielo. Il solito deficiente. «E i ragazzi?»
«No dai, a loro non serve il reggiseno.»
Silenzio.
Mi allontanai per poterlo guardare in faccia. «Cretino. Intendevo dire, dove sono?»
«Oh. Beh, - sorrise - aspettano solo te.»
Silenzio.
Risi come un'ebete sussurrando un «Okay.» per poi abbassare lo sguardo, improvvisamente imbarazzata: «Quindi...adesso che hai lasciato...insomma, noi due staremo... - sospirai, convinta che sarei riuscita a finire almeno questa frase - e adesso potrei bac...»
Zayn mi interruppe con un bacio. Ma io mi staccai subito sbuffando: «Oh cazzo, potevi almeno farmi finire la frase!»
«Ma sta' zitta.» 
Mi prese le guance ricominciando a baciarmi.
Proprio mentre stavamo per approfondire il bacio, sentii una voce che si avvicinava dal corridoio: «Viola, ti sconsiglio altamente di entrare nel bagno di papà per le prossime ventiquattr'ore perchè potrebbe nuocerti gravemente alla... - Ma quando il suo sguardo si posò sul ragazzo di fianco a me, alzò un sopracciglio - Sorellina, è normale che Zayn Malik sia seduto così vicino a te sul divano del salotto di casa nostra?»
Risi nervosamente, mentre Zayn mi guardava indignato: «Non mi avevi detto di avere un fratello.»
«Oh, non fa nulla. Tanto è un coglione.»
«Ehi!» protestò Jackson.
Mi alzai sbuffando e, dopo aver preso Zayn per mano, mi diressi verso la porta sorridendo compiaciuta: «Jackson, fratellone, dì a papà che presto mi tromberò Zayn Malik. - mi bloccai e aggrottai la fronte - Anzi no, non dirglielo proprio così.»
Lo guardai: «Chiamerò io.» e uscii seguita da quel pakistano sexy.
Mentre ci stavamo dirigendo verso la sua macchina, Zayn mi disse: «Eri seria prima? Cioè, davvero vuoi tromb...»
«Sta' zitto Zayn, non rovinare sempre tutto.» lo interruppi dandogli una spinta.
«Okay, okay. - rise, mettendomi un braccio sulle spalle - però promettimi che non toccherai mai più una padella, va bene?»
Alzai le sopracciglia: «Questo significa che dovrai cucinare tu.»
Si fermò, bloccando anche me. Fece per ribattere, ma richiuse la bocca. Poi sbuffò: «E va bene, che palle. - rincominciammo a camminare - Ma se cucino di merda non dovrai rompermi i coglioni.»
«Basta che io non rischi di morire.»
Ghignò, e mi aprì la portiera della macchina. Poi mi raggiunse sedendosi al posto del guidatore mettendo in moto l'auto, diretti verso...oh merda, non ricordavo più dove stavamo andando.
Non ricordavo neanche se Zayn me lo aveva detto.
Bene, la padellata in fronte stava cominciando a fare effetto.


 




EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
dopo esattamente un anno e tre mesi sono riuscita a finire la ff. *applausi a martina*
no okay, vado sul serio a piangere in un angolino. è troppo triste, sta cosa. mi sembra impossibile che sia finita. 
oddio. non credevo di deprimermi così tanto, sul serio. e figuriamoci quando poi finirò The shit...no, non ce la faccio.
okay, basta. 
innanzitutto volevo ringraziarvi per essermi state vicine in tutto questo tempo, per aver sopportato le mie cazzate e per aver evitato di uccidermi quando ci mettevo troppo ad aggiornare. 
grazie di tutto, davvero. ve l'avrò ripetuto centinaia di volte, ma...siete splendide.
grazie <3


 
 
 

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